RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
277 - Testo della trasmissione di domenica 3 ottobre 2004
IL PAPA E LA SANTA SEDE
IN
PRIMO PIANO
CHIESA
E SOCIETA’
E’ tutto proto ad Assisi per le celebrazioni della festa di San
Francesco domani 4 ottobre.
Concluso il primo Sinodo dell’arcidiocesi di Yangoo, in
Myanmar.
Al via, da ieri, in 23 Paesi africani una nuova campagna
antipoliomielite.
Oggi
elezioni amministrative in Brasile. Al voto anche Slovenia, Serbia e Bosnia. -
In Medio Oriente, prosegue l’offensiva israeliana a Gaza: numerose le vittime. In
Iraq, trovati a Baghdad due cadaveri, probabilmente di occidentali. – Ancora
violenze separatiste nel nordest dell’India.
3
ottobre 2004
IN UNA SOLENNE CERIMONIA
IN PIAZZA SAN PIETRO,
GIOVANNI PAOLO II HA PROCLAMATO OGGI 5 NUOVI BEATI, TESTIMONI
DELLA FEDE
SEMPRE GUIDATI DALLA
PAROLA DI DIO, COME DA UN FARO LUMINOSO.
ALL’ANGELUS, IL PONTEFICE
HA ESORTATO TUTTI I FEDELI A PREGARE MARIA,
IN QUESTO MESE DI OTTOBRE
DEDICATO ALLA MADONNA DEL ROSARIO
- Il servizio di
Alessandro Gisotti -
La Parola di Dio “non ha mai
cessato di illuminare il loro cammino”: Pierre Vigne, Joseph-Marie Cassant, Anna Katharina Emmerick, Maria
Ludovica De Angelis, Carlo d'Austria: sono i 5 nuovi Beati, proclamati oggi da
Giovanni Paolo II in una solenne cerimonia - presieduta dal Pontefice e
celebrata dal cardinale José Saraiva Martins - sul sagrato di
Piazza San Pietro. Dopo il rito solenne, all’Angelus il Papa ha esortato tutti
i fedeli ad invocare Maria, specie in questo mese di ottobre, dedicato alla
Madonna del Rosario. Con la celebrazione odierna, sono complessivamente 1345 i
Beati proclamati da Giovanni Paolo II. Il servizio
di Alessandro Gisotti:
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(Canti)
“Di
fronte al trascorrere del tempo e ai continui rivolgimenti della storia, la
rivelazione che Dio ci ha offerto in Cristo rimane stabile per sempre ed apre
sul nostro cammino terreno un orizzonte di eternità”. Dinnanzi a migliaia di
pellegrini raccolti in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II ha sottolineato
così l’esperienza comune di fede, sperimentata dai cinque nuovi Beati:
“Essi
si sono lasciati guidare dalla Parola di Dio come un faro luminoso e sicuro,
che non ha mai cessato di illuminare il loro cammino”.
Nell’omelia - letta nelle parti in lingua
spagnola, francese e tedesca da alcuni prelati - il Pontefice ha tratteggiato
le figure dei Beati. “Contemplando il Cristo presente nell’Eucaristia e la
Passione salvifica”, padre Pierre Vigne – fondatore della Congregazione delle
Suore del Santissimo Sacramento - “fu condotto a diventare un vero discepolo e
un missionario fedele alla Chiesa”. Il suo esempio, ha proseguito, “doni ai
fedeli il desiderio di attingere all’amore dell’Eucaristia e all’adorazione del
Santo sacramento l’audacia per la missione”. Possa, allora, “toccare il cuore
dei giovani, affinché accettino, se sono chiamati da Dio, di consacrarsi
totalmente a lui nel sacerdozio o nella vita religiosa”. E ancora, sia un
modello per la Chiesa di Francia, “perché sorgano nuovi seminatori del
Vangelo”.
Anche
Joseph-Marie Cassant, monaco francese dell’Ordine Cistercense Riformato “pose
sempre la sua fiducia in Dio, nella contemplazione del mistero della Passione e
nell’unione con il Cristo presente nell’Eucaristia”. Nel mezzo delle prove, ha
ricordato, “con gli occhi fissi sul Cristo, egli offrì le sue sofferenze per il
Signore e per la Chiesa. Possano i nostri contemporanei – ha esortato il Papa -
soprattutto i contemplativi e i malati, scoprire con il suo esempio il mistero
della preghiera, che leva il mondo a Dio e che dona la forza nelle prove”.
Alla
gloria di Dio e al servizio dei suoi simili consacrò la sua esistenza suor
Ludovica De Angelis, della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia
di Savona, per 50 anni al servizio dei deboli in Argentina. “Nella sua figura –
ha rilevato – risaltano un cuore di madre, le sue qualità di guida e l’audacia
propria dei santi. Per i piccoli ammalati ebbe un amore concreto e generoso,
affrontando sacrifici per il loro sollievo”. Fu anche “modello di allegria e di
responsabilità”. In tutto, ha aggiunto il Papa, “fu sostenuta dalla preghiera,
facendo della sua vita una comunicazione continua con il Signore”.
L’omelia
si è, quindi, soffermata sulla straordinaria figura della mistica tedesca
Katharina Emmerick, dell’Ordine delle Canonichesse Regolari di Sant’Agostino,
che sperimentò nel suo corpo la passione di Cristo. “La sua povertà materiale –
ha spiegato Giovanni Paolo II – si accompagna a una ricca vita interiore. Ci
colpisce non solo la pazienza nel portare la debolezza fisica, ma anche la
forza” del suo carattere e la “fermezza della sua fede”. Forza che ha trovato
nell’Eucaristia. “E così – ha evidenziato – il suo esempio ha aperto i cuori di
poveri e ricchi, di persone semplici e colte, alla totale donazione d’amore a
Gesù Cristo”.
