RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 67 - Testo della Trasmissione di lunedì 1 marzo 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
Miscellanea
di studi in onore del prof. Ermanno Toniolo: intervista con padre Toniolo
Nella notte degli Oscar il
trionfo annunciato de “Il Signore degli
Anelli”.
CHIESA E SOCIETA’:
Si riaccende la violenza in Kashmir. a rischio il dialogo tra governo indiano e indipendentisti.
Ad Haiti,
dopo la fuga di Aristide, i ribelli hanno il controllo di Port-au-Prince
In
Iraq elezioni
generali e dirette non oltre gennaio 2005, secondo la nuova Costituzione
temporanea, approvata oggi
Continuano le
incursioni israeliane nella striscia di Gaza.
1
marzo 2004
SECONDO GIORNO DI ESERCIZI SPIRITUALI
DELLA CURIA ROMANA ALLA PRESENZA DEL PAPA
-
Servizio di Amedeo Lomonaco -
Nella luminosa cappella “Redemptoris Mater”, alla
quale si accede dalla seconda Loggia del palazzo Vaticano, sono iniziati ieri,
sul tema “Seguendo te, luce della vita”, gli esercizi spirituali della Curia
Romana alla presenza del Papa. L’incarico è stato affidato quest’anno al
teologo Bruno Forte, docente di teologia dogmatica alla Pontificia facoltà
teologica dell’Italia meridionale. Sui temi affrontati nella predicazione di
questa mattina, ci riferisce Amedeo Lomonaco:
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Mons. Bruno Forte ha sviluppato oggi il tema della
meditazione “Chiamati a libertà. Gesù, una storia di libertà”.
“Nella vita di Gesù, come in ogni vicenda veramente umana,
c’è anzitutto la libertà esercitata e le scelte che orientano in maniera
decisiva tutta la vita. E’ quella che si chiama l’opzione fondamentale, il
senso della vita. E poi, ci sono il livello della libertà situata: la scelta
dell’istante. Ma l’insieme delle scelte della libertà situata produce lo stile
di vita di una persona”.
Ma c’è
stata, nella vita di Gesù, una opzione fondamentale e quale è stato lo stile di
vita di Gesù? Ascoltiamo ancora il teologo:
“L’opzione
fondamentale di Gesù si lascia cogliere in tutto il suo agire. Gesù ci fa
capire che nessuno è così libero come chi è libero dalla propria libertà. La
causa della vita di Gesù è Dio, il Suo Regno. E questo ci fa capire anche qual
è lo stile di vita di Gesù. Lo stile di vita di Gesù è stato quello della sua
povertà e la libertà radicale, la fiducia incondizionata nel Padre, segno di un
amore intenso per la vita e di un fidarsi completamente, perdutamente di Dio”.
Il Papa
assiste alle prediche non visto dai partecipanti, per un uso di discrezione
reciproca, dall’oratorio di San Lorenzo, che si apre sul lato destro della
cappella Redemptoris Mater. L’istituzione degli esercizi spirituali
dell’Avvento e della Quaresima si deve, nel 1929, a Papa Pio XI, convinto ammiratore
e seguace spirituale di Sant’Ignazio di Loyola. Tra una predica e l’altra i
prelati si aggirano con semplicità, in meditazione e preghiera, alcuni nelle
contigue sale dell’appartamento delle udienze, altri lungo i bracci della
Loggia, che appare nell’occasione quasi un mistico chiostro.
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Nato
nel 1949 a Napoli, ordinato sacerdote nel 1973, dottore in teologia nel 1973 e
in filosofia nel 1977, mons. Bruno Forte ha trascorso lunghi periodi di ricerca
a Tübingen e a Parigi. E’ stato il primo relatore al convegno della Chiesa
Italiana a Loreto (1985) e all’assemblea delle Chiese Europee a Erfurt (1988).
E’ inoltre consultore del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani.
NELLA
LETTERA DI INIZIO QUARESIMA AI VESCOVI, LA CONGREGAZIONE PER LE CHIESE
ORIENTALI RICORDA LE NECESSITA’ DELLA CHIESA IN TERRA SANTA E CHIEDE
L’IMPEGNO
DELLA PREGHIERA E DELLA SOLIDARIETA’ CONCRETA
Come da
tradizione, ad inizio Quaresima, la Congregazione per le Chiese Orientali ha
inviato una lettera ai vescovi ricordando le necessità della Chiesa in Terra
Santa. Il cardinale Ignace Moussa Daoud, Patriarca emerito di Antiochia dei
Siri e prefetto della Congregazione, ricorda che “giungono quotidianamente
tristi notizie sulla delicata situazione sociale, politica ed economica di
quella regione” e che “sono numerosi i cristiani che lasciano il loro Paese per
cercare un’altra dimora dove si possa vivere in pace e dignità”.
Il porporato rivolge dunque un
appello chiedendo l’impegno della preghiera e della solidarietà concreta e lo
fa ricordando le parole rivolte di recente da Giovanni Paolo II ai membri della
Roaco, la Riunione Opere Aiuto alle Chiese Orientali: “La Terra Santa – aveva
affermato il Pontefice in tale occasione – continua ad essere teatro di
conflitti e violenze e le comunità cattoliche in essa presenti soffrono e hanno
bisogno di essere sostenute e aiutate in molte loro urgenze”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
"Urge il generoso impegno
della comunità internazionale per l'amato popolo haitiano": apre la prima
pagina l'appello di Giovanni Paolo II - all'Angelus - di fronte alle preoccupanti
e dolore notizie giunte da Haiti.
