RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 70 - Testo della Trasmissione di mercoledì 10 marzo
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
La Santa Sede esprime preoccupazione e tristezza per la notizia dell’arresto in Cina di un vescovo cattolico
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Presentato, ieri a Roma,
il progetto di un nuovo film sulla figura dell’evangelizzatore Matteo Ricci
In vigore da oggi, in
Italia, la legge sulla procreazione medicalmente assistita
Possibile svolta nel processo di pace in Medio
Oriente: il ministro degli Esteri italiano Frattini ha indicato nel 16 marzo
prossimo la data del primo vertice tra il premier israeliano Sharon e quello
palestinese Abu Ala
Gerard Latortue è il nuovo primo ministro
haitiano. L’ex ministro degli Esteri ha assicurato di voler pianificare,
insieme con i cittadini, la rinascita del Paese.
10
marzo 2004
CRISTO AFFRONTA IL MALE SENZA
ESERCITI MA CON LA FORZA DELLO SPIRITO SANTO: E’ QUESTO E’ UN INVITO A NON
LASCIARSI CATTURARE
DALL’ATTRAZIONE DELLA VIOLENZA:
COSI’ IL PAPA ALL’UDIENZA GENERALE
IN AULA PAOLO VI
Cristo affronta il male senza
eserciti ma con la forza dello Spirito e questo è “un invito a non lasciarsi
catturare dall’attrazione della violenza”. E’ la riflessione del Papa espressa
all’udienza generale che, questa mattina in Vaticano, è stata ispirata al Salmo
19. Il servizio di Fausta Speranza:
**********
Tutti i cristiani sono chiamati
a rispondere ad ogni forma di malvagità non scegliendo la violenza ma con la fede,
il perdono, l’offerta di pace. E’ il messaggio del Salmo che Giovanni Paolo II
spiega sottolineando che “esistono le possibilità di venire incontro al
pericolo senza rivolgersi allo scontro bellico”. Il Salmo 19 evoca carri, armi,
cavalli che, avanzando all’orizzonte minacciano l’antico Israele, per poi
raccontare che, “in preda all’angoscia profonda per l’incubo di una guerra”, il
re e il popolo scelgono di non contare sull’esercito ma si fanno scudo della loro “fiducia nel Signore, che si schiera
dalla parte dei deboli, degli oppressi, delle vittime dell’arroganza dei
conquistatori”.
“Il Signore è la sorgente della sicurezza”.
E questo vale per le situazioni
estreme di conflitto ma anche per le piccole o grandi miserie dell’umanità. “La
Parola di Dio – aggiunge il Papa – è
una voce che si adatta ai sentimenti dell’uomo in difficoltà”.
“Il Salmo può diventare un invito a non lasciarsi mai catturare
dall’attrazione della violenza”.
Cristo viene per confrontarsi
con le forze del male senza l’esercito ma con la potenza dello Spirito Santo. E
il Salmo rappresenta “una chiamata affinché gli uomini che si fidano di Dio,
non ricorrano alla violenza nel risolvere i problemi difficili”. Si può vincere
mediante l’amore. Lo afferma il Papa, pregando affinché questo messaggio sia
accolto da tutti i popoli che desiderano la pace nel mondo. Per poi chiedere
che “in questo tempo santo di Quaresima si tenga ben presente la necessità
della nostra conversione nel pensare, nell’amare, nell’agire”.
**********
LA
SANTA SEDE ESPRIME PREOCCUPAZIONE E TRISTEZZA
PER LA NOTIZIA DELL’ARRESTO IN
CINA DI UN VESCOVO CATTOLICO
La
“Santa Sede ha appreso con preoccupazione e tristezza la notizia, trasmessa
dalle agenzie internazionali, dell'arresto in Cina di un vescovo cattolico
nella regione dello Helongjiang”. E' quanto ha detto oggi in una dichiarazione
il direttore della Sala Stampa vaticana Joaquin Navarro Valls. Ancora ignoti i
motivi dell’arresto. Ce ne parla Sergio Centofanti.
**********
“Qualora esistessero capi d'accusa
a carico del vescovo arrestato – ha detto Navarro Valls - dovrebbero essere
resi pubblici, come avviene in ogni Stato di diritto”. “La Santa Sede, da parte
sua - conclude la dichiarazione - non ha alcun motivo di dubitare
dell'innocenza del presule”. Mons. Wei Jing Yi è stato arrestato il 5 marzo
all'aeroporto di Harbin nella Cina nordorientale. Secondo quanto ricostruito
ieri dall'agenzia cattolica AsiaNews, il vescovo era andato all'aeroporto per
accogliere alcuni amici stranieri e all'uscita, al pagamento del pedaggio, é
stato fermato e arrestato. Il presule, 46 anni, è fra i più giovani vescovi
della Chiesa cattolica in Cina. Mons. Wei Jing Yi era stato ordinato nel '95
vescovo di Qiqihar. Di lui sono note la fedeltà al Papa e l'impegno
evangelizzatore. Mons. Wei Jing Yi ha subito già 4 anni di lavori forzati,
nell'87-'89 e nel '90-92. La diocesi di Qiqihar, evangelizzata dai missionari
betlemiti svizzeri agli inizi del '900, conta oggi oltre 50 mila fedeli
cattolici e decine di preti e suore. Secondo AsiaNews, attualmente vi sono
diversi vescovi in prigione o impediti nel loro ministero. Circa 20 sacerdoti
sono in carcere o nei campi di lavoro. Due vescovi di Baoding sono i presuli da
più tempo in prigione e sono scomparsi nelle mani della polizia dal 1996. Ieri
l’agenzia vaticana Fides ha lanciato un appello a pregare per il vescovo
arrestato e perché abbia finalmente termine quella che viene definita “ostinata
persecuzione contro vescovi, sacerdoti e laici, fedeli alla Chiesa universale”.
