RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 138 - Testo della trasmissione di lunedì 17 maggio
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Aperta a Roma la plenaria del Pontificio Consiglio
per i migranti sul tema del dialogo ecumenico, interreligioso e culturale:
intervista con il cardinale Fumio Hamao.
OGGI
IN PRIMO PIANO:
Oggi
Giornata mondiale delle telecomunicazioni: ce ne parla Walter Barbarglia.
CHIESA E SOCIETA’:
Due sacerdoti della Chiesa cattolica cinese sono
stati arrestati alcuni giorni fa nel nord del Paese
Si è aperta stamane a Roma la
terza edizione del Glocal Forum
In
corso a Nantes, in Francia, fino al 19 maggio il Forum mondiale dei diritti
umani
Le
crisi internazionali portano il petrolio ad un
nuovo record storico: 41,75 dollari a barile
Elezioni
nella Repubblica Dominicana: vince l’ex presidente liberale Fernandez.
17 maggio 2004
SEGUITE
LE ORME E IMITATE LA DEVOZIONE ALLA VERGINE MARIA DEI NUOVI SANTI
PER
PROGREDIRE SULLA VIA DELLA SANTITA’: COSI’, GIOVANNI PAOLO II AI PELLEGRINI PER
LE CANONIZZAZIONI DI IERI, RACCOLTI STAMANI IN PIAZZA SAN PIETRO.AL TERMINE
DELL’INCONTRO, I FEDELI HANNO INTONATO UN CANTO D’AUGURI
PER IL
PAPA, CHE DOMANI FESTEGGERA’ IL SUO 84.MO COMPLEANNO
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Giovanni Paolo II ha ricevuto, stamani, in piazza San
Pietro, migliaia di pellegrini, che ieri hanno preso parte alla cerimonia di
canonizzazione di sei nuovi santi. Il Papa ha esortato i fedeli a far tesoro
della loro lezione di vita evangelica e ne ha messo in luce il comune amore per
la famiglia. Quindi, si è soffermato a riflettere sulla devozione mariana di
questi santi. L’incontro ha offerto l’occasione ai fedeli per intonare un canto
d’auguri per il Papa, che domani festeggerà il suo 84.mo compleanno. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
**********
Seguite le orme e imitate in modo particolare la devozione
alla Vergine Maria dei nuovi santi per progredire sempre sulla via della santità.
E’ l’esortazione espressa dal Papa ai fedeli raccolti in piazza San Pietro,
all’indomani della proclamazione di sei nuovi santi. Il Pontefice si è
soffermato sulle figure di 5 tra loro, avendo già incontrato i pellegrini di
Don Orione, sabato scorso in una grande festa in Aula Paolo VI.
Annibale Maria di Francia, ha rilevato il Santo Padre,
volle che l’Immacolata fosse considerata “Superiora assoluta, immediata ed effettiva”
dalle Figlie del Divino Zelo e dai Rogazionisti da lui fondati.
“Verso di Lei nutriva una devozione tenerissima e ardente,
e La invocava quale Madre della Chiesa e Madre delle vocazioni”.
Del religioso
spagnolo Giuseppe Manyanet y Vives ha messo in luce l’instancabile impegno per
la promozione della Famiglia attraverso l’educazione dei giovani e dei bambini.
(SACERDOTE ESPAÑOL…)
Il sacerdote spagnolo, ha detto, trovò nel Vangelo della
famiglia il motore della carità pastorale e ne fu l’elemento ispiratore della
sua pedagogia. Quindi, ha tratteggiato la figura del monaco libanese maronita
Nimatullah Kassab Al-Hardini.
(À L’EXEMPLE DE MARIE…)
Seguendo l’esempio di Maria, ha rilevato, il nuovo santo
ha vissuto la vita monastica con pazienza e discrezione, abbandonandosi totalmente
alla volontà divina. Volgendo, poi, il pensiero a Paola Elisabetta Cerioli, ha
rammentato che seguì la scuola di Maria e seppe trasformare l’amore naturale in
quello soprannaturale, lasciando che Dio dilatasse il suo cuore di madre. Sposa
e madre, ma privata in breve tempo dei figli e del marito, la nuova santa si
unì al mistero di Maria Addolorata e della sua maternità spirituale. Si dedicò
allora all’accoglienza dei bambini orfani e poveri ispirandosi alla Santa
Famiglia di Nazaret. Parole seguite da una viva esortazione:
“Che il suo esempio continui a
parlare a tanti cuori di spose, di madri, di anime consacrate!”
Anche Gianna Beretta Molla, ha proseguito, nutrì una
profonda devozione verso la Madonna. Il riferimento alla Vergine, ha
evidenziato, è ricorrente, specie “quando fu ricoverata per l’asportazione del
fibroma, senza mettere in pericolo la creatura che portava in grembo”.
“Fu proprio Maria a sostenerla nell’estremo sacrificio
della morte, a conferma di quanto lei stessa aveva sempre amato ripetere:
‘Senza l’aiuto della Madonna in Paradiso non si va’”.
Devozione per Maria, che ha caratterizzato il clima
famigliare della nuova santa: ogni sera infatti i genitori con le figlie
recitavano il Rosario. Al termine dell’incontro in piazza San Pietro, in un
clima particolarmente festoso, i fedeli hanno intonato un canto d’auguri per
Giovanni Paolo II, che domani celebrerà il suo 84.mo compleanno.
