RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 24 - Testo della Trasmissione di sabato 24
gennaio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In Iraq le
città di Samarra e Falluja sconvolte da nuovi, drammatici episodi di violenze
La Turchia apre al dialogo per la riunificazione
di Cipro
Forza
Italia celebra il suo decennale di fondazione
24
gennaio 2004
“I MEDIA IN FAMIGLIA: UN RISCHIO E UNA RICCHEZZA”:
TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE
COMUNICAZIONI SOCIALI, CHE SI CELEBRERA’ IL 23 MAGGIO PROSSIMO. NELL’ODIERNA
FESTA DI SAN FRANCESCO DI SALES, PATRONO DEI GIORNALISTI CATTOLICI, IL MESSAGGIO
DEL SANTO PADRE
- Servizio di Roberta Gisotti -
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“Ospiti
abituali” nelle nostre case, con il potere “di rafforzare o calpestare i valori
tradizionali come la religione, la cultura e la famiglia”. “Un rischio e una
ricchezza”, i media che interagiscono con le famiglie. Giovanni Paolo II ancora
una volta richiama genitori, educatori, operatori del settore ed autorità
pubbliche ad un uso sapiente dei mass media, questo perché “ogni comunicazione
ha una dimensione morale”.
Un
Messaggio comunque aperto alle grandi opportunità delle comunicazioni sociali,
che hanno avuto “un’espansione senza precedenti” negli ultimi decenni, per cui
oggi famiglie, anche modeste, in tutto il mondo possono accedere alle immense e
varie risorse offerte dai vari media, e quindi rispetto al passato “godono di
opportunità pressoché illimitate di informazione, di educazione, di arricchimento
culturale e perfino di crescita spirituale”. Ma attenzione perché – è materia
risaputa – questi stessi media possono “arrecare grande danno” presentando ”una
visione inadeguata e perfino distorta della vita, della famiglia, della religione
e della moralità”. Al contrario “la comunicazione - sottolinea il Papa – deve
sempre ispirarsi al criterio etico del rispetto della verità e della dignità
della persona”.
La famiglia viene invece presentata nei mass media in modo
ambivalente. Da un parte ritratta in modo “realistico ma anche tollerante”, mostrando
amore, fedeltà, perdono, altruismo ma pure fallimenti e delusioni, tensioni e
conflitti, ferma restando “l’importanza insostituibile della famiglia come
unità fondamentale della società”. D’altra parte si mostra in modo acritico
l’infedeltà, l’attività sessuale e l’assenza di una visione morale e spirituale
del contratto matrimoniale, così “promuovendo cause nemiche al bene comune
della società.”
“La posta in gioco è alta - ammonisce Giovanni Paolo II –
poiché ogni attacco al valore fondamentale della famiglia è un attacco al bene
autentico dell’umanità”. Questo devono capire le autorità pubbliche e gli
operatori per garantire senza ricorrere a censure che i media non agiscano
contro la famiglia, sostituendone i valori tradizionali con i valori
secolarizzati della società consumistica, come parte di un processo di
globalizzazione. I genitori poi debbono formare i figli “sull’uso moderato,
critico, vigile e prudente” dei media e
le famiglie “devono essere chiare” nel palesare a produttori e pubblicitari
“ciò che a loro piace e ciò che non gradiscono”.
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Ma sul richiamo del Papa alle responsabilità dei genitori
nell’uso dei mass media ascoltiamo la riflessione dell’arcivescovo John Foley,
presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, al microfono
di Giovanni Peduto.
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R. – Penso che i genitori debbano scegliere bene i
programmi disponibili, e dobbiamo essere consumatori intelligenti dei mezzi di
comunicazione sociale, non persone passive che guardano senza giudicare le cose
che arrivano nelle nostre case.
D. – Secondo lei, fino a che punto le famiglie percepiscono,
sono coscienti delle potenzialità positive e negative dei mass media?
R. – Penso che non siano molto preparate, le famiglie, e
penso che la televisione di Stato che è una televisione pubblica, pagata dagli
stessi telespettatori – dovrebbe avere una responsabilità particolare
nell’offrire una programmazione culturale ed educativa di un certo livello per
aumentare la cultura e per appoggiare le virtù civiche e quelle morali.
D. – A suo avviso, le violenze che oggi vediamo nelle
famiglie, sono anche dovute ai mass media?
R. – La violenza non viene dalla televisione, ma la
televisione potrebbe essere un’altra tentazione alla violenza; quando le
persone vedono in televisione una violenza continua, penso che la loro
sensibilità riguardo a queste cose possa indebolirsi e quindi ci sarà maggiore
apertura ai modelli di violenza, purtroppo!
D. – Il Papa più volte ha invitato i genitori a non
demandare l’educazione dei loro figli alla cosiddetta ‘babysitter elettronica’,
la tv ...
R. – Dobbiamo essere molto attenti, come nella scelta di
una babysitter, che si vuole sia una persona colta, responsabile. Allora, se
utilizziamo la televisione a mo’ di babysitter, dobbiamo sapere che questo
contribuisce alla formazione delle attitudini dei bambini e dobbiamo quindi
scegliere programmi sani, educativi, interessanti e formativi.
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San
Francesco di Sales, di cui ricorre oggi la memoria liturgica, è vescovo e
dottore della Chiesa, ed è stato proclamato patrono dei giornalisti cattolici
da papa Pio XI nel 1923. Quali i motivi? Ce ne parla Sergio Centofanti.
