RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 67 - Testo della Trasmissione di lunedì 1 marzo 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La libertà, tra i temi di riflessione del  secondo giorno di esercizi spirituali della Curia romana alla presenza del Papa. Le meditazioni affidate a mons. Bruno Forte

 

La Congregazione per le Chiese orientali ricorda le necessità della Chiesa in Terra Santa e chiede  l’impegno della preghiera e della solidarietà concreta.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

L’8 per mille non aiuta solo la Chiesa italiana, ma contribuisce allo sviluppo dei Paesi più poveri: la risposta dei missionari alle dichiarazioni polemiche di Bossi che fanno discutere il mondo politico italiano: con noi  padre Gottardo Pasqualetti

 

Fa riflettere l’appello del Papa ieri ad una gara di solidarietà nei confronti dei più piccoli, in particolare in questo tempo di Quaresima: ai nostri microfoni, Giovanni Bollea, tra i massimi esperti di neuropsichiatria infantile

 

Una trentina di testi mariani scritti da religiosi di diversi Ordini, raccolti nel volume “Fons Lucis

 

Miscellanea di studi in onore del prof. Ermanno Toniolo: intervista con padre Toniolo

 

Nella notte degli Oscar il trionfo annunciato  de “Il Signore degli Anelli”.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il diritto alla terra agli indigeni in Brasile rappresenta una garanzia fondamentale per un futuro di pace: così il cardinale Agnelo, visitando lo Stato di Roraima, teatro a gennaio di violenti scontri.

 

Rinnovato ieri in Sudan il cessate il fuoco tra il governo di Khartoum e i ribelli. Continuano, intanto, i negoziati per un accordo di pace globale.

 

La Papua indonesiana sogna il dialogo. Organizzato dai leader religiosi un incontro con i capi politici per i 149 anni di evangelizazione della regione.

 

Si riaccende la violenza in Kashmir. a rischio il dialogo tra governo indiano e indipendentisti.

 

Il governo della Namibia intende lanciare una nuova riforma agraria. Al centro dell’iniziativa la distribuzione della terra alla popolazione locale.

 

“Dacci in nostro pane quotidiano. oggi”: è lo slogan che accompagna l’iniziativa di solidarietà ‘Misereor’, promossa dai vescovi tedeschi in tempo di Quaresima. La fame nel mondo al centro dell’edizione 2004.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Ad  Haiti, dopo la fuga di Aristide, i ribelli hanno il controllo di Port-au-Prince

 

In Iraq elezioni generali e dirette non oltre gennaio 2005, secondo la nuova Costituzione temporanea, approvata oggi

 

Continuano le incursioni israeliane nella striscia di Gaza.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

1 marzo 2004

 

 

SECONDO GIORNO DI ESERCIZI SPIRITUALI

 DELLA CURIA ROMANA ALLA PRESENZA DEL PAPA

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

Nella luminosa cappella “Redemptoris Mater”, alla quale si accede dalla seconda Loggia del palazzo Vaticano, sono iniziati ieri, sul tema “Seguendo te, luce della vita”, gli esercizi spirituali della Curia Romana alla presenza del Papa. L’incarico è stato affidato quest’anno al teologo Bruno Forte, docente di teologia dogmatica alla Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale. Sui temi affrontati nella predicazione di questa mattina, ci riferisce Amedeo Lomonaco:

 

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Mons. Bruno Forte ha sviluppato oggi il tema della meditazione “Chiamati a libertà. Gesù, una storia di libertà”.

 

“Nella vita di Gesù, come in ogni vicenda veramente umana, c’è anzitutto la libertà esercitata e le scelte che orientano in maniera decisiva tutta la vita. E’ quella che si chiama l’opzione fondamentale, il senso della vita. E poi, ci sono il livello della libertà situata: la scelta dell’istante. Ma l’insieme delle scelte della libertà situata produce lo stile di vita di una persona”.

 

Ma c’è stata, nella vita di Gesù, una opzione fondamentale e quale è stato lo stile di vita di Gesù? Ascoltiamo ancora il teologo:

 

“L’opzione fondamentale di Gesù si lascia cogliere in tutto il suo agire. Gesù ci fa capire che nessuno è così libero come chi è libero dalla propria libertà. La causa della vita di Gesù è Dio, il Suo Regno. E questo ci fa capire anche qual è lo stile di vita di Gesù. Lo stile di vita di Gesù è stato quello della sua povertà e la libertà radicale, la fiducia incondizionata nel Padre, segno di un amore intenso per la vita e di un fidarsi completamente, perdutamente di Dio”.

 

Il Papa assiste alle prediche non visto dai partecipanti, per un uso di discrezione reciproca, dall’oratorio di San Lorenzo, che si apre sul lato destro della cappella Redemptoris Mater. L’istituzione degli esercizi spirituali dell’Avvento e della Quaresima si deve, nel 1929, a Papa Pio XI, convinto ammiratore e seguace spirituale di Sant’Ignazio di Loyola. Tra una predica e l’altra i prelati si aggirano con semplicità, in meditazione e preghiera, alcuni nelle contigue sale dell’appartamento delle udienze, altri lungo i bracci della Loggia, che appare nell’occasione quasi un mistico chiostro.