**********
UNA SOCIETA’ BASATA SULLA GIUSTIZA
E LA PACE PER FAVORIRE IL PROGRESSO DI TUTTI, SOPRATTUTTO DEI PIU’ POVERI. E’
QUANTO HA AUSPICATO IL PAPA PER L’HONDURAS RICEVENDO IL PRESIDENTE RICARDO
MADURO JOEST
- A cura di Sergio Centofanti -
Il Papa ha accolto con grande cordialità oggi in Vaticano
il presidente dell’Honduras Ricardo Maduro Joest, auspicando che i cittadini di
questo Paese centroamericano possano
“avere un presente sereno e un futuro di speranza, costruendo una società
basata sulla giustizia e la pace, la fraternità e la solidarietà”. In questo
modo si potrà favorire “il progresso integrale di tutti, specialmente dei più
sfavoriti”.
L’Honduras, stretto alleato degli
Stati Uniti, è un Paese altamente indebitato e per far fronte agli impegni con
il Fondo Monetario Internazionale sta attuando una serie di tagli alla spesa
sociale. Di qui la protesta dei sindacati. Analfabetismo e povertà sono ancora
molto diffusi, soprattutto tra le popolazioni rurali, che costituiscono la metà
dei 6 milioni e mezzo circa di abitanti. Ciononostante il Paese, su richiesta
di Washington, aveva inviato nell’agosto scorso circa 370 militari in Iraq,
con compiti di sminamento e assistenza
medica. Ma nei giorni scorsi il governo honduregno, di fronte al precipitare
della situazione nel Paese arabo, ha deciso di ritirare le proprie truppe,
perché – è stato precisato – erano state inviate in missione di pace e non per
combattere.
LA SALA STAMPA VATICANA HA RESO
NOTO IL PROGRAMMA
DEL 103.MO VIAGGIO APOSTOLICO DI
GIOVANNI PAOLO II,
IL 5 E 6 GIUGNO PROSSIMI A BERNA
PER L’INCONTRO DEI GIOVANI
CATTOLICI SVIZZERI
- A
cura di Alessandro Gisotti -
La
Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato oggi il programma del viaggio
apostolico di Giovanni Paolo II a Berna, il 5 e 6 giugno prossimi, in occasione
del primo incontro nazionale dei giovani cattolici della Svizzera. Il 103.mo
viaggio apostolico di Papa Wojtyla prevede l’arrivo all’aeroporto di Payerne,
alle 11,30 di sabato 5 giugno. Qui, il Santo Padre incontrerà il presidente
della Confederazione elvetica. Alle 13,15 si recherà alla Residenza
Viktoriaheim, la Casa delle Suore di Carità della Santa Croce di Berna. Alle
18,15, è in programma l’incontro con i giovani nel Palaghiaccio della Bea Bern
Expo. In tale occasione, il Papa rivolgerà un saluto ai giovani fedeli, quindi
alle 19,30 farà ritorno alla residenza Viktoriaheim. Il giorno dopo, domenica 6
giugno alle ore 10,30 - sul prato dello stadio Allmend di Berna – il Papa
celebrerà la Santa Messa, seguita dalla recita dell’Angelus Domini. Alle 13,45,
si terrà l’incontro con i presuli svizzeri e con i cardinali e vescovi del
seguito papale, nella residenza Viktoriaheim. Sempre qui, Giovanni Paolo II
riceverà una delegazione dell’associazione delle ex Guardie Svizzere. Sarà
questo l’ultimo impegno del Papa in terra svizzera. Alle 18,45, all’aeroporto
di Payerne, avrà luogo la cerimonia di congedo. La partenza per Roma è fissata
per le 19 e l’arrivo all’aeroporto di Ciampino intorno alle 20,45.
APERTA
A ROMA LA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I MIGRANTI
SUL TEMA DEL DIALOGO ECIUMENICO,
INTERRELIGIOSO E CULTURALE
-
Intervista con il cardinale Fumio Hamao -
Si
è aperta oggi a Roma, a Palazzo San Calisto, la plenaria del Pontificio
Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Al centro dei lavori
è il tema del dialogo ecumenico,
interreligioso e culturale. Ma qual è la sfida posta alla Chiesa dai migranti,
che nel mondo sono 175 milioni, più i
37 milioni tra profughi e sfollati? Giovanni Peduto lo ha chiesto al
cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del dicastero.
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R. – La sfida fondamentale, dal
punto di vista della nostra competenza, è quella dell’azione pastorale
specifica tra i migranti. In effetti, si nota ancora una certa difficoltà nella
Chiesa ad assumere e realizzare pienamente tale prospettiva. L’”Erga migrantes
caritas Christi” pubblicata il 14 maggio scorso vorrebbe essere di stimolo per
una generosa, rinnovata assunzione di un tale impegno di nuova
evangelizzazione.
D. – I migranti hanno bisogno di
cose materiali, ma chiedono anche sostegno spirituale…
R. – Credo che sia la
caratteristica della nostra Istruzione “Erga migrantes caritas Christi”, come
lo sarà della Plenaria, sottolineare molto, oltre la necessità dell’accoglienza
cristiana e della solidarietà, l’aspetto spirituale, di aiuto ai migranti e
agli itineranti, di nuova evangelizzazione, dialogante e missionaria, da
attuare nella nostra Chiesa. Naturalmente il contesto è ecumenico, interreligioso
e multiculturale, nel rispetto della libertà di coscienza, dunque. Dobbiamo
cioè aiutare tutti, a nutrire, conservare, sviluppare la dimensione spirituale
nella loro vita.
D. – Quali sono le difficoltà nel
dialogo con i migranti di altre religioni, pensiamo in particolare ai
musulmani…
R. – L’Istruzione “Erga migrantes
caritas Christi”, con l’approvazione del Santo Padre, affronta tale tema quando
dedica attenzione alle varie “categorie” di migranti. Orbene nell’Istruzione vi
è pure un capitoletto dal titolo: “quattro attenzioni particolari”. Si tratta
della scuola, dei luoghi di culto, del matrimonio e della reciprocità. Vi
invito a leggerlo, poiché lì vi è un po’ lo spirito dell’Istruzione, cioè
quello dell’identità e fedeltà e, al tempo stesso, dell’apertura, giusta, non
irenica e sprovveduta.
