RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 150 - Testo della trasmissione di sabato 29 maggio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Siate testimoni di pace e amore, dovunque nel mondo: lo ha detto il Papa ai giovani sacerdoti alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica, al termine dell’anno di studi

 

Il cordoglio del Papa per la morte di Umberto Agnelli. Oggi pomeriggio, in forma privata, i funerali del presidente della Fiat. Ai nostri microfoni, il cardinale Severino Poletto

 

A Genova, celebrati i funerali di Fabrizio Quattrocchi, l’ostaggio italiano ucciso in Iraq. In un telegramma, il cordoglio del Papa che ha invocato la pace per il Paese mediorientale

 

Il Papa presiederà questa sera, nella Basilica di San Pietro, la solenne celebrazione dei primi Vespri della Pentecoste.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si aggrava ancora il bilancio delle vittime delle inondazioni che hanno colpito i Caraibi

 

Stasera a Doha chiude la Conferenza sul dialogo islamo-cristiano. Interviste con il cardinale Jean-Louis Tauran ed il principe Peter Joseph di Lèmessos dei Cavalieri di Malta

 

Al vertice di Guadalajara, i 58 leader europei e latinoamericani firmano la Dichiarazione finale del vertice: ce ne parla mons. Nelson Viola

 

Si chiude oggi il processo diocesano di beatificazione per Robert Schuman, uno dei padri fondatori dell’Europa: con noi il cardinale Paul Poupard

 

E’ arrivato nelle sale il nuovo film eco-kolossal di Roland Emmerich, The day after tomorrow.

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Lasciati prendere nella rete dell’amore”: è il tema che accompagna l’incontro dei giovani a Lednica, in Polonia

 

Appello dei vescovi indonesiani per le prossime elezioni presidenziali

 

Si conclude oggi in Polonia il V Congresso nazionale dell’infanzia missionaria

 

Accordo di pace siglato tra le diverse fazioni liberiane

 

Segni di speranza nelle Filippine. Annunciata ripresa del dialogo tra Governo e Fronte democratico nazionale

 

Si svolgerà martedì prossimo a Roma la quinta giornata di riflessione su “Cattolicesimo e letteratura nel ‘900”.

 

24 ORE NEL MONDO:

L’Iraq, dove oggi è stato ucciso un generale curdo, ha un nuovo premier: è il medico sciita Allawi

 

Oltre 30 vittime in Iran in seguito ad un terremoto che ha colpito il nord del Paese

 

Almeno 6 persone morte in Arabia Saudita per un attentato rivendicato da Al Qaeda. 

 
 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 maggio 2004

 

 

SIATE TESTIMONI DI PACE E AMORE, DOVUNQUE NEL MONDO:

COSI’, IL PAPA AI GIOVANI SACERDOTI ALUNNI

DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA ECCLESIASTICA, RICEVUTI STAMANI IN VATICANO,

AL TERMINE DELL’ANNO DI STUDI

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

La solennità della Pentecoste, che si celebra domani, mette in luce la vocazione missionaria della Chiesa. E’ la riflessione offerta stamani da Giovanni Paolo II ai sacerdoti alunni della Pontificia accademia ecclesiastica, ricevuti in udienza assieme al presidente, mons. Justo Mullor García. L’istituto fondato da Papa Clemente XI, nel 1701, ha lo scopo di preparare i giovani ecclesiastici al servizio diplomatico della Santa Sede. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Siate testimoni di pace e di amore dovunque la Provvidenza vi condurrà. E’ l’augurio ed esortazione, al tempo stesso, rivolta dal Papa ai giovani sacerdoti alunni della Pontificia accademia ecclesiastica. Con lo scorrere dei secoli, ha detto, “l’evangelizzazione si è fatta confronto con culture diverse, e, specialmente di recente, anche dialogo con le istituzioni civili nazionali ed internazionali”. In questo contesto, ha sottolineato, voi siete partecipi della “missione evangelizzatrice della Chiesa”. Mantenendosi in contatto con il Papa, ha proseguito, le rappresentanza pontificie “sono chiamate a rappresentarlo presso le Comunità ecclesiali dei Paesi dove si trovano ad operare, presso i governi delle nazioni e gli organismi internazionali”. Una sfida, ha tenuto a sottolineare Giovanni Paolo II, che “esige dal personale di tali Missioni capacità di dialogo, conoscenza dei vari popoli, delle loro espressioni culturali e religiose, come pure delle loro legittime attese”. D’altro canto, è indispensabile “un’adeguata formazione teologica e pastorale, e soprattutto una fedeltà matura e totale a Cristo”. Solo se vi manterrete uniti a Lui con la preghiera e la costante ricerca della sua volontà, ha avvertito il Santo Padre, “il vostro lavoro sarà proficuo e sentirete pienamente realizzato il vostro sacerdozio”.

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IL CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE DI UMBERTO AGNELLI.

 OGGI POMERIGGIO, IN FORMA PRIVATA, I FUNERALI DEL PRESIDENTE DELLA FIAT.

AI NOSTRI MICROFONI, IL CARDINALE SEVERINO POLETTO RICORDA

 LA FIGURA DELL’INDUSTRIALE TORINESE

 

Con “generoso impegno umano e professionale”, si è molto “prodigato per il rilancio industriale” della Fiat. Il Papa ricorda così la figura di Umberto Agnelli, scomparso ieri all’età di 69 anni. In un telegramma indirizzato all’arcivescovo di Torino, il cardinale Poletto, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, il Pontefice si unisce ai familiari colpiti dal grave lutto, impartendo loro la benedizione apostolica. La scomparsa dell’industriale piemontese viene vissuta con particolare emozione a Torino, città che lega inscindibilmente il suo nome a quello dell’azienda della famiglia Agnelli. Ascoltiamo, dal capoluogo piemontese, il servizio di Fabrizio Accatino:

 

