RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 138 - Testo della trasmissione di lunedì 17 maggio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Imitate la devozione  dei nuovi santi alla Vergine Maria: così Giovanni Paolo II ai pellegrini per le canonizzazioni di ieri, tornati stamani in piazza San Pietro. Al termine dell’incontro, i fedeli hanno intonato un canto d’auguri  per il Papa, che domani festeggerà il suo 84.mo compleanno

 

Una società basata sulla giustizia e la pace per favorire il progresso di tutti, soprattutto dei più poveri: è quanto ha auspicato il Papa per l’Honduras ricevendo il presidente del Paese centroamericano Ricardo Maduro

 

La Sala Stampa vaticana ha reso noto il programma del 103.mo viaggio apostolico di Giovanni Paolo II, il 5 e 6 giugno prossimi a Berna

 

Aperta a Roma la plenaria del Pontificio Consiglio per i migranti sul tema del dialogo ecumenico, interreligioso e culturale: intervista con il cardinale Fumio Hamao.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Iraq: ucciso in un attentato il capo del governo provvisorio iracheno. Morto anche il lagunare italiano Matteo Vanzan, ferito ieri durante l’attacco dei radicali sciiti. Aveva 23 anni. Con noi il vescovo Shlemon Warduni e Andrea Angeli

 

Oggi Giornata mondiale delle telecomunicazioni: ce ne parla Walter Barbarglia.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Due sacerdoti della Chiesa cattolica cinese sono stati arrestati alcuni giorni fa nel nord del Paese

 

Si è aperta stamane a Roma la terza edizione del Glocal Forum

 

In corso a Nantes, in Francia, fino al 19 maggio il Forum mondiale dei diritti umani

 

Pubblicato oggi dalla Fao il Rapporto annuale sulla situazione dell’alimentazione e dell’agricoltura 2003-2004

 

Sono cominciati in Myanmar i lavori dell’Assemblea costituente ma i principali partiti di opposizione non partecipano per solidarietà con il premio Nobel San Suu Kyi ancora agli arresti domiciliari

 

Nuove violenze nel sud della Thailandia, tre bombe sono state fatte esplodere in altrettanti templi buddisti

 

Suor Therezinha Rasera, delle suore del Divin Salvatore, è stata eletta ieri presidente dell’Unione Internazionale delle Superiori Generali

 

24 ORE NEL MONDO:

Le crisi internazionali portano il petrolio ad un  nuovo record storico: 41,75 dollari a barile

 

Elezioni nella Repubblica Dominicana: vince l’ex presidente liberale Fernandez.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 maggio 2004

 

 

SEGUITE LE ORME E IMITATE LA DEVOZIONE ALLA VERGINE MARIA DEI NUOVI SANTI

PER PROGREDIRE SULLA VIA DELLA SANTITA’: COSI’, GIOVANNI PAOLO II AI PELLEGRINI PER LE CANONIZZAZIONI DI IERI, RACCOLTI STAMANI IN PIAZZA SAN PIETRO.AL TERMINE DELL’INCONTRO, I FEDELI HANNO INTONATO UN CANTO D’AUGURI

PER IL PAPA, CHE DOMANI FESTEGGERA’ IL SUO 84.MO COMPLEANNO

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto, stamani, in piazza San Pietro, migliaia di pellegrini, che ieri hanno preso parte alla cerimonia di canonizzazione di sei nuovi santi. Il Papa ha esortato i fedeli a far tesoro della loro lezione di vita evangelica e ne ha messo in luce il comune amore per la famiglia. Quindi, si è soffermato a riflettere sulla devozione mariana di questi santi. L’incontro ha offerto l’occasione ai fedeli per intonare un canto d’auguri per il Papa, che domani festeggerà il suo 84.mo compleanno. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Seguite le orme e imitate in modo particolare la devozione alla Vergine Maria dei nuovi santi per progredire sempre sulla via della santità. E’ l’esortazione espressa dal Papa ai fedeli raccolti in piazza San Pietro, all’indomani della proclamazione di sei nuovi santi. Il Pontefice si è soffermato sulle figure di 5 tra loro, avendo già incontrato i pellegrini di Don Orione, sabato scorso in una grande festa in Aula Paolo VI.

 

Annibale Maria di Francia, ha rilevato il Santo Padre, volle che l’Immacolata fosse considerata “Superiora assoluta, immediata ed effettiva” dalle Figlie del Divino Zelo e dai Rogazionisti da lui fondati.

 

“Verso di Lei nutriva una devozione tenerissima e ardente, e La invocava quale Madre della Chiesa e Madre delle vocazioni”.

 

 Del religioso spagnolo Giuseppe Manyanet y Vives ha messo in luce l’instancabile impegno per la promozione della Famiglia attraverso l’educazione dei giovani e dei bambini.

 

(SACERDOTE ESPAÑOL…)

 

Il sacerdote spagnolo, ha detto, trovò nel Vangelo della famiglia il motore della carità pastorale e ne fu l’elemento ispiratore della sua pedagogia. Quindi, ha tratteggiato la figura del monaco libanese maronita Nimatullah Kassab Al-Hardini.

 

(À L’EXEMPLE DE MARIE…)

 

Seguendo l’esempio di Maria, ha rilevato, il nuovo santo ha vissuto la vita monastica con pazienza e discrezione, abbandonandosi totalmente alla volontà divina. Volgendo, poi, il pensiero a Paola Elisabetta Cerioli, ha rammentato che seguì la scuola di Maria e seppe trasformare l’amore naturale in quello soprannaturale, lasciando che Dio dilatasse il suo cuore di madre. Sposa e madre, ma privata in breve tempo dei figli e del marito, la nuova santa si unì al mistero di Maria Addolorata e della sua maternità spirituale. Si dedicò allora all’accoglienza dei bambini orfani e poveri ispirandosi alla Santa Famiglia di Nazaret. Parole seguite da una viva esortazione:

 

“Che il suo esempio continui a parlare a tanti cuori di spose, di madri, di anime consacrate!”