E’
stata, infine, la volta di Carlo d’Austria. “Il compito decisivo del cristiano
consiste nel cercare e riconoscere in tutto la volontà di Dio, e agire di
conseguenza”. L’imperatore Carlo, ha sottolineato, “si propose di rispondere
ogni giorno a questa sfida. Egli fu un amico della pace”. Ai suoi occhi, ha
ricordato, la guerra era “qualcosa di orribile”. Durante la Prima Guerra
Mondiale, “tentò di raccogliere l’iniziativa di pace di Papa Benedetto XV. Fin
dall’inizio l’Imperatore Carlo comprese il suo compito di sovrano come un santo
servizio per i suoi popoli”. E qui ha ricordato che “il suo primo sforzo fu di
seguire la chiamata del cristiano alla santità anche nella sua azione
politica”. Sia egli un esempio “per tutti noi – ha esortato – in particolare
per coloro che portano oggi una responsabilità politica in Europa”.
(Canti)
Alla solenne cerimonia di Beatificazione - in una giornata
particolarmente soleggiata - hanno preso parte circa 20 mila fedeli provenienti
da tutto il mondo, devoti dei nuovi Beati. Tra loro, anche i Reali del Belgio,
del Lussemburgo e del Liecthenstein e il presidente del Kosovo, Rugova. Dopo il
rito solenne, all’Angelus, il Pontefice ha esortato tutti i fedeli a pregare
Maria:
“In questa prima Domenica di ottobre, mese dedicato
in modo speciale alla Madonna del Rosario, vi invito a recitare questa bella
preghiera, imitando anche in questo i nuovi Beat”.
Quindi, il Papa non ha mancato di salutare i pellegrini in italiano,
francese, spagnolo e tedesco, le lingue dei nuovi Beati. In particolare, ha
rivolto un pensiero speciale alle delegazioni ufficiali dell’Austria, del
Liecthenstein e del Lussemburgo, come pure all’arciduca Otto, figlio dell’Imperatore
Carlo.
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“LA
PERSONA UMANA, IMMAGINE DI DIO” AL CENTRO DI UN NUOVO DOCUMENTO
DELLA
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE SULL’ANTROPOLOGIA,
CHE
AFFRONTA LE SFIDE POSTE DALLA SCIENZA AL GENERE UMANO
-
Intervista con padre Augustine Di Noia -
Gli sviluppi tecnologici hanno
dato una maggiore capacità di governare e utilizzare le forze della natura, ma
allo stesso tempo hanno avuto conseguenze imprevedibili e talvolta
irrefrenabili per l’ambiente e le persone stesse. Muove da questa riflessione
il documento “La persona umana creata a immagine di Dio”, stilato dalla
Commissione teologica internazionale sull’antropologia, presieduta dal cardinale
Joseph Ratzinger. Il documento affronta alcuni temi spinosi legati allo sviluppo
delle scienze e della tecnologia quali la clonazione umana, la ricerca sugli
embrioni e, ancora, l’eutanasia e l’aborto. Sul contenuto del documento,
Giovanni Peduto ha intervistato padre Augustine Di Noia, sotto-segretario della
Congregazione per la Dottrina della Fede:
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R. – Lo stesso titolo del documento raccoglie molto bene i contenuti
principali: Comunione e Servizio: la persona umana creata a immagine di Dio.
Il tema tradizionale dell’imago Dei ha questi due elementi. Il primo: comunione.
Essere creato a immagine di Dio significa soprattutto essere creato come persona,
come creatura con la capacità di conoscere e di amare Dio e gli altri. Questa
similitudine radicale della persona umana con Dio è il fondamento della
possibilità di comunione con il Dio Uno e Trino e con le altre è persone. Il
secondo: servizio. Essere creato a immagine di Dio significa tenere un posto
singolare nell’universo: partecipare al governo divino della creazione visibile.
Significa, nella tradizione cattolica, esercitare il servizio a nome di Dio,
ovvero condividere in un erto senso il dominio del Creatore. Nell’affrontare
questi due temi, il documento esamina i principali elementi della teologia
dell’imago Dei (l’unità fra corpo e anima, differenza e uguaglianza fra
i sessi, comunità umana, peccato e salvezza, trasformazione in immagine di
Cristo). Ciò costituisce la base teologica per una discussione di una gamma di
temi attuali: creazione ex nihilo, l’evoluzione, l’etica ambientalista e
la bioetica.
D. – Come viene considerata la
tesi dell’evoluzionismo?
R. – Dal nulla Dio chiama le creature all’esistenza e poi le chiama
all’amore, ad amare. Ecco la verità fondamentale della creazione dell’universo
e della creazione degli esseri umani. Gli studi scientifici ci danno una
spiegazione sempre più complessa e articolata delle origini dell’universo. La
teologia cattolica accoglie con apprezzamento tali studi e, come ha detto il
Santo Padre, accetta certamente i risultati. Ma è importante che le scienze
naturali non vadano oltre la loro competenza. Accade talvolta che le diverse
teorie dell’evoluzionismo suscitino ipotesi totalmente materialistiche e
naturalistiche circa l’universo e l’origine degli essere umani, escludendo il
ruolo della Provvidenza divina. Questi tipi di pensiero rivelano una profonda
ignoranza della raffinatezza della filosofia e della teologia cattolica, le
quali da sempre hanno la conoscenza che Dio è la causa non solo dell’esistenza
stessa, ma anche di tutte le cause. Anche quando non sembra possibile percepire
la mano della divina Provvidenza nelle cause naturali, è Dio che opera, senza
dubbio. Secondo la teologia cattolica – ma senza pronunciarsi sui meriti
scientifici delle varie teorie – il potere creatore di Dio può comprendere vari
processi di evoluzione per costruire l’universo come Egli lo intende.
