RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 287 - Testo della trasmissione di mercoledì 13 ottobre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’udienza generale, l’invito del Papa a tutti i credenti: siate adoratori frequenti della Santa Eucaristia

 

Giovanni Paolo II ai giornalisti cattolici riuniti a Bangkok per il Congresso mondiale: accogliete alla luce della fede le sfide che la cultura e il pluralismo religioso presentano al mondo della comunicazione. Con noi mons. John Foley

 

Al via oggi in Vaticano un seminario internazionale sul rischio dei conflitti connessi alla gestione delle acque: ce ne parla mons. Marcelo Sanchez Sorondo

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Il grande pellegrinaggio alla basilica di Zapopan, momento forte della seconda giornata di lavori del 48.mo Congresso eucaristico internazionale, in corso a Guadalajara in Messico

 

Continua in Nigeria lo sciopero generale per la ridistribuzione dei proventi petroliferi. Il governo intima la fine di ogni agitazione: il commento di Domenico Quirico

 

La Spagna si interroga sul futuro dell’istituto matrimoniale e familiare: ai nostri microfoni padre José M. Diaz Moreno

 

A Stresa da oggi al 16 ottobre il Festival Grinzane Cinema: ce ne parla Stefano Della Casa

 

CHIESA E SOCIETA’:

I cattolici e i luterani brasiliani hanno sottoscritto un documento in occasione dell’anniversario della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione

 

Ieri in tutte le cattedrali ortodosse russe e in quelle dell’Ossezia del nord si sono svolte celebrazioni per ricordare le piccole vittime della strage di Beslan

 

Nuovi casi di diritti umani calpestati in Pakistan per la legge sulla blasfemia

 

Presentata  a Roma una campagna di solidarietà della Caritas Internationalis in Colombia

 

Se non affrontato con prontezza l’Aids può causare un crollo della produzione agricola in Africa, tale da causare carestie in diversi Paesi

 

Si celebra oggi la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali

 

“Rendiamo omaggio a 26 anni di attività di un grande Pontefice”. Così il presidente di Confindustria Montezemolo alla presentazione del libro “Andate in tutto il mondo – i vaticanisti raccontano Giovanni Paolo II”

 

24 ORE NEL MONDO:

Aperta a Tokyo la Conferenza per la ricostruzione dell’Iraq. Uccisi a Baghdad tra ieri sera e questa mattina 4 soldati americani. Assassinato a Baquba un ufficiale della polizia irachena

 

Nostra intervista a Rocco Buttiglione dopo la bocciatura come commissario europeo.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 ottobre 2004

 

 

ALL’UDIENZA GENERALE, INVITO DEL PAPA A TUTTI I CREDENTI:

SIATE ADORATORI FREQUENTI DELLA SANTA EUCARISTIA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

“Siate adoratori frequenti della Santissima Eucaristia”. L’invito di Giovanni Paolo II ha chiuso l’udienza generale di questa mattina in una Piazza San Pietro bagnata dalla pioggia, ma comunque riempita da circa 15 mila fedeli. La catechesi del Papa ha preso questa volta in esame il Cantico di San Paolo agli Efesini. Ce ne parla Alessandro De Carolis.

 

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E’ Maria la “donna eucaristica” per eccellenza. E’ lei che i cristiani devono imitare, seguendo Gesù via, verità e vita, trovando il tempo di inginocchiarsi il più possibile davanti a Gesù Eucaristia. L’insegnamento di Giovanni Paolo II conclude l’udienza generale di oggi collegandosi idealmente con quanto sta avvenendo in questi giorni al di là dell’oceano, in Messico, sede del Congresso eucaristico internazionale di Guadalajara, a quattro giorni dall’inaugurazione solenne dell’Anno dell’Eucaristia.

 

La spiegazione del Cantico di San Paolo agli Efesini ha invece occupato lo spazio della catechesi del Pontefice, impegnato da diverse settimane nell’illu-strazione della Liturgia dei Vespri. I versetti dell’Apostolo, ha detto Giovanni Paolo II, costituiscono “una pagina di grande densità teologica e spirituale”. Una sorta di compendio della fede cristiana perché presentano Cristo come “principio di unità e di senso dell’universo e di tutta la storia”. Il progetto di Dio che il Figlio è chiamato a compiere, ha affermato il Papa, fa brillare la grandezza della dignità cui sono destinati tutti gli uomini: quella di essere “santi e immacolati nell’amore”, “creature trasfigurate” da una santità e da una “purezza morale, esistenziale, interiore”. Un dono salvifico guadagnato da Cristo all’umanità, ha aggiunto il Papa, grazie al suo “atto supremo di amore e di solidarietà”: l’immo-lazione sulla croce:

        

“Attraverso la redenzione operata da Cristo, il Padre opera in noi una radicale trasformazione: una piena liberazione dal male”.

 

“Cancellato il nostro peccato – ha proseguito il Pontefice – conosciamo in pienezza il Signore. Ed essendo la conoscenza, nel linguaggio biblico, espressione di amore, essa ci introduce più profondamente nel ‘mistero’ della volontà divina”.

 

Infine, dopo i saluti in dieci lingue – oggi erano presenti pellegrini da Stati Uniti, America Latina ed Europa – Giovanni Paolo II ha concluso con l’augurio generale ai tutti credenti “di imitare l’esempio della Vergine Maria, donna eucaristica”. All’inizio dell’Anno Eucaristico, ha detto, “sforzatevi, come lei, di seguire Gesù via, verità e vita”:

 

“Siate adoratori frequenti della Santissima Eucaristia!”.

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Sabato prossimo, 16 ottobre, Giovanni Paolo II festeggerà il 26.mo anno di pontificato e, come è consuetudine in queste circostanze, la Prefettura della Casa pontificia ha reso noti i numeri relativi agli incontri con i fedeli avuti dal Papa nell’arco dell’anno. Il totale generale delle presenze è di un milione e 512.300 persone, delle quali circa un milione sono state incontrate da Giovanni Paolo II tra udienze generali e Angelus domenicali. Inoltre, il Papa ha ricevuto 426 tra capi di Stato e monarchi, 277 tra primi ministri e ministri degli Esteri, ed ha accettato le credenziali di 642 nuovi ambasciatori presso la Santa Sede.

