RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 132 - Testo della trasmissione di martedì 11 maggio
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
100 anni
fa nasceva il pittore spagnolo Salvador Dalì: ce ne parla Paolo Iacchetti
CHIESA E SOCIETA’:
Ricorre oggi l’anniversario della morte del missionario gesuita
padre Matteo Ricci.
Sei soldati
israeliani e quattro palestinesi morti a Gaza. Scempio sui cadaveri dei
militari israeliani
Un
altro bambino è morto oggi in seguito alle ferite causate dall’attentato di
domenica allo stadio di Grozny esplosione: ai nostri microfoni l’ambasciatore
Sergio Romano
11 maggio 2004
AIUTANDO
CHI SOFFRE NEI PAESI POVERI DEL MONDO, I MISSIONARI AIUTANO IL PROPRIO POPOLO A
VINCERE L’EGOISMO E IL SOFFOCAMENTO DELL’ABBONDANZA:
COSI’,
IL PAPA NEL DISCORSO AI DIRETTORI NAZIONALI DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE,
RICEVUTI STAMANI IN VATICANO
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
Nei
“tempi tumultuosi che l’umanità sta vivendo”, il servizio missionario svolto
nelle Chiese di tutto il mondo rappresenta un “riferimento sicuro per quanti
sono alla ricerca della verità che salva”. E’ la riflessione offerta, stamani,
da Giovanni Paolo II ai Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie,
ricevuti in Vaticano, in occasione dell’assemblea generale. Con loro in
udienza, anche il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per
l’evangelizzazione dei popoli. Il Papa ha messo l’accento sul messaggio di
amore e speranza offerto dai missionari che collaborano a portare la “Buona
novella” fino ai confini del mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:
**********
“La speranza, di cui siete araldi, è quella che nasce
dalla morte e risurrezione di Cristo. Per questo dovete avere una speciale
considerazione per quei popoli del mondo dove il dolore è più grande e la
necessità più acuta”. E’ l’esortazione di Giovanni Paolo II ai direttori
nazionali delle Pontificie opere missionarie. Il vostro impegno, ha detto il
Papa, è al fianco dei missionari che “predicano la solidarietà e l’amore e si
sacrificano per la pace, giungendo a volte fino al dono della vita per l’amore
di Cristo”. Voi, ha proseguito, siete “autentici missionari in un mondo ormai
globalizzato, in cui la sofferenza per la Verità e la Giustizia oltrepassa ogni
confine nazionale”. Parole seguite da un vivo incoraggiamento:
“Sono certo che ‘le gioie e le speranze, le
tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti
coloro che soffrono’ sono anche vostre”.
Quando “vi angustiate per le sofferenze di altri popoli e
operate per alleviare il loro grande bisogno di soccorso – ha detto ancora –
voi state pure operando per aiutare i vostri stessi popoli ad uscire dalle
strettezze dell’egoismo, dal soffocamento dell’abbondanza e dalla vacuità e
comportamenti, alle volte indegni di esseri umani”. Come già evidenziato da Pio
XII, ha spiegato il Santo Padre, non si tratta “di fare elemosine, ma di
adempiere ad un dovere insito nella nostra identità cristiana, quello di
aiutare chi è nel bisogno”. Il Papa si è, quindi, detto compiaciuto per la
decisione dei vertici delle opere missionarie di aggiornare i propri statuti.
Segno che manifesta la volontà di continuare a compiere la missione di
“misericordia e di pace sempre più e sempre meglio”. L’animazione e la
cooperazione missionaria, ha concluso, “sono in definitiva la ragione d’essere
della vostra esistenza e l’unico scopo della vostra infaticabile preoccupazione
per tutte le Chiese, in vista della salvezza del mondo”.
**********
IL DOLORE DEL PAPA PER L’ATTENTATO DI DOMENICA SCORSA ALLO
STADIO DI GROZNY. GIOVANNI PAOLO II PREGA PERCHE’ LA CECENIA
POSSA TROVARE LA STRADA DELLA RICONCILIAZIONE
Il Papa si è detto
“profondamente addolorato” per il grave attentato compiuto domenica scorsa in
Cecenia, nello stadio di Grozny. In un telegramma inviato a suo nome dal
cardinale segretario di Stato Angelo Sodano esprime sentimenti di vivo
cordoglio ai familiari delle vittime. Giovanni Paolo II, nell'affidare alla
misericordia divina le anime di quanti sono morti come pure tutte le vittime
della violenza, assicura la sua preghiera “perché anche la Cecenia con il
contributo di tutti possa trovare la strada del dialogo e della
riconciliazione”.
ALTRE UDIENZE
Nel
corso della mattina il Papa ha ricevuto i seguenti vescovi della Conferenza
episcopale degli Stati Uniti d’America (Regione XI), in visita “ad Limina”:
mons. William Joseph Levada, arcivescovo di San Francisco,
con l'arcivescovo emerito mons. John Raphael Quinn e con i vescovi ausiliari mons.
John Charles Wester e mons. Ignatius C. Wang;
mons. Tod David Brown, vescovo di Orange in California con
l'ausiliare mons. Dominic Mai Luong;
mons.
Gerald Richard Barnes, vescovo di San Bernardino.
DOMENICA PROSSIMA GIOVANNI PAOLO II CANONIZZERA’
INSIEME AD ALTRI 5 BEATI ANCHE ANNIBALE MARIA DI FRANCIA: HA DEDICATO TUTTA LA
SUA VITA AI POVERI,
AGLI
ORFANI E ALLA PREGHIERA PER LE VOCAZIONI
-
Intervista con padre Riccardo Pignatelli e con Luigi Bobba -
Domenica prossima Giovanni Paolo II proclamerà 6 nuovi
santi: tra questi ricordiamo don Luigi Orione, Gianna Beretta Molla e padre
Annibale Maria di Francia. Oggi parliamo proprio di questo religioso, fondatore
dei Rogazionisti e delle Figlie del Divino Zelo. Nato a Messina nel 1851 e
morto a 75 anni nel 1927, ha dedicato tutta la sua vita ai poveri, agli orfani
e alla preghiera per le vocazioni. Ma sulla figura di Annibale Maria di Francia
ascoltiamo il postulatore della causa di canonizzazione, padre Riccardo
Pignatelli, al microfono di Giovanni Peduto.
