RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 91 - Testo della Trasmissione di mercoledì 31 marzo 2004

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Cristo rivela il disegno di Dio sulla storia, riscattando l’uomo dal male con il suo sacrificio sulla Croce. Così il Papa oggi all’udienza generale in Piazza San Pietro

 

Messaggio di Giovanni Paolo II al Forum internazionale dei giovani iniziato oggi a Rocca di Papa: non basta parlare di Gesù nelle università, bisogna farlo vedere con un’autentica testimonianza di vita cristiana.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ucciso un missionario italiano nel nord Uganda: si tratta del padre comboniano Luciano Fulvi, 76 anni. Aveva scelto di restare accanto ai poveri nonostante rischiasse tutti i giorni la vita. Intervista con padre Giulio Albanese

 

Al via oggi a Roma il 4° forum dell’alleanza mondiale delle città contro la povertà

 

I Salmi del Papa in cd: un’inziativa editoriale dei Paolini. Ai nostri microfoni, il cardinale Achille Silvestrini, mons. Giuseppe Liberto e Gianfranco Svidercoschi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si conclude oggi a Città del Messico il terzo Congresso mondiale delle famiglie

 

‘Ogni sette secondi un bambino muore di fame’: questa la gravissima denuncia del relatore dell’Onu per il diritto all’alimentazione, Jean Ziegler

 

Le religioni alternative come sfida attuale per la Chiesa in Europa, al centro di un Seminario promosso in questi giorni dal Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa

 

Naufragio nel Golfo di Aden: oltre cento profughi etiopi risultano dispersi

 

‘Mille valigie di libri a 50 province italiane’: è l’iniziativa di promozione alla lettura sostenuta dal Ministero delle attività culturali e dall’Unione province d’Italia, giunta alla sua quarta edizione.

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora una giornata di sangue in Iraq: uccisi 5 soldati della coalizione e almeno due civili stranieri

 

Aperta a Berlino la terza conferenza internazionale sull’Afghanistan: il presidente Kharzai  chiede ancora aiuti per la ricostruzione “appena cominciata” perché il Paese non torni ad essere terra franca per terroristi e droga.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

31 marzo 2004

 

 

CRISTO RIVELA IL DISEGNO DI DIO SULLA STORIA, RISCATTANDO L’UOMO DAL MALE

CON IL SUO SACRIFICIO SULLA CROCE

E DONANDOGLI UN “NUOVO ESSERE INTERIORE”:

COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE IN PIAZZA SAN PIETRO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Cristo è il Signore della storia: rivela “il filo segreto” dell’azione divina che si distende in essa e il potere che detiene sugli eventi umani è dato dal suo sacrificio pasquale, col quale ha “riscattato tutta l’umanità dal potere del male. E da quel sacrificio, che ha reso nuovo l’uomo, deriva anche un “appello per la Chiesa”, perché sia cosciente della sua dignità e della sua missione. E’ questa la catechesi risuonata questa mattina in Piazza San Pietro, davanti a migliaia di pellegrini di varia nazionalità, dagli Stati Uniti al Giappone. Giovanni Paolo II ha dedicato l’ultima udienza generale della Quaresima all’Inno dei Salvati, uno dei brani inseriti nella Liturgia dei Vespri. Un cantico di impronta pasquale, desunto dall’Apocalisse, che mostra l’assemblea del popolo di Dio in mezzo alla quale spicca un libro sigillato. In esso, ha spiegato il Papa, sono contenuti i decreti divini che assicurerebbero, se attuati, “la giustizia perfetta” per la storia umana. Ma solo “l’Agnello immolato e risorto – recita l’inno – può prendere il libro e aprirne i sigilli”, svelando agli uomini la volontà di Dio:

 

“È Cristo il grande interprete e signore della storia (…) L’inno prosegue indicando qual è la base del potere di Cristo sulla storia. Questa base non è altro che il suo mistero pasquale: Cristo è stato ‘immolato’ e col suo sangue ha ‘riscattato’ tutta l’umanità dal potere del male”.

 

Nell’Antico testamento, ha proseguito il Pontefice, è Dio stesso che riscatta Israele, “suo primogenito”. Nel Nuovo Testamento, poi, Cristo “compie quest’opera per tutta l’umanità”. E la sua redenzione, ha osservato ancora il Papa, “non ha solo la funzione di riscattarci dal nostro passato di male, di sanare le ferite e sollevare le nostre miserie”:

 

“Cristo ci dona un nuovo essere interiore, ci rende sacerdoti e re, partecipi della sua stessa dignità (...) È una consacrazione che ha la sua radice nella Pasqua di Cristo e si realizza nel battesimo. Ne scaturisce un appello alla Chiesa, perché prenda coscienza della sua dignità e della sua missione”.

 

Parlando nelle altre lingue, Giovanni Paolo II ha avuto un pensiero particolare per i giovani che la prossima Domenica delle Palme celebreranno la Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano. “Dio vi sia propizio”, ha esclamato in polacco e più avanti, in italiano, ha invitato i giovani a “intensificare” la loro “testimonianza di amore alla Croce di Cristo”.

