RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 139 - Testo della trasmissione di martedì 18 maggio 2004

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Auguri da tutto il mondo per Giovanni Paolo II che oggi compie 84 anni. Stamane un’intensa giornata di lavoro. Il Papa ringrazia Dio per il dono della vita. Anche dalla Radio Vaticana i più affettuosi auguri al Santo Padre: con noi il direttore della Sala Stampa, Joaquin Navarro-Valls

 

Da oggi in libreria il nuovo libro di Giovanni Paolo II intitolato “Alzatevi, Andiamo”: una raccolta di ricordi e riflessioni sui 20 anni di episcopato a Cracovia

 

Di fronte al fenomeno delle migrazioni, la Chiesa si apra all’accoglienza e al dialogo: così, il Papa nel discorso alla plenaria del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti

 

Firmato stamane in Vaticano il nuovo Concordato tra la Santa Sede e il Portogallo

 

La Santa Sede incoraggia la presenza dell’Onu in Iraq per la pacificazione del Paese: lo afferma ai nostri microfoni, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Giovanni Lajolo

 

Domani la chiusura della plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso: i rapporti tra cattolici, ortodossi e musulmani in Bosnia-Erzegovina. Intervista con il cardinale Vinko Puljic

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La prolusione del cardinale Ruini in apertura dell’Assemblea generale della Cei

 

Concerto del Gen Rosso per il dialogo dei popoli questa sera in Vaticano in occasione del compleanno del Papa: con noi mons. Michael Fitzgerald e Mite Balduzzi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Documento finale della 87.ma Assemblea plenaria dei vescovi argentini, recentemente tenutasi a San Miguel

 

Nel Nord Uganda sono almeno 39 le vittime, in seguito all’attacco compiuto domenica scorsa dai ribelli

 

Sgomento e costernazione in Honduras per l’incendio che ieri ha provocato la morte di oltre 100 persone detenute nel carcere di San Pedro Sula

 

Migliaia di sfollati nelle Filippine per il tifone ‘Nida’ che ha travolto città e villaggi

 

Il vescovo boliviano di El Alto condanna l’approvazione del governo di La Paz del trattato bilaterale che garantisce l’immunità dei cittadini statunitensi anche se responsabili di crimini di guerra e contro l’umanità

 

Polemiche in Grecia per la ratifica, da parte del governo di Atene, della nomina di vescovi della Chiesa ortodossa nei nuovi territori diocesani settentrionali

 

24 ORE NEL MONDO:

A Baghdad i funerali del capo di governo iracheno ucciso ieri. Nuovi scontri a Najaf, calma a Nassiriya

 

Prosegue l’operazione israeliana nella striscia di Gaza: uccisi 15 palestinesi. La condanna di Amnesty per la demolizione delle case

 

In Nigeria è emergenza nello stato del Plateau, dove dall’inizio del mese sono morte centinaia di persone

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

18 maggio 2004

 

AUGURI DA TUTTO IL MONDO PER IL COMPLEANNO DI GIOVANNI PAOLO II

CHE OGGI COMPIE 84 ANNI.

STAMANE UNA INTENSA GIORNATA DI LAVORO:

IL PAPA RINGRAZIA DIO PER IL DONO DELLA VITA

- Intervista con Joaquin Navarro Valls -

 

Auguri da tutto il mondo sono giunti e stanno ancora arrivando a Giovanni Paolo II che oggi compie 84 anni. Il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, in un affettuoso messaggio di auguri, ricorda gli “inesausti appelli” alla pace del Papa. Il cardinale Camillo Ruini, presidente dei vescovi italiani, guarda alla sua “testimonianza di fede e di amore”. Ma su questa giornata ascoltiamo il direttore della Sala Stampa, al microfono di Sergio Centofanti:

 

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R. – E’ una ordinaria giornata di lavoro,anche se poi proprio ordinaria non è perché è una giornata molto intensa,piena di appuntamenti. Come lei sa, il Papa non ha l’abitudine di festeggiare il suo compleanno, ma piuttosto l’onomastico. Quindi è stata una giornata normale di lavoro. Naturalmente si vede il Santo Padre con un maggior raccoglimento e con un senso di ringraziamento a Dio per il dono della vita. In tutto il Vaticano non è prevista nessuna celebrazione pubblica. Forse l’unica particolarità è che il Santo Padre ha invitato a pranzo i suoi più stretti collaboratori di Curia.

 

D. – Sono tanti gli auguri che il Papa sta ricevendo?

 

R. – Sì, lo può immaginare. Sono moltissimi i messaggi augurali che vengono da tutto il mondo, anche da non cattolici: sono di capi di Stato, di governo, personaggi della politica, dell’arte, ma soprattutto direi delle singole persone che vogliono testimoniare al Papa affetto e gratitudine. A volte inviano un messaggio scritto, per lettera, oppure si recano – mi dicevano questa mattina – al Portone di bronzo per lasciare un messaggio di auguri per il Santo Padre. Quindi è un’enorme quantità di messaggi che il Papa sta ricevendo.

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ANNUNCIARE CRISTO, SERVIRE L’UMANITA’:

IL CUORE DEL MINISTERO PETRINO DI GIOVANNI PAOLO II

 

