RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
290 - Testo della trasmissione di sabato
16 ottobre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO
I musulmani celebrano il mese di Ramadan: con noi,
padre Samir Khalil Samir
Oggi
la Giornata Mondiale dell’Alimentazione: ce ne parla Carlo Cannella
Il
Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
Dopo quasi 90 anni, tornano oggi pomeriggio a Roma le
spoglie del Beato Luigi Guanella
Nelle Filippine appello dei cattolici per l’abolizione della
pena di morte
In Cile tre giorni di lutto nazionale per la morte,
giovedì scorso, del cardinale Fresno Larraín
Appello del Patriarca caldeo Delly alla riconciliazione e alla pace in Iraq dopo l’attacco di questa mattina a 5 chiese di Baghdad. Attentati ed uccisioni in tutto il Paese del Golfo
La denuncia
dell’OMS per il Darfur: da marzo 70
mila morti e pochi fondi per aiutare i profughi
Passa al Senato la legge
sulle Riforme approvata ieri dalla Camera e la politica italiana si divide
sulle garanzie della democrazia
16
ottobre 2004
IL
PAPA CELEBRA NEL RACCOGLIMENTO IL SUO 26.MO ANNO DI PONTIFICATO,
MENTRE STATI E CITTADINI RICONOSCONO NEI MESSAGGI
AUGURALI
IL SUO IMPEGNO INSTANCABILE DI COSTRUTTORE DI
PACE.
IERI, SPETTACOLARE CONCERTO IN VATICANO
DELL’ARMATA RUSSA
- A cura di Alessandro De Carolis -
In ginocchio davanti a Dio, per
affidare a Lui il passato, il presente e il futuro del suo ministero: ciò che è
stato possibile fare per la Chiesa universale e ciò che il suo cuore ha in
serbo. Con questo spirito Giovanni Paolo II ha iniziato e proseguirà la
giornata odierna, che segna per lui il compimento del 26.mo anno di pontificato.
Mentre autorità e istituzioni internazionali di ogni orientamento e credo,
insieme ai semplici fedeli, hanno fatto affluire da ieri in Vaticano gli auguri
per l’anniversario pontificio, l’agenda ufficiale è stata tenuta libera da
particolari impegni, per lasciare al Papa spazio per la preghiera personale e
per i festeggiamenti con i suoi più stretti collaboratori. L’abbraccio con la
gente avverrà domani, al momento dell’Angelus e poi, nel pomeriggio, durante la
Messa che Giovanni Paolo II presiederà in San Pietro per l’inizio dell’Anno
dell’Eucaristia. Un giorno dedicato al raccoglimento, dunque, come conferma il
direttore della Sala stampa vaticana, Joaquín Navarro Valls, intervistato da
Alessandro De Carolis:
**********
R. – E’ una giornata, per il
Santo Padre, tutta rivolta a Dio. Il Papa, in questa data – così come negli
anni precedenti e naturalmente anche oggi – celebra due Messe: una Messa al
mattino, di ringraziamento a Dio non solamente per questi molti anni di
pontificato, ma soprattutto per tutto quello che si è fatto in questi 26 anni:
un bilancio enorme per tutto il mondo. Poi, nel pomeriggio, intorno all’ora in
cui Karol Wojtyla fu eletto Papa - cioè intorno alle sei del pomeriggio –
Giovanni Paolo II celebra una seconda Messa, sempre nella sua cappella privata,
per mettere a disposizione di Dio ciò che Egli vorrà per il futuro: quindi i
programmi, le iniziative, il lavoro pastorale che d’ora in poi si potrà
compiere.
D. – In questo importante giorno
di ricorrenza, sono moltissimi i messaggi d’auguri che stanno arrivando al
Papa...
R. – Stanno arrivando da tutto
il mondo: tutte le personalità, tutte le istituzioni inviano un loro messaggio
augurale. E poi ci sono migliaia e migliaia di messaggi di gente comune, di
cattolici o non cattolici - alcuni non sono nemmeno cristiani - che ringraziano
il Papa, e qui c’è quasi una costante, per il suo insegnamento su temi
specifici come la pace, la famiglia, il dialogo, la tolleranza, la dignità
umana ... Questo ritorna continuamente in molti di questi messaggi di persone
che non hanno rilevanza internazionale, ma sono importanti come tali.
D. – L’inizio del 27.mo anno di
pontificato coincide con l’inizio dell’Anno dell’Eu-caristia. Come sta
preparandosi il Pontefice a questo avvenimento?
R. – E’ stata una preparazione,
direi, che è partita da lontano. Si tratta di uno dei grandi temi della fede
cristiana, quello centrale, quello essenziale, che il Papa intende si viva in
tutta la Chiesa con particolare devozione, con particolare consapevolezza della
centralità dell’Eucaristia nella vita cristiana.
D. – La guerra in Iraq, le
radici cristiane d’Europa, le ambiguità del momento sulla figura e il ruolo
della famiglia: qualcuno potrebbe pensare che le prese di posizione del Papa su
queste grandi problematiche siano state ultimamente coronate da altrettanti
insuccessi...
R. – Io direi che è esattamente
il contrario, anche se affermarlo può sembrare, a prima vista, un po’ ingenuo.
Lei menzionava questi tre grandi temi. Certo, il Papa si è impegnato in prima
persona, con tenacia, per far valere principi che sembra non siano stati del
tutto ascoltati. E invece, tutte queste occasioni sono state altrettante
opportunità in cui l’audacia, l’insistenza del magistero del Papa hanno
contribuito ad aumentare la sensibilità etica della gente.
**********
Ieri sera, intanto, in onore e
alla presenza di Giovanni Paolo II, il coro dell’Armata Russa ha offerto uno
spettacolare concerto in Vaticano. Lo storico evento ha portato suoni, danze e
suggestioni della cultura russa l’Aula Paolo VI, per l’occasione illuminata da
Vittorio Storaro, tre volte premio Oscar, e trasformata nella parte scenografica dallo
scultore Mario Ceroli. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
**********
Un’aula Paolo VI,
inizialmente avvolta dall’ombra e dal silenzio, ha accolto l’ingesso del Papa
illuminato da un sempre più intenso fascio di luci. Quindi c’è stato un augurio
particolarmente coinvolgente rivolto a Giovanni Polo II dai coristi dell’Armata
Russa:
“Hurrà! Hurrà! Hurrà!”.
