RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 308 - Testo della trasmissione di mercoledì 3 novembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La creazione che rivela l’immensa potenza di Dio e il sacerdozio comune di tutti i fedeli: temi affrontati stamane dal Papa all’udienza generale in piazza San Pietro. Gli auguri dei fedeli a Giovanni Paolo II alla vigilia del suo onomastico

 

Il cordoglio del Papa per la morte ieri del cardinale belga  Gustaaf Joos. Aveva 81 anni: i funerali si svolgeranno il 12 novembre a Gand.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Bush in vantaggio su Kerry nelle elezioni presidenziali americane: restano da attribuire tre Stati. Nei referendum 11 Stati su 11 dicono no ai matrimoni omosessuali: ai nostri microfoni, Brent Hart e padre Michele Simone

 

Conclusa la “Settimana di tutti i Santi” a Parigi sull’evangelizzazione delle città: “c’è in Europa chi vuole soffocare la voce della Chiesa”: lo afferma ai nostri microfoni il cardinale  Schönborn

 

Miracoli e santità al centro dell’ultimo libro di Saverio Gaeta: intervista con l’autore.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Stupore e sconcerto in Uganda per l’arresto del vicario episcopale di Kitgum

 

Intervento dei vescovi svizzeri in vista del referendum sulle cellule staminali embrionali

 

I cristiani definiscono inadeguati i ritocchi alla legge sulla blasfemia in Pakistan

 

Espulso dall’Arabia Saudita il cristiano O’Connor, accusato tra l’altro di evangelizzazione

 

Arrivano in Afghanistan le Missionarie della Carità

 

Nominata la nuova Superiora generale delle Carmelitane Missionarie Teresiane.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq ucciso il direttore generale del ministero del Petrolio, decapitato un alto dirigente della polizia e sequestrati altri 5 stranieri, 4 giordani e un americano

 

Hamid Karzai proclamato ufficialmente presidente dell’Afghanistan

 

Secondo i medici Arafat non è malato di leucemia ma soffre di problemi digestivi.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 novembre 2004

 

 

LA CREAZIONE CHE RIVELA L’IMMENSA POTENZA DI DIO

 E IL SACERDOZIO COMUNE DI TUTTI I FEDELI:

TEMI AFFRONTATI STAMANE DAL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE IN PIAZZA SAN PIETRO. GLI AUGURI DEI FEDELI A GIOVANNI PAOLO II ALLA VIGILIA DEL SUO ONOMASTICO

 

Il ‘sacerdozio comune’, che appartiene a tutti i fedeli al centro dell’odierna catechesi del Papa, all’udienza generale, stamane in una piazza San Pietro affollata di migliaia di fedeli, in questo mercoledì di eccezionale tepore, da far pensare alla primavera piuttosto che all’autunno. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Tutti i fedeli “esercitano il sacerdozio con la partecipazione ai sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e l’operosa carità”. Lo ha ricordato il Papa, citando un passo della Lumen Gentium, la Costituzione dogmatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, di cui si celebrerà il 40.mo anniversario, il prossimo 21 novembre. La riflessione del di Giovanni Paolo II è partita dal commento dell’Inno dei salvati, tratto dall’Apocalisse, inserito nella Liturgia dei Vespri, dove si celebra anzitutto la creazione che “rivela l’immensa potenza di Dio”, infatti “dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore”. Un cantico poi di lode a Dio:

 

“Al centro troviamo Cristo l’Agnello che è stato immolato sulla Croce, e che ora regna glorioso.”

 

In Lui – ha spiegato il Santo Padre – si compie il progetto voluto da Dio fin dall’eternità. Egli ci ha liberati dal male ed ha fatto di noi ‘un regno di sacerdoti’. L’Inno acclama dunque il Cristo risorto, che con la sua opera storica di redenzione, è in grado di decifrare il senso della storia: è Lui ad aprire i sigilli del libro segreto che contiene il progetto voluto da Dio. L’umanità intera è quindi chiamata a formare la nuova comunità dei figli di Dio. E la liturgia dell’amore che la Chiesa compie già ora permette di partecipare alla futura Liturgia del cielo.

        

Salutando nelle varie lingue, il Papa si è rivolto in particolare ad un gruppo di piccoli fedeli, rappresentanti dei chierichetti di tutta la Polonia, perché in questo Anno dell’Eucarestia – ha raccomandato loro – sappiano aiutare “con più zelo i sacerdoti e le comunità parrocchiali nel vivere il grande mistero che si compie ogni Santa Messa”. Infine dalla folla tanti applausi e auguri per Giovanni Paolo II.

 

“Ringrazio per gli auguri che mi sono stati presentati in vista della mia festa onomastica.”

 

Domani ricorre infatti la festa di San Carlo Borromeo. Ciascuno – ha auspicato il Papa – sia spinto a seguire l’esempio dei Santi, che hanno speso la vita a servizio di Dio e del prossimo

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IL CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE IERI DEL CARDINALE BELGA GUSTAAF JOOS.

AVEVA 81 ANNI: I FUNERALI SI SVOLGERANNO IL 12 NOVEMBRE A GAND

 

Il Papa ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa del cardinale belga Gustaaf Joos, canonico della diocesi di Gand, deceduto ieri all’età di 81 anni a Landskouter. In un telegramma inviato al cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Malines-Bruxelles, Giovanni Paolo II ha ricordato gli anni di studio trascorsi insieme a Roma in gioventù: “Prego che il Signore – ha detto – accolga nel suo regno il suo fedele servitore che si è speso per tanto tempo nelle attività pastorali”.

 

Il Papa, appena ha appreso la notizia, si è raccolto in preghiera. I funerali si svolgeranno il 12 novembre mattina nella cattedrale di Saint Bavon a Gand.

