RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 134 - Testo della trasmissione di giovedì 13 maggio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il rispetto dei valori e delle tradizioni religiose alla base di una società fondata sulla pace e il dialogo: così, il Papa al presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, ricevuto stamani in Vaticano

 

Siate uomini di preghiera e gioiosi testimoni di Cristo nel campo delle comunicazioni sociali: è l’invito rivolto stamane dal Papa al Capitolo generale dei Paolini

 

Giovanni Paolo I augura pronta guarigione al Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, infortunatosi alla clavicola in un incidente domestico

 

Oggi 13 maggio la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine di Fatima. E proprio oggi ricorre il 23° anniversario dell’attentato a Giovanni Paolo II: intervista con don Clemente Dotti

 

Firmato a Bratislava l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca sull’educazione e sull’istruzione cattolica

 

Domenica 16 maggio la canonizzazione del monaco libanese Nimatulláh: era insegnante, sarto e rilegatore di libri, uomo del dialogo e della speranza, amato anche da musulmani e drusi: con noi padre Paolo Azzi.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Crisi mediorientale e timori di uno scontro di civiltà: ai nostri microfoni il cardinale Roberto Tucci

 

India: vince a sorpresa il partito di Sonia Gandhi. Sconfitti i nazionalisti indù finora al governo. Ce ne parla padre Carlo Torriani.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Appello post-elettorale del Forum nazionale dei cristiani dell’India ai politici vincitori delle elezioni.

 

Allarme carestia in Mongolia

 

In corso a Roma il capitolo generale dei padri Bianchi

 

Presentato questa mattina a Roma il concerto per il dialogo tra i popoli dal titolo “Voglio svegliare l’aurora” che si terrà nell’aula Paolo VI la sera di martedì 18 maggio

 

Concluso a Firenze il Congresso mondiale della Global March

 

Partita a Cannes la 57.ma edizione del Festival del cinema

 

Inaugurata al Museo ebraico di Roma la Mostra dedicata alla costruzione della Sinagoga, nel centenario della sua edificazione

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora una giornata di combattimenti in Iraq, dove arriva – a sorpresa – il segretario alla Difesa statunitense Donald Rumsfeld. Polemiche a Washington sulle violenze nelle carceri irachene

 

Dura risposta di Israele all’uccisione dei 5 soldati israeliani uccisi ieri a Gaza. Incursioni aeree a Rafah: perdono la vita 12 palestinesi

 

Scontri in Nigeria: almeno 400 i cristiani uccisi nella città settentrionale di Kano.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 maggio 2004

 

 

IL RISPETTO DEI VALORI E DELLE TRADIZIONI RELIGIOSE ALLA BASE DI

UNA SOCIETA’ FONDATA SULLA PACE E IL DIALOGO: COSI’ IL PAPA AL PRESIDENTE

DEL SENEGAL, ABDOULAYE WADE, RICEVUTO STAMANI IN VATICANO

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto stamani in udienza il presidente senegalese, Abdoulaye Wade, con la moglie e il seguito. Nel discorso per l’occasione, il Papa ha ricordato il suo viaggio apostolico in Senegal, nel 1992, ed ha espresso l’auspicio che si possa finalmente costruire una società fondata sul dialogo e la pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“JE DEMANDE AU TRES-HAUT DE SOUTENIR LES EFFORTS…“. 

 

Parlando al presidente del Senegal, il Papa ha invocato il sostegno di Dio per quanti sono impegnati nell’edificazione di una società fondata sulla giustizia e sulla pace. Una società costruita “nel rispetto dei valori e delle tradizioni religiose proprie ad ognuno”.

 

Rispetto, ha detto, che “contribuisce all’unità nazionale, ma al tempo stesso mantiene la concordia e la promozione del fraternità fra tutti i membri della società”. Quindi, il Pontefice ha impartito la sua benedizione al popolo del Senegal ed ha auspicato che il presidente possa attuare al meglio il suo impegnativo compito.

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“SIATE UOMINI DI PREGHIERA E GIOIOSI TESTIMONI DI CRISTO

NEL CAMPO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI”:

 È L’INVITO RIVOLTO STAMANE DAL PAPA AL CAPITOLO GENERALE DEI PAOLINI

 

“Essere San Paolo oggi vivente. Una Congregazione che si protende in avanti”: in queste parole – ha detto il Papa - c’è tutto don Giacomo Alberione, fondatore dei Paolini, beatificato un anno fa.  E’ questo il tema del Capitolo generale della Società San Paolo, riunito in questo mese di Maggio ad Ariccia, vicino Roma. In quest’occasione il Santo Padre ha accolto oggi in Vaticano, i Paolini, accompagnati dal nuovo Superiore generale don Silvio Sassi. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Ripartire da Cristo e da san Paolo: questo suggerisce la testimonianza di don Alberione. “Da questa fedeltà al carisma dipende il futuro della vostra Congregazione”, ha detto Giovanni Paolo II ai Paolini. “Impegnatevi ad unire sempre, alla necessaria competenza professionale, una costante ricerca della santità. Siate anzitutto uomini di preghiera e gioiosi testimoni” di Cristo, nel campo delle comunicazioni sociali “assai importante per la nuova evangelizzazione.” “Ogni nuova generazione di Paolini deve in un certo senso riscoprire San Paolo” “Domandatevi sempre”: che cosa farebbe lui  “se si trovasse a vivere ai nostri tempi? E’ lo stesso Don Alberione – ha suggerito il Papa - a rispondervi: ‘Se San Paolo vivesse, continuerebbe ad ardere di quella duplice fiamma … lo zelo per Dio ed il suo Cristo, e per gli uomini d’ogni paese. E per farsi sentire salirebbe sui pulpiti più elevati e moltiplicherebbe la sua parola con i mezzi del progresso attuale”

 

Un programma apostolico “impegnativo” per offrire “un prezioso contributo alla missione della Chiesa nel terzo millennio.” Poi il saluto finale:

 

“Vi guidi e vi accompagni Maria Santissima, Regina degli Apostoli. Io vi assicuro un ricordo particolare nella preghiera e di cuore benedico voi e tutti i vostri Confratelli”.