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Nato nel 1949 a Napoli, ordinato sacerdote nel 1973, dottore in teologia nel 1973 e in filosofia nel 1977, mons. Bruno Forte ha trascorso lunghi periodi di ricerca a Tübingen e a Parigi. E’ stato il primo relatore al convegno della Chiesa Italiana a Loreto (1985) e all’assemblea delle Chiese Europee a Erfurt (1988). E’ inoltre consultore del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani.

 

 

NELLA LETTERA DI INIZIO QUARESIMA AI VESCOVI, LA CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI RICORDA LE NECESSITA’ DELLA CHIESA IN TERRA SANTA E CHIEDE

L’IMPEGNO DELLA PREGHIERA E DELLA SOLIDARIETA’ CONCRETA

 

    Come da tradizione, ad inizio Quaresima, la Congregazione per le Chiese Orientali ha inviato una lettera ai vescovi ricordando le necessità della Chiesa in Terra Santa. Il cardinale Ignace Moussa Daoud, Patriarca emerito di Antiochia dei Siri e prefetto della Congregazione, ricorda che “giungono quotidianamente tristi notizie sulla delicata situazione sociale, politica ed economica di quella regione” e che “sono numerosi i cristiani che lasciano il loro Paese per cercare un’altra dimora dove si possa vivere in pace e dignità”.

 

Il porporato rivolge dunque un appello chiedendo l’impegno della preghiera e della solidarietà concreta e lo fa ricordando le parole rivolte di recente da Giovanni Paolo II ai membri della Roaco, la Riunione Opere Aiuto alle Chiese Orientali: “La Terra Santa – aveva affermato il Pontefice in tale occasione – continua ad essere teatro di conflitti e violenze e le comunità cattoliche in essa presenti soffrono e hanno bisogno di essere sostenute e aiutate in molte loro urgenze”.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

"Urge il generoso impegno della comunità internazionale per l'amato popolo haitiano": apre la prima pagina l'appello di Giovanni Paolo II - all'Angelus - di fronte alle preoccupanti e dolore notizie giunte da Haiti.

Sempre in prima, il ragguaglio sugli ultimi sviluppi della situazione nell'isola caraibica.

 

Nelle vaticane, il titolo alla meditazione mariana di domenica è "Quaresima con i bambini, spesso vittime innocenti della malvagità degli uomini".

Il dettagliato resoconto dell'incontro di Giovanni Paolo II - sabato pomeriggio - con quattro comunità parrocchiali romane;

il titolo all'omelia del Santo Padre - nella Concelebrazione Eucaristica presieduta nell'Aula Paolo VI - è "Fate delle vostre parrocchie degli autentici edifici spirituali che poggiano sulla pietra angolare che è Cristo".

Il Messaggio del Papa per la XIX Giornata Mondiale della Gioventù.

Un articolo sull'inaugurazione - presieduta dal Cardinale Angelo Sodano - del centro "Santa Maria della Provvidenza", a Casal del Marmo.

 

Nelle estere, la Croce Rossa si felicita per gli sviluppi positivi del Trattato di Ottawa sulle mine antiuomo, in vigore dal primo marzo del 1999.

Iraq: il Consiglio del Governo provvisorio iracheno raggiunge l'accordo sulla Costituzione provvisoria.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica "Incontri", il critico letterario e teatrale Giorgio Pullini intervistato da Franco Lanza.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

1 marzo 2004

 

 

LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO ITALIANO E DEI MISSIONARI

ALLE DICHIARAZIONI DI BOSSI SULL’8 PER MILLE

- Intervista con padre Gottardo Pasqualetti -

 

In Italia fervono le polemiche dopo il nuovo attacco alla Chiesa di Umberto Bossi, ministro delle Riforme e leader della Lega. Durissime le reazioni anche all’interno della maggioranza. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha sottolineato, oggi, come non sia mai stata avanzata dalla Casa delle Libertà nessuna ipotesi di abolire l’8 per mille. Ascoltiamo il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Prima le polemiche del quotidiano leghista “La Padania” sulle frasi in dialetto romanesco rivolte dal Papa ai parroci della capitale, poi l’attacco di Bossi alla Chiesa, con la richiesta di toglierle l’8 per mille. Il leader leghista usa al solito un linguaggio forte, colorito e forse non casuale a poche settimane dalle elezioni europee e amministrative nelle quali il “carroccio” correrà da solo e, soprattutto, alla vigilia del voto in Parlamento sulle riforme. E il solco nella maggioranza si allarga. Per il segretario Udc, Follini, il problema non è sottrarre risorse alla Chiesa, ma restituire il senno a Bossi. Il vice premier, Fini, afferma che il leader leghista ha superato il limite della decenza e conclude con un messaggio a Berlusconi: “deve trarre le conseguenze prima che sia troppo tardi”. Ma il centro sinistra insorge e con Mastella chiede alla maggioranza atti concreti contro il ministro delle riforme.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Non si fa attendere, intanto, la risposta dei missionari. L’8 per mille – precisano – non aiuta solo la Chiesa italiana, ma contribuisce anche allo sviluppo dei Paesi più poveri. A padre Gottardo Pasqualetti, missionario della Consolata e membro del Comitato Cei per gli aiuti al terzo mondo, Andrea Sarubbi ha chiesto quali sarebbero le conseguenze di un’abolizione dell’8 per mille:

 

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R. – Se si toglie l’8 per mille non si tolgono soltanto gli aiuti alla Chiesa italiana, ma si toglie gran parte della fetta di aiuti a Paesi che sono in estrema necessità, ad esempio il Mozambico, la Zambia, un po’ tutta l’Africa e poi anche l’Asia. Siamo subissati da domande che vengono dall’India, dove in alcuni posti si fa una certa discriminazione con i cristiani. Ma se non ci sono i mezzi, a chi ricorrono? In più, la Conferenza episcopale italiana interviene quando ci sono delle grandi emergenze, terremoti, inondazioni, disastri internazionali, per dare aiuto in queste situazioni mondiali di gravi necessità.

