RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 289 - Testo della trasmissione di venerdì 15 ottobre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Una “corretta gestione delle diversità biologiche” e uno “sviluppo non solo sostenibile ma soprattutto solidale”. Li raccomanda Giovanni Paolo II nel messaggio al direttore generale della FAO, Jacques Diouf, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione

 

Le radio cristiane d’Europa contribuiscano alla costruzione etica e spirituale del continente. L’auspicio del Pontefice ai delegati del CERC, ricevuti in udienza

 

Telegramma di cordoglio del Papa per la morte del cardinale cileno Juan Francisco Fresno Larrain

 

Vigilia del 26.mo anniversario di Pontificato di Giovanni Paolo II: tra i primi messaggi augurali al Papa, quello del presidente Ciampi. Questa sera, concerto dell’Armata Russa in Aula Paolo VI: con noi mons. Bruno Forte e Andrea Andermann

 

Il dialogo tra cattolici e ortodossi sulla questione del primato del Papa: intervista col cardinale Walter Kasper

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Oggi inizia per i musulmani il Ramadan: ai nostri microfoni l’arcivescovo Michael Fitzgerald

 

Ieri pomeriggio, a Roma, la solenne commemorazione del Beato Ancina, a 400 anni dalla morte, presieduta dal cardinale Angelo Sodano: ce ne parla padre Edoardo Cerrato

 

Nominato ieri senatore a vita Mario Luzi: intervista con il poeta

 

La Chiesa celebra oggi la memoria di Santa Teresa d’Avila, grande mistica spagnola, riformatrice dei carmelitani

 

CHIESA E SOCIETA’:

Prosegue in Messico il 48.mo Congresso eucaristico internazionale

 

Al centro dell’impegno del nuovo capo di Stato deve risiedere la tutela della libertà religiosa. E’ l’auspicio della Chiesa in Indonesia, dopo la vittoria alle elezioni presidenziali di Susilo Yudhoyono

 

Al via domenica a Grottaferrata il Sinodo Intereparchiale delle circoscrizioni ecclesiastiche cattoliche bizantine in Italia

 

I media cattolici sono chiamati a promuovere il dialogo e la pace tra i popoli. Lo hanno sottolineato i membri della sezione asiatica di Signis

 

Si apre oggi a Roma una Mostra dedicata a Madre Teresa di Calcutta

 

24 ORE NEL MONDO:

L’inizio  del Ramadan non ha interrotto in Iraq la catena di violenze, che anzi si sono intensificate da ieri. Decine i morti e i feriti in scontri e attentati

 

Il ritiro israeliano da Gaza inizierà a maggio. L’annuncio di Sharon

Italia: assoluzione definitiva dall’accusa di associazione di stampo mafioso per Giulio Andreotti. Dalla Camera il ‘sì’ alla riforma della parte seconda della Costituzione che passa ora al Senato

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 ottobre 2004

 

 

UNA “CORRETTA GESTIONE DELLE DIVERSITA’ BIOLOGICHE”

 E UNO “SVILUPPO NON SOLO SOSTENIBILE MA SOPRATTUTTO SOLIDALE”.

LI RACCOMANDA GIOVANNI PAOLO II

NEL  MESSAGGIO AL DIRETTORE GENERALE DELLA FAO, JACQUES DIOUF,

IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE

- A cura di Barbara Castelli -

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“Per centrare l’obiettivo di un’adeguata sicurezza alimentare è necessaria una corretta gestione delle diversità biologiche, garantendo la sopravvivenza delle numerose specie animali e vegetali”. Questa, in sintesi, la riflessione che Giovanni Paolo II offre per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, sul tema “La biodiversità al servizio della sicurezza alimentare”. Nonostante i numerosi ostacoli, spesso dettati da interessi egoistici, dunque, è di fondamentale importanza che la comunità internazionale tuteli “le immense e insostituibili ricchezze del pianeta, generando uno sviluppo non solo sostenibile, ma soprattutto solidale”.

 

“E’ importante – scrive il Papa in un messaggio indirizzato a Jacques Diouf, direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) – riaffermare il principio che la sovranità sulle risorse generiche presenti nei diversi ecosistemi non può essere esclusiva, né convertirsi in causa di conflitti, ma deve essere esercitata secondo le regole naturali che dettano la convivenza tra i diversi popoli che compongono la famiglia umana”.

 

 “La solidarietà, intesa come modello di unità capace di ispirare le azioni degli individui, dei governi, delle organizzazioni e delle istituzioni internazionali e di tutti i membri della società civile – prosegue il Papa – lavora per la crescita dei popoli e delle nazioni e ha come obiettivo il bene di tutti e di ciascuno”. Solo questa forma di solidarietà, dunque, ha ribadito il Pontefice, ringraziando il lavoro svolto dalla FAO nella lotta alla povertà, è capace di “consolidare progetti, norme, strategie e azioni pienamente sostenibili”. “Uno sviluppo solidale – conclude Giovanni Paolo II – può offrire svariate risposte agli obiettivi della sostenibilità, tenendo presente non solo la semplice difesa dell’ambiente o un riferimento astratto alle necessità delle generazioni future, ma ancora di più le esigenze della giustizia, della equa distribuzione delle risorse e dell’obbligo di cooperare”.

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LE RADIO CRISTIANE D’EUROPA CONTRIBUISCANO

 ALLA COSTRUZIONE ETICA E SPIRITUALE DEL CONTINENTE.

 L’AUSPICIO DEL PAPA AI DELEGATI DEL CERC, RICEVUTI IN UDIENZA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Una testimonianza dei valori del Vangelo che viaggia sull’etere, difendendo in tutta l’Europa, “dall’Atlantico agli Urali”, la causa della pace e delle radici cristiane del continente. E’ questa l’“istantanea” scattata oggi da Giovanni Paolo II del CERC, la Conferenza europea delle Radio cristiane. Il Papa ha ricevuto in udienza i delegati, rappresentanti delle centinaia di emittenti affiliate, che in questi giorni partecipano a Roma all’assemblea generale dell’organismo, a dieci anni dalla sua fondazione, insieme ad un folto gruppo di pellegrini ascoltatori e amici delle emittenti, in totale 400 persone. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Il Pontefice si è rallegrato del lavoro svolto dal CERC in questi anni. Dalle quattro istituzioni che si unirono nel 1994 per dar vita alla Conferenza si è giunti alle 650 emittenti del panorama attuale: tutte impegnate, ha riconosciuto il Papa, nel “consolidare negli ascoltatori la consapevolezza delle comuni radici cristiane e per stimolarne l’impegno a servizio della pace”:

 

“Avete così dato un prezioso contributo all’edificazione dell'Europa su fondamenti etici e spirituali, favorendo la comprensione e l'avvicinamento tra i popoli del nostro continente. Vi esorto a perseverare con generosità in questa importante missione”.

