RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 174 - Testo della trasmissione di martedì 22 giugno 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La stima e la gratitudine del Papa per lo spirito missionario e il servizio assistenziale testimoniati nel mondo dal Sovrano Ordine di Malta, i cui vertici sono stati ricevuti questa mattina in Vaticano

 

Promulgati stamani alla presenza del Santo Padre sedici nuovi decreti della Congregazione delle Cause dei Santi

 

Lettera di Giovanni Paolo II al cardinale Medina Estevéz  per i suoi 50 anni di sacerdozio

 

I bisogni delle Chiese in Romania, in Iraq e in Terra Santa al centro della Plenaria della Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali, che si tiene in Vaticano da oggi fino a giovedì : ai nostri microfoni mons. Francesco Brugnaro

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Felici per quanto è scritto nel testo della Costituzione europea, amareggiati per il mancato riferimento esplicito alle radici cristiane: così mons. Aldo Giordano, segretario del Consiglio delle Conferenze episcopali dell’Unione: con noi lo storico Pietro Scoppola

 

Il Papa ha espresso ieri, ricevendo in Vaticano il premier spagnolo Zapatero, che la “Spagna progredisca radicata nei suoi antichi valori cristiani”: sul dibattito interno al Paese Josto Maffeo

 

“Il futuro che c’è – La nuova sfida contro i tumori del sangue”: è il tema scelto per la IX edizione della Settimana europea promossa dall’Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma. Ce ne parla l’ematologo Franco Mandelli

 

Tra le iniziative per i 700 anni dalla nascita di Francesco Petrarca, una mostra a Padova riunisce 170 opere del grande maestro della letteratura italiana di fine Trecento, tra cui il famoso manoscritto 3196: ai nostri microfoni Giulio Ferroni

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Quarantore per la Chiesa che soffre” è l’iniziativa promossa dall’Associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre”

 

Il Consiglio d’Europa chiede tolleranza zero per la “schiavitù domestica”: la costrizione delle donne alla pari o delle mogli acquistate per corrispondenza

 

Nominato il rappresentante speciale di Kofi Annan in Sudan

 

Riattivata la sanità pubblica gratuita in Kenya

In Cina scatta l’allarme per le “maree rosse” e la desertificazione

 

 

24 ORE NEL MONDO:

Almeno 48 morti, questa notte, in seguito agli attacchi della guerriglia cecena in Inguscezia e Daghestan

 

In Iraq prorogato l’ultimatum per l’ostaggio sudcoreano

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 giugno 2004

 

LA STIMA E LA GRATITUDINE DEL PAPA PER LA LO SPIRITO MISSIONARIO

E ASSISTENZIALE TESTIMONIATI NEL MONDO DAL SOVRANO ORDINE DI MALTA,

I CUI VERTICI SONO STATI RICEVUTI IN VATICANO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

**********

Un antico Ordine cavalleresco che ha costruito i suoi mille anni di storia sulla scelta della solidarietà, apprezzata e benedetta dal Papa. Giovanni Paolo II ha ribadito questa mattina i propri sentimenti di gratitudine e di stima verso il servizio svolto dal Sovrano Militare Ordine di Malta, ricevendone in udienza il Principe e Gran Maestro, Fra’ Andrew Bertie, e il suo seguito. Il Papa ha detto di salutare con affetto tutti i membri, sparsi nei cinque continenti, per il loro impegno di fede e di aiuto alle categorie più disagiate. La Santa Sede “apprezza i numerosi servizi” che l’Ordine “rende alla causa dell’evangelizzazione e, in particolare, le molteplici iniziative di bene che costantemente promuove in favore dei bisognosi”, ha affermato il Pontefice nel suo breve saluto. Dio – ha detto Giovanni Paolo II – favorisca “ogni progetto di bene del vostro Sodalizio, mentre vi incoraggio a proseguire con generosità nel vostro cammino di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa”.

 

L'Ordine di Malta è sorto a Gerusalemme intorno al 1050 per opera di una comunità monastica intitolata a San Giovanni Battista, allo scopo di assistere i pellegrini di ogni fede e razza che si recavano in Terra Santa. E’ uno dei pochi Ordini nati nel Medioevo ancora attivo. In seguito all’approvazione di Papa Pasquale II nel 1113, dopo alterne vicende l’Ordine si stabilì a Malta da dove fu costretto a emigrare da Napoleone Bonaparte. Dal 1834 la sua sede extraterritoriale è a Roma. Tra i suoi 11 mila membri, alcuni sono frati professi, altri hanno pronunciato la promessa di obbedienza, mentre gli altri, tra cavalieri e dame, sono laici votati all’esercizio della carità cristiana, vissuta a servizio dei poveri e dei sofferenti attraverso il lavoro volontario in strutture assistenziali, sanitarie e sociali. Oggi l'Ordine è presente in oltre 110 Paesi con le proprie attività mediche, sociali e assistenziali.

 

L'Ordine di Malta ha un proprio ordinamento giuridico, rilascia passaporti, emette francobolli, batte moneta e intrattiene relazioni diplomatiche con 93 Stati in tutto il mondo, molti dei quali non cattolici. Inoltre, ha rappresentanze presso organismi europei ed internazionali, a partire dalle Nazioni Unite, dove l’Ordine conserva lo status di osservatore permanente. Fra’ Andrew Bertie è il 78.mo Gran Maestro dell'Ordine dal 1988. La carica elettiva è a vita.

**********

 

 

PROMULGATI STAMANI ALLA PRESENZA DEL PAPA SEDICI NUOVI DECRETI

DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI.

TRA QUESTI FIGURANO QUATTRO NUOVI BEATI E DIVERSI MARTIRI

VITTIME DELL’INTOLLERANZA RELIGIOSA

DELLO SCORSO SECOLO IN SPAGNA E MESSICO

- A cura di Barbara Castelli -

 

“Lo Spirito Santo dona continuamente alla Chiesa nuovi modelli di santità che ne evidenziano la bellezza. La santità di ciascuno, infatti, contribuisce ad accrescere la bellezza del volto della Chiesa, Sposa di Cristo, favorendo l’accoglienza del suo messaggio da parte del mondo con­temporaneo”. Con queste parole il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha presentato stamani a Giovanni Paolo II sedici nuovi decreti riguardanti numerosi Servi e Serve di Dio. Nel folto gruppo di fedeli testimoni del Vangelo spiccano, in modo particolare, diversi martiri vittime delle persecuzioni che, nel secolo scorso, si sono abbattute sulla Chiesa messicana e su quella spagnola.