D. – Come influire attraverso i
migranti su quei Paesi che non rispettano i diritti dei cristiani?
R. – Naturalmente non vi è pace
senza giustizia, senza reciprocità. Ci auguriamo, dunque, che quando i migranti
non cristiani ritorneranno al loro Paese di provenienza, con minoranza
cristiana, memori della giustizia con cui furono trattati all’estero, si
faranno paladini della libertà religiosa, di culto e di coscienza nei loro
Paesi di origine.
D. – Come stanno cambiando le
società di antica tradizione cristiana nell’incontro con i migranti di altre
religioni?
R. – Le società di antica
tradizione cristiana stanno diventando pluriculturali, multietniche e
multireligiose, per la presenza dei migranti. Anche l’ecumenismo vi è presente,
specialmente nel dialogo della vita di ogni giorno. Questa parola magica,
“dialogo”, dovrebbe essere lo strumento privilegiato per una conoscenza
reciproca, in tolleranza e rispetto mutuo, e altresì in relazione all’identità
del Paese che ospita i migranti.
D. – Il dialogo può diventare
anche proposta di evangelizzazione?
R. – Come già dicevo, il dialogo
non è disgiunto dall’annuncio del Vangelo, implicito o esplicito, dalla
testimonianza della carità. Siamo chiamati a nuova evangelizzazione, dunque,
poiché chi era lontano, un tempo nei territori missionari, ora si fa vicino, si
fa prossimo a cui far intravedere, se vuole, il tesoro che possediamo, non per
nostro merito, Gesù Cristo, il Signore.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
“Sei sentieri della santità per l’umanità di oggi” è il
titolo che apre la prima pagina, in riferimento al rito di canonizzazione
presieduto ieri dal Santo Padre.
Sempre in prima pagina spicca con particolare rilievo: 18
maggio, 84.mo genetliaco di Giovanni Paolo II: “Al sempre giovane custode della
pace gli auguri de L’Osservatore Romano”.
Nelle vaticane, l’udienza ai pellegrini convenuti in
Piazza san Pietro per le canonizzazioni.
Nel discorso al Presidente della Repubblica di Honduras,
il Papa ha sottolineato che una società basata sulla giustizia, sulla pace,
sulla fraternità e sulla solidarietà favorisce il progresso integrale di tutti.
La Lettera del Santo Padre al cardinale Giovanni Battista
Re per la nomina a Inviato Speciale alle celebrazioni per il 750mo anniversario
della consacrazione della Patriarcale Basilica di San Francesco in Assisi (23
maggio 2004)
Nelle estere, in evidenza l’Iraq, in particolare
l’infuriare dei combattimenti a Nassiriya, che hanno provocato la morte di un
soldato italiano; ulteriori approfondimenti sulla drammatica vicenda nelle
pagine italiane
Nella pagina culturale, un articolo di Franco Patruno dal
titolo “Gli artisti dialogano con il Papa artista”: la risposta alla Lettera
del Papa è quanto mai varia ed ancora da meditare nelle sue possibili valenze
teologiche ed estetiche.
Nelle pagine italiane, in rilievo l’incidente ferroviario
nell’Alessandrino.
17 maggio 2004
IRAQ:
UCCISO IN UN ATTENTATO IL CAPO DEL GOVERNO PROVVISORIO IRACHENO.
MORTO
ANCHE IL LAGUNARE ITALIANO MATTEO VANZAN.
CON
NOI IL VESCOVO SHLEMON WARDUNI E ANDREA ANGELI
Il presidente di turno del Consiglio di governo
provvisorio iracheno, Ezzedine Salim, è rimasto ucciso nell’esplosione di
un’autobomba a Baghdad. Con lui, altre nove vittime. E a Nassiriya, nella
notte, è morto il militare italiano ferito ieri gravemente negli scontri con le
milizie del leader radicale sciita, Moqtada al Sadr. I particolari nel servizio
di Dorotea Gambardella.
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“Una grande perdita per la
popolazione”. Questo il commento del consiglio di governo provvisorio dell’Iraq
dopo l’assassinio del suo presidente di turno, Ezzedine Salim, vicino alla sede
della coalizione. Immediata la condanna della comunità internazionale, Londra
in testa, che ha parlato di “un ennesimo atto contro il popolo iracheno”.
Sempre sul terreno, oltre ai cinque miliziani sciiti rimasti uccisi nella
notte, in combattimenti a Kerbala; sangue anche a Nassiriya, dove si è spento
il caporale Matteo Vanzan, del primo Reggimento Lagunari Serenissima di
Venezia. Il soldato 23enne è morto in seguito alle gravi ferite riportate,
ieri, per difendere la base Libeccio dagli attacchi dei guerriglieri di Al
Sadr. “Quella in Iraq non è più una missione di pace”, ha commentato il padre
del giovane. Profondo cordoglio per l’uccisione del militare è stato espresso
dalle autorità italiane e dal presidente della Commissione europea, Romano
Prodi. E sulla situazione irachena, il premier Silvio Berlusconi, che oggi ha
ribadito la necessità della presenza italiana nel Paese, ha annunciato che
riferirà in Senato giovedì prossimo. La decisione arriva dopo le insistenti
richieste dell’opposizione. Sul piano diplomatico, un appello alla comunità
internazionale affinché si opponga “all’impudenza americana” è stato lanciato
dal presidente iraniano, Mohammad Khatami. Intanto, gli Stati Uniti hanno
chiesto alla Corea del Sud di trasferire in Iraq circa 4.000 soldati attualmente
dislocati nel Paese asiatico.
