RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 143 - Testo della trasmissione di sabato 22 maggio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Chiesa negli Stati Uniti sostenga con ogni energia la famiglia “pietra angolare” della comunità ecclesiale: la raccomandazione di Giovanni Paolo II ai vescovi americani in visita ad Limina

 

La comunità internazionale aiuti l’Africa ad uscire da  povertà, violenze e ingiustizie per diventare protagonista del suo futuro: così il Papa al Simposio del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace dedicato al continente africano

 

Sabato 29 maggio il Papa presiederà la celebrazione dei primi vespri della Pentecoste, in piazza San Pietro

 

Decine di migliaia di persone al pellegrinaggio al Santuario di Mariazell, a conclusione del “Katholikentag Mitteleuropeo”. Testimoniare il Vangelo con il dialogo: è l’esortazione ai cristiani dell’est del cardinale Sodano, inviato del Papa.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Un milione di religiose nel mondo per far conoscere l’amore di Gesù: intervista con suor Gonzales de Castejon

 

Come San Francesco, essere testimoni di riconciliazione nella terra martoriata di Gesù: ai nostri microfoni padre Pierbattista Pizzaballa

 

E’ nelle sale cinematografiche “Troy”, atteso e discusso film americano ispirato agli eroi omerici

 

Domani, la Chiesa celebra in Italia l’Ascensione del Signore: il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Intervento del cardinale Dionigi Tettamanzi al Convegno promosso dalla Cei “I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”

 

Ridurre la perdita della biodiversità entro il 2010: è l’impegno promosso dalle Nazioni Unite per la giornata internazionale della biodiversità, che ricorre oggi

 

Nuova ondata di violenza in Colombia.

 

Rapporto dell’Ufficio internazionale del lavoro, alla vigilia della Conferenza internazionale in programma a giugno

 

Un centro per sostenere i rifugiati, vittime di torture, è stato aperto dal comune di Roma, grazie al fondo 8 per mille

 

24 ORE NEL MONDO:

Almeno 6 morti per un ennesimo attentato a Baghdad nel quale è rimasto leggermente ferito il vice ministro dell’Interno iracheno

 

In Medio Oriente uccisa per errore dai soldati israeliani una bimba palestinese di tre anni. 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 maggio 2004

 

 

LA CHIESA NEGLI STATI UNITI SOSTENGA CON OGNI ENERGIA

LA FAMIGLIA, ‘PIETRA ANGOLARE’ DELLA COMUNITA’ ECCLESIALE:

LA RACCOMANDAZIONE DEL PAPA AI VESCOVI AMERICANI IN VISITA AD LIMINA

 

La famiglia, pietra angolare della Chiesa, al centro del discorso del Papa stamane ai vescovi statunitensi, delle province di San Antonio e Oklaoma City, in visita ad Limina Apostolorum. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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“La Chiesa ha la sacra responsabilità di fare tutto ciò che può per assistere le coppie sposate”.  Così Giovanni Paolo II ai presuli americani, che sono parte - ha detto - di “un’ampia e vibrante comunità cattolica”, che ha il compito di sostenere con ogni energia le famiglie cristiane perché siano “chiesa domestica” e “scuole di santità”. “E’ fondamentale – ha sottolineato il Papa – che il matrimonio cristiano sia compreso nel senso più pieno e sia presentato sia come istituzione naturale sia come realtà sacramentale. 

 

“Molti oggi hanno un chiaro intendimento della natura secolare del matrimonio, che include i diritti e le responsabilità che le moderne società hanno reso fattori determinanti per un contratto matrimoniale. Tuttavia ci sono altri che  sembrano perdere un appropriato intendimento della dimensione religiosa intrinseca in questo accordo solenne. La moderna società – ha proseguito il Santo Padre – raramente pone attenzione alla natura permanente del matrimonio.” E “l’attitudine verso il matrimonio radicata nella cultura contemporanea, esige che la Chiesa cerchi di offrire un’istruzione pre-matrimoniale puntata a formare le coppie in questa vocazione e insista perché le sue scuole cattoliche ed i programmi di educazione religiosa garantiscano che i giovani, molti dei quali appartengono a famiglie separate, siano educati, fin dalla prima età, negli insegnamenti della Chiesa sul sacramento del matrimonio.”

 

Ai vescovi statunitensi il Papa ha raccomandato in particolare di essere uomini di comunione lottando contro ogni divisione si manifesti nelle famiglie e di promuovere forme di devozione popolare come il Santo Rosario, le Vie Crucis, la preghiera prima e dopo i pasti, che per secoli hanno aiutato a formare scuole di preghiera nelle famiglie e nella parrocchie e che oggi possono rinvigorire e  santificare la Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Infine l’invocazione a Maria Immacolata, patrona di questo Paese.

