RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 290  - Testo della trasmissione di sabato 16 ottobre 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa celebra nel raccoglimento il suo 26.mo anno di Pontificato, mentre Stati e cittadini riconoscono nei messaggi augurali il suo impegno instancabile di costruttore di pace. Ieri, spettacolare concerto in Vaticano dell’Armata Russa: ai nostri microfoni Joaquim Navarro Valls e padre Pasquale Borgomeo

 

Domani nella Basilica vaticana, solenne celebrazione del Papa per l’apertura dell’Anno dell’Eucaristia. L’evento coincide con la chiusura a Guadalajara, in Messico, del 48.mo Congresso internazionale eucaristico

 

Gli Stati sviluppati, a rischio per il calo demografico che li ha colpiti, adottino politiche in grado di promuovere lo sviluppo dei Paesi poveri: così mons. Celestino Migliore all’ONU

 

OGGI IN PRIMO PIANO

I musulmani celebrano il mese di Ramadan: con noi, padre Samir Khalil Samir

 

Oggi la Giornata Mondiale dell’Alimentazione: ce ne parla Carlo Cannella

 

In 50 mila oggi a Loreto festeggiano i 50 anni della fondazione di Comunione e Liberazione: intervista con don Luigi Negri

 

L’Idomeneo di Mozart apre questa sera a Roma la stagione concertistica dell’Accademia di Santa Cecilia: con noi Myung-Whun Chung

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Dopo quasi 90 anni, tornano oggi pomeriggio a Roma le spoglie del Beato Luigi Guanella

 

Nelle Filippine appello dei cattolici per l’abolizione della pena di morte

 

A Bangkok, dove è in corso il Congresso internazionale dell’Unione internazionale della stampa cattolica, premiati 34 giornalisti per il loro impegno in favore dei diritti umani

 

In Mauritania non è possibile aprire scuole cattoliche ed evangelizzare la popolazione musulmana. Questi i principali problemi esposti dal vescovo di Nouakchott

 

In Cile tre giorni di lutto nazionale per la morte, giovedì scorso, del cardinale Fresno Larraín

 

Solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Grocholewski per il 50° anniversario della Fondazione del Pontificio Istituto Regina Mundi

 

24 ORE NEL MONDO:

Appello del Patriarca caldeo Delly  alla riconciliazione e alla pace in Iraq dopo l’attacco di questa mattina a 5 chiese di Baghdad. Attentati ed uccisioni in tutto il Paese del Golfo

 

La denuncia dell’OMS  per il Darfur: da marzo 70 mila morti e pochi fondi per aiutare i profughi

 

Passa al Senato la legge sulle Riforme approvata ieri dalla Camera e la politica italiana si divide sulle garanzie della democrazia

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

16 ottobre 2004

 

 

IL PAPA CELEBRA NEL RACCOGLIMENTO IL SUO 26.MO ANNO DI PONTIFICATO,

MENTRE STATI E CITTADINI RICONOSCONO NEI MESSAGGI AUGURALI

IL SUO IMPEGNO INSTANCABILE DI COSTRUTTORE DI PACE.

IERI, SPETTACOLARE CONCERTO IN VATICANO DELL’ARMATA RUSSA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

In ginocchio davanti a Dio, per affidare a Lui il passato, il presente e il futuro del suo ministero: ciò che è stato possibile fare per la Chiesa universale e ciò che il suo cuore ha in serbo. Con questo spirito Giovanni Paolo II ha iniziato e proseguirà la giornata odierna, che segna per lui il compimento del 26.mo anno di pontificato. Mentre autorità e istituzioni internazionali di ogni orientamento e credo, insieme ai semplici fedeli, hanno fatto affluire da ieri in Vaticano gli auguri per l’anniversario pontificio, l’agenda ufficiale è stata tenuta libera da particolari impegni, per lasciare al Papa spazio per la preghiera personale e per i festeggiamenti con i suoi più stretti collaboratori. L’abbraccio con la gente avverrà domani, al momento dell’Angelus e poi, nel pomeriggio, durante la Messa che Giovanni Paolo II presiederà in San Pietro per l’inizio dell’Anno dell’Eucaristia. Un giorno dedicato al raccoglimento, dunque, come conferma il direttore della Sala stampa vaticana, Joaquín Navarro Valls, intervistato da Alessandro De Carolis:

 

**********

R. – E’ una giornata, per il Santo Padre, tutta rivolta a Dio. Il Papa, in questa data – così come negli anni precedenti e naturalmente anche oggi – celebra due Messe: una Messa al mattino, di ringraziamento a Dio non solamente per questi molti anni di pontificato, ma soprattutto per tutto quello che si è fatto in questi 26 anni: un bilancio enorme per tutto il mondo. Poi, nel pomeriggio, intorno all’ora in cui Karol Wojtyla fu eletto Papa - cioè intorno alle sei del pomeriggio – Giovanni Paolo II celebra una seconda Messa, sempre nella sua cappella privata, per mettere a disposizione di Dio ciò che Egli vorrà per il futuro: quindi i programmi, le iniziative, il lavoro pastorale che d’ora in poi si potrà compiere.

 

D. – In questo importante giorno di ricorrenza, sono moltissimi i messaggi d’auguri che stanno arrivando al Papa...

 

R. – Stanno arrivando da tutto il mondo: tutte le personalità, tutte le istituzioni inviano un loro messaggio augurale. E poi ci sono migliaia e migliaia di messaggi di gente comune, di cattolici o non cattolici - alcuni non sono nemmeno cristiani - che ringraziano il Papa, e qui c’è quasi una costante, per il suo insegnamento su temi specifici come la pace, la famiglia, il dialogo, la tolleranza, la dignità umana ... Questo ritorna continuamente in molti di questi messaggi di persone che non hanno rilevanza internazionale, ma sono importanti come tali.

 

D. – L’inizio del 27.mo anno di pontificato coincide con l’inizio dell’Anno dell’Eu-caristia. Come sta preparandosi il Pontefice a questo avvenimento?

 

R. – E’ stata una preparazione, direi, che è partita da lontano. Si tratta di uno dei grandi temi della fede cristiana, quello centrale, quello essenziale, che il Papa intende si viva in tutta la Chiesa con particolare devozione, con particolare consapevolezza della centralità dell’Eucaristia nella vita cristiana.

 

D. – La guerra in Iraq, le radici cristiane d’Europa, le ambiguità del momento sulla figura e il ruolo della famiglia: qualcuno potrebbe pensare che le prese di posizione del Papa su queste grandi problematiche siano state ultimamente coronate da altrettanti insuccessi...