**********
Ma dopo la morte del caporale
italiano Matteo Vanzan, qual è la situazione ora a Nassiriya? Giada Aquilino lo
ha chiesto ad Andrea Angeli, portavoce dell’Autorità provvisoria di governo,
raggiunto telefonicamente nella città irachena:
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R. – Le prime
valutazioni elaborate in base a ricognizioni fatte in città sono estremamente
positive, segno che le attività di ieri sera delle forze della coalizione -
intese a contenere le sacche di resistenza - hanno sortito effetto. Non ci sono
check-point intorno alla città e al momento non risulta la presenza di
miliziani in giro per Nassiriya. Certamente non tollereremo la presenza di
guerriglieri armati al di fuori delle strutture ufficiali di polizia e di
sicurezza. Parallelamente, ci sarà un canale di dialogo anche con la parte
politica delle milizie, per spingerle a riconsiderare la loro scelta.
D. – Dopo la morte
del caporale italiano Vanzan, che sentimenti ci sono tra i soldati italiani a
Nassiriya?
R. – La perdita di
un uomo ha sempre un valore veramente incommensurabile. Quando poi giunge nel
momento in cui una brigata si accinge a lasciare il campo - la brigata Ariete
ormai è a pochi giorni dal termine del proprio mandato - tornare a casa con il
ricordo di una perdita è un rientro con l’amaro in bocca. Il lagunare era
appena arrivato ed era un’avanguardia di quel reggimento che costituirà a
giorni l’ossatura della brigata “Pozzuolo del Friuli”. Ma Matteo era a pieno
titolo uno di noi.
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Sulle violenze di Baghdad e
Nassiriya abbiamo raccolto anche la testimonianza di mons. Shlemon Warduni,
vescovo ausiliare caldeo della capitale irachena. “Le ultime ore trascorse – ha
commentato il presule - sono state terribili. Ma non è una novità, perché in
questo periodo le giornate sono tutte terribili”. L’intervista è di Andrea Sarubbi:
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R. – Noi siamo
sempre contrari ad ogni atto terroristico, e tutte queste azioni - sia
l’uccisione del capo del governo provvisorio, sia quella del soldato italiano -
trova la nostra più dura condanna. Noi vogliamo la pace, noi gridiamo per la
sicurezza, per la stabilità e diciamo a tutto il mondo che la guerra porta
tantissimi danni a tutti...
D. – Jack Straw,
ministro degli esteri britannico, ha detto: ‘Chi ha ucciso il capo del governo
provvisorio è nemico del popolo iracheno’. Secondo lei, il popolo iracheno ha
all’interno dei nemici?
R. – E’ inutile
parlare di ‘nemici’ o ‘amici’; noi dobbiamo seminare la pace, l’amore e la
tranquillità. A tutti quelli che non vogliono il nostro bene noi diciamo:
‘Abbiate timore di Dio e guardate ai più piccoli, ai giovani, alle donne, alle
ragazze...’.
D. – Chiaramente,
queste violenze - come anche quelle di Nassiriya - complicano ulteriormente la
presenza della Coalizione. Secondo lei a questo punto è giusti che i soldati
stranieri vadano via, oppure tutto questo è un prezzo da pagare, alto ma
necessario?
R. – Qualsiasi cosa
possa essere utile per la pace in Iraq, è necessaria. Adesso non abbiamo la
pace, non abbiamo la sicurezza: chi può darci sicurezza e pace? Prima di tutto,
il Signore nostro Dio, poi tutti gli uomini armati di desiderio di cooperazione
e dialogo, perché tutti dobbiamo collaborare. Quindi, che sia l’esercito, che
sia l’Onu, che siano gli iracheni ... chiunque sia a costruire la pace, la sua
presenza è necessaria!
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LE
NUOVE TECNOLOGIE PER FAVORIRE LA CRESCITA GLOBALE.
QUESTA
LA SFIDA DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLE TELECOMUNICAZIONI
“Favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie, abbattere il
divario digitale tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo”. E’ la sfida,
in sintesi, lanciata dall’odierna giornata mondiale delle telecomunicazioni. Il
segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, nel suo messaggio, ha ribadito che
ogni governo deve impegnarsi per consentire la crescita informatica dei Paesi
più poveri ed ha rimarcato che il prossimo anno, al Summit internazionale
dell’Onu, a Tunisi verranno tracciati i bilanci sulle iniziative intraprese e
programmati nuovi traguardi per il futuro. Il servizio è di Massimiliano
Menichetti.
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(musica)
Una giornata per fare il punto
sullo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione, focalizzare e
programmare le nuove sfide dell’era digitale, capire se oltre ad essere
pilastro delle economie moderne, la tecnologia è anche d’aiuto a tutta
l’umanità. Di questo avviso il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi
Annan, che nel suo messaggio per la giornata odierna, ha di fatto ribadito che
“bit” e onde radio possono effettivamente dare un impulso al cambiamento sociale
e strutturale di tutti i popoli, a patto però che venga colmato il divario
digitale che oggi separa le società più ricche da quelle in via di sviluppo.
La constatazione è che per molte
persone oggi è difficile pensare ad una vita senza radio, tv, telefoni
cellulari o internet ma per molte altre rimane il silenzio della povertà.
L’invito è quindi ai governi e alla società civile che, tramite sinergie, deve
concorrere all’eliminazione del cosiddetto “digital divide” così da favorire
anche la crescita e la ricchezza globale.
Intanto, Unione Europea e Unesco
hanno dato vita ad un progetto - “Info-poverty” - per favorire in 30 piccoli
villaggi del mondo l’accesso ai portali informatici, cui ha partecipato anche
Smau, Fiera internazionale di tecnologia che si svolge a Milano. Walter
Barbaglia, direttore comunicazione Smau:
R. – Il progetto è
partito in 30 piccoli villaggi, in Centro America, in Sud-America, in Asia e in Africa, un domani l’obiettivo
è di connettere mille villaggi. Luoghi sperduti nel mondo dove si può fare
tele-medicina, tele-diagnosi, si può aiutare con le previsioni metereologiche e
quindi capire se seminare o non seminare nel campo dell’agricoltura, si possono
fare progetti di formazione... Ci vuole l’impegno di tutti perché è giusto che
la tecnologia aiuti anche i Paesi più poveri, quelli meno fortunati.
