RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 84 - Testo della Trasmissione di mercoledì 24 marzo
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Su Marte c’era acqua salata. Lo
ha ufficialmente annunciato ieri la Nasa
Dopo l’assassinio del loro leader, Yassin, gli
esponenti di Hamas assicurano che non colpiranno gli americani all’estero,
mentre Arafat auspica la pace nei Territori: con noi mons. Michel Sabbah.
Il
terrorismo internazionale al centro della riunione del Consiglio europeo domani
a Bruxelles
Approvata in Italia alla Camera il ddl Gasparri
sul riassetto radio-televisivo.
24
marzo 2004
A 20
ANNI DI DISTANZA, IL PAPA RINNOVA LA SUPPLICA ALLA MADONNA
PERCHE’
LA POTENZA SALVIFICA DELL’AMORE MISERICORDIOSO
ARRESTI
IL MALE NEL MONDO
Che l’Amore di Dio arresti il
male e trasformi le coscienze. Sono passati 20 anni da quando il 25 marzo del
1984, Anno Santo della Redenzione, il Papa - come lui stesso ha ricordato,
stamane, all’Udienza Generale, – volle affidare, in unione spirituale con tutti
i vescovi del mondo, “l’intera umanità al Cuore Immacolato di Maria, rispondendo
a quanto Nostra Signora aveva chiesto a Fatima”. Ed oggi quella supplica si è
levata di nuovo, come allora, in Piazza San Pietro. Il servizio di Roberta
Gisotti.
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“L’umanità viveva allora momenti difficili, di grande
preoccupazione e incertezza” - ha rammentato Giovanni Paolo II – e “a vent’anni
di distanza il mondo resta ancora paurosamente segnato dall’odio, dal
terrorismo e dalla guerra”. E “fra le numerose vittime che la cronaca di ogni
giorno registra, ci sono tante persone inermi, colpite mentre compiono il loro
dovere”. Tra queste sono i ‘missionari martiri’, di cui ricorre oggi la Giornata
del ricordo e della preghiera. “Non possiamo non far memoria – ha detto il Papa
- dei sacerdoti, delle persone consacrate e dei fedeli laici”, che sono morti
nel 2003 “in terra di missione”.
“Tanto sangue continua ad essere versato in molte
regioni del globo. Resta urgente il bisogno che gli uomini aprano i cuori ad
uno sforzo coraggioso di reciproca comprensione.”
Dunque “sempre più grande si fa l’attesa di giustizia e di
pace in ogni parte della terra.” Allora “come rispondere – si è chiesto il
pontefice - a questa sete di speranza e di amore se non facendo ricorso a
Cristo per mezzo di Maria? Per questo il Santo Padre ha rinnovato stamane la
sua supplica alla Vergine Santa:
“Madre di Cristo, si riveli, ancora una volta,
nella storia del mondo l’infinita potenza salvifica della Redenzione: potenza
dell’Amore misericordioso! Che esso arresti il male! Trasformi le coscienze!
Nel tuo cuore Immacolato si sveli per tutti la luce della speranza!”.
Domani – ha ricordato ancora il Papa - si celebra la
solennità dell’Annunciazione, dove “il sì della Vergine ha aperto le porte” al
disegno salvifico di “redenzione per tutti gli uomini”. Una “festa cristologica
e mariana insieme” - ha spiegato Giovanni Paolo II – che cade quest’anno nel
cuore della Quaresima e questo ci porta a volgere lo sguardo al Mistero
pasquale: “in intima sintonia con il fiat di Cristo e della Vergine, ciascuno
di noi – ha raccomandato Giovanni Paolo II - è chiamato ad unire il proprio sì
ai misteriosi disegni della Provvidenza”.
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OGGI POMERIGGIO ALLE 17.00 IN
VATICANO LA CERIMONIA DI CONSEGNA AL PAPA
PER IL SUO IMPEGNO IN FAVORE
DELL’UNITA’ TRA I POPOLI EUROPEI
Questo
pomeriggio alle 17.00 si svolgerà nella Sala Clementina in Vaticano la cerimonia
di consegna a Giovanni Paolo II del Premio Carlo Magno, conferitogli “in modo
straordinario ed unico” dalla città tedesca di Aquisgrana. Si tratta di un
riconoscimento dell’impegno del Papa in favore dell’unità tra i Popoli europei
“sulla base dei valori radicati nella comune natura umana ed efficacemente promossi
dal Cristianesimo”.
La Radio Vaticana trasmetterà l’evento in radiocronaca
diretta con commento in italiano per la zona di Roma in onda media (585 kHz) e
modulazione di frequenza (105,0 MHz) e commento in tedesco per l’Europa
centro-occidentale in onda corta (9.645 kHz).
USCIRA’ IL 18 MAGGIO PROSSIMO, NEL
GIORNO DEL SUO COMPLEANNO, IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI PAOLO
II DAL TITOLO “ALZATEVI, ANDIAMO”:
RICORDI E RIFLESSIONI SUL PERIODO
DEL SUO EPISCOPATO A CRACOVIA
E’ stata annunciata oggi, durante
una conferenza stampa a Roma, la pubblicazione del libro “Alzatevi, andiamo!”,
scritto da Giovanni Paolo II. Il volume, di 200 pagine, uscirà il 18 maggio
prossimo, giorno dell’84.mo compleanno del Papa, e svolge “ricordi e riflessioni” del Santo Padre sul periodo del
suo episcopato a Cracovia.
