RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 24  - Testo della Trasmissione di sabato 24 gennaio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Pontefice invita i genitori ad educare i figli ad un uso critico dei mass media: il richiamo contenuto nel messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali reso noto nell’odierna memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti cattolici: intervista con l’arcivescovo John Foley

 

Affrontare la crisi delle vocazioni senza abbandonarsi allo scoraggiamento ma testimoniando la gioia della vita sacerdotale: così il Papa ad un gruppo di vescovi francesi, in visita ad Limina

 

A Giovanni Paolo II il Premio internazionale “Carlo Magno”: il prestigioso riconoscimento consegnato a al Papa il prossimo 25 marzo

 

Domani, 25 gennaio, nella festa della conversione di San Paolo si conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: con noi mons. Aldo Giordano e Stefan Tobler

 

Il cardinale Lozano Barragan inviato speciale del Santo Padre a Lourdes per la XII Giornata mondiale del malato

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Domani, la 51.ma Giornata mondiale dei malati di lebbra, una malattia curabile ma non ancora debellata. Intervista con Sunil Deepak

 

Al Forum di Davos, il vice presidente statunitense Dick Cheney sottolinea l’urgenza di una cooperazione mondiale contro il terrorismo. Intanto, il rappresentante della Santa Sede, Diarmuid Martin, raccomanda : non solo sicurezza, ma anche lotta alla povertà.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Oggi pomeriggio, nella Basilica Vaticana, l’ordinazione episcopale di mons. Renato Boccardo, nuovo segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali

 

Domani all’Avana, la consacrazione della chiesa ortodossa di San Nicola alla presenza del patriarca Bartolomeo I, in visita a Cuba

 

Lottare contro ogni estremismo laico e religioso: così il cardinale Bernard Panafieu, commentando il disegno di legge francese sul divieto dei simboli religiosi

 

Si terrà a Napoli, a Castel dell’Ovo, il 31 gennaio prossimo, il quarto Seminario preparatorio che condurrà alla 44.ma “Settimana sociale dei cattolici italiani”

 

L’ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida si riunisce in Capitolo generale da domani fino al prossimo 14 febbraio

 

24 ORE NEL MONDO

In Iraq le città di Samarra e Falluja sconvolte da nuovi, drammatici episodi di violenze

 

La Turchia apre al dialogo per la riunificazione di Cipro

 

Forza Italia celebra il suo decennale di fondazione

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 gennaio 2004

 

“I MEDIA IN FAMIGLIA: UN RISCHIO E UNA RICCHEZZA”:

TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI, CHE SI CELEBRERA’ IL 23 MAGGIO PROSSIMO. NELL’ODIERNA FESTA DI SAN FRANCESCO DI SALES, PATRONO DEI GIORNALISTI CATTOLICI, IL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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“Ospiti abituali” nelle nostre case, con il potere “di rafforzare o calpestare i valori tradizionali come la religione, la cultura e la famiglia”. “Un rischio e una ricchezza”, i media che interagiscono con le famiglie. Giovanni Paolo II ancora una volta richiama genitori, educatori, operatori del settore ed autorità pubbliche ad un uso sapiente dei mass media, questo perché “ogni comunicazione ha una dimensione morale”.

 

Un Messaggio comunque aperto alle grandi opportunità delle comunicazioni sociali, che hanno avuto “un’espansione senza precedenti” negli ultimi decenni, per cui oggi famiglie, anche modeste, in tutto il mondo possono accedere alle immense e varie risorse offerte dai vari media, e quindi rispetto al passato “godono di opportunità pressoché illimitate di informazione, di educazione, di arricchimento culturale e perfino di crescita spirituale”. Ma attenzione perché – è materia risaputa – questi stessi media possono “arrecare grande danno” presentando ”una visione inadeguata e perfino distorta della vita, della famiglia, della religione e della moralità”. Al contrario “la comunicazione - sottolinea il Papa – deve sempre ispirarsi al criterio etico del rispetto della verità e della dignità della persona”.

 

La famiglia viene invece presentata nei mass media in modo ambivalente. Da un parte ritratta in modo “realistico ma anche tollerante”, mostrando amore, fedeltà, perdono, altruismo ma pure fallimenti e delusioni, tensioni e conflitti, ferma restando “l’importanza insostituibile della famiglia come unità fondamentale della società”. D’altra parte si mostra in modo acritico l’infedeltà, l’attività sessuale e l’assenza di una visione morale e spirituale del contratto matrimoniale, così “promuovendo cause nemiche al bene comune della società.”

 

“La posta in gioco è alta - ammonisce Giovanni Paolo II – poiché ogni attacco al valore fondamentale della famiglia è un attacco al bene autentico dell’umanità”. Questo devono capire le autorità pubbliche e gli operatori per garantire senza ricorrere a censure che i media non agiscano contro la famiglia, sostituendone i valori tradizionali con i valori secolarizzati della società consumistica, come parte di un processo di globalizzazione. I genitori poi debbono formare i figli “sull’uso moderato, critico, vigile e prudente” dei media  e le famiglie “devono essere chiare” nel palesare a produttori e pubblicitari “ciò che a loro piace e ciò che non gradiscono”.

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Ma sul richiamo del Papa alle responsabilità dei genitori nell’uso dei mass media ascoltiamo la riflessione dell’arcivescovo John Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, al microfono di Giovanni Peduto.

 

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R. – Penso che i genitori debbano scegliere bene i programmi disponibili, e dobbiamo essere consumatori intelligenti dei mezzi di comunicazione sociale, non persone passive che guardano senza giudicare le cose che arrivano nelle nostre case.