D. – In concreto
come è possibile connettersi ad internet, ad esempio, dal deserto o in mezzo
alla foresta?
R. – Non è
difficile, basta un personal computer portatile, con un telefono satellitare e,
se non c’è corrente elettrica, e sufficiente un piccolo pannello solare.
Intanto, i Paesi più
industrializzati continuano a studiare la convergenza tra tv, radio, internet,
computer e telefonia. La sfida, dunque, è quella di creare un unico apparato di
semplice utilizzo sia per il mondo del lavoro che per il tempo libero.
(musica)
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17 maggio 2004
DUE SACERDOTI DELLA CHIESA CATTOLICA CINESE SONO STATI ARRESTATI
ALCUNI GIORNI FA NEL NORD DEL PAESE MENTRE SI APPRESTAVANO A DARE
LEZIONI
SUI METODI NATURALI DI CONTROLLO DELLE NASCITE E SULLA TEOLOGIA
MORALE
- A
cura di Ignazio Ingrao -
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CITTA’
DEL VATICANO - PECHINO. = I due sacerdoti cattolici cinesi sono stati arrestati
dalla polizia il 14 maggio scorso ad An Guo, nella regione dello Hebei, nella
Cina del nord. Secondo quanto riferisce la Fondazione cardinale Kung, che ha
sede negli Stati Uniti ma mantiene stretti contatti con i cattolici cinesi,
padre Lu Genjun, 42 anni e padre Cheng Xiaoli, 40 anni sono stati arrestati
dalla polizia cinese mentre si apprestavano a dare alcune lezioni sui metodi
naturali di controllo delle nascite e sulla morale cattolica. Padre Lu,
ordinato sacerdote nel 1990, appartiene al clero di Baoding, nell’Hebei, la
regione dove vi è la maggior concentrazione di cattolici del Paese, pari ad
oltre 1 milione. È stato già arrestato diverse volte: per un breve
periodo, in occasione della domenica delle Palme del 1998 e prima della Pasqua
del 2001. Il 13 aprile 2001 è stato condannato a 3 anni di lavori forzati nel
lager di Gaoyang. Era stato liberato di recente ed ora risulta detenuto
nella prigione di Dingzhou sempre nell’Hebei. L’altro sacerdote arrestato,
padre Cheng Xiaoli, ordinato nel 1991, appartiene al clero della diocesi di An
Guo e non si conosce il luogo attuale della sua detenzione. La diocesi di An
Guo è senza vescovo dal 1992, quando l’ordinario del luogo, mons. Liu Difeng
morì nella prigione di Cheng De. Si calcola che nella Repubblica popolare
cinese siano presenti oggi circa 10 milioni di cattolici.
**********
A Roma la terza edizione del Glocal Forum, che aspira
a trovaRE
UN NUOVO EQUILIBRIO TRA GLOBALE E LOCALE, RAFFORZANDO
LE RELAZIONI
TRA LE CITTà A TUTELA DEGLI INTERESSI ECONOMICI,
SOCIALI E CULTURALI DEI SINGOLI PAESI
ROMA. =
Si è aperta stamane a Roma la sessione di lavori dedicata al progetto “We are
the future”. Il produttore musicale Quincy Jones, al termine dell’omonimo
concerto di ieri, da lui ideato, al Circo Massimo, ha dichiarato con
soddisfazione: “Non possiamo più permetterci di girare le spalle ai nostri bambini,
proprio loro che sono il nostro futuro. Questa giornata è un richiamo rivolto a
tutto il mondo, una ricerca di aiuto per sostenere tutti i bambini dei Paesi distrutti
dalla guerra”. Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, a questo proposito ha aggiunto:
“Roma già da tempo appoggia varie iniziative contro la povertà e l’ingiustizia.
Siamo convinti infatti che l’impegno per costruire un futuro diverso per i Paesi
dell’Africa, come per qualsiasi Paese dove guerra e povertà uccidono milioni di
persone, non è soltanto un dovere morale ma è un impegno essenziale per il
futuro di tutti gli esseri umani”. Nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio erano
presenti stamattina oltre all’onorevole Veltroni, Uri Savir, presidente del
Glocal Forum, Hani Masri, leader per la pace co-fondatore del progetto, Anna Kajumulo
Tibaijuka, direttrice di “Un habitat”, il Centro dell'Onu per gli insediamenti
umani, Théoneste Mutsindashyaka, sindaco di Kigali, associata a Roma nel progetto
“We are the future” e James D. Wolfenshon, presidente della Banca Mondiale, che
ha dichiarato: “Se ci impegniamo subito, se ci mostriamo coraggiosi, se
pensiamo di allocare e distribuire le nostre risorse in base alle loro
esigenze, possiamo dare ai nostri bambini la speranza di un mondo senza
conflitti. Non è solo un sogno, è la nostra responsabilità”.