 

“Le vostre voci, nella varietà dei rispettivi programmi – ha concluso Giovanni Paolo II, impartendo la benedizione - continuino a testimoniare Cristo, salvezza del mondo, e ad annunziare a tutti il suo Vangelo di pace”.

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TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL PAPA

PER LA MORTE DEL CARDINALE CILENO JUAN FRANCISCO FRESNO LARRAIN

 

Un pastore che servì la Chiesa e il suo popolo con prudenza e carità pastorale. Con queste parole, Giovanni Paolo II ha ricordato il cardinale Juan Francisco Fresno Larraìn, arcivescovo emerito di Santiago del Cile, spentosi ieri dopo una lunga malattia. Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo dicembre. “Il suo generoso e intenso lavoro ministeriale”, si legge nel telegramma di cordoglio del Pontefice, “manifesta il suo grande impegno alla causa del Vangelo”, che dà prova “del suo profondo amore alla Chiesa e delle sue qualità che lo caratterizzavano”.

 

 

VIGILIA DEL 26.MO ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II:

TRA I PRIMI MESSAGGI AUGURALI AL PAPA, QUELLO DEL PRESIDENTE CIAMPI.

QUESTA SERA, CONCERTO DELL’ARMATA RUSSA IN AULA PAOLO VI

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

         Circa 9.500 giorni di pontificato. Tanti ne compie domani Giovanni Paolo II, che il 16 ottobre di 26 anni fa saliva al soglio pontificio, primo Papa polacco della storia. Ma di primati ne sono stati stabiliti molteplici nell’arco del suo lunghissimo ministero petrino, secondo di tutti i tempi per lunghezza dopo il pontificato di Pio IX, se si eccettua lo stesso San Pietro. Dai 104 viaggi internazionali – oltre un milione di chilometri ovvero tre volte la distanza dalla terra alla luna – alle migliaia di discorsi pronunciati, in Vaticano e fuori, i record dell’attuale papato sono ormai da tempo oggetto di statistiche.

 

Ma i “numeri” altro non sono che il segno della straordinarietà di un servizio pastorale che ha aperto alla Chiesa la via del terzo millennio cristiano. E gli auguri, in qualche caso già pervenuti a Giovanni Paolo II, sintetizzano lo spessore di tale servizio. “In un mondo tormentato da divisioni e squilibri, in cui (…) atti di inaudita barbarie attaccano i principi stessi del vivere civile – scrive tra l’altro nel suo messaggio al Papa il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi - la Sua parola addita la strada dell'indispensabile recupero, nei rapporti fra individui e fra Stati, dei valori etici e spirituali”. Una lettura condivisa dal neo arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, intervistato da Massimiliano Menichetti:

 

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R. – Giovanni Paolo II è stato la voce della coscienza dell’umanità davanti alla sfida della violenza che la barbarie terrorista ha lanciato al mondo. Questa sfida ha provocato alcuni ad una reazione che è stata quella delle armi, delle bombe, della guerra, ma il Papa ha insistito nel ricordare la verità profonda che nessuna pace potrà essere costruita con la legge della forza e solo la forza della legge, cioè del dialogo, della giustizia e della riconciliazione può costruire la pace.

 

D. – Da più parti si sottolinea che il Papa ha un grande coraggio politico, mai disgiunto dall’annuncio del Vangelo ...

 

R. – Giovanni Paolo II è anzitutto il testimone della divinità di Dio, cioè è il mistico che vive profondamente l’unione con Dio e proprio per questo è profondamente libero davanti alla complessità della storia, capace di annunciare la verità senza fare i conti con l’interesse umano. Questo lo rende particolarmente autorevole davanti alla storia.

 

D. – 26 anni di pontificato. In questo periodo, lo scacchiere europeo ha cambiato forma; il Papa continua a contrastare la logica del totalitarismo ...

 

R. – Nel suo pontificato sono avvenuti profondi processi di trasformazione, basti solo pensare alla crisi dei mondi ideologici, alla fine del socialismo reale, in cui certamente la sua testimonianza ha avuto un ruolo fondamentale. Ma l’ha avuto proprio perché egli non si è comportato da politico che calcola soltanto con il visibile; egli si è comportato sempre da testimone che misura le cose sulla verità anche invisibile, certe volte sofferta, delle esigenze della giustizia di Dio. Qui è la sua forza. Questo senso altissimo della trascendenza di Dio davanti alla quale noi tutti dobbiamo misurarci.

 

D. – Ecco, nel prossimo libro del Papa che uscirà in primavera, “Memoria e identità”, sono presenti i mali che affliggono la terra, ma letti in una chiave di speranza: alla fine, il bene trionferà e l’uomo si deve impegnare affinché questo  accada ...

 

R. – Ma, io credo che questa sia la teologia cristiana della storia, e il Papa come testimone di questa visione di fede, di questa visione teologica, rilegge gli eventi del Novecento proprio alla luce del disegno di Dio e della sua Provvidenza. Ecco perché egli individua il volto del male puro, del male assoluto nelle forme della barbarie che ha prodotto, ad esempio, la Shoah o i genocidi del Novecento. E anche individua quella sorta di ‘male necessario’ che diventa proprio con le sofferenze che induce, purificatore, dove non si tratta di dare una sorta di consacrazione a un’ipotetica bontà dell’ideologia; si tratta semplicemente di riconoscere davanti a Dio come questa esperienza sia servita di purificazione, di crescita per innumerevoli persone e coscienze nel mondo.

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Uno spettacolare concerto di 150 coristi dell’Armata russa celebrerà questa sera l’anniversario del Papa, riempiendo di suggestioni l’Aula Paolo VI, a partire dalle 18.30. Per l’occasione, sarà il tre volte premio Oscar, Vittorio Storaro, a curare la coreografia delle luci, mentre un addobbo di oltre cinquemila fiori abbellirà l’Aula, dono al Papa della Coldiretti e della Cooperativa Treponti, in collaborazione con la cooperativa sociale “Il Cammino” di Sanremo. La parte scenica sarà invece curata dallo scultore Mario Ceroli. Il concerto, ripreso in diretta dalle telecamere di Rai Uno, sarà trasmesso dalla nostra emittente, per la sola zona di Roma, sulla modulazione di frequenza di 105 MHz e sull’onda media di 585 kHz. Per conoscere protagonisti e repertorio, ecco il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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(coro)

 

La musica, la danza e il canto corale. Questa straordinaria miscellanea, innestata sul tradizionale folklore russo, sarà messa in scena grazie al curatore dell’intero progetto, il regista Andrea Andermann, che ne sottolinea l’alto valore simbolico:

 

“La possibilità di portare l’Armata Rossa, adesso ‘Armata Russa’ – una vocale che segna un cambio epocale – è sicuramente un segno forte. L’Armata Russa si presenta al Papa, tra i principali fautori della caduta del Muro di Berlino, a cantargli e a cantare”.