La Libreria Editrice
Vaticana, detentrice dei diritti dell’opera, con un accordo editoriale, ha
affidato alla Mondadori la gestione dei diritti di pubblicazione e diffusione
dell’opera in Italia e nel mondo. L’opera è stata composta in lingua polacca.
Le traduzioni in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco sono predisposte
dalla Libreria Editrice Vaticana.
NOMINE
In Brasile, Giovanni Paolo II ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Santa Maria
presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo José Ivo Lorscheiter. Al suo
posto, il Papa ha
nominato mons. Hélio Adelar Rubert, finora Ausiliare di Vitória. Il 59.enne presule ha
perfezionato gli studi avviati in patria nel Pontificio Collegio Pio Brasiliano
di Roma e ha frequentato i corsi di Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo
Sant’Anselmo, dove ha conseguito la licenza. Tra i suoi incarichi pastorali, ha
ricoperto quello di assistente dei seminaristi maggiori di Santa Maria
nel Seminario di Viamão e di parroco e rettore del Santuario “Nossa Senhora
Medianeira”. E’ stato nominato vescovo nel 1999.
Sempre in Brasile, il Pontefice ha
accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi di Fortaleza,
presentata per raggiunti limiti di età da mons. Adalberto Paulo da Silva,
religioso Cappuccino.
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OGGI SU
“L’OSSERVATORE ROMANO”
Con vibrante evidenza apre la
prima pagina il titolo "Tanto sangue continua ad essere versato in molte
regioni del mondo. L'Amore misericordioso arresti il male! Trasformi le
coscienze!": alla vigilia della solennità dell'Annunciazione, Giornata
dedicata al ricordo e alla preghiera per i "Missionari martiri",
Giovanni Paolo II rinnova la supplica rivolta a Maria il 25 marzo di venti anni
fa.
Sempre in prima la catechesi
dell'udienza generale.
Nelle vaticane, una pagina
dedicata alla solennità dell'Annunciazione.
Nelle estere, Medio Oriente:
l'Onu non trova l'accordo per condannare l'"eliminazione mirata" del
leader di Hamas.
Spagna: il mondo rende omaggio
alle vittime degli attentati; rappresentanti di molti Paesi ai funerali di
Stato nella Cattedrale di Madrid.
Nella pagina culturale, un
articolo di Mario Spinelli dal titolo "Sotto un coacervo di case, di muri
e di stradine, 'rivive' il mondo religioso e civile di 'Puteoli' ": dopo
due anni di ricerche e di scavi sotto il Rione Terra, apre al pubblico il nuovo
percorso archeologico di Pozzuoli.
Per la pagina degli
"Approfondimenti", qualificati contributi sul tema "L'interpunzione
è ancora di moda?".
Nelle pagine italiane, in primo
piano il dibattito sul Ddl Gasparri.
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24
marzo 2004
A
MADRID I LEADER DI TUTTO IL MONDO AI FUNERALI DI STATO
PER
VITTIME DEGLI ATTENTATI DELL’11 MARZO
Si sono conclusi poco fa a Madrid i funerali di Stato per
le 190 vittime degli attentati dell’11 marzo scorso, presieduti
dall’arcivescovo della capitale spagnola, il cardinale Antonio Maria Rouco
Varela, e concelebrati da altri tre porporati e 28 arcivescovi e vescovi. Alla
presenza della famiglia reale, nella cattedrale dell’Almudena sono intervenuti
ad esprimere il loro cordoglio numerosi leader politici del mondo. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
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(musica)
Personalità politiche di tutto il mondo, ma soprattutto la
palpabile e composta commozione di tanti spagnoli dentro e fuori della
cattedrale dell’Almudena, il centro spirituale di Madrid, dove si è rinnovato
il dolore per le vittime della ferocia del terrorismo. Le parole dell’omelia
del card. Rouco Varela, a commento del miracolo di Lazzaro, narrato nel Vangelo
di Govanni, hanno interpretato le emozioni di tutti i presenti. Il pensiero è
andato subito ai caduti, ai feriti e alle famiglie. Ad essi vada – ha detto il
porporato – la preghiera silenziosa che dall’11 marzo si è levata fervente
dappertutto. Il ringraziamento, poi, al Papa per la costante vicinanza alla
Chiesa e al popolo spagnolo. L’arcivescovo ha poi voluto rispondere ad una domanda
che in quel tragico giorno qualcuno si è posto: “Dov’era Gesù, il figlio di
Dio, Signore della vita e della morte?” Ma riusciremo a capire – ha risposto il
cardinale - se preghiamo e crediamo nel sacrificio di Cristo morto e resuscitato
per noi.
“CONOCEREMOS Y SABREMOS CON
ESPERANZA INDISTRUTIBLE…”
Conosceremo e sapremo con speranza indistruttibile che i
nostri fratelli assassinati dalla violenza del terrorismo hanno raggiunto la
porta della vita eterna e che tutti noi non moriremo. Vinceremo e trionferemo
con Colui che ha dato la sua vita per noi”.
I terroristi – ha detto ancora il porporato –
risponderanno a Dio e agli uomini di quanto commesso, ma solo con l’amore
riusciremo a far sì che non avvenga più nulla del genere.
“SI TODOS NOSOTROS, EN ESPECIAL NUESTROS JOVENES...”
Se tutti noi e specialmente i giovani riusciremo ad aprire
il nostro animo all’amore, si riaprirà nel nostro tempo l’ampio e luminoso
cammino della pace”.
