RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 167 - Testo della trasmissione di martedì 15 giugno 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Chiesa chieda perdono per i peccati commessi nella storia ma prima ricerchi la verità dei fatti: così il Papa nel messaggio per la presentazione, oggi, del volume sull’inquisizione, curato dalla Commissione storico-teologica del Comitato per il Grande Giubileo dell’anno 2000

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Settimana significativa per l’Europa: dopo il voto segnato dall’astensionismo e da una rimonta degli euroscettici, i Paesi membri si dicono più determinati ad approvare la costituzione: le riflessioni di mons. Aldo Giordano e di Enrico Singer

 

Un “Piano Marshall” per i Paesi in via di sviluppo: è la proposta del presidente brasiliano Lula all’11.ma sessione della Conferenza Onu per il commercio e lo sviluppo in corso a San Paolo: ai nostri microfoni Roberto Da Rin

 

Festa per il monastero di Santa Maria Regina Coeli a Roma: si celebrano i 350 anni dalla fondazione: intervista con la Priora, suor Teresa Margherita del Sacro Cuore

 

Al primo giorno del festival di Taormina, ieri, due opere prime che denunciano drammi contemporanei: il calvario dei profughi e il sequestro di esseri umani a fini politici

 

CHIESA E SOCIETA’:

Allarme dell’Onu per alluvioni e inondazioni che minacciano nell’intero pianeta un miliardo di persone. Gli esperti invitano  i governi a prevenire il grave fenomeno che rischia di aumentare

con i mutamenti climatici e la pressione demografica

 

L’Istituto Superiore di Catechesi argentina annuncia per il prossimo 9 agosto un convegno per discutere sull’utilizzo di internet come strumento di catechesi

 

In Iran scuola vietata, nel prossimo anno scolastico, per decine di migliaia di piccoli profughi afghani, per indurre i loro genitori a lasciare il Paese, che li ha accolti dai tempi dell’invasione sovietica fino alla caduta del regime dei taleban

 

Barcellona, Malaga, Siviglia, Lione, Marsiglia e Genova coinvolte in un progetto europeo per promuovere la cultura quale fattore di crescita socio-economica

 

Si svolgeranno oggi pomeriggio, a Bologna, i funerali di padre Michele Casali

 

Pubblicati sul sito internet della Santa Sede i documenti del Concilio Vaticano II in lingua shawili: un aiuto per le missioni nell’Africa Orientale

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq sequestrati altri due cittadini libanesi. Intanto si annuncia che Saddam Hussein potrebbe essere processato in autunno

 

Cresce l’attesa in Israele per l’imminente decisione del procuratore di Stato sul caso di sospetta corruzione che vede coinvolto anche il premier Sharon

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 giugno 2004

 

LA CHIESA CHIEDA PERDONO PER I PECCATI COMMESSI

NELLA STORIA MA PRIMA RICERCHI LA VERITA’ DEI FATTI:

COSI’ IL PAPA NEL MESSAGGIO PER LA PUBBLICAZIONE ODIERNA

 DEL VOLUME SULL’INQUISIZIONE,

CURATO DALLA COMMISSIONE STORICO-TEOLOGICA

DEL COMITATO PER IL GRANDE GIUBILEO DELL’ANNO 2000

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

La Chiesa “si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli” che, nell’arco della storia, “si sono allontanati dallo spirito di Cristo e del suo Vangelo”: è quanto scrive Giovanni Paolo II nel messaggio per l’odierna pubblicazione del volume che raccoglie gli Atti del Simposio internazionale sull’Inqui-sizione, organizzato in Vaticano nell’ottobre del 1998. Opera curata dalla Commissione teologico-storica del Comitato Centrale del Grande Giubileo. Il Papa ribadisce, inoltre, la necessità di una costante ricerca storica della verità dei fatti.

 

Alla presentazione di stamani in Sala Stampa vaticana, sono intervenuti il cardinale Roger Etchegaray, già presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000, il  cardinale Jean-Louis Tauran, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, il cardinale Georges Cottier, Pro-Teologo della Casa Pontificia e il prof. Agostino Borromeo, curatore del volume. Il lavoro, presentato oggi, risponde ad un desiderio espresso da Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Tertio Millennio adveniente. Il servizio di Alessandro Gisotti.

 

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Nell’imitazione del proprio Signore, mite e umile di cuore - avverte Giovanni Paolo II - la Chiesa deve chiedere “perdono per gli errori commessi nel servizio alla verità attraverso il ricorso a metodi non evangelici”. Ricorda, così, come il 12 marzo del 2000, nella Giornata del Perdono, abbia rivolto a Dio una preghiera che “contiene i motivi di una richiesta di perdono, che vale sia per i drammi legati all’Inquisizione come per le ferite della memoria che ne sono la conseguenza”. E sottolinea che il volume degli Atti del Simposio “s’inscrive nello spirito di questa richiesta di perdono”. D’altro canto, rileva come “l’insostituibile contributo degli storici contiene, per i teologi, un invito a riflettere sulle condizioni di vita del Popolo di Dio nel suo cammino storico”. Nell’opinione pubblica - afferma ancora il Papa - l’immagine dell’Inquisizione rappresenta quasi il simbolo di antitestimonianza di una vita ispirata ai valori della fede. Prima di chiedere perdono – ribadisce - è allora “necessario avere una conoscenza esatta dei fatti e collocare le mancanze rispetto alle esigenze evangeliche là dove esse effettivamente si trovano”.

 

Spiega poi che la distinzione che deve guidare la riflessione critica dei teologi è “tra l’autentico sensus fidei e la mentalità dominante in una determinata epoca, che può aver pesato sulla loro opinione”. Tale discernimento è possibile - avverte il Papa - “proprio perché col progresso del tempo la Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, percepisce con una coscienza sempre più viva quali siano le esigenze della sua conformità” a Cristo. Lo spirito di pentimento comporta, quindi, “il fermo proposito di ricercare in futuro le vie della testimonianza evangelica da rendere alla verità”.