 

D. – Secondo lei, fino a che punto le famiglie percepiscono, sono coscienti delle potenzialità positive e negative dei mass media?

 

R. – Penso che non siano molto preparate, le famiglie, e penso che la televisione di Stato che è una televisione pubblica, pagata dagli stessi telespettatori – dovrebbe avere una responsabilità particolare nell’offrire una programmazione culturale ed educativa di un certo livello per aumentare la cultura e per appoggiare le virtù civiche e quelle morali.

 

D. – A suo avviso, le violenze che oggi vediamo nelle famiglie, sono anche dovute ai mass media?

 

R. – La violenza non viene dalla televisione, ma la televisione potrebbe essere un’altra tentazione alla violenza; quando le persone vedono in televisione una violenza continua, penso che la loro sensibilità riguardo a queste cose possa indebolirsi e quindi ci sarà maggiore apertura ai modelli di violenza, purtroppo!

 

D. – Il Papa più volte ha invitato i genitori a non demandare l’educazione dei loro figli alla cosiddetta ‘babysitter elettronica’, la tv ...

 

R. – Dobbiamo essere molto attenti, come nella scelta di una babysitter, che si vuole sia una persona colta, responsabile. Allora, se utilizziamo la televisione a mo’ di babysitter, dobbiamo sapere che questo contribuisce alla formazione delle attitudini dei bambini e dobbiamo quindi scegliere programmi sani, educativi, interessanti e formativi.

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San Francesco di Sales, di cui ricorre oggi la memoria liturgica, è vescovo e dottore della Chiesa, ed è stato proclamato patrono dei giornalisti cattolici da papa Pio XI nel 1923. Quali i motivi? Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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San Francesco di Sales nasce nel 1567 in Savoia e a 35 anni diventa vescovo di Ginevra, città dove all’epoca erano prevalenti i calvinisti. Siamo all’inizio del 1600: da poco più di 50 anni la Chiesa ha subito la separazione protestante e la stampa muove ancora i primi passi. A San Francesco di Sales non bastano le prediche dal pulpito e inventa il “volantinaggio”: scrive decine e decine di messaggi religiosi su foglietti che fa scivolare sotto le porte delle case o incolla sui muri per diffondere la fede cattolica là dove la sua voce non può arrivare. Il suo linguaggio è semplice: è contrario alle dispute teologiche e vuole parlare dei problemi concreti della gente.

 

Nella Filotea, una delle sue opere più celebri afferma: “Il tuo modo di parlare sia pacato, schietto, sincero, senza fronzoli, semplice e veritiero … tieniti lontano dalle finzioni … per nessun motivo è lecito andare contro la verità”. Regole quanto mai attuali del giornalismo. Anche con chi non la pensava come lui, San Francesco di Sales usava il metodo del dialogo contro le asprezze del confronto: “Quando è necessario contraddire qualcuno - scrive - bisogna usare molta dolcezza”. E poi, i consigli sul parlare poco, che non significa “dire poche parole ma non dirne di inutili. Nel campo delle parole non si guarda alla quantità ma alla qualità”.

 

Francesco di Sales, noto come il santo della mitezza, voleva comunicare la speranza in un mondo travagliato dalle divisioni e far prevalere l’annuncio del bene piuttosto che la denuncia del male e ce l’aveva in modo particolare con la maldicenza:“Se si riuscisse a togliere la maldicenza dal mondo – scriveva – sparirebbero gran parte dei peccati e la cattiveria”.

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AFFRONTARE LA CRISI DELLE VOCAZIONI

SENZA ABBANDONARSI ALLO SCORAGGIAMENTO MA TESTIMONIANDO

LA GIOIA  DELLA VITA SACERDOTALE VISSUTA IN PIENEZZA:

COSI’ IL PAPA AL GRUPPO DI VESCOVI FRANCESI IN VISITA AD LIMINA,

RICEVUTI QUESTA MATTINA

 

La crisi che attraversa la Chiesa in Francia riflette i cambiamenti della società, la perdita di valori e un’attitudine a concepire tutto in termini consumistici. E’ quanto ha ricordato il Papa incontrando, questa mattina, un gruppo di presuli della conferenza episcopale di Francia, in visita ad limina, ricevuti insieme con  mons. Alfio Rapisarda, arcivescovo titolare di Canne e nunzio apostolico in Portogallo, e il reverendo Jean-Paul Soulet, amministratore diocesano di Perpignan-Elne, in Francia. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Comprendendo la preoccupazione che può esserci nel guardare al futuro, il Papa ha invitato tutti a non lasciarsi demoralizzare da quella  che viene riconosciuta come “l’allarmante situazione delle diocesi di Francia”, cioè dalla progressiva diminuzione delle vocazioni. Giovanni Paolo II ha detto di pregare il Signore perché i giovani accolgano la chiamata al sacerdozio, in particolare quello diocesano. Ha chiesto a tutti di sperare con “un atto di fede totale allo Spirito Santo” e dando testimonianza della “grandezza e bellezza” della vita sacerdotale.

 

L’impegno dei presbiteri e dei vescovi deve essere quello di “riaffermare la propria identità” con coraggio, zelo, tenacia e ferma coerenza ai valori del celibato e della castità. Questa fedeltà – ha spiegato - è la via per “vivere in pienezza la vita sacerdotale” ed è possibile grazie all’intensità della personale esperienza spirituale. Il Papa ha poi parlato di collaborazione pastorale, ringraziando in particolare quei sacerdoti che lasciano la propria diocesi per rispondere alle necessità di zone in cui la presenza si è eccessivamente assottigliata. E’ un esempio di “fraternità” – ha detto Giovanni Paolo II – “positiva per il dinamismo della Chiesa locale”, se vissuta “senza la paura delle differenze, né di particolari sensibilità”. E un’altra forma di collaborazione è quella con i laici. Il Papa lo ha ricordato per poi sottolineare anche il contributo prezioso dei diaconi permanenti.

