RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
308 - Testo della trasmissione di mercoledì 3 novembre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO
Miracoli e santità al centro dell’ultimo libro di
Saverio Gaeta: intervista con l’autore.
CHIESA E SOCIETA’:
Stupore e sconcerto in Uganda per l’arresto del
vicario episcopale di Kitgum
Intervento
dei vescovi svizzeri in vista del referendum sulle cellule staminali embrionali
I cristiani definiscono inadeguati i ritocchi alla legge
sulla blasfemia in Pakistan
Espulso dall’Arabia Saudita il cristiano O’Connor, accusato tra
l’altro di evangelizzazione
Arrivano in Afghanistan le Missionarie della Carità
Nominata la nuova Superiora generale delle Carmelitane
Missionarie Teresiane.
In Iraq ucciso il direttore generale del ministero del
Petrolio, decapitato un alto dirigente della polizia e sequestrati altri 5
stranieri, 4 giordani e un americano
Hamid Karzai proclamato ufficialmente presidente dell’Afghanistan
Secondo
i medici Arafat non è malato di leucemia ma soffre di problemi digestivi.
3 novembre 2004
LA CREAZIONE CHE RIVELA L’IMMENSA POTENZA DI DIO
E IL SACERDOZIO COMUNE DI TUTTI I FEDELI:
TEMI AFFRONTATI STAMANE
DAL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE IN PIAZZA SAN PIETRO. GLI AUGURI DEI FEDELI A
GIOVANNI PAOLO II ALLA VIGILIA DEL SUO ONOMASTICO
Il ‘sacerdozio comune’, che appartiene a tutti i fedeli al centro
dell’odierna catechesi del Papa, all’udienza generale, stamane in una piazza
San Pietro affollata di migliaia di fedeli, in questo mercoledì di eccezionale
tepore, da far pensare alla primavera piuttosto che all’autunno. Il servizio di
Roberta Gisotti:
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Tutti i fedeli “esercitano il
sacerdozio con la partecipazione ai sacramenti, con la preghiera e il
ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e
l’operosa carità”. Lo ha ricordato il Papa, citando un passo della Lumen
Gentium, la Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, di
cui si celebrerà il 40.mo anniversario, il prossimo 21 novembre. La riflessione
del di Giovanni Paolo II è partita dal commento dell’Inno dei salvati, tratto
dall’Apocalisse, inserito nella Liturgia dei Vespri, dove si celebra anzitutto
la creazione che “rivela l’immensa potenza di Dio”, infatti “dalla grandezza e
bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore”. Un cantico poi di lode
a Dio:
“Al centro troviamo Cristo l’Agnello che è stato
immolato sulla Croce, e che ora regna glorioso.”
In Lui – ha spiegato il Santo
Padre – si compie il progetto voluto da Dio fin dall’eternità. Egli ci ha
liberati dal male ed ha fatto di noi ‘un regno di sacerdoti’. L’Inno acclama dunque
il Cristo risorto, che con la sua opera storica di redenzione, è in grado di
decifrare il senso della storia: è Lui ad aprire i sigilli del libro segreto
che contiene il progetto voluto da Dio. L’umanità intera è quindi chiamata a
formare la nuova comunità dei figli di Dio. E la liturgia dell’amore che la
Chiesa compie già ora permette di partecipare alla futura Liturgia del cielo.
Salutando nelle varie lingue, il
Papa si è rivolto in particolare ad un gruppo di piccoli fedeli, rappresentanti
dei chierichetti di tutta la Polonia, perché in questo Anno dell’Eucarestia –
ha raccomandato loro – sappiano aiutare “con più zelo i sacerdoti e le comunità
parrocchiali nel vivere il grande mistero che si compie ogni Santa Messa”. Infine
dalla folla tanti applausi e auguri per Giovanni Paolo II.
“Ringrazio per gli auguri che mi
sono stati presentati in vista della mia festa onomastica.”
Domani ricorre infatti la festa di San Carlo Borromeo. Ciascuno – ha auspicato
il Papa – sia spinto a seguire l’esempio dei Santi, che hanno speso la vita a
servizio di Dio e del prossimo
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IL CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE IERI DEL CARDINALE BELGA GUSTAAF JOOS.
AVEVA 81 ANNI: I FUNERALI SI SVOLGERANNO IL 12
NOVEMBRE A GAND
Il Papa ha espresso il proprio
cordoglio per la scomparsa del cardinale belga Gustaaf Joos, canonico della
diocesi di Gand, deceduto ieri all’età di 81 anni a Landskouter. In un
telegramma inviato al cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di
Malines-Bruxelles, Giovanni Paolo II ha ricordato gli anni di studio trascorsi
insieme a Roma in gioventù: “Prego che il Signore – ha detto – accolga nel suo
regno il suo fedele servitore che si è speso per tanto tempo nelle attività pastorali”.
Il Papa, appena ha appreso la
notizia, si è raccolto in preghiera. I funerali si svolgeranno il 12 novembre
mattina nella cattedrale di Saint Bavon a Gand.
Il cardinale Gustaaf Joos era
nato il 5 luglio 1923 a Sint-Niklaas (provincia delle Fiandre Orientali).
Ordinato sacerdote a Gand il 28 aprile 1946 aveva conseguito il Dottorato in
Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dal 13
dicembre 1949 aveva ricoperto l’incarico di vicario a Beveren-Waas. Il 5
settembre 1951 era stato nominato docente di Teologia morale presso il Centro
d'Istruzione dei Barellieri ecclesiastici ad Aalst. Questo Centro ormai non più
esistente, ha raccolto in passato tutti i religiosi e i seminaristi del Paese durante
il loro servizio di leva. Nel 1959 era stato nominato docente presso il Seminario
Maggiore di Gand e poi notaro presso il tribunale ecclesiastico diocesano e
ancora nel 1961 difensore del Vincolo. Il cardinale Joos era stato eletto
canonico onorario il 29 settembre 1961 e canonico titolare il 22 settembre
1967. Era stato nominato parroco a Landskouter, l’11 agosto 1970, insegnando al
contempo al Seminario e lavorando dal 1994 come giudice presso il Tribunale
interdiocesano.