 

Nella conferenza stampa di stamani, il cardinale Etchegaray ha ricordato come il Papa nella Tertio millennio adveniente definisca l’Inquisizione come un “capitolo doloroso sul quale i Figli della Chiesa non possono non tornare con animo aperto al pentimento”. Ha così sottolineato come da Giovanni Paolo II giunga un costante invito alla ricerca della verità. Quindi, ha spiegato il significato del volume sull’Inquisizione, presentato oggi:

 

“Viene, così, reso omaggio ad una verità storica alla quale la Chiesa non teme di sottomettere il suo stesso passato”.

 

Dal canto suo, il cardinale Cottier ha affermato che la Chiesa “non si stanca di fare penitenza: essa riconosce sempre come propri, davanti a Dio e davanti agli uomini, i figli peccatori”. E’ tuttavia “opportuno chiedersi ciò che costituisce un vero scandalo e dove si trova”. Il campo d’indagine è allora vasto - ha proseguito il porporato - e rientra nel quadro di ciò che “il Santo Padre ha chiamato la Purificazione della memoria, perché la memoria storica, cioè l’immagine che ci facciamo del passato, non è esente da deformazioni e pregiudizi”. Parole corredate da un avvertimento:

 

“Una domanda di perdono non può riguardare, va da sé, che fatti veri e obbiettivamente riconosciuti. Non si chiede perdono per alcune immagini diffuse all’opinione pubblica, che hanno più del mito che della realtà”.

 

Il cardinale Tauran ha messo l’accento sul contributo della Biblioteca vaticana nella realizzazione di questo volume. Quindi, il curatore del lavoro storiografico, il prof. Borromeo, ha evidenziato come gli atti del Simposio sono destinati a rappresentare un punto di riferimento per gli studi sull’Inquisizione. Innanzitutto, per il rigore scientifico delle relazioni, “scevre da qualsiasi cedimento alla polemica o all’apologia” caratteristica di “buona parte della storiografia meno recente”. Inoltre, la ricchezza dei dati forniti, ha “consentito di rivedere alcuni luoghi comuni assai diffusi tra i non specialisti”, come “il ricorso alla tortura e la condanna alla pena di morte”, che “non furono così frequenti come si è per molto tempo creduto”. Borromeo ha citato, in particolare, il caso della Spagna, dove su 125 mila processi dell’Inquisizione, l’1 per cento si concluse con una condanna a morte.

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UDIENZE E NOMINE

 

 

Giovanni Paolo II ha incontrato questa mattina  Mons. François Bacqué, arcivescovo titolare di Gradisca, nunzio apostolico nei Paesi Bassi, e alcuni vescovi della Conferenza episcopale della Colombia, in visita "ad Limina Apostolorum".

 

Il Santo Padre, inoltre, ha nominato arcivescovo metropolita di Tarragona, in Spagna, il reverendo Jaume Pujol Balcells, finora professore di Teologia e direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Facoltà di Teologia dell’Università di Navarra, e ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Barcelona  presentata dal cardinale Ricardo María Carles Gordó, nonchè la rinuncia all’ufficio di ausiliare della stessa diocesi presentata da monsignor Pere Tena Garriga.

 

Per quanto riguarda, invece, il Brasile, il Papa, avendo accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Mossoró, in Brasile, presentata da mons. José Freire de Oliveira Neto, ha nominato al suo posto mons. Mariano Manzana, del clero di Trento (Italia), per molti anni sacerdote fidei donum in Brasile. Avendo accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Santo Ângelo  presentata da monsignor Estanislau Amadeu Kreutz, ha nominato al suo posto monsignor José Clemente Weber, finora vescovo titolare di Gummi di Bizacena e ausiliare di Porto Alegre. E avendo accolto la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Tubarão presentata da monsignor Hilário Moser, ha nominato al suo posto monsignor Jacinto Bergmann, finora vescovo titolare di Ausuccura e ausiliare di Pelotas.

 

Infine, il Papa ha accettato la rinuncia all'ufficio di ausiliare della diocesi di Piura, in Perú, presentata da monsignor Augusto Beauzeville Ferro, in conformità ai canoni 411 e 401 del Codice di Diritto Canonico.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Iraq, dove persistono sanguinose violenze. Corte marziale per quattro soldati britannici accusati di abusi su detenuti iracheni.

 

Nelle vaticane, il messaggio di Giovanni Paolo II al cardinale Roger Etchegaray, in occasione della presentazione degli Atti del Simposio internazionale sull'Inquisizione: "Lo spirito di pentimento comporta il fermo proposito di ricercare in futuro le vie della testimonianza evangelica da rendere alla verità". 

 

Nelle estere, per la rubrica dell'"Atlante geopolitico" un articolo di Giuseppe Petrone dal titolo "Russia: il dramma dei profughi ceceni".

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Pelliccioni nel centenario della morte del grande esploratore Henry Morton Stanley.

Per l'"Osservatore libri" un approfondito contributo di Danilo Veneruso in merito al volume di Nicla Buonasorte dal titolo "Tra Roma e Lefebvre. Il tradizionalismo cattolico italiano e il Concilio Vaticano II".

 

Nelle pagine italiane, in rilievo le elezioni amministrative.