 

D. – I missionari, tra l’altro, hanno denunciato che le offerte dalle altre parti del mondo stanno diminuendo… E’ vero?

 

R. – Sì, nel senso che, ad esempio la “Misereor” ed altri organismi tedeschi tempo addietro davano molto di più. L’America Latina si sosteneva molto con queste offerte della Germania. L’Italia in questo momento sta giocando un gioco importante e lo sta giocando proprio con questa risorsa. Questo, a livello italiano – ed io me ne sono spesso lamentato – non si sa. Molti non sanno che una grossa fetta di questo 8 per mille va per progetti non di pastorale, ma progetti di promozione, di formazione, di educazione, per elevare il livello della gente attraverso l’istruzione, attraverso piccole imprese, attraverso aziende agricole e soprattutto – come ho già detto – per la formazione.

 

D. – Onestamente, la preoccupano le parole di Bossi?

 

R. – A me non fa impressione Bossi, però il “barile” è quello che è: se è metà, ne attingeremo metà, se si deve raschiare, si raschia e se non c’è non si può dare. Quindi, si toglie la possibilità di aiutare lo sviluppo dei Paesi del mondo e quindi di creare quella fraternità che crea la comunione e toglie tante lotte che ci sono al giorno d’oggi, proprio perché provocate dalle disuguaglianze e dalle ingiustizie.

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FA RIFLETTERE L’APPELLO DEL PAPA IERI AD UNA GARA DI SOLIDARIETA’

NEI CONFRONTI DEI PIU’ PICCOLI, IN PARTICOLARE IN QUESTO TEMPO DI QUARESIMA:

INTERVISTA CON IL PROF. GIOVANNI BOLLEA,

TRA I MASSIMI ESPERTI DI NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

 

Ieri, nella prima domenica di quaresima, il Papa ha ricordato la sua scelta di dedicare la riflessione di questo speciale periodo liturgico in particolare ai bambini, “non di rado vittime innocenti della malvagità degli uomini”. Giovanni Paolo II ha espresso l’auspicio che “questo tempo si trasformi in una generosa gara di solidarietà verso i piccoli, specialmente quelli in più gravi pericoli e difficoltà”. Per una riflessione a partire dall’appello del Papa, A.V. ha intervistato Giovanni Bollea, primo presidente della Società italiana di neuropsichiatria infantile (Sinpi), chiamato a ricoprire i più prestigiosi incarichi della specialità in campo internazionale.

 

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R. – Ho letto questo messaggio del Papa. Si può dire che ripete il Vangelo con le stesse frasi, come veramente il rappresentante del Cristo: “Chiunque accoglie un bambino o un povero o un disgraziato in nome mio, è come se accogliesse me”. Abbiamo bisogno, in questo momento, che tutti pensino ai bambini. Abbiamo troppe guerre, troppe uccisioni... 20, 30 Stati che sono in guerra, in Africa, in Asia, ovunque! Abbiamo milioni di bambini che soffrono. Milioni, milioni e milioni di bambini che per ragioni economiche non possono nemmeno essere curati dall’Aids; milioni e milioni di bambini sfruttati - come dice il Papa stesso nel messaggio - in tutte le maniere: nel lavoro o con il furto di organi, e cose più terribili ...

 

D. – Che cosa significa accogliere un bambino? Accoglierlo nella sua realtà psicologica, nella sua fragilità ma anche nelle sue potenzialità ...

 

R. – Educare è esempio e guida. Educare è capire di cosa ha bisogno il bambino e come si può giocare con il bambino. Attraverso il tuo gioco, la tua manipolazione, i tuoi discorsi tu non soltanto dai degli input importanti, ma tiri fuori il loro pensiero ... Dai tre ai sei anni è bello guardare il bambino fisso negli occhi e vedere la sua intelligenza che cresce, che acquista poco a poco il concetto, la possibilità di dialogare con gli uomini e di acquisire l’input di tutto il mondo esterno. Quindi lei, volontariamente o involontariamente, crea il suo mondo, crea la sua possibilità di svolgere intellettivamente la conoscenza e in questo modo ha formato l’uomo. Quindi, il potere formativo che l’educatore ha sui bambini, che ha il padre, che ha la madre, che ha il maestro, che ha l’educatore a qualsiasi livello su un bambino significa sviluppare attraverso l’esempio, attraverso il colloquio e il dare, la creatività e le potenzialità intellettive ed educative di questi bambini. Questo è uno dei mestieri più belli, più stupendi e a volte più pesanti.

