RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 28 - Testo della Trasmissione di mercoledì
28 gennaio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
Da Los Angeles le nomination per gli Oscar.
CHIESA E SOCIETA’:
Parte dall’Italia una maxi-operazione internazionale antidroga
Chiesa del Sudan per la ricostruzione civile del Paese
Meeting di Venezia su malattie dovue a scarsità igienica e
malnutrizione
Avviato dagli Usa il rimpatrio di quasi 1700 brasiliani
Medio Oriente: 13 palestinesi uccisi nella
Striscia di Gaza. Da oggi in Terra Santa l’arcivescovo di Canterbury
Oggi a
Londra l’atteso rapporto sul caso David Kelly
Primarie
negli Stati Uniti: vince ancora, nel New Hampshire, il democratico John Kerry
che diventa l’avversario più accreditato di Bush per la corsa alla Casa Bianca
Esperti
riuniti a Bangkok per l’influenza aviaria.
28 gennaio 2004
DIO NON E’ UN REMOTO SOVRANO DI UN MONDO DORATO
MA E’
VIGILANTE PRESENZA SCHIERATA
DALLA
PARTE DEL BENE E DELLA GIUSTIZIA:
COSI’
IL PAPA STAMANE ALL’UDIENZA GENERALE
L’uomo esposto all’agire del male è l’immagine offerta dal
Salmo 10 che il Papa ha scelto per la catechesi di questa mattina, all’udienza
generale nell’Aula Paolo VI. E’ quanto l’uomo sperimenta nel quotidiano, ha
affermato Giovanni Paolo II per poi spiegare quale “orizzonte di luce e di
pace” potrà contemplare il giusto che si abbandona con “serena fiducia nel Dio
che libera dal male”. Il servizio di Fausta Speranza:
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“Il Signore si schiera a fianco di colui che desidera la
giustizia e la cerca”. E’ la certezza ribadita dal Papa anche con altre parole:
“Il Signore non è
un remoto sovrano, chiuso nel suo mondo dorato, ma una vigilante Presenza
schierata dalla parte del bene e della giustizia”.
Queste affermazioni vengono incontro al fedele che - ha
spiegato il Santo Padre - “si sente solo e impotente di fronte all’irruzione
del male”. Ecco che il Salmo 10 aiuta a ripercorrere le tappe della
comprensibile dimensione umana. Lo fa sostanzialmente con due scene: la prima
racconta l’esperienza dell’uomo giusto che “di fronte all’apparente trionfo
dell’empio” prova “una sorta di scoraggiamento” . E’ “il giorno dell’oscurità e
della prova” in cui la “radice di ogni fiducia e la sorgente di ogni speranza”
è riposta in questa certezza: “Giusto è il Signore. Ama le cose giuste”. Il
Papa si è soffermato, in particolare, sull’immagine “dell’occhio divino la cui
pupilla è fissa e attenta alle nostre azioni”, definendola “suggestiva e
consolante”. E c’è poi la seconda scena in cui si mettono in evidenza i simboli
del “giudizio di Dio che fa giustizia sulla terra”, che “purifica la storia
condannando il male”: “brace, fuoco e zolfo che il Signore farà piovere sugli empi”.
Ma non è questa la vera conclusione del Salmo, ha sottolineato il Papa. Non è
“questo tragico quadro di punizione e di condanna” quello che resta al giusto
ma, piuttosto, l’esperienza di “comunione gioiosa”. “Gli uomini retti vedranno
il suo volto”: è la frase del Salmo ricordata da Giovanni Paolo II per
sottolineare che “il Signore è giudice
giusto ma, soprattutto, liberatore misericordioso”.
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ALTRE
UDIENZE, RINUNCE E NOMINE
Giovanni
Paolo II ha ricevuto oggi in udienza anche il cardinale vicario Camillo Ruini e
presidente della Conferenza episcopale italiana.
Il Santo Padre ha inoltre accettato stamane, per raggiunti
limiti di età, le rinunce in Brasile al governo pastorale: dell’arcidiocesi di
Brasilia, presentata dal cardinale José Freire Falcão,
nominando alla stessa carica mons. João Braz de Aviz, finora arcivescovo di Maringá;
dell’arcidiocesi di Aparecida presentata dal cardinale Aloísio Lorscheider,
nominando allo stesso incarico mons. Raymundo Damasceno Assis, finora vescovo
titolare di Novapietra e Ausiliare di Brasília; dell’arcidiocesi di Belo
Horizonte dal cardinale Serafim Fernandes de Araújo, nominando mons. Walmor Oliveira de
Azevedo, finora vescovo titolare di Caliabria e ausiliare di São
Salvador da Bahia.
OCCORRE
DARE SICUREZZA AI POVERI, PROTEGGERE LA FAMIGLIA
E
DIFENDERE LA VITA, IN OGNI SUA FASE: COSI’ GIOVANNI PAOLO II NEL MESSAGGIO
PER IL
450.MO ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DELLA CITTA’ DI SAN PAOLO
- A
cura di Barbara Castelli -
Cosciente
del “profondo impegno teso a promuovere l’unità del genere umano”, “desidero
congratularmi con tutti quanti voi, dall’ultimo bracciante fino alle più alte
cariche dello Stato, per le energie profuse nel mantenere sempre vivo lo
spirito indomito che ha accompagnato la storia del Brasile”. Con queste parole
Giovanni Paolo II si rivolge in un messaggio al cardinale Claudio Hummes,
arcivescovo di San Paolo, in occasione del 450.mo anniversario di fondazione della
capitale latinoamericana.
