RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 180 - Testo della trasmissione di lunedì 28 giugno 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

“La nascita di una famiglia è sempre un grande avvenimento”: così il Papa ai principi delle Asturie, Felipe e Letizia, ricevuti stamani in Vaticano, ad un mese dal loro matrimonio

 

Al via oggi la storica visita a Roma del patriarca ecumenico Bartolomeo I. Domani, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, l’incontro con Giovanni Paolo II e la partecipazione del patriarca alla Santa Messa sul sagrato della Basilica Vaticana. Intervista con il metropolita d’Italia, Gennadios.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Questa mattina, il passaggio di poteri dalla coalizione al governo di Baghdad. Interviste con Alberto Negri e mons. Shlemon Warduni. Il vertice Nato ha ufficializzato l’accordo sull’addestramento delle forze irachene e deciso l’ampliamento della missione in Afghanistan

 

Le azioni umanitarie nel mondo: è quanto emerge dal Rapporto, reso noto oggi a Ginevra, del Comitato internazionale della Croce Rossa

 

Il Papa ha salutato ieri all’Angelus i ragazzi israeliani e palestinesi che sono a Napoli in questi giorni per parlare insieme di pace. Intervista con Adel Misk

 

Ieri nella Basilica romana di Santa Maria sopra Minerva la rara “Messa di gloria” di Gioacchino Rossini per i “concerti dello spirito” del Teatro dell’Opera di Roma. Intervista con il direttore spagnolo Jesús López Cobos.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Una collana di 16 cd contenti la documentazione sonora del primo viaggio di Giovanni Paolo II in Polonia. E’ il dono offerto al Papa, venerdì scorso, dalla Radio statale polacca

 

Soddisfazione è stata espressa dalla Conferenza Episcopale dell’India per il lancio di alcuni progetti di sviluppo annunciati dal governo indiano

 

Inaugurato nella diocesi di Kole, nel cuore della Repubblica Democratica del Congo, un centro di assistenza spirituale, intellettuale e umana per i pigmei della zona di Pelenge.

 

Festa per l’indipendenza del Madagascar turbata da diversi episodi di violenza. Tre attentati dinamitardi hanno causato il ferimento di almeno 38 civili

 

Il direttore di un quotidiano del Bangladesh è stato ucciso ieri a Khulna. Ancora a piede libero gli autori del folle gesto

 

Stato di massima allerta nello Stato indiano dell’Assam. Le piogge monsoniche hanno causato decine di morti, oltre 300 villaggi sommersi e migliaia di sfollati.

 

24 ORE NEL MONDO:

Uccisi nel sud di Israele un bimbo di tre anni e suo nonno

 

Conclusione positiva dei colloqui tra India e Pakistan sul Kashmir

 

In Italia è polemica nella maggioranza per la netta vittoria del centro sinistra al secondo turno delle amministrative.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

28 giugno 2004

 

 

LA NASCITA DI UNA FAMIGLIA E’ SEMPRE UN GRANDE AVVENIMENTO: COSI’, IL PAPA

AI PRINCIPI DELLE ASTURIE, FELIPE E LETIZIA, RICEVUTI STAMANI IN VATICANO,

AD UN MESE DAL LORO MATRIMONIO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto stamani Felipe e Letizia di Borbone, principi delle Asturie, con il seguito. Nel discorso per l’occasione, il Papa ha sottolineato ai novelli sposi l’importanza del matrimonio e dell’istituto famigliare.

 

(EL NACIMIENTO DE UNA NUEVA FAMILIA…)

 

“La nascita di una nuova famiglia - ha sottolineato Giovanni Paolo II - è sempre un grande avvenimento”. Importante per gli sposi, “il cui reciproco amore si arricchisce con la grazia divina”, e per le proprie famiglie. Ma - ha aggiunto - anche per la società, “poiché una relazione fedele e duratura, genera nuove speranze e promesse di vita”. Nel rinnovare gli auguri ai due giovani che si sono sposati lo scorso 22 maggio, il Papa ha assicurato le sue preghiere, affinché Dio li aiuti “in questa nuova fase della vita, perché formino un focolare felice che, per il rilievo che ha nella società spagnola, sia punto di riferimento esemplare per tante famiglie” dell’amata nazione iberica. Il Papa ha, infine, chiesto di portare i suoi saluti al re e alla regina di Spagna.

 

Felipe e Letizia hanno portato in dono al Papa una statua in argento della Vergine del Pilar. Giovanni Paolo II ha contraccambiato con le 20 medaglie del Rosario. Al termine dell'udienza pontificia, gli sposi sono stati ricevuti dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano. Quindi, sono scesi nella Basilica di San Pietro e nelle Grotte vaticane, dove si sono raccolti in preghiera sulla tomba di Papa Giovanni.

 

 

AL VIA OGGI LA STORICA VISITA A ROMA

DEL PATRIARCA ECUMENICO BARTOLOMEO I.

DOMANI, NELLA SOLENNITA’ DEI SANTI PIETRO E PAOLO,

L’INCONTRO CON GIOVANNI PAOLO II E LA PARTECIPAZIONE DEL PATRIARCA ALLA SANTA MESSA PER I PATRONI DI ROMA,

SUL SAGRATO DELLA BASILICA VATICANA.

INTERVISTA CON IL METROPOLITA D’ITALIA, GENNADIOS

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Inizia stasera la visita a Roma del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, in occasione della solennità dei SS. Pietro e Paolo, domani, e nel 40.mo anniversario dell’incontro tra Paolo VI e il Patriarca Athénagoras, avvenuto a Gerusalemme nel gennaio del 1964. Una nota del pontificio consiglio per l’Unità dei Cristiani – diramata stamani - ricorda che la visita di Bartolomeo avviene su invito di Giovanni Paolo II. Il dicastero vaticano rende, inoltre, noto il programma della visita, particolarmente ricca di appuntamenti, come ci riferisce Alessandro Gisotti:

 

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Un momento dal profondo significato sulla via dell’ecumenismo: con questo spirito, inizia oggi la visita a Roma del Patriarca ecumenico Bartolomeo I, che secondo programma dovrebbe arrivare stasera alle ore 22 all’aeroporto di Ciampino. Il Patriarca guiderà, dunque, personalmente la delegazione nel quadro del tradizionale scambio di visite tra la Santa Sede e la Sede del Fanar per le feste patronali delle due sedi: Santi Pietro e Paolo e Sant’Andrea, Patrono del Patriarcato ecumenico, festività che ricorre il 30 novembre.