 

Fondata nel 1914 la Società di san Paolo, è composta da religiosi, sacerdoti e laici consacrati, in tutto 1060 membri, sparsi in 111 Case, ed opera oggi in 28 Paesi di tutti i Continenti, per diffondere il messaggio cristiano attraverso ogni mezzo di comunicazione. Molteplici sono dunque le attività della Congregazione: editoria libraria, giornalistica, cinematografica, musicale, televisiva, radiofonica, audiovisiva, multimediale, telematica, oltre a Centri di studio e ricerca, formazione ed animazione.  

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GIOVANNI PAOLO II AUGURA PRONTA GUARIGIONE

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA, CARLO AZEGLIO CIAMPI,

INFORTUNATOSI ALLA CLAVICOLA IN UN INCIDENTE DOMESTICO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Giovanni Paolo II ha telefonato, stamani, al presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, per augurargli un “pronto ristabilimento” dopo un incidente domestico, che ha procurato al Capo dello Stato una leggera frattura alla clavicola destra. E’ quanto ha reso noto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls, aggiungendo che il Papa ha “trovato molto bene” il presidente Ciampi. La telefonata, molto cordiale, si è chiusa con un tipico augurio polacco: “Lunga vita”.

 

 Il presidente della Repubblica si è infortunato in un incidente domestico, la notte scorsa, al ritorno da una visita a Pavia. Le radiografie praticategli all’ospedale del Celio hanno evidenziato una frattura della clavicola destra, che è stata immobilizzata assieme alla spalla e al braccio, ma non ingessata. Ciampi - che a dicembre ha compiuto 83 anni e proprio oggi festeggia il quinto anniversario dell’elezione a Capo dello Stato - è apparso di buon umore ai collaboratori, che stamani sono andati a visitarlo. Da tutto il mondo politico e istituzionale stanno giungendo, in queste ore, al presidente Ciampi calorosi auguri di pronta guarigione.

 

Le udienze al Quirinale sono state sospese per i prossimi 2-3 giorni. I medici hanno disposto un breve periodo di riposo. E’ quasi certo che Ciampi non potrà partecipare - domenica prossima - in Spagna ai festeggiamenti per il matrimonio del figlio del re di Spagna Juan Carlos. Sono, invece, confermati al momento il viaggio in Romania, a fine mese, per il vertice dei capi di Stato del Centro Europa; gli impegni per le celebrazioni del 2 giugno (Festa della Repubblica) e il viaggio in Cina dal 5 al 10 giugno prossimi.

 

 

OGGI 13 MAGGIO LA CHIESA CELEBRA LA MEMORIA DELLA BEATA VERGINE DI FATIMA.

 23 ANNI FA L’ATTENTATO A GIOVANNI PAOLO II IN PIAZZA SAN PIETRO

- Intervista con don Clemente Dotti -

 

La Chiesa oggi fa memoria della Madonna di Fatima. Il 13 maggio del 1917 la Vergine appariva a tre pastorelli nella Cova da Iria a Fatima: Lucia, Francesco e Giacinta. E sempre il 13 maggio, ma di 23 anni fa, nel 1981, Giovanni Paolo II era vittima dell’attentato a Piazza San Pietro. Ieri, durante l’udienza generale, il Papa, ricordando l’odierna ricorrenza della Vergine di Fatima, ha invitato i fedeli a rivolgersi incessantemente e con fiducia alla Madonna, affidando a Lei ogni necessità. Ma quale messaggio viene da Fatima? Giovanni Peduto lo ha chiesto a don Clemente Dotti, responsabile del settore delle confessioni nel santuario di Fatima.

 

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R. – Il messaggio è prima di tutto quello della pace. La Madonna  ha chiesto qui a Fatima, anzitutto la pace durante la prima Guerra Mondiale e ha chiesto di pregare perché il conflitto finisse. Voglio ricordare che è presente qui a Fatima un pezzo del muro di Berlino, una barriera che si è elevata per odio contro la gente, contro la Chiesa, buttato poi giù dalla fede del popolo. Qui a Fatima è presente questo pezzo di muro per testimoniare che la Madonna è riuscita ad entrare e vincere, anche lì dove pareva fosse insormontabile la cortina dell’ateismo. Oggi c’è ancora bisogno di pace, c’è bisogno di pregare. La Madonna ha detto appunto che la preghiera è l’unico mezzo che ci porta ad ottenere la pace, perché la pace è un dono di Dio.

 

D. – Dei tre veggenti di Fatima oggi è ancora vivente suor Lucia. Ci può dire qualcosa di lei?

 

R. – Lei è nel Carmelo. Ha chiesto la clausura per stare in comunione con Dio, nella preghiera. Anche se ha 97 anni è ancora lucidissima di mente. Alla domanda di un cardinale “Che cosa ha provato lei quando ha visto la Madonna?”, l’ha guardato con gli occhietti vispi e ha detto: “Eminenza, i nostri vocabolari non contengono queste parole”. Ecco la vivacità di questa donna che ha 97 anni.

 

D. – La memoria liturgica della Madonna di Fatima è legata all’attentato subito dal Papa proprio il 13 maggio del 1981, 23 anni fa…

 

R. – Effettivamente da quel giorno il Papa  ha conosciuto più profondamente il messaggio di Fatima, tant’è vero che è venuto tre volte. Il legame, dunque, del Papa con Fatima è certamente molto profondo. Sicuramente è però aumentato molto dopo l’attentato, perché ha riconosciuto che una mano materna ha deviato il proiettile che sarebbe stato per lui fatale. Il 13 maggio 1981, giorno dell’attentato, non solo per il Papa è stato un momento di crescita nella devozione alla Madonna, ma anche per i fedeli che hanno riconosciuto in questo segno della Madonna, misterioso, una protezione materna, perché questo Papa, anche se malato, continuasse a diffondere il messaggio al mondo intero e nella sua malattia desse segni di una vitalità, di una forza interiore non posseduta da tutti. Lui, nella sua età e nella sua malattia, continua ad essere in prima linea e a proclamare con voce forte le verità.

