RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 154 - Testo della trasmissione di mercoledì 2 giugno 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La malattia vissuta nella fede purifica l’anima e assicura la consolazione divina: così il Papa questa mattina all’udienza generale, durante la quale ha rivolto gli auguri all’Italia nel giorno della festa della Repubblica e ricordato i 25 anni dal suo primo pellegrinaggio in Polonia

 

Il cardinal Martino tra i profughi del Nord Uganda: “Sono venuto a piangere con voi”. Intervista con padre Giulio Albanese

 

Presentato ieri a Roma il VII volume dell’Enciclopedia ortodossa: ai nostri microfoni il cardinale Walter Kasper

 

Per il progresso dei Paesi in via di sviluppo, servono riforme, internet e un maggiore impegno per la ridistribuzione delle ricchezze globali: così, mons. Ettore Balestrero, in rappresentanza della Santa Sede al Foro dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione economica in Europa

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Nella preoccupazione per le tensioni internazionali rientra la questione del petrolio: con noi il prof. Mario Deaglio

 

Ad Haiti, passaggio di consegne dai Marines statunitensi ai Caschi blu dell’Onu, che hanno assunto il comando del contingente di pace:  il commento di Joanny De Matteis

 

Convegno a Roma sul rapporto tra cattolicesimo e letteratura nel ‘900 nei Paesi di lingua spagnola: ce ne parla il cardinale Paul Poupard

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il francese Gerard Chabanon è il nuovo superiore generale della società missionaria dei Padri Bianchi

 

L’Unicef denuncia con un rapporto il drammatico fenomeno dei bambini-soldato

 

A Taiwan chiesta l’abolizione della pena di morte dal vescovo di Kaohsiung, cardinale Paul Shan Kuo-Hsi

 

La disoccupazione colpisce il 35 per cento dei palestinesi nei territori arabi occupati

 

Nasce il primo centro pastorale cattolico a Kathmandu: un passo avanti per la missione della Chiesa nepalese

24 ORE NEL MONDO:

Quattro morti e 20 feriti per un’autobomba a Baghdad. Spari e tensione a Nassiryia

 

Uccisi a Ta’if due militanti islamici probabilmente coinvolti nell’eccidio di Al Khobar. Fallito un attacco ad un complesso per stranieri a Riad

 

Cerimonia a Roma per la festa della Repubblica italiana: momenti di tensione tra pacifisti e forze dell’ordine.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 giugno 2004

 

 

LA MALATTIA VISSUTA NELLA FEDE PURIFICA L’ANIMA E ASSICURA LA CONSOLAZIONE DIVINA: COSI’ IL PAPA QUESTA MATTINA ALL’UDIENZA GENERALE, DURANTE LA QUALE HA RIVOLTO GLI AUGURI ALL’ITALIA NEL GIORNO DELLA FESTA DELLA REPUBBLICA

E RICORDATO I 25 ANNI DAL SUO PRIMO PELLEGRINAGGIO IN POLONIA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

**********

La malattia e la sofferenza che da essa ne deriva possono diventare una strada di purificazione se vissute nella fede che sarà Dio stesso “a prendere tra le braccia il malato” e a consolarlo. Con alcune immagini toccanti, Giovanni Paolo II ha affrontato all’udienza generale di questa mattina in Piazza San Pietro il delicato tema dell’infermità, ispirato dai versi del Salmo 40, lo stesso citato da Gesù nell’Ultima cena prima del tradimento di Giuda. Ma ha anche ricordato con un saluto beneagurante tutti gli italiani, che oggi celebrano la Festa della Repubblica, auspicando che i “grandi valori” nazionali di cultura e arte e la tradizione religiosa possano assicurare al Paese concordia sociale, coesione interna, solidarietà.

 

Ai tredicimila fedeli presenti in Piazza San Pietro nonostante la giornata cupa, il Papa ha parlato dei vari aspetti che circondano la dolorosa quotidianità del malato. Anche quelli peggiori – simboleggiati nel Salmo dalla presenza dei “malvagi” che vengono a “visitare l’infermo non per confortarlo bensì per attaccarlo”. La stessa esperienza, ha osservato con realismo il Pontefice, “compiranno molti poveri umiliati, condannati a stare soli e a sentirsi un peso per gli stessi familiari. E se ricevono talora qualche parola di consolazione – ha aggiunto – ne avvertono subito il tono falso e ipocrita”. Ma a un tratto il Salmo cambia tono e scenario e all’amarezza di chi si sente tradito nella debolezza dai suoi stessi amici si sostituisce la speranza nella più grande pietà che viene da Dio.

 

“La preghiera del Salmo 40 non si spegne, però, su questo sfondo cupo. L’orante è certo che Dio si affaccerà al proprio orizzonte (…) sarà lui a offrire il sostegno e a prendere tra le braccia il malato (…) rivelando ancora una volta il suo amore”.

 

La sofferenza, ha spiegato Giovanni Paolo II, può nascondere in se stessa “un valore segreto e diventare una strada di purificazione, di liberazione interiore, di arricchimento dell’anima. Essa invita a vincere la superficialità, la vanità, l’egoismo, il peccato e ad affidarsi più intensamente a Dio e alla sua volontà salvifica”.

 

Durante i consueti saluti in sette lingue ai pellegrini presenti – tra i quali anche 55 veterani americani e canadesi della Seconda guerra mondiale, giunti in Italia per il 60.mo dello sbarco alleato di Anzio - il Papa ha speso parole affettuose per i suoi connazionali, ringraziando la città di Slupsk per averlo nominato cittadino onorario.

 

DZISIAJ MIJA DWADZIEŚCIA PIĘĆ LAT OD DNIA...