 

Il cardinale Gustaaf Joos era nato il 5 luglio 1923 a Sint-Niklaas (provincia delle Fiandre Orientali). Ordinato sacerdote a Gand il 28 aprile 1946 aveva conseguito il Dottorato in Diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dal 13 dicembre 1949 aveva ricoperto l’incarico di vicario a Beveren-Waas. Il 5 settembre 1951 era stato nominato docente di Teologia morale presso il Centro d'Istruzione dei Barellieri ecclesiastici ad Aalst. Questo Centro ormai non più esistente, ha raccolto in passato tutti i religiosi e i seminaristi del Paese durante il loro servizio di leva. Nel 1959 era stato nominato docente presso il Seminario Maggiore di Gand e poi notaro presso il tribunale ecclesiastico diocesano e ancora nel 1961 difensore del Vincolo. Il cardinale Joos era stato eletto canonico onorario il 29 settembre 1961 e canonico titolare il 22 settembre 1967. Era stato nominato parroco a Landskouter, l’11 agosto 1970, insegnando al contempo al Seminario e lavorando dal 1994 come giudice presso il Tribunale interdiocesano.

 

Giovanni Paolo II lo aveva creato cardinale nel Concistoro del 21 ottobre 2003, col titolo di diacono di S. Pier Damiani ai Monti di S. Paolo. Con la sua scomparsa i cardinali scendono a 186, di cui 122 elettori e 64 non elettori, avendo superato gli 80 anni di età.

 

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Il Santo Padre ha ricevuto oggi in udienza l’arcivescovo Francesco Canalini, nunzio apostolico in Svizzera e nel Principato di Liechtenstein.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

San Carlo Borromeo 2004: Auguri, Santo Padre

Apre la prima pagina l’udienza generale, durante la quale Giovanni Paolo II ha ringraziato tutti coloro che hanno espresso la loro benevolenza nei suoi riguardi.

Sempre in prima, Stati Uniti: ancora incerto l’esito delle presidenziali.

Allegato al giornale il tascabile con il testo della Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine”.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell’udienza generale.

La dettagliata biografia del compianto cardinale Gustaaf Joos.

Una pagina dedicata a Giorgio La Pira: l’attualità della testimonianza del “sindaco santo” a 27 anni dalla morte e a 100 anni dalla nascita.

 

Nelle estere, Uganda: arrestato un sacerdote della diocesi di Gulu per “presunte connessioni con i ribelli del Lra”.

Iraq: nuovo video con l’ostaggio Margaret Hassan; assassinato un funzionario del ministero del petrolio.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Carmine Di Biase in merito ad un’antologia sulla Madonna nella poesia italiana del ‘900.

Un contributo di Giuseppe Degli Agosti sulla mostra, a Brescia, sul tema “Monet, la Senna e le ninfee”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 novembre 2004

 

 

254 GRANDI ELETTORI AL REPUBBLICANO BUSH, 252 ALLO SFIDANTE DEMOCRATICO KERRY, MA MANCA ANCORA IL DATO CERTO DELL'OHIO

E LO SCRUTINIO È SOSPESO IN IOWA PER PROBLEMI TECNICI

- A cura di Fausta Speranza -

 

254 Grandi Elettori al repubblicano George Bush, 252 allo sfidante democratico John Kerry. Questo l’orientamento nello spoglio delle presidenziali statunitensi. Il servizio di Paolo Mastrolilli dagli Stati Uniti:

 

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Il presidente Bush è in vantaggio sul senatore Kerry e secondo il capo dello staff della Casa Bianca è certo di aver vinto le elezioni. Ma la mattina dopo il voto, gli Stati Uniti non sanno ancora ufficialmente chi li guiderà nei prossimi quattro anni. In questo momento, Bush ha 254 voti elettorali e una maggioranza di tre milioni e mezzo nelle preferenze popolari a livello nazionale. Kerry, invece, ha conquistato 252 voti elettorali. A differenza di quattro anno fa, il problema questa volta non si concentra sulla Florida ma sull’Ohio e l’Iowa: nel primo Stato, il presidente ha un vantaggio di circa 140 mila voti, ma esiste un numero non specificato di schede provvisorie che non sono ancora state contate e secondo i democratici potrebbero rovesciare la situazione. In Iowa, invece, un guasto tecnico ha impedito di completare lo spoglio dei voti. Le schede provvisorie sono quelle date alle persone che si presentano ai seggi ma i cui nomi non risultano nelle schede elettorali; ricevono la possibilità di votare ma poi il loro diritto a farlo dev’essere verificato nei giorni successivi. I democratici potrebbero decidere di aspettare il completamento di questo processo legale prima di accettare il risultato finale di queste elezioni, ma secondo i repubblicani dovrebbero ammettere la sconfitta perché comunque non hanno abbastanza voti contati per cambiare il verdetto.

 

La giornata di ieri è stata una nuova altalena di emozioni, dopo la crisi di quattro anni fa. Le proiezioni iniziali indicavano il successo di Kerry ma erano sbagliate: poco alla volta, Bush è tornato in vantaggio. Secondo le prime analisi, i temi più importanti per gli elettori sono stati soprattutto i valori morali, l’Iraq, il terrorismo e l’economia. L’affluenza alle urne è aumentata ma a giudicare dai risultati nazionali, i sostenitori di Bush si sono mobilitati più di quelli di Kerry: i repubblicani hanno rafforzato la loro maggioranza alla Camera e al Senato.