Sempre in prima, il ragguaglio
sugli ultimi sviluppi della situazione nell'isola caraibica.
Nelle vaticane, il titolo alla
meditazione mariana di domenica è "Quaresima con i bambini, spesso
vittime innocenti della malvagità degli uomini".
Il dettagliato resoconto
dell'incontro di Giovanni Paolo II - sabato pomeriggio - con quattro
comunità parrocchiali romane;
il titolo all'omelia del Santo
Padre - nella Concelebrazione Eucaristica presieduta nell'Aula Paolo VI - è
"Fate delle vostre parrocchie degli autentici edifici spirituali che
poggiano sulla pietra angolare che è Cristo".
Il Messaggio del Papa per la
XIX Giornata Mondiale della Gioventù.
Un articolo sull'inaugurazione
- presieduta dal Cardinale Angelo Sodano - del centro "Santa Maria della
Provvidenza", a Casal del Marmo.
Nelle estere, la Croce Rossa si
felicita per gli sviluppi positivi del Trattato di Ottawa sulle mine antiuomo,
in vigore dal primo marzo del 1999.
Iraq: il Consiglio del Governo
provvisorio iracheno raggiunge l'accordo sulla Costituzione provvisoria.
Nella pagina culturale, per la
rubrica "Incontri", il critico letterario e teatrale Giorgio Pullini
intervistato da Franco Lanza.
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1 marzo 2004
LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO ITALIANO E DEI
MISSIONARI
ALLE
DICHIARAZIONI DI BOSSI SULL’8 PER MILLE
-
Intervista con padre Gottardo Pasqualetti -
In Italia fervono le polemiche dopo il nuovo attacco alla
Chiesa di Umberto Bossi, ministro delle Riforme e leader della Lega. Durissime
le reazioni anche all’interno della maggioranza. Il presidente del Consiglio,
Silvio Berlusconi, ha sottolineato, oggi, come non sia mai stata avanzata dalla
Casa delle Libertà nessuna ipotesi di abolire l’8 per mille. Ascoltiamo il
servizio di Giampiero Guadagni:
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Prima le polemiche del quotidiano leghista
“La Padania” sulle frasi in dialetto romanesco rivolte dal Papa ai parroci
della capitale, poi l’attacco di Bossi alla Chiesa, con la richiesta di
toglierle l’8 per mille. Il leader leghista usa al solito un linguaggio forte,
colorito e forse non casuale a poche settimane dalle elezioni europee e
amministrative nelle quali il “carroccio” correrà da solo e, soprattutto, alla
vigilia del voto in Parlamento sulle riforme. E il solco nella maggioranza si
allarga. Per il segretario Udc, Follini, il problema non è sottrarre risorse
alla Chiesa, ma restituire il senno a Bossi. Il vice premier, Fini, afferma che
il leader leghista ha superato il limite della decenza e conclude con un
messaggio a Berlusconi: “deve trarre le conseguenze prima che sia troppo
tardi”. Ma il centro sinistra insorge e con Mastella chiede alla maggioranza
atti concreti contro il ministro delle riforme.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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Non si fa attendere, intanto, la risposta
dei missionari. L’8 per mille – precisano – non aiuta solo la Chiesa italiana,
ma contribuisce anche allo sviluppo dei Paesi più poveri. A padre Gottardo
Pasqualetti, missionario della Consolata e membro del Comitato Cei per gli
aiuti al terzo mondo, Andrea Sarubbi ha chiesto quali sarebbero le conseguenze
di un’abolizione dell’8 per mille:
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R. – Se si toglie l’8 per mille non si tolgono soltanto
gli aiuti alla Chiesa italiana, ma si toglie gran parte della fetta di aiuti a
Paesi che sono in estrema necessità, ad esempio il Mozambico, la Zambia, un po’
tutta l’Africa e poi anche l’Asia. Siamo subissati da domande che vengono
dall’India, dove in alcuni posti si fa una certa discriminazione con i
cristiani. Ma se non ci sono i mezzi, a chi ricorrono? In più, la Conferenza
episcopale italiana interviene quando ci sono delle grandi emergenze,
terremoti, inondazioni, disastri internazionali, per dare aiuto in queste
situazioni mondiali di gravi necessità.
D. – I missionari, tra l’altro, hanno denunciato che le
offerte dalle altre parti del mondo stanno diminuendo… E’ vero?
R. – Sì, nel senso che, ad esempio la “Misereor” ed altri
organismi tedeschi tempo addietro davano molto di più. L’America Latina si
sosteneva molto con queste offerte della Germania. L’Italia in questo momento
sta giocando un gioco importante e lo sta giocando proprio con questa risorsa.
Questo, a livello italiano – ed io me ne sono spesso lamentato – non si sa.
Molti non sanno che una grossa fetta di questo 8 per mille va per progetti non
di pastorale, ma progetti di promozione, di formazione, di educazione, per
elevare il livello della gente attraverso l’istruzione, attraverso piccole
imprese, attraverso aziende agricole e soprattutto – come ho già detto – per la
formazione.