 

Il Papa ha poi messo l’accento sui “rapporti di autentica fraternità e condivisione” che possono scaturire dallo sport, nel salutare i rappresentanti della spedizione alpinistica “Kappa Due”, accompagnati dal ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno. E una parola Giovanni Paolo II l’ha rivolta anche ai partecipanti al Congresso dell’Unione insegnanti medi, incoraggiati “a promuovere un’autentica educazione che ponga al centro la persona”. E a un gruppo di fedeli della diocesi molisana di Termoli-Larino, giunti a Roma per una gesto simbolico: la consegna dell’olio destinato alle diocesi laziali. “Carissimi, vi ringrazio – ha detto loro il Papa - per questo apprezzato gesto di condivisione che vuole essere un segno di riconoscenza alle Caritas del Lazio per la loro generosa cooperazione nell’opera di ricostruzione dopo il terremoto”.

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RISCOPRIRE IL LEGAME CHE UNISCE CHIESA E UNIVERSITA’:

COSI’, IL PAPA NEL MESSAGGIO AI PARTECIPANTI ALL’OTTAVO FORUM

INTERNAZIONALE DEI GIOVANI, INIZIATO OGGI A ROCCA DI PAPA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

“Bisogna essere costruttori della Chiesa nell'Università”, di una comunità visibile “che crede, che prega, che rende ragione della speranza e che accoglie nella carità ogni traccia di bene, di verità e di bellezza della vita universitaria”. E’ la viva esortazione di Giovanni Paolo II ai partecipanti all’ottavo Forum internazionale dei giovani riuniti, da oggi al 4 aprile, a Rocca di Papa in provincia di Roma. In un messaggio letto dal segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, mons. Josef Clemens, il Papa invita i giovani a “dimostrare che fede e ragione non sono inconciliabili”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Nella nostra epoca – avverte il Pontefice - è importante riscoprire il legame che unisce la Chiesa e l'Università”.  E constata come la Chiesa non solo abbia avuto “un ruolo decisivo nell'istituzione delle prime università, ma sia stata lungo i secoli fucina di cultura, e ancora oggi si adoperi in questo senso mediante le Università cattoliche e le diverse forme di presenza nel vasto mondo universitario”. Voi giovani, scrive il Papa, “non siete soltanto destinatari di servizi, ma siete i veri protagonisti delle attività” che si svolgono negli atenei. Per questo motivo, è necessario che il percorso universitario sia affrontato “in atteggiamento di ricerca delle giuste risposte alle domande essenziali sul significato della vita, sulla felicità e sulla piena realizzazione dell'uomo”. Fortunatamente, rileva il Santo Padre, “oggi si è molto indebolito l'influsso delle ideologie e delle utopie fomentate da quell'ateismo messianico che tanto ha inciso in passato in molti ambienti universitari”.

 

 Tuttavia, avverte, non mancano nuove “correnti di pensiero che riducono la ragione all’orizzonte della sola scienza sperimentale e quindi delle conoscenze tecniche e strumentali, per rinchiuderla talora in una visione scettica e nichilista”. Oltre che “inutili”, afferma il Papa, “questi tentativi di sfuggire alla questione del senso profondo dell’esistenza possono diventare anche pericolosi”. Come cristiani, prosegue, “abbiamo il dovere di testimoniare ciò che afferma il Concilio Vaticano II nella Gaudium et Spes” e cioè che la fede “guida l’intelligenza verso soluzioni pienamente umane”. Dobbiamo, allora, dimostrare che fede e ragione “non sono inconciliabili”. Il tempo universitario, sottolinea, deve essere vissuto come “un tempo di grande maturazione spirituale e intellettuale” che porti ad “approfondire il rapporto personale con Cristo”. Infine, invita i giovani a restare saldi nella propria identità cristiana per reggere l’impatto ambientale, giacché non basta una “fede legata semplicemente a frammenti di tradizione, di buoni sentimenti o di generica ideologia religiosa”.

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Ma sui lavori del Forum internazionale dei giovani iniziato oggi  a Rocca di Papa ascoltiamo il servizio di Benedetta Rinaldi.

 

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Un uditorio di circa 300 universitari da tutto il mondo ha ascoltato con attenzione l’intervento del professor René Raymond che ha aperto i lavori. Il professor Raymond, storico di fama internazionale e tra l’altro per alcuni anni rettore dell’Università francese di Nanterre, ha posto l’attenzione su tre problemi rilevanti delle università di oggi. In primo luogo, la sproporzione tra l’afflusso imponente degli studenti nelle università e la risposta spesso inadeguata delle istituzioni universitarie; poi, la difficoltà da parte delle università di delineare lucidamente i propri obiettivi, in particolare di chiarire se essa debba principalmente puntare alla formazione globale dello studente o concentrarsi sulla ricerca oppure se mirare alla preparazione professionale dei ragazzi. E, in ultimo luogo, il diritto allo studio: spesso, specie nei Paesi in via di sviluppo, l’accesso all’università è appannaggio dei più ricchi, senza che i meno abbienti possano godere di borse di studio. Infine, il professor Raymond ha lanciato un appello ai giovani: essere membri attivi delle università, interessarsi cioè della vita accademica, collaborare alla stesura degli statuti e sostenere i rappresentanti degli studenti, al fine di formarsi ad una cittadinanza responsabile.

 

Il Forum è proseguito poi con l’intervento di alcuni studenti da varie parti del mondo, che hanno illustrato la situazione accademica dei rispettivi Paesi. Hanno prospettato scenari diversi e talvolta molto più problematici di quelli italiani, soprattutto riguardo al conflitto tra fede e ragione in Medio Oriente, e poi le difficoltà economiche e lavorative del Sud America. I lavori sono continuati con la professoressa Mary Ann Glendon, professoressa di diritto ad Harvard, che ha fatto un intervento sugli universitari di oggi, ritratto di una nuova generazione. Il Forum proseguirà poi fino al 4 aprile, per concludersi con la celebrazione della Santa Messa in Piazza San Pietro nella Domenica delle Palme.