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UNA TRENTINA DI TESTI MARIANI SCRITTI DA RELIGIOSI DI DIVERSI ORDINI

SONO RACCOLTI NEL VOLUME “FONS LUCIS – MISCELLANEA DI STUDI IN ONORE

DEL PROF. ERMANNO TONIOLO”, PROMOSSO DALLA PONTIFICIA FACOLTA’ TEOLOGICA MARIANUM DI ROMA E PRESENTATO NEI GIORNI SCORSI

- Intervista con padre Ermanno Toniolo -

 

Una trentina di testi mariani scritti da religiosi di diversi ordini e congregazioni: è il contenuto del volume intitolato “Fons Lucis – Miscellanea di studi in onore del prof. Ermanno Toniolo”, curato da padre Ignazio Calabuig, insieme con suor Ornella Di Angelo e la professoressa Rosa Barbieri. E’ stata la Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma a promuovere l’iniziativa del libro, che raccoglie contributi di  serviti, francescani, gesuiti, carmelitani, salesiani e anche alcuni laici. Dell’impegno degli Ordini religiosi nella ricerca, didattica e pastorale mariana, ci parla, nell’intervista di Giovanni Peduto, padre Ermanno Toniolo cui è stato dedicato il volume:

 

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R. – Si può dire che quasi tutti gli ordini religiosi, specialmente i più recenti, sono nati ispirandosi a Maria e ponendosi fiduciosi sotto il suo patrocinio. Ma certamente alcuni in particolare  si impegnano ad approfondire la sua conoscenza nella didattica e nella catechesi. I maggiori esponenti della mariologia e promotori della pietà mariana appartengono a Ordini e Congregazioni ben note nella Chiesa: ricordo i Francescani minori, i Francescani Conventuali, i Servi di Maria, i Salesiani, i Monfortani, i Marianisti e altre Associazioni moderne e contemporanee. Una Facoltà interamente Mariana è sorta a Roma, affidata ai Servi di Maria. C’è poi una Pontificia Accademia Mariana Internazionale, tenuta dai Francescani, e molti centri mariologici in diverse parti del mondo. Edizioni di libri, di riviste, di bollettini e di sussidi mariani si moltiplicano, nel cuore degli Istituto religiosi e dei loro santuari. Biblioteche interamente mariologiche e mariane sono a Roma, in America e altrove. Si può giustamente affermare che è punto d’onore di queste istituzioni a carattere mariano diffondere la conoscenza e promuovere fortemente tra il popolo il culto alla Madre di Dio.

 

D. – Cosa dice Maria al popolo di Dio in particolare  in questa quaresima?

 

R. – Vorrei indicare solo due piste: la sequela di Cristo e l’amore misericordioso verso il prossimo. La sequela di Cristo, cammino che ci conduce pian piano, con la grazia di Dio e la nostra risposta personale, a diventare sempre più suoi discepoli e testimoni, è stata vissuta in modo esemplare e perfetto dalla Vergine Maria, Madre e discepola del Signore. Il suo lungo cammino di fede e di fedeltà, che l’ha associata indissolubilmente all’opera redentrice del Figlio, rimane per tutti e sempre il modello inarrivabile di come si segua Gesù, portando dietro a lui la propria croce e condividendo con lui il mistero della salvezza umana voluta dal Padre. Maria è la compagna generosa, l’associata al Figlio con la donazione totale di se stessa, in ogni istante della vita ma soprattutto nell’evento della Croce, dove stette, unita al Figlio nel sacrificio, nel dolore, nell’ultimo sì alla sua morte, perché noi avessimo la vita. E la carità misericordiosa, che intesse tutta la sua esistenza. Si manifesta dalla narrazione evangelica del suo viaggio per visitare Elisabetta e portarle il conforto e l’aiuto della sua presenza e del suo servizio, e a Cana, dove, mossa da misericordia, si interessò anche del vino che venne a mancare alle nozze, inducendo il Figlio a mutare l’acqua in vino, per la gioia degli sposi e la fede della Chiesa nascente. L’itinerario quaresimale non può che ispirarsi a Maria.

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NELLA NOTTE DEGLI OSCAR, TRIONFA “IL SIGNORE DEGLI ANELLI”.

ALL’ULTIMO ATTO DELLA TRILOGIA TOLKIENIANA VANNO 11 STATUETTE.

SUCCESSO PER SEAN PENN E TIM ROBBINS, INTERPRETI DI “MYSTIC RIVER”

- Intervista con Andrea Piersanti -

 

Nella notte degli Oscar, brilla la stella de “Il Signore degli Anelli”. Il film diretto da Peter Jackson ha conquistato 11 statuette eguagliando il record di “Ben Hur” e “Titanic”. Le avventure di Frodo e del Gollum hanno dunque sbaragliato agguerriti avversari come “Master and Commander” e “Cold Mountain”. Sulla cerimonia al “Kodak Theatre” di Los Angeles, il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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(Musica)

 