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FIRMATO A BRATISLAVA L’ACCORDO TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA SLOVACCA

SULL’EDUCAZIONE E SULL’ISTRUZIONE CATTOLICA

 

Oggi è stato sottoscritto a Bratislava l’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca sull’educazione e sull’istruzione cattolica.

 

Hanno firmato l’Accordo il presidente slovacco Rudolf Schuster e l’arcivescovo Henryk Józef Nowacki, nunzio apostolico nella Repubblica Slovacca.

 

Con riferimento all’Accordo Base tra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca, firmato nel 2000, il presente Accordo riconosce il diritto della Chiesa Cattolica all’educazione. Regola poi l’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, l’Università Cattolica e la pastorale universitaria. L’Accordo entrerà in vigore dopo lo scambio degli strumenti di ratifica.

 

 

DOMENICA 16 MAGGIO LA CANONIZZAZIONE

DEL MONACO LIBANESE NIMATULLAH KASSAB AL-HARDINI:

 ERA INSEGNANTE, SARTO E RILEGATORE DI LIBRI, UOMO DEL DIALOGO

E DELLA SPERANZA, AMATO ANCHE DA MUSULMANI E DRUSI

- Intervista con il postulatore, padre Paolo Azzi -

 

Tra i sei nuovi santi che Giovanni Paolo II proclamerà domenica prossima 16 maggio c’è anche il monaco libanese maronita Nimatullah Kassab Al-Hardini. Un religioso vissuto nella prima metà del 1800, che sarà il terzo santo del Libano. Nimatullah, questo nome vuol dire “Dono di Dio”, non fu solo un monaco: svolse anche il lavoro di insegnante, sarto e rilegatore di libri. Sulla sua figura ci parla il postulatore della causa di canonizzazione, padre Paolo Azzi, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. – Il monaco Nimatullah non aveva tempo libero. E’ stato un vero monaco che ha applicato in modo totale la regola monastica, ora et labora. Un uomo di grande spiritualità e di una grande visione scientifica per se stesso ma anche per gli altri. Apriva scuole gratuite per i ragazzi. Rilegava libri e manoscritti tradotti anche da lingue straniere. Ma la sua scienza non era una chiusura su di sé, era una apertura missionaria verso quelli che avevano bisogno della sua carità o della sua scienza. Molto attento al mosaico della comunità Libanese, non faceva distinzione tra musulmani, drusi o cristiani nella sua missione. L’essenziale per lui era di salvare gli altri come cercava di salvare la sua anima. Il suo celebre slogan era “beato quello che riesce a salvare la sua anima”.

 

D. – Ci può raccontare un episodio significativo della sua vita?

 

R. – Ha giocato un ruolo eccezionale nelle opere caritative durante il massacro dei cristiani nel 1845. Era presso ogni famiglia e ogni orfano, aiutava, insegnava e pregava. Tutta la sua attività e spiritualità era concentrata in un amore infinito per il Signore e una devozione straordinaria per la sua Madre. Davanti alla porta della sua cella c’era l’icona della Madonna chiamata da tutti “la Madonna di Hardini”.

 

D. – Cos’è la santità per Al-Hardini?

 

R. - La santità di Hardini è una valorizzazione delle virtù teologali e cardinali. Un uomo dello Spirito Santo che ha lavorato su se stesso per essere un piatto di carità nel refettorio degli altri. Pregava in abbondanza, meditava davanti al Santissimo ore e ore, e pregava il Rosario ogni giorno, e dormiva poco e lavorava molto. La santità per lui non era una teoria ma una pratica di ogni giorno, ogni tempo e ogni momento.

 

D. – Quale messaggio porta questo nuovo santo al Libano di oggi?

 

R. – Il messaggio del Beato Nimatullah è un messaggio di amore, pace e speranza. Il popolo di Nimatullah è un popolo che ha vissuto sempre nella sua storia una Settimana Santa continua. E per vincere la disperazione, ha seguito la strada della speranza. La sua canonizzazione è una lettera aperta indirizzata al Libano che ha sofferto molto e ai libanesi che hanno bisogno di pace e per la terra martirizzata del Medio Oriente.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto un gruppo di vescovi degli Stati Uniti in visita ad Limina.

 

In Guatemala, il Santo Padre ha nominato vescovo di Zacapa y Santo Cristo de Esquipulas, mons. José Aníbal Casasola Sosa, amministratore diocesano della medesima circoscrizione ecclesiastica e parroco di Gualán. Nato il 4 novembre del 1949 nel municipio di La Unión, nella diocesi di Zacapa, ha ricevuto l'Ordinazione sacerdotale nel 1977. E’ stato direttore della Scuola diocesana per i Laici, assessore diocesano e nazionale dei “Cursillos de Cristiandad” e presidente della Commissione diocesana di Zacapa per il Giubileo 2000.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Iraq con un articolo dal titolo "Nell'abisso della disumanità", in riferimento all'imperversare delle brutalità ed alle nuove foto che documentano gli abusi sui detenuti iracheni. 

 

Nelle vaticane, il discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti al Capitolo Generale della Società San Paolo: "Dalla fedeltà al carisma - ha detto il Papa - dipende il futuro della Congregazione".

Le solenni Celebrazioni presiedute dal Cardinale Renato Raffaele Martino in occasione della memoria liturgica della Beata Vergine di Fatima, nella cittadina portoghese. 

 

Nelle estere, la notifica dell'Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Slovacca sull'educazione e sull'istruzione cattolica.  