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

15 giugno 2004

 

 

SETTIMANA SIGNIFICATIVA PER L’EUROPA: DOPO IL VOTO DEI GIORNI SCORSI,

SEGNATO DALL’ASTENSIONISMO E DA UNA RIMONTA DEGLI EUROSCETTICI,

I PAESI MEMBRI SI DICONO PIU’ DETERMINATI AD APPROVARE LA COSTITUZIONE

NEL CONSIGLIO DI GIOVEDI’ E VENERDI’ PROSSIMI, A BRUXELLES

-Interviste con mons. Aldo Giordano ed Enrico Singer -

 

Una settimana molto significativa per l’Europa. Dopo il voto dei giorni scorsi per il rinnovo del Parlamento, infatti.,giovedì e venerdì prossimo si terrà a Bruxelles il Consiglio durante il quale si dovrebbe trovare l’accordo sul Trattato Costituzionale. Proprio in virtù della delusione espressa per la scarsa affluenza alle urne soprattutto nei nuovi Paesi che sono entrati solo il 1 maggio scorso, i ministri degli esteri, riuniti ieri a Lussemburgo, si sono detti anche  più determinati ad approvare la carta costituzionale che darebbe incisività politica all’Unione. Oltre all’astensionismo, il voto ha segnato anche la disfatta in molti Paesi dei partiti al governo e la rimonta di formazioni di euroscettici. Come guardare, dunque, al futuro dell’Unione europea? Giada Aquilino l’ha chiesto a mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee:

 

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R. – Lo scacco dei governi forse è un segnale che in Europa c’è una mancanza di leader, riconosciuti dai popoli come riferimento. E dall’altra, sembra che le popolazioni europee presentino ai propri governi il conto del fatto che i governi non sembrino aver mantenuto la promessa di benessere economico, che hanno fatto durante le campagne elettorali. Allora si tratterebbe di recuperare una politica che invece sia capace di servire tutta la rete del vivere degli uomini. In quanto allo scetticismo sull’Europa, alle spalle ci sono timori economici. Soprattutto i nostri amici dell’est hanno rivelato che in fondo manca ancora una grande informazione e c’è anche una certa sfiducia su una realtà che appare piuttosto burocratica, che in qualche maniera sembra voler imporre all’est quasi una tradizione occidentale, dei valori o disvalori occidentali.

 

D. – Nel nuovo Parlamento europeo come verranno rappresentati i valori cristiani?

 

R. – Se parliamo di valori come dignità della persona, come libertà, come democrazia, come diritti umani, credo che questi termini noi li troviamo nel Trattato. Il problema riguarda i valori. A mio parere si cerca di dare un fondamento a questi valori. Allora anche i partiti che si ispirano di più al cristianesimo dovrebbero adesso fare un lungo lavoro per ridare contenuto a questi valori. Oggi in Europa, nel nome della dignità umana, si lotta contro l’aborto e per l’aborto, contro l’eutanasia e per l’eutanasia. Quindi la grande fatica è quella di illuminare di nuovo questi valori.

 

D. – E come è possibile farlo?

 

R. – Si tratterebbe di volare più in alto. La disattenzione che il voto ha espresso per l’Europa dice anche che il tentativo di fare un’Europa solo su compromessi, in fondo non affascina gli europei.

 

D. –Perché manca il consenso sul riferimento ai valori cristiani nella Costituzione?

 

R. – Perché oggi non c’è una comprensione di cosa sia il cristianesimo. Ma se si andasse sul contenuto del cristianesimo, se si andasse sul contenuto del cristianesimo, se ci si interrogasse su quali sono le domande che l’Europa ha e cosa il cristianesimo ha da dare per il vivere, per il mettere insieme le grandi diversità europee, per la domanda di senso di vita che c’è in Europa, il cristianesimo apparirebbe interessante.

 

D. – Cosa dà il cristianesimo all’Europa?

 

R. – Soprattutto va a toccare il segreto per creare famiglia.

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In particolare, ora che si conoscono i nuovi eletti che rappresenteranno i diversi Paesi al Parlamento europeo, si discute degli equilibri tra schieramenti. Il Ppe, partito popolare, rappresenta sempre la maggioranza seguito dal partito dei Socialisti europei ma un nuovo schieramento si annuncia come cosiddetto “terzo polo”. Su iniziativa del partito francese, Unione Democratica, che vorrebbe coinvolgere nel progetto i centristi italiani dell’Ulivo e alcuni partiti minori di altri Paesi, potrebbe nascere, infatti, un nuovo gruppo parlamentare di centro, differente dai Popolari e dai liberali. Sulla possibilità di realizzare questa ipotesi, Giancarlo La Vella ha raccolto il parere di Enrico Singer, corrispondente a Bruxelles del quotidiano La Stampa:

 

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R. – Un gruppo di centro al Parlamento europeo già esiste ed è il gruppo cosiddetto l’Europa dei liberali, democratici e riformatori. Questo gruppo, quindi, raddoppierebbe il centro e sarebbe un gruppo di circa 30 deputati che si sommerebbe ai quasi 60 dell’altro gruppo centrista, Ldr; però, i due gruppi manterrebbero la loro autonomia.

 

D. – Politicamente, come potrebbe collocarsi questo nuovo gruppo, se riuscirà a realizzarlo?

 

R. – Si collocherebbe tra il partito popolare, che viene accusato da queste forze centriste di essersi troppo spostato verso l’ala dei conservatori, e quindi a sinistra del partito popolare ma a destra del partito socialista europeo. Il problema poi sarà capire quale forza avrà questo centro rafforzato ed eventualmente federato, che probabilmente si chiamerà ‘democratici’ o ‘riformatori’,  e l’attuale gruppo liberale. Se questi federati riuscissero ad avvicinarsi ai cento voti, allora potrebbero, alleandosi per esempio con i socialisti, avere loro la maggioranza in Parlamento.

 

D. – Diventerebbe un centro in posizione di maggior dialogo con i socialisti, rispetto all’altro centro?

 

R. – Questo centro è già nato da un rifiuto dell’attuale partito popolare dove, appunto, c’è Forza Italia, per esempio, che per i popolari di Prodi è uno degli avversari principali. Quindi, facendo un’analisi politica è evidente che questo nuovo centro che nascerà guarderà più a sinistra.

