RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 292  - Testo della trasmissione di lunedì 19  ottobre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Nessuno può tacere o restare indifferente di fronte all’immenso grido di dolore dei tanti bambini la cui dignità è violata in non poche regioni della terra: così il Papa ai partecipanti alla Conferenza mondiale delle donne parlamentari  sull’infanzia

 

Il presidente del Paraguay, Nicanor Duarte Frutos, ricevuto stamani in udienza dal Papa

 

L'Eucaristia è la luce di cui ha bisogno il mondo nella ricerca di una pace che appare lontana e di cui ha bisogno il cuore dell’uomo provato da sofferenze di ogni genere. E’  il messaggio di Giovanni Paolo II, che ieri ha dato l’avvio all’Anno dell’Eucaristia

 

I diritti fondamentali della persona, tema chiave dei discorsi diplomatici di Giovanni Paolo II, raccolti in un volume presentato oggi alla Sala Stampa vaticana: ai nostri microfoni il cardinale Martino

 

Al via, a Malta, l’Incontro mondiale dei sacerdoti, promosso dalla Congregazione per il clero: intervista con l’arcivescovo Csaba Ternyàk

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Caritas Internationalis promuove una campagna di solidarietà in Colombia, con il sostegno della Chiesa locale, mediatrice credibile nel conflitto tra governo e guerriglia: con noi mons. Hector Fabio Henao

 

Il Rinnovamento carismatico e la riscoperta dei doni dello Spirito: ce ne parla padre Giuseppe Galliano

 

CHIESA E SOCIETA’:

Appello dei vescovi del nord Africa e delle regioni arabe: la comunità internazionale faccia di più per porre fine al tragico conflitto in Terra Santa

 

Conclusione oggi a Firenze del Vertice del G5 sull’immigrazione

 

Si apre oggi in Senegal, promosso dall’Unicef, il Forum panafricano

 

L’informazione tecnologica deve favorire la promozione della dignità, del rispetto e delle capacità di ogni individuo: così l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, durante un Seminario incentrato sul ruolo dell’etica nell’era digitale

 

Al via oggi in Italia la manifestazione di protesta dei detenuti per chiedere migliori condizioni all’interno dei penitenziari

 

24 ORE NEL MONDO:

 

 In Iraq: numerosi morti in tutto il Paese  per attentati e scontri. Promessa  un’amnistia generale per chi consegnerà le armi

 

Sei militanti palestinesi uccisi a Gaza in diversi scontri con le forze israeliane.

 

Nuovo record per il petrolio che supera  i 55 dollari

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

18 ottobre 2004

 

 

NESSUNO PUO’ TACERE O RESTARE INDIFFERENTE DI FRONTE ALL’IMMENSO GRIDO

DI DOLORE DEI TANTI BAMBINI LA CUI DIGNITA’ E’ VIOLATA IN NON POCHE REGIONI DELLA TERRA: COSI’ IL PAPA AI PARTECIPANTI ALLA CONFERENZA MONDIALE

 DELLE DONNE PARLAMENTARI  SULL’INFANZIA IN CORSO A ROMA

 

Nessuno può tacere o restare indifferente di fronte all’immenso grido di dolore di tanti bambini la cui dignità è violata in tante parti del mondo. E’ quanto ha detto il Papa stamane incontrando in Vaticano i partecipanti alla Conferenza Mondiale delle donne parlamentari per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza che si è conclusa oggi a Roma. All’udienza ha preso parte anche il presidente della Camera dei deputati d’Italia Pier Ferdinando Casini. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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“I bambini e gli adolescenti costituiscono il futuro e la speranza dell’umanità” – ha detto il Papa – “sono il tesoro più prezioso, ma al tempo stesso più fragile e vulnerabile”.

 

Per questo occorre “prestare costante ascolto ed attenzione a ogni loro legittima esigenza ed aspirazione. In maniera speciale – ha aggiunto -  nessuno può tacere o rimanere indifferente quando bambini innocenti soffrono, sono emarginati e feriti nella loro dignità di persone umane”.

 

Ieri durante la prima giornata dei lavori della Conferenza a Roma sono stati forniti dati agghiaccianti, di fonte UNICEF: ogni giorno muoiono nelle guerre dimenticate del pianeta più di 540 bambini, mentre sono 10 mila i piccoli uccisi ogni anno dalle mine e 20 milioni sono i bambini profughi negli ultimi 10 anni.

 

“L’immenso grido di dolore dell’infanzia abbandonata e violata in non poche regioni della terra - ha proseguito Giovanni Paolo II -  deve spingere le Istituzioni pubbliche, le associazioni private e tutti gli uomini di buona volontà a prendere rinnovata coscienza del dovere, che tutti abbiamo, di proteggere, difendere ed educare con rispetto ed amore queste fragili creature”.

 

L’obiettivo è quello di “individuare insieme efficaci forme di tutela dei minori da parte delle Istituzioni.

 

“Nel Vangelo – ha ricordato il Papa - Gesù addita i bambini come nostri modelli di vita e condanna con fermezza coloro che non li rispettano”.

 

Quindi ha espresso  l’auspicio “che, grazie al contributo di tutti, il sogno di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni diventi realtà”:

 

“Per intercessione di Maria, Madre della speranza - ha concluso il Papa -  conceda Iddio all’umanità di vedere presto realizzata questa profezia di pace!”