Giovanni
Paolo II lo aveva creato cardinale nel Concistoro del 21 ottobre 2003, col
titolo di diacono di S. Pier Damiani ai Monti di S. Paolo. Con la
sua scomparsa i cardinali scendono a 186, di cui 122 elettori
e 64 non elettori, avendo superato gli 80 anni di età.
ALTRE UDIENZE
Il Santo Padre ha ricevuto oggi
in udienza l’arcivescovo Francesco Canalini, nunzio apostolico in Svizzera e
nel Principato di Liechtenstein.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
San
Carlo Borromeo 2004: Auguri, Santo Padre
Apre
la prima pagina l’udienza generale, durante la quale Giovanni Paolo II ha
ringraziato tutti coloro che hanno espresso la loro benevolenza nei suoi riguardi.
Sempre
in prima, Stati Uniti: ancora incerto l’esito delle presidenziali.
Allegato
al giornale il tascabile con il testo della Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine”.
Nelle
vaticane, la catechesi e la cronaca dell’udienza generale.
La
dettagliata biografia del compianto cardinale Gustaaf Joos.
Una
pagina dedicata a Giorgio La Pira: l’attualità della testimonianza del “sindaco
santo” a 27 anni dalla morte e a 100 anni dalla nascita.
Nelle
estere, Uganda: arrestato un sacerdote della diocesi di Gulu per “presunte
connessioni con i ribelli del Lra”.
Iraq:
nuovo video con l’ostaggio Margaret Hassan; assassinato un funzionario del ministero
del petrolio.
Nella
pagina culturale, un articolo di Carmine Di Biase in merito ad un’antologia
sulla Madonna nella poesia italiana del ‘900.
Un
contributo di Giuseppe Degli Agosti sulla mostra, a Brescia, sul tema “Monet,
la Senna e le ninfee”.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.
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3 novembre 2004
254 GRANDI ELETTORI AL REPUBBLICANO BUSH, 252 ALLO
SFIDANTE DEMOCRATICO KERRY, MA MANCA ANCORA IL DATO CERTO DELL'OHIO
E LO SCRUTINIO È SOSPESO IN IOWA PER PROBLEMI
TECNICI
- A cura di Fausta Speranza -
254 Grandi Elettori al
repubblicano George Bush, 252 allo sfidante democratico John Kerry. Questo
l’orientamento nello spoglio delle presidenziali statunitensi. Il servizio di
Paolo Mastrolilli dagli Stati Uniti:
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Il
presidente Bush è in vantaggio sul senatore Kerry e secondo il capo dello staff
della Casa Bianca è certo di aver vinto le elezioni. Ma la mattina dopo il
voto, gli Stati Uniti non sanno ancora ufficialmente chi li guiderà nei
prossimi quattro anni. In questo momento, Bush ha 254 voti elettorali e una
maggioranza di tre milioni e mezzo nelle preferenze popolari a livello
nazionale. Kerry, invece, ha conquistato 252 voti elettorali. A differenza di
quattro anno fa, il problema questa volta non si concentra sulla Florida ma
sull’Ohio e l’Iowa: nel primo Stato, il presidente ha un vantaggio di circa 140
mila voti, ma esiste un numero non specificato di schede provvisorie che non
sono ancora state contate e secondo i democratici potrebbero rovesciare la
situazione. In Iowa, invece, un guasto tecnico ha impedito di completare lo
spoglio dei voti. Le schede provvisorie sono quelle date alle persone che si
presentano ai seggi ma i cui nomi non risultano nelle schede elettorali; ricevono
la possibilità di votare ma poi il loro diritto a farlo dev’essere verificato
nei giorni successivi. I democratici potrebbero decidere di aspettare il completamento
di questo processo legale prima di accettare il risultato finale di queste
elezioni, ma secondo i repubblicani dovrebbero ammettere la sconfitta perché
comunque non hanno abbastanza voti contati per cambiare il verdetto.
La giornata di ieri è stata una
nuova altalena di emozioni, dopo la crisi di quattro anni fa. Le proiezioni
iniziali indicavano il successo di Kerry ma erano sbagliate: poco alla volta,
Bush è tornato in vantaggio. Secondo le prime analisi, i temi più importanti
per gli elettori sono stati soprattutto i valori morali, l’Iraq, il terrorismo
e l’economia. L’affluenza alle urne è aumentata ma a giudicare dai risultati
nazionali, i sostenitori di Bush si sono mobilitati più di quelli di Kerry: i
repubblicani hanno rafforzato la loro maggioranza alla Camera e al Senato.
Da Boston, per la Radio
Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Dunque l’Ohio è lo Stato che
pare destinato a recitare nel 2004 il ruolo che fu della Florida nel 2000. Il
divario a favore di Bush sembra dell’ordine di centomila suffragi: ma Kerry
potrebbe teoricamente rovesciare lo svantaggio rispetto a Bush con le schede sub
judice, che sono circa 150 mila. Ma perché sono discusse tali schede?
Fausta Speranza lo ha chiesto al numero due dell’Ambasciata degli Stati Uniti
presso la santa Sede, Brent Hart:
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R.
– In Ohio, ci sono ancora dei voti provvisori. In questo momento, il presidente
Bush ha più voti del senatore Kerry, ma questi voti provvisori non sono stati
ancora conteggiati. Questi voti provvisori si ritrovano perché ci sono persone
che si presentano al seggio di voto e il suo nome non è presente sul registro.