 

In definitiva, “l’urgenza per questa fase di crescente scristianizzazione – ha sottolineato– è uno slancio missionario. Resta tutto il valore della preghiera, vissuta con particolare significato in questa settimana dedicata all’unità dei cristiani. E proprio l’unità riporta al rapporto quotidiano con Cristo che il Papa identifica come il riferimento primo ed essenziale per “l’edificazione e la crescita di quella vita spirituale” di cui testimoniare la ricchezza alle nuove generazioni.

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A GIOVANNI PAOLO II IL PREMIO INTERNAZIONALE CARLO MAGNO.

IL PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO SARA’ CONSEGNATO

AL SANTO PADRE IN VATICANO, IL PROSSIMO 25 MARZO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

“La Città di Aquisgrana ha conferito a Giovanni Paolo II, in modo straordinario ed unico, il premio internazionale Carlo Magno”. A darne notizia è il direttore della Sala Stampa vaticana, Joaquín Navarro-Valls, che in una nota informa che il Premio è stato assegnato al Papa quale “riconoscimento dell’impegno personale suo e della Santa Sede in favore dell’unità tra i Popoli dell’Europa sulla base dei valori radicati nella comune natura umana ed efficacemente promossi dal Cristianesimo”. Il Santo Padre, si legge nel comunicato “si sente onorato di accettare tale premio che gli sarà consegnato il 25 marzo prossimo in Vaticano”.

 

Il premio internazionale Carlo Magno viene assegnato annualmente dal 1950. Tra le personalità insignite di questo riconoscimento: Winston Churchill, Tony Blair e Bill Clinton. Il sindaco di Aquisgrana, Juergen Linden, ha messo l’accento sul ruolo del Papa nell’abbattere la “cortina di ferro” che per quasi mezzo secolo ha diviso il Vecchio Continente. “Il comunismo – ha detto Linden – sarebbe stato sconfitto anche senza il Papa, ma è grazie a lui se ciò è avvenuto senza spargimento di sangue”.

 

 

DOMANI, 25 GENNAIO, NELLA FESTA DELLA CONVERSIONE DI SAN PAOLO

SI CONCLUDE LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI.

FERVONO I PREPARATIVI PER UN IMPORTANTE INCONTRO ECUMENICO A STOCCARDA

- Intervista con mons. Aldo Giordano e il teologo Stefan Tobler -

 

Domani, domenica 25 gennaio, nel giorno della Conversione di San Paolo, si conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Alle 18.00 il cardinale Walter Kasper presiederà a nome del Papa la celebrazione ecumenica nella Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma alla presenza dei rappresentanti delle varie Chiese cristiane.

 

E proprio in questi giorni fervono i preparativi per un importante incontro ecumenico che si svolgerà l’8 maggio prossimo a Stoccarda in Germania: cristiani di 150 movimenti e gruppi di varie Chiese cristiane di tutta Europa si raduneranno una settimana dopo l’ingresso nell’Unione Europea di altri 10 Stati.  Tra i promotori il Movimento dei Focolari, la Comunità di Sant’Egidio, il movimento carismatico nelle Chiese evangeliche tedesche e i rappresentanti di altre 120 comunità evangeliche. Presenti anche il cardinale Walter Kasper e Romano Prodi. Il servizio di Carla Cotignoli.

 

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Il fallimento dell’accordo sulla nuova Costituzione europea ha mostrato con grande evidenza la necessità di un’anima, di una unità spirituale che faccia superare nazionalismi e  paure che ostacolano il processo di riunificazione del Continente. Ma vi sono paure diffuse tra gli stessi cristiani dell’Oriente europeo. Ce ne parla mons. Aldo Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee :

 

“Le Chiese dell’Est europeo guardano con timore alla cultura occidentale, che per alcune è una cultura che appare secolarizzata, appare relativista nel campo dei valori e quindi un buon lavoro ecumenico quale sarebbe? Se noi nell’Occidente dell’Europa sapessimo far vedere che il Vangelo è più forte della nostra cultura e dal di dentro la rinnova, questo toglierebbe tante paure ecumeniche”.

 

Ed è proprio questo l’obiettivo dell’evento di Stoccarda: dare speranza rendendo visibile il rinnovamento spirituale che fiorisce dal Vangelo vissuto e influisce sui vari ambiti della società e la rete di fraternità che già si estende su tutto il Continente, proprio perché i movimenti sono una rete di reti su tutta l’Europa. “Insieme per l’Europa”, questo è il titolo, sarà infatti un evento di grande respiro che abbraccerà tutto il Continente dal Portogallo alla Siberia. Saranno collegati via satellite con migliaia di persone che parteciperanno ad incontri contemporanei in oltre 100 città. Ma chi sono questi movimenti, comunità e gruppi che fioriscono non solo nella Chiesa cattolica, ma anche nelle altre Chiese? Il teologo riformato Stefan Tobler, docente alla Facoltà evangelica rumena di Sibiu, ci dà una lettura di questo fenomeno nelle Chiese della Riforma:

 

“Questi movimenti nascono dove la vita autentica muore. Nell’Ottocento c’era la corrente liberale molto forte o l’idealismo che ha portato a pura filosofia il Cristianesimo. Allora sono nate forti correnti di rinnovamento, di risveglio. In tutti i travagli di questo secolo  nasce per forza dal Vangelo vita nuova, proprio lì dove maggiore è l’urgenza. Dunque se oggi guardiamo all’Europa, la prima urgenza è l’allontanamento di Dio dalla società. La società europea rende la religione puramente un elemento estetico privato, un segmento della vita. Questi movimenti con forza sottolineano che la fede cristiana abbraccia tutto l’uomo,deve abbracciare tutta la società, la famiglia. Lo sguardo sull’intero uomo per loro è fondamentale”.

