RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 177 - Testo della trasmissione di venerdì 25 giugno
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Per la prima volta la fiamma olimpica ha fatto tappa
ieri nel Palazzo dell’Onu a Ginevra
Annunciata una visita del Dalai Lama in Messico, dal 3 all’8
ottobre prossimo
Almeno
30 le vittime dell’incidente di un’autocisterna in Iran
In
Polonia l’economista Marek Belka guiderà il prossimo governo.
25
giugno 2004
L’APPREZZAMENTO
DELLA SANTA SEDE PER IL SOSTEGNO OFFERTO DA MALTA
PER UN
RIFERIMENTO ALLA RADICI CRISTIANE NELLA COSTITUZIONE EUROPEA.
RICEVENDO
IL PRESIDENTE DEL NUOVO PAESE MEMBRO DELL’UE,
IL
PAPA HA ESALTATO LA FEDELTA’ AL VANGELO
DELLA
PICCOLA ISOLA DEL MEDITERRANEO
- A
cura di Barbara Castelli -
“Desidero
esprimere il sincero apprezzamento della Santa Sede per gli sforzi profusi dalla
Repubblica di Malta nell’introdurre il riferimento alle radici cristiane nel
Preambolo della Costituzione dell’Unione Europea”. E’ il saluto che Giovanni
Paolo II ha rivolto stamani al presidente dell’isola, Edward Fenech-Adami,
ricevuto in Vaticano insieme con la consorte e il seguito.
Ricordando
l’importanza del momento storico che vive il Paese, che lo scorso primo maggio
ha fatto il suo ingresso nella famiglia dell’Ue, il Papa ha sottolineato il
ruolo chiave che Malta può giocare nel sostenere “l’identità profondamente
cristiana” del Vecchio Continente. “Sin dai tempi di San Paolo - ha detto il
Pontefice - Malta è rinomata per la sua intima aderenza alla fede cristiana”.
“Vi invito – ha concluso – a proseguire su questo cammino, auspicando che la
vostra dedizione alla Chiesa e, in modo particolare, il profondo rispetto che
rivolgete all’istituzione della famiglia possa trascinare tutti verso il
messaggio del Vangelo”.
Il nome
dell’isola, già colonia britannica dal 1800 e divenuta indipendente il 21
settembre 1964, sembra avere origine dalla dominazione dei fenici, dai quali
veniva chiamata Maleth (porto-rifugio). L’arcipelago, composto da 5 isole,
Malta, Gozo, Comino e le disabitate Cominotto e Filfla, si estende su una
superficie di oltre 310 chilometri quadrati, con una popolazione di più di 370
mila abitanti.
La sua posizione costituisce la sua più importante risorsa: terra
di antiche colonizzazioni, baluardo per la difesa del cristianesimo, cardine
della politica napoleonica per ogni piano strategico nel Mediterraneo,
avamposto inglese per il controllo delle rotte nel Mediterraneo dopo l’apertura
del canale di Suez. In tutta l’isola il passato è vivo: le grandi pietre
erette, i luoghi archeologici e i templi mettono in evidenza la sua importanza
come punto di arrivo delle prime migrazioni mediterranee. Nell’antichità Malta
fu rifugio e porto sicuro per fenici, greci, cartaginesi, romani e arabi.
“SULLA FAMIGLIA SI GIOCA IL FUTURO DELL’EUROPA”.
È QUANTO HA
AFFERMATO IL PAPA NELL’UDIENZA CON I DOCENTI UNIVERSITARI,
CHE PARTECIPANO ALLA QUATTRO GIORNI DI SIMPOSIO
SUL TEMA “LA FAMIGLIA IN EUROPA”, AL VIA DA IERI A
ROMA
“Sulla famiglia si gioca il futuro dell’Europa”.
Così il Papa rivolgendosi ai partecipanti al simposio sul tema “La famiglia in
Europa”, ricevuti stamani in Vaticano. All’inaugurazione del convegno, svoltasi
ieri a Roma nell’Aula Magna del Cnr, sono intervenute anche numerose autorità
ecclesiali e politiche. “Un’iniziativa opportuna”, ha osservato il Pontefice
auspicando che possa contribuire “a far sì che nell’Europa di oggi e di domani
la famiglia possa svolgere il ruolo che compete alla sua altissima dignità”.
Sul discorso del Papa, il servizio Dorotea Gambardella.
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“La
famiglia è lo specchio della società e pertanto anche dell’Europa che si va
costruendo”.
È quanto ha sottolineato, stamani, Giovanni Paolo II
osservando che “l’evoluzione della famiglia è e sarà il più importante
rivelatore degli sviluppi culturali ed istituzionali del Continente”.
“È, pertanto, quanto mai opportuno che le Università
e specialmente i docenti cristiani seguano con attenzione le dinamiche
familiari, promuovendo nelle nuove generazioni una responsabile e consapevole
riflessione”.
Giovanni Paolo II ha posto l’accento sulla crisi che
dalla metà del secolo scorso è emersa nelle società più sviluppate
economicamente. “Di fronte a tale crisi – ha notato - la famiglia è sempre
stata un elemento di coesione e di forza. Al punto che oggi le nuove generazioni
appaiono fortemente attratte dall’ideale della famiglia tradizionale, ma risultano
quasi incapaci di assumerne la responsabilità in modo adeguato”. A tal
proposito, il Santo Padre ha parlato dell’importanza di un convegno come quello
in corso a Roma, “che guarda all’istituto familiare proprio sul piano dei
fondamenti, filosofici giuridici teologici, per cogliere le molteplici
prospettive che si aprono attorno a un rinnovato modello familiare. In
quest’ottica, il Papa ha ribadito la convinzione della Chiesa per cui “nel contesto
odierno, sia più che mai necessario riaffermare le istituzioni del matrimonio e
della famiglia come realtà che derivano dalla sapiente volontà di Dio”. Infine,
Giovanni Paolo II ha messo in evidenza il “ruolo altamente significativo, nelle
tematiche familiari, di quanti operano nell’ambito della cultura e della
ricerca scientifica accanto ad iniziative propriamente pastorali”.