 

E tra i molteplici significati dell’esibizione musicale, organizzata con la collaborazione del Vaticano e del ministero della Difesa russo, è di grande rilievo la scelta della data. Il concerto si svolgerà, infatti, alla vigilia dei 26 anni di pontificato di Giovanni Paolo II, che il Papa festeggerà domani. Una collocazione temporale che, come spiega Andrea Andermann, non è sicuramente il risultato di una coincidenza …

 

“Non c’è dubbio che la data non sia stata scelta a caso. E’ un’occasione speciale in attesa che, mi auguro al più presto, il viaggio si possa fare di ritorno – questo è il viaggio di andata – di una fetta, di un frammento, come l’Armata Russa che raggiunge il Papa, che canta per lui. E’ un qualche cosa che, credo, sottolinei una data così significativa!”.

 

Ma quali sono stati i criteri per la scelta del repertorio? Ascoltiamo ancora Andrea Andermann:

 

“Il complesso dell’Armata Russa ha 76 anni di attività, ha in repertorio oltre 2000 titoli: è un repertorio totalmente russo, di tradizione folkloristica, cioè popolare; c’è qualcosa di straordinariamente affascinante nella civiltà russa, nella cultura russa, quello che i russi chiamano “l’anima russa”: qualcosa di difficilmente descrivibile, qualcosa di quasi indicibile. I russi sono straordinari: sono i più grandi al mondo per i cori. Questo è il non plus ultra dei cori. Chi lo ascolterà, chi lo vedrà credo che avrà un’occasione di scoprire, di mettere un piede in una realtà di questo straordinario Paese mezzo europeo e mezzo asiatico, quindi, la musica è questo ponte – come sempre, peraltro, la musica sa fare – di comunicazione delle emozioni”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

         Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto in successive udienze il cardinale Julio Terrazas Sandoval, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra in Bolivia; il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; l’arcivescovo Alain Lebeaupin, nunzio apostolico in Ecuador ; l’arcivescovo Giuseppe De Andrea, nunzio apostolico in Kuwait, Bahrain, Yemen, Qatar e delegato apostolico nella Penisola Araba. Infine, ha ricevuto mons. Jozef Michalik, arcivescovo di Przemysl e presidente della Conferenza episcopale polacca.

 

In Camerun, il Papa ha nominato vescovo di Ebolowa-Kribi il reverendo Jean Mbarga, vicario generale dell’arcidiocesi di Yaoundé. Nato nel 1956, mons. Mbarga è stato ordinato sacerdote nel 1981. Ha inoltre nominato vescovo di Edéa mons. Jean-Bosco Ntep, finora vescovo di Eséka. Sempre in Camerun, il Pontefice ha nominato vescovo di Eséka mons. Dieudonné Bogmis, finora vescovo titolare di Gadiaufala e ausiliare dell’arcidiocesi di Douala.

 

 

IL DIALOGO TRA CATTOLICI E ORTODOSSI SULLA QUESTIONE DEL PRIMATO DEL PAPA

- Intervista col cardinale Walter Kasper –

 

Ieri pomeriggio a Roma è stato presentato il volume del cardinale Walter Kasper e di altri autori su: “Il ministero petrino: cattolici e ortodossi in dialogo”. Il libro raccoglie gli atti del simposio accademico sulla questione del Primato del Papa, organizzato nel maggio 2003 per iniziativa del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Giovanni Peduto ha chiesto al cardinale Walter Kasper quali novità emergono da questo volume…

 

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R. – Come si sa, abbiamo fatto molti progressi nel dialogo con le Chiese ortodosse nel loro insieme, ma è rimasto il problema del Primato del Papa, del ministero petrino. Questo problema è la pietra d’inciampo, la differenza più importante tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse. Perciò abbiamo iniziato questo Simposio, per preparare ulteriori dialoghi nella Commissione mista internazionale. La novità è che per la prima volta abbiamo discusso questo problema fondamentale e centrale per la piena comunione tra gli ortodossi e noi.

 

D. – Quali sono le principali difficoltà nel dialogo tra cattolici e ortodossi, proprio al riguardo del ministero petrino?

 

R. – Sono diversi, i problemi. Uno è già quello del fondamento biblico, cioè se Gesù Cristo ha veramente istituito questo ministero petrino, non soltanto per la persona dell’apostolo Pietro ma anche per i suoi successori; poi, c’è il problema della tradizione, come si interpreta – cioè – la tradizione orientale e quella occidentale: secondo noi, c’è una tradizione continua, uno sviluppo continuo – loro la vedono diversamente. Il terzo punto è l’interpretazione del Concilio Vaticano I e anche del Vaticano II: come capire, come interpretare questi due dogmi sulla giurisdizione e sull’infallibilità del Papa. Abbiamo molti problemi ma abbiamo anche visto che oggi sono possibili aperture.

 

D. – Eminenza, una domanda che molti si pongono: gli ortodossi, come vedono il Papa?

 

R. – Hanno grande stima per il Papa attuale e, a livello personale, i contatti sono buoni. E’ una novità che i Patriarchi di praticamente tutte le Chiese ortodosse, tranne quello di Mosca, abbiano visitato il Papa o che il Papa abbia reso visita a loro: questa era in realtà una prassi in vigore già nel primo millennio, queste visite vicendevoli, ma oggi è una novità. C’è il problema della giurisdizione del Papa; l’autocefalia è molto importante per gli ortodossi, come anche sull’infallibilità del Papa ci sono discussioni aperte. Però, abbiamo iniziato a vivere insieme e lavorare insieme: tramite questa pratica della quotidianità, cresce anche la mutua fiducia.

 

D. – Allarghiamo lo sguardo alle altre Chiese cristiane. Per esse, il problema del Primato ha interesse?

 

R. – C’è grande interesse. Come lei sa, nell’enciclica Ut unum sint il Papa ha chiesto a tutte le Chiese cristiane e le comunità ecclesiali di fare proposte su come esercitare il Primato petrino in futuro. Abbiamo ricevuto tantissime risposte che abbiamo analizzato e sintetizzato e poi inviato a tutte le Chiese che hanno risposto. C’è un dialogo che continua, ma non abbiamo ancora una soluzione. Però, ci sono aperture, una certa disponibilità anche da parte delle Chiese protestanti, almeno di discutere su questo punto, perché tutti sentono la necessità, in questo mondo globalizzato, di avere un centro di riferimento comune.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina, a colori, è dedicata al XXVI anniversario dell'elezione di Giovanni Paolo II. Il titolo è "Dall'Anno del Rosario all'Anno dell'Eucaristia".

Una riflessione del nostro Direttore.

All'interno sei pagine di approfondimento in merito al solenne avvenimento.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai partecipanti al Colloquio per i dieci anni di fondazione della Conferenza Europea delle Radio Cristiane, il Papa ha esortato a contribuire all'edificazione dell'Europa su fondamenti etici e spirituali, favorendo la comprensione e l'avvicinamento tra i popoli.