In questo caso, si può votare ugualmente, ma si tratta di un voto “provvisorio”
fino a quando il nominativo della persona non sarà stato registrato.
D. – Ci sono anche altri problemi
in altre zone del Paese?
R. – Solamente nell’Iowa: ci sono
due macchine che non funzionano e sono in corso di riparazione; dopo le tre del
pomeriggio, potrà essere reso noto il risultato.
D. – Quindi, però, considerando
anche il problema dell’Ohio, quando si pensa che sarà possibile avere il nome
del nuovo Presidente?
R. – Dipende dal candidato. Se il
senatore Kerry pensa di non avere possibilità di vincere, lui può riconoscere
la vittoria di Bush, ma se pensasse di avere la possibilità di vincere, può
chiedere da uno fino ad 11 giorni per contare i voti provvisori.
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Intanto, bisogna ricordare che
gli americani si sono recati alle urne anche per pronunciarsi su materie
sottoposte a referendum. E c’è da dire che in tutti e 11 gli Stati in cui si
chiedeva il parere in tema di matrimoni omosessuali, si è registrato il sì alla
modifica della costituzione locale: si decide, dunque, che il matrimonio può
soltanto essere tra un uomo e una donna. In particolare, in dieci degli 11
Stati le vittorie sono state schiaccianti, con percentuali contro i matrimoni
gay e lesbici che superano il 75 per cento. C’è poi l’Oregon, non lontano dalla
progressista California, in cui i ‘sì’ sembra abbiano raggiunto il 55 per
cento. Gli Stati del referendum sono: Ohio, Michigan, North Dakota, Arkansas,
Georgia, Kentucky, Mississipi, Montana, Oklahoma, Oregon e Utah.
Per una valutazione di questo
voto, Fausta Speranza ha intervistato Padre Michele Simone, vicedirettore e
notista politico della rivista dei Gesuiti, Civiltà Cattolica:
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D. – Padre Simone, un
pronunciamento, quello del referendum popolare, a proposito della proposta di
modifica della Costituzione, per far sì che i matrimoni omosessuali possano
essere riconosciuti allo stesso livello degli altri matrimoni. A questa
proposta la popolazione americana di 11 Stati ha detto chiaramente ‘no’.
Vogliamo fare una riflessione a proposito e non lasciar cadere questo dato dei
referendum tra quegli altri, invece, molto discussi per l’ele-zione del
presidente?
R. – Certo, non va passato sotto silenzio questo risultato che, per i
cattolici ma non solo per i cattolici – come ci dicono i sondaggi – è un fatto
positivo. Perché il matrimonio, ciò che noi riteniamo essere il matrimonio, è
fondato sulla famiglia costituita da un uomo e da una donna. Certo, si tratta
soltanto del risultato in alcuni Stati e noi dubitiamo che queste materie però
vadano sottoposte a referendum. In ogni caso la valutazione non può che essere
molto positiva.
D. – Padre Simone, chiariamo
cosa hanno detto o meno gli americani. Secondo lei, c’è una distinzione tra
riconoscimento del matrimonio e dell’unione tra omosessuali?
R. – Si tratta di due realtà
leggermente diverse. Innanzitutto, il fatto che la parola matrimonio, e la
concezione che ne è sotto, non venga applicata alle unioni di fatto omosessuali
è già un passo significativo.
D. – Commentiamo anche il voto
in Florida, che invece è stato l’unico Stato a dire sì alla ricerca sulle
cellule staminali ...
R. – Come sappiamo è in atto un
colloquio, un lavoro nell’ambito delle Nazioni Unite per stabilire o non
stabilire il possibile utilizzo degli embrioni a fini terapeutici o riproduttivi
per la clonazione. Speriamo che su questo punto si riesca a raggiungere un
accordo che blocchi questo tipo di convenzione. Nello stesso tempo, in difesa
della vita, come non soltanto i cattolici fanno, non possiamo che condannare il
fatto che sia permesso l’utilizzo delle staminali tratte dall’embrione per la
ricerca, mentre come molti scienziati, anche in Gran Bretagna, hanno detto: è
meglio incamminarsi sulla strada della ricerca sulle staminali da cellule
adulte.
D. – Secondo lei, padre Simone,
sul voto per le presidenziali hanno influito questi temi di carattere etico?
R. – E’ sempre difficile trarre,
a livello di tutta la nazione, una considerazione del genere. Si tratta di
valutare i vari gruppi, i loro orientamenti. Ciascun candidato è andato alla
ricerca di tutti i tipi di elettorati, cercando di assumere una posizione
mediana. Quindi, direi che solo per i gruppi evangelisti e per alcuni gruppi di
cattolici, questo valga. Dare un giudizio generale, come motivo di una
eventuale vittoria dell’uno o l’altro candidato, mi sembra difficile.
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CONCLUSA LA “SETTIMANA DI TUTTI I SANTI” A PARIGI SULL’EVANGELIZZAZIONE
DELLE CITTA’: “C’E’ IN
EUROPA CHE TENTA DI SOFFOCARE LA VOCE DELLA CHIESA
MA NON E’ UNA NOVITA’. I
CRISTIANI SI IMPEGNINO PER IL BENE DEL CONTINENTE”
- Intervista con il cardinale Christoph Schönborn
-
Si è conclusa lunedì scorso a
Parigi la “Settimana di Tutti i Santi
2004”: una serie di incontri sull'evangelizzazione urbana, promossa nella
Capitale francese dall'Arcidiocesi locale. L'iniziativa si colloca
nell'ambito di un percorso di riflessione e azione iniziato a Vienna nel 2003 e
destinato a proseguire a Lisbona l’anno prossimo, a Bruxelles nel 2006 e
Budapest nel 2007, con l'obiettivo di ricercare nuove modalità di annuncio
nelle città, per trasmettere il messaggio cristiano in maniera più attuale e
vicina alla realtà umana dell'epoca contemporanea. Alla manifestazione hanno
partecipato migliaia di persone delle più diverse realtà ecclesiali francesi ed
europee. Presente anche il cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di
Vienna: la nostra collega Céline Hoyeau gli ha chiesto quali sono stati i
frutti di questo evento:
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R. –
EH BIEN, C’EST TOUJOURS DIFFICILE DE MESURER L’EFFET D’UN TEL ...