 

Da Boston, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Dunque l’Ohio è lo Stato che pare destinato a recitare nel 2004 il ruolo che fu della Florida nel 2000. Il divario a favore di Bush sembra dell’ordine di centomila suffragi: ma Kerry potrebbe teoricamente rovesciare lo svantaggio rispetto a Bush con le schede sub judice, che sono circa 150 mila. Ma perché sono discusse tali schede? Fausta Speranza lo ha chiesto al numero due dell’Ambasciata degli Stati Uniti presso la santa Sede, Brent Hart:

 

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R. – In Ohio, ci sono ancora dei voti provvisori. In questo momento, il presidente Bush ha più voti del senatore Kerry, ma questi voti provvisori non sono stati ancora conteggiati. Questi voti provvisori si ritrovano perché ci sono persone che si presentano al seggio di voto e il suo nome non è presente sul registro. In questo caso, si può votare ugualmente, ma si tratta di un voto “provvisorio” fino a quando il nominativo della persona non sarà stato registrato.

 

D. – Ci sono anche altri problemi in altre zone del Paese?

 

R. – Solamente nell’Iowa: ci sono due macchine che non funzionano e sono in corso di riparazione; dopo le tre del pomeriggio, potrà essere reso noto il risultato.

 

D. – Quindi, però, considerando anche il problema dell’Ohio, quando si pensa che sarà possibile avere il nome del nuovo Presidente?

 

R. – Dipende dal candidato. Se il senatore Kerry pensa di non avere possibilità di vincere, lui può riconoscere la vittoria di Bush, ma se pensasse di avere la possibilità di vincere, può chiedere da uno fino ad 11 giorni per contare i voti provvisori.

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Intanto, bisogna ricordare che gli americani si sono recati alle urne anche per pronunciarsi su materie sottoposte a referendum. E c’è da dire che in tutti e 11 gli Stati in cui si chiedeva il parere in tema di matrimoni omosessuali, si è registrato il sì alla modifica della costituzione locale: si decide, dunque, che il matrimonio può soltanto essere tra un uomo e una donna. In particolare, in dieci degli 11 Stati le vittorie sono state schiaccianti, con percentuali contro i matrimoni gay e lesbici che superano il 75 per cento. C’è poi l’Oregon, non lontano dalla progressista California, in cui i ‘sì’ sembra abbiano raggiunto il 55 per cento. Gli Stati del referendum sono: Ohio, Michigan, North Dakota, Arkansas, Georgia, Kentucky, Mississipi, Montana, Oklahoma, Oregon e Utah.

        

Per una valutazione di questo voto, Fausta Speranza ha intervistato Padre Michele Simone, vicedirettore e notista politico della rivista dei Gesuiti, Civiltà Cattolica:

 

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D. – Padre Simone, un pronunciamento, quello del referendum popolare, a proposito della proposta di modifica della Costituzione, per far sì che i matrimoni omosessuali possano essere riconosciuti allo stesso livello degli altri matrimoni. A questa proposta la popolazione americana di 11 Stati ha detto chiaramente ‘no’. Vogliamo fare una riflessione a proposito e non lasciar cadere questo dato dei referendum tra quegli altri, invece, molto discussi per l’ele-zione del presidente?

 

R. – Certo, non va passato sotto silenzio questo risultato che, per i cattolici ma non solo per i cattolici – come ci dicono i sondaggi – è un fatto positivo. Perché il matrimonio, ciò che noi riteniamo essere il matrimonio, è fondato sulla famiglia costituita da un uomo e da una donna. Certo, si tratta soltanto del risultato in alcuni Stati e noi dubitiamo che queste materie però vadano sottoposte a referendum. In ogni caso la valutazione non può che essere molto positiva.

 

D. – Padre Simone, chiariamo cosa hanno detto o meno gli americani. Secondo lei, c’è una distinzione tra riconoscimento del matrimonio e dell’unione tra omosessuali?

 

R. – Si tratta di due realtà leggermente diverse. Innanzitutto, il fatto che la parola matrimonio, e la concezione che ne è sotto, non venga applicata alle unioni di fatto omosessuali è già un passo significativo.

 

D. – Commentiamo anche il voto in Florida, che invece è stato l’unico Stato a dire sì alla ricerca sulle cellule staminali ...

 

R. – Come sappiamo è in atto un colloquio, un lavoro nell’ambito delle Nazioni Unite per stabilire o non stabilire il possibile utilizzo degli embrioni a fini terapeutici o riproduttivi per la clonazione. Speriamo che su questo punto si riesca a raggiungere un accordo che blocchi questo tipo di convenzione. Nello stesso tempo, in difesa della vita, come non soltanto i cattolici fanno, non possiamo che condannare il fatto che sia permesso l’utilizzo delle staminali tratte dall’embrione per la ricerca, mentre come molti scienziati, anche in Gran Bretagna, hanno detto: è meglio incamminarsi sulla strada della ricerca sulle staminali da cellule adulte.

 

D. – Secondo lei, padre Simone, sul voto per le presidenziali hanno influito questi temi di carattere etico?

 

R. – E’ sempre difficile trarre, a livello di tutta la nazione, una considerazione del genere. Si tratta di valutare i vari gruppi, i loro orientamenti. Ciascun candidato è andato alla ricerca di tutti i tipi di elettorati, cercando di assumere una posizione mediana. Quindi, direi che solo per i gruppi evangelisti e per alcuni gruppi di cattolici, questo valga. Dare un giudizio generale, come motivo di una eventuale vittoria dell’uno o l’altro candidato, mi sembra difficile. 

