RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 144 - Testo della trasmissione di domenica 23 maggio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I media in famiglia: usarli con sapienza e prudenza. L’ammonimento del Papa al Regina Coeli, nell’odierna Giornata mondiale delle comunicazioni sociali

 

Fate sentire la vostra voce sui programmi televisivi: l’invito alle famiglie del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali: con noi mons. Renato Boccardo

 

Oggi ad Assisi chiusura delle celebrazioni per il 750mo anniversario della consacrazione della Basilica di San Francesco, patrono d’Italia: intervista con padre Enzo Fortunato

 

Nel pomeriggio a Roma cerimonia pubblica per i 100 anni del Tempio maggiore ebraico della capitale: ai nostri microfoni il cardinale Walter Kasper.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Stamane nel Santuario di Mariazell, in Austria, si è concluso il Pellegrinaggio dei Popoli

 

La crisi sociopolitica del Ciad preoccupa i vescovi del Paese africano: la testimonianza del vescovo Edmond Jitaangar

 

Rinnovate le cariche dei vertici dell’Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli di Roma: ce ne parla padre Pasquale Piles

 

Ieri sera a Cannes la Palma d’Oro del Festival del Cinema al documentario “Fahreneit 9/11”, di Michael Moore. Il riconoscimento della Giuria ecumenica al film “I diari della motocicletta”, firmato Walter Salles: il commento Paolo Aleotti .

 

CHIESA E SOCIETA’:

Promossa dal 6 al 13 giugno prossimo dell’arcidiocesi di Lima, in Perù, la settimana eucaristica.

 

Uno speciale sulla pentecoste on line

 

Sono almeno due mila gli sfollati in seguito all’attacco compiuto dal sedicente “esercito di liberazione del signore” nel nord dell’Uganda

 

Restituita al governo dell’Avana la cittadinanza cubana a sette dissidenti che combatterono nel 1961 contro i rivoluzionari di Fidel Castro

 

Diffondere un’immagine positiva dell’Africa primo obiettivo del governo sudafricano, che ospiterà i Mondiali di Calcio nel 2010.

 

In occasione del centenario della nascita di Astrid Lindgren, famosa autrice svedese di Pippi Calzelunghe, nel 2007 verranno creati due monumenti ed un centro studi

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq oltre 30 le vittime per i recenti scontri, a Kufa e a Najaf, tra i miliziani e le truppe americane

 

In India, dove ieri ha giurato il nuovo premier, un sanguinoso attentato ha devastato oggi il Kashmir, causando la morte di almeno 26 soldati indiani.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 maggio 2004

 

 

 

I MEDIA IN FAMIGLIA: USARLI CON SAPIENZA E PRUDENZA.

L’AMMONIMENTO DI GIOVANNI PAOLO II AL REGINA COELI,

NELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

 

“I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”: ne ha parlato oggi il Papa al Regina Coeli, in occasione dell’odierna Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dedicata proprio a questo tema di grande attualità, che interpella la coscienza degli adulti e richiama la responsabilità delle istituzioni. La pioggia battente di questa domenica primaverile non ha scoraggiato decine di  migliaia di fedeli, che hanno affollato la piazza San Pietro per ascoltare la parola del Santo Padre. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

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Bisogna “imparare ad usarli con sapienza e prudenza”, i media in famiglia - ha raccomandato Giovanni Paolo II – che sono “un rischio e una ricchezza”. Sì perché grazie alla moderne tecnologie “molti nuclei familiari  possono accedere direttamente alle vaste risorse della comunicazione e dell’informazione, e trarne occasione di educazione, di arricchimento culturale e di crescita spirituale.” Ma attenzione – ha aggiunto il Santo Padre - perché “i mezzi di comunicazione possono…. arrecare grave danno alla famiglia, quando presentano una visione inadeguata o persino distorta della vita, della famiglia stessa, della religione e della morale.”. Da qui il severo richiamo del Papa a servirsi dei media con intelligenza e coscienza.

 

“E’ un dovere che concerne anzitutto i genitori, responsabili di un’educazione sana ed equilibrata dei figli. E’ compito che investe, altresì, le istituzioni pubbliche, chiamate ad attuare procedure di regolamentazione atte ad assicurare che i mezzi di comunicazione sociale siano sempre rispettosi della verità e del bene comune.”

 

Poi l’incoraggiamento di Giovanni Paolo II a chi lavora nei media, per sollecitarne “l’impegno a favore dell’autentico progresso dell’umanità.” 

 

“Agli operatori di questo vasto settore la Chiesa guarda con attenzione e simpatia e desidera instaurare con loro un dialogo franco e aperto”

 

Giovanni Paolo II ha reso quindi omaggio all’odierna festa dell’Ascensione del Signore, che ricorre oggi in Italia e in altri Paesi, e “che rivela – ha spiegato - come l’umanità, assunta e redenta da Cristo, sia stata… elevata alla piena comunione con Dio.” Poi dopo la preghiera del Regina Caeli, il pensiero del Papa è andato ad Assisi dove stamane si è svolta la celebrazione conclusiva del 750mo anniversario della consacrazione della Basilica di San Francesco.

 

“Mi unisco alla comune preghiera per invocare l’intercessione del Santo Patrono d’Italia sull’intera Nazione, affinché possa guardare avanti a un futuro di speranza, aperto alla concordia e alla solidarietà.

 

Infine un invito, rivolto a tutti i fedeli, in particolare agli aderenti ai Movimenti di Rinnovamento dello Spirito, a partecipare sabato prossimo, vigilia della grande solennità della Pentecoste, alla solenne celebrazione dei Vespri, che il Papa presiederà alle ore 18 nella Basilica di San Pietro.

