RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 143 - Testo della trasmissione di sabato 22 maggio
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
E’ nelle sale cinematografiche
“Troy”, atteso e discusso film americano ispirato agli eroi omerici
CHIESA E SOCIETA’:
Nuova ondata di violenza in Colombia.
Almeno
6 morti per un ennesimo attentato a Baghdad nel quale è rimasto leggermente
ferito il vice ministro dell’Interno iracheno
In
Medio Oriente uccisa per errore dai soldati israeliani una bimba palestinese di
tre anni.
22
maggio 2004
LA
CHIESA NEGLI STATI UNITI SOSTENGA CON OGNI ENERGIA
LA FAMIGLIA, ‘PIETRA ANGOLARE’
DELLA COMUNITA’ ECCLESIALE:
LA RACCOMANDAZIONE DEL PAPA AI
VESCOVI AMERICANI IN VISITA AD LIMINA
La famiglia, pietra angolare della Chiesa, al centro del
discorso del Papa stamane ai vescovi statunitensi, delle province di San
Antonio e Oklaoma City, in visita ad Limina Apostolorum. Il servizio di Roberta
Gisotti:
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“La Chiesa ha la sacra responsabilità di fare tutto ciò
che può per assistere le coppie sposate”.
Così Giovanni Paolo II ai presuli americani, che sono parte - ha detto -
di “un’ampia e vibrante comunità cattolica”, che ha il compito di sostenere con
ogni energia le famiglie cristiane perché siano “chiesa domestica” e “scuole di
santità”. “E’ fondamentale – ha sottolineato il Papa – che il matrimonio
cristiano sia compreso nel senso più pieno e sia presentato sia come
istituzione naturale sia come realtà sacramentale.
“Molti oggi hanno un chiaro intendimento della natura
secolare del matrimonio, che include i diritti e le responsabilità che le
moderne società hanno reso fattori determinanti per un contratto matrimoniale.
Tuttavia ci sono altri che sembrano
perdere un appropriato intendimento della dimensione religiosa intrinseca in
questo accordo solenne. La moderna società – ha proseguito il Santo Padre –
raramente pone attenzione alla natura permanente del matrimonio.” E
“l’attitudine verso il matrimonio radicata nella cultura contemporanea, esige
che la Chiesa cerchi di offrire un’istruzione pre-matrimoniale puntata a
formare le coppie in questa vocazione e insista perché le sue scuole cattoliche
ed i programmi di educazione religiosa garantiscano che i giovani, molti dei
quali appartengono a famiglie separate, siano educati, fin dalla prima età,
negli insegnamenti della Chiesa sul sacramento del matrimonio.”
Ai vescovi statunitensi il Papa ha raccomandato in
particolare di essere uomini di comunione lottando contro ogni divisione si
manifesti nelle famiglie e di promuovere forme di devozione popolare come il
Santo Rosario, le Vie Crucis, la preghiera prima e dopo i pasti, che per secoli
hanno aiutato a formare scuole di preghiera nelle famiglie e nella parrocchie e
che oggi possono rinvigorire e santificare
la Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Infine l’invocazione a Maria Immacolata,
patrona di questo Paese.
“I
invoke the intercession………”
*********
LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE AIUTI L’AFRICA AD
USCIRE
DAL
DRAMMA DELLA POVERTA’, DELLE VIOLENZE E DELLE INGIUSTIZIE
PER DIVENTARE PROTAGONISTA DEL SUO FUTURO:
COSI’
IL PAPA AL SIMPOSIO ORGANIZZATO
DAL
PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE SUL CONTINENTE AFRICANO
Il Papa ha lanciato un nuovo forte appello per l’Africa,
in occasione del ‘Simposio sullo sviluppo economico e sociale di questo
continente nell’era della globalizzazione’, organizzato ieri a Roma dal
Pontificio Consiglio Giustizia e Pace.
Giovanni Paolo II, in un messaggio al presidente del dicastero, il
cardinale Renato Raffaele Martino, ha invitato la comunità internazionale ad
aiutare l’Africa ad uscire dai drammi della povertà e della violenza per
diventare protagonista del suo futuro. Ce ne parla Sergio Centofanti.
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Il Papa guarda con grande dolore ai “numerosi
focolai di violenza che insanguinano l’Africa, l’Aids e altre pandemie, così
come i drammi della miseria e delle ingiustizie” che “continuano a pesare sul
futuro del continente, producendo effetti negativi che ipotecano lo sviluppo
solidale dell’Africa e la stabilizzazione durevole della pace e d’una società
giusta ed equa”.
“Il continente – scrive Giovanni Paolo II – ha un bisogno urgente
di pace, giustizia e riconciliazione, oltre che dell’aiuto dei Paesi
industrializzati, chiamati a sostenere il suo sviluppo, affinché i popoli
d’Africa siano veramente i protagonisti del loro futuro, gli attori e i soggetti
del loro destino. A questo fine è importante preparare alle loro responsabilità
future le giovani generazioni, che saranno domani responsabili dei diversi
pilastri della società”. Di qui l’auspicio del Papa: “Possa la comunità
internazionale contribuire, con determinazione e generosità, a promuovere una
società di giustizia e pace nel continente africano”.
