RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 124 - Testo della trasmissione di lunedì 3 maggio
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si è
aperta a Madrid la LXXXII Assemblea plenaria dei vescovi spagnoli
Messico
e Perù ritirano i propri ambasciatori da Cuba
Ripresi
in Sri Lanka i colloqui preliminari tra il governo e le Tigri Tamil
In Iraq l’Onu potrebbe
autorizzare l’invio di un contingente multinazionale dopo il prossimo 30 giugno
Nuove
violenze in Medio Oriente dopo che il Likud non ha approvato ieri il piano
Sharon
In
Turchia sventato un attentato programmato per il vertice Nato di giugno.
3 maggio 2004
GIOVANNI
PAOLO II SARA’ IN SVIZZERA IL 5 E 6 GIUGNO PROSSIMO
PER IL SUO 103.MO VIAGGIO INTERNAZIONALE. LA
SALA STAMPA VATICANA
HA ANNUNCIATO CHE IL PONTEFICE PARTECIPERA’
ALL’INCONTRO NAZIONALE DEI GIOVANI CATTOLICI ELVETICI, IN PROGRAMMA A BERNA.
CON NOI, IL PORTAVOCE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE
SVIZZERA, MARC AELLEN
- Servizio di Alessandro Gisotti -
Giovanni Paolo II sarà a Berna il 5 e 6 giugno prossimo
per l’incontro dei giovani cattolici di tutta la Svizzera. L’annuncio è stato dato oggi dalla Sala Stampa
Vaticana. Si tratta del 103.mo viaggio internazionale del Pontefice, che per la
terza volta, dopo le visite del 1982 e 1984, si recherà nel Paese elvetico. Il
servizio di Alessandro Gisotti:
*********
Il Papa e i giovani: un binomio straordinario, che si
rinnoverà a Berna all’incontro nazionale dei giovani cattolici della Svizzera,
il 5 e 6 giugno. La Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato, con una nota,
che Giovanni Paolo II partirà dall’aeroporto di Fiumicino alle 9.45 del 5
giugno e farà ritorno a Roma il giorno successivo, alle 20.45 all’aeroporto di Ciampino. Dal canto suo -
in un comunicato diramato oggi a Friburgo - la Conferenza episcopale svizzera informa
che il Santo Padre incontrerà i giovani nella giornata di sabato 5 giugno - nel
tardo pomeriggio, al palazzetto del ghiaccio di Berna. Quindi, celebrerà, la
domenica mattina, una Santa Messa sul prato dello stadio Allmend. I vescovi
svizzeri invitano tutti i fedeli a riunirsi attorno alla persona del Papa in
questa celebrazione domenicale. Un significativo appuntamento al
quale sono attese decine di migliaia di persone da tutta la Svizzera, ma anche
dai Paesi vicini. Sullo spirito e le emozioni con le quali i fedeli svizzeri
attendono l’incontro con il Papa, abbiamo raccolto la testimonianza di Marc
Aellen, portavoce della Conferenza episcopale elvetica:
R. –Tutti i giovani
che stanno preparando questo grande avvenimento, ed anche i vescovi svizzeri,
sono veramente molto colpiti e molto riconoscenti nei confronti del Santo Padre
per aver accolto l’invito. Sin d’ora gli diamo il benvenuto nella terra
elvetica. C’è un sentimento di grande commozione. Noi vogliamo fare di tutto
perché questo incontro con i giovani sia bellissimo.
D. – L’ultima visita del Santo
Padre in Svizzera è del 1984, quindi, nei primi anni di Pontificato di Giovanni
Paolo II. Quali ricordi restano tra gli svizzeri di quel viaggio apostolico?
R. – Sono tanti i
ricordi. Lui aveva fatto un grande viaggio: era una visita di una settimana.
Quindi, aveva visitato tutte le regioni linguistiche. Tantissime persone si
ricordano di quel momento.
D. – Come si stanno
svolgendo i preparativi per questo grande evento per tutta la Svizzera?
R. – E’ da mesi che
centinaia di giovani e di adulti stanno preparando questo evento. Bisogna dire
che la cosa più bella è che si tratta del primo incontro nazionale dei giovani
cattolici. Mai prima è stato fatto un incontro tra i giovani di tutte le
regioni linguistiche della Svizzera e tra i giovani delle parrocchie, dei
movimenti, della pastorale giovanile e delle associazioni. Il fatto che il Papa
venga ad un incontro del genere per noi è una cosa fantastica.
**********
UDIENZE
E NOMINE
Giovanni
Paolo II ha ricevuto questa mattina in udienza il cardinale Giovanni Battista
Re, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, mons. Gerhard Ludwig Müller,
Vescovo di Regensburg (Repubblica Federale di Germania). Inoltre il Santo Padre
ha ricevuto l’arcivescovo di Detroit, cardinale Adam Joseph Maida, insieme ad
un gruppo di vescovi della Regione VI della Conferenza episcopale degli Stati
Uniti, in visita “ad Limina”.
Oggi il Papa ha nominato:
- in Angola, arcivescovo
Metropolita di Huambo monsignor José de Queirós Alves, finora Vescovo di
Menongue;
- in Polonia, ausiliare
dell’Arcidiocesi di Lublino il sacerdote Artur Grzegorz Miziński, del
clero della medesima Diocesi, finora Cancelliere della Curia Metropolitana e
Docente di Diritto Canonico presso l’Università Cattolica di Lublin, assegnandogli
la Sede titolare vescovile di Tarasa di Numidia. Mons. Artur Grzegorz
Miziński è nato il 13 febbraio 1965 ad Opole Lubelskie, nell’Arcidiocesi
di Lublin. Dopo aver superato gli esami di maturità, nel 1983 è entrato nel Seminario
Maggiore di Lublin. Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 23 marzo 1989.
- nelle Filippine, ha nominato Vescovo della Diocesi di
Valanga mons. Socrates Buenaventura Villegas, finora Vescovo titolare di Nona
ed Ausiliare di Manila.