Nel giorno del suo 84° compleanno il Papa compie 25 anni, sette mesi e due giorni di Pontificato, il terzo più lungo della storia bimillenaria della Chiesa, dopo quelli di San Pietro e Pio IX. Un Pontificato vissuto senza risparmiare fatiche. Al di là dei grandi temi proclamati ogni giorno da Giovanni Paolo II, la pace, la giustizia, la libertà religiosa, la vita, la famiglia, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, il cuore del suo ministero pontificio è stato chiaro sin dall’inizio: annunciare Cristo, servire l’umanità. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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La fede di Karol Wojtyla – lo confessa lui stesso – è nata nella dura fatica del lavoro, quando era tra gli operai in fabbrica e nelle cave di pietra, è maturata in mezzo alle sofferenze della Polonia sotto il regime nazista. E’ nata sotto il segno della Croce: e continua su questa via. Il Papa vuole “rendere ragione della fede” in Cristo: Gesù è l’unico che dà la risposta che cerca l’uomo di fronte al mistero della sua vita. Un uomo - dice il Papa - spesso “invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione”. Un uomo che “vive sempre più nella paura”, “incerto del senso della sua vita su questa terra”. E “il vero punto nodale che sfida ogni filosofia è la morte in Croce di Gesù Cristo”. “L’uomo (infatti) non riesce a comprendere come la morte possa essere fonte di vita e di amore, ma Dio ha scelto per rivelare il mistero del suo disegno di salvezza proprio ciò che la ragione considera follia e scandalo”. Il Papa implora: “permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo Lui ha parole di vita, sì! Di vita eterna”. Per questo – dice – è sempre più necessario il silenzio: occorre “fare spazio alla presenza di Dio” senza “moltiplicare le parole”. “L’uomo di oggi che spesso non sa tacere per paura di incontrare se stesso…di sentire il vuoto…si stordisce nel rumore. Tutti, credenti e non credenti, hanno bisogno di imparare un silenzio che permette all’Altro di parlare”: di dare un “messaggio di speranza, di salvezza, di liberazione totale”. Dio è amore: per questo “anche quando l’uomo pecca, Dio lo cerca e lo ama”. La fede cristiana per Giovanni Paolo II ha una “profonda umanità” ed è di una “straordinaria semplicità”. Non è “troppo difficile” o “impossibile da praticare”: “consiste in termini di semplicità evangelica, nel seguire Gesù Cristo, nell’abbandonarsi a Lui, nel lasciarsi trasformare dalla sua grazia”.

 

E’ il grido di sempre del Papa: “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”.

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DA OGGI IN LIBRERIA, “ALZATEVI, ANDIAMO”,

IL NUOVO LIBRO DI GIOVANNI PAOLO II, UNA RACCOLTA DI RICORDI E RIFLESSIONI SUI VENT’ANNI DI EPISCOPATO A CRACOVIA

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

In occasione dell’84.mo compleanno di Giovanni Paolo II, è da oggi nelle librerie italiane la nuova opera autobiografica del Santo Padre, “Alzatevi, andiamo”. Poco meno di 200 pagine, il volume edito da Mondadori (dei cui diritti è detentrice la Libreria Editrice Vaticana) è ricco di ricordi, aneddoti e spunti di riflessione, che ripercorrono i vent’anni di episcopato a Cracovia del Santo Padre. Il racconto inizia proprio con l’annuncio, che nel luglio 1958 il primate di Polonia, il cardinale Stefan Wyszynski, fa al giovane Karol Wojtyla della sua nomina a vescovo. Pagina dopo pagina, il Papa descrive la sua attività pastorale portata avanti nello spirito del Concilio Vaticano II e, non mancano parti del volume dedicate alla rievocazione della lotta del giovane presule contro le autorità comuniste polacche. Rivolto in particolare ai vescovi, “Alzatevi, andiamo” è, tuttavia, un’esortazione a tutta l’umanità a vivere con coraggio la Buona Novella nel Terzo Millennio.

 

Oltre che in Italia - con 500 mila copie - il nuovo libro di Giovanni Paolo II esce oggi in contemporanea anche in polacco – la lingua in cui è stato scritto –francese, tedesco e spagnolo. “Alzatevi, andiamo” verrà presentato stasera alle Scuderie del Quirinale in Roma. Un evento a cui prenderanno parte il cardinale Giovanni Battista Re, il presidente del Senato, Marcello Pera, il direttore della Sala stampa vaticana, Joaquin Navarro-Valls e l’on. Giuliano Amato.

 

 

DI FRONTE AL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI,

LA CHIESA SI APRA ALL’ACCOGLIENZA E AL DIALOGO:

COSI’, IL PAPA NEL DISCORSO

 AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO

 DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI, RICEVUTI STAMANI IN VATICANO

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

“Il confronto con la realtà delle migrazioni rende urgente, da parte delle comunità cristiane, un rinnovato annuncio evangelico”, che richiede “l’impegno pastorale e la testimonianza della vita di tutti: clero, religiosi e laici”. E’ la riflessione offerta da Giovanni Paolo II ai partecipanti all’Assemblea plenaria del Pontificio consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ricevuti stamani in Vaticano con il cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del dicastero vaticano. Il Papa ha esortato le Chiese ad impegnarsi contro il pregiudizio, soprattutto nei confronti di quegli immigrati, come i credenti musulmani, con i quali è più difficile l’integrazione. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Se la globalizzazione caratterizza l’odierna evoluzione storica, il dialogo deve formare l’atteggiamento che “tutti siamo chiamati ad assumere in vista di un nuovo equilibrio mondiale”. E’ l’avvertimento di Giovanni Paolo II, che ha evidenziato come “l’integrazione sul piano sociale e l’interazione su quello culturale” sono il “presupposto necessario per una convivenza pacifica tra le persone e le nazioni”. D’altro canto, l’umanità del Terzo Millennio ha “urgente bisogno di ritrovare comuni valori spirituali, su cui fondare il progetto di una società degna dell’uomo”.

 

Tuttavia, ha constatato il Pontefice, “l’integrazione tra popolazioni appartenenti a culture e a religioni diverse non è mai priva di incognite e di difficoltà”. E ciò, ha sottolineato, vale “in particolare per l’immigrazione di credenti musulmani”, che “pongono problemi specifici”. E’ allora necessario che i pastori si assumano “precise responsabilità promuovendo una sempre più generosa testimonianza evangelica dei cristiani stessi”. Le Chiese particolari, ha aggiunto, devono aprirsi “all'accoglienza, anche con iniziative pastorali d'incontro e di dialogo”, soprattutto “aiutando i fedeli a superare i pregiudizi ed educandoli a diventare, anch’essi, missionari ad gentes nelle nostre terre”. Quindi, ha messo l’accento sul ruolo positivo dell’ecumenismo:

 

“L’impegno ecumenico costituisce un ulteriore incentivo ad accogliere fraternamente persone, che hanno modi di vivere e di pensare diversi da quelli che sono per noi abituali”.