Le comunità cattoliche del
mondo intero – conclude Giovanni Paolo II - sono invitate a sostenere i loro
fratelli d’Africa per permettere loro di condurre una vita più umana e
fraterna”.
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UDIENZE
E NOMINE
Giovanni Paolo II ha ricevuto nel corso della mattinata il
cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi
In Corea, il Papa ha nominato nunzio apostolico l’arcivescovo
Emil Paul Tscherrig, finora nunzio apostolico in Trinidad e Tobago, Antigua e
Barbuda, Bahamas, Barbados, Dominica, Giamaica, Grenada, Repubblica Cooperativa
della Guyana, Repubblica di Suriname, Saint Kitts and Nevis, Saint-Vincent e
Grenadines, Santa Lucia, e Delegato Apostolico nelle Antille.
In Messico, il Papa ha accettato la rinuncia al governo
pastorale della diocesi di Nuevo Casas Grandes, presentata per raggiunti limiti
di età dal vescovo Hilario Chávez Joya, dei
Missionari della Natività di Maria. Al suo posto, il Pontefice ha nominato il sacerdote
Gerardo de Jesús Rojas López,
finora vicario generale della diocesi di Ciudad Juárez. Il nuovo presule, 47
anni, dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta nel 1983, ha esercitato il
ministero sacerdotale in varie parrocchie. Nel 1992, ha conseguito presso
l’Università di Navarra la licenza in Diritto Canonico. Ha ricoperto, tra
l’altro, l’incarico di Difensore del Vincolo nel Tribunale diocesano.
Giovanni Paolo II ha nominato consultore della Prefettura
degli Affari economici della Santa Sede il dott. Ivan Ruggiero, finora
Ragioniere generale del medesimo dicastero.
Il
Pontefice ha nominato capo ufficio nella Sezione ordinaria dell'Amministrazione
del Patrimonio della Sede Apostolica il sacerdote padre Fernando Vergez Alzaga,
dei Legionari di Cristo, finora Aiutante di studio nel Pontificio Consiglio per
i Laici.
SABATO 29 MAGGIO IL
PAPA PRESIEDERA’
LA CELEBRAZIONE DEI PRIMI VESPRI DELLA PENTECOSTE,
IN PIAZZA SAN PIETRO
La Prefettura della Casa
Pontificia ha fatto sapere che sabato 29 maggio il Papa presiederà la
celebrazione dei primi vespri della Pentecoste. La celebrazione si svolgerà
alle ore 18.00 in Piazza San Pietro.
DECINE DI MIGLIAIA DI FEDELI PARTECIPANO AL
“PELLEGRINAGGIO DEI POPOLI”,
A CONCLUSIONE DEL “KATHOLIKENTAG
MITTLEUROPEO”, NEL SANTUARIO DI MARIAZELL. L’ESORTAZIONE DEL CARDINALE SODANO,
INVIATO DEL PAPA: I CRISTIANI DELL’EST TESTIMONINO IL VANGELO CON IL METODO DEL
DIALOGO
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
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Ieri la sfida della fede contro il nazismo e il comunismo.
Oggi la sfida contro il laicismo, che tenta di oscurare la presenza dei
cristiani nella vita pubblica, come dimostra anche la “discussione in corso sul
Trattato costituzionale dell’Unione Europea”. E’ una delle esortazioni del
cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, nell’omelia pronunciata ieri
sera, come inviato del Papa, nel Santuario mariano austriaco di Mariazell.
La Messa e la veglia di ieri, nella storica cornice di
questo edificio sacro, situato nella regione della Stiria, sono state il primo
atto di due giorni di preghiera e di festa molto intensi, a conclusione del
“Katholikentag Mitteleuropeo” intitolato “Cristo speranza dell’Europa”. Oggi e
domani il “Pellegrinaggio dei popoli” ha raccolto oltre 50 mila fedeli di otto
Paesi: Austria, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia
Slovacchia e Slovenia. Si sono dati appuntamento per pregare ancora una volta
insieme nel Santuario simbolo dei cristiani dell’est europeo.
Il pellegrinaggio è un “ringraziamento” a Cristo “per aver
sostenuto le Chiese dell’Europa centrale nell’ora della persecuzione” - ha
affermato il cardinale Sodano -ma anche “un ringraziamento per il dono della
ritrovata libertà religiosa”, che ora può permettere ai cristiani di
“contribuire alla pace sociale” con “il metodo del dialogo fraterno verso
tutti”, in un’area dove gli odi e i nazionalismi hanno lasciato ferite
sanguinose.
Concetti analoghi sono ritornati questa mattina
nell’omelia della Messa presieduta dal cardinale di Vienna, Christoph
Schönborn, conclusa con la lettura di parte del Messaggio rivolto dai vescovi
mitteleuropei ai partecipanti al pellegrinaggio e a tutti gli uomini di buona
volontà. Il testo integrale del messaggio sarà inviato come lettera pastorale
alle parrocchie degli otto Paesi interessati e sarà letto il prossimo 30
maggio, solennità di Pentecoste. Per entrare, dunque, nel clima di questo
importante evento, Alessandro De Carolis ha raggiunto telefonicamente la collega
ungherese Agnes Gedö, inviata della nostra emittente a Mariazell:
R. – Si respira prima di tutto un’atmosfera di gioia,
un’atmosfera di ritrovamento sia spirituale che fisico tra le persone che sono
state divise artificialmente nei due lati dell’Europa. Soprattutto i giovani si
ritrovano senza problemi, comunicano tra di loro senza problemi di
comprensione.