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CONCLUSA LA “SETTIMANA DI TUTTI I SANTI” A PARIGI SULL’EVANGELIZZAZIONE

DELLE CITTA’: “C’E’ IN EUROPA CHE TENTA DI SOFFOCARE LA VOCE DELLA CHIESA

MA NON E’ UNA NOVITA’. I CRISTIANI SI IMPEGNINO PER IL BENE DEL CONTINENTE”

- Intervista con il cardinale Christoph Schönborn -

 

 

Si è conclusa lunedì scorso a Parigi la “Settimana di Tutti i Santi 2004”: una serie di incontri sull'evangelizzazione urbana, promossa nella Capitale francese dall'Arcidiocesi locale. L'iniziativa si colloca nell'ambito di un percorso di riflessione e azione iniziato a Vienna nel 2003 e destinato a proseguire a Lisbona l’anno prossimo, a Bruxelles nel 2006 e Budapest nel 2007, con l'obiettivo di ricercare nuove modalità di annuncio nelle città, per trasmettere il messaggio cristiano in maniera più attuale e vicina alla realtà umana dell'epoca contemporanea. Alla manifestazione hanno partecipato migliaia di persone delle più diverse realtà ecclesiali francesi ed europee. Presente anche il cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo di Vienna: la nostra collega Céline Hoyeau gli ha chiesto quali sono stati i frutti di questo evento:

 

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R. – EH BIEN, C’EST TOUJOURS DIFFICILE DE MESURER L’EFFET D’UN TEL ...

Certo, è sempre difficile misurare l’effetto di un tale avvenimento, perché la parte più importante avviene nel cuore ... Noi non sappiamo, per esempio, quale sia stato l’effetto delle missioni nella strada perché questo non si può calcolare in statistiche;  possiamo dire che a livello delle parrocchie, della vita della diocesi, effettivamente si nota un effetto positivo, nel senso che c’è una forte presa di coscienza: la Chiesa non deve rassegnarsi, non deve scoraggiarsi di fronte alle difficoltà, di fronte al numero sempre minore dei partecipanti alla Messa della domenica, della mancanza di preti e via dicendo. Al contrario, il Signore ci invita  a prendere il largo, “duc in altum!”: uscite nelle strade, andate nelle case, dalle persone, annunciate loro la Buona Novella:  Gesù Cristo ci chiama, oggi: “Seguitemi!”. E io dico: non c’è – per la nostra società – una risposta più convincente, più forte del Vangelo.

 

D. - Eppure, la nostra società sembra voler soffocare la voce della Chiesa – secondo le recenti parole del cardinale Martino, che ha affermato che spesso potenti lobbies anti-cattoliche stanno attuando un progetto del genere: questa è anche la sua impressione?

 

R. – C’EST UNE EVIDENCE, MAIS CE N’EST PAS NOUVEAU ! CA EXISTAIT AU ...

E’ un dato di fatto, ma non è una novità ! Questo fenomeno esisteva già nel XIX secolo, è stato il caso delle grandi ideologie del XX secolo, del comunismo, del bolscevismo, del nazionalsocialismo ... tutte hanno cercato di soffocare la voce della Chiesa e sicuramente ai tempi nostri vi sono persone, delle quali non oso valutare le ragioni – forse davanti alla loro coscienza possono rivendicare ragioni oneste! – che cercano di ripetere questi tentativi. Gesù l’aveva detto già quando ha guarito il cieco nato: aveva annunciato che “verranno uomini che, nella convinzione di rendere un servizio a Dio, vi perseguiteranno” ... E’ vero che tutto ciò esiste!

 

D. – Cosa pensa lei di questa società europea e del suo rapporto con il cristianesimo. Penso alle polemiche che ci sono state ultimamente in merito alla scelta dei membri della Commissione europea ...

 

R. – C’EST TRISTE, CE N’EST PAS DE BONNE AUGURE POUR L’EUROPE, MAIS CE ...

E’ triste, non è certo di buon augurio per l’Europa, ma non è certo ragione per scoraggiarsi, al contrario! I cristiani sono in netta maggioranza in questa Europa, e se fossero coscienti del loro battesimo, della loro missione e vocazione a promuovere il Vangelo ed i suoi valori, non esiteranno a farlo e sarà per il bene, per il grande vantaggio dell’Europa!

 

D. - Un’ultima cosa: Giovanni Paolo II prosegue il suo ministero con grande coraggio anche se è evidente a tutti la sua debolezza fisica: ma proprio attraverso il suo silenzio e la sua difficoltà ad esprimersi, la sua parola appare  ancora più forte. Una sua considerazione:

 

R. – ADMIRATION ET GRATITUDE!

Ammirazione e gratitudine !

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MIRACOLI E SANTITA’ AL CENTRO DELL’ULTIMO LIBRO DI SAVERIO GAETA.

L’AUTORE ILLUSTRA 15 AVVENIMENTI SCIENTIFICAMENTE INSPIEGABILI,

CORREDANDOLI CON DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA

 

“Miracoli. Quando la scienza si arrende”. E’ il titolo dell’ultimo interessante volume di Saverio Gaeta. Il libro, edito da Piemme, raccoglie quindici casi che la Congregazione delle Cause dei Santi considera soprannaturali e che la scienza non è stata capace di spiegare. Negli ultimi venticinque anni sono stati circa quattrocento gli avvenimenti scientificamente inspiegabili che il Dicastero, dopo rigorosi accertamenti, ha riconosciuto come miracoli, ossia come interventi operati da Dio, in deroga alle leggi della natura, per intercessione di un venerabile o di un beato. Il servizio di Barbara Castelli:

 

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(musica)

 

Una donna brasiliana che perde completamente il liquido amniotico alla sedicesima settimana e nonostante tutto porta felicemente a termine la gravidanza; una giovane tedesca dichiarata morta per annegamento, dopo quaranta minuti trascorsi sott’acqua, eppure tornata in vita senza danni; ed ancora, un bambino pugliese sanato improvvisamente da una malattia che gli specialisti davano per fatale. Sono alcuni dei quindici casi miracolosi contenuti nel libro: “Miracoli. Quando la scienza si arrende” di Saverio Gaeta. Il volume, corredato da documentazione fotografica originale, è il frutto di un lungo studio che l’autore ha potuto realizzare nell’archivio della Congregazione delle Cause dei Santi, dove si raccoglie tutta la documentazione che scandisce il cammino dei candidati alla santità. Ma qual è l’obiettivo ultimo di questo nuovo libro? Ci risponde l’autore, Saverio Gaeta:

 

R. - Non è obiettivo di questo libro portare alla fede, ma un obiettivo che io spero di riuscire a raggiungere, almeno con qualcuno, è quello di condurlo a chiedersi: “C’è qualcuno che può andare oltre le leggi naturali?” Questo libro vuole prima di tutto documentare le cose che narra. La gente, quindi, non deve fare affidamento alle dichiarazioni di Saverio Gaeta, ma deve credere ai medici, che testimoniano queste cose. C’è la possibilità di dire: “qualcuno che è in grado di andare oltre le leggi naturali, per forza deve esistere”. Se poi la gente, che eventualmente acconsentisse a questa idea, poi pian piano, scoprendo chi è questo Qualcuno, comincerà a chiamarlo Dio e comincerà ad amarlo, allora l’obiettivo sarà ancora più alto.  

 

D. - In oltre 25 anni di Pontificato, Giovanni Paolo II ha proclamato numerosi   beati e santi, quanto ha bisogno oggi il mondo di santità?

 

R. - Il mondo oggi può vivere soltanto se guarda ad una dimensione di santità. Per il Papa aver proclamato così tanti santi e beati non è stato semplicemente un voler allargare a tutto il mondo il concetto della santità, ma è stato proprio il desiderio di mostrare a chiunque un modello a cui ispirarsi. E allora dalle suore ai laici, dai religiosi ai sacerdoti, dai vescovi ai martiri: non sono semplicemente delle persone astratte alle quali rivolgersi per pregare, per chiedere intercessione, ma sono delle figure totalmente vive a fianco a noi, che ci indicano qual è la strada sulla quale anche noi possiamo incamminarci. Il nostro compito a questo punto è quello di seguirli. Se accettiamo questa sfida, che anche queste ragionevolezze dei miracoli ci aiutano a comprendere, probabilmente la nostra vita avrà più senso, più gioia, più bellezza.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

3 novembre 2004

 

 

STUPORE E SCONCERTO IN UGANDA PER L’ARRESTO

 DEL VICARIO EPISCOPALE DI KITGUM

 

KITGUM. = “Ufficialmente nessuno ha ancora capito quale sia l’accusa contestata a monsignor Matthew Ojia, anche se pare che lo abbiano fermato per presunte connessioni con i ribelli dell’Esercito di resistenza del signore (Lra)”.  Con queste parole mons. John Baptiste Odama, arcivescovo di Gulu nel nord dell’Uganda, ha commentato l’arresto del vicario episcopale di Kitgum, capoluogo dell’omonimo distretto nordugandese.  Il vicario è stato arrestato nella serata di lunedì, quando un gruppo di agenti e di militari ha fatto irruzione nella casa parrocchiale dove il prelato era a cena con due sacerdoti locali. “Mi dispiace ma sto solo eseguendo gli ordini. Devo arrestarla. Lei è sotto indagine”: ha detto il capo della polizia locale di Kitgum a monsignor Ojia, prima di portarlo via insieme agli altri due religiosi, tra lo stupore della popolazione locale attirata dal gran dispiegamento di uomini e mezzi. La polizia ha anche sequestrato oggetti ed attrezzature. I tre sacerdoti sono stati trasferiti dapprima nella stazione di polizia di Kitgum. Qualche ora più tardi, i due sacerdoti locali sono stati rilasciati, mentre l’esercito ha trasportato con un convoglio scortato mons. Ojia fino a Gulu, capoluogo del distretto che porta lo stesso nome, a un centinaio di chilometri da Kitgum. Il Nunzio apostolico in Uganda, monsignor Pierre Cristophe, ha confermato la notizia dell’arresto, ma ha precisato di non avere informazioni certe, sottolineando di essere ancora a lavoro per venire a capo di quello che è avvenuto. I religiosi locali, riferisce l’agenzia Misna, interpretano l’arresto del vicario episcopale, stimato e apprezzato per il suo zelo e la sua dedizione nei confronti della stremata popolazione di etnia acholi, come un segnale intimidatorio nei confronti dei leaders religiosi della zona, che da tempo cercano una soluzione negoziata al conflitto del nord Uganda. (A.M.)

 

 

LA SVIZZERA ALLE URNE IL PROSSIMO 28 NOVEMBRE PER LA LEGGE

SULLE CELLULE STAMINALI EMBRIONALI. IL PRESIDIO DELLA CONFERENZA DEI

 VESCOVI SVIZZERI AVANZA FORTI RISERVE, INDICANDO I PERICOLI DELLA QUESTIONE

 

BERNA. = Il prossimo 28 novembre il popolo svizzero sarà chiamato a votare sulla legge concernente la ricerca sulle cellule staminali embrionali. In un comunicato, il presidio della Conferenza dei vescovi svizzeri (Cvs) “avanza delle riserve etiche e ne indica i pericoli”. “Il presidio della Cvs – si legge nel comunicato – rifiuta, per motivi etici, l’attuale progetto di legge, perché permette l’impiego, e quindi la soppressione, di embrioni a fini scientifici”. “Alla Cvs – prosegue – sta a cuore la ricerca medica ed essa appoggia perciò la ricerca, più promettente, sulle cellule staminali adulte”. Il tema della votazione, dunque, “è delicato e molto importante e verte sulla questione se poter impiegare o meno a fini scientifici le cellule staminali provenienti da embrioni ‘soprannumerari’”. Contro il progetto di legge permissivo è stato impugnato il referendum. “Abitualmente i vescovi svizzeri non danno indicazioni come votare – si legge ancora nel testo – nel caso presente, tuttavia, si tocca un tema bioetico fondamentale, che riguarda la questione della dignità e della intangibilità della vita umana”. Il presidio della Conferenza episcopale svizzera si è sentita in dovere di distribuire un volantino redatto dalla Commissione Bioetica, nel quale viene spiegato cosa sono le cellule staminali e come vengono ottenute cellule staminali embrionali. L’ottenimento delle cellule staminali adulte è possibile senza arrecare danno alla persona. Per questo la ricerca con le cellule staminali adulte rappresenta un’alternativa eticamente accettabile. (A.M.)