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IL PRESIDENTE DEL PARAGUAY, NICANOR DUARTE FRUTOS, RICEVUTO STAMANI

 IN UDIENZA DAL PAPA. POCO PRIMA IL CARDINALE DI STATO ANGELO SODANO

E DUARTE HANNO PROCEDUTO ALLO SCAMBIO DEI DOCUMENTI DI RATIFICA DELL’ACCORDO TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA DEL PARAGUAY SULL’ASSISTENZA RELIGIOSA AI MEMBRI DELLE FORZE ARMATE E DELLA POLIZIA NAZIONALE

 

“Spero che il messaggio cristiano, che è penetrato nell’anima di questo  nobile popolo e che ha dato frutti di santità in San Roque Ruiz e nei compagni martiri, continui a dare ispirazione e sostegno a quanti sono impegnati nello sviluppo del Paraguay sulla via della giustizia e della solidarietà”. Con queste parole il Papa ha salutato il presidente del Paraguay, Nicanor Duarte Frutos, ricevuto oggi in Vaticano. Prima dell’udienza con il Santo Padre, Duarte ha incontrato il segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano. Durante questo incontro, il porporato ed il presidente del Paese sudamericano hanno proceduto allo scambio dei documenti di ratifica dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica del Paraguay sull’assistenza religiosa ai membri delle forze armate e della polizia nazionale, firmato ad Asunción il 24 dicembre 2002. Nel suo intervento il cardinale Sodano ha messo in rilievo il significato dell’Accordo e l’importanza dell’assistenza spirituale ai militari. “Da secoli la Chiesa, che è Madre,  – ha detto il porporato – segue i suoi figli militari attraverso adeguate istanze pastorali e istituzionali. L’Ordinario Militare e i cappellani che sono sacerdoti – ha aggiunto – entrano a far parte del settore castrense con i propri gradi, facendosi militari con i militari, per meglio servirli e annunciare la salvezza di Nostro Signore Gesù Cristo”.

 

 

L'EUCARISTIA E’ LA LUCE DI CUI HA BISOGNO IL MONDO NELLA RICERCA DI UNA PACE CHE APPARE LONTANA E DI CUI HA BISOGNO IL CUORE DELL’UOMO PROVATO

DA SOFFERENZE DI OGNI GENERE. E’ IN SOSTANZA IL MESSAGGIO

DI GIOVANNI PAOLO II, CHE IERI HA DATO L’AVVIO ALL’ANNO DELL’EUCARISTIA

 

“La comunità cristiana viva del mistero dell’Eucaristia, mistero di Luce e di Vita, aprendosi alla logica dell’amore e della condivisione”. Con questo invito Giovanni Paolo II ha dato l’avvio, ieri pomeriggio, all’anno dell’Eucaristia. In una Basilica di San Pietro gremita di fedeli, il Papa ha presieduto la Messa solenne, con adorazione e benedizione eucaristica, ed ha annunciato che il prossimo Congresso eucaristico Internazionale avrà luogo in Québec nel 2008. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

 

 

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(Musica)
 
“La conexiòn televisiva entre la Basìlica de San Pedro, corazòn de la cristianidad, y Guadalajara, sede del Congreso, es como un puente tendido entre los continentes... El punto de encuentro es Jesùs mismo”.

 

Rivolgendosi alle migliaia di fedeli in collegamento televisivo da Guadalajara, dove ieri si è concluso il 48esimo Congresso eucaristico internazionale, Giovanni Paolo II ha commentato come tale collegamento sia “un ponte gettato tra i continenti, una ideale “statio orbis” nella quale convergono i credenti del mondo intero, il cui punto d’incontro è Gesù stesso”. Evocando, quindi, il tema del Congresso, “L’Eucaristia luce e vita del nuovo millennio”, il Papa ha sottolineato come esso inviti “a considerare il Mistero eucaristico in rapporto ai problemi del nostro tempo”. “Di luce, infatti – ha notato – ha bisogno il mondo, nella difficile ricerca di una pace che appare lontana, all’inizio di un millennio sconvolto ed umiliato dalla violenza, dal terrorismo e dalla guerra”. “Di luce – ha proseguito – ha bisogno il cuore dell’uomo appesantito dal peccato, spesso disorientato e stanco, provato da sofferenze di ogni genere”. A tal proposito, il Pontefice ha indicato che “l’Eucaristia è Luce”, poiché “nel gesto conviviale dello spezzare il pane riviviamo il sacrificio della Croce, sperimentiamo l’amore infinito di Dio, ci sentiamo chiamati a diffondere la luce di Cristo tra gli uomini del nostro tempo”. Ma “l’Eucaristia è anche mistero di vita – ha osservato - un anelito umano sul quale si allungano ombre minacciose: l’ombra di una cultura che nega il rispetto della vita in ogni suo stadio; di una indifferenza che consegna innumerevoli persone ad un destino di fame e di sottosviluppo; di una ricerca scientifica posta a volte al servizio dell’egoismo del più forte”. Da qui l’esortazione “a non chiudere il cuore alle implorazioni di aiuto di tanti fratelli”. Il Santo Padre ha, poi, spiegato di aver voluto che questo anno fosse dedicato all’Eucaristia, affinché “la comunità cristiana, sulle orme di Maria “donna eucaristica” viva di questo mistero, prendendone più viva coscienza con un’adorazione prolungata e fervente e con un maggiore impegno di fraternità e di servizio agli ultimi”. 

 

“En la Eucaristìa te has hecho “remedio de immortalidad”: danos el gusto de una vida èplena, que nos ayude a caminar sobre esta tierra como peregrinos seguros y alegres, mirando siempre hacia la meta de la vida sin fin”.

 

Infine ha invocato il Signore, che “nell’Eucaristia si è fatto farmaco d’immortalità,  affinché ci dia il gusto di una vita piena e ci faccia camminare su questa terra come pellegrini fiduciosi e gioiosi guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine”.