La biografia del compianto cardinale Juan Francisco Fresno Larrain; il telegramma di cordoglio del Santo Padre.

Un articolo di Giampaolo Mattei sulla Concelebrazione Eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Sodano in occasione del IV centenario della morte del beato Giovanni Giovenale Ancina, Oratoriano, vescovo di Saluzzo.

 

Nelle estere, la notizia dell'assassinio, in Sud Africa, di un sacerdote di origine britannica.

Gli interventi della Santa Sede rispettivamente sul processo di rafforzamento delle Nazioni Unite e sul tema dello sviluppo sociale. 

 

Nella pagina culturale, un articolo di Pietro Borzomati sulla testimonianza di mons. Raffaello Delle Nocche, vescovo di Tricarico, esemplare pastore della Chiesa italiana del Novecento.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle riforme.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

15 ottobre 2004

 

 

OGGI INIZIA PER I MUSULMANI IL RAMADAN

- Intervista con l’arcivescovo Michael Fitzgerald -

 

Oggi inizia per i musulmani il mese del Ramadan, un periodo  di digiuno e di preghiera particolare. Ogni anno per questa occasione il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso invia a tutti i musulmani un proprio messaggio. Ne vogliamo parlare con il presidente dello stesso dicastero, l’arcivescovo Michael Fitzgerald. Giovanni Peduto gli ha chiesto qual è il significato di questo messaggio  ai musulmani:

 

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R. – E’ una lunga tradizione del nostro dicastero di inviare un messaggio ai musulmani in questa occasione. E’ cominciato nel 1967, tre anni dopo, dunque, la creazione del dicastero. Quindi, quasi dall’inizio. E’ un segno di amicizia. La festa che chiude il mese del Ramadan, la rottura del digiuno, è una occasione festosa, una occasione gioiosa per i musulmani e noi vogliamo dire che i cristiani si uniscono ai musulmani in questa occasione. E’ un po’ come a Natale e a Capodanno per noi, che si inviano gli auguri. Anche questa è un’occasione per inviare degli auguri. Ma negli anni abbiamo approfittato di questa occasione per riflettere su alcuni temi con i musulmani. Non è solo, dunque, dire “auguri”, ma anche proporre alcune riflessioni sulle cose che succedono nel mondo o sui valori che sono comuni all’islam e al cristianesimo.

 

D. – I terroristi fomentano lo scontro tra religioni, come evitarlo?

 

R. – E’ una domanda difficile, perché io credo che dobbiamo incoraggiare le persone che rifiutano il terrorismo, dobbiamo cercare di eliminare le cause che provocano atti di violenza. Dovremmo cercare di eliminare, dunque, ogni ingiustizia che esiste nel mondo. Credo che si debba rispondere al terrorismo rinforzando il dialogo e rinsaldando i rapporti tra cristiani e musulmani.

 

D. – Certamente, parlare di dialogo è necessario. Tuttavia non si può nascondere che in taluni Paesi, dove i cristiani sono una minoranza e la maggioranza sono musulmani, le difficoltà non mancano…

 

R. – Sì, ho appena letto un rapporto dall’Iraq che è molto scoraggiante. I cristiani che sono lì sono sotto pressione. Questo non possiamo negarlo. E’ vero che in altri Paesi i cristiani hanno maggiore libertà di culto. In diversi Paesi arabi del Golfo le autorità hanno messo a disposizione il terreno per costruire delle chiese, non solo per la Chiesa cattolica, ma anche per  altre Chiese cristiane. Ci sono invece dei Paesi dove questo è più difficile. Nel nostro dialogo con i responsabili musulmani parliamo di questo e cerchiamo di ribadire che ci vuole rispetto per il principio della libertà religiosa dappertutto.

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IERI POMERIGGIO, A ROMA, LA SOLENNE COMMEMORAZIONE DEL BEATO ANCINA,

A 400 ANNI DALLA MORTE, PRESIEDUTA DAL CARDINALE ANGELO SODANO

- Intervista con padre Edoardo Cerrato -

 

Ieri pomeriggio, presso l’Oratorio di San Filippo Neri, alla Chiesa Nuova – Santa Maria in Vallicella – si è tenuta la commemorazione di un grande figlio di San Filippo Neri, il Beato Giovanni Giovenale Ancina, che fu vescovo di Saluzzo. Alle 16 vi sono state diverse relazioni che hanno illustrato la figura del Beato Ancina; alle 19, nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato.

 

Il porporato all’omelia ha tratteggiato l’ambiente in cui visse il Beato Ancina e i personaggi con i quali intrattenne rapporti, tra cui tutta una fioritura di Santi: San Filippo Neri, San Roberto Bellarmino ... Ne ha messo in risalto altresì lo zelo di pastore nei due anni di ministero episcopale a Saluzzo, aggiungendo: “Questa visione della storia della Chiesa non vuol essere trionfalistica. Gesù stesso ci ha parlato del grano e della zizzania che crescono congiuntamente nel campo. Accanto all’eroismo di tanti suoi figli, vi è anche la presenza lacerante del peccato. Accanto all’ardore missionario di tanti apostoli, vi è anche l’apatia di altri ... Le celebrazioni dei Santi hanno appunto la funzione di farci riprendere l’amore di prima e proseguire, così, con rinnovato slancio il nostro cammino apostolico”.

 

Dopo la Messa è seguito un concerto, sempre in chiesa, al termine del quale Giovanni Peduto ha avvicinato padre Edoardo Cerrato, procuratore generale della Confederazione dell’Oratorio di San Filippo Neri, per un ulteriore illustrazione della figura del Beato Ancina:

 

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R. – L’Ancina nacque a Fossano, in Piemonte, nel 1545; venne a Roma come medico con l’ambasciatore sabaudo presso la Santa Sede nel 1574, già con una profonda inquietudine che proveniva dalla nascente vocazione religiosa; frequentò diversi ambienti religiosi spirituali di Roma e trovò finalmente il luogo che appagava la sua sete di Dio nell’Oratorio di San Filippo Neri. Conobbe il Santo che gli fu presentato dall’allora padre Cesare Baronio, il grande padre della Storia ecclesiastica, con i suoi “Annales”. Il giovane medico rimase conquistato dalla figura di Filippo Neri al punto tale che il giorno stesso di questo incontro scrisse al fratello Giovanni Matteo Ancina, che stava ancora a Fossano, una lettera in cui manifestava la gioia del suo animo ma anche la profonda soddisfazione della sua mente di uomo colto per l’incontro con San Filippo Neri. Filippo Neri lo accolse in Congregazione indicandogli che quello era il cammino al quale Dio lo chiamava; visse fino al 1586 a Roma a contatto con Filippo Neri nella Congregazione di Santa Maria in Vallicella, dopo di ché fondandosi da parte del padre Tarugi, poi cardinale, la comunità di Napoli, Filippo permise all’Ancina di andare a Napoli dove rimase fino al 1596. Quell’anno fu richiamato a Roma perché si ventilava la sua nomina alla sede vescovile di Saluzzo, ma ovviamente non si disse nulla all’Ancina: lo si richiamò a Roma con qualche giustificazione. Quando l’Ancina seppe questo si diede alla fuga: per sei mesi non fu più ritrovato. Il Papa dovette emettere un editto per obbligarlo a ritornare a Roma; fu nominato vescovo di Saluzzo. Un episcopato brevissimo: un anno e mezzo soltanto, perché per un sospetto attentato, un sospetto avvelenamento, terminò la sua vita. Un anno e mezzo di episcopato veramente ricchissimo di opere e di governo. Muore nel 1604, il 30 agosto, lasciando un ricordo eccellente nella sua Chiesa.