 

Anche Gianna Beretta Molla, ha proseguito, nutrì una profonda devozione verso la Madonna. Il riferimento alla Vergine, ha evidenziato, è ricorrente, specie “quando fu ricoverata per l’asportazione del fibroma, senza mettere in pericolo la creatura che portava in grembo”.

 

“Fu proprio Maria a sostenerla nell’estremo sacrificio della morte, a conferma di quanto lei stessa aveva sempre amato ripetere: ‘Senza l’aiuto della Madonna in Paradiso non si va’”.

 

Devozione per Maria, che ha caratterizzato il clima famigliare della nuova santa: ogni sera infatti i genitori con le figlie recitavano il Rosario. Al termine dell’incontro in piazza San Pietro, in un clima particolarmente festoso, i fedeli hanno intonato un canto d’auguri per Giovanni Paolo II, che domani celebrerà il suo 84.mo compleanno.

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UNA SOCIETA’ BASATA SULLA GIUSTIZA E LA PACE PER FAVORIRE IL PROGRESSO DI TUTTI, SOPRATTUTTO DEI PIU’ POVERI. E’ QUANTO HA AUSPICATO IL PAPA PER L’HONDURAS RICEVENDO IL PRESIDENTE RICARDO MADURO JOEST

- A cura di Sergio Centofanti -

 

Il Papa ha accolto con grande cordialità oggi in Vaticano il presidente dell’Honduras Ricardo Maduro Joest, auspicando che i cittadini di questo  Paese centroamericano possano “avere un presente sereno e un futuro di speranza, costruendo una società basata sulla giustizia e la pace, la fraternità e la solidarietà”. In questo modo si potrà favorire “il progresso integrale di tutti, specialmente dei più sfavoriti”.

 

L’Honduras, stretto alleato degli Stati Uniti, è un Paese altamente indebitato e per far fronte agli impegni con il Fondo Monetario Internazionale sta attuando una serie di tagli alla spesa sociale. Di qui la protesta dei sindacati. Analfabetismo e povertà sono ancora molto diffusi, soprattutto tra le popolazioni rurali, che costituiscono la metà dei 6 milioni e mezzo circa di abitanti. Ciononostante il Paese, su richiesta di Washington, aveva inviato nell’agosto scorso circa  370 militari in  Iraq, con  compiti di sminamento e assistenza medica. Ma nei giorni scorsi il governo honduregno, di fronte al precipitare della situazione nel Paese arabo, ha deciso di ritirare le proprie truppe, perché – è stato precisato –  erano  state inviate in missione di pace e non per combattere.

 

 

LA SALA STAMPA VATICANA HA RESO NOTO IL PROGRAMMA

DEL 103.MO VIAGGIO APOSTOLICO DI GIOVANNI PAOLO II,

IL 5 E 6 GIUGNO PROSSIMI A BERNA

PER L’INCONTRO DEI GIOVANI CATTOLICI SVIZZERI

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato oggi il programma del viaggio apostolico di Giovanni Paolo II a Berna, il 5 e 6 giugno prossimi, in occasione del primo incontro nazionale dei giovani cattolici della Svizzera. Il 103.mo viaggio apostolico di Papa Wojtyla prevede l’arrivo all’aeroporto di Payerne, alle 11,30 di sabato 5 giugno. Qui, il Santo Padre incontrerà il presidente della Confederazione elvetica. Alle 13,15 si recherà alla Residenza Viktoriaheim, la Casa delle Suore di Carità della Santa Croce di Berna. Alle 18,15, è in programma l’incontro con i giovani nel Palaghiaccio della Bea Bern Expo. In tale occasione, il Papa rivolgerà un saluto ai giovani fedeli, quindi alle 19,30 farà ritorno alla residenza Viktoriaheim. Il giorno dopo, domenica 6 giugno alle ore 10,30 - sul prato dello stadio Allmend di Berna – il Papa celebrerà la Santa Messa, seguita dalla recita dell’Angelus Domini. Alle 13,45, si terrà l’incontro con i presuli svizzeri e con i cardinali e vescovi del seguito papale, nella residenza Viktoriaheim. Sempre qui, Giovanni Paolo II riceverà una delegazione dell’associazione delle ex Guardie Svizzere. Sarà questo l’ultimo impegno del Papa in terra svizzera. Alle 18,45, all’aeroporto di Payerne, avrà luogo la cerimonia di congedo. La partenza per Roma è fissata per le 19 e l’arrivo all’aeroporto di Ciampino intorno alle 20,45.

 

 

APERTA A ROMA LA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I MIGRANTI

 SUL TEMA DEL DIALOGO ECIUMENICO, INTERRELIGIOSO E CULTURALE

- Intervista con il cardinale Fumio Hamao -

 

Si è aperta oggi a Roma, a Palazzo San Calisto, la plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Al centro dei lavori è il tema del  dialogo ecumenico, interreligioso e culturale. Ma qual è la sfida posta alla Chiesa dai migranti, che nel mondo sono 175 milioni, più i  37 milioni tra profughi e sfollati? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del dicastero.

 

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R. – La sfida fondamentale, dal punto di vista della nostra competenza, è quella dell’azione pastorale specifica tra i migranti. In effetti, si nota ancora una certa difficoltà nella Chiesa ad assumere e realizzare pienamente tale prospettiva. L’”Erga migrantes caritas Christi” pubblicata il 14 maggio scorso vorrebbe essere di stimolo per una generosa, rinnovata assunzione di un tale impegno di nuova evangelizzazione.

