RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 126 - Testo della trasmissione di mercoledì 5 maggio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                                  

L’uomo non è un granello di polvere inutile e la storia non è in balia di forze cieche e irrazionali: all’udienza generale il Papa invita ad avere fiducia nel progetto d’amore di Dio.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

In Nigeria centinaia di persone, soprattutto musulmani sono morti negli scontri che hanno funestato la città di Yelwa. Ce ne parla padre Giulio Albanese

Si apre domani a Stoccarda un grande incontro dei movimenti cristiani d’Europa impegnati a dare un’anima all’Unione dopo l’ingresso di 10 nuovi Paesi: nostra intervista a Romano Prodi che sarà presente alla manifestazione

 

Consegnato oggi a Londra al sudafricano George Ellis il premio Templeton per il suo impegno nella promozione del dialogo tra scienza e fede. Ai nostri microfoni il vincitore

 

Parte domani la Fiera del Libro di Torino: tema centrale l’umorismo e la comicità nella letteratura di ieri e di oggi: con noi Ernesto Ferrero

 

Morto oggi a Roma Nando Martellini, voce storica del giornalismo sportivo.  

 

CHIESA E SOCIETA’:

Prenderà il via il prossimo 17 agosto in Corea del Sud l’VIII Assemblea plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia

 

Le sfide della secolarizzazione, il terrorismo internazionale e le leggi sull’aborto: alcuni dei temi al centro della 82.ma assemblea  plenaria dei vescovi spagnoli

 

La missione d’inchiesta Onu conferma le violazioni dei diritti umani avvenute nel corso della guerra in Darfur

 

Consegnate migliaia di firme alla presidenza di turno irlandese dell’Ue per chiedere la citazione delle radici cristiane nella Carta Costituzionale.

 

Si concluderanno il prossimo 6 maggio a Roma una serie di incontri dedicati alla figura di Alcide De Gasperi, a 50 anni dalla morte.

 

Presentato a Roma l’ultimo libro di mons. Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione

 

 

 

Gli italiani si dicono cattolici, ma soltanto poco più di un quarto è praticante: questo l’identikit tracciato dalla ricerca Eurisko.

 

24 ORE NEL MONDO:

35 i dossier sui casi di sevizie delle forze angloamericane su prigionieri in Iraq e in Afghanistan. Bush annuncia interviste con due televisioni arabe

 

In Italia non si attenua lo scontro politico dopo le dimissioni ieri della presidente della Rai.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 maggio 2004

 

 

L’UOMO NON È UN GRANELLO DI POLVERE INUTILE

E LA STORIA NON È IN BALIA DI FORZE CIECHE E IRRAZIONALI:

IL PAPA INVITA AD AVERE FIDUCIA

NEL PROGETTO D’AMORE SALVIFICO DI DIO

 

“Uno stupendo affresco dell’universo e della storia”: lo troviamo nel Cantico di San Paolo, tratto dalla Lettera ai Colossesi, al centro oggi della catechesi del Santo Padre all’udienza generale in Piazza San Pietro. Decine di migliaia i fedeli che pioggia e vento non hanno scoraggiato dal presentarsi al consueto appuntamento del Papa ogni mercoledì con i fedeli di tutto il mondo. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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“Non siamo un granello di polvere inutile, disperso in uno spazio e in un tempo senza senso, ma siamo parte di un sapiente progetto scaturito dall’amore del Padre.” Lo ha ricordato Giovanni Paolo II, commentando il Cantico, ascoltiamolo:

 

“Nell’Inno emerge la grandiosa figura di Cristo, Signore del Cosmo. ‘Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui’; anzi, ‘tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui’”.

 

“Si dispiega, dunque, nell’universo  - ha spiegato il Papa - un disegno trascendente che Dio attua attraverso l’opera del Figlio”. Un cantico che invita alla fiducia: “Cristo fu generato prima di ogni creatura, è il primogenito di coloro che risuscitano dai morti”. 

 

“Egli è anche il Signore della storia della salvezza, che si manifesta nella Chiesa e si compie nel ‘sangue della sua croce’, sorgente di pace e di armonia per l’intera vicenda umana.”

 

Allora la storia dell’umanità “non è in balía di forze cieche e irrazionali ma, pur nel peccato e nel male, è sorretta e orientata - per opera di Cristo - verso la pienezza. È così che per mezzo della Croce di Cristo tutta la realtà è ‘riconciliata’ col Padre”. Cristo, “capo del suo corpo, che è la Chiesa”, Lui “così in alto e superiore a tutti si unì a coloro che sono in basso”, come osserva San Giovanni Crisostomo, citato dal Santo Padre.

 

Tanti i saluti affettuosi rivolti poi da Giovanni Paolo II ai pellegrini, e la raccomandazione per tutti di rinnovare la devozione alla Madonna in questo mese di maggio a Lei dedicato. Un pensiero particolare è andato alla Chiesa polacca che sabato prossimo celebrerà San Stanislao. Che il suo martirio - ha detto il Papa - fortifichi la fede di tutti e sia baluardo dell’ordine morale nelle vita personale e sociale” dei polacchi in patria e all’estero. Tra le presenze festose in Piazza San Pietro una banda dei Carabinieri, che ha voluto portare il proprio omaggio musicale al Pontefice.

 

(musica)

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NOMINA

 

         Il Santo Padre ha accettato oggi la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Paraíba in Brasile, presentata da mons. Marcelo Pinto Carvalheira, per raggiunti limiti di età.  Al suo posto il Papa ha nominato arcivescovo metropolita mons. Aldo di Cillo Pagotto, della Congregazione del Santissimo Sacramento, finora vescovo di Sobral. Mons. di Cillo Pagotto è nato il 16 settembre 1949 a San Paolo; ordinato sacerdote il 7 dicembre 1977 è stato nominato vescovo  il 10 settembre 1997. 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

"E' stato sfregiato l'uomo" è il titolo che apre la prima pagina in riferimento alle torture ai prigionieri in Iraq e in Afghanistan.

Sdegno nel mondo e segnatamente nel Congresso e nel popolo degli Usa.  

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

Un dettagliato articolo sulla visita del Cardinale Ignace Moussa Daoud in Terra Santa.

Una pagina dedicata al Seminario arcivescovile cosentino "Redemptoris Custos".

 

Nelle estere, Medio Oriente: il "quartetto" chiede la ripresa dei negoziati diretti tra Israele e palestinesi.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Giuseppe Degli Agosti dal titolo "Artisti e committenti nella Genova di Pieter Paul Rubens": Palazzo Ducale, Palazzo Spinola e Palazzo Rosso sono le sedi di una mostra dedicata al '600, il "secolo d'oro" della città ligure.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda Alitalia.