 

 

IL MESSAGGIO DEL PAPA AL CONGRESSO MONDIALE

DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DEI GIORNALISTI CATTOLICI, IN CORSO A BANGKOK

- Intervista con mons. John Foley -

 

Si è aperto ufficialmente stamane a Bangkok, in Thailandia, il 21.mo Congresso mondiale dell’UCIP, l’Unione internazionale dei giornalisti cattolici. Il Papa ha inviato un messaggio in cui esorta i comunicatori cristiani ad accogliere le sfide poste dalla cultura odierna.  Il servizio del nostro inviato Jean-Baptiste Sourou:

          

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Il nunzio apostolico in Thailandia, mons. Salvatore Pennacchio, ha letto il messaggio del Papa che ha incoraggiato i partecipanti al Congresso a discernere alla luce della loro fede e della dottrina sociale della Chiesa le grandi sfide e opportunità che la cultura e il pluralismo religioso presentano al mondo della comunicazione.

 

Mons. John Foley, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali ha fatto un accostamento tra l’essere cristiano e il mestiere del giornalista:

 

“La prima cosa che dobbiamo fare è essere fedeli alla nostra vocazione cristiana di essere uomini e donne senza peccato, perché dobbiamo dare il buon esempio a tutti e dobbiamo seguire la via della virtù; ma anche come professionisti dobbiamo dire sempre la verità, dobbiamo essere persone di integrità morale e dobbiamo sempre cercare la verità e offrire cronache equilibrate, giuste ed obiettive. Dobbiamo essere giornalisti eccellenti e cattolici esemplari”.

 

Il primo ministro thailandese ha detto in sostanza che se le religioni hanno il compito di fare dei credenti dei cittadini migliori, il giornalista credente deve non solo distinguersi per la sua professionalità, ma deve costruire anche dei ponti tra le diverse culture, essere attento ai più poveri della società per costruire un mondo più fraterno.

 

Da Bangkok, Jean-Baptiste Sourou per la Radio Vaticana.

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NOMINE

 

In Brasile, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arci-diocesi di Belém do Pará, presentata da mons. Vicente Joaquim Zico, della Congregazione della Missione (Lazzaristi), per sopraggiunti limiti d’età. Giovanni Paolo II ha nominato suo successore mons. Orani João Tempesta, dell’Ordine Cistercense, finora vescovo di São José do Rio Preto. Nato nel 1950 a São José do Rio Pardo - nella diocesi di São João da Boa Vista - mons. Tempesta è stato ordinato sacerdote nel 1974 e consacrato vescovo nel 1997. È presidente della commissione per la Cultura, l’Educazione e le Comunicazioni Sociali della Conferenza episcopale brasiliana.

 

 

I CONFLITTI LEGATI ALLA SCARSITA’ DI RISORSE IDRICHE

 AL CENTRO DI UN SEMINARIO INTERNAZIONALE IN VATICANO,

 PROMOSSO DALLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE

- Ai nostri microfoni mons. Marcelo Sánchez Sorondo -

 

“Conflitti idrici e trasformazione spirituale, un dialogo”: è questo il tema di un seminario di studi, promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze, che prende il via oggi pomeriggio, alla Casina Pio IV in Vaticano, per concludersi venerdì prossimo. L’iniziativa intende riflettere sulle dimensioni etiche e spirituali della cooperazione internazionale quale sforzo per la soluzione dei conflitti legati all’acqua. A discutere della problematica, quanto mai attuale, sono stati invitati 25 esperti di livello internazionale. Per una presentazione dell’incontro, Alessandro Gisotti ha intervistato mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze:

 

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R. – Il Seminario segue altri seminari precedentemente promossi dall’Accademia. Per esempio, molto importante è stato quello del 1975, con un intervento molto lucido di Paolo VI agli accademici, in cui ha ricordato l’importanza dell’acqua, un bene che Dio ha concesso a tutti, ed ha insistito molto sul principio della prudenza: se non è bene utilizzato, può anche essere distrutto! Il Convegno attuale vuole analizzare come fare dell’acqua un uso razionale e prudente, ma anche nuovo. Ricordo che, nell’occasione menzionata, Paolo VI ha insistito molto sul fatto che anche quando non si riescono a vedere bene le strade, bisogna comunque mantenere viva la speranza: “Se Dio ha fatto questo dono agli uomini – diceva il Papa – significa che la natura stessa ha una potenzialità che bisogna scoprire”. Questo è un problema di ordine scientifico. Poi, ovviamente, c’è anche il problema della giustizia, della distribuzione dell’acqua e pertanto uno dei temi all’ordine del giorno del Convegno è anche esaminare queste ‘forme di carità’ per quanto riguarda la distribuzione dell’acqua, perciò si parla di ‘trasformazioni spirituali’ ...

 

D. – Quindi, un impegno da parte della Santa Sede che parte da lontano. Quali sono gli obiettivi di questo Seminario?

 

R. – Il metodo dell’Accademia consiste nel ricercare un’opinione comune; qualora risultasse possibile, dare anche linee indicative sull’importanza di studiare: si investono tanti soldi per studiare il fenomeno del tabacco, mentre pochi sono gli studi per le risorse principali e fondamentali!

 

D. – La comunità internazionale sembra molto attenta alla risorsa-petrolio, molto meno sull’acqua; eppure, diversi studi ci dicono che, purtroppo, le guerre del futuro probabilmente saranno spesso legate alla scarsezza di risorse idriche ...

 

R. – Perciò insisto sull’aspetto della giustizia! Una volta conosciuti i termini del problema, bisogna vigilare sul fatto che l’acqua non venga ‘privatizzata’. Quindi, anche qui due punti: uno più scientifico, capire l’importanza dell’acqua come risorsa futura per la vita del pianeta. Il secondo, quello della distribuzione, che è piuttosto un problema di giustizia!

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

“Dio Salvatore” è il titolo di apertura della prima pagina in riferimento al commento di Giovanni Paolo II, durante l’udienza generale, al Cantico che apre la Lettera agli Efesini (Ef 1,3-10). A Guadalajara i lavori del 48.mo Congresso eucaristico internazionale; conclusa la “peregrinatio” dell’immagine di Nostra Signora di Zapopan.

Iraq: i rappresentanti di 55 tra Paesi ed organizzazioni internazionali riuniti a Tokyo per la Conferenza dei donatori in vista delle elezioni di gennaio. Afghanistan: Dostun riconosce la validità del voto presidenziale.

 

Nelle pagine vaticane, un articolo di mons. Elio Sgreccia, vice presidente della Pontificia Accademia per la Vita sulla votazione preoccupante all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che ha per oggetto la “Strategia europea per la promozione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi”.