Certo, è sempre difficile misurare l’effetto di un
tale avvenimento, perché la parte più importante avviene nel cuore ... Noi non
sappiamo, per esempio, quale sia stato l’effetto delle missioni nella strada
perché questo non si può calcolare in statistiche; possiamo dire che a livello delle parrocchie, della vita della
diocesi, effettivamente si nota un effetto positivo, nel senso che c’è una
forte presa di coscienza: la Chiesa non deve rassegnarsi, non deve scoraggiarsi
di fronte alle difficoltà, di fronte al numero sempre minore dei partecipanti
alla Messa della domenica, della mancanza di preti e via dicendo. Al contrario,
il Signore ci invita a prendere il
largo, “duc in altum!”: uscite nelle strade, andate nelle case, dalle persone,
annunciate loro la Buona Novella: Gesù
Cristo ci chiama, oggi: “Seguitemi!”. E io dico: non c’è – per la nostra società
– una risposta più convincente, più forte del Vangelo.
D. - Eppure, la nostra società sembra voler soffocare la voce della
Chiesa – secondo le recenti parole del cardinale Martino, che ha affermato che
spesso potenti lobbies anti-cattoliche stanno attuando un progetto del genere:
questa è anche la sua impressione?
R. –
C’EST UNE EVIDENCE, MAIS CE N’EST PAS NOUVEAU ! CA EXISTAIT AU ...
E’ un dato di fatto, ma non è una novità !
Questo fenomeno esisteva già nel XIX secolo, è stato il caso delle grandi
ideologie del XX secolo, del comunismo, del bolscevismo, del nazionalsocialismo
... tutte hanno cercato di soffocare la voce della Chiesa e sicuramente ai
tempi nostri vi sono persone, delle quali non oso valutare le ragioni – forse
davanti alla loro coscienza possono rivendicare ragioni oneste! – che cercano
di ripetere questi tentativi. Gesù l’aveva detto già quando ha guarito il cieco
nato: aveva annunciato che “verranno uomini che, nella convinzione di rendere
un servizio a Dio, vi perseguiteranno” ... E’ vero che tutto ciò esiste!
D. – Cosa pensa lei di questa società europea e del suo rapporto con il
cristianesimo. Penso alle polemiche che ci sono state ultimamente in merito
alla scelta dei membri della Commissione europea ...
R. –
C’EST TRISTE, CE N’EST PAS DE BONNE AUGURE POUR L’EUROPE, MAIS CE ...
E’ triste, non è certo di buon augurio per
l’Europa, ma non è certo ragione per scoraggiarsi, al contrario! I cristiani
sono in netta maggioranza in questa Europa, e se fossero coscienti del loro
battesimo, della loro missione e vocazione a promuovere il Vangelo ed i suoi
valori, non esiteranno a farlo e sarà per il bene, per il grande vantaggio
dell’Europa!
D. - Un’ultima cosa: Giovanni Paolo II prosegue il suo ministero con
grande coraggio anche se è evidente a tutti la sua debolezza fisica: ma proprio
attraverso il suo silenzio e la sua difficoltà ad esprimersi, la sua parola
appare ancora più forte. Una sua
considerazione:
R. –
ADMIRATION ET GRATITUDE!
Ammirazione e gratitudine !
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MIRACOLI E SANTITA’ AL CENTRO DELL’ULTIMO LIBRO DI
SAVERIO GAETA.
L’AUTORE ILLUSTRA 15 AVVENIMENTI SCIENTIFICAMENTE
INSPIEGABILI,
CORREDANDOLI CON DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
“Miracoli.
Quando la scienza si arrende”. E’ il titolo dell’ultimo interessante volume di
Saverio Gaeta. Il libro, edito da Piemme, raccoglie quindici casi che la
Congregazione delle Cause dei Santi considera soprannaturali e che la scienza
non è stata capace di spiegare. Negli ultimi venticinque anni sono stati circa
quattrocento gli avvenimenti scientificamente inspiegabili che il Dicastero,
dopo rigorosi accertamenti, ha riconosciuto come miracoli, ossia come
interventi operati da Dio, in deroga alle leggi della natura, per intercessione
di un venerabile o di un beato. Il servizio di Barbara Castelli:
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(musica)
Una
donna brasiliana che perde completamente il liquido amniotico alla sedicesima
settimana e nonostante tutto porta felicemente a termine la gravidanza; una
giovane tedesca dichiarata morta per annegamento, dopo quaranta minuti
trascorsi sott’acqua, eppure tornata in vita senza danni; ed ancora, un bambino
pugliese sanato improvvisamente da una malattia che gli specialisti davano per
fatale. Sono alcuni dei quindici casi miracolosi contenuti nel libro:
“Miracoli. Quando la scienza si arrende” di Saverio Gaeta. Il volume, corredato
da documentazione fotografica originale, è il frutto di un lungo studio che
l’autore ha potuto realizzare nell’archivio della Congregazione delle Cause dei
Santi, dove si raccoglie tutta la documentazione che scandisce il cammino dei
candidati alla santità. Ma qual è l’obiettivo ultimo di questo nuovo libro? Ci
risponde l’autore, Saverio Gaeta:
R. -
Non è obiettivo di questo libro portare alla fede, ma un obiettivo che io spero
di riuscire a raggiungere, almeno con qualcuno, è quello di condurlo a
chiedersi: “C’è qualcuno che può andare oltre le leggi naturali?” Questo libro
vuole prima di tutto documentare le cose che narra. La gente, quindi, non deve
fare affidamento alle dichiarazioni di Saverio Gaeta, ma deve credere ai
medici, che testimoniano queste cose. C’è la possibilità di dire: “qualcuno che
è in grado di andare oltre le leggi naturali, per forza deve esistere”. Se poi
la gente, che eventualmente acconsentisse a questa idea, poi pian piano,
scoprendo chi è questo Qualcuno, comincerà a chiamarlo Dio e comincerà ad
amarlo, allora l’obiettivo sarà ancora più alto.