LA LOTTA
AL TERRORISMO NON GIUSTIFICA LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI,
E’
L’APPELLO LANCIATO DALLA SECONDA GIORNATA DI LAVORI DEL FORUM MONDIALE
IN CORSO
A NANTES, AL QUALE PARTECIPANO 1200 DELEGATI DI 83 PAESI
NANTES. = Entra nel vivo il
Forum mondiale dei diritti umani, in corso a Nantes, in Francia, fino al 19
maggio. La sessione odierna è dedicata al problema della lotta al terrorismo,
con gli interventi, tra gli altri del rappresentante di Amnesty International,
Paul Hoffmann e della signora Loubna Freih, direttore dell’Osservatorio sui diritti umani
di Ginevra. Al Forum, organizzato dalla città di Nantes su
iniziativa dell’Unesco, partecipano 1200 rappresentanti di organizzazioni non
governative, istituzioni internazionali, governi, università e centri di ricerca,
provenienti da 83 Paesi diversi. Il terrorismo, è stato osservato nel corso dei
lavori di questa mattina, viola i diritti fondamentali della persona, e in
primo luogo il diritto alla vita, minacciando gravemente la democrazia e lo
Stato di diritto. Nonostante ciò la lotta al terrorismo va condotta nel
rispetto delle regole che fondano gli Stati democratici. Inoltre, il Forum
ricorda che per sconfiggere il terrorismo occorre lavorare per sradicare la
povertà ed eliminare tutte le forme di discriminazione e di esclusione. In un
mondo dove siano rispettati i diritti umani e la dignità della persona, il
terrorismo troverebbe tagliate le sue stesse radici, è stato sottolineato nel
corso dei lavori. Il Forum di Nantes è dedicato alla memoria di Sergio Vieira
de Mello, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, ucciso
a Bagdad il 19 agosto scorso. L’obiettivo del colloquio è riunire tutti i
soggetti che lavorano nella promozione e protezione dei diritti umani, per
realizzare uno scambio di informazioni, idee ed esperienze. (I.I.)
LA
BIOTECNOLOGIA E’ UN GRANDE POTENZIALE PER I PAESI POVERI
MA NON UNA PANACEA. LO SOSTIENE LA FAO NEL
RAPPORTO ANNUALE PUBBLICATO
OGGI SULLA SITUAZIONE DELL’ALIMENTAZIONE E
DELL’AGRICOLTURA 2003-2004
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
*********
ROMA.=
La biotecnologia rappresenta un’importante promessa per l’agricoltura dei Paesi
in via di sviluppo ma, fino ad oggi, solo gli agricoltori di pochi fra questi
Stati ne hanno beneficiato. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Fao,
pubblicato oggi, sul tema “La situazione dell’alimentazione e dell’agricoltura
2003-2004”. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione dell’Onu, l’agricoltura
dovrà nutrire 2 miliardi di persone in più nei prossimi 30 anni e, attualmente,
oltre il 70 per cento dei poveri del mondo vive in aree rurali. La sfida che
deriva da questo scenario - sostiene l’agenzia delle Nazioni Unite - consiste
nello sviluppo di tecnologie in grado di combinare diversi obiettivi, quali
l’aumento dei prodotti, la riduzione dei costi ed una migliore condizione di
vita nei Paesi poveri. Secondo il rapporto, i dati scientifici sull’impatto
dell’ingegneria genetica sull’ambiente e sulla salute sono tuttora in corso di
verifica. Generalmente, gli scienziati concordano nel riconoscere che le
attuali colture transgeniche e i cibi derivati sono sicuri per l’alimentazione,
anche se manca ancora un’analisi completa sugli effetti a lungo termine.
L’organizzazione rileva anche come le polemiche sugli ogm, per i quali la Fao
raccomanda una valutazione caso per caso, non debbano distogliere l’attenzione
dal potenziale offerto dalle altre applicazioni della biotecnologia come la
genomica ed i vaccini animali. Il rapporto illustra, infine, come il settore
privato domini la biotecnologia a livello mondiale. Le dieci maggiori compagnie
transnazionali specializzate spendono, infatti, circa 3 miliardi di dollari
all’anno per lo sviluppo della biotecnologia agricola e tra i Paesi in via di
sviluppo Brasile, Cina ed India vantano i maggiori programmi pubblici di
ricerca.
*********
SONO
COMINCIATI IN MYANMAR I LAVORI DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE
MA I
PRINCIPALI PARTITI DI OPPOSIZIONE NON PARTECIPANO PER SOLIDARIETA’
CON IL
PREMIO NOBEL SAN SUU KYI ANCORA AGLI ARRESTI DOMICILIARI
RANGOUN. = Alla presenza di 1076
delegati provenienti da tutto il Paese, si sono aperti oggi nei pressi di
Rangoun i lavori dell’assemblea chiamata a redigere la nuova carta
costituzionale del Myanmar (già Birmania). Il 90% dei delegati sono stati
scelti direttamente dal governo e il principale partito di opposizione, La Lega
nazionale per la democrazia, insieme con l’Alleanza delle nazionalità unite, ha
deciso di boicottare i lavori finché non saranno rilasciati il segretario Aung
San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, e il suo vice Tin Oo, agli arresti
domiciliari dal settembre scorso. La Lega nazionale per la democrazia chiede
inoltre di poter scegliere da sé i propri rappresentanti da inviare alla
costituente. Alla cerimonia di apertura non hanno partecipato né gli Stati
Uniti né i Paesi europei. Alla stampa straniera non è permesso di seguire i
lavori che si svolgono a 40 chilometri dalla capitale in un’area circondata da
strutture militari. Il Myanmar è governato da 40 anni dai militari e da sedici
anni non ha più una costituzione a seguito dell’introduzione della legge
marziale. La scorsa estate, il nuovo premier, il generale Khin Nyunt, aveva
annunciato un programma di democratizzazione del Paese in sette tappe, la prima
delle quali è rappresentata dall’approvazione della nuova carta costituzionale.
Il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan ha espresso “delusione” per il
fatto che le parti non abbiamo raggiunto un accordo per consentire al leader
dell’opposizione di partecipare ai lavori. (I.I)
NUOVE VIOLENZE NEL SUD DELLA THAILANDIA, TRE BOMBE
SONO STATE FATTE
ESPLODERE IN ALTRETTANTI TEMPLI BUDDISTI.