Il Pontefice ha inoltre
accettato la rinuncia
al governo pastorale della diocesi di Amos presentata per motivi di salute da
mons. Gérard Drainville. Nuovo vescovo di Amos è stato designato mons. Mons.
Eugène Tremblay, finora Vescovo titolare di Succuba ed Ausiliare di Québec.
SI E’
CONCLUSA IERI LA VISITA IN VIETNAM DELLA
DELEGAZIONE DELLA SANTA SEDE CHE HA INCONTRATO ESPONENTI DELL’UFFICIO
PER GLI AFFARI RELIGIOSI E IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI DEL PAESE E HA VISITATO ALCUNE DIOCESI.
NAVARRO
VALLS RIFERISCE CHE SI E’ PARLATO IN UN CLIMA POSITIVO DELLA VITA E
DELL’ATTIVITA’ DELLA CHIESA IN VIETNAM
La delegazione della Santa Sede, che ha visitato il Vietnam
nei giorni scorsi, ''ha parlato in un clima positivo della vita e dell'attività
della Chiesa Cattolica nel Paese'' con Ngo Yen Thi, dell' ufficio per gli
Affari religiosi. Negli incontri con esponenti del ministero degli Esteri,
inoltre, la delegazione ha rilevato ''i passi finora compiuti verso la
normalizzazione''. E’ quanto afferma il portavoce vaticano, Joaquin Navarro
Valls, in una dichiarazione diffusa al
rientro a Roma della delegazione della Santa Sede che ha visitato il Vietnam
dal 27 aprile al 2 maggio. La delegazione era composta dal sottosegretario per
i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, dal consigliere di nunziatura,
Luis Mariano Montemayor e dal capoufficio presso la Congregazione per
l'evangelizzazione dei popoli, mons. Barnaba Van Phuong. Oltre ad avere
incontrato esponenti dell'ufficio per gli Affari religiosi e il vice ministro
degli Affari esteri, Le Cong Phung, i rappresentanti della Santa Sede hanno
anche compiuto una visita nelle diocesi di Xuan Loc e di Ban Me Thuot, dove
hanno celebrato la messa ''in un clima di intensa comunione ecclesiale e hanno
ricevuto manifestazioni di profondo affetto e fedeltà al Papa''. Altri incontri
ecclesiali, riferisce il portavoce vaticano, si sono tenuti ad Hanoi e a Città
di Hochimin.
QUESTO
POMERIGGIO TERMINANO I LAVORI DELLA SESSIONE PLENARIA
DELLA
PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI
-
Intervista con Mary Ann Glendon -
“Intergenerational
solidarity, welfare and human ecology” è il tema dei lavori della X Sessione
plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sociali che si concludono
oggi in Vaticano. Alla Sessione hanno
partecipato la maggior parte dei 33 accademici, provenienti da tutti i continenti,
insieme con esperti delle varie problematiche legate alla realtà sociale e al rapporto tra generazioni. L’Accademia è
stata fondata nel gennaio 1994 da Papa Giovanni Paolo II per promuovere lo
studio e il progresso delle Scienze Sociali, e dunque economia, diritto,
scienze politiche e sociologia, con l’intento di fornire elementi utili alla
Chiesa per approfondire e sviluppare la sua dottrina sociale. Cosa si è messo
in luce con questa Plenaria? Giovanni Peduto lo ha chiesto alla nuova
presidente dell’Accademia, la prof.ssa statunitense Mary Ann Glendon, della
Harvard University School of Law del Massachussets, negli Stati Uniti:
**********
R. – THIS PLENARY HAS BEEN DEVOTED…
Questa Plenaria è stata dedicata,
prima di tutto, alla crisi nel welfare. Si è parlato poi delle situazioni
problematiche nel mondo e della realtà della famiglia, considerando la profonda
crisi nei significati e nei valori.
D. – Quale
concezione di stato sociale si sta sviluppando oggi nel mondo?
R. – THE CONCEPT OF THE SOCIAL STATE…
Il concetto dello stato sociale
che si è sviluppato nel XX secolo è ora in crisi. E’ uno stato sociale
ambizioso che nessun Paese può sostenere a lungo, vista la diminuzione delle
nascite e l’aumento della longevità. Quindi, quello di cui abbiamo discusso
questa settimana è stata la possibilità di uno stato socialmente cosciente,
capace di affrontare alcuni dei problemi del welfare.
D. – Quali sono le
conseguenze di questa nuova concezione?
R. – WELL, WHO EVER KNOWS THE CONSEGUENCES…
Chiunque conosca le conseguenze di
questa concezione, probabilmente otterrà il premio Nobel. Non abbiamo una
risposta, ma siamo riusciti questa settimana ad identificare alcuni dei
problemi.
D. – Cosa si può
fare per le fasce sociali più vulnerabili?
R. – THE THOUGHT AT THIS CONFERENCE WAS…
Il pensiero di questa Conferenza è
stato che la dottrina cattolica della sussidiarietà e solidarietà potrebbe
essere di aiuto nel pensiero di coloro che fanno la politica sociale. Cosa fare
per le persone più vulnerabili? Prima di tutto non devono essere ignorati ma
assistiti per quanto possibile nello sviluppo delle loro competenze, in modo da
alimentare la loro creatività piuttosto che considerarli oggetti passivi.
D. – Quali le
soluzioni, per esempio per il sistema pensionistico?
R. – WELL, MANY PEOPLE SUGGESTED…
Molte persone hanno suggerito
delle soluzioni pratiche, come allungare l’età pensionistica o ridurre i
benefici. Ma il suggerimento più importante in questa Conferenza è stato quello
di capire che abbiamo bisogno di sostituire un modello conflittuale, che pone
una generazione contro l’altra, con un modello basato sulla solidarietà.
D. – Il privato si
sta espandendo sempre di più. Quale il ruolo dello Stato?
R. – THAT QUESTION IS IMPOSSIBLE TO ANSWER…
E’ impossibile rispondere a questa
domanda in astratto. Abbiamo persone nella nostra Accademia provenienti da ogni
Paese ed ogni continente. Alcuni provengono da posti in cui le dinastie
familiari sono troppo forti, altri provengono da luoghi dove la famiglia è
troppo debole. Ci sono posti dove lo Stato è forse troppo forte, ma ci sono
posti dove lo Stato è troppo debole. Solidarietà e sussidiarietà non sono una
formula meccanica, ma un principio che deve essere applicato in diverse
circostanze.