 

(Musica)

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         L’Eucaristia, dunque, un mistero di luce che può aiutare il cuore dell’uomo a costruire la pace in sé e attorno a sé. E un impegno per i credenti a renderla sempre più il fulcro della propria esistenza. Il messaggio lanciato ieri sera da Giovanni Paolo II, come “ponte” tra i continenti, ha suscitato una grande impressione tra i 15 mila partecipanti al Congresso eucaristico internazionale di Guadalajara         e le decine di migliaia di fedeli che hanno partecipato alla Messa conclusiva del raduno. Per i particolari, il servizio del nostro inviato nella città messicana, padre Pedro Rodriguez:

 

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Al termine della Messa, l’Assemblea radunata nello stadio sportivo della città, circa 70 mila persone, ha acclamato il nome di Giovanni Paolo II e ha accolto il messaggio che conclude il Congresso eucaristico e avvia l’Anno dell’Eucaristia. Il cardinale Jozef Tomko, durante l’omelia, ha sottolineato l’impegno permanente nel continuare la nuova evangelizzazione, che potrà trarre nuovo ardore proprio dall’Eucaristia. Il porporato ha ricordato come, alla fine di ogni celebrazione eucaristica, il diacono pronunci l’invito “Ite missa est”. “Per noi - ha detto il cardinale Tomko - è solo l’inizio della missione: per questo motivo, in questo Congresso, noi dobbiamo intendere oggi “Ite missio est”.

 

Più di 15 mila partecipanti al Congresso hanno dunque lasciato lo stadio sportivo ed anche la città di Guadalajara con un grande impegno. E sono risuonate vive le ultime parole che il Papa ha pronunciato nel suo messaggio, dopo l’annuncio del prossimo Congresso eucaristico internazionale a Quebec, in Canada: “Questo annuncio susciti nei fedeli un forte impegno per vivere con grande intensità il presente anno dell’Eucaristia”.

 

Ma ascoltiamo l’esperienza di don Roberto Pedrini, parroco italiano della diocesi di Bologna, che ha partecipato a questo Congresso:

 

“Ho vissuto questo Congresso eucaristico con grande entusiasmo a livello personale, ma soprattutto ho avuto modo di fare un’esperienza viva di Chiesa. Io sono parroco di una piccola parrocchia, ma dico sempre che, nonostante si viva in una piccola parrocchia, bisogna avere un respiro ampio. Qui ho avuto modo di respirare in maniera ampia un’aria di fede mondiale, che è propria della Chiesa”.

 

Da Gadalajara, per la Radio Vaticana, padre Pedro Rodriguez.

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I DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA, TEMA CHIAVE

DEI DISCORSI DIPLOMATICI DI GIOVANNI PAOLO II, RACCOLTI

IN UN VOLUME PRESENTATO OGGI ALLA SALA STAMPA VATICANA.

AI NOSTRI MICROFONI, IL CARDINALE MARTINO, INTERVENUTO ALLA PRESENTAZIONE, DENUNCIA L’AZIONE DI LOBBY POLITICHE ED ECONOMICHE ANTICRISTIANE

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Sono i diritti fondamentali dell’uomo il tema chiave dell’azione diplomatica del Papa. E’ quanto ribadito - stamani in Sala Stampa vaticana - durante la presentazione di “Giovanni Paolo II e la sfide della diplomazia pontificia”, volume curato da mons. André Dupuy, che raccoglie i discorsi del Santo Padre in ambito diplomatico negli ultimi 25 anni. La pubblicazione della raccolta è stata promossa dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Oltre al curatore dell’opera, sono intervenuti il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente di Giustizia e Pace e mons. Pietro Parolin, sotto-segretario per i rapporti con gli Stati. Durante la conferenza stampa, il cardinale Martino ha messo l’accento sull’azione anticristiana di potenti lobby politiche ed economiche. L’evento di stamani è stato seguito per noi da Alessandro Gisotti:

 

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E’ un umanesimo integrale quello che collega, come un filo rosso, i discorsi diplomatici di Giovanni Paolo II. Interventi che spaziano dalla libertà religiosa allo sviluppo sociale, dalla promozione della pace ai diritti della famiglia e dei popoli. Un impegno instancabile nella strenua difesa della vita umana. Il volume raccoglie più di 300 discorsi del Papa alle Organizzazioni internazionali, 137 messaggi a capi di Stato, 18 a capi di Governo e, ancora, ben 691 discorsi agli ambasciatori in occasione della presentazione delle lettere credenziali: temi diversi - ha sottolineato il curatore della raccolta mons. Dupuy -  ma sempre affrontati con “l’audacia della verità”. Dal canto suo, mons. Parolin ha ricordato che “l’impegno della Chiesa in favore della difesa dei diritti dell’uomo” deriva dal Vangelo. “Il rispetto di questi diritti – ha proseguito – non è una questione di convenienza politica, ma proviene dalla dignità della natura umana in virtù della sua condizione di creatura di Dio”. La Chiesa ha dunque “il dovere di intervenire, di alzare la voce ogni volta che la dignità della persona umana, i valori morali della giustizia, della libertà, della verità, della solidarietà e della pace sono contraddetti dalle vicissitudini di questo mondo”. Per questo, ha detto ancora, “la parola di Giovanni Paolo II ai Responsabili dei Popoli e delle Nazioni è la parola di tutta la Chiesa”. Molto forte l’intervento del cardinale Martino, che ha denunciato l’azione di potenti lobby anticristiane. Il presidente di Giustizia e Pace, ribadendo la posizione della Santa Sede in favore di una riforma dell’Onu, ha avvertito che l’umanità non deve “realizzare i propri diritti a scapito dei diritti delle generazioni future”. Né ha mancato di sottolineare che dai discorsi diplomatici del Papa emerge “un’antropologia rispettosa della piena verità dell’uomo”. Proprio sulla sfida cruciale dei diritti umani - cuore dell’azione diplomatica di Giovanni Paolo II - abbiamo raccolto la riflessione del cardinale Renato Martino:

 

R. – Come si fa a considerare l’aborto come diritto fondamentale di scelta della donna, quando l’aborto è negazione del diritto fondamentale alla vita del nascituro? Quando gli omosessuali reclamano non di essere rispettati nella loro dignità di persone umane che questo sì, è un loro diritto fondamentale, ma di potere adottare dei bambini che invece hanno diritto ad avere un padre ed una madre veri ... Dov’è la radice di questa ambiguità? Nel porre alla fonte dei diritti fondamentali uno sfrenato soggettivismo individualistico invece della verità oggettiva della dignità della persona umana.