 

Domani mattina, Bartolomeo - che alloggerà durante la sua visita nella Domus Sanctae Marthae in Vaticano - sarà ricevuto dal Papa al Palazzo Apostolico. Incontro, nel corso del quale vi sarà uno scambio di discorsi e doni e la firma di una Dichiarazione comune. Dopo un colloquio con il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, il Patriarca ecumenico scenderà nelle Grotte vaticane per raccogliersi in preghiera sulla tomba di Papa Paolo VI. Nel pomeriggio, sul sagrato della Basilica vaticana, parteciperà alla solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre, nella festa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma e pronuncerà un’omelia introdotta da una presentazione del Pontefice. Con il Papa concelebrano 44 nuovi arcivescovi metropoliti, ai quali il Papa imporrà il Sacro Pallio.

 

Il 30 giugno avranno luogo le consuete “Conversazioni Bilaterali”, che quest’anno, saranno dirette dallo stesso Patriarca assieme al cardinale Kasper. Nella stessa giornata, Bartolomeo si recherà in Campidoglio, dove il sindaco Veltroni gli consegnerà un’onorificenza cittadina, quindi in serata – nella chiesa intitolata al suo Patrono, San Bartolomeo – sarà accolto dalla Comunità di Sant’Egidio. Altro momento forte della visita, nella mattina del primo luglio, il Patriarca ecumenico presiederà l’inaugurazione solenne dell’uso liturgico della chiesa di San Teodoro al Palatino, che il cardinale vicario Camillo Ruini ha affidato, per espresso desiderio del Papa, alla comunità greco ortodossa di Roma. Dopo la celebrazione, Bartolomeo sarà ricevuto nuovamente dal Santo Padre per un pranzo di congedo. Nel pomeriggio del primo luglio, incontrerà la fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich. La mattina del 2 luglio, infine, il Patriarca lascerà Roma alla volta di Istanbul.

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Nella tarda serata di oggi, dunque, arriva a Roma il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. Lo accompagna tra gli altri il metropolita dei greci ortodossi in Italia, nonché esarca patriarcale per l’Europa meridionale, Sua Eminenza Gennadios. A lui, Giovanni Peduto ha chiesto una riflessione sul significato della partecipazione del Patriarca Bartolomeo I alla Messa celebrata dal Papa per la festa dei Santi Pietro e Paolo:

 

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R. – Il significato, secondo me, è la presenza e la partecipazione di Sua Santità il Patriarca ecumenico di Costantinopoli alla Messa celebrata da Sua Santità il Papa di Roma, Giovanni Paolo II. Da una parte è veramente importante ed ha un grande significato, perché il Patriarca fortifica il dialogo della carità, il dialogo della koinonia, il quale salva la parentela spirituale, salva la fratellanza divina che noi abbiamo dal nostro Creatore, dona la speranza di collaborazione nella carità, fa manifestare le comuni radici ecclesiali per lottare nella verità, per realizzare la volontà di Dio che tutti siamo una cosa sola. Dall’altra parte invita a fare nostra la venerazione dei nostri santi comuni, perché la venerazione dei santi comuni costituisce un potente esempio, una potente esperienza spirituale che rafforza la nostra fede e la nostra preghiera, indirizzata ai nostri comuni santi, come sono sant’Andrea e San Pietro.

 

D. – Come vede lei oggi il dialogo tra cattolici e ortodossi? Quali sono i passi avanti che sono stati fatti e, naturalmente, quali sono anche le difficoltà?

 

R. – Come sappiamo bene la ripetizione del dialogo teologico a Balamand, in Libano, non ha avuto successo, come anche la seconda convocazione. E’ stato criticato anche il testo del comunicato da parte di molti teologi ortodossi. Senza dubbio sono stati riconosciuti dai partecipanti al dialogo tutti i punti di divergenza che dobbiamo affrontare, come anche la comune eredità di fede e di dogma. Secondo me, dobbiamo da una parte lottare, per cacciare via i sospetti, la paura, e al posto di essi coltivare la fiducia fraterna, e dall’altra abbracciare la preghiera mistica che rinnova il cuore: rinasce l’uomo fedele. La rinascita è oggi una necessità. La vera novità è la vera vita in Cristo, che viene presentata dal Vangelo che è Via, Verità, Vita e Unità. Gesù Cristo ha pregato il Padre perché siano una cosa sola quanti credono in Lui, affinché il mondo creda che Lui li ha mandati.

 

D. – Nella enciclica Ut Unum Sint, Giovanni Paolo II ha proposto di rivedere i modi di esercizio del primato. Come è stata recepita dagli ortodossi questa richiesta?

 

R. – Questo senz’altro è un tema molto importante, che appartiene agli specialisti che sono stati eletti per rivedere questo problema, oggi, tra le due Chiese: cattolica-romana ed ortodossa. Credo però che l’importanza dell’enciclica, il suo significato, tanto accolto da parte nostra, sia questo desiderio della Chiesa cattolica romana di piena comunione tra Oriente ed Occidente. Questa credo sia una cosa meravigliosa, che sua Santità Giovanni Paolo II dice, esprime ed ama. Dall’altra parte, la sua proposta di rivedere l’esercizio del primato del Papa, alla luce del primo millennio, al tempo della Chiesa indivisa, credo sia un’altra grande realtà, un’altra grande verità, che commuove veramente tutti gli ortodossi.  