 

         I invoke the intercession………”

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LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE AIUTI L’AFRICA AD USCIRE

DAL DRAMMA DELLA POVERTA’, DELLE VIOLENZE E DELLE INGIUSTIZIE

 PER DIVENTARE PROTAGONISTA DEL SUO FUTURO:

COSI’ IL PAPA AL SIMPOSIO ORGANIZZATO

DAL PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE SUL CONTINENTE AFRICANO

 

Il Papa ha lanciato un nuovo forte appello per l’Africa, in occasione del ‘Simposio sullo sviluppo economico e sociale di questo continente nell’era della globalizzazione’, organizzato ieri a Roma dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.  Giovanni Paolo II, in un messaggio al presidente del dicastero, il cardinale Renato Raffaele Martino, ha invitato la comunità internazionale ad aiutare l’Africa ad uscire dai drammi della povertà e della violenza per diventare protagonista del suo futuro. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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 Il Papa guarda con grande dolore ai “numerosi focolai di violenza che insanguinano l’Africa, l’Aids e altre pandemie, così come i drammi della miseria e delle ingiustizie” che “continuano a pesare sul futuro del continente, producendo effetti negativi che ipotecano lo sviluppo solidale dell’Africa e la stabilizzazione durevole della pace e d’una società giusta ed equa”.

 

 “Il continente – scrive Giovanni Paolo II – ha un bisogno urgente di pace, giustizia e riconciliazione, oltre che dell’aiuto dei Paesi industrializzati, chiamati a sostenere il suo sviluppo, affinché i popoli d’Africa siano veramente i protagonisti del loro futuro, gli attori e i soggetti del loro destino. A questo fine è importante preparare alle loro responsabilità future le giovani generazioni, che saranno domani responsabili dei diversi pilastri della società”. Di qui l’auspicio del Papa: “Possa la comunità internazionale contribuire, con determinazione e generosità, a promuovere una società di giustizia e pace nel continente africano”.

 

Le comunità cattoliche del mondo intero – conclude Giovanni Paolo II - sono invitate a sostenere i loro fratelli d’Africa per permettere loro di condurre una vita più umana e fraterna”.

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UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto nel corso della mattinata il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi

 

In Corea, il Papa ha nominato nunzio apostolico l’arcivescovo Emil Paul Tscherrig, finora nunzio apostolico in Trinidad e Tobago, Antigua e Barbuda, Bahamas, Barbados, Dominica, Giamaica, Grenada, Repubblica Cooperativa della Guyana, Repubblica di Suriname, Saint Kitts and Nevis, Saint-Vincent e Grenadines, Santa Lucia, e Delegato Apostolico nelle Antille.

 

In Messico, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Nuevo Casas Grandes, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Hilario Chávez Joya, dei Missionari della Natività di Maria. Al suo posto, il Pontefice ha nominato il sacerdote Gerardo de Jesús Rojas López, finora vicario generale della diocesi di Ciudad Juárez. Il nuovo presule, 47 anni, dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1983, ha esercitato il ministero sacerdotale in varie parrocchie. Nel 1992, ha conseguito presso l’Università di Navarra la licenza in Diritto Canonico. Ha ricoperto, tra l’altro, l’incarico di Difensore del Vincolo nel Tribunale diocesano.

 

Giovanni Paolo II ha nominato consultore della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede il dott. Ivan Ruggiero, finora Ragioniere generale del medesimo dicastero.

 

Il Pontefice ha nominato capo ufficio nella Sezione ordinaria dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica il sacerdote padre Fernando Vergez Alzaga, dei Legionari di Cristo, finora Aiutante di studio nel Pontificio Consiglio per i Laici.

 

 

SABATO 29 MAGGIO IL PAPA PRESIEDERA’

LA CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI DELLA PENTECOSTE,

IN PIAZZA SAN PIETRO

 

La Prefettura della Casa Pontificia ha fatto sapere che sabato 29 maggio il Papa presiederà la celebrazione dei primi vespri della Pentecoste. La celebrazione si svolgerà alle ore 18.00 in Piazza San Pietro.

 

 

DECINE DI MIGLIAIA DI FEDELI PARTECIPANO AL “PELLEGRINAGGIO DEI POPOLI”,

A CONCLUSIONE DEL “KATHOLIKENTAG MITTLEUROPEO”, NEL SANTUARIO DI MARIAZELL. L’ESORTAZIONE DEL CARDINALE SODANO, INVIATO DEL PAPA: I CRISTIANI DELL’EST TESTIMONINO IL VANGELO CON IL METODO DEL DIALOGO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Ieri la sfida della fede contro il nazismo e il comunismo. Oggi la sfida contro il laicismo, che tenta di oscurare la presenza dei cristiani nella vita pubblica, come dimostra anche la “discussione in corso sul Trattato costituzionale dell’Unione Europea”. E’ una delle esortazioni del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, nell’omelia pronunciata ieri sera, come inviato del Papa, nel Santuario mariano austriaco di Mariazell.

 

La Messa e la veglia di ieri, nella storica cornice di questo edificio sacro, situato nella regione della Stiria, sono state il primo atto di due giorni di preghiera e di festa molto intensi, a conclusione del “Katholikentag Mitteleuropeo” intitolato “Cristo speranza dell’Europa”. Oggi e domani il “Pellegrinaggio dei popoli” ha raccolto oltre 50 mila fedeli di otto Paesi: Austria, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia Slovacchia e Slovenia. Si sono dati appuntamento per pregare ancora una volta insieme nel Santuario simbolo dei cristiani dell’est europeo.