D. – Onestamente, la preoccupano le parole di Bossi?
R. – A me non fa impressione Bossi, però il “barile” è
quello che è: se è metà, ne attingeremo metà, se si deve raschiare, si raschia
e se non c’è non si può dare. Quindi, si toglie la possibilità di aiutare lo
sviluppo dei Paesi del mondo e quindi di creare quella fraternità che crea la
comunione e toglie tante lotte che ci sono al giorno d’oggi, proprio perché
provocate dalle disuguaglianze e dalle ingiustizie.
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FA RIFLETTERE L’APPELLO
DEL PAPA IERI AD UNA GARA DI SOLIDARIETA’
NEI CONFRONTI DEI PIU’ PICCOLI, IN PARTICOLARE IN
QUESTO TEMPO DI QUARESIMA:
INTERVISTA CON IL PROF. GIOVANNI BOLLEA,
TRA I MASSIMI ESPERTI DI NEUROPSICHIATRIA
INFANTILE
Ieri, nella prima domenica di
quaresima, il Papa ha ricordato la sua scelta di dedicare la riflessione di
questo speciale periodo liturgico in particolare ai bambini, “non di rado
vittime innocenti della malvagità degli uomini”. Giovanni Paolo II ha espresso
l’auspicio che “questo tempo si trasformi in una generosa gara di solidarietà
verso i piccoli, specialmente quelli in più gravi pericoli e difficoltà”. Per
una riflessione a partire dall’appello del Papa, A.V. ha intervistato
Giovanni Bollea, primo presidente della Società italiana di neuropsichiatria
infantile (Sinpi), chiamato a ricoprire i più prestigiosi incarichi della
specialità in campo internazionale.
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R. – Ho letto questo messaggio del Papa. Si può dire che
ripete il Vangelo con le stesse frasi, come veramente il rappresentante del
Cristo: “Chiunque accoglie un bambino o un povero o un disgraziato in nome mio,
è come se accogliesse me”. Abbiamo bisogno, in questo momento, che tutti
pensino ai bambini. Abbiamo troppe guerre, troppe uccisioni... 20, 30 Stati che
sono in guerra, in Africa, in Asia, ovunque! Abbiamo milioni di bambini che
soffrono. Milioni, milioni e milioni di bambini che per ragioni economiche non
possono nemmeno essere curati dall’Aids; milioni e milioni di bambini sfruttati
- come dice il Papa stesso nel messaggio - in tutte le maniere: nel lavoro o
con il furto di organi, e cose più terribili ...
D. – Che cosa significa accogliere un bambino? Accoglierlo
nella sua realtà psicologica, nella sua fragilità ma anche nelle sue
potenzialità ...
R. – Educare è esempio e guida. Educare è capire di cosa
ha bisogno il bambino e come si può giocare con il bambino. Attraverso il tuo
gioco, la tua manipolazione, i tuoi discorsi tu non soltanto dai degli input
importanti, ma tiri fuori il loro pensiero ... Dai tre ai sei anni è bello
guardare il bambino fisso negli occhi e vedere la sua intelligenza che cresce,
che acquista poco a poco il concetto, la possibilità di dialogare con gli uomini
e di acquisire l’input di tutto il mondo esterno. Quindi lei, volontariamente o
involontariamente, crea il suo mondo, crea la sua possibilità di svolgere
intellettivamente la conoscenza e in questo modo ha formato l’uomo. Quindi, il
potere formativo che l’educatore ha sui bambini, che ha il padre, che ha la madre,
che ha il maestro, che ha l’educatore a qualsiasi livello su un bambino
significa sviluppare attraverso l’esempio, attraverso il colloquio e il dare,
la creatività e le potenzialità intellettive ed educative di questi bambini.
Questo è uno dei mestieri più belli, più stupendi e a volte più pesanti.
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UNA TRENTINA DI TESTI MARIANI SCRITTI DA RELIGIOSI
DI DIVERSI ORDINI
SONO RACCOLTI NEL VOLUME “FONS LUCIS – MISCELLANEA
DI STUDI IN ONORE
DEL PROF. ERMANNO TONIOLO”, PROMOSSO DALLA
PONTIFICIA FACOLTA’ TEOLOGICA MARIANUM DI ROMA E PRESENTATO NEI GIORNI SCORSI
- Intervista con padre Ermanno Toniolo -
Una
trentina di testi mariani scritti da religiosi di diversi ordini e congregazioni:
è il contenuto del volume intitolato “Fons Lucis – Miscellanea di studi in
onore del prof. Ermanno Toniolo”, curato da padre Ignazio Calabuig, insieme con
suor Ornella Di Angelo e la professoressa Rosa Barbieri. E’ stata la Pontificia
Facoltà Teologica Marianum di Roma a promuovere l’iniziativa del libro, che
raccoglie contributi di serviti,
francescani, gesuiti, carmelitani, salesiani e anche alcuni laici. Dell’impegno
degli Ordini religiosi nella ricerca, didattica e pastorale mariana, ci parla,
nell’intervista di Giovanni Peduto, padre Ermanno Toniolo cui è stato dedicato
il volume:
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R. – Si può dire che quasi tutti gli ordini religiosi,
specialmente i più recenti, sono nati ispirandosi a Maria e ponendosi fiduciosi
sotto il suo patrocinio. Ma certamente alcuni in particolare si impegnano ad approfondire la sua
conoscenza nella didattica e nella catechesi. I maggiori esponenti della mariologia
e promotori della pietà mariana appartengono a Ordini e Congregazioni ben note
nella Chiesa: ricordo i Francescani minori, i Francescani Conventuali, i Servi
di Maria, i Salesiani, i Monfortani, i Marianisti e altre Associazioni moderne
e contemporanee. Una Facoltà interamente Mariana è sorta a Roma, affidata ai
Servi di Maria. C’è poi una Pontificia Accademia Mariana Internazionale, tenuta
dai Francescani, e molti centri mariologici in diverse parti del mondo.
