RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 291  - Testo della trasmissione di domenica 17 ottobre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’Eucaristia luce e vita del terzo millennio: così all’Angelus di oggi il Papa, che nel pomeriggio, con una Messa in San Pietro, inaugurerà l’Anno dell’Eucaristia. Una riflessione dell’arcivescovo Angelo Comastri

 

Attesa, in Messico, del collegamento tv con Roma per i partecipanti al 48.mo Congresso eucaristico internazionale di Guadalajara, che termina oggi.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Il nuovo direttorio della CEI sui media: intervista con Pierluigi Magnaschi e Angela Buttiglione

 

Oggi, Giornata mondiale di rifiuto della miseria, istituita da padre Joseph Wresinski. Ai nostri microfoni, padre Rafael Carbonella e Claudio Calvaruso

 

A Fiuggi, concluso il nono convegno dell’Iniziativa di Comunione, realtà tra le più grandi del Rinnovamento carismatico cattolico in Italia. Con noi, Anna Maria Nascioli

 

Pubblicato in Italia l’ultimo libro di Dominique Lapierre, “Luna di miele intorno al mondo”. Al volume, legata un’iniziativa di solidarietà. Ce ne parla l’autore.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Grande festa, ieri a Loreto, per i 50 anni di Comunione e Liberazione

 

Si è conclusa ieri a Roma l’Assemblea plenaria dei vescovi della Conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa

 

Cresce in India la preoccupazione per le violenze contro le minoranze religiose – Si è concluso ieri in Thailandia il Congresso mondiale dell’Unione Cattolica Internazionale della stampa, UCIP

 

In aumento in Nepal il numero delle vittime delle mine anti-uomo

 

La diocesi di Machakos, nel Kenya orientale, ha un nuovo monastero carmelitano.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuovi raid americani su Falluja. Almeno tre morti ed una decina di feriti. Condanna del conflitto in Iraq da parte del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan

 

Il capo di Stato israeliano, Katzav, chiede un referendum nazionale sul ritiro israeliano da Gaza.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 ottobre 2004

 

GIOVANNI PAOLO II INAUGURERA’ SOLENNEMENTE OGGI POMERIGGIO,

CON UNA MESSA IN SAN PIETRO E UN COLLEGAMENTO VIDEO CON GUADALAJARA,

 L’ANNO DELL’EUCARISTIA. ALL’ANGELUS DI OGGI, IL PAPA HA INVITATO LA CHIESA

A UN INCONTRO FORTE CON CRISTO, DENSO DI PREGHIERA E IMPEGNO MISSIONARIO.

GLI AUGURI DEL PONTEFICE PER IL 26.MO DI PONTIFICATO

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

La Chiesa, che ha al suo centro la luce e la vita di Cristo Eucaristia, viva i prossimi dodici mesi dedicati al mistero eucaristico come tempo di “profonda conversione” e di “intenso impegno” nell’annuncio del Vangelo di salvezza. E’ questo il messaggio che Giovanni Paolo II ha lanciato all’Angelus di questa mattina, nel giorno in cui il Papa darà solennemente avvio – con una Messa oggi pomeriggio nella Basilica di San Pietro – all’Anno dell’Eucaristia. Dopo la preghiera mariana, davanti a migliaia di persone, il Pontefice ha ringraziato tutti per gli auguri ricevuti in occasione del 26.mo anniversario di pontificato, celebrati ieri, affidando se stesso e il proprio ministero alla protezione di Maria. Il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Riflessione e azione, nella scia della recente Lettera apostolica Mane nobiscum Domine e di quanto ribadito in questi giorni a Guadalajara, in Messico, dove oggi termina il 48.mo Congresso internazionale. Il giorno dopo aver festeggiato i 26 anni alla guida della Chiesa universale, il Papa l’ha subito invitata a immergersi – fino all’ottobre del 2005 – nel mistero-cardine della sua stessa esistenza, l’Eucaristia: mistero, ha detto, che “attualizza sacramentalmente” il sacrificio pasquale di Cristo, da dove discendono la redenzione dell’uomo e l’instaurazione del “Regno divino di amore, di giustizia e di pace”.

 

A Guadalajara, ha affermato il Pontefice, per otto giorni “l’Eucaristia è stata celebrata e adorata quale ‘luce e vita del nuovo millennio’”. “Luce – ha spiegato - perché nel mistero eucaristico si irradia la presenza di Cristo, Luce del mondo”. E “vita”, perché nell’Eucaristia Gesù ci ha donato se stesso, Pane della vita”.

 

“Nel solco del Concilio Vaticano II e del Grande Giubileo del 2000, l’Anno dell’Eucaristia vuole essere un tempo forte di incontro con Cristo, presente nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue”.

 

Invochiamo insieme la Vergine Maria – ha concluso Giovanni Paolo II - perché aiuti il popolo cristiano a vivere quest’Anno dell’Eucaristia come un tempo di profonda conversione a Cristo e di intenso impegno nel diffondere il suo messaggio di salvezza”. Poi, recitato l’Angelus, il Papa ha indirizzato, in italiano e in polacco, un saluto di “viva gratitudine” a tutti coloro che si sono felicitati ed hanno elevato preghiere per il suo 26.mo di pontificato. “Mentre chiedo al Signore di voler confortare ciascuno con l’abbondanza dei suoi doni – ha detto - affido a Lui me stesso ed invoco, per intercessione della Vergine Santissima, il suo costante aiuto per un fruttuoso esercizio del mio ministero nella Chiesa”. E al Papa che ribadiva la sua gratitudine, le migliaia di presenti in piazza San Pietro hanno risposto così:

 

“Tantissime grazie!”.

 

“Auguri!”.