 

R. – Io direi che è esattamente il contrario, anche se affermarlo può sembrare, a prima vista, un po’ ingenuo. Lei menzionava questi tre grandi temi. Certo, il Papa si è impegnato in prima persona, con tenacia, per far valere principi che sembra non siano stati del tutto ascoltati. E invece, tutte queste occasioni sono state altrettante opportunità in cui l’audacia, l’insistenza del magistero del Papa hanno contribuito ad aumentare la sensibilità etica della gente.

**********

 

Ieri sera, intanto, in onore e alla presenza di Giovanni Paolo II, il coro dell’Armata Russa ha offerto uno spettacolare concerto in Vaticano. Lo storico evento ha portato suoni, danze e suggestioni della cultura russa l’Aula Paolo VI, per l’occasione illuminata da Vittorio Storaro, tre volte premio Oscar, e trasformata nella parte scenografica dallo scultore Mario Ceroli. Il servizio di Amedeo Lomonaco:  

 

**********

Un’aula Paolo VI, inizialmente avvolta dall’ombra e dal silenzio, ha accolto l’ingesso del Papa illuminato da un sempre più intenso fascio di luci. Quindi c’è stato un augurio particolarmente coinvolgente rivolto a Giovanni Polo II dai coristi dell’Armata Russa:

 

“Hurrà! Hurrà! Hurrà!”.

 

Un’esplosione di voci e canti ha dominato la serata. Il repertorio proposto dall’ideatore dell’intero progetto, il produttore Andrea Andermann, ha composto un ricco mosaico musicale formato da suggestivi tasselli che hanno rappresentato i molteplici aspetti della Russia, Paese molto caro al Papa. Tra il fascino delle uniformi militari, i brani del folklore russo e le tradizionali musiche che raccontano la storia cosacca si sono elevate anche le note del “Va Pensiero”, famoso brano estratto dall’opera del Nabucco e simbolo della lotta contro qualsiasi forma di totalitarismo. Il Papa ha ringraziato quanti hanno partecipato alla realizzazione di questo evento artistico impreziosito da danze e balletti.

 

Огромное спасибо за все это ...” ...

Grazie per tutto questo, carissimi amici del Coro e dell'Orchestra dell’Armata Russa”.

 

Attraverso musiche, canti e danze tradizionali – ha spiegato il Papa – c’è stato offerto un repertorio folkloristico in cui si rispecchia l’indole più schietta del nobile Popolo russo. Il Santo Padre ha anche invocato la protezione della “Madre di Dio” di Kazan, la cui icona è recentemente tornata in Russia. Il coro dell’Armata Russa, ha proposto anche un inatteso fuori programma, una tipica canzone polacca.

 

(canto polacco)

**********

 

Come detto - e con maggiore insistenza rispetto al passato – i messaggi d’auguri inviati al Papa si caratterizzano per una nota ricorrente: il riconoscimento dell’importanza giocata dagli insegnamenti e dai richiami di Giovanni Paolo II nel contesto delle grandi questioni internazionali. Nazioni e singoli individui hanno trovato, in molti casi, accenti simili nel ringraziare il Papa per quanto dice e fa in favore dell’uomo, della giustizia, del dialogo e della pace. In proposito, ascoltiamo la nota del nostro direttore generale, padre Pasquale Borgomeo:

 

**********

Costruttore e profeta di pace, Giovanni Paolo II non è pacifista. Né lo è la Chiesa che egli mobilita per la grande causa della pace. Con tutto il rispetto che può avere per il pacifismo quando esso non è strumentale e quindi partigiano, la Chiesa non è pacifista: è molto di più. La Chiesa di Giovanni Paolo II costruisce la pace per vie interne, nelle menti e nei cuori degli uomini.

 

La Chiesa che il Papa guida non è solo un alto magistero morale, una sentinella vigile e sollecita delle sorti dell’umanità, essa è anche testimone operante di solidarietà umana grazie alle migliaia e migliaia di uomini e di donne che ogni giorno, in ogni angolo del pianeta costruiscono pace, seminano, anche a rischio della vita, cultura di pace. Sono uomini e donne che silenziosamente pregano e operano, animati da grande fede e da concreta generosità, ed è naturale che per costruire la pace del mondo credano molto più efficace l’intelligenza del cuore che non le armi cosiddette intelligenti. Sono le divisioni del Papa, sono un silenzioso esercito di pace al quale il Successore di Pietro dà voce e sostegno e che a sua volta conferisce al magistero del Papa sulla pace un’autorevolezza che va anche al di là del rispetto per la sua missione e dell’ammirazione per la sua persona. Senza essere pacifista, e facendosi interprete dell’anelito alla pace dell’intera umanità, il Papa è la sola figura pubblica sulla scena mondiale che, non condizionato da alcun interesse di parte, nella piena libertà del profeta che parla in nome di Dio, spinto dall’amore per Cristo e dalla sollecitudine per il destino di ogni uomo senza distinzione, possa indicare credibilmente a grandi e piccoli il cammino della pace.

 

Ed è proprio nei momenti critici, come quello che stiamo vivendo, che appare con clamorosa evidenza quanto il pontificato di Giovanni Paolo II abbia rotto l’assedio che il pensiero laicista poneva alla Chiesa, confinandola nello spazio che va dalla sagrestia al sagrato, ed escludendola dai grandi problemi della città secolare. Purtroppo, come spesso nella storia dell’umanità il Profeta di pace è rimasto inascoltato: e che i fatti gli diano ragione con una evidenza abbacinante, non può che aggiungere dolore a dolore per il suo cuore di Padre. Ma, nonostante tutto, nell’ora oscura che stiamo attraversando, Egli continua a credere e pregare e soffrire per la pace del mondo. Egli continua a dare voce e sostegno all’aspirazione profonda e universale di ogni essere umano verso la pace. Egli continua a testimoniare nella debolezza della sua carne e nella forza del suo Spirito la sua fede nel Cristo Redentore dell’uomo, la sua passione per l’uomo, via della Chiesa, continua a dare a tutti noi speranza di una umanità nuova, dove regni giustizia, dialogo, perdono, solidarietà. 

    

Anche se ammalato e sofferente Giovanni Paolo II è un faro che brilla nel buio del nostro presente.