 

D. – Lei ha parole molto severe contro quelle che chiama “potenti lobbies culturali, economiche e politiche”, che giudica mosse prevalentemente dal pregiudizio contro tutto ciò che è cristiano ...

 

R. – Infatti. Ne sono assolutamente convinto. Basti pensare alla disinvolta e allegra maniera con cui certe lobbies promuovono tenacemente la confusione dei ruoli nell’identità di genere, sbeffeggiano il matrimonio tra un uomo e una donna, sparano addosso alla vita fatta oggetto delle più rischiose sperimentazioni ... a finire sul banco degli imputati di queste lobbies, piene di soldi e di arroganza, soprattutto la Chiesa cattolica e i cristiani verso i quali ogni metodo è lecito se serve a zittirne la voce: dall’intimidazione al disprezzo pubblico, dalla discriminazione culturale all’emarginazione.

 

D. – Quale sarà l’atteggiamento, cosa farà la Chiesa di fronte a tutto questo?

 

R. – La Chiesa continuerà ad annunciare il Vangelo della salvezza, predicando la piena verità dell’uomo contro tutti i relativismi e gli oscurantismi dell’illuminismo post-moderno.

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ALTRE UDIENZE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa mattina, in successive udienze l’arcivescovo Beniamino Stella, nunzio apostolico in Colombia, e mons. Bernard Bududira, vescovo di Bururi, in Burundi.

 

 

AL VIA, A MALTA, L’INCONTRO MONDIALE DEI SACERDOTI, PROMOSSO

DALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

- Intervista con l’arcivescovo Csaba Ternyàk -

 

Sarà Malta il centro di un’ampia riflessione sul ministero sacerdotale. Da oggi pomeriggio a venerdì prossimo, l’isola ospiterà un incontro internazionale promosso dalla Congregazione per il Clero, sul tema: “Sacerdoti forgiatori di santi per il nuovo millennio, sulle orme dell'Apostolo Paolo". Nella cattedrale di San Giovanni Battista, il prefetto del dicastero organizzatore, il cardinale Darío Castrillón Hoyos presiederà la solenne Messa d’apertura, mentre domani terrà la relazione inaugurale, dal titolo “Paolo, l'evangelizzazione e le sfide delle culture”. Sempre nel pomeriggio di domani, le parrocchie di Malta ospiteranno una celebrazione penitenziale suddivisa in gruppi linguistici, a seconda delle provenienze dei 15 mila partecipanti all’incontro. Ma quali sono le principali sfide oggi per i sacerdoti? Giovanni Peduto lo ha chiesto al segretario della Congregazione per il Clero, l’arcivescovo Csaba Ternyàc:

 

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R. – C’è un’unica sfida, che ci accompagna durante i secoli: come vivere il sacerdozio in modo autentico nell’epoca attuale. Il sacerdozio infatti è una realtà sacramentale perenne, inserita nel tempo: rendere contemporaneo Cristo. Come Lui è stato segno di contraddizione, così lo è il Vangelo e coloro che lo annunciano, i sacerdoti. E’ stata l’esperienza già del nostro Maestro e dei primi apostoli. Navigare quando il vento è buono, non è una gran cosa, ma con il vento contrario, diventa una vera sfida. In una società dove si rincorre il successo, la carriera, l’edonismo, la posizione economica, il giovane che risponde alla chiamata sacerdotale intende indirizzare diversamente la sua vita, cercando non l’effimero, ma i valori che durano. E questa è la sfida che i giovani amano: andare controcorrente.

 

D. – A volte si accusa la Chiesa di non riuscire a comunicare con la gente: quale linguaggio nuovo dovrà usare oggi il sacerdote per far comprendere il Vangelo?

 

R. – Secondo me, è un’accusa generica, del tutto gratuita e ormai ripetitiva. Come spiegare diversamente il movimento che si registra e si vive intorno a tante parrocchie? Si vedano il rifiorire delle attività giovanili, i movimenti di preghiera. Come potrebbero i giovani seguire i loro sacerdoti se questi non riuscissero a parlare loro e farsi comprendere? Bisogna però ricordare che è necessario aggiornare sempre il nostro linguaggio e tradurre le grandi verità in un linguaggio, che la gente parla e capisce. Bisogna parlare più di esperienza e con la testimonianza della vita. Già Paolo VI aveva sottolineato che il mondo di oggi ha più bisogno dei testimoni che dei maestri. Penso che l’accusa di non farsi capire sia causata più che altro dalla difficoltà di vivere il Vangelo, le direttive del magistero, specialmente riguardo ai temi che affliggono come non mai la società di oggi - vedi per esempio l’aborto, l’eutanasia, il divorzio, le manipolazioni genetiche e altri problemi. La dottrina della Chiesa è chiara e non ammette né i “ma”, né i “se”. Quando il discorso è duro, c’è da sempre il rischio che qualcuno si allontani… Quando i sacerdoti predicano con chiarezza la dottrina del Vangelo e del magistero, ecco che, stranamente, diventano incomprensibili. Qui c’è un paradosso, che la grande pensatrice, Simone Weil formula così: “Il sacerdote cattolico è comprensibile solo se c’è in lui qualcosa di incomprensibile”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Così si apre la prima pagina: "Anno dell'Eucaristia".

"Rimani con noi! Non lasciarci prigionieri delle ombre. Dacci il gusto di una vita piena".

In un'ideale "Stazio orbis" nella quale convergono i credenti del mondo intero Giovanni Paolo II dalla Basilica di San Pietro in collegamento con Guadalajara dà inizio a questo tempo forte di incontro con Cristo. 

 

Nelle vaticane, nel discorso ai partecipanti alla Conferenza Mondiale delle Donne parlamentari per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza il Papa ha sottolineato con forza che nessuno può tacere o rimanere indifferente dinanzi all'immenso grido di dolore dell'infanzia abbandonata e violata.