 

D. – Si distinse in particolare per la sua opera in mezzo ai valdesi e ai protestanti. Può dirci qualcosa?

 

R. – Il Piemonte era caratterizzato dalla presenza di valdesi e di calvinisti: e questo creava delle tensioni. Mons. Ancina, iniziò un’opera molto ferma dal punto di vista dell’ortodossia, ma anche molto mite dal punto di vista dei metodi al punto tale che il nipote stesso di Calvino fu convertito dall’Ancina e divenne frate carmelitano.

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IL POETA ITALIANO MARIO LUZI

 NOMINATO SENATORE A VITA DAL PRESIDENTE CIAMPI

- Intervista con il poeta -

 

Il poeta Mario Luzi è stato nominato ieri dal presidente della Repubblica Ciampi senatore a vita. Un bel regalo per i novant’anni che il poeta fiorentino compirà il 20 ottobre. Scelto nel 1999 da Giovanni Paolo II per scrivere i testi della Via Crucis del Venerdì Santo, ha una profonda fede cristiana. Antonella Palermo lo ha intervistato proprio ieri nella sua casa di Firenze, pochi minuti prima che giungesse la telefonata del Quirinale. Ecco il suo stato d’animo di fronte alla raccolta di migliaia di firme per la sua candidatura.

 

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R. – Mi fa piacere che ci sia questa simpatia, questa stima, almeno in alcune persone…

 

D. – Come fa i conti con la sofferenza?

 

R. – La sofferenza è un pedaggio che dobbiamo pagare per essere presenti nella vita, per “essere nell’essere”, diciamo così ...

 

D. – Lei ha detto: “La mia poesia è più ricca di domande che di affermazioni”. Quali sono le sue domande di adesso?

 

R. – Un incalzare della nostra limitatezza verso l’infinità. Oggi, purtroppo, certe domande si sono aggravate.

 

D. – Quali?

 

R. – Quelle sul male. Ho sempre considerato il male – come dire? – il rovescio del bene, anche per la Lettera di San Giovanni, no? E a volte penso che il male sia anche fuori dalla responsabilità umana ...

 

D. – E la guerra, il male della guerra: lì c’entra l’uomo!?

 

R. – E’ una volontà sinistra, nefasta, sbagliata.

 

D. – “Dottrina dell’estremo principiante”, è il titolo della sua ultima raccolta. Cosa ha ancora da imparare?

 

R. – Tutto! Perché, insomma, le esperienze che si fanno lasciano integro sia il quesito sia anche il prodigio della vita. Credo che il principiante sia nella condizione più totale di aderenza alla vita e al vero. Il più alto grado di consapevolezza è quello di essere umilissimi: non possiamo essere così presuntuosi di aver capito ...

 

D. – Chi e cosa l’ha segnata nella fede in Gesù Cristo?

 

R. – Ho avuto una madre meravigliosa ...

 

D. – Adesso per lei cosa significa aver fede?

 

R. – Non disperarsi.

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LA CHIESA CELEBRA OGGI LA MEMORIA DI SANTA TERESA D’AVILA,

GRANDE MISTICA SPAGNOLA, RIFORMATRICE DEI CARMELITANI:

IL SUO PILASTRO ERA LA PREGHIERA, INTESA COME INCONTRO CON GESU’,

LA SUA VITA UNA SINTESI DI AZIONE E CONTEMPLAZIONE

 

Oggi la Chiesa celebra la memoria di Santa Teresa di Gesù, la grande mistica spagnola nata ad Avila nel 1515, fondatrice delle Carmelitane e dei Carmelitani Scalzi. E’ stata la prima donna, con Santa Caterina da Siena, ad essere proclamata Dottore della Chiesa grazie a Paolo VI nel 1970. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Santa Teresa d’Avila vive in un periodo caldo della storia, il 1500: la divisione della Chiesa con la Riforma Protestante, la Conquista dell’America, le guerre di religione, la decadenza della vita spirituale in molte realtà ecclesiali insieme ad una fioritura di nuovi santi e allo sviluppo delle nuove idee legate all’Umanesimo. Teresa, figlia brillante e colta di una ricca famiglia spagnola della Castiglia, decide a 20 anni di lasciare tutto per entrare in un monastero carmelitano. Ma per 20 anni - dirà lei stessa - conduce una vita spirituale mediocre. Quando iniziava a pregare - confesserà - non vede l’ora di finire. E’ un lungo periodo di aridità e combattimento spirituale.

 

A circa 40 anni arriva quella che chiama la sua vera conversione: l’incontro vero con Gesù, che le cambia la vita. Iniziano le esperienze mistiche, le locuzioni interiori, le visioni. Vive la cosiddetta Transverberazione: Cristo l’avvolge “in una fornace d’amore” e riceve la grazia del “matrimonio spirituale”: vive cioè in unione abituale con Dio. E il Signore la spinge a riformare l’ordine carmelitano per riportarlo al fervore delle origini.

 

Fonda i Carmelitani e le Carmelitane scalze, ma i Carmelitani dell’Antica Osservanza le fanno una strenua opposizione. E’ un momento di grande tribolazione per Teresa. Lei fonda tutto sulla preghiera, che vive come un incontro personale di amicizia con Gesù. La mistica teresiana è molto concreta ed è in antitesi a quelle tecniche contemplative che attraverso gli sforzi del “non pensare a nulla” cercano la via dell’estasi: per Teresa tutto deve passare attraverso l’umanità di Cristo, che ci ama, ci ascolta, ci parla, ci sostiene. Una concezione che fa dire alla Santa che Marta e Maria devono andare d’accordo: non ci deve essere opposizione tra azione e contemplazione perché “il Signore vuole opere” e il “fine della preghiera è produrre opere”: che sono i modi infiniti suscitati dallo Spirito di amare Dio e il prossimo. Teresa, grande mistica, fonderà ben 17 monasteri e sarà un’abile organizzatrice. Nella coscienza che solo “l’amore dà valore alle opere”. Santa Teresa d’Avila muore a 77 anni nel 1582, dopo una vita segnata da grandi grazie ma anche da grandi sofferenze. Il tutto vissuto secondo una sua celebre esortazione:

 

“Niente ti turbi, niente ti spaventi, tutto passa, solo Dio resta, solo Dio basta”.