 

In tale contesto, ha constatato il Papa, “la presenza, sempre più numerosa, di immigrati cristiani non in piena comunione con la Chiesa Cattolica” offre anche alle Chiese particolari “nuove possibilità per la fraternità e il dialogo ecumenico, spingendo a realizzare, lontano da facili irenismi e dal proselitismo, una maggiore comprensione reciproca fra Chiese e Comunità ecclesiali”. Il dialogo fraterno e il rispetto reciproco, ha avvertito, “non costituiranno mai un limite o un impedimento all'annuncio del Vangelo”. L'amore e l'accoglienza, infatti, “costituiscono, anzi, di per sé la prima e più efficace forma di evangelizzazione”.

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SI RINNOVA E MIGLIORA L’INTESA TRA LA CHIESA CATTOLICA E LO STATO PORTOGHESE: FIRMATO OGGI IN VATICANO

DOPO TRE ANNI DI PREPARAZIONE IL NUOVO CONCORDATO

 

Firmato stamane in Vaticano il nuovo Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica portoghese per regolare le materie di comune interesse. Testo che aggiorna il Concordato del 7 maggio del 1940, che nei decenni trascorsi ha garantito – come informa una nota della Segreteria di Stato - “lunghi e fruttuosi rapporti fra la Chiesa cattolica ed il Portogallo”. A porre la firma sull’importante documento sono stati il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato, e José Manuel Durao Barroso, primo ministro portoghese. Il servizio di Roberta Gisotti

 

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Un atto che “conferma i sentimenti di considerazione reciproca che animano le relazioni tra la Santa Sede e il Portogallo”: cosi Giovanni Paolo II ha commentato la firma del nuovo Concordato tra la Chiesa e lo Stato portoghese, ricevendo in mattinata la delegazione ufficiale di questo Paese, guidata dal primo ministro José Manuel Durao Barroso, accompagnato dal cardinale José Policarpo. “Profondo apprezzamento” - ha espresso il Papa – per l’attenzione dimostrata dal Governo e dal Parlamento portoghese in rapporto alla missione della Chiesa.

 

“Faço votos de que a nova Concordata favoreça um entendimento sempre melhor….”

 

“Auspico – ha detto il Santo Padre – che il nuovo Concordato favorisca un’intesa sempre migliore tra le Autorità dello Stato e i Pastori della Chiesa a vantaggio del bene comune della Nazione”. Il testo varato oggi, preparato in tre anni di lavoro dalle delegazioni ecclesiastica e portoghese, arriva dopo 64 anni dal precedente Concordato, reso in parte inapplicabile dai cambiamenti intervenuti con il passare degli anni. E veniamo ai contenuti della nuova intesa. Lo Stato garantisce alla Chiesa pubblico e libero esercizio delle sue attività:  culto, magistero, ministero e giurisdizione in materia ecclesiastica; riconosce altresì la libertà religiosa, negli ambiti di coscienza, culto, riunione, associazione, espressione pubblica, insegnamento e attività caritativa. Rispetto al  testo del 1940 il nuovo Concordato rivede ed aggiorna alcuni punti, tra cui la competenza esclusiva della Santa Sede per la nomina dei vescovi; la verifica da parte del tribunale competente delle sentenze di nullità matrimoniale; garanzie per l’assistenza spirituale alle Forse armate e di sicurezza, ma anche negli ospedali, nei centri di educazione e nelle carceri; possibilità d’insegnare la religione cattolica nelle scuole pubbliche e libertà di erigere nuove istituti cattolici; riconoscimento ufficiale dell’Università cattolica portoghese; tutela, valorizzazione e fruizione dei beni mobili e immobili di proprietà ecclesiale; destinazione di spazi a fini religiosi nella pianificazione territoriale; possibilità nel settore fiscale di scegliere il sistema del 5 per mille; il riconoscimento infine dei giorni festivi cattolici.

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LA SANTA SEDE INCORAGGIA LA PRESENZA DELL’ONU IN IRAQ

PER LA PACIFICAZIONE DEL PAESE:

LO AFFERMA AI NOSTRI MICROFONI L’ARCIVESCOVO LAJOLO,

SEGRETARIO VATICANO PER I RAPPORTI CON GLI STATI

 

La questione irachena e mediorientale, l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo: sono stati questi i temi principali al centro dei colloqui che l’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, ha avuto con esponenti del governo britannico durante la sua recente visita a Londra, conclusa il 13 maggio scorso. Il presule ha incontrato anche, oltre alle autorità della Chiesa Cattolica, l’arcivescovo di Canterbury, il dott. Rowan Williams, primate della Comunione Anglicana. Su questa visita ascoltiamo lo stesso mons. Lajolo, al microfono di Philippa Hitchen.

 

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R. – IN MY CAPACITY AS SECRETARY FOR THE RELATIONS WITH STATES ...

Nella mia veste di segretario per i Rapporti con gli Stati, è stato per me importantissimo ascoltare direttamente dal governo britannico il suo resoconto sulla situazione in Iraq. Il governo britannico conosce molto bene la posizione del Santo Padre in merito all’Iraq. Ho avuto l’occasione di sottolineare che la Santa Sede vorrebbe vedere quanto prima una risoluzione delle Nazioni Unite sul trasferimento dei poteri in Iraq, e di assicurare che la Santa Sede incoraggia il ritorno delle Nazioni Unite in Iraq nella speranza che riceva un mandato forte affinché possa svolgere un ruolo vitale nella pacificazione del Paese e nella creazione delle istituzioni democratiche della Nazione.

 

D. – Lei ha parlato anche dell’importante aspetto dell’aiuto ai Paesi in via di sviluppo, dell’azione in favore di questi Paesi. Il governo britannico ha fatto delle proposte interessanti che avrebbero lo scopo di raggiungere queste ambiziose mete di sviluppo poste per il nuovo millennio. Cosa ne pensa lei?