 

Da Rocca di Papa, Benedetta Rinaldi per la Radio Vaticana.

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NOMINA

 

Negli Stati Uniti, Giovanni Paolo II ha nominato vescovo della diocesi di Richmond mons. Francis Xavier Di Lorenzo, finora vescovo di Honolulu. Il presule, 62 anni, è nato a Philadelphia ed è stato ordinato sacerdote nel 1968 per la medesima arcidiocesi. Dopo due anni di ministero pastorale come viceparroco, ha insegnato religione in una scuola superiore quindi è stato inviato a Roma dove ha conseguito la laurea in Teologia morale presso la Pontificia Università di San Tommaso. Tornato in patria, è stato rettore del “St. Charles Seminary” di Philadelphia. Dopo la nomina episcopale, nel ’93 è stato nominato amministratore apostolico di Honolulu e ordinario l’anno successivo.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con la drammatica notizia dell’assassinio. In Uganda, di padre Luciano Fulvi, missionario comboniano.

Sempre in prima, un articolo dal titolo “Ogni sette secondi muore di fame un bambino”: denuncia alla sessione annuale della Commissione per i diritti dell’uomo dell’Onu.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell’udienza generale.

Il messaggio di Giovanni Paolo II ai partecipanti all'VIII “Forum Internazionale dei Giovani”, a Rocca di Papa, sul tema: “I giovani e l’università: testimoniare Cristo nell’ambiente universitario”.

L'omelia dell’arcivescovo Francesco Monterisi nella concelebrazione eucaristica in occasione del 60.mo anniversario della morte di mons. Nicola Monterisi, antico arcivescovo dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

 

Nelle estere, in rilievo l’Iraq, dove si susseguono mortali attacchi ed imboscate.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica “Incontri”, il pittore Robert Rauschenberg intervistato da Franco Patruno.

 

Nelle pagine italiane, l’articolo del nostro inviato Marco Bellizi sui funerali di Annalisa, la ragazza quattordicenne rimasta uccisa, sabato sera, a Napoli in una sparatoria.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

31 marzo 2004

 

 

UCCISO UN MISSIONARIO COMBONIANO NEL NORD UGANDA:

SI TRATTA DEL SACERDOTE ITALIANO LUCIANO FULVI, 76 ANNI

- Intervista con padre Giulio Albanese -

 

Un missionario comboniano italiano, padre Luciano Fulvi, è stato ucciso da sconosciuti nel nord dell’Uganda. Lo ha reso noto l’agenzia missionaria Misna. Il sacerdote, 76 anni, originario della diocesi di Pescia, in provincia di Lucca, è stato ritrovato senza vita nella sua stanza, nella missione di Layibi, alla periferia della città nord-ugandese di Gulu. Ancora ignoti i motivi dell’assassinio, avvenuto forse durante la notte. Ma ascoltiamo il direttore della Misna, padre Giulio Albanese, intervistato da Sergio Centofanti.

 

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R. – Il corpo di padre Fulvi è stato rinvenuto stamane dai suoi confratelli in una pozza di sangue. E’ stato ucciso con un pugnale da sconosciuti, probabilmente banditi. Non è, però, da escludere che possano essere anche i ribelli del Resistence Army, perché sappiamo che non sono molto distanti dalla missione di Layibi, che si trova alla periferia di Gulu, una zona in preda alla guerra civile da oltre 18 anni. Una cosa è certa: padre Fulvi era un uomo generoso. L’ho conosciuto personalmente e l’ho incontrato tre settimane fa proprio nella sua missione. Prima di lasciarmi, mi ha offerto un bicchiere d’acqua, perché avevo una grande sete e mi ha detto: “Vedi, questo bicchiere d’acqua è una cosa così semplice, rappresenta un gesto così povero, eppure è la cosa più preziosa che posso darti!”.

 

D. – Padre Fulvi era cosciente dei pericoli della sua missione?

 

R. – Certamente, come tutti i missionari che vivono nel nord Uganda e che sanno di rischiare la vita tutti i giorni.

 

D. – Che cosa significa per voi questa ulteriore testimonianza di un missionario martire?

 

R. – Per noi questa è l’ennesima riprova che essere missionari è dare la vita per Gesù Cristo. La passione per la missione arriva ad un punto tale che si fa martirio. Vorrei ricordare che padre Fulvi è il quindicesimo missionario comboniano che cade nel nord Uganda. Vorrei ricordare anche un’altra cosa, che comunque la missione è fatta non solo di gesti, di azione ma significa soprattutto essere con l’altro, essere con il fratello. E’ un’esperienza di grande condivisione. Padre Fulvi, in questi anni, ha condiviso la sua esperienza e il suo bagaglio professionale - era un insegnante – a servizio delle persone povere che vivono nel bisogno e nella necessità. Lo ha fatto sempre con grande gratuità, sempre con il sorriso sul volto. E’ stato veramente un testimone del Dio vivente. Credo che il sacrificio di padre Fulvi, come di altri religiosi e religiose, sacerdoti e laici, che sono caduti in questi anni, non è altro che un segno di speranza per un Paese ed una regione, quella nord ugandense, dove la guerra continua purtroppo ad uccidere tutti i giorni.