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San
Francesco di Sales nasce nel 1567 in Savoia e a 35 anni diventa vescovo di
Ginevra, città dove all’epoca erano prevalenti i calvinisti. Siamo all’inizio
del 1600: da poco più di 50 anni la Chiesa ha subito la separazione protestante
e la stampa muove ancora i primi passi. A San Francesco di Sales non bastano le
prediche dal pulpito e inventa il “volantinaggio”: scrive decine e decine di messaggi
religiosi su foglietti che fa scivolare sotto le porte delle case o incolla sui
muri per diffondere la fede cattolica là dove la sua voce non può arrivare. Il
suo linguaggio è semplice: è contrario alle dispute teologiche e vuole parlare
dei problemi concreti della gente.
Nella
Filotea, una delle sue opere più celebri afferma: “Il tuo modo di parlare sia
pacato, schietto, sincero, senza fronzoli, semplice e veritiero … tieniti lontano
dalle finzioni … per nessun motivo è lecito andare contro la verità”. Regole
quanto mai attuali del giornalismo. Anche con chi non la pensava come lui, San
Francesco di Sales usava il metodo del dialogo contro le asprezze del
confronto: “Quando è necessario contraddire qualcuno - scrive - bisogna usare
molta dolcezza”. E poi, i consigli sul parlare poco, che non significa “dire
poche parole ma non dirne di inutili. Nel campo delle parole non si guarda alla
quantità ma alla qualità”.
Francesco
di Sales, noto come il santo della mitezza, voleva comunicare la speranza in un
mondo travagliato dalle divisioni e far prevalere l’annuncio del bene piuttosto
che la denuncia del male e ce l’aveva in modo particolare con la maldicenza:“Se
si riuscisse a togliere la maldicenza dal mondo – scriveva – sparirebbero gran
parte dei peccati e la cattiveria”.
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AFFRONTARE LA CRISI DELLE VOCAZIONI
SENZA ABBANDONARSI ALLO
SCORAGGIAMENTO MA TESTIMONIANDO
LA GIOIA DELLA VITA SACERDOTALE VISSUTA IN PIENEZZA:
COSI’ IL PAPA AL GRUPPO DI
VESCOVI FRANCESI IN VISITA AD LIMINA,
RICEVUTI QUESTA MATTINA
La crisi che attraversa la Chiesa in Francia riflette i cambiamenti della
società, la perdita di valori e un’attitudine a concepire tutto in termini
consumistici. E’ quanto ha ricordato il Papa incontrando, questa mattina, un
gruppo di presuli della conferenza episcopale di Francia, in visita ad limina,
ricevuti insieme con mons. Alfio
Rapisarda, arcivescovo titolare di Canne e nunzio apostolico in Portogallo, e
il reverendo Jean-Paul Soulet, amministratore diocesano di Perpignan-Elne, in
Francia. Il servizio di Fausta Speranza:
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Comprendendo
la preoccupazione che può esserci nel guardare al futuro, il Papa ha invitato
tutti a non lasciarsi demoralizzare da quella
che viene riconosciuta come “l’allarmante situazione delle diocesi di
Francia”, cioè dalla progressiva diminuzione delle vocazioni. Giovanni Paolo II
ha detto di pregare il Signore perché i giovani accolgano la chiamata al
sacerdozio, in particolare quello diocesano. Ha chiesto a tutti di sperare con
“un atto di fede totale allo Spirito Santo” e dando testimonianza della
“grandezza e bellezza” della vita sacerdotale.
L’impegno
dei presbiteri e dei vescovi deve essere quello di “riaffermare la propria
identità” con coraggio, zelo, tenacia e ferma coerenza ai valori del celibato e
della castità. Questa fedeltà – ha spiegato - è la via per “vivere in pienezza
la vita sacerdotale” ed è possibile grazie all’intensità della personale
esperienza spirituale. Il Papa ha poi parlato di collaborazione pastorale,
ringraziando in particolare quei sacerdoti che lasciano la propria diocesi per
rispondere alle necessità di zone in cui la presenza si è eccessivamente
assottigliata. E’ un esempio di “fraternità” – ha detto Giovanni Paolo II –
“positiva per il dinamismo della Chiesa locale”, se vissuta “senza la paura
delle differenze, né di particolari sensibilità”. E un’altra forma di collaborazione
è quella con i laici. Il Papa lo ha ricordato per poi sottolineare anche il
contributo prezioso dei diaconi permanenti.
In
definitiva, “l’urgenza per questa fase di crescente scristianizzazione – ha
sottolineato– è uno slancio missionario. Resta tutto il valore della preghiera,
vissuta con particolare significato in questa settimana dedicata all’unità dei
cristiani. E proprio l’unità riporta al rapporto quotidiano con Cristo che il
Papa identifica come il riferimento primo ed essenziale per “l’edificazione e
la crescita di quella vita spirituale” di cui testimoniare la ricchezza alle
nuove generazioni.
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A GIOVANNI PAOLO II IL PREMIO INTERNAZIONALE CARLO
MAGNO.
IL
PRESTIGIOSO RICONOSCIMENTO SARA’ CONSEGNATO
AL
SANTO PADRE IN VATICANO, IL PROSSIMO 25 MARZO
- A
cura di Alessandro Gisotti -
“La Città di Aquisgrana ha conferito a Giovanni Paolo II,
in modo straordinario ed unico, il premio internazionale Carlo Magno”. A
darne notizia è il direttore della Sala Stampa vaticana, Joaquín
Navarro-Valls, che in una nota informa che il Premio è stato assegnato al Papa
quale “riconoscimento dell’impegno personale suo e della Santa Sede in favore
dell’unità tra i Popoli dell’Europa sulla base dei valori radicati nella comune
natura umana ed efficacemente promossi dal Cristianesimo”. Il Santo Padre, si
legge nel comunicato “si sente onorato di accettare tale premio che gli sarà
consegnato il 25 marzo prossimo in Vaticano”.