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E proprio sull’importanza della famiglia, “struttura
fondante per la vita umana”, si sono soffermati i diversi interventi alternatisi
ieri, nella prima giornata di lavori del simposio, che si colloca nell’Anno
Internazionale della Famiglia e che si pone come obiettivo quello di analizzare
i problemi della famiglia nei diversi Paesi europei al fine di promuoverne
concrete politiche di sostegno. Ascoltiamo, al microfono di Dorotea
Gambardella, una riflessione del cardinale vicario, Camillo Ruini:
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R. - La famiglia nell’Europa di oggi è, come sappiamo,
controversa. Ci sono potenti forze culturali che vorrebbero disintegrarla, che
vorrebbero disintegrare la sua specificità. La famiglia rimane, però, la base
della vita sociale; la base per la crescita dei figli; la base per
l’integrazione tra l’uomo e la donna. E’ quindi fondamentale trovare le strade
per riproporre il valore della famiglia nel contesto culturale e sociale
dell’Italia e dell’Europa di oggi.
D. – Quali sono le prospettive?
R. – E’ difficile fare previsioni. Molto dipenderà
dall’energia e dalla creatività culturale con la quale coloro che credono al
valore della famiglia sapranno impegnarsi.
La famiglia, dunque, acquisisce un ruolo centrale
per il futuro della nuova Europa, ma non solo come luogo di educazione civile.
Essa – è stato sottolineato nel corso del convegno – viene interpellata infatti
dalla scuola, che ne richiede la cooperazione; dalle strutture sanitarie il cui
servizio risulterà sempre inadeguato se paragonato alla sollecitudine e al
calore familiare; dalla religione che la considera “chiesa domestica” indispensabile
per la trasmissione della fede di generazione in generazione. Ma che cosa sta
facendo l’Unione europea per sostenere le famiglie? Abbiamo rivolto la domanda
alla professoressa Janne Haalan Matlary, ordinario di Filosofia dell’Università
di Oslo, in Norvegia:
R. – THERE
ARE MANY POLITICAL…
“Esistono molte politiche
familiari a livello nazionale, ma manca una vera e propria politica europea.
Risulta difficile unificare le diverse linee programmatiche, poiché tra i
diversi Paesi dell’Unione c’è disaccordo su numerosi punti, primo tra tutti la
questione dell’eterosessualità. Ciò costituisce un problema serio, quindi
innanzitutto occorre stabilire che cosa s’intende per famiglia”.
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SPORT
E TURISMO COME “FORZE VITALI” AL SERVIZIO DELLA PERSONA E DEI PAESI: PRESENTATO
QUESTA MATTINA IL MESSAGGIO DEL PAPA
PER LA
XXV GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO
-
Intervista con il cardinale Stephen Fumio Hamao -
“Sport e turismo: due forze vitali al
servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo dei
Paesi” è questo il tema della XXV Giornata mondiale del turismo che si
celebrerà il 27 settembre prossimo. Questa mattina, nella Sala Stampa della
Santa Sede, è stato presentato il messaggio del Santo Padre per l’occasione. Lo
sport – sottolinea Giovanni Paolo II – è un fattore di unione della famiglia
umana ma vanno combattute con forza le
sue “deviazioni”: il mercantilismo esacerbato, la competitività aggressiva, la violenza contro le persone e le
cose, il degrado dell’ambiente o l’offesa della identità culturale di chi accoglie.
Ad illustrare il documento ai giornalisti è stato il
cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontificio Consiglio della
pastorale per i migranti e gli itineranti. Ascoltiamolo nell’intervista di
Giovanni Peduto:
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R. – Quest’anno, il messaggio affronta il tema Sport e
turismo: due forze vitali al servizio della reciproca comprensione, della
cultura e dello sviluppo dei Paesi. Si tratta di un argomento particolarmente
attuale come si può riscontrare, per esempio, dalle pagine dei giornali di
questi giorni, dedicate ai Campionati europei di calcio e ai prossimi Giochi olimpici
ad Atene. Il Papa rammenta alcune riflessioni fatte in occasione del Giubileo
degli Sportivi, con cui esortava ad uno sport che sia “emancipazione dei Paesi
più poveri ed aiuti a cancellare l’intolleranza e a costruire un mondo più fraterno
e solidale”.
D. – In che modo si possono coniugare sport e turismo ai
giorni nostri?
R. – Si tratta di due realtà che si vanno avvicinando
sempre più e trovano la loro massima espressione nei grandi eventi sportivi che
coinvolgono centinaia di migliaia di persone, dagli stessi sportivi agli innumerevoli spettatori, ai tecnici, ai
mass-media. Eventi sportivi ai quali si abbina anche un viaggio turistico o una
vacanza.
D. – Come può essere presente la Chiesa in questi settori?
R. – E’ stato l’apostolo San Paolo, come dice il Santo
Padre, che già ai suoi tempi propose ai cristiani la figura dello sportivo come
esempio da imitare nello sforzo e nella costanza della vita cristiana. Infatti,
questa disciplina è coltivata negli oratori, negli istituti, nelle parrocchie,
come scuola di valori, che indirizza al coraggio, alla lealtà, alla convivenza
amichevole. La cura e l’attenzione della Chiesa si rivolgono anche a quegli
abusi e deviazioni che “nonostante la nobiltà degli obiettivi proclamati”, possono
insinuarsi in una sana competizione sportiva o in un viaggio turistico.