D. - In
oltre 25 anni di Pontificato, Giovanni Paolo II ha proclamato numerosi beati e santi, quanto ha bisogno oggi il
mondo di santità?
R. - Il
mondo oggi può vivere soltanto se guarda ad una dimensione di santità. Per il
Papa aver proclamato così tanti santi e beati non è stato semplicemente un
voler allargare a tutto il mondo il concetto della santità, ma è stato proprio
il desiderio di mostrare a chiunque un modello a cui ispirarsi. E allora dalle
suore ai laici, dai religiosi ai sacerdoti, dai vescovi ai martiri: non sono
semplicemente delle persone astratte alle quali rivolgersi per pregare, per
chiedere intercessione, ma sono delle figure totalmente vive a fianco a noi,
che ci indicano qual è la strada sulla quale anche noi possiamo incamminarci.
Il nostro compito a questo punto è quello di seguirli. Se accettiamo questa
sfida, che anche queste ragionevolezze dei miracoli ci aiutano a comprendere,
probabilmente la nostra vita avrà più senso, più gioia, più bellezza.
(musica)
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3
novembre 2004
STUPORE E SCONCERTO IN UGANDA PER L’ARRESTO
DEL VICARIO EPISCOPALE DI KITGUM
KITGUM.
= “Ufficialmente nessuno ha ancora capito quale sia l’accusa contestata a monsignor
Matthew Ojia, anche se pare che lo abbiano fermato per presunte connessioni con
i ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra)”. Con queste parole mons. John Baptiste Odama,
arcivescovo di Gulu nel nord dell’Uganda, ha commentato l’arresto del vicario
episcopale di Kitgum, capoluogo dell’omonimo distretto nordugandese. Il vicario è stato arrestato nella serata di
lunedì, quando un gruppo di agenti e di militari ha fatto irruzione nella casa
parrocchiale dove il prelato era a cena con due sacerdoti locali. “Mi dispiace
ma sto solo eseguendo gli ordini. Devo arrestarla. Lei è sotto indagine”: ha
detto il capo della polizia locale di Kitgum a monsignor Ojia, prima di
portarlo via insieme agli altri due religiosi, tra lo stupore della popolazione
locale attirata dal gran dispiegamento di uomini e mezzi. La polizia ha anche
sequestrato oggetti ed attrezzature. I tre sacerdoti sono stati trasferiti
dapprima nella stazione di polizia di Kitgum. Qualche ora più tardi, i due
sacerdoti locali sono stati rilasciati, mentre l’esercito ha trasportato con un
convoglio scortato mons. Ojia fino a Gulu, capoluogo del distretto che porta lo
stesso nome, a un centinaio di chilometri da Kitgum. Il Nunzio apostolico in
Uganda, monsignor Pierre Cristophe, ha confermato la notizia dell’arresto, ma
ha precisato di non avere informazioni certe, sottolineando di essere ancora a
lavoro per venire a capo di quello che è avvenuto. I religiosi locali,
riferisce l’agenzia Misna, interpretano l’arresto del vicario episcopale,
stimato e apprezzato per il suo zelo e la sua dedizione nei confronti della
stremata popolazione di etnia acholi, come un segnale intimidatorio nei
confronti dei leaders religiosi della zona, che da tempo cercano una soluzione
negoziata al conflitto del nord Uganda. (A.M.)
LA SVIZZERA ALLE URNE IL
PROSSIMO 28 NOVEMBRE PER LA LEGGE
SULLE CELLULE STAMINALI EMBRIONALI. IL PRESIDIO
DELLA CONFERENZA DEI
VESCOVI
SVIZZERI AVANZA FORTI RISERVE, INDICANDO I PERICOLI DELLA QUESTIONE
BERNA.
= Il prossimo 28 novembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare sulla legge
concernente la ricerca sulle cellule staminali embrionali. In un comunicato, il
presidio della Conferenza dei vescovi svizzeri (Cvs) “avanza delle riserve
etiche e ne indica i pericoli”. “Il presidio della Cvs – si legge nel
comunicato – rifiuta, per motivi etici, l’attuale progetto di legge, perché
permette l’impiego, e quindi la soppressione, di embrioni a fini scientifici”.
“Alla Cvs – prosegue – sta a cuore la ricerca medica ed essa appoggia perciò la
ricerca, più promettente, sulle cellule staminali adulte”. Il tema della
votazione, dunque, “è delicato e molto importante e verte sulla questione se
poter impiegare o meno a fini scientifici le cellule staminali provenienti da
embrioni ‘soprannumerari’”. Contro il progetto di legge permissivo è stato
impugnato il referendum. “Abitualmente i vescovi svizzeri non danno indicazioni
come votare – si legge ancora nel testo – nel caso presente, tuttavia, si tocca
un tema bioetico fondamentale, che riguarda la questione della dignità e della
intangibilità della vita umana”. Il presidio della Conferenza episcopale svizzera
si è sentita in dovere di distribuire un volantino redatto dalla Commissione
Bioetica, nel quale viene spiegato cosa sono le cellule staminali e come
vengono ottenute cellule staminali embrionali. L’ottenimento delle cellule
staminali adulte è possibile senza arrecare danno alla persona. Per questo la
ricerca con le cellule staminali adulte rappresenta un’alternativa eticamente
accettabile. (A.M.)