**********
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo:
"La linfa vitale del Vangelo assicura all'Europa uno sviluppo
coerente con la sua identità":
al Regina Coeli Giovanni Paolo
II saluta l'ingresso nell'Unione Europea di dieci nuovi Paesi e riafferma il contributo
della Chiesa per un futuro nella libertà, nella solidarietà, nella giustizia e
nella pace.
"Solo un'Europa che non
rimuove le proprie radici cristiane potrà essere all'altezza delle grandi sfide
del terzo millennio".
Sempre in prima, in evidenza il
titolo "Sacerdoti per sempre": nella Domenica del Buon Pastore il
Papa ordina ventisei nuovi presbiteri per la diocesi di Roma.
Nelle vaticane, l'omelia del
Santo Padre nella solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta domenica,
nella Basilica Vaticana, 41 Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni.
Nelle estere, il telegramma del
Papa al vescovo di Amboina, in cui esprime affetto paterno e solidarietà alla
comunità cristiana di Ambon, capoluogo delle isole Molucche sconvolto da gravi
violenze a sfondo etnico-religioso.
L'intervento della Santa Sede
alla terza sessione del Comitato Preparatorio della VII Conferenza di esame
del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
Riguardo al Medio Oriente un
articolo dal titolo "Barbari attacchi e rappresaglie nei Territori
autonomi palestinesi": una donna ebrea ed i suoi quattro figli sterminati
da un commando.
Nella pagina culturale, un
articolo di Vittorino Grossi in merito al XXXII Incontro di studiosi
dell'antichità cristiana all'Augustinianum, che si svolgerà dal 6 all'8 maggio.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la vicenda Alitalia, con riferimento ai disagi legati allo sciopero di
questi giorni e alla grave situazione finanziaria della compagnia.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo:
"La linfa vitale del Vangelo assicura all'Europa uno sviluppo
coerente con la sua identità":
al Regina Coeli Giovanni Paolo
II saluta l'ingresso nell'Unione Europea di dieci nuovi Paesi e riafferma il
contributo della Chiesa per un futuro nella libertà, nella solidarietà, nella
giustizia e nella pace.
"Solo un'Europa che non
rimuove le proprie radici cristiane potrà essere all'altezza delle grandi sfide
del terzo millennio".
Sempre in prima, in evidenza il
titolo "Sacerdoti per sempre": nella Domenica del Buon Pastore il
Papa ordina ventisei nuovi presbiteri per la diocesi di Roma.
Nelle vaticane, l'omelia del
Santo Padre nella solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta domenica,
nella Basilica Vaticana, 41 Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni.
Nelle estere, il telegramma del
Papa al vescovo di Amboina, in cui esprime affetto paterno e solidarietà alla
comunità cristiana di Ambon, capoluogo delle isole Molucche sconvolto da gravi
violenze a sfondo etnico-religioso.
L'intervento della Santa Sede
alla terza sessione del Comitato Preparatorio della VII Conferenza di esame
del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
Riguardo al Medio Oriente un
articolo dal titolo "Barbari attacchi e rappresaglie nei Territori
autonomi palestinesi": una donna ebrea ed i suoi quattro figli sterminati
da un commando.
Nella pagina culturale, un
articolo di Vittorino Grossi in merito al XXXII Incontro di studiosi
dell'antichità cristiana all'Augustinianum, che si svolgerà dal 6 all'8 maggio.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la vicenda Alitalia, con riferimento ai disagi legati allo sciopero di
questi giorni e alla grave situazione finanziaria della compagnia.
3 maggio 2004
NELLA 14ESIMA GIORNATA MONDIALE DELLA LIBERTA’ DI STAMPA,
IL RAPPORTO ANNUALE DI “REPORTER SENZA FRONTIERE”
DENUNCIA CHE IL 2003 E’ STATO UN ANNO TRAGICO
PER IL NUMERO DI GIORNALISTI UCCISI
E PER LE LIMITAZIONI ALLA LIBERA INFORMAZIONE
- Intervista con Alessandro Oppes -
Si
celebra oggi la 14 ma Giornata mondiale della libertà di stampa, sotto l’egida
dell’Unesco, che ha scelto la città di Belgrado per onorare questa ricorrenza e
consegnare il Premio intitolato alla memoria del giornalista colombiano Guillermo
Cano, assassinato per aver denunciato le attività dei narcotrafficanti. Il riconoscimento
è andato quest’anno al giornalista cubano Raul Rivero Castaneda, fondatore
della prima associazione della stampa indipendente a Cuba, arrestato nell’aprile
2003 e condannato a 20 anni di carcere per aver “attentato all’indipendenza
dello Stato”, in un’ondata di repressione negli ambienti dissidenti che ha
portato ad oltre 50 arresti. Il servizio di Roberta Gisotti:
**********
Diritto
di libera stampa negato in troppi Paesi. Sono tante le vittime di questa
repressione strisciante che attraversa il Pianeta e che resta in massima parte
impunita. E’ quanto emerge nel rapporto annuale presentato questa mattina a Milano
da “Reporter senza frontiere”. Ne parliamo con il dott. Alessandro Oppes,
presidente in Italia dell’associazione:
D. – Quanti sono i giornalisti
perseguitati nel mondo, quanti hanno pagato anche con la loro vita?
R. – Purtroppo, il 2003 – come
diciamo nel nostro ultimo Rapporto – è stato un anno tragico per la libertà di
stampa, l’anno in cui sono stati uccisi più giornalisti dopo il 1995.
Esattamente l’anno scorso 42 giornalisti sono stati assassinati. Ci sono stati
766 arrestati e quasi 1500 aggrediti o minacciati e più di 500 media censurati.