Edizioni di libri, di riviste, di bollettini e di sussidi mariani si
moltiplicano, nel cuore degli Istituto religiosi e dei loro santuari.
Biblioteche interamente mariologiche e mariane sono a Roma, in America e altrove.
Si può giustamente affermare che è punto d’onore di queste istituzioni a
carattere mariano diffondere la conoscenza e promuovere fortemente tra il popolo
il culto alla Madre di Dio.
D. – Cosa dice Maria al popolo di Dio in particolare in questa quaresima?
R. – Vorrei indicare solo due piste: la sequela di Cristo
e l’amore misericordioso verso il prossimo. La sequela di Cristo, cammino che
ci conduce pian piano, con la grazia di Dio e la nostra risposta personale, a
diventare sempre più suoi discepoli e testimoni, è stata vissuta in modo
esemplare e perfetto dalla Vergine Maria, Madre e discepola del Signore. Il suo
lungo cammino di fede e di fedeltà, che l’ha associata indissolubilmente
all’opera redentrice del Figlio, rimane per tutti e sempre il modello inarrivabile
di come si segua Gesù, portando dietro a lui la propria croce e condividendo
con lui il mistero della salvezza umana voluta dal Padre. Maria è la compagna
generosa, l’associata al Figlio con la donazione totale di se stessa, in ogni
istante della vita ma soprattutto nell’evento della Croce, dove stette, unita
al Figlio nel sacrificio, nel dolore, nell’ultimo sì alla sua morte, perché noi
avessimo la vita. E la carità misericordiosa, che intesse tutta la sua
esistenza. Si manifesta dalla narrazione evangelica del suo viaggio per
visitare Elisabetta e portarle il conforto e l’aiuto della sua presenza e del
suo servizio, e a Cana, dove, mossa da misericordia, si interessò anche del
vino che venne a mancare alle nozze, inducendo il Figlio a mutare l’acqua in
vino, per la gioia degli sposi e la fede della Chiesa nascente. L’itinerario quaresimale
non può che ispirarsi a Maria.
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NELLA
NOTTE DEGLI OSCAR, TRIONFA “IL SIGNORE DEGLI ANELLI”.
ALL’ULTIMO
ATTO DELLA TRILOGIA TOLKIENIANA VANNO 11 STATUETTE.
SUCCESSO
PER SEAN PENN E TIM ROBBINS, INTERPRETI DI “MYSTIC RIVER”
-
Intervista con Andrea Piersanti -
Nella notte degli Oscar, brilla la stella de “Il Signore
degli Anelli”. Il film diretto da Peter Jackson ha conquistato 11 statuette eguagliando
il record di “Ben Hur” e “Titanic”. Le avventure di Frodo e del Gollum hanno
dunque sbaragliato agguerriti avversari come “Master and Commander” e “Cold
Mountain”. Sulla cerimonia al “Kodak Theatre” di Los Angeles, il servizio di
Paolo Mastrolilli:
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(Musica)
“Il Ritorno del Re”, terzo ed ultimo episodio della
trilogia adattata dai libri di Tolkien, ha vinto in tutte le categorie in cui
era stato nominato: da quella per miglior film dell’anno a quella per la
miglior regia con Peter Jackson. Gli altri nominati, però, avevano a
disposizione l’Oscar come miglior attore protagonista, andato a Sean Penn con
“Mystic River”; quello come miglior attrice protagonista, andato a Charlize
Theron per la sua interpretazione di “Monster”; quello per miglior attore non
protagonista, vinto da Tim Robbins sempre con “Mystic River”; quello per
migliore attrice non protagonista andato a Renee Zellweger con il film sulla guerra civile
americana “Cold Mountain”. Sofia Coppola, la figlia di Francis Ford Coppola che
ha diretto “Lost in Translation” e che era la prima donna americana nominata
come miglior regista, si è consolata con la statuetta per la sceneggiatura
originale, imitando così John e Angelica Huston, che erano stati la prima
coppia di padre e figlia premiati con l’Oscar. Il riconoscimento come miglior
film straniero è andato al Canada con “The Barbarian Invasions”, mentre il
popolarissimo “Finding Nemo” ha vinto come miglior film animato. Nella categoria
dei documentari è stato premiato “The fog of war”, che parla del Vietnam e che,
secondo il regista, ha ricordato all’America il nuovo conflitto in corso in
Iraq.
Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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La
76.ma edizione degli Oscar è stata dunque contrassegnata dal risultato
straordinario de “Il Signore degli Anelli”, già ribattezzato “Signore degli
Oscar” grazie al suo bottino di 11 statuette. Un successo meritato. Ne è
convinto Andrea Piersanti, presidente dell’Istituto Luce e direttore della Rivista
“Il Cinematografo”, intervistato da Alessandro Gisotti:
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R. –
Dal punto di vista cinematografico è un film realizzato in modo straordinario.