 

Nelle pagine estere, Medio Oriente: per Annan le vittime dei raid sono soprattutto i bambini. Iran: riunione del “G-8” per discutere i piani nucleari del Paese. Repubblica Democratica del Congo: rimpatriati dal Burundi 1.300 profughi congolesi. Colombia: imponente adesione allo sciopero generale.

 

Nella pagina culturale, un articolo sull’apertura a Venezia del 48.mo Festival internazionale di musica contemporanea.

 

Nelle pagine italiane, i temi delle riforme, della Finanziaria, della mafia e dell’Alitalia. Da oggi aperta a Dronero la camera ardente allestita per le due sorelle uccise in Egitto.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

13 ottobre 2004

 

 

 

IL GRANDE PELLEGRINAGGIO ALLA BASILICA DI ZAPOPAN,

 MOMENTO FORTE DELLA SECONDA GIORNATA DI LAVORI

DEL 48.MO CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE,

IN CORSO A GUADALAJARA IN MESSICO

- Servizio di padre Pedro Rodriguez -

 

“Nel nostro pellegrinaggio, l’Eucaristia ci accompagna come viatico per il cammino”: è questo il tema del secondo giorno di lavori del 48.mo Congresso eucaristico internazionale, in corso a Gaudalajara, in Messico. Una giornata intensa caratterizzata dal grande pellegrinaggio alla Basilica di Zapopan. Per una cronaca dell’evento, ci riferisce il nostro inviato da Guadalajara, padre Pedro Rodriguez:

 

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Alle 6 del mattino, dopo la celebrazione della Messa, la grande folla ha partecipato, alla tradizionale Romería, il pellegrinaggio, per portare alla Basilica di Zapopan, la miracolosa icona della Madonna di Nostra Signora di Zapopan. I mezzi di comunicazione hanno parlato di tre milioni di partecipanti. All’arrivo è stata celebrata la Santa Messa, presieduta dal cardinale arcivescovo di Guadalajara, Juan Sandoval Iñiguez. Alle 5 del pomeriggio, alcuni dei cardinali e vescovi hanno fatto visita agli ammalati, ai carcerati anche come testimonianza di una applicazione concreta che scaturisce dalla celebrazione dell’Eucaristia. Nel frattempo si sono radunati i gruppi linguistici per una riflessione sulla giornata appena vissuta. Ai nostri microfoni la testimonianza di una ragazza italiana che fa parte della delegazione al Congresso eucaristico internazionale:

 

R. – Sono stata molta contenta. Sono rimasta molto colpita. Ho fatto una parte del pellegrinaggio insieme al gruppo composto dagli indios apache. E’ stato molto bello vedere i loro costumi, il loro modo di danzare e di ringraziare il Signore. Questa esperienza aumenta sicuramente la fede personale e vedere come gli altri credono e ringraziano il Signore e la Vergine per il dono dell’amore e dell’unità, rinnova la fede personale.

 

Da Guadalajara, per la Radio Vaticana, padre Pedro Rodriguez.

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CONTINUA IN NIGERIA LO SCIOPERO GENERALE PER LA RIDISTRIBUZIONE

DEI PROVENTI PETROLIFERI. IL GOVERNO INTIMA LA FINE DI OGNI AGITAZIONE

- Intervista con Domenico Quirico -

 

L’andamento al rialzo del prezzo del petrolio di questi giorni è legato anche allo sciopero generale che sta bloccando la Nigeria. Secondo i sindacati l’agitazione potrebbe continuare ad oltranza se non verranno rivisti i sistemi di distribuzione della ricchezza proveniente dall’estrazione del greggio, attualmente a vantaggio del governo di Abuja e delle multinazionali petrolifere. Esponenti dell’esecutivo nigeriano stamani hanno chiesto la fine dello stato d’agitazione, giunto già al terzo giorno, anche se – è stato detto – le esportazioni di petrolio proseguono normalmente. Sulla situazione nigeriana Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Domenico Quirico, esperto di Africa del quotidiano La Stampa:

 

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R. – Siamo nel cuore del paradosso della questione petrolifera. Un Paese che è tra i maggiori produttori mondiali di idrocarburi può vantare una popolazione in condizioni di terrificante miseria. Il problema è quello dello sfruttamento. Le popolazioni che vivono, ad esempio, nel delta del Niger, che è la zona dove c’è la maggiore produzione petrolifera, non hanno mai avuto alcun vantaggio. Le proteste per ottenere una ridistribuzione della ricchezza sono state da tutti i regimi, sia da quelli militari del passaggio, sia da quello apparentemente democratico di Obasanjo, repressi con la violenza.

 

D. – Ci sono responsabilità di questa questione a carico delle aziende straniere che producono il petrolio?

 

R. – Certamente sì. Il patto scellerato dello sfruttamento è quello che le multinazionali del petrolio hanno firmato con tutti i dirigenti nigeriani di sempre, cioè lasciare nelle casse dei medesimi cifre gigantesche, assolutamente non preoccupandosi di tutto quello che succede attorno ai pozzi petroliferi. Sappiamo che il dittatore nigeriano Abacha era uno degli uomini più ricchi del mondo e i forzieri delle banche svizzere erano pieni del suo denaro, sottratto ai suoi concittadini, ed erano i fondi che gli venivano lasciati dalle multinazionali.

 

D. – L’entità di questa protesta fa pensare che si sia giunti ad una svolta necessaria ed inevitabile nella corretta gestione del petrolio nigeriano…

 

R. – Probabilmente stiamo ad un punto in cui potrebbe emergere anche qualche elemento nuovo. Tra l’altro è un Paese a forte rischio anche per altri motivi, oltre a quelli del montare di questa rabbia popolare contro la miseria, lo sfruttamento, la corruzione: conosciamo il tema drammatico della frammentazione religiosa ed etnica, con le differenze così marcate tra il nord musulmano ed il sud animista e cristiano, l’imposizione in alcune regioni del Paese della legge islamica, della sharia, i regionalismi che sono stati sempre più bruschi ed arroganti. Insomma, è un intreccio micidiale che fa di questo Paese una delle possibili crisi più drammatiche dell’Africa contemporanea.