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UN “PIANO MARSHALL” PER I PAESI IN VIA DI SVILUPPO: E’ LA PROPOSTA

 DEL PRESIDENTE BRASILIANO ALLA 11ESIMA SESSIONE DELLA CONFERENZA ONU

PER IL COMMERCIO E LO SVILUPPO IN CORSO A SAN PAOLO

- Intervista con Roberto Da Rin -

 

Un nuovo piano Marshall, per aiutare i Paesi in via di sviluppo. È la proposta del presidente brasiliano Lula da Silva, intervenuto ieri alla 11.ma sessione dell’Unctad, la Conferenza dell’Onu per il commercio e lo sviluppo, in corso a San Paolo fino a venerdì prossimo. Seimila i partecipanti, da 129 nazioni. Il servizio di Andrea Sarubbi:

 

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“Siamo come nel secondo dopoguerra: tante nazioni hanno bisogno di aiuto, per evitare il tracollo. Invece, si continua a chiedere loro sacrifici che non sono in grado di sostenere”. È il presidente brasiliano a lanciare l’allarme, dando per primo l’esempio: con i governi di India e Sudafrica, annuncia la creazione di un fondo per aiutare gli altri Paesi poveri a sconfiggere la miseria. Ma chiede agli Stati più ricchi di fare lo stesso, ripetendo che “l’eliminazione della fame, la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile sono un imperativo, se vogliamo pace e rispetto dei diritti umani”. “Un sogno – gli fa eco il premier thailandese, Thaksin Shinawatra, che ospitò l’incontro dell’Unctad nel 2000 – che si è allontanato negli ultimi quattro anni: l’11 settembre, la crisi irachena, il fallimento di Cancun hanno frenato l’ottimismo soprattutto tra i più poveri”. Eppure, afferma il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, “al mondo non mancano gli strumenti per migliorare gli standard di vita dell’umanità: manca solo la coerenza politica, spesso sacrificata per gli interessi economici”. Lula insiste: “Avremo un potenziale immenso di vantaggi, se prevarrà lo spirito solidale”. Eliminare le barriere doganali e favorire l’interscambio tra i Paesi del sud del mondo potrebbe essere un primo passo.

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Nei lavori è emersa la difficoltà, per l’Onu, di raggiungere un obiettivo fissato da tempo: il dimezzamento della povertà entro il 2015. A Roberto Da Rin, del Sole 24 ore, Andrea Sarubbi ha chiesto quanto stia influendo sull’economia dei Paesi in via di sviluppo il fallimento del multilateralismo, sancito a Cancun:

 

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R. – Certamente il fallimento del Vertice di Cancun un anno fa ha prodotto una spaccatura importante, ha prodotto il sorgere di nuovi equilibri. Quindi, questo ha aperto la strada a nuovi accordi sulla scena internazionale che prima non c’erano. Non a caso il Brasile si sta paradossalmente affrancando da accordi con altri Paesi Latino Americani per guardare ad accordi che verrebbero siglati con altri Paesi importanti: la Cina, il Sudafrica, l’India e la Russia.

 

D. – Secondo Lula, il presidente del Brasile, siamo come eravamo alla fine della seconda guerra mondiale. Ci sono cioè alcuni Paesi sull’orlo del tracollo e tracolleranno davvero se non arriverà subito un nuovo Piano Marshall. Lei come giudica questa proposta?

 

R. – L’idea del Piano Marshall rilanciata da Lula è buona, anche se forse viziata da una ricerca di consensi interni in un momento di difficoltà dello stesso Lula. Il passo successivo, se è vera la possibilità di realizzare questo piano, è molto più difficile da valutare e soprattutto da portare a termine. E questo perché ai tempi del Piano Marshall c’erano anzitutto alleanze politiche ben definite sullo scenario internazionale. Oggi non è così: da due anni gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono sempre più lontane a causa delle differenze di vedute in termine di politica internazionale, come guerra in Iraq o non guerra. In secondo luogo ci sono oggi altri organismi internazionali che attraversano una crisi pesante. Si pensi all’Onu che ha attraversato ora un momento di rivisitazione del suo ruolo e dei suoi compiti e tutto ciò è naturalmente ancora in corso.

 

D. – A questo proposito Annan ha detto “noi avremmo anche i mezzi ma quello che ci manca è la coerenza politica”…

 

R. – Certo, bisogna capire chi lo sostiene, chi lo paga e in che termini viene attuato il piano. Tutto questo può essere raggiunto dopo un riequilibrio ed una ridefinizione delle posizioni politiche in campo internazionale. E’ incontestabile quello che dice Kofi Annan.

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FESTA PER IL MONASTERO DI SANTA MARIA REGINA COELI A ROMA.

SI CELEBRANO QUEST’ANNO I 350 ANNI DALLA FONDAZIONE,

UNA LUNGA STORIA FATTA DI GIOIE E DI DOLORI

- Intervista con suor Teresa Margherita del Sacro Cuore -

 

Un’intensa vita contemplativa, intessuta dalla preghiera, dal lavoro e dalla vita fraterna. Trascorrono così le giornate al monastero di Santa Maria Regina Coeli a Roma, che precisamente il 14 maggio scorso ha festeggiato i 350 anni dalla fondazione. Nato per un voto fatto alla Madonna da Anna Colonna Barberini, il monastero è affidato alla guida delle Carmelitane Scalze. Sul gioioso anniversario, Giovanni Peduto ha raccolto la riflessione della priora suor Teresa Margherita del Sacro Cuore.