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OGGI LA 38.MA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI:

IL PAPA ALLE FAMIGLIE:

FATE SENTIRE LA VOSTRA VOCE SUI PROGRAMMI, LA POSTA IN GIOCO E’ ALTA

- Intervista con mons. Renato Boccardo -

 

I mass media devono sempre “ispirarsi al criterio etico del rispetto della verità e della dignità della persona”. E’ quanto afferma il Papa nel suo messaggio per l’odierna Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebra sul tema “I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”. “La posta in gioco è alta – scrive Giovanni Paolo II – perché ogni attacco al valore fondamentale della famiglia è un attacco al bene autentico dell’umanità”. Il Papa chiede quindi ai genitori di formare i figli “sull’uso moderato, critico, vigile e prudente” dei mass media e alle famiglie di far sentire la loro voce su “ciò che a loro piace e ciò che non gradiscono”.

 

Ma dunque, qual è il rischio e quale la ricchezza dei media? Giovanni Peduto lo ha chiesto al vescovo Renato Boccardo, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.

 

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R. – Il rischio è la superficialità. I media possono togliere la profondità nella comunicazione all’interno della famiglia. La ricchezza è riposta nella facilità e immediatezza della stessa comunicazione, quando è bene usata.

 

D. – Qual è il cuore del messaggio del Papa per questa Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali?

 

R. – La famiglia. E’ posta al centro e verso la famiglia converge l’attenzione della società civile e della società ecclesiale. La famiglia come luogo e artefice della comunicazione.

 

D. – In tanti denunciano i mali dei mass media e la Tv spazzatura, eppure cambia poco. Ma le famiglie sono davvero inermi?

 

R. – Inermi, forse, no. Direi però che potrebbero far sentire di più la loro voce a  livello dei contenuti, sul piano dell’intensità, della verità e della bellezza dei programmi.

 

D. – Se lei potesse fare qualcosa, per esempio per la TV, che cosa cambierebbe subito?

 

R. – Io cambierei i programmi di varietà e i talk show che conducono sempre di più alla superficialità. Poco a poco non dico che impediscono ma rendono difficile la riflessione e l’approfondimento.

 

D. – Vuole lanciare un appello agli operatori delle comunicazioni sociali?

 

R. – Lavoriamo insieme! Io credo che tutti possiamo essere al servizio della società, dell’uomo e della donna del nostro tempo, per rendere la vita più bella. Possiamo fare insieme qualche cosa per la gente del nostro tempo.

 

D. – La Chiesa non le sembra un po’ in ritardo nel campo dei media?

 

R. – Talvolta si può avere questa impressione. Mi sembra, però, che non possiamo dimenticare il grande sforzo che è stato fatto in questi decenni per essere presenti in questo mondo che corre sempre di più. Certo, si può fare di più e la Giornata mondiale delle comunicazioni è un’occasione non solo per la riflessione ma anche per nuove iniziative.

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OGGI AD ASSISI CHIUSURA DELLE CELEBRAZIONI

PER IL 750.MO ANNIVERSARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA BASILICA

DI SAN FRANCESCO, PATRONO D’ITALIA

- Intervista con padre Enzo Fortunato -

 

Da sempre un faro spirituale per l’umanità: così i frati francescani di Assisi definiscono la Basilica di san Francesco che in questi giorni festeggia il 750.mo  anniversario della sua consacrazione, avvenuta nel maggio 1253 sotto Papa Innocenzo IV. Per l’occasione dopo il concerto di ieri, “L'infinitamente piccolo” di Angelo Branduardi, oggi, a conclusione dei festeggiamenti, la Santa Messa presieduta dall’inviato speciale del Santo Padre, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi. Il porporato nella sua omelia ha sottolineato l’attualità del messaggio di San Francesco, che “continua ad irradiarci in una società come quella odierna aggredita da terrorismo, guerra e violazione dei diritti umani”.

 

Nella Basilica, gremita di fedeli e di numerose autorità politiche ed istituzionali, il cardinale Re ha ribadito che “l’ideale d’amore vissuto da Francesco ripropone alle singole persone e ai popoli la necessità di un genuino dialogo nella verità e nella giustizia”. Intanto, è all’esame del Parlamento italiano, il riconoscimento del 4 ottobre, San Francesco, quale giorno festivo. Ma sul significato di questo anniversario, Paolo Ondarza ha intervistato padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento d'Assisi:

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R. – Il significato di questa celebrazione è ancora dato dall’universalità della Basilica di San Francesco. Qui vengono giovani provenienti da diverse nazioni, qui vengono pellegrini da tutto le parti del mondo. Francesco è stata la persona che si è accostato ad ogni uomo; non ha mai escluso nessuno dal suo giro di amicizie, anzi si è addirittura avvicinato agli ultimi, ai peccatori, a coloro che la società rifiutava come i lebbrosi. La gente si avvicina a Francesco perché si sente accolta.

 

D. – La Basilica di San Francesco è stata scelta, per ben due volte, per l’incontro…

 

R. – Sì, ci sono stati questi due incontri, che dicono come le altre religioni guardano ad Assisi con simpatia. Il motivo per il quale il Santo Padre ha scelto Assisi è dato dall’aspetto che abbiamo sottolineato. Vorrei, inoltre, ricordare che Giovanni Paolo II non è venuto solo due volte. Assisi è stata la città che il Papa ha visitato più di ogni altra città nel suo lungo Pontificato. E’ stato infatti ad Assisi per ben sei volte. Ricorderemo tutti quella visita lampo, a pochi giorni dalla sua elezione; poi con i vescovi italiani per l’800.mo della morte di San Francesco; è poi venuto per pregare per la pace in Bosnia-Erzegovina; nell’86, quando imperversava la guerra fredda tra le due superpotenze; poi ancora dopo i tragici eventi dell’11 settembre; ed infine subito dopo il terremoto per venire a consolare e a lenire il dolore non soltanto della nostra comunità ma delle popolazioni delle Marche e dell’Umbria. E tutto questo esprimendo sempre a chiare note i contenuti dello spirito di Assisi, di dialogo e di incontro.