Cade oggi il 25.mo anniversario del giorno, in cui per la prima volta da Papa, ho baciato la terra polacca. Ritorno sempre con il pensiero a quei giorni e ringrazio Dio per il soffio delle Spirito Santo che è passato attraverso quella terra e ha suscitato un profondo cambiamento”.

 

Infine Giovanni Paolo II ha voluto esprimere i suoi “fervidi auguri” alla popolazione italiana e alle sue autorità che, nelle stesse ore dell’udienza, stavano celebrando solennemente la festa della Repubblica:

 

“Auspico inoltre che l’Italia, grazie all’apporto responsabile delle varie realtà sociali e di ogni cittadino, e restando ancorata ai grandi valori che stanno alla base della sua cultura, della sua arte e della sua tradizione religiosa, possa conoscere un futuro di speranza, aperto alla concordia, alla coesione interna e alla solidarietà”.

 

(musica)

**********

        

 

NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato  la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Campinas, in Brasile, presentata da mons. Gilberto Pereira Lopes, per raggiunti limiti di età.

 

Nuovo arcivescovo metropolita di Campinas è stato nominato mons. Bruno Gamberini, finora vescovo di Bragança Paulista. Mons. Gamberini è nato il 16 luglio 1950 in Matão, nella diocesi di São Carlos, è stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1974 e ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 16 luglio 1995.

 

Sempre oggi il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Tarija in Bolivia, presentata da mons. Adhemar Esquivel Kohenque, per raggiunti limiti di età.

                                                           

 

IL CARDINAL MARTINO TRA I PROFUGHI DEL NORD UGANDA:

“SONO VENUTO A PIANGERE CON VOI”

- Intervista con padre Giulio Albanese -

 

Prosegue la visita del cardinale Renato Raffaele Martino nel nord Uganda: ieri il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace  è stato nel campo profughi di Gulu. Questa mattina ha visitato l’ospedale di Kalongo, dove ha incontrato numerosi feriti di guerra. Dal Nord Uganda ce ne parla il direttore dell’Agenzia Misna padre Giulio Albanese:

 

**********

R. – Il cardinale Martino, anche in questa occasione, ha lanciato un messaggio di riconciliazione, di pace e di grande solidarietà, soprattutto nei confronti della popolazione sfollata che vive praticamente, attorno alla missione cattolica. Il cardinale Martino, ha detto che quello che ha visto ieri, soprattutto nel campo profughi di Pagak, ma anche ieri sera visitando l’ospedale missionario di Lachore, è stato davvero sconvolgente, e che dimenticherà mai queste immagini. Gente davvero stremata, gente che ha fame e sete di giustizia. Ha rilanciato, dunque, l’impegno da parte della Chiesa cattolica, non solo ad essere vicina alla popolazione attraverso iniziative di solidarietà e umanitarie, ma ha anche confermato la linea di un piano di riconciliazione, perché questa parte dell’Africa ha davvero bisogno di pace. Toccante è stato il sentimento che ha manifestato il porporato rivolgendosi alla gente: “Sono venuto a piangere con voi”. Questo aspetto ha colpito e commosso moltissimo la gente. Il cardinale ha assicurato che farà di tutto per richiamare l’attenzione della comunità internazionale su questa crisi. Questa è una guerra dimenticata e il cardinale l’ha detto a chiare lettere, facendo intendere che purtroppo tante volte, anche a livello di stampa e di informazione, la logica è quella dei due pesi e due misure. In sostanza, si parla molto della crisi irachena, di quello che succede in Medio Oriente, ma di quello che avviene in questa remota regione africana, poco o niente.

**********  

 

 

PRESENTATO A ROMA IL VII VOLUME DELL’ENCICLOPEDIA ORTODOSSA

- Intervista  con il cardinale Walter Kasper -

 

E’ stato presentato ieri a Roma il VII volume dell’Enciclopedia ortodossa alla cui stesura hanno partecipato anche studiosi ed esponenti della Chiesa cattolica. La presentazione del volume è stata l’occasione per fare il punto sul dialogo tra la Santa Sede e il Patriarcato di Mosca. Il servizio di Ignazio Ingrao:

 

**********

L’ecumenismo passa anche attraverso la cultura. E’ quanto hanno affermato il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, e l’arcivescovo Vereysky Evgheny, rettore dell’Accademia Ecclesiale di Mosca, intervenuti alla presentazione del VII volume della monumentale enciclopedia dedicata all’ortodossia, iniziata nel 2000 e diretta dal Patriarca di Mosca Alessio II. “Con quest’opera, che dovrebbe raggiungere i trenta volumi, cerchiamo di aiutare i cristiani a scoprire le Chiese ortodosse”, ha detto l’arcivescovo Evgheny. La Chiesa cattolica è stata chiamata a dare il proprio contributo all’enciclopedia. Infatti, il cardinale Jorge Mejìa, archivista e bibliotecario emerito della Santa Sede, ha redatto una voce contenuta proprio nel VII volume, che dedica ampio spazio alla presentazione del Vaticano e della Chiesa cattolica.

 

“Questa Enciclopedia può considerarsi uno dei passi più importanti e felici della Chiesa ortodossa russa nell’adempiere il suo dovere di una nuova evangelizzazione in Europa”, ha commentato il cardinale Kasper. Il presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani vede in questa iniziativa il reciproco impegno della tradizione cattolica e di quella ortodossa “di presentarsi l’una all’altra per riscoprire il vero volto dell’identità propria a ciascuna di esse, un’identità – ha proseguito Kasper - che è complementare e ha disegnato il volto cristiano dell’Europa”. Al cardinale Kasper abbiamo chiesto un bilancio del dialogo tra Chiesa cattolica e chiesa Ortodossa, alla luce del primo incontro della Commissione mista che si è svolto nelle scorse settimane:

 

“Ci sono stati problemi nei mesi scorsi. Dobbiamo, però, cercare di superare questi malintesi che si sono verificati. Questo sarà il futuro dell’ecumenismo. E’ importante la stessa collaborazione in Europea, perché gli ortodossi hanno i nostri stessi valori etici e possiamo, quindi, anche collaborare in Europa”.