 

Carla Cotignoli, per la Radio Vaticana.

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APPELLO DEL COMITATO ISLAMO-CATTOLICO

A CONCLUSIONE DELL’INCONTRO IN VATICANO:

“LA PACE E’ IL NOME DI DIO”

- A cura di Roberta Gisotti -

 

“L’umana dignità e i diritti umanitari nei conflitti armati”, ne hanno discusso per due giorni in Vaticano esponenti del mondo cattolico e musulmano. L’occasione è stata la nona riunione 19 e 20 gennaio scorsi del Comitato di collegamento islamo-cattolico, presieduto da parte islamica dal prof. Hamid bin Ahmad AL Rifaie, presidente del Forum internazionale islamico per il dialogo e da parte cattolica dall’arcivescovo Michael Fitgerald, presidente del Pontifico Consiglio per il dialogo interreligioso.

 

In una nota finale dei lavori, pubblicata oggi, le due delegazioni sottolineano anzitutto che “l’umana dignità è un dono di Dio” e che “la giustizia e la pace sono le basi delle relazione e interazioni tra le persone umane”. Da  qui l’appello a pregare incessantemente per la pace e a porre “fine immediata a tutti i conflitti, gli scontri armati ed ogni forma di aggressione contro la sicurezza e la stabilità dei popoli”, che hanno diritto - si legge nel documento – all’autodeterminazione”. E poi il richiamo a rispettare durante i conflitti armati “la legge umanitaria e i diritti dei civili, ed anche quelli dei prigionieri e inoltre che nessuno sia privato dall’accesso all’acqua, al cibo, alle medicine e all’assistenza sanitaria”. Ed ancora un appello “a preservare le infrastrutture, le proprietà, le abitazioni, la vegetazione, gli animali e tutto ciò che è necessario per la vita”. E infine “a rispettare il carattere sacro dei luoghi deputati ai servizi religiosi e a proteggerli in tempo di guerra e di pace. “Noi affermiamo – scrivono gli esponenti cattolici e musulmani - il diritto alla libertà religiosa e alla pratica delle nostre religioni secondo le loro peculiarità”. “Siamo convinti - concludono – che la violenza genera violenza e che questo circolo vizioso dovrebbe avere fine: dichiariamo che il dialogo è la migliore via per risolvere i conflitti e le guerre, per realizzare la giustizia e la pace tra esseri umani e società e per questo incoraggiamo lo sviluppo della cultura del dialogo.”

 

 

IL CARDINALE LOZANO BARRAGAN, INVIATO SPECIALE DEL PAPA A LOURDES

 PER LA XII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

 

Giovanni Paolo II ha nominato il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, suo inviato speciale alla celebrazione della XII Giornata Mondiale del Malato, che avrà luogo a Lourdes, in Francia, l’11 febbraio prossimo.

 

 

UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

 

In Italia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Lamezia Terme, presentata da mons. Vincenzo Rimedio, per sopraggiunti limiti di età ed ha nominato suo successore mons. Luigi Cantafora, del clero dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, parroco della parrocchia di San Domenico in Crotone. Mons. Cantafora è nato a Scandale, in provincia di Crotone, ne 1943. È stato ordinato sacerdote nel luglio 1969 a Crotone. Ha insegnato liturgia presso la scuola di teologia per i laici ed è vice-direttore dell’ufficio liturgico diocesano, assistente dell’Agesci e dell’Azione Cattolica e membro del centro diocesano vocazioni, del Consiglio presbiterale e, ancora, della Commissione diocesana per l’Arte Sacra. Dal 9 giugno 1994 è Cappellano di Sua Santità.

 

In Ungheria, il Santo Padre ha nominato ausiliari dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest, mons. László Kiss-Rigó, del clero della medesima arcidiocesi, Direttore del consiglio superiore delle scuole cattoliche, e mons. György Udvardy, del clero della stessa arcidiocesi, vicario generale e parroco della parrocchia di Szent Ersébt.

        

A Taiwan, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidio-cesi di Taipei e dall’amministrazione apostolica delle Isole Kinmen o Quemoy e Matzu, presentata da mons. Joseph Ti-kang, per sopraggiunti limiti d’età. Ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Taipei e amministratore apostolico delle Isole Kinmen o Quemoy e Matzu, mons. Joseph Cheng Tsai-fa, attualmente vescovo di Tainan, e vescovo di Tainan mons. Bosco Lin Chi-Nan, finora vescovo di Alessano e ausiliare della diocesi di Kaohsiung. 

 

Giovanni Paolo II ha nominato membri del Pontificio Consiglio della cultura i cardinali: Frédéric Etsou‑Nzabi‑Bamungwabi, arcivescovo di Kinshasa; Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano; Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar‑es‑Salaam; Francis Eugene George, arcivescovo di Chicago; Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo di Santiago del Cile; Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Lviv degli Ucraini. Ha inoltre nominato mons. Michael Louis Fitzgerald, arcivescovo titolare di Nepte, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo inter‑religioso; mons. Mark Benedict Coleridge, vescovo titolare di Teveste, ausiliare di Melbourne e mons. Fabio Duque Jaramillo, vescovo di Armenia in Colombia.