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L’Eucaristia, posta dal Papa al centro dell’Anno di approfondimento che inizia oggi, rappresenta, per così dire, la “sublimazione” di un lungo magistero impegnato a fa riscoprire al popolo di Dio l’importanza e la bellezza di questo sacramento. Ne è certo l’arcivescovo prelato di Loreto, Angelo Comastri, al microfono di Fabio Colagrande:

 

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R. – Il Papa Giovanni Paolo II è un uomo eucaristico, è un uomo che fin dall’inizio del suo pontificato non si è mai stancato di dire alla Chiesa che l’Eucaristia è il grande dono, è il grande regalo che Cristo ha fatto alla Chiesa ed ha invitato tutti costantemente a recuperare lo stupore, la meraviglia davanti a questo dono e soprattutto a scoprire la potenzialità che si nasconde nell’Eucaristia ai fini della missione della Chiesa. Quando la Chiesa si mette in ginocchio davanti all’Eucaristia, la Chiesa diventa capace di rimettersi in viaggio, di andare missionaria a testimoniare nel mondo che una grande avventura segna la storia umana: Dio ha mandato il suo Figlio dentro questa storia violenta, per vivere uno pezzo di storia e in quel pezzo di storia metterci un potenziale infinito di amore, che è il nutrimento della Chiesa.

 

D. – Potremmo dunque dire che a 26 anni dall’inizio del suo Pontificato il Papa rilancia ed approfondisce l’invito “Aprite le porte a Cristo! Non abbiate paura!”…

 

R. – Io credo che, dopo 26 anni, quel grido ha un’attualità sorprendente. Il Papa, ormai anziano, stanco, affaticato, consumato, ancora ci consegna la giovinezza di quel messaggio. E’ Cristo che conta. E’ Cristo che salva. E’ di Cristo che la Chiesa vive ed è per Cristo che la Chiesa vive, la Chiesa esiste per annunciare Gesù Cristo, perché è Lui che può salvare la vita umana, è Lui che può riempire di speranza il vuoto che è presente nel cuore umano. Il Papa di 26 anni fa è il Papa di oggi. E’ lo stesso Papa con lo stesso annuncio, con lo stesso cuore giovanile per dire: è Cristo il Salvatore dell’uomo. Ieri, oggi e sempre. Aprite le porte a Cristo! Io vorrei dire un grazie veramente straordinario al Papa, per averci ricordato questa verità che è il cuore del cristianesimo. E’ il motivo per cui la Chiesa vive. Il Papa si immerge nell’Eu-caristia ed è lì che trova la forza. Molti si chiedono dove trovi la forza questo Papa, dove abbia trovato la forza per i suoi viaggi missionari, per sopportare queste fatiche. Ma ormai tutti lo sanno: l’ha trovata nell’adorazione, l’ha trovata pregando davanti all’Eucaristia.

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Come, dunque, ricordato dallo stesso Pontefice all’Angelus di questa mattina, oggi pomeriggio, alle 17.20, Giovanni Paolo II presiederà nella Basilica di San Pietro la Messa solenne, con adorazione e benedizione eucaristica, per l’inizio dell’Anno dell’Eucaristia. La nostra emittente seguirà la celebrazione in radiocronaca diretta a partire dalle 17.20, con commenti in italiano, spagnolo, tedesco, portoghese e inglese.

 

Uno dei momenti forti dell’evento di questo pomeriggio sarà senza dubbio l’atteso collegamento televisivo via satellite con il Messico, che consentirà a Giovanni Paolo II di salutare i partecipanti al Congresso eucaristico internazionale di Guadalajara. E ieri, nella città messicana, i delegati del Congresso, insieme al legato pontificio, il cardinale Jozef Tomko, hanno fatto giungere al Pontefice un’affettuosa lettera di auguri per il suo anniversario di pontificato. Da Guadalajara, ci riferisce il nostro inviato, padre Pedro Rodriguez:

 

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Nelle lettera si ringrazia il Papa per la testimonianza della sua fedeltà generosa al servizio della Chiesa e dell’umanità e per l’esempio della sua instancabile attività evangelizzatrice e missionaria, che invita a prendere il largo, “Duc in altum!”. I delegati hanno ringraziato inoltre per la Lettera apostolica Mane nobiscum Domine e per il dono dell’Anno dell’Eucaristia. Alla fine, si legge nel comunicato: “Auguri, Santo Padre! La benedicano il Signore e la Madre Santissima! Ad multos annos!”.

 

Intanto, le attività del Congresso sono proseguite con la celebrazione della Messa presieduta dal cardinale Marc Ouellet, arcivescovo di Québec, in Canada. Il porporato ha ricordato il tema dell’ultima giornata, “L’Eucaristia fonte di evangelizzazione”, e ha invitato alla missione con queste parole: “Fratelli e sorelle, onoriamo questa magnifica festa rinnovando in noi stessi e nelle nostre comunità l’impegno per l’evangelizzazione del mondo (…) Il nostro amore fraterno, il nostro dinamismo missionario e l’unità della Chiesa rivelino al mondo il cuore eucaristico di Gesù, luce e vita del nuovo Millennio”. Alle 11.30, il cardinale Francis Eugene George, arcivescovo di Chicago, ha presentato la catechesi pubblica. Il porporato ha concluso: “Giovanni Paolo II ci ha detto che il primo millennio del cristianesimo ha visto l’evangelizzazione dell’Europa e il secondo millennio quello dell’America e dell’Africa. Così, nella contemplazione di Gesù Eucaristia, siamo invitati a pregare il Signore affinché questo terzo millennio porti con sé il dono dell’evangelizzazione dell’Asia”.

 

A mezzogiorno, il cardinale Jozef Tomko ha presentato le conclusioni di questo Congresso, tra cui la valorizzazione della Messa domenicale, l’adorazione notturna, la confessione sacramentale prima della comunione, quando si ha coscienza di avere un peccato grave. Un’altra grande celebrazione si è svolta ieri nella Piazza delle Americhe, a Zapópan: un raduno di oltre 30 mila giovani, che hanno ascoltato il cardinale Giovanni Battista Re, il quale li ha invitati a riconoscere il Signore nello spezzare il pane.