 

D. - Come si inserisce la questione nigeriana nel generale aumento del prezzo del petrolio sui mercati internazionali?

 

R. – Pesantemente. Ma c’è anche un problema di carattere più generale, cioè gli Stati Uniti stanno puntando sulla produzione africana per compensare quelle che possono essere le riduzioni o i rischi della produzione che vengono dall’Iraq o dalla zona del Medio Oriente. Ci sono Paesi, come la Guinea Equatoriale, in cui sono stati scoperti enormi giacimenti che vengono sottoposti ad un processo di sfruttamento molto rapido. Ci sono altre zone come l’Angola, come il Sudan dove il problema petrolifero ha determinato anche delle svolte sostanziali nella politica americana. L’Africa è in prospettiva molto vicina il nuovo grande luogo di rifornimento per il petrolio americano. Quindi tutto quanto succede in questi Paesi produttori si ripercuote con grande evidenza su quelle che sono le quotazioni e l’andamento economico ma anche le scelte politiche degli Stati Uniti.

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LA SPAGNA SI INTERROGA SUL FUTURO DELL’ISTITUTO MATRIMONIALE

 E DELLA FAMIGLIA

- Intervista col gesuita José M. Diaz Moreno -

 

Il 1 ottobre scorso il governo spagnolo, presieduto da José Luis Rodríguez Zapatero, ha approvato un progetto di legge che introduce cambiamenti profondi nella stessa definizione del matrimonio e della famiglia. Tocca ora al parlamento pronunciarsi in proposito. Oggi non solo la Chiesa cattolica ma la società intera si interrogano su quale sarà il futuro in Spagna per l’istituto familiare e soprattutto per il bambino in seguito ai cambiamenti proposti.       Ospite ai nostri microfoni un esperto in questioni familiari e matrimoniali, il gesuita José M. Diaz Moreno, professore emerito di diritto canonico, ecclesiastico e civile all’Università di Comillas e professore alla Pontificia Università di Salamanca.  Lo scorso settembre padre Moreno ha tenuto la lezione inaugurale del 17.mo Simposio di diritto matrimoniale a Zaragoza. Padre Ignazio Arregui gli ha chiesto se ormai tutti siano d’accordo nel riconoscere i diritti fondamentali degli omosessuali:

 

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R. – ESTO NADIE LO PONE EN DUDA. …

Questo nessuno lo mette in dubbio. A me sembra che si debba porre fine ad una sorta di discriminazione di tipo sociale e, in alcuni casi, legale e giuridico, dovuta in parte alla considerazione che si ha degli omosessuali nella società.

 

D. – Il progetto di legge approvato dal governo socialista intende far passare il matrimonio tra omosessuali equiparandolo con l’unica forma di matrimonio che è stata finora riconosciuta, quella cioé tra un uomo ed una donna. Ma questa è una seconda questione, che va molto al di là del riconoscimento dei diritti di cui parlavamo poco fa. Non è così?

 

R. – SIN DUDA NINGUNA. ...

Senza alcun dubbio. Ritengo che arrivare a considerare queste coppie non solo come le coppie di fatto, ma come autentici matrimoni, penso – e spero che mi venga passato il termine – che sia assolutamente aberrante. E ciò che non riesco veramente ad ammettere è il fatto che chi difende questa legge venga considerato progressista, mentre coloro che continuano a difendere e sostenere la natura eterologa del matrimonio vengano considerati retrogradi, persone cioè che non guardano al futuro e che continuano a vivere nel passato. Questo mi sembra sinceramente assurdo.

 

D. – Si pretende di zittire la Chiesa, dicendole che, da parte sua, può stare tranquilla e mantenere la sua visione del matrimonio per i suoi fedeli…

 

R. – LA IGLESIA NO VA A CAMBIAR SU CONCEPTO…

La Chiesa non cambierà di certo il suo concetto di matrimonio, di istituzione naturale integrata con la concezione sacramentale del matrimonio. La Chiesa non si sente autorizzata a cambiare il suo concetto di unione matrimoniale.  Ma negarle il diritto di emettere un giudizio di valore riguardo a quello che si vuole attuare con questo disegno di legge ed esprimersi quindi dicendo se ritiene tutto ciò positivo o negativo, credo che sia una pretesa che appartenga ad uno Stato totalitario e non è certo proprio di uno Stato democratico.

 

D. – Riguardo a questa campagna in favore delle tesi del governo, molto si è parlato dei diritti della coppia omosessuale. Ma poco o niente si è parlato del diritto di un bambino di poter contare su un padre ed una madre. Si è trattato di una omissione o di una distrazione?

 

R. – CREO QUE HA SIDO UNA OMISION DELIBERADA….

Credo che si sia trattato di un’omissione deliberata. Sostenere che queste coppie omosessuali possano adottare un bambino così come una coppia sposata, come ho già detto precedentemente , mi sembra sia aberrante. Questo mi sembra anzi ancora più aberrante e per due ragioni. La prima perché ritengo che l’istituzione famigliare si basa sul fatto che un figlio nasce dall’amore di un uomo e di una donna, come frutto di una unione stabile e che rappresenta l’origine e il fondamento della famiglia stessa. Dire invece che un bambino nasce dall’unione di un uomo con un uomo o di una donna con una donna… bene, penso questo non abbia bisogno di spiegazioni. Credo che, concedere loro il diritto di adozione in quanto coppia e che quindi un bambino si ritrovi con due padri o con due madri, mi sembra che questa sia una assurdità anche terminologica.

 

D. – Un’alta personalità politica ha affermato che non c’è, secondo lui e secondo alcuni studi, molta differenza tra bambini educati da omosessuali e bambini educati da una famiglia composta da un padre ed una madre. Lei crede che questo possa ritenersi certo?

 

R. – YO NO PUEDO DARLE CREDIBILIDAD A ESA  AFIRMACION. …

Io non posso dare credibilità a questa affermazione. Anzitutto perché riguardo all’adozione da parte di coppie omosessuali in quanto coppie, non credo ci sia una qualsiasi realtà – né in Spagna, né fuori dalla Spagna – che possa dimostrare che questa esperienza sia positiva. Per quanto riguarda poi il giudizio o il valore che si possa dare a questo da un punto di vista pedagogico e psicologico, ritengo che si tratta di un qualcosa di enormemente avventato.