 

D. – Potremmo anche ricordare la Basilica di San Francesco come l’esempio di rinascita. Ricordiamo il terremoto che ne danneggiò un così grande tesoro, da un punto di vista artistico, ma che soprattutto costò la vita ad alcuni uomini?

 

R. – Sì, due frati e due tecnici. Può significare che non dobbiamo mai perdere di vista la speranza; ma ci dice anche che per ogni momento di dolore c’è sempre, coltivando la speranza, una via di uscita.

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CERIMONIA PUBBLICA, NEL POMERIGGIO A ROMA,

PER I 100 ANNI DEL TEMPIO MAGGIORE EBRAICO, CUI PARTERCIPERA’

IN RAPPRESENTANZA DEL PAPA IL CARDINALE VICARIO CAMILLO RUINI

- Con noi il cardinale Walter Kasper -

 

Nel Centenario della Sinagoga di Roma, una cerimonia commemorativa si svolgerà nel pomeriggio presso il Tempio Maggiore della capitale, alla presenza del presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi. Prenderà parte alla cerimonia quale rappresentante personale del Papa il cardinale Camillo Ruini, vicario per la città di Roma e presidente della Cei, che sarà accompagnato dal cardinale Walter Kasper.

 

Per riflettere sul significato che assume la ricorrenza, Fabio Colagrande ha intervistato il cardinale Kasper:

 

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R. – Dopo la guerra e dopo il Concilio Vaticano II abbiamo voltato pagina nei nostri rapporti con gli ebrei. Abbiamo riscoperto le radici ebraiche dei cristiani e siamo contro ogni forma di antisemitismo, essendo l’antisemitismo contro i diritti umani. Questo vogliamo assicurarlo di nuovo agli ebrei presenti a Roma. Si deve sapere che gli ebrei erano a Roma prima dei cristiani. E’ la più antica comunità ebrea dell’Europa occidentale. Quindi, non vengono celebrati soltanto i cento anni del Tempio, ma si celebra la loro presenza, proprio oggi che abbiamo bisogno di una convivenza amichevole e di una collaborazione.

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 maggio 2004

 

 

STAMANE NEL SANTUARIO DI MARIAZELL, IN AUSTRIA,

SI E’ CONCLUSO IL PELLEGRINAGGIO DEI POPOLI

 

Si conclude oggi il “Pellegrinaggio dei Popoli” al santuario austriaco di Mariazell: luogo simbolo dei cristiani dell’Europa dell’est. L’evento, al quale hanno partecipato oltre 50mila fedeli, rientra nel “Katholikentag Mitteleuropeo”, un’iniziativa congiunta dei vescovi di Austria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Slovenia, avviata il 31 maggio scorso a Zagabria, per lanciare un messaggio di unità, di riconciliazione e di solidarietà. Ma sulle conclusioni del pellegrinaggio, ascoltiamo il servizio della collega ungherese, Agnes Gedö, inviata della nostra emittente a Mariazell:

 

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         Le Conferenze episcopali degli otto Paesi partecipanti pubblicheranno una Lettera pastorale comune che verrà letta la prossima domenica, Domenica di Pentecoste, nelle Chiese dei Paesi del centro Europa. La preparazione spirituale dei giovani comunque va avanti. C’è una iniziativa che si chiama “Preghiera senza confini”, che riprenderà l’attività dal prossimo 30 maggio fino all’8 ottobre. Tutti i pellegrini e tutti i giovani che vogliono partecipare possono trovare informazioni sulla pagina web. C’è poi un’altra iniziativa molto interessante, collegata direttamente a questo pellegrinaggio di Mariazell: tutti i giovani, al loro arrivo, hanno ricevuto un “biglietto di preghiera” sul quale hanno potuto scrivere i loro messaggi, gli auguri ed anche i loro indirizzi e.mail. Questi biglietti sono stati raccolti e quindi ridistribuiti dopo la messa domenicale, per favorire – anche in questo modo – la nascita di nuove conoscenze e rapporti internazionali.

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LA PREOCCUPAZIONE DEI VESCOVI DEL CIAD PER LA CRISI SOCIOPOLITICA

 DEL PAESE AFRICANO, CHE VIVE LE CONSEGUENZE DEL CONFLITTO

 NELLA CONFINANTE REGIONE SUDANESE DEL DARFUR

- Intervista con mons. Edmond Jitaangar -

 

Ancora tensione in Ciad. Il Paese africano, alle prese con una crisi socio-politica preoccupante, vive in modo diretto i riflessi del conflitto nel Darfur, in Sudan. In un loro recente documento i vescovi del Ciad hanno espresso profonda preoccupazione per la volontà espressa dal presidente Déby di voler modificare la Costituzione. Ai nostri microfoni la testimonianza di mons. Edmond Jitaangar, vescovo della diocesi di Sahr. Il servizio di Lucas Duran.

 

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         Se del conflitto nel Darfur, la regione desertica del sud-ovest del Sudan, si parla poco, ancor meno si sa dell’instabilità socio-politica ed economica che colpisce il Ciad, che con il Sudan confina. I due Paesi condividono proprio la regione del Darfur e tutte le conseguenze degli scontri fra i ribelli sudanesi e le milizie arabe Janjaweed, supportate dal governo di Kartum. Sono oltre 100 mila, secondo l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’Onu, i profughi che, giunti in Ciad, hanno complicato la situazione già complessa e preoccupante del Paese, come ci conferma il vescovo della diocesi di Sahr, mons. Edmond Jitaangar:

 

“Coloro che dovrebbero prendere le decisioni non lo fanno. E’ questa forma di lassismo, di silenzio che potrebbe spingere alcuni a scegliere la via dell’estremismo. I conflitti qui da noi sono spesso risolti in modo fazioso, con il ricorso a tangenti, senza che nulla sia fatto per giungere ad una soluzione equa. Non c’è da sorprendersi, dunque, se si giunge ad episodi di sangue, cosa già accaduta ed estremamente grave”.