**********
R. – Era una persona
innamorata dell’Eucaristia e della Chiesa; era un cristiano che concepì la sua
vita come un dono per gli altri; era un nobile, che si fece tanto povero da
andare a vivere non solo con i poveri ma come i poveri; era un sacerdote
secondo il cuore di Dio. La vita del Di Francia, insomma, è stata una concreta
e generosa risposta alla sua vocazione di essere tutto di Dio e tutto per il
prossimo.
D. – La parola rogazionisti
deriva da rogate: Annibale Di Francia ha obbedito all’invito di Gesù di
pregare per le vocazioni…
R. – La parola latina
“rogate”, cioè “pregate”, si riferisce ai Vangeli di Luca e particolarmente di
Matteo, là dove Gesù, vedendo le folle stanche e sfinite come pecore senza
pastore, ne ebbe compassione e disse: “Pregate (rogate) dunque il Padrone della
messe perché mandi operai nella sua messe”. Questo comando di Cristo per
invocare il dono di vocazioni fu il chiodo fisso di padre Annibale e
caratterizzò la sua vita al punto che Giovanni Paolo II ha riconosciuto che
egli “spese tutte le sue energie per questa mobilissima causa”.
D. – Annibale Di Francia si è
preso cura anche degli orfani…
R. –
Orfano di padre a soli quindici mesi di vita, Annibale fu preparato così dal
Signore ad essere poi a sua volta vero Padre degli orfani. Per essi ebbe una
tenerezza quasi materna. Oggi, i Rogazionisti e le Figlie del Divino Zelo, nel
suo nome, davanti al proliferare di una orfanità nuova e diffusa, perché causata
non soltanto dalla morte dei genitori, ma soprattutto dalla loro separazione,
dal divorzio, dall’abbandono, continuano anche questa sua opera nei cinque continenti.
D. –
Quale eredità lascia oggi?
R. –
L’eredità di padre Annibale non riguarda soltanto i Rogazionisti e le Figlie
del Divino Zelo, ma tutti i cristiani, perché il suo è un carisma ed un
messaggio universale e sempre attuale. Precorrendo i tempi, il Di Francia
sostenne che tutti sono in vocazione; pertanto, scrisse che operai della messe
del Signore sono non soltanto i sacerdoti ed i consacrati, ma sono da
considerarsi anche i laici, a partire dai genitori, dagli educatori, dagli
insegnanti, e debbono esserlo perfino i governanti. La preghiera per le
vocazioni deve estendersi quindi anche a tutte queste categorie di persone.
D. – Cosa vorrebbe dire ai
giovani che sentono nel cuore la vocazione al sacerdozio o alla vita religiosa?
R. – Vorrei suggerire loro che
quando essi prendono atto che urge migliorare questo mondo; quando si lamentano
delle ingiustizie e dei soprusi ai quali è soggetta tanta parte dell’umanità;
quando guardano con compassione, come fece Gesù, alle immense folle sbandate
come pecore senza pastore, essi fanno bene ad implorare il Padrone della messe
affinché mandi i suoi operai nella sua messe; ma, non devono limitarsi al solo
chiedere che Dio mandi altri. I giovani, piuttosto devono domandarsi, come
appunto fece padre Annibale, cosa essi stessi per primi possono o devono fare.
Si tratta di saper dire, con generosità: “Eccomi, Signore, se vuoi manda me”.
**********
Due
progetti a sostegno dei bambini e dei minori in difficoltà in Moldavia e Romania: così i padri rogazionisti hanno
deciso di festeggiare la canonizzazione del loro fondatore, Annibale Maria di
Francia. L’annuncio dell’iniziativa è stato fatto, stamani, durante una
conferenza stampa – tenutasi nella Sala Marconi della nostra emittente -
dedicata all’esperienza di padre Annibale di Francia e al problema, purtroppo
quanto mai attuale, del lavoro minorile. Un evento al quale hanno partecipato,
tra gli altri, il leader della Cisl, Savino Pezzotta, il presidente delle Acli,
Luigi Bobba e il segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace, mons. Giampaolo Crepaldi. Sulla piaga del lavoro minorile e i possibili
strumenti per combatterla, ecco la riflessione di Luigi Bobba, raccolta da
Emanuela Campanile:
**********
R. – E’ una realtà che non va assolutamente dimenticata,
perché quando le stime ci dicono che 145-150 mila minori sono coinvolti nelle
attività lavorative, non possiamo certo considerarlo un fenomeno in via di
estinzione. Va invece affrontato, a mio avviso, attraverso tre strumenti. Il
primo: occorre che le istituzioni pubbliche abbiano politiche familiari degne
di questo nome. Secondo: occorre affrontare il problema dal punto di vista
della scuola, i minori che lavorano sono, infatti, anche quelli che abbandonano
precocemente la scuola e il minore di classe sociale medio-bassa ha molte più
probabilità di essere escluso dal percorso scolastico che non un minore di ceto
medio-alto. Terzo: occorrono anche delle politiche sociali di territorio che
facciano sì che, insieme alla scuola e insieme alla famiglia, ci sia quella
tenuta che eviti che dal lavoro minorile e dal disagio si passi poi a fenomeni
come la devianza minorile, che rischia di essere una conseguenza
dell’impossibilità di accedere ad un normale percorso di vita e di sviluppo per
una persona.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il
discorso di Giovanni Paolo II ai partecipanti all’assemblea generale delle
Pontificie Opere Missionarie. Il Papa richiama l’urgenza di nuove vie di
cooperazione missionaria per portare verità, giustizia e pace agli uomini del
nostro tempo.