 

D. – I migranti hanno bisogno di cose materiali, ma chiedono anche sostegno spirituale…

 

R. – Credo che sia la caratteristica della nostra Istruzione “Erga migrantes caritas Christi”, come lo sarà della Plenaria, sottolineare molto, oltre la necessità dell’accoglienza cristiana e della solidarietà, l’aspetto spirituale, di aiuto ai migranti e agli itineranti, di nuova evangelizzazione, dialogante e missionaria, da attuare nella nostra Chiesa. Naturalmente il contesto è ecumenico, interreligioso e multiculturale, nel rispetto della libertà di coscienza, dunque. Dobbiamo cioè aiutare tutti, a nutrire, conservare, sviluppare la dimensione spirituale nella loro vita.

 

D. – Quali sono le difficoltà nel dialogo con i migranti di altre religioni, pensiamo in particolare ai musulmani…

 

R. – L’Istruzione “Erga migrantes caritas Christi”, con l’approvazione del Santo Padre, affronta tale tema quando dedica attenzione alle varie “categorie” di migranti. Orbene nell’Istruzione vi è pure un capitoletto dal titolo: “quattro attenzioni particolari”. Si tratta della scuola, dei luoghi di culto, del matrimonio e della reciprocità. Vi invito a leggerlo, poiché lì vi è un po’ lo spirito dell’Istruzione, cioè quello dell’identità e fedeltà e, al tempo stesso, dell’apertura, giusta, non irenica e sprovveduta.

 

D. – Come influire attraverso i migranti su quei Paesi che non rispettano i diritti dei cristiani?

 

R. – Naturalmente non vi è pace senza giustizia, senza reciprocità. Ci auguriamo, dunque, che quando i migranti non cristiani ritorneranno al loro Paese di provenienza, con minoranza cristiana, memori della giustizia con cui furono trattati all’estero, si faranno paladini della libertà religiosa, di culto e di coscienza nei loro Paesi di origine.

 

D. – Come stanno cambiando le società di antica tradizione cristiana nell’incontro con i migranti di altre religioni?

 

R. – Le società di antica tradizione cristiana stanno diventando pluriculturali, multietniche e multireligiose, per la presenza dei migranti. Anche l’ecumenismo vi è presente, specialmente nel dialogo della vita di ogni giorno. Questa parola magica, “dialogo”, dovrebbe essere lo strumento privilegiato per una conoscenza reciproca, in tolleranza e rispetto mutuo, e altresì in relazione all’identità del Paese che ospita i migranti.

 

D. – Il dialogo può diventare anche proposta di evangelizzazione?

 

R. – Come già dicevo, il dialogo non è disgiunto dall’annuncio del Vangelo, implicito o esplicito, dalla testimonianza della carità. Siamo chiamati a nuova evangelizzazione, dunque, poiché chi era lontano, un tempo nei territori missionari, ora si fa vicino, si fa prossimo a cui far intravedere, se vuole, il tesoro che possediamo, non per nostro merito, Gesù Cristo, il Signore.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

“Sei sentieri della santità per l’umanità di oggi” è il titolo che apre la prima pagina, in riferimento al rito di canonizzazione presieduto ieri dal Santo Padre.

Sempre in prima pagina spicca con particolare rilievo: 18 maggio, 84.mo genetliaco di Giovanni Paolo II: “Al sempre giovane custode della pace gli auguri de L’Osservatore Romano”.

 

Nelle vaticane, l’udienza ai pellegrini convenuti in Piazza san Pietro per le canonizzazioni.

Nel discorso al Presidente della Repubblica di Honduras, il Papa ha sottolineato che una società basata sulla giustizia, sulla pace, sulla fraternità e sulla solidarietà favorisce il progresso integrale di tutti.

La Lettera del Santo Padre al cardinale Giovanni Battista Re per la nomina a Inviato Speciale alle celebrazioni per il 750mo anniversario della consacrazione della Patriarcale Basilica di San Francesco in Assisi (23 maggio 2004)

 

Nelle estere, in evidenza l’Iraq, in particolare l’infuriare dei combattimenti a Nassiriya, che hanno provocato la morte di un soldato italiano; ulteriori approfondimenti sulla drammatica vicenda nelle pagine italiane

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Patruno dal titolo “Gli artisti dialogano con il Papa artista”: la risposta alla Lettera del Papa è quanto mai varia ed ancora da meditare nelle sue possibili valenze teologiche ed estetiche.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo l’incidente ferroviario nell’Alessandrino.

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

17 maggio 2004

 

IRAQ: UCCISO IN UN ATTENTATO IL CAPO DEL GOVERNO PROVVISORIO IRACHENO.

MORTO ANCHE IL LAGUNARE ITALIANO MATTEO VANZAN.

CON NOI IL VESCOVO SHLEMON WARDUNI E ANDREA ANGELI

 

Il presidente di turno del Consiglio di governo provvisorio iracheno, Ezzedine Salim, è rimasto ucciso nell’esplosione di un’autobomba a Baghdad. Con lui, altre nove vittime. E a Nassiriya, nella notte, è morto il militare italiano ferito ieri gravemente negli scontri con le milizie del leader radicale sciita, Moqtada al Sadr. I particolari nel servizio di Dorotea Gambardella.

 

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“Una grande perdita per la popolazione”. Questo il commento del consiglio di governo provvisorio dell’Iraq dopo l’assassinio del suo presidente di turno, Ezzedine Salim, vicino alla sede della coalizione. Immediata la condanna della comunità internazionale, Londra in testa, che ha parlato di “un ennesimo atto contro il popolo iracheno”. Sempre sul terreno, oltre ai cinque miliziani sciiti rimasti uccisi nella notte, in combattimenti a Kerbala; sangue anche a Nassiriya, dove si è spento il caporale Matteo Vanzan, del primo Reggimento Lagunari Serenissima di Venezia. Il soldato 23enne è morto in seguito alle gravi ferite riportate, ieri, per difendere la base Libeccio dagli attacchi dei guerriglieri di Al Sadr. “Quella in Iraq non è più una missione di pace”, ha commentato il padre del giovane. Profondo cordoglio per l’uccisione del militare è stato espresso dalle autorità italiane e dal presidente della Commissione europea, Romano Prodi. E sulla situazione irachena, il premier Silvio Berlusconi, che oggi ha ribadito la necessità della presenza italiana nel Paese, ha annunciato che riferirà in Senato giovedì prossimo. La decisione arriva dopo le insistenti richieste dell’opposizione. Sul piano diplomatico, un appello alla comunità internazionale affinché si opponga “all’impudenza americana” è stato lanciato dal presidente iraniano, Mohammad Khatami. Intanto, gli Stati Uniti hanno chiesto alla Corea del Sud di trasferire in Iraq circa 4.000 soldati attualmente dislocati nel Paese asiatico.