 

Il Papa ha nominato consultori del medesimo Pontificio Consiglio mons. Peter D. Fleetwood, segretario generale aggiunto del Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa; il prof. Pedro Morandé, della Pontificia università cattolica di Santiago del Cile; il prof. Nurukyor Claude Somda,  di Ouagadougou in Burkina Faso; il dott. Alfredo Augusto García Quesada, del Perù; Léon Zeches, direttore del quotidiano cattolico lussemburghese Luxemburger Wort; Manuelita Nuñez, incaricata della cultura della Conferenza episcopale di Panama, María Eugenia Díaz de Pfennich, presidente internazionale della Union mondiale des organisations féminines catholiques - Umofc; Agnès Adjaho Avognon, di Cotonou nel Benin; Annie Lam Shun‑Wai, presidente dell'associazione della stampa cattolica dell'Asia orientale.

 

Il Santo Padre ha anche nominato consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani mons. Angelo Amato, arcivescovo di Sila, segretario della Congregazione per la dottrina della fede.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il titolo “La castità nel celibato ha un valore inestimabile”, in riferimento al discorso di Giovanni Paolo II a Vescovi francesi in visita “ad limina”.

 

Nelle vaticane, il Messaggio del Papa in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema “I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”.

Nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un articolo sulle relazioni tra anglicani e cattolici ed un articolo sulle relazioni tra cattolici e metodisti.

 

Nelle estere, in rilievo l’accordo di pace raggiunto in Somalia, e l’unanime soddisfazione della comunità internazionale per l’evento.

Medio Oriente: nuova tornata di colloqui sull’“Iniziativa di Ginevra”.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Agnese Pellegrini sull’ottavo libro de “Le Storie” di Erodoto.

Una monografica sul tema “Etica e sport”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda Parmalat.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

24 gennaio 2004

 

 

DOMANI LA 51.MA GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI LEBBRA,

UNA MALATTIA CURABILE MA NON ANCORA DEBELLATA

- Intervista con Sunil Deepak -

 

“Aiutaci a vincere la lebbra. Ogni minuto un nuovo caso”. Con questo slogan volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica si celebra domani in tutto il mondo la 51.ma giornata mondiale dei malati di lebbra. Una ricorrenza lanciata nel 1954 da Raul Follereau, giornalista francese impegnato nel corso della sua vita a combattere ogni forma di emarginazione o ingiustizia sociale. Agli inizi del terzo millennio la malattia di Hansen, comunemente conosciuta come lebbra, nonostante importanti traguardi raggiunti dalla ricerca scientifica, continua ad affliggere numerose regioni del globo, prime fra tutte India – con il 70% dei malati - e Brasile. Nessun paese dell’Africa è esente dall’hanseniasi: la cui presenza è particolarmente rilevante in Mozambico, Angola, Nigeria ed Etiopia.

 

Cause principali della diffusione della malattia: povertà, sottoalimentazione, carenza di strutture igieniche e sanitarie, e mancanza di programmi di controllo adeguati. Circa 13 milioni le persone con problemi legati alla lebbra nel mondo; oltre 600 mila i nuovi casi ogni anno: di questi il 14% è costituito da bambini. Oggi la lebbra è curabile e in alcuni casi può essere prevenuta. Ma come mai allora non è ancora stata debellata. Nell’intervista di Giovanni Peduto, risponde Sunil Deepak, medico indiano dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.

 

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R. – La lebbra si può curare sicuramente ma prevenire no perché non abbiamo ancora un vaccino efficace contro la lebbra. Non siamo riusciti a debellare questa malattia perché il problema più difficile è che il periodo di incubazione di questa malattia è molto lunga e può durare da 7 a 10 anni ed anche se riusciamo a trovare i malati nella fase precoce e a curarli, non riusciamo a bloccare la trasmissione dei bacilli nella fase dell’incubazione.

 

D. – Come vive oggi un lebbroso?

 

R. – Mi permetto prima di tutto di far presente la richiesta fatta da parte di persone che hanno avuto la lebbra i quali dicono di non usare la parola “lebbroso” ma di parlare di persone che hanno avuto la lebbra, perché “lebbroso” ha un significato negativo di isolamento ed è la cosa che vorrebbero evitare. I malati di lebbra da secoli sono vissuti ai margini ed il più lontano possibile dagli altri.

 

D. – Cosa direbbe e cosa farebbe oggi l’apostolo dei lebbrosi  Raoul Follereau?

 

R. – Penso che prima di tutto continuerebbe ad abbracciare le persone che hanno avuto la lebbra, perché quando facciamo degli interventi tecnologici spesso dimentichiamo che dietro le pillole, dietro gli ospedali ci sono comunque le persone e questo non lo dobbiamo mai dimenticare. Oggi forse Raoul Follereau sarebbe accanto alle persone che protestano contro le leggi del brevetto che bloccano l’accesso ai farmaci. Questo predominio della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale che non cancellano il debito estero e costringono i Paesi a tagliare i finanziamenti per la sanità e l’educazione.