D. – Secondo alcuni è proprio la dottrina dell’imago Dei che ha
contribuito all’attuale crisi ecologica...
R. – E’ vero che una concezione sbagliata di questa dottrina avrebbe
potuto condurre in alcuni casi ad un pericoloso disprezzo per l’ambiente
naturale, ma non fa assolutamente parte della dottrina cattolica circa la
creazione a immagine di Dio l’idea che lo sviluppo sfrenato e lo sfruttamento
delle risorse naturali sia qualcosa da incoraggiare o anzi da tollerare. Il servizio
esercitato da parte degli uomini sulla creazione è proprio un servizio inteso
come partecipazione alla padronanza divina e sempre soggetta ad essa. Il nuovo
documento cita il Santo Padre quando egli ci fa ricordare che “il dominio umano
non è assoluto ma ministeriale... non la missione di un padrone assoluto e
irresponsabile, mai dei responsabili del regno di Dio”.
D. – Fino a che punto è lecito
all’uomo disporre di se stesso?
R. – E’ lecito nel contesto del rapido sviluppo della tecnologia medica.
Le attuali tecniche offrono all’uomo di oggi non solo nuove e più efficaci
terapie per le diverse malattie, ma anche la possibilità di manipolare se
stesso. Il documento afferma che l’esercizio di un responsabile servizio nel
campo della bioetica esige una profonda riflessione morale sulla gamma delle
tecniche che possono avere degli effetti sull’integrità biologica dell’uomo. La
nostra identità ontologica, di creature fatte a immagine di Dio, impone certi
limiti sulla nostra capacità di disporre di noi stessi. La sovranità, che è
nostra, non è senza limiti. Esercitiamo una sovranità partecipata sul mondo
creato e infine dovremo rendere conto del nostro servizio davanti al Signore
dell’universo. L’uomo è creato a immagine di Dio, ma non è Dio.
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3
ottobre 2004
STAMANI
A SAN BENEDETTO DEL TRONTO, SOLENNE CELEBRAZIONE PER IL 17.MO CENTENARIO DEL
MARTIRIO DI SAN BENEDETTO, ALLA
PRESENZA DELL’INVIATO SPECIALE DEL PAPA, IL CARDINALE SILVANO PIOVANELLI
-
Intervista con mons. Gervasio Gestori, vescovo di
San Benedetto del Tronto –
-
Un invito ad essere testimoni
della fede nella vita di ogni giorno è stato rivolto dall’inviato speciale del
Papa, il cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze, che
stamani ha presieduto la messa solenne in occasione del 17.mo centenario del
martirio di San Benedetto, avvenuto il 13 ottobre 304. La celebrazione
eucaristica si è svolta nella Cattedrale di S. Maria della Marina a San
Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Sulla figura del santo,
ascoltiamo mons. Gervasio Gestori, vescovo della diocesi di San Benedetto del
Tronto-Ripatransone Montalto, al microfono di Dorotea Gambardella:
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R. - Era un giovane soldato nato verso la fine del III sec.,
probabilmente a Cupra, dove c’era un presidio romano. Per la sua fede
cristiana, manifestata pubblicamente e coraggiosamente, venne martirizzato
negli ultimi anni dell’Impero di Diocleziano. Il corpo venne gettato nel fiume
Menochia e dalle correnti venne trasportato qui, sulle rive di quello che oggi
è San Benedetto del Tronto. Il corpo venne raccolto e portato al paese alto. E
qui è cominciata la venerazione che è durata per diciassette secoli.
D. – Che cosa dice oggi ai giovani, in particolare, la figura di San
Benedetto?
R. – Anche il Santo Padre, nella lettera che ha inviato a me per
questa occasione, richiama ai giovani la figura di questo martire soldato, per
dire che il martirio non è disprezzo della vita, ma è amore per la vita, amore per
una vita grande come quella di Cristo, a cui si vuole rimanere assolutamente
fedeli nonostante le attrattive illusorie della vita di oggi e nonostante la
difficoltà nel compiere scelte di libertà coraggiose e coerenti. E poi
Benedetto richiama ai giovani la necessità di dare un significato alla vita.
Non si può vivere così, senza delle
mete significative, vagabondando per le strade. Occorre che ci sia una meta,
perché la strada abbia un significato ed una motivazione.
D. – Qual è la realtà sociale di San Benedetto del Tronto?
R. – Il tessuto storico della
città è caratterizzato soprattutto dalla vita dei pescatori e dei marinai. San
Benedetto del Tronto è ancora oggi il primo porto dell’Adriatico per la pesca,
se non il primo d’Italia. Da qui passa il 70 per cento del pesce congelato che
viene distribuito in tutta Italia. Poi c’è la consistente presenza dei
villeggianti e dei turisti che danno un forte contributo, non soltanto
economico, alla vita della città, ma anche una presenza che ben si colloca all’interno
della convivenza di San Benedetto.