 

R. – THIS WAS ONE OF THE MOST IMPORTANT ISSUES DISCUSSED IN SEVERAL ...

Questo è stato uno degli argomenti più importanti che ho affrontato in più di uno dei miei colloqui; in particolare, ho ribadito al Cancelliere dello Scacchiere (ministro delle finanze britannico, n.d.t.) il sostegno all’idea che è dietro all’iniziativa britannica: la International Finance Facility (Iff). Altri Paesi ricchi potranno aderire a questa iniziativa per il benessere dell’Africa e di altre regioni povere nel mondo. Le mete dello sviluppo del millennio tra l’altro prevedono di dimezzare il numero delle persone che vivono al di sotto della soglia della povertà entro il 2015. Al ritmo attuale, questo ed altri scopi sicuramente non saranno raggiunti ed i Paesi poveri potrebbero perdere del tutto la fiducia nelle nostre capacità e volontà di aiutarli.

 

D. – Nel corso di questa visita lei ha avuto anche modo di incontrare l’arcivescovo anglicano di Canterbury. Recentemente ancora i rapporti con la Comunione anglicana hanno subìto un lieve contraccolpo sulla questione dell’omosessualità nella gerarchia. Quale impressione ha ricavato dall’incontro con l’arcivescovo? Quale valutazione può dare delle relazioni ecumeniche, oggi?

 

R. – HIS GRACE INVITED ME TO DINNER AT LAMBETH PALACE. ...

L’arcivescovo Rowan Williams mi ha invitato a cena a Lambeth Palace. Ovviamente, non abbiamo affrontato questioni che sono di competenza del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ma anche incontri come questo possono dare un contributo all’avanzamento dei rapporti ecumenici, nella fede e nell’amore. Il dottor e la signora Williams sono stati ospiti squisiti, e sono loro molto grato.

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DOMANI LA CHIUSURA DELLA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO

PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO: I RAPPORTI TRA CATTOLICI,

ORTODOSSI E MUSULMANI IN BOSNIA ERZEGOVINA

- Intervista con il cardinale Vinko Puljic -

 

Si conclude domani la plenaria del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso a 40 dall’istituzione del dicastero. In questa occasione si svolgerà domani pomeriggio all’Università Urbaniana un solenne atto commemorativo. Sta partecipando ai lavori anche il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, che ha portato alla plenaria la sua intensa esperienza: la Bosnia Erzegovina, uscita da una drammatica guerra, durata dal 1992 al 1995, con 200 mila morti e 800 mila tra sfollati e profughi, sta cercando di rialzarsi proprio a partire dal dialogo interreligioso. Nel Paese sono infatti presenti musulmani, cattolici e ortodossi. Ma qual è oggi la situazione in Bosnia? Giovanni Peduto lo ha chiesto allo stesso cardinale Puljic:

 

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R. – Ancora la situazione non è risolta, non si è raggiunta una situazione stabile per quanto riguarda la sicurezza, i pari diritti per tutti. Non è stata ristabilita la sicurezza, non l’uguaglianza per i tre popoli che ci vivono. La stessa comunità internazionale non si attiva affinché si concretizzi questa parità: e questo è il problema. Speriamo, lavoriamo... Bisogna creare anche i presupposti per la convivenza, la tolleranza e la speranza!

 

D. – Eminenza, oggi si parla molto poco del suo Paese: vi sentite dimenticati?

 

R. – Sì, sembrerebbe che siamo stati dimenticati. Ma nel nostro Paese non è tutto tranquillo, non è tutto risolto. Peccato che l’Europa e l’America non si esprimano. Forse lo scopo è che questa situazione si ‘solidifichi’ come status quo, quindi come una Bosnia-Erzegovina divisa, e questo è peccato!

 

D. – A che punto è la ricostruzione, lo sviluppo sociale, economico in Bosnia?

 

R. – Ci sono difficoltà: perché tutti coloro che vogliono tornare, vogliono restaurare la loro casa. Il grande problema è il lavoro, soprattutto per i giovani che studiano, per i quali sembrano non esserci prospettive. Ma grazie a Dio, ci sono dei giovani che fanno pressione sul governo e perfino sulla comunità internazionale perché vogliono una prospettiva di vita.

 

D. – Come vanno i rapporti con la maggioranza musulmana del Paese?

 

R. – Non è facile rispondere in poche parole, perché i nostri musulmani non sono musulmani arabi, sono musulmani slavi. C’è pure qualche estremista, ma non sono la maggioranza, grazie a Dio. E’ necessario costruire uno Stato all’interno del quale possiamo essere uguali come entità, come etnie e come religione. C’è anche chi non vuole questa tolleranza; speriamo, piano piano, di riuscire a costruire un dialogo e, con l’aiuto della legge, la possibilità di una convivenza.

 

D. – Per quanto riguarda i rapporti con i serbi?

 

R. – Questo, politicamente, è un problema. Nella Republika Serpska, dove la maggioranza di governo è serba, esiste il grande problema del rientro dei profughi e quello della prospettiva per essi di trovare un lavoro, di poter frequentare le scuole, di poter conservare la propria identità culturale... è un problema. Ma, grazie a Dio, piano piano forse le cose stanno cambiando...

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

 

Nel corso della mattina, il Papa ha ricevuto alcuni vescovi della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (Regione X); il Santo Padre ha inoltre ricevuto in successive udienze due presuli giunti dalla Polonia: mons. Marian Gołębiewski, arcivescovo di Wrocław  e mons. Ignacy Dec, vescovo di Świdnica.

 

Questa sera alle 18.00 il Papa riceverà il presidente della Polonia, Aleksander Kwaśniewski, con la consorte e il seguito.

 

Negli Stati Uniti, il Papa ha accettato la rinuncia all’ufficio di ausiliare dell’arcidiocesi di Washington, presentata da mons. Leonard James Olivier, per sopraggiunti limiti di età. Come suo successore, il Santo Padre ha nominato il reverendo Martin David Holley, del clero della diocesi di Pensacola-Tallahassee, parroco della “Little Flower Parish”, assegnandogli la sede titolare vescovile di Rusubisir. Nato il 31 dicembre 1954 a Pensacola, in Florida, è stato ordinato sacerdote nel 1987.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con il Medio Oriente: uccisi diciassette palestinesi nella Striscia di Gaza.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti Giovanni Paolo II ha sottolineato che l'amore e l'accoglienza costituiscono la prima e più efficace forma di evangelizzazione.