INADEGUATI I RITOCCHI NELLA
LEGGE SULLA BLASFEMIA IN PAKISTAN.
INSODDISFAZIONE ESPRESSA DA PERSONALITA’
CATTOLICHE E PROTESTANTI
ISLAMABAD.
= Giudicati inutili e insufficienti da personalità cattoliche e protestanti gli
emendamenti approvati lo scorso 26 ottobre dal parlamento pakistano sulla legge
della blasfemia. Quest’ultima punisce con l’ergastolo chi offende il Corano e
prevede la condanna a morte per chi insulta Maometto. Dal 1996, anno in cui è
entrata in vigore, decine di cristiani sono stati uccisi per aver diffamato
l’Islam, 560 persone sono state accusate, 30 sono ancora in attesa di giudizio.
Molto spesso la legge viene utilizzata per eliminare avversari e nemici. Per
evitare tali abusi, riferisce l’agenzia Asianews, il parlamento affida agli
ufficiali della Senior Police (SP) la competenza delle indagini. La polizia,
inoltre, dovrà accertare il fatto, prima di richiedere il fermo dell’imputato,
mentre la precedente normativa prevedeva l’arresto immediato. Mons. Lawrence
Saldahna, presidente della Commissione nazionale giustizia e pace (NCJP) e
Peter Jacob, segretario esecutivo, definiscono così “deludenti” i cambiamenti
introdotti. Anche Manzoor W. Batti,
protestante e presidente fondatore del Teach Awareness through skill and
knowledge, condanna i cambiamenti: “Se un musulmano accusa qualcuno di
blasfemia – ha detto – nessuno osa mettere in dubbio le sue parole. L’accusa
equivale di fatto a una condanna a morte e in questo Paese non mancano gli
esempi”. Il parlamento ha anche emendato la legge per i delitti di onore e le
ordinanze “Hudood”, che si ispirano al Corano e puniscono i comportamenti
incompatibili con l’Islam (adulterio, gioco d’azzardo, uso di alcol) anche con
la flagellazione e la lapidazione. Gli emendamenti prevedono pene più severe
per i casi di omicidio d’onore (carcere a vita o pena di morte). La legge ha,
inoltre, innalzato da 7 anni a 10 anni di carcere la pena minima prevista per
questi reati. (B.C.)
ESPULSO DALL’ARABIA SAUDITA IL CRISTIANO O’CONNOR.
IL GIOVANE INDIANO, ACCUSATO TRA L’ALTRO DI
EVANGELIZZAZIONE,
HA TRASCORSO GLI ULTIMI 7 MESI IN UN CARCERE DI
RIAD
RIAD. =
Dopo sette mesi e sette giorni di detenzione, lunedì è stato espulso
dall’Arabia Saudita il cristiano indiano Brian Savio O’Connor. La notizia è
stata diffusa dal Middle East Concern (MEC), un’organizzazione a favore
dei cristiani in Medio Oriente, che da mesi sta seguendo il caso del protestante.
Originario del Karnataka, nel sudest dell’India, il giovane è stato arrestato
lo scorso 25 marzo e formalmente accusato di 4 reati il 15 settembre. Il 20
ottobre è stato giudicato colpevole di “vendita di liquori” con la pena
di 300 frustate e 10 mesi di prigione. Le altre accuse – droga ed
evangelizzazione, alle quali il 15 settembre si era aggiunto il possesso di
video porno – non sono state riformulate dalla corte e O’Connor non è stato
accusato come nelle udienze precedenti. Il cristiano indiano era detenuto nel
carcere di Al Hair, dopo essere stato rapito all’esterno della propria
abitazione a Riad dalla Muttawa (la polizia religiosa saudita) e
torturato per 24 ore in una moschea. O’Connor ha sempre negato le accuse a suo
carico, mentre ha ammesso di aver organizzato incontri di studio e preghiera
sulla Bibbia dopo aver letto, il 9 aprile del 2003, su un giornale saudita, che
lo Stato consente la pratica della religione cristiana in abitazioni private.
(B.C.)
PROSEGUE IL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE IN
AFGHANISTAN.
A BREVE ARRIVERANNO A KABUL LE SUORE DI MADRE
TERESA
PER OCCUPARSI DEI POVERI E DEI BAMBINI
HANDICAPPATI.
A NATALE APRIRA’ UNA NUOVA SCUOLA
KABUL.