(musica)
Dunque intensa e sentita la partecipazione di capi di
Stato e di governo, quasi un messaggio che vuol significare una maggiore unità
nel futuro della lotta al terrorismo internazionale. Lo conferma il commento di
Javier Fernandez Bonelli dell’Ansa di Madrid:
R. – Si tratta della risposta per così dire
‘istituzionale’ di tutto l’Occidente di quello che ormai passerà alla storia
come la più grande strage terrorista che si ricordi nella storia recente
europea.
D. – Si ha la sensazione che la Spagna sia diventato il
Paese di riferimento per la lotta al terrorismo internazionale ...
R. – E’ un dato inevitabile: la Spagna è sempre stato un
Paese all’avanguardia nell’Unione Europea nei suoi rapporti con i Paesi arabi e
continua ad esserlo: evidentemente lo è tanto nel bene quanto nel male. Se –
come le inchieste sembrano confermare – è negli ambienti dei militanti islamici
fondamentalisti marocchini che è nato ed è stato eseguito il progetto delle
stragi di Madrid, questo dimostra questa sorta di dualità che esiste nei
rapporti tra la Spagna e il mondo arabo e il Marocco, capitolo recente di una
storia che evidentemente percorre tutta la storia della Spagna stessa.
Prima e dopo il sacro rito il futuro premier spagnolo, il
socialista Josè Luis Zapatero, affiancato dal probabile ministro degli esteri,
Miguel Angel Moratinos, ha avuto colloqui con i leader intervenuti a Madrid,
tra cui il segretario di Stato americano, Powell, il premier britannico, Blair,
il presidente francese, Chirac, il cancelliere tedesco, Schroeder. Le indagini
intanto hanno portato a tre nuovi arresti, due algerini e un siriano, presunti
membri della cellula integralista islamica che opera in Spagna. Inoltre, in
base agli esami sul Dna il bilancio delle vittime è stato portato da 202 a 190,
sinora accertate, ma devono essere ancora analizzati dai medici legali numerosi
resti umani.
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LA 12.MA GIORNATA DI PREGHIERA PER I MISSIONARI “MARTIRI
DELLA CARITA’”:
IL CORAGGIO DI PORTARE IL VANGELO IN ZONE A RISCHIO DELLA PROPRIA VITA
- Intervista con padre Claudio Marano -
Nell’ultimo aggiornamento reso noto dall’Agenzia Fides,
sono stati in 36 - tra vescovi, religiosi, suore e laici - ad aver perso la
vita in modo violento nel 2003, per servire la causa del Vangelo.
Come ricordato dal Papa all’udienza generale, la 12.ma
Giornata di preghiera e digiuno che si celebra oggi invita i credenti a fare
memoria di questi martiri ma anche a riflettere sul senso di un apostolato che
arriva anche a sacrificare la vita, in un mondo che ha estremo bisogno di
costruttori di pace. Tra i religiosi in prima linea, c’è il saveriano padre
Claudio Marano, che vive da anni in Burundi.
Alessandro De Carolis lo ha raggiunto telefonicamente a
Bujumbura e gli ha chiesto cosa significhi per lui essere missionario in zona
di guerra:
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R. – Servire la causa del Vangelo è anzitutto un servizio.
Secondo me, oggi bisognerebbe insistere di più su questo aspetto. Il
missionario parte da una Chiesa e va a servizio di un’altra Chiesa: non va a
fare delle cose spettacolari, ma ciò che l’altra Chiesa chiede e sta vivendo.
Andare quindi in zona di guerra, in zone difficili, in zone non sicure, comporta
anche avere il coraggio di dare la vita.
D. – Lei rischia la vita nello svolgere il suo servizio?
R. – Io personalmente sì. Ogni volta che mi alzo la
mattina ringrazio il cielo di essere ancora vivo e però mi dico ogni volta,
ogni giorno, guardandomi allo specchio: “‘Può darsi che questa sera non ci
siamo più”.
D. – E come si conciliano la coerenza al proprio mandato
con i timori umani per la propria sorte?
R. – Io vivo in una zona di guerra. Sono 11 anni che siamo
in guerra, attorno a noi sono morte 15 mila persone e un giorno o l’altro
questo potrebbe accadere anche a me. Io mi sono detto fin dall’inizio che era
inutile parlare di questo argomento: qui bisogna viverci. Io sono stato inviato
in questo centro per testimoniare la pace. Quindi devo vivere ciò che la gente
vive, che i giovani vivono. Questo ce lo siamo posto sempre come problema, ma
anche come soluzione. Mentre in città, a Bujumbura, in Burundi, tantissimi sono
partiti perché avevano paura o perché non era quello il loro mandato, noi siamo
rimasti e siamo lì da 11 anni. Questo comporta il fatto di essere diventati
‘burundesi’, la gente ci rispetta perché dice: “Voi avete vissuto con noi, voi
sapete tutto”.
D. – Oggi si celebra la XII Giornata di preghiera e di
digiuno in memoria dei religiosi scomparsi. Cosa dicono questi martiri,
compreso il nunzio mons. Courtney, a noi cristiani che non dobbiamo forse
rischiare la vita nell’essere testimoni del Vangelo?
R. – Penso che questa Giornata possa dire molto. Quando mi
ritrovo in Italia e vedo tutte le difficoltà che ci sono - ma vedo anche tutti
i “miagolii” di molti cristiani, che hanno paura forse di impegnarsi o di
prendere sul serio la vita - direi che questa Giornata potrebbe farci pensare
che nel mondo ci sono invece delle persone che la vita l’hanno presa sul serio:
Cristo prima di tutti. E dunque, un invito a metterci su una strada che ci
faccia seriamente pensare anche a donare la vita. Ovviamente, non è pensabile
che tutti siamo chiamati a sacrificarla, però per tanti nel mondo proprio
questa è diventata una scelta di vita. Noi missionari ci mettiamo sulle strade
del mondo: se un giorno dovesse toccare a noi, l’accettiamo.