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OGGI A POMPEI LA TRADIZIONALE
RECITA DELLA SUPPLICA ALLA BEATA VERGINE DEL ROSARIO, COMPOSTA DAL BEATO
BARTOLO LONGO
- Intervista di Giovanni
Peduto col vescovo prelato di Pompei, mons. Carlo Liberati -
A
mezzogiorno in punto, come ormai è tradizione da oltre un secolo, presso il
santuario di Pompei una corale invocazione si è levata dalle migliaia di pellegrini
accorsi per la recita della Supplica alla Beata Vergine del Rosario, composta
dal fondatore del santuario e delle opere di carità annessi, il Beato Bartolo
Longo. A parlarcene il vescovo prelato, mons. Carlo Liberati, intervistato da
Giovanni Peduto:
********
R
-. La Supplica alla Madonna di Pompei nasce da una invocazione accorata, da una
elevazione dell’anima, da un momento di commozione di Bartolo Longo verso la
Madre del Signore e nostra. Poi questa preghiera fu quasi strappata di mano
all’avvocato Bartolo Longo e divenne una specie di manifesto pubblico della
Chiesa pompeiana di fronte non soltanto alla piccola comunità di Pompei, che stava
nascendo, ma di fronte alla Campania, all’Italia, al mondo e nel 1887 assunse
questa forma che noi oggi conosciamo, con piccolissimi ritocchi in epoca
recente, e che veramente è un inno di amore alla Madonna. La Supplica, divisa
in quattro parti, da allora non ha fatto altro che diventare sempre più amata,
accolta, ricercata, benedetta e soprattutto recitata in tutta la Chiesa.
D. – Qual è stato il significato
della Supplica quest’anno?
R.
– Il significato della Supplica fin dall’inizio è sempre il medesimo, cioè
chiedere alla Madre di Gesù e nostra, alla Madre della Chiesa e della nostra
fede la protezione per noi, nel nostro cammino di fede, perché lei ci prenda
per mano, come ha fatto Gesù con i discepoli di Emmaus, nel cammino duro della
vita e che ci porti fino a Lui donandoci la fedeltà, la coerenza, il coraggio
delle fede, la perseveranza nel bene, l’ottimismo nella vita, e la gioia
soprattutto di sentirci portati da Dio. Quest’anno, però, per noi ha un
significato particolarissimo perché quando Bartolo Longo inaugurò nel 1901 la
facciata della basilica del Santo Rosario, la dedicò alla Regina della pace. E
allora noi troviamo nella vita e nella fede di Bartolo Longo una teologia di
un’attualità immensa ancora oggi, perché la troviamo proprio nel cuore della
Chiesa in quello che è più di attualità come la pace, desideratissima in un
momento drammatico della storia.
D.- Per che cosa si è pregato in
particolare questa mattina?
R.
– Si è pregato per il modo, per la pace nel mondo. Il mondo non ha la pace e si
leva su questa disgraziatissima situazione solo la voce del Santo Padre che
dice: dobbiamo trovare la pace attraverso il confronto, il dialogo, attraverso
la mediazione politica. Poi abbiamo pregato per le vocazioni. Lei sa quanto c’è
bisogno di sacerdoti, di religiosi, di religiose, di laici militanti in tutte
le associazioni di carità, di solidarietà nella Chiesa cattolica. Abbiamo
pregato perché i laici sappiano assumere intere le loro responsabilità anche
nell’ambito del mondo politico. Abbiamo pensato a questa Europa che non riesce
a decollare ancora e che non ha voluto riconoscere le sue radici cristiane,
quindi alla ferita, al vulnus sofferto in questo momento dalla Chiesa cattolica.
Abbiamo pregato per il futuro della Chiesa nel mondo, per la famiglia, che è
insidiata, frantumata, offesa, divisa in questo momento anche dalle strutture
statali che non provvedono abbastanza ai compiti dell’educazione dei giovani.
Abbiamo pregato per i poveri, per i diseredati, per i ragazzi che muoiono sulle
strade; per i delitti consumati senza ragione, per tutto questo mondo della
notte, del male, del peccato che a volte sembra ammorbare la storia, ma noi
siamo fiduciosi che come Cristo ha vinto la morte, così noi vinceremo nel cuore
di Gesù, per mezzo di Maria.
D.
– Nella liturgia di questa domenica c’è il grido del profeta Abacuc che
protesta con Doi perché sembra non intervenire di fronte al male che imperversa
nel mondo. Un grido quanto mai attuale...
R. – Anche sulla croce Gesù ha emesso un grido tremendo. Gesù ha
detto: Padre, perché mi hai abbandonato! Praticamente questo grido di Gesù
sulla croce si ripete un po’ oggi in tutta l’umanità e non fa meraviglia che il
grido sia uscito dalla bocca del profeta. Ma noi sappiamo che questo grido non
cade nel vuoto, nel silenzio del
Golgota, nel deserto del mondo. E’ raccolto. Come Maria ai piedi della croce,
ha preso tra le sue braccia il corpo inanimato di Gesù e l’ha stretto al suo
cuore, così oggi Maria raccoglie nel suo seno tutte le tragedie del mondo e
della storia e le consegna al mattino della risurrezione. Io ho questa visione
della storia, della Chiesa e del mondo nella fede in Cristo Gesù. E allora sì,
forse ci lamentiamo anche noi insieme al profeta Abacuc, però dovremmo pensare
sempre che la risurrezione viene dopo la croce.
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OLTRE
UN MILIONE DI BAMBINI NEL MONDO VITTIME DELLO SFRUTTAMENTO SESSUALE.
I CONTORNI NUMERICI DI QUESTA REALTA’
DELL’ORRORE DELINEATI DURANTE
UN
CONVEGNO ORGANIZZATO A ROMA DA ECPAT E UNICEF
- Ai
nostri microfoni Elvira
D’Amato e Marco Scarparti -
Lo sfruttamento sessuale dei bambini a
scopo di lucro riguarda oltre un milione di piccole vittime, in ogni angolo del
pianeta. Turismo sessuale, prostituzione infantile, pedo-pornografia sono
soltanto alcuni degli aspetti che assume questo terribile fenomeno. Sulle misure
da adottare per contrastare il mercato del sesso minorile si sono confrontate,
a Roma, Organizzazioni non governative e istituzioni, in un convegno promosso
da ECPAT, ONG impegnata nella lotta alla prostituzione minorile, e UNICEF. Il
servizio di Stefano Leszczynski.