 

Ai nostri microfoni, mons. Emilio Carlos Berlie Belaunzarán, arcivescovo di Yucatán e delegato della Conferenza episcopale messicana al Congresso, parla delle conclusioni del Congresso stesso:

 

“C’è stata una vera festa della fede. Si è insistito tanto in questo Congresso sulla santificazione della domenica e sulla visita agli ammalati e a coloro che sono abbandonati nelle nostre città, nelle nostre comunità. Poi, l’impegno di saper riconoscere il Cristo nell’Eucaristia e nei fratelli, che ci porti all’impegno nella giustizia perché la strada della giustizia conduce sempre alla pace”.

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 ottobre 2004

 

MEDIA, LA CHIESA CERCA SPAZIO:

IL DIRETTORIO DEI VESCOVI ITALIANI APRE UNA RIFLESSIONE IMPORTANTE

- Intervista con Pierluigi Magnaschi ed Angela Buttiglione -

 

 

Investire sulle comunicazioni sociali, far sentire la propria voce in un mondo che rischia una “devastante deriva sociale e culturale”. Ha suscitato una vasta eco, anche tra i laici, l’invito dei vescovi italiani ai cattolici, contenuto nel Direttorio pubblicato in questi giorni dalla Cei e definito da più parti “un allarme serio e motivato” sulla situazione attuale. La Chiesa ha esortato i fedeli e le comunità locali a cercare spazi, a capire la necessità di comunicare la propria proposta, per non “perdere rilevanza” nella società. Il commento di Pierluigi Magnaschi, direttore dell’Ansa:

 

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R. – Innanzitutto il mondo dei media è un mondo complesso. La Chiesa con questo documento, ma non solo con questo documento e comunque non da oggi, vuole rimanere nel mondo. E se vuole rimanere nel mondo deve immergersi nella comunicazione di massa. Il documento è molto interessante, soprattutto perché non è teorico e perché è basato sulla valorizzazione della persona. E’ sintomatico, secondo me, che uno degli aspetti più interessanti non sia quello della formazione dei giornalisti, della creazione di nuove case editrici, ma della formazione degli utenti dei mass media, cioè creare in periferia una rete di persone che sia in grado di interpretare che cosa viene detto, in senso critico. Qual è il risultato? Che si crea un cittadino consapevole e un opinion leader di periferia, in grado di trasferire questa sua consapevolezza. Quindi, è l’Italia media che viene alzata, ancor prima che il cattolicesimo italiano.

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Ma esistono effettivamente spazi per il messaggio cristiano, nel panorama attuale dei media? Andrea Sarubbi lo ha chiesto ad Angela Buttiglione, direttore della Testata giornalistica regionale della Rai:

 

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R. – Io credo che oggi ci siano degli spazi notevoli per riuscire a comunicare una visione della vita, una visione dell’uomo, un rispetto delle persone, che negli anni scorsi sono stati un po’ trascurati a vantaggio di altro, nel mondo della comunicazione tout court. C’è un dato ancora molto più interessante: nel momento in cui l’informazione e la comunicazione si sta organizzando a livello globale e locale, la Chiesa oggi ha quel network sul locale che veramente le può consentire di essere protagonista e missionaria anche nel globale.

 

D. – La Chiesa mi sembra piuttosto critica verso ciò che si propone oggi della verità. Dice in sostanza: è un mondo così legato alla politica e all’economia, quello dell’informazione oggi, che è difficile essere obiettivi …

 

R. – Guardi, io faccio mia questa critica. Io ci vivo in questo mondo, quindi non posso certamente nascondere che la verità si è andata un po’ perdendo nella professione giornalistica. Quando arriva una notizia nelle redazioni, in tutte le redazioni, è sempre più difficile che si facciano quelle verifiche incrociate che 35 anni fa a me hanno insegnato a fare. Allora cosa succede? Succede che, se arriva per prima un’agenzia a dare un giudizio, quel giudizio viene sposato acriticamente da tutti. Ecco che quindi la verità - che comunque vuol dire raccontare una cosa che si è vista, che si è letta - si va perdendo in una catena di ripetizioni, di omologazioni.

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PROGETTI E VOLONTARIATO PER SCONFIGGERE LA POVERTA’:

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA MONDIALE DI RIFIUTO DELLA MISERIA

- Intervista con padre Rafael Carbonella e Claudio Calvaruso -

 

 

“La miseria è prodotta dagli uomini. Solo gli uomini possono distruggerla”. Così diceva padre Joseph Wresinski, il sacerdote scomparso nel 1988, fondatore del movimento ATD Quart Monde, in favore degli esclusi e dei senza tetto della periferia parigina. A lui dobbiamo l’istituzione dell’odierna Giornata mondiale del rifiuto della miseria, celebrata per la prima volta a Parigi il 17 ottobre del 1987, con l’inaugurazione, sul Sagrato delle Libertà al Trocadero, di una lapide in onore delle vittime della miseria. La Giornata è stata ufficialmente riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 1992. Il servizio di Roberta Moretti:

 

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All’indomani della Giornata mondiale dell’alimentazione, promossa dalla FAO, il mondo ricorda le vittime della miseria, perché fame e povertà – come sostiene il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan – sono “i due volti della stessa, inammissibile tragedia”. Due miliardi e ottocento milioni di persone vivono con meno di due dollari al giorno, reddito minimo fissato dalla Banca Mondiale come limite alla sopravvivenza di un uomo. Ma perché, nonostante lo stanziamento di fondi da parte di molti organismi internazionali, non si riesce ad sconfiggere il problema della povertà? Ascoltiamo il padre Rafael Carbonella, docente di sviluppo economico alla Pontificia Università Gregoriana:

 

R. – Molte volte, le Nazioni che presentano più progetti non sono poi le più efficienti. Per esempio la Cina, in più di 20 anni, ha presentato soltanto un progetto sulle nuove tecnologie per produrre il latte. Questo progetto è stato portato avanti bene perché era molto semplice. Invece, altri Paesi in via di sviluppo presentano molti progetti, il costo amministrativo è troppo alto e alla fine è molto difficile dire: “Vale la pena finanziare questi progetti”.