Il saluto del Papa al Primo Ministro del Portogallo.

L'omelia del Cardinale Dionigi Tettamanzi nella Messa votiva di santa Gianna Beretta Molla.

 

Nelle estere, firmato in Vaticano il Concordato tra la Santa Sede e la Repubblica Portoghese.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Angelo Mundula dal titolo "Uno stupore metafisico che parte dalle piccole cose": la poesia di Wislawa Szimborska nell'opera "Ogni caso"

Nell' "Osservatore libri" un articolo di Carmine Di Biase in merito ad una silloge poetica di Giuseppe Bonaviri dal titolo "I cavalli lunari"

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la crisi irachena: l'Italia accoglie l'ultima vittima mentre crescono angoscia e dubbi.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

18 maggio 2004

 

LA PROLUSIONE DEL CARDINALE CAMILLO RUINI

IN APERTURA DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLA CEI

 

Apprezzamento per il comportamento dei soldati italiani in Iraq, sdegno per le torture cui sono stati sottoposti i prigionieri iracheni e per le ritorsioni contro gli ostaggi occidentali, sostegno all’azione delle Nazioni Unite sono stati espressi dal cardinale Camillo Ruini, aprendo ieri pomeriggio in Vaticano i lavori dell’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Il servizio di Ignazio Ingrao.

 

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Il nostro popolo, ha detto il cardinale Ruini, è vicino ai militari italiani in Iraq che stanno reagendo con grande responsabilità e senso della misura ai duri e persistenti attacchi ai quali sono sottoposti da giorni. Mentre, ha proseguito il presidente della Cei, la rivelazione delle torture sui prigionieri iracheni ha scosso drammaticamente le coscienze e reso ancora più profondo il fossato degli odi e delle incomprensioni, a cui ha risposto la “raccapricciante” ritorsione della decapitazione davanti alle telecamere di un ostaggio americano. Secondo il cardinale si impone dunque in Iraq un cambiamento di rotta “netto ed evidente” affinché la situazione non sfugga completamente di mano. A questo riguardo il porporato auspica che trovi adeguato sostegno l’azione intrapresa dall’Inviato speciale delle Nazioni Unite. Occorre fronteggiare il terrorismo con coraggio e determinazione, ha aggiunto il presidente della Cei, ma con uguale coraggio bisogna riconoscere gli errori compiuti per ritrovare la necessaria solidarietà tra Europa e Stati Uniti e in seno alla stessa Unione Europea. Non meno grave, ha ricordato il cardinale, è la situazione in Terra Santa dove si deve riprendere la via del negoziato e del dialogo.

 

         Riflettendo sui problemi interni del Paese, il presidente dei vescovi italiani ha nuovamente deplorato l’accesa conflittualità che caratterizza i rapporti tra maggioranza e opposizione e persino tra le forze che compongono i due schieramenti. Non trascurabili perplessità sono state poi espresse in merito allo sciopero dei magistrati. Quanto al riassetto del sistema radiotelevisivo, ha invitato a prestare attenzione ai compiti essenziali della Rai e dell’emittenza in generale, cercando di rilanciarne la dimensione culturale unita alla sensibilità ai grandi valori morali e civili. Preoccupazione è stata espressa inoltre riguardo alla situazione economica italiana, in particolare per alcune emergenze come quella della Parmalat, dell’Alitalia, della Fiat a Melfi e per l’incremento degli scioperi, soprattutto nei pubblici servizi. Il cardinale ha ribadito quindi con forza l’invito rivolto al governo affinché promuova una più organica politica a favore della famiglia. Ruini  

 

si è soffermato anche sull’Europa, auspicando che venga perseguita l’effettiva unità del continente, non solo dal punto di vista politico ed economico ma anche culturale e spirituale “senza nazionalismi egoistici”.

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CONCERTO DEL GEN ROSSO PER IL DIALOGO DEI POPOLI

QUESTA SERA IN VATICANO IN OCCASIONE DEL COMPLEANNO DEL PAPA

- Interviste con mons. Michael Fitzegerald e Mite Balduzzi -

 

Segnare un passo in avanti nel dialogo tra i popoli e sottolineare l’importanza delle risorse spirituali e religiose nel patrimonio culturale europeo. Con questo spirito si svolgerà questa sera nell’Aula Paolo VI alle 20.30 il Concerto dal titolo “Voglio svegliare l’aurora”. Promosso dal Pontificio Consiglio per il dialogo Interreligioso a 40 anni dalla sua istituzione e in occasione del compleanno del Papa, lo spettacolo multietnico è prodotto dal Gen Rosso, espressione artistica del Movimento dei Focolari. In scena, con coreografie e momenti recitati, le 13 canzoni del loro ultimo album, che dà il titolo alla serata, ispirate al libro dei Salmi riletto in chiave attuale. Il servizio di Gabriella Ceraso.

 

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(musica)

 

E’ un cross over di stili e culture tra oriente e occidente, passato e presente, la musica con cui questa sera il Gen Rosso porterà in scena alcune pagine del libro dei Salmi, ritenuto sacro da ebrei, cristiani e musulmani. Sarà questo dunque il modo per celebrare lo spirito del dialogo che appartiene al dicastero vaticano voluto 40 anni fa da Paolo VI e ribattezzato Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso da Giovanni Paolo II. Come conferma il Presidente mons. Michael Fitzgerald:

 

“Credo che noi, nel Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, diamo un senso molto aperto, molto largo a questa parola “dialogo”: dialogo di vita: vivere insieme; dialogo di collaborazione: fare delle cose insieme; dialogo dell’esperienza religiosa: essere arricchiti dalle ricchezze spirituali degli altri. Mi sembra che in questo contesto potremmo porre questo concerto, che è un concerto di musica, dunque si ascolta, musica ... ma musica anche può essere dialogo, perché c’è un dialogo culturale e religioso. Sappiamo che questo concerto è ispirato al Libro dei Salmi, che sono testi sacri che pure parlano ad ogni tempo; scritti secoli or sono, sono ancora vivi oggi!”.