Le reazioni, in sede politica, alle dimissioni del presidente della Rai.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 maggio 2004

 

IN NIGERIA CENTINAIA DI PERSONE, SOPRATTUTTO MUSULMANI SONO MORTI

NEGLI SCONTRI ETNICI CHE ORE HANNO FUNESTATO LA CITTÀ DI YELWA,

 AL CENTRO DEL PAESE AFRICANO.

- Intervista con padre Giulio Albanese -

 

In Nigeria centinaia di persone, soprattutto musulmane dell’etnia dei fulani sono rimaste uccise negli scontri etnici che domenica scorsa hanno funestato la città di Yelwa, al centro del Paese africano.  Testimoni riferiscono di decine di cadaveri mutilati e straziati che giacciono per le strade, mentre migliaia di abitanti scandiscono slogan islamici e invocano vendetta contro gli assalitori che farebbero parte dell’etnia cristiana Tarok. Il sanguinoso episodio si inquadra nelle tensioni definite interetniche e interconfessionali che nei mesi scorsi hanno fatto diverse centinaia di morti nei villaggi della Nigeria centrale. Ascoltiamo in proposito il commento del direttore dell’agenzia missionaria Misna padre Giulio Albanese, intervistato da Sergio Centofanti.

 

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R. – Le informazioni sono ancora farraginose. Secondo alcune fonti islamiche, le vittime di domenica scorsa a Yelwa sarebbero state tra le 200 e le 300 e si parla soprattutto di vittime di religione islamica. I musulmani parlano di un vero e proprio genocidio perpetrato nei loro confronti dai cristiani. Ora, che certamente vi siano delle rivalità anche di ordine religioso in quella regione, questo non è un mistero. Ma direi che le componenti che determinano questa conflittualità sono davvero varie e articolate. C’è, direi, soprattutto la questione etnica, perché se è vero che i fulani sono di tradizione musulmana, è anche vero che sono allevatori di bestiame, mentre i tarok, l’altro gruppo etnico che si contrappone, è – sì – composto prevalentemente da cristiani di varie confessioni ma che svolgono soprattutto attività agricola. E vi è una competizione tra questi due gruppi. C’è anche un altro aspetto, a mio avviso, che non va sottovalutato: la valenza politica. C’è da considerare che in questo momento in Nigeria il governo centrale, quello di Abuja, quello del presidente Obasanjo, sta attraversando certamente momenti difficili. Il presidente ha molti nemici ed è chiaro che vi sono alcun poteri – diciamo ‘occulti’ – che tentano di destabilizzare, di delegittimare il potere centrale proprio istigando bande armate alla violenza.

 

D. – Il fatto che molti Stati della Nigeria abbiano introdotto la sharìa, la legge islamica, c’entra qualcosa?

 

R. – Certamente, c’è anche questa componente. Vi è sicuramente un atteggiamento intransigente in quegli Stati a maggioranza islamica. Ma perché c’è sempre dietro comunque un potere politico, partitico, che di fatto tende a delegittimare il potere centrale di Abuja. Sappiamo che Obasanjo è un cristiano e che i musulmani mal tollerano questa leadership; i cristiani che vivono negli Stati a maggioranza islamica non se la passano certo bene.

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SI APRE DOMANI A STOCCARDA UN GRANDE INCONTRO

DEI MOVIMENTI CRISTIANI D’EUROPA IMPEGNATI A DARE UN’ANIMA

ALL’UNIONE DOPO L’INGRESSO DI 10 NUOVI PAESI

- Intervista con Romano Prodi -

 

“Insieme per scoprire e condividere le reciproche ricchezze”. Si apre domani a Stoccarda in Germania il congresso dei movimenti e delle comunità cristiane d’Europa: l’obiettivo è quello di contribuire all’unità spirituale della nuova Europa dopo l’ingresso nell’Unione di 10 nuovi Paesi. L’iniziativa che vede coinvolti oltre 150 gruppi, movimenti e comunità, culminerà l’8 maggio nella grande manifestazione intitolata “Insieme per l’Europa” alla quale si prevede parteciperanno oltre 10 mila persone. Alla manifestazione, che vedrà una forte presenza dei gruppi giovanili cristiani saranno presenti anche il Presidente della Commissione europea Romano Prodi ed il Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, cardinale Walter Kasper. Oggi Prodi, intervenendo all’Europarlamento a Strasburgo, ha affermato che il 1° maggio, data dell’allargamento dell’Unione, resterà il giorno più bello del suo mandato. Ma quale contributo possono dare i movimenti cristiani alla costruzione della nuova Europa?  Stefano Leszczynski lo ha chiesto allo stesso Prodi.

 

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R. – Un contributo enorme, perché abbiamo veramente bisogno di ideali, abbiamo bisogno della freschezza dei giovani. Il progresso fatto in questi anni è stato grandioso, nel riformare le istituzioni, nell’allargare anche fisicamente le frontiere dell’Europa ... Ma se questa novità non viene resa viva dalla forza dei giovani, l’abbiamo fatta proprio invano! Perché, noi parliamo tanto della riunificazione dell’Europa, ma l’Europa non è mai stata unita! E’ la prima volta che noi creiamo un’unificazione dell’Europa, e la creiamo con l’adesione, con la democrazia e quindi anche con una grande fatica. I giovani alleviano la nostra fatica.

 

D. – Presidente, in una parola non istituzionale, mi può condensare quali sono stati i suoi sentimenti quando ha visto finalmente le 25 bandiere issate? Insomma, questa Europa si è unificata con lei alla presidenza ...

 

R. – Bè, senta, abbiamo chiuso un torto della storia, no? Il discorso che aveva fatto il Papa dei due polmoni: e beh, respiravano proprio bene! Quando abbiamo cominciato, cinque anni fa, a costruirla, lo scetticismo era impressionante. Si pensava a sei Paesi, e quasi tutti gli osservatori politici ridevano di questa ‘utopia’. E siamo arrivati, invece, a dieci. E ci siamo arrivati con una soddisfazione reciproca. Certo, nessuno è mai contento al cento per cento, ma i compromessi e i lavori raggiunti sono buoni, non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista del futuro politico. Questi Paesi entrano pari agli altri, con una capacità di decisione come gli altri membri, e questo mi sembra proprio il modo di espandere la democrazia: l’unico modo di espandere la democrazia!