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CHIESA E SOCIETA’

15 ottobre 2004

 

 

PROSEGUE IN MESSICO IL 48.ESIMO CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE.

UN MILIONE DI FEDELI, SECONDO GLI ORGANIZZATORI, IERI HANNO PARTECIPATO

ALLA PROCESSIONE PER LE STRADE DI GUADALAJARA

- A cura di padre Pedro Rogriguez -

 

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GUADALAJARA. = “L’Eucaristia centro della vita della Chiesa”: questo il tema con il quale sono proseguite ieri le attività del 48.esimo Congresso Eucaristico Internazionale, in corso a Guadalajara, in Messico. La giornata ha avuto come momento culminante la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Dopo la celebrazione si è svolta la solenne processione con il Santissimo Sacramento, fino alla piazza della Liberazione, nel centro storico della città, e la benedizione con il Santissimo Sacramento. Gli organizzatori di questo evento – concelebrazione eucaristica e processione – parlano di un milione di fedeli presenti. Un altro momento importante è stato rappresentato dalla preghiera iniziale. Alle 9.00 del mattino le Lodi, presiedute dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, che ha indicato i diversi momenti della preghiera, svolta durante il Congresso Eucaristico, che costituiscono una chiamata a migliorare la vita personale e comunitaria.

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AL CENTRO DELL’IMPEGNO DEL NUOVO CAPO DI STATO DEVE RISIEDERE

LA TUTELA DELLA LIBERTA’ RELIGIOSA. E’ L’AUSPICIO DELLA CHIESA IN INDONESIA,

DOPO LA VITTORIA ALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DI SUSILO YUDHOYONO

 

GIAKARTA. = La garanzia della libertà e del pluralismo religioso e la tutela delle minoranze in Indonesia. Sono questi, secondo i leader cristiani indonesiani i compiti prioritari del nuovo capo di Stato, Susilo Bambang Yudhoyono, vincitore delle recenti elezioni presidenziali. “La cosa più importante è che il nuovo presidente difenda la Legge che garantisce la libertà religiosa – ha detto all’agenzia Ucan padre Antonius Benny Susetyo, della Commissione episcopale per gli Affari ecumenici e interreligiosi – altrimenti l’immagine dell’Indonesia agli occhi dell’opinione pubblica internazionale peggiorerà”. “La legge di una religione non può essere imposta a tutte le altre in una società pluralistica come quella indonesiana”: ha aggiunto il sacerdote, riferendosi alle pressioni di alcuni gruppi politici islamici che vorrebbero imporre nel Paese la Sharia, in contrasto con la laicità dello Stato sancita dalla Costituzione. Sulla stessa linea il reverendo Nathan Setiabudi, presidente della Comunione delle Chiese dell’Indonesia, secondo il quale Susilo deve tenere fede alla promessa di volere essere il presidente di tutti gli indonesiani. Il pastore ha anche espresso l’auspicio che il nuovo governo estenda finalmente il riconoscimento legale – attualmente limitato a sei religioni – a tutte confessioni religiose presenti nel Paese, dove l’85 per cento della popolazione è musulmana. Nel Paese, intanto, si è verificato un nuovo episodio di violenza ai danni della comunità cristiana. Due protestanti sono stati uccisi ieri sera nelle isole Sulawesi. Alcuni sconosciuti armati di spade hanno assalito i 2 cristiani, mentre stavano camminando in una strada affollata. (L.Z.)

 

 

AL VIA DOMENICA A GROTTAFERRATA IL SINODO INTEREPARCHIALE

DELLE CIRCOSCRIZIONI ECCLESIASTICHE CATTOLICHE BIZANTINE IN ITALIA.

L’INCONTRO SI PROTRARRA’ PER I PROSSIMI TRE MESI

- A cura di Giovanni Peduto -

 

GROTTAFERRATA. = Le tre Circoscrizioni ecclesiastiche cattoliche bizantine in Italia si avviano a celebrare il loro II Sinodo Intereparchiale in tre sessioni, con inizio domenica 17 ottobre, in cui si commemorano, secondo il calendario costantinopoliano, i Santi Padri del VII Concilio ecumenico, e con conclusione il 14 gennaio 2005. Si tratta delle due Eparchie italo-albanesi, quella di Lungo, in Calabria, e quella di Piana degli Albanesi, in Sicilia, e del Monastero esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, nei pressi di Roma. I fedeli delle due Eparchie sono i discendenti degli albanesi di tradizione bizantina del secolo XV, emigrati per sfuggire all’occupazione ottomana del loro Paese; mentre il monastero di Grottaferrata trae origine dalla tradizione monastica degli italo-greci dell’Italia Meridionale del secolo XI, portata alle porte di Roma da San Nilo di Rossano. Questo monastero, unico sopravvissuto di quell’epoca, celebra quest’anno il millennio di esistenza (1004-2004). Le tre Circoscrizioni, geograficamente distanti l’una dall’altra, sono unite nella comune tradizione bizantina. Ciò ha determinato la Santa Sede ad autorizzare nel 1940 il I Sinodo Intereparchiale delle tre Circoscrizioni. Queste, benché eredi di una antica permanenza storica in Italia, sono state costituite come tali soltanto nel secolo XX. Uno dei temi particolarmente urgenti che saranno esaminati è quello del “Diritto canonico”. Il Sinodo studierà la proposta del “Diritto Particolare” delle tre Circoscrizioni che lo celebrano. Un posto centrale poi ha la “Liturgia”, fonte e culmine della vita ecclesiale. In queste Circoscrizioni è ben sentito anche il tema dell’ecumenismo, cioè della ricerca della piena unità dei cristiani, in particolare fra cattolici e ortodossi. La prospettiva generale del Sinodo è missionaria. La missione fa parte dell’essenza della Chiesa, “apostolica” perché fondata sulla predicazione degli apostoli e perché “mandata” a predicare l’Evangelo a tutte le genti in ogni tempo e in ogni luogo.