 

D. – Le politiche previdenziali e socio-sanitarie messe in atto dalle istituzioni sono spesso insufficienti a sradicare il problema. La parola al dottor Claudio Calvaruso, presidente dell’Associazione Amici di ATD Quart Monde in Italia:

 

R. – E’ un po’ tutto il destino di un modello di welfare state che non è più adatto alla società contemporanea, ad una società in cui hanno molto valore le risorse umane, la partecipazione, il protagonismo dei cittadini. Pensiamo ai poveri come a persone che devono solo ricevere e che rappresentano un peso per la nostra società, una passività totale. Invece, i poveri hanno al loro attivo un bilancio molto positivo, che è costituito dalle risorse umane che essi stessi mettono in atto per affrontare il disagio, per aiutare le proprie famiglie, per migliorare la qualità della vita complessiva nella nostra società.

 

D. – Cosa fa concretamente ATD Quart Monde?

 

R. – E’ un’attività classica di volontariato che, come strategia d’intervento, si impone una valorizzazione dell’azione dei poveri per riscattare se stessi. Diciamo che ATD rimane sempre dietro le quinte, non fa le cose per i poveri, ma fa in modo che siano i poveri a fare le cose per se stessi.

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IL NONO CONVEGNO DI COMUNIONE

DEL RINNOVAMENTO CARISMATICO CATTOLICO IN ITALIA

- Intervista con la signora Anna Maria Nascioli -

 

 

Tre giorni di riflessione e di preghiera comunitaria sul tema evangelico di Giovanni: “Che tutti siano uno”. L’Iniziativa di Comunione, una delle maggiori aggregazioni carismatiche d’Italia, conclude oggi a Fiuggi il suo nono incontro annuale, con la partecipazione di gruppi e comunità provenienti da varie regioni della penisola, rappresentate da circa 800 delegati. Sorto negli Usa in ambito protestante alla fine degli anni Sessanta, il Rinnovamento carismatico approda in Italia e si afferma in ambito cattolico nei primi anni del decennio successivo, radicandosi essenzialmente nelle parrocchie. Oggi, il Rinnovamento nello Spirito e l’Iniziativa di Comunione rappresentano le due maggiori realtà di aggregazione carismatica cattolica. L’incontro di Fiuggi ha visto la partecipazione di decine di sacerdoti e di due vescovi: il vicegerente di Roma, mons. Luigi Moretti, e il vescovo di Anagni-Alatri, Lorenzo Loppa. Ma quali obiettivi si è proposto il raduno? Risponde la nuova coordinatrice di Iniziativa di Comunione, Anna Maria Nascigli, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Gli obiettivi sono molti, primo fra tutti quello di condividere con altri figli di Dio questo fuoco che brucia in noi tanto da desiderare che altri possano fare un’esperienza viva del nostro Dio Creatore e tornare così ad amarlo con tutto il loro cuore. Un’altra è quella di comunicare a tutti i fratelli di buona volontà la realtà della comunione. Dio ci vuole uniti ed in questi tempi, dove le lacerazioni della divisione entrano anche fra cristiani. Sentiamo con forza che lo Spirito Santo vuole usarci come canali di pace autentica.

 

D. – Che significa spiritualità di comunione?

 

R. – Per capire la spiritualità di comunione penso che dobbiamo alzare gli occhi e contemplare ciò che è il simbolo di comunione, cioè il Cristo in Croce: contempliamo colui che per fare comunione con noi sacrificò la sua vita fino alla morte, per dare ad ognuno di noi la possibilità di salvezza. Il suo non fu un amore sterile, inattivo. Che ci abbia amati, lo ha mostrato con delle azioni ben precise, rinnegando se stesso per offrire agli altri la vita. Due parole per definire questa spiritualità? Ama il Signore con tutto te stesso, scoprendo quello che ha fatto per te, poi girati ed ama ogni fratello che incontri.

 

D. – Cosa offre alla Chiesa il Rinnovamento carismatico?

 

R. – Questa domanda mi fa venire in mente la parabola in cui Gesù, rispondendo all’invito di Pietro, prega per la suocera ammalata. La Scrittura ci dice che lei subito si alzò e si mise a servirlo. Ecco, questo accade quando incontriamo il Cristo vivo che ci tocca, cambia le nostre vite e noi ci mettiamo subito a servirlo, ognuno con i talenti che Dio ha sviluppato in lui, avendo tolto dal nostro cuore ogni egoismo e paura.

 

D. – Ci può raccontare una testimonianza significativa?

 

R. – Oh sì! Avrei una moltitudine di testimonianze da dire, ma lo Spirito Santo mi spinge a raccontare la fedeltà del nostro Dio. La grazia più grande è quando in un fratello entra l’amore, e quindi Dio, ed esce il rancore, l’odio e quindi la morte. Vedo così la Resurrezione di Dio e contemplo la vita.