***********
ALLA PLENARIA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI,
PROPOSTA
L’ISTITUZIONE DI UN SINODO DEI VESCOVI
CHE
STUDI IL RAPPORTO TRA CHIESA E MASS MEDIA
- A
cura di Alessandro De Carolis -
La Chiesa vuole ripensare il proprio rapporto con i mass
media. E’ quanto sta emergendo dai lavori del Pontificio Consiglio delle
Comunicazioni sociali, in questi giorni riunito in plenaria a 40 anni dal
decreto conciliare dell’Inter Mirifica. Dopo l’esortazione rivolta ieri
da Giovanni Paolo II al dicastero vaticano per un rinnovato impegno di
animazione umana e spirituale dei media, questa mattina l’arcivescovo di
Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, ha lanciato la proposta - salutata
dall’applauso dell’assemblea - di un Sinodo dei vescovi sulle comunicazioni
sociali. I lavori della plenaria, che si protrarranno fino al 12 marzo, sono
anche un’occasione per fare il punto sulle sfide che la comunicazione
ecclesiale pone rispetto agli attuali scenari sociali e politici del Pianeta.
Ne è convinto mons. Peter Fleetwood, segretario aggiunto presso il Consiglio
delle Conferenze episcopali d’Europa, che si sofferma, al microfono di Giovanni
Peduto, sull’imminente cambio epocale del continente che guarda a est:
**********
R. – Le sfide sono enormi. Io vedo tre campi in cui vorrei
dividere le sfide: in politica, nell’unità interna della Chiesa cattolica,
nell’unità con gli altri cristiani. Se penso alla politica, le difficoltà con
la Costituzione europea dimostrano quanto sia ancora difficile comprenderci e
raggiungere un certo livello di unità pratica e pragmatica. Non voglio essere
pessimista, ma non bisogna nemmeno evitare i veri problemi. Cercare l’unità
vuol dire capire la natura dell’Europa comunitaria, che avrà dieci nuovi Stati
dal primo maggio di quest’anno. La Comunità Europea sarà una realtà molto più
grande nel continente. Ma non dobbiamo dimenticare gli altri Paesi che
rimangono fuori. Al Ccee cerchiamo, a livello ecclesiale, di assicurarci che
questi Paesi non si sentano come una sorta di “cugini poveri”. Per quanto
riguarda l’unità all’interno della Chiesa cattolica, personalmente sto vivendo
una cosa molto speciale nella mia vita. Sono inglese, ho vissuto tanti anni
anche a Roma e adesso vivo da un anno in Svizzera, che ha una situazione
ecclesiale del tutto diversa. Sto imparando cose utili, che mi fanno
comprendere come la Chiesa debba sempre inculturarsi e ciò vuol dire anzitutto
rispettare le varie culture. Per quanto riguarda invece il problema dell’unione
con gli altri cristiani, vedo dei segni di speranza nei rapporti con il Patriarcato
di Mosca, anche se rimangono ancora molte incomprensioni da ambedue i lati. Da
parte nostra, ritengo che forse dovremmo chiarire le nostre posizioni, cercando
un modo di ripresentarle, di parlare un altro linguaggio che sia più chiaro e
di più grande aiuto per i nostri fratelli ortodossi.
Dall’Europa all’America Latina: il continente con il più
alto numero di cattolici al cui interno, in cinque secoli di cristianesimo, le
priorità della Chiesa restano sostanzialmente. Lo conferma il cardinale Nicolás
de Jesus López Rodriguez, arcivescovo di Santo Domingo, intervistato da
Giovanni Peduto:
R. – Come sempre, dall’inizio – 500 anni fa – la grande sfida per la
Chiesa è l’evangelizzazione dei nostri popoli: ma una evangelizzazione, come ha
detto tante volte il Santo Padre, che è fortemente collegata alla promozione
umana della gente. Questa è una realtà: c’è una grande differenza tra settori
diversi dell’America Latina, tra quelli che sono benestanti e altri che sono
molto poveri. Ecco perché io credo che la Chiesa debba raccogliere la sfida di
predicare il Vangelo, proclamare la Parola di Gesù, ma anche di lottare molto
perché i nostri popoli siano educati meglio e sia favorita la loro promozione
umana.
La
sfida della comunicazione non va solamente raccolta nel presente, ma deve
essere impostata anche per il futuro e per questo va considerata come un
problema “giovane”. Il vescovo Renato Boccardo, segretario del Pontificio
Consiglio delle
Comunicazioni sociali, al microfono di Giovanni Peduto, suggerisce un punto
d’approccio:
R. - Io penso che la gioventù aspetti una parola forte che
presenti e richiami la verità, cioè quei valori di fondo per i quali vale la
pena impegnare la propria vita. I mezzi di comunicazione - quelli che sono più
direttamente legati alla Chiesa come espressione della sua missione
evangelizzatrice, ma anche gli altri mezzi di comunicazione - credo siano
chiamati a rendere proprio questo servizio: trasmettere la verità oggi così
difficile da riconoscere, da ritrovare, eppure così necessaria per la vita.
Dire ai giovani ciò che è vero e presentare ragioni forti che possano giustificare
e sostenere una scelta di vita e un impegno.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Il ragguaglio sulla situazione
in Iraq apre la prima pagina: nuovi episodi di violenza hanno insanguinato,
nelle ultime ore, il tormentato territorio.
Nelle vaticane, la catechesi e
la cronaca dell'udienza generale.
Il Cardinale Angelo Sodano in
visita al Gran Maestro dell'Ordine di Malta.