 

D. – Eminenza, cosa proporrebbe lei personalmente, per superare incomprensioni ed equivoci tra cattolici ed ortodossi?

 

R. – Secondo me, che vivo in Italia, in questo Paese nobile e democratico, credo che la cosa più importante sia portare avanti il dialogo della carità, il dialogo della koinonia. E sua Santità Giovanni Paolo II ha invitato il nostro Patriarca ecumenico di Costantinopoli a festeggiare insieme il 40.mo anniversario dell’incontro di Papa Paolo VI e del patriarca Athénagoras, di gloriosa memoria, che sono stati fondatori di questo dialogo. Senza questo dialogo credo che la koinonia della carità, il dialogo teologico, non possa avere successo, perché l’unità deve diventare anche coscienza del popolo, non soltanto per i vertici, per gli specialisti, ma deve diventare problema e sentimento nel cuore del popolo. E così la preghiera mistica, la venerazione dei santi comuni come in questi giorni per esempio, il festeggiare insieme, possono aiutare a realizzare la volontà di Dio che tutti siano una cosa sola. Noi vogliamo questo e per questo qui in Italia lavoriamo, con ogni cristiano e con ogni uomo di buona volontà.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Il Papa ha ricevuto, stamani, in successive udienze mons. Nikola Eterović, arcivescovo di Sisak, segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; mons. Gaudencio B. Rosales, arcivescovo di Manila e mons. Roland Minnerath, arcivescovo di Dijon.

 

In Libano, Giovanni Paolo II, lo scorso 26 giugno, ha concesso il suo assenso all’elezione canonicamente fatta dal Sinodo della Chiesa Greco-Melkita cattolica (riunitosi a Ain Traz dal 22 al 26 giugno 2004) del padre Elias Rahal della Società dei Missionari di San Paolo, SMSP, ad arcivescovo di Baalbeck dei greco-melkiti cattolici.

 

In Francia, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Carcassonne presentata da mons. Jacques Despierre, per sopraggiunti limiti d’età. Come suo successore, il Papa ha nominato il reverendo Alain Planet, del clero della diocesi di Valence, finora parroco moderatore di “Notre-Dame-du- Rhône” a Montélimar.

 

Negli Stati Uniti d’America, il Pontefice ha nominato ausiliari dell'arcidiocesi di New York mons. Gerald T. Walsh, del clero della medesima arcidiocesi, parroco della “Saint Elizabeth Parish” a Manhattan, assegnandogli la sede titolare vescovile di Altiburo e mons. Dennis J. Sullivan, del clero della medesima arcidiocesi, parroco della “Saints John and Paul Parish” a Larchmont, assegnandogli la sede titolare vescovile di Enera.

 

Il Santo Padre ha nominato capo ufficio nella Congregazione per le Chiese Orientali mons. Maurizio Malvestiti, finora minutante nel medesimo Dicastero.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo "Il ricordo dell'abbraccio tra Paolo VI e Atenagora I favorisca un rinnovato impegno di comunione tra cattolici ed ortodossi": all'Angelus Giovanni Paolo II annuncia la visita in Vaticano di Sua Santità Bartolomeo I in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo e nel quarantesimo dello storico incontro di Gerusalemme".

Contestualmente a questo avvenimento, un articolo di Andrea Riccardi dal titolo "Piccoli gesti e grandi abbracci".  

In occasione della celebrazione della Giornata mondiale della tortura, il Santo Padre ha sottolineato che essa rappresenta un'intollerabile violazione dei diritti umani, radicalmente contraria alla dignità dell'uomo.

 

Nelle vaticane, il saluto del Papa ai Principi di Asturias: La nascita di una famiglia porta nuove speranze e nuove promesse di vita.

 

Nelle estere, in evidenza l'Iraq: avvenuto il passaggio dei poteri agli iracheni con due giorni di anticipo rispetto alla data stabilita.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Patruno dal titolo "Anche a basso costo un film di qualità": don Primo Mazzolari, "L'uomo dell'argine".

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l'emergenza rifiuti. Un Paese intero attende il ritorno alla normalità. Ancora bloccati i treni. Il Capo dello Stato: "Inaccettabili gli egoismi locali". Incontro tra i rappresentanti degli occupanti di Montecorvino, il ministro Matteoli, il commissario Catenacci e i prefetti di Napoli e Salerno.

Elezioni amministrative: i ballottaggi confermano la sconfitta del centro destra. A Milano, considerata una roccaforte della Casa delle libertà, battuta la presidente uscente Ombretta Colli.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

28 giugno 2004

 

 

CON DUE GIORNI DI ANTICIPO RISPETTO AL PREVISTO, QUESTA MATTINA,

IL PASSAGGIO DI POTERI DALLA COALIZIONE AL GOVERNO DI BAGHDAD.

INTANTO IL VERTICE DELLA NATO HA UFFICIALIZZATO L’ACCORDO SULL’ADDESTRAMENTO DELLE FORZE IRACHENE.

AD ISTANBUL DECISO ANCHE L’AMPLIAMENTO DELLA MISSIONE IN AFGHANISTAN

- Interviste con Alberto Negri e mons. Shlemon Warduni -

 

Con due giorni di anticipo rispetto al previsto è stato annunciato, questa mattina, il passaggio di poteri dalla coalizione al governo di Baghdad sancendo, per l’Iraq, la riconquista della propria sovranità. E poco dopo si è aperto ad Istanbul, in Turchia, il vertice della Nato, riunione durante la quale i capi di Stato e di governo dei 26 Paesi dell’Alleanza Atlantica hanno ufficializzato l’accordo sull’addestramento delle forze irachene e l’ampliamento della missione in Afghanistan. Il Servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il passaggio anticipato di poteri all’esecutivo di Baghdad ha dominato l’apertura del vertice. L’annuncio a sorpresa del ministro degli Esteri iracheno, Hoshyar Zebari, ha ulteriormente sottolineato la rilevanza che la crisi irachena ha assunto in questa riunione nella quale è stata ufficializzata l’intesa, già raggiunta sabato scorso a Bruxelles dagli ambasciatori dei 26 Paesi membri dell’Alleanza, sul programma per l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze di sicurezza irachene. Un altro importante risultato del vertice, contrassegnato prima dell’inizio da scontri tra manifestanti e polizia, è stato anche l’annuncio dell’approvazione del piano di ampliamento della missione della Nato in Afghanistan. I leader dei Paesi della Nato hanno approvato inoltre la “Dichiarazione di Istanbul” documento nel quale si precisa come l’Alleanza intenda affrontare le sfide e le minacce del XXI secolo, adeguandosi all'evoluzione dei tempi. Questo pomeriggio a margine del vertice dovrebbe essere formalizzato, poi, il passaggio di responsabilità delle operazioni in Bosnia tra Nato ed Unione Europea. E rispondendo a una richiesta del governo di Atene, formulata il 12 marzo, il Vertice del Consiglio Atlantico ha accettato, secondo quanto fanno sapere fonti americane, di contribuire alla sicurezza dei Giochi di Atene.  La Nato, in particolare, fornirà per le Olimpiadi aerei radar per coordinare la sorveglianza aerea, forze navali e unità di risposta ad eventuali attacchi bio-chimici, radiologici e nucleari.