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Ma dopo la morte del caporale italiano Matteo Vanzan, qual è la situazione ora a Nassiriya? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Andrea Angeli, portavoce dell’Autorità provvisoria di governo, raggiunto telefonicamente nella città irachena:

 

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R. – Le prime valutazioni elaborate in base a ricognizioni fatte in città sono estremamente positive, segno che le attività di ieri sera delle forze della coalizione - intese a contenere le sacche di resistenza - hanno sortito effetto. Non ci sono check-point intorno alla città e al momento non risulta la presenza di miliziani in giro per Nassiriya. Certamente non tollereremo la presenza di guerriglieri armati al di fuori delle strutture ufficiali di polizia e di sicurezza. Parallelamente, ci sarà un canale di dialogo anche con la parte politica delle milizie, per spingerle a riconsiderare la loro scelta.

 

D. – Dopo la morte del caporale italiano Vanzan, che sentimenti ci sono tra i soldati italiani a Nassiriya?

 

R. – La perdita di un uomo ha sempre un valore veramente incommensurabile. Quando poi giunge nel momento in cui una brigata si accinge a lasciare il campo - la brigata Ariete ormai è a pochi giorni dal termine del proprio mandato - tornare a casa con il ricordo di una perdita è un rientro con l’amaro in bocca. Il lagunare era appena arrivato ed era un’avanguardia di quel reggimento che costituirà a giorni l’ossatura della brigata “Pozzuolo del Friuli”. Ma Matteo era a pieno titolo uno di noi.

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Sulle violenze di Baghdad e Nassiriya abbiamo raccolto anche la testimonianza di mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare caldeo della capitale irachena. “Le ultime ore trascorse – ha commentato il presule - sono state terribili. Ma non è una novità, perché in questo periodo le giornate sono tutte terribili”. L’intervista è di Andrea Sarubbi:

 

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R. – Noi siamo sempre contrari ad ogni atto terroristico, e tutte queste azioni - sia l’uccisione del capo del governo provvisorio, sia quella del soldato italiano - trova la nostra più dura condanna. Noi vogliamo la pace, noi gridiamo per la sicurezza, per la stabilità e diciamo a tutto il mondo che la guerra porta tantissimi danni a tutti...

 

D. – Jack Straw, ministro degli esteri britannico, ha detto: ‘Chi ha ucciso il capo del governo provvisorio è nemico del popolo iracheno’. Secondo lei, il popolo iracheno ha all’interno dei nemici?

 

R. – E’ inutile parlare di ‘nemici’ o ‘amici’; noi dobbiamo seminare la pace, l’amore e la tranquillità. A tutti quelli che non vogliono il nostro bene noi diciamo: ‘Abbiate timore di Dio e guardate ai più piccoli, ai giovani, alle donne, alle ragazze...’.

 

D. – Chiaramente, queste violenze - come anche quelle di Nassiriya - complicano ulteriormente la presenza della Coalizione. Secondo lei a questo punto è giusti che i soldati stranieri vadano via, oppure tutto questo è un prezzo da pagare, alto ma necessario?

 

R. – Qualsiasi cosa possa essere utile per la pace in Iraq, è necessaria. Adesso non abbiamo la pace, non abbiamo la sicurezza: chi può darci sicurezza e pace? Prima di tutto, il Signore nostro Dio, poi tutti gli uomini armati di desiderio di cooperazione e dialogo, perché tutti dobbiamo collaborare. Quindi, che sia l’esercito, che sia l’Onu, che siano gli iracheni ... chiunque sia a costruire la pace, la sua presenza è necessaria!

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LE NUOVE TECNOLOGIE PER FAVORIRE LA CRESCITA GLOBALE.

QUESTA LA SFIDA DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLE TELECOMUNICAZIONI

 

“Favorire lo sviluppo delle nuove tecnologie, abbattere il divario digitale tra i Paesi ricchi e quelli in via di sviluppo”. E’ la sfida, in sintesi, lanciata dall’odierna giornata mondiale delle telecomunicazioni. Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, nel suo messaggio, ha ribadito che ogni governo deve impegnarsi per consentire la crescita informatica dei Paesi più poveri ed ha rimarcato che il prossimo anno, al Summit internazionale dell’Onu, a Tunisi verranno tracciati i bilanci sulle iniziative intraprese e programmati nuovi traguardi per il futuro. Il servizio è di Massimiliano Menichetti.

 

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(musica)

 

Una giornata per fare il punto sullo sviluppo delle nuove tecnologie di comunicazione, focalizzare e programmare le nuove sfide dell’era digitale, capire se oltre ad essere pilastro delle economie moderne, la tecnologia è anche d’aiuto a tutta l’umanità. Di questo avviso il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, che nel suo messaggio per la giornata odierna, ha di fatto ribadito che “bit” e onde radio possono effettivamente dare un impulso al cambiamento sociale e strutturale di tutti i popoli, a patto però che venga colmato il divario digitale che oggi separa le società più ricche da quelle in via di sviluppo.

 

La constatazione è che per molte persone oggi è difficile pensare ad una vita senza radio, tv, telefoni cellulari o internet ma per molte altre rimane il silenzio della povertà. L’invito è quindi ai governi e alla società civile che, tramite sinergie, deve concorrere all’eliminazione del cosiddetto “digital divide” così da favorire anche la crescita e la ricchezza globale.