 

D. – Lei crede che la figura della madre nella famiglia e nella cura del figlio è sempre stata e continua oggi ad essere riconosciuta o, talvolta, tende a non essere più fondamentale…

 

R. – NECESITARIAMOS MAS TIEMPO…

Avremmo bisogno di un tempo maggiore per affrontare ed approfondire questa situazione. Ritengo che il ruolo della madre all’interno della famiglia di oggi non solo non ha perso la sua importanza ma – rispetto ad epoche passate –l’ha visto aumentare ancora di più. E questo perché in una società così tanto meccanizzata, a volte così tanto crudele, se veramente la figura della madre nella famiglia non viene rivalorizzata – tenendo oltretutto presente che è necessario compensare la mancanza di una presenza continua della donna all’interno della famiglia, che esce di casa per andare a lavorare, cosa questa ormai irreversibile – con una maggiore intensità della sua presenza, non so più allora dove sta andando questa umanità…

 

D. – Da parte del governo è stato detto che questo è un suo impegno e non può venir meno all’adempimento di questa legge dell’unione tra omosessuali, poiché è stato promesso nel programma elettorale. Questo giustificherebbe l’attuale progetto di legge?

 

R. – EN ESO ESTOY PROFONDAMENTE…

Riguardo a questo sono profondamente deluso ed amareggiato. Ritengo che un legislatore, prima di tutto, debba essere serio e responsabile e mi sembra che una legge, come quella che si vuole portare avanti, non riguarda una riforma ma vuole arrivare in realtà alla trasformazione del riconoscimento giuridico della famiglia e della sua istituzione. Una questione di tale importanza avrebbe bisogno certamente di maggior tempo per essere approfondita.

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I DESTINI INCROCIATI DI CINEMA E LETTERATURA

SONO AL CENTRO DELL’INTERESSANTE FESTIVAL GRINZANE CINEMA,

GIUNTO ALLA SECONDA EDIZIONE, IN PROGRAMMA A STRESA DA OGGI AL 16 OTTOBRE

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

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Dalla letteratura al cinema. E da un Premio a un Festival. Il famoso Grinzane-Cavour, riconoscimento illustre nel mondo della letteratura, ha generato lo scorso anno una nuova manifestazione che vuole riflettere con intelligenza e vitalità sul rapporto primigenio e sempre attualissimo tra il testo letterario e l’immagine filmica e le loro reciproche, magnifiche, inesauribili interdipendenze, senza tralasciare le zone di confine d’entrambe le arti. Tra premi, incontri, dibattiti, retrospettive, anteprime, curiosità e anche gastronomia “cinematografica”, il Festival Grinzane Cinema nasce da poche e chiarissime idee. Come ci conferma Stefano Della Casa, direttore artistico di questa interessante rassegna:

 

R. – Effettivamente abbiamo cercato di mettere insieme delle cose che c’entrassero sia con il cinema, sia con la letteratura, mescolando – da un lato – gli aspetti più colti, più interessanti e più vivi nel dibattito internazionale e degli elementi – dall’altro – molto popolari. Questa natura – diciamo – al tempo stesso colta e popolare della manifestazione si può notare anche nei premi: alla carriera al grande Claudio G. Fava; al miglior film, tratto da un’opera letteraria, a Gianni Amelio, che si è ispirato ad uno straordinario Pontiggia per Le Chiavi di Casa; mentre Dai Sijie ha vinto il premio per il miglior romanzo “Balzac e la piccola sarta cinese”, dal quale egli stesso ha tratto un film molto interessante. Mescolare quindi insieme l’alto e il basso, il colto e il popolare, credo sia una delle cose più importanti da fare oggi per difendere anche gli spazi della cultura per conquistare nuove persone.

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CHIESA E SOCIETA’

13 ottobre 2004

 

 

“IN UN MONDO AFFLITTO DA TANTI SCONTRI I CRISTIANI DEVONO OFFRIRE

UNA TESTIMONIANZA DI PACE E DI RICONCILIAZIONE”.

COSI’ I CATTOLICI E I LUTERANI BRASILIANI, NELL’ANNIVERSARIO

DELLA DICHIARAZIONE CONGIUNTA SULLA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE

 

BRASILIA. = “Il giorno in cui fu firmata la Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione sarà ricordato come un giorno nel quale i cattolici e i luterani sono stati capaci di dichiarare ufficialmente che esiste un consenso sulle verità fondamentali riguardanti la dottrina della giustificazione”. Con queste parole si apre il comunicato che la Chiesa cattolica in Brasile e la Chiesa evangelica di confessione luterana hanno sottoscritto per commemorare il quinto anniversario del celebre documento sottoscritto ad Augsburg in Germania, il 31 ottobre del 1999, dalla Federazione Luterana Mondiale e dalla Chiesa cattolica. Il documento è a firma del cardinale Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di São Salvador da Bahia e presidente della Conferenza episcopale brasiliana (CNBB), e del dottor Walter Altman, pastore presidente della Chiesa evangelica di confessione luterana in Brasile (IECLB). “La firma della Dichiarazione Congiunta – spiega il comunicato – rappresenta effettivamente una confessione comune sull’essenza del Vangelo. Quel gesto è di somma importanza nel nostro mondo attuale, con la crescente secolarizzazione e la crisi del senso della vita nella cultura post-moderna”. “In un mondo afflitto da tanti scontri – avverte il comunicato congiunto – i cristiani devono poter offrire una testimonianza comune di pace e di riconciliazione, elementi fondamentali del messaggio cristiano". Il cardinale Agnelo e il pastore Altmann non mancano di raccomandare a parroci e pastori di spiegare il contenuto e il significato della Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione ai rispettivi fedeli, nel corso delle celebrazioni liturgiche dell’ultima domenica di ottobre. Il comunicato preannuncia, inoltre, una celebrazione congiunta nel contesto della prossima Assemblea del Consiglio nazionale delle Chiese cristiane. (A.M.)

 

 

ANCORA VIVO IL DOLORE PER LA STRAGE DI BESLAN.