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Una piccola folla, andata via via ingrossandosi, sta salutando in queste ore Umberto Agnelli, con la stessa partecipazione composta con cui – sedici mesi fa – aveva detto addio a suo fratello Giovanni. La salma del dottore è stata trasportata alle prime luci dell’alba nella camera ardente, allestita nella storica sede Fiat, costruita nel 1910, quando l’azienda stava muovendo i primi passi. Dentro, al centro della sala c’è la bara, circondata da piante di alloro, ginepro, edera e felci. Davanti al feretro, la moglie, Allegra Caracciolo, e la figlia Anna; un passo più in là l’ex amministratore delegato della Fiat, Paolo Cantarella. Oggi pomeriggio è attesa la visita del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ieri, dopo che si era diffusa la notizia della morte di Umberto Agnelli, era iniziato il pellegrinaggio alla Villa La Mandria, dove il dottore si è spento. Tra i primi a porgere il loro omaggio, l’amministratore delegato Fiat, Giuseppe Morchio, quindi mons. Renzo Savarino, che era stato già vicino al figlio Giovanni Alberto nelle ultime ore della sua malattia, e ancora il sindaco di Torino, Chiamparino, e quello di Milano, Albertini; l’arcivescovo Severino Paletto, la dirigenza della Fiat e quella della Juventus. Il lungo addio di Torino al dottore proseguirà ancora nel pomeriggio fino alle 17, poi il feretro partirà verso la cappella di famiglia sulla collinetta del cimitero comunale di Villar Perosa, dove – in forma strettamente privata – Umberto Agnelli riceverà l’ultimo saluto della sua famiglia.

 

Da Torino, Fabrizio Accatino, per la Radio Vaticana.

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Come sottolineato dal Papa nel telegramma di cordoglio, Umberto Agnelli era impegnato con tutte le sue forze a rilanciare la Fiat. Un aspetto, che viene messo in luce anche dall’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto, che – ai nostri microfoni – ricorda la figura dell’industriale e il significato della sua scomparsa per i cittadini torinesi:

 

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Credo che la nostra città, ancora una volta, sia provata dalla scomparsa di un uomo che rappresentava una parte importante dell’attività, soprattutto imprenditoriale, di questa nostra città. Era diventato presidente della Fiat dopo la morte del fratello ed aveva dato un segnale molto forte di rilancio dell’industria automobilistica, impegnandosi direttamente – lui come presidente – insieme a tutta la famiglia per dare continuità e – direi – anche una soluzione ad una situazione di crisi e di difficoltà in cui si trovava l’azienda. Appena poche settimane fa, avevo avuto occasione di incontrarlo. Proprio nell’occasione in cui c’erano le tensioni, avevo avuto la conferma di questa volontà di rilancio ed anche dei segnali di ripresa. Indubbiamente, credo che l’azienda si trovi ora in un momento particolare, perché la scomparsa è avvenuta in così breve tempo. C’è stata la dichiarazione di intenti molto chiara e di impegno ancora maggiore. E questo proprio per attuare ciò che lui aveva in mente e ciò che lui desiderava: il rilancio e il risanamento della Fiat. Questo è un messaggio anche di speranza per tutti i dipendenti Fiat.

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A GENOVA, CELEBRATI I FUNERALI DI FABRIZIO QUATTROCCHI,

L’OSTAGGIO ITALIANO UCCISO IN IRAQ. IN UN TELEGRAMMA DEL CARDINALE SODANO,

IL CORDOGLIO DEL PAPA CHE HA INVOCATO LA PACE PER IL PAESE MEDIORIENTALE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

La pace e la riconciliazione per l’Iraq e la consolazione per i familiari della vittima. Con questi due commossi auspici Giovanni Paolo II si è reso presente, attraverso un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, ai funerali di Fabrizio Quattrocchi, uno dei quattro ostaggi italiani trucidato in Iraq. Al rito funebre - celebrato questa mattina nella cattedrale di Genova dal cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo della città – e al dolore di tutta la comunità diocesana il Papa ha detto di essere “spiritualmente partecipe” ed ha elevato preghiere di suffragio per l’italiano ucciso ed ha impartito la sua benedizione chiedendo a Dio “la riconciliazione e la pace per popolazione irachena tanto provata”.

 

“Una volta innescata la logica del male è inutile cercare le ragioni degli uni e degli altri, perché violenza chiama violenza, da cui si può uscire solo con una conversione del cuore”. E’ stato questo uno dei passaggi dell’omelia del cardinale Bertone, subito dopo la lettura del telegramma di cordoglio del Papa. “Già troppe vittime dobbiamo piangere - ha detto l'arcivescovo di Genova - il nuovo Iraq non deve essere macchiato di sangue innocente ne’ tormentato da superfluo dolore”.  Di fronte “allo scenario preoccupante di un mondo avviato nella direzione opposta al progetto di Dio e all'insegnamento di Cristo - ha concluso il porporato - risuona forte la voce del Papa che fa eco al Vangelo: balsamo e medicina alla malvagità è il gesto del perdono dato incondizionatamente, nella sicura speranza che esso è il nome dell'amore di fronte all'ingiustizia, e il seme della futura pace è l'innesto della bontà nell'albero inselvatichito dell'umanità sbandata”.

 

 

IL PAPA PRESIEDERA’ QUESTA SERA, NELLA BASILICA DI SAN PIETRO,

LA SOLENNE CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI DELLA PENTECOSTE

 

Come annunciato dal Papa stesso durante il Regina Coeli di domenica scorsa, alle 18 di questo pomeriggio, in Piazza San Pietro, Giovanni Paolo II presiederà la celebrazione dei Primi Vespri della solennità di Pentecoste, alla quale parteciperanno, oltre ai fedeli della diocesi di Roma, anche gli esponenti di gruppi ecclesiali, associazioni laicali e movimenti. La preghiera sarà animata dai canti del Rinnovamento nello Spirito. La nostra emittente seguirà in radiocronaca diretta l’avvenimento a partire dalle ore 18, con commento in italiano per la zona di Roma sui 585 kHz dell’onda media e i 105 MHz della modulazione di frequenza.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, l’arcivescovo Albert Malcom Ranjith Patabendige Don, nunzio apostolico in Indonesia e in Timor Orientale e il Barone Hendrik Volkier Bentinck van Schoonheten, ambasciatore dei Paesi Bassi, in visita di congedo.