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Per quanto riguarda le notizie dall’Iraq, è stato smentito l’annuncio fatto in mattinata dalla televisione araba Al Jazeera, dell’arresto del leader di Al Qaeda in Iraq, il giordano Al-Zarqawi. Confermato, invece, il passaggio nelle mani della giustizia irachena del deposto presidente Saddam Hussein. L’Iraq, infatti, ha recuperato oggi la propria sovranità formale e il governatore statunitense, Paul Bremer, è già ripartito alla volta di Washington. Ma perché è stato deciso di anticipare il passaggio dei poteri? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato del ‘Sole 24 Ore’ a Baghdad:

 

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R. – Credo che sia stata soprattutto una ragione di sicurezza, per evitare che il tanto annunciato passaggio dei poteri del 30 giugno diventasse un’occasione per la guerriglia ed il terrorismo iracheni per attaccare sia le forze di coalizione, sia le forze di sicurezza del nuovo governo transitorio.

 

D. – L’occupazione dell’Iraq da parte delle forze americane e della coalizione è durata 456 giorni. Di fatto cosa cambia?

 

R. – Oggi in Iraq è “l’anno primo”, cioè ci sono un governo ad interim con pieni poteri; un primo ministro, lo sciita Iyad Allawi; un presidente, il sunnita Ghazi Yawar; un esercito e delle forze di polizia. Con questo gesto simbolico, si è effettuato il passaggio di poteri che però, nella realtà, sappiamo che non rende l’Iraq davvero indipendente, in quanto le forze di sicurezza americane – 140 mila uomini, con il supporto di altri 30 mila della forza di coalizione internazionale - resteranno sul campo come uno scudo per proteggere un esecutivo che nasce fragile.

 

D. – Quale sarà la reazione della guerriglia?

 

R. – Potrebbe esserci una reazione come quella già vista nei giorni scorsi, cioè un’intensificazione degli attacchi di stampo terroristico, ma anche di guerriglia. Ed inoltre continuano i sequestri di ostaggi. Insomma, una situazione che rende quella della sicurezza la principale sfida per il nuovo esecutivo iracheno. Direi che questo passaggio di poteri, che avviene proprio in coincidenza con il giorno del Vertice della Nato a Istanbul, ha anche questo significato: inviare cioè un messaggio alla comunità internazionale per tentare di fare pressione e ottenere quanto più possibile dall’Alleanza atlantica.

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Ma come la Chiesa in Iraq vive il passaggio di consegne della sovranità al governo locale? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad.

 

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R. – E’ una grande gioia per tutti penso, perché gli iracheni, in modo speciale i cristiani e la Chiesa, vogliono vivere in pace, prendendo in mano il controllo delle loro questioni. Per questo la cooperazione internazionale è necessaria. Gli iracheni sanno occuparsi meglio delle loro cose interne, che non gli altri che non sono a conoscenza dei loro problemi e delle loro tradizioni. Quindi, noi abbiamo grande speranza che questo sia il primo passo per un cambiamento in meglio della situazione.

 

D. – Mons. Warduni, c’è ancora un grosso problema di sicurezza in Iraq. Le nuove autorità riusciranno a fronteggiare gli attacchi e gli attentati dell’estremismo?

 

R. – Senza la cooperazione di tutti sarà difficile, ma spero che i capi religiosi e tutti i dirigenti faranno in modo di influire sulla popolazione. La sicurezza, la tranquillità e la pace sono anche nelle loro mani, nel momento in cui coopereranno con i dirigenti.

 

D. – La presenza della coalizione internazionale potrà intralciare in qualche modo il processo democratico che si è innescato?

 

R. – La loro presenza è necessaria affinché si facciano dei passi avanti verso le elezioni e perché il governo prenda possesso della situazione. Quindi, siccome sono venuti per cooperare, dovranno essere contenti di aver fatto il loro dovere e speriamo tornino con tranquillità nelle loro nazioni, dopo aver fatto bene per un Paese straziato, a causa di tante difficoltà e di tutta questa insicurezza.

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Sull’Afghanistan, altro tema al centro del vertice della Nato ad Istanbul, il Consiglio atlantico ha dato il via libera all’allargamento della missione di assistenza e sicurezza nel nord del Paese, denominata Isaf. Sul terreno, intanto, continua l’ondata di violenza a poco più di due mesi dalle elezioni presidenziali, previste in settembre. I particolari nel servizio di Dorotea Gambardella.

 

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La missione Isaf sarà estesa ad altre quattro zone dell’Afghanistan oltre a quelle della capitale Kabul e dell’area di Kunduz. Lo ha affermato un alto funzionario dell'Alleanza  atlantica, precisando che la Nato rafforzerà il suo contingente in modo da avere sul posto circa 10 mila soldati per proteggere lo svolgimento delle prossime elezioni. Al momento il numero delle truppe dell’organismo di stanza in Afghanistan è di 6.500 unità. Nel Paese, intanto, si registrano nuove vittime. Sette agenti della polizia afghana sono stati uccisi, ieri, in un agguato nella provincia  occidentale di Farah. È quanto riferisce, oggi, Lutfullah Mashal, un portavoce del Ministero degli Interni, precisando che alcuni terroristi, i quali indossavano un’uniforme militare, hanno aperto il fuoco sui veicoli con a bordo i poliziotti, lungo l’autostrada nell’area Del Khar. Mashal ha dichiarato che non si è ancora certi su chi abbia condotto l’attacco, ma le indagini sono concentrate sui taleban e sui trafficanti di droga.

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UNA PRESENZA PERMANENTE IN 79 PAESI, OLTRE 12 MILA PERSONE IMPEGNATE:

SONO SOLO DUE DEI NUMERI RELATIVI ALL’IMPEGNO DELLA CROCE ROSSA NEL MONDO.