Medio Oriente: la battaglia si sposta a Rafah, mentre l'esercito israeliano si ritira da Gaza dopo la riconsegna dei resti dei sei soldati uccisi.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica "Oggi", una riflessione di Roberto Bernabei dal titolo "L'affetto è un elisir di lunga vita": la geriatria è soprattutto una prospettiva assistenziale che considera tutte le varie dimensioni della persona.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la crisi irachena. Il pm militare indaga sul carcere di Nassiriya. Il Governo: non sapevamo degli abusi.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

13 maggio 2004

 

CRISI MEDIORIENTALE E TIMORI DI UNO SCONTRO DI CIVILTA’:

NE PARLA AI NOSTRI MICROFONI IL CARDINALE ROBERTO TUCCI

 

La crisi in Iraq e nel Medio Oriente, il ruolo della comunità internazionale, i timori che i conflitti attuali possano trasformarsi in uno scontro di civiltà, il prossimo incontro ai primi di giugno in Vaticano tra Giovanni Paolo II e il presidente degli Stati Uniti Gorge Bush: questi i temi al centro del commento odierno del cardinale Roberto Tucci, raccolto da Luca Collodi.

 

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Io ho letto questa mattina una bella intervista con il cardinale Laghi – ricordiamo che il cardinal Laghi fu inviato dal Papa presso Bush per convincerlo a non scatenare questa disastrosa guerra, disastrosa come si sta rivelando oggi: credo che sia molto importante che ci sia questo incontro. D’altra parte ho letto il libro di Huntington, “The Clash of Civilizations”, lo scontro tra le culture. Non credo che l’autore intendesse dire che fosse inevitabile, ma che ci fosse il pericolo. Naturalmente, temo che stiamo facendo il possibile per farlo diventare una realtà. Io non credo alla ineluttabilità degli eventi storici.

 

C’è sempre l’uomo, e l’uomo nel male e nel bene, e nel bene l’uomo può impedire che certi processi, che sembrano inevitabili, non siano più inevitabili. E se c’è qualcuno che ha fatto ed ha operato in questa direzione, è stato il Papa. Il Papa è stato quello che si è battuto perché non si arrivasse ad uno scontro di civiltà e ad uno scontro tra religioni.

 

 E’ molto importante, questo fatto: aver paura dello scontro, aver paura nel senso di aver paura che avvenga, e cercare di far sì che non avvenga. E credo che una delle cose principali sia, per esempio, quello che il Papa ieri ha detto, quando il Papa ha chiesto di pregare per la pace nel mondo, specialmente in Iraq e in Medio Oriente – quindi il Papa mette sempre in collegamento Iraq e Medio Oriente: non basta far qualcosa in Iraq, bisogna far qualcosa contemporaneamente in Israele, e lì la responsabilità degli Stati Uniti è altrettanto grande.

 

Il Papa ha parlato del sostengo della comunità internazionale: ecco, questo è un altro punto importante sul quale il Papa è sempre ritornato, sia quando si cercava di scongiurare la guerra, sia adesso che la guerra è avvenuta e che la pacificazione non si riesce a realizzare.

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ALLE ELEZIONI IN INDIA VITTORIA A SORPRESA DEL PARTITO DEL CONGRESSO.

 STASERA LE DIMISSIONI DEL PREMIER VAJPAYEE

- Intervista con Padre Carlo Torriani -

 

Risultato a sorpresa nelle elezioni legislative che si sono tenute in India dal 20 aprile al 10 maggio scorsi. A spoglio delle schede quasi ultimato il Partito del Congresso, finora all’opposizione, risulta nettamente in testa, con 145 seggi su 119 dei nazionalisti indù del Bharatiya Janata Party (Bjp). In progresso anche i partiti di sinistra, tradizionalmente alleati del Congresso. Il Bjp del premier Vajpayee ha ammesso la sconfitta e stasera stessa il capo del governo dovrebbe rassegnare le dimissioni. Tra le prime dichiarazioni del partito di Sonia Gandhi, che si propone come futuro premier, l’intenzione di favorire pienamente il dialogo con il Pakistan, per risolvere la decennale ostilità che divide le due confinanti potenze nucleari. Il servizio da New Delhi:

 

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E’ stata una secca bocciatura per il governo indù nazionalista di Vaj-payee e per la sua campagna elettorale basata sull’idea di “India Shining” – India splendente. L’India ha svoltato a sinistra ed ha premiato il Congresso di Sonia Gandhi, che da otto anni era all’opposizione. L’alleanza di governo, che ha voluto queste elezioni anticipate per sfruttare un momento economico favorevole, ha perso quasi il 15 per cento dei seggi rispetto alle elezioni del ’99. E’ stato un travaso di voti verso il partito del Congresso ed altri partiti laici che hanno ampiamente oltrepassato la soglia dei 200 seggi. Il magico numero per raggiungere la maggioranza assoluta di 272 seggi, nessuno dei due schieramenti è in grado di raggiungerlo. Come hanno previsto gli exit-polls, da queste elezioni non emerge nessun chiaro vincitore. I risultati non sono ancora definitivi, ma è probabile che il presidente Abdul Kalam darà l’incarico al Congresso per formare un governo. E qui sorgono molti interrogativi su chi sarà il futuro premier. Alcuni alleati del Congresso avrebbero posto il veto sulla candidatura di Sonia Gandhi a primo ministro in quanto di origini straniere.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Ma quali sono le motivazioni di questo risultato? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Padre Carlo Torriani, missionario del Pime da 35 anni in India:

 

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R. – In India, influisce molto la regola dell’alternanza, cioè chi è al governo si logora perché non riesce a soddisfare tutte le promesse che generalmente si fanno durante le campagne elettorali. Questa può essere una interpretazione. L’altra è che il Bharatiya Janata Party ha fatto tutta una politica per cui ha favorito la classe media, la borghesia, le classi urbane, mentre tradizionalmente il partito del Congresso si è sempre basato sull’elettorato più povero delle campagne, quindi probabilmente anche questo potrebbe avere influito in queste elezioni.

 

D. – A questo punto, quali sono le difficoltà che il partito di Sonia Gandhi dovrà affrontare per creare il nuovo governo?