********
Prostituzione minorile, tratta e vendita di bambini per fini
sessuali, pornografia infantile: sono queste le tre forme di sfruttamento
sessuale a fini di lucro che le Nazioni Unite elencano con angosciante
precisione. Un fenomeno drammatico e nascosto che richiede strumenti di
intervento assai più complessi di quelli utili a contrastare i fenomeni di
violenza pedofila. Le stime fornite nel corso del convegno sulla prevenzione
dello sfruttamento sessuale dei bambini a cura dell’ECPAT e dell’UNICEF sono
allarmanti: un milione almeno le piccole vittime nel mondo. Ma come tentare di
aiutarle? Il commento di Elvira D’Amato del servizio di polizia postale delle
comunicazioni:
“Dal punto di vista tecnologico, noi ci stiamo dotando in collaborazione
internazionale di appositi programmi di analisi del materiale
pedo-pornografico. L’obiettivo è arrivare a capire dove potenzialmente può essere
stata ritratta la vittima e andare anche oltre, scoprendo chi ha prodotto quel
materiale e l’ha immesso sulla rete”
L’Italia è, tuttavia, uno tra i Paesi europei dotato di una
normativa specifica per contrastare i reati connessi alla pedofilia e allo
sfruttamento sessuale dei minori. Ma il veloce evolversi del fenomeno e una
normativa penale generosa impediscono spesso che alle vittime venga resa
giustizia. Marco Scarparti, presidente di ECPAT, ONG italiana dedita al
contrasto della prostituzione infantile:
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VOLONTARIATO, UNA SCELTA DI VITA IN FAVORE DI CHI
HA BISOGNO:
E’ LA SFIDA LANCIATA DALLA FIVOL,
FONDAZIONE ITALIANA DEL VOLONTARIATO,
- Ai nostri microfoni, Carlo Santini e Franco
Casavola -
Una
scelta coraggiosa, a volte difficile. Una scelta, sempre e comunque, in favore
del più debole, senza distinzioni di sorta. Volontariato, oggi, vuol dire soprattutto
questo. E proprio in questi giorni – quando le cronache ci parlano di impegno
in Paesi lontani, segnati dalla tragedia della guerra – la Fivol,
Fondazione italiana per il volontariato, lancia la sfida ad impegnarsi per chi
soffre. Esortazione levata nel corso di un convegno, ieri e oggi a Roma, sul
tema “Per un nuovo volontariato quale modello di cittadinanza”. Sul ruolo del
volontariato nella società odierna, Marina Tomarro ha intervistato Carlo
Santini, presidente della Fivol:
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R. - Oggi il ruolo del
volontariato cresce perché crescono i problemi della nostra società, basti
pensare ai problemi connessi con i flussi migratori nel nostro Paese e agli
interessi che molte comunità hanno, ad esempio, nella tutela dei beni culturali
di varia natura. Quindi, esiste una galassia di attività nelle quali il
volontariato si può manifestare. Quello che importa è che maturi il suo convincimento
che è messo al servizio degli altri sotto una spinta di un valore alto, quale
quello della solidarietà.
D. – Perché fare volontariato?
R. – Fare volontariato deve diventare, nel convincimento e nella
maturazione etica di tutti noi, un momento del nostro partecipare attivamente
alla vita della comunità nella quale siamo inseriti. Ognuno è come un piccolo
seme, che però matura e può produrre una pianta importante.
Ma qual
è il ruolo dello Stato di fronte ad volontariato? Ascoltiamo Franco Casavola,
presidente emerito della Corte Costituzionale:
R. – Il ruolo dello Stato contemporaneo è quello di rispettare, e se
non agevolare, certamente non ostacolare, forme - soprattutto queste del
volontariato così come si è andato costituendo negli ultimi anni - che in
qualche modo diano realizzazione al principio di sussidiarietà orizzontale,
cioè tra i privati e le istituzioni, tra la società e i poteri pubblici.
D. – Si parla molto oggi di condivisione. Che cosa vuol dire condividere
con gli altri?
R. – “Condivisione” anzitutto è un atteggiamento morale, per cui non
ci si estrania da stati di sofferenza, di inferiorità o di privazione di altre
parti della cittadinanza. Non ci si estrania, voglio dire, eticamente. Perché
non basta soltanto il soccorso, ma occorre in qualche modo convivere dentro le
stesse condizioni di disagio, di indigenza o comunque di privazione.
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3
ottobre 2004
IL FUTURO DELLA CHIESA IN EUROPA, TEMA CHIAVE DEI
QUATTRO GIORNI
DI LAVORI DEL CONSIGLIO DELL’ASSEMBLEA PLENARIA
DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE, CONCLUSOSI OGGI A LEEDS, IN INGHILTERRA
-
A cura di Philippa Hitchen -
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LEEDS.= L’ultima volta che i
vescovi di tutta Europa si sono riuniti qui, nella “terra degli Angeli” come
l’ha definita Papa Gregorio Magno, era il 664 per un concilio a Whitby. In quell’occasione, tra
la Chiesa di Roma ed i nordici era in corso una disputa sulla data della Pasqua
e Roma, come spesso accade, ha vinto. “Forse da allora è nato l’euroscetticismo
per cui gli inglesi sono così famosi”, ha scherzato il cardinale Cormac Murphy
O’Connor, arcivescovo di Westminster, dando il benvenuto ai 34 vescovi del
Consiglio delle Conferenze episcopali europee. Durante i quattro giorni di
lavori dell’assemblea plenaria, i presuli hanno parlato del passato, ma
soprattutto del futuro della Chiesa in Europa. Si sono detti amareggiati, sì,
della sconfitta sulla nuova Costituzione, che non parla chiaramente delle
radici cristiane del Continente, ma sono anche convinti che questo momento di
allargamento dell’Unione offra nuove speranze e nuove occasioni per le Chiese
di rendersi più presenti nella vita dei popoli europei. Ieri, i vescovi hanno
anche visitato due monumenti storici: la bellissima abbazia di Ampleforth, che
conta la comunità di monaci benedettini più numerosa d’Europa, e l’imponente
York Minster, la più grande cattedrale gotico monumentale d’Europa. Tutti segni
visibili della presenza duratura della Chiesa attraverso le guerre e le tante
altre difficoltà che hanno attraversato i popoli cristiani del Vecchio
Continente.