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UDIENZE E NOMINA
Giovanni Paolo II ha ricevuto oggi in udienza mons. George L. Thomas, vescovo di Helena, Stati
Uniti d’America, in visita “ad Limina Apostolorum”.
Nel corso della mattinata,
inoltre, il Pontefice ha incontrato il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per
la Dottrina della Fede.
Nella
Repubblica Federale di Germania, il Papa ha nominato vescovo di Würzburg mons.
Friedhelm Hofmann, finora vescovo titolare di Taddua e ausiliare
dell’arcidiocesi di Köln. Il presule, 62 anni, è stato ordinato sacerdote il 3 febbraio 1969. Laureato in filosofia dal
1979, mons. Hofmann è, tra l’altro, responsabile della Regione Nord dell’arcidiocesi di Colonia, vicario
episcopale per il diaconato permanente e membro della Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della Chiesa. E’ stato eletto vescovo titolare di Taddua e
ausiliare dell’arcidiocesi di Colonia il 25 luglio 1992.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l'udienza
di Giovanni Paolo II al presidente di Malta. Nell'occasione il Papa ha espresso
il sincero apprezzamento della Santa Sede per il sostegno offerto all'inclusione
di un riferimento all'identità cristiana dell'Europa nel Preambolo della
Costituzione dell'Unione Europea.
Nelle vaticane, il messaggio
del Papa per la XXV Giornata Mondiale del Turismo. “Sport e turismo: due forze
vitali al servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo
dei Paesi”.
Nel discorso ai partecipanti al
simposio europeo dei docenti universitari sul tema "Famiglia in
Europa", il Papa ha sottolineato che sulla famiglia si gioca il futuro
dell'Europa.
Nelle estere, in evidenza
l'Iraq, dove non si placano scontri ed attacchi.
Nella pagina culturale, un
approfondito contributo di Giuseppe Appella in merito al quarto volume degli
Annali dell'Accademia dei Virtuosi al Pantheon.
Nelle pagine italiane, governo:
il premier accelera i tempi della verifica.
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25
giugno 2004
SECONDO
FONTI UFFICIOSE, LA NATO E’ PRONTA A DIRE ‘SI’’ ALLA RICHIESTA
DI ASSISTENZA
NELL’ADDESTRAMENTO DELL’ESERCITO IRACHENO,
PRESENTATA
DAL GOVERNO DI BAGHDAD, MENTRE E’ SEMPRE DRAMMATICA
LA SITUAZIONE NEL PAESE
-
Intervista con mons. Shlemon Warduni -
La Nato fornirà presto assistenza al governo iracheno per
l’addestramento delle forze di sicurezza. Lo hanno rivelato a Bruxelles fonti
dall’Alleanza, sottolineando che l'annuncio ufficiale verrà formalizzato solo
lunedì prossimo nel corso del vertice di Istanbul e che l’assistenza potrà poi
iniziare in tempi brevi. Sul terreno, intanto, la situazione resta drammatica.
Dopo l’impressionante ondata di attacchi simultanei che ieri hanno sconvolto
l’Iraq provocando la morte di almeno 92 persone, nuovi scontri hanno colpito,
nella notte, diverse città del Paese. Tre poliziotti iracheni sono rimasti uccisi
a Baquba per un attacco contro un commissariato di polizia; un agente è
deceduto in seguito ad una esplosione avvenuta a Baghdad e due persone sono
morte a Falluja durante furiosi combattimenti. Questa mattina, inoltre, le
milizie del leader musulmano sciita, Moqtada al Sadr, hanno abbandonato la
lotta armata a Baghdad ed un colonnello della ex guardia repubblicana è stato
ucciso nei pressi di Kirkuk.
La
vigilia del 30 giugno, data del passaggio di consegne al governo provvisorio
iracheno, si conferma dunque drammatica per la popolazione irachena. Ma questa
nuova ondata di violenze era prevedibile, come conferma mons. Shlemon Warduni,
vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, intervistato da Andrea Sarubbi:
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R. – Questo incremento delle azioni condotte dalla
guerriglia era prevista da tanti. Si diceva infatti che gli atti terroristici
sarebbero aumentati. Noi viviamo soltanto affidandoci alla speranza in Dio.
D. – Quante possibilità ci sono, secondo lei, che con il
passaggio dei poteri cambi effettivamente qualcosa?
R. – Se lasciano lavorare il nuovo governo con onestà e
con tranquillità, la speranza è certamente forte. Ma se il mondo non coopera e
se non verranno adottate misure più efficaci per interrompere la spirale di
odio, avremo veramente grandi difficoltà.
D. – Quindi, secondo lei, l’Iraq ha ancora bisogno di un
intervento della Comunità internazionale?
R. – L’intervento della Comunità internazionale è
necessario per poter arrestare gli atti terroristici compiuti da queste gente.
Anche quando si parla, si ha paura di dire un qualcosa che possa creare
problemi; si sta sempre in guardia. E’ in questi momenti che bisognerebbe
offrire aiuto ma, al contrario, si aiuta a distruggere la nazione. Per tutto
questo c’è grande bisogno di un sostegno della comunità internazionale.
D. – Da più parti si è detto, e anche noi giornalisti lo
abbiamo affermato, che questo premier Allawi non piace agli iracheni. Forse
l’impressione è che a molti non piaccia proprio un governo stabile in Iraq?
R. – Questo è vero. Se anche mettessero un angelo disceso
dal cielo, qualcuno avrà sempre qualcosa da dire. Ma queste persone devono
provare ad avere un po’ di pazienza ed aspettare un po’ e dare un po’ di tempo
per vedere come andranno le cose. Ma mi chiedo anche come sia possibile adesso
pensare alla pace se qui è ancora il caos a regnare sovrano.
D. – Lei ha personalmente fiducia nei membri del nuovo
governo iracheno?