 

In Italia, il Papa ha nominato vescovo di Belluno-Feltre il sacerdote Giuseppe Andrich, finora amministratore diocesano della stessa diocesi. Il nuovo presule, 64 anni, è originario di Canale d'Agordo ed ha frequentato il Seminario minore di Feltre e poi quello di Belluno. per completare gli studi liceali e teologici. Dopo l'ordinazione sacerdotale, ha conseguito la licenza in Liturgia al Pontificio Ateneo S. Anselmo. E’ stato assistente diocesano di Azione Cattolica, quindi del Movimento Studenti e della Fuci, nonché assistente del Movimento lavoratori. Oltre ad incarichi di docenza, è stato tra l’altro rettore del Seminario Maggiore della sua diocesi, e direttore dell'Ufficio Liturgico.

 

Sempre in Italia, il Pontefice ha nominato Vescovo di Adria-Rovigo il sacerdote Lucio Soravito De Franceschi, finora parroco della Cattedrale di Udine e vicario episcopale per i Laici. Mons. De Franceschi, ato 65 anni fa a Mione di Ovaro, in provincia di Udine, ha conseguito la laurea con la specializzazione in Teologia Pastorale presso la Pontificia Università Salesiana a Roma. Nella stessa diocesi di Udine, è stato insegnante di Teologia Pastorale e Catechetica nel Seminario Interdiocesano. E' autore di alcune pubblicazioni di catechetica e di diversi articoli su riviste di carattere pastorale. Dal 1988 al 1999 è stato Assistente Generale dell’Azione Cattolica diocesana e dal 1984 è canonico del Capitolo Metropolitano.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

“Siate testimoni di pace e di amore dovunque la Provvidenza vi condurrà” è il messaggio di Giovanni Paolo II rivolto alla comunità dei superiori e degli alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica ricevuti in udienza. Iraq: Iyad Allawi, ex esponente del partito “Baath” designato premier del Governo ad interim. Iran: un violento terremoto devasta il Nord. Arabia Saudita: terroristi uccidono cinque ostaggi nella regione petrolifera di Al Khobar. Somalia: cruenta battaglia a Mogadiscio per il controllo della zona del porto.

 

Nelle pagine vaticane, l’articolo di Gabriele Nicolò dal Qatar sul Convegno interreligioso tra Cristiani e Musulmani.

 

Nelle pagine estere, si aggrava il bilancio delle vittime delle alluvioni ad Haiti e nella Repubblica Dominicana. Messico: il documento finale del vertice Ue-America Latina: appello al multilateratismo per risolvere minacce come il terrorismo. Medio Oriente: due palestinesi e un israeliano uccisi in violenze nei territori; divergenze sul ritiro da Gaza.

 

Nella pagina culturale, un articolo sulla spedizione italiana sull’Everest e sul K2.

 

Nelle pagine italiane, i funerali di Fabrizio Quattrocchi nella Basilica di San Lorenzo a Genova. Partiti per l’Iraq da Caserma 102 bersaglieri mentre torna in Patria il Battaglione San Marco.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

29 maggio 2004

 

 

GLI AIUTI UMANITARI IN PROCINTO DI RAGGIUNGERE LE POPOLAZIONI DEI CARAIBI

COLPITE DALLE DEVASTANTI INONDAZIONI DI QUESTI GIORNI.

TRAGICO IL BILANCIO DELLE VITTIME: 1700 PERSONE, SENZA CONTARE I DISPERSI

- Intervista con don Giudo Maglietta -

 

Continua a crescere di ora in ora il numero delle vittime delle inondazioni che hanno colpito i Caraibi. E i meteorologi prevedono nuove piogge nei prossimi giorni. Le Nazioni Unite, il programma alimentare mondiale, numerosi governi insieme con la Caritas e alcune Conferenze episcopali si sono mobilitati per portare aiuto alle popolazioni colpite. Il servizio di Ignazio Ingrao:

 

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Secondo le stime ufficiali, è di 1700 vittime e migliaia di dispersi il bilancio provvisorio dell’alluvione che ha travolto l’isola caraibica di Hispaniola, comprendente Haiti e la Repubblica Domenicana. Le piogge torrenziali che da oltre dieci giorni cadono sull’isola hanno colpito oltre 20 mila persone. Nella sola regione dello Jimani, dove lo straripamento di un fiume ha cancellato tre quartieri, i senza tetto sono oltre cinquemila. La comunità internazionale si è immediatamente mobilitata inviando aiuti alimentari e medicinali, distribuiti anche con gli elicotteri messi a disposizione dalla forza multinazionale presente ad Haiti dal febbraio scorso, dopo l’uscita di scena del presidente Aristide. La presidenza della Conferenza episcopale italiana ha stanziato un milione e mezzo di euro di fondi derivanti dall’otto per mille e la rete internazionale della Caritas ha messo a punto un piano di emergenza. Abbiamo chiesto a don Guido Miglietta, responsabile dell’Ufficio America Latina e Caraibi della Caritas italiana, quali sono le necessità più urgenti delle popolazioni alluvionate:

 

R. – Come ci hanno segnalato dalla Caritas della Repubblica Dominicana ed anche dalla Caritas Haiti, ci sono tre necessità fondamentale ed urgenti: la necessità di tende per ospitare la popolazione, la necessità di alimenti e di acqua potabili. Queste sono, ovviamente, necessità immediate. C’è poi l’emergenza per quanto riguarda la disinfezione ed anche il risanamento, soprattutto nelle zone colpite ancora i cadaveri. A questo stanno già provvedendo i governi, ed anche la Caritas stessa e le Associazioni che sono presenti in Repubblica Dominicana e in Haiti.