Il premio internazionale Carlo Magno viene
assegnato annualmente dal 1950. Tra le personalità insignite di questo
riconoscimento: Winston Churchill, Tony Blair e Bill Clinton. Il sindaco di
Aquisgrana, Juergen Linden, ha messo l’accento sul ruolo del Papa
nell’abbattere la “cortina di ferro” che per quasi mezzo secolo ha diviso il
Vecchio Continente. “Il comunismo – ha detto Linden – sarebbe stato sconfitto
anche senza il Papa, ma è grazie a lui se ciò è avvenuto senza spargimento di
sangue”.
DOMANI, 25 GENNAIO, NELLA FESTA DELLA CONVERSIONE
DI SAN PAOLO
SI
CONCLUDE LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI.
FERVONO
I PREPARATIVI PER UN IMPORTANTE INCONTRO ECUMENICO A STOCCARDA
-
Intervista con mons. Aldo Giordano e il teologo Stefan Tobler -
Domani,
domenica 25 gennaio, nel giorno della Conversione di San Paolo, si conclude la
settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Alle 18.00 il cardinale
Walter Kasper presiederà a nome del Papa la celebrazione ecumenica nella
Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma alla presenza dei rappresentanti
delle varie Chiese cristiane.
E proprio in questi giorni fervono i preparativi per un
importante incontro ecumenico che si svolgerà l’8 maggio prossimo a Stoccarda
in Germania: cristiani di 150 movimenti e gruppi di varie Chiese cristiane di
tutta Europa si raduneranno una settimana dopo l’ingresso nell’Unione Europea
di altri 10 Stati. Tra i promotori il
Movimento dei Focolari, la Comunità di Sant’Egidio, il movimento carismatico
nelle Chiese evangeliche tedesche e i rappresentanti di altre 120 comunità
evangeliche. Presenti anche il cardinale Walter Kasper e Romano Prodi. Il
servizio di Carla Cotignoli.
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Il fallimento dell’accordo sulla nuova Costituzione
europea ha mostrato con grande evidenza la necessità di un’anima, di una unità
spirituale che faccia superare nazionalismi e
paure che ostacolano il processo di riunificazione del Continente. Ma vi
sono paure diffuse tra gli stessi cristiani dell’Oriente europeo. Ce ne
parla mons. Aldo
Giordano, segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali
europee :
“Le Chiese dell’Est europeo guardano con timore alla
cultura occidentale, che per alcune è una cultura che appare secolarizzata,
appare relativista nel campo dei valori e quindi un buon lavoro ecumenico quale
sarebbe? Se noi nell’Occidente dell’Europa sapessimo far vedere che il Vangelo
è più forte della nostra cultura e dal di dentro la rinnova, questo toglierebbe
tante paure ecumeniche”.
Ed è proprio questo l’obiettivo dell’evento di Stoccarda: dare
speranza rendendo visibile il rinnovamento spirituale che fiorisce dal Vangelo
vissuto e influisce sui vari ambiti della società e la rete di fraternità che
già si estende su tutto il Continente, proprio perché i movimenti sono una rete
di reti su tutta l’Europa. “Insieme per l’Europa”, questo è il titolo, sarà
infatti un evento di grande respiro che abbraccerà tutto il Continente dal
Portogallo alla Siberia. Saranno collegati via satellite con migliaia di
persone che parteciperanno ad incontri contemporanei in oltre 100 città. Ma chi
sono questi movimenti, comunità e gruppi che fioriscono non solo nella Chiesa
cattolica, ma anche nelle altre Chiese? Il teologo riformato Stefan Tobler,
docente alla Facoltà evangelica rumena di Sibiu, ci dà una lettura di questo
fenomeno nelle Chiese della Riforma:
“Questi movimenti nascono dove la vita autentica muore.
Nell’Ottocento c’era la corrente liberale molto forte o l’idealismo che ha
portato a pura filosofia il Cristianesimo. Allora sono nate forti correnti di
rinnovamento, di risveglio. In tutti i travagli di questo secolo nasce per forza dal Vangelo vita nuova,
proprio lì dove maggiore è l’urgenza. Dunque se oggi guardiamo all’Europa, la
prima urgenza è l’allontanamento di Dio dalla società. La società europea rende
la religione puramente un elemento estetico privato, un segmento della vita.
Questi movimenti con forza sottolineano che la fede cristiana abbraccia tutto
l’uomo,deve abbracciare tutta la società, la famiglia. Lo sguardo sull’intero
uomo per loro è fondamentale”.
Carla Cotignoli, per la Radio Vaticana.
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APPELLO DEL COMITATO
ISLAMO-CATTOLICO
A CONCLUSIONE DELL’INCONTRO IN VATICANO:
“LA PACE E’ IL NOME DI DIO”
- A cura di Roberta Gisotti -
“L’umana dignità e i diritti umanitari nei conflitti
armati”, ne hanno discusso per due giorni in Vaticano esponenti del mondo
cattolico e musulmano. L’occasione è stata la nona riunione 19 e 20 gennaio
scorsi del Comitato di collegamento islamo-cattolico, presieduto da parte
islamica dal prof. Hamid bin Ahmad AL Rifaie, presidente del Forum
internazionale islamico per il dialogo e da parte cattolica dall’arcivescovo
Michael Fitgerald, presidente del Pontifico Consiglio per il dialogo
interreligioso.