**********

 

 

DOMANI NELLA BASILICA VATICANA, SOLENNE CELEBRAZIONE DEL PAPA

PER L’APERTURA DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA. L’EVENTO COINCIDE

CON LA CHIUSURA A GUADALAJARA, IN MESSICO,

DEL 48.MO CONGRESSO INTERNAZIONALE EUCARISTICO

- Servizio di padre Pedro Rodriguez -

 

L’Eucaristia sia riscoperta da tutta la comunità cristiana, come “cuore della domenica” ed ispiratrice di solidarietà e di pace. E’ la viva esortazione di Giovanni Paolo II contenuta nella Lettera Apostolica Mane Nobiscum Domine, pubblicata in questi giorni e dedicata all’Anno dell’Eucaristia, che inizia domani con un rito solenne, presieduto dal Pontefice, nella Basilica di San Pietro, alle ore 17.30. Nel corso della celebrazione verrà stabilito un video-collegamento con i partecipanti al 48.mo Congresso eucaristico internazionale di Guadalajara, riuniti nello Stadio Jalisco per la solenne celebrazione presieduta dal Legato Pontificio, il cardinale Tomko, a chiusura dell’evento. Per una cronaca dei lavori di ieri al Congresso Eucaristico, il servizio del nostro inviato padre Pedro Rodriguez:

 

**********

Come frutto del 48.mo Congresso eucaristico internazionale, da ieri ha iniziato la sua attività la Fondazione José Garibi Rivera, destinata a dare una mano ai poveri che vogliono intraprendere qualche attività commerciale. E’, questa, un’opera di carità che porta il nome del primo cardinale messicano e tocca l’ambito sociale e fa parte del tema della quinta giornata del Congresso, appunto, “L’Eucaristia, esigenza e modello di conversione”.

 

La giornata è cominciata con la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Joachim Meisner, arcivescovo di Colonia, in Germania. La catechesi pubblica è stata guidata dal cardinale Carlos Amigo Vallejo. Cristo è la nostra unica verità: Lui è la Verità. Lui ci offre un’autentica conoscenza delle realtà di questo mondo e la speranza di un cielo nuovo e di una terra nuova. Mentre stiamo camminando in attesa del mondo futuro, ci incontriamo con Cristo nell’Eucaristia e con i fratelli che percorrono lo stesso itinerario del pellegrinaggio sulla terra.

 

Alle ore 19 si è celebrata la liturgia penitenziale in tutte le parrocchie e nei centri linguistici; alle 21, tutti i congressisti hanno partecipato alla veglia mondiale di adorazione notturna. Ai nostri microfoni, oggi, la testimonianza di Elisabetta Baldoni:

 

“Sono della diocesi di Bologna. Le prime impressioni da questo Congresso sono una grande esplosione di gioia e di fede eucaristica, cosa a cui – sinceramente – non siamo abituati. Per quanto mi riguarda, mi sto interrogando sulla mia vita di laica: che cosa posso portare a casa? Che cosa posso trarre da questi insegnamenti, dalle manifestazioni che qui vedo? Credo che il grosso insegnamento sia quello di dover riscoprire una grande fede nella presenza reale di Gesù e da qui far ripartire tutta la nostra azione, ripensare un po’ tutto il nostro agire”.

 

Intanto, mentre il Congresso eucaristico si avvia a chiudersi, la Chiesa messicana è in lutto per la morte - nella notte dopo una lunga malattia - di mons. Adolfo Hernández Hurtado, vescovo ausiliare emerito dell’arcidiocesi di Guadalajara. Aveva 84 anni; i funerali si svolgeranno oggi alle ore 11 nella cattedrale cittadina.

 

Da Città di Guadalajara, per la Radio Vaticana, Padre Pedro Rodríguez.

**********

 

 

NOMINE

 

Il Papa ha nominato Ordinario militare per la Polonia mons. Tadeusz Płoski,  del clero dell’arcidiocesi di Warmia e cancelliere del medesimo Ordinariato militare. Nato nel 1956 a Lidzbark Warminski, nella diocesi di Warmia, è stato ordinato sacerdote nel 1982.

 

Il Santo Padre ha accettato le dimissioni, presentate per ragioni di salute, da mons. Piero Biggio dall’incarico di nunzio apostolico in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e Norvegia ed ha nominato suo successore mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo di Torcello, finora nunzio apostolico in Kenya.

 

 

GLI STATI SVILUPPATI, A RISCHIO PER IL CALO DEMOGRAFICO CHE LI HA COLPITI,

ADOTTINO POLITICHE IN GRADO DI PROMUOVERE LO SVILUPPO DEI PAESI POVERI,

OFFRENDO OPPORTUNITA’ DI LAVORO E DI CRESCITA AGLI IMMIGRATI

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Si allarga la distanza tra ricchi e poveri del mondo, aumenta la rilevanza sociale del fenomeno migratorio, sono a rischio i Paesi industrializzati dove le nascite sono in netto calo. Tre argomenti scottanti, affrontati due giorni fa a New York dall’osservatore della Santa Sede all’Onu, l’arcivescovo Celestino Migliore, nell’intervento alla 59.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite.

 

A dieci anni dalla Conferenza internazionale su Popolazione e Sviluppo (ICPD) del Cairo, il presule ha attribuito “un elevato significato” al fatto che il divario tra i ricchi e i poveri del mondo si stia “allargando”. Un problema che costituisce una potenziale minaccia alla pace, giacché, ha osservato, “tutte le giuste preoccupazioni circa la popolazione umana sono inestricabilmente collegate allo sviluppo e alla crescita di ogni essere umano”. E qui, mons. Migliore ha parlato del legame tra emigrazione e sviluppo, già affrontato nell’assise egiziana, il quale - ancor più a distanza di dieci anni - è percepito come una “sfida di grande portata”, legata a “sviluppo e povertà e a sicurezza a livello finanziario e sanitario”. Gli immigrati che - ha osservato il presule - sono ora considerati “agenti dinamici di sviluppo” devono poter contare su Stati e legislazioni in grado di “creare nuove opportunità di lavoro nei luoghi in cui la gente vive”.

 

Passando poi alla questione dell’oggettivo calo di nascite nelle nazioni industrializzate, l’osservatore vaticano ha definito tale declino “una seria minaccia” di quei Paesi. “La Santa Sede – ha affermato – continua a seguire questi argomenti con attenzione”, schierandosi per uno “sviluppo integrale” delle persone e delle società, che non privilegi solo l’aspetto economico e dell’accumulo dei beni. I programmi di sviluppo, ha detto, devono rispettare “l’eredità culturale di popoli e Nazioni”: più saggio sarebbe quindi formulare politiche sulla popolazione che promuovano “un tipo responsabile di libertà personale, anziché uno definito in modo troppo approssimativo”. Da questo, ha concluso, deriva il dovere di salvaguardare la famiglia, assicurando a marito e moglie la libertà di “decidere responsabilmente”, “liberi da ogni tipo di coercizione legale o sociale”, il numero di figli che si vogliono avere”. Le coppie che decidono di avere delle famiglie numerose “devono essere sostenute”.