 

Ma al nostro continente non basta respirare con due polmoni, cioè l’Oriente e l’Occidente, ha osservato il cardinale Thomas Spidlik, intervenuto nel corso dell’incontro. “L’Europa - ha detto il cardinale - deve avere un solo cuore”. In questa prospettiva, ha aggiunto il presidente dell’Enciclopedia ortodossa, Serghey Kravetz, è necessario alimentare tanto ad Est quanto ad Ovest la percezione delle radici comuni dell’Europa. A questo scopo l’Enciclopedia include anche numerose voci dedicate ai santi cristiani dei primi secoli, comuni alla tradizione cattolica e quella ortodossa. E’ stato anche annunciato che la Chiesa cattolica contribuirà alla realizzazione di un documentario russo dedicato ai luoghi santi del cristianesimo dei primi secoli.

**********

 

 

PER IL PROGRESSO DEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO, SERVONO RIFORME INTERNET E

UN MAGGIORE IMPEGNO PER LA RIDISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE GLOBALI:

COSI’, MONS. ETTORE BALESTRERO, INTERVENUTO IN RAPPRESENTANZA

 DELLA SANTA SEDE AL FORO DELL’ORGANIZZAZIONE

PER LA SICUREZZA E LA COOPERAZIONE ECONOMICA IN EUROPA, IN CORSO A PRAGA

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Per favorire il progresso economico dei Paesi in via di sviluppo, è necessario “creare degli strumenti adeguati di redistribuzione delle risorse globali”. E’ l’esortazione espressa da mons. Ettore Balestrero, officiale della Segreteria di Stato, intervenuto al Foro economico dell’Osce, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in corso a Praga. Mons. Balestrero ha sottolineato come non tutti gli Stati abbiano beneficiato della liberalizzazione economica e del progresso tecnologico. Per questo, molti Paesi necessitano di riforme per un’integrazione nell’economia mondiale. “Il futuro dei Paesi in via di sviluppo – ha tenuto a sottolineare – è nelle loro mani, nell’efficacia della loro lotta contro la corruzione” e ancora nella capacità di dar vita ad una legislazione adeguata, incentivi fiscali e infrastrutture moderne. Un traguardo, tuttavia, che non tutti possono raggiungere da soli.

 

E’ quindi necessario il sostegno della comunità internazionale, attraverso uno sforzo concertato ed investimenti economici e finanziari. In particolare, ha affermato, deve essere garantita una maggiore disponibilità di tutti i beni pubblici, come quelli riguardanti la salute o la protezione ambientale. Questi beni, ha detto ancora, devono poter essere trasferiti senza barriere, affinché “non rappresentino un vantaggio per un solo Stato, ma siano considerati interesse di tutta la comunità internazionale”. Ha così messo l’accento sul contributo, che può essere offerto in questa direzione da organizzazioni come l’Osce.

 

 

=======ooo=======

 

                                                           

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina pone in forte rilievo che all'udienza generale Giovanni Paolo II ha ricordato due importanti anniversari: il 25° del primo pellegrinaggio apostolico in Polonia e la festa nazionale della Repubblica italiana.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

Un volume dell'arcivescovo Carlo Ghidelli dedicato al cardinale Anastasio Ballestrero.

 

Nelle estere, in rilievo l'Iraq, con particolare riguardo alla nuova risoluzione di Usa e Gran Bretagna, che ribadisce la sovranità di Baghdad dal 30 giugno.

L'intervento della delegazione della Santa Sede al Foro economico dell'Osce: "Le politiche necessarie per promuovere uno sviluppo sostenibile".

Per la rubrica dell' "Atlante geopolitico", un numero speciale - a cura di Marcello Filotei - sul tema "Australia e Nuova Zelanda: lo stridente contrasto tra economia in crescita e ceti svantaggiati".

 

Nella pagina culturale, un approfondito contributo di Giovanni Marchi sul legame di Gogol con la Città Eterna: "Di Roma t'innamori lentamente, a poco a poco, ma per tutta la vita".  

 

Nelle pagine italiane, in primo piano le celebrazioni per il 58 anniversario della Repubblica. 

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

2 giugno 2004

 

NELLA PREOCCUPAZIONE PER LE TENSIONI INTERNAZIONALI RIENTRA

LA QUESTIONE DEL PETROLIO, DI PRIMO PIANO

PER GLI EQUILIBRI ECONOMICI E NON SOLO

- Intervista col prof. Mario Deaglio -

 

L'Opec, L’Organizzazione dei Paesi produttori di petrolio, potrebbe aumentare del 12 per cento la propria produzione di greggio. Ad annunciarlo è stato il presidente dell'Organizzazione, l'indonesiano Purnomo Yusgiantoro, appena arrivato a Beirut per il vertice di domani dei Paesi produttori. L'obiettivo - ha spiegato - è di ''contribuire ad un assestamento dei prezzi''. A rassicurare il mercato sono intervenuti anche i ministri del petrolio di Kuwait e Qatar, insieme con un rappresentante iracheno. E anche l'Arabia Saudita, secondo il ministro del petrolio, Ali Al-Naimi, ''è pronta ad aumentare la propria quota di produzione''. A Mario Deaglio, docente di economia internazionale all’Università di Torino, Giada Aquilino ha chiesto quali ripercussioni si potranno avere sugli equilibri mondiali:

 

*********

R. – Se effettivamente faranno quello che hanno detto, si dovrebbe avere un effetto equilibratore sul mercato del petrolio. Su questo non c’è dubbio, anche se è difficile da quantificare. E questo perché lo stesso mercato è anche influenzato da fattori non economici e, in particolare, dopo gli attentati dell’Arabia Saudita, è influenzato dalla percezione di pericolosità ed incertezza del flusso petrolifero.