 

Il pellegrinaggio è un “ringraziamento” a Cristo “per aver sostenuto le Chiese dell’Europa centrale nell’ora della persecuzione” - ha affermato il cardinale Sodano -ma anche “un ringraziamento per il dono della ritrovata libertà religiosa”, che ora può permettere ai cristiani di “contribuire alla pace sociale” con “il metodo del dialogo fraterno verso tutti”, in un’area dove gli odi e i nazionalismi hanno lasciato ferite sanguinose.

 

Concetti analoghi sono ritornati questa mattina nell’omelia della Messa presieduta dal cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, conclusa con la lettura di parte del Messaggio rivolto dai vescovi mitteleuropei ai partecipanti al pellegrinaggio e a tutti gli uomini di buona volontà. Il testo integrale del messaggio sarà inviato come lettera pastorale alle parrocchie degli otto Paesi interessati e sarà letto il prossimo 30 maggio, solennità di Pentecoste. Per entrare, dunque, nel clima di questo importante evento, Alessandro De Carolis ha raggiunto telefonicamente la collega ungherese Agnes Gedö, inviata della nostra emittente a Mariazell:

 

R. – Si respira prima di tutto un’atmosfera di gioia, un’atmosfera di ritrovamento sia spirituale che fisico tra le persone che sono state divise artificialmente nei due lati dell’Europa. Soprattutto i giovani si ritrovano senza problemi, comunicano tra di loro senza problemi di comprensione.

 

D. - Nel quadro del “Pellegrinaggio dei popoli”, è stato organizzato anche un incontro giovanile mitteleuropeo, con un suo distinto programma …

 

R. – Sì, c’è stata un’attenta preparazione spirituale per questo pellegrinaggio. Dal 25 febbraio, e fino a domani, i giovani hanno pregato. E’ stata praticamente una catena di preghiera senza confini, che ha coinvolto tutti gli otto Paesi del centro Europa. Qui, ogni giorno, hanno pregato per un Paese dell’Unione Europea e anche per quelli che sono rimasti fuori, cioè per tutta l’Europa e anche per il mondo. C’è stata la novena che hanno fatto dal 13 maggio fino a ieri, quando si sono ritrovati a Mariazell, nel suo Santuario mariano benedettino, antichissimo, che nel 2007 festeggerà gli 850 anni di fondazione. Alla veglia di ieri sera, si sono riuniti nella Basilica per pregare insieme, per cantare insieme, per esprimere la loro gioia. E questa catena di preghiera continuerà ancora per collegare i due mesi dedicati alla Madonna e quindi da maggio arriverà fino ad ottobre prossimo. I giovani pregheranno sempre per i Paesi dell’Europa: contro l’intolleranza, la xenofobia, i pregiudizi, per un’Europa cristiana.

 

D. - A questo proposito, per alcuni Stati quello odierno è il primo pellegrinaggio dopo l’ingresso nell’Unione Europea: un’occasione per riconoscere insieme quella comune eredità cristiana così a cuore al Papa in questo momento…

 

R. – Sì, è proprio così, anche perché, come ricordiamo, Giovanni Paolo II nel 1983, in occasione della sua visita a Vienna, ribadì nel suo discorso-preghiera per l’Europa che per la riconciliazione dei nostri popoli dobbiamo chiedere perdono a tutti coloro che hanno sofferto per le nostre ingiustizie. Solo così, nella giustizia, possiamo ottenere la riconciliare e la pace tra le persone e i popoli.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’Iraq: in rilievo la notizia dell'ennesimo attentato dinamitardo a Baghdad; altre foto documentano l'orrore delle torture ai prigionieri iracheni. 

 

Nelle vaticane, nel discorso ai vescovi statunitensi delle Province ecclesiastiche di San Antonio e di Oklahoma City Giovanni Paolo II ha esortato le comunità cristiane ad aiutare i coniugi a trasformare le loro famiglie in “chiese domestiche” e scuole di santità.

Il discorso del cardinale Angelo Sodano, Legato Pontificio, durante l’incontro con i cardinali, gli arcivescovi ed i vescovi nel refettorio del Convento di Mariazell, nell’ambito del grande raduno dei Cattolici dell'Europa centrale.  I servizi dell'inviato Giampaolo Mattei.

 

Nelle estere, per la rubrica dell’“Atlante geopolitico” un articolo di Giuseppe Fiorentino dal titolo “Brasile: l’azione di governo tra dimensione internazionale e questioni interne”.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Sabino Caronia in merito alla mostra sul tema “I tesori salvati di Montecassino. Antichi tessuti e paramenti sacri”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano un articolo sul rimpatrio delle spoglie di Fabrizio Quattrocchi, l’ostaggio italiano barbaramente ucciso il 14 aprile scorso dai guerriglieri. 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

22 maggio 2004

 

 

UN MILIONE DI RELIGIOSE NEL MONDO PER FAR CONOSCERE L’AMORE DI GESU’:

NOSTRA INTERVISTA A SUOR GONZALES DE CASTEJON,

SEGRETARIA DELL’UNIONE INTERNAZIONALE SUPERIORE GENERALI

 

In questi giorni si è svolta a Roma la riunione triennale Plenaria dell’UISG, l’Unione Internazionale delle Superiore Generali. Si tratta di un organismo di diritto pontificio che vuole essere un ponte tra tutte le congregazioni religiose del mondo. Al centro della Plenaria il ruolo delle religiose nella riconciliazione dei popoli. Nuova presidente dell’Unione è stata nominata la brasiliana Theresiña Rasera, 59 anni, professoressa e psicologa, dal 2002 Superiora generale delle suore del Divin Salvatore. Ma qual è il ruolo oggi delle religiose nel mondo? Giovanni Peduto lo ha chiesto alla segretaria generale dell’UISG, suor Victoria Gonzalez de Castejon:

 

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R. – Oggi nel mondo la religiosa ha come missione quella di far conoscere, manifestare, comunicare l’amore del Padre rivelato nel suo Figlio Gesù. Ogni congregazione lo fa secondo il suo carisma e tutte cerchiamo di essere presenza viva di questo amore.