Guardando all’inizio del 2004, notiamo che la situazione assolutamente non
migliora: ci sono altri 13 giornalisti uccisi nei primi quattro mesi di
quest’anno. In media addirittura la cifra è superiore in rapporto allo scorso
anno: più di 400 arrestati in soli quattro mesi! Ricordiamo che il 2003 è stato
l’anno del conflitto in Iraq e ci sono stati 12 giornalisti uccisi in Iraq. Ma
ci sono poi situazioni che si ripetono e si confermano tragicamente nel tempo,
come la Colombia, dove continuano ad essere assassinati i giornalisti da parte
dei gruppi armati, sia la guerriglia, sia i gruppi paramilitari.
D. – Ci sono degli
Stati in cui proprio la libertà di stampa è negata quasi sulla carta?
R. – La Corea del
Nord è uno Stato assolutamente chiuso, privo di libertà di qualunque genere,
uno Stato – l’unico Stato al mondo – dove addirittura non esiste internet. E ci
sono Stati come Cuba dove la libertà di stampa è espressamente negata,
addirittura dalla Costituzione.
D. – A proposito di
Cuba: quest’anno, il premio Unesco per la libertà di stampa è stato assegnato
al giornalista cubano Raul Rivelo Castaneda, tuttora in carcere ...
R. – La situazione
a Cuba è terribile. Ricordiamo che in questo momento ci sono a Cuba 29
giornalisti in carcere, condannati a pene tra i cinque e i 28 anni di
detenzione, semplicemente per aver tentato di esercitare un diritto che a Cuba
non è riconosciuto.
D. – Nel vostro
Rapporto, dottor Oppes, c’è anche un capitolo dedicato all’Italia?
R. – Sì, esatto. Da
qualche anno, “Reporter senza frontiere” ha inserito l’Italia tra i Paesi sotto
osservazione, perché è un caso unico al mondo di un Paese democratico in cui
praticamente tutta l’informazione televisiva è controllata, in forma diretta o
indiretta, da una sola persona. In questo caso, Silvio Berlusconi già
controllava le tre televisioni private più importanti e, con la sua elezione
alla guida del governo, può esercitare un’influenza molto pesante anche sulla
televisione pubblica.
**********
LE
“COSE NUOVE” GENERATE DALLO SPIRITO, CHE RIDONA SPERANZA AGLI UOMINI:
A
RIMINI, CONCLUSO IL 27.MO CONVEGNO NAZIONALE
-
Intervista con Salvatore Martinez -
“Se
sarete quello che dovete essere, accenderete il fuoco in Italia e nel mondo”.
Le celebri parole di Santa Caterina da Siena sono risuonate nel grande
Palacongressi di Rimini, dove si è conclusa ieri la 27.ma Convocazione nazionale
del Rinnovamento nello Spirito in Italia, che ha riunito 25 mila persone dei
vari gruppi sparsi lungo la penisola. Il messaggio della Santa di Siena è stato
ripetuto come mandato dall’arcivescovo di Palermo, il cardinale Salvatore De
Giorgi, uno dei quattro porporati che hanno presieduto una concelebrazione
eucaristica. Anche il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze, il
cardinale Francis Arinze, che ha parlato dei poveri e dei soli; il cardinale
Giovanni Battista Re, le cui parole si sono soffermate sull’importanza dei
movimenti ecclesiali, hanno potuto porre l’accento sulla “novità” generata
negli uomini e nel mondo dalla presenza dello Spirito. Lo spiega il
coordinatore nazionale del Rinnovamento, Salvatore Martinez, intervistato da
Paolo Salvo:
**********
R. – Ricordo il tema
e la parola che ci ha convocati a Rimini: “Io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato, perché si godrà e si gioirà sempre di quello
che sto per creare. Di Gerusalemme farò una gioia, del suo popolo un gaudio”.
Questa Gerusalemme diventata gioia è stata la città di Rimini; Il popolo
diventato gaudio, i 25 mila partecipanti alla convocazione. Una grande festa
d’amore: segno che ancora oggi Gesù cerca, convoca, vuole raggiungere tutti gli
uomini per donarsi completamente. Il Santo Padre, con la lettera autografa che
ha inviato al Rinnovamento per l’occasione
ci ha invitati a diffondere l’amore di Cristo e della sua Chiesa e a
fare del Rinnovamento un luogo in cui si suscita la conversione interiore.
D. – Come si può
parlar di gioia, Salvatore Martinez, ad un mondo provato da tante sofferenze?
R. – Dio è gioia:
questo l’annuncio di Gesù sul monte, proprio all’indirizzo delle sofferenze del
mondo. E’ gioia imperitura sulla terra ed è anticipo della gioia eterna che è
nel cielo. Il tema delle Beatitudini - i “tratti somatici della gioia cristiana”,
come vorrei definirli – sono stati costantemente sotto lo sguardo dei nostri
convenuti a Rimini. Gesù è venuto a ridestare la gioia nel cuore dell’uomo,
proprio ridonando dignità agli ultimi, salute fisica e spirituale agli
ammalati, luce a coloro che erano nelle tenebre. Per loro, per noi, ogni giorno
Gesù porta la Croce e vince il mondo. Ecco perché San Paolo dice: “Il Regno di
Dio è gioia nello Spirito Santo”. La gioia è data dalla presenza di Gesù, la
gioia appartiene a Gesù, perché solo Lui ha il potere di salvare l’uomo.
D. – Viviamo in un
mondo che ha un gran bisogno di buone notizie, basti pensare al dramma del
Medio Oriente, alle tante vittime della violenza e anche, in questo periodo,
alla vicenda degli ostaggi in Iraq. Qual è la buona notizia che il Rinnovamento
nello Spirito annuncia agli uomini e alle donne di oggi?
R. – Questo mondo,
immerso nella tristezza, nell’angoscia, minato da tante disperazioni, noi
crediamo non abbia più bisogno dei nostri giudizi. Dio si aspetta tanto da noi
e non sa che farsene - io ritengo - di tanti nostri facili discorsi sulla
storia dell’uomo. Bisogna piuttosto impegnarsi a cambiare la storia. Senza
un’anima spirituale, il mondo muore. Dove manca lo spirito di Dio, gli uomini
lavorano alla lacerazione del cuore dell’uomo, alla distruzione del genere
umano, al calpestare la dignità degli uomini e i loro destini di libertà. Ecco
perché riteniamo che questa sia la sfida dei cristiani.