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo “Nel XXVI anniversario dell’elezione Giovanni Paolo II inaugura l’Anno dell’Eucaristia”.

 

Nelle vaticane, le parole del Santo Padre al termine del Concerto, in Vaticano, dell'Armata Russa offerto in occasione della ricorrenza del Pontificato. 

L’omelia del cardinale Renato Raffaele Martino nella concelebrazione eucaristica per l’apertura dell’Anno Accademico della Pontificia Università Salesiana.

Una pagina in occasione del X anniversario della beatificazione di Madre Giuseppina Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo.

 

Nelle estere, un documento della Santa Sede sulla clonazione umana: l’elaborazione di un progetto di proibizione internazionale e globale della clonazione umana appartiene alla missione e al mandato delle Nazioni Unite.

 

Nella pagina culturale, un elzeviro di Mario Gabriele Giordano in merito ai Nobel per la letteratura.

Il titolo dell’articolo è “Un processo degenerativo”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

16 ottobre 2004

 

 

I MUSULMANI CELEBRANO IL MESE DI RAMADAN

- Con noi, padre Samir Khalil Samir -

 

E' cominciato ufficialmente ieri il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera per i musulmani, il nono del calendario islamico. Due le feste più importanti: la notte del destino, lailat alqadr, in cui i musulmani celebrano la prima rivelazione del Corano a Maometto, e la fine del digiuno, ‘Id al-fitr. Il periodo di sacrificio cade però in un momento in cui il mondo è ancora afflitto dalle guerre. Se a Gerusalemme le preghiere di oltre centomila fedeli musulmani confluiti ieri sulla Spianata delle moschee si sono concluse senza disordini, l’inizio del Ramadan è stato macchiato dal sangue in Paesi come Iraq e Afghanistan. Che significato ha dunque il mese sacro per l’Islam in Paesi tutt’oggi attraversati dalle violenze? Giada Aquilino lo ha chiesto a padre Samir Khalil Samir, docente di Storia della cultura araba e Islam all’università Saint Joseph di Beirut:

 

**********

R. – Il Ramadan, ovunque nel mondo musulmano, ha un significato molto bello, essenzialmente spirituale, ma anche di comunione. Il senso del Ramadan incita ad arrivare ad una spiritualizzazione della vita, a pensare all’altro: dovrebbe dunque aiutare a una più grande comprensione. Il problema è che i terroristi non sono persone che hanno raggiunto tale profondità spirituale.

 

D. – Il terrorismo internazionale punta allo scontro tra religioni. Qual è la risposta da dare?

 

R.- L’obiettivo di questi terroristi non sono gli ebrei o i cristiani: può accadere accidentalmente. In realtà hanno altri scopi, che sono politici. Allora: rifiutiamo il terrorismo. Diciamo che è inaccettabile come metodo. Cerchiamo di risolvere il problema con la diplomazia e il dialogo, per far capire perché c’è questa situazione ingiusta.

 

D. – Eppure, in alcuni Paesi a maggioranza musulmana, i cristiani continuano a non vedere rispettata la loro libertà religiosa…

 

R. – Di nuovo: non c’è altra strada che il dialogo, per arrivare a capire qual è oggi la visione del pluralismo religioso all’interno di ogni Stato.

 

D.- Qual è il messaggio dei cristiani ai musulmani, per il mese di Ramadan?

 

R. – Abbiamo un messaggio comune da dare a tutti quelli che credono in Dio o, più semplicemente, che credono nei valori spirituali: la spiritualità ha la precedenza sulle ragioni politiche.

**********

 

 

OGGI LA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

- Intervista con Carlo Cannella -

 

“Per centrare l’obiettivo di un’adeguata sicurezza alimentare è necessaria una corretta gestione delle diversità biologiche, garantendo la sopravvivenza delle numerose specie animali e vegetali”. Queste le parole di Giovanni Paolo II nel messaggio al direttore generale della FAO, Jacques Diouf, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, che quest’anno ha per tema: “La biodiversità per la sicurezza alimentare”. Al microfono di Roberta Moretti, il prof. Carlo Cannella, docente di Scienza dell’Alimentazione all’Università “La Sapienza” di Roma:

 

**********

R. – L’uomo ha sperimentato utili per la sua alimentazione più di 7 mila piante ma oggi tre piante – riso, mais e frumento – forniscono il 60 per cento delle calorie di ciò che mangiamo. Per preservare la diversità biologica, bisogna innanzitutto non monopolizzare le produzioni, bisogna lasciare un interesse commerciale del piccolo produttore dei Paesi in via di sviluppo, per esempio, nella produzione dei cosiddetti cereali minori: il miglio, l’orzo, il sorgo, la segale che per alcuni Paesi in via di sviluppo sono una risorsa importante perché crescono solo in quelle fasce, se poi noi a quelle popolazioni portiamo le nostre eccedenze alimentari di frumento, di mais o di riso, certamente noi soffochiamo quel minimo di guadagno che il contadino indigeno sperava di fare con la sua fatica.

 

D. – La diffusione di prodotti geneticamente modificati, i cosiddetti OGM, come influisce sulla sicurezza alimentare mondiale?

 

R. – Innanzitutto, dobbiamo ricordare che per noi la sicurezza ha un significato di salubrità dell’alimento; per il Paese in via di sviluppo significa la disponibilità alimentare. Però, se noi consideriamo gli OGM che vengono coltivati nei Paesi in via di sviluppo, non sono certamente per il mangiare dell’uomo, ma per mangimi animali; poi, però, il Paese in via di sviluppo deve comprare i concimi e li viene a pagare a caro prezzo dai Paesi sviluppati. Quindi io gli OGM li vedrei bene, se rendessero più di larga disponibilità l’alimento e soprattutto se facessero scendere il prezzo del mercato alimentare.

 

D. – Attualmente, quante persone nel mondo soffrono la fame?

 

R. – I calcoli dicono che le persone cronicamente malnutrite siano circa 800 milioni e nel vertice della FAO del ’96 è stato fatto l’auspicio di diminuire questo numero e di portarlo nel 2015 alla metà. Non ci stiamo riuscendo perché non tutti i Paesi hanno unito le loro forze in questa direzione.