D. - Nel quadro del “Pellegrinaggio dei popoli”, è stato
organizzato anche un incontro giovanile mitteleuropeo, con un suo distinto
programma …
R. – Sì, c’è stata un’attenta preparazione spirituale per
questo pellegrinaggio. Dal 25 febbraio, e fino a domani, i giovani hanno
pregato. E’ stata praticamente una catena di preghiera senza confini, che ha
coinvolto tutti gli otto Paesi del centro Europa. Qui, ogni giorno, hanno
pregato per un Paese dell’Unione Europea e anche per quelli che sono rimasti
fuori, cioè per tutta l’Europa e anche per il mondo. C’è stata la novena che
hanno fatto dal 13 maggio fino a ieri, quando si sono ritrovati a Mariazell, nel
suo Santuario mariano benedettino, antichissimo, che nel 2007 festeggerà gli
850 anni di fondazione. Alla veglia di ieri sera, si sono riuniti nella
Basilica per pregare insieme, per cantare insieme, per esprimere la loro gioia.
E questa catena di preghiera continuerà ancora per collegare i due mesi
dedicati alla Madonna e quindi da maggio arriverà fino ad ottobre prossimo. I
giovani pregheranno sempre per i Paesi dell’Europa: contro l’intolleranza, la xenofobia,
i pregiudizi, per un’Europa cristiana.
D. - A questo proposito, per alcuni Stati quello odierno è
il primo pellegrinaggio dopo l’ingresso nell’Unione Europea: un’occasione per
riconoscere insieme quella comune eredità cristiana così a cuore al Papa in
questo momento…
R. – Sì, è proprio così, anche perché, come ricordiamo,
Giovanni Paolo II nel 1983, in occasione della sua visita a Vienna, ribadì nel
suo discorso-preghiera per l’Europa che per la riconciliazione dei nostri
popoli dobbiamo chiedere perdono a tutti coloro che hanno sofferto per le nostre
ingiustizie. Solo così, nella giustizia, possiamo ottenere la riconciliare e la
pace tra le persone e i popoli.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l’Iraq: in
rilievo la notizia dell'ennesimo attentato dinamitardo a Baghdad; altre foto
documentano l'orrore delle torture ai prigionieri iracheni.
Nelle
vaticane, nel discorso ai vescovi statunitensi delle Province ecclesiastiche di
San Antonio e di Oklahoma City Giovanni Paolo II ha esortato le comunità cristiane
ad aiutare i coniugi a trasformare le loro famiglie in “chiese domestiche” e
scuole di santità.
Il discorso del cardinale
Angelo Sodano, Legato Pontificio, durante l’incontro con i cardinali, gli
arcivescovi ed i vescovi nel refettorio del Convento di Mariazell, nell’ambito
del grande raduno dei Cattolici dell'Europa centrale. I servizi
dell'inviato Giampaolo Mattei.
Nelle estere, per la rubrica
dell’“Atlante geopolitico” un articolo di Giuseppe Fiorentino dal titolo
“Brasile: l’azione di governo tra dimensione internazionale e questioni
interne”.
Nella pagina culturale, un
articolo di Sabino Caronia in merito alla mostra sul tema “I tesori salvati di
Montecassino. Antichi tessuti e paramenti sacri”.
Nelle pagine italiane, in primo
piano un articolo sul rimpatrio delle spoglie di Fabrizio Quattrocchi,
l’ostaggio italiano barbaramente ucciso il 14 aprile scorso dai
guerriglieri.
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22
maggio 2004
UN
MILIONE DI RELIGIOSE NEL MONDO PER FAR CONOSCERE L’AMORE DI GESU’:
NOSTRA
INTERVISTA A SUOR GONZALES DE CASTEJON,
SEGRETARIA
DELL’UNIONE INTERNAZIONALE SUPERIORE GENERALI
In questi giorni si è svolta a Roma la riunione triennale
Plenaria dell’UISG, l’Unione Internazionale delle Superiore Generali. Si tratta
di un organismo di diritto pontificio che vuole essere un ponte tra tutte le
congregazioni religiose del mondo. Al centro della Plenaria il ruolo delle religiose
nella riconciliazione dei popoli. Nuova presidente dell’Unione è stata nominata
la brasiliana Theresiña Rasera, 59 anni, professoressa e psicologa, dal 2002
Superiora generale delle suore del Divin Salvatore. Ma qual è il ruolo oggi
delle religiose nel mondo? Giovanni Peduto lo ha chiesto alla segretaria
generale dell’UISG, suor Victoria Gonzalez de Castejon:
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R. – Oggi nel mondo la religiosa ha come missione quella
di far conoscere, manifestare, comunicare l’amore del Padre rivelato nel suo
Figlio Gesù. Ogni congregazione lo fa secondo il suo carisma e tutte cerchiamo
di essere presenza viva di questo amore.
D. – Quante sono le religiose nel mondo?
R. – Le religiose nel mondo oggi sono più o meno un
milione, comprese le appartenenti alle Società di vita apostolica.