 

Il presidente Idris Déby è accusato di dirigere il Paese in modo autoritario e poco trasparente. Il suo mandato scadrà nel 2006 e secondo l’attuale Costituzione non potrebbe ricandidarsi un’altra volta. Proprio per questo Déby ha espresso la volontà di modificare la relativa norma, secondo un’abitudine diffusa in non pochi Stati africani. I vescovi del Ciad hanno recentemente pubblicato un documento in cui invitano le autorità a riflettere sull’opportunità di una tale modifica, pensata proprio ora che il Paese ha ben altre priorità da risolvere. Basti pensare al problema profughi e alla gravissima crisi energetica, una crisi paradossale se si considera che ultimamente il Ciad è entrato a far parte dei Paesi produttori di petrolio, grazie al nuovo oleodotto Doba-Kribi, lungo oltre 1000 km, posto proprio sotto il controllo di Camerun e Ciad:

 

“Se si considera che l’attuale Costituzione deve essere ancora interamente applicata, non si comprende la necessità di modificarla. Viene da pensare che dietro a questo proposito vi siano altri motivi. Abbiamo di fronte le prime elezioni comunali e la prevista istituzione del Senato. A questo punto il governo deve spiegare perché ha cambiato idea, perché non ritiene più questi obiettivi come prioritari e perché vuole modificare la Costituzione. Non può, infatti, pretendere di chiamare la popolazione al voto di una nuova Costituzione, senza chiarire quali siano i limiti di quella precedente”.

 

Nella loro dichiarazione, i vescovi si mostrano preoccupati per il clima sociale, definito malsano. Corruzione dilagante e un’attitudine faziosa da parte di chi detiene il potere avrebbero portato il Paese sull’orlo del collasso, specialmente per quanto concerne i giovani.

 

“I giovani appaiono confusi, non sanno più a chi far riferimento. Non hanno modelli, né esempi morali. Tutto ciò li rende facili prede dell’estremismo”.

 

I vescovi si rivolgono anche alla comunità internazionale, perché non rimanga in silenzio di fronte a quello che potrebbe trasformarsi nell’ennesimo dramma prevedibile e non arginato.

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NUOVE ELEZIONI TRA I VERTICI DELL’ORDINE

OSPEDALIERO FATEBENEFRATELLI DI ROMA,

SEMPRE PIÙ IMPEGNATO A RISCOPRIRE I NUOVI BISOGNI DEL MALATO

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

 

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Ospitalità, creatività e speranza per l’uomo del terzo millennio. Sono stati i temi conduttori dei recenti Capitoli dell’Ordine ospedaliero Fatebenefratelli per il rinnovo delle cariche consiliari. Per la provincia romana è stato eletto superiore provinciale fra Anselmo Petrillo e alla guida di quella lombardo – veneta è stato nominato fra Sergio Schiavon, giunto al secondo mandato.

 

Entrambi hanno sottolineato come nella società di oggi sia necessario condividere la missione con i collaboratori laici, rendendo attuale il messaggio di San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine e precursore dell’ospedale moderno. Durante i Capitoli si è discusso del futuro impegno dell’Ordine diffuso in 51 Paesi e dei vari cambiamenti del panorama sanitario. Ascoltiamo al proposito il priore generale dei Fatebenefratelli, padre Pasquale Piles.

 

R. – La chiave della nostra missione è che il malato sia al centro della nostra assistenza. Questo significa che dobbiamo offrire tutta la tecnica a disposizione e dobbiamo farlo con un approccio umano e cercando, quando la malattia è grave, di accompagnarlo fino alla fine della vita.

 

D. – Oggi abbiamo, purtroppo e per varie ragioni, una medicina disumanizzata. Una lenta trasformazione, infatti, ha portato a svuotare la professione medica ed infermieristica degli ideali filantropici che erano alla base della medicina di Ippocrate. Come ridare all’assistenza sanitaria, incentrata spesso solo sulla cura, un carattere più umano, rispondendo a bisogni profondi del malato?

 

R. – Questo per noi è l’obiettivo principale. Padre Marchesi, nostro padre generale negli anni Settanta-Ottanta, morto due anni fa, è stato un vero missionario e ci ha dato dei principi, fondati proprio sull’umanizzazione della medicina, che non possiamo lasciare in disparte nell’offrire la nostra assistenza ai malati.

 

D. – La cura del corpo è mezzo per la salvezza dell’anima. Come rendere attuali queste parole di San Giovanni di Dio che riassumono il compito originario dell’Ordine ospedaliero?

 

R. – Quando una persona soffre, emergono le domande fondamentali della nostra vita, come “Perché io? Qual è il senso della vita? Cosa ci sarà dopo questa vita?”. Cercando di rispondere a queste domande, cerchiamo un approccio che doni alle persone sofferenti l’opportunità di trovare Gesù Cristo.

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IERI SERA A CANNES LA PALMA D’ORO DEL FESTIVAL DEL CINEMA

AL DOCUMENTARIO FAHRENEIT 9/11, DELL’AMERICANO MICHAEL MOORE.