 

D. – Quante sono le religiose nel mondo?

 

R. – Le religiose nel mondo oggi sono più o meno un milione, comprese le appartenenti alle Società di vita apostolica.

 

D. – Le vocazioni stanno crescendo o diminuendo?

 

R. – Le statistiche ci mostrano oggi che c’è un cambiamento del luogo dove nascono le vocazioni. Prima venivano dall’Europa, oggi provengono piuttosto dall’Africa, dall’Asia: India, Corea, Filippine, Indonesia, Vietnam. C’è una diminuzione in qualche parte del mondo ed una crescita in qualche altra parte.

 

D. – Cosa potrebbero fare di più le religiose per il mondo e per la Chiesa oggi?

 

R. – Mi piacerebbe cambiare un po’ questa domanda. Vorrei che ci si chiedesse cosa fare non soltanto di più ma di diverso. La religiosa, oggi come ieri, deve rispondere alle urgenze, alle chiamate del popolo, del mondo e della società. Come Mosé, ascolta il grido del popolo e vuole dare una risposta. Oggi il grido è diverso rispetto a 100 anni fa.

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COME SAN FRANCESCO, ESSERE TESTIMONI DI RICONCILIAZIONE

NELLA TERRA MARTORIATA DI GESU’.

COSI’ PADRE PIZZABALLA, NUOVO CUSTODE DI TERRA SANTA

- Intervista con padre Pierbattista Pizzaballa -

 

Come san Francesco, essere testimoni di riconciliazione nella Terra martoriata di Gesù. E’ la priorità di padre Pierbattista Pizzaballa, nominato nei giorni scorsi nuovo Custode di Terra Santa. Succede a padre Giovanni Battistelli che ha ricoperto l'incarico negli ultimi sei anni. Padre Pizzaballa, nato 39 anni fa in provincia di Bergamo, è uno dei più giovani francescani eletti per questo incarico. Per oltre 10 anni  ha assistito la comunità cattolica di espressione ebraica a Gerusalemme. E in ebraico ha tradotto numerosi testi liturgici. Nella Custodia di Terra Santa è anche membro della Commissione per l'Ebraismo e l'Islam. Ma a che punto è il dialogo tra esponenti di queste fedi in Terra Santa? Fabio Colagrande lo ha chiesto allo stesso padre Pizzaballa.

 

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R. – Il dialogo, in questo momento, a livello istituzionale è fermo e comunque ritorna sempre sugli stessi luoghi comuni. Devo dire però che a livello personale, a livello di associazioni, si fanno molti incontri, che sono veramente importanti per conoscersi meglio, per imparare ad apprezzarsi e a stimarsi di più. Quindi, credo che il bello della Terra Santa sia la possibilità di avere questi incontri tra persone che vivono l’una accanto all’altra, che si conoscono e imparano ad amarsi e stimarsi.

 

D. – Secondo lei, c’è il rischio che nel conflitto israelo-palestinese, e poi nei tentativi diplomatici per trovare la pace nelle vicende politiche e militari, la religione possa essere strumentalizzata?

 

R. – Credo che non sia un rischio, ma purtroppo una realtà. Soprattutto noi cristiani dobbiamo fare attenzione ad evitare strumentalizzazioni, dobbiamo essere vicini a tutti, amare tutti, mantenerci liberi nei confronti di tutti.

 

D. – Il prossimo Capitolo di voi francescani della Custodia di Terra Santa si svolgerà a luglio e sarà dedicato al tema “Profeti di riconciliazione e di pace”. Come credete che si possa dare attualità, modernità a questo vostro mandato secolare?

 

R. – Credo che nel tema del Capitolo ci sia già tutto: “Profeti di riconciliazione e pace”. Dobbiamo rafforzare il nostro atteggiamento profetico nei confronti di tutti. Significa essere testimoni di riconciliazione e pace, cioè vivere come persone riconciliate innanzitutto tra di noi. Siamo frati provenienti da tutto il mondo, con culture e lingue diverse, quindi la riconciliazione, il dialogo e la pace devono essere soprattutto al nostro interno. Dobbiamo testimoniarli nel nostro piccolo e, certamente con i nostri limiti, alla popolazione con la quale noi viviamo. Dobbiamo farlo cercando di recuperare quello che è il nostro stile francescano e di ripartire da dove è partito San Francesco. Nel periodo delle Crociate San Francesco andò a parlare con il Sultano che era il nemico per eccellenza. Quindi, noi dobbiamo partire da lì, da dove San Francesco ha cominciato.