 

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R. - Il monastero di Santa Maria Regina Cieli è nato per un voto fatto da donna Anna Colonna Barberini che, trovandosi in grave pericolo di vita nel dare alla luce il primo figlio, fece voto di fondare un monastero in onore della Madonna. Madre e figlio si salvarono e la principessa adempì al suo impegno, affidando il Monastero alle Carmelitane Scalze.

 

D. - Qualche momento particolare della storia del Monastero…

 

R. - Senza dubbio, i momenti più difficili, i momenti più dolorosi per la nostra comunità sono stati i momenti in cui le sorelle hanno dovuto abbandonare il monastero per cause politiche. La prima volta fu nel 1810, in seguito al decreto di soppressione di tutti gli ordini religiosi emanato da Napoleone. Furono di nuovo cacciate nel 1873 dal nascente Stato italiano, che confiscò il monastero e ne fece il carcere di Stato, l’attuale Regina Coeli. Ogni generazione ha vissuto le sue gioie e le sue difficoltà. Per noi il momento più gioioso è stato la visita di Giovanni Paolo II, il 18 marzo 1979.

 

D. - Voi non abitate più nel vecchio monastero, ma in un nuovo edificio…

 

R. - Sì, ci sono stati molti passaggi. L’ultimo passaggio è stato nel 1965, da via San Francesco di Sales a via Monte Carmelo.

 

D. - Come si svolge una giornata nel monastero?

 

R. - Soprattutto è intonata alla preghiera e al lavoro, ma un lavoro che possa favorire il raccoglimento e il silenzio.

 

D. - Come Carmelitana Scalza, cosa l’ha colpita di più della figura di Santa Teresa d’Avila?

R. - La Santa Madre era così innamorata di Gesù che ha trasmesso anche a noi questi sentimenti e il suo carisma. Il suo grande amore per il Signore venne vissuto in un rapporto intimo di amicizia con Gesù, dal quale si sentì profondamente amata. Vivendo questo rapporto, la Santa visse pienamente la sua ricca umanità di donna, aprendosi a tutte le necessità della Chiesa e amando tutti.

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NEL PRIMO GIORNO, IERI, DEL FESTIVAL DI TAORMINA, DUE OPERE PRIME

 CHE DENUNCIANO DRAMMI CONTEMPORANEI:

 IL CALVARIO DI PROFUGHI E IL SEQUESTRO DI ESSERI UMANI

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

Nel primo giorno del Festival di Taormina sono state presentate ieri due opere prime che denunciano drammi contemporanei, il calvario dei profughi e il sequestro di esseri umani a fini politici, una pellicola che esplora con ironia e dolcezza il lato senile dell’amore ed infine la scoperta di un film mai realizzato e che avremmo voluto vedere. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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Nella sezione “Cinema del Mondo”, l’inglese Andi Reiss, un passato da documentarista, si getta direttamente, con Cargo – il suo primo lungometraggio – nell’interno claustrofobico di un camion per seguire la fuga di quattro profughi dalle tormentate zone di guerra dei Balcani. Cercano una vita migliore, non è detto che la troveranno. E nemmeno è plausibile, questa volta, che la memoria serva a guarire: sofferenza, ignoto, distacco, ansia della sopravvivenza generano violenze, paure ed una remissività poco rassicurante. Mentre per nulla remissivi ed epici, nella battaglia interiore volta a salvare un barlume di umanità, sono i due protagonisti di Blind flight – Volo cieco. Una storia vera ambientata nel 1986 in Libano: un inglese ed un irlandese, cultura e ceto sociale assai diversi, vengono sequestrati da un gruppo di integralisti e tenuti segregati per quattro anni e mezzo in una serie di celle anguste e sporche, degradati a pura merce di scambio. John Furse, anch’egli alla sua prima regia cinematografica, con rigore e lucida narrazione segue il dramma fino al felice epilogo, con uno stile cameristico che svela già la dimensione dell’autore solido e dal sicuro avvenire.

 

Poi arrivano, con un terzo debutto firmato da Charles Dance, due vere regine assolute degli schermi: Judi Dench e Maggie Smith, che in Ladies in Lavender si trovano a vivere i riflussi del passato e le fibrillazioni di cuori disposti ancora ad amare e ad essere amati. Cornovaglia, 1936: l’assestato equilibrio delle due sorelle Widdington viene messo alla prova dall’arrivo di un naufrago polacco, Andrea, bello ed artista. Le giornate fatte di pudding, rose, libri, radio ed amene conversazioni si accendono nuovamente del fuoco della passione, che sarà effimero. Le due “dame” entrano in una salutare competizione di bravura che riporta l’attore e la recitazione a quel carisma, a quel piacere che il cinema ha purtroppo da lungo ed ingiustificato tempo dimenticato.

 

Infine un attore che non vedremo mai nel ruolo di anziano paparazzo preparatogli dal grande Luigi Magni. Nella prima delle “Lezioni di Cinema” il regista confessa che Alberto Sordi aveva con entusiasmo aderito al progetto: doveva essere un confronto tra le due facce di Roma, quella degli anni Cinquanta e quella attuale, vissuto attraverso gli occhi di Alberto. Per esprimere la triste constatazione che nessuno si sarebbe mai aspettato, allora, di vedere la Città Eterna ridotta così male. Eppure, conclude Magni, il mio amore per Roma rimane fatale. Come il suo amore per il cinema.

 

Luca Pellegrini, da Taormina, per la Radio Vaticana.

