RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 151 - Testo della trasmissione di domenica 30 maggio
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Sul significato della Pentecoste, intervista con Oreste Pesare,
direttore dell’Iccrs.
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In Arabia Saudita, drammatico epilogo della
vicenda degli ostaggi in mano ad un commando di Al Qaeda. Prima del blitz
risolutivo delle forze speciali, i rapitori uccidono nove persone, tra cui un
italiano
In Iraq, raggiunto l’accordo sul nuovo governo ad
interim
Rimandato di una settimana il voto sul
piano Sharon di disimpegno israeliano da Gaza.
30
maggio 2004
I
CRISTIANI SIANO SEMINATORI DI SPERANZA ED OPERATORI DI PACE:
E’
L’ESORTAZIONE DEL PAPA AL REGINA COELI,
NELL’ODIERNA
SOLENNITA’ DELLA PENTECOSTE
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Oggi, giorno di Pentecoste, la
Chiesa è in festa nel ricordo della prodigiosa effusione dello Spirito Santo su
Maria e gli Apostoli nel Cenacolo, cinquanta giorni dopo la Pasqua. Al Regina
Coeli, Giovanni Paolo II, ha voluto sottolineare la centralità della solennità
per tutti i cristiani ed ha esortato i credenti ad essere seminatori di
speranza ed operatori di pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Giovanni Paolo II ha ricordato
come con la Pentecoste sia stata realizzata la promessa di Cristo ai discepoli.
Ricevuto un battesimo nello Spirito Santo, questi furono infatti “rivestiti di
potenza dall’alto per avere la forza di annunciare il Vangelo a tutte le
nazioni”. Animati dal fuoco dello Spirito, ha proseguito, gli Apostoli
cominciarono “a parlare di Cristo, morto e risorto, ai fedeli venuti a
Gerusalemme da ogni parte, e ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua
nativa”.
“Con la Pentecoste si compie il
progetto di Dio, rivelato ad Abramo, di dar vita ad un popolo nuovo”.
Nasce così la Chiesa, “corpo mistico di Cristo
sparso nel mondo”. Essa, ha rilevato il Santo Padre, è composta da “uomini e
donne di ogni razza e cultura, adunati nella fede e nell’amore della Santissima
Trinità” per “essere segno e strumento dell’unità di tutto il genere umano”.
“Conformati dallo
Spirito a Cristo uomo nuovo, i credenti diventano suoi testimoni, seminatori di
speranza, operatori di misericordia e di pace”.
Ha così invocato l’intercessione di Maria “affinché
si rinnovino nella Chiesa i prodigi della Pentecoste e tutti gli uomini possano
accogliere il lieto annuncio della salvezza”. Lo Spirito Santo, ha poi detto il
Papa - dopo il Regina Coeli, salutando i numerosi fedeli raccolti in Piazza San
Pietro - doni a ciascuno la luce per scegliere il bene e la forza per compierlo
con coraggio e con generosità”.
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“IMPLORIAMO
ED ACCOGLIAMO IL DONO DELLO SPIRITO SANTO, LUCE DI VERITA’,
FORZA
DI AUTENTICA PACE”. E’ L’APPELLO LANCIATO IERI DAL PAPA,
IN OCCASIONE DEI PRIMI VESPRI DI PENTECOSTE,
CELEBRATI IN PIAZZA SAN PIETRO. ALLA CERIMONIA, ERANO PRESENTI 15 MILA FEDELI,
TRA
CUI NUMEROSI MEMBRI DEL “RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO”
-
Interviste con Salvatore Martinez e Oreste Pesare -
“Auspico
che la spiritualità della Pentecoste si diffonda nella Chiesa quale rinnovato
slancio di preghiera, di santità, di comunione e di annuncio”. Così, Giovanni
Paolo II durante la celebrazione dei primi Vespri della solennità di
Pentecoste. La cerimonia si è svolta, ieri pomeriggio, alla presenza di 15 mila
persone, in una piazza San Pietro colorata di rosso dalle migliaia di
fazzoletti dei fedeli. Ce ne parla Dorotea Gambardella.
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(musica)
“Imploriamo
ed accogliamo il dono dello Spirito Santo, luce di verità, forza di autentica
pace”.
È
l’accorato appello lanciato ieri dal Papa che, ricordando l’esperienza della
discesa dello Spirito vissuta dai discepoli nel Cenacolo cinquanta giorni dopo
la Pasqua, ha osservato: “Riviviamo questa esperienza spirituale anche noi,
riuniti in questa Piazza, diventata un grande Cenacolo”. Quindi, il Pontefice
ha sottolineato il significato della festività odierna:
“Il
Corpo mistico di Cristo, sparso in tutta la terra, invoca lo Spirito Santo da
cui trae vita il soffio vitale che anima il suo essere e il suo agire”.