UN QUADRO DELLE ATTIVITA’ SVOLTE NEL 2003 EMERGE DAL RAPPORTO PRESENTATO QUESTA MATTINA A GINEVRA.

RICORDATI I 5 MEMBRI DELL’ORGANIZZAZIONE MORTI L’ANNO SCORSO IN IRAQ E AFGHANISTAN

- Servizio di Mario Martelli -

 

Un lungo ed importante elenco sulle azioni umanitarie compiute nel mondo: è quanto emerge dal Rapporto, reso noto oggi a Ginevra, del Comitato internazionale della Croce Rossa in relazione all’anno 2003. L’azione umanitaria indipendente e neutrale dell’organizzazione, nonostante il numero crescente delle minacce alla sicurezza, continua ad assistere e a proteggere milioni di persone. Non senza perdita di vite umane. Ricordiamo che cinque membri del personale del Comitato sono stati uccisi lo scorso anno in Iraq e in Afghanistan. Il servizio da Ginevra di Mario Martelli:

 

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Un particolare impegno con una presenza permanente in 79 Paesi, di cui ben 27 nell’Africa, 18 dell’Europa e dell’Asia centrale, 16 nell’Asia, 11 nel Medio Oriente e nel Nord Africa e 7 nelle Americhe. Nelle operazioni è stato coinvolto un totale di 12 mila 483 persone, di cui 823 nella sede di Ginevra, e 11 mila 660 tra delegati, personale in missione.

 

L’attività dei delegati comprende quasi 500 mila visite a detenuti in circa una ottantina di Paesi; operazioni per stabilire legami familiari; localizzazione di più di 4 mila persone risultate disperse e più di 2600 azioni per il ricongiungimento delle famiglie con la distribuzione di quasi 10 mila documenti di viaggio per rimpatrio o per stabilirsi in Paesi di accoglienza. Da aggiungere migliaia di azioni in settori come quelli della sicurezza economica, della salute, delle cure agli invalidi. Operazioni che nell’insieme hanno comportato l’impiego di somme consistenti, con il contributo della comunità internazionale, fino a quasi mille milioni di franchi svizzeri. Da ricordare infine che 36 milioni di euro sono stati stanziati per rafforzare alcuni programmi.

 

Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.

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IL PAPA HA SALUTATO IERI ALL’ANGELUS I 5 RAGAZZI ISRAELIANI E 5 COETANEI PALESTINESI

CHE SONO A NAPOLI IN QUESTI GIORNI PER PARLARE INSIEME DI PACE:

FANNO PARTE DELL’ASSOCIAZIONE “PARENT’S CIRCLE FAMILIES FORUM”,

IMPEGNATA A PROMUOVERE DIALOGO E RICONCILIAZIONE

- Intervista con Adel Misk -

 

Cinque ragazzi israeliani e cinque palestinesi sono in missione a Napoli, in questi giorni, per parlare di pace. Ieri all’Angelus il Papa ha rivolto loro un saluto sottolineando che “è dovere di tutti non deludere questi ragazzi”. L’iniziativa è della “Fondazione Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia” che,  con l’aiuto del nunzio apostolico a Gerusalemme mons. Pietro Sambi,  ospita l’associazione mista israelo-palestinese “Parent’s Circle Families Forum”. L’associazione raccoglie dal ’94 circa 500 famiglie che hanno subito lutti nel conflitto arabo-israeliano, ma che lavorano per la riconciliazione. Fabio Colagrande ha intervistato Adel Misk, neurologo palestinese, co-direttore del “Parent’s Circle”: 

 

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R. - Il nostro obiettivo è di lottare in maniera diversa, di convincere gli altri che si può parlare, basandoci tutti quanti sul rispetto reciproco, sia il popolo palestinese che quello israeliano. Ci siamo chiesti perché le persone vengono uccise, perché noi abbiamo perso i nostri familiari. Per il semplice motivo che non c’è la pace. Prima di tutto, dobbiamo superare i nostri dolori, cercare di parlare con l’altro e cercare di capirci l’un l’altro, per cercare di capire il perché abbiamo perso i nostri familiari.

 

D. – Dottor Misk, lei ha vissuto un dolore personale molto forte: la perdita di suo padre, che è stato ucciso da un colono israeliano. Come è riuscito a trasformare questo dolore non in vendetta, ma in voglia di dialogo?

 

R. – La prima risposta umana e naturale che viene in mente, e che viene istintiva, è la vendetta e l’odio verso l’altro. Non è stato facile per me, e per gli altri, uscire da questo odio e da questo sentirsi calpestato, odiato in particolare per aver perso mio padre. E’ un processo che richiede tempo. Ho cominciato ad analizzare la vendetta e cioè mi sono chiesto se uccidendo un’altra persona ciò poteva riportarmi indietro mio padre. La risposta è stata negativa. Quindi, l’unica alternativa all’ipotesi di uccidersi l’un l’altro è quella di parlare. E noi abbiamo scelto di parlare.

 

D. – Quale messaggio mandate ai leader politici palestinesi e israeliani? 

 

R. – Se noi famiglie in lutto siamo state in grado di parlare, stare insieme e di pensare al nostro futuro unico insieme, vuol dire che anche gli altri possono farlo. Noi che abbiamo pagato un prezzo personale ce l’abbiamo fatta. Chiamiamo anche gli altri a farlo. E chiediamo la creazione di uno Stato palestinese che viva accanto ad uno Stato israeliano in pace.