 

 

INADEGUATI I RITOCCHI NELLA LEGGE SULLA BLASFEMIA IN PAKISTAN.

INSODDISFAZIONE ESPRESSA DA PERSONALITA’ CATTOLICHE E PROTESTANTI

 

ISLAMABAD. = Giudicati inutili e insufficienti da personalità cattoliche e protestanti gli emendamenti approvati lo scorso 26 ottobre dal parlamento pakistano sulla legge della blasfemia. Quest’ultima punisce con l’ergastolo chi offende il Corano e prevede la condanna a morte per chi insulta Maometto. Dal 1996, anno in cui è entrata in vigore, decine di cristiani sono stati uccisi per aver diffamato l’Islam, 560 persone sono state accusate, 30 sono ancora in attesa di giudizio. Molto spesso la legge viene utilizzata per eliminare avversari e nemici. Per evitare tali abusi, riferisce l’agenzia Asianews, il parlamento affida agli ufficiali della Senior Police (SP) la competenza delle indagini. La polizia, inoltre, dovrà accertare il fatto, prima di richiedere il fermo dell’imputato, mentre la precedente normativa prevedeva l’arresto immediato. Mons. Lawrence Saldahna, presidente della Commissione nazionale giustizia e pace (NCJP) e Peter Jacob, segretario esecutivo, definiscono così “deludenti” i cambiamenti introdotti.  Anche Manzoor W. Batti, protestante e presidente fondatore del Teach Awareness through skill and knowledge, condanna i cambiamenti: “Se un musulmano accusa qualcuno di blasfemia – ha detto – nessuno osa mettere in dubbio le sue parole. L’accusa equivale di fatto a una condanna a morte e in questo Paese non mancano gli esempi”. Il parlamento ha anche emendato la legge per i delitti di onore e le ordinanze “Hudood”, che si ispirano al Corano e puniscono i comportamenti incompatibili con l’Islam (adulterio, gioco d’azzardo, uso di alcol) anche con la flagellazione e la lapidazione. Gli emendamenti prevedono pene più severe per i casi di omicidio d’onore (carcere a vita o pena di morte). La legge ha, inoltre, innalzato da 7 anni a 10 anni di carcere la pena minima prevista per questi reati. (B.C.)

 

 

ESPULSO DALL’ARABIA SAUDITA IL CRISTIANO O’CONNOR.

IL GIOVANE INDIANO, ACCUSATO TRA L’ALTRO DI EVANGELIZZAZIONE,

HA TRASCORSO GLI ULTIMI 7 MESI IN UN CARCERE DI RIAD

 

RIAD. = Dopo sette mesi e sette giorni di detenzione, lunedì è stato espulso dall’Arabia Saudita il cristiano indiano Brian Savio O’Connor. La notizia è stata diffusa dal Middle East Concern (MEC), un’organizzazione a favore dei cristiani in Medio Oriente, che da mesi sta seguendo il caso del protestante. Originario del Karnataka, nel sudest dell’India, il giovane è stato arrestato lo scorso 25 marzo e formalmente accusato di 4 reati il 15 settembre. Il 20 ottobre è stato giudicato colpevole di “vendita di liquori”  con la pena di 300 frustate e 10 mesi di prigione. Le altre accuse – droga ed evangelizzazione, alle quali il 15 settembre si era aggiunto il possesso di video porno – non sono state riformulate dalla corte e O’Connor non è stato accusato come nelle udienze precedenti. Il cristiano indiano era detenuto nel carcere di Al Hair, dopo essere stato rapito all’esterno della propria abitazione a Riad dalla Muttawa (la polizia religiosa saudita) e torturato per 24 ore in una moschea. O’Connor ha sempre negato le accuse a suo carico, mentre ha ammesso di aver organizzato incontri di studio e preghiera sulla Bibbia dopo aver letto, il 9 aprile del 2003, su un giornale saudita, che lo Stato consente la pratica della religione cristiana in abitazioni private. (B.C.)

 

 

PROSEGUE IL PROCESSO DI RICOSTRUZIONE IN AFGHANISTAN.

A BREVE ARRIVERANNO A KABUL LE SUORE DI MADRE TERESA

PER OCCUPARSI DEI POVERI E DEI BAMBINI HANDICAPPATI.