In una nota finale dei lavori, pubblicata oggi, le due
delegazioni sottolineano anzitutto che “l’umana dignità è un dono di Dio” e che
“la giustizia e la pace sono le basi delle relazione e interazioni tra le
persone umane”. Da qui l’appello a
pregare incessantemente per la pace e a porre “fine immediata a tutti i conflitti,
gli scontri armati ed ogni forma di aggressione contro la sicurezza e la
stabilità dei popoli”, che hanno diritto - si legge nel documento –
all’autodeterminazione”. E poi il richiamo a rispettare durante i conflitti
armati “la legge umanitaria e i diritti dei civili, ed anche quelli dei
prigionieri e inoltre che nessuno sia privato dall’accesso all’acqua, al cibo,
alle medicine e all’assistenza sanitaria”. Ed ancora un appello “a preservare
le infrastrutture, le proprietà, le abitazioni, la vegetazione, gli animali e
tutto ciò che è necessario per la vita”. E infine “a rispettare il carattere
sacro dei luoghi deputati ai servizi religiosi e a proteggerli in tempo di
guerra e di pace. “Noi affermiamo – scrivono gli esponenti cattolici e
musulmani - il diritto alla libertà religiosa e alla pratica delle nostre
religioni secondo le loro peculiarità”. “Siamo convinti - concludono – che la
violenza genera violenza e che questo circolo vizioso dovrebbe avere fine:
dichiariamo che il dialogo è la migliore via per risolvere i conflitti e le
guerre, per realizzare la giustizia e la pace tra esseri umani e società e per
questo incoraggiamo lo sviluppo della cultura del dialogo.”
IL CARDINALE LOZANO BARRAGAN, INVIATO SPECIALE DEL
PAPA A LOURDES
PER LA XII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
Giovanni Paolo II ha nominato il cardinale Javier Lozano
Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute,
suo inviato speciale alla celebrazione della XII Giornata Mondiale del Malato,
che avrà luogo a Lourdes, in Francia, l’11 febbraio prossimo.
UDIENZE E NOMINE
Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto
in udienza il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione
per i Vescovi.
In Italia, il Papa ha accettato la rinuncia al governo
pastorale della diocesi di Lamezia Terme, presentata da mons. Vincenzo Rimedio,
per sopraggiunti limiti di età ed ha
nominato suo successore mons. Luigi Cantafora, del clero
dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina, parroco della parrocchia di San Domenico
in Crotone. Mons. Cantafora è nato a Scandale, in provincia di Crotone, ne
1943. È stato ordinato sacerdote nel luglio 1969 a Crotone. Ha insegnato liturgia
presso la scuola di teologia per i laici ed è vice-direttore dell’ufficio
liturgico diocesano, assistente dell’Agesci e dell’Azione Cattolica e membro
del centro diocesano vocazioni, del Consiglio presbiterale e, ancora, della
Commissione diocesana per l’Arte Sacra. Dal 9 giugno 1994 è Cappellano di Sua
Santità.
In Ungheria, il Santo Padre ha nominato ausiliari
dell’arcidiocesi di Esztergom-Budapest, mons. László Kiss-Rigó, del clero della
medesima arcidiocesi, Direttore del consiglio superiore delle scuole
cattoliche, e mons. György Udvardy, del clero della stessa arcidiocesi,
vicario generale e parroco della parrocchia di Szent Ersébt.
A Taiwan, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’arcidio-cesi di Taipei e dall’amministrazione apostolica delle
Isole Kinmen o Quemoy e Matzu, presentata da mons. Joseph Ti-kang, per
sopraggiunti limiti d’età. Ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Taipei
e amministratore apostolico delle Isole Kinmen o Quemoy e Matzu, mons. Joseph
Cheng Tsai-fa, attualmente vescovo di Tainan, e vescovo di Tainan mons. Bosco
Lin Chi-Nan, finora vescovo di Alessano e ausiliare della diocesi di Kaohsiung.
Giovanni Paolo II ha nominato membri del Pontificio
Consiglio della cultura i cardinali: Frédéric Etsou‑Nzabi‑Bamungwabi,
arcivescovo di Kinshasa; Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano; Polycarp
Pengo, arcivescovo di Dar‑es‑Salaam; Francis Eugene George,
arcivescovo di Chicago; Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo di
Santiago del Cile; Lubomyr Husar, arcivescovo maggiore di Lviv degli Ucraini.
Ha inoltre nominato mons. Michael Louis Fitzgerald, arcivescovo titolare di
Nepte, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo inter‑religioso;
mons. Mark Benedict Coleridge, vescovo titolare di Teveste, ausiliare di
Melbourne e mons. Fabio Duque Jaramillo, vescovo di Armenia in Colombia.
Il Papa ha nominato consultori del medesimo Pontificio
Consiglio mons. Peter D. Fleetwood, segretario generale aggiunto del Consiglio
delle conferenze episcopali d'Europa; il prof. Pedro Morandé, della Pontificia
università cattolica di Santiago del Cile; il prof. Nurukyor Claude Somda, di Ouagadougou in Burkina Faso; il dott.