 

D. – Ma da cosa dipende la quantità di petrolio prodotta da un Paese?

 

R. – Dalla sua capacità produttiva e dalla volontà di estrarre. Quasi tutti i Paesi petroliferi sono al massimo dell’estrazione. C’è un solo Paese che ha un’ampia capacità produttiva non utilizzata ed è l’Arabia Saudita.

 

D. – L’Arabia Saudita, aumentando la sua produzione di petrolio, è spesso intervenuta ad evitare shock petroliferi internazionali. Ora che è nel mirino dei terroristi come potrà gestire l’oscillazione del prezzo del petrolio?

 

R. – Sì, è spesso intervenuta, sia aumentando, sia riducendo la produzione, d’accordo con gli altri Paesi. Si dice che questo sia una sorta di gesto di amicizia verso l’America e soprattutto nel clima pre-elettorale nei confronti dell’amministrazione Bush. Per gestire questo, l’Arabia Saudita ha bisogno di garantire la sicurezza dei propri impianti. Il che non è del tutto facile, calcolando che si tratta di migliaia di pozzi, di migliaia di chilometri di oleodotti e di installazioni disperse sul territorio. Finora la sicurezza degli impianti è stata assoluta. Sono stati, però, variamenti colpiti degli obiettivi collaterali e cioè i tecnici che ci lavorano, i luoghi dove questi tecnici vivono. Questo crea, ovviamente, più di una preoccupazione.

 

D. – Se il prezzo del petrolio dovesse continuare a crescere, a cosa si andrebbe incontro?

 

R. – Pensiamo che ci sia un effetto scalino: finché l’aumento del prezzo del petrolio si mantiene sotto certi limiti succede poco. Se si superano questi limiti, che collochiamo più o meno intorno ai 50 dollari al barile,  di colpo abbiamo un effetto scatenante sui prezzi, che porta i governi ad adottare misure anti inflazione. E, quindi, in genere va nel senso di una riduzione dell’espansione mondiale.

**********

 

 

HAITI: I CASCHI BLU DELL’ONU ASSUMONO

IL COMANDO DEL CONTINGENTE DI PACE

- Intervista con Joanny De Matteis -

 

Ad Haiti, passaggio di consegne dai Marines statunitensi ai Caschi blu dell’Onu, che hanno assunto il comando del Contingente di pace. La cerimonia è avvenuta ieri a Port au Prince. La forza multinazionale di pace guidata dagli Usa era giunta ad Haiti nel marzo scorso per sedare una rivolta armata che aveva causato oltre 200 morti e costretto alla fuga, il 29 febbraio, il presidente Aristide. ''La posta in palio è molto alta, stavolta facciamo le cose per bene'', ha scritto in un messaggio Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite. I Caschi blu erano infatti già intervenuti ad Haiti nel 1995 a seguito dell'invasione statunitense dell'isola per riportare al potere il presidente Aristide, deposto da un colpo di Stato militare. Primo compito dei Caschi blu sarà ora quello di disarmare le bande armate legate alle diverse fazioni politiche. Ma come è percepito il disimpegno militare americano ad Haiti? Lucas Duran lo ha chiesto al viceconsole onorario italiano nell’Isola caraibica, Joanny De Matteis:

 

*********

R. – Qui è recepita positivamente. Era previsto e si pensa che una forza multinazionale, composta prevalentemente di caraibici e sudamericani, possa giocare un ruolo importante per il futuro di Haiti. Andremo verso un processo elettorale, nel quale ci sarà bisogno di un controllo, e riteniamo quindi che questa forza possa fare bene.

 

D. – La partenza dei soldati americani sta a significare un loro disimpegno nei confronti di Haiti, anche a livello economico?

 

R. – No, assolutamente no. Anzi alcune dichiarazioni, che sono state fatte in questo senso dal governo americano e dal governo francese, dicono esattamente il contrario. Si pensa anche che una certa entità di forze americane e francesi rimarranno sul terreno.

 

D. – Che ricordo lasciano i tre mesi di presenza di soldati americani nella popolazione?

 

R. – Per quanto riguarda gli americani, la loro presenza non è stata particolarmente brillante; mentre i francesi hanno giocano un ruolo sicuramente più positivo.

 

D. – L’ex presidente Jean-Bertrand Aristide è giunto in Sudafrica ma ha fatto anche sapere che si tratta soltanto di un domicilio temporaneo in attesa di rientrare in patria. E’ realistico pensare che questo possa accadere?

 

R. – Assolutamente no. Vista la situazione attuale, penso che siano solo parole. Non penso che Aristide potrà mai tornare ad Haiti.

 

D. – Le persone fedeli, appunto, fino a tre mesi fa al presidente Aristide, che ruolo hanno in questa fase difficile che sta attraversando il Paese?

 

R. – C’è stato a quel livello un “ripulisti”; molte persone sono state arrestate.

 

D. – Per quanto concerne le recenti alluvioni, qual è la situazione e quali sono le condizioni metereologiche?

 

R. – Le condizioni metereologiche sono piuttosto buone. Il numero delle vittime, purtroppo, aumenta di giorno in giorno. Si superano ormai i 1.500 morti e per quanto riguarda i dispersi non abbiamo un censimento preciso. Le località colpite sono ancora oggi raggiungibili soltanto in elicottero. La situazione è, diciamo, sotto controllo ma la paura è che alle prime piogge – e arriveranno le piogge con la stagione ciclonica – se non verranno urgentemente spostate alcune popolazioni si rischia una catastrofe, ancora peggiore. 