R. – Non sappiamo niente e non abbiamo visto niente al
loro riguardo, né in bene né in male. Lasciamoli lavorare e proviamo a dare
loro un po’ di sostegno perché possano fare qualcosa per il Paese.
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I
vertici militari americani stanno considerando la possibilità di inviare altri
15 mila soldati ma a cinque giorni dal passaggio dei poteri dalle autorità
statunitensi a quelle irachene, le città dello Stato arabo sono sempre più
avvolte da un alone di paura per l’intensificarsi delle violenze. Il servizio
di Barbara Schiavulli:
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“Nessuna sicurezza”: è quello che la gente continua a
ripetersi. Una macchia difficile da lavare per il nuovo governo iracheno, che
non ha neanche un esercito vero cui appoggiarsi. “Niente sicurezza” e la gente
ha paura: molte persone scappano da Falluja, si chiudono in casa a Mossul, a
Bakuba e a Ramadi. Le città, che dovrebbero vivere la gioia di una democrazia
quasi conquistata, sembrano ricordare con nostalgia i tempi bui di Saddam, dove
non potevi parlare ma potevi girare tranquillamente in strada. Baghdad è una
città che affoga nell’anarchia: tutti sono armati perché ormai l’unica difesa
possibile è quella personale. “Il poliziotto non lo farei mai”, dice un ragazzo
e tutti sanno che essere nel mirino non piace a nessuno per poche centinaia di
dollari. Ma neanche fare il politico, il professore, il traduttore o il
camionista ti esenta dall’essere un obiettivo del terrorismo.
Barbara Schiavulli da Baghdad per la Radio Vaticana.
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IN ANGOLA, AD UN ANNO DALL’AVVIO DEL TRIBUNALE
MINORILE DI LUANDA,
BILANCIO E
PROSPETTIVE DI UN’ISTITUZIONE VOLUTA PER SOTTRARRE
DAI
TRIBUNALI ORDINARI PER ADULTI I TANTI MINORI SOTTOPOSTI A GIUDIZIO: L’IMPEGNO
DELL’ISTITUTO DI RICERCA SUL CRIMINE
E LA GIUSTIZIA DELLE NAZIONI UNITE
-
Intervista con Sabrina Avakiàn -
Festeggia
un anno il tribunale minorile di Luanda, principale strumento per la tutela dei
diritti dei bambini in Angola. A formare il personale, dai magistrati ai
funzionari amministrativi, è stato l’Unicri, Istituto di ricerca sul crimine e
la giustizia delle Nazioni Unite. Dal giugno dello scorso anno, circa 600
minori sono stati sottoposti a giudizio nel rispetto dei diritti del bambino ed
hanno ricevuto assistenza nei centri di riabilitazione e reinserimento. Il
servizio di Francesca Sabatinelli:
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Circa
30 anni: tanto è durata la guerra in Angola, terminata nei primi mesi del 2002.
Vere vittime i bambini. A colpirli, molto spesso fino alla morte, le gravi
mutilazioni subite durante il conflitto, la malnutrizione, le malattie più
comuni, ma anche le ripercussioni di un alterato funzionamento dei nuclei
familiari e delle comunità. Soltanto il 29 per cento dei bambini risulta
iscritto all’anagrafe, il che priva la maggioranza dei diritti primari. Sabrina
Avakiàn, è il capo del progetto Unicri in Angola, l’abbiamo raggiunta a Luanda:
“Le
cause sociali sono, fondamentalmente, l’assenza di un punto di riferimento e di
un sistema che si occupi del minore. C’è una grande negligenza, c’è un grande
abuso e quindi il minore finisce per essere la propria madre o il proprio padre
e cioè responsabile di se stesso. Sopravvive allora attraverso atti di
vandalismo”.
Sono
moltissimi i minori che vivono in condizioni di estrema marginalità e la tutela
dei loro diritti è dimenticata. Da dieci anni il sistema giudiziario minorile
non funziona, i ragazzini vengono processati da tribunali per adulti e rinchiusi
nelle stesse celle dei grandi, in condizioni drammatiche, senza cibo né
medicinali, senza attività che favoriscano il minimo reinserimento sociale.
Sabrina Avakiàn:
“Gli
indicatori mostrano che il minore continuamente non viene rispettato nei diritti
elementari. In tutto ciò il governo è presente e non è presente”.
Nel
2002 il governo angolano con il supporto dell’Unicri ha approvato un regolamento
di legge per la protezione dei minori. Dei 600 bambini che sono stati seguiti
dal tribunale la maggior parte aveva un’età compresa tra i 10 ed i 14 anni.
Vandalismo e violazioni della proprietà sono i reati dei quali il tribunale si
è maggiormente occupato. Il 19% dei casi esaminati riguardava omicidi colposi
dovuti a negligenza da parte delle famiglie nel tenere le armi lontane dai
bimbi. Grazie ad una forte campagna di sensibilizzazione, quest’anno i casi
sono scesi al 5%, solo due i casi di omicidio doloso. Ascoltiamo ancora Sabrina
Avakian:
“Il
nostro obiettivo è lavorare a livello legislativo ed aprire un centro vero e
proprio di rieducazione e di internamento per mandare quei minori che sono
incolpati di omicidi gravissimi. Questo deve essere chiaro al governo
angolano”.
Il centro di rieducazione sarà aperto dall’Unicri nei
prossimi mesi, operatori sociali e psicologi elaboreranno programmi per i
bambini allo scopo di reintegrare il minore nella comunità.