 

D. – Questa Europa avrà mai dei confini, o è destinata a diventare un’entità ultra-europea?

 

R. – I confini, per quello che è il futuro prevedibile, li abbiamo definiti con un lungo dibattito democratico, e adesso mi sembrano abbastanza accettati. 2007, Romania e Bulgaria, poi a dicembre il Consiglio dei ministri deciderà se cominciare i negoziati con la Turchia; è iniziato l’iter per l’ingresso della Croazia ... quindi, la porta per i Paesi balcanici è aperta. E poi, basta! Però, dato che noi non vogliamo che l’Europa sia circondata da una barriera, da un muro, ma vogliamo un’Europa aperta e cooperatrice, perché viviamo tra amici, la proposta nuova – che ha fatto la Commissione e che è stata accettata dai Paesi membri – è che ai Paesi che confinano con l’Europa, dalla Russia fino al Marocco, sia offerto un rapporto per cui essi possano condividere con l’Unione Europea tutto, tranne le istituzioni. In poche parole, condivideranno tutte le nostre regole – da quelle commerciali a quelle degli investimenti, a quelle della cooperazione di polizia, alle regole sanitarie – ma non faranno parte delle istituzioni dell’Unione, cioè non siederanno nel Parlamento e non saranno nella Commissione. Questa è un’offerta importantissima, proprio e soprattutto perché contribuirà a far diventare il Mediterraneo un mare di pace.

 

D. – Lei parla di radici millenarie, radici diverse, tutte che possono dare un importante contributo allo sviluppo dell’Europa. Secondo lei, quel discorso relativo alle radici cristiane dell’Europa, può essere una base comune?

 

R. – Certamente, il Preambolo del Trattato – così come risulta attualmente – non mi sembra adatto a dare ragione dell’ispirazione ideale e spirituale dell’Europa. E non c’è un’adeguata menzione del concetto di laicità, manca ogni riferimento alla rivoluzione scientifica e manca – come lei mi ha domandato – il riferimento alle radici cristiane ed ebraico-cristiane dell’Europa. Su questo, non solo il Papa ma anche tutte le altre Chiese cristiane hanno avanzato la medesima richiesta, proprio perché vi è questa carenza, e riconoscere queste radici consente di avere una diversa coscienza del proprio compito attuale di fronte alle nuove sfide. Devo anche dire che, politicamente, io credo che ci saranno parecchie difficoltà nell’avere questo riconoscimento, proprio perché abbiamo fatto ogni sforzo, nel passato, ma non è stato possibile.

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Ma torniamo all’incontro ecumenico di Stoccarda dell’8 maggio. Ce ne parla Stefano Leszczynski.

 

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Concorrere a dare un’anima alla costruzione della nuova Europa, unita nella diversità per un continente che attui la sua vocazione universale di pace e all’unità tra i popoli: è questo l’obiettivo della manifestazione in programma a Stoccarda, in Germania, su iniziativa dei Movimenti, delle Comunità e dei Gruppi cattolici, evangelici, ortodossi e anglicani. L’iniziativa è stata presentata a Roma da alcuni dei movimenti organizzatori, in particolare la Comunità di Sant’Egidio, il Movimento dei Focolari e gli Evangelici tedeschi. “Sentiamo un’Europa che non si deve chiudere in se stessa – ha detto Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio. Le sue frontiere non devono diventare muri, il continente invece deve continuare a costruire ponti”:

 

“Io credo che ci sia bisogno di una presenza dell’Europa e di una presenza degli europei, lo vedo in Medio Oriente, lo vedo in Palestina, lo vedo in Africa e molti mi dicono: ‘Perché l’Europa ci volta le spalle?’. Io credo che ci sia una domanda d’Europa nel mondo!”.

 

Altro tema che sarà al centro dell’incontro: le radici dell’Europa, che non sono una memoria del passato, ma rappresentano il futuro. Il commento di Severin Schmitt, rappresentante dei Movimenti evangelici e cattolici in Germania:

 

“Credo che dobbiamo andare avanti con entusiasmo e convinzione, perché il futuro non può essere dettato dalla paura, ma dalla fiducia: noi cristiani abbiamo tutte le ragioni per essere fiduciosi, perché Gesù è morto per la salvezza di tutti gli uomini, e per questo non c’è da spaventarsi bensì da andare avanti con tanta gioia e con entusiasmo”.

 

Secondo gli organizzatori, l’incontro di Stoccarda sarà una polifonia di voci per un continente che vive le tante diversità nella pluralità. Insieme si vive bene: questo è il messaggio. A nome dei Focolarini, Gabriella Fallacaro ha detto che l’incontro non sarà un punto di arrivo ma il primo di una serie di eventi:

 

“E’ un primo passo perché è la prima volta – crediamo anche nella storia – che movimenti di diverse Chiese, di diversi Paesi d’Europa – si pensa che siano presenti tanti o tutti, i Paesi d’Europa – si incontrano insieme dichiarando questa volontà comune di vivere il Vangelo, di vivere la fraternità. Vissuto questo, ci saranno altri passi e sarà lo stesso Signore della Storia che farà capire che cosa”.

 

L’Europa unita è mercato, è geografica: può darsi che ora tenda ad un contributo spirituale. Finora i movimenti cristiani hanno dato un contributo individuale. Ora, dice Gabriella Fallacaro, “vogliamo darlo insieme”.

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AL COSMOLOGO SUDAFRICANO GEORGE ELLIS, CONFERITO IL PREMIO TEMPLETON 2004

PER IL SUO STRAORDINARIO CONTRIBUTO NEL DIALOGO TRA SCIENZA E FEDE

- Intervista con lo scienziato -

 

Il Premio Templeton 2004 per il progresso nella ricerca e per scoperte intorno alle realtà spirituali è stato conferito questa mattina a Londra al sudafricano George Ellis, professore di matematica applicata all’Università di Capetown, e uno dei più importanti cosmologi teoretici. In uno dei suoi più recenti lavori, lo studioso si è chiesto se vi sia stato o meno un inizio dell’universo e se esista un solo o più universi. Il premio Temepleton, istituito dal finanziere George Templeton, è il premio annuale più cospicuo che viene assegnato ad un singolo individuo per sottolineare la convinzione che i progressi nelle scoperte spirituali possono essere più importanti di qualsiasi altra area di attività. Il professor Ellis ne è stato insignito per i suoi sforzi tesi ad armonizzare l’evidenza razionale della scienza con i principi della fede e della speranza. Philippa Hitchen, del programma inglese della nostra emittente, ha chiesto allo stesso professor Ellis come riesca a conciliare gli interessi scientifici con la sua fede religiosa:

 

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R. – TRYING TO UNDERSTAND THE INTERACTION BETWEEN THEM...