 

R. – La scelta del premier sarà molto contestata perché la battaglia s’è sempre fatta contro le origini straniere di Sonia Gandhi e questo ha influito molto sull’opinione pubblica.

 

D. – Come la Chiesa cattolica in India guarda all’esito di queste consultazioni?

 

R. – Penso che la Chiesa cattolica sia soddisfatta perché il Bharatiya Janata Party non è stato capace di controllare le frange estremiste che l’hanno portato al governo e non è stato capace di spegnere questa campagna anti-cristiana che è stata condotta in questi ultimi anni. La Chiesa s’è sempre rivolta a quelli che soffrono di più nella struttura sociale attuale, e quindi è auspicabile che il partito del Congresso che si è sempre basato sull’elettorato dei tribali e dei fuori-casta, oltre che anche dell’alta casta dei brahmini, possa agire in favore di questi settori della popolazione.

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CHIESA E SOCIETA’

13 maggio 2004

 

APPELLO POST-ELETTORALE DEL FORUM NAZIONALE DEI CRISTIANI DELL’INDIA

AI POLITICI VINCITORI DELLE ELEZIONI, PERCHE’ ESERCITINO IL LORO MANDATO

CON SENSO DI RESPONSABILITÀ

 

DELHI. = Le Chiese cristiane dell’India, all’indomani delle chiusura delle urne nel Paese asiatico, si appellano ai politici affinché rispondano con senso di responsabilità al mandato loro affidato dai cittadini attraverso il voto. L’arcivescovo di Delhi, Vincent Concessao, presidente del Forum nazionale dei cristiani uniti - che riunisce la Conferenza episcopale dei vescovi indiani, il Consiglio nazionale delle Chiese dell’India e la Fratellanza evangelica dell’India - si è detto soddisfatto per il regolare svolgimento delle elezioni. Il Forum ha comunque espresso il suo rammarico per gli episodi di violenza e le morti in alcune parti della nazione e manifestato la sua preoccupazione per le discrepanze segnalate tra le liste dei votanti e gli elettori, che hanno impedito a migliaia di persone di esercitare il loro fondamentale diritto di voto. I leader cristiani ricordano che la popolazione si affida ai suoi rappresentanti eletti perché sia formato un governo che agisca nello spirito della costituzione indiana: “Un atto di fiducia sacro che non può essere tradito”. Il Forum ha inoltre ribadito l’impegno della Chiesa cristiana per la democrazia secolare e per costruire la pace e l’armonia tra tutte le diverse componenti della popolazione per il bene dell’intera nazione. (G.L.)

 

 

ALLARME CARESTIA IN MONGOLIA. L’ORGANIZZAZIONE “AZIONE CONTRO LA FAME”

CHIEDE AIUTO ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE: 70 MILA FAMIGLIE A RISCHIO

MISERIA IN UN PAESE COLPITO DA GRAVI PROBLEMI CLIMATICI ED ECONOMICI

- A cura di Francesca Pierantozzi -

 

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PARIGI. = La miseria dimenticata, bambini che vivono in cunicoli sotterranei, la fame, la carestia: anche questo è la Mongolia, un Paese citato di frequente negli itinerari turistici ma dimenticato quando si tratta di aiuti umanitari. Per portare l’attenzione della comunità internazionale su una crisi che potrebbe trasformarsi in tragedia nazionale, l’organizzazione “Action contre la faim” – Azione contro la fame (Acf) – ha indetto una conferenza stampa a Parigi. Di ritorno da un viaggio in Mongolia, il presidente di Acf, Jean-Christophe Ruffin, ha parlato di una fortissima insicurezza alimentare nel Paese dovuta ad una serie senza precedenti di catastrofi climatiche che hanno decimato il bestiame. Secondo Ruffin, è in gioco la sopravvivenza di circa 70 mila famiglie in un Paese completamente perturbato – così ha detto – dal passaggio ad un liberalismo selvaggio. Action contre la faim fa appello alla mobilitazione in vista dell’inverno, quando le temperature raggiungono anche 40 gradi sotto lo zero.

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IN CORSO A ROMA IL CAPITOLO GENERALE DEI PADRI BIANCHI

CHE DOVRA’ ELEGGERE IL NUOVO SUPERIORE GENERALE E STUDIARE

I NUOVI OBIETTIVI MISSIONARI DELL’ISTITUTO FINO AL 2010

 

ROMA. = Un bilancio della vita interna e lo studio di nuove piste missionarie. Sono di due obiettivi principali del 26.mo Capitolo generale della Società dei Missionari d’Africa, familiarmente conosciuti come Padri Bianchi, in corso nella Casa generalizia dell’Istituto, a Roma. Nella solenne concelebrazione eucaristica d’apertura – riferisce la Fides - il superiore generale, p. Francois Richard, aveva sottolineato all’omelia che la Società dei Padri Bianchi, “a 136 anni dalla sua fondazione, deve ancora lasciarsi stupire dal roveto ardente”, allo stesso modo in cui un uomo anziano come Mosè lo fu davanti alla chiamata di Dio. Tra i primi interventi, l’animatore spirituale del Capitolo, Hans Schrenk, ha proposto tre modelli per rispondere alle domande sul chi e il perché della missione: Nelson Mandela, l’Apostolo Pietro e Giovanni, il discepolo prediletto da Gesù. Il Capitolo è chiamato ad esaminare l’attività dell’istituto negli ultimi sei anni, studiare i diversi aspetti della vita dell’istituto, indicare le vie della missione dei Padri Bianchi per il prossimo mandato che arriverà al 2010 ed eleggere il nuovo governo della Congregazione. Al Capitolo generale, che dovrebbe durare circa 6 settimane, partecipano 60 membri di 18 nazioni, che arrivano a 24 se si includono quanti lavorano o studiano presso la Casa Generalizia. Fondati nel 1868 dal Card. Charles Lavigerie per l’evangelizzazione dell’Africa, i Padri Bianchi sono attualmente 1.770. (A.D.C.)