**********

 

 

CONVEGNO A ROMA SUL RAPPORTO TRA CATTOLICESIMO E LETTERATURA

NEL ‘900 NEI PAESI DI LINGUA SPAGNOLA

- Intervista con il cardinale Paul Poupard -

 

“Cattolicesimo e Letteratura nel ‘900 nei Paesi di lingua spagnola”: è il titolo del convegno promosso ieri a Roma dall’Istituto Cervantes della capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura. Ha presieduto l’incontro il cardinale Paul Poupard, presidente di questo dicastero. Giovanni Peduto lo ha intervistato:

 

**********

R. – Il rapporto con il cattolicesimo è stato piuttosto critico nella letteratura di lingua spagnola nel ‘900. Direi che non c’è una grande letteratura cattolica come c’era stata nel Seicento, il secolo d’oro. Molti hanno vissuto in prima persona il conflitto tra cristianesimo e modernità e pensavano che per essere veramente creativi dovevano liberarsi dalle imposizioni dell’etica cattolica. Questo è il dramma della modernità, ma questo non vuol dire che Dio sia assente, solo che il rapporto con Dio e con la Chiesa cattolica è problematico.

 

D. – Eminenza, uno dei grandi temi della letteratura di lingua spagnola del Novecento, che più ha acceso la sua fantasia?

 

R. – Direi Miguel de Unamuno, che è quello che ha espresso più vivacemente il rapporto con Dio che egli vede come una lotta tra Giacobbe e Dio. I suoi due libri fondamentali: “Dal sentimento tragico dell’esistenza” e “L’agonia del cristianesimo” che spesso è stato capito male, come se fosse la morte del Cristianesimo ed invece si riferisce al combattimento. Accennando alla lotta dell’angelo con Giacobbe, egli scrive:“la mia religione è lottare dal tramonto all’alba con Dio”. Potrei aggiungere anche quel grande narratore che è Gabriel García Márquez, colombiano, il quale condivide il desiderio di vedere in America una società più giusta. Egli, però, ci ha lasciato anche, nel suo libro “Cent’anni di solitudine” un racconto del paradiso perduto di Macondo, la solitudine dell’uomo.

 

D. – Oggi gli scrittori cercano ancora Dio?

 

R. – Direi di sì. Basta pensare a García Lorca, il più grande poeta del Novecento, alla sua ricerca angosciosa di mistica, di spiritualità nel ritorno alla religiosità pura della sua infanzia, e di un Dio che si schieri dalla parte dei poveri. Basta pensare al suo libro dal tragico titolo “Nozze di sangue”. Lorca si può dire che sia un poeta religioso, anche se non cattolico. Poi pensiamo anche al cileno Pablo Neruda.

*********

 

 

=======ooo=======

 

CHIESA E SOCIETA’

2 giugno 2004

 

 

IL FRANCESE GERARD CHABANON E’

IL NUOVO SUPERIORE GENERALE DEI PADRI BIANCHI

 

ROMA. = E’ stato eletto oggi il nuovo superiore generale dei Missionari d’Africa, più comunemente noti come Padri Bianchi. Si tratta del religioso francese Gerard Chabanon, 56 anni, già provinciale in Francia e per molti anni missionario in Tanzania. La Società dei Missionari d’Africa fu fondata in Algeria, nel 1868, da mons. Charles Lavigerie, allora arcivescovo di Algeri per offrire la testimonianza cristiana nei Paesi musulmani, l’annuncio del Vangelo nel Continente africano e l’impegno per l’unità dei cristiani in Medio Oriente. Il 2 febbraio 1869 i primi quattro novizi ricevettero l’abito, composto di una lunga veste, la “gandura” ed un mantello di lana bianca, tipico costume arabo leggermente modificato. Il costume arabo era segno di quella volontà di adattamento agli usi e costumi delle popolazioni locali, caratteristica fondamentale dell’Istituto. Per i primi anni i missionari si sono dedicati alla testimonianza della carità verso le popolazioni dell’Algeria, gli arabi del Sahara, i berberi della Cabilia, mediante opere di sviluppo rurale, scuole e dispensari. I padri Bianchi, il cui scopo principale è l’evangelizzazione dell’Africa, sono attualmente circa 2000 con oltre 330 case. (A.L.)

 

 

L’UNICEF DENUNCIA CON UN RAPPORTO IL DRAMMATICO FENOMENO DEI BAMBINI-SOLDATO: NEL MONDO I MINORI RECLUTATI PER COMBATTERE SONO OLTRE 300 MILA

 

PARIGI. = Sono almeno trecentomila i bambini soldato al mondo. L’allarmante cifra è stata resa nota ieri, a Parigi, in occasione di una conferenza della sezione francese dell’Unicef. L’organizzazione denuncia, inoltre, la crescita di un preoccupante fenomeno relativamente nuovo, il reclutamento anche di bambine. Dei 20 Paesi nei quali è alta la presenza di minori negli eserciti, la situazione più inquietante si rileva nell’Africa sud-sahariana, dove si stimano almeno 120 mila bambini-soldato. “Un fenomeno drasticamente in crescita” sottolinea Jacques Hintzy, presidente della sezione francese dell’Unicef. Nel 1996, infatti, erano 200 mila i giovani con il fucile in mano.  Un dato ancora più drammatico rivelato dal rapporto dell’organizzazione indica che “con la sola eccezione dell’Afghanistan, non esiste una guerra senza l’utilizzo di bambine”. “Le ragazzine non hanno più solamente incarichi logistici - sottolinea Hintzy - ma adesso vengono direttamente mandate al fronte e spesso sono vittime di violenze sessuali”. Per affrontare il drammatico fenomeno dei bambini-soldato, l’Unicef sta studiando un piano per il reinserimento sociale dei “piccoli combattenti” e ha lanciato una petizione nella quale si chiede l’applicazione sistematica di pesanti sanzioni per chi arruola e utilizza minori per scopi bellici. (A.L.) 