 

Intanto, Unione Europea e Unesco hanno dato vita ad un progetto - “Info-poverty” - per favorire in 30 piccoli villaggi del mondo l’accesso ai portali informatici, cui ha partecipato anche Smau, Fiera internazionale di tecnologia che si svolge a Milano. Walter Barbaglia, direttore comunicazione Smau:

 

R. – Il progetto è partito in 30 piccoli villaggi, in Centro America, in Sud-America,   in Asia e in Africa, un domani l’obiettivo è di connettere mille villaggi. Luoghi sperduti nel mondo dove si può fare tele-medicina, tele-diagnosi, si può aiutare con le previsioni metereologiche e quindi capire se seminare o non seminare nel campo dell’agricoltura, si possono fare progetti di formazione... Ci vuole l’impegno di tutti perché è giusto che la tecnologia aiuti anche i Paesi più poveri, quelli meno fortunati.

 

D. – In concreto come è possibile connettersi ad internet, ad esempio, dal deserto o in mezzo alla foresta?

 

R. – Non è difficile, basta un personal computer portatile, con un telefono satellitare e, se non c’è corrente elettrica, e sufficiente un piccolo pannello solare.

 

Intanto, i Paesi più industrializzati continuano a studiare la convergenza tra tv, radio, internet, computer e telefonia. La sfida, dunque, è quella di creare un unico apparato di semplice utilizzo sia per il mondo del lavoro che per il tempo libero.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

17 maggio 2004

 

 

 

DUE SACERDOTI DELLA CHIESA CATTOLICA CINESE SONO STATI ARRESTATI

ALCUNI GIORNI FA NEL NORD DEL PAESE MENTRE SI APPRESTAVANO A DARE LEZIONI

SUI METODI NATURALI DI CONTROLLO DELLE NASCITE E SULLA TEOLOGIA MORALE

- A cura di Ignazio Ingrao -

 

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CITTA’ DEL VATICANO - PECHINO. = I due sacerdoti cattolici cinesi sono stati arrestati dalla polizia il 14 maggio scorso ad An Guo, nella regione dello Hebei, nella Cina del nord. Secondo quanto riferisce la Fondazione cardinale Kung, che ha sede negli Stati Uniti ma mantiene stretti contatti con i cattolici cinesi, padre Lu Genjun, 42 anni e padre Cheng Xiaoli, 40 anni sono stati arrestati dalla polizia cinese mentre si apprestavano a dare alcune lezioni sui metodi naturali di controllo delle nascite e sulla morale cattolica. Padre Lu, ordinato sacerdote nel 1990, appartiene al clero di Baoding, nell’Hebei, la regione dove vi è la maggior concentrazione di cattolici del Paese, pari ad oltre 1 milione.  È stato già arrestato diverse volte: per un breve periodo, in occasione della domenica delle Palme del 1998 e prima della Pasqua del 2001. Il 13 aprile 2001 è stato condannato a 3 anni di lavori forzati nel lager di Gaoyang.  Era stato liberato di recente ed ora risulta detenuto nella prigione di Dingzhou sempre nell’Hebei. L’altro sacerdote arrestato, padre Cheng Xiaoli, ordinato nel 1991, appartiene al clero della diocesi di An Guo e non si conosce il luogo attuale della sua detenzione. La diocesi di An Guo è senza vescovo dal 1992, quando l’ordinario del luogo, mons. Liu Difeng morì nella prigione di Cheng De. Si calcola che nella Repubblica popolare cinese siano presenti oggi circa 10 milioni di cattolici.

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A Roma la terza edizione del Glocal Forum, che aspira a trovaRE

UN NUOVO EQUILIBRIO TRA GLOBALE E LOCALE, RAFFORZANDO LE RELAZIONI

TRA LE CITTà A TUTELA DEGLI INTERESSI ECONOMICI,

SOCIALI E CULTURALI DEI SINGOLI PAESI

- A cura di Concita De Simone -

 

ROMA. = Si è aperta stamane a Roma la sessione di lavori dedicata al progetto “We are the future”. Il produttore musicale Quincy Jones, al termine dell’omonimo concerto di ieri, da lui ideato, al Circo Massimo, ha dichiarato con soddisfazione: “Non possiamo più permetterci di girare le spalle ai nostri bambini, proprio loro che sono il nostro futuro. Questa giornata è un richiamo rivolto a tutto il mondo, una ricerca di aiuto per sostenere tutti i bambini dei Paesi distrutti dalla guerra”. Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, a questo proposito ha aggiunto: “Roma già da tempo appoggia varie iniziative contro la povertà e l’ingiustizia. Siamo convinti infatti che l’impegno per costruire un futuro diverso per i Paesi dell’Africa, come per qualsiasi Paese dove guerra e povertà uccidono milioni di persone, non è soltanto un dovere morale ma è un impegno essenziale per il futuro di tutti gli esseri umani”. Nell’aula Giulio Cesare del Campidoglio erano presenti stamattina oltre all’onorevole Veltroni, Uri Savir, presidente del Glocal Forum, Hani Masri, leader per la pace co-fondatore del progetto, Anna Kajumulo Tibaijuka, direttrice di “Un habitat”, il Centro dell'Onu per gli insediamenti umani, Théoneste Mutsindashyaka, sindaco di Kigali, associata a Roma nel progetto “We are the future” e James D. Wolfenshon, presidente della Banca Mondiale, che ha dichiarato: “Se ci impegniamo subito, se ci mostriamo coraggiosi, se pensiamo di allocare e distribuire le nostre risorse in base alle loro esigenze, possiamo dare ai nostri bambini la speranza di un mondo senza conflitti. Non è solo un sogno, è la nostra responsabilità”.