L'udienza del Santo Padre al presidente della Repubblica del Paraguay.

L'omelia del cardinale Jozef Tomko durante la Veglia di adorazione, a Guadalajara, nell'ambito del 48 Congresso Eucaristico Internazionale; l'omelia del card. Legato Pontificio nel corso della solenne Concelebrazione Eucaristica conclusiva nello stadio Jalisco.

L'omelia del cardinale Crescenzio Sepe nella Santa Messa, a Loreto, in occasione del pellegrinaggio di Comunione e Liberazione, nel cinquantesimo anniversario della nascita del Movimento.

 

Nelle estere, in rilievo l'Iraq dove persistono sanguinose violenze.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Giuseppe Appella sulle incisioni di Giancarlo Scorcelletti.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

18 ottobre 2004

 

 

CARITAS INTERNATIONALIS  PROMUOVE UNA CAMPAGNA DI SOLIDARIETA’ IN COLOMBIA,CON IL SOSTEGNO DELLA CHIESA LOCALE,

MEDIATRICE CREDIBILE NEL CONFLITTO TRA GOVERNO E GUERRIGLIA

- Intervista con mons. Hector Fabio Henao -

 

Una campagna di solidarietà per la Colombia è stata lanciata in questi giorni a Roma dalla Caritas Internationalis. Il progetto vuole coinvolgere l’intera comunità ecclesiale e internazionale nella soluzione del dramma che stanno vivendo i colombiani, afflitti da una quarantennale guerra civile. Sulla situazione nel Paese, la testimonianza di mons. Hector Fabio Henao, direttore nazionale della Caritas colombiana, intervistato da Teresa Gerundino:

 

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R. – In Colombia, abbiamo un conflitto interno, che dura da più di 40 anni. Questo conflitto è stato caratterizzato dalla guerriglia e in questi ultimi 10-20 anni si sono formati altri gruppi piuttosto di estrema destra, paramilitari. Loro sono coinvolti anche in una guerra fra di loro e con l’esercito. Nel mezzo di tutto ciò, vi sono problemi sociali, povertà, violenze e non ultimo il traffico di droga. E’ una situazione abbastanza complessa.

 

D. – Per quanto riguarda la situazione strettamente umanitaria, anche i minori sono legati a gruppi armati?

 

R. – La Colombia ha avuto fin dall’inizio una situazione molto complessa riguardo ai bambini e ai giovani, non soltanto per il conflitto ma anche e soprattutto per il traffico di droga, perché i trafficanti hanno sempre lavorato appoggiandosi ai quartieri più poveri, coinvolgendo i giovani in gruppi armati ed utilizzandoli come soldati privati.

 

D. – Cosa è stato fatto in questi anni dalla Chiesa?

 

R. – La Chiesa ha delineato un progetto in favore della pace. Si cerca, in una prima fase, di creare un contatto, un punto di incontro con questi gruppi armati di paramilitari e di guerriglieri. Quindi, si tenta di avvicinare le diverse parti ad una posizione comune e alla posizione del governo. Inoltre, c’è l’impegno dei vescovi, che lavorano a livello regionale e che sono in stretto contatto con la società civile. Noi abbiamo, poi, un’opera di base: quella di portare l’evangelizzazione alle parrocchie, alle famiglie.

 

D. – Siete partiti dalla liberazione degli ostaggi. A cosa è dovuto il vostro successo nei negoziati con i guerriglieri?

 

R. – Alla credibilità. La gente crede alla Chiesa e nella Chiesa. Il presidente della Conferenza episcopale ha detto in modo molto chiaro che per arrivare alla pace, ci vuole sempre un grande rispetto per la verità e poi la necessità di stabilire le condizioni per una giustizia ed un risarcimento per le vittime. Noi come Chiesa, aspettiamo che tutte queste vittime – sono molto numerose, con circa tre milioni di sfollati – abbiano un risarcimento. Per la Chiesa è molto importante, perché hanno perso tutto: non soltanto la loro terra e i loro beni, ma anche soprattutto i loro cari.

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IL RINNOVAMENTO CARISMATICO E LA RISCOPERTA DEI DONI DELLO SPIRITO

- Intervista con padre Giuseppe Galliano -

 

“Grazie al movimento carismatico, tanti cristiani, uomini e donne, giovani e adulti, hanno riscoperto la Pentecoste come realtà viva e presente nella loro esistenza quotidiana. Auspico che la spiritualità della Pentecoste si diffonda nella Chiesa quale rinnovato slancio di preghiera, di santità, di comunione, di annuncio”. Sono le parole pronunciate da Giovanni Paolo II durante la Veglia della Pentecoste di quest’anno 2004. Il Rinnovamento carismatico cattolico vuole, in questa prospettiva, aiutare i cristiani a riscoprire i doni che il Signore dà con il Battesimo. A padre Giuseppe Galliano, dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù e animatore di varie comunità carismatiche aderenti all’Iniziativa di Comunione – che ieri ha concluso a Fiuggi il suo convegno annuale - Giovanni Peduto ha chiesto in che modo riuscire ad usare i doni personali elargiti da Dio:

 

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R. – Il Signore ci ha dato i doni dello Spirito Santo, però per “personalizzarli” noi abbiamo i carismi, che sono delle grazie particolari date a ciascuno per l’utilità comune: ma come riuscire ad usarli? Senz’altro, ognuno di noi ha dei talenti, delle inclinazioni particolari, basta metterli in uso all’interno della comunità. Il cristianesimo non si vive da soli, il cristianesimo si vive agganciati ad una comunità ecclesiale: è proprio la comunità stessa che ti offre l’opportunità di esercitare i tuoi carismi.