Alfredo Augusto García Quesada, del Perù; Léon Zeches, direttore del quotidiano
cattolico lussemburghese Luxemburger Wort; Manuelita Nuñez, incaricata
della cultura della Conferenza episcopale di Panama, María Eugenia Díaz de
Pfennich, presidente internazionale della Union mondiale des organisations
féminines catholiques - Umofc; Agnès Adjaho Avognon, di Cotonou nel Benin;
Annie Lam Shun‑Wai, presidente dell'associazione della stampa cattolica
dell'Asia orientale.
Il
Santo Padre ha anche nominato consultore del Pontificio Consiglio per la
promozione dell'unità dei cristiani mons. Angelo Amato, arcivescovo di Sila, segretario
della Congregazione per la dottrina della fede.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il titolo
“La castità nel celibato ha un valore inestimabile”, in riferimento al discorso
di Giovanni Paolo II a Vescovi francesi in visita “ad limina”.
Nelle vaticane, il Messaggio del Papa in occasione
della celebrazione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema
“I media in famiglia: un rischio e una ricchezza”.
Nell’ambito della Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani, un articolo sulle relazioni tra anglicani e cattolici ed
un articolo sulle relazioni tra cattolici e metodisti.
Nelle estere, in rilievo l’accordo di pace
raggiunto in Somalia, e l’unanime soddisfazione della comunità internazionale
per l’evento.
Medio Oriente: nuova tornata di colloqui
sull’“Iniziativa di Ginevra”.
Nella pagina culturale, un articolo di Agnese
Pellegrini sull’ottavo libro de “Le Storie” di Erodoto.
Una monografica sul tema “Etica e sport”.
Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda
Parmalat.
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24
gennaio 2004
DOMANI LA 51.MA GIORNATA MONDIALE DEI MALATI DI
LEBBRA,
UNA MALATTIA CURABILE MA NON ANCORA DEBELLATA
- Intervista con Sunil Deepak -
“Aiutaci a vincere la lebbra.
Ogni minuto un nuovo caso”. Con questo slogan volto alla sensibilizzazione
dell’opinione pubblica si celebra domani in tutto il mondo la 51.ma giornata
mondiale dei malati di lebbra. Una ricorrenza lanciata nel 1954 da Raul Follereau,
giornalista francese impegnato nel corso della sua vita a combattere ogni forma
di emarginazione o ingiustizia sociale. Agli inizi del terzo millennio la
malattia di Hansen, comunemente conosciuta come lebbra, nonostante importanti
traguardi raggiunti dalla ricerca scientifica, continua ad affliggere numerose
regioni del globo, prime fra tutte India – con il 70% dei malati - e Brasile.
Nessun paese dell’Africa è esente dall’hanseniasi: la cui presenza è
particolarmente rilevante in Mozambico, Angola, Nigeria ed Etiopia.
Cause principali della
diffusione della malattia: povertà, sottoalimentazione, carenza di strutture
igieniche e sanitarie, e mancanza di programmi di controllo adeguati. Circa 13
milioni le persone con problemi legati alla lebbra nel mondo; oltre 600 mila i
nuovi casi ogni anno: di questi il 14% è costituito da bambini. Oggi la lebbra
è curabile e in alcuni casi può essere prevenuta. Ma come mai allora non è
ancora stata debellata. Nell’intervista di Giovanni Peduto, risponde Sunil
Deepak, medico indiano dell’Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau.
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R. – La lebbra si può curare
sicuramente ma prevenire no perché non abbiamo ancora un vaccino efficace
contro la lebbra. Non siamo riusciti a debellare questa malattia perché il
problema più difficile è che il periodo di incubazione di questa malattia è molto
lunga e può durare da 7 a 10 anni ed anche se riusciamo a trovare i malati
nella fase precoce e a curarli, non riusciamo a bloccare la trasmissione dei
bacilli nella fase dell’incubazione.
D. – Come vive oggi un lebbroso?
R. – Mi permetto prima di tutto
di far presente la richiesta fatta da parte di persone che hanno avuto la
lebbra i quali dicono di non usare la parola “lebbroso” ma di parlare di
persone che hanno avuto la lebbra, perché “lebbroso” ha un significato negativo
di isolamento ed è la cosa che vorrebbero evitare. I malati di lebbra da secoli
sono vissuti ai margini ed il più lontano possibile dagli altri.
D. – Cosa direbbe e cosa farebbe
oggi l’apostolo dei lebbrosi Raoul
Follereau?
R. – Penso che prima di tutto
continuerebbe ad abbracciare le persone che hanno avuto la lebbra, perché
quando facciamo degli interventi tecnologici spesso dimentichiamo che dietro le
pillole, dietro gli ospedali ci sono comunque le persone e questo non lo
dobbiamo mai dimenticare. Oggi forse Raoul Follereau sarebbe accanto alle
persone che protestano contro le leggi del brevetto che bloccano l’accesso ai
farmaci. Questo predominio della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale
che non cancellano il debito estero e costringono i Paesi a tagliare i finanziamenti
per la sanità e l’educazione.