Li concilio cercando di comprendere l’interazione tra le varie discipline della scienza  e, in un certo senso, di ampliare la mia comprensione degli aspetti scientifici. Questo aspetto è stato molto importante per me, nell’affrontare queste riflessioni: quando sono rimasto coinvolto, assorbito dallo studio, ho iniziato a leggere, ad approfondire la cosmologia, la biologia, la sociologia proprio per raggiungere una visione la più ampia possibile dello stato della cose. In particolare, una delle discipline fondamentali è stata la scienza neurologica, per comprendere perché gli esseri umani sono come sono in base al funzionamento del cervello, visto come una sorta di computer elettronico.

 

D. - Lei ha lavorato a stretto contatto con la Pontificia Accademia delle Scienze: ne ha ricavato l’impressione che la Chiesa, in generale, sia aperta ad un dialogo onesto con la scienza, molto più onesto di quanto non sia stato in passato?

 

R. – YES, I THINK IT IS REALLY ENCOURAGING. ...

Sì, è veramente incoraggiante, almeno per quanto ho potuto rilevare come osservatore. Credo che siamo portati a vedere nella religione, in generale, una grande disponibilità a passare da una sorta di ‘fondamentalismo’ ad un approccio più aperto. Ritengo che ciò sia importantissimo, in particolare ora che un dialogo costante e diretto è sempre più diffuso, grazie anche alla globalizzazione e anche in considerazione dell’interazione tra le varie discipline della scienza. Quello che ho potuto rilevare è, in realtà, una profonda unità tra tutte le tradizioni religiose in quanto ad etica, e questo lo trovo molto incoraggiante. Certo, ci sono gli ‘irriducibili’, con i quali è molto difficile dialogare. Mentre trovo che le ‘ali’ non fondamentaliste di tutte le tradizioni – cristiani, ebrei, musulmani, indù – abbiano trovato una sorta di profonda unanimità sulla vera natura dell’etica.

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“RIDERE E’ UNA COSA SERIA”: LA COMICITA’ E L’UMORISMO,

NELLA LETTERATURA CONTEMPORANEA E DEL PASSATO, TEMA CENTRALE

DEL SALONE DEL LIBRO DI TORINO 2004

- Intervista con Ernesto Ferrero -

 

Umorismo e comicità, ironia e satira. Sono i quattro pilastri sui quali sarà imperniata l’edizione 2004 del Salone del libro di Torino, in programma da domani al 10 maggio. Dai classici della commedia greca e latina – passando per Shakespeare e Goldoni, ma anche per un insospettabile Leopardi – fino al fenomeno di massa dei cabarettisti-scrittori, numerosi esperti italiani e internazionali condurranno i visitatori della Fiera alla scoperta o riscoperta dello humour nelle pagine della grande letteratura, nel teatro, nel cinema, nell'arte. Il direttore editoriale del Salone del libro di Torino, Ernesto Ferrero, intervistato da Alessandro De Carolis, spiega il motivo di questa particolare scelta tematica:

 

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R. – La cosa singolare è che questo tema è sempre stato, nei secoli, guardato con sospetto dai filosofi: da Platone, ad esempio, anche se ad un certo punto Platone si pente e riconosce che “non si può parlare di cose serie, senza parlare anche di cose comiche”. In generale, però, nel passato c’è stata una forte riprovazione del riso, bollato come momento triviale, plebeo, addirittura eversivo. Nel Novecento, è iniziata invece una rivalutazione o quanto meno un tentativo di analisi – pensiamo agli studi di Freud, di Pirandello. Si tratta, in sostanza, di un tema davvero molto importante, perché la comicità ha alimentato nei secoli la letteratura, poi ha alimentato il teatro, l’arte, il cinema, la televisione… Un tema molto serio, quindi, che andava approfondito con “amabile” serietà.

 

D. – Come giudica – parlando dell’Italia – questo boom editoriale dei libri degli autori di cabaret, che in fondo trasferiscono su carta le loro gag?

 

R. - Come tutti i fenomeni, bisogna anzitutto cercare di capire che cosa c’è dietro. A me sembra che si tratti di un riso di emozione, magari di paura, che eviti però di approfondire, di capire. Sul versante opposto, potrei citare l’esempio straordinario del Papa, che in suo recente e famoso incontro si mette addirittura a parlare in romanesco: lo ritengo uno straordinario uso di umorismo, che rafforza la comunicazione, l’umanità di coloro che parlano. Naturalmente, sono rare le persone in grado poi di fare un uso costruttivo, critico, civile dell’umorismo.

 

D. – Per molti, il Salone del Libro di Torino sarà anche un’occasione per conoscere da vicino libri di autori ebrei o arabi. Sembra difficile, in questa fase epocale, pensare all’umorismo di popoli noti più che altro per i loro drammi. Eppure – come dice il Talmud – ogni “generazione ha il suo buontempone”…

 

R. – Tra le lectio magistralis più belle che si terranno durante la Fiera del libro, ce n’è una di Moni Ovadia – l’attore e autore ebreo –dedicata proprio all’umorismo ebraico o all’umorismo yiddish. Ovadia dice una cosa molto giusta, che la grandezza di questo umorismo è di essere un umorismo diretto contro se stessi: l’umorismo ebraico non se la prende con gli altri, se la prende con i propri tic, con le proprie goffaggini... Ecco, questa mi sembra veramente la forma più alta e più civile di umorismo, quello che per l’appunto parte dalla rappresentazione affettuosamente critica di se stessi.

 

D. – Possiamo dire allora, in definitiva, che dalla letteratura, dalla narrativa, parte questa riabilitazione del sorriso...

 

R. – Il sorriso è sempre stato una componente fondamentale della letteratura: pensiamo a Orazio, a Marziale, a Cervantes, a Rabelais, a Molière, a Goldoni... Se andiamo a vedere, c’è un aspetto fortemente comico anche in Shakespeare e ne parleremo lunedì prossimo, con un grande shakespearologo, Keir Elam, che adesso insegna all’Università di Bologna. Inoltre, ci occuperemo persino degli aspetti comici in Leopardi, al cui nome non è certo facile associare questo particolare aspetto. Su questo tema, insomma, vi sarà un vasta gamma di declinazioni.