 

D. – Cosa vuol dire vivere l’esperienza dello Spirito?

 

R. – L’esperienza dello Spirito è personale. Noi vediamo che tutte le persone che hanno fatto parte del gruppo, della comunità, vivono all’inizio un’esperienza personale con Gesù Risorto. Un’esperienza che generalmente passa attraverso una guarigione che non è sempre fisica, ma il più delle volte è una guarigione interiore. Le persone riconoscono dunque un Gesù che non è più un Gesù delle immaginette o un Gesù lontano e irraggiungibile, ma è proprio una persona che si prende cura di noi, entra nella nostra storia e ci guida. Da questa esperienza, poi, c’è una rinascita. Gesù ha detto: “Chi crede in me non morirà mai”: ebbene, da questa risurrezione e da questa esperienza fondante, un po’ come i santi, nel nostro piccolo, inizia un cammino esperienziale con Gesù.

 

D. – Ogni cristiano è chiamato ad avere una relazione con una delle Persone della Trinità. Cosa significa, in concreto?

 

R. – In concreto, partiamo sempre da Gesù. Gesù ha detto: “Chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato”. Come facciamo ad accogliere Gesù? Lo accogliamo nei fratelli. Lo accogliamo nelle persone che incontriamo - in ufficio, in comunità, in famiglia – e lo accogliamo nei “casi limite”, così come Gesù ci indica nel Vangelo: “Io ero affamato, assetato, straniero, malato, carcerato, nudo e mi avete visitato, assistito”. Incontrando Gesù, il Padre si manifesta a noi ed ecco poi lo Spirito Santo: questa forza e questo amore che ci permettono di essere noi Gesù in mezzo alla gente.

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   CHIESA E SOCIETA’

18 ottobre 2004

 

 

APPELLO DEI VESCOVI DEL NORD AFRICA E DELLE REGIONI ARABE:

LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE FACCIA DI PIU’ PER PORRE FINE

AL TRAGICO CONFLITTO IN TERRA SANTA

 

ROMA. = Un caloroso ringraziamento al Santo Padre per “le sue parole e iniziative a favore della pace” e un pressante appello alle Chiese di tutto il mondo ad intensificare gli sforzi comuni per la pace in Terra Santa. E’ il contenuto del messaggio finale pubblicato dai vescovi della Conferenza episcopale del Nord Africa (CERNA) e della Conferenza dei vescovi latini nelle Regioni arabe (CELRA) al termine della loro plenaria, nei giorni scorsi a Roma, dedicata in larga parte al conflitto in Terra Santa. Un conflitto che - rileva  il documento - “adesso più che mai richiede un’azione che metta fine alle sofferenze dei suoi abitanti, ebrei, cristiani e musulmani, “divenuti oggi uguali nella loro incapacità di porvi fine e chiusi in una spirale di violenza crudele e irrazionale”. Questa tragedia - sottolineano i presuli - interpella “ogni cristiano consapevole di appartenere alla terra della Redenzione che è quella delle sue radici spirituali”. Di qui l’appello rivolto alle Chiese del mondo, che hanno già dimostrato tanta solidarietà e generosità, “a fare ancora di più”, impegnandosi in “un‘azione concertata per sensibilizzare i governi e la comunità internazionale”. Il loro intervento – sottolineano - “sarebbe un fattore decisivo” per la realizzazione della pace, della giustizia e della riconciliazione in Medio Oriente. Nel corso della riunione i presuli del Cerna hanno indetto, per il prossimo 22 dicembre, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace e la riconciliazione tra i palestinesi e gli israeliani in Terra Santa. (L.Z.)

 

 

I DUBBI SULLA PROPOSTA DI CREARE CENTRI DI ACCOGLIENZA IN NORD AFRICA, L’INTESA PER L’ESPULSIONE DALL’EUROPA DEI SOSPETTI TERRORISTI E

LA NECESSITÀ DI ADOTTARE PIÙ EFFICACI STRUMENTI CONTRO LA CRIMINALITÀ

ORGANIZZATA. SONO I PRINCIPALI TEMI AL CENTRO DEL VERTICE DEL G5

CHE SI CONCLUDE OGGI A FIRENZE

 

FIRENZE. = Sta per concludersi la riunione del G5 tra i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Il Vertice, organizzato a Firenze e  incentrato sulla lotta all’immigrazione clandestina, al terrorismo internazionale e alla criminalità organizzata, è coordinato dal responsabile del Viminale, Giuseppe Pisanu. La Spagna ha espresso forti dubbi sulla proposta del ministro tedesco, Otto Schily, finalizzata alla creazione, in Nord Africa, di centri di accoglienza per gli immigrati intenzionati a raggiungere l’Europa. Le perplessità sono legate al rispetto dei diritti umani all’interno di queste strutture che dovrebbero sorgere in Paesi, come la Libia, che non  hanno firmato la convenzione di Ginevra. Un’intesa è stata raggiunta, invece, sulla necessità di elaborare norme, da estendere ai 25 Paesi dell’UE, che prevedano l’espulsione dei sospetti terroristi. Per contrastare il terrorismo, si punterà, inoltre, a favorire lo scambio di informazioni tra i servizi di intelligence dei cinque Paesi. Su questo punto occorrerà superare la posizione della Gran Bretagna, restia ad una condivisione completa di questo tipo di informazioni. Altro argomento in discussione, la lotta alla criminalità organizzata. L’allargamento dell’Unione Europea – sostengono i ministri – richiede una migliore assistenza ai nuovi Paesi per garantire loro più adeguati strumenti di contrasto. Ieri pomeriggio, intanto, un migliaio di persone hanno partecipato al corteo organizzato per protestare contro il G5: la manifestazione è stata aperta dallo striscione “Firenze contro il razzismo, nessuno è clandestino”, scritto anche in arabo e inglese. (A.L.)