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“E’ NECESSARIO ATTIVARE UNA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

NELLA LOTTA AL TERRORISMO”. LO SOSTIENE IL VICEPRESIDENTE AMERICANO

INTERVENENDO AL FORUM ECONOMICO MONDIALE DI DAVOS

- Intervista con Diarmuid Martin -

 

L’urgenza di una cooperazione mondiale nella lotta al terrorismo e la responsabilità di usare la forza quando la diplomazia fallisce. Sono queste le priorità indicate dal vicepresidente americano, Dick Cheney, al Forum economico mondiale in corso a  Davos. “L’Europa – ha inoltre dichiarato Cheney - deve unire i propri sforzi a quelli degli Stati Uniti per promuovere la democrazia in Iran e nel mondo arabo”. “E’ nell’interesse di tutti – ha aggiunto - che gli iraniani rispettino gli impegni assunti in materia di non proliferazione nucleare”. Sulle finalità del Forum di Davos, Fausta Speranza ha intervistato l’arcivescovo coadiutore di Dublino già osservatore permanente della Santa Sede all’Onu di Ginevra, Diarmuid Martin:

 

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R. – Quello che si fa qui, è un grande supermercato di idee, non è un grande supermercato di decisioni. Alimentare la riflessione su questioni come la povertà è importante. Io direi che cinque anni fa, al Forum di Davos, si è parlato poco della povertà; si è parlato molto della prosperità. In questi anni, si vede che non c’è stata prosperità per nessuno mentre gran parte della popolazione resta esclusa da questo processo di sviluppo. E credo che anche nel campo degli imprenditori, questo sia stato compreso. Quello che manca è la capacità di riflettere, sui valori e sul fatto – come il Santo Padre sottolinea spesso – la libertà economica è solo una parte della libertà umana e bisogna garantire alla persona non soltanto il progresso economico, ma molto di più.

 

D. – Quindi è stato particolarmente significativo l’appello di Kofi Annan, che ha chiesto di non parlare solamente di sicurezza e di Iraq, ma di lotta alla povertà e un’azione a favore dello sviluppo?

 

R. – Qui si parla molto di sicurezza, ed è anche importante; si parla della situazione economica. Si parla anche della sicurezza internazionale, molto dell’Iraq. Si parla, per esempio, della possibile proliferazione nucleare: una grande preoccupazione nel mondo d’oggi. Si parla della riforma delle istituzioni internazionali e del multilateralismo e del futuro dell’Europa. Però, tutti questi discorsi devono essere orientati verso lo sviluppo, l’impegno a garantire l’accesso alla salute e all’istruzione, e poi la lotta contro l’esclusione sociale ed economica. Il nostro mondo è un mondo che ha visto enormi progressi sociali e scientifici ma non ha ancora imparato la scienza del condividere. Sono presenti operatori economici e imprenditori; sono presenti anche molti politici: sono i leader dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Polonia, ma anche il vice-presidente degli Stati Uniti, che ha parlato oggi. Poi, ci sono anche leader di Paesi come Nigeria, Iran, Giordania, Pakistan che stanno anche loro cercando soluzioni ai problemi della povertà. Interessante, in questi ultimi anni, il fatto che il Forum invita alcune personalità religiose, ed emerge molto chiaramente l’opinione che non si può comprendere la situazione mondiale attuale senza conoscere la storia religiosa dei popoli, l’incidenza del fattore ‘religione’ nella discussione. Si comprende che non ci sarà mai la pace nel mondo se non ci sarà armonia, contatto, dialogo tra le diverse tendenze religiose. In qualche maniera, i responsabili politici guardano anche ai leader religiosi, sperando che siano anche loro a portare il loro contributo specifico: un contributo critico di alcuni altri fattori.

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CHIESA E SOCIETA’

24 gennaio 2004

 

 

OGGI POMERIGGIO, NELLA BASILICA VATICANA, L’ORDINAZIONE EPISCOPALE DI

MONS. RENATO BOCCARDO, NUOVO SEGRETARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI. LA SOLENNE CELEBRAZIONE SARA’ PRESIEDUTA

DAL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO, ANGELO SODANO

 

CITTA’ DEL VATICANO.= Nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, viene ordinato vescovo mons. Renato Boccardo, nominato dal Papa, lo scorso 29 novembre, segretario del pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali. La celebrazione avverrà all’Altare della  Cattedra della Basilica di San Pietro - oggi pomeriggio alle 16,30 e sarà presieduta dal cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano. Nato a Sant’Ambrogio, in provincia di Torino, il 21 dicembre del 1952, il nuovo presule è stato ordinato sacerdote il 25 giugno del 1977. Cinque anni dopo è entrato a far parte del servizio diplomatico della Santa Sede, prestando la propria opera in Bolivia, Camerun e Francia. E’ stato cerimoniere pontificio e, ancora, capo ufficio della sezione giovani del Pontificio consiglio per i Laici. Dal 2001, ha l’importante responsabilità di organizzazione dei viaggi apostolici del Pontefice. Un incarico, questo, che continuerà a mantenere. “Inizio questa nuova esperienza – ha affermato in un’intervista al quotidiano Avvenire – con la chiara consapevolezza di aver ricevuto un mandato da parte del Santo Padre e mi pongo al servizio della Chiesa, la cui grande missione è proprio l’annuncio del Vangelo, quindi della comunicazione con la ‘c’ maiuscola”.

 

 

DOMANI ALL’AVANA, LA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA ORTODOSSA DI SAN NICOLA ALLA PRESENZA DEL PATRIARCA BARTOLOMEO I, IN VISITA A CUBA. UN MOMENTO DI GRANDE SIGNIFICATO PER GLI OLTRE DUEMILA FEDELI ORTODOSSI, QUASI TUTTI DI ORIGINE RUSSA ED UCRAINA, PRESENTI NELL’ISOLA CARAIBICA.