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SI E’ SPENTO OGGI A ROMA NANDO MARTELLINI,

VOCE STORICA DEL GIORNALISMO SPORTIVO

E COLLABORATORE DELLA RADIO VATICANA

 

Il giornalismo italiano piange oggi la morte di Nando Martellini. Il popolare telecronista sportivo si è spento stamani, all’età di 83 anni, nel Policlinico Gemelli di Roma dove era stato recentemente ricoverato per problemi di salute. Era anche collaboratore della nostra emittente. Alla moglie Gianna e ai figli va il cordoglio e la preghiera di tutta la famiglia della Radio Vaticana, di cui Nando ormai faceva parte. Un suo ricordo nel servizio di Giancarlo La Vella:

 

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(musica)

 

“... Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!”.

 

Lo ricordano tutti per quel triplice grido che sottolineò indelebilmente la vittoria dell’Italia ai Campionati mondiali di Spagna nel 1982 E la sua voce e la sua immagine rimangono legate ai momenti più significativi della storia sportiva. Erede del grande Nicolò Carosio, dopo la pensione Nando Martellini lasciò il microfono a Bruno Pizzul, ma continuò la professione in Rai e in altre emittenti con puntuali e originali commenti. La Radio Vaticana è particolarmente legata a Nando Martellini che da anni collaborava con l’emittente della Santa Sede, prestando la sua voce inconfondibile nei nostri programmi religiosi e divenendo successivamente commentatore sportivo di  “Non solo sport”, del programma 105 Live dedicato all’attualità agonistica. Da uomo di cultura, quale era, fu sempre fautore di uno sport umano e nel rispetto delle regole. Ascoltiamolo in una sorta di bilancio della sua vita in recente intervento alla Radio Vaticana:

 

“Quando si giunge alla terza età, è il momento di riflessioni, di consuntivi, e quindi guardandomi indietro, io trovo risplendenti e luminose le vacanze. Mi vedo su una spiaggia, all’inizio, con la paletta e il secchiello, poi pian piano, gli anni seguenti, gli amici hanno incominciato a formare una comitiva ... Anche dopo il matrimonio, la vacanza estiva rappresentava l’unico momento per vivere tranquillamente con colei alla quale avevo chiesto, 47 anni fa, se voleva diventare mia moglie. Poi, sono arrivati i figli, e allora le vacanze costituivano l’unica possibilità di parlare con loro. Poi i figli si sono sposati, mi hanno regalato i nipoti: e quindi, adesso le vacanze significano trasferire sui nipoti quell’affetto che ho avuto per i figli. Forse in modo anche migliore ...”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

5 maggio 2004

 

PRENDERA’ IL VIA IL PROSSIMO 17 AGOSTO IN COREA DEL SUD LA VIII ASSEMBLEA PLENARIA DELLA FEDERAZIONE DELLE CONFERENZE EPISCOPALI DELL’ASIA. PUBBLICATI ALCUNI DOCUMENTI DI LAVORO SUI TEMI CHE VERRANNO DIBATTUTI ALL’INCONTRO

 

TAEJON. =  Fervono i preparativi in Corea del Sud per l’VIII Assemblea plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (Fabc). L’incontro, a Taejeon dal 17 al 22 agosto prossimi, sarà dedicato al tema: “La famiglia asiatica verso una cultura della vita”. La settimana scorsa è stato pubblicato il Documento di lavoro, insieme con un elenco di spunti di riflessione e domande per preparare i singoli episcopati della Fabc sui temi che saranno dibattuti. I vescovi asiatici faranno innanzitutto il punto sull’attuale situazione della famiglia in Asia, per poi analizzare le sfide con cui devono confrontarsi. Sfide poste dalla modernità e in particolare dalla globalizzazione che, insieme a indubbi progressi, ha anche prodotto effetti sociali che hanno inciso negativamente sulla stabilità dell’istituto familiare nel continente: povertà dilagante, perdita della terra e conseguente urbanizzazione ed emigrazione di massa, sfruttamento del lavoro minorile, inquinamento e diffusione attraverso i media di modelli culturali che sviliscono i valori della vita e della famiglia.  I vescovi asiatici si soffermeranno, inoltre, sui retaggi negativi della famiglia tradizionale asiatica: dal patriarcalismo che marginalizza e umilia la donna fino a negarle il diritto stesso all’esistenza, al familismo amorale che produce corruzione e degrado della vita pubblica. Da questa analisi i presuli passeranno, quindi, ad un’approfondita riflessione teologico-pastorale con la quale, alla luce dei principali documenti ecclesiali e degli insegnamenti di Giovanni Paolo II in materia, cercheranno di individuare le possibili strategie pastorali per promuovere, anche in collaborazione con le altre religioni, i valori della famiglia, quale santuario dell’amore e della vita. (L.Z.)

 

 

LE SFIDE DELLA SECOLARIZZAZIONE, IL TERRORISMO INTERNAZIONALE E LE LEGGI SULL’ABORTO: SONO ALCUNI DEI TEMI AL CENTRO DELL’82.MA ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI SPAGNOLI. L’INCONTRO SI CONCLUDERA’ IL PROSSIMO VENERDI’

 

MADRID. =  “La secolarizzazione interna alla Chiesa ostacola la vita stessa della Chiesa ed è direttamente legata alla perdita del suo vero obiettivo”. Con queste parole il presidente della Conferenza episcopale spagnola e arcivescovo di Madrid, cardinale Antonio Maria Rouco Varela, ha aperto, lunedì scorso, i lavori della 82.esima plenaria dei vescovi. Ai presuli convenuti e al Nunzio in Spagna, mons. Manuel Monteiro de Castro, il porporato ha parlato del primo anniversario dell’ultima visita del Santo Padre, del risultato della recente tornata elettorale, della formazione, dell’eventuale riconoscimento delle coppie omosessuali e della legge sull’aborto. Nella sessione iniziale l’arcivescovo della capitale ha, inoltre, ricordato i tragici attentati dello scorso 11 marzo. “E’ scandaloso - ha detto - evocare la religione nel terrorismo. Non cadiamo nell’errore dell’accusa generalizzata contro le comunità islamiche, intraprendendo la strada della xenofobia”. L’attenzione del porporato è andata anche alla questione dell’omosessualità. “Le coppie gay - ha sottolineato - non potranno mai assumere una dimensione sociale pari a quella del matrimonio e della famiglia. Non si tratta di negare alcun legittimo diritto ma, al contrario, si tratta di difendere il diritto della famiglia”. Per quel che concerne, invece, l’aborto, il presidente della Conferenza episcopale spagnola ha ribadito che: “La Chiesa difende strenuamente la vita di tutti gli esseri umani, principalmente i più indifesi. Le 80 mila interruzioni di gravidanza registrate nell’ultimo anno in Spagna - ha concluso il cardinale Rouco Varela - costituiscono un vero e proprio campanello d’allarme perché denotano una evidente mancanza di sensibilità morale. E non è una questione che riguarda unicamente i cattolici, bensì l’intera umanità e il suo futuro”. I lavori della plenaria si concluderanno venerdì prossimo. (D.D)