“Il Ritorno del Re”, terzo ed ultimo episodio della trilogia adattata dai libri di Tolkien, ha vinto in tutte le categorie in cui era stato nominato: da quella per miglior film dell’anno a quella per la miglior regia con Peter Jackson. Gli altri nominati, però, avevano a disposizione l’Oscar come miglior attore protagonista, andato a Sean Penn con “Mystic River”; quello come miglior attrice protagonista, andato a Charlize Theron per la sua interpretazione di “Monster”; quello per miglior attore non protagonista, vinto da Tim Robbins sempre con “Mystic River”; quello per migliore attrice non protagonista andato a Renee Zellweger con il film sulla guerra civile americana “Cold Mountain”. Sofia Coppola, la figlia di Francis Ford Coppola che ha diretto “Lost in Translation” e che era la prima donna americana nominata come miglior regista, si è consolata con la statuetta per la sceneggiatura originale, imitando così John e Angelica Huston, che erano stati la prima coppia di padre e figlia premiati con l’Oscar. Il riconoscimento come miglior film straniero è andato al Canada con “The Barbarian Invasions”, mentre il popolarissimo “Finding Nemo” ha vinto come miglior film animato. Nella categoria dei documentari è stato premiato “The fog of war”, che parla del Vietnam e che, secondo il regista, ha ricordato all’America il nuovo conflitto in corso in Iraq.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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La 76.ma edizione degli Oscar è stata dunque contrassegnata dal risultato straordinario de “Il Signore degli Anelli”, già ribattezzato “Signore degli Oscar” grazie al suo bottino di 11 statuette. Un successo meritato. Ne è convinto Andrea Piersanti, presidente dell’Istituto Luce e direttore della Rivista “Il Cinematografo”, intervistato da Alessandro Gisotti:

 

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R. – Dal punto di vista cinematografico è un film realizzato in modo straordinario. E nonostante sia la terza puntata della serie, la sceneggiatura è ancora molto tesa, avvincente, in grado di tenere inchiodato il pubblico alla poltrona.

 

D. – Al di là degli Oscar conquistati, come spiega lo straordinario successo di pubblico del film ispirato al capolavoro di Tolkien?

 

R. – Secondo me, per capire questo successo dobbiamo legarlo all’altro grande e straordinario successo di pubblico per un film che correrà agli Oscar il prossimo anno che è “The Passion” di Mel Gibson. Entrambi questi film, anche se in modo completamente diverso, identificano il bene e il male. Li identificano come due entità contrapposte, senza esitazione, senza tentazione da relativismo culturale. E questo in qualche modo è evidentemente, per fortuna, la nuova tendenza del pubblico cinematografico in America e, speriamo, anche nel mondo.

 

D. – L’Oscar per il miglior attore protagonista è andato a Sean Penn, quello di miglior attore non protagonista a Tim Robbins, entrambi interpreti del film “Mystic River” di Clint Eastwood. E’ dunque questo il film con il più alto tasso di qualità sotto il profilo della recitazione?

 

R. – Clint Eastwood ha girato nella sua carriera un film straordinario che è “Gli spietati”. Questo film lo ricorda per certi versi, per gli argomenti trattati. Paradossalmente si inserisce nel clima politico nazionale degli Stati Uniti d’America, perché parla di giustizia “fai da te” e di sensi di colpa per operazioni di questo tipo.

 

D. – Si può dire che “Master and Commander”, l’epopea con Russell Crowe protagonista, è stato il vero sconfitto di questa edizione degli Oscar?

 

R. – Sì, gli hanno dato questo premio per gli effetti sonori… ma è un film stupefacente dal punto di vista della realizzazione degli effetti speciali. Sono effetti veramente mozzafiato. Certo è un tipo di “cinema da lunapark”. Quest’anno gli Oscar sembrano aver privilegiato un momento di riflessione.

 

D. – Nell’edizione di quest’anno si può trovare un filo comune nell’assegnazione delle prestigiose statuette?

 

R. – E’ come se, dopo anni di relativismo, di politicamente corretto a tutti i costi, il cinema americano abbia deciso in qualche modo di riscoprire semplici verità e, cioè, che il male esiste, che sta da una parte e che deve essere combattuto. Questo sembra essere il segno più eclatante di queste 11 statuette date a “Il Signore degli Anelli”, che fa il paio con il successo travolgente che sta avendo in questi giorni nelle sale americane il film di Mel Gibson, “The Passion of the Christ”.

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CHIESA E SOCIETA’

1 marzo 2004

 

IL DIRITTO ALLA TERRA DEGLI INDIGENI IN BRASILE RAPPRESENTA UNA GARANZIA FONDAMENTALE PER UN FUTURO DI PACE: COSI’ IL CARDINALE AGNELO, VISITANDO LO STATO DI RORAIMA, TEATRO A GENNAIO DI VIOLENTI SCONTRI

 

BRASILIA. = “E’ fondamentale garantire agli indigeni il diritto alla terra”. Si è pronunciato così il cardinale Geraldo Majella Agnelo, presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), visitando lo Stato di Roraima. Proprio in questa area del Paese a gennaio una violenta manifestazione anti-indigena ha colpito ancora una volta i missionari che sostengono i popoli nativi, facendo slittare l’attesa firma del decreto di assegnazione definitiva dei 1.651.300 ettari di territorio di Raposa agli indios Macuxi, Wapixana, Ingarikó, Patamona e Taurepang, che vi risiedono. “Non possiamo non esprimerci in questo momento così importante per la storia del nostro Paese - ha detto il porporato – perché il decreto potrebbe costituire la garanzia di un futuro di pace e di vita dignitosa per i più di 15 mila indigeni che la abitano”. Oltre a condannare fermamente le violenze, il cardinale Agnelo ha chiesto che “questi crimini siano giudicati e i colpevoli puniti”. I vescovi brasiliani - ha aggiunto - “desiderano ardentemente che anche le questioni relative alle altre terre indigene, a Roraima come in tutto il Paese, siano risolte in breve tempo, affinché il Brasile possa essere orgoglioso di consolidare la sua democrazia nella pluralità etnica e culturale che lo caratterizza”. (B.C.)