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SI CHIUDE STASERA A DOHA LA CONFERENZA SUL DIALOGO ISLAMO-CRISTIANO:

COMPIUTI PASSI IN AVANTI SULLA VIA DEL RISPETTO E DELLA FRATERNITA’

- Interviste con il cardinale Jean-Louis Tauran e principe Peter Joseph di Lèmessos -

 

Continua il confronto a porte chiuse, lontano da cronisti e microfoni, per i partecipanti alla Conferenza in corso a Doha, in Qatar, sul dialogo tra le grandi religioni monoteiste. L’importante assise, che si concluderà questa sera, ha visto la partecipazione di personalità di spicco del mondo musulmano e cristiano. In un passaggio epocale nel quale le vicende politiche e belliche tendono ad esasperare il confronto tra due civiltà, prima ancora che due religioni, la Conferenza di Doha ha ribadito la necessità di un dialogo aperto che possa contribuire a creare vincoli di fraternità tra islam e cristianesimo. Lo conferma il cardinale Jean-Louis Tauran, archivista e bibliotecario di Santa, Romana Chiesa, che sintetizza i punti del suo intervento alla conferenza, al microfono del collega del programma arabo della nostra emittente, Rabih Abi Abdallah:

 

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R. – Ho cercato di sviluppare alcune idee ed argomenti di questo dialogo fra credenti appartenenti a due diverse religioni, che possono però rispettarsi e fare una parte del cammino assieme. La cosa che mi ha maggiormente interessato ieri, sentendo parlare soprattutto i diversi esponenti dell’islam di questa parte del mondo, è che ci sono parecchi islam, non c’è un solo islam. Si vedeva molto bene che numerose erano le sfumature e le interpretazioni del Corano. Questo è davvero molto interessante, anche perché ci illustra la complessità di questo dialogo.

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La Conferenza di Doha ha permesso di aggiungere un nuovo tassello al confronto pacifico e costruttivo intavolato tra musulmani e cristiani. Un confronto che ha visto coinvolti anche organismi di solidarietà delle due religioni, come i Cavalieri di Malta. Ecco il commento del massimo responsabile dell’Ordine ecumenico ospedaliero, il principe Peter Joseph di Lèmessos, che ha preso parte ai lavori di Doha:

 

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R. – Sono venuto a Doha perché, appartenendo ad un Ordine ecumenico, crediamo fortemente che oggi giorni sia possibile, anche se non facile, vivere in un contesto multietnico e multireligioso. Sono venuto qui perché ci sono delle persone che vogliono veramente costruire questo bene, sia da parte cristiana, sia da parte musulmana. Abbiamo partecipato alla Conferenza dove, addirittura, i nostri confratelli – e voglio sottolineare “confratelli” – musulmani hanno cercato di trovare dei punti che avvicinino le due religioni. Personalmente sono rimasto molto meravigliato di ciò. Fino a pochi anni fa, non si sarebbe neanche sognato di poter arrivare a questo punto, dove siamo arrivati oggi.

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AL VERTICE DI GUADALAJARA CONTRO LA POVERTA’ E L’ESCLUSIONE SOCIALE

I LEADER FIRMANO LA DICHIARAZIONE FINALE CHE INVOCA ANCHE LA RIFORMA DELL’ONU E UN FRONTE COMUNE CONTRO IL TERRORISMO

- Intervista con mons. Nelson Viola -

 

Condanna delle torture ai prigionieri di guerra, appello alla coesione di fronte al terrorismo, impegno comune per riformare l’Onu. Sono numerosi i riferimenti al conflitto iracheno nella dichiarazione finale del vertice di Guadalajara, che 58 leader europei e latinoamericani firmeranno oggi nella località messicana. Al centro dell’incontro, iniziato ieri, la lotta alla povertà ed all’esclusione sociale in America Latina. Al monsignore argentino Nelson Viola, assistente ecclesiastico di Caritas Internationalis, Andrea Sarubbi ha chiesto se esiste una strategia valida per sconfiggere la povertà nel continente latinoamericano:

 

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R. – L’unica soluzione valida è quella di Gesù nel Vangelo: amandoci gli uni gli altri, come ciascuno ama se stesso. Questo significa che è necessario superare l’egoismo, includere la solidarietà nel complesso mondo dell’economia, e pensare che non esiste un vero e duraturo profitto umano senza un’economia più solidale.

 

D. – L’America Latina di oggi è lontana da questa economia solidale?

 

R. – Certamente. Uno dei problemi più gravi dell’America Latina è quello della disuguaglianza tra persone e persone, tra popoli e popoli. Un problema, questo, molto grave ed anche molto diffuso. C’è disuguaglianza all’interno di ogni Paese, ma anche tra le nazioni. Penso in questo momento ad Haiti - uno dei Paesi più poveri del mondo - od ancora l’Honduras, un altro Paese che ha grandi difficoltà e calamità sociali all’interno. Non c’è dubbio che questo ti faccia pensare al bisogno di uno spirito più generoso nei riguardi di tutti coloro che vivono in uno stato di ingiustizia sociale.

 

D. – Quasi la metà dei partecipanti all’incontro di Guadalajara sono europei. Secondo lei cosa può fare l’Europa di oggi per l’America Latina?

 

R. – L’Europa ha sempre una grande responsabilità. La costruzione dell’Unione Europea deve essere fatta con uno spirito aperto, con la responsabilità verso il resto del mondo e in modo particolare verso il nuovo mondo, il mondo latinoamericano, verso il quale l’Europa si deve sentire un po’ debitrice: perché è vero che l’Europa ha dato molto, ma è anche vero che non è certo poco tutto quello che ha ricevuto, soprattutto per quanto riguarda le opportunità che l’America Latina ha offerto nei secoli precedenti. Penso, ad esempio, al periodo dell’emigrazione, al periodo di miseria e di guerra europee.

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SI CHIUDE OGGI IL PROCESSO DIOCESANO DI BEATIFICAZIONE

PER ROBERT SCHUMAN,

UNO DEI PADRI FONDATORI DELL’EUROPA

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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Un uomo di frontiera, nato in Lussemburgo nel 1886, e quindi di nazionalità tedesca in virtù del trattato di Francoforte, ma francese nell’intimo fin dall’infanzia. Un cristiano che ha avuto il grande merito di avviare il processo di integrazione europea. Sono questi alcuni dei tratti peculiari di uno dei padri fondatori dell’Europa, lo statista francese Robert Schuman, del quale oggi si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione. Sulla figura di Schuman ascoltiamo il presidente del Pontificio consiglio della cultura, cardinale Paul Poupard, intervistato da Camille Langlade:

 

“Schuman era un uomo profondamente cristiano e si è dimostrato un abile politico: ha infatti promosso l’integrazione europea, una realtà oggi evidente. Schuman risponde perfettamente all’idea che ho sull’uomo politico: il suo compito è di rendere possibile il necessario, guardando lontano e pensando al futuro delle nuove generazioni, preparando questo futuro”.