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DOMANI
25 MARZO, SOLENNITA’ DELL’ANNUNCIAZIONE,
GIORNATA
DI PREGHIERA PER LA PROTEZIONE DEI NASCITURI
E DI
COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DELL’ABORTO
-
Intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri -
Domani 25 marzo si celebra la Giornata di preghiera per la
protezione dei nascituri e di commemorazione delle vittime dell’aborto,
promossa negli Stati Uniti e poi diffusasi in tutto il mondo, a partire dal
1995, in risposta all’appello lanciato dall’enciclica Evangelium Vitae, là dove
Giovanni Paolo II afferma l’urgenza di
“una grande preghiera per la vita che attraversi il mondo intero”. In Italia, la solenne concelebrazione
eucaristica per l’avvenimento sarà presieduta domani mattina dal cardinale
Lopez Trujillo nella Santa Casa di Loreto assieme all’arcivescovo prelato di
Loreto Angelo Comastri, che oggi era presente in Vaticano all’udienza generale,
salutato dal Papa. A mons. Comastri, Giovanni Peduto ha chiesto di illustrarci
il significato di questa giornata:
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R. – La giornata del 25 marzo, giornata nella quale la
Chiesa ricorda l’Annuncia-zione e il sì di Maria, è apparsa a tutti come la
giornata più indicata per cantare la vita. Nella piccola casa di Nazaret, nella
casa di Maria, nel momento in cui Ella pronunciò il sì accadde la più grande
avventura della vita umana. La vita umana si è trovata abitata da Dio. Dio si è
fatto uomo. Che cosa poteva accadere di più grande all’uomo? Vogliamo allora,
partendo da questa giornata, riprendere il canto della vita perché si è spento
in tante famiglie, si è spento nella società, si è spento perché oggi
respiriamo un’aria di morte, un’aria di disprezzo della vita, che parte dal
grembo materno ma attraversa tutte le fasi della vita. Noi vogliamo gridare
insieme a Maria: sì alla vita, perché la vita è bella, perché la vita è un dono
di Dio, perché la vita è una magnifica avventura, perché la vita va vissuta cantando
il Magnificat. Questo è il senso della grande Giornata di preghiera per la vita
in obbedienza all’appello del Papa lanciato nell’Enciclica Evangelium Vitae.
D. – Lei, eccellenza, ha scritto una preghiera a Santa
Maria della Vita. Cosa chiede in particolare?
R. – In questa
preghiera io mi esprimo così: “O Maria, nel tuo cuore perenne-mente vive la
memoria del giorno del grande sì. Continuamente tu ritorni nella piccola casa
di Nazaret e ti stupisci davanti all’Angelo Gabriele che ti porta la bella e
inaudita notizia che Dio vuole essere uomo come noi. O Maria, oggi noi entriamo
nel tuo cuore per assaporare la meraviglia che tu provasti in quel giorno
lontano e vicino, il giorno del sì. Vogliamo che sia il giorno del nostro sì,
con te Te, o Maria. Oggi diciamo sì alla vita per sempre. Oggi ci impegniamo a
pregare per la vita. Oggi nel tuo cuore immacolato e materno consegniamo
l’impegno di essere apostoli della vita nel nome di Dio che in te si è fatto
bambino. O Maria, la porta della nostra casa sarà aperta ogni giorno quando
l’angelo della vita busserà e le nostre famiglie saranno cenacoli viventi di
preghiera per la vita. Regina della Vita, prega per noi, prega con noi, prega
per la vita”. Questi sono i pensieri che noi abbiamo cercato di mettere nel
cuore di tutti gli apostoli della vita ogni volta che pregheranno Maria, come
Regina della Vita.
D. – Come può,
Eccellenza, un credente oggi testimoniare in modo forte il valore della vita?
R. – Lo può
testimoniare credendoci, amando la vita, vivendola con passione, vivendo con
entusiasmo. Io penso che un grido è stata la vita di Gianna Beretta Molla, la
mamma santa, la mamma che nell’epoca dell’aborto ha rifiutato l’aborto, sacrifando
la propria vita per dare alla luce sua figlia; e l’ha rifiutato con la sua libertà, l’ha rifiutato con la sua decisione.
Penso quante mamme oggi riflettono sentendo soltanto la testimonianza di Gianna
Beretta Molla. Ogni madre, ogni padre, ogni famiglia credente deve essere un
santuario della vita. Più la vita è disprezzata fuori, più il cristiano deve
gridare il suo amore per la vita. Gridarlo con la testimonianza, con l’amore
concreto per la vita.