 

Nel primo gruppo di decreti, che fa riferimento alle virtù eroiche di sei Servi di Dio, figura madre Julia de las Espinas del Sagrado Corazón, vissuta tra il 1881 e il 1974, che per l’educazione della gioventù fondò ad Aguascalien­tes, in Messico, la Congregazione delle Missionarie Figlie della Purissima Ver­gine Maria.

 

Ai decreti sul martirio, invece, fa capo un piccolo gruppo in rappresentanza della “grande moltitudine di martiri e testimoni della fede che hanno seguito Cristo fino all’effusione del sangue in terra spagnola e messicana”. Particolarmente toccanti le storie del sacerdote Darío Acosta Zurita della diocesi di Veracruz, ucciso in una chiesa, il 25 luglio 1931, appena tre mesi dopo la sua ordinazione sacerdo­tale, e del quindicenne messicano José Sánchez del Río, assassinato nel 1928 dopo aver chiesto a Dio di poter morire in difesa della fede.

 

In questo viaggio di santità, che sfiora le frontiere di Argentina, Cile, India, Italia, Messico e Spagna, rientrano anche quattro decreti di beatificazione. Sono stati riconosciuti, infatti, i miracoli attribuiti al sacerdote spagnolo Pere Tarrés y Claret, che si dedicò alla formazione della gioventù di Azione Cattolica; a madre Maria Pia Mastena, che fondò e guidò come superiora la Congregazione delle Suore del Volto Santo, dedita all’assistenza dei malati, dei poveri, degli anziani e all’educazione della gioventù; a Eurosia Fabris vedova Barban e a Pina Suriano.

 

A questi Servi di Dio, specialmente ai martiri, “vittime della intolleranza religiosa e dell’odio contro la Chiesa”, il porporato ha affidato la preghiera per la pace nel mondo, in modo particolare per il Medio Oriente.

 

 

UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

 

Negli Stati Uniti, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Eparchia di Newton dei Greco-Melkiti Cattolici, presentata da mons. John Adel Elya, in conformità al canone 210 - paragrafo 1 del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Al suo posto, il Pontefice ha nominato mons. Cyrille Salim Bustros, finora arcivescovo di Baalbeck (Libano) dei Greco-Melkiti Cattolici. Mons. Bustros, libanese di nascita, 65 anni, ha conseguito, nella la Licenza in Teologia all'Università di Lovanio. E’ autore di noti scritti in arabo e in francese, molto apprezzati nel mondo medio orientale. Oltre ad aver ricoperto incarichi di docenza, è stato nominato dal Giovanni Paolo II vicepresidente della Commissione per l'Informazione durante l'Assemblea Speciale per l'Asia del Sinodo dei Vescovi del 1998. E' membro del Consiglio Speciale per il Libano della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi.

 

Giovanni Paolo II ha nominato giudice del Tribunale della Rota Romana il sacerdote Gerard McKay, finora difensore del Vincolo presso il medesimo Tribunale.

 

 

LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II AL CARDINALE MEDINA ESTEVÉZ

PER I 50 ANNI DI SACERDOZIO DEL PORPORATO

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Il cardinale Medina Estevéz è uomo di grande ingegno apostolico, che ha saputo spendersi a servizio della Chiesa, a partire dal suo Paese di origine, il Cile. In una lettera indirizzata al cardinale Jorge Arturo Medina Estevéz, prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, Giovanni Paolo II ha voluto salutare con affetto e riconoscenza i 50 anni di sacerdozio del porporato, ordinato il 12 giugno del 1954. Il Papa, che gli ha concesso la berretta cardinalizia nel Concistoro del 1988, ricorda nella sua lettera i numerosi e prestigiosi ambiti nei quali il cardinale Medina Estevéz ha collaborato, tra i quali la riforma del Codice di Diritto Canonico e la stesura del Catechismo della Chiesa cattolica.

 

 

DA OGGI A GIOVEDI’ PROSSIMO IN VATICANO LA SESSIONE PLENARIA DELLA ROACO

- Intervista di Giovanni Peduto con il segretario mons. Francesco Brugnaro -

 

I bisogni delle Chiese in Romania, in Iraq e in Terra Santa sono al centro della sessione plenaria della Roaco, la Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali, che si tiene in Vaticano da oggi fino a giovedì prossimo. Per quanto riguarda alcuni progetti relativi alle Chiese greco-cattoliche in Romania, il nunzio, mons. Jean-Claude Perisset, è chiamato a informare sulla situazione socio-politica e sulle difficoltà che questa Chiesa, che ha tanto sofferto sotto il regime comunista, sta preparando ora dopo un decennio di liberalizzazione e di contatti con le Chiese centrali. Ci sarà poi l’esame della situazione in Iraq, nel tentativo di organizzare meglio le strategie di aiuto. Ampio spazio, poi, si darà alla situazione delle Chiese in Terra Santa, con l’esame della colletta e la presentazione del nuovo custode, il padre Pizzaballa che succede al padre Battistelli.