**********
E’ IN
LIBRERIA “LA NUOVA ECONOMIA DEL TERRORISMO”,
UN
SAGGIO DELL’ECONOMISTA LORETTA NAPOLEONI
SULLE
FINANZE CHE ALIMENTANO L’EVERSIONE ARMATA NEL PIANETA
-
Intervista con l’autrice -
Anche il terrorismo ha una sua
economia. Da mezzo secolo, dai primi nuclei dell’eversione armata sorti nel
secondo dopoguerra ad oggi, i teorizzatori degli attacchi violenti alle
istituzioni e alla società civile hanno costruito nel tempo forme di
finanziamento molto redditizie. Oggi, il terrorismo, esteso a livello globale,
può contare su 1.500 miliardi di dollari, pari al cinque per cento del valore
della produzione mondiale. Un’altra cifra significativa riguarda i 10 miliardi
di dollari che la sola Arabia Saudita dona ai gruppi armati arabi, attraverso
il suo Ministero per le opere religiose. Queste cifre, insieme alla
ricostruzione storica dell’evoluzione del fenomeno terroristico, sono contenute
nell’ultimo libro di Loretta Napoleoni, economista italiana da vent’anni a
Londra, intitolato “La nuova economia del terrorismo”. Un saggio inquietante e
affascinate insieme, del quale Alessandro de Carolis ha parlato con l’autrice:
**********
R. – I capisaldi
della nuova economia del terrorismo sono sia legali che illegali. Bisogna tener
presente che questo è un sistema economico che si è formato negli ultimi 50
anni, quindi è stato in grado di costruire una rete di finanziamenti legittimi
attraverso società, multinazionali, investimenti anche in borsa, e
parallelamente un sistema economico illegale, criminale, principalmente
sostenuto dal contrabbando di droghe e di prodotti elettronici.
D. – Negli ultimi 50
anni, il terrorismo ha vissuto fasi diverse. Quand’è che si può cominciare a
parlare del terrore come di un sistema economico internazionale?
R. – Si può parlare
del sistema del terrore a livello globale negli Anni Novanta. Come si è
verificato? E’ molto semplice: attraverso la deregolarizzazione del sistema
economico e finanziario internazionale. Come si è espanso il capitalismo
internazionale, così si è espanso anche il sistema economico del terrorismo.
D. – Nel suo libro,
lei riferisce che la stima del capitale sul quale può contare il terrorismo di
ogni sigla ed ideologia nel mondo, ammonta oggi a circa 1.500 miliardi di
dollari ...
R. – E’ una cifra
veramente inquietante: è pari al 5 per cento del prodotto interno lordo
mondiale ed è quasi il doppio del prodotto interno lordo del Regno Unito. Le
tre caratteristiche principali di questa economia sono: la nuova economia del
terrore, che ammonta a 500 miliardi di dollari; la seconda componente è quello
che viene definito il “prodotto interno criminale” e sono soldi generati
principalmente da organizzazioni criminali nel mondo; e l’ultimo viene definito
da capitali che si muovono da un Paese all’altro, illegalmente. Anche in questo
caso, l’ammontare è di 500 miliardi di dollari.
D. – Quanto
l’economia occidentale è invischiata con la rete finanziaria del terrore?
R. – Le
interdipendenze sono tantissime. Tanto è vero che questo sistema economico del
terrore, illegale e criminale, usa come moneta di scambio il dollaro americano.
Questo già dà un’idea. Questi sono legami veramente inquietanti, che dimostrano
anche quanto sarà difficile riuscire a disaggregare queste interdipendenze.
D. – C’è un modo
realistico per combattere il terrorismo internazionale, sullo stesso piano
economico-finanziario?
R. – Io penso che la
soluzione sia solo economica, perché la soluzione bellica chiaramente non
funziona. Io credo che una soluzione alternativa sia, innanzitutto, seguire la
pista del denaro non soltanto nei Paesi occidentali ma soprattutto nei Paesi
orientali; riuscire a capire come questo denaro si trasmette, perché una delle
differenze fondamentali tra un’organizzazione criminale e un’organizzazione
terrorista è la distribuzione del denaro. L’organizzazione criminale mira
principalmente all’accumulazione del denaro. Un’organizzazione come al Qaeda,
per esempio, ha bisogno di trasmettere questo denaro, costantemente, in tutto
il mondo. Quindi, è questo sistema che noi dobbiamo cercare di bloccare e fino adesso
nessuno ancora lo ha fatto.
**********
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3
maggio 2004
ACCORCIARE LE DISTANZE IN UNA
SOCIETA’ MULTIETNICA E MULTICULTURALE.
E’ IL
TEMA DELLA QUINTA EDIZIONE DELLE SETTIMANE SOLIDALI,
ORGANIZZATE
DAL PONTIFICIO ISTITUTO MISSIONI ESTERE
MILANO
= Migliaia di ragazzi sono attesi alle ‘Settimane solidali’ del Pontificio Istituto
Missione Estere (Pime) che si terranno dal 4 al 14 maggio prossimo a Milano,
per preparare i giovani ad affrontare una realtà sempre più multietnica e
multiculturale. Concentrandosi sul tema di quest’anno, ‘Accorciamo le
distanze’, per 10 giorni i ragazzi si divertiranno e impareranno attraverso
incontri, testimonianze, laboratori pratici, mostre e attività creative,
strumenti con i quali si diffonde il patrimonio umano e spirituale dei
missionari del Pime. Le ‘Settimane solidali’ rappresentano, per gli alunni
delle scuole elementari, medie e superiori della regione, un’occasione di
festa. Concludono un anno di percorso didattico gestito dal Centro missionario
del Pime, in collaborazione con gli insegnanti, nel segno dell’educazione alla
mondialità e all’intercultura. In particolare si discuterà di come la
convivenza con l’altro vada impostata in termini di riconoscimento, comprensione
e tolleranza per il diverso. Le ‘Settimane solidali’ si ripetono ormai da
cinque anni con crescente successo: il numero dei partecipanti si è decuplicato,
passando dai 600 giovani della prima edizione del 2001 ai 6.000 del 2004.