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UN VIAGGIO DI NOZZE LUNGO UN ANNO PER CONOSCERE IL MONDO:

PUBBLICATO IN ITALIA L’ULTIMO LIBRO DI DOMINIQUE LAPIERRE,

AL QUALE E’ LEGATA UN’INIZIATIVA DI SOLIDARIETA’

IN FAVORE DEI BAMBINI LEBBROSI DI CALCUTTA

- Intervista con l’autore -

 

Una pesca allo squalo nel Pacifico e una caccia alla tigre in India, un incontro estemporaneo con Luis Buñuel sul set di un suo film e una creazione di moda nel Giappone del dopoguerra. Non sono idee rubate all’agenda di uno sceneggiatore, ma episodi realmente vissuti, durante il loro inconsueto viaggio di nozze, da Dominique Lapierre e sua moglie Aliette. Il celebre scrittore francese, noto per il suo impegno umanitario in favore di Madre Teresa di Calcutta, ha rielaborato nel suo ultimo libro “Luna di miele intorno al mondo”, edito da Il Saggiatore, le avventure che lo portarono a vivere, nei primi anni Cinquanta, una straordinaria avventura di un anno da New York a New York, attraverso due oceani e tre continenti. Come al precedente libro “Un dollaro mille chilometri”, anche all’ultima fatica letteraria di Lapierre è legata un’iniziativa di solidarietà in favore dei bambini lebbrosi di Calcutta. Da giorni in Italia per promuovere il suo libro, lo scrittore spiega, al microfono di Alessandro De Carolis, il perché della svolta autobiografica della sua produzione:

 

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R. – Io penso che il nuovo libro “Luna di miele intorno al mondo” sia veramente un invito a tutte le giovani coppie di oggi a partire alla scoperta del pianeta, ad aprire gli occhi sulle sue realtà. Questo libro è molto importante per la mia vita e per la mia azione umanitaria. Quando arrivai a Calcutta con mia moglie, nell’aprile del ’53, era esattamente il momento in cui Madre Teresa di Calcutta cominciava la sua crociata per i più poveri del mondo. Per me, fu l’inizio della mia storia d’amore con l’India e della mia volontà di aiutare i più poveri.

 

D. – Eppure, direi che sposarsi e partire per un giro attorno al mondo con pochi soldi, e la necessità, come fu per voi, di guadagnarseli per strada, è quasi un test di sopravvivenza per una giovane coppia. Cosa vi sostenne in quei mesi, certamente non semplici, del vostro viaggio di nozze?

 

R. – Il fatto di incontrare e conoscere da vicino gente straordinaria: di passare, ad esempio, tre settimane con una famiglia in Afghanistan, o di racimolare soldi lavorando in una libreria di San Francisco. Io penso che se più palestinesi visitassero Israele e vivessero con le famiglie israeliane, e così gli israeliani potessero visitare la Palestina, non avremmo gli stessi problemi. L’odio viene dal fatto che non conosciamo i nostri vicini in questo pianeta.

 

D. – Il suo libro si chiude con un appello a collaborare con l’Associazione da lei fondata, “Azione per i bambini dei lebbrosi di Calcutta”. L’obiettivo di questo appello è quello di trasformare l’Associazione in una Fondazione che non cessi di sostenere le varie iniziative anche in futuro. Che risposta sta avendo questa sua richiesta?

 

R. – E’ difficile, ma vorrei dire una cosa. A Firenze abbiamo un’Associazione che si chiama “Città della gioia”, che si preoccupa di adottare a distanza i bambini lebbrosi di Calcutta. Se ricevessimo abbastanza fondi, potremmo trasformare questa Associazione in una Fondazione, perché io non sono eterno e dopo di me vorrei che la nostra azione continuasse.  

 

D. – Anche in altre città del mondo esistono associazioni che contribuiscono?

 

R. – A Parigi, a Madrid, a Londra e a Washington negli Stati Uniti. Ma nel mondo, il Paese dove trovo l’aiuto più grande è l’Italia.

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CHIESA E SOCIETA’

17 ottobre 2004

 

 

GRANDE FESTA, IERI A LORETO, PER I 50 ANNI DI COMUNIONE E LIBERAZIONE.

45.000 I FEDELI CHE HANNO PARTECIPATO AL PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO MARIANO. MESSAGGI DI AUGURI A DON GIUSSANI DAL MONDO RELIGIOSO E LAICO

LORETO. = Grande festa per Comunione e Liberazione, che ieri ha celebrato, con un pellegrinaggio a Loreto, il cinquantesimo anniversario della nascita del movimento, l’ottantaduesimo compleanno (venerdì 15 ottobre) del fondatore, don Luigi Giussani, e il ventiseiesimo anno di pontificato di Giovanni Paolo II. I festeggiamenti si sono estesi ai 70 Paesi del mondo in cui è presente CL. Era l’ottobre del 1954 quando don Giussani arrivò al liceo Berchet di Milano come insegnante di religione, con l’obiettivo di far conoscere Cristo ai giovani, innescando quel cammino che avrebbe portato alla nascita di Comunione e Liberazione. La festa-celebrazione a Loreto si è articolata in tre momenti: la recita del rosario, una riflessione di don Julian Carron, braccio destro di don Giussani, e la messa celebrata dal cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. “Nella società italiana degli anni ‘50 – ha ricordato il porporato nel corso dell’omelia – in apparenza profondamente permeata dai principi del cattolicesimo, don Giussani colse il rischio di un’adesione puramente formale a quei principi, soprattutto da parte dei giovani”. Densa di significato la scelta del Santuario mariano di Loreto come meta del pellegrinaggio di Comunione e Liberazione. “Senza la Madonna – ha scritto don Giussani nel messaggio indirizzato ai fedeli convenuti – noi non potremmo essere sicuri del futuro, perché la sicurezza del futuro ci viene da Cristo: il mistero di Dio che si fa uomo”. “E questo non sarebbe potuto accadere se non avessimo avuto la Madonna”. Così, conclude, “la preghiera a Cristo si identifica sempre più con la preghiera alla Madonna”. Numerosi, inoltre, i messaggi di affetto e di stima per don Giussani in occasione della particolare ricorrenza. Esprimendo “vivo compiacimento” per il pellegrinaggio a Loreto, Giovanni Paolo II ha affidato i fedeli a Maria, “per trarre rinnovato slancio nel seguire Cristo via, verità e vita e nel farsene annunciatori credibili mediante la coerente testimonianza della personale adesione senza riserve al suo Vangelo”. Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Giuseppe Betori, ha incoraggiato “i passi che CL sta facendo per un rinvigorito legame di comunione tra le aggregazioni ecclesiali”, mentre Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha sottolineato come il movimento di Comunione e Liberazione sia “indubbiamente uno dei germogli della grande ‘primavera’ suscitata dallo Spirito Santo negli ultimi 50 anni del secolo scorso”. Un “saluto caloroso” anche dal presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. (B.C.)