 

Un cast internazionale di attori, ballerini, cantanti e l’orchestra della Filarmonica di Milano affiancheranno il Gen Rosso impegnato da anni a diffondere la mentalità di un mondo più unito anche attraverso la musica. Ma saranno i contenuti dei Salmi, patrimonio dell’umanità, i veri protagonisti portatori di un messaggio sempre attuale. Mite Balduzzi del Gen Rosso:   

 

“Secondo me viene fuori l’autobiografia dell’Adamo, che vive in ciascuno di noi. Per Adamo intendo l’uomo, l’archetipo, insomma, e in questo senso, anche se molto che i Salmi hanno 4 mila anni è come se parlassero di me, di noi... I testi hanno i nostri stessi problemi, le nostre stesse angosce, la nostra stessa rabbia, la nostra stessa frustrazione e così diventano le canzoni!”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

18 maggio 2004

 

 

 LA NECESSITA’ DI UN PROFONDO RINNOVAMENTO E LA CONDANNA DEL RELATIVISMO CULTURALE. E’ QUANTO EMERGE DAL DOCUMENTO FINALE DELLA 87.MA ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI ARGENTINI, RECENTEMENTE TENUTASI A SAN MIGUEL

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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SAN MIGUEL. = Non lasciarsi andare né allo sconforto né all’entusiasmo. La strada maestra passa per un profondo rinnovamento morale del Paese. Sono alcuni passi del documento intitolato ‘Abbiamo bisogno di essere nazione’ e redatto per la 87.ma assemblea plenaria dei vescovi argentini, conclusasi sabato scorso a San Miguel, nei pressi di Buenos Aires. I presuli puntano soprattutto sul rilancio dei valori e dei principi morali in uno Stato che “ha dimenticato Dio e le sue leggi”. Il relativismo culturale - sostengono i vescovi - colpisce la concezione della persona, i vincoli fondamentali come il matrimonio e la famiglia e pone anche in serio pericolo la vita nascente quando si dimentica che l’aborto è un crimine contro il più indifeso degli esseri umani. Commentando la situazione dell’economia argentina, i presuli invitano alla prudenza perché le cause della crisi sono state tante e tali che il cammino si presenta irto di ostacoli. Nel documento si evidenzia anche come siano necessarie riforme radicali che consentano di stabilire un nuovo rapporto di fiducia con i rappresentanti del popolo ed un consolidamento dei poteri dello Stato. I vescovi osservano, inoltre, che se le divisioni e i conflitti lasciano il posto alla riconciliazione, anche i trascorsi negativi possono trasformarsi in una scuola dove poter promuovere l’integrazione. E per raggiungere questo obiettivo - proseguono i presuli - “noi cattolici abbiamo un ruolo determinante, perché forti di un Padre che ci ha perdonati attraverso la morte e la risurrezione”.

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NEL NORD UGANDA ALMENO 39 LE VITTIME IN SEGUITO

ALL’ATTACCO COMPIUTO DOMENICA SCORSA DAI RIBELLI

 

GULU. = Il Nord Uganda continua ad essere devastato dal dramma della violenza: almeno 39 persone sono morte, domenica scorsa, in seguito all’attacco perpetrato dai miliziani del sedicente Esercito di resistenza del signore (Lra) nel campo profughi di Pagak, 18 chilometri a nord di Gulu. Nella notte è stato segnalato anche un altro assalto dei miliziani vicino al seminario di Lachor e nell’ospedale di ‘Saint Mary’ hanno trovato riparo almeno 10 mila persone. Il villaggio di Pagak, che ospita circa 20 mila persone, era stato visitato lo scorso 9 febbraio da una delegazione della commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato italiano. In quell’occasione, i senatori si erano detti estremamente preoccupati per la gravissima emergenza umanitaria riscontrata nell’intera zona di Gulu. La regione settentrionale del Paese africano è colpita, dal 1986, dalle drammatiche azioni dei ribelli e si calcola che finora le vittime di questo conflitto siano oltre cento 100 mila. (A.L.)

 

 

SGOMENTO E COSTERNAZIONE IN HONDURAS PER L’INCENDIO CHE IERI HA PROVOCATO LA MORTE DI OLTRE 100 PERSONE DETENUTE NEL CARCERE DI SAN PEDRO SULA

 

SAN PEDRO SULA. = E’ una tragedia spaventosa, la più grave nella storia carceraria dell’Honduras. Lo ha affermato mons. Ròmulo Emiliani, arcivescovo ausiliare di San Pedro Sula riferendosi al drammatico incendio, divampato ieri nel penitenziario della città honduregna, che ha causato la morte di oltre 100 detenuti. Il presule ha anche chiesto di istituire una inchiesta approfondita sulle cause che hanno determinato la disgrazia.  La tragedia - secondo quanto dichiarato dal portavoce della polizia locale - sarebbe stata provocata da un corto circuito. Il conseguente incendio ha interessato una sezione del carcere minorile che ospitava quasi 200 affiliati alla Mara Salvatrucha, la più sanguinaria tra le bande giovanili del Paese centroamericano. Alcuni sopravvissuti hanno affermato che le guardie carcerarie avrebbero impedito ai detenuti di uscire dalle loro celle e anche sparato contro alcuni reclusi che cercavano di mettersi al riparo dalle fiamme. Subito dopo aver appreso la tragica notizia, il presidente dell’Honduras Ricardo Maduro Joest, che ieri è stato ricevuto in Vaticano dal Papa, ha anticipato il suo rientro a Tegucigalpa. Le carceri dell’Honduras ospitano circa 12 mila persone, il doppio della loro capienza, e recentemente un altro incendio, scoppiato il 5 aprile del 2003 nel carcere minorile di Ceiba, ha causato la morte di 65 persone. (A.L.)