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CHIESA E SOCIETA’

15 giugno 2004

 

ALLARME DELL’ONU PER ALLUVIONI E INONDAZIONI CHE GIA’ OGGI MINACCIANO NELL’INTERO PIANETA UN MILIARDO DI PERSONE. GLI ESPERTI INVITANO

 I GOVERNI A PREVENIRE IL GRAVE FENOMENO CHE RISCHIA DI AUMENTARE

CON I MUTAMENTI CLIMATICI E LA PRESSIONE DEMOGRAFICA

 

BONN. = Un miliardo di persone nel mondo, ovvero una persona su sei, sarebbe minacciata dal pericolo di inondazioni, secondo le stime - divulgate in questi giorni da esperti dell’Unu, l'Università delle Nazioni Unite a Bonn. Se non saranno prese le necessarie precauzioni il numero della popolazione a rischio può addirittura raddoppiare nel corso delle prossime due generazioni. ''Entro il 2050 - afferma lo studio dell'Onu - i cambiamenti climatici, la deforestazione, l'aumento del livello dell'acqua dei mari e l'esplosione demografica potranno causare un aumento delle vittime potenziali di inondazioni catastrofiche fino a 2 miliardi di persone''. La zona del Pianeta più colpita è l'Asia, dove negli ultimi 20 anni si sono ripetute stagionalmente inondazioni che hanno riguardato 400 milioni di persone, causando danni materiali stimati a 150 miliardi di dollari. L'aumento della popolazione fino a dieci miliardi nel 2050 spingerà inoltre - secondo gli esperti - un numero sempre più grande di persone a vivere e lavorare in regioni minacciate da alluvioni. Un nuovo Istituto dell’Unu, inaugurato in questo mese di giugno, metterà a punto delle raccomandazioni per contrastare tali minacce alla sicurezza per l'uomo. (R.G.)

 

L’ISTITUTO SUPERIORE DI CATECHESI ARGENTINA ANNUNCIA

 PER IL PROSSIMO 9 AGOSTO UN CONVEGNO A BUENOS AIRES

PER DISCUTERE SULL’UTILIZZO DI INTERNET COME STRUMENTO DI CATECHESI

 

BUENOS AIRES. = Si svolgerà il prossimo 9 agosto a Buenos Aires, e sarà intitolato “Catechesi e nuove tecnologie”, il primo convegno di siti Internet che fanno attività di catechesi attraverso il web. L’iniziativa, promossa dall’Istituto superiore di catechesi argentina (Isca), ha come obiettivo quello di “condividere le nuove proposte esistenti in materia di comunicazione per la catechesi e l’evangelizzazione”, come dichiara il direttore dell’Isca, padre Josè Luis Quijano. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa, è possibile consultare il sito internet: www.isca.org.ar, oppure contattare via e-mail l’Isca all’indirizzo di posta elettronica: isca@fibertel.com.ar. (R.M.)

 

 

IN IRAN SCUOLA VIETATA, NEL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO, PER DECINE DI MIGLIAIA DI PICCOLI PROFUGHI AFGHANI, PER INDURRE I LORO GENITORI A LASCIARE IL PAESE CHE LI ACCOLTI DAI TEMPI DELL’INVASIONE SOVIETICA

FINO ALLA CADUTA DEL REGIME DEI TALEBAN

 

TEHERAN. = Scuola vietata a partire dal prossimo 1 settembre per 45mila bambini afghani, figli di rifugiati nella provincia iraniana del Khorasan che confina con l'Afghanistan. La decisione sarebbe conseguenza della severa politica annunciata dal governo di Teheran per indurre a rientrare nel loro Paese i profughi afghani ancora residenti in Iran, circa 1 milione e 300 mila. Mentre altri 800 mila hanno già lasciato l’Iran dopo la caduta del regime dei Taleban a Kabul, alla fine del 2001. ''Per ogni studente afghano in Iran - ha spiegato Seyed Mehdi Beheshti, responsabile degli Affari scolastici per gli stranieri, citato oggi dal quotidiano Hambastegi - lo Stato spende annualmente tre milioni di rial'', ovvero poco meno di 300 euro. ''Le scuole che accetteranno le iscrizioni di bambini afghani per il prossimo anno scolastico - ha aggiunto il responsabile - saranno perseguite dalla magistratura''. Tra le iniziative messe in atto dall'Iran per spingere i profughi afghani a rientrare nel loro Paese, vi è anche il divieto di impiego. Attualmente la maggior parte di loro sono attivi (e normalmente sottopagati) nei settori dell'edilizia e dell'agricoltura, ma anche le amministrazioni comunali ne utilizzano molti per i servizi di nettezza urbana. L'afflusso di profughi in Iran è cominciato con l'invasione sovietica dell'Afghanistan alla fine del 1979 ed è proseguito appunto fino alla caduta dei Taleban. (R.G.)

 

     

BARCELLONA, MALAGA, SIVIGLIA, LIONE, MARSIGLIA E GENOVA COINVOLTE

IN UN PROGETTO EUROPEO PER PROMUOVERE LA CULTURA

QUALE FATTORE DI CRESCITA SOCIO-ECONOMICA

GENOVA. = La cultura fattore di crescita economica, filo che lega le città dell'Europa. E' questo lo spirito che ha animato il progetto “Cultura e conoscenza”, presentato ieri nel Palazzo Ducale a Genova. Il progetto, partito nel gennaio del 2003, ha coinvolto sei città europee. Tramite un'indagine condotta nei vari settori della società civile, dalla comunicazione all'imprenditoria passando attraverso la scuola, è emersa la necessità di vedere nella cultura una risorsa economica e sociale collegata non solo con particolari eventi, ma intesa anche come formazione, crescita tecnologica, investimento in formazione. Le esperienze maturate dalle sei città saranno ora raccolte in un Libro bianco che sarà presentato il 30 settembre a Marsiglia, città che ha coordinato il progetto, e successivamente verrà sottoposto alla Commissione europea, che ha finanziato l’iniziativa, con l'obiettivo di trovare nuovi fondi per proseguire il programma. (R.G.)