Tra tutti i frutti di questa lunga avventura, iniziata il
25 gennaio 1554 ad opera dei gesuiti José Anchieta e Manoel da
Nóbrega, il Papa ricorda “la promozione del bene comune di tutti i segmenti
della società”. San Paolo, “amalgama di razze e culture”, rappresenta, dunque,
ai nostri giorni un modello per tutto il Paese, un modello fondato sulla
comprensione, la solidarietà, la giustizia e la pace.
Nel Messaggio trovano spazio riconoscimenti per il passato
e speranze per il futuro. E’ fondamentale conclude, il Pontefice, “tendere una
mano ai poveri e agli emarginati con una giusta distribuzione della ricchezza;
difendere l’istituzione della famiglia e la vita, dal suo concepimento fino alla
fine; accogliere gli immigrati e favorire una giusta ripartizione del lavoro;
ed, ancora, stimolare sempre più l’insegnamento, pubblico e privato, per tutti
gli strati della società”.
PRESIEDUTA
DAL PAPA LA SOLENNE CELEBRAZIONE
PER
LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE IL PROSSIMO 2 FEBBRAIO, GIORNATA DELLA
VITA CONSACRATA
-
A cura di Alessandro De Carolis -
Sarà Giovanni Paolo II a presiedere, il prossimo 2
febbraio nella basilica di San Pietro alle 17.30, la celebrazione per la Festa
della Presentazione del Signore, nella Giornata della vita consacrata. Il Papa
presiederà la liturgia della Parola e benedirà le candele, oltre a prendere parte alla processione
iniziale. Al termine dell’omelia, guiderà il ringraziamento a Dio per il dono
della vita consacrata e impartirà la benedizione apostolica al termine della Santa Messa.
La
liturgia eucaristica sarà presieduta dal prefetto della Congregazione per gli
Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, il cardinale
Eduardo Martínez Somalo. Con lui, concelebreranno i membri del dicastero
pontificio e i sacerdoti appartenenti al Consiglio direttivo dell'Unione
superiori generali.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l'Iraq,
dove nelle ultime ore si sono registrati altri attacchi ed agguati che
hanno provocato nuove vittime.
Nelle vaticane, la catechesi e
la cronaca dell'udienza generale.
Una pagina ad un mese dal barbaro assassinio
dell'Arcivescovo Courtney, Nunzio Apostolico in Burundi: un articolo di
Gabriele Nicolò ed il ricordo di Achille Nsabimana, della Congregazione degli
Apostoli del Buon Pastore.
Nelle estere, Medio Oriente:
tredici palestinesi uccisi da soldati israeliani durante un'incursione
dell'esercito a Gaza; l'Egitto presenterà all'Aja un memorandum contro il
"muro".
Nella pagina culturale, un
articolo di Pietro Borzomati sulla figura di Don Domenico Farias (1927-2002),
cui la rivista "La Chiesa nel tempo" ha dedicato un numero unico.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la verifica nel Cdl: "un inizio difficile". Si parla di
rimpasto e di collegialità.
28
gennaio 2004
CONTRO
IL GENOCIDIO, COSTANTE MINACCIA PER L’UMANITA’,
LA
SANTA SEDE CHIEDE DI MIGLIORARE GLI STRUMENTI LEGALI ESISTENTI
E
RAFFORZARE IL RUOLO CENTRALE DELLE ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI:
COSI’
IERI MONS. CELESTINO MIGLIORE,
ALLA
CONFERENZA INTERNAZIONALE PER LA PREVENZIONE DEI GENOCIDI
- A
cura di Barbara Castelli -
Oltre 40 aree nel mondo sono a rischio genocidio. E’ la
denuncia lanciata ieri a Stoccolma, in Svezia, dal professor Yehuda Bauer, ex
direttore dell’Istituto internazionale di studi sull’Olocausto Yad Vashem di
Gerusalemme, dal palco della Conferenza internazionale per la prevenzione dei
genocidi. Secondo uno studio americano, realizzato sulla base delle precedenti
esperienze di stermini di massa, Sudan, Burundi, Rwanda e Repubblica
democratica del Congo sono oggi i Paesi maggiormente a rischio. Nel suo
intervento, inoltre, Bauer ha sintetizzato due principali segnali d’allarme: le
minacce di genocidio contro interi gruppi etnici, e il diffondersi di
ideologie, come il nazional-socialismo, il comunismo sovietico e l’Islam
radicale.
Tra i
60 governi e organizzazioni internazionali presenti a Stoccolma, anche la
delegazione della Santa Sede, guidata da mons. Celestino Migliore, osservatore
permanente all’ONU. Nel corso del suo intervento, il presule ha invitato tutti
a “migliorare gli strumenti legali esistenti”, a “rafforzare il ruolo centrale
delle organizzazioni internazionali, regionali e sub-regionali” e a impegnarsi
“nella vigilanza e nell’educazione”. Ma come opera la Santa Sede nella
prevenzione dei genocidi? Emanuela Campanile lo ha chiesto proprio a mons.
Celestino Migliore.
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La Santa Sede in questo ambito appoggia tutte le misure
legislative e internazionali sul tema, a partire dalla Convenzione del ‘48
contro il genocidio, fino allo Statuto di Roma sulla Corte penale
internazionale del 1998, alla cui redazione la Santa Sede ha partecipato molto
attivamente. Riteniamo, inoltre, fondamentale che si metta in pratica
concretamente tutto quel bagaglio di legislazione internazionale di cui
disponiamo. Anche in questo lavoro di implementazione la Santa Sede è attiva
nel dare il proprio contributo.