Un’esplosione
di voci e canti ha dominato la serata. Il repertorio proposto dall’ideatore
dell’intero progetto, il produttore Andrea Andermann, ha composto un ricco mosaico
musicale formato da suggestivi tasselli che hanno rappresentato i molteplici aspetti
della Russia, Paese molto caro al Papa. Tra il fascino delle uniformi militari,
i brani del folklore russo e le tradizionali musiche che raccontano la storia
cosacca si sono elevate anche le note del “Va Pensiero”, famoso brano estratto
dall’opera del Nabucco e simbolo della lotta contro qualsiasi forma di
totalitarismo. Il Papa ha ringraziato quanti hanno partecipato alla
realizzazione di questo evento artistico impreziosito da danze e balletti.
“Огромное
спасибо за
все это ...” ...
“Grazie
per tutto questo, carissimi amici del Coro e dell'Orchestra dell’Armata
Russa”.
Attraverso musiche, canti e danze tradizionali – ha
spiegato il Papa – c’è stato offerto un repertorio folkloristico in
cui si rispecchia l’indole più schietta del nobile Popolo russo. Il Santo Padre ha anche invocato
la protezione della “Madre di Dio” di Kazan, la cui icona è recentemente tornata
in Russia. Il coro dell’Armata Russa, ha proposto anche un inatteso fuori programma, una tipica
canzone polacca.
(canto polacco)
**********
Come detto - e con
maggiore insistenza rispetto al passato – i messaggi d’auguri inviati al Papa
si caratterizzano per una nota ricorrente: il riconoscimento dell’importanza
giocata dagli insegnamenti e dai richiami di Giovanni Paolo II nel contesto
delle grandi questioni internazionali. Nazioni e singoli individui hanno trovato,
in molti casi, accenti simili nel ringraziare il Papa per quanto dice e fa in
favore dell’uomo, della giustizia, del dialogo e della pace. In proposito,
ascoltiamo la nota del nostro direttore generale, padre Pasquale Borgomeo:
**********
Costruttore
e profeta di pace, Giovanni Paolo II non è pacifista. Né lo è la Chiesa che
egli mobilita per la grande causa della pace. Con tutto il rispetto che può
avere per il pacifismo quando esso non è strumentale e quindi partigiano, la
Chiesa non è pacifista: è molto di più. La Chiesa di Giovanni Paolo II
costruisce la pace per vie interne, nelle menti e nei cuori degli uomini.
La Chiesa che il Papa guida non
è solo un alto magistero morale, una sentinella vigile e sollecita delle sorti
dell’umanità, essa è anche testimone operante di solidarietà umana grazie alle
migliaia e migliaia di uomini e di donne che ogni giorno, in ogni angolo del
pianeta costruiscono pace, seminano, anche a rischio della vita, cultura di
pace. Sono uomini e donne che silenziosamente pregano e operano, animati da
grande fede e da concreta generosità, ed è naturale che per costruire la pace
del mondo credano molto più efficace l’intelligenza del cuore che non le armi
cosiddette intelligenti. Sono le divisioni del Papa, sono un silenzioso
esercito di pace al quale il Successore di Pietro dà voce e sostegno e che a
sua volta conferisce al magistero del Papa sulla pace un’autorevolezza che va
anche al di là del rispetto per la sua missione e dell’ammirazione per la sua
persona. Senza essere pacifista, e facendosi interprete dell’anelito alla pace
dell’intera umanità, il Papa è la sola figura pubblica sulla scena mondiale
che, non condizionato da alcun interesse di parte, nella piena libertà del
profeta che parla in nome di Dio, spinto dall’amore per Cristo e dalla sollecitudine
per il destino di ogni uomo senza distinzione, possa indicare credibilmente a
grandi e piccoli il cammino della pace.
Ed è proprio nei momenti critici, come quello che
stiamo vivendo, che appare con clamorosa evidenza quanto il pontificato di
Giovanni Paolo II abbia rotto l’assedio che il pensiero laicista poneva alla
Chiesa, confinandola nello spazio che va dalla sagrestia al sagrato, ed
escludendola dai grandi problemi della città secolare. Purtroppo, come spesso
nella storia dell’umanità il Profeta di pace è rimasto inascoltato: e che i
fatti gli diano ragione con una evidenza abbacinante, non può che aggiungere
dolore a dolore per il suo cuore di Padre. Ma, nonostante tutto, nell’ora
oscura che stiamo attraversando, Egli continua a credere e pregare e soffrire
per la pace del mondo. Egli continua a dare voce e sostegno all’aspirazione profonda
e universale di ogni essere umano verso la pace. Egli continua a testimoniare
nella debolezza della sua carne e nella forza del suo Spirito la sua fede nel
Cristo Redentore dell’uomo, la sua passione per l’uomo, via della Chiesa, continua
a dare a tutti noi speranza di una umanità nuova, dove regni giustizia,
dialogo, perdono, solidarietà.
Anche se ammalato e sofferente
Giovanni Paolo II è un faro che brilla nel buio del nostro presente.
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DOMANI
NELLA BASILICA VATICANA, SOLENNE CELEBRAZIONE DEL PAPA
PER L’APERTURA DELL’ANNO
DELL’EUCARISTIA. L’EVENTO COINCIDE
CON LA CHIUSURA A GUADALAJARA, IN
MESSICO,
DEL 48.MO CONGRESSO INTERNAZIONALE
EUCARISTICO
- Servizio di padre Pedro
Rodriguez -
L’Eucaristia sia riscoperta da
tutta la comunità cristiana, come “cuore della domenica” ed ispiratrice di
solidarietà e di pace. E’ la viva esortazione di Giovanni Paolo II contenuta
nella Lettera Apostolica Mane Nobiscum Domine, pubblicata in questi
giorni e dedicata all’Anno dell’Eucaristia, che inizia domani con un rito
solenne, presieduto dal Pontefice, nella Basilica di San Pietro, alle ore
17.30. Nel corso della celebrazione verrà stabilito un video-collegamento con i
partecipanti al 48.mo Congresso eucaristico internazionale di Guadalajara,
riuniti nello Stadio Jalisco per la solenne celebrazione presieduta dal Legato
Pontificio, il cardinale Tomko, a chiusura dell’evento. Per una cronaca dei
lavori di ieri al Congresso Eucaristico, il servizio del nostro inviato padre
Pedro Rodriguez:
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Come frutto del 48.mo Congresso
eucaristico internazionale, da ieri ha iniziato la sua attività la Fondazione
José Garibi Rivera, destinata a dare una mano ai poveri che vogliono
intraprendere qualche attività commerciale. E’, questa, un’opera di carità che
porta il nome del primo cardinale messicano e tocca l’ambito sociale e fa parte
del tema della quinta giornata del Congresso, appunto, “L’Eucaristia, esigenza
e modello di conversione”.