 

 

A TAIWAN CHIESTA L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE

DAL VESCOVO DI KAOHSIUNG, CARDINALE PAUL SHAN KUO-HSI

 

KAOHSIUNG. = “Chiediamo al governo di abolire la pena di morte a Taiwan. Ho parlato più volte con il presidente, Chen Shui-bian, e con il ministro della Giustizia facendo una esplicita richiesta per farla abolire il più presto possibile”. E’ quanto ha dichiarato all’Agenzia Fides il vescovo di Kaohsiung, cardinale Paul Shan Kuo-hsi, illustrando il lavoro di formazione e sensibilizzazione che la Chiesa taiwanese sta svolgendo. Le autorità civili – aggiunge il porporato - hanno mostrato disponibilità e mi hanno detto che occorre cambiare la legge vigente, compito che spetta al Congresso. “Stiamo partecipando – precisa il cardinale - ad una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica per la quale si sono mobilitati molti intellettuali”. Il cardinale Shan sottolinea anche che, a Taiwan, la Chiesa locale organizza conferenze e dibattiti per formare le coscienze sul tema della pena di morte. Di recente, l’Istituto per la pace intitolato a Giovanni Paolo II, presso l’Università di Fu Jen, ha organizzato un seminario al quale hanno preso parte cattolici, buddisti e rappresentanti di diverse associazioni. Nel corso dei lavori sono stati citati studi che dimostrano come la pena di morte non sia uno strumento preventivo del crimine. Secondo recenti sondaggi, il 70 per cento della popolazione di Taiwan è favorevole alla pena capitale, ma la percentuale si dimezza quando si presenta l’alternativa dell’ergastolo. Secondo i dati forniti da Amnesty International,  nel 2003 a Taiwan sono state giustiziate sette persone con iniezione letale. (A.L.)

 

 

LA DISOCCUPAZIONE COLPISCE IL 35 PER CENTO DEI PALESTINESI

NEI TERRITORI ARABI OCCUPATI. LO AFFERMA UN RAPPORTO DELL’UFFICIO INTERNAZIONALE DEL LAVORO PRESENTATO ALLA 92.MA CONFERENZA DEL LAVORO,

IN CORSO A GINEVRA

- A cura di Mario Martelli -

 

**********

GINEVRA. = Un rapporto dell’Ufficio Internazionale del Lavoro presentato alla 92.ma Conferenza del lavoro, in corso a Ginevra, sottolinea come il fenomeno della disoccupazione interessi, nei Territori occupati, il 35 per cento dei palestinesi. Nel documento, redatto sulla base dei risultati di una recente missione dell’Ilo nella regione, si afferma che severe restrizioni sono imposte alla libertà di circolazione delle persone, dei beni e dei servizi. Si riscontrano anche perdite importanti nella produzione, nell’impiego e nei redditi. La realtà della vita nel Territori è il soffocamento dell’economia e la povertà continua a colpire le comunità palestinesi, una povertà solamente attenuata da un’assistenza internazionale su vasta scala, osserva il direttore generale dell’Ilo, Juan Somavia, nella prefazione del rapporto. Nel documento si rileva, inoltre, che il numero dei palestinesi della riva occidentale e di Gaza, che lavorano in Israele, dipende il larga misura dai continui cambiamenti nelle restrizioni del movimento delle persone tra i Territori occupati ed Israele. Poi, si osserva che il fatto di possedere un permesso di lavoro valido non costituisce sempre una garanzia di lavoro per coloro che devono recarsi in Israele per lavorare. Le restrizioni di movimento si intensificano con la costruzione del nuovo muro di separazione in Cisgiordania. Fino a quando permarrà questa situazione – è stato notato - sarà impossibile una ripresa durevole dell’economia. Il rapporto rileva, tuttavia, qualche miglioramento nei movimenti dei lavoratori palestinesi sia dalla Cisgiordania sia da Gaza. Il documento fa anche notare che il prodotto interno lordo di Israele ha registrato, nel 2003, una crescita dell’1,2 per cento. Il costo dell’occupazione, inclusa la realizzazione del muro, rappresenta la maggior parte del deficit di bilancio pari a meno 5,7 per cento dello stesso prodotto interno lordo. La disoccupazione in Israele, infine, rimane elevata specialmente tra la popolazione non ebrea.

**********

 

 

NASCE IL PRIMO CENTRO PASTORALE CATTOLICO A KATHMANDU:

UN PASSO AVANTI PER LA MISSIONE DELLA CHIESA NEPALESE

 

KATHMANDU.= E’ stato inaugurato recentemente il primo Centro pastorale cattolico del Nepal. Il complesso, intitolato a San Giovanni Maria Vianney, si trova a Godavari, 15 chilometri a sud della capitale Kathmandu, e si compone di due edifici innalzati su un terreno di 5000 metri quadrati. Una costruzione sarà la sede delle attività pastorali del Centro, mentre l’altra ospiterà il pro-prefetto apostolico in Nepal, padre Pius Perumana e quattro suore Adoratrici del Santissimo Sacramento. All’inaugurazione, presieduta dal nunzio apostolico in India e Nepal, mons. Lopez Quintana, erano presenti oltre 80 persone, tra laici e religiosi, mentre alla festa che ha seguito la Celebrazione Eucaristica, sono intervenuti numerosi indù provenienti da villaggi vicini. Molti altri fedeli non hanno potuto raggiungere la zona a causa della guerra civile fra governo e ribelli maoisti, che in sette anni ha causato la morte di circa 9000 persone. Intanto, secondo fonti governative, negli ultimi giorni oltre mille civili sono stati sequestrati dal gruppo maoista nepalese. Tuttavia, nonostante i gravi rischi e pericoli, i religiosi e i laici cattolici che lavorano in Nepal non rinunciano a portare avanti il loro impegno di evangelizzazione, specialmente nell’ambito dell’educazione scolastica. Il Paese conta circa 6000 cattolici su 23 milioni di abitanti. La Chiesa cattolica, che non ha ancora ottenuto il riconoscimento giuridico ufficiale da parte del governo ed è considerata alla pari di una Organizzazione non governativa, deve scontrarsi anche con una legge induista anti-conversione che vieta di convertire qualcuno ad un’altra fede. (R.M.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