Una pagina dedicata alle
Lettere quaresimali dei Vescovi italiani.
Nelle estere, Medio Oriente:
Sharon porta avanti tra le difficoltà il piano di disimpegno dai Territori;
critiche dalla maggioranza, dai servizi segreti e dall'esercito.
Nella pagina culturale, in
forte evidenza un articolo di Gaetano Vallini dal titolo “Il ‘cuore ferito’ di Lilly Jahn” lo struggente
epistolario di una vittima della follia nazista.
Nelle pagine italiane, in
rilievo il tema delle pensioni.
=======ooo=======
10
marzo 2004
IL TRIBUNALE SPECIALE DELL’ONU
PER LA SIERRA LEONE
DA OGGI INDAGA SUI CRIMINI DI GUERRA
COMMESSI NEL PAESE AFRICANO NEGLI ANNI ‘90
- Intervista con Laura Guercio di Amnesty
International -
Assicurare
alla giustizia i principali autori di gravi violazioni del diritto umanitario
internazionale in Sierra Leone. E’ il compito del Tribunale speciale inaugurato
oggi a Freetown, alla presenza del capo di Stato sierraleonese Ahmad Tejan
Kabbah, e incaricato di verificare e giudicare i crimini di guerra commessi nel
Paese africano durante il sanguinoso conflitto civile che, tra il 1991 e il
2001, ha causato almeno 200mila vittime. Principali imputati: i ribelli del
Fronte unito rivoluzionario (Ruf), armati e finanziati - sostengono le
principali organizzazioni di difesa dei diritti umani - dall’ex presidente
liberiano Charles Taylor. Proprio sulle prerogative di questa Corte, voluta
dalle Nazioni Unite, Giada Aquilino ha sentito Laura Guercio, coordinatrice per
la Sierra Leone della sezione italiana di Amnesty International:
**********
R. – E’ un Tribunale molto particolare. È stato istituito
il 14 agosto 2000 con una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite, la numero 1315. In base a tale documento, il segretario generale
dell’Onu è stato incaricato di negoziare un accordo con il governo della Sierra
Leone per la creazione di una Corte speciale indipendente, al fine di
perseguire coloro che si erano resi responsabili di crimini contro l’umanità,
crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani. E’ particolare
perché è un Tribunale che è costituto in parte da giudici internazionali, in
parte da giudici sierraleonesi.
D. – Che competenze ha la Corte e su cosa dovrà
pronunciarsi?
R. – Sui crimini che sono stati commessi dopo il 1996. Ma
questo termine è uno dei due punti che desta forti perplessità, sia da parte di
Amnesty International, sia da parte di altre organizzazioni internazionali. In
problema è che in base alla pace di Lomé, del 1999, è stata dichiarata
l’amnistia generale per i reati che erano stati commessi durante la guerra
civile.
D. - Quindi tra il 1991 e il 2001…
R. – Esatto. Ed è stata prevista una competenza del
Tribunale speciale internazionale per perseguire i reati commessi
successivamente a quella data. Altro problema che desta preoccupazione è il
dibattuto articolo 72 delle regole di procedura della Corte speciale: tale
articolo nega la possibilità di appello.
D. – Le organizzazioni internazionali chiedono di
processare anche l’ex presidente liberiano Charles Taylor, accusato di avere
armato i ribelli sierraleonesi del Ruf. Sarebbe possibile, anche se all’epoca
era un capo di Stato?
R. – Secondo l’attuale legislazione internazionale, non
deve più esistere una sorta di impunità nei confronti di nessuno, sia che si
tratti di un capo di Stato sia che si tratti di un semplice cittadino. Quindi,
Amnesty auspica che Charles Taylor venga condotto dinanzi alla Corte speciale
della Sierra Leone: lui attualmente si trova in Nigeria e in questo momento
usufruisce di una sorta di ‘asilo’ riconosciutogli dalle autorità di Abuja.
**********
APERTO
IERI A BELGRADO IL PROCESSO PER LA STRAGE DI VUKOVAR NEL 1991
-
Intervista con Stjepan Bagaric -
Si è
aperto ieri a Belgrado, di fronte alla Corte speciale per i crimini di guerra,
il processo contro i presunti mandanti della strage di Vukovar, la città croata
teatro di uno degli episodi più scioccanti del feroce conflitto serbo-croato.
Sei ex militari serbi devono rispondere dell’uccisione di oltre 200 civili,
avvenuta alla fine del’91, dopo tre mesi di assedio. Il ricordo del massacro
rimane ancora vivo, come ci conferma la toccante testimonianza di Stjepan
Bagaric, consigliere dell’ambasciata croata presso la Santa Sede.
**********
R. – La cosa più commovente è stata, quando i serbi hanno
conquistato Vukovar, vedere queste file immense di cittadini, per la maggior
parte croati, condotti dai militari in mezzo ai cadaveri da una parte all’altra
di Vukovar. Un esercito orgoglioso ed un popolo vinto. Impressionanti sono
stati anche i padri francescani e il vescovo, che si sono occupati di tutti gli
abitanti senza distinzione.
D. – Tra l’altro i serbi non risparmiarono neanche
l’ospedale?
R. – No, non risparmiarono né l’ospedale, né i feriti, né
il convento francescano e la Chiesa francescana, né la sinagoga, né il museo
principale con la galleria, totalmente distrutto. Ed anche tutte le croci lungo
le vie furono distrutte.
D. – Dal ’95 al ’98 Vukovar è stata amministrata dalle
Nazioni Unite. Che cosa è riuscito a fare l’Onu?
R. – La presenza dell’Onu ha portato ad un’integrazione
del territorio alla Croazia. Ed i cittadini croati, espulsi da questa città,
sono tornati quasi tutti a Vukovar, che ora si sta ricostruendo piano piano.