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INIZIATO OGGI A ROMA IL FORUM MONDIALE

DELLE CITTA’ CONTRO LA POVERTA’

 

Ha preso il via oggi a Roma il 4° Forum dell’ “Alleanza Mondiale delle Città contro la povertà”, organizzato in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. In agenda le soluzioni dei municipi per i poveri ed il ruolo delle autorità locali negli obiettivi di sviluppo del millennio. Ma diamo la linea alla nostra inviata Roberta Gisotti:

 

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“Dove non sono riusciti i governi centrali, possano riuscire le autorità locali”: questa la sfida che vuole raccogliere e vincere questo Forum, che vede riuniti a Roma 900 delegati di 150 città di 50 Paesi di tutto il mondo e non solo rappresentanti dei municipi, ma anche della società civile nelle varie espressioni, organismi pubblici e privati, organizzazioni non governative.

 

Ad aprire il Forum alla presenza del presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, è stato il sindaco di Roma, Walter Veltroni, e le sue prime parole sono state in omaggio al missionario italiano padre Luciano Fulvi che la scorsa notte in Uganda ha pagato con la vita – ha sottolineato il sindaco – il suo impegno generoso per gli altri. E per questo gli ha dedicato questa prima giornata del Forum. Forum che ha lo scopo – ha dichiarato – di mobilitare le città per dimezzare la povertà mondiale entro il 2015. Obiettivo, questo, - lo ricordiamo – che era stato fissato nel Vertice del Millennio delle Nazioni Unite, nel settembre del 2000. “Ma non ce la faremo – ha detto chiaramente Veltroni – se sull’agenda della Comunità internazionale non cambieremo radicalmente l’ordine delle priorità da seguire”. Occorre, anzitutto, aumentare l’aiuto pubblico allo sviluppo di almeno 50 miliardi di dollari l’anno, secondo le stime della Banca Mondiale. E se ogni Paese destinasse lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo, anziché lo 0,2 che è la media attuale, sarebbero non 50 ma addirittura 100 – ha osservato Veltroni – i miliardi a disposizione per raggiungere l’obiettivo del millennio.

 

Nel frattempo contiamo 842 milioni di affamati; 121 milioni di bambini che disertano la scuole; 40 milioni di sieropositivi o malati di Aids. “Il mondo ha trovato 200 miliardi per la lotta al terrorismo – ha ricordato – ed è giusto, ma è pure giusto trovare quegli 8-10 miliardi che servono per bloccare la strage dell’Aids. Non possiamo, dunque, fare l’abitudine a questa realtà inaccettabile”, ha aggiunto. Grandi ideali, obiettivi e progetti concreti sono gli ingrediente della ricetta per vincere la sfida.

 

A parlare è stato poi Bruce Jenk del Programma dell’Onu per lo sviluppo, che ha deplorato il fatto che 54 Paesi sono diventati più poveri negli ultimi 10 anni ed ha sottolineato con forza il valore dell’alleanza mondiale delle città contro la povertà, che è espressione concreta della volontà delle persone. Una volontà di cooperare fra autorità e cittadini, fra realtà del nord e del sud, fra enti pubblici e privati.

 

Tra gli interventi di stamani al Forum anche quello di Richard Manning, presidente del Comitato di assistenza per lo sviluppo dei Paesi dell’Ocde, che ha invitato a guardare soprattutto all’Africa ed ha lodato in particolare il valore dei gemellaggi.

 

Dal Palazzo dei Congressi, Roberta Gisotti, Radio Vaticana.

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I SALMI DEL PAPA IN CD:

 UN’INIZIATIVA EDITORIALE DEI PAOLINI

- Servizio di Paolo Ondarza -

 

I Salmi proclamati dalla voce di Giovanni Paolo II oggi sono disponibili su cd e musicassetta. Si tratta di un iniziativa di Multimedia San Paolo, in collaborazione con la Radio Vaticana dal titolo “Alza la voce con forza”.  I 25 brani, accompagnati dalla melodia di brani musicali ispirati alla Scrittura, sono stati presentati in questi giorni a Roma. Il servizio di Paolo Ondarza.

 

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(musica)

 

Un affresco sonoro che svela il rapporto tra Giovanni Paolo II e le sacre Scritture tra classico e contemporaneo. Questa una delle descrizioni più efficaci del cd “Alza la voce con forza”. Una forza non tanto fisica quanto spirituale quella testimoniata dal Santo Padre nel corso dei suoi 25 anni di pontificato. Il connubio musica-parola guida l’ascoltatore nell’orazione di ogni tempo suddivisa in tre sezioni: il cammino dell’uomo, la vita di Cristo e l’affidamento alla Vergine Maria. Il cardinale Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali.

 

“Può guidare la preghiera. Fa lievitare il significato delle parole che legge”.

 

E se la musica dà linfa e vigore alle parole delle Scritture, è il testo recitato dal Pontefice il vero protagonista del cd. Lo conferma mons. Giuseppe Liberto, maestro della Cappella Musicale Pontificia.

 

“Quello che più dà risalto a questo compact non è tanto la musica, quanto la parola del Santo Padre, profeta che grida per far ascoltare la Parola di Dio, quella che veramente salva”.

 

Tra gli obbiettivi dell’opera multimediale della San Paolo c’è quello di riproporre l’attualità dei salmi, preghiere a volte trascurate in special modo dai giovani. Il vaticanista Gianfranco Svidercoschi:

 

“La musica ha sempre un richiamo per i giovani d’oggi. Quindi, credo che il fatto di unire la preghiera con la musica possa essere una spinta al giovane per tornare a pregare”.