IL RICONOSCIMENTO DELLA GIURIA ECUMENICA

AL FILM “I DIARI DELLA MOTOCICLETTA, FIRMATO WALTER SALLES

- Servizio di Luca Pellegrini –

 

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L’ormai mitizzato viaggio sudamericano su una sgangherata motocicletta - siamo nel 1952 - di due allegri amici argentini, Ernesto Che Guevara, e Alberto Granado, raccontato dal regista brasiliano Walter Salles ne I diari della motocicletta, ha vinto la 30ma edizione del Premio della Giuria ecumenica presente al Festival di Cannes, che ha dato la seguente motivazione: “Il film presenta attenzione a problemi sociali e politici che non sono stati ancora del tutto risolti”. Durato oltre quattro mesi, con migliaia di chilometri e nessuna traccia profetica di ciò che sarebbero poi diventati per la storia contemporanea i due giovani, il film-viaggio racconta la loro sincera presa di coscienza delle terribili situazioni sociali che pesano ancora oggi, perché irrisolte, sulla realtà di molti Paesi del continente latino-americano.

 

La Giuria ha anche voluto meritoriamente segnalare un altro dramma sociale vissuto questa volta dall’Africa, ossia la pratica terribile dell’infibulazione, così come descritto attraverso la ribellione di alcune donne nel film dell’81enne regista senegalese Ousmane Sembene dal titolo Moolaade, che si è aggiudicato anche il premio “Un certaine regard”.

 

Naturalmente applausi e standing ovation interminabili hanno salutato l’americano Michael Moore, inaspettato vincitore della Palma d’Oro di Cannes 75 con l’ormai già famosissimo Fahreneit 9/11, che il regista ha voluto dedicare “a mia figlia e a tutti i bambini in Usa e in Iraq che soffrono a causa della guerra e degli americani”. Sguardo estremamente coraggioso sull’attuale situazione del mondo, il pamphlet cinematografico di Moore risponde ad un’esigenza insopprimibile di verità proclamata dall’autore: “Un grande presidente – ha commentato ricevendo l’ambito premio – repubblicano d’altro genere, ha detto: “Se dite la verità il Paese sarà salvo”. Era Abraham Lincoln”.

 

Significativo ciò che ha sussurrato Quentin Tarantino, Presidente della Giuria, all’orecchio del connazionale Moore durante la premiazione: “Non c’entra la politica: hai vinto perché hai fatto un gran bel film. Te lo dico da regista a regista”. Abbiamo chiesto un parere critico a Paolo Aleotti, unico giornalista italiano che è riuscito nei giorni scorsi ad avvicinare Michael Moore sulla Croisette:

        

R. - La Palma d’Oro a Fahreneit 9/11 direi che premia la doppia vocazione annunciata da Michael Moore: contribuire a rendere l’audience cinematografica mondiale più informata sull’incapacità – secondo Moore – di Bush a governare l’America, la guerra e il mondo; e divertire con un prodotto veloce, centrato, pieno di ritmo e di senso. E’ soprattutto la prima ora del film che rende giustizia in pieno alle intenzioni del regista, implacabile ed esilarante costruzione del teorema, dove l’unico protagonista, “marionetta involontaria”, è proprio Geroge W. Bush, colto in atteggiamenti davvero imbarazzanti. In un Festival accompagnato dalla protesta dei precari e ricco di film e documentari di impegno la Palma a Fahreneit 9/11 sembra davvero la conclusione più logica e il fatto che a presiedere la giuria, che ha premiato Moore, fosse un amante non della politica ma anzi uno sfegatato del cinema tutto come è Tarantino, non può che aggiungere gloria per la Palma d’Oro ad un film dedicato alle tragedie del terrorismo e della guerra e ad un regista controverso e coraggioso proprio come è Michael Moore.

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RADIO VATICANA

Radiogiornale

 

CHIESA E SOCIETA’

23 maggio 2004

 

 

PROMOSSA DAL 6 AL 13 GIUGNO PROSSIMO DALL’ARCIDIOCESI DI LIMA, IN PERU’, LA SETTIMANA EUCARISTICA. CATECHESI SPECIALI, MESSE, ADORAZIONI PER CONSENTIRE AI FEDELI DI RINNOVARE LA LORO DEVOZIONE ALL’ALTISSMO SACRAMENTO

 

LIMA. = Dal 6 al 13 giugno prossimo, è stata promossa dall’arcidiocesi di Lima la Settimana eucaristica. Obiettivo dell’iniziativa: consentire ai fedeli della capitale peruviana di rinnovare la loro devozione al Santissimo Sacramento. Si tratta di un appuntamento che va ad inserirsi nella più ampia missione Duc in altum: un intenso programma triennale che ha l’ambizione di portare in ogni quartiere di Lima la Parola di Dio. La Settimana Eucaristica prevede in ciascuna parrocchia catechesi speciali, una Messa quotidiana con una particolare intenzione, l’adorazione e l’esposizione del Santissimo Sacramento. E ancora, le chiese saranno sempre aperte per le confessioni, verrà portata la Comunione agli infermi e, nel giorno del Corpus Christi, si terrà una celebrazione eucaristica nella cattedrale di Lima con una processione che prenderà il via da Plaza de Armas. (D.D.)

 

 

UNO SPECIALE SULLA PENTECOSTE ON LINE.