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“E’ NECESSARIO
ATTIVARE UNA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
NELLA LOTTA AL TERRORISMO”. LO
SOSTIENE IL VICEPRESIDENTE AMERICANO
INTERVENENDO AL FORUM ECONOMICO
MONDIALE DI DAVOS
- Intervista con Diarmuid Martin -
L’urgenza di una
cooperazione mondiale nella lotta al terrorismo e la responsabilità di usare la
forza quando la diplomazia fallisce. Sono queste le priorità indicate dal vicepresidente
americano, Dick Cheney, al Forum economico mondiale in corso a Davos. “L’Europa – ha inoltre dichiarato Cheney
- deve unire i propri sforzi a quelli degli Stati Uniti per promuovere la
democrazia in Iran e nel mondo arabo”. “E’ nell’interesse di tutti – ha aggiunto
- che gli iraniani rispettino gli impegni assunti in materia di non proliferazione
nucleare”. Sulle finalità del Forum di Davos, Fausta Speranza ha intervistato
l’arcivescovo coadiutore di Dublino già osservatore permanente della Santa Sede
all’Onu di Ginevra, Diarmuid Martin:
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R. – Quello che si fa qui, è un grande supermercato di
idee, non è un grande supermercato di decisioni. Alimentare la riflessione su
questioni come la povertà è importante. Io direi che cinque anni fa, al Forum
di Davos, si è parlato poco della povertà; si è parlato molto della prosperità.
In questi anni, si vede che non c’è stata prosperità per nessuno mentre gran
parte della popolazione resta esclusa da questo processo di sviluppo. E credo
che anche nel campo degli imprenditori, questo sia stato compreso. Quello che
manca è la capacità di riflettere, sui valori e sul fatto – come il Santo Padre
sottolinea spesso – la libertà economica è solo una parte della libertà umana e
bisogna garantire alla persona non soltanto il progresso economico, ma molto di
più.
D. – Quindi è stato particolarmente significativo
l’appello di Kofi Annan, che ha chiesto di non parlare solamente di sicurezza e
di Iraq, ma di lotta alla povertà e un’azione a favore dello sviluppo?
R. –
Qui si parla molto di sicurezza, ed è anche importante; si parla della situazione
economica. Si parla anche della sicurezza internazionale, molto dell’Iraq. Si
parla, per esempio, della possibile proliferazione nucleare: una grande preoccupazione
nel mondo d’oggi. Si parla della riforma delle istituzioni internazionali e del
multilateralismo e del futuro dell’Europa. Però, tutti questi discorsi devono
essere orientati verso lo sviluppo, l’impegno a garantire l’accesso alla salute
e all’istruzione, e poi la lotta contro l’esclusione sociale ed economica. Il
nostro mondo è un mondo che ha visto enormi progressi sociali e scientifici ma
non ha ancora imparato la scienza del condividere. Sono presenti operatori
economici e imprenditori; sono presenti anche molti politici: sono i leader
dell’Irlanda, dei Paesi Bassi, della Polonia, ma anche il vice-presidente degli
Stati Uniti, che ha parlato oggi. Poi, ci sono anche leader di Paesi come
Nigeria, Iran, Giordania, Pakistan che stanno anche loro cercando soluzioni ai
problemi della povertà. Interessante, in questi ultimi anni, il fatto che il Forum
invita alcune personalità religiose, ed emerge molto chiaramente l’opinione che
non si può comprendere la situazione mondiale attuale senza conoscere la storia
religiosa dei popoli, l’incidenza del fattore ‘religione’ nella discussione. Si
comprende che non ci sarà mai la pace nel mondo se non ci sarà armonia, contatto,
dialogo tra le diverse tendenze religiose. In qualche maniera, i responsabili
politici guardano anche ai leader religiosi, sperando che siano anche loro a
portare il loro contributo specifico: un contributo critico di alcuni altri
fattori.
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24
gennaio 2004
OGGI
POMERIGGIO, NELLA BASILICA VATICANA, L’ORDINAZIONE EPISCOPALE DI
MONS. RENATO BOCCARDO, NUOVO
SEGRETARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI. LA SOLENNE
CELEBRAZIONE SARA’ PRESIEDUTA
DAL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO,
ANGELO SODANO
CITTA’ DEL VATICANO.= Nel giorno in cui la Chiesa celebra
la memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, viene
ordinato vescovo mons. Renato Boccardo, nominato dal Papa, lo scorso 29
novembre, segretario del pontificio consiglio delle Comunicazioni Sociali. La celebrazione
avverrà all’Altare della Cattedra della
Basilica di San Pietro - oggi pomeriggio alle 16,30 e sarà presieduta dal
cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano. Nato a Sant’Ambrogio, in
provincia di Torino, il 21 dicembre del 1952, il nuovo presule è stato ordinato
sacerdote il 25 giugno del 1977. Cinque anni dopo è entrato a far parte del
servizio diplomatico della Santa Sede, prestando la propria opera in Bolivia,
Camerun e Francia. E’ stato cerimoniere pontificio e, ancora, capo ufficio
della sezione giovani del Pontificio consiglio per i Laici. Dal 2001, ha
l’importante responsabilità di organizzazione dei viaggi apostolici del
Pontefice. Un incarico, questo, che continuerà a mantenere. “Inizio questa
nuova esperienza – ha affermato in un’intervista al quotidiano Avvenire
– con la chiara consapevolezza di aver ricevuto un mandato da parte del Santo
Padre e mi pongo al servizio della Chiesa, la cui grande missione è proprio
l’annuncio del Vangelo, quindi della comunicazione con la ‘c’
maiuscola”.
DOMANI
ALL’AVANA, LA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA ORTODOSSA DI SAN NICOLA ALLA PRESENZA
DEL PATRIARCA BARTOLOMEO I, IN VISITA A CUBA. UN MOMENTO DI GRANDE SIGNIFICATO
PER GLI OLTRE DUEMILA FEDELI ORTODOSSI, QUASI TUTTI DI ORIGINE RUSSA ED
UCRAINA, PRESENTI NELL’ISOLA CARAIBICA.