(D.M.)
SI E’
APERTA A MADRID LA LXXXII ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI SPAGNOLI.
TRA I
TEMI TRATTATI L’INIZIAZIONE CRISTIANA AI RAGAZZI, LA MODIFICA
DELLO
STATUTO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE E NUOVE NORME
SULL’ASSOLUZIONE
GENERALE A GRUPPI DI PENITENTI
MADRID
= Si è aperta oggi, a Madrid, la LXXXII Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale
Spagnola, che si concluderà il prossimo 7 maggio. Il Presidente della
Conferenza, cardinale Antonio Maria Rouco Varala, nel discorso di inaugurazione
ha subito ricordato l’attentato di Madrid, esprimendo “solidarietà verso le
vittime dell’11 marzo e verso tutte le vittime del terrorismo”. Uno dei
capitoli principali dell’Assemblea
riguarderà la realizzazione dei diversi punti dell’attuale Piano Pastorale. Il
cardinale Rouco ha sottolineato come “il problema principale al quale la Chiesa
deve far fronte oggi, in Spagna, non si trova tanto nella società o nella
cultura circostante, ma al proprio interno”, un problema che si può definire
come “secolarizzazione interna” alla vita della Chiesa. Il presule ha poi
denunciato come lo stile di vita in Spagna “si allontana coscientemente e risolutamente
dalla fede cristiana e cammina verso un umanesimo immanentista”. Il Presidente
della Conferenza Episcopale ha poi espresso alcune preoccupazioni della Chiesa
cattolica spagnola, in relazione alle unioni tra persone omosessuali, “alle
quali non si può riconoscere una dimensione sociale simile a quella del
matrimonio e della famiglia”. “Non si tratta – ha spiegato il cardinale Rouco –
di negare i diritti legittimi di nessuno, ma di difendere in modo coerente e
pieno i diritti della famiglia”. Parlando, poi, dell’aborto, il presule ha reso
noto che nell’ultimo anno “80.000 bambini sono stati privati del diritto alla
vita, mediante l’aborto provocato”. Durante l’Assemblea, saranno discussi
alcuni documenti su differenti tematiche: dall’iniziazione cristiana dei
ragazzi alla possibilità di assoluzione generale a vari penitenti senza
confessione individuale, nonché la possibile riforma di alcuni articoli dello
Statuto della Conferenza Episcopale per rendere possibile la creazione, in Spagna,
di Regioni Ecclesiali. Questa Assemblea Plenaria coincide con il primo
anniversario della V visita apostolica di Giovanni Paolo II in Spagna, durante
la quale furono canonizzati due sacerdoti e tre religiose spagnoli. Per questa
occasione, i Vescovi concelebreranno, martedì 4 maggio, la Santa Messa nella
Cattedrale de la Almudena di Madrid. (D.M.)
MESSICO
E PERU’ RITIRANO I PROPRI AMBASCIATORI DA CUBA.
SOTTO
ACCUSA IL REGIME CASTRISTA, ACCUSATO DI ATTACCHI OFFENSIVI
E DI INGERENZA DIRETTA IN QUESTIONI INTERNE
CITTA’
DEL MESSICO = Il governo messicano ha ritirato il suo ambasciatore a Cuba, Roberta
Lajous, chiedendo al contempo al governo dell’Avana di richiamare entro 48 ore
il proprio rappresentante diplomatico a Città del Messico. Lo hanno riferito,
in un breve messaggio televisivo, i ministri degli Interni, Santiago Creel, e
degli Esteri, Luis Ernesto Derbez, annunciando la volontà del presidente
Vicente Fox di ridurre le relazioni con l’isola caraibica ad un semplice
“interscambio di incaricati di affari”. Quasi in contemporanea, anche
l’esecutivo peruviano ha annunciato il ritiro del proprio ambasciatore
all’Avana, Juan Alvarez Vita, denunciando “attacchi offensivi” al presidente
Alejandro Toledo. Derbez ha elencato una serie di episodi che sono stati
interpretati dal Messico come atti di “ingerenza diretta in questioni interne
di competenza esclusiva dei messicani”, tra cui “le dichiarazioni del ministero
degli Esteri di Cuba in merito all’estradizione di Carlos Ahumada Kurtz”,
l’imprenditore messicano di origini argentine arrestato il 30 marzo nell’isola
e affidato la settimana scorsa alla custodia degli inquirenti messicani. Il
governo cubano, autorizzando l’estradizione, aveva duramente criticato
l’esecutivo messicano sul caso Ahumada, coinvolto in uno scandalo per
corruzione in cui è implicato anche il sindaco della capitale messicana Andrés
Manuel López Obrador, del Partito della rivoluzione democratica (Prd,
sinistra), tra i favoriti per le presidenziali del 2006. In quanto al Perù,
Castro aveva detto del presidente Toledo che, a fronte di appena l’8 per cento
di popolarità, “non dirige, né può dirigere un bel niente”. In occasione della
Giornata dei lavoratori l’1 maggio, inoltre, Fidel Castro aveva apertamente
attaccato Messico e Perù per aver votato a metà aprile a favore della
risoluzione di condanna contro Cuba da parte della commissione dei diritti
umani delle Nazioni Unite. (D.M.)
RIPRESI
IN SRI LANKA I COLLOQUI PRELIMINARI TRA IL GOVERNO E LE TIGRI TAMIL.