D. – Le vocazioni stanno crescendo o diminuendo?
R. – Le statistiche ci mostrano oggi che c’è un
cambiamento del luogo dove nascono le vocazioni. Prima venivano dall’Europa,
oggi provengono piuttosto dall’Africa, dall’Asia: India, Corea, Filippine,
Indonesia, Vietnam. C’è una diminuzione in qualche parte del mondo ed una
crescita in qualche altra parte.
D. – Cosa potrebbero fare di più le religiose per il mondo
e per la Chiesa oggi?
R. – Mi piacerebbe cambiare un po’ questa domanda. Vorrei
che ci si chiedesse cosa fare non soltanto di più ma di diverso. La religiosa,
oggi come ieri, deve rispondere alle urgenze, alle chiamate del popolo, del
mondo e della società. Come Mosé, ascolta il grido del popolo e vuole dare una
risposta. Oggi il grido è diverso rispetto a 100 anni fa.
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COME
SAN FRANCESCO, ESSERE TESTIMONI DI RICONCILIAZIONE
NELLA
TERRA MARTORIATA DI GESU’.
COSI’
PADRE PIZZABALLA, NUOVO CUSTODE DI TERRA SANTA
-
Intervista con padre Pierbattista Pizzaballa -
Come
san Francesco, essere testimoni di riconciliazione nella Terra martoriata di
Gesù. E’ la priorità di padre Pierbattista Pizzaballa, nominato nei giorni
scorsi nuovo Custode di Terra Santa. Succede a padre Giovanni Battistelli che
ha ricoperto l'incarico negli ultimi sei anni. Padre Pizzaballa, nato 39 anni
fa in provincia di Bergamo, è uno dei più giovani francescani eletti per questo
incarico. Per oltre 10 anni ha
assistito la comunità cattolica di espressione ebraica a Gerusalemme. E in
ebraico ha tradotto numerosi testi liturgici. Nella Custodia di Terra Santa è
anche membro della Commissione per l'Ebraismo e l'Islam. Ma a che punto è il
dialogo tra esponenti di queste fedi in Terra Santa? Fabio Colagrande lo ha chiesto
allo stesso padre Pizzaballa.
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R. – Il dialogo, in questo momento, a livello
istituzionale è fermo e comunque ritorna sempre sugli stessi luoghi comuni.
Devo dire però che a livello personale, a livello di associazioni, si fanno
molti incontri, che sono veramente importanti per conoscersi meglio, per
imparare ad apprezzarsi e a stimarsi di più. Quindi, credo che il bello della
Terra Santa sia la possibilità di avere questi incontri tra persone che vivono
l’una accanto all’altra, che si conoscono e imparano ad amarsi e stimarsi.
D. – Secondo lei, c’è il rischio
che nel conflitto israelo-palestinese, e poi nei tentativi diplomatici per
trovare la pace nelle vicende politiche e militari, la religione possa essere
strumentalizzata?
R. – Credo che non sia un rischio, ma purtroppo una
realtà. Soprattutto noi cristiani dobbiamo fare attenzione ad evitare
strumentalizzazioni, dobbiamo essere vicini a tutti, amare tutti, mantenerci
liberi nei confronti di tutti.
D. – Il prossimo Capitolo di voi francescani della
Custodia di Terra Santa si svolgerà a luglio e sarà dedicato al tema “Profeti
di riconciliazione e di pace”. Come credete che si possa dare attualità,
modernità a questo vostro mandato secolare?
R. – Credo che nel tema del Capitolo ci sia già tutto:
“Profeti di riconciliazione e pace”. Dobbiamo rafforzare il nostro
atteggiamento profetico nei confronti di tutti. Significa essere testimoni di
riconciliazione e pace, cioè vivere come persone riconciliate innanzitutto tra
di noi. Siamo frati provenienti da tutto il mondo, con culture e lingue
diverse, quindi la riconciliazione, il dialogo e la pace devono essere
soprattutto al nostro interno. Dobbiamo testimoniarli nel nostro piccolo e,
certamente con i nostri limiti, alla popolazione con la quale noi viviamo.
Dobbiamo farlo cercando di recuperare quello che è il nostro stile francescano
e di ripartire da dove è partito San Francesco. Nel periodo delle Crociate San
Francesco andò a parlare con il Sultano che era il nemico per eccellenza.
Quindi, noi dobbiamo partire da lì, da dove San Francesco ha cominciato.
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E’
NELLE SALE CINEMATORGRAFICHE “TROY”,
ATTESO
E DISCUSSO FILM AMERICANO ISPIRATO AGLI EROI OMERICI
Reduce
dal Festival di Cannes è approdato, da ieri, nelle sale cinematografiche italiane
l’atteso e discusso film americano “Troy”. Ispirandosi al poema omerico
Iliade, narra le gesta di eroi indimenticabili come Achille ed Ettore e la
storia di uno degli assedi più famosi della letteratura, quello della città di
Troia. A parlarcene Luca Pellegrini.
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“Troia è la nostra madre
patria…difendetela!”