IERI IN TUTTE LE CATTEDRALI ORTODOSSE RUSSE E IN QUELLE DELL’OSSEZIA

 DEL NORD SI SONO SVOLTE CELEBRAZIONI PER RICORDARE LE PICCOLE VITTIME

DELL’ATTO TERRORISTICO DELLO SCORSO SETTEMBRE

 

BESLAN. = Ieri in tutte le cattedrali ortodosse russe, in concomitanza con quelle dell’Ossezia del Nord, si sono svolte celebrazioni commemorative per le vittime della scuola di Beslan. Nella cittadina teatro della tragedia, che ha visto la morte di circa 400 persone, mons. Theofan Ashurkov, vescovo ortodosso di Stavropol e di Vladikavkaz, ha celebrato una liturgia commemorativa. Finito il lutto di 40 giorni previsto dalla Chiesa ortodossa, centinaia di persone, familiari e amici dei defunti, si sono recati alla scuola osseta, teatro del barbaro maxisequestro, portando foto, fiori e candele. Secondo la tradizione durante il periodo di lutto, gli uomini si lasciano crescere la barba, mentre le donne indossano abiti neri. Per i parenti più stretti il lutto può durare anche diversi anni. “Soltanto la compassione umana e la preghiera – scrive il patriarca Alessio II in un messaggio – sono in grado di dare la forza necessaria a superare il dolore della perdita”. Rivolgendosi idealmente ai familiari delle vittime, il Patriarca russo ha, inoltre, sottolineato che “la ferocia di questi criminali contro degli innocenti ha sconvolto il mondo intero e ha lasciato segni profondi nell’anima di ogni russo”. Lo scorso 3 settembre circa 394 persone, la metà bambini, hanno perso la vita nello scontro tra le forze di sicurezza russe e i terroristi, che per tre giorni hanno tenuto in ostaggio mille persone nella palestra della scuola di Beslan. L’azione terroristica è stata rivendicata dai terroristi ceceni del leader separatista Shamil Basayev. Nella regione, intanto, sono aumentate le misure di sicurezza. Si teme, infatti, che finito il periodo di lutto tradizionale, gli osseti possano cercare vendetta. A Mosca, il prossimo 15 ottobre, si terrà un concerto di beneficenza nella cattedrale di Cristo Salvatore. Il ricavato sarà utilizzato per la costruzione di una chiesa-monumento al posto delle rovine della scuola. (B.C.)

 

 

NUOVI CASI DI DIRITTI UMANI CALPESTATI IN PAKISTAN.

ALCUNI DISABILI MENTALI SONO STATI ACCUSATI DI BLASFEMIA

E FATTI OGGETTO DI VIOLENZE

 

LAHORE. = La legge sulla blasfemia colpisce anche persone con gravi problemi di handicap. In Pakistan, ad esempio, Shahbaz Masih Kaka è stato accusato di blasfemia nonostante l’evidente disabilità. Mentre il 26.enne cattolico è un paziente di lungo corso dell’ospedale di Lahore ed è stato imprigionato perché accusato da un religioso musulmano. Del suo caso si è occupato Khalil Tahir, avvocato cristiano e presidente di un movimento che si batte contro le leggi discriminatorie, che ha esortato il governo di Lahore ad abrogare la Hudood Ordinance – stabilita nel 1979 dal generale Ziaul-Herq, in collaborazione con i fondamentalisti religiosi, basata sul Corano e sulla Sunnah – e le leggi sulla blasfemia. In un’intervista all’agenzia Asianews, Khalil Tahir ha definito questa legge “inumana, una spada di Damocle che pende sulla testa delle minoranze che vivono in condizioni di miseria ed emarginazione”. Per la libertà di Shahbaz Masih Kaka si è battuto anche il dottor Pervez Ahmad, medico del dipartimento di igiene mentale dell’ospedale di Latore. Quest’ultimo ha confermato la patologia di Shahbaz Masih e ha sottolineato che un malato non può essere perseguibile per legge. Ma le lotte dei medici e dei legali non hanno dato esiti positivi: per Masih è stato confermato il fermo e dal 25 settembre scorso è rinchiuso nelle prigioni di Faisalabad. Khalil Tahir si batte anche per i diritti delle donne, la cui condizione negli ultimi tempi è peggiorata. Un caso tra tanti, quello di Noma, 17.enne cattolica affetta da un grave ritardo mentale. La ragazza è stata violentata più volte da Muhammad Shaukat, un musulmano che prestava servizio nella casa della ragazza. Le violenze sono emerse quando la madre ha scoperto che Noma era incinta. L’uomo è fuggito dalla casa e le ricerche della polizia non hanno ancora dato alcun esito. (B.C.)

 

 

PRESENTATA OGGI A ROMA UNA CAMPAGNA DI SOLIDARIETA’
DELLA CARITAS INTERNATIONALIS IN COLOMBIA.
IL PAESE LATINOAMERICANO AFFLITTO DA OLTRE 40 ANNI DI GUERRA

 

ROMA. = “La pace è possibile in Colombia”: è il titolo della campagna triennale animata da Caritas Internationalis e presentata oggi a Roma. Il primo anno punterà al riconoscimento diplomatico e internazionale della crisi umanitaria in Colombia e dei diritti delle vittime, al sostegno internazionale per alleviare la situazione di emergenza e alla realizzazione da parte del governo di programmi umanitari. La Caritas Internationalis si dice “seriamente preoccupata per la situazione umanitaria della Colombia, afflitta da 40 anni di guerra: la peggiore crisi dell’emisfero occidentale e la terza nel mondo, dopo la crisi della Repubblica democratica del Congo e quella del Sudan”. La campagna per la Colombia, spiegano, “promuove una pace giusta e negoziata, basandosi sulle esperienze delle diverse organizzazioni Caritas nel mondo”. A presentare l’iniziativa di Caritas Internationalis sono stati il noto negoziatore di ostaggi in Colombia, mons. Hector Fabio Henao, direttore nazionale di Caritas Colombia, e l’esperta in diritti umani Clare Dixon della Cafod, della Caritas britannica.  Tra il 1999 e il 2003 in Colombia, oltre 15 mila persone sono state sequestrate e tra queste più di 4 mila sono morte. Tre milioni di colombiani sono stati costretti a spostarsi, mentre circa 11 mila minori sotto i 14 anni sono legati a gruppi armati illegali. Negli stessi anni, inoltre, le mine antiuomo hanno ucciso 390 persone e mutilato altre 1.360. In questa tragica situazione l’intervento della Chiesa si attua attraverso la Commissione episcopale per la pace della Colombia e il clero locale autorizzato, che facilita le trattative e gli accordi umanitari tra forze armate e governo locale, regionale e nazionale. In alcune occasioni hanno negoziato con successo il rilascio di ostaggi. (A.M.)

 

 

SE NON AFFRONTATO CON PRONTEZZA L’AIDS PUO’ CAUSARE UN CROLLO DELLA

PRODUZIONE AGRICOLA IN AFRICA, TALE DA CAUSARE CARESTIE IN DIVERSI PAESI.