INTANTO, IN PRIMO PIANO, L’INCONTRO TRA IL
PATRIARCA E
IL CARDINALE ORTEGA AVVENUTO IERI NELLA CAPITALE
CUBANA
- A
cura di Maurizio Salvi -
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L’AVANA. = L’incontro tra il Patriarca ecumenico
ortodosso, Bartolomeo I di Costantinopoli, ed il cardinale Jaime Ortega è
avvenuto ieri pomeriggio in un hotel della capitale ed è durato 15 minuti. La
Conferenza episcopale cubana ha diffuso un comunicato in cui si sostiene che
l’incontro tra le due personalità religiose è l’espressione dello spirito
ecumenico che anima entrambe le Chiese. Inoltre, in riferimento alla
costruzione e alla consacrazione, domenica, della chiesa ortodossa di San
Nicola, si indica che essa è un segno della presenza di Gesù Cristo nell’isola.
I vescovi cattolici rendono noto quindi che Sua Santità Bartolomeo I ha colto
l’occasione dell’incontro per confermare l’accettazione dell’invito, rivoltogli
da Giovanni Paolo II, ad essere in Vaticano il 29 giugno prossimo in occasione
della festività dei Santi Pietro e Paolo.
Venerdì sera, il leader religioso di Costantinopoli aveva tenuto nel Palazzo
delle Convenzioni, alla presenza di Fidel Castro, una conferenza
sull’allarmante condizione ambientale del pianeta.
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LOTTARE
CONTRO OGNI ESTREMISMO LAICO E RELIGIOSO: COSI’
IL CARDINALE BERNARD PANAFIEU,
COMMENTANDO IL DISEGNO DI LEGGE
FRANCESE SUL DIVIETO DEI SIMBOLI
RELIGIOSI
MARSIGLIA.=
Ha sbagliato lo Stato a dar prova di “imperialismo militante con una
legislazione che ferisce ed umilia”. Ma sbaglia anche quella religione che “per
trovare il suo posto nello spazio pubblico, aggredisce le libertà individuali e
si rifiuta di assumere il patrimonio comune”. E’ l’opinione del cardinale
Bernard Panafieu, arcivescovo di Marsiglia, che in una nota diffusa dalla
Conferenza episcopale francese lancia un appello al Paese perché lotti “contro
ogni estremismo religioso e laico”. Il porporato – informa l’agenzia Sir –
esprime la posizione della Chiesa francese in merito alla legge sulla laicità
dello Stato, che in Francia ha provocato una serie di polemiche e
manifestazioni contro la decisione di vietare nelle scuole i segni religiosi e
in particolare il velo islamico alle studentesse di religione islamica. Il
cardinale Panafieu ricorda che l’Islam “non avendo esperienza di pluralità
delle religioni e di secolarità delle istituzioni, ha difficoltà a trovare il
suo posto in una società laica e pluralista. Può allora avere la tendenza a
ripiegarsi sulla sua identità e a manifestare la sua particolarità attraverso
segni esteriori ‘ostentati’ che possono apparire come una provocazione”. La
Chiesa cattolica, aggiunge, ritiene che “nel campo specifico dei segni
religiosi e della loro visibilità, è meglio agire per persuasione e non per
obbligo”. Da qui l’invito del cardinale a lottare contro ogni estremismo.
“Abbiamo una tradizione di integrazione che fa la nostra ricchezza – sottolinea
– una capacità ad accogliere le differenze e a rispettare le diversità.
Restiamo fedeli alle nostre radici perché il Paese possa conoscere una laicità
aperta, pacificata e pacificante”. (A.G.)
“LA
DEMOCRAZIA: NUOVI SCENARI, NUOVI POTERI”. E’ IL TEMA CENTRALE
DEL SEMINARIO PREPARATORIO ALLA 44.MA SETTIMANA
SOCIALE DEI CATTOLICI ITALIANI, IL PROSSIMO 31 GENNAIO A NAPOLI
NAPOLI.= Appuntamento importante
per la Chiesa italiana: si terrà a Napoli, a Castel dell’Ovo, il 31 gennaio
prossimo, il quarto seminario preparatorio che condurrà alla 44.ma “Settimana
sociale dei cattolici italiani” incentrata sul tema “La democrazia: nuovi
scenari, nuovi poteri”. Sarà un momento per approfondire i temi più
significativi dell’attualità internazionale. I quesiti su cui riflettere,
informa una nota, sono diversi: la comunità internazionale “non è né una
comunità né propriamente internazionale, ma un club delle nazioni più ricche in
competizione tra loro per conservare la propria influenza?” Ancora, come affrontare
il problema di una democrazia dell’“inclusione”? E’ possibile raggiungere tale
obiettivo dilatando l'attuale concezione liberaldemocratica del diritto
internazionale, per inserirvi all'interno il maggior numero di Paesi e di temi?
In caso contrario, quali principi e proposte (norme e procedure) sono necessari
per una governance mondiale? Sono queste le impegnative domande su cui
ruoterà il dibattito al seminario di Castel dell’Ovo. (A.G.)