 L’INIZIATIVA E’ DELLA CONFERENZA EPISCOPALE CILENA CHE,

SUL PROPRIO SITO INTERNET, HA PUBBLICATO NOTIZIE SULLO SPIRITO SANTO

CON UN LINGUAGGIO ELEMENTARE PER FAR COMPRENDERE SOPRATTUTTO

AI PIU’ PICCOLI IL SIGNIFICATO DI TALE FESTIVITA’

 

SANTIAGO. = Uno speciale sulla Pentecoste on line. L’iniziativa è della Conferenza episcopale cilena che, sul portale ufficiale, ha pubblicato materiale di approfondimento sullo Spirito Santo, destinato soprattutto ai più piccoli. “L’obiettivo è quello di far comprendere il significato di tale festività e presentare la Terza Persona della Trinità in modo didattico, utilizzando tutti gli strumenti che fornisce la Rete”, spiega il comunicato dell’Ufficio stampa dei vescovi cileni La sezione presenta, con un linguaggio elementare e diretto, giochi per imparare, figure da colorare, suggerimenti per i catechisti e i docenti di religione. Il contenuto non è esclusivamente destinato ai minori, anche perché è corredato da interessanti articoli che ricostruiscono l’origine della festa pentecostale. A questo si aggiungono letture bibliche sullo Spirito Santo, testi e musiche, catechesi e documenti della Chiesa sul sacramento della Confermazione. (D.D.)

 

 

SONO ALMENO DUEMILA GLI SFOLLATI IN SEGUITO ALL’ULTIMO ATTACCO, GIOVEDI’ SCORSO, COMPIUTO DAL SEDICENTE “ESERCITO DI LIBERAZIONE DEL SIGNORE” A LUKODE, NEL NORD DELL’UGANDA. NELL’ASSALTO SONO MORTE OLTRE TRENTA PERSONE,

 FRA CUI MOLTE DONNE E BAMBINI, E SONO STATE INCENDIATE CIRCA 200 CAPANNE

 

KAMPALA. = Sarebbero almeno 2000 gli sfollati bisognosi di aiuti immediati a causa dell’ultimo massacro, giovedì scorso, nel nord dell’Uganda, ad opera del sedicente “Esercito di Liberazione del Signore” (Lra). Essendo stato compiuto in una zona isolata, a Lukode, una delle cinque “sotto-contee” in cui si divide la contea di Aswa nel distretto di Gulu, le informazioni relative all’accaduto non sono precise. Sul numero di oggi del quotidiano “Monitor” di Kampala è stata comunque pubblicata una lista di oltre 30 nomi di vittime accertate. Il giornale precisa che si tratta di almeno 23 uomini e di 14 donne. Ciò che è certo, è che un folto gruppo di ribelli dello Lra ha compiuto un’incursione nella zona, giovedì sera, uccidendo anche donne e bambini a colpi di machete e bruciando circa 200 capanne. Lukode, che si trova a nord di Gulu, in base alle notizie raccolte dall’agenzia Misna, sarebbe un insediamento spontaneo di dimore sparse. Al “Monitor”, le autorità locali, anche nel tentativo di giustificare la mancata difesa della popolazione da parte dell’esercito, hanno detto che “Lukode è un campo illegale di cui non si conosceva neppure l’esistenza”. Inoltre, hanno garantito ai 2000 sfollati, aiuti immediati, chiedendo loro o di tornare a Lukode, dove sarebbe stato allestito uno specifico presidio militare, o di raggiungere il nuovo campo di Chope. Già nel luglio 2002, nella sottocontea di Bungatira, i guerriglieri dello Lra avevano non solo fatto vittime e bruciato decine di capanne, ma si erano serviti perfino di mine per colpire e spaventare la popolazione. L’attacco a Lukode segue di pochi giorni quello di domenica scorsa al campo di Pagak, nella sottocontea di Lamogi, costato la vita ad oltre 40 persone. (D.G.)

 

 

RESTITUITA DAL GOVERNO DE L’AVANA LA CITTADINANZA CUBANA

 A SETTE DISSIDENTI CHE, NEL 1961 ALLA BAIA DEI PORCI,

COMBATTERONO CONTRO I RIVOLUZIONARI DI FIDEL CASTRO,

NELL’ATTACCO ORGANIZZATO DALLA CIA E CONCLUSOSI IN UNA SANGUINOSA DISFATTA

 

L’AVANA. = A sette dissidenti cubani è stata restituita la cittadinanza del Paese caraibico dal governo dell’Avana. “Un atto di riconciliazione verso la comunità che vive in esilio” – come ha detto il ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque – che avviene 43 anni dopo il fallito attacco organizzato dalla Cia contro i rivoluzionari castristi. In esso persero la vita circa 300 dei 1.200 dissidenti cubani protagonisti della tentata invasione conclusasi in una sanguinosa disfatta. I sette veterani furono catturati dall’esercito di Fidel Castro e passarono circa due anni in prigione, prima dell’esilio a Miami. Privati della cittadinanza e del passaporto, i veterani hanno riavuto i loro documenti nel corso di un convegno, organizzato nei giorni scorsi a L’Avana, al quale hanno partecipato 450 cubani residenti all’estero. Nel suo discorso alla platea, Roque ha rinnovato il risentimento e la preoccupazione del suo governo per la decisione dell’Amministrazione americana sull’embargo contro l’isola caraibica. “Il blocco economico è oggi il più grande ostacolo nella normalizzazione dei rapporti tra i cubani che vivono a Cuba e quelli negli Stati Uniti”, ha dichiarato, accusando Whashington di non aver rispettato gli accordi in materia d’immigrazione, rifiutando di concedere i visti promessi ai cittadini cubani che ne facevano richiesta. Per l’Amministrazione americana era presente all’incontro il capo della Sezione di interessi statunitense nell’isola, James Cason, secondo cui “la politica degli Stati Uniti è stata sempre in favore di una emigrazione sicura, legale e ordinata, nonostante le false accuse del governo cubano, che afferma il contrario”. L’Avana sostiene, infatti, che Washington concede i visti solo a quei cittadini cubani che giungono in territorio americano privi di documenti, favorendo in tal modo l’emigrazione illegale e il commercio di esseri umani. I rappresentanti della dissidenza cubana hanno espresso soddisfazione per l’iniziativa del governo di Castro. (D.G.)