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Radiogiornale
24
marzo 2004
GARANTIRE
UN’ADEGUATA CORNICE DI SICUREZZA AD HAITI. E’ LA PRIORITÀ
INDICATA DALL’ARCIVESCOVO DI CAP HAITIEN
COMMENTANDO
LA
SITUAZIONE DELL’ISOLA CARAIBICA
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
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PORT-AU-PRINCE. = “La
situazione di Haiti si sta lentamente normalizzando, anche se la crisi è ancora
lontana dall’essere risolta”. Lo ha detto all’Agenzia missionaria Misna
l’arcivescovo di Cap Haitien, mons. Hubert Constant, presidente della
Conferenza episcopale di Haiti. “Anche se la situazione sta progressivamente
migliorando – ha aggiunto - si continuano a registrare degli episodi di violenza
nel Nord del Paese vicino alla frontiera con la Repubblica dominicana, dove si
aggirano ancora bande armate impegnate a compiere atti di vandalismo”. Il
presule ha quindi sottolineato come sia prioritario ristabilire la sicurezza e
ha auspicato un rapido dispiegamento di un contingente internazionale nel
Paese. La Conferenza episcopale non ha commentato, finora, la nomina del
governo di transizione, guidato dal neo primo ministro Gerard Latortue, voluto
dalla comunità internazionale dopo la crisi armata e la conseguente uscita di
scena dell’ex presidente, Jean Bertrand Aristide. “Abbiamo raccolto commenti
positivi sul nuovo esecutivo ma giudicheremo le capacità del governo in base ai
fatti”, ha concluso l’arcivescovo. Sul versante politico, si deve infine
registrare l’intenzione del nuovo ministro dell’Interno, Herard Abraham, di
voler ricostituire l’esercito, disciolto nel 1994. Il ministro ha anche
annunciato di voler integrare nella polizia i ribelli che hanno deposto con le
armi Aristide.
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SI FA SEMPRE PIÙ
CONCRETA LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
PER GLI OLTRE 100 MILA PROFUGHI SUDANESI IN
CIAD,
DOVE SI DEVE REGISTRARE L’IMPEGNO DEL JESUIT
REFUGEE SERVICE
E DELL’ALTO
COMMISSARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I RIFUGIATI
N’DJAMENA.
= “Stiamo coordinando il nostro intervento con la Caritas diocesana per aiutare
gli oltre 100 mila profughi sudanesi rifugiatisi in Ciad”. E’ quanto afferma
all’Agenzia Fides padre Lluis Magrina, direttore internazionale del Jesuit
Refugee Service (Jrs), l’agenzia umanitaria dei gesuiti. “Il nostro lavoro –
spiega padre Magrina - consiste in particolare nell’organizzare l’insegnamento
primario e secondario e nell’assistenza alle persone più vulnerabili”. Agli
sforzi del Jrs si deve inoltre aggiungere l’impegno dell'Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Rifugiati (Unhcr) che sta distribuendo gli aiuti alimentari del
Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite. I rifugiati sono arrivati in Ciad fra la fine di
gennaio e i primi di febbraio, in fuga dai bombardamenti aerei e dagli attacchi
armati sui loro villaggi da parte di milizie armate. Sul fronte politico si
delinea, intanto, un’intesa per colloqui di pace sul Darfur, remota regione del
Sudan occidentale dove è in corso un’insurrezione, sanguinosamente repressa dal
governo di Khartoum e dalle milizie alleate. I negoziati sono previsti la
prossima settimana in Ciad, sotto l’egida internazionale, in particolare di Stati Uniti e Unione Europea. (A.L.)
RINASCE IN CAMBOGIA LA
CONGREGAZIONE DELLE AMANTI DELLA CROCE,
L’ISTITUTO
RELIGIOSO FONDATO NEL 1666 DA PADRE DE LA MOTTE E CANCELLATO
DAL
REGIME COMUNISTA DI POL POT, GIUNTO AL POTERE NEL 1975
KOMPONG
CHAM = Rivive in Cambogia, grazie alla vocazione di due suore, la congregazione
delle Amanti della Croce, i cui membri sono stati quasi tutti uccisi, circa 34
anni fa, dai Khmer rossi durante il regime comunista di Pol Pot, giunto al
potere nel 1975. Domenica scorsa, le suore Ang Songvat e Bouang Buntharin hanno
infatti emesso i voti temporanei ridando vita all’istituto fondato nel 1666 dal
vescovo missionario francese Pierre Lambert de la Motte. Dal vicino Vietnam,
l’istituto si sviluppò in tutto il Sud Est asiatico, fino a giungere in
Cambogia nel 1772. La Congregazione, attualmente, è attiva in diversi Paesi
asiatici e negli Stati Uniti. (P.C.)
L’OPERA
CATTOLICA “AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE” APRIRÀ UN NUOVO UFFICIO
IN POLONIA, IL PRIMO SEGRETARIATO IN UN PAESE
EX COMUNISTA
KÖNIGSTEIN. = “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs),
l’opera cattolica di assistenza internazionale, aprirà nel prossimo mese di
maggio un nuovo ufficio in Polonia. La notizia è giunta all’agenzia Fides dopo
che, in una recente riunione a Varsavia, la conferenza episcopale polacca aveva
già approvato la fondazione di un ufficio nazionale di Acs. L’ufficio polacco
sarà il 17° Segretariato nazionale dell’opera cattolica e il primo in un Paese
ex comunista. Attualmente l’Opera “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che fu fondata
nel 1947, raccoglie ogni anno più di 70 milioni di dollari attraverso 16
Segretariati nazionali per rispondere a circa 9.000 richieste di aiuto da 130
Paesi poveri. Gli aiuti sono destinati, fra l’altro, alla formazione di sacerdoti,
alla costruzione e alla manutenzione di seminari e chiese, a traduzioni della
Bibbia e alla produzione di programmi radiofonici con contenuti religiosi.
(A.L.)