 

D. – Quali sono le aree geografiche più colpite da malnutrizione?

 

R. – Le aree più affamate del mondo: alcune le conosciamo tutti, sono quelle della cosiddetta ‘Africa nera’, cioè tutti i Paesi dell’Africa che stanno sotto a quelli che hanno il petrolio, quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Poi abbiamo delle sacche di fame anche nell’America del Sud, per esempio in Bolivia; qualcosa nell’America Centrale, nella stessa Asia – la Mongolia è una zona dove la fame è veramente diffusa – e l’Afghanistan.

**********

 

 

OGGI A LORETO LA FESTA PER I 50 ANNI  DI COMUNIONE E LIBERAZIONE,

IL MOVIMENTO FONDATO DA DON GIUSSANI PER RIPROPORRE AL MONDO

IL FASCINO E L’ENTUSIAMO DELL’AVVENTURA CRISTIANA

- Intervista con don Luigi Negri -

 

         Grande festa oggi a Loreto per i 50 anni di Comunione e Liberazione, il movimento ecclesiale fondato da don Luigi Giussani. All’evento partecipano 50 mila persone.  Presiede questo pomeriggio la concelebrazione eucaristica il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Al cuore di “CL” sono queste parole di don Giussani: “Il cristianesimo si identifica con un fatto - l’Avvenimento di Cristo – e non con una ideologia”. Ma come è nata Comunione e Liberazione, e cosa è oggi? Giovanni Peduto lo ha chiesto a don Luigi Negri, esponente del movimento:

 

**********

R. – E’ nata dalla percezione della scristianizzazione del mondo giovanile milanese negli anni Cinquanta e quindi dall’intendimento di far rinascere dentro l’ambiente della scuola, uno dei più significativi, una presenza cristiana. Oggi è una compagnia di educazione alla fede in oltre 70 Paesi: credo che nel mondo superiamo i 100 mila.

 

D. – Qual è il carisma di Comunione e Liberazione?

 

R. – Che l’esperienza della fede che si vive nella comunione ecclesiale diventi forma della personalità e quindi forma dell’intelligenza, del cuore e soprattutto impeto di missione.

 

D. – Cosa offre Comunione e Liberazione alla Chiesa universale?

 

R.- Una profonda consapevolezza dell’identità della fede come identità determinata dalla presenza del Signore, misteriosamente presente nella sua Chiesa. E’ un impeto a comunicare Cristo a tutti gli uomini, attraverso la testimonianza quotidiana.

 

D. – Quali sono stati i frutti di questi cinquant’anni?

 

R. – Non solo la grande dilatazione numerica, come verrebbe anzitutto in mente, ma direi la varietà di migliaia e  migliaia di vocazioni: da quelle matrimoniali a quelle religiose, a quelle dei laici consacrati che vivono nel mondo. La strada di Comunione e Liberazione è la strada del cammino della persona verso l’acquisizione piena della sua personalità e cioè della sua vocazione e così come Dio l’ha in mente.

 

D. – Una frase del fondatore, don Giussani, che riassume bene l’esperienza di Comunione e Liberazione?

 

R. – Una volta, leggendo un brano di Giovanni Paolo II, nella sua prima visita a Norcia, quella in cui celebrando San Benedetto il Papa disse “era necessario che l’eroico diventasse quotidiano, perché il quotidiano diventasse eroico”, alzò gli occhi e mi disse: “Questo è il cuore del nostro carisma”.

**********

 

 

L’IDOMENEO DI MOZART APRE QUESTA SERA A ROMA

 LA STAGIONE CONCERTISTICA DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA

- Intervista con Myung-Whun Chung -

 

Con l’esecuzione in forma di concerto dell’Idomeneo di Mozart, si apre questa sera all’Auditorium di Roma la nuova stagione concertistica dell’Accade-mia Nazionale di Santa Cecilia. Luca Pellegrini ha intervistato Myung-Whun Chung che conclude quest’anno il suo incarico come Direttore principale della famosa Orchestra:

 

**********

(musica)

 

“Violenta, sconvolgente epifania del genio teatrale mozartiano”: così il musicologo Giovanni Carli Ballala descrive “Idomeneo”, opera seria in tre atti scritta da Mozart per il Residenztheater di Monaco nel 1781, di grande impeto drammatico, meravigliosa per la ricchezza, la profondità e l’audacia delle soluzioni stilistiche ed espressive. Myung-Whun Chung dirigerà questo capolavoro inaugurando la nuova stagione dell’Accademia di Santa Cecilia all’Auditorium del Parco della Musica. Intimorito, Maestro, da tale epifania del genio mozartiano?

 

R. – Come per tutti i musicisti, quando si parla di un genio musicale – Mozart è il numero 1, qualcosa che è caduto dal cielo: invece di parlare, ha scritto musica, in maniera così naturale e perfetta. Ho diretto l’Idomeneo a Firenze e anche all’Opera di Parigi, quasi dieci anni fa, quindi è un’opera che conosco abbastanza bene ... anche se una cosa così delicata e bella si può studiare per tutta la vita ... Questa volta sarà un po’ diverso, perché presentiamo l’opera in forma di concerto, quindi si perde la scenografia ma si guadagna un po’ più di concentrazione sulla musica ‘pura’. L’opera è uno dei lavori più drammatici che Mozart abbia scritto, già l’ouverture ha una sonorità drammaticamente molto forte ...

 

D. – Maestro, il suo soggiorno romano sta volgendo al termine. Che cosa hanno rappresentato per lei questi otto anni come Direttore principale dell’Orchestra ceciliana?

 

R. – Quest’impegno è stato una responsabilità che ho sentito in maniera pesante. Credo che l’orchestra sia cresciuta molto. Devo dire che la qualità musicale dei musicisti, oggi, li rende i migliori in Italia. Devono continuare a costruire una tradizione salda, una vera tradizione musicale che sia anche umanamente sana!

 

(musica)

**********

 

=======ooo=======

 

 

 

IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 17 ottobre, 29.ma Domenica del Tempo Ordinario, la liturgia ci presenta il brano del Vangelo in cui Gesù racconta ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi. E’ la parabola del giudice disonesto che si decide a rendere giustizia ad una vedova per non essere più importunato dalla sua insistenza. Gesù spiega:

 

“E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” 

 

Su queste parole ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

**********

La religione può diventare una semplice osservanza della legge, cioè una mera regola di comportamento e di azione. E’ contro simili tentazioni che Gesù ci richiama alla preghiera incessante. Gesù, Figlio di Dio, vuole che anche noi, in lui, entriamo in questo unico, vivificante rapporto con il Padre. Il rapporto Padre-Figlio è costituito da un continuo dialogo: il Figlio domanda, il Padre si svela, si fa conoscere. Ripetere spesso un’invocazione breve, una parola di Dio imparata a memoria, gettare lo sguardo su un’immagine spirituale, cogliere nel cuore la memoria del perdono spirituale sperimentato, dell’amore di Dio che ci ha toccati. Questo significa vivere in modo personale la relazione con Dio. Così facendo, pian piano ogni cosa che succede, ogni cosa che vedo, comincio a raccontarla a Dio. Nel cuore si crea un atteggiamento costante, stabile di apertura al Signore e la preghiera, magari ripetitiva e breve, forma un cuore orante.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

16 ottobre 2004

 

 

DOPO QUASI 90 ANNI, TORNANO OGGI POMERIGGIO

A ROMA LE SPOGLIE DEL BEATO LUIGI GUANELLA.