Nelle vaticane, una pagina
dedicata alle lettere pastorali dei vescovi italiani.
Nelle estere, in evidenza
l’Iraq con un articolo sulle ulteriori rivelazioni sui gravi abusi ai danni dei
detenuti.
Nella pagina culturale, un
articolo di Angelo Marchesi dal titolo “A proposito dell’apologetica e della
teologia fondamentale”.
Nell’“Osservatore libri” un
articolo d Danilo Venerso sull’“attualità storiografica” di Alcide De Gasperi:
negli ultimi due anni la memoria storica dello statista si è ravvivata con
notevoli contributi.
Nelle pagine italiane, in
rilievo il tema del fisco.
=======ooo=======
11
maggio 2004
ENNESIMA
GIORNATA DI SANGUE IN IRAQ
MENTRE
DIVAMPANO LE POLEMICHE SULLA VICENDA DELLE TORTURE
AI
DETENUTI IRACHENI
-
Intervista con Lorenzo Cremonesi -
Sempre più drammatica la situazione in Iraq. Nuovi fatti
di sangue hanno registrato stamani numerose vittime in diverse regioni del
Paese del Golfo, mentre infuria la polemica e l’indignazione al livello
internazionale sul caso delle sevizie inflitte ai detenuti del carcere iracheno
di Abu Ghraib. Il servizio di Barbara Castelli.
**********
A sei
mesi dalle elezioni, il presidente statunitense Bush si trova a gestire un scandalo
dai contorni raccapriccianti. Mentre le foto dell’orrore continuano a fare il
giro del mondo, il Senato americano ha approvato all’unanimità una risoluzione
di ferma condanna contro le torture perpetrate dai soldati anglo-americani ai
detenuti iracheni a Baghdad, con la quale, inoltre, vengono formulate formali
scuse alle vittime. Sconcerto tra i commentatori arabi è stato, invece, espresso
per il forte sostegno di Bush al segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, verso
il quale, secondo il presidente, l’America ha “un debito di gratitudine”.
Dall’altra
parte dell’Oceano il governo di Tony Blair si trova a fare i conti anche con le
dichiarazioni di Amnesty International, l’organizzazione per la difesa dei
diritti umani, che in un rapporto accusa i soldati britannici di aver ucciso
civili iracheni che non costituivano per loro una minaccia. Tra questi
figurerebbe anche una bambina di otto anni. Sul caso delle torture è
intervenuto anche il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio
Ciampi. “Auspichiamo e confidiamo - ha detto - che sia fatta piena luce su
tutte le responsabilità e che sia fatta giustizia per questi disgustosi comportamenti,
intollerabili per una democrazia”.
L’Iraq, intanto, resta stretto nella morsa
della violenza. Il ministero degli Esteri russo ha confermato stamani la morte
di un proprio cittadino e il rapimento di altri due. Il corpo di un
occidentale, con ogni probabilità un americano, è stato trovato a Baghdad,
mentre l’Olanda piange la morte di un proprio soldato a Samawa, nel sud del
Paese. In un affollato mercato del quartiere curdo della città settentrionale
di Kirkuk, invece, una bomba ha causato la morte di quattro persone e il
ferimento di altre 25. Il bilancio delle vittime delle ultime ore si allunga
poi con l’uccisione nella notte a Kufa, di 13 presunti miliziani di Moqtada Al
Sadr. Il nuovo governatore di Najaf, nominato dalla coalizione, intanto, ha
riferito oggi che le imputazioni nei confronti del leader radicale sciita
saranno sospese fino al 30 giugno, quando la sovranità del Paese sarà
trasferita agli iracheni, se quest’ultimo scioglierà le proprie milizie.
Le autorità della coalizione guidata dagli
Stati Uniti, infine, hanno affidato stamani la guida del ministero
dell’Industria e miniere all’iracheno Mohammed Tawfik Rahim.
**********
In
primo piano, quindi, ancora le torture commesse dai soldati americani sugli iracheni.
Ma quali sono le, dunque, condizioni di detenzione oggi nel carcere di Abu
Ghraib? Giada Aquilino lo ha chiesto all’inviato del ‘Corriere della Sera’ a Baghdad,
Lorenzo Cremonesi, che ha appena visitato il centro di detenzione della
capitale irachena:
**********
R. - Le condizioni di oggi non sono le stesse di quelle
che vigevano ad Abu Ghraib fino a gennaio-febbraio scorsi, cioè nel periodo
delle terribili torture e umiliazioni nei confronti dei prigionieri. Tra
l’altro, i comandanti e l’unità che operano in questo momento nel carcere sono
diversi da quelli di allora. I prigionieri in questo momento sono: 3200,
sistemati all’interno di tende; una ventina - più pericolosa - invece è in
strutture fisse; circa 1400 sono i prigionieri comuni; più altri 500 a metà tra
i meno e i più pericolosi. Certamente nelle tende non stanno bene: ho visto
persone molto magre e affaticate. Qui ormai fa già caldo e quindi si formano
lunghe code alle canne dell’acqua. I soldati hanno costruito un ospedale con
una cinquantina di letti: prima non c’era. Ovviamente c’è poi il grande tentativo
da parte dei comandi americani di dimostrare che ci si muove secondo le Convenzioni
di Ginevra e che le cose sono state messe a posto.
D. – Da chi e come vengono svolti gli interrogatori?
R. – Ancora vengono utilizzati i cosiddetti contractors
- civili o ex militari che adesso sono stati assunti da ditte perlopiù
americane - incaricati di “preparare” i prigionieri all’interrogatorio. Per il
comandante americano, il generale Miller, che è responsabile della prigione,
questa è una cosa normale negli Stati Uniti. I soldati assicurano poi che non
vengono usati cani e che non c’è pressione fisica, ma solo psicologica.