SU MARTE C’ERA ACQUA SALATA. LO HA
UFFICIALMENTE ANNUNCIATO IERI LA NASA
WASHINGTON. = C’era acqua salata
su Marte. Lo hanno annunciato ieri, a Washington, gli esperti della Nasa. L’attenzione
degli scienziati che seguono la sonda Opportunity nel suo viaggio sul Pianeta
rosso, si concentra ora su un eventuale ritrovamento di fossili, che proverebbe
l’esistenza di forme di vita nella storia del pianeta. Secondo la Nasa, l’acqua
salata di cui la sonda ‘Opportunity’ ha trovato traccia, era presente “in
grande quantità”, ma ricopriva la superficie per una profondità di circa cinque
centimetri appena. Su Marte, le prime prove della presenza di acqua erano già
state rilevate dalla missione orbitante europea ‘Mars Express’. (A.L.)
RICORRE OGGI LA GIORNATA MONDIALE DELLA TUBERCOLOSI:
NEL MONDO
SI REGISTRANO
ANCORA CIRCA 9 MILIONI DI NUOVI CASI DI INFEZIONI
ALL’ANNO.
PARTICOLARMENTE PREOCCUPANTE È LA SITUAZIONE NEI PAESI AFRICANI
DOVE LA MALATTIA SPESSO SI LEGA AL VIRUS DELL’HIV
- A
cura di Paolo Cappuccio -
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GINEVRA
= La tubercolosi nel mondo continua ogni anno a colpire circa 9 milioni di persone,
con un tasso di infezione che secondo le proiezioni dell’Organizzazione
mondiale della sanità aumenta del 2,4 per cento. I Paesi più colpiti da questa
terribile malattia sono prevedibilmente le nazioni in via di sviluppo, che
spesso non riescono a finanziare in maniera adeguata i programmi di diagnosi e
cura dei pazienti. Questi dati, unitamente alle strategie di cura della
malattia, saranno oggi al centro dell’attenzione durante la Giornata mondiale
della tubercolosi. Secondo il direttore dell’Oms, Lee Jong-wook, esistono
comunque dei motivi di soddisfazione nella lotta alla malattia, legati
all’adozione generalizzata della strategia “Dots”. Questa cura, dai costi
piuttosto contenuti, consiste in un trattamento intensivo della durata di circa
sei mesi. L’obiettivo dell’Oms è di riuscire entro il 2005 a diagnosticare
attraverso la “Dots” circa il 70 per cento dei casi di tubercolosi infettiva.
Il tasso attuale corrisponde tuttavia solo al 37 per cento e secondo le stime
contenute nella relazione annuale se i Paesi maggiormente colpiti non
aumenteranno i loro sforzi economici difficilmente verrà superata la soglia del
50 per cento alla data prefissata. Tra i limiti attuali della terapia vi è in
particolare la difficoltà nel diagnosticare e contrastare i casi di tubercolosi
legati all’infezione dell’Hiv diffusi soprattutto in Africa.
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ASSEGNATO ALL’ARCHITETTO DI ORIGINE IRACHENA, ZAHA HADID,
IL PREMIO PRITZKER 2004, CONSIDERATO IL NOBEL
DELL’ARCHITETTURA
LOS ANGELES. = Il premio
Pritzker 2004, considerato il Nobel dell’architettura, è stato assegnato
all’architetto di origine irachena Zaha Hadid, la
prima donna ad ottenere questo riconoscimento. Le sue idee
architettoniche – ha detto il presidente della ‘Hyatt Foundation’ di Los
Angeles, sponsor del premio - sono già significativamente apprezzate e mostrano
di poter essere sviluppate in futuro con decisa energia. Il Pritzker, che dal
1979 viene assegnato ai più celebrati architetti di fama mondiale, sarà
consegnato il prossimo 31 maggio nel corso di una cerimonia al Museo Hermitage
di San Pietroburgo. Zaha Hadid, oggi cittadina britannica, è nota per
importanti progetti, tra i quali il grande complesso alberghiero di Hong Kong,
il Centro di arte contemporanea a Cincinnati e la ‘Zona del pensiero’
all'interno della Millennium Dome di Greenwich, a Londra. (A.L.)
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24
marzo 2004
- A cura di Barbara Castelli -
In Medio Oriente cresce la paura per possibili nuovi
attentati, in risposta all’uccisione, lunedì a Gaza, del fondatore di Hamas,
Ahmed Yassin. Il movimento fondamentalista, intanto, ha assicurato di non voler
colpire gli interessi americani all’estero. “La nostra politica non è cambiata
- ha dichiarato il nuovo leader Abdelaziz Al-Rantissi - la battaglia è
concentrata in Palestina”. Parole in difesa della pace sono, invece, state
pronunciate dal presidente palestinese, Yasser Arafat. “Sono contro ogni
attacco ai civili, i civili israeliani e i civili palestinesi - ha detto -
vogliamo la pace e la cerchiamo nella terra della pace”. Due palestinesi,
intanto, sono rimasti uccisi nel raid aereo compiuto nella notte dall’aviazione
israeliana, nel sud del Libano. Ma sull’uccisione del leader di Hamas Yassin,
fermamente condannata anche dalla Commissione dell’Onu sui diritti umani,
ascoltiamo il commento del Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michael
Sabbah. L’intervista è di Francesca Sabatinelli:
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R. - Questa azione è una violenza che non salverà nessuno.
Israele vuole la sicurezza, ma chiunque voglia governare deve cercare altre
vie, deve saper rispettare la santità di questa terra e deve camminare lungo
quelle strade che tutelano la persona umana.