DALL’INIZIO DELL’ANNO 17O PERSONE SONO MORTE A CAUSA DI SCONTRI O ATTENTATI
BANGKOK. = Tre bombe sono state
fatte esplodere in altrettanti templi buddisti in tre diversi distretti della
provincia di Narathinwat, al confine tra Thailandia e Malesia, al centro di una
nuova ondata di violenza contro il governo centrale. Non ci sono state vittime
ma un passante è rimasto lievemente ferito in una delle esplosioni che hanno
danneggiato gli edifici sacri. Gli attentati seguono gli scontri del 28 aprile
in cui rimasero uccisi più di cento giovani islamici e cinque agenti delle
forze dell’ordine. E’ la prima volta che vengono presi di mira templi buddisti:
in precedenza gli atti di vandalismo e gli attentati erano stati diretti solo
contro scuole e servizi pubblici. A febbraio erano stati uccisi tre monaci
buddisti, i primi religiosi a morire per mano di presunti separatisti islamici.
Dall’inizio dell’anno oltre 170 persone sono rimaste uccise in attentati e
scontri nelle tre regioni meridionali e anche oggi un poliziotto è stato
assassinato nella provincia di Pattani. L’esercito attribuisce le
responsabilità delle violenze e dei danni alle strutture pubbliche ed alle
scuole a gruppi separatisti islamici locali. I governi di Kuala Lumpur e
Bangkok hanno sottoscritto un nuovo accordo per intensificare i controlli al
confine per ostacolare le eventuali infiltrazioni di terroristi dalla Malesia in
Thailandia. (G.L.)
SUOR
THEREZINHA RASERA, DELLE SUORE DEL DIVIN SALVATORE, E’ STATA ELETTA IERI
PRESIDENTE DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORI GENERALI
ROMA. = La religiosa brasiliana suor Therezinha Rasera,
delle Suore del Divin Salvatore, è stata eletta ieri presidente dell’Unione
Internazionale delle Superiori Generali (Uisg). La nomina è stata fatta
dall’Assemblea dell’Uisg riunita a
Roma, che ha eletto anche i membri del Comitato Esecutivo dell’Unione. Suor
Rasera resterà alla presidenza per il triennio 2004-2007. Dal 9 al 13 maggio
scorsi si era svolta sempre a Roma la riunione plenaria dell'Unione
Internazionale delle Superiore Generali sul tema "Donne discepole di
Gesù Cristo: portatrici di riconciliazione nel mondo". La congregazione
cui appartiene suor Rasera fa parte della Famiglia Salvatoriana, fondata alla
fine del 1800 da padre Francesco
Jordan. Le religiose del Divin Salvatore sono circa 1200 e lavorano in
27 Paesi.
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17 maggio 2004
- A cura di Fausta Speranza -
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I ministri degli esteri dell'Unione europea “condannano gli episodi di abuso e
di umiliazione dei prigionieri in Iraq” perché “contrari alle leggi internazionali”
inclusa la convenzione di Ginevra. E' quanto si afferma nella bozza del documento
che sarà presentato a conclusione della riunione formale di oggi pomeriggio,
anche se già da questa mattina i capi delle diplomazie si sono ritrovati a Bruxelles.
Parole di condanna sono previste anche per “tutta la violenza e gli attacchi
terroristici inclusi i rapimenti e le uccisioni brutali degli ostaggi”.
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Con lo sguardo al conflitto israelo-palestinese, i 25 ministri hanno condannato
“la demolizione in ampia scala delle
abitazioni palestinesi nella zona di Rafah nel sud della striscia di Gaza”. “Tali distruzioni - si
legge in una nota - sono in contrasto con le leggi internazionali e con gli
impegni assunti da Israele nella Road Map”. E c’è l’annuncio che l'Alto
rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, incontrerà mercoledì a
Madrid il premier palestinese, Abu Ala, con l’intento dichiarato di promuovere
una “nuova dinamica” nel processo di pace in Medio Oriente, cercando di dare
più forza al ritiro israeliano di Gaza.
Mentre oggi è Berlino il teatro di diversi incontri significativi. Il
consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Condoleeza Rice, ha avuto un
colloquio nella città tedesca con il premier palestinese Abu Ala, che da parte
sua ha chiesto che venga fermato il piano di Israele sulle demolizioni nel sud
di Gaza. E lo stesso Abu Ala si incontrerà
anche con il cancelliere Gerhard Schroeder e il presidente Johannes Rau.
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A proposito della situazione nelle ultime ore nei territori occupati, va detto
che l'esercito israeliano è entrato in forze con blindati e carri armati in
punti nevralgici della striscia di Gaza, in particolare ha isolato Rafah, che
si trova a ridosso del confine con l'Egitto, dal resto di Gaza, allo scopo di
impedire a gruppi armati di spostarsi tra un'area e l'altra. Tre palestinesi sono rimasti uccisi.
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Guardiamo sempre a Bruxelles ma per un’altra delle priorità all’ordine del
giorno dei ministri europei, oltre alle crisi internazionali. Si tratta
della preparazione del Consiglio
europeo che si terrà il 17-18 giugno e che dovrebbe annunciare l’accordo sulla
Costituzione. Da parte sua, il presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, ha
detto che un accordo “è fondamentale” per dare il segnale che l'Unione a 25
funziona e per passare “dalla fase dell'introspezione a quella dell'azione”.
Secondo Cox, la nuova Europa richiede più efficienza e più democrazia e la
Costituzione è lo strumento per assicurare entrambe le cose.
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Il primo ministro britannico, Tony Blair, è impegnato oggi in una visita lampo
in Turchia, dedicata ad incoraggiare l’impegno della Turchia in vista del suo
possibile ingresso nell’Unione Europea e per discutere la situazione legata alla
crisi irachena. Blair in questo momento nel suo Paese è al centro del dibattito
mediatico su un possibile suo ritiro dalla scena politica nel prossimo autunno.