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“La prevenzione e la punizione degli autori di atrocità,
come genocidio, assassinii di massa e crimini contro l’umanità – ha sottolineato
invece stamani il rappresentante del Brasile, l’ambasciatore Elim Dutra –
rappresentano una priorità dell’agenda mondiale”. La tre giorni di Stoccolma,
in Svezia, si concluderà oggi con l’approvazione di un documento finale.
DA
DOMANI A MADRID LA PRIMA CONFERENZA MONDIALE
SULLA
COMUNICAZIONE NELL’AMBITO DEL TURISMO
-
Intervista a mons. Piero Monni -
Comunicazione e turismo. Da domani a Madrid per la prima
volta rappresentanti di tutto il mondo del settore pubblico e privato insieme
ad esponenti dei media discuteranno per due giorni su come rendere efficace la
comunicazione in ambito turistico, uno dei più importanti comparti
dell’economia mondiale. La Conferenza,
promossa dall’Organizzazione mondiale del turismo (Omt), con il sostegno
del Ministero dell’Economia spagnolo e della Cnn, presenta un programma ricco
di argomenti di attualità, come la comunicazione in tempo di crisi, dopo gli
attacchi terroristici a località turistiche, la guerra in Iraq e l’epidemia di
polmonite atipica, ed ora il virus aviario; si parlerà poi del ruolo delle
comunicazioni per il rispetto del Codice etico mondiale per il turismo e si
affronteranno temi nuovi come il mercato in espansione del turismo on line e
scottanti come il turismo sessuale. Su questi particolari aspetti Roberta
Gisotti ha intervistato mons. Piero Monni, osservatore permanente della Santa
Sede, presso l’Organizzazione mondiale del turismo.
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D. – Di che cosa deve tenere conto una comunicazione
corretta in ambito turistico?
R. – Oggi, partiamo dal concetto che l’informazione –
specialmente online – offre al turista tante novità: si vede la località, si
vede l’albergo, si vede anche il cibo che si potrà consumare, si vedono le
persone. Quando si affronta, quindi, un viaggio turistico si sa già quello che
si deve affrontare, per cui se l’informazione è corretta la meta turistica
diventa non soltanto più appetibile ma diventa più sicura. In certi Pase,
purtroppo, si verificano talvolta situazioni drammatiche, perché non è presente
né una adeguata protezione politica, giuridica, sanitaria ma non è presente
neppure un rapporto diplomatico e quindi il turista si trova in balia di se
stesso e spesso si trova in situazione veramente molto difficili.
D. – Si decanta molto la libertà su Internet, la libertà
di comunicare, ma questa libertà forse non può essere sempre e comunque
illimitata, perché può nascondere molti rischi ed anche possibilità di truffe o
di speculazioni delittuose?
R. – Su Internet il turismo ha un grande campo di
pubblicità. Naturalmente Internet, in campo turistico, deve essere utilizzato
con grande prudenza perché potrebbe diventare – come diventa spesso – uno
strumento per il turismo sessuale, specialmente per quanto riguarda il
criminale rapporto che si chiama pedofilia.
D. – Da questa Conferenza ci si aspettano anche dei passi
per contrastare maggiormente il turismo sessuale?
R. – E da anni stiamo combattendo, affinché il turismo
sessuale venga ridimensionato e soprattutto …
D. – venga perseguito…
R. – Sì, perseguito. Alcuni Paesi hanno omologato le
leggi, che ormai sono presenti sia nell’Unione Europea che in molti altri
Paesi. Il turismo sessuale è una piaga che disonora la nostra società moderna.
D. – Sappiamo bene che il turismo è una grande opportunità
che può essere offerta ai Paesi più poveri per emancipare le loro economie?
R. – Certamente è un grande aiuto per i Paesi terzi.
Sappiamo che molti Stati vivono soltanto del turismo. Basterebbe pensare a
quello che succede nei Caraibi, nelle Baleari e in certi Paesi del Medio ed Estremo
Oriente. Purtroppo, e mi ricollego alla domanda precedente, proprio per avere
questo budget pubblicitario e finanziario molti Paesi chiudono un occhio e
tollerano il turismo sessuale. Purtroppo questo turismo sessuale è fonte di
benessere per le grandi mafie internazionali, dalla triade alla jakuza
giapponese. La triade cinese, ad esempio, organizza molto bene i suoi affari ed
esporta bambini negli Stati Uniti ed anche in Italia. Questo commercio del
turismo sessuale comporta miliardi di dollari, anche a Wall Street il turismo
sessuale viene valutato in borsa e purtroppo questo crea una situazione di
criminalità nascosta nella quale convergono anche persone di potere.
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NOTA
DELLA CURIA GENERALIZIA DELLE BRIGIDINE IN MERITO
ALLE
ACCUSE RIVOLTE ALLA MADRE SUPERIORA, TEKLA FAMIGLIETTI,
APPARSE
OGGI SULLA STAMPA ITALIANA,
- A
cura di Fausta Speranza -
Stupore ha suscitato in Italia la notizia delle accuse a Madre Tekla Famiglietti, abbadessa
delle Brigidine. “Avendo appreso con profondo dolore le infamanti menzogne,
esprimiamo la nostra solidarietà”. E’ quanto si legge nella nota della Curia
Generalizia delle Brigidine, pubblicata oggi dopo le notizie di agenzia e di
stampa che riferiscono che per madre Tekla, 66 anni, da 24 superiora, è stato
chiesto dal Procuratore della Repubblica il rinvio a giudizio, perché accusata
da sei novizie indiane di maltrattamenti.