 

 

RINNOVATO IERI IN SUDAN IL CESSATE IL FUOCO TRA IL GOVERNO DI KHARTOUM E I RIBELLI. CONTINUANO, INTANTO, I NEGOZIATI PER UN ACCORDO DI PACE GLOBALE

 

KHARTOUM. = Passi avanti nel processo di pace in Sudan. Il governo di Khartoum e i ribelli dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan hanno rinnovato ieri, fino alla fine di marzo, il cessate il fuoco sottoscritto lo scorso anno. La tregua, che prevede la cessazione delle ostilità in tutte le aree del Paese con il mantenimento delle posizioni e l’impegno a non intraprendere alcun attacco nei confronti della popolazione civile, rientra nel “Memorandum di intesa”. Sono ripresi, intanto, i colloqui in corso a Naivasha che dovrebbero portare alla tanto attesa firma di un accordo di pace globale. Nelle scorse settimane è stata raggiunta un’importante intesa sull’equa spartizione dei proventi petroliferi tra il governo e i secessionisti. Sembrerebbe superato anche l’ostacolo relativo allo ‘status’ di almeno due delle tre regioni centrali del Sudan, contese tra il nord islamico e il sud a prevalenza animista e cristiana. Gli ultimi nodi che restano da sciogliere, dunque, sono quelli relativi al problema della provincia dell’Abyei, su cui entrambe le parti rivendicano la propria influenza, e della divisione degli incarichi politici nel nuovo governo di transizione. (B.C.)

 

 

LA PAPUA INDONESIANA SOGNA IL DIALOGO.

ORGANIZZATO DAI LEADER RELIGIOSI UN INCONTRO CON I CAPI POLITICI

PER I 149 ANNI DI EVANGELIZZAZIONE DELLA REGIONE.

 

JAYAPURA. = Nonostante la continua tensione che regna nella Papua indonesiana (ex Irian Jaya), i leader religiosi non hanno perso la forza di costruire e promuovere un dialogo di pace e collaborazione. I leader cristiani, musulmani, buddisti e indù hanno organizzato recentemente un incontro con i capi civili, militari e politici, per festeggiare i 149 anni di evangelizzazione della Papua. Nel corso della celebrazione, alla quale hanno partecipato migliaia di persone, i leader religiosi hanno ribadito l’impegno comune di voler educare le rispettive comunità al dialogo e alla riconciliazione. “È un forte segnale per quanti cercano ancora una via violenta - ha sottolineato uno tra gli organizzatori dell’incontro, mons. Leo Laba Ladjar - speriamo davvero che il nostro impegno comune sia riconosciuto da tutte le parti coinvolte: dalla gente, dai movimenti di lotta, dai leader politici”. Nel 2003 in Papua si sono verificati disordini per la decisione del governo centrale indonesiano di suddividere ulteriormente la regione in province. Ad accrescere la tensione c’è stata anche la decisione del parlamento di applicare nell’area la legge di emergenza civile. Si susseguono, inoltre, episodi di violenza da parte dei militari indonesiani. (F.C.)

 

 

SI RIACCENDE LA VIOLENZA IN KASHMIR.

A RISCHIO IL DIALOGO TRA GOVERNO INDIANO E INDIPENDENTISTI

 

SRINAGAR. = E’ in bilico il dialogo tra la Conferenza Hurriyat di tutti i partiti (Aphc), la principale alleanza indipendentista del Kashmir, e il governo indiano. A far precipitare la situazione, secondo gli indipendentisti, sarebbero gli abusi commessi dalle forze di sicurezza indiane, ultimo dei quali il tentativo di arrestare il presidente della coalizione, Abbas Ansari. I dialoghi, inoltre, si tengono in un clima acceso dal susseguirsi degli scontri nella regione. Nel distretto centrale del Bugdam è stato ucciso stamani Abdul Rashid, uno dei leader dell’organizzazione estremista filopakistana “Hizbul Mujahedin”; mentre a Srinagar si registrano violenti scontri tra manifestanti musulmani e forze dell’ordine indiane. 100 persone arrestate e venti feriti il bilancio delle violenze. (P.C)

 

 

IL GOVERNO DELLA NAMIBIA INTENDE LANCIARE UNA NUOVA RIFORMA AGRARIA.

 AL CENTRO DELL’INIZIATIVA LA DISTRIBUZIONE DELLA TERRA

ALLA POPOLAZIONE LOCALE

 

WINDHOEK.= Il primo ministro namibiano, Theo Ben Gurirab, ha annunciato la possibilità di lanciare un programma che prevede la redistribuzione delle terre confiscate ai possidenti bianchi. Una riforma agraria in linea con l’esempio dello Zimbabwe ha sottolineato il premier “in un clima ordinato e pacifico”. Negli ultimi tempi il governo ha acquistato la terra da quei possidenti che hanno deciso di metterla in vendita per consegnarla a circa 240 mila persone che attendono da anni di essere sistemate. L’espropriazione della terra sarà introdotta per accelerare il processo di riforma nel Paese. Nel suo discorso, Gurirab, non ha fornito maggiori particolari sul numero delle fattorie espropriabili e su quando il programma potrebbe iniziare, si è solo limitato a sottolineare che i proprietari saranno ricompensati onestamente. Dal 1990, anno dell’indipendenza della Namibia, il programma di riforma agraria del governo ha portato all’acquisizione di 118 aziende agricole. Attualmente, circa 4 mila proprietari terrieri, la maggior parte bianchi, detengono almeno la metà della terra coltivabile nel Paese .(F.C)