= Le suore di Madre Teresa e un altro gruppo di religiose arriveranno a breve
in Afghanistan, dove si occuperanno dei poveri e della cura dei bambini
handicappati. Lo ha riferito all’agenzia Asianews mons. Giuseppe Moretti,
superiore della missio sui iuris dell’Afghanistan. Il sacerdote barnabita,
che per tanto tempo è stato l’unico prete cattolico a Kabul, ha sottolineato
che la ricostruzione del Paese continua anche “con l’impegno crescente dei
cattolici”. “Le suore di Madre Teresa di Calcutta, verranno sicuramente
rispettate e amate come le Piccole sorelle di Gesù, che da 46 anni operano con
discrezione negli ospedali e sono ben volute dagli afghani. Perfino i Talebani
portano loro rispetto”. Un altro progetto, che prenderà il via a Natala, è
“Scuola della pace”. “Da 23 anni avevo questo sogno – ha detto mons. Moretti –
dare ai bambini dell’Afghanistan una scuola uguale a quella dei bambini
europei”. L’istituto, “costruito con i soldi della gente, le offerte di chi ha
creduto in questo progetto”, ospiterà circa 500 bambini e bambine. Padre
Moretti, comunque, non nasconde che l’Afghanistan sta attraversando un periodo
difficile. “È un momento di allerta – ha sottolineato – per chi opera nelle ambasciate,
nelle Ong o all’Onu. Ho sempre considerato il periodo post-elettorale il
periodo di maggiore crisi. Gli attentati annunciati prima delle elezioni non si
sono verificati, ma ora bisogna attendere le reazioni degli sconfitti, di chi
si oppone al governo, di chi non avrà una rappresentanza soddisfacente in
parlamento e dei Talebani”. (B.C.)
NOMINATA LA NUOVA SUPERIORA GENERALE DELLE
CARMELITANE
MISSIONARIE TERESIANE. L’ELEZIONE DURANTE IL XIII
CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONE
ROMA.
= Sarà Luisa Ortega Sánchez a guidare la Congregazione delle Carmelitane
Missionarie Teresiane (CMT) per i prossimi sei anni. L’elezione della nuova
superiora generale è stata fatta nel corso del XIII Capitolo Generale delle
CMT, sul tema: “Passione per la Chiesa: Dio e il prossimo”. I lavori, che hanno
preso il via ufficialmente lo scorso 20 ottobre, vedono la partecipazione di 31
sorelle, in rappresentanza delle nazioni dove la Congregazione svolge la
propria missione evangelizzatrice (tra le altre: Spagna, Italia, Cile,
Paraguay, Mali, Rwanda, Filippine). Il Capitolo, che prosegue in questi giorni,
ha l’obiettivo di rivedere e aggiornare lo spirito e il servizio missionario
della Congregazione affinché il suo cammino, nella vita e nel servizio
apostolico, faccia sempre più visibile la bellezza della Chiesa nelle proprie
comunità, anche nella condivisione della missione con i laici. Le Carmelitane
Missionarie Teresiane, circa 800 con oltre 100 case sparse nel mondo, sono
state fondate dal beato Francesco Palau i Quer nel 1860 in Ciudadela, in
Spagna. Il loro carisma è nato dall’esperienza del beato fondatore, che trovò
nella Chiesa, Dio e il prossimo, la ragione ultima della sua vocazione e missione.
(B.C.)
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3
novembre 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iraq uomini armati hanno ucciso, a Baghdad, il direttore
generale del ministero del Petrolio, Hussein Ali, mentre lasciava la sua casa
nel quartiere meridionale di Qadissiya. Il famigerato ‘Esercito Ansar Al Sunna’
ha diffuso, inoltre, un video che mostra la decapitazione di un alto dirigente
della polizia irachena. A questi ennesimi episodi di violenza si devono anche
aggiungere, purtroppo, nuovi attentati e sequestri. Il nostro servizio:
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Nella capitale irachena, dove stamani è stato ucciso un soldato
statunitense, è esplosa un’autobomba lungo la strada
principale che porta all’aeroporto. La deflagrazione, avvenuta nei pressi di un
posto di blocco americano, ha causato il ferimento di nove persone che
viaggiavano a bordo di un autobus. E un americano di origine libanese è stato
rapito, nella notte, nella sua abitazione a Baghdad. L’uomo, un dipendente
dell’esercito statunitense, lavorava nella ‘Green Zone’, dove hanno sede
l’ambasciata degli Stati Uniti e diversi
uffici del governo ad interim iracheno. Nel Paese arabo sono stati presi in
ostaggio anche 4 camionisti giordani. Lo ha reso noto il portavoce del governo
di Amman senza precisare dove sia avvenuto il rapimento. L’esecutivo di Manila
ha confermato, inoltre, il sequestro di un filippino, un 31.enne rapito lunedì
scorso a Baghdad insieme con un americano, un nepalese e tre iracheni, due dei
quali successivamente rilasciati.
Sulla vicenda della responsabile
britannica dell’ONG ‘Care International’ sequestrata lo scorso 19 ottobre,
emergono intanto nuovi allarmanti particolari. In un video, trasmesso ieri
dall’emittente araba ‘Al Jazeera’, i rapitori minacciano di consegnare Margaret Hassan ad un gruppo del terrorista
giordano Al Zarqawi, se la Gran Bretagna non ritirerà le sue truppe entro 48
ore. E’ stato pubblicato, infine, il testo integrale dell’ultimo messaggio di
Osama Bin Laden diffuso, in una prima versione, venerdì scorso su internet. Il
leader di Al Qaeda, facendo riferimento alla situazione in Iraq, accusa il
presidente americano George Bush di aver ignorato “gli avvertimenti che lo
avrebbero messo in guardia da una guerra ingiustificata e di aver trascinato
gli Stati Uniti nel pantano iracheno”.
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Hamid
Karzai è stato ufficialmente proclamato presidente dell’Afghanistan. Lo ha annunciato
il portavoce della commissione elettorale. Le prime elezioni democratiche nella
storia del Paese asiatico si sono svolte lo scorso 9 ottobre. I rapitori dei
tre funzionari delle Nazioni Unite - un filippino, una kosovara ed una
nordirlandese - hanno reso noto, intanto, che prorogheranno l’ultimatum fino a
venerdì prossimo. Hanno anche precisato che l'ostaggio filippino potrebbe
essere risparmiato perché le Filippine, diversamente da Gran Bretagna e Kosovo,
non hanno truppe in Afghanistan.
Si riaccende la violenza in Pakistan.