D. - Cosa pensa che potrà provocare l’uccisione di Yassin?
R. - A questa violenza risponderà un’altra violenza e così
via. Siamo in questo ciclo già da tre anni. Niente cambierà se non l’intensità
della violenza. E’ ormai tempo che il governo d’Israele apra gli occhi e veda
che i risultati delle sue azioni militari sono state inutili, non hanno
prodotto sicurezza. Se vogliono la sicurezza, ascoltino la voce degli oppressi,
di un popolo che chiede libertà. Sono sicuro che una volta finita l’oppressione
del popolo palestinese ogni violenza si fermerà.
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L’Iraq nuovamente scosso dalla
violenza. Tre iracheni hanno perso la vita, nella notte a Falluja, in uno
scontro armato che ha opposto militari statunitensi e guerriglieri. Tre civili,
invece, fra cui una bambina di otto anni, tutti membri della stessa famiglia,
sono rimasti uccisi nell’esplosione di un ordigno artigianale alla periferia di
Baghdad, che nella notte è stata svegliata da diverse esplosioni. Tra gli
altri, un razzo ha colpito il sesto piano dell’Hotel Sheraton, frequentato prevalentemente
da occidentali.
La paura di attentati terroristici è arrivata anche in
Germania. Il presidente, Johannes Rau, in visita da alcuni giorni in Africa, è
stato costretto ad anticipare il rientro a Berlino, saltando un previsto scalo
a Gibuti per il pericolo di rimanere vittima di un attentato islamico. Rau,
alla sua ultima visita di Stato prima della fine del mandato, avrebbe dovuto
visitare il contingente tedesco impiegato nel quadro di “Enduring freedom”, la
missione internazionale per la lotta al terrorismo.
E sempre la paura di attentati
terroristici avrebbe spinto le autorità britanniche a voler costruire un muro,
alto oltre 4 metri, attorno al Parlamento, l’antico palazzo di Westminster dove
si riuniscono la Camera dei Lords e quella dei Comuni. “Un attacco terroristico
è considerato inevitabile - ha detto una fonte della sicurezza al ‘Daily
Mirror’ - e certe modifiche devono perciò essere operate”.
Il terrorismo internazionale sarà al centro, domani a
Bruxelles, della riunione del Consiglio europeo. I Quindici, infatti, non
potranno ignorare le minacce di attentati dopo le bombe di Madrid e
l’aggravarsi della tensione in Medio Oriente e Kosovo. Tra i temi in agenda,
anche il rilancio dell’economia e del negoziato per la nuova Costituzione
europea. Da Bruxelles la nostra inviata Fausta Speranza:
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Rilancio del negoziato per la Costituzione, ma anche
rilancio dell’economia. Erano questi gli obiettivi del vertice di primavera,
prima delle bombe di Madrid, dell’aggravarsi della tensione in Medio Oriente e
del riaccendersi della violenza in Kosovo. Restano priorità indiscusse per una
Unione che il 1° maggio si allargherà a dieci nuovi Paesi, ma certamente dal
vertice dei leader ci si attende anche un documento sulla lotta al terrorismo.
In settimana si sono incontrati i ministri di Interni e Giustizia e si è
parlato di strategie di cooperazione e della figura di un super coordinatore.
Poi l’incontro a porte chiuse a Madrid tra i servizi di Intelligence. Quello
che ci si aspetta dai capi di Stato e di governo è una parola politica, perché
la difesa della sicurezza non sia solo prevenzione poliziesca ma analisi delle
cause profonde che generano il terrore e costruzione del possibile dialogo. E
sono in molti in questi giorni a sottolineare che tutto questo è possibile se
l’Unione si dà una Carta costituzionale e con questa un nuovo ruolo politico.
Diversi segnali fanno ben sperare in un accordo prima del Consiglio europeo di
giugno. Come azzardano a dire il presidente francese Chirac e il presidente di
turno irlandese Ahern. Dopo il cambio di guardia in Spagna e le dichiarazioni
di disponibilità del futuro premier Zapatero, anche la Polonia, che con Madrid
si era opposta al sistema di voto previsto dalla bozza, esprime il desiderio di
concludere negoziati il prima possibile e per questo promuove incontri con i
Paesi entranti.
Da Bruxelles, Fausta Speranza, Radio Vaticana.
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Nuovamente
infranta la calma in Kosovo. Un poliziotto dell’Onu e un agente della polizia
locale sono rimasti uccisi ieri sera in un agguato, a nord del capoluogo Pristina.
La scorsa settimana, scontri inter-etnici tra serbi e albanesi hanno causato la
morte di 28 persone e il ferimento di altre 600, oltre all’incendio di 360
abitazioni serbe e 41 fra chiese e monasteri ortodossi. Le Nazioni Unite,
intanto, hanno fermamente condannato i disordini della scorsa settimana. Negli
scontri, ha detto il capo della Missione Onu in Kosovo, Harri Holkeri, sono
stati commessi “gravi crimini contro l’umanità”.
L’assassinio dell’ex presidente ceceno, Zelimkhan
Yandarbiyev, ucciso da un’autobomba il 13 febbraio a Doha, sta provocando una
crisi diplomatica tra il Qatar e la Russia. Le autorità del piccolo Stato del
golfo Persico, infatti, hanno ordinato stamani l’espulsione del primo
segretario dell’ambasciata russa. Secondo quanto riferito da un portavoce del ministero
degli Esteri, il diplomatico ha 24 ore di tempo per lasciare il Paese.