La giornata è cominciata con la
concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Joachim Meisner,
arcivescovo di Colonia, in Germania. La catechesi pubblica è stata guidata dal
cardinale Carlos Amigo Vallejo. Cristo è la nostra unica verità: Lui è la
Verità. Lui ci offre un’autentica conoscenza delle realtà di questo mondo e la
speranza di un cielo nuovo e di una terra nuova. Mentre stiamo camminando in
attesa del mondo futuro, ci incontriamo con Cristo nell’Eucaristia e con i
fratelli che percorrono lo stesso itinerario del pellegrinaggio sulla terra.
Alle
ore 19 si è celebrata la liturgia penitenziale in tutte le parrocchie e nei
centri linguistici; alle 21, tutti i congressisti hanno partecipato alla veglia
mondiale di adorazione notturna. Ai nostri microfoni, oggi, la testimonianza di
Elisabetta Baldoni:
“Sono della diocesi di Bologna. Le prime impressioni da questo Congresso
sono una grande esplosione di gioia e di fede eucaristica, cosa a cui – sinceramente
– non siamo abituati. Per quanto mi riguarda, mi sto interrogando sulla mia
vita di laica: che cosa posso portare a casa? Che cosa posso trarre da questi
insegnamenti, dalle manifestazioni che qui vedo? Credo che il grosso
insegnamento sia quello di dover riscoprire una grande fede nella presenza
reale di Gesù e da qui far ripartire tutta la nostra azione, ripensare un po’
tutto il nostro agire”.
Intanto, mentre il Congresso
eucaristico si avvia a chiudersi, la Chiesa messicana è in lutto per la morte -
nella notte dopo una lunga malattia - di mons. Adolfo
Hernández Hurtado, vescovo ausiliare emerito dell’arcidiocesi di Guadalajara.
Aveva 84 anni; i funerali si svolgeranno oggi alle ore 11 nella cattedrale
cittadina.
Da Città di Guadalajara, per la
Radio Vaticana, Padre Pedro Rodríguez.
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NOMINE
Il Papa
ha nominato Ordinario militare per la Polonia mons. Tadeusz Płoski, del clero dell’arcidiocesi di Warmia e
cancelliere del medesimo Ordinariato militare. Nato nel 1956 a Lidzbark
Warminski, nella diocesi di Warmia, è stato ordinato sacerdote nel 1982.
Il Santo Padre ha accettato le
dimissioni, presentate per ragioni di salute, da mons. Piero Biggio
dall’incarico di nunzio apostolico in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e
Norvegia ed ha nominato suo successore mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo di
Torcello, finora nunzio apostolico in Kenya.
GLI STATI SVILUPPATI, A RISCHIO PER IL CALO
DEMOGRAFICO CHE LI HA COLPITI,
ADOTTINO POLITICHE IN GRADO DI PROMUOVERE LO
SVILUPPO DEI PAESI POVERI,
OFFRENDO OPPORTUNITA’ DI LAVORO E DI CRESCITA AGLI
IMMIGRATI
- A cura di Alessandro De Carolis -
Si allarga la distanza tra
ricchi e poveri del mondo, aumenta la rilevanza sociale del fenomeno
migratorio, sono a rischio i Paesi industrializzati dove le nascite sono in
netto calo. Tre argomenti scottanti, affrontati due giorni fa a New York
dall’osservatore della Santa Sede all’Onu, l’arcivescovo Celestino Migliore,
nell’intervento alla 59.ma Assemblea generale delle Nazioni Unite.
A dieci anni dalla Conferenza
internazionale su Popolazione e Sviluppo (ICPD) del Cairo, il presule ha
attribuito “un elevato significato” al fatto che il divario tra i ricchi e i
poveri del mondo si stia “allargando”. Un problema che costituisce una
potenziale minaccia alla pace, giacché, ha osservato, “tutte le giuste
preoccupazioni circa la popolazione umana sono inestricabilmente collegate allo
sviluppo e alla crescita di ogni essere umano”. E qui, mons. Migliore ha
parlato del legame tra emigrazione e sviluppo, già affrontato nell’assise
egiziana, il quale - ancor più a distanza di dieci anni - è percepito come una
“sfida di grande portata”, legata a “sviluppo e povertà e a sicurezza a livello
finanziario e sanitario”. Gli immigrati che - ha osservato il presule - sono
ora considerati “agenti dinamici di sviluppo” devono poter contare su Stati e
legislazioni in grado di “creare nuove opportunità di lavoro nei luoghi in cui
la gente vive”.
Passando poi alla questione
dell’oggettivo calo di nascite nelle nazioni industrializzate, l’osservatore
vaticano ha definito tale declino “una seria minaccia” di quei Paesi. “La Santa
Sede – ha affermato – continua a seguire questi argomenti con attenzione”,
schierandosi per uno “sviluppo integrale” delle persone e delle società, che
non privilegi solo l’aspetto economico e dell’accumulo dei beni. I programmi di
sviluppo, ha detto, devono rispettare “l’eredità culturale di popoli e
Nazioni”: più saggio sarebbe quindi formulare politiche sulla popolazione che
promuovano “un tipo responsabile di libertà personale, anziché uno definito in
modo troppo approssimativo”. Da questo, ha concluso, deriva il dovere di salvaguardare
la famiglia, assicurando a marito e moglie la libertà di “decidere responsabilmente”,
“liberi da ogni tipo di coercizione legale o sociale”, il numero di figli che
si vogliono avere”. Le coppie che decidono di avere delle famiglie numerose
“devono essere sostenute”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina il titolo “Nel XXVI anniversario dell’elezione Giovanni Paolo
II inaugura l’Anno dell’Eucaristia”.
Nelle
vaticane, le parole del Santo Padre al termine del Concerto, in Vaticano,
dell'Armata Russa offerto in occasione della ricorrenza del Pontificato.
L’omelia
del cardinale Renato Raffaele Martino nella concelebrazione eucaristica per
l’apertura dell’Anno Accademico della Pontificia Università Salesiana.
Una
pagina in occasione del X anniversario della beatificazione di Madre Giuseppina
Vannini, fondatrice delle Figlie di San Camillo.
Nelle
estere, un documento della Santa Sede sulla clonazione umana: l’elaborazione di
un progetto di proibizione internazionale e globale della clonazione umana
appartiene alla missione e al mandato delle Nazioni Unite.
Nella
pagina culturale, un elzeviro di Mario Gabriele Giordano in merito ai Nobel per
la letteratura.