 

 

PRESENTATO OGGI A ROMA, IL CONCERTO IN VATICANO DEL GRUPPO MUSICALE

GEN ROSSO, IN OCCASIONE DEL 40.MO ANNIVERSARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO

 PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO. L’EVENTO SI TERRA’ IL PROSSIMO 18 MAGGIO,

 IN AULA PAOLO VI ALLE ORE 20.30, NEL GIORNO DEL COMPLEANNO DEL PAPA

- A cura di Gabriella Ceraso -

 

ROMA. = “Questo concerto sarà un modo per celebrare lo spirito del Dialogo, inteso come armonia, rispetto, assenza di barriere”. Sono le parole con le quali l’arcivescovo Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, ha presentato oggi il concerto del Gen Rosso, un gruppo musicale legato al Movimento dei Focolari che da anni gira il mondo con il suo messaggio artistico di pace e di dialogo tra i popoli. Organizzato dal dicastero vaticano in occasione del quarantennale della sua fondazione, il concerto si terrà nell’Aula Paolo VI martedì 18 maggio, giorno dell’84.mo compleanno di Giovanni Paolo II. Il titolo del concerto riecheggia i Salmi: “Voglio svegliare l’aurora. Questa scelta che ispira le canzoni del Gen Rosso, ha osservato mons. Fitzgerald, “è emblematica, perché pur avendo radici ebraiche queste preghiere valicano le frontiere religiose e sono riconosciuti quale testo sacro e sapienziale da Cristianesimo, Ebraismo e Islam”. Una griglia tematica collegherà le canzoni: giustizia, diritti umani, ricerca trascendente, globalizzazione, malattia, ponendo l’accento sui valori della pace e della fraternità, e con un occhio di riguardo alle comuni radici dei popoli europei. L’ossatura portante sarà l’orchestra di 40 elementi della Filarmonica di Milano, che affiancherà il Gen Rosso in un concerto di canzoni che non vuole essere né musical né recital, con scenografie essenziali, qualche coreografia e la lettura teatrale degli antichi Salmi. Per questo,sul palco salirà un cast internazionale con la partecipazione straordinaria della cantante israeliana Noa, e gli attori Claudia Koll, Vincenzo Bocciarelli e Giovanni Scifoni.

 

 

CONCLUSO A FIRENZE IL CONGRESSO MONDIALE DELLA GLOBAL MARCH:

AL CENTRO DELL’INTERESSE, LO SFRUTTAMENTO MINORILE

CHE VEDE VITTIME CIRCA 250 MILIONI DI BAMBINI

- A cura di Laura Sposato -

 

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FIRENZE. = Oggi giorno della festa, ma senza dimenticare il dramma di 246 milioni di bambini schiavi e sfruttati nel mondo; oggi, il giorno dell’euforia, tutti insieme, delegati, bambini, relatori, partecipanti e sostenitori del Congresso mondiale della Global March, e fiorentini, amici dei bambini, in strada per la chiusura, per la piccola marcia da Piazza Signoria attraverso il centro fino a Santissima Annunziata, Piazza dell’Ospedale degli Innocenti, storico simbolo dei bambini fiorentini e oggi di quelli di tutto il mondo. Il Congresso è stato un successo: così lo hanno esaltato gli interventi istituzionali di stamattina, a cominciare da quello del presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, e anche rappresentanti dei bambini hanno espresso la loro soddisfazione. Ma nel duro documento finale hanno chiesto che il lavoro minorile sia eliminato. Si sono definiti contenti di aver partecipato a questo importante evento ma anche delusi perché il governo italiano non ha consentito il visto ad alcuni delegati, anche loro bambini, ex-schiavi, selezionati dalla rete della Global March per partecipare al Congresso mondiale di Firenze. Delusi anche di tutti i governi del mondo perché sono a conoscenza dei drammi dei minori che però vengono ignorati e nascosti. I governi hanno fatto molte promesse, dicono i ragazzi. Mentre i governi investono enormi quantità di risorse per la guerra, ci sono ancora bambini che non sanno né leggere né scrivere. E di nuovo, in questa occasione, la richiesta più forte è stata quella della pace, il diritto umano più basilare, anche per i bambini del Congresso.

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PARTITA A CANNES LA 57.MA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL CINEMA:

DICIANNOVE LE OPERE CHE SI SFIDERANNO PER LA PALMA D’ORO,

CHE VERRA’ ASSEGNATA IL PROSSIMO 22 MAGGIO

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

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CANNES. = Un film dalla tematica difficile per un momento, l’inaugurazione, e un luogo, la Croisette, istintivamente associati all’allegria patinata dello star system. “La mala educación”, film del regista spagnolo Pedro Almodóvar, ha tenuto a battesimo ieri sera la 57.ma edizione del Festival di Cannes, presentando fuori concorso la drammatica storia di un bambino vittima di abusi sessuali da parte di un sacerdote. Ma la rassegna cinematografica francese – la cui giuria quest’anno è presieduta dal regista americano Quentin Tarantino – è come sempre un condensato di stili, culture idee e provocazioni su scala mondiale. Diciannove le pellicole in concorso, un terzo delle quali di provenienza asiatica: due film giapponesi – uno dei quali è un “manga”, ovvero un film d’animazione - due coreani, uno cinese e addirittura uno tailandese. Polemiche annunciate, tra le pellicole in gara, per il documentario di Michael Moore, “Fahrenheit 911”, con il quale il regista canadese intende alzare il velo sui rapporti segreti tra Bush e Bin Laden dopo il crollo delle Twin Towers. Tra politica e amore, da segnalare il film “La vie est un miracle” del due volte Palma d’Oro Emil Kusturica: questa volta, il regista jugoslavo mette davanti alla macchina da presa la difficile storia d’amore tra un ragazzo serbo e una ragazza bosniaca durante la guerra dei Balcani. Rappresentati anche Argentina e Brasile, a Cannes l’edizione 2004 registra il ritorno in grande stile del cinema statunitense con quattro opere, una delle quali, “Shrek 2”, riproporrà i virtuali e simpatici personaggi nel sequel del lungometraggio che anni fa spopolò in tutto il mondo. E poi, fuori concorso – tra gli altri – gli spettatori potranno scegliere tra una riedizione degli zombie, un kolossal cinese di cappa, spada e kung fu, una rilettura cilena della vita di Salvador Allende, e la stracitata e stracostosa rivisitazione della guerra di Troia, nell’omonimo film “Troy” di Wolfgang Petersen. Appuntamento allora per questa sera sulla Croisette quando, risorti dalle carneficine del set, Achille-Pitt e Ettore-Bloom sfileranno in smoking sul tappeto rosso, amici come prima.