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E’ NELLE SALE CINEMATORGRAFICHE “TROY”,

ATTESO E DISCUSSO FILM AMERICANO ISPIRATO AGLI EROI OMERICI

 

         Reduce dal Festival di Cannes è approdato, da ieri, nelle sale cinematografiche italiane l’atteso e discusso film americano “Troy”. Ispirandosi al poema omerico Iliade, narra le gesta di eroi indimenticabili come Achille ed Ettore e la storia di uno degli assedi più famosi della letteratura, quello della città di Troia. A parlarcene Luca Pellegrini. 

 

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“Troia è la nostra madre patria…difendetela!”

 

 (musica)

 

Lasciate a casa ricordi, libri e ansie di fedeltà. Troy, super-produzione hollywoodiana da 200 milioni di dollari di Wolfgang Petersen liberamente tratta dall’Iliade, è la storia di Troia e dei suoi indimenticabili protagonisti ma non è una trasposizione del capolavoro omerico. L’Iliade ha forgiato non solo la nostra identità di studenti e la cultura letteraria dell’Occidente classico, ma ha alimentato sogni e fantasie e appagato la sete di mitologia, di arcano, di fatale. Nel film c’è tutto: eroi e vigliacchi, battaglie e amori, vendette e nobiltà, gigantismo delle ricostruzioni e spudorato uso del computer, navi achee e mura troiane, senso della famiglia e fierezza di popoli. Perché tanto accanimento da parte della stampa e dei critici? E’ davvero inappellabile la sentenza di tradimento della fonte originaria? Immorale il cachet dato a Brand Pitt per scolpire un Achille giustamente inespressivo? Improbabile l’Elena della modella Diane Kruger? Commerciale la sceneggiatura del pur bravo David Benioff?

 

In ogni caso in Troy è lo spettacolo che conta, anzi la spettacolarizzazione della storia e delle umane vicissitudini. La spruzzata di filosofia non danneggia il clangore delle spade. Le spiagge su cui approdano le mille navi con gli eserciti di Agamennone e dei suoi alleati ci ricordano quelle che migliaia di anni dopo accoglieranno in Normandia altri eserciti. Orlando Bloom esce dal Signore degli anelli ed entra nell’Iliade con grande disinvoltura. Il suo è uno splendido, delicato e pavido Paride, fratello di un Ettore venato di ironia, dubbi e rimpianti e disegnato con espressione da Eric Bana. Morirà in un serrato duello con l’Achille furioso e sarà legato al fatidico carro. Il suo corpo sarà reclamato da un indimenticabile Priamo, Peter O’Toole. Il suo sguardo di padre devastato e fiero e di re disperato sulla sua città in fiamme non ha rivali.

 

(musica)

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, domenica 23 maggio, la Chiesa celebra in Italia la solennità dell’Ascensione del Signore. Un evento che la liturgia ci presenta secondo la narrazione del Vangelo di San Luca:

 

 Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio”.

 

Su questa solennità, il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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L’iconografia antica sull’Ascensione mostra Cristo che ascende al cielo con le ferite evidenziate, perché si vuole sottolineare che Cristo porta al Padre tutto ciò che di umano ha assunto. La cosa più umana sono proprio le ferite, infertegli dall’uomo, espressione della tragedia nella quale il peccato lo ha rinchiuso. Ora queste ferite appaiono sul corpo glorioso di Cristo, trasfigurate dall’amore di Dio stesso.

 

Cristo, venendo sulla terra, assume la nostra natura umana ribelle a Dio e all’amore, perciò opaca e imbevuta delle tenebre, e ascende al Padre con questa stessa umanità che in lui aderisce al Padre, rivelando così la nostra verità. L’uomo redento non si sperimenta più servo e schiavo, ma figlio della luce. Con l’Ascensione, la Chiesa ci invita a contemplare in Cristo ciò che con il Battesimo siamo già divenuti.

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CHIESA E SOCIETA’

22 maggio 2004

 

 

UN RUOLO FORTE PER LA FAMIGLIA NEI MEDIA DI OGGI, SEMPRE PIU’ PROPULSORI

DI NUOVI MODELLI E STILI DI VITA. LO HA CHIESTO IERI

IL CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI, ARCIVESCOVO DI MILANO,

AL CONVEGNO “I MEDIA IN FAMIGLIA: UN RISCHIO

 E UNA RICCHEZZA”, PROMOSSO DALLA CEI IN OCCASIONE

 DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI

 CHE SI CELEBRA DOMANI

 