E’ QUANTO EMERGE DALL’ULTIMO RAPPORTO ONU SULL’HIV NEL CONTINENTE

 

ADDIS ABEBA. = Quasi un quarto dei dipendenti pubblici del Malawi è stato ucciso dall’Aids; nella Zambia, per lo stesso motivo, muoiono più insegnanti di quanti ottengano il diploma ogni anno; in Kenya il 75 per cento delle cause di morte tra le forze di polizia è dovuto al terribile virus. Questo, in sintesi, quanto emerge dal rapporto sull’Hiv/Aids nel continente africano, dove vivono 25 dei 38 milioni di sieropositivi nel mondo. Il documento è stato presentato ieri ad Addis Abeba, durante i lavori della “Commissione economica dell’Onu sull’Africa”. “Senza interventi immediati – ha detto Peter Piot, direttore del programma ‘Unaids’ dell’Onu – l’epidemia potrebbe provocare un crollo della produzione agricola tale da causare serie carestie nei Paesi africani”. Nel rapporto si legge che la sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) ha ucciso 2,2 milioni di africani nel 2003, mentre circa 3 milioni avrebbero contratto il virus negli ultimi dodici mesi. Il funzionario delle Nazioni Unite ha, inoltre, sottolineato che a causa della malattia “le famiglie perdono componenti essenziali e, allo stesso tempo, le comunità locali rurali vengono private dei principali produttori di cibo, tanto che la loro struttura si sta frantumando”. (B.C.)

 

 

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA RIDUZIONE

DEI DISASTRI NATURALI. NEL 2003, LE CATASTROFI AMBIENTALI HANNO COINVOLTO

 254 MILIONI DI PERSONE

 

NEW YORK. = “Imparare dai disastri odierni per i rischi del domani”. E’ il tema dell’odierna Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali, stabilita dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1989 e confermata nel 1999. “Terremoti, uragani, inondazioni, eruzioni vulcaniche e altri disastri naturali – scrive il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, nel messaggio per l’occasione – sono elementi inevitabili della vita. Il nostro grado di vulnerabilità ad esse, tuttavia, non deve esserlo”. La questione, dunque, investe tutti, non solo le autorità. Imparare dagli episodi del passato, infatti, ha sottolineato Annan, è fondamentale per preparare le comunità ad affrontare con maggiore elasticità e prontezza i disastri che potranno verificarsi in futuro, riducendo così i rischi. I giovani, ha aggiunto Annan, devono essere i primi ad imparare queste lezioni di vita. Nel 2003, 254 milioni di persone sono state investite da catastrofi naturali, i più colpiti sono stati donne e bambini. La Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul tema, che avrà luogo in Giappone dal 18 al 22 gennaio 2005, rappresenta una grande opportunità per ricordare come l’educazione e l’insegnamento in materia di riduzione di catastrofi naturali siano essenziali per salvare vite umane. (B.C.)

 

 

“RENDIAMO OMAGGIO A 26 ANNI DI ATTIVITA’ DI UN GRANDE PONTEFICE”.

COSI’ IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, MONTEZEMOLO, ALLA PRESENTAZIONE

DEL LIBRO “ANDATE IN TUTTO IL MONDO – I VATICANISTI

RACCONTANO GIOVANNI PAOLO II”

 

ROMA. = “Voglio rendere omaggio ai 26 anni di attività di un grande Pontefice, in particolare per l’insegnamento del Papa in funzione dell’attività economica e civile di tutti noi imprenditori”. Con queste parole, oggi a Roma, Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Confindustria, ha introdotto la presentazione del libro “Andate in tutto il mondo – I vaticanisti raccontano Giovanni Paolo II”, edito dal Ministero degli Esteri italiano e dalle Edizioni Dehoniane. “Bisogna riconoscere a Giovanni Paolo II – ha proseguito Montezemolo – la forza dirompente del suo Pontificato, il merito di avere accelerato un processo storico che probabilmente avrebbe comunque fatto il suo corso, ma in tempi molto più lunghi”. Il leader di Confindustria ha, quindi, ricordato “gli accorati e continui appelli del Pontefice per la pace”. “Se l’azione politica e in campo economico non si confronta con una istanza superiore, etica – ha concluso – finisce per essere asservita a fini inadeguati”. (B.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

13 ottobre 2004

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Un capitano della polizia irachena è stato ucciso da colpi di arma da  fuoco in una località vicina a Baquba, a nord est di Baghdad. Ci sono poi 4 soldati americani che hanno perso la vita: di questi, tre sono stati uccisi ieri sera dall'esplosione di un ordigno nella zona est della capitale, il quarto da un’altra bomba questa mattina all’alba. Per le altre notizie, in studio Fausta Speranza:   

 

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Ancora una volta l’annuncio su un sito: il gruppo islamico Ansar al Sunna fa sapere on line di aver decapitato un membro del Partito democratico del Kurdistan (Pdk): interprete per le forze USA, è stato accusato di essere  una “spia”. Intanto, per i due giornalisti francesi rapiti il 20 agosto ci sono le incoraggianti parole del primo ministro francese Raffarin. “Sono vivi” e sono stati riavviati “contatti indiretti con i rapitori”, ha assicurato a palazzo Matignon. Una notizia certa riguarda la liberazione del fotografo americano preso in ostaggio due giorni fa. Dice di stare bene e di non aver capito perché è stato rapito. Ci sono, poi, le critiche che vengono da Hans Blix: l’ex capo degli ispettori dell’ONU, in un’intervista alla Bbc, ha accusato la coalizione di non aver raggiunto nessuno degli obiettivi prefissati, tranne quello di rimpiazzare Saddam. La dichiarazione di Blair, oggi, alla Camera dei Comuni sembra una risposta a tutto ciò: “Né adesso né mai chiederò scusa per una guerra che era giusta allora ed è giusta  adesso”, ha detto il premier britannico rispondendo ad una domanda del capo dell'opposizione. Resta l’inquietante rapporto dell'AIEA, l’agenzia dell'ONU per il controllo dell'energia atomica, che in una  lettera al Consiglio di Sicurezza si dice preoccupata per la sparizione, da impianti nucleari dell'Iraq, di materiale di precisione che potrebbe essere usato per armi nucleari. Dagli Stati Uniti, una promessa: si indagherà con un'inchiesta completa in collaborazione con gli iracheni. E da Baghdad, una rassicurazione: il governo Allawi favorirà la trasparenza.  