In una
Piazza San Pietro gremita di fedeli della diocesi di Roma e di molti gruppi
ecclesiali, il Santo Padre si è rivolto in particolare alle migliaia di membri
del Rinnovamento dello Spirito, che hanno animato la cerimonia:
“Grazie
al movimento carismatico, tanti cristiani hanno riscoperto la Pentecoste come
realtà viva e presente nella loro esistenza quotidiana”.
Le
nuove comunità, ha poi notato Giovanni Paolo II, sono “una risposta
provvidenziale suscitata dallo Spirito Santo all’odierna domanda di nuova
evangelizzazione”. E proprio sull’attualità del messaggio pentecostale
ascoltiamo una riflessione di Salvatore Martinez, coordinatore nazionale del
Rinnovamento nello Spirito Santo:
“La
Pentecoste è l’audacia della fede, il coraggio di dire Gesù, il coraggio di
annunciare il bene in un tempo che non sa più distinguere il bene dal male.
Talvolta la nostra fede è stanca, è debole, perché dimentichiamo che le opere
sono di Dio, non fanno i conti con i nostri limiti umani. Pentecoste è vedere
questo potere che il Cristo Risorto concede ascendendo al cielo ed effondendo
dal cielo il suo Spirito perché gli uomini siano capaci di essere come Lui in
questo nostro tempo causa di salvezza per tanti uomini avversi al Vangelo e
alla Chiesa”.
A tal
proposito, il Papa ha incoraggiato l’iniziativa promossa dal Rinnovamento nello
Spirito, denominata “Roveto ardente”, un’adorazione incessante dinanzi al
Santissimo Sacramento, affinché “conduca molti a riscoprire i doni dello
Spirito Santo e spinga i fedeli, uniti nella contemplazione del Mistero
eucaristico, ad intercedere per la piena unità dei cristiani”. Infine,
salutando in polacco i numerosi giovani che da Lednica, in Polonia, hanno
seguito la celebrazione mediante la radio e la televisione ha augurato: “Il
Consolatore, lo Spirito di verità vi colmi dell’amore di Cristo”. Ma qual è il
significato dello Spirito Santo per i fedeli? Ascoltiamo alcune testimonianze
raccolte ieri in Piazza San Pietro:
“Quello
che mi ha fatto rinascere, trovare la meraviglia della vita, che mi ha fatto
scoprire la Chiesa, i fratelli e mi ha migliorato tanto”.
“Per me
lo Spirito Santo è consolazione, ci avvicina con il cuore a Dio”.
“E’ la
Persona attraverso la quale possiamo arrivare a Cristo e al Padre”.
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La Chiesa, come sottolineato dal
Papa al Regina Coeli, è dunque oggi in festa nel ricordo dell’effusione dello
Spirito Santo su Maria e gli Apostoli. Su questo momento di gioia, ecco la
riflessione di Oreste Pesare, direttore dell’Iccrs, International Catholic
Charismatic Renewal Services, raccolta da Giovanni Peduto:
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R. – La solennità di Pentecoste è la festa in cui si
realizza il compimento di tutte le promesse di Dio e il coronamento della
Pasqua di Gesù. Come Gesù stesso aveva molte volte promesso ai suoi, scende con
potenza lo Spirito Santo e trasforma i discepoli di Gesù, impauriti, in
coraggiosi apostoli della Buona Novella del Vangelo. E’ l’inizio di una nuova
alleanza, la nascita della Chiesa.
D. – Non le sembra che la solennità di Pentecoste sia poco
sentita e poco valorizzata dalla comunità cristiana?
R. – Effettivamente, troppo poco dai cristiani di oggi
viene considerato il fatto che il vivere la propria fede non è frutto di sforzi
umani, bensì di una “grazia” che riceviamo attraverso continue effusioni dello
Spirito, accostandoci ai sacramenti, alla preghiera ed in particolare quella
fatta con i fratelli nella fede. Proprio come accadde il giorno di Pentecoste a
Gerusalemme. Si trovavano lì nel Cenacolo circa 120 persone e, mentre erano in
preghiera, sperimentarono in maniera viva, la visita dello Spirito Santo nella
loro vita. Da quel giorno quegli uomini e quelle donne non furono più gli
stessi.
D. – Spesso si ignora del tutto lo Spirito Santo: ma chi è
e che cosa fa la Terza Persona della Trinità?
R. – Lo Spirito Santo è – appunto – l’artefice della vita
nuova, è l’“Amore” di cui ogni uomo e tutta la creazione ha bisogno per vivere.
Egli è la vita che si trasmette da Dio all’umanità. E’ questa la santità. Ricevere
lo Spirito Santo nella propria vita coscientemente, liberamente, ti permette di
fare l’esperienza del passaggio dalla morte alla vita. Chiunque ha un cuore in
ricerca, desidera questo passaggio e ne intuisce l’importanza nella sua vita.