La vicenda è iniziata un anno fa quando si sono
allontanate tra le polemiche dal convento dell’Abbazia di Farfa, nei pressi di
Rieti. “Smentiamo in tutta verità all’unanimità e con profonda convinzione
tutte le notizie riportate”, in particolare, da un articolo sul Messaggero
intitolato “Suore schiave, indagata la badessa”: lo scrivono le Brigidine nel
comunicato, confermando un “trattamento affettuoso e materno, religioso e
umano” per tutte le sorelle. Sottolineando che la maggioranza delle Superiore
della Congregazione nel mondo sono proprio indiane, le Brigidine definiscono
infamante e falsa l’espressione “schiavizzazione di sorelle extracomunitarie”,
riportata nell’articolo. Alla Madre Tekla esprimono il riconoscimento per il
servizio svolto “con grande maternità, profonda saggezza, enormi sacrifici”.
Resta da dire che il Capitolo Generale e la Madre Abbadessa si riservano di
adempiere le azioni legali a “tutela della verità e dell’onorabilità della
Chiesa e dell’Ordine”.
INAUGURATA
IERI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
LA
MOSTRA “MEMORIA DELLA SHOA”
- Ai
nostri microfoni Pierferdinando Casini e Riccardo Di Segni -
“Niente è più nobile della memoria per bloccare l'odio tra le genti”: è
quanto ha affermato Elie Wiesel, premio Nobel per la Pace sopravvissuto al
lager nazista di Auschwitz, che ha
assistito alla partita della Memoria che ha chiuso la giornata voluta per
mantenere vivo il ricordo dell'Olocausto. Allo Stadio Olimpico di Roma, ieri
sera, erano sei le candele accese per ricordare i 6 milioni di ebrei uccisi durante
la Shoah. Ma sono state tante le
iniziative e le testimonianze, tra cui la mostra “Memoria della Shoah”, a cura
di Gianfranco Moscati, che è stata inaugurata ieri pomeriggio alla Camera dei
Deputati alla presenza del presidente Pierferdinando Casini, dell’ambasciatore
di Israele Ehud Gol, del rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, del
Consigliere dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Dario Tedeschi. Il
servizio di A.V.:
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Trasmettere il peso della storia ai propri figli, per
formare una matura coscienza civile. Prima dell’inaugurazione ufficiale, è una
visita familiare del Presidente della Camera Casini, a porte chiuse, a darci il
senso della mostra documentaria sulla Shoah, quel soffermarsi stupito di occhi
infantili su foto di coetanei scheletriti, sui loro disegni fantastici liberati
dai campi dove essi invece avrebbero trovato la morte. Ascoltiamo le sue prime
impressioni:
“L’importanza di trasmettere ai giovani, ai nostri figli,
in particolare ciascuno ai propri, far capire che l’umanità è capace di atti di
generosità molto grandi, ma anche di atti terribili. E credo che gli abissi in
cui siamo sprofondati con le leggi razziali testimoniano che anche noi dobbiamo
farci carico per quella parte di responsabilità nazionale che abbiamo, di un
cammino che non sempre è stato costellato di virtù, ma anche di orrori”.
La collezione di Moscati ha il sapore di una narrazione
privata: cartoline di deportati, ritagli di giornale, il diario di una
sopravvissuta, il grato ricordo dei Giusti. In questa direzione anche la
testimonianza del ruolo svolto dalla Chiesa. La mostra segue un percorso
storico: dalla prima pagina del Messaggero, l’11 novembre 1938, che annuncia la
promulgazione delle leggi razziali, al decreto del governo alleato del 20
gennaio 1944, che reintegra nei diritti civili e politici gli ebrei. Il rabbino
Riccardo Di Segni:
“Quello che bisogna fare in questi ricordi è appunto
riportare dalla statistica al caso personale, e quando c’è il caso personale –
qua sono milioni di casi personali – ci si rende conto dell’enormità della
tragedia. Quindi, la memoria di ogni famiglia è una delle chiavi per costruire
una società migliore”.
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DA LOS
ANGELES LE NOMINATION DEGLI
OSCAR 2004,
CHE
SARANNO ASSEGNATI IL 29 FEBBRAIO
- Il
servizio di Enzo Natta -
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Per il
2004 la sfida si concentra nel super confronto tra “Il Ritorno del re”, terzo
episodio de “Il Signore degli anelli” e “Master and Commander”, film accomunati
non soltanto dall’identica matrice epica e avventurosa, dalla magniloquenza di
prestigiosi effetti speciali, ma soprattutto da registi e interpreti arrivati
ad Hollywood da Paesi lontani: dall’Australia e dalla Nuova Zelanda.
Ma tra
il bagno di nomination e le grancasse pubblicitarie che contribuiscono a
gonfiare le vele di questi due colossi, di ottime chance godono anche “Mystic
River” di Clint Eastwood e “Lost in translation” di Sofia Coppola. Il primo,
capace di fondere i meccanismi del thriller con il dramma di coscienza. Il
secondo, in grado di fornire risvolti esistenziali e problematici agli
inariditi schemi della commedia. Sul nome di Sofia Coppola si concentrano le
maggiori attese dell’edizione 2004. Nella storia del cinema, infatti, dopo Lina
Wertmüller per “Pasqualino sette bellezze” e Jane Campion per “Lezioni di
piano”, Sofia Coppola è la terza donna a conquistare una nomination per la
regia. Per il miglior film straniero sono candidati “Le invasioni barbariche”,
“Evil”, “Twilight Samurai”, “Tween Sisters” e “Zelary”. Inutile cercare il
titolo di un film italiano nelle formazioni appena annunciate. “Io non ho paura”
di Gabriele Salvatores non ce l’ha fatta.