 INTANTO, IN PRIMO PIANO, L’INCONTRO TRA IL PATRIARCA E

 IL CARDINALE ORTEGA AVVENUTO IERI NELLA CAPITALE CUBANA

- A cura di Maurizio Salvi -

 

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L’AVANA. = L’incontro tra il Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I di Costantinopoli, ed il cardinale Jaime Ortega è avvenuto ieri pomeriggio in un hotel della capitale ed è durato 15 minuti. La Conferenza episcopale cubana ha diffuso un comunicato in cui si sostiene che l’incontro tra le due personalità religiose è l’espressione dello spirito ecumenico che anima entrambe le Chiese. Inoltre, in riferimento alla costruzione e alla consacrazione, domenica, della chiesa ortodossa di San Nicola, si indica che essa è un segno della presenza di Gesù Cristo nell’isola. I vescovi cattolici rendono noto quindi che Sua Santità Bartolomeo I ha colto l’occasione dell’incontro per confermare l’accettazione dell’invito, rivoltogli da Giovanni Paolo II, ad essere in Vaticano il 29 giugno prossimo in occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo.  Venerdì sera, il leader religioso di Costantinopoli aveva tenuto nel Palazzo delle Convenzioni, alla presenza di Fidel Castro, una conferenza sull’allarmante condizione ambientale del pianeta.

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LOTTARE CONTRO OGNI ESTREMISMO LAICO E RELIGIOSO: COSI’

IL CARDINALE BERNARD PANAFIEU, COMMENTANDO IL DISEGNO DI LEGGE

FRANCESE SUL DIVIETO DEI SIMBOLI RELIGIOSI

 

MARSIGLIA.= Ha sbagliato lo Stato a dar prova di “imperialismo militante con una legislazione che ferisce ed umilia”. Ma sbaglia anche quella religione che “per trovare il suo posto nello spazio pubblico, aggredisce le libertà individuali e si rifiuta di assumere il patrimonio comune”. E’ l’opinione del cardinale Bernard Panafieu, arcivescovo di Marsiglia, che in una nota diffusa dalla Conferenza episcopale francese lancia un appello al Paese perché lotti “contro ogni estremismo religioso e laico”. Il porporato – informa l’agenzia Sir – esprime la posizione della Chiesa francese in merito alla legge sulla laicità dello Stato, che in Francia ha provocato una serie di polemiche e manifestazioni contro la decisione di vietare nelle scuole i segni religiosi e in particolare il velo islamico alle studentesse di religione islamica. Il cardinale Panafieu ricorda che l’Islam “non avendo esperienza di pluralità delle religioni e di secolarità delle istituzioni, ha difficoltà a trovare il suo posto in una società laica e pluralista. Può allora avere la tendenza a ripiegarsi sulla sua identità e a manifestare la sua particolarità attraverso segni esteriori ‘ostentati’ che possono apparire come una provocazione”. La Chiesa cattolica, aggiunge, ritiene che “nel campo specifico dei segni religiosi e della loro visibilità, è meglio agire per persuasione e non per obbligo”. Da qui l’invito del cardinale a lottare contro ogni estremismo. “Abbiamo una tradizione di integrazione che fa la nostra ricchezza – sottolinea – una capacità ad accogliere le differenze e a rispettare le diversità. Restiamo fedeli alle nostre radici perché il Paese possa conoscere una laicità aperta, pacificata e pacificante”. (A.G.)

 

 

“LA DEMOCRAZIA: NUOVI SCENARI, NUOVI POTERI”. E’ IL TEMA CENTRALE

DEL SEMINARIO PREPARATORIO ALLA 44.MA SETTIMANA SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI, IL PROSSIMO 31 GENNAIO A NAPOLI

 

NAPOLI.= Appuntamento importante per la Chiesa italiana: si terrà a Napoli, a Castel dell’Ovo, il 31 gennaio prossimo, il quarto seminario preparatorio che condurrà alla 44.ma “Settimana sociale dei cattolici italiani” incentrata sul tema “La democrazia: nuovi scenari, nuovi poteri”. Sarà un momento per approfondire i temi più significativi dell’attualità internazionale. I quesiti su cui riflettere, informa una nota, sono diversi: la comunità internazionale “non è né una comunità né propriamente internazionale, ma un club delle nazioni più ricche in competizione tra loro per conservare la propria influenza?” Ancora, come affrontare il problema di una democrazia dell’“inclusione”? E’ possibile raggiungere tale obiettivo dilatando l'attuale concezione liberaldemocratica del diritto internazionale, per inserirvi all'interno il maggior numero di Paesi e di temi? In caso contrario, quali principi e proposte (norme e procedure) sono necessari per una governance mondiale? Sono queste le impegnative domande su cui ruoterà il dibattito al seminario di Castel dell’Ovo. (A.G.)

 

 

L’ORDINE DEL SANTISSIMO SALVATORE DI SANTA BRIGIDA

SI RIUNISCE IN CAPITOLO GENERALE DA DOMANI FINO AL PROSSIMO 14 FEBBRAIO

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA.= ‘Ritornare alle radici per un rinnovo della vita religiosa’ è il tema centrale dei lavori del nono capitolo generale ordinario dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida che inizia domani nella casa generalizia romana in Piazza Farnese e si protrae fino al prossimo 14 febbraio. E’ previsto il rinnovo delle cariche e il 2 febbraio l’elezione dell’abbadessa generale, dopo aver ascoltato le relazioni delle delegate di India, Messico, Nord Europa, Filippine e Italia, dove sono presenti le case delle Suore Brigidine. Tutto l’Ordine, rifondato ai primi del ‘900 dalla Beata Elisabetta Hesselbad, conta oggi oltre seicento religiose. Durante i lavori capitolari si succederanno nella celebrazione della Santa Messa appositamente per le capitolari i cardinali Crescenzio Sepe, Camillo Ruini, Giovanni Battista Re, Angelo Sodano, nonché l’arcivescovo Piergiorgio Nesti, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

24 gennaio 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Non si placa la violenza in Iraq. Dopo l’attentato di ieri contro la sede del partito comunista a Baghdad e la caduta di un elicottero nei pressi di Kirkuk, oggi l’esplosione di un’autobomba ha sconvolto la città di Samarra, a Nord di Baghdad. I particolari nel nostro servizio:

 

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Almeno tre persone sono morte ed oltre 30 sono rimaste ferite a seguito dell’esplosione di un camion bomba nella città di Samarra, nel cosiddetto triangolo sunnita. Il veicolo usato per l’attacco è scoppiato a poca distanza da una pattuglia militare americana. La deflagrazione è avvenuta davanti ad un tribunale di Samara, vicino al quartier generale della polizia. E sempre oggi due soldati americani sono stati uccisi per l’esplosione di un ordigno al passaggio del loro convoglio vicino alla città di Falluja. In Iraq prosegue intanto il dibattito sulle armi di distruzione di massa ed il nuovo capo della task force americana incaricata della loro ricerca, Charles Duelfer, ha dichiarato stamani che “il suo lavoro non consiste nel prevedere se ci sono armi di sterminio ma nel cercarle”. Nella lotta al terrorismo si deve inoltre registrare un altro importante arresto. Le forze statunitensi hanno infatti catturato nei pressi di Falluja - a Nord Ovest di Baghdad - un leader del gruppo terrorista Ansar al Islam, ritenuto dall’intelligence americana uno stretto collaboratore di Abu Musab al Zarqawi, un esponente di alto livello di Al Qaida. Negli Stati Uniti sta infine suscitando vasta eco la notizia di un nuovo caso di corruzione legato al dopoguerra iracheno. La società americana di servizi petroliferi Halliburton, che è stata gestita in passato dall’attuale vicepresidente americano, Dick Cheney, rimborserà infatti al Pentagono oltre 6 milioni di dollari, la somma intascata da due suoi dipendenti che si sono fatti corrompere da un’azienda del Kuwait.

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Non si arresta l’ondata di odio in Medio Oriente. Due palestinesi sono stati uccisi, questa mattina, da soldati israeliani ad Est della città di Gaza. A darne notizia sono state fonti palestinesi precisando che le vittime erano due civili. Intanto ieri, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian, il presidente dell’autorità palestinese Yasser Arafat ha detto che non c’è più tempo “per una pace nei Territori basata sull’esistenza di due Stati”.

 

La Turchia apre al dialogo per la riunificazione di Cipro. Il governo di Ankara ha infatti dato, ieri, il suo “via libera” ad una ripresa del negoziato per una “rapida soluzione” della divisione dell’isola, ma con una importante precisazione: non si possono ignorare “le realtà della Repubblica turca di Cipro Nord ed il suo presidente Rauf Denktash”.

 

Confermati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) altri due casi di influenza di polli in Vietnam. Si tratta di una bambina di 8 anni e di un ragazzo di 14, deceduto lo scorso 22 gennaio. Fino ad ora, nel Paese asiatico, si sono verificati altri cinque casi di contagio, tutti nella zona di Hanoi.

 

Spiragli di pace per la Somalia. E’ stato infatti firmato ieri, a Nairobi, un importante accordo per restituire al Paese africano un assetto democratico e farlo uscire dal caos istituzionale.

 

“10 anni di battaglie per difendere la libertà”. Questo lo slogan per il decennale di Forza Italia, il partito del premier italiano Berlusconi. Sulla kermesse celebrativa svoltasi al Palazzo dei Congressi dell’Eur, Giampiero Guadagni:

 

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Una kermesse di tipo americano tra inni di partito e inno nazionale, immagine del leader, saluto al gruppo dirigente e una sorta di carta dei valori letta dai giovani del movimento. I 10 anni di Forza Italia vengono celebrati così in un clima di forte emozione, che contagia l’artefice di questa esperienza. “La rifarei da capo – dice Silvio Berlusconi - nel suo discorso durato due ore”. La parola più utilizzata è libertà, che campeggia anche nello slogan che fa da sfondo al palco. Il premier ha ripercorso la storia del movimento politico, che pochi mesi dopo la sua nascita divenne il primo partito italiano, portando il centro-destra alla vittoria nelle elezioni politiche del ’94 e poi in quelle del 2001, nelle quali Forza Italia ha preso 11 milioni di voti. Ma il discorso del presidente del Consiglio ha segnato anche, e forse soprattutto, l’apertura di una lunga campagna elettorale che sfocerà nel doppio appuntamento elettorale di primavera ad europee ed amministrative. Berlusconi si è intanto rivolto ai suoi alleati. La coalizione di centro-destra vive un momento difficile, c’è una verifica in corso con polemiche tra Lega da una parte, An ed Udc dall’altra. E allora il premier richiama tutti all’unità di azione. Ricorda le riforme fatte - scuola e lavoro – e quelle in dirittura d’arrivo, la giustizia. E ancora il premier esalta il contributo del suo governo alla missione di pace in Iraq. Difende il recente semestre italiano di presidenza europea. E proprio l’Europa, come dimostra la polemica con Prodi sugli effetti della moneta unica, è destinata a diventare uno dei piatti forti di polemica elettorale.

 

Per Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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È stata soltanto una visita di cortesia ma con un valore simbolico molto importante nella lunga disputa sul Kashmir, quella di una delegazione di cinque separatisti moderati, appartenenti all’alleanza dell’Hurriyat, che ha incontrato ieri il premier indiano, Atal Behari Vajpaiee. Contrari al colloquio, tutti i maggiori partiti kashmiri, che si oppongono alla dominazione dell’India sulla regione.

 

E’ partita l’inchiesta della Procura di Parma sul suicidio di Alessandro Bassi, collaboratore degli ex direttori finanziari del gruppo Parmalat, Fausto Tonna e Luciano Del Soldato, e responsabile dei controlli sui costi di gestione e sui prezzi degli acquisti.                  

 

 

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