 

 

LA MISSIONE D’INCHIESTA ONU CONFERMA LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

AVVENUTE NEL CORSO DELLA GUERRA IN DARFUR. IL RAPPORTO DEL TEAM

DI ESPERTI VERRÀ PRESENTATO ENTRO LA FINE DELLA SETTIMANA

 ALL’ALTO COMMISSARIO DELLE NAZIONI UNITE

 

KHARTOUM. = Le osservazioni degli esperti della missione di inchiesta dell’Onu nel Darfur, regione del Sudan occidentale, confermano le testimonianze di massicce violazioni dei diritti umani già fornite dai rifugiati sudanesi in Ciad. Lo ha riferito a Ginevra il portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite, José Luis Diaz. Il team dell’Onu dopo aver finalmente ricevuto l’autorizzazione del governo sudanese a recarsi nel Darfur, ha incontrato gli sfollati della regione, circa un milione di persone. Le Nazioni Unite avevano già lanciato l’allarme su una possibile pulizia etnica contro la popolazione nera della regione, negata, invece, dal governo di Khartoum. Il rapporto della missione di inchiesta verrà presentato entro la fine della settimana all’Alto commissario Onu per i diritti umani, Bertrand Ramcharan. A causa di alcuni attacchi da parte degli Janjaweed, milizie arabe che combattono nel Darfur a fianco dell’esercito sudanese, circa 50 mila rifugiati sono stati trasferiti da una zona di frontiera del Ciad in quattro campi più sicuri all’interno del Paese. L’Onu riferisce che la guerra avrebbe provocato oltre un milione di sfollati, circa 130 mila profughi e 10 mila vittime. (G.L.)

 

 

L’EUROPA NON VUOLE DIMENTICARE LE PROPRIE ORIGINI.

CONSEGANTE IERI MIGLIAIA DI FIRME ALLA PRESIDENZA DI TURNO

IRLANDESE DELL’UE

PER CHIEDERE LA CITAZIONE DELLE RADICI CRISTIANE NELLA CARTA COSTITUZIONALE

 

ROMA. = Citare le radici cristiane del continente nella Carta Costituzionale. E’ quanto hanno chiesto ieri oltre 100 associazioni e Ong dei 25 Paesi dell’Unione Europea, consegnando alla presidenza di turno irlandese dell’Ue una cassa contenente i moduli con le firme. “Il tutto è nato nel mio Paese a partire dal dicembre 2002 - spiega Marie Claire Bonavia, maltese - volevamo far sentire la voce dei cittadini riguardo il Trattato costituzionale e ci stava a cuore l’idea di un riconoscimento dell’eredità cristiana che ha segnato la storia del continente”. “Abbiamo coinvolto tante persone, affinché questa nuova Europa fosse più partecipata e non trascurasse le proprie origini”: ha aggiunto Marie Claire Bonaria, specificando di aver lavorato in collaborazione con piccoli gruppi, sindacati, movimenti ecclesiali e di volontariato. Fra le sigle coinvolte figurano, tra le altre, Acli (Italia), Associazione famiglie cattoliche (Polonia), A.O. St. Georg (Austria), Cisl (Italia), Compagnia delle opere (Italia), Federation Familles-Medias (Francia), Forum Krest'anskych (Slovacchia), Icpe Mission (Germania e altre nazioni), Medecins pour le respect de la vie (Francia), Movimento per la vita (Italia), Pro life (Lituania). (B.C.)

 

 

SI CONCLUDERANNO IL PROSSIMO 6 MAGGIO A ROMA UNA SERIE DI INCONTRI DEDICATI ALLA FIGURA DI ALCIDE DE GASPERI, A 50 ANNI DALLA MORTE.

A TRENTO, INVECE, PRENDERA’ IL VIA IL 7 UN CONVEGNO INTERNAZIONALE

SUGLI SCRITTI DELLO STATISTA DEMOCRISTIANO

 

ROMA. = La fermezza, l’umiltà nonché il distacco anche dal proprio partito sono state le principali virtù di Alcide De Gasperi. Così oggi il gesuita padre Piersandro Vanzan, nel corso di un incontro promosso in occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa dello statista democristiano. Dopo un saluto introduttivo di mons. Luigi Moretti, vice gerente della diocesi romana, e dopo la lettura di alcuni brani di lettere di De Gasperi, il senatore Giulio Andreotti, presidente della “Fondazione Alcide De Gasperi” ha sottolineato “l’attualità dell’interclassismo e della tensione europeistica” di quell’uomo politico. L’incontro, svoltosi presso la basilica di San Lorenzo fuori le Mura a Roma, è il primo di una serie che si concluderà il prossimo 6 maggio. Su De Gasperi, così come su Giorgio La Pira, il sindaco “santo” di Firenze, e Giuseppe Lazzati, ex rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è in corso un processo di beatificazione. Un bilancio sullo stato delle pubblicazioni e degli studi promossi in diverse nazioni su Alcide De Gasperi verrà, invece, presentato nel corso di un convegno internazionale che si terrà a Trento il 7 e l’8 maggio prossimi. (B.C.)

 

 

PRESENTATO OGGI A ROMA L’ULTIMO LIBRO DI MONS. GIUSSANI, FONDATORE DI

COMUNIONE E LIBERAZIONE, IN COINCIDENZA DEL 50.MO ANNIVESARIO DELLA

NASCITA DEL MOVIMENTO. “PERCHE’ LA CHIESA”, IL TITOLO DEL VOLUME

 

ROMA. = “Perché la Chiesa”: è il titolo dell’ultimo libro di mons. Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. Il volume, conclusivo di una trilogia, è stato presentato stamani a Roma dal cardinale Dario Castrillón Hoyos, prefetto della Congregazione per il Clero, e Giancarlo Cesana, membro del Consiglio nazionale di CL, in occasione del 50.mo anniversario della nascita del movimento. Dopo aver affrontato nel primo volume il tema del senso religioso, essenza della razionalità e radice della coscienza umana, e nel secondo quello della grande rivelazione di Gesù Cristo nel mondo, in questo terzo volume mons. Giussani introduce all’avvenimento della Chiesa un fenomeno storico il cui unico significato consiste nell’essere la possibilità per l’uomo di raggiungere la certezza su Cristo. Il libro “Perché la Chiesa” rappresenta, inoltre, un’occasione per conoscere il pensiero e l’esperienza da cui nasce Comunione e Liberazione, presente oggi in 70 Paesi del mondo. “Ritengo che il genio del movimento che ho visto nascere - ha scritto mons. Giussani in una lettera indirizzata a Giovanni Paolo II in occasione dell’anniversario di CL - sia di avere sentito l’urgenza di proclamare la necessità di ritornare agli aspetti elementari del cristianesimo, vale a dire la passione del fatto cristiano come tale nei suoi elementi originali. Per questo non ci sentiamo portatori di una spiritualità particolare, né avvertiamo il bisogno di identificarla. Domina in noi la gratitudine per la scoperta che la Chiesa è vita che incontra la nostra vita”. (B.C.)