D. – Un processo che si apre a 14 anni di distanza riapre
solo le ferite o può servire?
R. – Noi speriamo che questo processo sia utile. E’
necessario che il governo prima jugoslavo, oggi serbo, ed i cittadini serbi,
capiscano che cosa hanno fatto senza necessità. Questa guerra, questa
occupazione, non era necessaria. Era possibile trattare, attenersi alla
Costituzione jugoslava, per la quale tutte le Repubbliche potevano separarsi
volendo.
D. – E’ il primo processo del Tribunale penale
internazionale a Belgrado, come chiesto dal premier serbo Kostunica. Voi siete
d’accordo o avete più fiducia nell’Aja?
R. – Penso sia meglio che tutti i processi si svolgano
all’Aja. Spero anche che la Corte di Belgrado faccia qualcosa, ma ho dei dubbi.
Kostunica ha detto espressamente che il suo governo non vuole collaborare con
l’Aja.
**********
L’IMPEGNO DELLA DIOCESI DI ROMA PER LA FAMIGLIA
-
Intervista con mons. Paolo Schiavon -
La Diocesi di Roma ha posto al centro della sua pastorale
l’impegno per la famiglia. Il Papa più volte anche recentemente ha ricordato
alla comunità ecclesiale e politica la necessità di dare un maggiore sostegno
alla realtà familiare che vive tempi difficili. Alle autorità civili il
Pontefice ha chiesto “una più organica politica a favore della famiglia”. Ma
cosa sta facendo la Chiesa? E qual è la situazione oggi delle famiglie? Maria
Di Maggio lo ha chiesto a mons. Paolo Schiavon, vescovo ausiliare di Roma sud.
**********
R. – La famiglia oggi ha tanti aspetti
positivi. Pensiamo alla personalizzazione della scelta del matrimonio, la premura
per l’educazione e abilitazione professionale dei figli, la stessa coincidenza
di amore e matrimonio. Ha però tante difficoltà, perché lasciata a se stessa,
in una cultura che certamente non facilita l’identità familiare, non facilita
la stabilità della vita di coppia prima di tutto nei fattori più ricorrenti:
impreparazione alla vita a due; l’amore ridotto tante volte ad attrazione; la
dispersione che la vita di coppia ha, vivendo praticamente la maggior parte
della giornata fuori. Pensiamo anche al concetto materialistico di felicità che
si pensa di trovare nell’avere più che nell’essere. Pensiamo anche al rapporto
di coppia vissuto verso il “sé” che non nella costruzione di un “noi”.
D. – Come può la Chiesa aiutare le
famiglie nelle loro difficoltà?
R. – Certamente è impegnata prima
di tutto ad aiutare le famiglie a recuperare la propria identità di famiglia
cristiana. Quindi, a sottolineare l’identità, la spiritualità nella famiglia.
E’ chiamata ancora ad aiutare i genitori ad essere loro i trasmettitori dei
valori della fede, aiutarli a vivere la bellezza del matrimonio cristiano,
aiutare anche i genitori, le famiglie, a diventare soggetto pastorale, non
soltanto oggetto di attenzione della parrocchia nei confronti delle famiglie,
ma anche loro partecipi di questo cammino che la parrocchia fa nei confronti
dei figli propri, ma anche all’esterno nei confronti delle altre famiglie,
cominciando evidentemente dalle famiglie che sono più vicine, fino ad arrivare
a quelle anche più lontane con più problemi e difficoltà.
D. – Quindi che cosa si può fare
per una concreta evangelizzazione all’interno delle famiglie?
R. – Prima di tutto occorre
annunciare il Vangelo dell’amore e della carità, che, in fondo, è il Vangelo
delle famiglie. Aiutare la famiglia a recuperare le grandi risorse che ha come
famiglia stessa, di condivisione, di partecipazione, di solidarietà, di amore e
di dono, che se non si vivono poi diventa difficile poter reggere di fronte
agli urti e alle difficoltà. Poi aiutare le famiglie a sviluppare le relazioni
amicali tra di loro, che possono anche concretizzarsi in un’avventura
articolata di responsabilità condivise, di solidarietà anche vissute, che costituiscono
il tessuto di una vera comunità umana e cristiana.
**********
PRESENTATA
IERI A ROMA DAL FONDO ITALIANO PER L’AMBIENTE LA GIORNATA FAI
DI
PRIMAVERA, PREVISTA I PROSSIMI 20 E 21 MARZO
-
Intervista con Marco Magnifico e Pippo Baudo -
“La
Rivoluzione della bellezza. Scene di occupazione culturale”. E’ questo il tema
della XII edizione della Giornata Fai di primavera, che prevede, i prossimi 20
e 21 marzo, l’apertura gratuita di oltre 390 monumenti in più di 190 città italiane.
La Giornata è stata presentata ieri a Roma nella suggestiva cornice del Palazzo
Sant’Agostino, dal Fondo italiano per l’ambiente (Fai), una fondazione privata
senza scopo di lucro nata nel 1975 con l’obiettivo di recuperare, tutelare e gestire
testimonianze irripetibili dello straordinario patrimonio artistico
dell’Italia. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
**********
Il
Palazzo Lantieri a Gorizia, i teatri storici dell’Emilia Romagna, il museo
napoleonico a Roma ed il sistema delle fortificazioni di Agrigento. Sono questi
alcuni dei monumenti che si potranno visitare gratuitamente in occasione della
Giornata Fai di primavera grazie all’impegno di oltre 4000 volontari. Su questo
eccezionale itinerario artistico proposto dal Fai ascoltiamo il direttore generale
della fondazione, Marco Magnifico:
R. – I monumenti che si potranno visitare vanno da Tirano
a Modica, Scicli e Agrigento; tutta l’Italia sarà coinvolta in questa grandiosa
festa in cui i volontari del Fai, con un lavoro straordinario di grande civiltà
e di grande impegno sociale, apriranno per tutti gli italiani alcuni monumenti
normalmente chiusi al pubblico. Per dirne uno: il Forte sullo Stretto di
Messina costruito dall’imperatore Carlo V nel 1500 e mai varcato nella sua
storia da un piede civile.