 

“La pace mondiale non potrà essere salvaguardata, se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. E’ la prima frase della dichiarazione che Schuman ha presentato a Parigi nel 1950, per proporre l’istituzione di una Comunità europea del carbone e dell’acciaio, la Ceca, entrata in vigore nel 1951 e considerata il primo vero passo verso l’attuale Unione Europea. Di questo storico discorso, ascoltiamo alcuni significativi passi pronunciati da Schuman, allora ministro degli Esteri francese:

 

R. - L’EUROPE NE SE FERA PAS D’UN COUP, NI DANS UNE COSTRUCTION…

“L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto. Il governo francese propone di mettere l’insieme della produzione franco-tedesca di carbone e di acciaio sotto una comune Alta Autorità. Questa proposta, le cui decisioni saranno vincolanti per la Francia, la Germania e i Paesi che vi aderiranno, costituirà il primo nucleo concreto di una Federazione Europea indispensabile al mantenimento della pace”.

 

Il progetto di un’Europa unita auspicato nel secondo dopoguerra turbato da profondi squilibri economici e da gravi problemi etici: è questa l’eredità che ci ha lasciato Schuman, un patrimonio che gli europei di oggi sono chiamati a consolidare, facendo leva anche sui valori e sulle radici cristiane dell’Europa.

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IL NUOVO FILM ECO-KOLOSSAL DI ROLAND EMMERICH, THE DAY AFTER TOMORROW,

È ARRIVATO NELLE SALE: UNA NUOVA GLACIAZIONE MINACCIA LA TERRA

E LE CATASTROFI NATURALI DIVENTANO

LO SPUNTO PER IMPRESSIONANTI EFFETTI SPECIALI.

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

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Freddo, neve, ghiaccio. Tantissimo ghiaccio: l’America settentrionale diventa un colossale freezer. E prima della catastrofe, sinistri annunci distrattamente sottostimati da inetti politici e presi invece molto sul serio da prudenti e coraggiosi scienziati: grandine grossa come palle da baseball in caduta libera su Tokio, neve a New Delhi, Los Angeles quasi rasa al suolo da violentissime trombe d’aria, enormi ed incomprensibili migrazioni di uccelli. E’ la silenziosa e gelida “alba del giorno dopo”: New York ibernata e milioni di americani in emigrazione veloce verso il sud povero del mondo, provando anche loro l’angoscia e la precarietà di essere dei senza tetto. The day after tomorrow dello specialista Roland Emmerich - il regista di altre catastrofi cinematografiche dovute a perfidi alieni (Indipendence day) e lucertoloni giganti (Godzilla) - raccontando in forma di kolossal eco-thriller la glaciazione prossima ventura, mette sicuramente il dito nella piaga climatica: i ghiacciai si sciolgono, la Corrente del Golfo si blocca, la madre di tutte le tempeste perfette si scatena sugli Stati Uniti, onde spaventose investono Manhattan e tra le Avenue circolano ora non più macchine strombazzanti ma navi russe alla deriva.

 

E’ un film di avventura sproporzionata, da veri brividi, dove le storie umane sono messe in disparte: padre scienziato - interpretato da Dennis Quaid - salva figlio disperso ed entrambi si ricongiungono alla madre coraggiosa. Ma la natura è davvero scatenata, gli effetti speciali mirabolanti, la denuncia contro le sopraffazioni cui l’uomo costringe il creato senza veli e bizantinismi governativi. Tutto plausibile? Insomma, scienza o fantascienza? Ci risponde il Dottor Massimo Frezzotti, glaciologo dell’Enea:

 

R. – Sicuramente fantascienza come tempi, nel senso che in base alla trama si parla di pochi giorni. E’ ovvio che questo non avverrà in tempi così rapidi. La questione è che l’uomo ha cambiato la concentrazione di gas effetto serra in atmosfera in una quantità che non è mai stata registrata nell’ultimo milione di anni, per cui sicuramente questo ha portato ad una perturbazione. Il problema grosso è che noi non sappiamo come questa perturbazione poi si comporterà a livello sia locale che globale. Sicuramente a livello generale avremo un riscaldamento, ma questo non significa che poi si riscaldi una parte e si raffreddi in maniera significativa un’altra.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

Domani, domenica 30 maggio, Solennità di Pentecoste, la liturgia celebra la discesa dello Spirito Santo. Nel Vangelo, Gesù parla del Consolatore che ci insegnerà ogni cosa. Gli Atti degli Apostoli raccontano l’evento stesso della Pentecoste:

 

“Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue”. 

 

Sulla Pentecoste, il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Un midrash sulla Torre di Babele fa vedere che gli uomini costruivano la Torre spinti dal desiderio di possedere sempre di più e per non perdersi volevano una torre così alta che si potesse sempre vedere per poter tornare. E ciascuno inventa il proprio linguaggio per nascondere i propri progetti, per non essere scoperto dagli altri. Nella Pentecoste invece troviamo una diversità di popoli e di lingue che con meraviglia scoprono di capirsi, si intendono perché sentono che tutti annunciano le grandi opere di Dio e non affermano le opere proprie. Il dono dello Spirito Santo non è in sé il dono delle lingue, ma è il dono dell’amore di Dio che crea la comunione e diventa così il principio della comprensione tra gli uomini, perché annulla l‘autoaffermazione orientandoci gli uni verso gli altri. Lo Spirito Santo è l’accesso al cuore dell’uomo e di Dio.

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CHIESA E SOCIETA’

29 maggio 2004

 

 

“LASCIATI PRENDERE NELLA RETE DELL’AMORE”:

E’ IL TEMA CHE ACCOMPAGNA L’INCONTRO DEI GIOVANI A LEDNICA, IN POLONIA.