D. – Come si prega lo Spirito Santo?
R. – Direi… come i bambini. Con semplicità. Senza
ricercare parole o concetti difficili da esprimere. Basta esprimergli quello
che si ha dentro. Se sei stanco… chiedigli di darti ristoro, se assetato…
chiedigli da bere, se malato… chiedigli di sanarti, se abbandonato… di
visitarti. Comunque, chiedigli di riempirti, di trasformarti il cuore, la
mente. Donagli la tua vita, i tuoi progetti, tutto ciò di cui la tua vita è
ricca e che non ti soddisfa. Fagli veramente posto nel tuo cuore ed Egli non
tarderà. Ma prega nella più completa sincerità. Puoi anche farti aiutare nella
preghiera da qualcun altro che sai già aver fatto questa esperienza. La
preghiera comune ha una forza straordinaria presso il Padre del cielo.
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30
maggio 2004
CON UN FORTE IMPEGNO PER IL MULTILATERALISMO E LA
COESIONE SOCIALE,
SI E’ CONCLUSO IN MESSICO IL VERTICE DELL’UNIONE
EUROPEA,
AMERICA
LATINA E CARAIBI. NOSTRA INTERVISTA CON IL PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE EUROPEA, ROMANO PRODI
Coesione
sociale, difesa dei diritti umani e multilateralismo: sono i punti forti
dell’appello lanciato da Europa, America Latina e Paesi caraibici a conclusione
dei due giorni di vertice di Guadalajara, in Messico. Si tratta del terzo
Summit tra i leader dei due continenti dopo quelli di Rio de Janeiro del 1999 e
di Madrid del 2002. Il multilateralismo viene indicato come l’unico strumento
per risolvere le nuove sfide e minacce globali, quali il terrorismo. Ma perché
possa essere una realtà si invoca “una profonda riforma dell’Assemblea generale
e del Consiglio di sicurezza dell’Onu”. E la crisi in Iraq emerge
esplicitamente nella condanna delle torture inflitte ai prigionieri di guerra
iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Nessuna critica esplicita nei confronti
degli Stati Uniti, ma certamente parlare di multilateralismo significa
contenere il raggio di azione dell’unica superpotenza. E’ questa intenzione,
dunque, il primo risultato del vertice a Guadalajara di 58 leader di Europa,
America latina e Caraibi? Fausta Speranza lo ha chiesto al presidente della
Commissione europea, Romano Prodi:
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R. – Non è fatto per criticare, è un accordo per
sopravvivere. Tutti questi Paesi capiscono benissimo che mettendosi insieme possono
aiutare a creare nel mondo un pluralismo nel potere economico e nel potere
politico, che è indispensabile per respirare. Su questo si sono trovati tutti
d’accordo. Non c’è stata una sola voce dissenziente.
D. – Presidente, lei nel suo
intervento introduttivo ha parlato tra l’altro di solidarietà, di lotta alla
povertà. Su questi temi si sono fatti passi avanti nel Vertice di Guadalajara?
R. – Si sono fatti passi avanti,
ma rispetto alla dimensione del problema devo dire che sono passi minimi. Noi
stiamo lavorando perché finalmente questi Paesi si mettano assieme e possano
veramente rappresentare un’area economica che aiuti quello che è il sussidio...
D. - Ecco, presidente, proprio a
questo proposito, alla vigilia di questo Vertice, qualcuno polemicamente
riassumeva i rapporti tra Europa ed America Latina parlando di creditori e
debitori. Si può dare un’altra fotografia di questi rapporti?
R. – E’ una definizione
abbastanza tradizionale, che ha anche degli aspetti di verità. Il problema è
come uscire da questa realtà. Il nostro discorso, allora, del multilateralismo,
di una politica sociale forte – non dimentichiamo che progressi verso la
democrazia negli ultimi anni se ne sono fatti tanti in America Latina – tutto
questo disegno aiuta certamente a superare l’idea dei debitori e creditori. Ma
se l’America Latina non si mette assieme, quest’idea, prima o poi, riaffiora.
D. – Presidente Prodi, a
proposito delle dichiarazioni di Fidel Castro, che ha accusato l’Unione Europa
di disinteressarsi dell’America Latina, lei che cosa vorrebbe chiarire?
R. – Negli ultimi tempi l’Unione
Europea si era aperta a Cuba, ma Cuba ha ricambiato con una politica oppressiva
nei confronti dei dissenzienti. L’Unione Europea ha reagito come doveva
reagire, cioè duramente. Allora quello di Cuba è stato un atteggiamento di
ulteriore isolamento.
D. – Gli osservatori non
potevano non notare che a firmare la dichiarazione a favore del
multilateralismo mancavano Blair e Berlusconi, in questo momento primi
sostenitori degli Stati Uniti. Lei che dice?