Intanto ieri sera, poche ore prima del suo arrivo in Turchia, quattro bombe non
potenti sono esplose nei pressi di filiali della Banca britannica HSBC ad
Ankara e Istanbul, senza però causare danni.
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Il petrolio ha toccato il nuovo record storico a 41,75 dollari a barile. E’ il
prezzo di una vendita a New York. In Asia il petrolio è arrivato a 41,70
dollari. A spingere i prezzi ulteriormente sono state le ultime notizie
dall’Iraq, che ha le riserve di petrolio al secondo posto per importanza nel
mondo. Ad accrescere la preoccupazione per la situazione internazionale hanno
contribuito anche i tre attentati in Turchia alla vigilia della visita del
primo ministro britannico, Tony Blair. Già venerdì si era parlato di un massimo
storico del prezzo del petrolio.
● Si avvicina il giuramento di
Sonia Gandhi, in procinto di assumere la guida del governo indiano. La
cerimonia dovrebbe aver luogo mercoledì, ma è stato annunciato un boicottaggio
da parte del Bjp, partito dell’ex premier Vajpayee. In ogni caso, del nuovo
esecutivo non faranno parte i comunisti, che oggi hanno deciso di volersi
limitare ad un appoggio esterno. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:
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La
decisione dei due principali partiti comunisti, che insieme hanno circa il 15
per cento dei voti, è dovuta principalmente a pressioni da parte della base a
livello locale. In Kerala, dove il partito comunista indiano marxista governa
da 20 anni, il partito della Gandhi è un acerrimo nemico. Intanto la
prospettiva di un governo di sinistra appoggiato dai comunisti, nettamente
contrari alle privatizzazioni di alcune aziende di Stato, continua a seminare
panico tra gli investitori. In apertura, la borsa di Bombay è crollata del 15
per cento, un altro record negativo dopo lo scorso venerdì nero. Per evitare un
tracollo è dovuto intervenire anche l’attuale ministro delle Finanze che ha chiesto alle istituzioni finanziarie
di intervenire sul mercato comprando azioni. A vendere sarebbero stati
soprattutto gli investitori stranieri che di recente avevano scommesso molto
sul miracolo indiano.
Da New
Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
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E’ l'ex presidente e candidato liberale Leonel Fernandez il vincitore del primo
turno delle presidenziali svoltesi ieri nella Repubblica Dominicana. Fernandez
è già stato presidente tra il 1996 e il 2000. La sua figura ha convinto più delle
promesse di altri, come spiega nel servizio Maurizio Salvi:
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Le
numerose promesse dell’ultimo minuto del presidente uscente, Hippolito Mejia,
riguardanti la costruzione di case popolari e l’aumento del 30 per cento degli
stipendi pubblici, non sono serviti a frenare il successo dell’ex presidente
Leonel Fernandez del Partito della liberazione domenicana. Ed è stato proprio
il capo dello Stato uscente, a nome del partito rivoluzionario domenicano, a
concedere la vittoria al suo avversario. Subito dopo, a sostegno di questo
verdetto degli elettori, Agripino Núñez Collado, presidente della Commissione
di appoggio ai lavori della giunta elettorale, ha rivolto un appello ai
sostenitori di Mejia a rispettare i risultati elettorali. “A nessuno venga in
mente – ha detto – di danneggiare questo processo elettorale”. Adesso
Fernandez, che ha governato negli anni Novanta applicando teorie neo-liberali,
si trova a dover affrontare una formidabile sfida economica. La situazione nel
Paese è drammatica per l’aumento della disoccupazione e dei prezzi e perché le
riserve monetarie sono praticamente esaurite a fronte di un debito estero di 7
miliardi di dollari. In più, dopo la drammatica giornata dell’11 settembre
2001, il turismo è praticamente crollato a zero.
Maurizio
Salvi per la Radio Vaticana.
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Il comandante della guerriglia indipendentista Shamil Basayev ha minacciato di
uccidere, dopo il presidente ceceno Akhmad Kadyrov, anche il capo di stato
russo Vladimir Putin. E’ quanto ha scritto in un messaggio nel quale ha espressamente
rivendicato l'attentato contro Kadyrov compiuto il 9 maggio scorso a Grozny.
● Il presidente russo ha ricevuto oggi al Cremlino il
ministro degli esteri iraniano Kharrazi, giunto a Mosca per una visita
ufficiale di due giorni. “Russia e Iran - ha dichiarato Kharrazi - possono collaborare non solo sul piano bilaterale,
ma anche su quelli regionale e
internazionale”. Putin, dal canto suo, ha affermato che ‘l'Iran è un partner
antico e stabile’ della Russia e che i rapporti tra i due Paesi “si sviluppano
sulla base dell'accordo del 2001, rispettandone i principi, lo spirito e il
contenuto”. Il presidente russo ha poi definito “splendidi” i risultati della
cooperazione economico-commerciale” con l'Iran, che nel 2002 ha fatto registrate
un incremento degli scambi del 70 per cento.
● Nonostante
le pressioni di parte dell’opinione pubblica statunitense, dello stesso
presidente Bush e della Chiesa, il Massachusetts è da questa mattina il primo
Stato degli Stati Uniti a legalizzare i matrimoni tra omosessuali. Lo scorso 18
novembre la Corte suprema di Stato ha appoggiato, infatti, le richieste di sette
coppie gay e lesbiche, che nella primavera del 2001 intentarono causa allo
Stato per aver rifiutato di concedere loro il certificato di matrimonio.
● In
Honduras, 101 detenuti del carcere di San Pedro Sula, 240 km a nord della
capitale, Tegucigalpa, sono morti nell’incendio che ha devastato la loro prigione.
Ad annunciarlo, le autorità locali.
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