LA
MEDIAZIONE NORVEGESE HA RIAPERTO I NEGOZIATI, MA E’ ANCORA LONTANO
UN INCONTRO TRA LE PARTI
COLOMBO
= Sono ripresi ieri i primi contatti ufficiali tra i mediatori norvegesi e le
parti coinvolte nel conflitto interno dello Sri Lanka, allo scopo di dare nuovo
impulso al processo di pace paralizzato da oltre un anno anche per una seria
crisi nelle istituzioni del Paese. I diplomatici norvegesi escludono però che i
colloqui tra le autorità di Colombo e le ‘Tigri per la liberazione della patria
Tamil’ (Ltte) possano riprendere a breve, a causa di un cambiamento delle forze
al governo nell’isola asiatica e per le richieste apparentemente non trattabili
ribadite dai ribelli. Ieri, una delegazione guidata dal vice-ministro degli
esteri norvegese, Vidar Helgessen, si è trattenuta per diverse ore a discutere
con la presidente cingalese, Chandrika Kumaratunga. Nel comunicato diffuso dopo
la riunione ‘a porte chiuse’ si legge che la presidente si è detta disposta a
riaprire i negoziati, ma Helgessen ha anche aggiunto che “ci vorrà tempo perché
le parti possano nuovamente sedersi attorno a un tavolo”. Oggi, i colloqui
proseguiranno tra l’inviato Erik Solheim con i vertici del Ltte presso il loro
comando a Kilinochchi, nel nord dello Sri Lanka. Il processo di pace cingalese
era stato avviato nel 2002 dall’ex-premier Ranil Wickremesinghe, principale
rivale politico della presidente Kumaratunga. Dopo sei round negoziali, ad
aprile del 2003 i colloqui erano stati sospesi dai ribelli che criticavano
Colombo per le sue resistenze a concedere uno status autonomo alle regioni
abitate dai tamil. A novembre dello stesso anno, una proposta per una
‘amministrazione autonoma ad interim’ era stata messa nero su bianco dai
ribelli e consegnata al premier Wickremesinghe. La decisione della presidente
Kumaratunga di licenziare tre ministri chiave dell’esecutivo aveva definitivamente
interrotto le trattative e avviato una crisi istituzionale conclusasi con
elezioni anticipate che non le hanno assicurato, però, la maggioranza in parlamento.
(D.M.)
CELEBRATI QUESTA MATTINA AD OSTIA I FUNERALI DI GIOVANNI COCCO,
PER
ANNI VICE PRESIDENTE DELL’AGE E PADRE DI PIETRO, RESPONSABILE
DEL
SERVIZIO DI DOCUMENTAZIONE DELLA RADIO VATICANA.
TRA LE
SUE DOTI, L’UMILTA’ E IL SERVIZIO
OSTIA. = Un uomo umile,
capace di servire i suoi prossimi e di fare di ciò un ideale di vita. E’ stato
ricordato così questa mattina, durante la celebrazione delle esequie, Giovanni
Cocco, papà di Pietro, responsabile del Sedoc, il Servizio documentazione della
Radio Vaticana. Deceduto lo scorso 29 maggio, Giovanni Cocco era stato per anni
vicepresidente dell’Age, l’Associazione Italiana Genitori, un organismo che, ispirandosi ai valori della
Costituzione italiana e all'etica cristiana, partecipa attivamente alla vita
scolastica e sociale allo scopo di rendere la famiglia un soggetto politico.
Ai funerali, celebrati nella chiesa di Santa Maria Stella Maris di Ostia, hanno
partecipato i familiari, numerosi amici anche della nostra emittente. “Una
persona disponibile verso gli altri, che ha riposto tutta la sua fiducia in
Dio”, ha detto, tra l’altro, il celebrante nel ricordarlo. Un tratto che in lui
colpiva era quello di “una grande umiltà”. (A.D.C.)
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3
maggio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In
Iraq, dove ieri sono rimasti uccisi undici soldati statunitensi, l’Onu è pronta
ad autorizzare l’invio di un contingente multinazionale dopo il prossimo 30
giugno. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Quattro
soldati americani sono morti in due distinti attacchi a Baghdad e a Sud della
capitale irachena. Un quinto militare è stato ucciso vicino a Kirkuk e sempre
ieri altri sei soldati statunitensi sono morti a causa di un attacco compiuto
contro una base americana nella provincia sunnita di Al Anbar. Un convoglio di
mezzi militari italiani è stato inoltre raggiunto stamani, fortunatamente senza
causare vittime, da colpi di arma da fuoco in una località non distante da
Nassiriya. In un contesto così difficile proseguono comunque gli sforzi per
promuovere la stabilità in Iraq: il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan,
ha infatti annunciato che una forza multinazionale, autorizzata dalle Nazioni
Unite, potrebbe essere inviata nel Paese arabo dopo il passaggio di poteri,
previsto il prossimo 30 giugno; quattromila soldati britannici andranno,
inoltre, a rimpiazzare i militari spagnoli in fase di ritiro da Najaf. E negli
Stati Uniti il Pentagono ha intanto censurato per iscritto 6 ufficiali
statunitensi, ritenuti responsabili delle violenze inflitte ai prigionieri
iracheni nel carcere di Abu Ghraib. Il provvedimento è stato comunicato oggi, a
poche ore dall’apertura della riunione del Comitato Onu sulla tortura. Continua infine l’alternanza di speranza e sgomento
per la sorte degli ostaggi italiani ancora in mano alla guerriglia: proseguono
infatti a ritmo serrato le trattative per il loro rilascio dopo il ‘no’ di una
delle principali fazioni curde irachene alla richiesta dei rapitori di
scambiare i tre sequestrati con membri di un gruppo integralista islamico
detenuti nell’Iraq settentrionale. Da segnalare, infine, che la troupe del Tg5
in Iraq, guidata da Tony Capuozzo, ha subito un sequestro lampo, da parte di
uomini armati, lungo la strada che da Kufa porta a Najaf. Portati in una
moschea, i componenti della troupe sono stati rilasciati dopo circa venti
minuti.
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“Non mi dimetterò ma accetto con
rammarico il risultato della consultazione”. Lo ha detto il primo ministro
dello Stato ebraico, Ariel Sharon, dopo che la maggioranza degli iscritti al
Likud, il principale partito di governo israeliano, ha bocciato il suo piano
unilaterale di ritiro da Gaza. Il voto è stato purtroppo condizionato da un
ennesimo attentato che ieri ha causato presso la colonia di Gush Katif, nel Sud
della Striscia di Gaza, la morte di una donna incinta e di quattro sue figlie.