 

52 minuti sulle note di musiche gregoriane o pezzi inediti di autori come Rossini, Donizetti o Paisiello dove l'espressività sinfonica è resa anche dalla pluralità delle lingue usate dal Papa.

 

“Prima di formarti nel grembo materno ti conoscevo. Prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato. Ti ho stabilito profeta delle Nazioni. Ti muoveranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te. Oggi faccio di te come una fortezza, come un muro di bronzo. Non temere. Tu alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

31 marzo 2004

 

 

SI CONCLUDE OGGI A CITTA’ DEL MESSICO,

 CON L’INTERVENTO DEL CARDINALE MARTINO,

 IL TERZO CONGRESSO MONDIALE DELLE FAMIGLIE.

IERI, IN PRIMO PIANO, IL BINOMIO FAMIGLIA ED ECONOMIA

- A cura di Maurizio Salvi -

 

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CITTA’ DEL MESSICO. = In attesa delle conclusioni del Congresso, dopo l’intervento del cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, i 2.500 delegati hanno esaminato l’impatto economico dell’istituzione familiare tenendo presente che la crisi economica è uno dei fattori principali di disintegrazione della famiglia. Bernardo Kliksberg, della Banca interamericana di sviluppo, ha proposto il concetto di capitale sociale come risorsa latente della società. Si tratta – ha detto – di un insieme di fattori come capacità associativa, tasso di fiducia e valori di una società che hanno impatto macroeconomico sulle nazioni e quindi sulle famiglie. Per parte sua, Craig A. Cardon, presidente di United Families International, ha detto che la famiglia può essere, nel suo intimo, una fonte di generazione di ricchezza. La produttività di una nazione – ha osservato – è intimamente legata con la salute delle persone, per cui le famiglie sono le entità che fanno la differenza nella stabilità economica. Infine, Gary Becker, Premio Nobel per l’economia 1992, ha sostenuto che di fronte alla necessità di mantenere unita la famiglia, base dell’economia, esiste la concreta possibilità che si facciano leggi per abbandonare il paternalismo nelle politiche pubbliche.

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OGNI SETTE SECONDI UN BAMBINO MUORE DI FAME:

E’ LA GRAVISSIMA DENUNCIA DEL RELATORE DELL’ONU PER

IL DIRITTO ALL’ALIMENTAZIONE, JEAN ZIEGLER

 

GINEVRA. = Ogni sette secondi, un bambino sotto i dieci anni muore di fame in un mondo che produce quantità di cibo sufficienti per sfamare 12 miliardi di persone, cifra pari al doppio della popolazione mondiale. In tali condizioni - ha denunciato ieri a Ginevra il relatore dell’Onu per il diritto all'alimentazione Jean Ziegler – “chi muore di fame è assassinato”. I dati sulla fame sono scandalosi, ha detto. Ogni anno, circa 36 milioni di persone muoiono, direttamente o indirettamente, a causa della fame e nel mondo ben 840 milioni di persone soffrono di malnutrizione. “Il diritto all’alimentazione è un diritto umano che dovrebbe essere rispettato, ma almeno 38 Paesi nel mondo sono colpiti da gravi crisi alimentari”, ha aggiunto Ziegler, che ha presentato un rapporto alla Commissione dell’Onu sui diritti umani, riunita in sessione annuale a Ginevra. Ziegler, sociologo svizzero di fama mondiale, ha quindi duramente criticato in una conferenza stampa il ruolo dell'Organizzazione mondiale del commercio e delle multinazionali, il cui dominio nei settori agricolo ed alimentare è “totale”. Ha quindi auspicato l’adozione, da parte della Commissione, di norme sul rispetto dei diritti umani da parte delle multinazionali. (A.G.)

 

LE RELIGIONI ALTERNATIVE SFIDA ATTUALE PER LA CHIESA IN EUROPA:

E’ IL TEMA AL CENTRO DI UN SEMINARIO PROMOSSO IN QUESTI GIORNI

DAL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA

 

BAAR. = New age, terapie meditative e curative, nuovi movimenti religiosi esterni o paralleli alla tradizione cristiana e gruppi religiosi giunti in Europa da altri continenti. Sono i temi chiave del seminario sulle “religioni alternative” svoltosi in questi giorni a Baar, in Svizzera, su iniziativa del Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, che ha visto riuniti 24 tra vescovi ed esperti europei. Come può la Chiesa capire perché le persone trovano una risposta ai propri bisogni spirituali in questi gruppi? Quali “strategie” adottare per mettere meglio a frutto la tradizione mistica cristiana? Questi sono i quesiti attorno ai quali si è svolta la discussione. Tra le priorità di impegno, sottolineate nel comunicato finale della Ccee, i partecipanti raccomandano alle Conferenze episcopali europee di riconoscere gli effetti delle religioni alternative sulla cultura in vista dell'evangelizzazione; consultare e coinvolgere gli esperti; mantenersi reciprocamente informati su questi fenomeni che spesso hanno dimensioni o caratteri 'transnazionali'. Ma in Svizzera si è parlato anche di religioni di origine non europea. Il teologo evangelico e studioso delle religioni Martin Baumann ha tracciato un panorama del Vecchio Continente che – ha sottolineato - inizia a caratterizzarsi per una forte presenza delle religioni asiatiche e africane: sono circa un milione i buddisti e un milione anche gli induisti. D’altro canto, sono in aumento anche le Chiese cristiane africane “iniziate”, ossia nate dall’iniziativa di singoli africani, 300 nella sola Germania. Vivono in questa nuova situazione di “pluralismo religioso” senza provocare “nessun conflitto sociale” con gli europei, anzi, ha spiegato Baumann, possono essere per i cristiani “una sfida e un’opportunità”. (A. G.)