La crisi nucleare nordcoreana è stata al centro dei
colloqui oggi tra il leader di Pyongyang, Kim Jong Il, e il ministro degli
esteri cinese Li Zhaoxing, da ieri in visita ufficiale nella Corea del Nord. La
Cina nei giorni scorsi ha presentato una proposta per l’avvio di un gruppo di
lavoro congiunto a livello tecnico, previsto dagli accordi conclusi a Pechino,
alla fine del mese scorso, nel secondo round di negoziati a sei (le due Coree,
Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia).
La Grecia e la Turchia prenderanno parte, da oggi, ai
colloqui in Svizzera sul futuro dell’isola di Cipro. L’obiettivo dell’Onu è di
chiudere un accordo sulla riunificazione in tempi utili per poter indire
referendum separati nelle due parti di Cipro e procedere, quindi, all’ingresso
del Paese riunificato nell’Unione Europea il 1° maggio prossimo. Lunedì le
trattative a Nicosia tra il leader turco-cipriota, Rauf Denktash, e quello
greco-cipriota, Tassos Papadopoulos, si sono concluse con un nulla di fatto.
L’Alta Corte di Taiwan ha respinto stamani il ricorso
dell’opposizione di annullare le elezioni politiche di sabato scorso, vinte dal
presidente uscente Chen Shui-bian, con un margine inferiore all’uno per cento
dei voti. Il leader dell’opposizione, Lien Chan, intanto, ha respinto un
compromesso su un nuovo conteggio dei voti.
Il premier britannico, Tony Blair, si recherà domani a
Tripoli, in Libia, e incontrerà il colonnello Muammar Gheddafi. La conferma
ufficiale è stata diffusa oggi dal portavoce di Downing Street. Si tratta dalla
prima visita di un capo di governo britannico in Libia da 60 anni.
Italia. La Camera ha approvato stamani il Disegno di legge
Gasparri, che riordina il settore dell’emittenza televisiva. Il provvedimento,
passato con 311 sì e 246 no, ora andrà all’esame del Senato. Il servizio di
Giampiero Guadagni:
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Nessun inciampo, come accadde invece a febbraio. La legge
Gasparri è passata con il voto compatto della maggioranza di centro-destra, che
ha approvato definitivamente, per quanto riguarda la Camera, il riassetto del
sistema radiotelevisivo, dopo aver superato ieri lo scoglio del voto segreto
sui numerosi articoli. Tre i nodi del provvedimento che sono stati sciolti.
Quello sul sistema integrato delle comunicazioni, motivo principale del rinvio
della legge alle Camere da parte del capo dello Stato. La maggioranza ha
previsto alcune modifiche con la revisione del sistema per evitare il rischio
di posizioni dominanti. Rischio, questo, paventato da Ciampi. L’altra novità,
l’inserimento nella modifica del digitale terrestre da parte dell’Autorità
delle Telecomunicazioni. Resta, invece, il divieto di spot per i bambini sotto
i 14 anni e il principio della parità delle condizioni per le forze politiche
nelle trasmissioni di informazione e propaganda. Per la maggioranza di
centro-destra si chiude così una complessa partita, senza pericolosi strascichi
politici in prossimità del voto europeo. Ma l’opposizione polemizza: “la Casa
delle Libertà è coesa solo quando ci sono in ballo gli interessi del premier
Berlusconi”. E il segretario della Federazione Nazionale della Stampa, Serventi
Longhi, parla di “pugnalata definitiva alla democrazia dell’informazione”.
Molti hanno manifestato con il Comitato per la Libertà dell’Informazione a
Piazza Colonna, a due passi da Montecitorio. Dopo il passaggio al Senato
potrebbe esserci un ricorso alle autorità di garanzia e all’Unione Europea, che
hanno più volte espresso perplessità sul provvedimento.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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"Sono
passati 60 anni da una delle tragedie più grandi della città e della storia; 60
anni dopo il dolore è ancora uguale e vivo per i romani e la comunità ebraica”.
Così oggi il sindaco di Roma, Walter Veltroni, al termine della cerimonia per
il sessantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il 24 marzo
1944, per rappresaglia, vennero uccisi 335 italiani, dopo l’attentato
partigiano in Via Rasella a Roma. Fu Hitler in persona a decidere l’entità
della ritorsione, che venne stabilita nell’ordine di uno a dieci: per ogni tedesco,
dieci sarebbero stati gli italiani fucilati. In realtà furono uccisi 335
uomini, cinque in più rispetto alla proporzione stabilita; molti di loro si
trovavano sotto inchiesta di polizia, altri erano stati fermati per motivi
politici o erano in attesa di giudizio, 75 persone erano di fede ebraica. Il
luogo dell’esecuzione, le cave di pozzolana sulla Via Ardeatina, venne, invece,
invece stabilito dal colonnello Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma.
Un terremoto di magnitudo 5,9 sulla scala Richter ha
colpito nella notte la Mongolia, nella parte settentrionale della Cina. Lo
hanno annunciato fonti ufficiali, senza, tuttavia, far riferimento a morti o
feriti. L’epicentro del terremoto è stato individuato a circa 640 chilometri da
Pechino.
La Commissione europea ha formalmente deciso di condannare
Microsoft per abuso di posizione dominante, imponendo al colosso informatico
statunitense una maxi-multa e l’adozione di alcuni rimedi per porre fine alle
violazioni della concorrenza. La Microsoft sarà, quindi, costretta a pagare 497
milioni di euro, la più alta sanzione mai inflitta dall’Antitrust europeo.
L’azienda ha assicurato di ricorrere in appello.
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