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IERI NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA SOPRA MINERVA

LA RARA “MESSA DI GLORIA” DI GIOACCHINO ROSSINI

PER I “CONCERTI DELLO SPIRITO” DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

- Intervista con il direttore spagnolo Jesús López Cobos -

 

Grande l’attesa ieri sera nella Basilica di Santa Maria sopra Minerva, a Roma, per la “Messa di Gloria” di Gioacchino Rossini. La partitura, di rarissima esecuzione, fu commissionata al compositore pescarese dall’Arciconfraternita di Nostra Signora dei Sette Dolori nel 1820, per la festa nella Chiesa di San Ferdinando, chiesa della famiglia reale e della corte. L’esecuzione di ieri, molto apprezzata dal pubblico, è stata diretta dal Maestro Jesùs Lòpez Cobos alla testa di Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera. Il direttore spagnolo ha spiegato ai nostri microfoni i motivi di questa riscoperta tardiva:

 

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(musica)

 

R. – Tante opere di Rossini, anche per il palcoscenico, sono state riscoperte veramente quando la Fondazione Rossini, a Pesaro, ha fatto conoscere tutte queste partiture rimaste negli archivi … Io credo che una delle ragioni per questa in particolare può essere che non è una Messa completa ed è una Messa di gloria: soltanto il Kyrie e il Gloria. Allo stesso tempo è così impegnativa per i solisti e specialmente per i due tenori. E’ un pezzo scritto in quello stile ‘fiorito’ di Rossini, difficilissimo da cantare. Perciò è normale che non sia poi tanto eseguita. Io penso che Rossini abbia scritto sempre nel suo stile. Ha avuto nel suo modo di scrivere sempre una serie di parametri e di espressioni così diversi, che veramente si possono ‘accomodare’ a molte situazioni di testo, tra cui un Kyrie o un Gloria. Non credo che ci sia una musica particolare di Rossini per questa Messa. Voglio dire che lui aveva un’inventiva così ricca da poter adoperarla in varie situazioni.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

28 giugno 2004

 

 

UNA COLLANA DI 16 CD CONTENENTI LA DOCUMENTAZIONE SONORA

DEL PRIMO VIAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II IN POLONIA.

E’ IL DONO OFFERTO AL PAPA, VENERDI’ SCORSO, DALLA RADIO STATALE POLACCA.

L’OPERA E’ STATA REALIZZATA

GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DELLA RADIO VATICANA

 

CITTA’ DEL VATICANO. = Prestigioso dono per Giovanni Paolo II offerto dalla Polonia.  Il Papa ha ricevuto, venerdì scorso durante un’udienza, un album di 16 CD con la documentazione sonora del primo viaggio compiuto nel suo Paese natale. I CD sono stati realizzati dalla Radio Statale Polacca, Polskie Radio, in collaborazione con la Radio Vaticana. L’album si intitola: “Dovete essere forti!”. L’udienza, alla quale hanno preso parte le delegazioni della Radio Statale Polacca e quella della Radio Vaticana, si è svolta nella biblioteca privata del Pontefice. Giovanni Paolo II ha guardato l’opera con grande interesse. I 16 CD sono accompagnati da un libro con brani scelti dei discorsi del Santo Padre e con foto storiche del primo pellegrinaggio. La prefazione è stata curata dal vicedirettore dei programmi padre Andrea Koprowski. Nel periodo del primo pellegrinaggio in Polonia, nel 1979 la maggior parte dei discorsi del Santo Padre non è stata trasmessa dai mass media polacchi, per la censura e il vigente sistema comunista. I giornalisti della Redazione Cattolica della Radio Statale sottolineano che grazie a questo album è stato salvato l’archivio sonoro di questo pellegrinaggio, visto che una parte significativa dei discorsi è stata distrutta dai comunisti. La parte mancante è stata ritrovata grazie alla collaborazione della Radio Vaticana. (B.C.)

 

 

SODDISFAZIONE DELLA CHIESA IN INDIA PER I PROGRAMMI SOCIALI ANNUNCIATI

DAL NUOVO GOVERNO. “IL NOSTRO PAESE POTRA’ RAGGIUNGERE UN AUTENTICO

PROGRESSO - SCRIVONO I VESCOVI INDIANI IN UN COMUNICATO - SOLO QUANDO

A TUTTI SARA’ OFFERTA LA POSSIBILITA’ DI PARTECIPARE ALLA GUIDA DELL’INDIA”

 

NEW DELHI. = Soddisfazione è stata espressa dalla Conferenza Episcopale dell’India per il lancio di alcuni progetti di sviluppo annunciati dal governo indiano. I vescovi hanno apprezzato, in modo particolare, lo spirito dell’iniziativa mirante a “portare giustizia sociale, prosperità economica e armonia culturale nel Paese”. “C’è una forte domanda da parte del nostro popolo - scrivono i presuli in un comunicato - per ottenere maggiore coesione sociale, progresso economico e buon governo”. “Crediamo fortemente - aggiungono i vescovi indiani - che il nostro Paese potrà raggiungere un progresso autentico e definitivo solo quando a tutti i settori della società sarà offerta la dovuta possibilità di partecipare a tutti i livelli del governo del Paese. Trascurare alcune fasce sociali è la strada per creare malcontento che si manifesta in forme diverse”. I presuli notano, infine, che un vasto numero di cittadini indiani ha seri problemi economici e vive in povertà, nonostante i tentativi del governo e di altre organizzazioni per uscire da questa situazione. Auspicano che il nuovo governo si adoperi per rimuovere le disuguaglianze sociali esistenti nel Paese. (B.C.)

 

 

NUOVO CENTRO DI ASSISTENZA SPIRITUALE NELLA

REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO.

SI TRATTA DELL’ISTITUTO SAN SERAFINO PER I PIGMEI DELLA ZONA DI PELENGE

 

KOLE. = Inaugurato nella diocesi di Kole, nel cuore della Repubblica Democratica del Congo, un centro di assistenza spirituale, intellettuale e umana per i pigmei della zona di Pelenge. Il centro è intitolato a San Serafino ed è opera del vescovo locale, mons. Stanislas Lukumwena, e di due missionari tedeschi dell’Agnus Dei, una congregazione nata in Germania. Il centro di assistenza ai 3 mila pigmei della diocesi è stato inaugurato, il 13 giugno scorso, nella solennità del Corpus Domini. Nell’occasione, nella parrocchia del Sacro Cuore a Loto, mons. Lukumwena ha conferito la cresima ad un centinaio di pigmei e di bantu ed ha inaugurato un corso di educazione civica in vista delle prossime elezioni. Il vescovo, nella sua visita, era accompagnato dal fondatore dell'Agnus Dei, fratel Erija, e da una religiosa della stessa congregazione, suor Bernadette. I pigmei sono stati invitati a darsi un’autonomia e a non sentirsi inferiori ai bantu. E’ noto, infatti, come i pigmei siano di fatto ghettizzati ed emarginati. (A. M.)

 

 

FESTA PER L’INDIPENDENZA DEL MADAGASCAR

TURBATA DA DIVERSI EPISODI DI VIOLENZA.