D. –
Testimone di eccezione della Giornata Fai è il presentatore televisivo, Pippo
Baudo, al quale abbiamo chiesto il significato della sua partecipazione a questa
iniziativa:
R. – Significa avere un impegno morale insieme a tanti
altri che in maniera autonoma e del tutto gratuita si impegnano per presentare
questi monumenti italiani, queste bellezze che noi abbiamo, che non vanno
dimenticate; significa essere cittadini, nel senso di amare il proprio Paese.
D. – Nel complesso rapporto tra mezzi di informazione e
cultura, qual è lo spazio dell’arte in televisione?
R. – Lo spazio dell’arte è importantissimo, ma l’arte è
sempre più deficiente in televisione, nel senso che manca. Oggi si fa uno
spettacolo che spesso è degradante, offensivo, uno spettacolo in cui il
buongusto non esiste più e soprattutto non si trasmettono dei principi, dei
valori, delle idee.
Nelle precedenti edizioni della Giornata di
primavera sono stati aperti al pubblico quasi 3000 monumenti che, a partire dal
1992, sono stati visitati da almeno 2 milioni 700 mila persone. Per avere
maggiori informazioni sull’iniziativa di quest’anno, si può consultare il sito
internet www.fondoambiente.it
**********
=======ooo=======
10
marzo 2004
“LA
TERRA SANTA HA BISOGNO DI PELLEGRINI PIU’ CHE MAI”. E’ L’APPELLO
LANCIATO DAL PATRIARCA DI GERUSALEMME, MICHEL
SABBAH,
DALLA
GROTTA DELLA NATIVITA’ A BETLEMME
BETLEMME.
= “La Terra Santa ha bisogno di pellegrini più che mai”. A lanciare questo
appello, lunedì scorso, il Patriarca latino di Gerusalemme, Michel Sabbah,
dalla grotta della Natività, a Betlemme, mentre accendeva la Fiaccola di San Benedetto,
patrono d’Europa. Mons. Sabbah ha rilevato come “in un clima di grande tensione
e violenze in tanti abbiano paura di venire in Terra Santa, ma è proprio in
questo momento che abbiamo bisogno di ricevere conforto”. “Molti si aspettano –
ha affermato il patriarca, richiamando tutte le confessioni religiose – che
qualcuno cali dall’alto la soluzione del conflitto arabo-israeliano. Ma sono le
Chiese di tutto il mondo che, promuovendo azioni molto più concertate,
potrebbero raggiungere quei risultati, che le forze politiche non riescono ad
ottenere”. Già nel suo messaggio in occasione della Quaresima, mons. Sabbah
aveva sottolineato l’importanza di annunciare la pace “in una terra dove i
responsabili sembrano agire come se facessero piani di una guerra permanente e
non di una pace definitiva”. “Privare un popolo della sua libertà e della sua
terra – aveva ammonito - è un’oppressione che nessuna coscienza può accettare.
Così anche l’uccidere gli innocenti per protestare contro l’oppressione è un
fatto che nessuna coscienza può ammettere”. In merito, infine, alla visita che
la delegazione a seguito della Fiaccola di San Benedetto sta facendo in questi
giorni nei luoghi santi, mons. Sabbah ha commentato che essa “ha acceso una
nuova speranza”. “Da tempo infatti Betlemme, come ha notato anche il custode
della Basilica della Natività, padre Ibrahim Faltas, non ricordava un momento
così significativo, d’incoraggiamento, di conforto e di aiuto per tutti i
cristiani di questa terra tanto martoriata”.
(D.G.)
PRESENTATO, IERI A ROMA, IL PROGETTO DI UN NUOVO
FILM SULLA FIGURA DELL’EVANGELIZZATORE MATTEO RICCI. LA PELLICOLA, PRODOTTA
DALLA “FONDAZIONE MARIO CECCHI GORI”, SARA’
GIRATA INTERAMENTE
IN CINA E SARA’ DIRETTA DA PASQUALE SQUITIERI
E DA FOLCO QUILICI
ROMA. =
Entro l’anno verrà realizzato un film sul padre gesuita Matteo Ricci, matematico,
astronomo ed evangelizzatore, che tra il 1500 e il 1600 fu uno dei primi
occidentali a penetrare in Cina. Regista della pellicola, che la “Fondazione Mario
Cecchi Gori” intende girare interamente nella Repubblica Popolare Cinese, sarà
Pasquale Squitieri. A coadiuvarlo il cineasta ed etnologo, Folco Quilici, il
quale già in passato si è occupato di questo religioso, morto a Pechino nel
1610 a 58 anni, dopo aver trascorso 28 anni in Cina. Il progetto è stato
presentato ieri a Roma, alla presenza del produttore Vittorio Cecchi Gori. Con
un budget che non supererà i cinque milioni di euro, il lungometraggio non sarà
un kolossal, ma neppure – tiene a precisare Quilici – un semplice documentario.