Per la Radio Vaticana, Enzo Natta.
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28
gennaio 2004
I VESCOVI DEL MESSICO CRITICANO
DURAMENTE
LA DECISIONE DELLA AUTORITA’
SANITARIE DI PERMETTERE
L’USO DELLA “PILLOLA DEL GIORNO
DOPO” IN QUALITA’ DI CONTRACCETTIVO.
“E’ UN FARMACO ABORTIVO”,
RIBADISCONO I PRESULI
CITTA’
DEL MESSICO. = No all’uso della “pillola del giorno dopo”. La Chiesa messicana,
per bocca del presidente della Conferenza episcopale locale, il cardinale José
Guadalupe Martin Rabago, ha fermamente invitato le autorità sanitarie del Paese
a sospendere l’autorizzazione al ricorso al farmaco approvata dal Ministero
della Sanità lo scorso 23 gennaio. Il porporato, arcivescovo di Città del
Messico, ha criticato l’emendamento che considera la pillola del giorno dopo un
metodo contraccettivo. “Anche se lo definiscono in questi termini - ha detto -
se causa l’aborto, si può parlare solo di omicidio. Non si può uccidere così un
innocente”. “Attraverso questa decisione le autorità hanno manifestato tutto il
loro disprezzo nei confronti della vita dei più vulnerabili”, ha fatto eco
padre Joerge Palencia, responsabile della Pastorale della salute, che
all’indomani del varo della normativa, ha convocato una conferenza stampa
congiunta con l’Associazione dei Medici cattolici dell’arcidiocesi e con Pro
vita. “Non si è minimamente tenuto conto – ha aggiunto - che la maggioranza
del Paese è cattolica. Sarà quindi l’opinione pubblica a far compiere un passo
indietro al governo locale”. Il sacerdote ha annunciato una serie di campagne
informative nelle scuole e nelle parrocchie: “Non è escluso che la pillola del
giorno dopo figuri tra i temi che tratteremo in Quaresima”. Inoltre, la
Conferenza episcopale messicana ha reso noto che le donne che faranno uso della
pillola abortiva “del giorno dopo” non potranno ricevere la Comunione. (A.D.C.)
DISARMO
GENERALE E RINASCITA MORALE AD OGNI LIVELLO:
QUESTE
LE INDICAZIONI DELLA CHIESA DEL SUDAN, CHE INTENDE COLLABORARE
CON LO
STATO ALLA RICOSTRUZIONE CIVILE DEL PAESE
NAIROBI.
= La Chiesa sudanese ha intenzione di partecipare attivamente al processo di
pace in corso nel Paese africano, dando voce alla società civile e collaborando
alla ricostruzione della nazione. È il messaggio contenuto nella Lettera
pastorale elaborata dalla Conferenza episcopale sudanese in un recente incontro
straordinario sulla pace, svoltosi nella città keniota di Nairobi. Diffuso in
queste ore dal vescovo di Rumbek, il comboniano Cesare Mazzolari, il documento
– riferisce la Misna - si apre affermando che “la pace sembra aver trovato casa
in questa terra”, aggiungendo però che si tratta di un concetto “prezioso e
fragile ad un tempo, che necessita di essere accolto, mantenuto e rafforzato”.
Ricordando l’umanità martoriata dal ventennale conflitto tra governativi ed
‘Esercito di liberazione popolare del Sudan’ (Spla) nel sud del Paese, e sottolineando
l’importanza di quattro elementi - “libertà, amore, verità, giustizia” - la
comunità ecclesiastica chiede di giocare un ruolo attivo nel dopoguerra
sudanese. “Chiesa, Stato e tutte le persone di buona volontà - si legge nel
testo - devono unirsi per porre fine a illegalità, criminalità e anarchia se
vogliamo che la pace perduri in Sudan”. Per garantire ordine e sicurezza, i
presuli suggeriscono il “disarmo di tutto il personale non militare”, “misure
di prevenzione del crimine”, comportamenti morali corretti da parte dell’intera
popolazione ed eventuali concessione di amnistie esclusivamente “nel rispetto
di coloro che hanno subito ingiustizie”. I vescovi riuniti a Nairobi sostengono
inoltre che la Chiesa “intende partecipare con lo Stato alla formulazione,
nello spirito e nella lettera, della nuova Costituzione e al rinnovamento del
sistema legale”. (A.D.C.)
LE
MALATTIE DOVUTE A SCARSITA’ IGIENICA E MALNUTRIZIONE
UCCIDONO
OGNI ANNO DIECI MILIONI DI BAMBINI.
IL
DATO RESO NOTO AL MEETING DI VENEZIA DEDICATO AL TEMA.
L’OBIETTIVO
DEGLI ESPERTI E’ QUELLO DI DIMEZZARE I DECESSI ENTRO IL 2015
VENEZIA.