TRE ATTENTATI DINAMITARDI HANNO CAUSATO IL FERIMENTO DI ALMENO 38 CIVILI

 

ANTANANARIVO. = Almeno 38 persone sono rimaste ferite in tre diversi attentanti dinamitardi negli ultimi giorni in Madagascar, durante le celebrazioni per i 44 anni dell’Indipendenza nazionale. Radio locali riferiscono che l’episodio più grave si è registrato nella città di Tolara, nel sudovest del Paese, quando ignoti hanno lanciato granate tra la folla, colpendo 35 persone. Gran parte dei 16 milioni di abitanti dell’ex-colonia francese vive in povertà: a diffondere il malcontento tra la popolazione, in particolare tra gli impiegati del settore pubblico e i riservisti dell’esercito, è stata l’impennata dei prezzi dei beni di prima necessità, dovuta alla forte inflazione. Nelle ultime settimane la società malgascia è stata, inoltre, scossa da diverse proteste, inclusa quella del 15 giugno, durante la quale 32 persone sono rimaste ferite in scontri con la polizia durante una manifestazione di ex-soldati che chiedevano maggiori ricompense per avere sostenuto l’attuale presidente, Marc Ravalomanana, durante la crisi politica del 2002. (B.C.)

 

 

BARBARO ASSASSINIO IERI IN BANGLADESH.

UCCISO A KHULNA IN UN AGGUATO IL DIRETTORE DI UN GIORNALE LOCALE.

ANCORA A PIEDE LIBERO GLI AUTORI DEL FOLLE GESTO

 

KHULNA. = Il direttore di un quotidiano del Bangladesh è stato ucciso ieri da ignoti a Khulna, città nel sud del Paese. Humayun Kabir Balu, 55 anni, stava per entrare nell’edificio che ospita il suo ufficio e la sua abitazione quando è stato raggiunto da tre ordigni esplosivi, lanciati da uno sconosciuto che poi si è dileguato. Balu, già presidente dell’associazione della stampa di Khulna, dirigeva il popolare quotidiano in lingua bengali “Janmabhumi”. Secondo le informazioni diffuse dalla polizia, Balu è il tredicesimo operatore dell’informazione a essere ucciso negli ultimi quattro anni nella regione. Con la stessa dinamica, lo scorso mese di gennaio, è stato assassinato il giornalista Manik Saha. L’attentato è stato rivendicato dal partito “Purbo Banglar Communist” conosciuto anche come “Janajuddha”. Manik, corrispondente del network britannico Bbc, sembra fosse accusato dai suoi assassini di essere “un nemico del popolo”. (B.C.)

 

 

STATO DI MASSIMA ALLERTA NELLO STATO INDIANO DELL’ASSAM.

FINO AD OGGI LE PIOGGE MONSONICHE HANNO CAUSATO DECINE DI MORTI,

OLTRE 300 VILLAGGI SOMMERSI E MIGLIAIA DI SFOLLATI

 

NEW DELHI. = Disastrose inondazioni in India. Altre sei persone sono annegate ieri in Assam, Stato nel nordest del Paese, facendo salire così il bilancio delle vittime a 26 morti in meno di una settimana, da quando la stagione dei monsoni è entrata nel suo periodo più intenso. Le autorità locali riferiscono che in 11 dei 23 distretti dell’Assam 350 villaggi sono stati sommersi e 240 mila persone sono sfollate. “Negli ultimi tre giorni, da quando il nostro villaggio è stato sommerso - ha detto al quotidiano locale “Assam Tribune” Munuril Rahman, insegnante di scuola a Hajo, un piccolo centro abitato non distante dalla capitale dello Stato, Guwahati - viviamo su un terrapieno di fango”. “Chi non ha mai patito per un’alluvione - ha aggiunto - non può immaginare la miseria e le difficoltà che causa”. Secondo il bollettino della Commissione centrale delle acque, intanto, la portata d’acqua del grande fiume Brhamaputra e dei suoi affluenti è salita oltre il livello di guardia. Si stima che in India, durante la stagione dei monsoni del 2003, siano morte oltre mille persone in vari incidenti. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

28 giugno 2004

 

 

- A cura di Dorotea Gambardella -

 

Sono ore drammatiche in Medio Oriente. Dopo gli scontri di ieri sera nella Striscia di Gaza, nelle prime ore di oggi gli attivisti palestinesi di Hamas hanno attaccato la città israeliana di Sderot, nel deserto del Neghev. E Sharon, ora, minaccia vendetta. La cronaca, nel servizio di Graziano Motta:

 

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Da più di un anno ormai i guerriglieri palestinesi di Gaza lanciavano missili sul territorio israeliano e avevano colpito più volte il territorio della cittadina di Sderot, senza tuttavia causare vittime. Questa mattina, invece, il missile kassem, caduto presso un asilo nido, ha ucciso un bambino di tre anni e suo nonno e ferito una decina di altre persone, in particolare una donna ricoverata all’ospedale di Beersheva in gravi condizioni. Rivendicazioni immediate di Hamas e reazioni di ogni genere in Israele. Intanto, anche a causa dell’operazione di guerriglieri, che ha colpito in particolare una postazione militare causando la morte di un soldato ed il ferimento di 5, è stata ordinata oggi la chiusura del valico di Herez, dopodiché il primo ministro Sharon ha convocato il ministro della Difesa ed i capi dello Stato maggiore dei servizi di sicurezza per l’esame di una eventuale rappresaglia. Sul piano politico e psicologico, si registra la richiesta del sindaco e di molti cittadini di Sderot di una maggiore protezione, perché – affermano - adesso i fondamentalisti islamici avrebbero via libera per attaccare gli israeliani con l’obiettivo di eliminare lo Stato ebraico dalla Terra araba.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Conclusione positiva a New Delhi della prima tornata di colloqui tra India e Pakistan sulla regione himalayana del Kashmir. Gli incontri proseguiranno. Intanto, però, è stato deciso di riaprire i rispettivi consolati a Bombay e Karachi, normalizzando le relazioni diplomatiche. Nei giorni scorsi, inoltre, New Delhi e Islamabad si erano accordate sulla limitazione dell’attività nucleare. Ce ne parla Maria Grazia Coggiola:

 

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E’ solo l’inizio di un processo di pace, così ha commentato il portavoce del governo indiano. Chi si aspettava qualche proposta concreta sull’annoso problema del Kashmir è rimasto abbastanza deluso. Per ora le due delegazioni si sono impegnate solo - ma questo è già un successo – a costruire un clima di fiducia reciproca in vista dell’incontro più importante tra i due ministri degli esteri ad agosto.