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INAUGURATA AL MUSEO EBRAICO DI ROMA LA MOSTRA DEDICATA ALLA COSTRUZIONE

DELLA SINAGOGA, NEL CENTENARIO DELLA SUA EDIFICAZIONE

- A cura di Stefano Leszczynski -

 

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ROMA. = La Sinagoga, inaugurata il 28 luglio 1904, espressione della libertà, rappresenta il simbolo della definitiva emancipazione degli ebrei romani. Il tempio, infatti, non è solo il monumento rappresentativo e simbolico di una rinnovata presenza nella città, ma anche il luogo che racchiude la storia, la vita e la cultura ebraica. La mostra “Il Tempio Maggiore di Roma – 1904-2004” ripercorre l’articolato processo che portò alla costruzione del Tempio Maggiore attraverso oltre 100 documenti, molti dei quali originali, esposti al pubblico per la prima volta, e altrettante fotografie per la maggior parte inedite, provenienti soprattutto dall’archivio storico della Comunità ebraica romana e dal Centro di cultura ebraica. Contestualmente, è stato presentato anche il volume “Il Tempio Maggiore di Roma – 1904-2004”, considerato un po’ la pubblicazione ufficiale di questo importante centenario. Il libro è stato presentato dall’editore Allemandi e rappresenta la prima monografia dedicata esclusivamente al Tempio Maggiore. Il libro, a cura di Gianni Ascarelli, Daniela Di Castro, Bice Migliau e Mario Toscano, splendidamente illustrato dalle fotografie di Massimo Listri. Al suo interno, numerosi saggi prendono in esame il Tempio Maggiore dal punto di vista storico, architettonico e urbanistico.

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24 ORE NEL MONDO

13 maggio 2004

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

 

Visita a sorpresa in Iraq del segretario alla difesa statunitense, Donald Rumsfeld ed il capo degli Stati maggiori, Richard Myers. I due sono arrivati in mattinata all'aeroporto internazionale di Baghdad. Ma la prima parte della giornata è stata caratterizzata anche da aspri combattimenti. La cronaca di Salvatore Sabatino:

 

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Nel pieno dello scandalo suscitato dal trattamento dei detenuti nelle carceri irachene, sono arrivati a Baghdad il segretario alla difesa statunitense, Donald Rumsfeld e del capo degli Stati maggiori, Richard Myers. Una visita inaspettata, annunciata da Al Jazeera, che si sta svolgendo sotto strettissime misure di sicurezza. Sui luoghi e sulla durata della missione regna uno strettissimo riserbo.

 

E sul campo proseguono le violenze. Nella città santa sciita di Kerbala sono ripresi questa mattina i combattimenti tra truppe americane e miliziani iracheni del leader radicale sciita Moqtada Sadr. La battaglia, secondo fonti locali, si starebbe sviluppando intorno alle principali moschee sciite. Durante la notte, invece, si è combattuto duramente nell’altra città santa sciita, Najaf. Anche in questo caso a contendersi la scena sono stati i militari statunitensi ed i sostenitori di Al Sadr. Almeno due iracheni uccisi e sei feriti costituiscono il bilancio di questi scontri. Fonti sanitarie riferiscono che “la maggior parte delle persone colpite sono civili”. Ma anche il contingente americano ha dovuto oggi registrare una perdita. Alle prime luci dell’alba, infatti, a Baghdad un marines ha perso la vita a causa dell’esplosione di un ordigno rudimentale lanciato contro un convoglio. La deflagrazione ha investito anche un suo commilitone, ferendolo.

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Ci volgiamo, ora, al fronte interno statunitense. Violenze efferate, aggressioni con cani, prigionieri lasciati morire. Il contenuto delle immagini di violenza perpetrate dai soldati statunitensi nelle carceri irachene continua a scavare il solco dell’indignazione nell’opinione pubblica americana. Ieri il Pentagono ha mostrato altre foto ad un gruppo di senatori e deputati in una stanza blindata, tra misure di sicurezza eccezionali. “Sono immagini spaventose” ha affermato Bill Frist, leader della maggioranza repubblicana mentre per il democratico Wyden sono “decisamente peggiori di quelle pubblicate finora”. Da New York, Paolo Mastrolilli:

 

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 “Guardare quelle foto è stato come scendere in un girone dell’Inferno”: così il senatore Durbin ha descritto le immagini delle torture contro i prigionieri iracheni di Abu Ghraib, ancora non pubblicate, che ieri il Pentagono ha mostrato ad un gruppo di senatori e deputati. Le indiscrezioni parlano di atti sessuali tra i soldati americani, prigionieri sodomizzati e forzati a rapporti omosessuali, donne obbligate a spogliarsi e molestate; e il senatore Jeffors ha parlato anche di diversi cadaveri. Il Pentagono non ha ancora deciso se pubblicare anche queste immagini che riaccenderebbero la polemica, mentre la televisione Cbs ieri ha mandato in onda la confessione di guardie che sostengono di avere maltrattato i detenuti anche in altre carceri, come quella di Camp Bukka.