2 giugno 2004

- A cura di Fausta Speranza -

 

Sono quattro i morti e 20 i feriti per l’autobomba esplosa questa mattina a Baghdad. Colpi d’arma da fuoco e tensione a Nassiryia: uomini armati a bordo di un'auto hanno sparato contro i Lagunari ma senza ferire nessuno dei soldati italiani. Un gruppo armato iracheno ha dichiarato alla televisione Al Arabija che ucciderà un cittadino turco e uno egiziano che tiene in ostaggio, se i loro due Paesi non condanneranno la presenza americana in Iraq. Nella notte a Baghdad sono stati rapiti due polacchi di una società di costruzione, di cui uno è riuscito a fuggire. E da parte sua, il ministero degli esteri giapponese ha sollecitato per l'ennesima volta giornali e radiotelevisioni a ritirare dall'Iraq tutti i loro dipendenti. Intanto, si discute delle prospettive sul piano politico, dopo la formazione ieri del nuovo governo e l’elezione del presidente. Il servizio di Fausta Speranza:

 

**********

L'occupazione dell’Iraq terminerà il 30 giugno e da quella data il nuovo governo ad interim sarà totalmente sovrano. E’ quanto emerge dall’ultima bozza di risoluzione Onu sull’Iraq, elaborata dopo le modifiche apportate a quella presentata da Stati Uniti e Gran Bretagna. Il documento, accogliendo i suggerimenti avanzati da Cina, Francia, Russia e Germania, elenca in modo più preciso i vari passaggi previsti nel cammino degli iracheni verso l’autonomia: dalle elezioni del gennaio 2005 all'obiettivo di avere un governo definitivo in carica per il dicembre dello stesso anno. Gli iracheni giocheranno progressivamente un ruolo sempre più importante per assicurare la sicurezza e la stabilità nel Paese, viene sottolineato nella bozza che contiene anche un’indicazione meno vaga del testo precedente sul ritiro delle forze straniere dall'Iraq: il mandato finirà al termine del ''processo politico'' che vedrà l'approvazione di una Costituzione e l'elezione di un governo permanente, con pieni poteri. In ogni caso, si dice che il governo ad interim che uscirà dalle elezioni del gennaio prossimo potrà chiedere il ritiro delle truppe straniere dal Paese ma spiegando che potrebbe scattare solo dopo una risoluzione apposita del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Oggi era previsto l'incontro tra il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, e i rappresentanti di 48 Paesi che costituiscono il cosiddetto 'gruppo degli amici dell'Iraq' ma è stato rinviato ai prossimi giorni, per motivi organizzativi.

**********

 

Due uomini armati, presumibilmente militanti islamici legati all'attacco alla città petrolifera di al Khobar, sono stati uccisi oggi dalle forze di sicurezza in Arabia Saudita. E’ successo a Ta'if, nella parte occidentale del Paese, non lontano da Gedda e dalla Mecca. Nella capitale, Riad,invece, sempre questa mattina militanti islamici hanno sparato durante un tentativo di attacco ad un complesso residenziale per stranieri.  Secondo la polizia locale non ci sono feriti.

 

Entro la fine del 2005 non resterà più alcun ebreo nella striscia di Gaza: lo ha ribadito oggi il premier israeliano Ariel Sharon durante un dibattito nella commissione parlamentare per gli affari esteri e la difesa. Lo ha riferito la radio militare secondo cui Sharon ha ribadito di essere determinato a realizzare la propria politica di ritiro da Gaza ''senza riduzione alcuna'', malgrado la forte  opposizione incontrata nei giorni scorsi in seno al governo e  nella stessa Knesset (parlamento). Sharon ritiene che domenica, nel corso della prossima seduta del consiglio dei ministri, otterrà dal governo un voto di assenso. Intanto, a Gaza l’agguato teso questa mattina ad un convoglio israeliano si è concluso con l'uccisione di due militanti islamici. L’episodio è stato rivendicato da Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Mentre ieri sera a Nablus, nel nord della Cisgiordania, l'esercito israeliano ha compiuto un’incursione con mezzi blindati.

Prima l’omaggio al milite ignoto da parte del capo dello Stato, all’Altare della Patria, poi la parata militare a Via dei Fori Imperiali: sono i due momenti della solenne cerimonia per la festa della Repubblica, questa mattina a Roma. Non sono mancati minuti di tensione per le strade della capitale: alcune decine di disobbedienti si sono scontrati con forze dell’ordine e altri appartenenti al gruppo “Basta Guerra” hanno sfilato indossando cappucci e tuniche nere, simili a quelle mostrate nelle fotografie delle torture nelle carceri irachene. La polizia ha bloccato una troupe della televisione La7 e le ha sequestrato, per quasi un’ora, una cassetta che riprendeva il fermo di cinque manifestanti. Il presidente della Repubblica, Ciampi, sottolinea che la festa della Repubblica rappresenta un’occasione per ricordare anche “l’abnegazione, il coraggio di tutti coloro che difesero la Patria” e i militari in missione oggi nel mondo. Il servizio di Luca Collodi:

 

**********

(Inno italiano – Voce presidente Ciampi)

 

“Più di novemila soldati e ufficiali, uomini e donne, in Kosovo, in Bosnia, in Albania, in Afghanistan, in Iraq e in altre parti del mondo. Portatori di libertà, sicurezza e pace".