R. – Naturalmente questo fatto è
stato molto notato. L’Europa è stata rappresentata come non mai in questo
Vertice: c’era il cancelliere Schroeder, Chirac, Zapatero, praticamente tutti i
Paesi. Mancavano la Gran Bretagna e l’Italia. Non posso dare alcuna
spiegazione, perché non ne ho… posso solo dire che questo è stato molto notato,
anche se io non credo che siano mancati per non firmare la dichiarazione sul
multilateralismo. Almeno spero che non sia stata questa la ragione. Certamente
l’America Latina ha bisogno di un rapporto forte e tra l’altro per i Paesi
dell’America Latina queste mancanze non hanno certamente provocato né
gratitudine, né reazioni positive.
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L’IMPEGNO PER IL DIALOGO TRA CRISTIANI E
MUSULMANI,
RIBADITO
ALLA CONFERENZA DI DOHA SUL DIALOGO
ISLAMO-CRISTIANO, CONCLUSASI IERI
- Con
noi, l’arcivescovo Michael Fitzgerald -
Si è chiusa ieri a Doha, in Qatar, la conferenza sul
dialogo islamo-cristiano dal titolo “La libertà religiosa: un tema per il
dialogo tra cristiani e musulmani”. L’incontro tra i membri della
Commissione per i Rapporti Religiosi con i Musulmani del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Inter-Religioso ed autorevoli studiosi musulmani, si è tenuta a
Doha su invito dell’emiro qatariota. Il summit interreligioso ha messo
l’accento sul ruolo di Cristianesimo e Islam nella sfida della pace.
Ma quali sono stati i punti fondamentali della conferenza? Al microfono del
collega del programma arabo, Rabih Abi Abdallah, risponde
l’arcivescovo Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio
Consiglio per il dialogo interreligioso
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R. – C’è stata una
prima parte teorica, dedicata alla Carta dei Diritti Umani: come è stata
elaborata questa Carta e le difficoltà per alcuni Paesi musulmani di accettare
l’articolo che parla della libertà religiosa. Secondo, la dottrina cattolica
sulla libertà religiosa. Terzo, un approccio alla libertà religiosa di autori
moderni musulmani. Dopo siamo passati all’applicazione del principio della
libertà religiosa con tre esempi: il Pakistan, la Nigeria e la Francia. Quindi,
c’è stata una quarta relazione, un tentativo di monitoraggio del diritto alla
libertà religiosa. Tale metodo sembra che vada verso una buona direzione. Credo
che abbiamo realizzato ciò che volevamo, cioè che questo nostro incontro desse
buon frutto. I commenti fatti sono stati molto utili. Il clima è stato
cordiale, qualche volta non facile... Rapporti interessanti, che mostrano anche
uno spirito di travaglio all’interno della comunità islamica. Abbiamo parlato
della libertà religiosa anche in senso individuale, di fare la volontà di Dio
secondo la propria coscienza, e non c’è stata una risposta negativa da parte
dei musulmani.
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IL RAPPORTO DELLE FAMIGLIE CON I MEZZI DI
COMUNICAZIONE.
NE
PARLA IL LIBRO “POLLICINO NEL BOSCO DEI MEDIA”
-
Intervista con Vincenzo Varagona -
Imparare
ad usare i media con “sapienza e prudenza”. E’ questa l’esortazione che una settimana
fa, al Regina Coeli, Giovanni Paolo II ha lanciato in occasione della 38ª
Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dedicata al tema: "I
media in famiglia. Un rischio e una ricchezza". Si tratta di uno degli
argomenti più attuali con cui la società moderna è chiamata a confrontarsi. E
proprio della ricerca di un rapporto più equilibrato e sereno con i mezzi di
comunicazione si occupa una nuova pubblicazione, dal titolo “Pollicino nel
bosco dei media”, scritta a più mani e curata da Vincenzo Varagona, giornalista
Rai e presidente dell’Unione stampa cattolica delle Marche. A lui Giada
Aquilino ha chiesto chi sia oggi Pollicino:
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R. – Non sono soltanto i ragazzi, ma Pollicino rappresenta
tutte quelle persone che di fronte ad un mondo sconosciuto e misterioso - come
può essere quello delle comunicazioni - restano confuse e cercano delle tracce
per orientarsi. Il libro, quindi, non è uno strumento soltanto per i ragazzi,
ma soprattutto per quelle persone che desiderano essere più consapevoli
nell’uso dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie.
D. – Il dibattito sull’educazione all’uso dei media,
quindi, chi riguarda?
R. – Innanzitutto, le famiglie. Esse, però, non devono
essere caricate di maggiori responsabilità rispetto a quelle che già hanno.
Nell’introduzione del libro, parlo di un’alleanza sui media, che riguarda gli
operatori della comunicazione, le famiglie e la scuola. È cioè utile creare una
sinergia tra i vari soggetti che possono costruire insieme un cammino di maggiore
educazione. Un’educazione che sia imperniata sulla serenità: l’importante è non
avere ‘paura’ della TV, dei computer, di Internet, del cellulare ma cercare di
attivare un rapporto costruttivo.