 

 

LA LOTTA AL TERRORISMO NON GIUSTIFICA LA VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI,

E’ L’APPELLO LANCIATO DALLA SECONDA GIORNATA DI LAVORI DEL FORUM MONDIALE

IN CORSO A NANTES, AL QUALE PARTECIPANO 1200 DELEGATI DI 83 PAESI

 

NANTES. = Entra nel vivo il Forum mondiale dei diritti umani, in corso a Nantes, in Francia, fino al 19 maggio. La sessione odierna è dedicata al problema della lotta al terrorismo, con gli interventi, tra gli altri del rappresentante di Amnesty International, Paul Hoffmann e della signora Loubna Freih, direttore dell’Osservatorio sui diritti umani di Ginevra. Al Forum, organizzato dalla città di Nantes su iniziativa dell’Unesco, partecipano 1200 rappresentanti di organizzazioni non governative, istituzioni internazionali, governi, università e centri di ricerca, provenienti da 83 Paesi diversi. Il terrorismo, è stato osservato nel corso dei lavori di questa mattina, viola i diritti fondamentali della persona, e in primo luogo il diritto alla vita, minacciando gravemente la democrazia e lo Stato di diritto. Nonostante ciò la lotta al terrorismo va condotta nel rispetto delle regole che fondano gli Stati democratici. Inoltre, il Forum ricorda che per sconfiggere il terrorismo occorre lavorare per sradicare la povertà ed eliminare tutte le forme di discriminazione e di esclusione. In un mondo dove siano rispettati i diritti umani e la dignità della persona, il terrorismo troverebbe tagliate le sue stesse radici, è stato sottolineato nel corso dei lavori. Il Forum di Nantes è dedicato alla memoria di Sergio Vieira de Mello, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, ucciso a Bagdad il 19 agosto scorso. L’obiettivo del colloquio è riunire tutti i soggetti che lavorano nella promozione e protezione dei diritti umani, per realizzare uno scambio di informazioni, idee ed esperienze. (I.I.)

 

 

LA BIOTECNOLOGIA E’ UN GRANDE POTENZIALE PER I PAESI POVERI

 MA NON UNA PANACEA. LO SOSTIENE LA FAO NEL RAPPORTO ANNUALE PUBBLICATO

 OGGI SULLA SITUAZIONE DELL’ALIMENTAZIONE E DELL’AGRICOLTURA 2003-2004

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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ROMA.= La biotecnologia rappresenta un’importante promessa per l’agricoltura dei Paesi in via di sviluppo ma, fino ad oggi, solo gli agricoltori di pochi fra questi Stati ne hanno beneficiato. E’ quanto emerge dal rapporto annuale della Fao, pubblicato oggi, sul tema “La situazione dell’alimentazione e dell’agricoltura 2003-2004”. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione dell’Onu, l’agricoltura dovrà nutrire 2 miliardi di persone in più nei prossimi 30 anni e, attualmente, oltre il 70 per cento dei poveri del mondo vive in aree rurali. La sfida che deriva da questo scenario - sostiene l’agenzia delle Nazioni Unite - consiste nello sviluppo di tecnologie in grado di combinare diversi obiettivi, quali l’aumento dei prodotti, la riduzione dei costi ed una migliore condizione di vita nei Paesi poveri. Secondo il rapporto, i dati scientifici sull’impatto dell’ingegneria genetica sull’ambiente e sulla salute sono tuttora in corso di verifica. Generalmente, gli scienziati concordano nel riconoscere che le attuali colture transgeniche e i cibi derivati sono sicuri per l’alimentazione, anche se manca ancora un’analisi completa sugli effetti a lungo termine. L’organizzazione rileva anche come le polemiche sugli ogm, per i quali la Fao raccomanda una valutazione caso per caso, non debbano distogliere l’attenzione dal potenziale offerto dalle altre applicazioni della biotecnologia come la genomica ed i vaccini animali. Il rapporto illustra, infine, come il settore privato domini la biotecnologia a livello mondiale. Le dieci maggiori compagnie transnazionali specializzate spendono, infatti, circa 3 miliardi di dollari all’anno per lo sviluppo della biotecnologia agricola e tra i Paesi in via di sviluppo Brasile, Cina ed India vantano i maggiori programmi pubblici di ricerca.

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SONO COMINCIATI IN MYANMAR I LAVORI DELL’ASSEMBLEA COSTITUENTE

MA I PRINCIPALI PARTITI DI OPPOSIZIONE NON PARTECIPANO PER SOLIDARIETA’

CON IL PREMIO NOBEL SAN SUU KYI ANCORA AGLI ARRESTI DOMICILIARI

 

RANGOUN. = Alla presenza di 1076 delegati provenienti da tutto il Paese, si sono aperti oggi nei pressi di Rangoun i lavori dell’assemblea chiamata a redigere la nuova carta costituzionale del Myanmar (già Birmania). Il 90% dei delegati sono stati scelti direttamente dal governo e il principale partito di opposizione, La Lega nazionale per la democrazia, insieme con l’Alleanza delle nazionalità unite, ha deciso di boicottare i lavori finché non saranno rilasciati il segretario Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, e il suo vice Tin Oo, agli arresti domiciliari dal settembre scorso. La Lega nazionale per la democrazia chiede inoltre di poter scegliere da sé i propri rappresentanti da inviare alla costituente. Alla cerimonia di apertura non hanno partecipato né gli Stati Uniti né i Paesi europei. Alla stampa straniera non è permesso di seguire i lavori che si svolgono a 40 chilometri dalla capitale in un’area circondata da strutture militari. Il Myanmar è governato da 40 anni dai militari e da sedici anni non ha più una costituzione a seguito dell’introduzione della legge marziale. La scorsa estate, il nuovo premier, il generale Khin Nyunt, aveva annunciato un programma di democratizzazione del Paese in sette tappe, la prima delle quali è rappresentata dall’approvazione della nuova carta costituzionale. Il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan ha espresso “delusione” per il fatto che le parti non abbiamo raggiunto un accordo per consentire al leader dell’opposizione di partecipare ai lavori. (I.I)