 

Su queste diverse situazioni, Giovanni Peduto ha intervistato il segretario generale della Roaco, mons. Francesco Brugnaro. Ascoltiamolo innanzitutto a proposito della realtà dei cattolici nei Paesi dell’Europa orientale:

 

**********

R. – Come ricorda il Papa nell’Orientale Lumen, ci sono tanti doni che reciprocamente le due Chiese, la Chiesa d’Oriente e la Chiesa latina, si possono scambiare e non solo quelli spirituali, non solo quello dell’esperienza del martirio, di una testimonianza della fede molto forte ma anche quei doni che possono aiutare quelle Chiese a crescere in un regime di libertà. Soprattutto credo che sia importante aiutarle ad osare impegni pastorali molto più coraggiosi, invitando i sacerdoti ed i gerarchi stessi a riflettere su quello che i tempi di oggi chiedono alle Chiese che stanno ormai recuperando la loro libertà. Certamente non è da trascurare l’impegno ecumenico. E’ necessario fare in modo che, anche se lentamente, si arrivi a condividere in maniera sempre più profonda, più autentica e più completa il patrimonio della fede. Rimane sempre ancora nell’occhio e nell’orecchio la grande parola che il Papa ha sperimentato venendo via dalla Romania, dove il popolo diceva: “Unitatae, unitatae”. Questo è un invito profondo. Penso poi anche, infine, all’aiuto fraterno. Ultimo, ma non penso certo trascurabile, è l’impegno di queste Chiese a seguire i loro fedeli che vengono in Europa. Ci sono numerosissimi ucraini, tantissimi rumeni e bulgari che si trovano in Italia, in Grecia, in Germania e in altri Paesi dell’Occidente, ed hanno quindi bisogno di mantenere la loro identità, non solo culturale ma soprattutto religiosa, di Chiese orientali. Hanno quindi necessità di essere seguiti e seguire chi è in diaspora per qualsiasi ragione è certamente un impegno pastorale notevole, che comporta il collegamento tra i vescovi e la Chiesa che riceve queste persone e le comunità di partenza da dove queste persone – uomini e donne - partano per trovare risorse migliori per la loro vita.

 

D. – Grandi difficoltà sta vivendo la Chiesa in Iraq …

 

R. – Certamente. Le notizie che giungono ci dicono però che l’impegno della solidarietà, della carità, della condivisione anche di quei poveri mezzi che comunque arrivano dalle varie Chiese o dall’Occidente, fa capire che l’impegno di tutti affinché l’Iraq arrivi ad un superamento di questo momento di fatica, ad un risanamento morale e ad una esperienza di fraternità pur nella diversità, penso che questa sia una prospettiva che incoraggia a lavorare con fiducia e al di là delle drammatiche e quotidiane notizie che si possono ricevere.

 

D. – Per quanto riguarda i cristiani in Terra Santa?

 

R. – Se pensiamo che all’ultimo incontro che il Santo Padre ha avuto con il presidente degli Stati Uniti, era presente anche il nunzio apostolico in Israele e delegato di Gerusalemme, arcivescovo Pietro Sambi, sta a significare che questa delicatissima situazione è stata affrontata ancora una volta. Si tratta non solo di aiutare queste comunità, insieme a tantissimi organissimi e tante Chiese, ad esempio anche attraverso i pellegrinaggi, ma anche e soprattutto di non farle sentire sole ed isolate. E questo affinché non si continui con questo abbandono da parte dei giovani e delle giovani famiglie della Terra Santa.

**********

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Unione Europea. Dichiarazioni sul Trattato Costituzionale: Ospiti se non stranieri in un'Europa che non riconosce le sue radici cristiane".

Sempre in prima, un articolo di riflessione di Marco Impagliazzo sul viaggio apostolico del Papa in Svizzera: "Giovanni Paolo II non ha mai rinunciato a parlare ai giovani con parole esigenti":  

 

Nelle vaticane, la lettura di Decreti circa cause di canonizzazione.

L'udienza del Santo Padre al Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta.

La Lettera del Papa al Cardinale Jorge Arturo Medina Estevez, in occasione del cinquantesimo di ordinazione sacerdotale.

 

Nelle estere, in evidenza l'Iraq: arrestato un uomo sospettato del sequestro dei cittadini italiani; prorogato l'ultimatum per l'ostaggio sudcoreano.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Angelo Marchesi dal titolo "Esami di ammissione ai diversi corsi di laurea?": in margine agli esami di Stato nella scuola italiana.

Per l' "Osservatore libri", un approfondito contributo di Claudio Toscani in merito al secondo volume delle "Opere" di Gabriel Garcia Marquez nei "Meridiani".

 

Nelle pagine italiane, il premier denuncia brogli nelle elezioni.

In rilievo il tema delle pensioni.

 

 

=======ooo=======

 

 

FELICI PER QUANTO E’ SCRITTO NEL TESTO DELLA COSTITUZIONE EUROPEA,

AMAREGGIATI PER IL MANCATO RIFERIMENTO ESPLICITO ALLE RADICI CRISTIANE:

COSI’ MONS. GIORDANO, SEGRETARIO DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI DELL’UNIONE. DOMENICA SCORSA IL RAMMARICO DEL PAPA ALL’ANGELUS:

“NON SI TAGLIANO LE RADICI DA CUI SI E’ NATI”,

MA RESTA LA  SODDISFAZIONE DELLA SANTA SEDE

PER “LA NUOVA ED IMPORTANTE TAPPA NEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE”

- Intervista con Pietro Scoppola -

 

“Felici per quello che è scritto nel Trattato ma amareggiati per quello che non si è avuto il coraggio di scrivere, ovvero il riconoscimento esplicito delle radici cristiane dell'Europa”: è il commento di mons. Aldo Giordano, segretario del Ccee, il Consiglio delle Conferenze episcopali europee, dopo l’accordo raggiunto dai 25 Paesi dell’Unione sul testo di Costituzione. Mons. Giordano ribadisce che “non si è avuto il coraggio di dare il nome alla nostra identità, a quella di ieri e a quella del futuro”, ma sottolinea anche l’importanza di quanto espresso. Su questo ascoltiamo la riflessione dello storico Pietro Scoppola, nell’intervista di Fausta Speranza:

 

**********

R. – La portata ideale è enorme. Segna non solo il compimento del disegno dei grandi Padri dell’Europa che vollero l’unione per garantire la pace contro la possibilità di una terza guerra mondiale, ma segna anche la nascita di un’Europa che si prefigge una funzione nel mondo ispirata ai grandi valori della persona, della pace ... C’è un esplicito riferimento alle future generazioni della terra: la grande avventura che fa di essa “uno spazio privilegiato della speranza umana”…. Quindi è più dell’Europa quale fu pensata ormai 50 anni fa dai fondatori. E’ un’Europa che guarda alle sue responsabilità verso il pianeta e questo è possibile in quanto c’è questo richiamo forte ai valori della persona, ai diritti dell’uomo ...