 

 

CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO E DIFFONDERE UN’IMMAGINE POSITIVA DELL’AFRICA: SONO I PRIMI RISULTATI CHE IL GOVERNO DI JOHANNESBURG

SI ASPETTA DAI MONDIALI DI CALCIO CHE, NEL 2010, SI SVOLGERANNO IN SUDAFRICA

 

JOHANNESBURG.= 150.000 nuovi posti di lavoro e un’immagine positiva dell’Africa: sono questi i primi risultati che il governo di Johannesburg si aspetta dalla Coppa del Mondo di calcio che, nel 2010, si svolgerà in Sudafrica. Stando alla stampa locale, l’esecutivo del presidente Thabo Mbeki avrebbe già iniziato ad investire su alcuni progetti, affidandone la gestione al Ministero dello Sport e all’Associazione calcio sudafricana, al fine di coinvolgere sin dall'inizio le più grandi aziende private del settore. “Adotteremo un approccio decentralizzato in modo da attrarre il più possibile il settore privato”, ha dichiarato un funzionario sudafricano alla stampa. L’obiettivo è quello di attirare investitori. “Questa competizione ha - infatti, aggiunto - può promuovere lo sviluppo in Africa e soprattutto può servire a cambiare l’immagine del continente nel mondo”. L’economia sudafricana stima i ricavi dei Mondiali di calcio in 541 milioni di dollari, contro una spesa preventivata di 476 milioni. Con 44 milioni di abitanti, oggi, il Sudafrica è il “faro” nella guida politica ed economica dell’Unione Africana, l’organismo che riunisce i 53 Paesi del continente, grazie soprattutto al suo presidente, rieletto poche settimane fa con una maggioranza travolgente, che ha sfiorato il 70 per cento dei consensi. (D.G.)

 

 

IN OCCASIONE DEL CENTANARIO DELLA NASCITA DI ASTRID LINDGREN,

FAMOSA AUTRICE SVEDESE DI “PIPPI CALZELUNGHE”, NEL 2007, A VIMMERBY,

SUO PAESE NATALE, VERRANNO CREATI DUE MONUMENTI ED UN CENTRO STUDI

 

STOCCOLMA. = Due monumenti per la scrittrice svedese Astrid Lindgren, famosa autrice di “Pippi Calzelunghe”, morta due anni fa, saranno eretti nella sua città natale entro il 2007, in occasione delle manifestazioni per il centenario della sua nascita. Lo ha stabilito il Consiglio municipale di Vimmerby, nel sud della Svezia, Paese natale della signora Lindgren. Inizialmente le autorità comunali avevano progettato un solo monumento: un gruppo di statue intitolato “La fontana di Astrid”, da installare nella piazza principale. Ma nessuna delle statue assomiglia alla Lindgren. Nonostante ciò, l’opera verrà comunque realizzata, in seguito alla richiesta di oltre 8mila cittadini di Vimmerby. Tuttavia, in accordo con la famiglia della scrittrice, il Consiglio municipale ha deciso di innalzare un secondo monumento e di creare, inoltre, un Centro Astrid Lindgren dove saranno raccolti manoscritti, lettere ed edizioni di libri della romanziera. (D.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 maggio 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Una mappa dell’orrore anche oggi segnata dal tragico alternarsi di odio e violenze. E’ questa, ormai, la drammatica e purtroppo consueta situazione dell’Iraq su cui ci riferisce Amedeo Lomonaco:

 

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Almeno 20 persone sono rimaste uccise ed altre 54 ferite nel corso di intensi combattimenti avvenuti questa mattina, presso la moschea di Kufa, tra truppe americane e miliziani sciiti di Moqtada al-Sadr. E violenti scontri si sono verificati, la scorsa notte, anche nella città di Najaf dove dopo diversi raid aerei americani sono decedute 14 persone, in gran parte civili. In questo drammatico scenario bisogna aggiungere anche la morte di una donna in seguito al lancio di un proiettile di mortaio caduto ieri sulla sua casa alla periferia di Bassora, nel sud del Paese. Una situazione di progressivo ritorno alla normalità sembra invece caratterizzare la città sciita di Kerbala, dove i poliziotti iracheni hanno ripreso il controllo del centro urbano, dal quale, nelle scorse ore, si sono ritirati sia i soldati statunitensi sia i miliziani fedeli al leader radicale, al-Sadr. Assume intanto contorni sempre più agghiaccianti la vicenda sulle violenze perpetrate dai soldati della coalizione ai prigionieri iracheni. Il quotidiano britannico “The Indipendent” rivela, oggi, che saranno presentate all’Alta Corte di Londra le dichiarazioni di cinque iracheni nelle quali soldati inglesi sono accusati di aver compiuto torture sistematiche sotto gli ordini di un ufficiale. Le testimonianze, quindi, contraddicono la tesi secondo cui gli abusi siano stati opera di singoli militari senza la supervisione dei loro superiori. In Italia, infine, il test del Dna ha confermato che sono di Fabrizio Quattrocchi, l’ostaggio italiano ucciso lo scorso 14 aprile, i resti umani consegnati, a Baghdad, alla Croce Rossa. La riconsegna della salma di Quattrocchi – ha detto Antonella Agliana, la sorella di uno dei sequestrati ancora in mano ai guerriglieri iracheni – è un segnale di speranza per me e per i nostri ragazzi rimasti laggiù.

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E di Iraq si è parlato anche alla Convention della Lista Unitaria conclusasi ieri alla Fiera di Milano, dove il presidente della commissione europea, Romano Prodi, ha spiegato che la richiesta dei partiti del centrosinistra per il ritiro delle truppe italiane dal Paese arabo è una decisione “giusta, responsabile e doverosa”. Ma quanto accaduto - ha aggiunto - costituisce “una sconfitta sia per l’Onu che per l’Europa”. Commentando le dichiarazioni di Prodi il vicepremier italiano, Gianfranco Fini, ha inoltre affermato che sulla complessa vicenda irachena, “il presidente della commissione europea è prigioniero di una logica interna dettata, nel centrosinistra, dalla componente più estrema rappresentata dall’onorevole Fausto Bertinotti”. 