 

     

SI SVOLGERANNO OGGI POMERIGGIO, A BOLOGNA, I FUNERALI DI PADRE

MICHELE CASALI, DOMENICANO, FONDATORE E ANIMATORE DEL CENTRO CULTURALE

SAN DOMENICO, SPENTOSI IL 13 GIUGNO

 

BOLOGNA. = Si è spento domenica mattina a Bologna, nella clinica privata Villa Toniolo, il domenicano, padre Michele Casali, figura di spicco del mondo cattolico bolognese. Ammalato da tempo, avrebbe compiuto 76 anni a luglio. Fondatore e animatore del Centro culturale San Domenico, l’attività di padre Casali era conosciuta anche oltre i confini cittadini ed emiliano-romagnoli per la sua capacità di raccogliere molte personalità di prestigio del mondo politico, economico, sociale e religioso che dai primi anni ’70 hanno partecipato ai periodici dibattiti dei ‘Martedì di San Domenico”, ospitati nel Convento bolognese. La consolidata interrelazione culturale con l’Università di Bologna e la collaborazione con istituzioni culturali ed Enti Pubblici, a livello nazionale, hanno permesso al Centro di rendere più ampio e qualificato l’orizzonte delle iniziative. Voce assai ascoltata anche negli ambienti economici e politici, al di là di opinioni e schieramenti, padre Casali era giornalista pubblicista dal 1985 e per molti anni è stato assistente spirituale dell’Ucsi, l’Unione cattolica della stampa italiana. Cordoglio è stato espresso anche dalla Federazione DS di Bologna che, in una nota, lo ricorda quale “voce autorevole del mondo cattolico e protagonista da sempre impegnato nella ricerca del confronto e del dialogo con tutti”. Le esequie di padre Casali si svolgeranno questo pomeriggio presso la chiesa del Convento di San Domenico a Bologna. (R.M.)

 

 

PUBBLICATI SUL SITO INTERNET DELLA SANTA SEDE I DOCUMENTI

DEL CONCILIO VATICANO II IN LINGUA SHAWILI: UN AIUTO PER LE MISSIONI NELL’AFRICA ORIENTALE

 

CITTA’ DEL VATICANO = I documenti del Concilio Vaticano II, riprodotti sul sito Internet della Santa Sede in ceco, francese, inglese, italiano, portoghese e spagnolo sono stati pubblicati per la prima volta anche in shawili, lingua molto diffusa nell’Africa orientale. L’iniziativa sarà di grande utilità soprattutto per quelle missioni del sud del mondo che non hanno nelle vicinanze librerie cattoliche ma possiedono l’accesso ad Internet. In particolare si tratta dei seguenti documenti: le ‘Costituzioni’ (Dei verbum, Lumen gentium, Sacrosanctum Concilium, Gaudium et spes); le ‘Dichiarazioni’ (Gravissimum educationis, Nostra Aetate, Dignitatis humanae) e i ‘Decreti’ (Ad gentes, Presbyterorum ordinis, Apostolicam actuositatem, Optatam totius, Perfectae caritatis, Christus dominus, Unitatis redintegratio, Orientalium ecclesiarum e Inter Mirifica). I testi in lingua shawili sono rintracciabili all’indirizzo web:http://www.vatican.va/archive/hist.councils/ii.vatican-council/index_it.htm. (R.M.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

15 giugno 2004

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq sequestrati ieri altri due cittadini libanesi, entrambi originari di Beirut ed impiegati di una ditta di costruzioni svedese. A darne notizia è stata l'emittente ‘Al Arabiya’, che ha trasmesso un video in cui appare uno degli ostaggi. Sul futuro di Saddam Hussein il primo ministro, Ayad Allawi, ha intanto annunciato che dovrebbero consegnare l’ex rais e gli altri 42 detenuti del vecchio regime entro il prossimo 30 giugno. E in un’intervista rilasciata ad un giornale iracheno, il direttore generale delle corti criminali del Paese arabo, Salem Chalabi, ha dichiarato che sono state già raccolte diverse prove contro Saddam e che l’ex presidente iracheno sarà processato in autunno. Il leader radicale sciita Moqtad al Sadr potrà inoltre entrare in politica dopo il 30 giugno, a condizione che deponga le armi. Lo ha detto oggi, in una conferenza stampa tenutasi a Baghdad, il presidente ad interim iracheno, Ghazi al Yawar.

 

In Israele, grande attesa per il pronunciamento del procuratore di Stato, previsto oggi pomeriggio, sui casi di presunta corruzione che vedrebbero coinvolti il primo ministro, Ariel Sharon, e suo figlio Gilad. Il premier dello Stato ebraico è sospettato di aver favorito l’investimento di un amico in un’isola dell’Egeo, intercedendo a suo favore presso il governo greco. E in Medio Oriente si registra, intanto, una nuova ondata di violenze: forze israeliane hanno ucciso, ieri, il leader delle Brigate dei martiri di al-Aqsa a Nablus, Khalid Marshoud, e questa mattina è stato sventato a Gaza un attacco kamikaze nel quale è rimasto ucciso l’attentatore. Il servizio di Graziano Motta:

 

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Sharon saprà oggi se sarà rinviato a giudizio o prosciolto dall’accusa di corruzione nella vicenda immobiliare su un’isoletta greca in cui è coinvolto anche suo figlio. L’attesa è comprensibilmente grande per le conseguenze sulla vita pubblica del Paese. In particolare si dovrà affrontare la possibilità di nuove elezioni come conseguenza delle eventuali dimissioni del premier. Oppure Sharon, restando alla guida della nazione, potrà formare una nuova coalizione al governo con i laburisti e portare avanti così il piano di ritiro di coloni e soldati dalla Striscia di Gaza e da alcuni insediamenti della Cisgiordania. Al momento egli è senza maggioranza parlamentare e ieri ha potuto superare le insidie di tre mozioni di censura per una serie di circostanze fortuite per le lacerazioni presenti nel suo partito.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Forte astensione e sconfitta per la gran parte dei partiti dei governi nazionali. Sono questi i principali dati delle elezioni svoltesi nei 25 Paesi dell’Unione europea. Il partito popolare si conferma il primo raggruppamento davanti ai socialisti. In Italia, intanto, sostanziale parità tra gli schieramenti nelle rappresentanze al Parlamento europeo ma il centrosinistra si afferma nettamente nelle amministrative parziali. Sulle elezioni europee e le amministrative in Italia, ci riferisce Giampiero Guadagni:

 

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Nella prima elezione dell’Europa a 25 ha votato solo il 45, 5 per cento agli aventi diritto e nei dieci Paesi appena entrati nell’Unione si è recato alle urne solo il 26,7 per cento. Un’apatia elettorale che molti osservatori spiegano con una campagna elettorale nei quali i temi nazionali hanno sopraffatto quelli europei. Quanto all’esito del voto, secondo i dati ancora ufficiosi, 276 seggi vanno al Partito popolare, 200 al Partito socialista, 66 ai liberaldemocratici, 39 alla sinistra unita, 42 ai verdi, 27 all’Europa delle Nazioni e 15 all’Europa delle democrazie e delle diversità. Escono sconfitti quasi tutti i governi in carica: in Germania i socialdemocratici di Schroeder; in Gran Bretagna i laburisti di Blair; in Francia i gollisti di Chirac e Raffarin. In Italia, dove l’affluenza alle urne è stata alta, regge il governo Berlusconi, nonostante la forte flessione del partito del premier, ma il centro-sinistra vince le amministrative parziali che hanno interessato i due terzi dell’elettorato totale. Il risultato più importante ed atteso era quello di Bologna, dove il centro-sinistra con Cofferati ha riconquistato la poltrona di sindaco, persa cinque anni fa. Vittoria al primo turno di Ulivo con Rifondazione Comunista anche al comune di Bari e alla regione Sardegna. Quanto alle province, il centro-sinistra se ne aggiudica al primo turno 38 contro le 3 della Casa delle Libertà. In 22 province, tra cui Milano, si andrà al ballottaggio, in programma il 26 e il 27 giugno.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Ancora scontri nella regione di Shali, in Cecenia. Un attacco dei ribelli ha provocato, lo scorso fine settimana, la morte di 5 ufficiali della guardia presidenziale cecena nel villaggio di Avtury. Successivamente, le truppe arrivate dalla capitale hanno ucciso 10 ribelli. La guerriglia ha inoltre reso noto che sono morti 19 russi e ceceni in seguito a combattimenti avvenuti nelle località di Avturi, Vedeno e Grozny.

 

In Afghanistan, sono 90 i presunti miliziani catturati nelle scorse tre settimane dalle truppe occidentali nella parte sudest del Paese. A renderlo noto è stato il portavoce dell’esercito statunitense, Tucker Mansager. Nei giorni scorsi, lo stesso ufficiale aveva annunciato che, a partire dallo scorso 25 maggio, le forze della coalizione avevano ucciso oltre 80 miliziani.

 

Allarme terrorismo: gli Stati Uniti hanno nuovamente sollecitato i propri cittadini a lasciare l’Arabia Saudita dopo gli ultimi gravi episodi, tra i quali uccisioni e rapimenti, che hanno riguardato civili americani. In un recente comunicato, la rete terroristica Al Qaeda ha rivendicato, nel Regno saudita, l’assassinio di due statunitensi ed il sequestro di un altro americano.

 

In Giappone è stata respinta la mozione di sfiducia contro il governo del premier, Junichiro Koizumi. La mozione è stata presentata dal Partito democratico, all’opposizione, per contestare l’invio di un contingente militare in Iraq e il progetto di riforma delle pensioni. Al Vertice G8, tenutosi la scorsa settimana negli Stati Uniti, Koizumi si è impegnato a mantenere il contingente in Iraq anche dopo il trasferimento dei poteri, previsto il prossimo 30 giugno.

 

La Corea del Nord ha respinto la richiesta degli Stati Uniti per uno smantellamento completo, verificabile ed irreversibile dei suoi programmi nucleari militari. Lo rende noto l’agenzia Kcna di Pyongyang a pochi giorni dalla nuova sessione dei colloqui a sei sulla crisi nucleare del Paese asiatico, prevista a Pechino dal 23 al 26 giugno prossimi. La Cina ha intanto smentito oggi le affermazioni di una commissione del Congresso americano, che ha accusato Pechino di fornire tecnologia nucleare all’Iran e alla Corea del Nord.

 

Il presidente iraniano, Mohammed Khatami, ha fatto pervenire una lettera di protesta a Gran Bretagna, Francia e Germania, accusando gli Stati europei di aver adottato, sulla questione del programma atomico iraniano, un atteggiamento influenzato dalle pressioni esercitate dagli Stati Uniti. Khatami ha sottolineato come i tre Paesi si fossero impegnati, con la dichiarazione sottoscritta a Teheran lo scorso 21 ottobre, a non trasferire il ‘dossier’ sull’attività nucleare iraniana al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e a riconoscere il diritto dell’Iran a sviluppare un programma nucleare a scopi pacifici.

 

In Venezuela, il presidente Hugo Chavez continua ad insistere che nel referendum del prossimo 15 agosto per la revoca del suo mandato il “vero rivale” è il capo di Stato americano, George Bush. “Il presidente statunitense – afferma Chavez - vuole mettere le mani sul petrolio venezuelano per mantenere basso il prezzo del greggio”. Il referendum è stato indetto dopo che l’opposizione ha raccolto oltre 2,4 milioni di firme.

 

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