Durante l’attacco rivendicato dalla Jihad islamica, sono morti anche due
assalitori palestinesi. Elicotteri israeliani hanno inoltre colpito, la scorsa
notte, l’auto su cui viaggiavano quattro militanti palestinesi delle Brigate di
al Aqsa. Ed un
ragazzo palestinese di 16 anni è deceduto, questa mattina, per le ferite riportate
la scorsa settimana negli scontri di Beit Lahya.
Allarme terrorismo. La polizia turca ha sventato un
piano terroristico per colpire il vertice Nato che si terrà ad Istanbul i
prossimi 28 e 29 giugno, alla presenza di numerosi leader occidentali. Secondo
la Cnn, la polizia avrebbe arrestato a Bursa, nell’Ovest del Paese, 16
componenti del gruppo Ansar al-Islam. Nel blitz sarebbero stati sequestrati
esplosivi, armi, e compact disc con la voce di Osama Bin Laden.
L’allargamento dell’Europa a 25
ha già provocato un primo scossone politico nei nuovi Paesi membri. Il premier
polacco, Leszek Miller, ha infatti presentato le annunciate dimissioni all’indomani
dell’ingresso del Paese nell’Unione Europea. Da Varsavia, Giuseppe D’Amato:
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“L’entrata nell’Unione Europea
era lo scopo del mio governo ed è stata ottenuta”. Con queste parole si è
congedato così Leszek Miller. Il presidente polacco, Alexander
Kwasniewski, ha accettato le dimissioni del premier, dando l’incarico di
formare il nuovo Esecutivo all’ex ministro delle Finanze, Mark Belka, già
consigliere economico di Paul Bremer nell’amministrazione provvisoria in Iraq.
Belka dovrà traghettare il Paese verso elezioni anticipate, entro l’autunno o
l’anno prossimo. Sette ministri del presidente di gabinetto sono già stati
confermati, la fiducia dal Parlamento dovrà essere ottenuta entro 14 giorni. Le
ragioni della caduta dell’Esecutivo sono principalmente due. Miller è stato
coinvolto in un gravissimo scandalo di corruzione, da cui poi è stato
prosciolto. Il suo governo ha perso la maggioranza in Parlamento, poiché è
semplicemente crollato nei sondaggi. Alla gente non sono probabilmente piaciute
alcune misure per l’avvicinamento all’adesione all’Unione Europea.
Da Varsavia, per la Radio
Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Ieri i premier inglese e
irlandese si sono incontrati a Dublino per discutere sulla questione
dell’Irlanda del Nord e sul ripristino dell’Assemblea locale. Su questo
incontro ci riferisce Enzo Farinella:
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“Il governo regionale del Nord Irlanda potrebbe tornare a
funzionare dal prossimo ottobre”, ha dichiarato ieri il primo ministro irlandese,
Bertie Ahern. Il premier britannico, Tony Blair, a sua volta ha aggiunto che il
ripristino dell’Assemblea del Nord non dipende solo dai governi inglese e
irlandese, ma è anche necessaria una reale volontà dei partiti locali per
raggiungere un accordo. Il mancato funzionamento dell’Assemblea regionale del
Nord Irlanda è dovuto all’intransigenza degli unionisti di Ian Pasley, che non
hanno voluto intavolare discussioni con i rappresentanti nazionalisti del
partito Sinn Fein di Gerry Adams. E secondo il trattato di pace, firmato a
Belfast il Venerdì Santo di 5 anni fa, il governo del Nord deve essere formato
dalla coalizione di unionisti e nazionalisti. Qualcosa comunque comincia a
muoversi in questo settore e si spera bene per il futuro.
Da Dublino, per la Radio
Vaticana, Enzo Farinella.
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E’ il leader dell’opposizione
socialdemocratica, Martin Torrijos, il nuovo presidente di Panama. Il candidato
del Partito rivoluzionario democratico - figlio dell’ex uomo forte di Panama,
il generale Omar Torrijos Herrera - ha ottenuto, a spoglio non ancora concluso,
oltre il 46 per cento dei consensi, contro il 29 per cento dell’avversario,
l’ex capo di Stato Guillermo Endara. Ce ne parla Maurizio Salvi:
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Festeggiando la vittoria, Torrijos ha assicurato che
sarà il presidente di tutti i panamensi. Il primo progetto del suo quinquennio
sarà la sfida legata all’ampliamento dello strategico canale di Panama, che è
l’infrastruttura forse più importante per il commercio marittimo mondiale. Da
quando l’autorità sul canale è stata restituita nel 2000 dagli Stati Uniti,
questo progetto è divenuto una priorità per le autorità panamensi, che hanno
valutato in circa 10 miliardi di dollari il costo dell’operazione. Ed una cifra
di simili dimensioni rischia di stimolare il fenomeno della corruzione, che a Panama
è considerato alla stregua di un’emergenza nazionale, come ha ricordato in
un’omelia l’arcivescovo di Città di Panama, mons. José Dimaz Sedeño.
Maurizio Salvi, per la Radio
Vaticana.
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Un’autobomba
è esplosa nel porto di Gawadar, nel Pakistan meridionale non distante dal
confine con l’Iran. Tre ingegneri cinesi sono rimasti uccisi e altre undici
persone ferite a causa della deflagrazione mentre si recavano al porto con un
piccolo furgone. Lo ha reso noto la televisione nazionale, precisando che le
vittime erano impegnate nella costruzione delle strutture portuali. Non si conoscono
al momento gli autori e le motivazioni dell’attentato la cui dinamica ricorda
quello compiuto contro tecnici francesi a Karachi nel maggio del 2002 nel quale
sono rimaste uccise quattordici persone.
In Algeria si è concluso un fine
settimana di sangue. I giornali di oggi riferiscono di numerosi attacchi degli
estremisti islamici, in varie zone del Paese. Complessivamente, i morti
sarebbero almeno 12: 8 civili e 4 militari. Le azioni, non ancora rivendicate,
sono attribuite al Gruppo islamico armato ed al Gruppo salafista per la
predicazione ed il combattimento.
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