PREVISTA UNA VEGLIA DI PREGHIERA E UN VIDEO-MESSAGGIO DEL PAPA

 

LEDNICA. = Si preannuncia denso e ricco di momenti significativi il prossimo incontro dei giovani a Lednica, in Polonia, organizzato da padre Jan Gòra. L’appuntamento, che si rinnova ogni anno dal 1997, sempre alla vigilia della Pentecoste, si apre oggi con l’intervento del vescovo dell’arcidiocesi di Gniezno, Henryk Muszynski. Il tema dell’edizione 2004, che vedrà la partecipazione di numerosi giovani, perlopiù universitari e post-universitari, è tratto dal Vangelo di Giovanni: “Lasciati prendere nella rete dell’amore”. Previsto un video-messaggio di Giovanni Paolo II. In un clima di amicizia e di unità radicata nella fede, i giovani parteciperanno a diverse iniziative, ricche di simboli. Tra le altre: i pescatori di Jastarnia, nel nord della Polonia, porteranno in dono ai giovani una gigantesca rete realizzata da loro per l’occasione; uno dei vescovi arriverà con un gregge di 100 pecore, offerte dai montanari di Podhale, vicino Cracovia, in segno dell’unità dell’assemblea con la Chiesa universale; alla fine dell’incontro ciascuno dei partecipanti riceverà un anello, a ricordare i legami con Cristo, che ci ha amato fino alla fine. (B.C.)

 

 

APPELLO DEI VESCOVI INDONESIANI PER LE PROSSIME ELEZIONI PRESIDENZIALI:

“OCCORRE VOTARE CANDIDATI CHE LOTTINO CONTRO LA CORRUZIONE

E LAVORINO PER LO SVILUPPO SOCIALE”

 

GIAKARTA. = “Votare un presidente che lotti seriamente contro la distruzione della natura, che abbia il coraggio si sradicare la corruzione e punisca i corrotti. Abbiamo bisogno di un leader che possa allontanare il popolo dalla cultura della violenza commessa dallo Stato, che sta mettendo gruppi di differenti tradizioni gli uni contro gli altri, stigmatizzando alcuni membri della società, emarginandoli e vittimizzandoli”. Con queste parole, i vescovi indonesiani si sono rivolti agli elettori, in vista delle elezioni presidenziali del 5 luglio prossimo. La consultazione vedrà, per la prima volta nella storia del Paese, l’elezione diretta del presidente da parte del popolo. Il testo auspica che il nuovo presidente dell’Indonesia “abbia il coraggio di rafforzare la giustizia senza dimenticare la verità e la legge”. I presuli, inoltre, elogiano i fedeli per il comportamento tenuto in occasione delle elezioni legislative dello scorso aprile ed esortano tutti a mantenere un atteggiamento responsabile, invitando a votare sulla base di un’attenta valutazione del programma politico presentato dai diversi candidati, e non sull’onda dell’emotività. I tre candidati favoriti per la presidenza sono: la presidente uscente Megawati Sukarnoputri, figlia di Sukarno, che ha governato l’Indonesia nel decennio 1955-65; il generale Wiranto, ex ministro della Difesa ai tempi dei massacri di Timor Est, per i quali è imputato; e l’ex generale Susilo Bambang Yudhoyono. (B.C.)

 

 

SI CONCLUDE OGGI IN POLONIA

IL V CONGRESSO NAZIONALE DELL’INFANZIA MISSIONARIA.

LE OFFERTE RACCOLTE TRA I PARTECIPANTI VERRANNO DEVOLUTE

IN FAVORE DEI BAMBINI DELLA PAPUA NUOVA GUINEA

 

CZĘSTOCHOWA. = Si conclude oggi in Polonia il V Congresso Nazionale dell’Infanzia Missionaria, con lo slogan “Portiamo l’amore al mondo intero” L’appuntamento si svolge a Jasna Gora, Częstochowa. Nel pomeriggio di ieri si sono svolti due interessanti incontri, sul tema: “La storia e il giubileo dei 160 anni dell’Infanzia Missionaria” e “Il nostro impegno nell’Infanzia Missionaria secondo il messaggio del Santo Padre, Giovanni Paolo II”. Un momento particolarmente suggestivo sarà l’invio missionario dei bambini. Durante questa celebrazione, i bambini avranno in mano una candela, quale simbolo della Luce che portano al mondo e con la quale pregheranno nella veglia di Pentecoste. L’odierna celebrazione eucaristica sarà presieduta da mons. Piotr Libera, segretario generale della Conferenza episcopale polacca. Durante il Congresso verranno, inoltre, annunciati i nomi dei vincitori del concorso di disegno indetto dall’Infanzia Missionaria della Polonia, in occasione del suo 160° anniversario. Le offerte raccolte tra i partecipanti saranno versate quest’anno a favore dei bambini della Papua Nuova Guinea. (B.C.)

 

 

ACCORDO DI PACE SIGLATO TRA LE DIVERSE FAZIONI LIBERIANE.

IL DOCUMENTO CHIUDE I DUE GIORNI DI COLLOQUI SVOLTISI A ROMA,

PRESSO LA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO

 

ROMA. = Impegno incondizionato per una soluzione politica in Liberia, che coinvolga tutte le parti, e priorità all’arrivo dei soccorsi umanitari per la popolazione. E’ una dichiarazione formale di “pace, riconciliazione, neutralità e di comprensione per il dramma dei civili” quella che hanno siglato ieri a Roma, nella sede della Comunità di Sant’Egidio, i rappresentanti delle diverse fazioni liberiane. Nei due giorni di incontro nell’Urbe ciascun gruppo ha espresso il proprio impegno per la costruzione della pace in Liberia. E’ emersa così la necessità di “riaffermare pubblicamente l’impegno di tutte le parti in causa” per l’applicazione degli accordi di pace firmati ad Accra, il 18 agosto 2003. “Siamo consapevoli - si legge nel documento finale - delle immani sofferenze che il nostro popolo ha dovuto sopportare per lungo tempo a causa della guerra, che deve lasciare il posto definitivamente allo spirito di una nazione, indivisibile con libertà e giustizia per tutti”. I firmatari della dichiarazione sottolineano, inoltre, “l’ingente necessità” di aiuto umanitario, sociale e economico per la ricostruzione nel Paese. Nel documento si evidenzia, quindi, la necessità “di procedere nell’implementazione dell’Accordo di pace senza lentezze né riserve, al fine di giungere alla ricostruzione economica e sociale del Paese”. (B.C.)