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È
TUTTO PRONTO AD ASSISI PER LE CELEBRAZIONI DELLA FESTA DI SAN FRANCESCO,
DOMANI 4 OTTOBRE. NELLA CITTA’ UMBRA
GIUNGERANNO PIÙ DI 10 MILA PELLEGRINI
ASSISI. = Oltre 10 mila
pellegrini sono attesi ad Assisi per la festa di San Francesco, patrono
d’Italia. La maggior parte giungerà dall’Abruzzo, che quest’anno offrirà la
lampada votiva che arde sulla tomba del Santo. Nella città umbra fervono,
dunque, i preparativi. Sono stati allestiti due maxischermi, uno nella Basilica
inferiore, l’altro accanto alla Loggia del Sacro convento, per permettere a
tutti di assistere alla due giorni di festeggiamenti. Le celebrazioni iniziano
oggi alle 17.30 con la celebrazione del Cantico di San Francesco, nella
Basilica di Santa Maria degli Angeli. A presiedere la cerimonia sarà mons.
Vincenzo D’Addario, arcivescovo di Teramo-Atri; in serata, avrà luogo una processione guidata da padre John
Corriveau, ministro generale dell’Ordine dei frati minori cappuccini. Domani,
invece, alle 8.15 un corteo partirà dal municipio di Assisi verso la Basilica
superiore di San Francesco, dove si svolgerà la Messa solenne, presieduta da
mons. Carlo Ghidelli, vescovo della diocesi di Lanciano-Ortona.
Successivamente, dalla Loggia del Sacro Convento, il vice premier Gianfranco
Fini pronuncerà un messaggio per la pace, a nome del governo italiano. La
giornata si concluderà con la processione, dalle ore 16, e la benedizione dei
rami d’ulivo. Quest’anno, la festa di San Francesco assume un significato
particolare. Il 23 settembre è stato, infatti, approvato dalla Commissione
Cultura della Camera, in sede legislativa, il provvedimento che intende
istituire per il 4 ottobre una giornata dedicata alla riflessione sulla pace e
sul dialogo tra le diverse fedi e culture. Il progetto di legge è ora al vaglio
del Senato. (D.G.)
LA
COOPERAZIONE TRA RELIGIOSI E LAICI PER L’EVANGELIZZAZIONE, L’ECUMENISMO E LA
FORMAZIONE DEL CLERO SONO I TEMI AL CENTRO DEL PRIMO SINODO
DELL’ARCIDIOCESI DI YANGOON, IN
MYANMAR, CONCLUSOSI IN QUESTI GIORNI
YANGOON. = “Siamo chiamati ad essere
una speranza, un corpo ed uno spirito. Fai splendere la tua luce perché tutti
possano vedere”. È il tema del primo sinodo dell’arcidiocesi di Yangoon, in
Myanmar (ex Birmania), conclusosi giovedì scorso. All’evento hanno partecipato
duecento delegati tra sacerdoti, religiosi, catechisti e laici di diverse
organizzazioni cattoliche. Durante l’incontro, durato dieci giorni, si è
dibattuto di collaborazione tra sacerdoti e laici per l’annuncio evangelico, di
formazione del clero, di questioni ed esperienze di ecumenismo tra cattolici ed
altri cristiani. In tale contesto, alcuni partecipanti hanno chiesto
l’istituzione di gruppi ecumenici nelle 50 parrocchie della diocesi, che
contano 85mila fedeli, 80 sacerdoti, 23 religiosi e 247 religiose. Il Myanmar è
un Paese a maggioranza buddista. I cristiani sono 3 milioni e 700 mila su 45
milioni di abitanti; i cattolici sono 600 mila. Dal 1965 il governo birmano non
permette l’ingresso nel Paese di missionari stranieri. (D.G.)
IN CINA, LE SCOLARESCHE VENGONO
PORTATE AD ASSISTERE ALLE ESECUZIONI CAPITALI. LO DENUNCIA AMNESTY
INTERNATIONAL AGGIUNGENDO CHE IL GOVERNO DI PECHINO USA “CELEBRARE” LE FESTE
NAZIONALI MANDANDO A MORTE DECINE DI DETENUTI
CHANGSHA.
= Centinaia di studenti tra i 6 e i 17 anni sono stati condotti ad assistere
all’esecuzione pubblica di sei condannati a morte. A denunciarlo è Amnesty
International, che, per voce della coordinatrice della sezione pena di morte di
Amnesty Italia Karen Hooper, ha anche reso noto come il governo di Pechino sia
solito “celebrare” le feste nazionali mandando a morte decine di detenuti. In occasione
della Festa nazionale cinese del 1.mo ottobre – rivela l’organizzazione per
difesa dei diritti umani - sono stati uccisi almeno 100 persone. Gli alunni,
che facevano parte di un pubblico di oltre 2.500 spettatori - convocato il 27
agosto in una palestra della città di Changsha - hanno ascoltato i capi
d’accusa, aggressione sequestro ed omicidio, e poi hanno assistito alla
fucilazione dei sei prigionieri. “Portare bambini ad assistere alle esecuzioni
– si legge in un comunicato diffuso da Amnesty venerdì scorso – viola
palesemente la Convenzione sui diritti dell’infanzia, ratificata dalla Cina nel
1992”. Nel documento è scritto, infatti, che l’educazione deve essere diretta a
“sviluppare il rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali”. (D. G.)