Il
titolo dell’articolo è “Un processo degenerativo”.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.
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16
ottobre 2004
I MUSULMANI CELEBRANO IL MESE
DI RAMADAN
- Con noi, padre Samir Khalil Samir -
E'
cominciato ufficialmente ieri il Ramadan, il mese sacro di digiuno e preghiera
per i musulmani, il nono del calendario islamico. Due le feste più importanti:
la notte del destino, lailat alqadr, in cui i musulmani celebrano la
prima rivelazione del Corano a Maometto, e la fine del digiuno, ‘Id al-fitr.
Il periodo di sacrificio cade però in un momento in cui il mondo è ancora
afflitto dalle guerre. Se a Gerusalemme le preghiere di oltre centomila fedeli
musulmani confluiti ieri sulla Spianata delle moschee si sono concluse senza
disordini, l’inizio del Ramadan è stato macchiato dal sangue in Paesi come Iraq
e Afghanistan. Che significato ha dunque il mese sacro per l’Islam in Paesi
tutt’oggi attraversati dalle violenze? Giada Aquilino lo ha chiesto a padre
Samir Khalil Samir, docente di Storia della cultura araba e Islam
all’università Saint Joseph di Beirut:
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R. – Il Ramadan, ovunque nel
mondo musulmano, ha un significato molto bello, essenzialmente spirituale, ma
anche di comunione. Il senso del Ramadan incita ad arrivare ad una spiritualizzazione
della vita, a pensare all’altro: dovrebbe dunque aiutare a una più grande
comprensione. Il problema è che i terroristi non sono persone che hanno
raggiunto tale profondità spirituale.
D. – Il terrorismo
internazionale punta allo scontro tra religioni. Qual è la risposta da dare?
R.- L’obiettivo di questi
terroristi non sono gli ebrei o i cristiani: può accadere accidentalmente. In
realtà hanno altri scopi, che sono politici. Allora: rifiutiamo il terrorismo.
Diciamo che è inaccettabile come metodo. Cerchiamo di risolvere il problema con
la diplomazia e il dialogo, per far capire perché c’è questa situazione
ingiusta.
D. – Eppure, in alcuni Paesi a
maggioranza musulmana, i cristiani continuano a non vedere rispettata la loro
libertà religiosa…
R. – Di nuovo: non c’è altra
strada che il dialogo, per arrivare a capire qual è oggi la visione del
pluralismo religioso all’interno di ogni Stato.
D.- Qual è il messaggio dei
cristiani ai musulmani, per il mese di Ramadan?
R. – Abbiamo un messaggio comune
da dare a tutti quelli che credono in Dio o, più semplicemente, che credono nei
valori spirituali: la spiritualità ha la precedenza sulle ragioni politiche.
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OGGI LA GIORNATA MONDIALE
DELL’ALIMENTAZIONE
- Intervista con Carlo Cannella -
“Per centrare l’obiettivo di un’adeguata sicurezza alimentare è
necessaria una corretta gestione delle diversità biologiche, garantendo la
sopravvivenza delle numerose specie animali e vegetali”. Queste le parole di
Giovanni Paolo II nel messaggio al direttore generale della FAO, Jacques Diouf,
in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, che quest’anno ha per
tema: “La biodiversità per la sicurezza alimentare”. Al microfono di Roberta
Moretti, il prof. Carlo Cannella, docente di Scienza dell’Alimentazione
all’Università “La Sapienza” di Roma:
**********
R. –
L’uomo ha sperimentato utili per la sua alimentazione più di 7 mila piante ma
oggi tre piante – riso, mais e frumento – forniscono il 60 per cento delle
calorie di ciò che mangiamo. Per preservare la diversità biologica, bisogna
innanzitutto non monopolizzare le produzioni, bisogna lasciare un interesse
commerciale del piccolo produttore dei Paesi in via di sviluppo, per esempio,
nella produzione dei cosiddetti cereali minori: il miglio, l’orzo, il sorgo, la
segale che per alcuni Paesi in via di sviluppo sono una risorsa importante
perché crescono solo in quelle fasce, se poi noi a quelle popolazioni portiamo
le nostre eccedenze alimentari di frumento, di mais o di riso, certamente noi
soffochiamo quel minimo di guadagno che il contadino indigeno sperava di fare
con la sua fatica.
D. –
La diffusione di prodotti geneticamente modificati, i cosiddetti OGM, come
influisce sulla sicurezza alimentare mondiale?
R. –
Innanzitutto, dobbiamo ricordare che per noi la sicurezza ha un significato di
salubrità dell’alimento; per il Paese in via di sviluppo significa la disponibilità
alimentare. Però, se noi consideriamo gli OGM che vengono coltivati nei Paesi
in via di sviluppo, non sono certamente per il mangiare dell’uomo, ma per
mangimi animali; poi, però, il Paese in via di sviluppo deve comprare i concimi
e li viene a pagare a caro prezzo dai Paesi sviluppati. Quindi io gli OGM li
vedrei bene, se rendessero più di larga disponibilità
l’alimento e soprattutto se facessero scendere il prezzo del mercato alimentare.
D. – Attualmente, quante persone
nel mondo soffrono la fame?
R. – I calcoli dicono che le
persone cronicamente malnutrite siano circa 800 milioni e nel vertice della FAO
del ’96 è stato fatto l’auspicio di diminuire questo numero e di portarlo nel
2015 alla metà. Non ci stiamo riuscendo perché non tutti i Paesi hanno unito le
loro forze in questa direzione.
D. – Quali sono le aree
geografiche più colpite da malnutrizione?
R. – Le aree più affamate del
mondo: alcune le conosciamo tutti, sono quelle della cosiddetta ‘Africa nera’,
cioè tutti i Paesi dell’Africa che stanno sotto a quelli che hanno il petrolio,
quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Poi abbiamo delle sacche di fame
anche nell’America del Sud, per esempio in Bolivia; qualcosa nell’America
Centrale, nella stessa Asia – la Mongolia è una zona dove la fame è veramente
diffusa – e l’Afghanistan.