(musica)
Lasciate a casa ricordi, libri e
ansie di fedeltà. Troy,
super-produzione hollywoodiana da 200 milioni di dollari di Wolfgang Petersen
liberamente tratta dall’Iliade, è la storia di Troia e dei suoi indimenticabili
protagonisti ma non è una trasposizione del capolavoro omerico. L’Iliade ha
forgiato non solo la nostra identità di studenti e la cultura letteraria
dell’Occidente classico, ma ha alimentato sogni e fantasie e appagato la sete di
mitologia, di arcano, di fatale. Nel film c’è tutto: eroi e vigliacchi,
battaglie e amori, vendette e nobiltà, gigantismo delle ricostruzioni e
spudorato uso del computer, navi achee e mura troiane, senso della famiglia e
fierezza di popoli. Perché tanto accanimento da parte della stampa e dei
critici? E’ davvero inappellabile la sentenza di tradimento della fonte
originaria? Immorale il cachet dato a Brand Pitt per scolpire un Achille
giustamente inespressivo? Improbabile l’Elena della modella Diane Kruger?
Commerciale la sceneggiatura del pur bravo David Benioff?
In ogni caso in Troy è lo spettacolo che conta, anzi la
spettacolarizzazione della storia e delle umane vicissitudini. La spruzzata di
filosofia non danneggia il clangore delle spade. Le spiagge su cui approdano le
mille navi con gli eserciti di Agamennone e dei suoi alleati ci ricordano
quelle che migliaia di anni dopo accoglieranno in Normandia altri eserciti.
Orlando Bloom esce dal Signore degli
anelli ed entra nell’Iliade con grande disinvoltura. Il suo è uno
splendido, delicato e pavido Paride, fratello di un Ettore venato di ironia,
dubbi e rimpianti e disegnato con espressione da Eric Bana. Morirà in un
serrato duello con l’Achille furioso e sarà legato al fatidico carro. Il suo
corpo sarà reclamato da un indimenticabile Priamo, Peter O’Toole. Il suo
sguardo di padre devastato e fiero e di re disperato sulla sua città in fiamme
non ha rivali.
(musica)
**********
Domani, domenica 23 maggio, la Chiesa celebra in
Italia la solennità dell’Ascensione del Signore. Un evento che la liturgia ci
presenta secondo la narrazione del Vangelo di San Luca:
“Mentre li benediceva,
si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato,
tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando
Dio”.
Su questa solennità,
il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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L’iconografia antica sull’Ascensione mostra Cristo che
ascende al cielo con le ferite evidenziate, perché si vuole sottolineare che
Cristo porta al Padre tutto ciò che di umano ha assunto. La cosa più umana sono
proprio le ferite, infertegli dall’uomo, espressione della tragedia nella quale
il peccato lo ha rinchiuso. Ora queste ferite appaiono sul corpo glorioso di
Cristo, trasfigurate dall’amore di Dio stesso.
Cristo, venendo sulla terra, assume la nostra natura umana
ribelle a Dio e all’amore, perciò opaca e imbevuta delle tenebre, e ascende al
Padre con questa stessa umanità che in lui aderisce al Padre, rivelando così la
nostra verità. L’uomo redento non si sperimenta più servo e schiavo, ma figlio
della luce. Con l’Ascensione, la Chiesa ci invita a contemplare in Cristo ciò
che con il Battesimo siamo già divenuti.
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22
maggio 2004
UN
RUOLO FORTE PER LA FAMIGLIA NEI MEDIA DI OGGI, SEMPRE PIU’ PROPULSORI
DI
NUOVI MODELLI E STILI DI VITA. LO HA CHIESTO IERI
IL
CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI, ARCIVESCOVO DI MILANO,
AL
CONVEGNO “I MEDIA IN FAMIGLIA: UN RISCHIO
E UNA RICCHEZZA”, PROMOSSO DALLA CEI IN OCCASIONE
DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI
SOCIALI
CHE SI CELEBRA DOMANI
ROMA.= Nei media viaggiano insieme pericoli ed
opportunità ma non si può sottovalutare che essi “sono strumenti non privi di rilevanza
etica, dietro i quali - dice il cardinale Tettamanzi - ci sono sempre le
persone”. Il rispetto della dignità dell’uomo e dei valori fondamentali della
vita e della famiglia sono stati più volti invocati dall’Arcivescovo di Milano,
durante la sua relazione intitolata: “Sapienza e discernimento nell’uso dei
media in famiglia”. Oggi la televisione, in particolare, indirizza la nostra
vita verso modelli e comportamenti pratici sbagliati. La famiglia in questo ha
il compito di vigilare e di fare da filtro, assumendo un ruolo pratico,
diventando cioè un interlocutore forte. “Nel campo dei media - ha detto il
cardinale Tettamanzi - occorre produrre lo stesso sforzo che si è fatto
nell’ambito della tutela della vita o dei soggetti più indifesi e della stessa
famiglia”. Un soggetto non passivo dunque che dovrebbe ribellarsi anche al
bombardamento pubblicitario e, in questo senso, il porporato ha proposto una
sorta di risarcimento per gli spot che entrano nelle nostre case. “Le famiglie
non hanno il diritto a beneficiare di una parte degli introiti pubblicitari? -
si domanda il cardinale Tettamanzi - magari sotto forma di contributi a
fondazioni o enti che studiano e approfondiscono il rapporto tra media e famiglia”.