 

 

TRAGEDIA DEL MARE NEL GOLFO DI ADEN: OLTRE CENTO PROFUGHI ETIOPI

RISULTANO DISPERSI A SEGUITO DEL NAUFRAGIO DEL TRAGHETTO,

CHE LI TRASPORTAVA NELLO YEMEN

 

MOGADISCIO. = Oltre 100 persone, probabilmente 110, sono scomparse - e di fatto per loro non c’è alcuna concreta speranza di salvezza - per l’affondamento nel golfo di Aden di una delle tante “carrette della morte”, barconi dissestati a bordo dei quali disperati del Corno d’Africa, o dell'Africa in generale, cercano di raggiungere i Paesi arabi o l'Europa. Lo hanno affermato oggi a Sanaa fonti dell'Acnur, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati, precisando che le vittime appaiono essere quasi tutte, se non tutte, etiopiche, e non in maggioranza somale come ipotizzato nei primi resoconti di ieri. L’imbarcazione è affondata mentre cercava di raggiungere lo Yemen dalle coste del Puntland, ampia  regione della Somalia nordorientale autoproclamatasi indipendente. L'affondamento, stando alle fonti Onu, è stato dovuto alla collisione della nave piena di clandestini con un altro battello battente bandiera somala. E' avvenuto il 20 marzo e solo una dozzina di persone, quasi tutti membri dell'equipaggio, si sono salvate raggiungendo in qualche modo la costa. Nessuna notizia degli altri, forse 110, comunque più di 100. (A.G.)

 

 

MILLE VALIGIE DI LIBRI A 50 PROVINCE ITALIANE: È L’INIZIATIVA DI PROMOZIONE

ALLA LETTURA SOSTENUTA DAL MINISTERO DELLE ATTIVITA’ CULTURALI E

DALL’UNIONE PROVINCE D’ITALIA, GIUNTA QUEST’ANNO ALLA QUARTA EDIZIONE

 

ROMA. = “Un progetto di libri che parte con te”, questo il titolo dell’iniziativa di promozione alla lettura sostenuta dal Ministero delle Attività culturali e dall’Upi (Unione delle province d’Italia), giunta alla quarta edizione. Quest’anno, sono coinvolte quasi 50 province, destinatarie di 1000 valigie, ciascuna contenente 70 libri di narrativa per ragazzi. Si tratta di opere scelte da esperti e studiosi di letteratura per l’infanzia che rappresentano il panorama editoriale italiano destinato alla fascia di lettura della scuola dell’obbligo. “Il progetto - riferisce, in una nota, il presidente della Provincia di Brindisi e componente dell’ufficio di presidenza dell’Upi, Nicola Frugis - nasce da un protocollo d’intesa che abbiamo siglato nel 2000 con il Ministero dei Beni culturali e che, in soli 4 anni, ha riscosso tanta attenzione da parte delle Province da averne visto crescere l’adesione dalle 6 iniziali alle 50 di questa edizione”. “Contiamo - ha sottolineato Frugis - di arrivare al più presto alla partecipazione di tutte le Province italiane, in modo da portare un’iniziativa tanto importante per la promozione della cultura e della lettura sull’intero territorio”. (D.G.)

 

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24 ORE NEL MONDO

31 marzo 2004

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Ancora violenza in Iraq. Almeno due civili sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco e i loro corpi sono poi stati bruciati a Falluja, ad ovest di Baghdad. Nella stessa area del Paese, cinque soldati della coalizione hanno perso la vita in un attentato dinamitardo. I particolari nel servizio di Dorotea Gambardella.

 

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Stando alla polizia locale, la guerriglia irachena ha attaccato con armi leggere due auto bianche, a Falluja nel cosiddetto triangolo sunnita, dando poi loro fuoco mentre gli occupanti dei veicoli erano ancora a bordo. I due fuoristrada erano del tipo usato dalle forze di occupazione guidate dagli americani. Le prime notizie sull’assalto parlavano di due vittime ma secondo alcune fonti i morti sarebbero cinque, se non addirittura otto. Un testimone ha raccontato che gli assalitori si sono brutalmente accaniti sui cadaveri e che, attorno ad essi, sono state inscenate macabre danze di guerra. Intanto nei pressi di Falluja, cinque soldati della coalizione internazionale sono stati uccisi in un attentato dinamitardo.  Ancora non è nota la loro nazionalità.  Violenza anche a Baquba, a nord-est di Baghdad, dove un’autobomba è esplosa ferendo dodici persone. Secondo le forze dell’ordine irachene, cinque dei feriti sono guardie del corpo del governatore locale, Abdullah al-Joubori, presumibilmente oggetto dell’attentato. Gli altri sette sono civili. Sul piano diplomatico, gli Stati Uniti si dichiarano favorevoli a un ruolo per la Nato in Iraq ma non hanno un progetto a tal proposito da sottoporre ai partner dell’Alleanza atlantica. Lo ha comunicato uno dei responsabili per la politica europea del Dipartimento di Stato. Della questione si dovrebbe dibattere nella riunione ministeriale in programma per venerdì a Bruxelles, convocata in occasione dell’ingresso di nuovi membri nell’Alleanza atlantica e alla quale parteciperà il segretario di Stato americano, Colin Powell.