 

In Medio Oriente, l’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha rifiutato l’offerta che Israele ha avanzato per risarcire le famiglie del danno provocato dalla demolizione delle loro case a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. A Tunisi, intanto, si sta per concludere il Vertice della Lega araba incentrato sull’intricata situazione mediorientale. Ce ne parla Graziano Motta:

 

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Il Vertice della Lega Araba è alle ultime battute. Già il re di Giordania e il presidente d’Algeria hanno lasciato Tunisi. In preparazione il comunicato finale che dovrebbe ribadire – per quanto riguarda il conflitto israelo-palestinese – l’impegno dei Paesi arabi a sostenere l’iniziativa di pace saudita ed un appello al Consiglio di sicurezza dell’Onu per l’invio di una forza internazionale. Intanto, il presidente egiziano Moubarak, nel contesto degli sforzi per riattivare un processo di pace, invia domani il capo dei servizi di informazione in Israele e a Ramallah da Arafat. L’obiettivo immediato è di promuovere un coordinamento per il ritiro di coloni e soldati israeliani da Gaza, per il quale oggi il primo ministro Sharon ha esaminato, con i capi dei Servizi di sicurezza e il ministro della Difesa, un nuovo progetto, che si caratterizza per un diverso calendario di attuazione. Ma proprio su questo ritiro si sta accentuando l’opposizione dei ministri e dei deputati del suo partito, con la prospettiva di una crisi di governo. E’ stata tempestosa la riunione odierna del Consiglio dei ministri per le critiche del ministro della Giustizia all’operazione militare in corso a Rafah a causa dei suoi risvolti umanitari. Oggi, infatti, con l’obiettivo di distruggere i tunnel clandestini sono state demolite altre case, lasciando sul lastrico tante famiglie. Il ministro della Giustizia ha detto che l’immagine di una vecchia palestinese alla ricerca di medicinali, gli ha fatto ricordare sua nonna ebrea ai tempi nazisti dell’Olocausto. Questa sua evocazione ha provocato un’accesa polemiche.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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In India il partito del Congresso è di nuovo al governo dopo 8 anni di opposizione. Ma all’indomani dell’insediamento del nuovo primo ministro indiano, Manmohan Singh, un sanguinoso attentato, rivendicato da un gruppo separatista islamico, ha devastato oggi il Kashmir, causando la morte di almeno 26 soldati indiani. Manmohan Singh è il primo capo di governo non indù: appartiene, infatti, alla religione sikh, nata nel Paese asiatico agli inizi del XVI secolo con il guru Nanak Devji, che intendeva unire indù e musulmani della regione del Punjab in un’unica fede monoteista. Sulla cerimonia di ieri per il giuramento del nuovo capo di governo indiano, ci riferisce Maria Grazia Coggiola:

 

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In una cerimonia tenutasi al Palazzo presidenziale di New Delhi, il primo ministro, Manmohan Singh, ha giurato nel nome di Dio fedeltà e rispetto alla Costituzione. Con lui sono stati ufficialmente nominati 67 ministri, di cui solo 28 sono i più importanti, perché fanno parte del Consiglio di Gabinetto. Il Congresso, il partito uscito vittorioso dalle elezioni, mantiene i principali dicasteri: le Finanze, gli Interni, la Difesa e gli Esteri. L’assegnazione dei ministeri è stata abbastanza laboriosa perché gli alleati del Congresso, una dozzina di partiti regionali socialisti e di sinistra, avevano avanzato numerose richieste per alcuni posti chiave. Del governo fanno parte anche Laloo Prasad Yadav, leader dello Stato del Bihar; Sharad Pawar, un ex politico del Congresso che in passato si era opposto a Sonia Gandhi per via delle sue origini italiane. Con il giuramento termina una settimana ricca di colpi di scena per la politica indiana: prima la sorprendente vittoria del Congresso sul governo nazionalista indù, che era dato per favorito; poi la rinuncia clamorosa di Sonia Gandhi; ed infine il passaggio del testimone al suo collaboratore più fedele, l’ex ministro delle Finanze, Manmohan Singh, di fede sick. Singh inizierà a lavorare per realizzare quella che sembra sempre di più una quadratura del cerchio, ovvero favorire i ceti più bassi e la classe contadina, mantenendo nello stesso tempo le riforme economiche necessarie per far diventare l’India una nuova potenza economica. 

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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In Bangladesh un traghetto che trasportava circa 250 persone è naufragato nelle acque del fiume Meghna, nella zona orientale del Paese asiatico. Il bilancio dell’incidente, ancora provvisorio, è di 8 morti e di almeno 200 dispersi. La nave è affondata a 65 chilometri dalla capitale Dacca, lo stesso distretto dove il naufragio di un’altra imbarcazione ha causato, lo scorso mese di luglio, la morte di oltre 400 persone.

 

In Germania si riunisce oggi al Parlamento la 12.ma assemblea federale per eleggere il nono presidente tedesco. Come favorito è indicato il candidato dell’opposizione cristiano democratica, Horst Koehler, ex direttore generale del Fondo monetario internazionale.

 

Sei persone morte e almeno dodici feriti. E’ il drammatico bilancio di un incidente avvenuto questa mattina all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, quando una parte della volta di copertura di un terminal è crollata su una passerella di imbarco.

 

Il presidente americano, George Bush, si è procurato ieri pomeriggio leggere contusioni ed escoriazioni cadendo dalla mountain-bike durante una passeggiata nel suo ranch di Crawford, in Texas.

 

 

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