D. – Il Papa ha esortato ad usare i media con sapienza e
prudenza…
R. – Sì, il rischio è che il mezzo domini l’uomo. Penso
non soltanto ai ragazzi, ma ai padri e alle madri, che restano per ore
collegati ad Internet. Penso ai ragazzi che vengono lasciati soli e quindi
educati dalla televisione. Alla fine ci sono famiglie in cui i genitori non
riconoscono più i figli che crescono. Esiste davvero il rischio di trovarci di
fronte persone che, alla fine, neanche conosciamo più. Tali mezzi invece devono
essere usati in modo da arricchire le relazioni tra le persone. Anche la
conoscenza del mezzo è uno stimolo educativo: è possibile che il padre o la
madre aiuti un figlio a costruire un sito, ad effettuare una ricerca di
navigazione in Internet. I mezzi dunque possono essere anche un’opportunità
educativa per completare, arricchire oppure per ricuperare un rapporto perduto
tra padri e figli.
D. – E allora qual è l’invito che nasce da questo libro?
R. – E’ quello a lavorare in maniera forte e sinergica
sulla competenza, sulla formazione. La famiglia nasce col matrimonio: si
organizzano corsi per la formazione al matrimonio. In questi corsi un nocciolo
fondamentale potrebbe essere quello della formazione alla comunicazione, sia
dal punto di vista psicologico - la comunicazione fra le persone - sia dal
punto di vista tecnico, cioè la lettura dei mezzi, il loro funzionamento, la
capacità di gestirli.
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30
maggio 2004
UNA
SCOSSA DI TERREMOTO HA COLPITO, FORTUNATAMENTE SENZA CAUSARE VITTIME, LA
REGIONE CARAIBICA GIÀ DEVASTATA
DALLE ALLUVIONI, CHE HANNO
SCONVOLTO LA REPUBBLICA DOMINICANA ED HAITI
- A cura di Amedeo Lomonaco -
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SANTO DOMINGO – PORT-AU-PRINCE. = Dopo le recenti, devastanti
alluvioni che hanno colpito i Caraibi, una scossa di terremoto si è registrata
ieri nella regione dominicana di Jimani, zona dove in seguito alle inondazioni
sono morte almeno 388 persone. La scossa, di magnitudo 4,4 grado della scala
Richter, non sembra aver provocato ulteriori vittime. Le agenzie nazionali ed
internazionali sono intanto impegnate per portare generi di prima necessità
alle popolazioni della Repubblica Dominicana e della confinante Haiti colpite
dalle alluvioni. Su tutta l’isola il numero dei morti
sfiora la drammatica cifra di duemila persone e a questo tragico bilancio,
ancora provvisorio, bisogna purtroppo aggiungere anche moltissimi dispersi. Sul
versante politico si deve inoltre registrare l’arrivo, previsto domani, dell’ex
presidente di Haiti Jean-Bertrand Aristide in Sudafrica, Paese che nei giorni
scorsi ha accolto la sua domanda di asilo. Lo ha riferito il ministro degli
Esteri sudafricano, Nkosazana Dlamini-Zuma, a margine della sesta conferenza
della ‘Human security network’ tenutasi a Bamako, in Mali. Aristide -
destituito lo scorso febbraio in seguito ad un’insurrezione generale - lascerà,
insieme alla moglie e alle sue due figlie, la Giamaica, dove era giunto lo
scorso 15 marzo.
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“SUI CONFINI DELLA SPERANZA”. E’
IL TEMA DEL CONGRESSO NAZIONALE 2004
DEL MOVIMENTO DI RINASCITA
CRISTIANA, CONCLUSOSI OGGI AD ASSISI
- A cura di Beatrice Luccardi -
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ASSISI.
= Si è concluso, questa mattina, con la celebrazione della Messa di Pentecoste,
il Congresso nazionale 2004 del Movimento di Rinascita cristiana, inaugurato
venerdì scorso alla Cittadella di Assisi. La Liturgia è stata preceduta
dall’Assemblea conclusiva delle giornate di approfondimento dedicate al tema
‘Sui confini la speranza’. “Il mondo di oggi è caratterizzato da esperienze di
confine a livello culturale e religioso” ha spiegato l’assistente nazionale di
Movimento di Rinascita Cristiana (Mrc), padre Licio Prati. “Con esperienze di
confine - ha aggiunto - si indicano tutte le esperienze umane, individuali e
collettive, cariche di ambiguità e tuttavia suscettibili di trasformazione o di
passaggio dallo scontro all’incontro, dal possesso allo scambio”. Come
sottolineato ai partecipanti dal vescovo di Assisi, mons. Sergio Goretti, oggi
più che mai vi è la necessità che ciascun cristiano si impegni date le
difficoltà della situazione odierna sia in Italia che in ambito internazionale.
“Guardando il nostro oggi - ha rilevato il presule – vediamo tanti motivi di
preoccupazione: tra questi vi sono uno stato di conflittualità permanente e le
tragedie delle quali sono vittime le popolazioni di molte parti del mondo.