 

D. – Il Papa ha espresso il suo rammarico per il mancato riferimento esplicito alle radici cristiane. Vogliamo comunque ragionare su quel riferimento all’eredità culturale, umanistica e religiosa che compare nel preambolo della Costituzione?

 

R. – Il rammarico del Papa è comprensibile, degno di grande rispetto e di ammirazione. Tuttavia, quando si va a leggere con attenzione questo preambolo, ci si rende conto che il riferimento al cristianesimo, anche se non esplicitamente formulato, è forte e profondo. E non è un richiamo puramente storico, nel senso che il cristianesimo è stato elemento di formazione dell’iden-tità, piuttosto è tuttora elemento fondante. Penso alla frase: “… ispirandosi alle eredità culturali, religiose ed umanistiche dell’Europa, i cui valori sempre presenti nel suo patrimonio hanno ancorato nella vita della società il ruolo centrale della persona”. Si parla di “valori sempre presenti”!. Dunque il cristianesimo è ancora la tradizione religiosa ispiratrice e presente nel ruolo dell’Europa!

 

D. – Professor Scoppola, è stato sottolineato che i nazionalismi hanno frenato ancora una volta la spinta di unione. Ma quanto nazionalismo è stato, invece, superato per arrivare a questo pronunciamento?

 

R. – Tanto nazionalismo e tanto egoismo e tanta difesa da parte dei singoli Stati, della loro sovranità. Rimane un grande passo avanti!

**********

 

 

DOPO L’AUSPICIO, IERI, DEL PAPA CHE “LA SPAGNA PROGREDISCA RADICATA

NEI SUOI ANTICHI VALORI CRISTIANI” E LA PREOCCUPAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II, ESPRESSA VENERDI’ SCORSO AL NUOVO AMBASCIATORE, PER LE NUOVE PROPOSTE

DI LEGGE SU ABORTO, MATRIMONI TRA OMOSESSUALI E INSEGNAMENTO FACOLTATIVO DELLA RELIGIONE CATTOLICA, UNO SGUARDO AL DIBATTITO INTERNO ALLA SPAGNA

- Intervista con Josto Maffeo -

 

         Il Papa ha espresso ieri l’auspicio che “la Spagna progredisca radicata nei suoi antichi valori cristiani”. L’occasione è stata la visita in Vaticano del premier Rodriguez Zapatero, la prima del nuovo capo di governo. Ma, aveva avuto già ampio risalto nei media il discorso che il Papa aveva rivolto al nuovo ambasciatore spagnolo venerdì scorso. Giovanni Paolo II, infatti, aveva espresso le sue preoccupazioni sulle nuove proposte di legge relative a aborto, matrimoni tra omosessuali e insegnamento facoltativo della religione cattolica. Su come viene vissuto in Spagna il dibattito su questi temi, Andrea Sarubbi ha intervistato Josto Maffeo, corrispondente a Madrid del quotidiano Il Messaggero:

 

**********

R. – La grande polemica che c’è stata è quella dell’eliminazione della religione come materia di studio che incide. Quindi, diventa un’opzione. sarà Storia delle religioni per chi la vorrà. Comunque, questo è un dibattito ancora aperto, perché in realtà si tratta di bloccare una legge che prevedeva la religione e vediamo che cosa accadrà dopo.

 

D. – C’è poi il problema delle unioni tra omosessuali: in Spagna si incomincia a parlare di ‘matrimonio’ ...

 

R. – Uno degli obiettivi del partito socialista al potere in questo momento è quello di giungere all’omologazione. Bisogna vedere fino a che punto. Non c’è una coerenza del partito socialista nelle dichiarazioni programmatiche, per esempio per quanto riguarda quello che si dice rispetto all’adozione. E questo è il punto forse più dibattuto.

 

D. – E rimane un problema storico, che è quello dell’aborto ...

 

R. – Chiaramente, ci sarà una legge. Però la legge significherà, ad un certo punto, eliminare quella che era forse l’ultima barriera. In realtà era di routine andare da uno psicologo che ti firmasse l’autorizzazione ad abortire. Probabilmente si eliminerà questo e significherà quasi aborto libero. Bisognerà vedere, a quel punto, il limite del tempo.

 

D. – Abbiamo detto: religione, famiglia, aborto. Secondo te, che cosa c’è dietro a tutto questo?

 

R. – Sono le tre teste di ponte di una linea che sembra essere quella di far sì che la Chiesa cattolica, con il tempo, diventi un ‘club’ come tanti altri, i cui soci rispetteranno le regole ma che avrà sempre meno incidenza sul divenire dello Stato. Questa, diciamo, è la filosofia generale che regna dietro a tutto questo.

 

D. – C’è stata, o c’è, una reazione della società spagnola, tradizionalmente cattolica, di fronte a queste minacce alla famiglia, alla vita, alla religione?

 

R. – In Spagna si accettano passivamente le decisioni, non c’è dibattito. Ecco, questo probabilmente è ciò che lascia perplessi di questa società. Viene definita molte volte ‘cattolica’, in realtà è soprattutto ‘routinaria’, cioè fa le cose per abitudine.

**********

 

 

“IL FUTURO CHE C’È – LA NUOVA SFIDA CONTRO I TUMORI DEL SANGUE”:

È IL TEMA SCELTO PER LA IX EDIZIONE DELLA SETTIMANA EUROPEA PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE-LINFOMI E MIELOSA

- Intervista con Franco Mandelli -

 

“Il futuro che c’è – La nuova sfida contro i tumori del sangue”: è il tema scelto per la IX edizione della Settimana europea promossa dall’Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma. Ail, in collaborazione con le principali associazioni europee e i centri italiani. Il proposito di quest’anno è innanzitutto quello di diffondere in modo più approfondito la conoscenza dei notevoli progressi compiuti negli ultimi anni nella diagnosi e nella cura dei tumori del sangue. Per questo ci sarà a disposizione un numero verde per parlare con esperti. Ascoltiamo l’intervista realizzata da Francesca Smacchia, con l’ematologo Franco Mandelli, presidente dell’Ail e, dunque, a capo della delegazione di specialisti attesi domani in Quirinale dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi:

 

**********

R. – La prevenzione si può fare evitando le tossicità, per esempio il fumo o altri tossici ambientali. E poi conta molto una diagnosi precoce e soprattutto una diagnosi corretta.