 

 

“DACCI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO. OGGI”: E’ LO SLOGAN DELL’INIZIATIVA DI SOLIDARIETA’ ‘MISEREOR’, PROMOSSA DAI VESCOVI TEDESCHI IN TEMPO DI QUARESIMA. LA FAME NEL MONDO AL CENTRO DELL’EDIZIONE 2004

 

BAMBERG. = Inaugurata ieri in Germania la Campagna di solidarietà 2004 di “Misereor”, l’opera caritativa dei vescovi tedeschi. In coincidenza con la prima domenica di Quaresima, l’arcivescovo di Bamberg (Baviera), mons. Ludwig Schick, ha dato il via alla 46.esima iniziativa, che ha per tema “Dacci il nostro pane quotidiano. Oggi.” Ogni anno, nel tempo della Quaresima, Misereor invita i fedeli alla solidarietà con i poveri e gli oppressi in tutto il mondo. Nel 2004 l’intenzione è stata posta sulla situazione della fame nel mondo: Misereor vuole soprattutto sottolineare la distribuzione ingiusta dei beni del creato. Con una specifica campagna per bambini e adolescenti, anche i più giovani sono invitati poi alla riflessione sul tema della fame nel mondo: corse di solidarietà, pranzo quaresimale e vari workshops organizzati dall’opera caritativa vogliono invitare al comune impegno per la giustizia. (B.C.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

1 marzo 2004

 

- A cura di Giada Aquilino -

 

 

Ore cruciali ad Haiti, il giorno dopo la fuga del presidente Aristide, accusato dall’opposizione di essere la causa dei gravi problemi economici che attanagliano l’isola. I ribelli armati, che per tre settimane si sono opposti al capo di Stato, hanno ormai preso il controllo di Port-au-Prince. Il nostro servizio:

 

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Jean Bertrand Aristide è da stamani a Bangui, nella Repubblica Centrafricana. Dopo essere fuggito da Haiti a seguito di settimane di violenze tra i suoi fedelissimi e le milizie armate schierate con l’opposizione e per le pressioni della comunità internazionale, l’ex presidente dell’isola caraibica potrebbe a breve riparare in Sudafrica. Le autorità di Città del Capo negano di aver ricevuto alcuna richiesta di asilo politico, anche se si dicono pronte ad accogliere l’ex capo di Stato. Aristide intanto, parlando alla radio nazionale di Bangui, ha accusato i ribelli haitiani di aver ''abbattuto l'albero della pace'' sull’isola, non fornendo ulteriori dettagli sul proprio futuro. Il Paese più povero d’America - sotto la guida temporanea del capo della Corte suprema, Boniface Alexandre, subentrato ad Aristide - attende ora il contingente internazionale di pace, il cui invio è stato deciso ieri all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per un periodo di tre mesi. Sull’isola comunque i primi marines statunitensi, arrivati nelle ultime ore, si sono già schierati all'aeroporto internazionale di Port-au-Prince. Allo scalo haitiano sono giunti in mattinata anche i primi 50 uomini inviati dalla Francia, ex potenza coloniale nel Paese caraibico. In precedenza all’aeroporto avevano preso posizione pure truppe speciali canadesi. La situazione ad Haiti rimane però caotica e i saccheggi continuano, dopo che ieri violenti disordini seguiti alla partenza di Aristide avevano provocato almeno dieci vittime.

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Dopo l’uscita di scena di Aristide, dunque, Haiti si trova ora a dover affrontare la sfida della normalizzazione. Da Port-au-Prince, Barbara Schiavulli:

 

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In sole 24 ore la storia di questo piccolo Paese dei Caraibi è cambiata. Una giornata da ricordare quella di ieri, in un posto che resta uno dei più poveri al mondo, dei più analfabeti e dei più violenti. Le “chimere” - la banda armata che fino a ieri mattina ha devastato Port-au-Prince uccidendo, bruciando e saccheggiando - si sono volatilizzate, tornando ad essere quello che erano, cioè un gruppo di delinquenti comuni. “Provvederemo perché la nostra società e i nostri bambini non debbano più sapere cosa significhi vivere in una dittatura”, ha detto commosso Andre Apaid, il leader dell’opposizione politica che in questo momento ha una grande responsabilità davanti alla propria gente e alla comunità internazionale. Ora non resta che vedere cosa ne sarà dei ribelli una volta deposte le armi, se lo faranno come hanno promesso e soprattutto che ne sarà dei sostenitori del presidente, in un Paese dove spesso i conti si regolano con la vendetta.

 

Barbara Schiavulli, da Port-au-Prince, per Radio Vaticana.

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Ha lanciato una sfida al presidente statunitense Bush, sulla longevità del rispettivo mandato presidenziale, il capo di Stato venezuelano Hugo Chavez, apparso ieri a Caracas di fronte ad una folla di centinaia di migliaia di suoi sostenitori. I fedelissimi di Chavez si sono ritrovati al Giardino Botanico della capitale per una manifestazione contro l'ingerenza americana negli affari venezuelani. Nelle ore precedenti, a Caracas e in altre città del Paese, specie a Barcelona e Maracaibo, si erano verificati violenti scontri - con un bilancio di due morti - tra sostenitori del presidente e anti-chavisti, che reclamano un referendum per allontanare dal potere il capo di Stato.