Drammi solitamente ignorati, perché i poveri tuttora non fanno notizia”. Fra
gli altri relatori intervenuti al Congresso si segnalano il prof. Giuseppe
Dalla Torre, rettore della Lumsa, il dott. Paolo Naso, direttore della rivista
Confronti e i professori Pietro Scoppola, storico e docente all’università la
Sapienza di Roma, e padre Jean Louis Ska, docente al Pontificio istituto
biblico. Una serata di canto e preghiera è stata inoltre animata da don Giosy
Cento, sacerdote cantautore.
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DA
DOMANI E FINO AL PROSSIMO 4 GIUGNO, VISITA IN UGANDA DEL PRESIDENTE
DEL
PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE, CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO,
CON
TAPPE PREVISTE ANCHE NELLE ZONE DI GUERRA
KAMPALA.
= Città colpite da un sanguinoso conflitto, che da 18 anni sta devastando
l’Uganda. Sono queste alcune delle mete, tra le quali i martoriati centri di
Gulu, Kalongo e Kitgum, inserite nel programma della visita che il presidente
del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, cardinale Renato
Raffaele Martino, si appresta a compiere, a partire da domani, nel Paese
africano. Il viaggio, che prevede anche una solenne celebrazione in onore dei
martiri ugandesi, a Namugongo, nella festa annuale di San Carlo Lwanga e di 21
Compagni canonizzati da Paolo VI nel 1964, è dedicato principalmente ad
incontri con autorità, organismi di Giustizia e Pace e rappresentanti di
associazioni religiose e laicali impegnate nel sociale. Subito dopo l’arrivo
del porporato in Uganda, seguirà a Kampala un discorso rivolto ai parlamentari,
ai membri delle Commissioni Giustizia e Pace e a leader locali, incentrato
sull’impegno dei laici cristiani in campo sociale e politico alla luce della
dottrina sociale della Chiesa. Il giorno successivo, il cardinale Martino si
recherà a Gulu, dove incontrerà rappresentanti religiosi e laicali, che si
adoperano per la pace e la riconciliazione nel Paese. Analoghi impegni
attendono il porporato mercoledì prossimo, quando a Kalongo vedrà le autorità
cittadine. Successivamente si sposterà a Kitgum per un incontro con le locali
Associazioni di genitori e delle donne africane. Il cardinale Martino, che sarà
accompagnato in Uganda da mons. Bernard Munono Muyembe del Pontificio consiglio
Giustizia e Pace, rientrerà a Roma il prossimo 4 giugno. (A.L.)
ULTIMO
COMMOSSO SALUTO DI TORINO
AL PRESIDENTE DELLA FIAT,
UMBERTO
AGNELLI, SCOMPARSO VENERDI’ SCORSO
TORINO. = Oltre 50
mila persone hanno portato ieri, a Torino, l’ultimo saluto ad Umberto Agnelli, morto
venerdì scorso all’età di 69 anni. Dopo un lungo pellegrinaggio alla camera
ardente allestita nel centro storico della Fiat, molti operai e anche tanti
torinesi, che non hanno mai avuto legami diretti con l’azienda automobilistica,
sono stati accolti dai familiari di Umberto Agnelli. Tra coloro che si sono
recati alla camera ardente, figurano molte personalità del mondo
imprenditoriale, politico e sportivo tra le quali il
direttore del quotidiano torinese “La Stampa”, Marcello Sorgi, il presidente
del Senato, Marcello Pera, e i componenti della
squadra di calcio della Juventus. Uno degli ultimi a rendere il
proprio omaggio al presidente della Fiat è stato il primo ministro italiano,
Silvio Berlusconi. Alle 17 in punto, il flusso di gente è stato interrotto e
poco dopo è uscito il feretro, accolto da un lungo applauso. Successivamente il
corteo è partito per Villar Perosa, dove la bara è stata tumulata nella tomba
di famiglia. C’è stata, quindi, una semplice cerimonia funebre durante la quale
il parroco di Villar Perosa, don Franco Gallea, ha benedetto la salma e
pronunciato parole di conforto. (A.L.)
DAL 12
AL 18 SETTEMBRE PROSSIMO A BOSE, IN PIEMONTE,
IL XII
CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE DI SPIRITUALITA’ ORTODOSSA
- A
cura di Giovanni Peduto -
BIELLA.