 

 

GLI ITALIANI INCURIOSITI DAI TEMI RELIGIOSI MA AL TEMPO STESSO DISINFORMATI E POCO PRATICANTI: QUESTO L’IDENTIKIT TRACCIATO DALLA RICERCA EURISKO. L’INDAGINE, PRESENTATA OGGI A MILANO, E’ STATA COMMISSIONATA

DALLA CHIESA EVANGELICA VALDESE

  

MILANO. = La stragrande maggioranza degli italiani si dice cattolica, ma solo poco più di un quarto è praticante. Pur mostrando interesse e curiosità per i temi religiosi, pochi conoscono religioni e confessioni diverse, ma in ogni caso islamismo e buddismo sono più noti di ebraismo, protestantesimo e ortodossia. Questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine Eurisko, commissionata dalla Chiesa Evangelica Valdese. Secondo quanto riferisce la ricerca, presentata stamani a Milano, l’80% degli intervistati si considera cattolico, se non altro per tradizione familiare, il 10% non credente mentre solo il 3% dichiara di appartenere ad altre religioni. Il 70% degli italiani ritiene che il Parlamento non debba tener presente le posizioni delle varie confessioni quando affronta temi quali aborto, fecondazione assistita ed eutanasia, ma debba decidere in totale autonomia. Un dato curioso di questo identikit socioculturale degli italiani degli anni 2000 è la generale disinformazione sulle varie religioni. Alla richiesta di collocare ‘spiritualmente’ una serie di personaggi famosi, la maggior parte degli intervistati non sa rispondere o sbaglia. Uniche eccezioni, Madre Teresa di Calcutta, il calciatore Roberto Baggio e il Dalai Lama. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 maggio 2004

 

- A cura di Fausta Speranza –

 

In primo piano nell’informazione di tutto il mondo c’è lo scandalo che ha travolto le forze angloamericane per la documentazione sempre più ampia di inaccettabili abusi su prigionieri. In Iraq, davanti alla prigione di Abu Ghraib, a una trentina di km da Baghdad, si è svolta una manifestazione di protesta, mentre scontri si registrano a Najaf. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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E' la prima manifestazione dopo le rivelazioni sulle torture praticate da soldati americani su detenuti iracheni ed è stata  organizzata dal Comitato degli Ulema musulmani, che sono sunniti. Circa 500 persone si sono raccolte davanti al portone dell'immensa prigione, simbolo di repressione durante il regime di Saddam Hussein. Intanto dossier sulle sevizie continuano ad accumularsi sulle scrivanie del Pentagono: sono almeno 35 e ben 25 riguardano casi in cui i prigionieri sono morti. C’è poi la documentazione di torture fisiche e umiliazioni psicologiche, risultato di inchieste condotte non solo in Iraq ma anche in Afghanistan dal dicembre 2003. Il generale americano Geoffrey Miller, responsabile del sistema carcerario della coalizione in Iraq ha presentato oggi scuse pubbliche al popolo iracheno. E c’è attesa per l’intervento del presidente Bush che ha annunciato interviste a due emittenti arabe, Al Hurra, sponsorizzata dagli Stati Uniti, e Al Arabiya. Esclusa, invece, la famosa Al Jazira. Intanto giunge notizia di forti esplosioni, seguite  da scambi di tiri, che hanno scosso la città  di Najaf  e di alte colonne di fumo. Proprio nella città santa irachena si trova la roccaforte dell'imam sciita radicale Moqtada Sadr che, chiedendo ai suoi di essere  più ''vigili e più  disciplinati'', ha affermato ieri che li condurrà al martirio. Per quanto riguarda la zona calda di Fallluja, i marines americani hanno promesso di allentare il cordone di sicurezza intorno alla parte nordoccidentale della città, permettendo l’ingresso di  veicoli per la prima volta in un mese. C’è poi una decisione da parte del Pentagono: resterà inalterato fino a tutto il 2005 il livello delle forze in Iraq. Il contingente, che oscilla intorno ai 135mila uomini, dunque non scenderà a 110 mila come era stato inizialmente previsto entro il mese di maggio.

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Giudizi non negativi di Israele e più soddisfatti da parte dei palestinesi sulla dichiarazione emessa dal Quartetto ieri a New York a  proposito del processo di pace israelo-palestinese. Usa, Ue, Russia e Onu hanno ribadito che la soluzione delle questioni più controverse tra israeliani e palestinesi devono essere negoziate direttamente tra le parti, annunciando però l'intenzione di stabilire un  ''meccanismo di osservazione e di coordinamento'' per verificare il rispetto della road map. Intanto, truppe israeliane  entrate,  durante la notte, in tre diverse lo-calità nella striscia di  Gaza, si sono scontrate con palestinesi armati e in almeno un  caso uno di loro è stato ucciso.

 

I sei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo - Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi, Bahrein, Oman e Qatar - hanno siglato ieri in Kuwait un patto antiterrorismo che rafforza la loro cooperazione in materia di sicurezza. L’intesa giunge dopo una serie di attentati in Arabia Saudita che hanno causato, in un anno, una settantina di morti.

 

Pene detentive tra i 7 anni e i 4  anni di reclusione sono state inflitte in Iran a tre dissidenti  iraniani da una corte d'appello. I tre sono Reza Alijani, Taqi Rahmani e Hoda Saber, attivisti  islamico-liberali riconosciuti colpevoli di ''atti contro la  sicurezza nazionale''. Tutti e tre devono comunque ancora essere giudicati per la nuova accusa di avere istigato gli studenti a partecipare  a manifestazioni di protesta contro il regime, lo scorso anno.  