Stamani un uomo ha aperto il fuoco all’interno di una moschea sunnita a
Karachi, uccidendo almeno una persona e ferendone altre due. Le indagini dalla
polizia non escludono la matrice terroristica dietro l’attacco. Al momento
dell’agguato, c’erano circa 250 persone nella moschea.
Tra i
terroristi responsabili della strage di Beslan, c’era anche un ex poliziotto
dell’Inguscezia. Lo scrive oggi il quotidiano ‘Vremya Novostei’ precisando che
si tratta di un funzionario della sicurezza dell’Inguscezia. L'uomo, Bashir Pliyev,
è sospettato di aver avuto contatti diretti col leader radicale ceceno Shamil
Basayev.
Le
condizioni di salute del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Yasser
Arafat non sono preoccupanti: nell’ultimo bollettino medico si precisa che il
rais, ricoverato in un ospedale militare a Parigi, non è malato di leucemia. I
medici hanno riscontrato, invece, irregolarità ematiche e problemi digestivi.
Nella Striscia di Gaza, intanto, un palestinese è rimasto ucciso e altri
quattro feriti in un nuovo raid compiuto dai soldati israeliani nella città di
Rafah.
Nuovi
attestati di reciproca stima tra il presidente russo, Vladimir Putin, ed il
premier italiano, Silvio Berlusconi, giunto a Mosca per il terzo Vertice
bilaterale incentrato sulla cooperazione economica e culturale e politica tra
Italia e Russia. “Mi sono sentito veramente in famiglia”, ha detto Berlusconi,
sottolineando gli ottimi rapporti tra i due Paesi. Sulla stessa linea anche il
presidente russo, che ha rimarcato come i rapporti tra Roma e Mosca “abbiano
raggiunto buoni risultati”.
E in Russia è
convocata, per il prossimo 20 dicembre, l’assemblea straordinaria degli azionisti
del colosso petrolifero Yukos. L’azienda, sempre più in difficoltà perché il
fisco russo pretende oltre 10 miliardi di dollari per tasse evase, non esclude
l’ipotesi della liquidazione o del fallimento.
E’ sospettato di avere legami
con il terrorismo islamico, il presunto omicida del 47.enne regista olandese
Theo Van Gogh, ucciso ieri a colpi di arma da fuoco in una via di Amsterdam da
un giovane marocchino di 26 anni. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Giustizia
olandese, Peter Hein, affermando che l’uomo “ha agito dietro convinzioni di un
radicale fondamentalismo islamico” e ha avuto contatti con un gruppo
fondamentalista attualmente sorvegliato dai servizi segreti olandesi.
La
liberale olandese Neelie Kroes, commissario designato alla Concorrenza nella
prima versione della squadra di governo di José Manuel Barroso, potrebbe restare
al suo posto, anche nella nuova compagine che il presidente designato
presenterà all’Europarlamento entro le prossime settimane. E’ quanto emerge da
una nota interna dei servizi della Concorrenza della Commissione europea.
La Cina continua ad
essere sconvolta da tensioni sociali. Nella regione del Sichuan non si fermano le rivolte dei contadini
e nello Shaanxi si moltiplicano le manifestazioni contro i bassi salari e i
numerosi licenziamenti. Segnali di tensione giungono anche dalla regione
autonoma della Mongolia interna ma l’area più colpita resta quella dell’Henan,
teatro la scorsa settimana di violenti scontri interetnici fra la maggioranza
cinese Han e la minoranza musulmana Hui. Il bilancio ufficiale è di sette
morti, ma secondo la stampa internazionale le vittime potrebbero essere
addirittura 150. Il servizio di Bernardo Cervellera:
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La polizia ha messo posti di
blocco per controllare le auto che entrano ed escono dalle città. In alcune zone
è in vigore la legge marziale e le autorità hanno imposto il silenzio stampa.
Giornalisti stranieri che si aggiravano nella zona sono stati arrestati. Le
ultime stime ufficiali parlano di sette morti, 42 feriti e diverse case
bruciate. Fonti locali affermano, invece, che i morti sono 20 e altrettanti
sono gli arresti. Gli scontri si sono scatenati dopo che una bambina musulmana
è stata investita da un camion. Ma le ragioni più profonde degli scontri sono
da ricercare nello squilibrio economico tra le due etnie, tutto a vantaggio
degli Han. Esperti temono che nei prossimi giorni vi siano nuovi scontri e violenze
tra la comunità cinese Han e la minoranza musulmana Hui. La Cina è sempre più
scossa da manifestazioni legate alla povertà e all’economia. In questi giorni
circa 100 mila agricoltori hanno invaso le strade del Sichuan, nella Cina
meridionale, per protestare contro gli iniqui risarcimenti per le terre
espropriate dal governo. I dimostranti hanno affrontato la polizia, schierata
in assetto antisommossa. Sui terreni requisiti verrà costruita invece una
centrale idroelettrica per sanare la sete di energia della Cina.
Per la Radio Vaticana, Bernardo
Cervelliera.
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Continuano
le violenze in Darfur, la martoriata regione sudanese sconvolta da un conflitto
interetnico. Secondo fonti riconducibili al governo di Khartoum, gruppi di
ribelli avrebbero incendiato diversi villaggi e attaccato un convoglio
umanitario nei pressi di Geneina. L’esercito e la polizia sudanese hanno
circondato inoltre alcuni campi di Nyala, dove si trovano migliaia di profughi,
e impediscono l’accesso ai funzionari dell’ONU. Il portavoce del segretario
generale delle Nazioni Unite sul Darfur ha intanto manifestato la propria
preoccupazione per il recente rapimento di diciotto persone da parte del
sedicente ‘Esercito di liberazione’ e per la mobilitazione di milizie arabe nel
sud della regione.
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