 

 

I MEDIA CATTOLICI SONO CHIAMATI A PROMUOVERE
IL DIALOGO E LA PACE TRA I POPOLI. LO HANNO SOTTOLINEATO I MEMBRI
DELLA SEZIONE ASIATICA DI SIGNIS,
A CONCLUSIONE DELLA LORO ASSEMBLEA ANNUALE, IN MALESIA

 

KUALA LUMPUR. = Il compito principale a cui sono chiamati i comunicatori cattolici è quello di promuovere la pace e il dialogo, denunciando la violenza e la disuguaglianza che affliggono oggi il mondo. E’ questa, in sintesi, l’indicazione contenuta nel documento finale dell’assemblea annuale della sezione asiatica di Signis, l’organizzazione mondiale cattolica per il cinema e la radio-televisione. La sessione si è svolta nei giorni scorsi a Kuala Lumpur, in Malesia, con la partecipazione di delegati di 16 Paesi del Continente, che hanno discusso sul tema: “La promozione di una cultura della pace”. I partecipanti hanno convenuto che in un mondo che sembra essere precipitato in una folle spirale di violenza e di distruzione, alimentata dal fondamentalismo religioso e dal cattivo uso dei media, i professionisti della comunicazione possono giocare un ruolo cruciale. Essi hanno, infatti, un grande potere di influenzare atteggiamenti, valori e comportamenti sociali. In questo senso, i comunicatori cattolici, evidenzia il documento finale, hanno il preciso compito di usare questo loro potere per promuovere la causa della pace. I delegati hanno quindi individuato tre aree di intervento differenziate nel Continente: l’Asia orientale, dove l’accelerato sviluppo economico della Cina sta creando nuovi problemi sociali, economici, politici e ambientali; il sud-est asiatico, afflitto soprattutto dalla povertà e dalla violenza; e l’Asia meridionale, dove il problema principale è costituito dal dialogo tra le religioni. (L.Z.)

 

 

SI APRE OGGI A ROMA UNA MOSTRA DEDICATA A MADRE TERESA DI CALCUTTA.

LA BEATA E’ RITRATTA NEGLI SCATTI DEL FOTOGRAFO ARGENTINO MARIO PODESTA’,

MORTO LO SCORSO ANNO IN IRAQ IN CIRCOSTANZE ANCORA DA CHIARIRE

 

ROMA. = Si apre oggi a Roma una mostra fotografica interamente dedicata a madre Teresa di Calcutta, in occasione del primo anniversario della sua beatificazione. La rassegna, allestita fino al 31 ottobre prossimo presso la Galleria Ta Matete, racconta l’esempio della missionaria attraverso gli scatti del giornalista argentino Mario Podestà, morto in Iraq lo scorso anno in un incidente d’auto non ancora chiarito. Intitolata “Madre. Tributo a Teresa di Calcutta”, la rassegna  presenta più di quaranta immagini in bianco e nero di Podestà, suddivise in tre sezioni. L’obiettivo del giornalista, infatti, non si è limitato a ritrarre la figura di Madre Teresa, le sue rughe, il fisico fragile provato dalla fatica e dalla malattia e l’amore sconfinato per i bambini, ma anche la quotidianità di Calcutta, e l’operato delle Missionarie della Carità, l’impegno coraggioso e instancabile di dare sostegno e conforto a infermi e moribondi abbandonati per le strade della città. “La società che deve smettere di guardare – ha scritto Podestà nella sua “lettera aperta alla speranza – e cominciare a vedere”. Per più di trent’anni in giro per il mondo, sempre presente dove conflitti bellici e crisi umanitarie dovevano essere documentate con obiettività e fermezza, Podestà ha scelto la figura della piccola-grande missionaria, per “tributo a tutti coloro che sono caduti vittime della guerra, dell’esclusione, dell’oblio, della fame e del terrore in qualunque forma”. (B.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

15 ottobre 2004

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

 

 

L’inizio, oggi, del Ramadan non ha interrotto in Iraq la catena di violenze, che al contrario si sono intensificate da ieri. Decine i morti e i feriti in una serie interminabile di scontri e attentati, che attanagliano la popolazione civile. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Un morto e una quindicina i feriti stamane a Baghdad per l’esplosione di un’autobomba, ma sono state almeno 30 le vittime nell’intero Iraq, nella vigilia del Ramadan. Infuria intanto la battaglia a Falluja; poco fa le Forze americane hanno arrestato un religioso a capo dei negoziatori, che tentava di fuggire dalla città, sottoposta da giorni a martellanti bombardamenti per stanare i guerriglieri di al Zarqawi, che hanno rivendicato anche i due incredibili attentati di ieri nella zona ‘verde’ di Baghdad, ritenuta la più sicura del Paese, e che hanno provocato 5 morti, 1 disperso e 18 feriti. E continuano pure i rapimenti e le esecuzioni: è di questa mattina la notizia dell’uccisione a Mosul di un fotografo Karam Hussein del consorzio europeo EPA, cui aderisce anche l’Agenzia italiana ANSA, che sta riproponendo ora i suoi ultimi reportage.

 

Sul piano diplomatico si registra oggi la richiesta della Russia agli Stati Uniti e al governo provvisorio di Baghdad di autorizzare il ritorno degli ispettori Onu per il disarmo, in seguito alla scomparsa di materiale nucleare nel Paese. Ed ancora l’annuncio della Polonia di voler ritirare le proprie truppe all’inizio del 2005. Mentre il ministro italiano della Difesa Martino, ha dichiarato oggi che saranno le condizioni di sicurezza raggiunte dopo le elezioni di gennaio in Iraq a determinare la data del ritiro del Contingente italiano. Infine da segnalare l’accorato appello della comunità cristiana irachena – che è giunto all’Agenzia Fides – per voce di padre Nizar Semaam, fortemente preoccupato per il sopravvento dei gruppi estremisti ed alcuni Imam che “stanno distruggendo la società e la convivenza pacifica tra Cristiani e Musulmani” Non sappiamo a chi rivolgerci – ha detto - per avere protezione e continuare a vivere in questo Paese. I cristiani in Iraq sono tra i 700 e 800 mila su una popolazione di circa 23 milioni.

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Il ritiro israeliano da Gaza inizierà nel maggio prossimo e le operazioni saranno concluse nel giro di 12 settimane: lo ha annunciato il premier  israeliano Sharon davanti alla commissione esteri e difesa  della Knesset, il parlamento di Gerusalemme. Il capo del governo israeliano è più che mai determinato a portarlo avanti, ed  anzi ad accelerare i tempi, nonostante la sconfitta che ha subito lunedì in parlamento, dove il suo programma di governo è stato bocciato per l’opposizione di 15 dei 40 deputati del suo stesso partito, il Likud, contrari al ritiro. Nel contempo, fonti  di stampa annunciano la decisione del premier di ritirare una parte dei soldati inviati nel nord della Striscia di Gaza e in  particolare nel campo profughi di Jabalya.   

 

Il capo dell'opposizione dello Zimbabwe Morgan Tsvangirai, accusato di “tradimento” e di “complotto” per assassinare il presidente Robert Mugabe è stato assolto oggi dall'Alta Corte di giustizia del Paese africano. Il processo contro Tsvangirai, 52 anni, presidente del movimento per il cambiamento democratico (Mdc), era iniziato il  febbraio 2003 e si era concluso esattamente un anno dopo. L'imputato rischiava la pena di morte e in attesa della sentenza, oggi le strade di Harare erano blindate e controllate da forze di sicurezza in assetto da guerra. Da parte sua, il presidente dell'Alta Corte, Paddington Garwe, pronunciando il verdetto, ha detto che l'accusa, in questo caso lo Stato dello Zimbabwe, “non ha dimostrato l'alto tradimento al di là di ogni ragionevole dubbio”.