“Dall’attenzione che sapremo porre - ha concluso il cardinale Tettamanzi -
dipenderà il futuro della grande famiglia umana”. Anche gli altri interventi
della giornata hanno sottolineato l’importante ruolo della famiglia nei
mass-media. In particolare, l’intervento del prof. Francesco Casetti dell’Università
Cattolica di Milano che ha sottolineato come anche la programmazione per
bambini non tenga conto dei minori, come parte integrante di un nucleo
famigliare. Oggi la riflessione si
sposta sulla dimensione morale dei processi comunicativi, previsto anche
l’intervento del Ministro delle comunicazioni, Maurizio Gasparri. (B.C.)
RIDURRE
LA PERDITA DELLA BIODIVERSITA’ ENTRO IL 2010: E’ L’IMPEGNO PROMOSSO DALLE
NAZIONI UNITE PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA BIODIVERSITA’,
CHE
RICORRE OGGI. BRACCONAGGIO, INQUINAMENTO E TRASFORMAZIONE DEGLI HABITAT
NATURALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DELL’ESTINZIONE
DELLE
SPECIE ANIMALI
NEW
YORK.= “La diversità biologica è la fonte dei servizi ecologici essenziali che
costituiscono la base della vita per tutti e garantirla rappresenta un passo
fondamentale per realizzare l’obiettivo dello sviluppo sostenibile e
dell’eradicazione della povertà”, sono le parole del segretario generale delle
Nazioni Unite, Kofi Annan per la giornata internazionale della biodiversità che
ricorre oggi. Biodiversità indica una misura della varietà delle specie umane e
vegetali nella biosfera, il risultato cioè di un lungo processo evolutivo.
Sulle mutazioni delle specie vegetali ed animali incidono i cambiamenti
climatici, gli interventi dell’uomo sulla natura che alterano a volte in
maniera irreparabile l’habitat naturale. Un cambiamento che volge sempre più in
senso negativo perché, secondo gli ultimi dati diffusi dall’unione mondiale
della conservazione, nel mondo sono quasi 5.500 le specie animali a rischio
estinzione e delle 1.130 specie di mammiferi considerate a rischio almeno il
16% è minacciato “in modo critico”. In pericolo anche 1.194 specie di uccelli e
si calcola che nell’arco di dieci anni saranno 184 le specie di mammiferi che
potrebbero scomparire. Gli esperti hanno indicato che il tasso medio di
estinzione è oggi dalle 1.000 alle 10.000 volte più rapido rispetto alla media
degli ultimi 60 anni. Stesso discorso per le specie vegetali: muschi ed
epatiche sono nella lista nera, perché il 50% di essi è a rischio estinzione.
La giornata di quest’anno ha al centro il tema della diffusione di cibo, acqua
e salute in tutto il mondo. Il segretario delle Nazioni Unite, Annan, nel suo
messaggio, ha sottolineato l’importanza della biodiversità in relazione alla
sicurezza alimentare, nei rifornimenti sufficienti di acqua e nella protezione
della grande varietà delle medicine tradizionali e dei prodotti farmaceutici.
Le Nazioni Unite, che hanno istituito questa giornata nel 1993, invitano i governi
di tutto il mondo a lavorare affinché si rispetti la data del 2010, entro la
quale si dovrebbe ridurre una perdita della biodiversità. Fondamentale per raggiungere
l’obiettivo, l’accertamento delle responsabilità dell’uomo, molte volte
incapace di “salvaguardare - scrive Annan - questa eredità preziosa per le
generazioni future e di agire concretamente”. Sono diverse le iniziative in
programma per la giornata di oggi: passeggiate nella natura, trekking ed
escursioni in molti Paesi. La natura sarà ancora protagonista lunedì, quando si
celebrerà la Giornata Europea delle aree protette. (B.C.)
NUOVA ONDATA DI VIOLENZA IN
COLOMBIA. LE NAZIONI UNITE HANNO ESPRESSO
LA LORO PREOCCUPAZIONE NELLA
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE
DELLA COMMISSIONE DIRITTI UMANI DELL’ONU
BOGOTA’.
= In 39 punti, le Nazioni Unite hanno descritto la situazione del Paese sudamericano,
in cui anche oggi i combattimenti tra esercito e guerriglieri, nella città di
Vista Hermosa, hanno causato la morte di 25 combattenti delle Forze Armate rivoluzionarie.
Negli scontri è rimasto vittima anche un soldato mentre altri due sono rimasti
feriti. Una situazione allarmante, che anche l’Onu vede con preoccupazione.
Nella “Dichiarazione del presidente della Commissione dei diritti umani
dell’Onu”, Michael Fruhling, si esprimono raccomandazioni rivolte allo Stato e
ai gruppi armati del Paese. Protezione dei civili, degli operatori umanitari e
prevenzione degli attacchi armati sono le richieste delle Nazioni Unite, che
hanno invocato interventi del governo e soprattutto hanno chiesto l’avvio di
una trattativa di pace tra le parti. “Non un negoziato qualsiasi - si legge
nella dichiarazione - ma uno in cui siano contemplati i diritti alla verità,
alla giustizia e alla riparazione”. Apprezzamento al governo Uribe è stato
espresso dall’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani, anche se si è
chiesto un maggiore impegno in tema di povertà ed educazione, per le quali si
invocano interventi efficaci. (B.C.)