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PADRE RANIERO CANTALAMESSA HA FESTEGGIATO 25 ANNI
DI PREDICAZIONE
IN VATICANO: RACCONTA AI NOSTRI MICROFONI LA PARTICOLARE ESPERIENZA
DI VICINANZA A GIOVANNI PAOLO II
Padre Raniero Cantalamessa ha festeggiato i suoi 25 anni
di predicazione in Vaticano. Un’attività che ha dato una forte impronta a tutta
la sua vita consentendogli una particolare vicinanza a Giovanni Paolo II. Per
il Papa e per la Curia Romana ha tenuto, infatti, l’annuale settimana di
esercizi spirituali e poi le meditazioni nei tempi forti del calendario
liturgico. Ascoltiamo padre Cantalamessa al microfono di Adriana Masotti:
*********
R. – In un certo senso sono state un po’ il cuore della
mia attività, l’impegno principale. Uno dei vantaggi più profondi è di poter
vedere da vicino la persona di questo Papa ed essere edificato dalla sua
profondità, dalla sua calma, dalla sua unione con il Signore. E’ stato per me
veramente una grazia. Questo impegno mi ha poi aiutato e mi ha costretto a
rinnovare la mia predicazione, perché non potevo ripetermi facilmente allo
stesso uditorio. Mi ha stimolato a rinnovare la mia predicazione, i miei
interessi, cercando sempre di capire i segni dei tempi e quindi le sfide ed i
grandi problemi della Chiesa così da poter riflettere su di essi.
D. – Le viene in mente qualche episodio che le è rimasto
particolarmente impresso?
R. – Sì, certamente grandi e piccoli episodi. E’ un esempio
di straordinaria umiltà il fatto che il Papa trovi il tempo di andare ad
ascoltare la predica di un semplice sacerdote della Chiesa. Mi ricordo che una
volta mancò per due venerdì, perché era in viaggio in America Centrale. Quando
tornò, finita la predica, si staccò dai segretari e mi venne a chiedere
direttamente scusa perché era mancato a due prediche. Ricorderò sempre quando
predicai in San Pietro la prima volta e mi resi conto che dovevo parlare molto
lentamente, perché c’era un rimbombo ed un’eco molto forte. Ma parlando
lentamente la mia predica durò 10 minuti in più rispetto al previsto. Il
prefetto della Casa Pontificia di allora era, giustamente, un poco preoccupato
e guardava di tanto in tanto l’orologio. Il giorno dopo, come lui stesso ha poi
raccontato, il Papa, dopo la funzione, lo chiamò e gli disse gentilmente che
quando qualcuno ci parla in nome di Dio non bisogna guardare l’orologio. Questo è un aspetto che mi ha sempre colpito
molto del Papa: sembra che non abbia mai fretta. Con tutto quello che il Papa
ha da fare e con tutti i problemi che deve affrontare, quando una persona gli è
davanti, esiste per quella persona. Una volta, andando a predicare, rimasi
bloccato in mezzo al traffico di Roma e nonostante la corsa dell’autista
arrivammo un quarto d’ora dopo. Alcuni cardinali, a dir la verità, erano un
poco impazienti, qualcuno aspettava sull’uscio.Il papa era tranquillamente
nella sua cappellina, nell’angolo della “Redemptoris Mater”, che diceva
il Rosario. Non ha assolutamente dato nessun segno di impazienza per questo
ritardo.
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SUGLI
SCHERMI ITALIANI, IL FILM DI VALERIA BRUNI TEDESCHI
“E’
PIU’ FACILE PER UN CAMMELLO…”: SGUARDO ACUTO
SULLA
DIFFICILE STRADA VERSO LA MATURITA’ DI UNA GIOVANE RICCA
-
Servizio di Luca Pellegrini -
Una
storia, tante storie. Un gioco, molti giochi. La storia di un padre che muore
o, se volete, di una figlia che sopravvive. Il gioco della vita oppure il gioco
dell’essere ricchi. Con il film “E’ più facile per un cammello …”, uscito in
questi giorni nelle sale italiane, Valeria Bruni Tedeschi diventa per la prima
volta regista. Mette in scena i suoi sensi di colpa e le sue nevrosi: l’essere
ricca, l’insicurezza dell’età adulta. E poi ci sono le sue emozioni, tra ironia
e lacrime, legate a una famiglia ingombrante e insicura, una sorella,
interpretata dalla bravissima Chiara Mastroianni, in perenne conflittualità con
il mondo. La recensione del film è di Luca Pellegrini:
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(colonna
sonora)
“Ma che
colpa ho io ad essere ricca?”, si domanda nell’intimo la Federica del film. Non
riesce a focalizzare se è la ricchezza ad essere una malattia oppure la povertà
un’anomalia. Vive a Parigi: bella casa, fidanzato proletario - tanto per
esorcizzare le paure e i dubbi - sentimenti che vanno e vengono, una madre
assuefatta agli agi (Marysa Borini, la vera madre nella vita) e un padre
moribondo, interpretato da Roberto Herlitzka. Certo, le giornate di Federica
sono buttate via. Non ama tuffarsi negli optional quasi illimitati
nell’esistenza frivola dei danarosi, ma non vuole nemmeno prendere sul serio le
sue inquietudini e provare a dare una sterzata all’esistenza opaca. E’ talmente
distratta, annoiata e ossessionata da ripetere continuamente al confessore il
suo unico peccato: sono ricca, senza trovare risposte. Figuriamoci quando gli
entra chiaramente in testa la famosa sentenza del Vangelo, quella del cammello
e del ricco, della cruna dell’ago e del Regno dei cieli. La dimensione più
interessante di questa bella opera prima è il rilassato andamento narrativo che
segue la regista, le inaspettate fughe all’indietro, i suoi silenzi interiori
così disturbati dal chiacchiericcio circostante, le ingenuità ripetute che
ostacolano la vera maturità della protagonista. Questo continuo “non decidere”,
“non voler pensare”, “non saper amare”, “non trovare la strada”, diventano non
solo una presa di posizione che si sente sincera, faticosa, non convenzionale,
ma uno stile formalmente adeguato e preciso.