 

Almeno 100mila persone, nonostante la minaccia della pioggia, hanno applaudito lungo i Fori imperiali a Roma le bandiere di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Finanza. La Banda della Brigata alpina Aosta ha suonato "l'Inno alla gioia", accompagnando le bandiere dell'Onu, dell'Europa e della Nato. "Le Forze armate al servizio del Paese" è stato il tema scelto quest'anno per la 58.ma Festa della Repubblica. Alla presenza delle massime autorità dello Stato, dei leader politici del Polo e della Lista Prodi, assente l'ala pacifista della sinistra, hanno sfilato reparti a cavallo, lo storico squadrone dei Lancieri di Montebello (che nel 1859 fermò l'avanzata austriaca), uomini e mezzi  delle Brigate Garibaldi e Ariete (impegnate in Iraq), della Brigata alpina Taurinense (operativa in Afghanistan), della Brigata Pozzuolo del Friuli, in cui militava il lagunare Matteo Vanzan ucciso a Nassiriya, della Brigata paracadutisti Folgore, lagunari e incursori della Marina, carabinieri, avieri e genio. Festa di popolo anche per i Corpi Civili al servizio dello Stato.

 

Nel messaggio all'Italia per la Festa della Repubblica, Ciampi ha ricordato come il 2 giugno 1946, scegliendo la Repubblica con un libero voto, gli Italiani scelsero, nella scia degli ideali del Risorgimento, la libertà e l'unità della Patria". Il Capo dello Stato sottolinea l'impegno nella costruzione di un Paese capace di darsi una Costituzione che esalta la concordia tra i cittadini, il rispetto reciproco tra le forze politiche e tra le parti sociali per il bene e il progresso generale. "Ma senza rispetto tra cittadini, forze politiche e parti sociali non c'è dialogo nel Paese e in Parlamento”.

 

(Musica Banda dei Carabinieri)

**********

Si fa drammatica la situazione nella Repubblica Democratica del Congo. Oggi la città orientale di Bukavu, dove stamani erano ripresi i combattimenti tra truppe governative e reparti militari di insorti, è caduta nelle mani dei ribelli. Occupati i centri nevralgici, mentre cresce la preoccupazione che la crisi coinvolga Paesi confinanti e possa, quindi, far riesplodere la violenza in tutta la regione dei Grandi Laghi. Quali i motivi di questo nuovo conflitto, Giancarlo La Vella lo ha chiesto ad un missionario di cui, per motivi di sicurezza, garantiamo l’anonimato:

 

*********

R. – Da questa mattina hanno preso la città. La motivazione per loro è che vogliono liberare Bukavu da tutti i pesi inutili.

 

D. – Lei si trova proprio nelle vicinanze di dove sono scoppiati gli scontri. Che cosa è successo?

 

R. – Hanno cominciato questa mattina con armi pesanti e leggere. Hanno tolto innanzitutto la corrente elettrica. Ieri sera eravamo andati a letto con un po’ di respiro perché avevamo saputo che si erano messi d’accordo per un cessate-il-fuoco, mentre stamattina ci siamo risvegliati con tutti questi colpi di armi che continuano ancora in questo momento.Dopo aver preso alcuni contatti ho avuto la conferma che la città era caduta nelle mani dei Bagnamulé. La città è occupata, l’arcivescovado, la posta, le banche il comune e soprattutto le radio sono circondati dagli invasori.

 

D. – Si dice che stiano per entrare in Congo anche due reparti del Rwanda?

 

R. – Ho avuto altre conferme che durante la notte siano entrati degli altri soldati provenienti dalla frontiera con l’Uganda.

 

D. – In questa situazione come riuscite in qualche modo a muovervi?

 

R. – Oggi non ci si muove affatto.Siamo tutti in casa in attesa degli avvenimenti.

*********

 

Il re del Nepal Gianendra ha richiamato oggi l'ex primo ministro Sher Bahadur Deuba che aveva licenziato nel 2002 dopo averlo accusato di ''incompetenza'' per gli insuccessi nella lotta contro i ribelli maoisti.  Con un comunicato emesso a palazzo il re ha nominato nuovo primo ministro Deuba affidandogli maggiori poteri di quanti ne aveva il suo predecessore. Deuba era stato l'ultimo primo ministro di nomina parlamentare prima di essere estromesso dal potere e prima che lo stesso re prendesse di fatto la direzione dell'esecutivo. Il suo licenziamento, lo scioglimento del parlamento e il rinvio sine die delle elezioni sono stati all'origine di una lunga crisi politica accompagnata da manifestazioni di piazza che chiedevano il ritorno alla democrazia parlamentare. 

 

I ministri delle finanze dell’Unione europea hanno approvato all'unanimità la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell'Olanda, nella riunione oggi in Lussemburgo. l deficit olandese ha superato la soglia del 3% del Pil nel 2003, al 3,2%, e senza misure aggiuntive rischia di arrivare al 3,5% anche nel 2004.  L'Olanda e' il quarto paese, dopo Portogallo, Germania e Francia, contro il quale e' stata lanciata una procedura per deficit eccessivo.

 

Militari afghani hanno respinto un massiccio attacco di combattenti filo-Taleban nella provincia di Zabul, nel sud dell'Afghanistan. Lo afferma il comandante provinciale della polizia afghana, secondo il quale nei combattimenti, durati diverse ore, sono rimasti uccisi almeno tre guerriglieri e tre soldati di Kabul.

 

=======ooo=======