 

 

SI E’ CONCLUSA IERI A ROMA L’ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI DELLA

CONFERENZA EPISCOPALE REGIONALE DEL NORD DELL’AFRICA. INDETTA DAI PRESULI

UNA GIORNATA DI PREGHIERA E DI DIGIUNO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE

 

ROMA. = Una giornata di digiuno e di preghiera per la Pace e la Riconciliazione tra i palestinesi e gli israeliani in Terra Santa. L’hanno indetta, per il prossimo 22 dicembre, i vescovi della Conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa (CERNA), di comune accordo con i membri della Conferenza dei Vescovi latini nelle Regioni arabe (CERLA). L’occasione è stata l’Assemblea plenaria della CERNA, svoltasi tra il 13 e il 16 ottobre scorsi a Roma. Le due conferenze, inoltre, si legge nel comunicato finale, hanno inviato una lettera alla Chiesa in Iraq, esprimendo tutta la propria vicinanza al popolo iracheno in questo drammatico momento di violenze. Nel corso dell’Assemblea i vescovi della Cerna si sono confrontati sulla situazione della Chiesa nella regione del Maghreb. Nello specifico, i presuli hanno analizzato il cammino compiuto dalla Libia verso l’Occidente, le difficoltà dell’immigrazione subsahariana verso l’Africa del Nord, la pastorale studentesca e delle cappellanie, senza trascurare gli effetti di una certa apertura al secolarismo, interrogandosi su come la Chiesa possa affrontare queste evoluzioni restando fedele alla propria identità. Tema portante dell’incontro anche la preparazione al Sinodo sull’Eucaristia. La prossima Assemblea plenaria della Conferenza episcopale regionale del Nord dell’Africa avrà luogo a Rabat, in Marocco, tra l’8 e il 12 giugno 2005. (B.C.)

 

 

CRESCE LA PREOCCUPAZIONE IN INDIA PER LE VIOLENZE CONTRO

LE MINORANZE RELIGIOSE. IL FONDAMENTALISMO INDU’ DILAGA ORMAI ANCHE

NEGLI STATI PRIMA ESTRANEI A QUESTI FENOMENI.

L’ALL INDIA CATHOLIC UNION INCONTRA I VERTICI DEL GOVERNO

 

MUMBAI. = Violenze contro i cristiani e diritti delle minoranze: questi i temi al centro dell’ultimo incontro dell’All India Catholic Union (AICU), a Mumbai, dopo il rinnovo delle cariche dell’organismo che rappresenta 16 milioni di cattolici indiani. Nel corso della conferenza stampa conclusiva, il nuovo presidente, John Dayal, ha espresso “profonda preoccupazione” per l’ondata di violenze contro i cristiani avvenute negli ultimi mesi. La persecuzione, denuncia l’AICU, ha preso piede anche in quegli Stati – ad esempio, il Kerala – di solito estranei a tale fenomeno. I responsabili delle recenti violenze (attacchi contro le missionarie della Carità, dissacrazioni di chiese e omicidio di un prete cattolico), riferisce l’agenzia Asianews, sono stati identificati come appartenenti alle Rashtriya Swayamsewak Sangh (RSS), gruppo paramilitare induista. Secondo l’AICU, inoltre, negli Stati governati dal Bharatiya Janata Party (BJP) – il partito al potere in India fino alle elezioni dello scorso maggio – si sono verificati “gravi peggioramenti” per le minoranze: sistematiche violenze si verificano, infatti, in Gujarat, Orissa, Rajasthan, Madhya Pradesh, Chharisgarh e Jharkhand. “In questi Stati – riferisce l’organizzazione – si assiste a uno sforzo sistematico di smantellare la sicurezza pubblica”. Nel Rajasthan, per esempio, le autorità incoraggiano i cittadini a comprare le spade a tre punte, simbolo dell’hindutva, l’ideologia che predica la violenza contro i non indù. Per trovare una soluzione a questa drammatica situazione, il nuovo presidente Dayal ha incontrato due volte il ministro degli Interni, Shivraj Patil, e il ministro per lo Sviluppo delle risorse umani, Arjun Singh. Dayal si è complimentato con quest’ultimo per la sua opera di “detossificazione” degli apparati statali dagli elementi induisti fondamentalisti, ma ha messo in guardia circa la presenza di tali soggetti anche fra la forze dell’ordine e la magistratura. (B.C.)

 

 

SI E’ CONCLUSO IERI IN THALANDIA IL CONGRESSO MONDIALE DELL’UNIONE

CATTOLICA INTERNAZIONALE DELLA STAMPA. I PARTECIPANTI HANNO RIFLETTUTTO

SUL TEMA “I MEDIA E LA SFIDA DEL PLURALISMO CULTURALE E RELIGIOSO.