= Ogni anno muoiono nel mondo circa dieci milioni di bambini, 30 mila al
giorno, uccisi dalla polmonite - che da sola causa due milioni di decessi sotto
i 5 anni - ma anche da diarrea, malaria, malnutrizione, morbillo e aids. E' uno
dei temi in discussione nel meeting internazionale che si conclude oggi a
Venezia, dal titolo “Salute dell'infanzia: dalla conoscenza all'azione”,
organizzato dalla Banca Mondiale, dall’Agenzia dell’Onu che si occupa della
lotta alla povertà nel Terzo Mondo e dalla Regione Veneto. L'obiettivo della
comunità internazionale è quello di portare entro il 2015 il numero dei decessi
sotto la soglia dei sei milioni, attraverso un approccio integrato, già
sperimentato con successo in un centinaio di Paesi. Nella sola Africa
subsahariana - ha ricordato Jim Tullock, responsabile dell'Oms per il settore
asiatico - ogni anno muoiono 3 milioni e mezzo di bambini. “Con l'avvento
dell'Aids - ha aggiunto - la percentuale di mortalità è raddoppiata nei bimbi
al di sotto dei 5 anni”. Sei Paesi nel mondo, da soli, hanno il non invidiabile
primato del 50% della mortalità al di sotto di questa soglia d'età: India,
Nigeria, Cina, Pakistan, Congo ed Etiopia. ''In quest'ultimo Paese - ha
ricordato Flavia Bustreo, l'esperta veneta che coordina le attività del
programma Child Survival della Banca Mondiale - ogni anno si spende un
dollaro e mezzo per persona a favore del settore sanitario”. Durante i lavori
del meeting si è discusso di integrazione delle strategie di promozione
dell'allattamento al seno, della copertura vaccinale nell'infanzia, del
controllo delle malattie infettive, dell'integrazione nella dieta della
vitamina A e della diffusione delle norme di igiene e di sanificazione
dell'acqua con quelle di riduzione della povertà. (A.D.C.)
AVVIATO
DA OGGI, DALLE AUTORITA’ STATUNITENSI, IL RIMPATRIO DI QUASI
1.700
BRASILIANI ARRESTATI NELL’ULTIMO ANNO PERCHE’
PRIVI DI DOCUMENTI D’IMMIGRAZIONE
BELO HORIZONTE. = Un rientro turbolento quello dei quasi
1.700 brasiliani a Belo Horizonte, in Brasile, che saranno rimpatriati oggi e
nei prossimi giorni, dalle autorità statunitensi perché sprovvisti dei
documenti d’immigrazione. A riguardo si è verificato, il primo accordo tra i
due Paesi, dopo lunghe e laboriose trattative che hanno visto il Brasile non
disposto a tollerare eventuali trattamenti umilianti nei confronti dei suoi
cittadini, che si sono macchiati di un reato amministrativo come l’immigrazione
illegale. Il dialogo tra i rispettivi negoziatori si è definitivamente concluso
solo dopo che gli Stati Uniti hanno accettato di non far indossare agli
immigrati, né le uniformi carcerarie né
le manette ai polsi. E’ stato anche confermato dal ministero della Giustizia di
Brasilia che i rimpatriati viaggeranno in compagnia di quattro parlamentari
brasiliani che si sono messi a disposizione per l’occasione. Al loro arrivo, in
dogana, non saranno fermati dalla Polizia ma potranno lasciare liberamente l’aeroporto.
Un portavoce del governo di Brasilia ha affermato che “Diverse autorità dei ministeri della Giustizia e
degli Esteri, oltre alla Polizia federale, offriranno la migliore accoglienza
possibile e si adopereranno per risolvere i problemi doganali”. (F.C.)
E’ PARTITA DALL’ITALIA UNA MAXI
OPERAZIONE INTERNAZIONALE ANTIDROGA.
SONO STATE ARRESTATE 180 PERSONE E SONO STATI
SEQUESTRATI MIGLIAIA DI CHILI DI
COCAINA.
ROMA. =
La maxi operazione dei Carabinieri del Raggruppamento operativo speciale ( Ros), al lavoro dall’alba contro uno dei
più grossi traffici di droga di questi ultimi anni, ha portato all’arresto di
140 persone in Italia, una quarantina in Colombia e al sequestro di migliaia di
chili di cocaina. L’operazione denominata “Decollo”, ha schierato in campo un
migliaio di militari dell’Arma, in collaborazione con la Direzione centrale dei
servizi antidroga e le forze di polizia di Colombia, Venezuela, Spagna, Olanda,
Francia e Australia. L’accusa è per associazione finalizzata al narcotraffico,
estorsione, usura, riciclaggio e altri reati. Le indagini, da più di due anni
in corso, sul traffico internazionale di droga, hanno rivelato una rete di collaborazione, che veniva gestito tra
America, Australia ed Europa dai colombiani e dalle più importanti famiglie
della ‘ndrangheta calabrese. (F.C.)
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28 gennaio 2004
- A cura di Salvatore Sabatino -
Ennesima giornata di sangue in
Medio Oriente. Violenti scontri alla periferia di Gaza hanno causato la morte
di almeno tredici palestinesi. Un gruppo di persone si è opposta all’ingresso
del contingente dell’esercito ebraico. Ne è nato un violento conflitto a fuoco
con i soldati. La notizia è stata riferita dalla radio militare israeliana.