ROMA.= Nei media viaggiano insieme pericoli ed opportunità ma non si può sottovalutare che essi “sono strumenti non privi di rilevanza etica, dietro i quali - dice il cardinale Tettamanzi - ci sono sempre le persone”. Il rispetto della dignità dell’uomo e dei valori fondamentali della vita e della famiglia sono stati più volti invocati dall’Arcivescovo di Milano, durante la sua relazione intitolata: “Sapienza e discernimento nell’uso dei media in famiglia”. Oggi la televisione, in particolare, indirizza la nostra vita verso modelli e comportamenti pratici sbagliati. La famiglia in questo ha il compito di vigilare e di fare da filtro, assumendo un ruolo pratico, diventando cioè un interlocutore forte. “Nel campo dei media - ha detto il cardinale Tettamanzi - occorre produrre lo stesso sforzo che si è fatto nell’ambito della tutela della vita o dei soggetti più indifesi e della stessa famiglia”. Un soggetto non passivo dunque che dovrebbe ribellarsi anche al bombardamento pubblicitario e, in questo senso, il porporato ha proposto una sorta di risarcimento per gli spot che entrano nelle nostre case. “Le famiglie non hanno il diritto a beneficiare di una parte degli introiti pubblicitari? - si domanda il cardinale Tettamanzi - magari sotto forma di contributi a fondazioni o enti che studiano e approfondiscono il rapporto tra media e famiglia”. “Dall’attenzione che sapremo porre - ha concluso il cardinale Tettamanzi - dipenderà il futuro della grande famiglia umana”. Anche gli altri interventi della giornata hanno sottolineato l’importante ruolo della famiglia nei mass-media. In particolare, l’intervento del prof. Francesco Casetti dell’Università Cattolica di Milano che ha sottolineato come anche la programmazione per bambini non tenga conto dei minori, come parte integrante di un nucleo famigliare.  Oggi la riflessione si sposta sulla dimensione morale dei processi comunicativi, previsto anche l’intervento del Ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri. (B.C.)

 

 

RIDURRE LA PERDITA DELLA BIODIVERSITA’ ENTRO IL 2010: E’ L’IMPEGNO PROMOSSO DALLE NAZIONI UNITE PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA BIODIVERSITA’,

CHE RICORRE OGGI. BRACCONAGGIO, INQUINAMENTO E TRASFORMAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DELL’ESTINZIONE

DELLE SPECIE ANIMALI

 

NEW YORK.= “La diversità biologica è la fonte dei servizi ecologici essenziali che costituiscono la base della vita per tutti e garantirla rappresenta un passo fondamentale per realizzare l’obiettivo dello sviluppo sostenibile e dell’eradicazione della povertà”, sono le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan per la giornata internazionale della biodiversità che ricorre oggi. Biodiversità indica una misura della varietà delle specie umane e vegetali nella biosfera, il risultato cioè di un lungo processo evolutivo. Sulle mutazioni delle specie vegetali ed animali incidono i cambiamenti climatici, gli interventi dell’uomo sulla natura che alterano a volte in maniera irreparabile l’habitat naturale. Un cambiamento che volge sempre più in senso negativo perché, secondo gli ultimi dati diffusi dall’unione mondiale della conservazione, nel mondo sono quasi 5.500 le specie animali a rischio estinzione e delle 1.130 specie di mammiferi considerate a rischio almeno il 16% è minacciato “in modo critico”. In pericolo anche 1.194 specie di uccelli e si calcola che nell’arco di dieci anni saranno 184 le specie di mammiferi che potrebbero scomparire. Gli esperti hanno indicato che il tasso medio di estinzione è oggi dalle 1.000 alle 10.000 volte più rapido rispetto alla media degli ultimi 60 anni. Stesso discorso per le specie vegetali: muschi ed epatiche sono nella lista nera, perché il 50% di essi è a rischio estinzione. La giornata di quest’anno ha al centro il tema della diffusione di cibo, acqua e salute in tutto il mondo. Il segretario delle Nazioni Unite, Annan, nel suo messaggio, ha sottolineato l’importanza della biodiversità in relazione alla sicurezza alimentare, nei rifornimenti sufficienti di acqua e nella protezione della grande varietà delle medicine tradizionali e dei prodotti farmaceutici. Le Nazioni Unite, che hanno istituito questa giornata nel 1993, invitano i governi di tutto il mondo a lavorare affinché si rispetti la data del 2010, entro la quale si dovrebbe ridurre una perdita della biodiversità. Fondamentale per raggiungere l’obiettivo, l’accertamento delle responsabilità dell’uomo, molte volte incapace di “salvaguardare - scrive Annan - questa eredità preziosa per le generazioni future e di agire concretamente”. Sono diverse le iniziative in programma per la giornata di oggi: passeggiate nella natura, trekking ed escursioni in molti Paesi. La natura sarà ancora protagonista lunedì, quando si celebrerà la Giornata Europea delle aree protette. (B.C.)

 

 

NUOVA ONDATA DI VIOLENZA IN COLOMBIA. LE NAZIONI UNITE HANNO ESPRESSO

LA LORO PREOCCUPAZIONE NELLA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE

DELLA COMMISSIONE DIRITTI UMANI DELL’ONU

 

BOGOTA’. = In 39 punti, le Nazioni Unite hanno descritto la situazione del Paese sudamericano, in cui anche oggi i combattimenti tra esercito e guerriglieri, nella città di Vista Hermosa, hanno causato la morte di 25 combattenti delle Forze Armate rivoluzionarie. Negli scontri è rimasto vittima anche un soldato mentre altri due sono rimasti feriti. Una situazione allarmante, che anche l’Onu vede con preoccupazione. Nella “Dichiarazione del presidente della Commissione dei diritti umani dell’Onu”, Michael Fruhling, si esprimono raccomandazioni rivolte allo Stato e ai gruppi armati del Paese. Protezione dei civili, degli operatori umanitari e prevenzione degli attacchi armati sono le richieste delle Nazioni Unite, che hanno invocato interventi del governo e soprattutto hanno chiesto l’avvio di una trattativa di pace tra le parti. “Non un negoziato qualsiasi - si legge nella dichiarazione - ma uno in cui siano contemplati i diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione”. Apprezzamento al governo Uribe è stato espresso dall’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani, anche se si è chiesto un maggiore impegno in tema di povertà ed educazione, per le quali si invocano interventi efficaci. (B.C.)