**********
OGGI A LORETO LA FESTA
PER I 50 ANNI DI COMUNIONE E
LIBERAZIONE,
IL MOVIMENTO FONDATO DA DON GIUSSANI PER
RIPROPORRE AL MONDO
IL FASCINO E L’ENTUSIAMO DELL’AVVENTURA CRISTIANA
- Intervista con don Luigi Negri -
Grande festa oggi a Loreto per i 50 anni di Comunione e
Liberazione, il movimento ecclesiale fondato da don Luigi Giussani. All’evento
partecipano 50 mila persone. Presiede
questo pomeriggio la concelebrazione eucaristica il cardinale Crescenzio Sepe,
prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Al cuore di
“CL” sono queste parole di don Giussani: “Il cristianesimo si identifica con un
fatto - l’Avvenimento di Cristo – e non con una ideologia”. Ma come è nata
Comunione e Liberazione, e cosa è oggi? Giovanni Peduto lo ha chiesto a don
Luigi Negri, esponente del movimento:
**********
R. – E’ nata dalla percezione
della scristianizzazione del mondo giovanile milanese negli anni Cinquanta e
quindi dall’intendimento di far rinascere dentro l’ambiente della scuola, uno
dei più significativi, una presenza cristiana. Oggi è una compagnia di
educazione alla fede in oltre 70 Paesi: credo che nel mondo superiamo i 100
mila.
D. – Qual è il carisma di
Comunione e Liberazione?
R. – Che l’esperienza della fede
che si vive nella comunione ecclesiale diventi forma della personalità e quindi
forma dell’intelligenza, del cuore e soprattutto impeto di missione.
D. – Cosa offre Comunione e
Liberazione alla Chiesa universale?
R.- Una profonda consapevolezza
dell’identità della fede come identità determinata dalla presenza del Signore,
misteriosamente presente nella sua Chiesa. E’ un impeto a comunicare Cristo a
tutti gli uomini, attraverso la testimonianza quotidiana.
D. – Quali sono stati i frutti
di questi cinquant’anni?
R. – Non solo la grande
dilatazione numerica, come verrebbe anzitutto in mente, ma direi la varietà di
migliaia e migliaia di vocazioni: da
quelle matrimoniali a quelle religiose, a quelle dei laici consacrati che
vivono nel mondo. La strada di Comunione e Liberazione è la strada del cammino
della persona verso l’acquisizione piena della sua personalità e cioè della sua
vocazione e così come Dio l’ha in mente.
D. – Una frase del fondatore,
don Giussani, che riassume bene l’esperienza di Comunione e Liberazione?
R. – Una volta, leggendo un
brano di Giovanni Paolo II, nella sua prima visita a Norcia, quella in cui
celebrando San Benedetto il Papa disse “era necessario che l’eroico diventasse
quotidiano, perché il quotidiano diventasse eroico”, alzò gli occhi e mi disse:
“Questo è il cuore del nostro carisma”.
**********
L’IDOMENEO DI MOZART APRE QUESTA SERA A
ROMA
LA
STAGIONE CONCERTISTICA DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA
- Intervista con Myung-Whun Chung -
Con l’esecuzione in forma di concerto dell’Idomeneo di
Mozart, si apre questa sera all’Auditorium di Roma la nuova stagione
concertistica dell’Accade-mia Nazionale di Santa Cecilia. Luca Pellegrini ha
intervistato Myung-Whun Chung che conclude quest’anno il suo incarico come
Direttore principale della famosa Orchestra:
**********
(musica)
“Violenta, sconvolgente epifania del genio teatrale mozartiano”:
così il musicologo Giovanni Carli Ballala descrive “Idomeneo”, opera seria in
tre atti scritta da Mozart per il Residenztheater di Monaco nel 1781, di grande
impeto drammatico, meravigliosa per la ricchezza, la profondità e l’audacia
delle soluzioni stilistiche ed espressive. Myung-Whun Chung dirigerà questo
capolavoro inaugurando la nuova stagione dell’Accademia di Santa Cecilia
all’Auditorium del Parco della Musica. Intimorito, Maestro, da tale epifania
del genio mozartiano?
R. – Come per tutti i musicisti,
quando si parla di un genio musicale – Mozart è il numero 1, qualcosa che è
caduto dal cielo: invece di parlare, ha scritto musica, in maniera così
naturale e perfetta. Ho diretto l’Idomeneo a Firenze e anche all’Opera
di Parigi, quasi dieci anni fa, quindi è un’opera che conosco abbastanza bene
... anche se una cosa così delicata e bella si può studiare per tutta la vita
... Questa volta sarà un po’ diverso, perché presentiamo l’opera in forma di
concerto, quindi si perde la scenografia ma si guadagna un po’ più di
concentrazione sulla musica ‘pura’. L’opera è uno dei lavori più drammatici che
Mozart abbia scritto, già l’ouverture ha una sonorità drammaticamente molto
forte ...
D. – Maestro, il suo soggiorno romano sta volgendo al
termine. Che cosa hanno rappresentato per lei questi otto anni come Direttore
principale dell’Orchestra ceciliana?
R. – Quest’impegno è stato una
responsabilità che ho sentito in maniera pesante. Credo che l’orchestra sia
cresciuta molto. Devo dire che la qualità musicale dei musicisti, oggi, li
rende i migliori in Italia. Devono continuare a costruire una tradizione salda,
una vera tradizione musicale che sia anche umanamente sana!
(musica)
**********
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Domani, 17 ottobre, 29.ma
Domenica del Tempo Ordinario, la liturgia ci presenta il brano del Vangelo in
cui Gesù racconta ai discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre,
senza stancarsi. E’ la parabola del giudice disonesto che si decide a rendere
giustizia ad una vedova per non essere più importunato dalla sua insistenza.
Gesù spiega:
“E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno
e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro
giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede
sulla terra?”
Su queste parole ascoltiamo il commento del teologo gesuita
padre Marko Ivan Rupnik:
**********
La religione può diventare una semplice osservanza
della legge, cioè una mera regola di comportamento e di azione. E’ contro
simili tentazioni che Gesù ci richiama alla preghiera incessante. Gesù, Figlio
di Dio, vuole che anche noi, in lui, entriamo in questo unico, vivificante
rapporto con il Padre. Il rapporto Padre-Figlio è costituito da un continuo
dialogo: il Figlio domanda, il Padre si svela, si fa conoscere. Ripetere spesso
un’invocazione breve, una parola di Dio imparata a memoria, gettare lo sguardo
su un’immagine spirituale, cogliere nel cuore la memoria del perdono spirituale
sperimentato, dell’amore di Dio che ci ha toccati. Questo significa vivere in
modo personale la relazione con Dio. Così facendo, pian piano ogni cosa che
succede, ogni cosa che vedo, comincio a raccontarla a Dio. Nel cuore si crea un
atteggiamento costante, stabile di apertura al Signore e la preghiera, magari
ripetitiva e breve, forma un cuore orante.