 

I Paesi africani hanno espresso ieri “profonda preoccupazione” per la  persistenza del terrorismo malgrado l'impegno internazionale contro di esso. A conclusione della seconda riunione intergovernativa dell’Unione africana chiedono  “misure più ferme e una cooperazione internazionale più intensa”. Alla conferenza hanno partecipato 53 delegazioni africane e altre venute da Europa, America e Asia. Proprio ai partner di altri continenti, l'Africa lancia un appello perché  accordino un maggiore appoggio al centro africano creato allo  scopo di combattere il terrorismo, un appoggio in termini di  scambio di informazioni, formazione e ricerca.

 

Nuovo record per il petrolio, che ieri ha raggiunto i 54 dollari e 75 centesimi al barile. Al rialzo ha contribuito anche lo sciopero generale in Nigeria, settimo esportatore mondiale, motivato proprio dalla protesta per la più equa distribuzione dei proventi dall’estrazione del greggio. Ma da ieri sera nel Paese africano, in agitazione da lunedì scorso, è stata decisa la sospensione della protesta. Il servizio di Giulio Albanese:

                  

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E’ cessato a mezzanotte lo sciopero generale in corso da lunedì in Nigeria che ha, peraltro, acuito non poco a livello internazionale la febbre del caro-greggio di cui il Paese africano è esportatore mondiale. Lo ha annunciato nel pomeriggio di ieri il capo del Congresso nazionale del lavoro, la principale organizzazione sindacale, avvertendo però che l’agitazione potrebbe riprendere tra due settimane se il presidente Oseguno Obasanjo non revocherà l’aumento dei prezzi dei carburanti. La corruzione legata al business dell’oro nero, è d’altronde sotto gli occhi di tutti. Il gettito petrolifero degli ultimi 40 anni dovrebbe aver fruttato alla Nigeria 350 miliardi di dollari: non si capisce allora come mai il suo prodotto interno lordo sia così disastrato. Era a 32 miliardi di dollari nel ’98 e a 43 miliardi nel 2002. Va ricordato che lo sciopero di questi giorni è stato deciso per protestare contro l’aumento del 20 per cento circa dei prezzi dei carburanti, in un Paese dove la maggioranza dei cittadini vive con meno di un dollaro al giorno.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Assoluzione definitiva dall’accusa di associazione di stampo mafioso per il senatore a vita Giulio Andreotti. La sentenza deliberata dalla Cassazione, stamani, ha dunque confermato la decisione della Corte d’Appello. I giudici di secondo grado avevano dichiarato di non doversi procedere contro Andreotti per il reato di associazione per delinquere “semplice” contestato fino al 1980, ed avevano assolto l’imputato per insussistenza del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. “Ora la questione è chiusa”, ha detto Andreotti dopo la notizia del verdetto ed ha aggiunto: “Voglio sottolineare la grande libertà dimostrata dai giudici della Cassazione: non perché gli altri non lo siano, ma perché in altre zone ho visto, in alcune udienze, dei condizionamenti che hanno poco a che fare con il diritto”.

 

Sempre in Italia: con 295 sì, 202 no, 9 astenuti é stato “licenziato” poco fa dalla Camera dei Deputati il disegno di legge che riforma la parte Seconda della Costituzione. Il testo dovrà ora nuovamente tornare al vaglio del Senato prima dell’approvazione definitiva. Sui punti chiave della riforma e le reazioni del mondo politico, il servizio di Alessandro Gisotti: 

 

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Scompare il bicameralismo perfetto, la Camera dei deputati sarà l'organo politico, il Senato federale rappresenterà gli interessi territoriali. Non ci sarannno più i senatori a vita sostituiti dai “deputati a vita”. E ancora: cambierà il ruolo del Capo dello Stato “garante dell'unita' federale della Repubblica” e il Primo ministro – che sostituisce il presidente del Consiglio – diventerà più forte. Introdotte sfiducia costruttiva e norma anti-ribaltone. E poi, entrano in Costituzione devolution e federalismo fiscale. Sono queste le novità più significative contenute nei 43 articoli della Costituzione, “riformata” dal disegno di legge, varato dal governo Berlusconi. Infuriano, intanto, le polemiche tra Ulivo e Casa delle Libertà. Per il centro-destra la riforma rafforza opportunamente i poteri del premier, come già previsto dalla Bicamerale presieduta da D’Alema. Il centro-sinistra parla, invece, di deriva plebiscitaria che indebolisce il Parlamento e promette battaglia quando gli elettori saranno chiamati con referendum a confermare o meno la riforma voluta dal governo. La polemica tra i due poli si era, peraltro, accesa già con il via libera, ieri, da parte del Senato alla delega in materia ambientale. Un maxiemendamento sul quale l’esecutivo ha posto la fiducia e che è stato aspramente criticato dal centrosinistra. L’Ulivo punta il dito, in particolare, contro la norma che prevede la depenalizzazione dei reati di abuso edilizio in aree con vincolo paesaggistico. Sul fronte fiscale, infine, il vicepremier Fini ha annunciato stamani che una riduzione delle tasse sarà probabilmente presente nel testo della Finanziaria.

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Il Perù presenta oggi al Giappone una nuova richiesta di estradizione a carico dell'ex presidente Alberto Fujimori, per corruzione, dopo quella già avanzata per violazione dei diritti umani. Fujimori, nato in Perù da genitori entrambi di origine giapponese e per questo in possesso della cittadinanza nipponica oltre che di quella peruviana, vive dal novembre 2000 a Tokyo  dove si era rifugiato poco prima di essere deposto dalla carica in patria. La prima richiesta di estradizione, presentata dal governo dell'attuale presidente Alejandro Toledo, è stata respinta di fatto dal Giappone, anche se formalmente Tokyo ha chiesto ulteriori spiegazioni. Il Giappone non ha mai consegnato un suo cittadino per reati commessi all'estero in mancanza di un trattato di estradizione con il Paese richiedente. Tokyo ha un trattato di estradizione  solo con gli Stati Uniti e, dal 21 giugno 2002, con la Corea del sud. Secondo documenti diffusi di recente dall'ambasciata  peruviana a Tokyo, Fujimori compare nella lista dei dieci capi di stato e di governo più corrotti al mondo. E' sesto, dietro noti dittatori come Suharto, Marcos e Milosevic, grazie ad un 'tesoro' in nero di circa 600 milioni di dollari.

 

In Nepal, i guerriglieri maoisti che combattono contro la monarchia hanno annunciato un periodo di tregua nei confronti del governo in occasione delle festività indù, che iniziano la prossima settimana. Al momento, non è giunta alcuna risposta immediata del governo.

 

 

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