 

 

LA META’ DEGLI IMMIGRATI E DEI PROFUGHI NEL MONDO RIESCE A TROVARE

 UN LAVORO MA LA GLOBALIZZAZIONE HA FALLITO NEL FAVORIRE

 UN’AMPIA OCCUPAZIONE: LO AFFERMA UN RAPPORTO

DELL’UFFICIO INTERNAZIONALE DEL LAVORO,

ALLA VIGILIA DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE IN PROGRAMMA A GIUGNO

 

GINEVRA. = Lasciare il proprio Paese d’origine, talvolta fuggire, per trovare una nuova vita e, dunque, una nuova occupazione. Quest’ultimo è un obiettivo raggiunto dalla metà dei migranti e rifugiati in tutto il mondo. E’ quanto rileva un rapporto diffuso dall'Ufficio internazionale del lavoro (Ilo), che mostra come dei circa 86 milioni di adulti, tra immigrati e rifugiati, il 50% sia economicamente attivo, impiegato o impegnato in attività remunerative. Ma nei prossimi dieci anni prosegue il documento dell’Ilo il numero dei migranti internazionali in cerca di un’occupazione e di migliori condizioni di vita crescerà rapidamente a causa dell’inadeguatezza della globalizzazione nel fornire lavori e opportunità economiche. “Se si guarda all’economia globale dal punto di vista della gente - ha dichiarato il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia - il suo più grande fallimento consiste nell’incapacità di creare lavoro sufficiente nei luoghi in cui le persone vivono”. Secondo i dati del rapporto, il numero dei migranti è aumentato di circa 6 milioni l’anno negli anni ’90. Se i 175 milioni di migranti internazionali registrati nel 2000 formassero una singola entità politica, essi rappresenterebbero il quinto Stato più popoloso del mondo. Il rapporto, che costituirà la piattaforma per un dibattito nell’ambito della Conferenza Internazionale del Lavoro dall’1 al 17 giugno 2004, indica nell’approccio multilaterale l'unica soluzione possibile per migliorare la gestione delle migrazioni. (A.D.C.)

 

 

UN CENTRO PER SOSTENERE I RIFUGIATI, VITTIME DI TORTURE, E’ STATO APERTO

DAL COMUNE DI ROMA, GRAZIE AL FONDO 8 PER MILLE. SOSTEGNO PSICOLOGICO

E MATERIALE PER CHI CHIEDE AIUTO ALLA NUOVA STRUTTURA

 

ROMA.=  La rete di accoglienza del comune di Roma si è arricchita di un nuovo centro, inaugurato qualche giorno fa, in cui è garantita l’assistenza per i rifugiati, vittime di torture nei loro Paesi. Grazie al Fondo 8 per Mille del Programma Nazionale Asilo e del progetto europeo Integra, la capitale si è dotata di questa nuova struttura, composta di 4 micro-appartamenti per un totale di 16 posti, con spazi comuni per lo studio. Coloro che saranno ospitati nel centro potranno usufruire di assistenza psicologica e medica, per superare il trauma delle torture. Ogni anno a Roma sono assistite almeno 12 mila vittime. Principale obiettivo dell’iniziativa è dare aiuto prima nel riconoscimento dello status di rifugiato, per il quale servono solitamente 18 giorni, e poi per la ricerca di un lavoro e la promozione del processo di integrazione. L’iniziativa va ad aggiungersi a quelle che sono già operanti nel territorio. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

22 maggio 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Un ennesimo attentato a Baghdad, il definitivo ritiro dall’Iraq delle truppe spagnole e la grande attesa in Italia per l’esame del Dna sui campioni dei tessuti del corpo di Fabrizio Quattrocchi, l’ostaggio ucciso lo scorso 14 aprile. Su questi  ultimi tasselli dell’intricato mosaico iracheno, il nostro servizio:

 