A NATALE APRIRA’ UNA NUOVA SCUOLA

 

KABUL. = Le suore di Madre Teresa e un altro gruppo di religiose arriveranno a breve in Afghanistan, dove si occuperanno dei poveri e della cura dei bambini handicappati. Lo ha riferito all’agenzia Asianews mons. Giuseppe Moretti, superiore della missio sui iuris dell’Afghanistan. Il sacerdote barnabita, che per tanto tempo è stato l’unico prete cattolico a Kabul, ha sottolineato che la ricostruzione del Paese continua anche “con l’impegno crescente dei cattolici”. “Le suore di Madre Teresa di Calcutta, verranno sicuramente rispettate e amate come le Piccole sorelle di Gesù, che da 46 anni operano con discrezione negli ospedali e sono ben volute dagli afghani. Perfino i Talebani portano loro rispetto”. Un altro progetto, che prenderà il via a Natala, è “Scuola della pace”. “Da 23 anni avevo questo sogno – ha detto mons. Moretti – dare ai bambini dell’Afghanistan una scuola uguale a quella dei bambini europei”. L’istituto, “costruito con i soldi della gente, le offerte di chi ha creduto in questo progetto”, ospiterà circa 500 bambini e bambine. Padre Moretti, comunque, non nasconde che l’Afghanistan sta attraversando un periodo difficile. “È un momento di allerta – ha sottolineato – per chi opera nelle ambasciate, nelle Ong o all’Onu. Ho sempre considerato il periodo post-elettorale il periodo di maggiore crisi. Gli attentati annunciati prima delle elezioni non si sono verificati, ma ora bisogna attendere le reazioni degli sconfitti, di chi si oppone al governo, di chi non avrà una rappresentanza soddisfacente in parlamento e dei Talebani”. (B.C.)

 

 

NOMINATA LA NUOVA SUPERIORA GENERALE DELLE CARMELITANE

MISSIONARIE TERESIANE. L’ELEZIONE DURANTE IL XIII

CAPITOLO GENERALE DELLA CONGREGAZIONE

 

ROMA. = Sarà Luisa Ortega Sánchez a guidare la Congregazione delle Carmelitane Missionarie Teresiane (CMT) per i prossimi sei anni. L’elezione della nuova superiora generale è stata fatta nel corso del XIII Capitolo Generale delle CMT, sul tema: “Passione per la Chiesa: Dio e il prossimo”. I lavori, che hanno preso il via ufficialmente lo scorso 20 ottobre, vedono la partecipazione di 31 sorelle, in rappresentanza delle nazioni dove la Congregazione svolge la propria missione evangelizzatrice (tra le altre: Spagna, Italia, Cile, Paraguay, Mali, Rwanda, Filippine). Il Capitolo, che prosegue in questi giorni, ha l’obiettivo di rivedere e aggiornare lo spirito e il servizio missionario della Congregazione affinché il suo cammino, nella vita e nel servizio apostolico, faccia sempre più visibile la bellezza della Chiesa nelle proprie comunità, anche nella condivisione della missione con i laici. Le Carmelitane Missionarie Teresiane, circa 800 con oltre 100 case sparse nel mondo, sono state fondate dal beato Francesco Palau i Quer nel 1860 in Ciudadela, in Spagna. Il loro carisma è nato dall’esperienza del beato fondatore, che trovò nella Chiesa, Dio e il prossimo, la ragione ultima della sua vocazione e missione. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 novembre 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq uomini armati hanno ucciso, a Baghdad, il direttore generale del ministero del Petrolio, Hussein Ali, mentre lasciava la sua casa nel quartiere meridionale di Qadissiya. Il famigerato ‘Esercito Ansar Al Sunna’ ha diffuso, inoltre, un video che mostra la decapitazione di un alto dirigente della polizia irachena. A questi ennesimi episodi di violenza si devono anche aggiungere, purtroppo, nuovi attentati e sequestri. Il nostro servizio:

 

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Nella capitale irachena, dove stamani è stato ucciso un soldato statunitense, è esplosa un’autobomba lungo la strada principale che porta all’aeroporto. La deflagrazione, avvenuta nei pressi di un posto di blocco americano, ha causato il ferimento di nove persone che viaggiavano a bordo di un autobus. E un americano di origine libanese è stato rapito, nella notte, nella sua abitazione a Baghdad. L’uomo, un dipendente dell’esercito statunitense, lavorava nella ‘Green Zone’, dove hanno sede l’ambasciata  degli Stati Uniti e diversi uffici del governo ad interim iracheno. Nel Paese arabo sono stati presi in ostaggio anche 4 camionisti giordani. Lo ha reso noto il portavoce del governo di Amman senza precisare dove sia avvenuto il rapimento. L’esecutivo di Manila ha confermato, inoltre, il sequestro di un filippino, un 31.enne rapito lunedì scorso a Baghdad insieme con un americano, un nepalese e tre iracheni, due dei quali successivamente rilasciati.

 

Sulla vicenda della responsabile britannica dell’ONG ‘Care International’ sequestrata lo scorso 19 ottobre, emergono intanto nuovi allarmanti particolari. In un video, trasmesso ieri dall’emittente araba ‘Al Jazeera’, i rapitori minacciano di consegnare Margaret Hassan ad un gruppo del terrorista giordano Al Zarqawi, se la Gran Bretagna non ritirerà le sue truppe entro 48 ore. E’ stato pubblicato, infine, il testo integrale dell’ultimo messaggio di Osama Bin Laden diffuso, in una prima versione, venerdì scorso su internet. Il leader di Al Qaeda, facendo riferimento alla situazione in Iraq, accusa il presidente americano George Bush di aver ignorato “gli avvertimenti che lo avrebbero messo in guardia da una guerra ingiustificata e di aver trascinato gli Stati Uniti nel pantano iracheno”.

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Hamid Karzai è stato ufficialmente proclamato presidente dell’Afghanistan. Lo ha annunciato il portavoce della commissione elettorale. Le prime elezioni democratiche nella storia del Paese asiatico si sono svolte lo scorso 9 ottobre. I rapitori dei tre funzionari delle Nazioni Unite - un filippino, una kosovara ed una nordirlandese - hanno reso noto, intanto, che prorogheranno l’ultimatum fino a venerdì prossimo. Hanno anche precisato che l'ostaggio filippino potrebbe essere risparmiato perché le Filippine, diversamente da Gran Bretagna e Kosovo, non hanno truppe in Afghanistan.