 

La soldatessa Lindie England, incriminata per le torture di Abu Ghraib, ha detto in un’intervista che lei eseguiva solo gli ordini di superiori ed era stata elogiata per le sevizie. Secondo la England, le foto in cui tiene un prigioniero al guinzaglio e commette altri abusi erano state preparate per usarle poi come arma psicologica negli interrogatori. Il Pentagono ha aperto un’inchiesta anche su nuove violenze denunciate stavolta nelle carceri dell’Afghanistan e ha annunciato che altri due soldati – Gerald Davis ed Evan Federic – finiranno presto davanti alla Corte marziale. Lo sdegno per le nuove foto si è aggiunto all’orrore per la decapitazione di Nick Berg in Iraq. Il presidente Bush ha cercato di separare le due questioni, dicendo che non esistono giustificazioni per simili atrocità. Il padre di Berg, però, ha detto che gli americani hanno contribuito a creare le condizioni per la morte del figlio, perché lo avevano arrestato in circostanze ancora poco chiare alla fine di marzo impedendogli di partire.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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E della difficile situazione irachena, ma anche della futura costituzione europea si è parlato oggi a Roma, dove il premier spagnolo Zapatero ha incontrato il suo omologo italiano Silvio Berlusconi. Il capo del governo di Roma oggi vedrà anche i colleghi lituano Algirdas Brazauskas e irlandese, Bertie Ahern. A Palazzo Chigi c’era per noi Giada Aquilino:

 

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Le posizioni di Italia e Spagna sull’Iraq restano differenti ma Roma e Madrid non sono poi così lontane: il rispetto è reciproco. Lo hanno chiarito poco fa a Palazzo Chigi, a Roma, il premier italiano Silvio Berlusconi e quello spagnolo Jose' Luis Rodriguez Zapatero. Quest’ultimo subito dopo la vittoria socialista alle legislative spagnole del 14 marzo scorso - a soli 3 giorni dai tragici attentati di Madrid - ha deciso di ritirare le truppe spagnole dall’Iraq. L’Italia invece rimane nel Paese del Golfo, a fianco di Stati Uniti e Gran Bretagna. Ma non per questo l’obiettivo dell’incontro tra Berlusconi e Zapatero - cioè una franca discussione sulla Costituzione europea ancora da varare - è stato mancato. Tutt’altro. L’Italia si è detta disponibile ad un dibattito sul cosiddetto voto a doppia maggioranza nei Consigli Ue e la Spagna ha riconosciuto Roma come sede per la firma del trattato costituzionale, nonostante i leader europei si fossero detti favorevoli a siglare l’intesa a Madrid, in omaggio alle vittime dell’11 marzo. Sentiamo il premier Zapatero:

 

“El terrorismo no puede modificar…

 

Il terrorismo non può modificare i piani, le condizioni, l’agenda di un progetto importante come quello della firma della Costituzione europea. Ciò che mi premeva ribadire a Roma era che qui si potrà siglare il trattato costituzionale”.

 

Da Palazzo Chigi, Giada Aquilino, Radio Vaticana.

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Passiamo ad un altro scenario di tensione, quello israelo-palestinese. La mediazione dell’Egitto ha consentito la restituzione alle famiglie dei resti dei soldati israeliani uccisi nei giorni scorsi a Gaza da attivisti palestinesi di Hamas. Il mondo aveva guardato inorridito le immagini dei corpi portati come trofeo nelle strade. Ed anche in questo caso la giornata è stata macchiata dal sangue. In due attacchi aerei israeliani 12 palestinesi sono stati uccisi e una ventina circa feriti a Rafah, nella striscia di Gaza, al confine con l'Egitto. Tutto è iniziato quando nell’area sono affluiti molti soldati alla ricerca dei resti dei cinque compagni uccisi nell'esplosione di una mina. Secondo quanto hanno riferito fonti locali, sette palestinesi sono stati uccisi poco dopo la mezzanotte da due razzi sparati da un elicottero nel campo profughi di Rafah, non lontano dal punto in cui hanno trovato la morte i 5 militari di Tel Aviv. Fonti militari hanno comunicato che i razzi sono stati sparati contro un gruppo di persone che stavano piantando una mina. Altri cinque palestinesi sono invece stati uccisi da almeno un razzo sparato questa mattina da un elicottero. E proprio in questi minuti è giunta una esplosione che ha devastato un check point israeliano in Cisgiordania. Non sono chiare al momento le cause della deflagrazione.

 

Notizie drammatiche stanno giungendo proprio in questi minuti dalla Nigeria: bande radicali islamiche stanno sconvolgendo la città settentrionale di Kano. Secondo un’associazione cristiana locale sarebbero circa 400 i cristiani uccisi dai fondamentalisti. Si tratterebbe di una rappresaglia per una strage compiuta la settimana scorsa in una regione centrale del Paese contro l’etnia dei fulani, che sono in gran parte musulmani. La Chiesa cattolica nigeriana nei giorni scorsi ha detto che si tratta di scontri inter-etnici e che la religione viene strumentalizzata a fini politici.

 

Si terranno il 26 maggio prossimo i colloqui militari a livello di generali tra le due Coree. Un incontro teso a ridurre le tensioni  nella penisola. Sarà il primo faccia a faccia tra militari a così alto livello dalla fine del sanguinoso conflitto fratricida tra il Nord e il Sud nel 1953. La notizia è stata confermata ieri da fonti ufficiali sudcoreane.

 

Condanna a cinque anni di prigione per il dissidente cinese Yang Jianli, accusato di spionaggio. L’uomo era stato arrestato l'anno scorso in aprile dopo essere entrato in Cina col passaporto di un suo amico e con l'intenzione di raccogliere testimonianze sulle proteste dei lavoratori licenziati nel nordest del Paese.

 

Ancora un attentato in Grecia. Due bombolette di gas per campeggio sono esplose la notte scorsa davanti ad una banca greca che sponsorizza gli imminenti giochi olimpici. Il fatto è avvenuto a Vula, un sobborgo a 25 chilometri dal centro di Atene. Non si registrano danni di rilievo.

 

 

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