D. – Ma nel carcere cosa si dice delle torture inflitte dagli
americani agli iracheni?
R. – C’è grande condanna e orrore. I militari ritengono
che chi ha sbagliato e chi ha commesso questi abusi dovrà essere punito. C’è da
dire che noi giornalisti non abbiamo potuto parlare con i prigionieri. Ho visto
solo gente che - nei recinti di filo spinato - è corsa nella nostra direzione,
pronunciando il proprio nome e mostrando cartelli scritti a mano e in un
inglese poco corretto, in cui c’era scritto: “C’è ancora tanto da scoprire”,
“Dove sono le nostre famiglie”, “Aiuto”. Tutto questo è stato gridato anche
dall’area di massima sicurezza.
**********
IL
DIALOGO TRA LE RELIGIONI E LA LOTTA ALLA POVERTÀ,
SFIDE
PRIORITARIE PER IL PROSSIMO GOVERNO INDIANO
- Con
noi mons. Felix Anthony Machado -
Saranno i partiti minori a decidere il destino del
prossimo governo indiano. Questo, a scrutinio ancora in corso, sembra l’unico
verdetto certo delle elezioni legislative che si sono concluse ieri, dopo
cinque fasi di voto distribuite in tre settimane. Gli exit poll ipotizzano
un calo del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista indù guidato
dall’attuale premier, Vajpayee, che avrebbe perso la maggioranza assoluta. In
crescita, invece, il Partito del Congresso, di Sonia Gandhi, il cui programma
prevede la lotta alla povertà nelle campagne ed una maggiore laicità dello
Stato. Proprio la questione religiosa è stata tra i fattori di divisione, in
campagna elettorale. Philippa Hitchen ne ha parlato con mons. Felix Anthony
Machado, sottosegretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso:
**********
R. –
UNFORTUNATELY, AND IT IS SAD…
Sfortunatamente, ed è triste, la religione è sempre
strumentalizzata. Penso che i veri credenti non farebbero mai quello che viene
fatto da queste persone nel nome di Dio. Nel Gujarat, per esempio, penso che la
religione non c’entri per niente. C’entrano invece l’odio e la vendetta, che
non sono predicati da nessuna fede. I politici strumentalizzano la religione,
perché in India l’appartenenza ad un credo è ancora una questione di vita e di
morte per le persone. Perciò penso che le persone religiose debbano riunirsi e
dialogare e vivere quei valori che ogni confessione insegna.
D. – Pensa che l’attuale leadership del Bjp, i leader indù
se preferisce, sia intenzionata ad impegnarsi in questo tipo di dialogo?
R. – THEY
SEEM TO PRETEND TO WANT THIS DIALOGUE…
Sembrerebbe che vogliano questo dialogo. Ed io sto
aspettando il giorno in cui saranno veramente pronti per questo. Ma voglio dire
che la maggior parte degli indù sta davvero scegliendo il dialogo e che la
Chiesa cattolica è felice di dirigere molti progetti volti proprio alla
conoscenza reciproca. Se pensiamo al lavoro di Madre Teresa, da sola non credo
sarebbe stata capace di fare quello che ha fatto: questo è stato possibile
grazie a Dio e alla generosità delle persone di differenti religioni, della
loro collaborazione con Madre Teresa. Quindi, voglio ribadire che la maggior
parte degli indù è favorevole al dialogo, ha scelto il dialogo e collabora con
la Chiesa cattolica. Penso che questo dovrebbe essere ricordato.
D. - Tra gli obiettivi che il governo di Vajpayee sostiene
di avere raggiunto, c’è quello della crescita economica del Paese. L’India sta
davvero sconfiggendo la povertà?
R. - THE
OUTSIDE WORLD MEASURES ...
Il mondo esterno all’India valuta lo stato di una economia
attraverso il reddito pro capite, ma ignora quanto accade veramente alle singole
persone. Il fatto è che la situazione reale della popolazione indiana non è
buona. Miseria e povertà continuano ad affliggere il Paese e c’è molto da fare
in tutti i campi. Ad esempio, per quanto riguarda l’educazione, è una vergogna
che gli analfabeti siano ancora tanto numerosi. Pertanto, non possiamo
affermare che l’India si stia avviando ad essere un Paese ricco. Penso che da una
parte dobbiamo fare dell’India un luminoso esempio - come afferma il BJP -
dall’altra, però, si deve promuovere una maggiore giustizia sociale, soprattutto
nei confronti dei più poveri e dimenticati.
**********
100
ANNI FA NASCEVA IL PITTORE SPAGNOLO SALVADOR DALI’
-
Intervista con Paolo Iacchetti -
La
Spagna celebra oggi i 100 anni dalla nascita di Salvador Dalí. Oltre 300 gli eventi
in programma per celebrare l’opera poliedrica dell’artista nato nell’ambito
delle avanguardie artistiche del primo Novecento e approdato ad una visione del
mondo inedita, in dialogo con Freud e la scoperta dell’inconscio. Il servizio è
di Paolo Ondarza:
**********
(musica)
E’ la Catalogna l’ambito
geografico che vede nascere la vocazione artistica di Salvator Dalí. Partendo da un’iniziale
formazione classica Dalí scopre con un entusiasmo i nuovi codici espressivi di
fauvismo, surrealismo e delle avanguardie artistiche. Aderisce al movimento
surrealista e in collaborazione con Luis Buñuel si sperimenta il linguaggio cinematografico.