= Presso il monastero di Bose, a Biella in Piemonte, dal 12 al 18 settembre
prossimo si terrà il XII Convengo ecumenico internazionale di spiritualità
ortodossa, organizzato dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, dal
Patriarcato di Mosca e dalla Comunità monastica di Bose, in collaborazione con
l’Università di Torino e con il contributo dell’Unione Europea, della Regione
Piemonte e della Provincia di Biella. Il Convegno, che prosegue un itinerario
consolidato di studio della spiritualità ortodossa, si propone di offrire uno
spazio di incontro fraterno tra le Chiese di Oriente e di Occidente, così
urgente soprattutto in questo momento di difficoltà del dialogo ecumenico, e di
favorire una riflessione comune su temi essenziali della vita cristiana e
capaci di interpellare la coscienza dell’uomo contemporaneo. Come nelle
precedenti edizioni, i lavori del Convegno saranno articolati in due sessioni:
“Sant’Atanasio e il monte Athos” dal 12 al 14 settembre e “La preghiera di Gesù
nella spiritualità russa del XIX secolo” dal 16 al 18 settembre. La prima
sessione intende meditare l’insegnamento di Atanasio l’Athonita e la ricca
tradizione spirituale del monachesimo fiorito sulla Santa Montagna, presenza
che ha visto vivere insieme santi asceti provenienti da ogni Chiesa e
tradizione. La seconda sessione, dedicata alla preghiera di Gesù nella
tradizione spirituale russa, approfondirà la dimensione patristica e teologica
di quest’antichissima forma di preghiera, che ancora oggi esperimenta
un’autentica rinascita. Sono attesi metropoliti, vescovi e monaci delle Chiese
ortodosse, della Chiesa cattolica e delle Chiese della Riforma, accanto ai
maggiori specialisti e ricercatori a livello internazionale.
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30
maggio 2004
- A cura di Barbara Castelli -
Si è conclusa nel
sangue, nelle prime ore di stamani, la vicenda dei 50 ostaggi stranieri nelle
mani di almeno quattro terroristi islamici, legati alla rete di Al Qaeda, in un
residence di Al Khobar, nell’est dell’Arabia Saudita. Forze speciali locali
hanno fatto irruzione nell’edificio ponendo fine all’assedio durato quasi 24
ore, uccidendo due membri del commando e arrestandone altri due. Il blitz,
tuttavia, non ha impedito l’orribile uccisione di 9 ostaggi, un italiano, uno
svedese, un giapponese e altri sei asiatici, sgozzati dai terroristi per aver
cercato di scappare. La morte del cittadino italiano è stata confermata anche
dalla Farnesina. Si tratta del campano Antonio Amato, 35 anni, da poche
settimane in Arabia Saudita, che svolgeva mansioni di cuoco nel residence
Oasis. In un comunicato diffuso su Internet, inoltre, la rete terroristica di
Osama Bin Laden ha rivendicato la barbara uccisione dei due cittadini europei,
promettendo di liberare la penisola arabica dagli “infedeli”. Il Foreign Office
britannico, intanto, teme “nuovi attacchi terroristici” nel Paese, con ogni
probabilità “nella fase finale di preparazione”. Ma quale è il clima politico
che sta vivendo in questo momento l’Arabia Saudita? Debora Donnini ha girato la
domanda a Marco Hamam, specializzato in studi arabi e collaboratore di La
Repubblica e Limes:
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R. - In Arabia Saudita è in atto un vero e proprio
contrasto, dai toni molto accesi, tra una parte della popolazione che segue i
cosiddetti “Sceicchi della rinascita”, che si oppongono alla famiglia di Saud,
e dall’altra parte la famiglia di Saoud, considerata ormai una famiglia troppo
collusa con lo strapotere statunitense. Quella che è in corso in Arabia Saudita
è una lotta per il consenso, ciò significa che si sta cercando di stabilire un
nuovo tipo di Islam. Da una parte ci sono i Saud, che pur adottando
ufficialmente il sistema wahabita, hanno finito per snaturarlo, e dall’altra i
mujahidin, che desiderano un Islam possibilmente o paradossalmente ancora più
radicale di quello wahabita. Non c’è solo, quindi, una lotta propriamente
politica, ma anche una lotta per l’affermazione di un nuovo tipo di Islam, che
potrà essere più radicale oppure più moderato, soprattutto sulla scia di queste
pressioni americane sul regime saudita.
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Il Consiglio di governo transitorio iracheno,
l’amministrazione civile americana e le Nazioni Unite hanno raggiunto ieri un
accordo sulla lista dei componenti del nuovo esecutivo ad interim, che
guiderà il Paese dopo il 30 giugno e fino alle elezioni, in programma per
l’inizio del prossimo anno. La lista definitiva della compagine di governo è
attesa nelle prossime ore. Nel Paese, comunque, proseguono le violenze. Il
servizio di Barbara Castelli.
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Si profila con sempre maggiore chiarezza la
lista dei ministri, che guideranno il nuovo Iraq. Dopo la scelta del capo di
Governo, caduta sul medico sciita 58.enne Iyad Allawi, dovrebbe essere ministro
del Petrolio il tecnocrate Thamir Ghadban; il politico curdo Hoshyar Zebari
ministro della Difesa e un altro curdo, Barham Salih, ministro degli Esteri.
Adel Abdul Mahdi, uno sciita, sarà, invece, il nuovo ministro delle Finanze.