 

 

SEGNI DI SPERANZA NELLE FILIPPINE.

ANNUNCIATA LA RIPRESA DEL DIALOGO TRA GOVERNO

E I RIBELLI DEL FRONTE DEMOCRATICO NAZIONALE

 

MANILA. = Dovrebbero riprendere il prossimo 20 giugno nelle Filippine i colloqui di pace tra governo e ribelli del Fronte democratico nazionale (Ndf), struttura di organizzazioni politiche che fanno capo al sedicente ‘Partito comunista delle Filippine’ (Cpp). In questi giorni, nella capitale Manila, si stanno svolgendo colloqui informali tra le due parti per la continuazione del processo di pace, avviato sotto la presidenza di Gloria Macapagal Arroyo. Le principali questioni da discutere nel nuovo giro di colloqui sono le riforme socio-economiche e agrarie, quelle politiche e costituzionali e lo smantellamento del ‘Nuovo esercito del popolo’ (Npa), braccio armato dell’Ndf, con il reintegro degli ex-ribelli nella società. I guerriglieri chiedono, inoltre, il rilascio dei prigionieri politici e l’individuazione delle vittime di abusi dei diritti umani sotto la presidenza del destituito Joseph Estrada. I negoziati ufficiali tra Ndf e Manila, interrotti a metà 2001, erano ripresi lo scorso febbraio a Oslo, per essere poi sospesi ad aprile per le elezioni presidenziali e politiche del 10 maggio scorso. (B.C.)

 

 

SI SVOLGERA’ MARTEDI’ PROSSIMO A ROMA LA QUINTA GIORNATA DI RIFLESSIONE SU “CATTOLICESIMO E LETTERATURA NEL ‘900”.

L’EDIZIONE 2004 SARA’ DEDICATA AI PAESI DI LINGUA SPAGNOLA

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = La quinta Giornata di riflessione, promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, dall’Istituto Cervantes di Roma e dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, che si svolgerà martedì primo giugno a Roma, presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, intende porre al centro della riflessione e del dibattito di quest’anno il rapporto tra letteratura e cattolicesimo così come si è sviluppato in Spagna e nei Paesi di lingua spagnola nel XX secolo. Saluterà i partecipanti il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Si snoderanno, quindi, nel corso della giornata gli interventi che metteranno a fuoco il rapporto con Dio e con la fede cristiana, che è senza dubbio la radice profonda dell’opera di alcuni fondamentali protagonisti della letteratura del ‘900. Mentre nella scorsa edizione si è riflettuto in particolare sul rapporto tra Europa occidentale e Paesi dell’Europa centro-orientale, nell’edizione di quest’anno la prospettiva è quella di esaminare l’altro versante dell’Europa, in particolare la Spagna e tutti quei Paesi che, in stretto rapporto culturale e linguistico con essa, hanno sviluppato una loro singolare letteratura, in cui il dialogo con il cattolicesimo ha una notevole importanza e risulta determinante per la sua piena comprensione.  

 

 

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24 ORE NEL MONDO

29 maggio 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Un generale curdo ucciso in seguito ad un ennesimo agguato ed un medico sciita designato come primo ministro del governo ad interim. Su questi ultimi tasselli dell’intricato mosaico iracheno, ecco le ultime notizie di cronaca:

 

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Un grave episodio di violenza ha devastato Kirkuk, principale centro petrolifero del Kurdistan iracheno. In un attentato è rimasto ucciso oggi il generale curdo Mohammed Saber, responsabile della Difesa civile nella città. Nell’agguato, sono morte anche la moglie, la figlia e la sorella di Saber. Sul versante politico si deve registrare che il medico sciita Iyad Allawi - ex appartenente al partito Baath di Saddam e poi suo oppositore - è stato nominato primo ministro dal Consiglio di governo iracheno. Allawi, legato in passato alla Cia per le sue azioni contro il regime di Saddam Hussein, è stato costretto a fuggire dal Paese arabo negli anni ‘70 e ha contribuito ad organizzare l’opposizione al rais. La lista finale dei ministri che comporranno il nuovo governo iracheno sarà annunciata in questo fine settimana. Assume, intanto, contorni sempre più inquietanti la vicenda legata alle torture perpetrate in Iraq. Esperti nella pratica di interrogare i detenuti a Guantanamo sono stati inviati nel Paese arabo, l'autunno scorso, per svolgere un ruolo di primo piano nell’addestramento delle squadre dell’intelligence militare americana nel carcere di Abu Ghraib. A rivelarlo è oggi il quotidiano americano New York Times, che cita alti ufficiali.

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“Si profilano gravi minacce che ci preoccupano ma non ci spaventano”. Lo ha detto il ministro dell’Interno italiano, Giuseppe Pisanu, commentando i preparativi per il 2 giugno, festa della Repubblica, e per la successiva visita a Roma del presidente americano George Bush, sui quali grava la minaccia di proteste dei non global.

 

In Medio Oriente, un soldato israeliano è stato ucciso da militanti palestinesi nel campo profughi di Balata, in Cisgiordania. L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate dei martiri di Al Aqsa, fazione armata legata al gruppo di Al Fatah del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Yasser Arafat. Le truppe israeliane hanno inoltre ucciso un kamikaze palestinese che stava cercando di entrare in Israele. Sul versante politico, si deve registrare che da Mosca è arrivato l’appello del presidente russo Putin e del collega egiziano Mubarak a rilanciare la Road Map. Il premier dello Stato ebraico, Ariel Sharon, ha inoltre deciso di rinviare il voto del suo governo, inizialmente previsto per domani, sulla proposta di ritiro dalla Striscia di Gaza.

 

Almeno 35 persone sono morte ed oltre 250 sono rimaste ferite per la forte scossa di terremoto che ieri a colpito il nord dell’Iran. Il sisma, di magnitudo 5,5 della scala Richter, è stato avvertito anche nella capitale Teheran.