Il grande amore per Gala, che conosce nel 29 e a cui si unirà in matrimonio,
sarà motivo di ispirazione nell’arco di tutta la longeva attività artistica. La
rivalutazione della componente irrazionale della creatività umana e la libertà
espressiva dell’inconscio costituiscono i caratteri che forse rendono Dalí
tanto attuale ai nostri giorni. E’ di questo parere Paolo Iacchetti, docente di
Psicologia dell’arte all’università cattolica di Brescia:
R. – Salvador Dalí
realizza una pittura eminentemente letteraria, cioè che in qualche modo si può
raccontare. All’interno di questa letterarietà porta avanti il messaggio più
importante del Novecento: il momento di verità dell’individuo nell’incontro con
il mondo. Non esiste una verità assoluta, esiste un momento di verità per
ciascuno in un dato momento, legato all’esperienza, al tempo, quindi al tempo
della vita.
D. – Quanto riesce a comunicare
un’arte così soggettiva?
R. – Io direi che non è un’arte
soggettiva. Il Novecento ci consegna un mondo che è per tutti soggettivo, e in
questo Dalí ci porta con il metodo, appunto, in cui le associazioni di quello che
noi percepiamo del mondo reale ci danno la chiave per poter riflettere su noi
stessi, sul nostro rapporto con il mondo, per ritrovare poi i valori generali.
In Dalí non esiste limite o misura: la
sua sbrigliata fantasia, unita ad un notevole virtuosismo tecnico, ne fecero il
più intenso ed eccessivo dei surrealisti, al punto che nel 1934 fu espulso dal
gruppo dallo stesso fondatore, Andrè Breton. Celebre per i suoi orologi
morbidi, per le rappresentazioni oniriche in rotta con l’arte convenzionale, Dalí sperimentò il suo talento nei
più diversi canali espressivi che la sua epoca gli offriva.
Ricordiamo la collaborazione
cinematografica con Alfred Hitchcock e quella rimasta solo un progetto con Walt
Disney. Folgorato dall’incontro con Picasso, ammise la superiorità del pittore
cubista commentando però che “il mondo era troppo piccolo per contenerli entrambi”.
Dalí fu
ricevuto due volte in udienza dal Papa, prima da Pio XII e poi da Giovanni
XXIII. Volle inoltre consacrare il proprio amore a Gala con una cerimonia
cattolica a dimostrazione del suo interesse nei confronti della religione e del
misticismo chiaramente tangibile nelle pitture e negli scritti in particolare
degli anni Cinquanta: si pensi, ad esempio, al “manifesto mistico”. Personalità
eccentrica manifestò interesse per la scienza, la storia, gli effetti ottici e
visivi indagati dapprima con calligrafica attenzione poi, in vecchiaia,
semplificati in tecnica e forme. Dopo la morte, sopraggiunta nel 1989, il mondo
dell’arte ha continuato a tributargli omaggio e a sviluppare le sue geniali
intuizioni.
**********
=======ooo=======
11 maggio 2004
AD
UN’ASSOCIAZIONE INTERRELIGIOSA UGANDESE,
PRESIEDUTA
DALL’ARCIVESCOVO CATTOLICO DI GULU, MONS. ODAMA,
IL
PREMIO NIWANO PER LA PACE
- A
cura di Chiaretta Zucconi -
**********
TOKYO. = Il Premio Niwano per la pace 2004 è stato
consegnato oggi nel corso di una solenne cerimonia nella capitale giapponese
all’iniziativa per la pace dei capi religiosi Acholi, un’organizzazione
ugandese impegnata a porre fine in modo non violento ai conflitti armati e a
favore della promozione del dialogo tra religioni. L’organismo, che riunisce responsabili
religiosi cattolici, ortodossi, anglicani e musulmani, è presieduto
dall’arcivescovo cattolico di Gulu mons. John Baptist Odama e punta a
ristabilire la pace nell’Uganda del Nord, dove imperversano i guerriglieri
dell’Esercito di resistenza del signore, seminando morte e terrore tra la popolazione.
Durante la guerra civile, l’organizzazione ugandese ha tentato di promuovere il
dialogo tra le autorità politiche e i guerriglieri. Il Premio viene conferito
ogni anno dalla Fondazione Niwano, istituita nel 1978, a persone e associazioni
che promuovano la pace e il dialogo interreligioso scelte tra un migliaio di
segnalazioni provenienti da 125 Paesi, e da un Comitato ristretto composto da
dieci leader religiosi. La Fondazione deve il suo nome allo scomparso Nikkyo Niwano,
personalità di rilievo del Buddismo nipponico e fondatore, nel 1938, della
Rissho Kosei Kai, organizzazione laica buddista che punta al rinnovamento
dell’insegnamento del buddismo ed è impegnata sul fronte del dialogo tra religioni,
dell’impegno sociale, della promozione della pace. Tra le personalità che hanno
ricevuto il Premio, tra gli altri, anche il Congresso mondiale musulmano, la
Comunità di Sant’Egidio e Kang Won Yong, leader presbiteriano della Corea del
Sud. Alla Organizzazione ugandese, la prima africana a ricevere il Premio, è andata
anche una medaglia e 20 milioni di yen, circa 145 mila euro.
**********
SECONDA
GIORNATA, A FIRENZE, DEL CONGRESSO MONDIALE DEI BAMBINI
CONTRO
IL LAVORO MINORILE. CIRCA 300 RAGAZZI DI 50 PAESI DIBATTONO
CON IMPRENDITORI,
SINDACATI, GOVERNI E ASSOCIAZIONI CHE TUTELANO L’INFANZIA
- A
cura di Laura Sposato -
**********
FIRENZE.