 

 

NUOVE VIOLENZE NEL SUD DELLA THAILANDIA, TRE BOMBE SONO STATE FATTE

ESPLODERE IN ALTRETTANTI TEMPLI BUDDISTI. DALL’INIZIO DELL’ANNO 17O PERSONE SONO MORTE A CAUSA DI SCONTRI O ATTENTATI

 

BANGKOK. = Tre bombe sono state fatte esplodere in altrettanti templi buddisti in tre diversi distretti della provincia di Narathinwat, al confine tra Thailandia e Malesia, al centro di una nuova ondata di violenza contro il governo centrale. Non ci sono state vittime ma un passante è rimasto lievemente ferito in una delle esplosioni che hanno danneggiato gli edifici sacri. Gli attentati seguono gli scontri del 28 aprile in cui rimasero uccisi più di cento giovani islamici e cinque agenti delle forze dell’ordine. E’ la prima volta che vengono presi di mira templi buddisti: in precedenza gli atti di vandalismo e gli attentati erano stati diretti solo contro scuole e servizi pubblici. A febbraio erano stati uccisi tre monaci buddisti, i primi religiosi a morire per mano di presunti separatisti islamici. Dall’inizio dell’anno oltre 170 persone sono rimaste uccise in attentati e scontri nelle tre regioni meridionali e anche oggi un poliziotto è stato assassinato nella provincia di Pattani. L’esercito attribuisce le responsabilità delle violenze e dei danni alle strutture pubbliche ed alle scuole a gruppi separatisti islamici locali. I governi di Kuala Lumpur e Bangkok hanno sottoscritto un nuovo accordo per intensificare i controlli al confine per ostacolare le eventuali infiltrazioni di terroristi dalla Malesia in Thailandia. (G.L.)

 

 

SUOR THEREZINHA RASERA, DELLE SUORE DEL DIVIN SALVATORE, E’ STATA ELETTA IERI PRESIDENTE DELL’UNIONE INTERNAZIONALE DELLE SUPERIORI GENERALI

 

ROMA. = La religiosa brasiliana suor Therezinha Rasera, delle Suore del Divin Salvatore, è stata eletta ieri presidente dell’Unione Internazionale delle Superiori Generali (Uisg). La nomina è stata fatta dall’Assemblea  dell’Uisg riunita a Roma, che ha eletto anche i membri del Comitato Esecutivo dell’Unione. Suor Rasera resterà alla presidenza per il triennio 2004-2007. Dal 9 al 13 maggio scorsi si era svolta sempre a Roma la riunione plenaria dell'Unione Internazionale delle Superiore Generali sul tema "Donne discepole di Gesù Cristo: portatrici di riconciliazione nel mondo". La congregazione cui appartiene suor Rasera fa parte della Famiglia Salvatoriana, fondata alla fine del 1800 da padre Francesco  Jordan. Le religiose del Divin Salvatore sono circa 1200 e lavorano in 27 Paesi.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

17 maggio 2004

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

         ● I ministri degli esteri dell'Unione europea “condannano gli episodi di abuso e di umiliazione dei prigionieri in Iraq” perché “contrari alle leggi internazionali” inclusa la convenzione di Ginevra. E' quanto si afferma nella bozza del documento che sarà presentato a conclusione della riunione formale di oggi pomeriggio, anche se già da questa mattina i capi delle diplomazie si sono ritrovati a Bruxelles. Parole di condanna sono previste anche per “tutta la violenza e gli attacchi terroristici inclusi i rapimenti e le uccisioni brutali degli ostaggi”.

 

         ● Con lo sguardo al conflitto israelo-palestinese, i 25 ministri hanno condannato “la demolizione in ampia scala delle  abitazioni palestinesi nella zona di Rafah nel sud della  striscia di Gaza”. “Tali distruzioni - si legge in una nota - sono in contrasto con le leggi internazionali e con gli impegni assunti da Israele nella Road Map”. E c’è l’annuncio che l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Javier Solana, incontrerà mercoledì a Madrid il premier palestinese, Abu Ala, con l’intento dichiarato di promuovere una “nuova dinamica” nel processo di pace in Medio Oriente, cercando di dare più forza al ritiro israeliano di Gaza.  Mentre oggi è Berlino il teatro di diversi incontri significativi. Il consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Condoleeza Rice, ha avuto un colloquio nella città tedesca con il premier palestinese Abu Ala, che da parte sua ha chiesto che venga fermato il piano di Israele sulle demolizioni nel sud di Gaza. E lo stesso Abu Ala si incontrerà  anche con il cancelliere Gerhard Schroeder e il presidente Johannes Rau.

 

         ● A proposito della situazione nelle ultime ore nei territori occupati, va detto che l'esercito israeliano è entrato in forze con blindati e carri armati in punti nevralgici della striscia di Gaza, in particolare ha isolato Rafah, che si trova a ridosso del confine con l'Egitto, dal resto di Gaza, allo scopo di impedire a gruppi armati di spostarsi tra un'area e l'altra.   Tre palestinesi sono rimasti uccisi. 

 

         ● Guardiamo sempre a Bruxelles ma per un’altra delle priorità all’ordine del giorno dei ministri europei, oltre alle crisi internazionali. Si tratta della  preparazione del Consiglio europeo che si terrà il 17-18 giugno e che dovrebbe annunciare l’accordo sulla Costituzione. Da parte sua, il presidente del Parlamento europeo, Pat Cox, ha detto che un accordo “è fondamentale” per dare il segnale che l'Unione a 25 funziona e per passare “dalla fase dell'introspezione a quella dell'azione”. Secondo Cox, la nuova Europa richiede più efficienza e più democrazia e la Costituzione è lo strumento per assicurare entrambe le cose.