E nonostante sia la terza puntata della serie, la sceneggiatura è ancora molto
tesa, avvincente, in grado di tenere inchiodato il pubblico alla poltrona.
D. – Al
di là degli Oscar conquistati, come spiega lo straordinario successo di
pubblico del film ispirato al capolavoro di Tolkien?
R. –
Secondo me, per capire questo successo dobbiamo legarlo all’altro grande e
straordinario successo di pubblico per un film che correrà agli Oscar il
prossimo anno che è “The Passion” di Mel Gibson. Entrambi questi film, anche se
in modo completamente diverso, identificano il bene e il male. Li identificano
come due entità contrapposte, senza esitazione, senza tentazione da relativismo
culturale. E questo in qualche modo è evidentemente, per fortuna, la nuova
tendenza del pubblico cinematografico in America e, speriamo, anche nel mondo.
D. – L’Oscar per il miglior attore protagonista è andato a
Sean Penn, quello di miglior attore non protagonista a Tim Robbins, entrambi
interpreti del film “Mystic River” di Clint Eastwood. E’ dunque questo il film
con il più alto tasso di qualità sotto il profilo della recitazione?
R. – Clint Eastwood ha girato nella sua carriera un film
straordinario che è “Gli spietati”. Questo film lo ricorda per certi versi, per
gli argomenti trattati. Paradossalmente si inserisce nel clima politico
nazionale degli Stati Uniti d’America, perché parla di giustizia “fai da te” e
di sensi di colpa per operazioni di questo tipo.
D. – Si può dire che “Master and Commander”, l’epopea con
Russell Crowe protagonista, è stato il vero sconfitto di questa edizione degli
Oscar?
R. – Sì, gli hanno dato questo premio per gli effetti
sonori… ma è un film stupefacente dal punto di vista della realizzazione degli
effetti speciali. Sono effetti veramente mozzafiato. Certo è un tipo di “cinema
da lunapark”. Quest’anno gli Oscar sembrano aver privilegiato un momento di riflessione.
D. – Nell’edizione di quest’anno si può trovare un filo
comune nell’assegnazione delle prestigiose statuette?
R. – E’ come se, dopo anni di relativismo, di
politicamente corretto a tutti i costi, il cinema americano abbia deciso in
qualche modo di riscoprire semplici verità e, cioè, che il male esiste, che sta
da una parte e che deve essere combattuto. Questo sembra essere il segno più
eclatante di queste 11 statuette date a “Il Signore degli Anelli”, che fa il
paio con il successo travolgente che sta avendo in questi giorni nelle sale americane
il film di Mel Gibson, “The Passion of the Christ”.
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1
marzo 2004
IL
DIRITTO ALLA TERRA DEGLI INDIGENI IN BRASILE RAPPRESENTA UNA GARANZIA FONDAMENTALE
PER UN FUTURO DI PACE: COSI’ IL CARDINALE AGNELO, VISITANDO LO STATO DI
RORAIMA, TEATRO A GENNAIO DI VIOLENTI SCONTRI
BRASILIA.
= “E’ fondamentale garantire agli indigeni il diritto alla terra”. Si è
pronunciato così il cardinale Geraldo Majella Agnelo, presidente della
Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), visitando lo Stato di
Roraima. Proprio in questa area del Paese a gennaio una violenta manifestazione
anti-indigena ha colpito ancora una volta i missionari che sostengono i popoli
nativi, facendo slittare l’attesa firma del decreto di assegnazione definitiva
dei 1.651.300 ettari di territorio di Raposa agli indios Macuxi, Wapixana,
Ingarikó, Patamona e Taurepang, che vi risiedono. “Non possiamo non esprimerci
in questo momento così importante per la storia del nostro Paese - ha detto il
porporato – perché il decreto potrebbe costituire la garanzia di un futuro di
pace e di vita dignitosa per i più di 15 mila indigeni che la abitano”. Oltre a
condannare fermamente le violenze, il cardinale Agnelo ha chiesto che “questi
crimini siano giudicati e i colpevoli puniti”. I vescovi brasiliani - ha
aggiunto - “desiderano ardentemente che anche le questioni relative alle altre
terre indigene, a Roraima come in tutto il Paese, siano risolte in breve tempo,
affinché il Brasile possa essere orgoglioso di consolidare la sua democrazia
nella pluralità etnica e culturale che lo caratterizza”. (B.C.)
RINNOVATO
IERI IN SUDAN IL CESSATE IL FUOCO TRA IL GOVERNO DI KHARTOUM E I RIBELLI.
CONTINUANO, INTANTO, I NEGOZIATI PER UN ACCORDO DI PACE GLOBALE
KHARTOUM.
= Passi avanti nel processo di pace in Sudan. Il governo di Khartoum e i
ribelli dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan hanno rinnovato ieri,
fino alla fine di marzo, il cessate il fuoco sottoscritto lo scorso anno. La
tregua, che prevede la cessazione delle ostilità in tutte le aree del Paese con
il mantenimento delle posizioni e l’impegno a non intraprendere alcun attacco
nei confronti della popolazione civile, rientra nel “Memorandum di intesa”.