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25
giugno 2004
FORTE PREOCCUPAZIONE DEI VESCOVI DELLA COSTA
D’AVORIO
DI FRONTE ALLA GRAVE CRISI SOCIOECONOMICA
DEL PAESE,
PARALIZZATO NELLE ATTIVITA’ POLITICHE DA
UN CLIMA DI DIFFUSA VIOLENZA.
PER LA META’ DI LUGLIO INDETTI TRE GIORNI
DI PREGHIERA E DI DIGIUNO PER IMPLORARE IL
RITORNO ALLA PACE
ABIDJAN.
= I vescovi della Costa d’Avorio hanno indetto, per metà luglio, un triduo di
preghiere e di digiuno per implorare da Dio il ritorno della pace nel Paese. Al
termine della loro plenaria ad Abidjan, domenica scorsa, i vescovi ivoriani
hanno tracciato, in un documento, il quadro della situazione, parlando, senza
mezzi termini di “vera catastrofe umanitaria” e denunciando che “il Consiglio
di governo e quello dei ministri non si riuniscono, le istituzioni repubblicane
sono sotto tensione, il dibattito pubblico è senza esito. La situazione
economica - rilevano ancora i vescovi - diventa sempre più disastrosa, impoverendo
la popolazione e portando miseria, sofferenza, pianto e desolazione”. Da qui
l’appello degli stessi vescovi ivoriani alle parti politiche “di riprendere con
coraggio e senza ritardi le attività di governo. Perché il governo di
riconciliazione nazionale è il solo ed unico luogo di dialogo e di
concertazione per uscire dalla crisi. Che ciascuno si metta davanti a Dio per
fare l’esame di coscienza”. Intanto l’Alto Commissario dell’Onu per i diritti
umani, Ramcharan, ha annunciato mercoledì scorso a Ginevra la creazione di una
Commissione d’inchiesta indipendente per “esaminare i fatti e le responsabilità
delle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale” in Costa
d'Avorio, tra il 19 settembre 2002 e il 24 gennaio 2003, data degli accordi di
pace siglati tra il governo di Abidjan e i ribelli armati. (T.M. e R.G).
IL
SENATO DEGLI STATI UNITI HA NOMINATO IERI JOHN DANFORTH
NUOVO AMBASCIATORE ALL’ONU, IN SOSTITUZIONE DI JOHN NEGROPONTE
WASHINGTON. = Il Senato degli Stati Uniti ha dato via
libera ieri alla nomina di John Danforth quale nuovo rappresentante permanente
degli Stati Uniti all’Onu, in sostituzione di John Negroponte, nuovo
ambasciatore americano in Iraq. Danforth, pastore episcopaliano, ha celebrato
tra l’altro l’11 giugno i funerali di Stato dell’ex presidente americano Ronald
Reagan, nella cattedrale di Washington. Prima della nomina all’Onu, Danforth,
ex senatore, era stato l’inviato degli Stati Uniti in Sudan, dove aveva
contribuito a mettere a punto i recenti accordi di pace dopo la una guerra
civile, protrattasi per oltre 20 anni nel Paese africano. (R.G.)
PER LA
PRIMA VOLTA LA FIAMMA OLIMPICA HA FATTO TAPPA IERI
NEL
PALAZZO DELL’ONU A GINEVRA, ACCOLTA DAL DIRETTORE GENERALE,
CHE HA
SOTTOLINEATO GLI IDEALI ED I VALORI DELLE
OLIMPIADI
CONDIVISI
DALLE NAZIONI UNITE
GINEVRA. = Per la prima volta nella storia, la fiamma
olimpica, proveniente da Amsterdam, ha
fatto tappa ieri al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, portata dal tennista
svizzero, Marc Rosset. Ad accoglierla poco prima di mezzogiorno nel parco
dell’Onu è stato il direttore generale delle Nazioni Unite, Sergei Ordzhonikidze.
Questi ha sottolineato che “gli ideali olimpici sono molto simili a quelli
delle Nazioni Unite: il rispetto e la dignità di ogni individuo, l’accettare
lealmente le regole, la tolleranza e la comprensione tra i popoli”. E per
questo, ha aggiunto, “la bandiera delle Nazioni Unite è esposta in ogni avvenimento
olimpico, come un richiamo ai valori condivisi”. Scortata dalla Polizia, la
fiamma olimpica è quindi ripartita per Losanna verso la sede del Comitato
Internazionale Olimpico (Cio). (R.G.)
ANNUNCIATA
UNA VISITA DEL DALAI LAMA IN MESSICO,
DAL 3
ALL’8 OTTOBRE PROSSIMO. IN PROGRAMMA CONFERENZE E INCONTRI
CON
PERSONALITA’ POLITICHE E RELIGIOSE PER PORTARE UN MESSAGGIO DI PACE
CITTA'
DEL MESSICO. = Il Dalai Lama sarà in Messico dal 3 all’8 ottobre prossimi per
una serie di conferenze ed incontri con personalità religiose e politiche. “L’obiettivo della visita è quello di
portare ai messicani un messaggio di pace, amore e di spiritualità per
promuovere il rispetto e la tolleranza in un momento di violenza e inquietudine”,
ha detto Antonio Karam, direttore dell’Associazione Messico-Tibet. Tenzin
Gyatso, 68 anni, Premio Nobel per la pace, arriverà in Messico al termine di un
viaggio in America centrale ed ha in programma una conferenza nell’Auditorio
nazionale sul tema “Etica per il nuovo millennio”. Il Dalai Lama parteciperà
inoltre nella cattedrale di Città del Messico ad una cerimonia interreligiosa
aperta ai rappresentanti delle principali religioni del mondo. Non è ancora
confermato, invece, un incontro con il presidente Vicente Fox. Il Dalai Lama,
che ha lasciato il Tibet nel 1959, durante la repressione cinese, vive oggi in
esilio in India. (R.G.).