 

Nel dettaglio, India e Pakistan hanno deciso di dare seguito all’accordo sulla distensione nucleare, concluso una settimana fa e hanno concordato nuove misure di riavvicinamento diplomatico tra cui l’apertura di consolati generali a Karachi e a Bombay. Non è stata presa in considerazione l’idea di ridurre le truppe al confine, dove dal novembre scorso esiste un cessate-il-fuoco. E non c’è stato nessun progresso sulla creazione di una nuova linea di autobus tra il Kashmir indiano e quello pachistano, che favorirebbe la comunicazione tra le due popolazioni oggi divise.

 

Insomma un incontro tra luci e ombre, complicato dal fatto che in Pakistan non c’è attualmente un governo in carica dopo le dimissioni di sabato di Zafarul Lacangiamalis, sostituito dal leader del partito di maggioranza Hussein, che proprio oggi riceverà la fiducia in Parlamento. Altro punto oscuro è il coinvolgimento dei separatisti kashmiri che il Pakistan vuole come terza parte del dialogo.

 

La delegazione di Islamabad, che riparte nel pomeriggio dopo aver incontrato il premier indiano Singh e anche Sonia Gandhi, ha incontrato nel fine settimana un intero schieramento dei separatisti.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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In Italia infiamma la polemica politica per l’esito del secondo turno delle elezioni amministrative di ieri. Netta la vittoria del centro-sinistra, che si è aggiudicata 52 Province su 63, oltre a 22 comuni. Dall’opposizione, qualcuno chiede la fine anticipata della legislatura. Per il leader dei Ds, Piero Fassino, “il centrodestra non rappresenta più la maggioranza dei cittadini italiani”. Ma il premier, Silvio Berlusconi, sottolinea che “il suo governo ha ottenuto un mandato di cinque anni e intende rispettare il programma”. Il servizio è di Giampiero Guadagni:

 

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La sfida più attesa era quella alla provincia di Milano: Filippo Penati, dell’Ulivo, ha battuto la presidente uscente del centro-destra Ombretta Colli. Complessivamente, nelle province il centro-sinistra ottiene 14 vittorie contro le otto del centro-destra. E come in ogni capoluogo, il centro-sinistra si conferma a Firenze e vince a Biella, Foggia e Bergamo. Al centro-destra vanno invece Arezzo e Vercelli. Due settimane fa, al primo turno, il centro-sinistra si era aggiudicato, oltre alla regione Sardegna, anche 38 province contro le tre del Polo e 18 grandi comuni contro i sei del centro-destra. L’Ulivo canta vittoria: Romano Prodi parla di un segnale politico per il Paese. Nel centro-destra, tensione tra An e Udc da una parte e Lega dall’altra, accusata di avere corso da sola al primo turno. Per il premier Berlusconi, il risultato non influirà sull’azione dell’esecutivo, ma in settimana ci saranno alcuni cambi nella squadra del governo.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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La Serbia ha finalmente un nuovo presidente. È il riformista Boris Tadic, del Partito Democratico, che ha ottenuto quasi il 52.67 per cento dei voti espressi. Sconfitto l’ultranazionalista, Tomislav Nikolic, accreditato del 45,97 per cento delle preferenze. Il risultato arriva dopo tre consultazioni nulle.

 

Valdas Adamkus è di nuovo capo di Stato della Lituania. Dopo la sua presidenza tra il 1998 e il 2003, il 77enne Adamkus si è aggiudicato il ballottaggio di ieri con il 52,1 per cento dei voti, contro il 47,8 per cento della sfidante, la candidata della sinistra, Kazimira Prunskiene.

 

Risultati ufficiali anche in Mongolia, dove ieri un milione e mezzo di cittadini si è recato alle urne per eleggere il nuovo Parlamento. Lo schieramento al potere, il Partito rivoluzionario, e la principale forza d’opposizione, la Coalizione democratica e patriottica, si sono aggiudicati entrambi 36 seggi a testa, su un totale di 76.

 

Urne aperte in Canada, dove i cittadini dovranno esprimersi per il rinnovo della Camera, l’organo più importante del Parlamento. Secondo i sondaggi della vigilia, i liberali, da tempo al potere con la maggioranza assoluta, e i conservatori risultano alla pari.

 

La ripresa dell’economia mondiale accelererà nel 2004, attestandosi sul 4,5% di crescita media, e sarà accompagnata da un calo dell’inflazione. La ripresa economica in corso, però, sta avvenendo in maniera poco omogenea, con l’Europa che sta registrando una performance deludente. È quanto emerge dalla 74.ma relazione annuale della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI). L’organismo con sede a Basilea, in Svizzera, si è espresso anche sulla vicenda Parmalat, giudicandola “il più oneroso fallimento della storia”.

 

Rallenta la crescita della massa monetaria in area euro. A maggio il tasso di crescita è stato pari al 4,7% contro il 5,5% del mese prima. Lo comunica la Bce (Banca centrale europea) secondo cui la media degli ultimi tre mesi è stata del 55% contro il 6% del trimestre precedente.

 

Uno dei presunti terroristi più pericolosi dell’Arabia Saudita, Othman al-Amri, si è consegnato alle autorità, per beneficiare dell’amnistia offerta lo scorso 23 giugno da re Fahd. Lo ha reso noto un familiare dell’uomo, che figura nella lista dei 26 terroristi più ricercati dal Ministero degli Interni. Si tratta di un ex ufficiale dell’esercito, latitante dal 2002, di cui non sono chiari, al momento, gli eventuali rapporti con al Qaida. 

 

Alcuni miliziani hanno attaccato con armi pesanti un posto di blocco nella parte meridionale di Mogadiscio, in Somalia. Lo scontro a fuoco ha provocato la morte di almeno undici persone. I feriti sarebbero numerosi. L’attacco è avvenuto nella serata di ieri ma ne è stata data notizia solo oggi da alcuni testimoni oculari.

 

 

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