 

D. – Per quanto riguarda la campagna anti-fumo, ci sono Paesi in Europa in cui la lotta è molto severa ...

 

R. – Bè, anche in Italia il ministro Sirchia è stato veramente molto determinato in questa lotta. Io per esempio, come medico, dico ai miei malati che se fumano la terapia non può essere così efficaci perché le complicanze legate al fumo bloccano i trattamenti per malattie tumorali.

 

D. –    Quali progressi sono stati compiuti negli ultimi anni nella diagnosi e nella cura di questi tumori?

 

R. – Intanto, dal punto di vista terapeutico abbiamo un miglioramento di tutte le strategie che noi usavamo: si usano meglio i chemioterapici, meglio la radioterapia, le cellule staminali. Parla sia delle cellule dello stesso malato per fare un trapianto cosiddetto ‘autologo’, sia delle cellule di donatore parente o volontario, comprese le cellule staminali che sono contenute nel cordone ombelicale. In più, abbiamo i nuovi farmaci che colpiscono quasi esclusivamente le cellule tumorali.

 

D. – E’ reale pensare in futuro di fronteggiare queste malattie?

 

R. – Lo facciamo già ora. Ecco perché abbiamo scritto: “il futuro che c’è”. Rapidamente, avremo talmente tanti sviluppi nella diagnosi a livello molecolare, cromosomico ... le guarigioni aumenteranno, la maggioranza dei malati di quasi tutte le forme che noi curiamo potranno avere una cura validissima che li farà vivere a lungo ma anche – addirittura! – che li farà guarire.

**********

 

 

TRA LE INIZIATIVE PER I 700 ANNI DALLA NASCITA DI FRANCESCO PETRARCA,

UNA MOSTRA A PADOVA RIUNISCE 170 OPERE DEL GRANDE MAESTRO

DELLA LETTERATURA ITALIANA DI FINE TRECENTO,

TRA CUI IL FAMOSO MANOSCRITTO 3196

- Intervista con Giulio Ferroni -

 

Continuano le iniziative in occasione dei 700 anni dalla nascita, ad Arezzo, di Francesco Petrarca, grande maestro della letteratura italiana di fine Trecento. In particolare i Musei Civici agli Eremitani di Padova, dove il letterato soggiornò dal 1368 fino alla sua morte nel 1374, accolgono la mostra "Petrarca e il suo tempo”. L'esposizione, aperta al pubblico fino alla fine di luglio, riunisce circa 170 opere, tra cui splendidi codici miniati provenienti dalla Biblioteca Nazionale di Parigi ed il prezioso manoscritto 3196, probabilmente il più importante della lirica italiana, eccezionalmente concesso dalla Biblioteca Vaticana. Sulla figura dell’autore del Canzoniere ascoltiamo il servizio di Paolo Ondarza:

 

**********

(musica)

 

Spirito eletto del Trecento italiano, Francesco Petrarca aprì le porte in Europa a quella riscoperta, divulgazione ed esaltazione dei testi della latinità, che ridestò in tutto il continente l’amore per la lezione civile, etica ed estetica dell’antichità classica, precorrendo la straordinaria stagione dell’Umanesimo letterario.

 

Nasce ad Arezzo da ser Petracco ed Eletta Carnigiani. La famiglia si trasferisce ad Avignone e Francesco ha la possibilità di iniziare lo studio delle materie giuridiche nella vicina Università di Montpellier, per poi proseguire a Bologna. Nel capoluogo emiliano conosce Cino da Pistoia e da lui scopre l’amore per Cicerone e per la poesia e filologia classica sviluppato nel suo soggiorno a Padova. Dopo la morte del padre, Francesco è emotivamente toccato dall’entrata del fratello Gherardo, compagno di divertimenti mondani, nell’Ordine dei certosini. Sono anni densi di riflessione interiore su cui irrompe l’incontro, dentro la chiesa di santa Chiara, con la donna che sarebbe divenuta l’ispiratrice di tutte le sue liriche: Laura. E’ il Venerdì Santo del 1327:

 

Erano i capei d’oro a Laura sparsi,

che in mille dolci nodi l’avvolgea

e il vago lume oltra misura ardea

di quei begli occhi, ch’or ne son sì scarsi ...

 

(musica)

 

La natura inquieta dell’uomo, la curiosità mai sazia dell’intellettuale, la fervida passione politica del diplomatico, condussero il poeta a viaggiare e a frequentare le più raffinate corti europee. Entrò, sembra, come cappellano al servizio della famiglia Colonna. E’ il periodo degli esametri dell’Africa, dei componimenti allegorici del Bucolicum Carmen, delle biografie De viris illustribus, le Epistole metricae, i trionfi e le rime di carattere prettamente psicologico.

 

In vecchiaia prevalse in lui il desiderio di quiete e di raccoglimento che lo condusse alla tranquillità dei colli Euganei per ritrovare quel paesaggio dell’anima che gli permise di dedicarsi con serenità, fino alla morte, agli studi e alla poesia. Il Secretum raccoglie le più sincere confessioni e costituisce il momento culminante della crisi religiosa del poeta, a cavallo tra ascesi medievale e fiducioso ottimismo rinascimentale. Seguono i soliloqui del De vita solitaria, De otio religioso e De remedis utriusque fortunae. Il senso della vita, la felicità e l’esaltazione della solitudine come strumento di libertà ne sono i temi portanti. 