 

 

MIGLIAIA DI SFOLLATI NELLE FILIPPINE PER IL TIFONE ‘NIDA’

 CHE HA TRAVOLTO CITTÀ E VILLAGGI

 

MANILA. = Nelle Filippine oltre 11.000 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case per l’arrivo del tifone Nida, che si è abbattuto sul Paese spazzando via interi villaggi. Lo hanno detto oggi fonti ufficiali spiegando che, a riportare i maggiori danni, è stata l’isola di Catanduanes, nell’est dell’arcipelago filippino. In un’altra zona le pesanti piogge, provocate dai venti del tifone che soffiavano a 170 chilometri orari, hanno praticamente cancellato tre piccoli villaggi intorno alla città costiera di Gigmoto, lasciando circa 700 famiglie senza tetto. Un pescatore di 68 anni risulta inoltre disperso nelle acque al largo della cittadina di Mercedes, lungo la costa sudorientale della grande isola di Luzon, mentre 14 persone sono rimaste ferite in incidenti stradali causati dalla scarsa visibilità a Pamplona e Cauayan. Anche l’isola centrale di Samar ha riportato danni ai raccolti, alle infrastrutture e alle abitazioni. Adesso il tifone sembra dirigersi verso Taiwan, con una velocità che arriva ai 205 chilometri orari. (A.L.)

 

 

IL VESCOVO BOLIVIANO DI EL ALTO, MONS. JESÚS JUÁREZ PÁRRAGA,

CONDANNA L’APPROVAZIONE DEL GOVERNO DI LA PAZ DEL TRATTATO BILATERALE

CHE GARANTISCE L’IMMUNITÀ DEI CITTADINI STATUNITENSI ANCHE SE RESPONSABILI

DI CRIMINI DI GUERRA E CONTRO L’UMANITÀ

 

LA PAZ. = “È una vergogna: la dignità, la sovranità di un Paese non si possono vendere”. Lo ha detto mons. Jesús Juárez Párraga, vescovo di El Alto e segretario generale della Conferenza episcopale boliviana, commentando l’approvazione, da parte del Senato di La Paz, del trattato bilaterale che garantisce l’immunità dei cittadini statunitensi, davanti alla Corte penale internazionale, nel caso in cui si siano macchiati di crimini contro l’umanità, di guerra e genocidio. “Non bisogna fare il gioco di certe potenze - sostiene il presule - né tanto meno perdere in questo modo la nostra dignità. Se qualcosa caratterizza l’essere umano è l’uguaglianza, l’equità”. Il vescovo ha concluso esortando i parlamentari a occuparsi di questioni prioritarie per la pacificazione del Paese, scosso da nuove proteste sociali. Nel dicembre scorso, quando il Congresso di La Paz sembrava non intenzionato a ratificare l’intesa pattuita con gli Usa, il responsabile del Comando sud degli Stati Uniti affermò che, in caso di esito negativo, la Casa Bianca avrebbe tagliato gli aiuti economici militari alla Bolivia. (A.L.)

 

 

POLEMICHE IN GRECIA PER LA RATIFICA, DA PARTE DEL GOVERNO DI ATENE,

DELLA NOMINA DI VESCOVI DELLA CHIESA ORTODOSSA

 NEI NUOVI TERRITORI DIOCESANI SETTENTRIONALI

 

ATENE. =  Il governo di Atene ha ratificato la nomina di vescovi della Chiesa ortodossa di Grecia nei nuovi territori diocesani settentrionali. La nomina e la ratifica successiva hanno riacceso la polemica tra la Chiesa ortodossa di Grecia e il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. La giurisdizione su tali territori è infatti rivendicata sia dal Patriarcato Ecumenico in quanto essi facevano parte dell’Impero ottomano, sia dalla Chiesa ortodossa di Grecia in quanto questi territori sono stati incorporati nella nazione greca nel 1912. In tale contesto, il patriarca Ecumenico Bartolomeo, aveva sospeso, un mese fa, i contatti con l’arcivescovo greco-ortodosso Christodoulos. La conseguenza è stata che numerosi metropoliti si sono dichiarati contrari alle nomine nei territori delle metropolie settentrionali. (A.M.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

18 maggio 2004

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Questa mattina a Baghdad i funerali del presidente del Consiglio di governo iracheno, Ezzedine Salim, ucciso ieri in un attentato con autobomba presso  la sede della coalizione nella capitale. Sta tornando in Italia, invece, la salma del giovane morto a Nassiriya. Non si è sparato durante la notte o in mattinata a  Nassiriya. Il nostro servizio

 

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I militari italiani continuano a pattugliare la città, dopo aver ripreso possesso della loro base Libeccio e di tre ponti sull'Eufrate. Nuovi scontri, invece, si registrano tra truppe della coalizione e miliziani fedeli al leader radicale Al Sadr alla periferia della città santa di Najaf. Proprio dalle città sante di Najaf e Kerbala, il grande Ayatollah Ali al Sistani torna a chiedere alle forze Usa e a miliziani di ritirarsi. Nell'ultima settimana scontri ci sono stati anche in prossimità di moschee e mausolei. A Mossul, una guardia di sicurezza straniera è stata uccisa, mentre a nord-ovest di Baghdadhanno perso la vita due soldati americani. 

 

E si discute con maggiore preoccupazione del passaggio di poteri ad un governo transitorio iracheno pensato per il 30 giugno, dopo l'assassinio ieri del capo di governo. Brahimi ritiene che le Nazioni Unite possano svolgere solo un ruolo limitato: lo sottolinea il quotidiano britannico The Indipendent, riportando alcune dichiarazioni dell'inviato dell'Onu. Brahimi spiega che non si può parlare di ruolo vitale ma piuttosto di un ruolo che la coalizione deve ancora definire, così come dovrebbe dare alle Nazioni Unite gli strumenti per svolgerlo. Una nuova risoluzione Onu e una svolta netta della situazione irachena è l’obiettivo del premier italiano Berlusconi, espresso in partenza per Washington dove incontrerà Bush. Assicura anche che chiederà punizioni esemplari per i colpevoli delle torture. Un portavoce del premier britannico, Blair, assicura che i preparativi per il passaggio dei poteri in Iraq procedono ''a tutto gas''.