 NUMEROSI GLI APPUNTAMENTI RELIGIOSI PER CELEBRARE L’EVENTO

 

ROMA.= Dopo quasi 90 anni di assenza, le spoglie di don Luigi Guanella torneranno oggi a Roma, dove saranno custodite fino al 19 dicembre. In questo periodo si svolgerà una serie di eventi in onore del beato, che fu sempre fedele al suo motto: “fermarsi non si può finché ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere”. L’urna con le spoglie di don Guanella arriverà a Roma al Centro di riabilitazione di Via Aurelia Antica, 446, oggi pomeriggio. Lunedì, poi, si rimetterà in viaggio per arrivare alla basilica di San Giuseppe al Trionfale, una chiesa parrocchiale da lui sognata e costruita. Lì verrà esposta alla venerazione dei fedeli sino al 16 dicembre, per poi essere trasferita nella basilica San Pancrazio, accanto alla Casa San Pio X, il primo nucleo di carità e culla delle opere delle suore guanelliane in Roma. Nella fase conclusiva delle celebrazioni, il cardinale vicario Camillo Ruini e il cardinale Crescenzio Sepe, nel pomeriggio del 19 dicembre, daranno il saluto alle reliquie del Beato, che partiranno per il santuario del Sacro Cuore di Como, la casa madre di tutta l’Opera guanelliana. Sono sette i centri operativi guanelliani presenti nella capitale italiana, di cui 3 dediti all’attività pastorale ed educativa e 4 all’assistenza e riabilitazione di oltre mille persone; 180 i centri di promozione umana gestiti dalla famiglia guanelliana nel mondo, sparsi in 20 nazioni di 4 continenti. (A.G.)

 

 

NELLE FILIPPINE, APPELLO DEI CATTOLICI PER L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE.

SECONDO LA CORTE SUPREMA DEL PAESE ASIATICO, IL 77 PER CENTO DELLE CONDANNE CAPITALI È CAUSATO DA ERRORI GIUDIZIARI

 

MANILA. = “Abrogare la pena di morte e  promuovere una nuova normativa che reprima il crimine e protegga la società, senza colpire la vita”. È quanto hanno chiesto al presidente delle Filippine, Gloria Arroyo, la Chiesa cattolica filippina e il movimento contro la pena capitale. Padre Robert Reyes, responsabile della coalizione per l’abrogazione della pena capitale, sottolinea all’agenzia ‘Asia news’ che “le attenzioni sono puntate sul prigioniero e sulla necessità di tenerlo in carcere, mentre non si presta la dovuta importanza a ciò che succede in questa società nella quale la violenza e l’ingiustizia sono istituzionalizzate”. “I detenuti che scontano la pena nel braccio della morte – denuncia il religioso – sono i testimoni concreti di una realtà sociale i cui valori sono il potere e la competizione”. Padre Reyes aggiunge che anche i criminali devono godere dei diritti umani, pur nella consapevolezza della colpa commessa: “Sia gli uomini liberi, sia i carcerati – spiega - devono poter vivere una vita dignitosa, integra e che abbia un significato”. “La pena di morte è stata reintrodotta 10 anni fa e non è cambiato nulla”, afferma Maria Socorro Diokno, segretario generale del Gruppo volontario di assistenza legale (FLAG). “L’incidenza dei crimini non è calata”, sostiene l’attivista rimarcando un dato preoccupante: secondo la Corte suprema, il 77 per cento delle condanne a morte è frutto di errori giudiziari. Nelle Filippine la pena capitale è stata reintrodotta il 1 gennaio 1994 ed è inflitta per 13 tipi di reato tra i quali corruzione, omicidio, stupro e frode per almeno 2 milioni di dollari. Associazioni per i diritti umani denunciano gravi soprusi nell’amministrazione giudiziaria: vengono segnalati, in particolare, casi di tortura nei confronti di sospetti criminali al fine di estorcerne le confessioni. (A.L.)

 

 

A BANGKOK, DOVE È IN CORSO IL CONGRESSO INTERNAZIONALE

DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DELLA STAMPA CATTOLICA, PREMIATI 34 GIORNALISTI PER IL LORO IMPEGNO IN FAVORE DEI DIRITTI UMANI

- A cura di Jean-Baptiste Sourou -

 

**********

BANGKOK.= Il Congresso internazionale dell’Ucip, in corso a Bangkok, ha vissuto un momento importante la scorsa notte con la cerimonia della premiazione dei giornalisti che si sono distinti nel loro lavoro a servizio dei diritti dell’uomo e della promozione umana. Secondo il dottor Ismar De Oliveira Soares, presidente dell’UCIP, la cerimonia della premiazione è uno dei momenti più importanti dei congressi mondiali, perché il giornalismo è sempre più un lavoro rischioso ed impegnativo perciò è importante premiare non solo chi fa bene il proprio lavoro, ma chi lo fa con coraggio e docilità all’insegnamento del Vangelo e della Chiesa. Per lui è anche un modo per far conoscere il lavoro nascosto, ma incisivo, dei giornalisti. Tra i 34 premiati di quest’anno, molti giovani provenienti da zone povere e di frontiera dove i problemi sociali sono immensi e davvero il giornalista dà voce ai senza voce. Un premio speciale è stato consegnato all’arcivescovo di Mosca Tadeusz Kondrusiewicz in occasione del decimo anniversario del settimanale cattolico “Luce del Vangelo”, un premio che costituisce un nuovo punto di partenza per il giornale. La mattinata di oggi è stata dedicata alla presentazione delle attività dell’UCIP nell’ultimo triennio. Molti i punti positivi e di crescita, ma rimangono ancora delle ombre. Si procederà oggi all’elezione del presidente dell’UCIP.