 

Elezioni generali e dirette non oltre il 31 gennaio 2005. Lo prevede la nuova Costituzione temporanea dell'Iraq, approvata oggi all'alba a Baghdad, dopo estenuanti trattative dei 25 membri del Consiglio di governo provvisorio. La 'Legge Amministrativa Fondamentale Transitoria' - così si chiama la nuova Costituzione - prevede la struttura di un’assemblea nazionale provvisoria, eletta a suffragio diretto. Nel testo - che sarà sottoscritto mercoledì - ''l'Islam sarà una fonte'' di diritto.

 

Continuano in Medio Oriente, le operazioni israeliane a caccia di terroristi palestinesi. In questo quadro, i militari dello Stato ebraico hanno compiuto stanotte un’incursione nel campo profughi di Rafah, nella Striscia di Gaza. Il ministro per la Sicurezza interna, Tzahi Hanegbi, ha intanto comunicato che attorno a Gerusalemme la “barriera di sicurezza”, in costruzione tra Israele e Cisgiordania, sarà completata per la fine del 2004. Proprio sul muro di separazione ieri era intervenuta la Corte suprema israeliana. Sentiamo Graziano Motta:

 

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La Corte ha disposto la sospensione dei lavori per una settimana su un tronco di 42 km a nord-ovest di Gerusalemme, chiedendo che si verifichi la possibilità di modificarne il tracciato. Quello attuale, secondo il ricorso dei rappresentanti di otto villaggi palestinesi interessati, complicherebbe la vita di 30 mila persone che verrebbero tagliate fuori in particolare dalla città di Ramallah, per raggiungere la quale impiegherebbero almeno tre ore mentre oggi bastano 5 minuti di auto. All’appello si sono uniti circa 30 israeliani, secondo i quali la barriera di sicurezza in quel tratto è superflua e creerebbe ai palestinesi un danno irreversibile. Ma il ministro della Difesa, Shaul Mofaz, ha reagito sostenendo che ogni decisione giudiziaria dilatoria offre un’occasione in più a malintenzionati palestinesi di passare in Israele per compiervi attentati e ha ordinato di proseguire i lavori di costruzione del muro negli altri tronchi, anche di notte.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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A due settimane dalle presidenziali del 14 marzo in Russia, il capo del Cremlino Vladimir Putin ha proposto come nuovo premier della Federazione Mikhail Fradkov, attuale rappresentante di Mosca presso l'Unione europea. La designazione di Fradkov sarà sottoposta al voto della Duma il 5 marzo. Il neo premier rimarrebbe comunque in carica soltanto fino alle prossime consultazioni.

 

Comincerà l’8 marzo prossimo al Parlamento della Lituania l’ultima parte del procedimento di destituzione del capo di Stato, Rolandas Paksas. Lo ha annunciato stamani il presidente dell’Assemblea di Vilnius, Arturas Palauskas. Paksas è accusato di aver violato la Costituzione del Paese baltico.

 

Si terrà il prossimo 2 aprile a Bruxelles la cerimonia per l’allargamento ad est della Nato, che sancirà l'ingresso nell'Alleanza di sette altri Paesi: Slovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Bulgaria e Slovenia.

 

Un ''risultato doloroso''. Così il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder - formalmente ancora presidente del partito socialdemocratico, prima di essere sostituito da Franz Muentefering - ha definito la sconfitta subita ieri dalla Spd alle elezioni regionali di Amburgo. Lo schieramento socialdemocratico è sceso al 30,5% rispetto al 36,5% delle precedenti regionali. Ad imporsi è stata la Cdu, che col 47,2% potrà ora governare da sola nel Land.

 

Via libera stamani da parte della Commissione europea alle sanzioni contro le agevolazioni fiscali a favore dei grandi gruppi agricoli ed industriali statunitensi, previste da un’apposita legge americana. Il commissario europeo al commercio, Pascal Lamy, ha precisato che Bruxelles è pronta a “sospendere tali contromisure” appena Washington bloccherà i propri provvedimenti in materia.

 

Da quando il 19 febbraio scorso sono ripresi i colloqui sotto l'egida dell'Onu per la riunificazione dell'isola di Cipro, i leader grecociprioti hanno respinto tutte le proposte avanzate dalla parte turcocipriota. Lo ha detto oggi il leader dell'autoproclamata Repubblica di Cipro del nord, Rauf Denktash.

Se lo stallo nella crisi nucleare nordcoreana non verrà superato, ''nella penisola coreana crescono le probabilità di un intervento militare''. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Aleksander Losiukov, inviato di Mosca ai colloqui a sei sulla crisi nucleare di Pyongyang, conclusisi a Pechino la scorsa fine settimana. Alle trattative hanno preso parte le due Coree, Usa, Russia, Cina e Giappone.

 

Si macchiano di sangue le legislative del 2 aprile in Sri Lanka. Un candidato alle prossime elezioni, Sinnathamby Sunderapillai, è stato ucciso stamani a colpi di pistola mentre si trovava ricoverato in un ospedale di Colombo, per le ferite riportate sabato scorso in un attentato. L’uomo apparteneva al Partito nazionale unificato, guidato dal premier Ranil Wickremesinghe. I sospetti ricadono al momento sui ribelli Tamil.

 

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