Sono ripresi, intanto, i colloqui in corso a Naivasha che dovrebbero portare
alla tanto attesa firma di un accordo di pace globale. Nelle scorse settimane è
stata raggiunta un’importante intesa sull’equa spartizione dei proventi
petroliferi tra il governo e i secessionisti. Sembrerebbe superato anche
l’ostacolo relativo allo ‘status’ di almeno due delle tre regioni centrali del
Sudan, contese tra il nord islamico e il sud a prevalenza animista e cristiana.
Gli ultimi nodi che restano da sciogliere, dunque, sono quelli relativi al
problema della provincia dell’Abyei, su cui entrambe le parti rivendicano la
propria influenza, e della divisione degli incarichi politici nel nuovo governo
di transizione. (B.C.)
LA PAPUA INDONESIANA SOGNA IL
DIALOGO.
ORGANIZZATO DAI LEADER RELIGIOSI
UN INCONTRO CON I CAPI POLITICI
PER I 149 ANNI DI EVANGELIZZAZIONE
DELLA REGIONE.
JAYAPURA.
= Nonostante la continua tensione che regna nella Papua indonesiana (ex Irian
Jaya), i leader religiosi non hanno perso la forza di costruire e promuovere un
dialogo di pace e collaborazione. I leader cristiani, musulmani, buddisti e
indù hanno organizzato recentemente un incontro con i capi civili, militari e
politici, per festeggiare i 149 anni di evangelizzazione della Papua. Nel corso
della celebrazione, alla quale hanno partecipato migliaia di persone, i leader
religiosi hanno ribadito l’impegno comune di voler educare le rispettive comunità
al dialogo e alla riconciliazione. “È un forte segnale per quanti cercano
ancora una via violenta - ha sottolineato uno tra gli organizzatori
dell’incontro, mons. Leo Laba Ladjar - speriamo davvero che il nostro impegno
comune sia riconosciuto da tutte le parti coinvolte: dalla gente, dai movimenti
di lotta, dai leader politici”. Nel 2003 in Papua si sono verificati disordini
per la decisione del governo centrale indonesiano di suddividere ulteriormente
la regione in province. Ad accrescere la tensione c’è stata anche la decisione
del parlamento di applicare nell’area la legge di emergenza civile. Si susseguono,
inoltre, episodi di violenza da parte dei militari indonesiani. (F.C.)
SI RIACCENDE LA VIOLENZA IN
KASHMIR.
A RISCHIO IL DIALOGO TRA GOVERNO
INDIANO E INDIPENDENTISTI
SRINAGAR. = E’ in bilico il dialogo tra la Conferenza
Hurriyat di tutti i partiti (Aphc), la principale alleanza indipendentista del
Kashmir, e il governo indiano. A far precipitare la situazione, secondo gli
indipendentisti, sarebbero gli abusi commessi dalle forze di sicurezza indiane,
ultimo dei quali il tentativo di arrestare il presidente della coalizione,
Abbas Ansari. I dialoghi, inoltre, si tengono in un clima acceso dal
susseguirsi degli scontri nella regione. Nel distretto centrale del Bugdam è
stato ucciso stamani Abdul Rashid, uno dei leader dell’organizzazione
estremista filopakistana “Hizbul Mujahedin”; mentre a Srinagar si registrano violenti
scontri tra manifestanti musulmani e forze dell’ordine indiane. 100 persone
arrestate e venti feriti il bilancio delle violenze. (P.C)
IL
GOVERNO DELLA NAMIBIA INTENDE LANCIARE UNA NUOVA RIFORMA AGRARIA.
AL CENTRO DELL’INIZIATIVA LA DISTRIBUZIONE
DELLA TERRA
ALLA
POPOLAZIONE LOCALE
WINDHOEK.= Il primo ministro namibiano, Theo Ben
Gurirab, ha annunciato la possibilità di lanciare un programma che prevede la
redistribuzione delle terre confiscate ai possidenti bianchi. Una riforma
agraria in linea con l’esempio dello Zimbabwe ha sottolineato il premier “in un
clima ordinato e pacifico”. Negli ultimi tempi il governo ha acquistato la
terra da quei possidenti che hanno deciso di metterla in vendita per
consegnarla a circa 240 mila persone che attendono da anni di essere sistemate.