**********

 

 

IN MAURITANIA NON È POSSIBILE APRIRE SCUOLE CATTOLICHE ED EVANGELIZZARE

 LA POPOLAZIONE MUSULMANA. QUESTI I PRINCIPALI PROBLEMI ESPOSTI DAL VESCOVO DI NOUAKCHOTT, MONS. MARTIN ALBERT HAPPE, COMMENTANDO LA SITUAZIONE DELLA CHIESA NEL PAESE AFRICANO

 

NOUAKCHOTT. = “Cerchiamo di essere il volto umano di Cristo in un contesto dove i cristiani sono in forte minoranza”. Questo, secondo il vescovo di Nouakchott, mons. Martin Albert Happe, il significato della presenza della piccola comunità cattolica in Mauritania. I cattolici, nel Paese africano, sono circa 5-6 mila ma si tratta di un calcolo approssimativo vista la presenza di fedeli provenienti da Stati limitrofi. “Uno dei problemi che incontrano le fedi diverse da quella islamica - aggiunge mons. Happe - è la proibizione di fare proselitismo. I musulmani non possono convertirsi ad un’altra religione”. “Possiamo avere asili, frequentati anche da figli di genitori musulmani ma –prosegue il vescovo - la Chiesa non può aprire scuole cattoliche”.  La Chiesa, in Mauritania, è impegnata in programmi culturali quali la gestione di biblioteche ed anche in attività di assistenza sia agli immigrati che ai cittadini del Paese. La diocesi di Nouakchott  è l’unica della  Mauritania. (E.B.)

 

 

IN CILE TRE GIORNI DI LUTTO NAZIONALE PER LA MORTE, GIOVEDÌ SCORSO,

DEL CARDINALE FRESNO LARRAÍN

 

SANTIAGO. = Il governo cileno ha decretato tre giorni di lutto nazionale per la morte del cardinale Juan Francisco Fresno Larraín, deceduto giovedì scorso all’età di 90 anni. Figura chiave nella transizione del Cile dalla dittatura di Augusto Pinochet (1973-90) alla democrazia, il cardinale Fresno Larraín fu tra i principali fautori del cosiddetto ‘Acuerdo Nacional para la Transición a la Democrazia Plena’, documento del 1985 dal quale scaturì il plebiscito del 1988, perso da Pinochet. “L’esecutivo vuole dedicare un omaggio particolare al cardinale Fresno Larraín per il ruolo che, con grande modestia, con sincerità e senza alcun timore ha avuto nella difesa dei diritti umani in Cile”, ha detto il ministro dell’Interno, José Miguel Insulza. “Tutti, credenti e non, hanno un grande debito di gratitudine per quello che il cardinale Fresno Larraín ha dato al Cile, guidando la Chiesa in un momento molto difficile della nostra storia”, ha dichiarato il presidente cileno Ricardo Lagos. Le spoglie del porporato verranno trasferite domani alla cattedrale di Santiago, dove domani saranno celebrati i funerali. Giovanni Paolo II ha inviato un telegramma di cordoglio al cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo della capitale cilena. (A.L.)

 

 

SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DAL CARDINALE GROCHOLEWSKI PER IL 50.MO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE

DEL PONTIFICIO ISTITUTO REGINA MUNDI

 

ROMA. = In occasione del 50.mo anniversario della fondazione del Pontificio istituto Regina Mundi, si è svolta oggi una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Grocholewski. Cornice dell’appuntamento, la Chiesa romana di S. Ignazio di Loyola in via Caravita. L’Istituto Pontificio, situato al centro della città di Roma, è stato fondato nel 1954 da Papa Pio XII su richiesta dei suoi superiori generali. Annesso dopo il 1970 all’Università Pontificia Gregoriana, il centro offre oggi una formazione integrale, spirituale e pastorale per religiose o laiche consacrate in tre diverse lingue: inglese, francese e spagnolo. Le studentesse, accompagnate dalle direttrici in ciascuna sezione linguistica, beneficiano di un programma internazionale ispirato al cuore della Chiesa che lo arricchisce e lo sostiene. (E.B.)

 

 

=======ooo=======   

 

 

24 ORE NEL MONDO

16 ottobre 2004

 

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

E’ ancora una giornata di violenza in Iraq. Questa mattina a Baghdad, diverse bombe artigianali sono esplose nei pressi di cinque chiese, provocando solo danni materiali. Ma la tensione è palpabile in tutto il Paese del Golfo, dove si susseguono attentati ed uccisioni mirate. La cronaca della giornata da Salvatore Sabatino:

 

**********

Un attacco multiplo contro 5 chiese di Baghdad ha aperto il secondo giorno del mese islamico del Ramadan. Deflagrazioni provocate da proiettili artigianali che hanno causato solo danni materiali. Ed a poche ore dagli attacchi è giunto l’accorato appello da parte del patriarca caldeo, Mons. Emmanuel Delly, il quale ribadisce in un’intervista rilasciata ad Asianews, la ferma volontà dei cristiani di  restare nel Paese e di “costruire insieme ai fratelli musulmani un futuro di pace per il Paese”. Non solo danni, ma anche un morto ed una decina di feriti, invece, per un colpo di mortaio esploso nel giardino di un ospedale nel centro di Baghdad. Sempre nella capitale irachena un missile è stato lanciato contro un albergo, dove risiedono diplomatici e “contractors” di ditte private. L’ordigno ha colpito il parcheggio, senza tuttavia provocare vittime. Ma la situazione è ad alta tensione in tutto il Paese. Un responsabile curdo della direzione regionale dell'istruzione è stato assassinato a  colpi di arma da fuoco a Kirkuk, nel nord dell'Iraq. Tre iracheni, invece,  hanno perso la vita per l'esplosione di una bomba artigianale in una località vicina a  Baquba, a nordest di Baghdad. E a rendere la situazione più instabile anche una nuova defezione sul fronte militare: l'esercito americano ha aperto un'inchiesta su 19 riservisti che si sono rifiutati di portare a termine una missione nel Paese del Golfo. I loro familiari hanno raccontato al New York Times che si trattava di una “operazione suicida”. Gli Stati Uniti hanno invece chiesto alla Gran Bretagna l’invio di truppe per “una missione particolare in Iraq”. A riferirlo, un portavoce militare britannico a Baghdad.

**********

 

E la spirale di violenza non si spezza neppure in Afghanistan. Due soldati americani sono morti e tre sono rimasti feriti per l'esplosione di una bomba azionata a distanza nella provincia del centro-sud di Uruzgan. Poco prima cinque persone, tra cui 3 bambini, erano state uccise da un'altra bomba telecomandata esplosa vicino ad un camion che riforniva una base americana nella provincia di Kunar. Intanto, prosegue il conteggio dei voti espressi nelle consultazioni presidenziali di sabato scorso. Dopo circa 60 mila schede scrutinate il presidente ad interim, Karzai, consolida il suo ampio vantaggio sugli altri candidati.