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Duri scontri sono avvenuti nel rione arabo di Silwan, alle pendici della Città vecchia di Gerusalemme, dopo che una decina di famiglie ebree si sono insediate a sorpresa in un edificio appena terminato. Secondo la radio militare, Voce della Palestina, tre palestinesi sono rimasti feriti e altri nove sono stati fermati dalla polizia israeliana. Inoltre, nel sud della striscia di Gaza, soldati israeliani hanno ucciso almeno due palestinesi di un commando armato che aveva tentato un’infiltrazione nella notte. Ieri a Bruxelles si sono ritrovati gli inviati speciali del Quartetto: Stati Uniti, Unione Europea, Russia ed Onu, per discutere il tracciato di pace per la regione. Intanto ieri sera il Congresso del Likud ha approvato la proposta del premier Sharon per il piano di disimpegno di Israele dai territori palestinesi.

 

E della ricerca di una soluzione del conflitto in  Medio Oriente ha parlato il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, definendola la “priorità delle priorità”. Lo ha affermato intervenendo in aula all’Europarlamento. Ha sottolineato che “il successo della strategia contro il terrorismo dipende dalla pace in Medio Oriente” e che per combattere il terrorismo internazionale sono necessarie “forza e intelligenza per capire e risolvere le cause”.

 

Soltanto oggi pomeriggio sarà annunciata la composizione del nuovo governo in Francia. E’ il terzo incarico per Raffarin, penalizzato dal risultato delle elezioni amministrative di domenica scorsa per la sua politica di riforme economiche. Nessuno dei suoi ex ministri che si era presentato è stato rieletto. Ieri Raffarin ha presentato le dimissioni ma subito dopo il presidente Chirac lo ha riconfermato a capo del governo. Le indiscrezioni annunciano un valzer delle  poltrone con il quale Nicolas Sarkozy prenderebbe  la guida del ministero dell'Economia lasciando gli Interni a Dominique de Villepin, che agli Esteri dovrebbe essere rimpiazzato dal commissario europeo Michel Barnier.

 

In Sudan la notte scorsa è stato arrestato il leader integralista dell’opposizione, Hassan Al Turabi. Il regime islamico di Karthoum ha messo in manette anche una decina di alti ufficiali vicini al Popular Congress, il partito di Al Turabi. L’accusa è di aver organizzato un presunto golpe, ma del leader si ricorda anche la vicinanza a Osama Bin Laden negli anni ’90. Sui motivi dell’arresto Giancarlo La Vella ha raccolto l’analisi di Domenico Quirico, esperto di Africa del quotidiano La Stampa:

 

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R. – Penso che il regime sudanese abbia scelto la strada del disgelo con l’Occidente per togliersi la scomoda patente di “Paese-canaglia”, Paese protettore del terrorismo internazionale. Turabi è diventato un personaggio particolarmente impresentabile: è stato in galera qualche anno fa ed è stato nuovamente arrestato perché accusato di aver organizzato un golpe, anche se bisogna vedere quanto questa sia semplicemente una scusa o effettivamente ci siano degli elementi concreti. Comunque, diciamo che al regime di al-Bashiri ormai Turabi non serve più, è diventato anche un peso, un pericolo.

 

D. – Quanto può essere vera l’ipotesi di voler allontanare un personaggio che sembra comunque sia stato legato a Osama Bin Laden e al terrorismo islamico in generale?

 

R. – Certamente, negli anni Novanta, Turabi fece da ideologo  di tutta una serie di fondamentalismi che hanno preceduto la mostruosa costruzione di Osama Bin Laden. C’è stata probabilmente anche molta mitologia sul ruolo svolto da al-Turabi concretamente. Certamente è un personaggio che ha avuto un ruolo centrale. Gli americani hanno chiesto al regime di Khartoum qualcosa in cambio per diminuire la pressione che c’è stata negli anni scorsi e anche le minacce d’intervenire per eliminare lo Stato-canaglia. Ed è possibile che al-Turabi sia uno di questi “oggetti” della trattativa tra Washington e Khartoum.

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Non lasciare che l’Afghanistan torni a essere “terra franca per terroristi e droga”: è l’appello lanciato dal presidente, Hamid Kharzai, all’apertura a Berlino della Conferenza Internazionale sull’Afghanistan, in vista delle elezioni di settembre. Davanti ai rappresentanti di una cinquantina di Paesi donatori, e tra questi il segretario di Stato americano Powell, Kharzai ha avvertito che “molto è stato fatto ma la ricostruzione è appena cominciata”. Da vari Paesi è giunta subito la promessa di nuovi aiuti.  Ma qual è la situazione in Afghanistan a due anni e mezzo circa dalla caduta del regime dei taleban? Barbara Castelli lo ha chiesto a Fulvio Scaglione, esperto dell’area ex sovietica:

 

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R. – Dopo la caduta del regime dei talebani, che era probabilmente il regime più regressivo ed oscurantista che si potesse immaginare, c’è stata in Afghanistan una naturale stagione di grandi entusiasmi e di grandi speranze. Questa stagione sembra essere un pochino tramontata anche se il Paese, anche grazie alla presenza armata e non dei Paesi occidentali, ha indubbiamente avuto un inizio di rinascita economica e sociale. La difficoltà è sempre quella che ha segnato secoli e secoli di storia dell’Afghanistan: imprimere ad un Paese che è un mosaico di etnie e di poteri locali, spesso conflittuali, una direzione e un proposito comuni.