 

 

SULL’IMPORTANZA DELLA FEDE PER TUTELARE I BAMBINI, SOPRATTUTTO

NEI PAESI DELL’AFRICA COLPITI DALLA MISERIA E DA CONFLITTI,

SI APRE OGGI IN SENEGAL IL FORUM PANAFRICANO PROMOSSO DALL’UNICEF

 

DAKAR. = “Utilizzare la fede per salvare la vita dei bambini”. E’ il tema del forum panafricano, organizzato dal fondo dell’Onu per l’infanzia (Unicef), che si apre oggi a Dakar, in Senegal. Vi partecipano non solo dirigenti politici e rappresentanti delle istituzioni internazionali ma anche religiosi di ogni confessione provenienti da tutto il Continente. Le piaghe da combattere sono le malattie, la povertà e la diffusione dei conflitti. Secondo l’Unicef, oltre 200 mila bambini perdono la vita, ogni anno, per guerre e attacchi terroristici. Circa 300 mila minori sono impiegati come soldati per le forze governative o formazioni irregolari in 40 Paesi del mondo. Nell’Africa subsahariana, un bambino su sei muore, inoltre, prima di raggiungere i cinque anni di età. Nei Paesi industrializzati, invece, la proporzione è di uno su 143. Per sensibilizzare la società,  l’agenzia delle Nazioni Unite intende responsabilizzare soprattutto i religiosi musulmani, cristiani e i capi tradizionali africani. Queste figure godono, infatti, della fiducia della comunità locale e  possono svolgere “un ruolo decisivo nel facilitare il lavoro degli operatori sanitari”. (A. L.)

 

 

L’INFORMAZIONE TECNOLOGICA DEVE FAVORIRE LA PROMOZIONE DELLA DIGNITÀ,

DEL RISPETTO E DELLE CAPACITÀ DI OGNI INDIVIDUO. E’ QUANTO HA DICHIARATO L’ARCIVESCOVO DI DUBLINO, MONS. DIARMUID MARTIN, PARTECIPANDO

AD UN SEMINARIO INCENTRATO SUL RUOLO DELL’ETICA NELL’ERA DIGITALE

- A cura di Enzo Farinella -

 

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DUBLINO. = La religione ha un ruolo nella società tecnologica? Nel mondo d’oggi, i termini “etica” e “valori” vengono compresi in modi diversi da persone diverse, ma secondo quanto ha affermato l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin parlando ad un seminario su “Etica e valori nell’era digitale”, il ruolo della religione si può capire meglio partendo dalla centralità della persona umana e soprattutto da principi inderogabili: in una visione religiosa, tutti gli esseri umani sono stati creati ad immagine di Dio, con una dignità personalissima ed inalienabile. Quindi, il primo imperativo etico nell’era digitale è che l’informazione tecnologica sia rivolta alla totale promozione della dignità, del rispetto e delle capacità di ogni persona. Il secondo principio del pensiero sociale cattolico – ha proseguito l’arcivescovo Martin – è la finalità universale del Creato per il bene di tutti. E infine, il terzo principio riguarda l’opzione preferenziale per i poveri: portare gli emarginati nel ciclo virtuale della formazione e della partecipazione. L’esclusione è un male morale: bisogna lavorare per far capire che l’inclusione è un valore etico primordiale. Ora, l’informazione tecnologica è il motore che guida la globalizzazione, ma la globalizzazione porterà alla sicurezza internazionale solo quando implicherà il più vasto livello possibile di promozione personale, di partecipazione e giustizia. Nell’illuminare questi valori, la religione ha un ruolo fondamentale, ha concluso mons. Martin.

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AL VIA OGGI IN ITALIA LA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEI DETENUTI

PER CHIEDERE MIGLIORI CONDIZIONI ALL’INTERNO DEI PENITENZIARI

 

ROMA. = Stop alle carceri sovraffollate, alla mala sanità penitenziaria e piena applicazione della legge Gozzini che amplia ed estende le misure alternative alla pena carceraria. Sono le richieste dei detenuti italiani che hanno indetto per oggi una pacifica mobilitazione di protesta con scioperi della fame ed altre forme di contestazione. L’associazione culturale dei detenuti del carcere romano di Rebibbia ,“Papillon”, tra i principali promotori dell’iniziativa, spiega che obiettivo della manifestazione è anche sollecitare le istituzioni a presentare proposte di legge  contenenti un “reale” provvedimento di indulto e di amnistia. Sulla legge Gozzini, in particolare, i detenuti hanno chiesto, inoltre, l’istituzione di una conferenza nazionale promossa dalle Commissioni giustizia di Camera e Senato.  (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

18 ottobre 2004

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

In Iraq  non si interrompe la spirale di violenza. Anche le ultime ore sono state contrassegnate da diverse azioni della guerriglia. Il nostro servizio:

 

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Il mese santo del Ramadan non porta né pace né meditazione all’Iraq: sono almeno 5 i morti e una decina i feriti per l’autobomba esplosa a Mossul, dove all’alba è stato ritrovato il corpo decapitato di un interprete iracheno che lavorava per l'esercito americano. Sette gli agenti di polizia, una donna e il suo bambino di tre anni feriti in scontri scoppiati a Baquba tra insorti e poliziotti. Guardando alla capitale, due civili iracheni sono morti in due diversi punti di Baghdad, colpiti entrambi da esplosioni di ordigni artigianali collocati per strada. Ma nella notte un'autobomba era esplosa davanti a un caffè causando almeno sette morti e più di venti feriti. Buona notizia è che a Baghdad è stato rilasciato un giornalista australiano tenuto in ostaggio per 24 ore lo scorso weekend. C’è n’è poi una promettente: la prossima settimana verrà annunciata un'amnistia generale per coloro che consegneranno le armi. Lo ha riferito il responsabile nazionale per la sicurezza, Daoud, spiegando che si vuole frenare il flusso di armi verso il sobborgo povero di Sadr City, dove, tra l’altro, il termine per la consegna di  armi imposto ai miliziani sciiti di Moqtada Sadr è slittato da  ieri a giovedì prossimo. Intanto di Iraq parla il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan: alcune settimane fa aveva definito illegale l’invasione, oggi ha affermato, in un’intervista al canale televisivo britannico Itv, che “l’azione militare anglo-americana non ha certamente reso il mondo più sicuro”. Ma ci sono anche le dichiarazioni del presidente russo, Putin: si è detto convinto che in Iraq si siano radicati gruppi del “terrorismo internazionale” e che essi agiscano “non solo e non tanto contro le forze della coalizione internazionale, quanto contro il presidente Bush” e contro la sua possibile rielezione alla Casa Bianca.