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16
ottobre 2004
DOPO QUASI 90 ANNI, TORNANO OGGI POMERIGGIO
A ROMA LE SPOGLIE DEL BEATO LUIGI GUANELLA.
NUMEROSI GLI
APPUNTAMENTI RELIGIOSI PER CELEBRARE L’EVENTO
ROMA.=
Dopo quasi 90 anni di assenza, le spoglie di don Luigi Guanella torneranno oggi
a Roma, dove saranno custodite fino al 19 dicembre. In questo periodo si
svolgerà una serie di eventi in onore del beato, che fu sempre fedele al suo
motto: “fermarsi non si può finché ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui
provvedere”. L’urna con le spoglie di don Guanella arriverà a Roma al Centro di
riabilitazione di Via Aurelia Antica, 446, oggi pomeriggio. Lunedì, poi, si
rimetterà in viaggio per arrivare alla basilica di San Giuseppe al Trionfale,
una chiesa parrocchiale da lui sognata e costruita. Lì verrà esposta alla
venerazione dei fedeli sino al 16 dicembre, per poi essere trasferita nella
basilica San Pancrazio, accanto alla Casa San Pio X, il primo nucleo di carità
e culla delle opere delle suore guanelliane in Roma. Nella fase conclusiva
delle celebrazioni, il cardinale vicario Camillo Ruini e il cardinale
Crescenzio Sepe, nel pomeriggio del 19 dicembre, daranno il saluto alle
reliquie del Beato, che partiranno per il santuario del Sacro Cuore di Como, la
casa madre di tutta l’Opera guanelliana. Sono sette i centri operativi
guanelliani presenti nella capitale italiana, di cui 3 dediti all’attività
pastorale ed educativa e 4 all’assistenza e riabilitazione di oltre mille persone;
180 i centri di promozione umana gestiti dalla famiglia guanelliana nel mondo,
sparsi in 20 nazioni di 4 continenti. (A.G.)
NELLE
FILIPPINE, APPELLO DEI CATTOLICI PER L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE.
SECONDO LA
CORTE SUPREMA DEL PAESE ASIATICO, IL 77 PER CENTO DELLE CONDANNE CAPITALI È
CAUSATO DA ERRORI GIUDIZIARI
MANILA.
= “Abrogare la pena di morte e promuovere una nuova normativa che reprima
il crimine e protegga la società, senza colpire la vita”. È quanto hanno
chiesto al presidente delle Filippine, Gloria Arroyo, la Chiesa cattolica
filippina e il movimento contro la pena capitale. Padre Robert Reyes,
responsabile della coalizione per l’abrogazione della pena capitale, sottolinea
all’agenzia ‘Asia news’ che “le attenzioni sono puntate sul prigioniero e sulla
necessità di tenerlo in carcere, mentre non si presta la dovuta importanza a
ciò che succede in questa società nella quale la violenza e l’ingiustizia sono
istituzionalizzate”. “I detenuti che scontano la pena nel braccio della morte –
denuncia il religioso – sono i testimoni concreti di una realtà sociale i cui
valori sono il potere e la competizione”. Padre Reyes aggiunge che anche i
criminali devono godere dei diritti umani, pur nella consapevolezza della colpa
commessa: “Sia gli uomini liberi, sia i carcerati – spiega - devono poter
vivere una vita dignitosa, integra e che abbia un significato”. “La pena di
morte è stata reintrodotta 10 anni fa e non è cambiato nulla”, afferma Maria
Socorro Diokno, segretario generale del Gruppo volontario di assistenza legale
(FLAG). “L’incidenza dei crimini non è calata”, sostiene l’attivista rimarcando
un dato preoccupante: secondo la Corte suprema, il 77 per cento delle condanne
a morte è frutto di errori giudiziari. Nelle Filippine la pena capitale è stata
reintrodotta il 1 gennaio 1994 ed è inflitta per 13 tipi di reato tra i quali
corruzione, omicidio, stupro e frode per almeno 2 milioni di dollari.
Associazioni per i diritti umani denunciano gravi soprusi nell’amministrazione
giudiziaria: vengono segnalati, in particolare, casi di tortura nei confronti
di sospetti criminali al fine di estorcerne le confessioni. (A.L.)
A BANGKOK, DOVE È IN CORSO IL CONGRESSO
INTERNAZIONALE
DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DELLA STAMPA CATTOLICA,
PREMIATI 34 GIORNALISTI PER IL LORO IMPEGNO IN FAVORE DEI DIRITTI UMANI
- A cura di
Jean-Baptiste Sourou -
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BANGKOK.=
Il Congresso internazionale dell’Ucip, in corso a Bangkok, ha vissuto un
momento importante la scorsa notte con la cerimonia della premiazione dei
giornalisti che si sono distinti nel loro lavoro a servizio dei diritti
dell’uomo e della promozione umana. Secondo il dottor Ismar De Oliveira Soares,
presidente dell’UCIP, la cerimonia della premiazione è uno dei momenti più
importanti dei congressi mondiali, perché il giornalismo è sempre più un lavoro
rischioso ed impegnativo perciò è importante premiare non solo chi fa bene il
proprio lavoro, ma chi lo fa con coraggio e docilità all’insegnamento del Vangelo
e della Chiesa. Per lui è anche un modo per far conoscere il lavoro nascosto,
ma incisivo, dei giornalisti. Tra i 34 premiati di quest’anno, molti giovani
provenienti da zone povere e di frontiera dove i problemi sociali sono immensi
e davvero il giornalista dà voce ai senza voce. Un premio speciale è stato
consegnato all’arcivescovo di Mosca Tadeusz Kondrusiewicz in occasione del
decimo anniversario del settimanale cattolico “Luce del Vangelo”, un premio che
costituisce un nuovo punto di partenza per il giornale. La mattinata di oggi è
stata dedicata alla presentazione delle attività dell’UCIP nell’ultimo
triennio. Molti i punti positivi e di crescita, ma rimangono ancora delle
ombre. Si procederà oggi all’elezione del presidente dell’UCIP.