 

Si riaccende la violenza in Pakistan. Stamani un uomo ha aperto il fuoco all’interno di una moschea sunnita a Karachi, uccidendo almeno una persona e ferendone altre due. Le indagini dalla polizia non escludono la matrice terroristica dietro l’attacco. Al momento dell’agguato, c’erano circa 250 persone nella moschea.

 

Tra i terroristi responsabili della strage di Beslan, c’era anche un ex poliziotto dell’Inguscezia. Lo scrive oggi il quotidiano ‘Vremya Novostei’ precisando che si tratta di un funzionario della sicurezza dell’Inguscezia. L'uomo, Bashir Pliyev, è sospettato di aver avuto contatti diretti col leader radicale ceceno Shamil Basayev.

 

Le condizioni di salute del presidente dell’Autorità nazionale palestinese Yasser Arafat non sono preoccupanti: nell’ultimo bollettino medico si precisa che il rais, ricoverato in un ospedale militare a Parigi, non è malato di leucemia. I medici hanno riscontrato, invece, irregolarità ematiche e problemi digestivi. Nella Striscia di Gaza, intanto, un palestinese è rimasto ucciso e altri quattro feriti in un nuovo raid compiuto dai soldati israeliani nella città di Rafah.

 

Nuovi attestati di reciproca stima tra il presidente russo, Vladimir Putin, ed il premier italiano, Silvio Berlusconi, giunto a Mosca per il terzo Vertice bilaterale incentrato sulla cooperazione economica e culturale e politica tra Italia e Russia. “Mi sono sentito veramente in famiglia”, ha detto Berlusconi, sottolineando gli ottimi rapporti tra i due Paesi. Sulla stessa linea anche il presidente russo, che ha rimarcato come i rapporti tra Roma e Mosca “abbiano raggiunto buoni risultati”.

 

E in Russia è convocata, per il prossimo 20 dicembre, l’assemblea straordinaria degli azionisti del colosso petrolifero Yukos. L’azienda, sempre più in difficoltà perché il fisco russo pretende oltre 10 miliardi di dollari per tasse evase, non esclude l’ipotesi della liquidazione o del fallimento.

 

E’ sospettato di avere legami con il terrorismo islamico, il presunto omicida del 47.enne regista olandese Theo Van Gogh, ucciso ieri a colpi di arma da fuoco in una via di Amsterdam da un giovane marocchino di 26 anni. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Giustizia olandese, Peter Hein, affermando che l’uomo “ha agito dietro convinzioni di un radicale fondamentalismo islamico” e ha avuto contatti con un gruppo fondamentalista attualmente sorvegliato dai servizi segreti olandesi.

 

La liberale olandese Neelie Kroes, commissario designato alla Concorrenza nella prima versione della squadra di governo di José Manuel Barroso, potrebbe restare al suo posto, anche nella nuova compagine che il presidente designato presenterà all’Europarlamento entro le prossime settimane. E’ quanto emerge da una nota interna dei servizi della Concorrenza della Commissione europea.

 

La Cina continua ad essere sconvolta da tensioni sociali. Nella regione del Sichuan non si fermano le rivolte dei contadini e nello Shaanxi si moltiplicano le manifestazioni contro i bassi salari e i numerosi licenziamenti. Segnali di tensione giungono anche dalla regione autonoma della Mongolia interna ma l’area più colpita resta quella dell’Henan, teatro la scorsa settimana di violenti scontri interetnici fra la maggioranza cinese Han e la minoranza musulmana Hui. Il bilancio ufficiale è di sette morti, ma secondo la stampa internazionale le vittime potrebbero essere addirittura 150. Il servizio di Bernardo Cervellera:

 

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La polizia ha messo posti di blocco per controllare le auto che entrano ed escono dalle città. In alcune zone è in vigore la legge marziale e le autorità hanno imposto il silenzio stampa. Giornalisti stranieri che si aggiravano nella zona sono stati arrestati. Le ultime stime ufficiali parlano di sette morti, 42 feriti e diverse case bruciate. Fonti locali affermano, invece, che i morti sono 20 e altrettanti sono gli arresti. Gli scontri si sono scatenati dopo che una bambina musulmana è stata investita da un camion. Ma le ragioni più profonde degli scontri sono da ricercare nello squilibrio economico tra le due etnie, tutto a vantaggio degli Han. Esperti temono che nei prossimi giorni vi siano nuovi scontri e violenze tra la comunità cinese Han e la minoranza musulmana Hui. La Cina è sempre più scossa da manifestazioni legate alla povertà e all’economia. In questi giorni circa 100 mila agricoltori hanno invaso le strade del Sichuan, nella Cina meridionale, per protestare contro gli iniqui risarcimenti per le terre espropriate dal governo. I dimostranti hanno affrontato la polizia, schierata in assetto antisommossa. Sui terreni requisiti verrà costruita invece una centrale idroelettrica per sanare la sete di energia della Cina.

        

Per la Radio Vaticana, Bernardo Cervelliera.

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Continuano le violenze in Darfur, la martoriata regione sudanese sconvolta da un conflitto interetnico. Secondo fonti riconducibili al governo di Khartoum, gruppi di ribelli avrebbero incendiato diversi villaggi e attaccato un convoglio umanitario nei pressi di Geneina. L’esercito e la polizia sudanese hanno circondato inoltre alcuni campi di Nyala, dove si trovano migliaia di profughi, e impediscono l’accesso ai funzionari dell’ONU. Il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite sul Darfur ha intanto manifestato la propria preoccupazione per il recente rapimento di diciotto persone da parte del sedicente ‘Esercito di liberazione’ e per la mobilitazione di milizie arabe nel sud della regione.

 

 

 

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