Il testo è stato scritto dal padre gesuita Giovanni Marchesi, una delle firme
più prestigiose del periodico “Civiltà Cattolica” e studioso di Ricci da 20
anni. Padre Marchesi ha sottolineato come il religioso attraverso il suo
mappamondo allargò ai cinesi la conoscenza del Pianeta, “noto fino alla sola
Asia orientale” e spiegò loro in cinese “l’insegnamento originario di
Confucio”. In Cina, oggi, ha sottolineato ancora il padre gesuita, nelle scuole
di ogni ordine e grado questa figura è conosciuta come Omero da noi”. Dal canto
suo, il cardinale francese Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio
della Cultura, ha tratto spunto proprio dall’attualità dell’ evangelizzatore
che “si fece cinese tra i cinesi” per rimarcare l’importanza dell’incontro tra
culture d’Occidente e d’Oriente nel nostro mondo globalizzato. “Risentiamo il
bisogno – ha osservato il porporato – di rivivere quel sogno di amicizia con il
popolo cinese”. (D.G.)
LA
CESSAZIONE DELL’OFFENSIVA MILITARE E LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI
TRA I
PUNTI CARDINE DEL PROTOCOLLO D’INTESA PRESENTATO, NEI GIORNI SCORSI,
A BOGOTA’, DALLA COMMISSIONE CATTOLICA PER IL
DIALOGO
CON LE
FORZE ARMATE RIVOLUZIONARIE COLOMBIANE
BOGOTA’.
= Presentato, nei giorni scorsi, dalla Commissione cattolica per il dialogo con
le Farc (Forze armate rivoluzionarie colombiane) il quinto protocollo d’intesa
che propone, tra l’altro, il “cessate-il-fuoco” e il ritorno dei combattenti
nei Paesi d’origine. Il documento è stato elaborato dal vescovo di Tunja, mons.
Luigi Augusto Catro Quiroga, e dal segretario generale della Commissione per la
conciliazione nazionale, padre Dario Echeverri. Il testo, intitolato “Intesa
con obiettivi umanitari tra Governo e Farc”, si articola in quattro punti
fondamentali: la liberazione degli ostaggi ancora in mano ai guerriglieri; la
scarcerazione dei ribelli; l’impegno dei combattenti, una volta deposte le armi,
a non tornare alla lotta armata o alla delinquenza; la possibilità per gli
stessi di ritornare alle proprie terre d’origine. Dal canto suo, l’esecutivo
s’impegnerà, anche a livello giuridico, a facilitare lo svolgimento delle
operazioni. Gli esponenti della Chiesa colombiana hanno incontrato due volte i
vertici delle Farc. L’ultima risale allo scorso 26 dicembre, giorno in cui
mons. Castro Quiroga e padre Echeverri elaborarono una prima bozza d’intesa.
Intanto, il numero due dei guerriglieri, Raul Reyes, ha assicurato, ieri, che
Ingrid Betancourt, ex candidata dei Verdi alle elezioni presidenziali
colombiane e in mano ai ribelli dal 23 febbraio 2002, è “viva e sta bene”. Così
come gli altri settanta ostaggi. In merito, infine, all’offerta del presidente
Jacques Chirac di accogliere in Francia alcuni ribelli delle Farc in cambio
della liberazione di tutti gli ostaggi, Reyes ha precisato che questa non sarà
immediata. (D.G.)
GRAVE
MALNUTRIZIONE INFANTILE NELLA REGIONE SUDANESE DEL DARFUR,
DA UN ANNO TEATRO DI UNA VIOLENTA GUERRA
CIVILE. A DENUNCIARLO, OGGI,
IN UN
COMUNICATO, L’ORGANIZZAZIONE UMANITARIA “MEDICI SENZA FRONTIERE”
NAIROBI.
= Nella regione sudanese del Darfur, dove da un anno è in corso una violenta
guerra civile, c’è un’allarmante malnutrizione infantile. È la denuncia
dell’organizzazione non governativa, “Medici senza frontiere” in un comunicato
diffuso oggi a Nairobi, in Kenja. Nella sola città di Garsilla, nel Darfur
occidentale, sugli oltre 4900 bambini vaccinati nei giorni scorsi contro il
morbillo, 111 sono stati riscontrati gravemente malnutriti e 348 moderatamente
malnutriti. D’altronde Garsilla, come tutti i centri urbani, è stata investita
dall’ondata dei profughi interni, che fuggono dai loro villaggi assaltati dalle
truppe governative e da quelle dei miliziani arabi loro alleati. La città in
questione contava 4.500 abitanti, ai quali attualmente si sono aggiunti 18.000
disperati, accampati in condizioni igienico-sanitarie molto precarie. Nella
medesima condizione versano i centri di Deleig, che da 5.000 residenti è
passata a 22.000, ed Um Ker nella quale si sono rifugiati 13.000 disperati,
aggiuntisi ai 5.000 abitanti. E via di questo passo, in un processo per ora
inarrestabile. Si calcola che, finora, il conflitto abbia causato almeno
tremila vittime, in gran parte civili. Inoltre i profughi interni sono più di 700.000 ed altri 140.000 hanno
trovato rifugio nel confinante Ciad. Scarsi - sottolinea Msf - gli aiuti
internazionali; mentre il Comitato
Internazionale della Croce Rossa aveva accusato nei giorni scorsi il governo di
Khartoum di aver bloccato i canali attraverso i quali dovrebbero giungere i
soccorsi. (D.G.)
IN VIGORE DA OGGI, IN ITALIA, LA LEGGE SULLA
PROCREAZIONE MEDICALMENTE
ASSISTITA. DIVIETO DELLA FECONDAZIONE
ARTIFICIALE ETEROLOGA,
DELLA
SPERIMENTAZIONE E DELLA CLONAZIONE DEGLI EMBRIONI
TRA I
PUNTI CARDINE DEL PROVVEDIMENTO
ROMA. =
Divieto della fecondazione artificiale eterologa, cioè esterna alla coppia;
della sperimentazione e della clonazione degli embrioni; consentite le tecniche
di fecondazione assistita solo per risolvere problemi di sterilità e in assenza
di altri metodi terapeutici efficaci. Questi alcuni punti della legge sulla
procreazione medicalmente assistita, in vigore da oggi in Italia. Il provvedimento, approvato dalla Camera dei deputati lo scorso 10
febbraio, assicura, inoltre, il diritto alla vita del concepito. I bambini nati
dall’applicazione di queste tecniche saranno figli legittimi della coppia.