= Si è appena conclusa la sessione della mattina, dove rappresentanti delle organizzazioni
non governative hanno presentato le drammatiche situazioni in Asia, Africa,
America, ma anche in Europa, denunciando le peggiori forme di sfruttamento del
lavoro minorile: dagli abusi sessuali ai bambini soldato, dall’uso della
pornografia ai piccoli corrieri della droga, fino al sommerso del lavoro
domestico o informale che sottrae alla scuola il 6,5 per cento dei bambini
lavoratori di tutto il mondo. 19.110 i bambini impiegati come domestici solo in
alcune zone dello Sri Lanka, addirittura con meno di 5 anni. A Firenze, per il
primo Congresso mondiale dei bambini contro il lavoro minorile, sono arrivate
le delegazioni dei ragazzi, circa 300, fra i 13 e i 17 anni, in rappresentanza
di 50 Paesi del mondo. Per la prima volta, grazie all’alleanza di Global March,
Mani Tese, Sindacati, Cigl, Cisl e Uil, si trovano a dibattere insieme i
bambini lavoratori e vittime con imprenditori, sindacati, rappresentanti dei
governi e delle associazioni che li difendono. Quello che chiedono è poco e
tantissimo. Basti pensare che per far sparire la piaga del lavoro minorile
attraverso l’istruzione, sarebbero sufficienti, per i 246 milioni di bambini in
tutto il mondo, 11 miliardi di dollari, pari a soli 3 giorni di spesa militare
mondiale.
**********
‘IL
POPOLO DEI LETTORI ESISTE ED E’ IN BUONA SALUTE’:
IL MESSAGGIO CHE ESCE DALLA FIERA
INTERNAZIONALE DEL LIBRO
CONCLUSA IERI A TORINO CON GRANDE
SUCCESSO DI VISITATORI
- A
cura di Fabrizio Accatino -
**********
TORINO. = E’ stata un’edizione-boom: la Fiera
internazionale del Libro 2004 ha superato se stessa e rispetto all’anno scorso
ha totalizzato nei primi quattro giorni più 195 mila presenze, contro le 170
mila dell’edizione scorsa, con oltre 25 mila visitatori in più. Il programma ha
visto 750 convegni-incontri che hanno coinvolto fautori, esperti, moderatori:
ben 1500 ospiti. La media di pubblico è stata di circa 200 spettatori per
incontro. Sono numeri notevoli, che dimostrano ancora una volta che il popolo
dei lettori esiste ed è in salute. La formula vincente è stata la varietà che
ha consentito al visitatore di scegliersi il proprio percorso preferito. Grande
successo hanno ottenuto gli autori della Nazione-ospite, la Grecia. Su tutti,
Vassilis Vassilikos, l’autore di “Z, l’orgia del potere”. Per quanto riguarda
la televisione, dieci incontri hanno ripercorso i suoi 50 anni di storia, da
“Lascia o raddoppia” al “Grande Fratello”. A parlare di tubo catodico e
dintorni sono accorsi un gran numero di specialisti: i critici Aldo Grasso e
Alessandra Comazzi, i conduttori Piero Angela, Giancarlo Magalli, Maurizio
Costanzo, Sergio Zavoli, Michele Mirabella e in collegamento telefonico, Simona
Ventura e Pippo Baudo. C’è stato spazio anche per la riflessione e l’impegno civile
nel convegno “Le religioni e lo Stato”, organizzato dal World Political Forum,
prestigiosa assise internazionale creata da Mikhail Gorbaciov con l’obiettivo
di creare nuove regole di governance da suggerire a chi oggi è alla
guida della politica e dell’economia internazionali. Il tema della risata,
lanciato dallo slogan “leggi che ti passa”, ha poi dato un tocco leggero che ha
giovato alla manifestazione.
**********
RICORRE
OGGI L’ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL MISSIONARIO GESUITA
PADRE
MATTEO RICCI. UOMO RELIGIOSO E DI CULTURA IMPORTÒ IN CINA
LA
SCIENZA OCCIDENTALE. A LUI SI DEVE IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE
DEL
CRISTIANESIMO DA PARTE DELL’IMPERATORE CINESE WAN LI
PECHINO.
= Ricorre oggi, l’anniversario della morte di padre Matteo Ricci, conosciuto in
Cina come il “Saggio d’Occidente”. Nato nel 1552 da una famiglia nobile di
Macerata, gesuita per scelta e missionario per vocazione, partì da Genova nel
1577 alla volta dell’Estremo Oriente e raggiunse Macao nel 1582. Qui imparò
perfettamente la lingua cinese, il mandarino, traducendo numerose opere scientifiche
tra cui i primi sei libri degli Elementi di Euclide, fondamentali per la
rinascita della matematica cinese. Primo grande sinologo della storia e primo
ad introdurre teologia, filosofia, letteratura, arti e scienze nel grande Paese
asiatico, padre Ricci si guadagnò in Cina il rispetto di molti. Ma la sua fama
ed importanza non è pari, soprattutto in Italia, all’effettivo suo duplice
spessore, intellettuale e religioso. Nonostante i suoi insegnamenti subissero
un duro colpo con la condanna dell’Inquisizione nel 1704 dovuta a dispute
teologiche, fu riabilitato nel 1939 da Papa Pio XII e pienamente rivalutato
dopo il Concilio Vaticano II. L’approccio interculturale alla storia, il legame
fra le tradizioni culturali e lo sviluppo, l’incontro fra queste tradizioni e
mondo moderno sono certamente alcune delle geniali intuizioni del missionario
gesuita che ha lasciato nel Paese asiatico una traccia indelebile. Padre Ricci
morì l’11 maggio del 1610 e per l’occasione l’imperatore cinese, Wan Li,
proclamò lutto nazionale e riconobbe ufficialmente la religione cristiana
facendo costruire una stele sulla sua tomba. In un presente di guerre diffuse
nel mondo, che fa apparire come infausta meteora lo scontro fra civiltà, il
grande missionario invita chiunque a gettare ponti fra le diverse culture.
(G.L.)