 

Le forze armate israeliane hanno completato il ridispiegamento dalle aree palestinesi del nord della Striscia di Gaza. L’esercito dello Stato ebraico si trovava nella regione dal 29 settembre scorso per fermare gli attacchi con razzi Qassam effettuati da Hamas sui centri abitati israeliani.

 

Il leader religioso integralista indonesiano, Abu Bakar Bashir, è stato incriminato per gli attentati dell'ottobre 2002 a Bali, in Indonesia, che provocarono 202 morti. Lo ha annunciato oggi un rappresentante della procura di Giakarta. Il processo a Bashir, accusato di dirigere la Jemaah Islamiah, una rete terroristica islamica regionale accusata di essere collegata a Al Qaida, potrebbe iniziare entro due settimane.

 

E la difficile situazione internazionale sta avendo pesanti ripercussioni sull’economia mondiale. Nuovo record in salita ieri per il prezzo del petrolio. Pochi minuti prima della chiusura delle contrattazioni a New York, i futures sul petrolio con scadenza a novembre si attestano al nuovo record assoluto di 55 dollari al barile, con un aumento di 24 centesimi sulla quotazione precedente.

 

La situazione umanitaria nella regione del Darfour è drammatica e la comunità internazionale non può stare alla finestra a guardare. E’ il messaggio lanciato ieri a Ginevra da David Nabarro, responsabile dell’unità di crisi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’OMS, il quale ha precisato che sono circa 70 mila le persone che hanno perso la vita dal marzo scorso nella tormentata regione occidentale del Sudan, spiegando che la malnutrizione e le malattie portano il tasso di mortalità mensile a circa 10 mila unità. A queste cifre si sommano poi le vittime della violenza causata dal conflitto che dal 2003 insanguina la regione. Ce ne parla Giulio Albanese:

 

**********

Ancora oggi – ha spiegato ai giornalisti il funzionario dell’Agenzia dell’Onu nel corso di una conferenza stampa – nonostante l’attenzione riservata dalla stampa internazionale alla crisi e l’intervento di numerose organizzazioni umanitarie non abbiamo ottenuto le risorse di cui abbiamo bisogno per ridurre drasticamente il tasso di mortalità. Criticando la politica umanitaria di alcuni Paesi ricchi, Nabarro ha denunciato l’emergenza sottolineando che sono 1 milione e mezzo i profughi costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, cercando rifugio in territorio sudanese e nel vicino Ciad. “Per finanziare l’insieme delle operazioni dell’Onu abbiamo chiesto 300 milioni di dollari, una piccola somma se paragonata a quella prevista per l’Iraq ma finora sola la metà è giunta nelle casse dell’Onu”, ha commentato il responsabile dell’OMS, chiarendo che alcuni governi occidentali preferirebbero finanziare le azioni di Organizzazione non governative. Pur elogiando lo straordinario contributo offerto dalle Ong, Tabarro ha ricordato che la regione in questione è molto vasta e le Nazioni Unite sono chiamate a svolgere un ruolo insostituibile.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

**********

 

Doccia fredda sui rapporti tra Iran ed Europa sulla delicata questione nucleare. Teheran ha, infatti, rifiutato tutte le proposte del Vecchio Continente circa l’arresto totale del suo programma di arricchimento dell’uranio. Le autorità iraniane hanno però annunciato di essere pronte, solo a certe condizioni, ad una nuova proroga della sospensione.

 

Ci trasferiamo in Italia. Approda subito al Senato il disegno di legge di riforma della seconda parte della Costituzione, approvato ieri dalla Camera. Per il via libera definitivo del Parlamento serviranno almeno altri tre passaggi in Parlamento e l’opposizione di centro-sinistra, che ha condotto a Montecitorio una dura battaglia contraria al progetto del centro-destra, ha già anticipato il referendum abrogativo. Il servizio di Gianpiero Guadagni:

 

**********

Non potrebbero essere più divergenti le valutazioni di maggioranza e opposizione sulla riforma costituzionale che ha avuto ieri il primo via libera dalla Camera. La polemica aspra riguarda sia il metodo sia il merito del progetto. Il centro-sinistra accusa il centro-destra di aver forzato i tempi, approvando una riforma non condivisa. La Casa delle Libertà ribatte accusando l’Ulivo di aver posto solo pregiudiziali e di aver votato no in aula anche quando aveva detto sì in commissione. E quello che per la maggioranza è un federalismo equilibrato, per l’opposizione è una riforma che divide il Paese a partire dalla devolution, cioè l’attribuzione alle Regioni delle competenze esclusive su sanità, scuola e polizia locale; devolution che per il centro-destra significa invece un più corretto rapporto tra Stato e territorio. Muro contro muro anche sul premierato. Il primo ministro sarà eletto mediante collegamento con una o più liste di candidati alla Camera. Non si limiterà a dirigere, ma determinerà la politica dell’esecutivo. Per il centro-destra questo significa maggiore chiarezza e responsabilità verso i cittadini; il centro-sinistra parla invece di autoritarismo, di svuotamento del ruolo del Parlamento, oltre tutto accompagnato da un ridimensionamento dei poteri del Capo dello Stato che, secondo il nuovo testo, rappresenta la nazione, è garante della Costituzione e dell’unità federale della Repubblica. Diminuisce il numero dei parlamentari, ma c’è braccio di ferro anche sulla divisione dei compiti tra le due Camere con la nascita del Senato federale che, secondo l’opposizione, potrà solo ratificare decisioni prese altrove. Posizioni inconciliabili, dunque, che quasi certamente saranno sottoposte al giudizio dei cittadini con un referendum che seguirà la definitiva approvazione della riforma in Parlamento.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

**********

 

L’ex presidente della Costa Rica, Miguel Angel Rodriguez è stato arrestato oggi per presunte tangenti intascate da parte dell’azienda francese Alcatel e di quella spagnola Inabensa. L’ex capo di Stato è stato fermato all’aeroporto di San Josè, dov’era appena giunto da Washington. E’ stato immediatamente portato dinanzi ad un giudice, che gli ha confermato il capo d’imputazione. Rodriguez, avrebbe intascato oltre 80 mila euro in cambio della vincita di appalti pubblici da parte delle due aziende europee.

 

=======ooo=======