Intanto in questo clima di tensione è iniziata la visita in Terra Santa
dell’arcivescovo di Canterbury, dottor Rowan Williams. La cronaca della
giornata da Graziano Motta:
*********
La gravità dello scontro armato odierno consiste nel fatto
che ad attaccare, prima, da distanza ravvicinata dei mezzi blindati israeliani
a presidio dell’insediamento di coloni di Netzarim, poi, a reagire al tentativo
di soldati di neutralizzare una cellula di combattenti della Jihad islamica nel
vicino quartiere di Gaza città, sono stati dei guerriglieri addestrati
nell’impiego di armi evolute e ad una tattica di vera battaglia che non ha
tenuto conto del terreno in cui si svolgeva, cioè in una zona popolata e in
mezzo a civili. Segno, questo, che la rivolta è entrata in una fase destinata
ad essere sempre più cruenta. La colpa per l’Autorità Palestinese è addossata
ai soldati israeliani. In queste condizioni le prospettive di riattivare il
processo di pace si fanno sempre più incerte.
Ieri, per convincere i palestinesi a stabilire una tregua
nella guerriglia e negli attentati terroristici, si è recato a Ramallah un
consigliere del presidente egiziano Mubarak; oggi vi è invece giunto John Wolf,
inviato del presidente Bush, che avrà anche colloqui con il primo ministro
Sharon ad un anno proprio dalla sua vittoria elettorale e di attività di
governo. Altro tentativo di promuovere la pace fra israeliani e palestinesi
viene compiuto dal nuovo capo della Chiesa anglicana, l’arcivescovo di
Canterbury, Rowan Williams, che ha cominciato oggi una visita di cinque giorni
a Gerusalemme.
Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.
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Estremamente drammatica la
situazione anche in Iraq. Ai sei militari statunitensi rimasti uccisi ieri in
due attacchi della guerriglia nei dintorni di Baghdad, bisogna aggiungere le
tre vittime causate da una potente esplosione che stamani ha devastato un hotel
e un posto di polizia al centro della capitale Baghdad. Ad esplodere
un’ambulanza guidata da un kamikaze. Probabile obiettivo era il ministro del
lavoro iracheno Sami Azara Al-Majun, che risiedeva nell’albergo. Il politico è
comunque rimasto incolume.
Intanto sul preannunciato
arrivo in Iraq di un gruppo di esperti Onu, con il compito di verificare la
possibilità di svolgere elezioni prima della transizione del potere agli
iracheni, prevista per il 30 giugno, è intervenuto il nunzio apostolico in Iraq,
Mons. Fernando Filoni. Le Nazioni Unite nel Paese mediorientale– ha riferito in
un’intervista rilasciata all’agenzia missionaria Asia News - “potrebbero avere
un ruolo di garante tra le posizioni
locali e l'amministrazione anglo-americana, quella che viene definita di
occupazione; potrebbe fungere da intermediario – ha poi aggiunto mons. Filoni -
come in un certo senso faceva Vieira de
Mello, prima di essere ucciso”.
La fase più difficile della carriera politica di Tony
Blair è iniziata ieri con la sofferta vittoria alla Camera dei Comuni
sull’aumento delle tasse universitarie chiesto dal premier britannico, ma il
vero banco di prova per Downing Street è arrivato oggi, con il rapporto della
Commissione Hutton sul sospetto suicidio di David Kelly, consulente del governo
di Londra per la guerra in Iraq. Ci colleghiamo in diretta con la capitale
britannica, dove troviamo Sagida Syed:
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Lord Hutton ha iniziato da poco a leggere il
Rapporto della Commissione parlamentare, da lui presieduta, sulla morte dello
scienziato David Kelly. Alcuni punti del suo Rapporto sono già stati anticipati
questa mattina dal tabloid britannico “Sun”, che ha pubblicato
indiscrezioni provenienti da una fonte che è stata dichiarata attendibile. Tony
Blair viene completamente scagionato da qualsiasi comportamento disonorevole o
sotterfugio che avrebbe potuto dare impulso alla morte dello scienziato. Con il
premier britannico sono stati assolti anche gli altri membri del Gabinetto
coinvolti nella vicenda.
Nessun complotto anche per quanto riguarda il
consulente per la comunicazione Campbell, accusato di aver ordito un linciaggio
mediatico del dottor Kelly, che in conseguenza di ciò aveva rassegnato le
proprie dimissioni. Il ministro della Difesa, Geoff Hoon, accusato di aver dato
Kelly in pasto alla stampa, se la cava con lievi critiche per non aver avvisato
in tempo lo scienziato che il suo nome era stata diffuso. Tutto sommato nulla
in paragone alle critiche del Rapporto nei confronti di Kelly che, in quanto
consulente dei Servizi Militari, non avrebbe dovuto discutere le proprie
competenze con un giornalista del servizio pubblico. Quanto ad Andrew Gilligan,
il giornalista della Bbc, è stato duramente criticato per non aver corroborato
le sue informazione con il ministero della Difesa.
Dura anche l’accusa lanciata contro il direttore
generale di Bbc che - ancora secondo le indiscrezioni del “Sun” –
avrebbe intaccato la buona reputazione del servizio pubblico.
Da Londra, Sagida Syed, per la Radio Vaticana.
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A distanza di sole 24 ore
dall'attacco suicida che ieri a Kabul ha ucciso un soldato canadese e un civile
afgano, un altro attentato compiuto da kamikaze ha colpito oggi il contingente
britannico dell'Isaf –la Forza d’Interposizione a guida Nato. Un'autobomba è
esplosa sulla strada che da Kabul conduce a Jalalabad causando la morte di un
soldato britannico e il ferimento di almeno altri quattro militari, tre dei
quali si troverebbero in gravi condizioni. L'attentato è avvenuto a poche centinaia
di metri da Camp Sutter, dov’è concentrata la gran parte del contingente
inglese.