PER UN NUOVO ORDINE SOCIALE, PER LA GIUSTIZIA E PER LA PACE”

- A cura di Jean-Baptiste Sourou -

 

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BANGKOK. = Sessantenne, di origine brasiliana, il dottor Ismar de Olivera Soares è stato rieletto presidente dell’UCIP per un triennio. Intervistato dopo la sua rielezione, il dottor Soares ha detto di voler proseguire nella linea dei risultati già raggiunti. Sarà compito suo rafforzare i legami tra la sede di Ginevra e le Federazioni e Regioni per dare maggiore visibilità all’UCIP. Soares insiste anche sulla formazione per offrire ai giovani giornalisti l’opportunità di essere all’altezza del loro lavoro; intende impegnarsi per l’adesione di nuovi membri all’UCIP e portare a conoscenza dei membri assenti a Bangkok le nuove risoluzioni. In questo XXI Congresso si è sentita la vitalità dell’organizzazione: gode di buona salute, con l’adesione di nuovi membri, per essere stata fedele agli obiettivi previsti nel triennio passato. L’organizzazione deve lavorare nel campo dei finanziamenti se vuole che i progetti possano riuscire. Comunque, c’è ottimismo nell’insieme. Impossibile non dire che l’organizzazione del Congresso in Thailandia è stata una riuscita totale: il popolo thailandese, la Chiesa, le autorità, tutti si sono dimostrati molto accoglienti e disponibili. Ciò ha contribuito alla riuscita dei lavori e lascia nei cuori bellissimi ricordi.

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IN AUMENTO IN NEPAL IL NUMERO DELLE VITTIME PER LE MINE.

LA DENUNCIA DELLA CAMPAGNA PER LA MESSA AL BANDO DELLE MINE IN NEPAL,

CHE INVITA KATHMANDU A PRENDERE RAPIDI PROVVEDIMENTI

 

KATHMANDU. = Cresce in Nepal il numero delle vittime per le mine. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, nel Paese asiatico 975 persone sono state colpite da questo dramma, un dato in aumento rispetto al 2003. Lo riferisce la “Campagna per la messa al bando delle mine in Nepal” (BLCN), specificando che 280 persone sono morte nelle esplosioni, mentre le altre sono rimaste ferite, o disabili, oppure hanno riportato gravi shock emotivi. Tra le vittime, ci sono esponenti delle forze di sicurezza, ribelli maoisti e civili, fra cui anche 92 bambini. Nel 2003 i colpiti dalle mine erano 731. Il BLCN ha sollecitato, quindi, il governo di Kathmandu a firmare il Trattato per la messa al bando delle mine, vietando l’uso, la produzione, lo stoccaggio e la vendita di questi ordigni. L’organizzazione ha, inoltre, suggerito all’esecutivo nepalese di affrontare questo argomento durante eventuali, futuri colloqui di pace con i guerriglieri maoisti, attivi dal 1996 nel Paese asiatico per rovesciare la monarchia costituzionale e procedere a una radicale riforma agraria. Il conflitto ha provocato diverse migliaia di morti. (B.C.)

 

 

DA VENERDI’, LA DIOCESI DI MACHAKOS, NEL KENYA ORIENTALE,

HA UN NUOVO MONASTERO CARMELITANO.

NEL CORSO DELLA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE,

DUE PROFESSE HANNO EMESSO I VOTI

 

MACHAKOS. = Inaugurato, lo scorso venerdì in Kenya, un nuovo monastero delle Suore carmelitane nella diocesi cattolica di Machakos. Nel corso della cerimonia, presieduta da mons. Martin Musonde Kivuva, vescovo della diocesi locale, hanno emesso i voti suor Mary Therese e suor Mary Justin. “I monasteri – ha sottolineato padre Joseph Hangs, generale della Congregazione dei carmelitani – sono potenti case della preghiera” e le altre Congregazioni impegnate in diversi ministeri dipendono dalle preghiere dei contemplativi. Lo riferisce il “Catholic information service for Africa”. Era dagli anni Ottanta che un piccolo gruppo di keniane, divenute suore carmelitane in Spagna, desideravano tornare nella loro terra d’origine per fondare il monastero appena inaugurato. (B.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

17 ottobre 2004

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

 

Ancora una giornata di sangue in Iraq. L’esercito statunitense prosegue i suoi raid aerei su Falluja, mentre due elicotteri americani sono precipitati nei pressi di Baghdad. Intanto giunge la condanna unanime all’attacco sferrato ieri dai ribelli nei confronti di cinque chiese cristiane. La cronaca di queste ultime ore nel nostro servizio:

 

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Notte di fuoco su Fallujah. Il fuoco statunitense continua a colpire presunte postazioni di terroristi, in quella che viene considerata la roccaforte della guerriglia irachena. Ma a pagare con il sangue lo stato di tensione in cui versa il Paese del Golfo sono ancora una volta i civili. In tre hanno perso la vita nell’attacco di stanotte. I militari americani hanno spiegato che l’offensiva era diretta contro un rifugio di militanti legati al terrorista Abu  Musab Al Zarqawi. Ma colpi di cannone sono stati uditi anche questa mattina, nella parte orientale della città, dove i ribelli hanno risposto al fuoco con colpi di mortaio e missili RPG. Nella parte sud-occidentale di Baghdad, invece, due elicotteri americani si sono schiantati al suolo nella tarda serata di ieri, uccidendo due militari. Colpi di mortaio sono caduti su un campo di calcio, a Sadr City, il grande sobborgo alla periferia di Baghdad, dove vengono raccolte le armi consegnate dai miliziani che hanno accettato la tregua. Non vi sarebbero feriti. Sempre a Baghdad, due colpi di mortaio sono stati sparati contro un albergo dove sono soliti alloggiare giornalisti e lavoratori a contratto stranieri. Anche in questo caso nessuna vittima. E la situazione resta tesa anche nei pressi di Bassora, nel sud del Paese, dove un ordigno è esploso al passaggio di un convoglio militare. Secondo il comando militare britannico, almeno un civile è rimasto ferito: si tratta di una guardia privata. Intanto, è unanime la condanna degli attacchi multipli sferrati ieri contro cinque chiese cristiane. In prima linea la Casa Bianca, che sottolinea come si sia trattato di un passo falso da parte della guerriglia, che così facendo non ha ottenuto altro che l’ulteriore esasperazione dell’opinione pubblica irachena. Ma il futuro del Paese arabo continua ad essere incerto, soprattutto sul fronte militare. Se il ministro italiano alla Difesa, Martino, ha riferito ieri di una possibile riduzione del contingente entro il 2005, la Corea del sud ha deciso di prolungare di un anno il mandato delle sue truppe, fino alla fine del 2005. Nuova stoccata, infine, del segretario generale dell’Onu Kofi Annan: alcune settimane fa aveva definito illegale l’invasione dell’Iraq, ora ha affermato che l’azione militare anglo-americana non ha certamente reso il mondo più sicuro.