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In Giordania c’è stato un nuovo rinvio a giudizio per Abu Mussab al Zarqawi, il presunto capo di al Qaeda in Iraq. Il processo è stato fissato per il mese di novembre. Il terrorista è accusato insieme ad un  suo collaboratore siriano e ad altri undici uomini di avere progettato un attacco chimico, sventato dalle autorità di Amman.

 

Sei militanti palestinesi sono stati uccisi stamane a Gaza in scontri diversi con le forze israeliane. Lo riferisce il sito online del quotidiano Haaretz. Da Gaza finora si ha la conferma della morte di quattro militanti: due di Hamas e due della Jihad islamica. Il premier israeliano Ariel Sharon non si lascia impressionare dalle minacce giunte dall'estrema destra nel tentativo di impedirgli di realizzare il ritiro da Gaza.  Commentando le dichiarazioni dei coloni, secondo cui solo un referendum popolare potrebbe impedire “la lacerazione del popolo”, Sharon ha detto: “Non c’è alcun legame fra il referendum e la guerra civile. La cosa peggiore sarebbe arrendersi alle minacce di violenza”. E il premier israeliano ha ribadito di essere intenzionato a sottoporre al Parlamento, la Knesset, il 25 ottobre il progetto di ritiro da Gaza. Ha aggiunto di essere comunque contrario a un referendum, per poi precisare: “Se non ci fosse scelta, potremmo anche andare ad elezioni anticipate, che sarebbe meglio evitare ma che non temo”.

 

Ennesimo record per il petrolio che raggiunge quota 55 dollari e 33 centesimi al barile alle contrattazioni di New York. E nuovo record anche in Asia dove per un barile occorrono 55 dollari e 22 centesimi. Anche in Europa la corsa del petrolio non si ferma: la quotazione del Brent è salita di altri 47 centesimi, attestandosi a 50,44 centesimi.

 

Dopo l’esplosione avvenuta ieri, l’aeroporto Wilson di Nairobi è ancora chiuso. Per motivi di sicurezza, ma anche per le indagini serrate in corso. E' crollata parte del soffitto della sala arrivi-partenze. I danni sono molto estesi, ma fortunatamente, solo due i feriti: sembra due donne del personale. Subito è stata fornita una versione ufficiale che parlava di esplosione accidentale dovuta a materiale infiammabile contenuto in un bagaglio, ma dai giornali di oggi emerge che le esplosioni sarebbero state tre, a catena, e che poco dopo l’esplosione sarebbe dovuto atterrare in quell’aeroporto  Abdullahi Yusuf Ahmed, il neoeletto presidente della Somalia. La pista somala, dunque, è quella di cui, ufficiosamente, si parla di più. Il Kenya è stato teatro di cruenti attentati attribuiti ad al Qaeda.

 

Stanotte, al termine dei suoi  lavori, il vertice africano di Tripoli ha rivolto un appello ai  due movimenti ribelli del Darfur, regione orientale del Sudan, affinché  sottoscrivano immediatamente il protocollo umanitario definito  durante l’ultima sessione di negoziati ad Abuja, in Nigeria, in  settembre. Il vertice ha accolto con favore, nel suo comunicato finale, la decisione del governo sudanese di aumentare sensibilmente il numero dei soldati dell’Unione africana nel Darfur, e ha chiesto a tutti i Paesi africani di dare il loro contributo. Consultazioni, ha detto il ministro, vi sono state anche con gli USA e con l'UE perché diano supporto logistico e finanziario a questa forza africana. Da quando è cominciata nel marzo 2003, la crisi del Darfur ha causato, secondo l’Onu, circa 50 mila morti e 1,4 milioni di sfollati, di cui 200 mila si sono rifugiati nel Ciad.

 

Il presidente bielorusso, accusato dagli avversari politici di tendenze  dittatoriali, si è assicurato il diritto a concorrere per un terzo mandato presidenziale consecutivo nel 2006, grazie alla vittoria nel referendum svoltosi ieri. Giuseppe D’Amato:

 

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E’ stato un vero plebiscito per Aleksandr Lukashenko: secondo dati forniti dalla commissione elettorale a Minsk, il 75 per cento dei votanti ha detto “sì” alla riforma costituzionale che apre la strada ad un terzo mandato per l’attuale presidente. Nelle regioni, la percentuale è ancora più alta. L’affluenza alle urne si è attestata sulla cifra record dell’89 per cento. “Calmatevi e smettete di accusarci di violazioni”, così il leader bielorusso ha risposto alle preoccupazioni della comunità internazionale per il referendum. Dubbi sul suo svolgimento democratico sono stati espressi da Unione Europea e Stati Uniti. Da tempo, Lukashenko non viene invitato in Occidente e le relazioni sono assai tese. Le opposizioni bielorusse parlano apertamente di brogli. Un giornalista russo, famoso per le sue corrispondenze critiche, è stato picchiato da sconosciuti ed è finito in ospedale.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Guardando ai Paesi europei, c’è attesa per la riunione dei ministri delle Finanze di Eurolandia, a Lussemburgo mercoledì sera: sarà l’occasione per un confronto informale sulla Finanziaria italiana e sulle nuove misure di bilancio prospettate da Francia e Germania per riportare il loro deficit  sotto la soglia del 3% del pil. L’Eurogruppo analizzerà anche la situazione dei conti pubblici dell’Olanda, già oggetto di una procedura per deficit eccessivo. Il governo olandese ha preso  le misure che gli erano state chieste per riportare il rapporto deficit/pil sotto il 3%, e, dunque, la procedura non dovrebbe proseguire.

 

 

 

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