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Un nuovo attentato kamikaze ha devastato questa mattina le strade di Baghdad causando la morte di almeno sei persone. L’attacco è stato compiuto davanti alla casa del vice ministro dell’Interno iracheno, il generale sciita Abdel Jabar Youssef al-Shikli, rimasto leggermente ferito in seguito alla deflagrazione dell’ordigno. Un altro grave episodio è avvenuto a Mahmudiya, 30 chilometri a sud della capitale, dove in un agguato contro un convoglio americano è rimasto ucciso un soldato statunitense. In questo complesso scenario si deve inoltre registrare che gli ultimi soldati del contingente spagnolo hanno definitivamente lasciato il Paese arabo. Un altro importante ritiro è quello avvenuto a Kerbala, dove le truppe della coalizione ed i miliziani del leader radicale sciita, Moqtada al-Sadr, hanno abbandonato il centro della città, teatro da giorni di furiosi e incessanti combattimenti. Continua intanto lo sdegno per le violenze commesse dai soldati statunitensi nelle prigioni irachene. Nuovi episodi sono documentati da immagini agghiaccianti, anche più crude di quelle che già si conoscevano, che il Washington Post ha pubblicato: soldati sorridenti vicino a persone senza vita, rapporti sessuali a cui venivano costretti i detenuti. Funzionari del Pentagono hanno inoltre ammesso che sono almeno 37 le persone morte durante la detenzione in strutture carcerarie gestite dagli americani in Iraq e Afghanistan. Almeno due di questi decessi riguardano il famigerato penitenziario iracheno di Abu Ghraib da cui oggi sono stati scarcerati altri 472 prigionieri. In Italia, infine, solo il Dna dirà se il cadavere dell’uomo consegnato alla Croce Rossa italiana a Baghdad appartiene a Fabrizio Quattrocchi, l’italiano ucciso dai sequestratori iracheni. Dai primi rilievi medico-legali, effettuati in queste ore sulle spoglie della salma trasferita ieri da Baghdad, la data di morte presunta della salma attualmente sottoposta agli accertamenti, risulta compatibile con quella dell’uccisione di Fabrizio Quattrocchi, avvenuta lo scorso 14 aprile.

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In Medio Oriente, una bimba di tre anni e mezzo è stata uccisa per errore dai soldati israeliani. La piccola vittima è stata raggiunta alla testa da due proiettili vaganti mentre si trovava nella sua casa a Rafah, città della Striscia di Gaza dove lo Stato ebraico ha intrapreso, ieri, un ritiro parziale delle proprie truppe.

 

Ventidue capi di Stato arabi, tra cui anche il leader libico Gheddafi, si sono incontrati questa mattina a Tunisi in occasione dell’apertura del 16.mo Summit della Lega araba. Alla vigilia del Vertice, sono state approvate due risoluzioni sul Medio Oriente. La prima esprime il sostegno dei Paesi arabi alla Siria, contro cui gli Stati Uniti hanno recentemente imposto nuove sanzioni. La seconda risoluzione denuncia Israele per le operazioni condotte dallo Stato ebraico nella Striscia di  Gaza. Al Vertice è intervenuto in videoconferenza anche il presidente palestinese Yasser Arafat. “Basta - ha detto - con gli attacchi ai civili palestinesi e israeliani”.

 

Si insedia, oggi, in India il nuovo governo di Manmohan Singh: una coalizione di sinistra guidata dal partito del Congresso che conta sul sostegno di 317 dei 545 parlamentari. Per la prima volta nella sua storia, il Paese avrà un premier non indù ma appartenente alla religione sikh. Si tratta del 71enne economista Singh, designato dopo la rinuncia di Sonia Ghandi.

 

Il problema dei giapponesi rapiti dai servizi segreti nordcoreani e la riapertura delle trattative per la normalizzazione dei rapporti tra Giappone e Corea del Nord al centro dei colloqui tra il leader nordcoreano, Kim Jong Il, e il primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi, in visita lampo a Pyongyang. Degli esiti di questo incontro, ci riferisce Chiaretta Zucconi:

 

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Il premier giapponese Koizumi tornerà a casa oggi con la valigia piena di buoni risultati dalla missione a Pyongyang, dove questa mattina ha incontrato, per la seconda volta in due anni, Kim Jong Il, il leader di un Paese con cui il Giappone non ha ancora relazioni diplomatiche. Il primo obiettivo era risolvere la questione dei rapimenti, ottenendo il rientro a casa degli otto familiari dei cinque giapponesi rapiti dall’intelligence di Pyongyang nel 1978 e rilasciati nel 2002. Il risultato è stato raggiunto, anche se solo in parte, perché stasera torneranno a Tokyo soltanto cinque degli otto familiari. Restano ancora in Nord Corea le due figlie e il marito di una ex rapita, Charles Robert Jenkin, ex disertore Usa. Su queste tre persone si continuerà ancora a discutere. Durante il summit, durato inaspettatamente appena 90 minuti, Koizumi e Kim si sono accordati sulla necessità di trovare una soluzione pacifica della crisi nucleare, attraverso negoziati multilaterali a sei – e cioè tra Coree, Cina, Usa, Giappone e Russia – e a favore della ripresa rapida dei colloqui Giappone-Nord Corea per la normalizzazione dei rapporti bilaterali. Kim ha inoltre promesso che manterrà la moratoria sui test missilistici. Cosa darà, in cambio, il Giappone? 250 mila tonnellate di aiuti alimentari e 10 milioni di dollari in attrezzature mediche che arriveranno in Nord Corea entro uno o due mesi attraverso organismi internazionali.

 

Per la Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Nella suggestiva cornice della cattedrale dell’Almudena di Madrid il cardinale Rouco Varela, arcivescovo della capitale spagnola, ha celebrato stamani il matrimonio del principe Felipe di Borbone con Letizia Ortiz, ora principessa delle Asturie futura regina di Spagna. Durante la cerimonia, il porporato ha ricordato l’orrore della strage dell’11 marzo. Tutto il popolo della Spagna è al vostro fianco - ha detto agli sposi – ed i madrileni vi sono grati per la sollecitudine mostrata nei confronti delle vittime dell’attentato.

 

 

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