 

In Italia non si attenua lo scontro politico dopo le dimissioni ieri di Lucia Annunziata da presidente della Rai. Appoggiata dal centro sinistra, la Annunziata accusa la maggioranza di assumere il pieno controllo politico dell’azienda  attraverso le nuove nomine varate sempre ieri, proprio nel giorno in cui il presidente Ciampi ha firmato la legge Gasparri. Proprio la legge che riordina il sistema radiotelevisivo è il motivo di fondo della tensione tra i due schieramenti in tema di informazione. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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La goccia che ha fatto traboccare il vaso, tra l’altro già colmo, sono state le nomine proposte ieri dal direttore generale Cattaneo, meno di tre ore prima del Consiglio di Amministrazione che doveva esaminarle. Ormai da tempo Lucia Annunziata, presidente considerata di garanzia, era in netta minoranza all’interno del Cda, quando ha votato “no” al piano industriale, “no” al piano di riorganizzazione e si è trovata sempre più spesso a polemizzare con Cattaneo. Duro l’attacco della presidente dimissionaria alla maggioranza: “Elimina il pluralismo, vuole il controllo pieno della televisione pubblica”. Accuse, queste, respinte dal centro-destra che giudica “quelle dell’Annunziata come dimissioni politiche, frutto della campagna elettorale in corso”. “Motivare le dimissioni con la mancanza di pluralismo è semplicemente ridicolo”, afferma ad esempio il vice-premier Fini. Tra schieramenti è scontro anche sull’attuale Consiglio di Amministrazione. “Illegittimo”, secondo l’Annunziata e tutto il centro-sinistra; “pienamente legittimato”, secondo il Polo. Pur chiamati in causa, i presidenti di Camera e Senato non intendono, però, intervenire: Pera e Casini, entrambi impegnati in viaggi ufficiali all’estero, hanno escluso di tornare ad occuparsi del Cda Rai con le vecchie regole. La firma, posta proprio ieri da Ciampi sulla legge Gasparri che riforma il sistema radiotelevisivo, apre infatti una nuova fase che non prevede più alcun ruolo diretto dei vertici delle Camere in materia Rai. Dal Quirinale, intanto, non giungono segnali di alcun tipo sulla vicenda ma è facile immaginare l’attenzione del capo dello Stato su una vicenda resa ancora più delicata dall’inizio della campagna elettorale.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Intanto, in Italia è preoccupante la situazione dei casi Fiat e Alitalia. Lo sciopero  promosso alla sede Melfi dell’azienda automobilistica FIAT, è stato prorogato alle 14 di oggi. Per l’emergenza  che investe la compagnia di bandiera oggi è oggetto di un vertice di ministri a Palazzo Chigi.   Intanto, dopo il calo di ieri in Borsa, a Piazza Affari le trattazioni relative alla compagnia sono state sospese per l'intera seduta  in attesa del Consiglio di Amministrazione  che si svolgerà  domani.

 

Una persona è morta in Kashmir negli scontri tra polizia e manifestanti  che hanno caratterizzato l'apertura dei seggi per le elezioni legislative in India.  Il Kashmir, regione travagliata da anni di violenze tra  esercito indiano e separatisti, è uno dei sette Stati del nord e del centro  dove si tiene oggi il quarto e penultimo turno. L’ultimo ci sarà lunedì prossimo. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:

 

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Dopo i sondaggi, non troppo favorevoli, nell’ultima tornata elettorale di una settimana fa, il Bjp, partito di maggioranza, cerca la rivincita. Secondo alcuni commentatori, le sorti della coalizione di destra del premier Vajpayee si gioca proprio in Uttar Pradesh, il più grande Stato indiano dove è in minoranza ma esattamente come il rivale Congresso. Nel collegio elettorale di Loocknow, capoluogo dell’Uttar Pradesh, è candidato anche il 79.enne Vajpayee che continua ad essere favorito sull’italiana Sonja Gandhi che guida il Congresso. La sua coalizione di partiti della destra potrebbe però, secondo i sondaggi, non raggiungere la maggioranza necessaria per formare un governo. In questo caso si dovrebbe aggregare con altre forze politiche regionali. La prospettiva di un governo più frammentato di quello attuale, che conta già ben 22 partiti, ha arrecato pesanti perdite alla borsa di Bombay. La classe medio-alta indiana, che sta beneficiando del boom economico e che vota per il Bjp, vuole un governo stabile per accelerare il processo di riforme economiche e per proseguire il dialogo di pace con il Pakistan. Oggi si vota di nuovo anche nel Kashmir indiano, in uno stato di massima allerta per la paura di nuovi attacchi dei militanti separatisti che hanno chiesto alla popolazione di boicottare le urne.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Il partito dell’ex dittatore Suharto ha vinto le elezioni legislative dello scorso 5 aprile in Indonesia, battendo il partito della presidente Sukarnoputri. Secondo i dati ufficiali, riferiti stamani dalla Commissione elettorale, il Golkar ha ottenuto il 21,58% dei voti, contro il 18,53% del Partito democratico indonesiano.

 

Con un accordo per 'proseguire i negoziati'' in vista di una soluzione, Giappone e Corea del nord  hanno concluso a Pechino due giorni di intense consultazioni a livello di alti funzionari del ministero degli  esteri sul grave problema dei civili giapponesi rapiti negli  anni '70 e '80 dai servizi segreti di Pyongyang.  E' la prima volta, nei negoziati tenuti finora tra i due  Paesi sul nodo dei rapiti, che Tokyo riconosce uno scambio  approfondito di idee sulle possibili soluzioni.

 

Nella Cecenia sudorientale e sudoccidentale non si fermano i combattimenti, secondo quanto riferiscono fonti ufficiali cecene e fonti indipendentiste. Le autorità militari parlano dell'uccisione di almeno una quarantina  di ribelli e dell'arresto di altri, sottolineando che alcune decine di  guerriglieri sarebbero ancora assediati sulle montagne nella  regione di Kurchaloi. Le autorità di Grozny sostengono che tra questi c’è anche  il presidente indipendentista Aslan Maskhadov, mentre fonti cecene continuano a smentire.

 

Il parlamento lituano ha varato ieri un provvedimento che impedisce all’ex presidente, Rolandas Paksas, destituito il mese scorso, di candidarsi alle elezioni presidenziali anticipate, il prossimo 13 giugno. Sottoposto ad impeachment, il 6 aprile Paksas è stato riconosciuto colpevole di aver concesso la cittadinanza ad un uomo di affari russo, in cambio di fondi elettorali, di aver divulgato segreti ufficiali e di aver influenzato i risultati di un’operazione di privatizzazione.

 

 

 

 

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