  

 

         ● Il primo ministro britannico, Tony Blair, è impegnato oggi in una visita lampo in Turchia, dedicata ad incoraggiare l’impegno della Turchia in vista del suo possibile ingresso nell’Unione Europea e per discutere la situazione legata alla crisi irachena. Blair in questo momento nel suo Paese è al centro del dibattito mediatico su un possibile suo ritiro dalla scena politica nel prossimo autunno. Intanto ieri sera, poche ore prima del suo arrivo in Turchia, quattro bombe non potenti sono esplose nei pressi di filiali della Banca britannica HSBC ad Ankara e Istanbul, senza però causare danni.

 

         ● Il petrolio ha toccato il nuovo record storico a 41,75 dollari a barile. E’ il prezzo di una vendita a New York. In Asia il petrolio è arrivato a 41,70 dollari. A spingere i prezzi ulteriormente sono state le ultime notizie dall’Iraq, che ha le riserve di petrolio al secondo posto per importanza nel mondo. Ad accrescere la preoccupazione per la situazione internazionale hanno contribuito anche i tre attentati in Turchia alla vigilia della visita del primo ministro britannico, Tony Blair. Già venerdì si era parlato di un massimo storico del prezzo del petrolio.

 

         ● Si avvicina il giuramento di Sonia Gandhi, in procinto di assumere la guida del governo indiano. La cerimonia dovrebbe aver luogo mercoledì, ma è stato annunciato un boicottaggio da parte del Bjp, partito dell’ex premier Vajpayee. In ogni caso, del nuovo esecutivo non faranno parte i comunisti, che oggi hanno deciso di volersi limitare ad un appoggio esterno. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:

 

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La decisione dei due principali partiti comunisti, che insieme hanno circa il 15 per cento dei voti, è dovuta principalmente a pressioni da parte della base a livello locale. In Kerala, dove il partito comunista indiano marxista governa da 20 anni, il partito della Gandhi è un acerrimo nemico. Intanto la prospettiva di un governo di sinistra appoggiato dai comunisti, nettamente contrari alle privatizzazioni di alcune aziende di Stato, continua a seminare panico tra gli investitori. In apertura, la borsa di Bombay è crollata del 15 per cento, un altro record negativo dopo lo scorso venerdì nero. Per evitare un tracollo è dovuto intervenire anche l’attuale ministro delle Finanze  che ha chiesto alle istituzioni finanziarie di intervenire sul mercato comprando azioni. A vendere sarebbero stati soprattutto gli investitori stranieri che di recente avevano scommesso molto sul miracolo indiano.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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         ● E’ l'ex presidente e candidato liberale Leonel Fernandez il vincitore del primo turno delle presidenziali svoltesi ieri nella Repubblica Dominicana. Fernandez è già stato presidente tra il 1996 e il 2000. La sua figura ha convinto più delle promesse di altri, come spiega nel servizio Maurizio Salvi:

 

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Le numerose promesse dell’ultimo minuto del presidente uscente, Hippolito Mejia, riguardanti la costruzione di case popolari e l’aumento del 30 per cento degli stipendi pubblici, non sono serviti a frenare il successo dell’ex presidente Leonel Fernandez del Partito della liberazione domenicana. Ed è stato proprio il capo dello Stato uscente, a nome del partito rivoluzionario domenicano, a concedere la vittoria al suo avversario. Subito dopo, a sostegno di questo verdetto degli elettori, Agripino Núñez Collado, presidente della Commissione di appoggio ai lavori della giunta elettorale, ha rivolto un appello ai sostenitori di Mejia a rispettare i risultati elettorali. “A nessuno venga in mente – ha detto – di danneggiare questo processo elettorale”. Adesso Fernandez, che ha governato negli anni Novanta applicando teorie neo-liberali, si trova a dover affrontare una formidabile sfida economica. La situazione nel Paese è drammatica per l’aumento della disoccupazione e dei prezzi e perché le riserve monetarie sono praticamente esaurite a fronte di un debito estero di 7 miliardi di dollari. In più, dopo la drammatica giornata dell’11 settembre 2001, il turismo è praticamente crollato a zero.

 

Maurizio Salvi per la Radio Vaticana.

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         ● Il comandante della guerriglia indipendentista Shamil Basayev ha minacciato di uccidere, dopo il presidente ceceno Akhmad Kadyrov, anche il capo di stato russo Vladimir Putin. E’ quanto ha scritto in un messaggio nel quale ha espressamente rivendicato l'attentato contro Kadyrov compiuto il 9 maggio scorso a Grozny.

 

         ● Il presidente russo ha ricevuto oggi al Cremlino il ministro degli esteri iraniano Kharrazi, giunto a Mosca per una visita ufficiale di due giorni. “Russia e Iran - ha dichiarato Kharrazi - possono  collaborare non solo sul piano bilaterale, ma anche su quelli  regionale e internazionale”. Putin, dal canto suo, ha affermato che ‘l'Iran è un partner antico e stabile’ della Russia e che i rapporti tra i due Paesi “si sviluppano sulla base dell'accordo del 2001, rispettandone i principi, lo spirito e il contenuto”. Il presidente russo ha poi definito “splendidi” i risultati della cooperazione economico-commerciale” con l'Iran, che nel 2002 ha fatto registrate un incremento degli scambi del 70 per cento.

 

         Nonostante le pressioni di parte dell’opinione pubblica statunitense, dello stesso presidente Bush e della Chiesa, il Massachusetts è da questa mattina il primo Stato degli Stati Uniti a legalizzare i matrimoni tra omosessuali. Lo scorso 18 novembre la Corte suprema di Stato ha appoggiato, infatti, le richieste di sette coppie gay e lesbiche, che nella primavera del 2001 intentarono causa allo Stato per aver rifiutato di concedere loro il certificato di matrimonio.

In Honduras, 101 detenuti del carcere di San Pedro Sula, 240 km a nord della capitale, Tegucigalpa, sono morti nell’incendio che ha devastato la loro prigione. Ad annunciarlo, le autorità locali.

 

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