AL
VIA, DA IERI, IN 23 PAESI AFRICANI UNA NUOVA CAMPAGNA ANTI-POLIOMIELITE
LANCIATA
DAL PRESIDENTE DELLA NIGERIA, OBASANJO. NEL 2004, A CAUSA DI QUESTA
MALATTIA, IN AFRICA SONO RIMASTI
PARALIZZATI CENTINAIA DI BAMBINI
KANO. =
Leader politici ed operatori sanitari hanno lanciato, ieri, in 23 Paesi africani,
un vasto programma per contrastare l’insorgenza di malattie mortali ed
immunizzare 80 milioni di bambini dalla poliomielite. L’obiettivo è sconfiggere
- al massimo entro due anni - questa patologia, diffusasi largamente negli
ultimi 18 mesi. Tra le cause di tale propagazione, vi è la messa al bando del
vaccino anti-polio, nel 2003, da parte dello Stato nigeriano di Kano. Messa al
bando dovuta alle pressioni delle autorità musulmane locali, secondo cui le
vaccinazioni facevano parte di un complotto ordito dagli Stati Uniti per
sterilizzare la popolazione africana, al fine di arrestare il propagarsi
dell’Aids. La poliomielite, che colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei
5 anni, è causata da un virus che intacca il sistema nervoso e che può
determinare la paralisi totale. In Africa, più di 650 minori sono rimasti
paralizzati a causa di questa patologia nell’ultimo anno. A sostegno della
nuova campagna anti-polio nella regione di Kano, sono scesi in campo anche il
capo di Stato nigeriano, Olusegun Obasanjo, ed il presidente della Commissione
dell’Unione africana, Alpha Oumar Konare. Le prime vaccinazioni saranno
praticate alla fine di ottobre. (D.G.)
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3
ottobre 2004
- A
cura di Ignazio Ingrao -
● Prosegue l’offensiva militare
israeliana nel nord della striscia di Gaza. Lo ha annunciato, stamani, il
premier Ariel Sharon parlando alla radio militare. L’operazione ha già
provocato 63 morti e oltre 200 feriti, tra i quali donne e bambini. Quattro
palestinesi sono stati uccisi nelle ultime ore dal fuoco di militari israeliani
e due esponenti della Jihad islamica sono rimasti vittime di missili caduti
durante la notte sul campo profughi di Jabalya. Nella tarda mattinata altri tre
militanti palestinesi sono stati uccisi da missili sparati da un elicottero
israeliano. Il parlamento palestinese si è riunito in sessione straordinaria a
Ramallah. Ma questa escalation di violenza quali rischi comporta per il Medio
Oriente? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Antonio Ferrari, inviato speciale del
‘Corriere della Sera’, che da anni si occupa della crisi israelo-palestinese:
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R. -
Lo scenario politico è caratterizzato da due fattori: la decisione di
Israele di ritirasi unilateralmente dalla Striscia di Gaza, smantellando gli
insediamenti ebraici della zona, e al contempo l’inasprimento della linea
militare deciso dal premier Sharon.
D. – Perché coniugare un ritiro militare
israeliano entro marzo con le operazioni di questi giorni nei Territori?
R. – Da una parte c’è la reazione
della componente più estremista palestinese che non giudica il ritiro un passo
positivo nei confronti del rilancio dei diritti dei palestinesi per
l’ottenimento di un loro Stato. Dall’altro, è come se Sharon - ordinando azioni
militari più dure - volesse ‘farsi perdonare’ quello che ritiene essere un
passo verso il riconoscimento dei diritti dei palestinesi. Non dobbiamo,
comunque, dimenticare che l’Autorità nazionale palestinese ci mette del suo:
Arafat mira più a difendere la propria posizione che non a cercare l’armonia al
vertice dell’ANP; il primo ministro palestinese minaccia continuamente di
dimettersi; sono in ascesa personaggi come Mohammad Dahlan, l’ex capo dei
servizi di sicurezza, ora molto potente; sullo sfondo c’è poi lo scontro
interpalestinese tra coloro che vivono nei Territori - penso ai leader più
moderati - e altri personaggi che potremmo definire i ‘tunisini’, cioè coloro
che hanno conquistato un potere molto più forte di quello che invece hanno
figure nate e cresciute nei Territori.
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● Nuovo raid dell’aviazione americana questa notte
sulla città di Falluja, 50 chilometri ad ovest di Baghdad. Secondo fonti
ospedaliere, l’attacco avrebbe provocato quattro morti tra i civili e 12
feriti. Intanto, è appena giunta la notizia del ritrovamento del corpo di un
uomo e una donna, all’apparenza occidentali, ritrovati a sud di Baghdad. Il
servizio di Ignazio Ingrao:
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Il rinvenimento dei due cadaveri, di cui non e'
stata ancora accertata l'identità, risale a ieri sera. L'uomo, sulla
cinquantina, è stato decapitato, mentre la donna, sulla trentina, presenta
ferite da arma da fuoco. All’apparenza sembrerebbero entrambi occidentali.