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IN MAURITANIA NON È
POSSIBILE APRIRE SCUOLE CATTOLICHE ED EVANGELIZZARE
LA
POPOLAZIONE MUSULMANA. QUESTI I PRINCIPALI PROBLEMI ESPOSTI DAL VESCOVO DI
NOUAKCHOTT, MONS. MARTIN ALBERT HAPPE, COMMENTANDO LA SITUAZIONE DELLA CHIESA
NEL PAESE AFRICANO
NOUAKCHOTT. = “Cerchiamo di
essere il volto umano di Cristo in un contesto dove i cristiani sono in forte
minoranza”. Questo, secondo il vescovo di Nouakchott, mons. Martin Albert
Happe, il significato della presenza della piccola comunità cattolica in
Mauritania. I cattolici, nel Paese africano, sono circa 5-6 mila ma si tratta
di un calcolo approssimativo vista la presenza di fedeli provenienti da Stati
limitrofi. “Uno dei problemi che incontrano le fedi diverse da quella islamica
- aggiunge mons. Happe - è la proibizione di fare proselitismo. I musulmani non
possono convertirsi ad un’altra religione”. “Possiamo avere asili, frequentati
anche da figli di genitori musulmani ma –prosegue il vescovo - la Chiesa non
può aprire scuole cattoliche”. La
Chiesa, in Mauritania, è impegnata in programmi culturali quali la gestione di
biblioteche ed anche in attività di assistenza sia agli immigrati che ai
cittadini del Paese. La diocesi di Nouakchott
è l’unica della Mauritania.
(E.B.)
IN CILE TRE GIORNI DI LUTTO
NAZIONALE PER LA MORTE, GIOVEDÌ SCORSO,
DEL CARDINALE FRESNO LARRAÍN
SANTIAGO. = Il governo cileno ha decretato tre
giorni di lutto nazionale per la morte del cardinale Juan Francisco Fresno
Larraín, deceduto giovedì scorso all’età di 90 anni. Figura chiave nella
transizione del Cile dalla dittatura di Augusto Pinochet (1973-90) alla democrazia,
il cardinale Fresno Larraín fu tra i principali fautori del cosiddetto ‘Acuerdo
Nacional para la Transición a la Democrazia Plena’, documento del 1985 dal
quale scaturì il plebiscito del 1988, perso da Pinochet. “L’esecutivo vuole
dedicare un omaggio particolare al cardinale Fresno Larraín per il ruolo che,
con grande modestia, con sincerità e senza alcun timore ha avuto nella difesa
dei diritti umani in Cile”, ha detto il ministro dell’Interno, José Miguel
Insulza. “Tutti, credenti e non, hanno un grande debito di gratitudine per
quello che il cardinale Fresno Larraín ha dato al Cile, guidando la Chiesa in
un momento molto difficile della nostra storia”, ha dichiarato il presidente
cileno Ricardo Lagos. Le spoglie del porporato verranno trasferite domani alla
cattedrale di Santiago, dove domani saranno celebrati i funerali. Giovanni
Paolo II ha inviato un telegramma di cordoglio al cardinale Francisco Javier
Errázuriz Ossa, arcivescovo della capitale cilena. (A.L.)
SOLENNE CELEBRAZIONE
EUCARISTICA PRESIEDUTA DAL CARDINALE GROCHOLEWSKI PER IL 50.MO ANNIVERSARIO
DELLA FONDAZIONE
DEL PONTIFICIO ISTITUTO REGINA MUNDI
ROMA. = In occasione del 50.mo anniversario della
fondazione del Pontificio istituto Regina Mundi, si è svolta oggi una solenne
celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Grocholewski. Cornice
dell’appuntamento, la Chiesa romana di S. Ignazio di Loyola in via Caravita.
L’Istituto Pontificio, situato al centro della città di Roma, è stato fondato
nel 1954 da Papa Pio XII su richiesta dei suoi superiori generali. Annesso dopo
il 1970 all’Università Pontificia Gregoriana, il centro offre oggi una
formazione integrale, spirituale e pastorale per religiose o laiche consacrate
in tre diverse lingue: inglese, francese e spagnolo. Le studentesse,
accompagnate dalle direttrici in ciascuna sezione linguistica, beneficiano di
un programma internazionale ispirato al cuore della Chiesa che lo arricchisce e
lo sostiene. (E.B.)
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16 ottobre 2004
- A cura
di Salvatore Sabatino -
E’ ancora una giornata di
violenza in Iraq. Questa mattina a Baghdad, diverse bombe artigianali sono
esplose nei pressi di cinque chiese, provocando solo danni materiali. Ma la
tensione è palpabile in tutto il Paese del Golfo, dove si susseguono attentati
ed uccisioni mirate. La cronaca della giornata da Salvatore Sabatino:
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Un attacco multiplo contro 5
chiese di Baghdad ha aperto il secondo giorno del mese islamico del Ramadan.
Deflagrazioni provocate da proiettili artigianali che hanno causato solo danni
materiali. Ed a poche ore dagli attacchi è giunto l’accorato appello da parte
del patriarca caldeo, Mons. Emmanuel Delly, il quale ribadisce in un’intervista
rilasciata ad Asianews, la ferma volontà dei cristiani di restare nel Paese e di “costruire insieme ai
fratelli musulmani un futuro di pace per il Paese”. Non solo danni, ma anche un
morto ed una decina di feriti, invece, per un colpo di mortaio esploso nel
giardino di un ospedale nel centro di Baghdad. Sempre nella capitale irachena
un missile è stato lanciato contro un albergo, dove risiedono diplomatici e
“contractors” di ditte private. L’ordigno ha colpito il parcheggio, senza
tuttavia provocare vittime. Ma la situazione è ad alta tensione in tutto il
Paese. Un responsabile curdo della direzione regionale dell'istruzione è stato
assassinato a colpi di arma da fuoco a
Kirkuk, nel nord dell'Iraq. Tre iracheni, invece, hanno perso la vita per l'esplosione di una bomba artigianale in
una località vicina a Baquba, a nordest
di Baghdad. E a rendere la situazione più instabile anche una nuova defezione
sul fronte militare: l'esercito americano ha aperto un'inchiesta su 19
riservisti che si sono rifiutati di portare a termine una missione nel Paese
del Golfo. I loro familiari hanno raccontato al New York Times che si trattava
di una “operazione suicida”. Gli Stati Uniti hanno invece chiesto alla Gran
Bretagna l’invio di truppe per “una missione particolare in Iraq”. A riferirlo,
un portavoce militare britannico a Baghdad.
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E la spirale di violenza non si spezza neppure in
Afghanistan. Due soldati americani sono morti e tre sono rimasti feriti per
l'esplosione di una bomba azionata a distanza nella provincia del centro-sud di
Uruzgan. Poco prima cinque persone, tra cui 3 bambini, erano state uccise da
un'altra bomba telecomandata esplosa vicino ad un camion che riforniva una base
americana nella provincia di Kunar. Intanto, prosegue il conteggio dei voti espressi
nelle consultazioni presidenziali di sabato scorso. Dopo circa 60 mila schede
scrutinate il presidente ad interim, Karzai, consolida il suo ampio vantaggio
sugli altri candidati.