L’espropriazione della terra sarà introdotta per accelerare il processo di
riforma nel Paese. Nel suo discorso, Gurirab, non ha fornito maggiori
particolari sul numero delle fattorie espropriabili e su quando il programma
potrebbe iniziare, si è solo limitato a sottolineare che i proprietari saranno
ricompensati onestamente. Dal 1990, anno dell’indipendenza della Namibia, il
programma di riforma agraria del governo ha portato all’acquisizione di 118
aziende agricole. Attualmente, circa 4 mila proprietari terrieri, la maggior
parte bianchi, detengono almeno la metà della terra coltivabile nel Paese
.(F.C)
“DACCI
IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO. OGGI”: E’ LO SLOGAN DELL’INIZIATIVA DI SOLIDARIETA’
‘MISEREOR’, PROMOSSA DAI VESCOVI TEDESCHI IN TEMPO DI QUARESIMA. LA FAME NEL
MONDO AL CENTRO DELL’EDIZIONE 2004
BAMBERG. = Inaugurata ieri in Germania la Campagna di
solidarietà 2004 di “Misereor”, l’opera caritativa dei vescovi tedeschi. In
coincidenza con la prima domenica di Quaresima, l’arcivescovo di Bamberg
(Baviera), mons. Ludwig Schick, ha dato il via alla 46.esima iniziativa, che ha
per tema “Dacci il nostro pane quotidiano. Oggi.” Ogni anno, nel tempo della
Quaresima, Misereor invita i fedeli alla solidarietà con i poveri e gli
oppressi in tutto il mondo. Nel 2004 l’intenzione è stata posta sulla
situazione della fame nel mondo: Misereor vuole soprattutto sottolineare la
distribuzione ingiusta dei beni del creato. Con una specifica campagna per
bambini e adolescenti, anche i più giovani sono invitati poi alla riflessione
sul tema della fame nel mondo: corse di solidarietà, pranzo quaresimale e vari
workshops organizzati dall’opera caritativa vogliono invitare al comune impegno
per la giustizia. (B.C.)
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1
marzo 2004
- A cura di Giada Aquilino -
Ore cruciali ad Haiti, il giorno dopo la fuga del
presidente Aristide, accusato dall’opposizione di essere la causa dei gravi
problemi economici che attanagliano l’isola. I ribelli armati, che per tre
settimane si sono opposti al capo di Stato, hanno ormai preso il controllo di Port-au-Prince. Il nostro servizio:
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Jean Bertrand Aristide è da stamani a Bangui, nella
Repubblica Centrafricana. Dopo essere fuggito da Haiti a seguito di settimane
di violenze tra i suoi fedelissimi e le milizie armate schierate con
l’opposizione e per le pressioni della comunità internazionale, l’ex presidente
dell’isola caraibica potrebbe a breve riparare in Sudafrica. Le autorità di
Città del Capo negano di aver ricevuto alcuna richiesta di asilo politico,
anche se si dicono pronte ad accogliere l’ex capo di Stato. Aristide intanto,
parlando alla radio nazionale di Bangui, ha accusato i ribelli haitiani di aver
''abbattuto l'albero della pace'' sull’isola, non fornendo ulteriori dettagli
sul proprio futuro. Il Paese più povero d’America - sotto la guida temporanea
del capo della Corte suprema, Boniface Alexandre, subentrato ad Aristide -
attende ora il contingente internazionale di pace,
il cui invio è stato deciso ieri all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite per un periodo di tre mesi. Sull’isola comunque i primi marines statunitensi, arrivati nelle ultime ore,
si sono già schierati all'aeroporto internazionale di
Port-au-Prince. Allo scalo haitiano sono giunti in mattinata anche i
primi 50 uomini inviati dalla Francia, ex potenza
coloniale nel Paese caraibico. In precedenza all’aeroporto avevano preso
posizione pure truppe speciali canadesi. La situazione ad Haiti rimane però
caotica e i saccheggi continuano, dopo che ieri violenti disordini seguiti alla
partenza di Aristide avevano provocato almeno dieci vittime.
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Dopo
l’uscita di scena di Aristide, dunque, Haiti si trova ora a dover affrontare la
sfida della normalizzazione. Da Port-au-Prince, Barbara Schiavulli:
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In sole 24 ore la storia di questo piccolo Paese dei
Caraibi è cambiata. Una giornata da ricordare quella di ieri, in un posto che
resta uno dei più poveri al mondo, dei più analfabeti e dei più violenti. Le
“chimere” - la banda armata che fino a ieri mattina ha devastato Port-au-Prince
uccidendo, bruciando e saccheggiando - si sono volatilizzate, tornando ad
essere quello che erano, cioè un gruppo di delinquenti comuni. “Provvederemo perché
la nostra società e i nostri bambini non debbano più sapere cosa significhi vivere
in una dittatura”, ha detto commosso Andre Apaid, il leader dell’opposizione
politica che in questo momento ha una grande responsabilità davanti alla
propria gente e alla comunità internazionale. Ora non resta che vedere cosa ne
sarà dei ribelli una volta deposte le armi, se lo faranno come hanno promesso e
soprattutto che ne sarà dei sostenitori del presidente, in un Paese dove spesso
i conti si regolano con la vendetta.
Barbara Schiavulli, da
Port-au-Prince, per Radio Vaticana.
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Ha lanciato una sfida al presidente statunitense Bush,
sulla longevità del rispettivo mandato presidenziale, il capo di Stato
venezuelano Hugo Chavez, apparso ieri a Caracas di fronte ad una folla di
centinaia di migliaia di suoi sostenitori. I fedelissimi di Chavez si sono
ritrovati al Giardino Botanico della capitale per una manifestazione contro l'ingerenza
americana negli affari venezuelani. Nelle ore precedenti, a Caracas e in altre
città del Paese, specie a Barcelona e Maracaibo, si erano verificati violenti
scontri - con un bilancio di due morti - tra sostenitori del presidente e
anti-chavisti, che reclamano un referendum per allontanare dal potere il capo
di Stato.
Elezioni generali e dirette non oltre il 31 gennaio 2005.