Intanto, si è registrato il terzo attacco dell’aviazione
statunitense sulla città sunnita di Falluja in meno di 24 ore. Questa volta
l’obiettivo, secondo quanto hanno riferito le fonti militari statunitensi, era
un edificio dove si trovavano asserragliati una quindicina di miliziani legati
ad al-Zarqawi. L’enclave sunnita di Samarra sarebbe invece sotto controllo,
secondo quanto riferito dal ministro dell’interno iracheno. Oggi numerosi
abitanti della città si sono raccolti davanti all’ospedale per recuperare i
corpi delle oltre cento vittime uccise nel corso dei raid statunitensi. In
un’intervista televisiva, il segretario alla difesa americano, Donald Rumsfeld,
ha dichiarato che Washington potrebbe ritirare i suoi soldati anche prima che
la guerriglia irachena sia del tutto sconfitta, purché il governo locale si dimostri
in grado di controllare la situazione.
L'Iran si è, invece, detto disponibile a partecipare
alla Conferenza internazionale sull'Iraq, che dovrebbe svolgersi al Cairo. Proseguono intanto gli scontri e le violenze in tutto il
Paese: otto doganieri iracheni sono rimasti uccisi mentre stavano trasportando,
a sud di Baghdad, reperti archeologici che erano stati recuperati alcuni giorni
fa dai carabinieri italiani. Nessuna notizia sugli ostaggi francesi rapiti il
20 agosto, mentre prosegue il tentativo di mediazione parallela del deputato
Didier Julia, duramente criticato dal presidente Jacques Chirac.
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● Quasi
120 milioni di brasiliani votano oggi nelle elezioni amministrative che
interessano oltre 5 mila comuni. La consultazione odierna rappresenta il primo
importante test elettorale per il presidente, Luiz Inacio Lula da Silva,
dall’inizio del suo mandato, nel 2002. Grazie
all'avanzato sistema di voto elettronico, i primi risultati si dovrebbero conoscere già nella serata di
oggi (primo mattino in Italia). Ma non è escluso che in molti
comuni si debba ricorrere al secondo turno di votazioni, il prossimo 31
ottobre. Sulla tornata elettorale ci riferisce Maurizio Salvi:
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Gli analisti cercano una conferma sulla fiducia che i Brasiliani ripongono
nel capo dello Stato che, per il momento, non è riuscito a risolvere il
problema della fame con la rapidità desiderata, né quello della violenza, visto
che 600 comuni hanno ottenuto un presidio militare per garantire il normale
svolgimento del voto. I sondaggi, comunque, sembrano dargli ragione, perché
vedono favorito il suo partito in 19 delle 27 capitali degli Stati brasiliani e
in 22 delle 78 città con oltre 200 mila abitanti. La partita chiave si giocherà
a San Paolo, la capitale economica del Paese, con 18 milioni di abitanti, dove
il sindaco uscente, Marta Suplicy, vicina a Lula, ha ingaggiato un testa a testa, con il candidato dell’opposizione José
Serra.
Maurizio
Salvi, per la Radio Vaticana.
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● Proseguono le violenze nel nord-est dell’India, in
occasione dell’anniversario della nascita del leader dell’indipendenza Mahatma
Gandhi. L'ultimo episodio è avvenuto stamane: quindici persone sono state
ferite durante un attacco dei ribelli indipendentisti contro un mercato
affollato del distretto di Sonitpur, nel nord
dell'Assam. Il bilancio delle vittime degli attentati e delle violenze
che si sono susseguite nelle ultime ore è salito così a 53 morti e 161 feriti.
Il segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, si è detto “traumatizzato e
costernato” da quanto sta avvenendo.
● Una vasta operazione contro la
formazione separatista basca dell’ETA è stata condotta questa mattina nella
regione francese dei Pirenei Atlantici. Nel corso del blitz sono state
arrestate 21 persone e sono stati scoperti sette covi dove i terroristi nascondevano
armi e documenti.
● Almeno quattordici persone sono morte e altre dieci
sono rimaste ferite a causa di un’esplosione che ha distrutto una fabbrica
illegale di fuochi d'artificio a Ayuthayah, a nord di Bangkok in Tailandia. Lo
hanno reso noto fonti locali, che hanno riferito di non essere ancora in grado
di indicare le possibili cause della sciagura.
● Urne aperte oggi in diversi
Stati della ex-Jugoslavia. In Slovenia si vota per le prime elezioni
legislative dopo l’adesione all’Unione Europea. Un milione e 634 mila elettori
sono chiamati ad eleggere 90 deputati. Si preannuncia un testa a testa tra i
partiti del centro-sinistra al governo e l’opposizione di centro-destra. I
primi risultati dovrebbero essere resi noti intorno alle ore 20 di oggi. Elettori
alle urne anche in Serbia, per il secondo turno delle elezioni amministrative
che eleggeranno i dirigenti di 148 amministrazioni locali. Ieri si è votato
invece in Bosnia per i consiglieri di 142 comuni. Secondo i primi risultati, i
partiti nazionalisti musulmano, serbo e croato sono in vantaggio.
● La regione separatista
dell’Abkhazia è chiamata oggi ad eleggere un nuovo presidente locale. I cinque
candidati si sono dichiarati tutti a favore dell’indipendenza dalla Georgia.
● E’ ormai stato di massima emergenza a Lampedusa,
dove 1257 immigrati clandestini si trovano in questo momento nel centro di
prima accoglienza che può ospitare fino ad un massimo di 190 persone. La notte scorsa sono giunti infatti
sull'isola altri 642 immigrati, in tre sbarchi successivi.
● Con una cerimonia ecumenica nel duomo di Erfurt in
Turingia sono cominciate questa mattina le celebrazioni ufficiali per ricordare
i 14 anni della riunificazione tedesca. Al rito, officiato da quattro vescovi,
erano presenti tra gli altri il presidente tedesco Horst Koehler e il
cancelliere Gerhard Schroeder. L’anniversario della riunificazione delle due
Germanie si celebra ogni anno in un Land diverso.
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