 

(musica)

 

Il conferimento dell’alloro poetico nel 1340 ha eternato il nome di Francesco Petrarca rendendolo vivo anche oggi a distanza di sette secoli. Sull’attualità dell’opera del poeta diamo ancora la parola a Giulio Ferroni, docente di Letteratura italiana all’Università La Sapienza di Roma:

 

“Viviamo in un tempo di frantumazioni infinite, di sperimentazioni linguistiche. Una grande poesia come questa può ricordarci ancora oggi l’essenzialità del valore di una dizione delle cose della vita e dell’esperienza che miri a qualche cosa di assoluto”.

 

E se la storia della letteratura pone Petrarca nell’ambito del Medioevo, un abisso generazionale lo separa dall’epoca di Dante e lo pone in colloquio con la successiva produzione letteraria confinata convenzionalmente nell’ambito del Rinascimento.

 

(musica)

**********                           =======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

22 giugno 2004

 

 

“QUARANTORE PER LA CHIESA CHE SOFFRE” E’ L’INIZIATIVA

PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE “AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE”.

PREVISTA UNA MARATONA DI PREGHIERA, CHE PARTE DA ROMA

MA CHE COINVOLGE ALTRE CITTA’ ITALIANE

 

ROMA. = “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs), l’opera di diritto pontificio fondata da padre Werenfried van Straaten nel 1947, ha promosso un’iniziativa che prenderà il via  giovedì 24 giugno alle 18.00, nella Basilica di Sant’Anastasia al Palatino a Roma. Una maratona di preghiera a sostegno della Chiesa che soffre, che si concluderà sabato 26 giugno alle 10.00 di mattina, dopo 40 ore. L’apertura è affidata alla celebrazione della Santa Messa con rito greco-cattolico mentre la chiusura è con rito copto-cattolico. Il coinvolgimento delle chiese di tutti i continenti rende particolare l’iniziativa che si articola attraverso cicli di tre ore, dedicati alle comunità religiose di ogni luogo, e che offre la lettura di brani tratti dalle Esortazioni post-sinoidali del Papa. In contemporanea, altre città italiane, dove è presente l’Acs, saranno organizzate ore di preghiera e riflessione, in particolare a Milano e Siracusa, in cui esistono centri locali, e a Firenze, Mestre e Portogruaro, dove sono presenti gruppi di volontariato. “Quarantore per la Chiesa che soffre” si inquadra nell’ambito dei seimila progetti che l’Acs promuove ogni anno, in 130 Paesi del mondo, raccogliendo fondi per sopperire alla mancanza di mezzi di alcune Chiese e per difendere il diritto alla libertà religiosa. (B.C.)

 

 

TOLLERANZA ZERO PER LA “SCHIAVITU’ DOMESTICA”, LA COSTRIZIONE

 DELLE DONNE ALLA PARI O DELLE MOGLI ACQUISTATE PER CORRISPONDENZA.

E’ QUANTO CHIEDE IL CONSIGLIO D’EUROPA, CHE OGGI A STRASBURGO

PRESENTA IL SUO RAPPORTO

 

STRASBURGO. = Un programma di interventi che tuteli i nuovi schiavi: prevalentemente donne, assunte come lavoratrici domestiche migranti, come persone alla pari o scelte come “mogli per corrispondenza”. Il Consiglio d’Europa, organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani, ha stilato un documento nel quale si chiede ai 45 Stati, membri del Consiglio, di intervenire in modo incisivo per stroncare il problema. Tolleranza zero verso chi sfrutta e abusa gli “schiavi dei nostri giorni” è la richiesta dell’organizzazione. Sono 150 anni che, in Europa, la schiavitù è stata abolita ma con l’apertura delle frontiere, il crollo del comunismo e l’impoverimento di molte popolazioni, sottoposte all’economia di mercato, il fenomeno della schiavitù domestica ha registrato una paurosa impennata. Con la prospettiva di una vita migliore e di un lavoro, migliaia di persone sono state ingannate, diventando vittime dei loro mariti e dei loro datori. Il Consiglio d’Europa presenta oggi un rapporto in cui sono previste raccomandazioni specifiche. In esso, si chiede la realizzazione di una “Convenzione sulla lotta alla tratta di esseri umani” e si incoraggiano gli Stati membri a combattere la schiavitù domestica, riconoscendola come reato. Altro punto è la revisione delle politiche in materia di immigrazione ed espulsione, per garantire alle vittime permessi di soggiorno temporanei e la possibilità di denunciare chi ha commesso abusi. Infine, si auspica la creazione di una rete di sostegno, stanziando fondi a favore delle organizzazioni non governative che operano nel settore. A margine del documento, si chiede anche l’elaborazione di una Carta dei diritti dei lavoratori domestici, nella quale sia riconosciuto il lavoro domestico presso case private come lavoro effettivo; un contratto di lavoro applicabile per legge; l’assicurazione sanitaria; il riconoscimento di uno status di immigrazione indipendente da qualsiasi datore di lavoro e per ultimo la possibilità di inserire il fenomeno delle “mogli per corrispondenza” all’interno della bozza di “Convenzione per la lotta contro gli esseri umani”. (B.C.)

 

 

NOMINATO IL RAPPRESENTANTE SPECIALE DI KOFI ANNAN IN SUDAN.

SI TRATTA DI JAN PRONK, GIA’ MINISTRO DELLO SVILUPPO,

DELLA COOPERAZIONE E DELLE POLITICHE AMBIENTALI DEI PAESI BASSI

 

KHARTOUM. = L’ex-ministro olandese, Jan Pronk, sarà il rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, in Sudan. L’ultima parola, comunque, spetta al Consiglio di sicurezza, che dovrà ora esprimere il proprio parere formale. Fonti Onu riferiscono che Pronk avrà l’incarico di coordinare la missione di assistenza al processo di pace che il Consiglio di sicurezza dovrebbe inviare nelle prossime settimane in Sudan. Il 26 maggio scorso, il governo di Khartoum e l’Esercito di liberazione popolare del Sudan (Spla) hanno sottoscritto un accordo che spiana la strada a un’intesa globale e definitiva per porre fine al conflitto interno, che dal 1983 ha causato oltre due milioni di vittime e un numero imprecisato di sfollati. Il nuovo delegato di Annan è stato nei Paesi Bassi ministro dello Sviluppo, della Cooperazione e delle Politiche Ambientali; ha poi rappresentato il segretario generale dell’Onu al vertice di Johannesburg per lo sviluppo sostenibile (2002). Per le Nazioni Unite ha presieduto le Conferenze sui cambiamenti climatici dell’Aja (2002) e di Bonn (2001). Il Sudan è da oltre un anno teatro di una nuova guerra nella regione occidentale del Darfur, dove secondo l’Onu è in atto la più grave crisi umanitaria del pianeta, con un milione tra sfollati e rifugiati. (B.C.)