DIGIUNO
DI TV E COMPUTER PER I BAMBINI DI UNA PICCOLA CITTADINA TOSCANA : UNA SETTIMANA LONTANI DAL VIDEO PER VALUTARE
EFFETTI
E CONSEGUENZE DI TANTI SCHERMI ACCESI SULL’INFANZIA
-
Servizio di Roberta Gisotti -
**********
CAVRIGLIA.
= Si tratta di capire se la televisione, ma anche personal computer, play
station, game boy, compagni di vita di ogni bambino, possono influire sullo
sviluppo sessuale precoce: è lo scopo di questo esperimento unico al mondo condotto
dall’Università di Firenze insieme all’Ospedale pediatrico fiorentino Meyer. Da
ieri e per una settimana a Cavriglia cittadina toscana in provincia di Arezzo
74 piccoli alunni tra i 6 e i 12 anni, vivono senza Tv e altri schermi, che
restano spenti nelle loro case, complici i genitori che partecipano
all’iniziativa, aderendo al digiuno catodico e non solo e compilando un questionario
quotidiano con orari, reazioni e alternative individuate nelle famiglie per
sostituire il tempo trascorso altrimenti davanti ad uno schermo. Ma come si
sviluppa l’esperimento: nei giorni precedenti lo sciopero televisivo ai bambini
è stato permesso di vedere la tv e giocare con i computer senza limiti e
all’inizio della settimana è stata raccolta la loro urina e lo stesso sarà
fatto alla fine della settimana per comparare le due analisi, misurando in
particolare la quantità della melatonina, detta l’ormone del buio, che si
abbassa quando il soggetto è sovraesposto alla luce e che potrebbe incentivare
l’inizio dello sviluppo puberale. Che dire ben venga la scienza medica a
scoraggiare un uso dissennato dei nuovi media, che già il buon senso dovrebbe
suggerire agli adulti di tutelare l’infanzia, soprattutto davanti alla Tv, dai tanti
rischi che già molte ricerche di psichiatri, pediatri, psicologi e sociologi
hanno dimostrato, da decenni ormai, senza che alcuno si sia finora preoccupato
realmente di porvi riparo.
**********
=======ooo=======
11
maggio 2004
- A cura di Fausta Speranza -
Sei soldati israeliani e almeno
quattro palestinesi sono stati uccisi nel corso di una pesante incursione
dell'esercito nel quartiere densamente abitato di Zeitun a Gaza City. E nello
scoppio di un razzo sparato da un elicottero israeliano una persona è morta e
cinque sono state ferite. Non sembra sia una personalità di spicco e si
suppone, dunque, che l’auto sia stata colpita per errore. E ci sono anche
particolari agghiaccianti: resti dei corpi dei militari israeliani sono stati
trionfalmente esibiti da palestinesi per le strade di Gaza.
Rilanciare i tentativi per una
soluzione mediorientale ma anche tentare di ricucire i rapporti con il mondo
arabo, dopo lo scandalo delle torture ai prigionieri iracheni, sono gli
obiettivi del viaggio del segretario di Stato, Colin Powell, in programma il 15
e 16 maggio in Giordania, che prevede la possibilità di incontrare esponenti
palestinesi di alto livello, anche se non il premier Abu Ala. Quest’ultimo
incontrerà, però, il 17 maggio a Berlino il consigliere per la sicurezza
nazionale Condoleeza Rice.
Un altro bambino è morto in
ospedale in seguito alle ferite riportate durante l'attentato di domenica a
Grozny, dove oggi ha fatto una visita lampo il presidente russo Putin annunciando
l’invio di rinforzi. Sono due, dunque, i minori rimasti uccisi. In tutto sette
i morti e 62 i feriti di cui tre in gravi condizioni. Mentre proseguono le
indagini nonostante le misure di sicurezza “senza precedenti”, in particolare
lungo il tratto Grozny-Gudermess della superstrada intercaucasica, i ribelli
ceceni islamico-indipendentisti sono tornati in azione a sud-est della capitale,
dove hanno ucciso due soldati russi e ne hanno feriti altri nove nella zona di
Shali. A Basaiev, capo militare dei ribelli, è stata subito attribuita la responsabilità
dell'attentato. Ieri alcune migliaia di persone sono giunte nel villaggio di
Tsentoroi, roccaforte del clan dei Kadyrov, per partecipare alle esequie del
presidente ucciso, nel primo dei tre giorni di cerimonie funebri previsti dalla
tradizione islamica. Si discute dell’emergenza terrorismo nel Caucaso e
nell’Asia centrale. Un problema con implicazioni e risvolti che non interessano
solo la Russia, come spiega, nell’intervista di Fabio Colagrande,
l’ambasciatore Sergio Romano:
**********
R. – Il regime talebano è stato eliminato dagli afghani.
Però, la situazione afghana non si è ancora normalizzata e in Afghanistan ci
sono indubbiamente ancora nuclei talebani e probabilmente militanti di al
Qaeda. La presenza americana e russa è percepita come una presenza intrusiva,
come una prevaricazione. Gli americani sono presenti oggi in Uzbekistan e
Tagikistan ed in Uzbekistan, guarda caso, proprio nel corso degli ultimi mesi abbiamo
assistito ad una forma rinnovata di terrorismo.
D. – Questo fa sì che le due situazioni, quella dell’Iraq
e quella della Cecenia, abbiano delle forti analogie, non crede?
R. – C’è una forte analogia, perchè sia Bush che Putin
speravano di fare un piccolo passo indietro, un passo indietro che avrebbe
comportato non la perdita del controllo politico del territorio conquistato, ma
una minore esposizione delle loro truppe alla guerriglia, agli attentati
quotidiani. Sappiamo come Putin abbia cercato di farlo, dando per l’appunto a
Kadyrov la presidenza del Paese, ed in
Iraq Bush, per certi aspetti, ha fatto più tardi la stessa cosa, immaginando il
trasferimento dei poteri ad un governo iracheno, che si sarebbe costituito il
30 giugno. Tutto questo, però, con una fondamentale differenza, cioè che la
Cecenia è infinitamente più importante per Putin di quanto l’Iraq non sia per
gli Stati Uniti.