 

D. – Questo appuntamento si svolge all’indomani dell’annuncio del presidente Kharzai del rinvio delle elezioni presidenziali e legislative. In quale contesto si inserisce questa decisione e quali ripercussioni avrà sul Paese?

 

R. – Si inserisce nel contesto di un Paese che è sempre stato diviso al suo interno e che oggi vive una generalizzata insicurezza. Non dimentichiamo che sono presenti massicci contingenti armati dei più potenti eserciti occidentali e che sono questi sostanzialmente a tenere in piedi il governo di Hamid Kharzai. Kharzai è il presidente dell’Afghanistan ma di fatto è un presidente che in molta parte del proprio Paese non può avventurarsi perché non sa quello che potrebbe succedergli. Quindi, questa situazione di insicurezza e di pericolo generalizzato, che vediamo tra l’altro tramutarsi molto spesso in scontri a fuoco con pesanti bilanci in morti e feriti, ha spinto al rinvio delle elezioni politiche e presidenziali.

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Alla fine la Casa Bianca ha ceduto: ha autorizzato il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleeza Rice, a testimoniare in un’audizione pubblica e sotto giuramento, di fronte alla commissione d’inchiesta sulla strage dell’11 settembre 2001. Lo ha fatto per scongiurare uno scontro istituzionale con il Congresso e per cercare di replicare ad un’offensiva mediatica preoccupante per George Bush, in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Per il presidente della commissione, il repubblicano Thomas Kean, si tratta di un’importante vittoria. Da giorni, infatti, richiedeva la deposizione della Rice per controbattere alla pesante denuncia contro di lei e l’amministrazione Bush da parte dell’ex capo dell’anti-terrorismo statunitense, Richard Clarke. Quest’ultimo ha accusato Bush di aver sottovalutato il pericolo di Al Qaeda fino al giorno degli attacchi. Anche lo stesso presidente Bush e il suo vice, Dick Cheney, deporranno ma in privato alla Casa Bianca.

 

Le prospettive per un accordo di pace su Cipro, nella giornata conclusiva dei negoziati in corso in Svizzera, sono esigue. Lo ha affermato oggi il portavoce del governo greco parlando con i giornalisti. A fine pomeriggio, il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, dovrebbe lanciare ufficialmente il piano di riunificazione di Cipro, che sarà sottoposto agli elettori dell'isola in un referendum in programma il 20 aprile, con o senza accordo delle parti. In caso di mancato accordo sulla riunificazione, la Repubblica di Cipro entrerà il primo maggio prossimo nell'Unione europea, con l'esclusione della parte nord, occupata dal 1974 dai turchi.

 

Un centinaio di liberali del partito  Yabloko hanno manifestato stamane a Mosca davanti alla sede del  parlamento russo per protestare contro un progetto di legge che limiterebbe seriamente il diritto di raduno. La polizia è intervenuta fermando diverse persone fra cui il vicecapo di Yabloko, Serghiei Mitrokin, in quanto la manifestazione non era autorizzata.  Ieri la Duma, la camera bassa, aveva cominciato a discutere un controverso progetto di legge presentato dal governo che prevede divieti allo svolgimento di manifestazioni davanti a sedi di istituzioni nazionali come la presidenza o il parlamento, e di organizzazioni internazionali e rappresentanze diplomatiche. In seguito alle ultime elezioni legislative di dicembre, che hanno dato una supermaggioranza ai centristi filoputiniani, Yabloko e l’altro partito liberale Sps non sono entrati alla Duma.

 

Washington ha chiesto ieri sera la liberazione della leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, e degli altri oppositori prima della  convenzione nazionale che si riunirà a metà maggio per  redigere una nuova costituzione.  Il governo militare al potere da 40 anni in Myanmar, l’ex Birmania, ha annunciato ieri la convocazione per il prossimo 17 maggio a Yangon, l’ex Rangoon, di una convenzione nazionale incaricata di redigere una costituzione in vista della democratizzazione del Paese. Il precedente tentativo di convenzione risale al 1995 quando, dopo meno di due anni di lavori, l’opposizione guidata da Suu Kyi se ne andò affermando che non c’era reale rappresentatività. Le pressioni internazionali hanno spinto l'ex Birmania a presentare nell’agosto dell'anno scorso un programma di democratizzazione in sette punti: prima tappa, la convenzione nazionale; ultima tappa, elezioni “libere e giuste” in data  non precisata. Suu Kyi, premio Nobel per la Pace, è a capo della Lega nazionale per la democrazia, Lnd, ed è stata arrestata il 30 maggio 2003 ed è tuttora agli arresti domiciliari nella capitale birmana, come numerosi altri responsabili della Lnd.  

 

Il presidente iraniano Mohammad Khatami ha condannato i recenti attentati terroristici in Uzbekistan in un messaggio inviato al suo omologo uzbeko Islam Karimov. “Senza dubbio - ha detto Khatami, citato oggi dall'agenzia Irna - la pace e la sicurezza sono prerequisiti per la crescita e lo sviluppo dei Paesi e ogni azione contro la pace e la sicurezza è contraria agli interessi delle nazioni”. Diciannove persone sono rimaste uccise e 26 ferite in attentati avvenuti tra domenica e lunedì a Tashkent e Bukhara.

 

 

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