 

 

RIATTIVATA LA SANITA’ PUBBLICA GRATUITA IN KENYA. IL PIANO PROMOSSO

DAL MINISTERO DELLA SALUTE INTENDE OFFRIRE ASSISTENZA AD OLTRE

TRENTA MILIONI DI PERSONE, CHE VIVONO CON MENO DI UN DOLLARO AL GIORNO

 

NAIROBI. = Solo un ticket di registrazione per ogni visita, pari a 0,15 centesimi di euro, e tutti i kenyani con un reddito basso potranno usufruire delle strutture sanitarie disseminate nel Paese. Il servizio sarà attivo a partire dal 1° luglio. Secondo il ministro della sanità, Charity Ngilu, il piano garantisce l’accesso ai servizi ai trenta milioni di abitanti che vivono con meno di un dollaro al giorno. Tra questi, è stimato che nove milioni di persone non possono affrontare le spese relative a cure primarie. Dal pagamento simbolico del ticket, saranno esentati i bambini sotto i cinque anni di età. Con questo provvedimento, il governo ha riattivato la sanità pubblica gratuita sospesa negli anni ‘90. L’iniziativa però non coinvolge i principali ospedali dato che i servizi medici in queste strutture rimarranno  a pagamento. (B.C.)

 

 

IN CINA SCATTA L’ALLARME PER LE “MAREE ROSSE” E LA DESERTIFICAZIONE.

DECISO IL PIANO DI TUTELA DEGLI ABITANTI

DI SEI DISTRETTI ALLA PERIFERIA DI PECHINO

 

PECHINO. = Il Mar di Bohai, vicino Pechino, è a rischio inquinamento. Sono comparse, in questi giorni, due ampie macchie di circa 5mila metri quadrati che mettono in pericolo la pesca. Le “macchie rosse” sono alghe molto fitte che si riproducono in modo rapido. La loro formazione è conseguenza dell’inquinamento urbano, vera piaga per il governo cinese. La loro presenza rende l’acqua priva di ossigeno e favorisce la produzione di tossine. Il fenomeno può avere conseguenze irreparabili sull’ambiente marino e sull’economia di quella zona, paralizzando di fatto la pesca. Le amministrazioni locali si sono impegnate a controllare le macchie, assicurando di rilevare il livello di tossicità nelle acque. L’Accademia cinese per la ricerca delle scienze ambientali ha puntato l’indice contro le politiche del governo in materia di ambiente ed ha chiesto interventi risolutivi ed immediati. L’altro fenomeno che preoccupa gli studiosi è la desertificazione del paesaggio. Il 18,2% del Paese è considerato desertico, una percentuale in forte crescita rispetto agli ultimi anni. Il Corpo Forestale ha reso noto che più di 730 ettari sono stati convertiti in foreste negli ultimi 4 anni per controllare così le frequenti tempeste di sabbia. Il governo di Pechino ha disposto, inoltre, come misura cautelativa, il trasferimento in zone più sicure per gli abitanti di sei distretti della periferia della capitale. C’è da sottolineare che anche il dato sugli sfollati è in crescita. Si stima sia arrivato a 2 mila persone. (B.C.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

22 giugno 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco e Roberta Moretti -

 

 “Il fronte della guerra si è allargato a tutto il Caucaso e a tutta la Russia”: questo il proclama dei ribelli ceceni che questa notte hanno ingaggiato scontri con le forze governative nelle Repubbliche autonome russe dell’Inguscezia e del Daghestan. I combattimenti più gravi sono avvenuti nell’Inguscezia dove sono rimaste uccise almeno 48 persone, fra le quali il ministro dell’Interno Abukar Kostoev ed il capo della polizia, Ziautin Katiev. Per Mosca, dietro gli attacchi ci sarebbero il presidente indipendentista ceceno, Aslan Maskhadov, ed il comandante della guerriglia, Shamil Basayev. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato inoltre che i responsabili degli attacchi devono essere eliminati. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

**********

Gruppi di guerriglieri hanno attaccato con un’operazione coordinata posti di polizia delle truppe di frontiera a Nazran e nel villaggio di Karaboulak. A Nazran i guerriglieri hanno preso d’assalto anche il ministero degli Interni ed alcuni depositi di armi. Gli scontri sono stati molto intensi – ha dichiarato il presidente inguscio, Ziazikov – e sono durati circa 4 ore. Successivamente, alle prime luci dell’alba, i guerriglieri si sono ritirati inseguiti dalle forze di polizia. Il bilancio degli scontri è pesante: hanno perso la vita il ministro degli Interni inguscio ed il procuratore generale della Repubblica. Combattimenti nella notte hanno avuto luogo anche in Daghestan: sono segnalate sparatorie sia nella capitale Makhtchkala, che alla frontiera orientale. Il ministro degli Interni russo, Sergei Ivanov, ha detto che le due Repubbliche hanno sufficienti uomini e mezzi per risolvere la situazione.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

**********

 

Ma quali obiettivi si pone la guerriglia separatista della Cecenia con questa nuova serie di attacchi nelle repubbliche caucasiche confinanti? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al vicedirettore di Famiglia Cristiana, Fulvio Scaglione, esperto dell’area ex sovietica:

 

**********

R. - Credo che la guerriglia cecena voglia dimostrare alla Russia, al Cremlino e al mondo di essere ancora viva e di poter infliggere dei colpi molto violenti. Naturalmente sono colpi che non incrinano la stabilità complessiva della Federazione Russa ma dimostrano che il problema ceceno è ancora aperto e che la via prevalentemente militare non è la soluzione alla questione.