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Situazione tesa anche nel vicino Afghanistan. Ad una settimana dalle prime storiche elezioni, nel Paese asiatico è riesplosa la violenza. Due soldati americani e quattro civili afghani, tra i quali tre bambini, sono rimasti uccisi in due differenti attentati nel sud e nell’est del Paese. Tre razzi, inoltre, sono caduti sulla capitale Kabul, ferendo un’anziana donna. Intanto, prosegue lo spoglio delle schede relativo alle presidenziali del 9 ottobre scorso. Il capo dello Stato ad interim Hamid Karzai conferma i favori dei pronostici, conquistando il 71 per cento dei voti.

 

Ancora un’incursione israeliana nella notte nel campo profughi di Rafah, nel sud  della striscia di Gaza. A renderlo noto un portavoce dell’esercito dello Stato ebraico. E spuntano i primi dati sull’Operazione “Giorni di Pentimento”, lanciata nella striscia di Gaza dall'esercito israeliano il 28 settembre scorso. I palestinesi rimasti uccisi sarebbero in totale 129. Sul fronte politico, sul ritiro israeliano da Gaza - voluto dal premier Ariel Sharon - il capo dello stato Moshe Katzav vorrebbe fosse tenuto un referendum nazionale. Ma le posizioni sono contrastanti. Ce ne parla Graziano Motta:

 

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Un incontro di chiarimento sulle rispettive posizioni, in merito al piano unilaterale di ritiro di soldati e coloni da Gaza e da alcuni insediamenti della Cisgiordania. I rappresentanti dei coloni hanno manifestato la loro disponibilità a non opporsi allo smantellamento di villaggi e fattorie solo se deciso da un referendum nazionale, del quale accetterebbero il risultato. Referendum che vede favorevole il capo dello Stato Katzav, come ha rivelato oggi il giornale Maariv, ma al quale finora Sharon si è opposto per evitare ritardi nell’applicazione del suo piano. L’istituto referendario, infatti, non esiste in Israele: slitterebbero così i tempi del ritiro di soldati e coloni quando invece, presentandone il 25 ottobre i particolari in Parlamento, il premier israeliano potrebbe avviarlo a maggio 2005, per concluderlo in 12 settimane. Un programma che darebbe soddisfazione agli sforzi di pace di Bush, impegnato nelle elezioni presidenziali.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Alla fine della prossima settimana, il segretario di Stato americano, Colin Powell, si recherà in Estremo Oriente, toccando Giappone, Cina e Corea del Sud. La trasferta del capo della diplomazia di Washington è stata confermata dal Dipartimento di Stato. Tra i temi che Powell affronterà, oltre alla questione del nucleare nord-coreano, figurano anche la guerra contro il terrorismo e la difficile situazione in Iraq.

 

Si svolgerà oggi a Tripoli il mini-vertice tra il presidente sudanese, Omar al-Beshir, e capi di stato dei Paesi vicini. Al centro del summit, l’allestimento di una base per condurre trattative dirette con i ribelli del Darfur. Oltre a Beshir ed a Moammar Gheddafi, saranno presenti i presidenti o capi del governo dell'Egitto, Hosni Mubarak, del Ciad, Idriss Deby, e della Nigeria, Olusegun Obasanjo.

 

In Camerun si allunga sulle elezioni presidenziali dell’8 ottobre scorso l’ombra delle irregolarità. Gli osservatori del Commonwealth, che hanno vigilato sulla regolarità della tornata elettorale, hanno denunciato una “mancanza di credibilità nelle liste”, che ha reso più difficile il voto, pur precisando che “la scelta degli elettori sarebbe stata rispettata”.

 

Sette milioni di bielorussi votano oggi per eleggere i 110 seggi del Parlamento, ma soprattutto per decidere se modificare la costituzione per consentire un altro mandato al presidente, Aleksandr Lukashenko. I seimila seggi si sono aperti questa mattina alle 8.00 locali e chiuderanno questa sera alla 20.00. Il voto, che si svolge tra timori di brogli, è duramente contestato dalle opposizioni, ma sembra scontato l’esito favorevole della tornata referendaria.

 

Sono stati disposti gli arresti domiciliari per sei mesi nei confronti dell’ex presidente della Costa Rica ed ex segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani, Miguel Angel Rodríguez, nei cui confronti è in corso un'istruttoria per corruzione e arricchimento illecito. Rodríguez è al centro di un processo riguardante una cospicua tangente, pagata dalla compagnia francese Alcatel per l’assegnazione di 400.000 linee telefoniche cellulari durante il suo mandato presidenziale.

 

Una scossa di terremoto di magnitudo 5,6 della scala Richter è stata registrata ieri sera nella parte orientale del Giappone. Lo ha riferito l’emittente televisiva Nhk, precisando che il sisma è stato avvertito anche a Tokyo e nelle prefetture limitrofe.

 

 

 

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