Sembrano confermate, nonostante le divergenze, anche le indicazioni, che vedono
il sunnita Adnan Pachachi favorito per la carica di presidente. Esponenti curdi
del Consiglio di governo, insieme con alcuni sciiti, tuttavia, si oppongono
alla nomina di Pachachi, al quale preferiscono Ghazi Yawar, un ingegnere
sunnita attualmente presidente di turno dell’organo esecutivo. Nel Paese del
Golfo, comunque, la violenza resta in primo piano. Tre marines sono stati
uccisi ieri nella provincia di al-Anbar, nell’Iraq occidentale, mentre sei
militari della coalizione sono rimasti feriti oggi nell’esplosione di
un’autobomba nei pressi di Mossul. Sempre nella località settentrionale, nella
notte, hanno perso la vita una donna e sua figlia, raggiunte da alcuni colpi di
mortaio. Esplosioni e tiri di armi da fuoco sono stati sentiti anche a Najaf,
la città santa sciita nel centro dell’Iraq, dove giovedì è stata raggiunta una
tregua tra le forze della coalizione e i miliziani. Il redattore capo di un
giornale indipendente, Ismail Zair, è sfuggito, invece, ieri a Baghdad, a un
tentativo di omicidio, costato la vita al suo autista e alla sua guardia del
corpo. Intanto, il premier britannico, Tony Blair, intanto, pur augurandosi che
entro il 2005 le truppe in Iraq possano essere notevolmente ridotte, ha
annunciato che il Regno Unito deciderà se inviare altri soldati nel Paese,
probabilmente nelle prossime settimane. Sono rientrati ieri sera, invece, in
Italia i militari del Reggimento San Marco della Marina Militare, impegnato in
Iraq nell’operazione “Antica Babilonia”.
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Ennesima fiammata di violenza in Afghanistan.
Quattro uomini delle Forze speciali americane sono rimasti uccisi ieri nel corso di un’operazione
nel sud del Paese. Lo riferisce un comunicato delle forze armate statunitensi.
La provincia meridionale di Zabul è stata più volte in passato teatro di
attacchi da parte di guerriglieri islamici.
Ucciso in Pakistan un religioso islamico
pro-taleban. Uno sconosciuto ha aperto il fuoco stamani contro il muftì
Nizammuddin Shamzai, all’uscita dalla moschea nella città meridionale di
Karachi. Altre 4 persone sono rimaste ferite. Il muftì aveva lanciato la guerra
santa contro gli Stati Uniti dopo l’invasione dell’Afghanistan e dell’Iraq.
Cresce la tensione anche in Turchia. I ribelli curdi del
Congra-Gel, successore del Pkk, hanno annunciato ieri di voler riprendere la
lotta armata nel Paese, dal primo giugno prossimo. La tregua unilaterale è
stata raggiunta sei anni fa, subito dopo la cattura del loro leader, Abdullah
Ocalan. “Il cessate il fuoco ha perduto significato politico e militare - si
legge in un comunicato - a causa delle operazioni di annientamento lanciate
negli ultimi tre mesi dallo Stato turco”.
Sempre delicata la situazione in Medio
Oriente. Il premier israeliano, Ariel Sharon, ha deciso stamani di rinviare di
una settimana il voto sul suo piano di graduale disimpegno dalla Striscia di
Gaza. Nei Territori, intanto, si registrano nuovi episodi di violenza. Tre
attivisti palestinesi del movimento radicale Hamas hanno perso la vita nella
notte nel corso di un raid aereo israeliano a Gaza City. Nell’attacco altre
sette persone sono rimaste ferite, tra queste una donna. Obiettivo dell’operazione, secondo
quanto ha riferito Israele, “due importanti leader di Hamas, responsabili di
numerosi attacchi contro Israele, che stavano preparando altri attentati”.
E’ di almeno 35 morti e 220 feriti il bilancio, tuttora
provvisorio, del terremoto che venerdì ha colpito il nord dell’Iran. Una tragedia
nella tragedia è quella, che ieri è costata la vita a Massud Emami, governatore
generale della provincia iraniana di Qazvin, tra le più colpite dal sisma.
Emami è morto insieme con altre cinque persone quando l’elicottero su cui
viaggiavano è precipitato durante un’ispezione delle aree terremotate.
In Colombia, la guerriglia dell’Armata di liberazione
nazionale (Eln) ha rapito ieri 17 civili nei pressi di Quibdo, a 620 chilometri
a nord-ovest di Bogotà. Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC),
intanto, hanno rifiutato la proposta della Francia di accogliere ribelli
detenuti nel Paese latinoamericano in cambio della liberazione di alcuni
ostaggi. Attualmente le Farc, secondo quanto riferiscono le autorità locali,
detengono 1.600 ostaggi, di questi 21 sono responsabili politici, 47 esponenti
dell’esercito, tre americani e i rimanenti sono civili.
Sette operai - cinque indiani e due malaysiani - hanno
perso la vita ieri per un incendio scoppiato a bordo di una petroliera, vuota,
in riparazione in un cantiere navale di Singapore. Lo ha reso noto la
televisione statale. La polizia ha aperto un’inchiesta sul caso.
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