Lo prevede la nuova Costituzione temporanea dell'Iraq, approvata oggi all'alba
a Baghdad, dopo estenuanti trattative dei 25 membri del Consiglio di governo
provvisorio. La 'Legge Amministrativa Fondamentale Transitoria' - così si
chiama la nuova Costituzione - prevede la struttura di un’assemblea nazionale
provvisoria, eletta a suffragio diretto. Nel testo - che sarà sottoscritto mercoledì
- ''l'Islam sarà una fonte'' di diritto.
Continuano in Medio Oriente, le operazioni israeliane a
caccia di terroristi palestinesi. In questo quadro, i militari dello Stato
ebraico hanno compiuto stanotte un’incursione nel campo profughi di Rafah,
nella Striscia di Gaza. Il ministro per la Sicurezza interna, Tzahi Hanegbi, ha
intanto comunicato che attorno a Gerusalemme la “barriera di sicurezza”, in
costruzione tra Israele e Cisgiordania, sarà completata per la fine del 2004.
Proprio sul muro di separazione ieri era intervenuta la Corte suprema
israeliana. Sentiamo Graziano Motta:
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La Corte ha disposto la sospensione dei lavori per una
settimana su un tronco di 42 km a nord-ovest di Gerusalemme, chiedendo che si
verifichi la possibilità di modificarne il tracciato. Quello attuale, secondo
il ricorso dei rappresentanti di otto villaggi palestinesi interessati,
complicherebbe la vita di 30 mila persone che verrebbero tagliate fuori in
particolare dalla città di Ramallah, per raggiungere la quale impiegherebbero almeno
tre ore mentre oggi bastano 5 minuti di auto. All’appello si sono uniti circa
30 israeliani, secondo i quali la barriera di sicurezza in quel tratto è
superflua e creerebbe ai palestinesi un danno irreversibile. Ma il ministro
della Difesa, Shaul Mofaz, ha reagito sostenendo che ogni decisione giudiziaria
dilatoria offre un’occasione in più a malintenzionati palestinesi di passare in
Israele per compiervi attentati e ha ordinato di proseguire i lavori di costruzione
del muro negli altri tronchi, anche di notte.
Per Radio Vaticana, Graziano
Motta.
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A due settimane dalle presidenziali del 14 marzo in
Russia, il capo del Cremlino Vladimir Putin ha proposto come nuovo premier
della Federazione Mikhail Fradkov, attuale rappresentante di Mosca presso
l'Unione europea. La designazione di Fradkov sarà sottoposta al voto della Duma
il 5 marzo. Il neo premier rimarrebbe comunque in carica soltanto fino alle
prossime consultazioni.
Comincerà l’8 marzo prossimo al Parlamento della Lituania
l’ultima parte del procedimento di destituzione del capo di Stato, Rolandas Paksas.
Lo ha annunciato stamani il presidente dell’Assemblea di Vilnius, Arturas
Palauskas. Paksas è accusato di aver violato la Costituzione del Paese baltico.
Si terrà il prossimo 2 aprile a Bruxelles la cerimonia per
l’allargamento ad est della Nato, che sancirà l'ingresso nell'Alleanza di sette
altri Paesi: Slovacchia, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Bulgaria e
Slovenia.
Un ''risultato doloroso''. Così il cancelliere tedesco
Gerhard Schroeder - formalmente ancora presidente del partito
socialdemocratico, prima di essere sostituito da Franz Muentefering - ha
definito la sconfitta subita ieri dalla Spd alle elezioni regionali di Amburgo.
Lo schieramento socialdemocratico è sceso al 30,5% rispetto al 36,5% delle
precedenti regionali. Ad imporsi è stata la Cdu, che col 47,2% potrà ora
governare da sola nel Land.
Via libera stamani da parte della Commissione europea alle
sanzioni contro le agevolazioni fiscali a favore dei grandi gruppi agricoli ed
industriali statunitensi, previste da un’apposita legge americana. Il
commissario europeo al commercio, Pascal Lamy, ha precisato che Bruxelles è
pronta a “sospendere tali contromisure” appena Washington bloccherà i propri
provvedimenti in materia.
Da quando il 19 febbraio scorso sono ripresi i colloqui
sotto l'egida dell'Onu per la riunificazione dell'isola di Cipro, i leader
grecociprioti hanno respinto tutte le proposte avanzate dalla parte turcocipriota.
Lo ha detto oggi il leader dell'autoproclamata Repubblica di Cipro del nord,
Rauf Denktash.
Se lo stallo nella crisi nucleare nordcoreana non verrà
superato, ''nella penisola coreana crescono le probabilità di un intervento
militare''. Lo ha detto il viceministro degli Esteri russo Aleksander Losiukov,
inviato di Mosca ai colloqui a sei sulla crisi nucleare di Pyongyang,
conclusisi a Pechino la scorsa fine settimana. Alle trattative hanno preso parte
le due Coree, Usa, Russia, Cina e Giappone.
Si macchiano di sangue le legislative del 2 aprile in Sri
Lanka. Un candidato alle prossime elezioni, Sinnathamby Sunderapillai, è stato
ucciso stamani a colpi di pistola mentre si trovava ricoverato in un ospedale
di Colombo, per le ferite riportate sabato scorso in un attentato. L’uomo
apparteneva al Partito nazionale unificato, guidato dal premier Ranil
Wickremesinghe. I sospetti ricadono al momento sui ribelli Tamil.
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