D. – C’è da notare infine che entrambi i territori, sia
l’Iraq che la Cecenia, sono molto importanti dal punto di vista dello
sfruttamento del petrolio…
R. – Assolutamente. Nel caso della Cecenia forse l’importanza,
per Putin, è ancor maggiore di quanto non sia l’importanza petrolifera
dell’Iraq per Bush. Conta il fatto che la Cecenia è un crocevia del petrolio.
E’ il luogo attraverso il quale dovrebbero passare quegli oleodotti di cui si
sta discutendo da molti anni, che dovrebbero portare il petrolio del Caspio ai
mercati occidentali.
**********
Tre membri afghani di una
commissione elettorale che sta preparando la
consultazione di settembre in Afghanistan sono stati feriti ieri da un’esplosione, mentre erano su un'auto
diretta a un villaggio presso Asadabad, nell’est. La commissione è impegnata
nel lavoro di registrazione degli
aventi diritto al voto. I taleban, che vogliono boicottare le elezioni
sponsorizzate dall'Onu, hanno più volte minacciato di morte tutti coloro che hanno
intenzione di votare.
Clima arroventato nelle Filippine, dove ieri sono stati
chiamati al voto 43 milioni di elettori per la scelta del nuovo presidente ed
il rinnovo di gran parte della classe politica. Secondo i sondaggi di fine
voto, il capo di Stato uscente, Gloria Macapagal Arroyo, è in testa con circa
il 40% dei consensi sul rappresentante dell’opposizione, Fernando Poe, accreditato
del 32%. Abbandonata la possibilità di votare col sistema elettronico per
evitare brogli, i risultati ufficiali si conosceranno tra circa un mese. Il
presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, mons. Fernando Capalla,
ha espresso ieri la speranza che l’esito del voto sia “trasparente e
credibile”. Ma quali i motivi dell’attuale clima di estrema tensione che ha
caratterizzato la campagna elettorale, provocando circa 100 morti? Giancarlo La
Vella lo ha chiesto a padre Bernardo Cervellera, direttore dell’agenzia Asia
News:
**********
R. – Nelle Filippine, di fatto, la popolazione è molto
divisa, nelle isole. E’ soprattutto divisa
tra vari signori locali. E ogni signore locale ha gruppi e gruppetti di armati
che appoggiano, naturalmente, un candidato o un altro. Per questo avviene
sempre una lotta in ogni isola tra questi gruppi. L’altra questione è che ci
sono diverse zone delle Filippine dove ci sono gruppi di guerriglia armati, sia
di tipo comunista sia di tipo musulmano. E talvolta, più che in modo
ideologico, lavorano per motivi economici, cioè rapiscono, uccidono per
ricevere riscatti. Tutto questo crea una situazione molto infuocata e molto
insicura.
D. – Un clima di tensione che, secondo lei, potrà
condizionare il prossimo presidente? Quali difficoltà dovrà affrontare?
R. – Il prossimo presidente dovrà senz’altro affrontare il
problema della povertà. Le Filippine, pur essendo un Paese ricchissimo dal
punto di vista del commercio, dell’agricoltura, della pesca, del commercio
internazionale e del turismo, sono un posto insicuro e un luogo dove il 63 per
cento della popolazione è molto povera. Questo significa che bisogna attuare
delle politiche sociali e queste politiche sociali, però, saranno possibili
soltanto se il presidente raccoglie attorno a sé anche il consenso e l’impegno
di tutti questi signori locali.
D. – C’è poi il problema terrorismo, che anche nelle
Filippine viene avvertito in maniera drammatica ...
R. – Sì, c’è il problema del terrorismo, soprattutto il
terrorismo islamico. Direi, però, che sia dal punto di vista dell’Islam sia dal
punto di vista della guerriglia marxista, in questi ultimi tempi si stanno
facendo dei passi significativi. Ho speranza che, da questo punto di vista, ci
possa essere una soluzione a breve termine.
**********
Scetticismo accompagna il via
domani a Pechino dei colloqui a sei sul programma nucleare della Corea del
Nord, ai quali partecipano rappresentanti delle due Coree e di Usa, Cina,
Giappone e Russia. Sarà la prima riunione del Gruppo di Lavoro creato nell'ultima
tornata di negoziati che si è tenuta in febbraio. Una precedente riunione,
nell’agosto del 2003 sempre a Pechino, si era conclusa con un nulla di fatto. I
protagonisti della crisi sono Pyongyang e Washington, che non sembrano disposti
alle concessioni necessarie per arrivare ad un compromesso. Fonti americane
hanno parlato nei giorni scorsi della possibilità di incontri a due tra le
delegazioni della Corea del Nord e degli Usa, chiesti insistentemente da
Pyongyang, ma finora non c’è alcuna conferma.
La Commissione europea ''continuerà a monitorare la
situazione di bilancio dell'Italia e giudicherà le misure quando saranno
adottate''. Lo afferma una dichiarazione dell'esecutivo di Bruxelles, a
proposito della decisione presa oggi dall'Ecofin di rinviare la decisione
sull'early warning all'Italia al 5 luglio prossimo, sulla base di un impegno
preso dall'Italia di tenere il deficit sotto la soglia del 3% del Pil, anche
con eventuali nuove misure. I ministri delle finanze dei 25, inoltre, hanno
abrogato la procedura per deficit eccessivo contro il Portogallo. La procedura
era stata lanciata due anni fa a causa di un deficit superiore al 3% ma nel
2003 il Portogallo ha chiuso con un disavanzo al 2,9%.
========ooo=======