Quest’ultima dovrà essere costantemente informata sulle tecniche e sulle varie
fasi della loro applicazione, in modo da consentire una scelta consapevole. Una
volta che l’ovulo è fecondato deve essere impiantato entro sette giorni e non è
possibile alcun ripensamento. Vietato produrre più di tre embrioni per volta,
ovvero il numero necessario ad un unico e contemporaneo impianto. È prevista
l’adottabilità degli embrioni congelati di cui non si conoscano i genitori biologici
o dei quali non sia stato chiesto l’impianto da almeno tre anni. Gli interventi
di procreazione potranno essere eseguiti solo in strutture pubbliche o private
autorizzate dalle Regioni e iscritte in un apposito registro dell’Istituto
Superiore di Sanità. In caso di violazione di queste norme, è prevista una
serie di sanzioni amministrative, civili e penali con multe oscillanti da
200.000 a 1milione di Euro oppure con la reclusione da un minimo di 3 mesi a un
massimo di 20 anni. (D.G.)
=======ooo=======
10
marzo 2004
- A cura di Barbara Castelli -
Potrebbero
incontrarsi il prossimo 16 marzo il premier palestinese, Abu Ala, e quello
israeliano, Ariel Sharon. Lo ha detto stamani il ministro degli Esteri
italiano, Franco Frattini, che ha anche sottolineato il ruolo fondamentale
nella mediazione del presidente egiziano, Hosni Mubarak. Il servizio di Barbara
Castelli:
**********
Improvvisa
accelerazione nei preparativi per il primo vertice fra il premier israeliano,
Ariel Sharon, e quello palestinese, Abu Ala, che dopo diversi rinvii potrebbe
svolgersi il prossimo 16 marzo. L’indicazione è stata fornita dal ministro
degli Esteri italiano, Franco Frattini, dopo un colloquio al Cairo con il
presidente egiziano, Hosni Mubarak. Frattini ha, inoltre, auspicato che il
colloquio tra i due premier rappresenti l’inizio di un vero e proprio negoziato,
che esamini punto per punto i capitoli della ‘Road map’, l’itinerario di pace
tracciato da Stati Uniti, Unione Europea, Onu e Russia e che prevede la
creazione dello Stato palestinese entro il 2005. Mubarak, intanto, incontrerà
domani il capo della diplomazia israeliana, Silvan Shalom, che oggi ha reso
omaggio al nuovo “approccio più costruttivo” dell’Egitto. Gli ultimi dettagli e
l’agenda del vertice Sharon-Abu Ala dovrebbero essere definiti domenica,
durante un’ultima riunione preparatoria dei capi di gabinetto dei due premier.
In attesa di questo incontro, le due parti non hanno confermano per ora la data
del vertice.
**********
Non si spezza la spirale di
violenza in Iraq. Due civili americani e il loro interprete sono stati uccisi
ieri sera ad un falso posto di blocco, nei pressi della capitale Baghdad;
mentre stamani una bomba esplosa a Baquba, vicino ai locali di un gruppo
sciita, ha causato il ferimento di almeno 4 persone. A Nassiriya ieri si sono
verificati sanguinosi scontri, che hanno coinvolto i militari italiani. Un
carabiniere è rimasto ferito, ma le sue condizioni di salute non sono critiche.
In Italia, intanto, continua il confronto tra maggioranza e opposizione sulla
partecipazione italiana alla missione in Iraq. La Camera ha ripreso le
votazioni sugli emendamenti dell’opposizione al decreto che proroga la
partecipazione all’operazione “Antica Babilonia”, già approvato dal Senato.
La Libia ha sottoscritto a Vienna, presso la sede
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), il Protocollo di
salvaguardia aggiuntivo al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp). Il
Consiglio dei governatori dell’Aiea, intanto, ha approvato una risoluzione
nella quale loda Tripoli per avere smantellato il suo programma di ricerche
nucleari militari segrete. Il documento, comunque, chiede che la vicenda venga
sottoposta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
L’Iran, invece, ha minacciato di interrompere la
collaborazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica se questa non
smetterà di esercitare pressioni sotto l’influenza degli Stati Uniti. Le accuse
di Teheran non hanno risparmiato neppure i Paesi dell’Unione Europea.
“Voglio unire tutti i cittadini
per partecipare alla costruzione di una nuova Haiti”. Lo ha annunciato ieri
Gerard Latortue, nuovo primo ministro del Paese caraibico. Intanto, il deposto
capo di Stato, Jean-Bertrand Aristide, esiliato nella Repubblica Centroafricana,
continua a negare di aver abbandonato il potere e accusa la Francia di averlo
letteralmente sequestrato. Oggi Latortue riceverà l’incarico ufficiale da parte
del presidente ad interim Alexandre. Il servizio di Maurizio Salvi:
**********
La designazione ha permesso a questo ex ministro degli
Esteri ed ex funzionario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo
Sviluppo Industriale di prevalere su due candidati di Francia e Stati Uniti nel
Consiglio dei Saggi di Haiti. Adesso, insieme con il Consiglio, Gerard Latortue
lavorerà alla costituzione di un nuovo governo e alla realizzazione di elezioni
anticipate. Un compito che al momento sembra arduo, se si tiene conto del caos
persistente nella capitale e in altre zone del Paese e della presenza di
numerose bande armate. La forza di pace formata da Stati Uniti, Canada, Francia
e Cile cerca di fermare le fazioni in lotta. Un comando di marines ha ucciso un
altro haitiano, un tassista che nella notte fra lunedì e martedì non si è
fermato a un posto di blocco. In tutto questo, l’ex presidente Jean Bertrand
Aristide ripete di essere stato sequestrato e insiste nel considerarsi ancora
il presidente del Paese, appoggiato in questo dall’Unione Africana e dalla
Comunità delle piccole Repubbliche dei Caraibi.
Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.
**********
L’autopsia di Abu Abbas, il
responsabile del dirottamento della nave da crociera italiana ‘Achille Lauro’
nel 1985 morto ieri in una prigione americana in Iraq, sarà condotta da un
medico legale della Marina statunitense. Lo ha annunciato un responsabile della
coalizione. Secondo le prime indicazioni, il capo del Fronte per la liberazione
della Palestina (Flp) è morto per cause naturali. Non sono della stessa opinione,
invece, i membri dell’Flp.
La Turchia ha accusato i greco-ciprioti di non voler
raggiungere un accordo sulla riunificazione dell’isola, forti del loro prossimo
ingresso nell’Unione Europea. Pronta la replica del neo ministro degli esteri
greco, Petros Molyviatis. “La questione riguardante Cipro - ha detto - è
prioritaria, ma va affrontata sulla base della proposta elaborata dall’ONU, che
ha permesso la ripresa dei colloqui e deve essere considerata vincolante”. E proprio
sul piano delle Nazioni Unite di riunificazione dell’isola, si svolgerà il 20
aprile prossimo un referendum.
Morti e feriti oggi nel Kashmir
indiano: in un tentativo di rapimento sono rimaste uccise quattro persone e
ferite altre 42; mentre in un assalto a un edificio governativo sono morti due
separatisti islamici. L’India, che reprime ogni tentativo secessionista, ha
accusato spesso il vicino Pakistan di alimentare questi moti, armando i gruppi
islamici.
Il senatore democratico del Massachusetts, John Kerry, si
è imposto ieri nelle primarie democratiche nel Sud-Est degli Stati Uniti: in
Florida, in Mississippi, in Louisiana e in Texas. Con questi ultimi successi,
scontati, Kerry dovrebbe garantirsi la nomination democratica alla Convention
di Boston a fine luglio.
“Disarmare l’Iraq - La ricerca
delle armi di distruzione di massa”. E’ il titolo del libro di Hans Blix, l’ex
ispettore capo delle Nazioni Unite per la lotta alle armi di sterminio. Il
volume è stato presentato ieri negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Svezia.
Da Stoccolma, Vincenzo Lanza:
**********
Inizialmente, lo stesso Hans Blix credeva nella
possibilità di scoprire in Iraq le armi di distruzione di massa. Dopo ripetute
e accurate ispezioni ha compreso invece che la missione affidata a lui e ai
suoi collaboratori dalle Nazioni Unite si avviava verso il fallimento. Nel suo
libro, Hans Blix non ha certo opinioni positive sui servizi segreti britannici
e americani, che hanno con molta probabilità influito sulle decisioni di
intervenire con le armi in Iraq. A proposito delle intercettazioni telefoniche,
alle quali Blix ed i suoi ispettori erano soggetti, lo svedese si chiede perché
gli anglo-americani non abbiano, invece, fatto tesoro di quanto andavano
ascoltando. Con questo suo libro Blix non definisce soltanto una caccia alle
streghe l’intervento armato anglo-americano, ma mette in evidenza la propria
soddisfazione di esporre la sua versione, la sua giustificazione per la
posizione critica e di cautela assunta un anno fa nei confronti delle
ipotizzate armi di distruzione di massa, che il presidente statunitense, George
Bush, e il premier britannico, Tony Blair, ritenevano fossero in mano a Saddam
Hussein.
Per la Radio Vaticana, Vincenzo Lanza.
**********
L’attuale presidente del Rwanda
ed ex leader dei ribelli del Fronte patriottico rwandese (Fpr), Paul Kagame,
sarebbe il mandante dell’attentato contro l’aereo dell’allora capo di Stato,
Juvenal Habyarimana. Lo sostiene un rapporto della “Divisione nazionale
antiterrorismo” della polizia giudiziaria francese. Il 6 aprile di dieci anni
fa, missili aria-terra colpirono e distrussero il ‘Falcon 50’, sul quale
viaggiavano, oltre al presidente del Rwanda, il suo omologo burundese, Cyprien
Ntaryamira, e alti responsabili dei due Paesi.
Il ciclone Gafilo ha seminato morte e distruzione in Madagascar.
Secondo quanto riferiscono fonti dell’Agenzia Misna, la forza dei venti, che
hanno raggiunto i 300 chilometri orari, ha provocato almeno 700 dispersi e
spazzato via migliaia di case. A questo scenario drammatico va aggiunta la vicenda
del traghetto comoriano con 113 passeggeri, da ieri disperso nella baia
di Mahajanga, nel nord-ovest del Madagascar. L’ultimo bilancio ufficiale parla
di 23 morti, 25 dispersi e 16 feriti.
Sciopero generale in Italia il 26 marzo prossimo contro la
riforma delle pensioni. Lo ha proclamato stamani l’assemblea dei delegati di
Cgil, Cisl e Uil. L’astensione dal lavoro sarà di quattro ore. I sindacati
protesteranno non solo per le pensioni ma anche contro la politica economica
del governo. Lo sciopero per la scuola interesserà, invece, l’intera giornata.
=======ooo=======