LA
META’ DEGLI IMMIGRATI E DEI PROFUGHI NEL MONDO RIESCE A TROVARE
UN LAVORO MA LA GLOBALIZZAZIONE HA FALLITO
NEL FAVORIRE
UN’AMPIA OCCUPAZIONE: LO AFFERMA UN RAPPORTO
DELL’UFFICIO
INTERNAZIONALE DEL LAVORO,
ALLA
VIGILIA DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE IN PROGRAMMA A GIUGNO
GINEVRA. = Lasciare il proprio Paese d’origine, talvolta
fuggire, per trovare una nuova vita e, dunque, una nuova occupazione.
Quest’ultimo è un obiettivo raggiunto dalla metà dei migranti e rifugiati in
tutto il mondo. E’ quanto rileva un rapporto diffuso dall'Ufficio
internazionale del lavoro (Ilo), che mostra come dei circa 86 milioni di adulti, tra
immigrati e rifugiati, il 50% sia economicamente attivo, impiegato o impegnato
in attività remunerative. Ma nei prossimi dieci anni prosegue il documento
dell’Ilo il numero dei migranti internazionali in cerca di un’occupazione e di
migliori condizioni di vita crescerà rapidamente a causa dell’inadeguatezza
della globalizzazione nel fornire lavori e opportunità economiche. “Se si
guarda all’economia globale dal punto di vista della gente - ha dichiarato il
direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia - il suo più grande fallimento
consiste nell’incapacità di creare lavoro sufficiente nei luoghi in cui le
persone vivono”. Secondo i dati del rapporto, il numero dei migranti è
aumentato di circa 6 milioni l’anno negli anni ’90. Se i 175 milioni di
migranti internazionali registrati nel 2000 formassero una singola entità
politica, essi rappresenterebbero il quinto Stato più popoloso del mondo. Il
rapporto, che costituirà la piattaforma per un dibattito nell’ambito della
Conferenza Internazionale del Lavoro dall’1 al 17 giugno 2004, indica
nell’approccio multilaterale l'unica soluzione possibile per migliorare la
gestione delle migrazioni. (A.D.C.)
UN
CENTRO PER SOSTENERE I RIFUGIATI, VITTIME DI TORTURE, E’ STATO APERTO
DAL COMUNE DI ROMA, GRAZIE AL
FONDO 8 PER MILLE. SOSTEGNO PSICOLOGICO
E MATERIALE PER CHI CHIEDE AIUTO
ALLA NUOVA STRUTTURA
ROMA.= La rete di accoglienza del comune di Roma si
è arricchita di un nuovo centro, inaugurato qualche giorno fa, in cui è
garantita l’assistenza per i rifugiati, vittime di torture nei loro Paesi.
Grazie al Fondo 8 per Mille del Programma Nazionale Asilo e del progetto
europeo Integra, la capitale si è dotata di questa nuova struttura, composta di
4 micro-appartamenti per un totale di 16 posti, con spazi comuni per lo studio.
Coloro che saranno ospitati nel centro potranno usufruire di assistenza
psicologica e medica, per superare il trauma delle torture. Ogni anno a Roma
sono assistite almeno 12 mila vittime. Principale obiettivo dell’iniziativa è
dare aiuto prima nel riconoscimento dello status di rifugiato, per il quale
servono solitamente 18 giorni, e poi per la ricerca di un lavoro e la
promozione del processo di integrazione. L’iniziativa va ad aggiungersi a
quelle che sono già operanti nel territorio. (B.C.)
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22
maggio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Un
ennesimo attentato a Baghdad, il definitivo ritiro dall’Iraq delle truppe
spagnole e la grande attesa in Italia per l’esame del Dna sui campioni dei
tessuti del corpo di Fabrizio Quattrocchi, l’ostaggio ucciso lo scorso 14
aprile. Su questi ultimi tasselli
dell’intricato mosaico iracheno, il nostro servizio:
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Un
nuovo attentato kamikaze ha devastato questa mattina le strade di Baghdad
causando la morte di almeno sei persone. L’attacco è stato compiuto davanti
alla casa del vice ministro dell’Interno iracheno, il generale sciita Abdel
Jabar Youssef al-Shikli, rimasto leggermente ferito in seguito alla
deflagrazione dell’ordigno. Un altro grave episodio è avvenuto a Mahmudiya, 30 chilometri
a sud della capitale, dove in un agguato contro un convoglio americano è
rimasto ucciso un soldato statunitense. In
questo complesso scenario si deve inoltre registrare che gli ultimi soldati del contingente spagnolo hanno
definitivamente lasciato il Paese arabo. Un altro importante ritiro è quello
avvenuto a Kerbala, dove le truppe della coalizione ed i miliziani del leader
radicale sciita, Moqtada al-Sadr, hanno abbandonato il centro della città,
teatro da giorni di furiosi e incessanti combattimenti. Continua intanto lo
sdegno per le violenze commesse dai soldati statunitensi nelle prigioni
irachene. Nuovi episodi sono documentati da immagini agghiaccianti, anche più
crude di quelle che già si conoscevano, che il Washington Post ha pubblicato:
soldati sorridenti vicino a persone senza vita, rapporti sessuali a cui
venivano costretti i detenuti. Funzionari
del Pentagono hanno inoltre ammesso che sono
almeno 37 le persone morte durante la detenzione in strutture carcerarie
gestite dagli americani in Iraq e Afghanistan. Almeno due di questi decessi
riguardano il famigerato penitenziario iracheno di Abu Ghraib da cui oggi sono
stati scarcerati altri 472 prigionieri. In Italia, infine, solo il Dna dirà se il cadavere dell’uomo consegnato alla
Croce Rossa italiana a Baghdad appartiene a Fabrizio Quattrocchi, l’italiano
ucciso dai sequestratori iracheni. Dai
primi rilievi medico-legali, effettuati in queste ore sulle spoglie della salma
trasferita ieri da Baghdad, la data di morte presunta della salma attualmente
sottoposta agli accertamenti, risulta compatibile con quella dell’uccisione di
Fabrizio Quattrocchi, avvenuta lo scorso 14 aprile.