Ci trasferiamo negli Stati
Uniti. Nuova vittoria di John Kerry nelle elezioni primarie del partito
democratico che si sono svolte ieri nel New Hampshire. A questo punto la
posizione del senatore, già vittorioso nell’Iowa, sembra sempre più forte e
agli avversari rimangono ora le primarie negli Stati del sud che si terranno a
febbraio. Il servizio dal New Hampshire:
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La
sorpresa alla fine è stata la dimensione del successo di John Kerry, che a
questo punto è diventato l’uomo da battere nella corsa alla nomination democratica
per le elezioni presidenziali. Il senatore del Massachussetts ha vinto le
primarie del New Hampshire con il 39 per cento dei voti e l’ex governatore del
Vermont, Howard Dean, che fino a poche settimane fa era il grande favorito, si
è piazzato lontano secondo con il 26 per cento. L’ex generale Clark è arrivato
terzo, superando di misura il senatore della North Carolina, John Edwards.
L’ex
candidato alla vice presidenza, Liebermann, è arrivato quinto e anche se ha
promesso di continuare la campagna gli analisti lo considerano ormai fuori
gioco. Nel discorso per celebrare la vittoria, Kerry ha puntato sui temi di
politica interna, come il lavoro, la sanità e l’istruzione, poi ha aggiunto di
essere pronto a misurarsi con il presidente anche sul piano della sicurezza, in
forza della sua esperienza militare, maturata ai tempi del servizio in Vietnam.
Da Manchester nel New Hampshire, per la Radio Vaticana,
Paolo Mastrolilli.
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Approvato
questa mattina dal Consiglio dei Ministri francese il progetto di legge sulla
laicità, che vieta l'esibizione di segni religiosi ostentati a scuola. Ad annunciarlo
il ministro per la Scuola, Xavier Darcos. Il progetto di legge, che si propone
di vietare i segni e gli abbigliamenti che
manifestano in modo ostentato l'appartenenza religiosa degli studenti,
sarà ora all’esame dei deputati dell'Assemblea nazionale dal 3 febbraio.
L'iniziativa, fortemente voluta dal presidente Jacques Chirac, ha in poche
settimane suscitato un vespaio di polemiche e spaccato la classe politica.
Intanto
il presidente francese Chirac ed il collega cinese Hu Jintao, in visita
ufficiale in Francia, hanno firmato ieri a Parigi una dichiarazione congiunta
in cui si afferma la necessità di promuovere i diritti umani. Sottoscritti
anche importanti accordi commerciali: Parigi venderà a Pechino 21 aerei Airbus
da trasporto. Grande identità di vedute tra i due Paesi anche su molte
questioni internazionali, tra cui il referendum con cui Taiwan deciderà se
rafforzare le sue difese militari. La tornata referendaria è stata definita da
Chirac “aggressiva, pericolosa e irresponsabile”. Non si è fatta attendere la
risposta da parte di Taipei. ll vice presidente taiwanese, Annette Lu, ha
definito ''vergognose'' le dichiarazioni del presidente francese.
Cresce la paura per la diffusione della cosiddetta
influenza dei polli, che ha causato 8 morti e danni gravissimi all’agricoltura
di dieci paesi dell’Asia. Esperti di tutto il mondo sono oggi a Bangkok, in
Thailandia, per mettere a punto una strategia di lotta contro il virus
dell’influenza aviaria.
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“Una seria minaccia globale per la salute umana”, come
l’ha definita il direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Lee
Jong-Wook. E’ l’influenza dei polli, che ha fatto confluire a Bangkok i
maggiori esperti mondiali. Un’occasione per fare il punto sull’epidemia che sta
flagellando gli allevamenti aviari di mezzo mondo, ma anche per presentare le
prime ammissioni di colpa, come quella del governo tailandese, che senza mezzi
termini ha parlato di “pasticcio” nella gestione della crisi.
Bangkok ha ammesso l'esistenza dell'epidemia solo venerdì
scorso dopo settimane in cui il fenomeno era stato negato accanitamente e dopo
che gli allevamenti erano stati decimati, a partire da novembre, in tutto il
paese che è il primo esportatore aviario in Asia. La scorsa settimana inoltre
la Thailandia era stata accusata dall'Unione europea di “scarsa trasparenza”.
“I responsabili di tutto questo – fanno sapere fonti governative tailandesi –
verranno puniti”. Intanto l’epidemia si è diffusa in altri 2 allevamenti
cinesi. Il bilancio, purtroppo solo provvisorio, parla di 8 morti.
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Veniamo
alla crisi istituzionale in Iran. Il presidente Mohammad Khatami ha detto oggi,
dopo essersi augurato la fine della crisi politica, che non accetterebbe ''l'ingiusta bocciatura di neanche un solo candidato''.
Khatami ha aggiunto - uscendo oggi dal consiglio dei ministri - di non sapere
se l'attuale crisi pre-elettorale possa essere
risolta, e ha fatto capire che e' difficile raggiungere un compromesso
con i conservatori per la consultazione del 20 febbraio.
E’
salito ad almeno 48 morti il tragico bilancio della tempesta di neve che ha investito
in questi ultimi giorni gran parte degli Stati Uniti. Il gelo, intanto, non accenna
a diminuire dal Nebraska alla Georgia e poi su a Nord, fino al Maine, causando,
inoltre, molti disagi nei trasporti.
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