Le forze armate israeliane hanno completato il ridispiegamento
dalle aree palestinesi del nord della Striscia di Gaza. L’esercito dello Stato
ebraico si trovava nella regione dal 29 settembre scorso per fermare gli
attacchi con razzi Qassam effettuati da Hamas sui centri abitati israeliani.
Il leader religioso integralista indonesiano, Abu Bakar
Bashir, è stato incriminato per gli attentati dell'ottobre 2002 a Bali, in
Indonesia, che provocarono 202 morti. Lo ha annunciato oggi un rappresentante
della procura di Giakarta. Il processo a Bashir, accusato di dirigere la Jemaah
Islamiah, una rete terroristica islamica regionale accusata di essere collegata
a Al Qaida, potrebbe iniziare entro due settimane.
E
la difficile situazione internazionale sta avendo pesanti ripercussioni
sull’economia mondiale. Nuovo record in salita ieri per il prezzo del petrolio.
Pochi minuti prima della chiusura delle contrattazioni a New York, i futures
sul petrolio con scadenza a novembre si attestano al nuovo record assoluto di
55 dollari al barile, con un aumento di 24 centesimi sulla quotazione
precedente.
La situazione umanitaria nella
regione del Darfour è drammatica e la comunità internazionale non può stare
alla finestra a guardare. E’ il messaggio lanciato ieri a Ginevra da David
Nabarro, responsabile dell’unità di crisi dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità, l’OMS, il quale ha precisato che sono circa 70 mila le persone che
hanno perso la vita dal marzo scorso nella tormentata regione occidentale del
Sudan, spiegando che la malnutrizione e le malattie portano il tasso di
mortalità mensile a circa 10 mila unità. A queste cifre si sommano poi le
vittime della violenza causata dal conflitto che dal 2003 insanguina la
regione. Ce ne parla Giulio Albanese:
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Ancora oggi – ha spiegato ai
giornalisti il funzionario dell’Agenzia dell’Onu nel corso di una conferenza
stampa – nonostante l’attenzione riservata dalla stampa internazionale alla
crisi e l’intervento di numerose organizzazioni umanitarie non abbiamo ottenuto
le risorse di cui abbiamo bisogno per ridurre drasticamente il tasso di
mortalità. Criticando la politica umanitaria di alcuni Paesi ricchi, Nabarro ha
denunciato l’emergenza sottolineando che sono 1 milione e mezzo i profughi
costretti ad abbandonare le proprie abitazioni, cercando rifugio in territorio
sudanese e nel vicino Ciad. “Per finanziare l’insieme delle operazioni dell’Onu
abbiamo chiesto 300 milioni di dollari, una piccola somma se paragonata a
quella prevista per l’Iraq ma finora sola la metà è giunta nelle casse
dell’Onu”, ha commentato il responsabile dell’OMS, chiarendo che alcuni governi
occidentali preferirebbero finanziare le azioni di Organizzazione non
governative. Pur elogiando lo straordinario contributo offerto dalle Ong,
Tabarro ha ricordato che la regione in questione è molto vasta e le Nazioni
Unite sono chiamate a svolgere un ruolo insostituibile.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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Doccia fredda sui rapporti tra
Iran ed Europa sulla delicata questione nucleare. Teheran ha, infatti,
rifiutato tutte le proposte del Vecchio Continente circa l’arresto totale del
suo programma di arricchimento dell’uranio. Le autorità iraniane hanno però
annunciato di essere pronte, solo a certe condizioni, ad una nuova proroga
della sospensione.
Ci trasferiamo in Italia.
Approda subito al Senato il disegno di legge di riforma della seconda parte
della Costituzione, approvato ieri dalla Camera. Per il via libera definitivo
del Parlamento serviranno almeno altri tre passaggi in Parlamento e
l’opposizione di centro-sinistra, che ha condotto a Montecitorio una dura
battaglia contraria al progetto del centro-destra, ha già anticipato il
referendum abrogativo. Il servizio di Gianpiero Guadagni:
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Non potrebbero essere più
divergenti le valutazioni di maggioranza e opposizione sulla riforma
costituzionale che ha avuto ieri il primo via libera dalla Camera. La polemica
aspra riguarda sia il metodo sia il merito del progetto. Il centro-sinistra
accusa il centro-destra di aver forzato i tempi, approvando una riforma non
condivisa. La Casa delle Libertà ribatte accusando l’Ulivo di aver posto solo
pregiudiziali e di aver votato no in aula anche quando aveva detto sì in
commissione. E quello che per la maggioranza è un federalismo equilibrato, per
l’opposizione è una riforma che divide il Paese a partire dalla devolution,
cioè l’attribuzione alle Regioni delle competenze esclusive su sanità, scuola e
polizia locale; devolution che per il centro-destra significa invece un più
corretto rapporto tra Stato e territorio. Muro contro muro anche sul
premierato. Il primo ministro sarà eletto mediante collegamento con una o più
liste di candidati alla Camera. Non si limiterà a dirigere, ma determinerà la
politica dell’esecutivo. Per il centro-destra questo significa maggiore
chiarezza e responsabilità verso i cittadini; il centro-sinistra parla invece
di autoritarismo, di svuotamento del ruolo del Parlamento, oltre tutto
accompagnato da un ridimensionamento dei poteri del Capo dello Stato che,
secondo il nuovo testo, rappresenta la nazione, è garante della Costituzione e
dell’unità federale della Repubblica. Diminuisce il numero dei parlamentari, ma
c’è braccio di ferro anche sulla divisione dei compiti tra le due Camere con la
nascita del Senato federale che, secondo l’opposizione, potrà solo ratificare
decisioni prese altrove. Posizioni inconciliabili, dunque, che quasi certamente
saranno sottoposte al giudizio dei cittadini con un referendum che seguirà la
definitiva approvazione della riforma in Parlamento.
Per la Radio Vaticana, Giampiero
Guadagni.
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L’ex presidente della Costa
Rica, Miguel Angel Rodriguez è stato arrestato oggi per presunte tangenti
intascate da parte dell’azienda francese Alcatel e di quella spagnola Inabensa.
L’ex capo di Stato è stato fermato all’aeroporto di San Josè, dov’era appena
giunto da Washington. E’ stato immediatamente portato dinanzi ad un giudice,
che gli ha confermato il capo d’imputazione. Rodriguez, avrebbe intascato oltre
80 mila euro in cambio della vincita di appalti pubblici da parte delle due aziende
europee.
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