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In Medio Oriente, una bimba di tre anni e mezzo è stata
uccisa per errore dai soldati israeliani. La piccola vittima è stata raggiunta
alla testa da due proiettili vaganti mentre si trovava nella sua casa a Rafah,
città della Striscia di Gaza dove lo Stato ebraico ha intrapreso, ieri, un
ritiro parziale delle proprie truppe.
Ventidue capi di Stato arabi, tra cui anche il leader
libico Gheddafi, si sono incontrati questa mattina a Tunisi in occasione
dell’apertura del 16.mo Summit della Lega araba. Alla vigilia del Vertice, sono
state approvate due risoluzioni sul Medio Oriente. La prima esprime il sostegno
dei Paesi arabi alla Siria, contro cui gli Stati Uniti hanno recentemente
imposto nuove sanzioni. La seconda risoluzione denuncia Israele per le
operazioni condotte dallo Stato ebraico nella Striscia di Gaza. Al Vertice è intervenuto in videoconferenza
anche il presidente palestinese Yasser Arafat. “Basta - ha
detto - con gli attacchi ai civili palestinesi e israeliani”.
Si insedia, oggi, in India il nuovo governo di Manmohan
Singh: una coalizione di sinistra guidata dal partito del Congresso che conta
sul sostegno di 317 dei 545 parlamentari. Per la prima volta nella sua storia,
il Paese avrà un premier non indù ma appartenente alla religione sikh. Si
tratta del 71enne economista Singh, designato dopo la rinuncia di Sonia Ghandi.
Il problema dei giapponesi rapiti dai servizi segreti
nordcoreani e la riapertura delle trattative per la normalizzazione dei
rapporti tra Giappone e Corea del Nord al centro dei colloqui tra il leader
nordcoreano, Kim Jong Il, e il primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi, in
visita lampo a Pyongyang. Degli esiti di questo incontro, ci riferisce
Chiaretta Zucconi:
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Il premier giapponese Koizumi
tornerà a casa oggi con la valigia piena di buoni risultati dalla missione a
Pyongyang, dove questa mattina ha incontrato, per la seconda volta in due anni,
Kim Jong Il, il leader di un Paese con cui il Giappone non ha ancora relazioni
diplomatiche. Il primo obiettivo era risolvere la questione dei rapimenti,
ottenendo il rientro a casa degli otto familiari dei cinque giapponesi rapiti
dall’intelligence di Pyongyang nel 1978 e rilasciati nel 2002. Il risultato è
stato raggiunto, anche se solo in parte, perché stasera torneranno a Tokyo soltanto
cinque degli otto familiari. Restano ancora in Nord Corea le due figlie e il
marito di una ex rapita, Charles Robert Jenkin, ex disertore Usa. Su queste tre
persone si continuerà ancora a discutere. Durante il summit, durato
inaspettatamente appena 90 minuti, Koizumi e Kim si sono accordati sulla
necessità di trovare una soluzione pacifica della crisi nucleare, attraverso
negoziati multilaterali a sei – e cioè tra Coree, Cina, Usa, Giappone e Russia
– e a favore della ripresa rapida dei colloqui Giappone-Nord Corea per la
normalizzazione dei rapporti bilaterali. Kim ha inoltre promesso che manterrà
la moratoria sui test missilistici. Cosa darà, in cambio, il Giappone? 250 mila
tonnellate di aiuti alimentari e 10 milioni di dollari in attrezzature mediche
che arriveranno in Nord Corea entro uno o due mesi attraverso organismi
internazionali.
Per la Radio Vaticana, Chiaretta
Zucconi.
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Nella suggestiva cornice della cattedrale dell’Almudena di
Madrid il cardinale Rouco Varela, arcivescovo della capitale spagnola, ha
celebrato stamani il matrimonio del principe Felipe di Borbone con Letizia
Ortiz, ora principessa delle Asturie futura regina di Spagna. Durante la
cerimonia, il porporato ha ricordato l’orrore della strage dell’11 marzo. Tutto il popolo della Spagna è al vostro fianco - ha detto agli
sposi – ed i madrileni vi sono grati per la sollecitudine mostrata nei
confronti delle vittime dell’attentato.
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