 

         Intanto, il ministro degli Esteri britannico, Straw, ricorda che è difficile tenere il conto dei morti iracheni ma che stima approssimativa, relativa a tre mesi fa, conferma  circa 10.000 vittime dall'inizio dell'invasione. E poi da Bassora una notizia di carattere molto diverso, rispetto al tragico resoconto delle vittime, ma certamente di rilievo per le implicazioni economiche: la conferma che l'oleodotto, che era stato sabotato il 10 maggio, è stato riparato e sono quindi ricominciate le esportazioni di greggio iracheno. 

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La massiccia operazione militare avviata la scorsa notte dall'esercito israeliano a  Rafah, nel sud della striscia di Gaza, continua ad oltranza e ha finora causato la morte di 14  persone. In Cisgiordania è stato ucciso uno dei capi locali delle Brigate di Al Aqsa, il gruppo armato vicino al movimento al Fatah del presidente palestinese Yasser Arafat. Intanto l'organizzazione Amnesty International ha accusato Israele di aver demolito più di tremila case e di aver distrutto il 10 per cento dei campi coltivati durante tre anni di conflitto nella striscia di Gaza, compiendo ''gravi violazioni della Quarta Convenzione di Ginevra'' e ''crimini di guerra''. Israele sottolinea di aver lanciato l'operazione in corso a Rafah dopo l'uccisione di 13 soldati per impedire l'afflusso di nuove armi provenienti dal confinante Egitto. Da parte sua, il premier palestinese Abu Ala, al termine dell’incontro con Gerhard Schroeder ieri a Berlino, ha ringraziato il cancelliere tedesco per l'appoggio manifestato e le critiche da lui espresse alle demolizioni di case, affermando che negoziati seri sulla base della road map sono la via per una soluzione duratura. Anche l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea, Solana, è tornato a condannare fortemente quanto sta succedendo in questo momento a Gaza perchè contrario alla lettera e allo spirito della Road Map. Lo ha detto al termine di un colloquio con il presidente di turno della Lega Araba e confermando che potrebbe incontrare domani Abu Ala.

 

Il presidente della Nigeria, Obasanjo, ha decretato oggi l'emergenza nel Plateau, lo stato federale in cui all'inizio del mese centinaia di persone, in maggioranza musulmani, sono state massacrate da gruppi identificati come cristiani. “Dobbiamo adottare misure decise per fermare l'escalation di quello che sta diventando un genocidio reciproco'', ha detto Obasanjo alla Tv. La rivalità tra le due comunità ha provocato in questi ultimi tre anni centinaia di morti e decine di migliaia di sfollati ma in molti spiegano che non si può identificare solo come una questione religiosa ma si devono mettere in luce anche le dispute territoriali.  

 

Si stanno facendo ''progressi'' e l'atmosfera è ''molto buona''. Così il ministro degli Esteri irlandese e presidente di turno dell'Unione Europea, Brian Cowen, ha commentato l'andamento dei lavori sulla Costituzione europea al suo arrivo alla seconda giornata di lavori del Consiglio dei ministri degli Esteri dei 25 a Bruxelles. Questa mattina i lavori sono dedicati al testo costituzionale, che dovrebbe essere approvato al prossimo Consiglio del 17-18 giugno. Da discutere ci sono le questioni politiche più spinose quali il sistema di voto in Consiglio, la composizione della Commissione e le materie da sottoporre a deliberazioni all'unanimità o a maggioranza qualificata.

 

Per fare il punto sulla ricostituzione della polizia afgana, alla luce anche delle conclusioni della Conferenza dei Donatori svoltasi alla fine di marzo a Berlino, i ministri dell'interno dei Paesi impegnati nella ricostruzione si incontrano oggi a Doha, nel Qatar. Alla conferenza, oltre al Qatar ed all'Afghanistan, alla Germania, all'Unama, la missione dell'Onu per l' Afghanistan, partecipano sia a livello politico sia a livello di esperti, i sei Paesi direttamente confinanti con l'Afghanistan, i cinque più impegnati nella ricostruzione, quelli del Golfo e gli altri donatori, più Russia, Ue, Osce. E' prevista l'adozione di una dichiarazione congiunta al termine dei lavori, domani sera.

 

India ancora senza governo. La leader del partito del Congresso, Sonia Gandhi, potrebbe rinunciare a chiedere domani al capo di Stato Abdul Kalam l’incarico per formare il nuovo esecutivo, secondo quanto riferiscono fonti del Congresso. I due politici si sono incontrati stamani e il presidente indiano ha chiesto maggiori delucidazioni sui partiti che sostengono il Congresso. Ieri i due più grandi partiti comunisti indiani hanno deciso l'appoggio esterno alla Gandhi.

Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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L’annuncio è arrivato a metà pomeriggio ed è stato come una doccia fredda per i sostenitori del Congresso, che a centinaia si sono radunati davanti alla sede storica del partito. Dopo aver incontrato il presidente indiano, Adul Kalam, per ragioni che chiarirà in serata, Sonia Gandhi intende rinunciare alla candidatura a primo ministro. La decisione non è ancora definitiva, ma ci sarebbe già un nome alternativo, quello di Manmohan Singh, ex ministro delle Finanze, che oltre 10 anni fa iniziò la transizione dell’India da economia socialista a quella di libero mercato. E’ stato come un fulmine a ciel sereno. In questi giorni su Sonia Gandhi era stato raggiunto un largo consenso per formare una coalizione di sinistra, con l’appoggio esterno dei due partiti comunisti indiani. L’Alleanza, battezzata United Progressive Alliance, gode di una maggioranza di 320 parlamentari su 543. Dopo l’annuncio, la borsa di Bombay, che ieri ha registrato un crollo record, è salita di 160 punti, ma già dal mattino gli indici stavano recuperando. Secondo un leader del Congresso, Sonia Gandhi avrebbe deciso di rinunciare dietro pressione dei suoi due figli, Rahul e Priyanka, che temono per la sua vita. Il disappunto tra i sostenitori del Congresso è grande, anche perchè il rifiuto di Sonia Gandhi è visto come una vittoria per l’ex partito di governo, il Bjp, che ha basato la sua campagna elettorale sulla questione delle origini italiane della vedova di Rajiv Gandhi.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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