L’ASSEMBLEA
PARLAMENTARE DEL CONSIGLIO D’EUROPA ESPRIME LA PROPRIA VOLONTA’ DI SOSTENERE L’ONU NELL’OPERA DI DEMOCRATIZZAZIONE
DELL’IRAQ
STRASBURGO. = In una risoluzione adottata ieri in seguito
ad un dibattito d'urgenza, l'Assemblea parlamentare dei 45 Paesi membri del
Consiglio d'Europa dichiara di voler sostenere l’azione dell’Onu in Iraq, in particolare
offrendo la propria esperienza per elaborare una Costituzione, per formare
Forze di polizia e giudici e per promuovere la tolleranza attraverso la cultura
e l'educazione. Per questi scopi potrebbero collaborare la Commissione di
Venezia, specializzata in diritto costituzionale ed il Comitato anti-tortura,
che esegue inchieste sulle condizioni di detenzione negli Stati associati.
Venti Paesi europei partecipano attualmente alla Forza multinazionale in Iraq,
mentre gli Stati Uniti hanno lo status di osservatore presso il Consiglio
d'Europa. L'Assemblea, che ha sede a Strasburgo, ha quindi richiamato gli Stati
membri e quelli osservatori a rispettare i diritti dell'uomo e il diritto
internazionale. (R.G.)
“GIULIO
II E MICHELANGELO – DUE COLOSSI A CONFRONTO”:
SUGGESTIVA LETTURA DELL’OPERA DI MONS.
RAFFAELLO LAVAGNA,
IERI
SERA, NELLA CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DE’ GENOVESI A ROMA
ROMA. =
Nella splendida cornice della chiesa della Confraternita di San Giovanni Battista
de’ Genovesi, nel cuore di Roma a Trastevere, ha avuto luogo, ieri sera, in
occasione della Festività del Battista, la rappresentazione dell’opera
drammatica scritta da mons. Raffaello Lavagna dal titolo “Giulio II e
Michelangelo – due colossi a confronto”. La lettura recitata ha dato il via a
un ciclo di eventi che la Confraternita sta programmando per il prossimo anno
dedicato ai Papi di origine Ligure. Per il 500mo anniversario dell’elevazione
al Soglio Pontificio di Giulio II, della famiglia della Rovere di Albissola.
Mons. Lavagna, brillante critico e autore teatrale, ispirandosi liberamente
alla “Storia dei Papi” di Ludvig von Pastor, ha dato la parola a Giulio II e al
Buonarroti, descrivendo vivacemente la personalità decisa e “cocciuta” del
Pontefice e quella irosa e geniale dell’artista fiorentino. Mons. Lavagna è
anche autore del libretto dell’opera lirica del Maestro Alberico Vitalini
intitolata “Il Mistero del Corporale”, ispirata al miracolo eucaristico di
Bolsena, che verrà trasmessa dalla Radio Vaticana il prossimo 27 giugno alle
19:30 e alle 23:00.
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25
giugno 2004
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A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iran,
ieri sera un grave incidente stradale ha provocato una drammatica esplosione
nella quale sono rimasti coinvolti diversi mezzi. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Sono più di novanta le vittime accertate ed oltre 120 i
feriti ma secondo la Mezzaluna Rossa il bilancio del tragico incidente avvenuto
a Zahedan, nel sud est del Paese, potrebbe salire ad oltre 200 morti. La
televisione di Stato ha riferito che un’autocisterna con un carico di 18 mila
litri di benzina, si è schiantata contro alcuni autobus ed è esplosa provocando
un incendio che ha subito coinvolto diversi mezzi. Secondo l’agenzia di stampa
del Paese del Golfo Persico, l’esplosione avrebbe interessato sei autobus e un
edificio. La polizia ha riferito, inoltre, di aver aperto un’inchiesta per
determinare la dinamica dell’accaduto. Da una prima ricostruzione sembra che
l’autista dell’autocisterna, morto nell’incidente, abbia perso il controllo del
mezzo perchè viaggiava ad una velocità troppo sostenuta. Una tragedia simile è
avvenuta in Iran nel febbraio scorso quando almeno 300 persone sono morte in
seguito all’esplosione di un treno carico di prodotti chimici e di carburante
vicino alla città di Neyshabur, nel nordest del Paese.
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Gli otto soldati britannici rilasciati ieri dalle autorità
iraniane, che li avevano arrestati lunedì scorso con l’accusa di aver
sconfinato nelle acque territoriali della Repubblica islamica, sono giunti oggi
in una base militare situata nell’Iraq meridionale. Lo ha riferito un portavoce
militare britannico.
Alla vigilia del Vertice della Nato di lunedì e martedì
prossimi ad Istanbul e della visita del presidente statunitense George Bush in
Turchia, proseguono intanto le indagini sugli attentati di ieri ad Istanbul e ad Ankara che hanno causato 4 morti e
10 feriti. La polizia turca ha arrestato diverse persone e le operazioni delle
forze di sicurezza si sono concentrate su un’organizzazione di estrema sinistra
ritenuta responsabile degli attacchi.
Al Qaeda respinge l’offerta di amnistia di re Fahd
d’Arabia Saudita e rilancia la lotta. La promessa di perdono, ribadita ieri dal
ministro degli interni saudita, non è stata accolta dai militanti islamici che
hanno invece proclamato ancora guerra contro gli “stranieri infedeli”. Di ieri
poi l’annuncio di un primo terrorista consegnatosi alle autorità saudite.