 

Compiere azioni terroristiche in Iraq e a Gerusalemme per diventare martiri. E’ questo il drammatico proposito per il quale circa 2.500 iraniani si sono iscritti ad una lista aperta da un gruppo fondamentalista. Gli iscritti si sono dichiarati disposti a partecipare ad azioni suicide, contro le forze straniere in Iraq e quelle israeliane a Gerusalemme.

 

In Arabia Saudita almeno 6 persone, tra cui alcuni cittadini statunitensi, sono stati uccisi da uomini armati che hanno aperto il fuoco nella città di Khobar. L’attacco, rivendicato da Al Qaeda, è avvenuto in un complesso residenziale che ospita gli uffici delle compagnie petrolifere che operano nella zona. Subito dopo l’agguato sono stati presi in ostaggio cinque libanesi, successivamente liberati.

 

La guerra al terrorismo, i processi di ricostruzione in Iraq e Afghanistan e la trasformazione dell’Alleanza atlantica. Sono questi i temi principali del Vertice della Nato apertosi ieri a Bratislava, in Slovacchia, che riunisce 300 parlamentari fino al prossimo primo giugno.

 

Ancora sangue a Bukavu, città orientale della Repubblica democratica del Congo, teatro da mercoledì scorso di violenti scontri tra l’esercito ed un gruppo di soldati dissidenti. Stanotte, alcuni uomini armati non identificati hanno attaccato la sede degli osservatori Onu nella vicina località di Kalehe, uccidendone uno. Andrea Sarubbi ha raggiunto telefonicamente il missionario saveriano Luigi Lo Stocco, direttore di Radio Maria Regina della Pace a Bukavu:

 

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R. – E’ arrivata solo la notizia che un uomo della missione Monuc dell’Onu è morto. Ci sono stati vari scontri tra le diverse fazioni, ma non si sa bene come sia morto.

 

D. – Che cosa sta facendo la missione Monuc a Bukavu?

 

R. – Dopo questi giorni di combattimenti, sappiamo dalle agenzie estere che ci sono stati più di 100 morti, ma qui ancora non è stata data nessuna notizia ufficiale. La missione Monuc stamattina si è finalmente dispiegata e sta muovendo i suoi passi.

 

D. – Padre Luigi, com’è la situazione per le strade di Bukavu?

 

R. – Gli scontri sono finiti, però tanti soldati pattugliano le vie e hanno l’ordine di non far avvicinare la popolazione per non provocare saccheggi per racimolare qualcosa. Questa gente è venuta dai grandi quartieri popolari che si trovano attorno alla città.

 

D. – Dunque, la situazione della popolazione è ancora drammatica?

 

R. – La situazione purtroppo è drammatica soprattutto nella città, che è divisa in due: una parte è tenuta dai soldati che si sono ammutinati e l’altra dai militari del governo. Dopo due, tre giorni non c’è luce, manca l’acqua in alcuni quartieri e soprattutto tutti i mercati sono chiusi e la popolazione vive alla giornata con quello che può racimolare nei mercati.

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E sulla difficile situazione nell’est della Repubblica Democratica del Congo, si è pronunciato ieri anche il vescovo di Bukavu, mons. Charles Kambale Mbogha. “Rimettete le vostre spade nei foderi - ha ammonito il presule - non sprecate inutilmente le energie e non perdete la credibilità della comunità internazionale”. “Nessuno può avere il proprio pane quotidiano se non vive in pace e nella tranquillità”, ha aggiunto il vescovo, rivolgendosi “ai politici, ai militari, agli uomini di buona volontà” dell’ex-Zaire.

 

Si conclude domani in Venezuela il processo di conferma delle firme che permetterà al Consiglio nazionale elettorale di stabilire se sia stato raggiunto il numero di 2,4 milioni di firme necessario per la realizzazione del referendum revocatorio del mandato del presidente Chavez. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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Il Coordinamento democratico di opposizione ha rivolto un pressante appello al milione di persone, che deve ratificare la propria volontà, a recarsi in massa ai tavoli predisposti in tutto il Paese. Lo sforzo è notevole, perché nelle 72 ore disponibili serve il contributo di almeno 500 mila firmatari, senza i quali sarebbe impossibile ufficializzare il referendum già provvisoriamente fissato per l’8 agosto. La tensione a Caracas è forte, e se anche nelle ultime settimane non vi sono stati disordini, molti temono che un eventuale annuncio negativo da parte del Consiglio elettorale potrebbe rilanciare la violenza. In passato, il capo dello Stato ha accusato il Coordinamento democratico di aver confezionato ad arte molte delle firme, sostenendo che in queste condizioni è impossibile la realizzazione del referendum.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Invalidata l’immunità per Augusto Pinochet, ex presidente cileno. La Corte d’appello di Santiago ha deciso, con 14 voti a favore e 9 contrari, di sospendere la protezione riservata alle alte autorità. Pinochet dunque potrà essere giudicato per le dure repressioni attuate negli anni Settanta durante la sua presidenza. L’ex dittatore 88.enne è stato arrestato nel ‘98 su richiesta della Spagna, mentre si trovava a Londra per cure mediche.

 

In Somalia, almeno 25 persone sono rimaste uccise e 50 sono state ferite in una battaglia, durata due giorni, tra fazioni per il controllo del porto e dell’aeroporto di Mogadiscio. Lo riportano i corrispondenti della Bbc, che parlano di pesanti combattimenti, durante i quali sono stati esplosi colpi di mortaio.

 

In Sudan, le forze di Khartoum sono state accusate, ieri, di avere bombardato un villaggio della regione ribelle del Darfur e di avere provocato la morte di circa 20 persone. Il bombardamento è avvenuto proprio mentre ad Addis Abeba rappresentanti del governo sudanese e di due gruppi ribelli raggiungevano, giovedì scorso, un accordo che autorizzerà fin dalla prossima settimana l’arrivo dei primi osservatori dell'Unione Africana,incaricati di controllare l’osservanza del cessate-il-fuoco e il rispetto dei diritti umani.

 

In Pakistan è stato compiuto con successo il collaudo di un missile a testata nucleare da parte delle autorità del Paese asiatico. Lo ha reso noto oggi il generale Shaukat Sultan, precisando che il razzo può montare ogni tipo di testata e che ha una gittata di 1.500 chilometri.

 

 

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