 

D. – Perché secondo te non si riesce a portare la crisi cecena sulla strada del dialogo e del negoziato?

 

R. – Direi per due ragioni. La prima è che è stato fatto un gravissimo errore nel 1994, quando per un problema territoriale e politico, cioè l’indipendenza della Repubblica autonoma cecena, si pensò di poter risolvere quell’aspirazione con il semplice ricorso alle armi. In secondo luogo, credo che Putin abbia abbastanza clamorosamente mancato di quella flessibilità che poteva aiutarlo forse più della rigidità militare.

 

D. – La situazione che si è creata nel Caucaso sembra non preoccupi affatto la comunità internazionale…

 

R. – La comunità internazionale sta facendo con la Cecenia un grave errore, perché queste crisi abbandonate vengono rapidamente ‘adottate’ da altre organizzazioni dell’estremismo islamico, rendendole ancor più pericolose.

**********

 

In Iraq ore di angoscia per la sorte del sudcoreano in mano a militanti islamici che hanno minacciato di decapitare l’ostaggio se la Corea del Sud non bloccherà l’invio delle proprie truppe nel Paese arabo. Il nostro servizio.

 

**********

L’ultimatum dei guerriglieri è stato prorogato, l’ostaggio sudcoreano Kim Sun il è ancora vivo e la Corea del Sud ha chiesto ai sequestratori di continuare a negoziare. E’ quanto riferisce l’agenzia di stampa del Paese asiatico, Yonhap, aggiungendo che un mediatore ha incontrato i rapitori e li ha esortati a  concedere altro tempo. Religiosi impegnati nelle trattative per il rilascio hanno inoltre affermato di aver visto oggi Kim Sun il. Sul terreno, intanto, un militare americano è rimasto ucciso ed altri sei feriti per un attacco avvenuto questa mattina a nord di Baghdad. Ed un altro grave episodio di violenza si è verificato la scorsa notte quando sono stati sgozzati nella loro casa la preside della facoltà di legge dell’università di Mossul e suo marito. Sul fronte dei processi per le torture ai prigionieri iracheni nel carcere di Abu Grahib, dal quale oggi sono stati rilasciati altri 120 detenuti, si attendono le testimonianze dei generali americani al comando delle forze in Iraq. E’ stata rinviata l’udienza preliminare davanti alla giustizia militare di Lynndie England, la riservista statunitense presente in molte agghiaccianti fotografie. Una possibile svolta, intanto, potrebbe riguardare le indagini sui combattimenti avvenuti a Nassiriya il 15 e 16 maggio scorsi, durante i quali ha perso la vita il lagunare italiano, Matteo Vanzan. Sarebbero, infatti, stati identificati alcuni dei miliziani che hanno avuto un ruolo di primo piano nell’organizzazione dell’attacco alla base Libeccio.

**********

 

Il gruppo indipendente americano “Carnegie Endowment for International Peace” ha organizzato a Washington una conferenza incentrata sui rischi della proliferazione nucleare. I lavori si concludono oggi. Sentiamo Elena Molinari:

 

**********

Fra i nomi delle personalità, invitate a discutere il rapporto, spiccano quelli di Mohamed el Baradei, capo dell’Aiea, e Hans Blix, ispettore dell’Onu, che cercarono invano gli arsenali di Saddam prima della guerra in Iraq. Ma anche il dipartimento di Stato americano ha mandato un rappresentante che oggi stesso confuterà le teorie emerse dallo studio. La guerra al terrorismo, secondo il gruppo, non ha infatti fermato il mercato clandestino di materiale atomico e né, tanto meno, fermato i cosiddetti Paesi canaglia dalla corsa all’acquisizione di una bomba atomica. Il gruppo consiglia, dunque, agli Stati Uniti di aumentare il dialogo, piuttosto che le ostilità con Iran e Corea del Nord e di essere più fermi con India, Pakistan ed Israele, quando questi provano nuove armi. Il “Carnegie Endowment for International Peace” suggerisce a Bush di non investire in arsenali atomici.

 

Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.

**********

 

Il segretario di Stato americano, Colin Powell, ed il direttore dell’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Mohammed El Baradei, hanno chiesto all’Iran di rispettare le ultime risoluzioni dell’Agenzia dell’Onu e di fare luce sulle proprie attività nucleari.

 

Per l’Unione Europea ed il Giappone è arrivato il tempo di abbandonare vecchie posizioni difensive per sfruttare sinergie e forze in comune in settori nuovi, tutti da sondare, come la ricerca e lo sviluppo. E’ questo il messaggio che il presidente della Commissione, Romano Prodi, ha portato a nome dell’Ue nel Paese del Sol Levante dove oggi prende il via il vertice tra Unione e Giappone.

 

Saranno processati otto militari britannici arrestati ieri in Iran al confine con l’Iraq, mentre si trovavano a bordo di tre imbarcazioni sul fiume Shatt al Arab.  Lo riferiscono fonti della marina militare di Teheran, senza tuttavia precisare quando e dove si svolgerà il processo. Il ministro degli Esteri del Regno Unito, Jack Straw, ha parlato questa mattina con il suo omologo iraniano, Kamal Kharrazi, per chiedere delucidazioni sull’arresto dei militari.

 

Per Marc Dutroux, il pedofilo belga di Martinelle è stato richiesto l’ergastolo dal pubblico ministero al processo in corso ad Arlon, nel sud del Belgio. Giovedì scorso l’ex elettricista è stato ritenuto colpevole dalla giuria popolare di aver sequestrato e violentato sei ragazzine, di cui solo due sopravvissute alla prigionia nel seminterrato della sua abitazione. La sentenza è attesa per domani.

 

Sarebbero almeno 11 i morti e una ventina i feriti degli scontri scoppiati ieri tra fazioni ribelli avversarie a Bouakè, circa 350 chilometri a nord di Abidjan, capitale commerciale della Costa d’Avorio. Sul fronte politico, il presidente Laurent Gbagbo si è comunque detto ottimista per la soluzione della crisi politica, militare e istituzionale che dal settembre del 2002 attanaglia il Paese.

 

=======ooo=======