La Corte Internazionale di Giustizia si pronuncerà il
prossimo 9 luglio sulla legalità o meno del cosiddetto ‘muro di sicurezza’
israeliano, controversa opera di recinzione lunga centinaia di chilometri,
super-protetta e destinata a separare lo Stato ebraico dal territorio della
Cisgiordania e della Striscia di Gaza. Lo hanno reso noto fonti vicine alla
stessa Corte dell’Onu, che è competente non solo a dirimere le controversie tra
gli Stati membri delle Nazioni Unite ma anche ad interpretare il diritto internazionale
e i trattati.
Un ex vice primo ministro ceceno, Yakov Sergunin, è stato
ucciso questa notte a Mosca. L’uomo è stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco
sparati da un motociclista. Nell’agguato, condotto all’uscita di un noto ristorante
della città, è stata colpita anche la moglie di Sergunin, rimasta gravemente ferita.
Anche in Afghanistan la situazione resta tesa. Due marines
americani hanno perso la vita questa mattina nella provincia di Kuner, nel
nord-est del Paese. Il presidente afghano, Amid Karzai, ha lanciato intanto un
appello alla Nato, affinché rinnovi il proprio impegno nel Paese e invii al più
presto altre truppe, in vista delle elezioni di settembre, le prime dopo la
caduta del regime dei talebani.
Dopo 7 settimane si è conclusa la crisi politica in
Polonia. Con 236 voti favorevoli e 215 contrari, l’economista Marek Belka ha
ottenuto ieri la fiducia della Camera bassa del Parlamento. Sarà lui a guidare
il prossimo governo. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
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Già una prima volta in maggio l’ex ministro delle Finanze
si era presentato al Parlamento per la fiducia, ma la sua candidatura era stata
bocciata. In caso di seconda bocciatura, la Polonia sarebbe andata alle urne
entro 45 giorni. Le forze dell’ex maggioranza, sonoramente sconfitte alle
europee del 13 giugno, si sono ricompattate temendo di consegnare il Paese
slavo alle destre. Il precedente premier, Miller, si era dimesso il 2 maggio
scorso dopo l’adesione della Polonia all’Ue, a seguito di una lunga serie di
scandali. Il governo di Belka è visto dagli osservatori locali come un esecutivo
di passaggio verso nuove elezioni generali da tenersi nella primavera o
nell’estate prossima, quando scadrà anche il mandato del presidente della
Repubblica, Kwasniewski.
Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Prosegue a Pechino il vertice a sei sulla crisi nucleare
nordcoreana. Pyongyang ha nuovamente minacciato di procedere nel suo programma atomico,
al termine di una riunione bilaterale con una delegazione degli Stati Uniti. I
rappresentanti americani hanno però glissato sulla questione, annunciando
invece la presentazione alle autorità della penisola asiatica di un nuovo
accordo in cambio di aiuti economici e garanzie di sicurezza. Il servizio di
Chiaretta Zucconi:
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La Nord Corea ha dichiarato che “se non ci saranno
progressi, l’apparato militare nord coreano assumerà il potere e poi, forse,
condurrà anche esperimenti nucleari”. La Cina ha tentato di convincere gli
Stati Uniti e la Nord Corea a tornare al tavolo negoziale ma l’aria è molto
tesa ed una fonte del ministero degli Affari Esteri cinese ha dichiarato che le
consultazioni termineranno, comunque, domani senza la prevista cerimonia di
chiusura. La risposta nord coreana, alla proposta Usa di incentivi in cambio
dell’abbandono del programma nucleare, è considerata comunque un primo passo
positivo verso il dialogo tra le parti. Ma secondo Tokyo, le posizioni di
Washington e Pyongyang non coincidono affatto e quindi, forse, è meglio non
farsi troppe illusioni. La Cina dà un colpo al cerchio e l’altro alla botte,
cercando di non irritare né Washington né gli alleati nord coreani. Pechino,
infatti, ha definito completo e dettagliato il progetto presentato dalla
delegazione Usa, secondo il quale Pyongyang avrà un periodo di tempo di tre
mesi per smantellare gli arsenali nucleari.
Per la Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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Uno strumento per la prevenzione dei conflitti:vuole
esserlo il “Global Compact”, il Patto globale lanciato al Forum economico di
Davos nel ‘99 dal segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, che unisce
dirigenti di industria, economia, politica ed esponenti della società civile.
La prima riunione si è tenuta ieri al Palazzo di Vetro di New York. Tra i
partecipanti, anche il presidente brasiliano Lula da Silva. Il servizio di
Elena Molinari:
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Il progetto punta ad individuare le cause che sono alla
base delle tensioni sociali ed economiche, che poi si traducono in conflitti, e
mira a garantire la pace e la stabilità nel mondo. Per l’Italia c’era il
sottosegretario agli Esteri, Mario Baccini, che ha sottolineato come
l’imprenditoria italiana diventi, all’interno dell’iniziativa, un vettore per
la diffusione della responsabilità sociale. I leader riuniti nel progetto,
infatti, sono tenuti a sottoscrivere un manifesto di valori in dieci punti che
tocca i diritti umani, la trasparenza e l’integrità negli affari, l’equità nel
trattamento dei lavoratori e il rispetto dell’ambiente. Il filo conduttore del
progetto è il principio di corresponsabilità, che misura la condotta dei
governi e delle imprese aderenti.
Da New York, Elena Molinari per la Radio Vaticana.
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Preoccupano i conti pubblici dell’Europa. Ieri la
Commissione di Bruxelles, nel Rapporto 2004, ha evidenziato per Italia,
Francia, Germania, Olanda e Portogallo l’urgenza di adottare misure idonee per
correggere il rapporto negativo tra deficit e Prodotto Interno Lordo.
Bacchettati anche la Grecia e sei nuovi membri dell’Unione – Polonia, Ungheria,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Malta e Cipro – per i quali è stata avviata la
procedura per deficit eccessivo.
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