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Continua il lancio di razzi palestinesi dalla Striscia di Gaza sulla cittadina israeliana di Sderot, mentre un raid dello Stato ebraico a Beit Lahiya, nel nord della Striscia, ha ucciso due attivisti palestinesi. In Cisgiordania  un capo di Hamas è stato arrestato. A Gaza città, invece, è fallito un attentato contro Mussa Arafat, capo dei servizi di sicurezza palestinesi. Sul fronte politico israeliano, il premier Sharon sta cercando di ricompattare la coalizione di governo, dopo la bocciatura parlamentare del suo piano di ritiro dai Territori. In ogni caso, il 25 ottobre il premier si accinge a sottoporre al parlamento la bozza di legge relativa al ritiro.

 

Il generale afghano Dostum, uno dei rivali del presidente Karzai nelle  elezioni svoltesi nei giorni scorsi nel Paese, ha posto termine al suo  boicottaggio della votazione. Inizialmente si era detto convinto  di avvenute irregolarità. Ma tra i quattro candidati alle presidenziali in Afghanistan che hanno presentato ricorsi c’è anche Hamid Karzai, l’attuale capo di Stato e grande favorito. E’ quanto ha confermato un portavoce di tale organismo, senza però  precisare il contenuto delle lamentele. In ogni caso, in seguito a due giornate di negoziati intensi che hanno coinvolto rappresentanti della comunità internazionale, tutti hanno accettato di moderare le loro posizioni, dicendosi pronti ad accettare i risultati degli scrutini se verrà avviata un'inchiesta indipendente. Lunedì la commissione elettorale ha annunciato la volontà di creare un comitato di esperti internazionali, di cui due sono già stati nominati.  

 

Una presa di posizione “basata su informazioni sbagliate” e sulla “ignoranza della realtà”. Così il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Asefi, giudica l'ultimo documento approvato lunedì dai ministri degli esteri dell’UE sulla situazione dei diritti umani in Iran. Nel documento i capi delle diplomazie europee si dicevano “gravemente preoccupati del fatto che continuino in Iran serie violazioni dei diritti umani” e aggiungevano che scarsi sono i progressi fatti dall'inizio del dialogo in materia tra la UE e Teheran, nel 2002. Secondo il portavoce, citato oggi dalla stampa di Teheran, sono proprio gli europei ad avere “un approccio discriminatorio circa i diritti dei cittadini nei loro Paesi”. Asefi ha anche accusato l'Unione Europea di usare la questione dei diritti umani come uno “strumento” per i propri interessi e di avere a tal proposito una politica dei “due pesi e due misure”.

 

La conferenza dei capigruppo del Parlamento europeo non si pronuncia sui risultati delle audizioni dei commissari del nuovo governo dell'Unione. Invia, piuttosto, un dossier al presidente della futura Commissione, Barroso. E a quest’ultimo hanno deciso di mandare un invito a tenere un atteggiamento più riservato almeno fino all’audizione in Parlamento il 21 ottobre prossimo. Il presidente designato della futura Commissione ieri da Londra aveva ribadito la propria fiducia a quanti hanno raccolto giudizi negativi, in particolare nei confronti dei due bocciati: Rocco Buttiglione e l'ungherese Laszlo Kovacs. Barroso aveva assicurato anche di tener conto dei pareri dei parlamentari, rispettando le prerogative dell'assemblea di Strasburgo, che il 27 ottobre sarà chiamata a dare il voto di fiducia al suo eurogoverno.          

 

Il caso Buttiglione ha diviso gli schieramenti d’Europa ma anche quelli interni della politica italiana. Forte la polemica perché si è parlato di un attacco all’Italia e alla cattolicità. Questo, secondo alcuni, è quanto sta dietro le critiche al suo atteggiamento che è stato giudicato da alcuni discriminatorio nei confronti degli omosessuali. Al microfono di Luca Collodi, la risposta dello stesso Rocco Buttiglione:

 

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R. – Sono molto preoccupato, perché mi sembra che passi il principio della discriminazione contro un cattolico perché cattolico. Si vuole una dichiarazione di fede sulla positività morale dell’omosessualità. Questo credo che non sia possibile e credo che vada contro il diritto alla libertà di coscienza.

 

D. – Ci sono degli interessi in questo momento che si stanno fronteggiando in Europa a scapito dei valori cristiani?

 

R. – C’è il tentativo di costruire una specie di nuova ortodossia, anche a scapito della libertà di pensiero. Credo che adesso bisogni reagire con decisione ed i cristiani hanno il diritto di essere cristiani.

 

D. – Si può parlare di atteggiamento di rifiuto nei confronti della posizione cristiana?

 

R. – Le ripeto, non spetta a me fare queste valutazioni. In questo momento l’unica valutazione che devo fare è una valutazione di coscienza: posso io accettare di venir meno ai principi ed ai valori a cui ho sempre cercato di improntare la mia vita, per avere un posto di commissario europeo? La mia risposta è “no”. Tutto il resto, in questo momento, mi interessa relativamente.

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Massiccia protesta in Colombia contro il governo del presidente Uribe. Opposizione, sindacati ed organizzazioni degli indios sono scesi ieri in piazza per denunciare la crisi economica che sta attraversando il Paese. Maurizio Salvi:

 

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La giornata di protesta è stata la più importante, realizzata dai sindacati, dall’opposizione e dalle organizzazioni degli indios, da quando il presidente Alvaro Uribe è al potere. Cortei e marce di protesta si sono svolti in oltre una decina di città colombiane, ma la manifestazione centrale ha interessato Bogotà, dove molte migliaia di persone si sono radunate sulla Plaza de Bolivar. I settori che hanno maggiormente risentito dello sciopero sono stati quelli della giustizia, dell’insegnamento e della sanità. Molti degli slogan hanno sottolineato la necessità di una svolta della politica economica, di una lotta alla disoccupazione ed un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione rurale. I dimostranti hanno poi pronunciato vari “no”: al progetto governativo di aumento delle tasse, alla legge che introduce un secondo mandato presidenziale e al negoziato per la definizione di un trattato di libero commercio con gli Stati Uniti. Da parte sua, Uribe attraversa il momento più delicato della sua gestione perché la sua popolarità – per la prima volta da quando è al potere – è scesa di sei punti (dal 78 al 72 per cento), e perché soprattutto non è riuscito a dare soluzione alla violenza della guerra civile e all’azione dei movimenti clandestini armati di sinistra e di destra.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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