L’ORDINE
DEL SANTISSIMO SALVATORE DI SANTA BRIGIDA
SI
RIUNISCE IN CAPITOLO GENERALE DA DOMANI FINO AL PROSSIMO 14 FEBBRAIO
- A
cura di Giovanni Peduto -
ROMA.= ‘Ritornare alle radici per un rinnovo della
vita religiosa’ è il tema centrale dei lavori del nono capitolo generale
ordinario dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida che inizia
domani nella casa generalizia romana in Piazza Farnese e si protrae fino al
prossimo 14 febbraio. E’ previsto il rinnovo delle cariche e il 2 febbraio
l’elezione dell’abbadessa generale, dopo aver ascoltato le relazioni delle
delegate di India, Messico, Nord Europa, Filippine e Italia, dove sono presenti
le case delle Suore Brigidine. Tutto l’Ordine, rifondato ai primi del ‘900
dalla Beata Elisabetta Hesselbad, conta oggi oltre seicento religiose. Durante
i lavori capitolari si succederanno nella celebrazione della Santa Messa
appositamente per le capitolari i cardinali Crescenzio Sepe, Camillo Ruini,
Giovanni Battista Re, Angelo Sodano, nonché l’arcivescovo Piergiorgio Nesti,
segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata.
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24
gennaio 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Non si placa la violenza in Iraq. Dopo l’attentato di ieri
contro la sede del partito comunista a Baghdad e la caduta di un elicottero nei
pressi di Kirkuk, oggi l’esplosione di un’autobomba ha sconvolto la città di
Samarra, a Nord di Baghdad. I particolari nel nostro servizio:
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Almeno tre persone
sono morte ed oltre 30 sono rimaste ferite a seguito dell’esplosione di un
camion bomba nella città di Samarra, nel cosiddetto triangolo sunnita. Il
veicolo usato per l’attacco è scoppiato a poca distanza da una pattuglia
militare americana. La deflagrazione è avvenuta davanti ad un tribunale di
Samara, vicino al quartier generale della polizia. E sempre oggi due soldati americani
sono stati uccisi per l’esplosione di un ordigno al passaggio del loro convoglio
vicino alla città di Falluja. In Iraq prosegue intanto il dibattito sulle armi
di distruzione di massa ed il nuovo capo della task force americana incaricata
della loro ricerca, Charles Duelfer, ha dichiarato stamani che “il suo lavoro
non consiste nel prevedere se ci sono armi di sterminio ma nel cercarle”. Nella
lotta al terrorismo si deve inoltre registrare un altro importante arresto. Le
forze statunitensi hanno infatti catturato nei pressi di Falluja - a Nord Ovest
di Baghdad - un leader del gruppo terrorista Ansar al Islam, ritenuto
dall’intelligence americana uno stretto collaboratore di Abu Musab al Zarqawi,
un esponente di alto livello di Al Qaida. Negli Stati Uniti sta infine
suscitando vasta eco la notizia di un nuovo caso di corruzione legato al
dopoguerra iracheno. La società americana di servizi petroliferi Halliburton,
che è stata gestita in passato dall’attuale vicepresidente americano, Dick
Cheney, rimborserà infatti al Pentagono oltre 6 milioni di dollari, la somma
intascata da due suoi dipendenti che si sono fatti corrompere da un’azienda del
Kuwait.
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Non si
arresta l’ondata di odio in Medio Oriente. Due palestinesi sono stati uccisi,
questa mattina, da soldati israeliani ad Est della città di Gaza. A darne
notizia sono state fonti palestinesi precisando che le vittime erano due
civili. Intanto ieri, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian,
il presidente dell’autorità palestinese Yasser Arafat ha detto che non c’è più
tempo “per una pace nei Territori basata sull’esistenza di due Stati”.
La Turchia apre al
dialogo per la riunificazione di Cipro. Il governo di Ankara ha infatti dato,
ieri, il suo “via libera” ad una ripresa del negoziato per una “rapida
soluzione” della divisione dell’isola, ma con una importante precisazione: non
si possono ignorare “le realtà della Repubblica turca di Cipro Nord ed il suo
presidente Rauf Denktash”.
Confermati
dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) altri due casi di influenza di
polli in Vietnam. Si tratta di una bambina di 8 anni e di un ragazzo di 14,
deceduto lo scorso 22 gennaio. Fino ad ora, nel Paese asiatico, si sono verificati
altri cinque casi di contagio, tutti nella zona di Hanoi.
Spiragli di pace per
la Somalia. E’ stato infatti firmato ieri, a Nairobi, un importante accordo per
restituire al Paese africano un assetto democratico e farlo uscire dal caos
istituzionale.
“10 anni di battaglie per difendere la libertà”. Questo lo
slogan per il decennale di Forza Italia, il partito del premier italiano Berlusconi.
Sulla kermesse celebrativa svoltasi al Palazzo dei Congressi dell’Eur,
Giampiero Guadagni:
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Una
kermesse di tipo americano tra inni di partito e inno nazionale, immagine del
leader, saluto al gruppo dirigente e una sorta di carta dei valori letta dai
giovani del movimento. I 10 anni di Forza Italia vengono celebrati così in un
clima di forte emozione, che contagia l’artefice di questa esperienza. “La
rifarei da capo – dice Silvio Berlusconi - nel suo discorso durato due ore”. La
parola più utilizzata è libertà, che campeggia anche nello slogan che fa da
sfondo al palco. Il premier ha ripercorso la storia del movimento politico, che
pochi mesi dopo la sua nascita divenne il primo partito italiano, portando il
centro-destra alla vittoria nelle elezioni politiche del ’94 e poi in quelle
del 2001, nelle quali Forza Italia ha preso 11 milioni di voti. Ma il discorso
del presidente del Consiglio ha segnato anche, e forse soprattutto, l’apertura
di una lunga campagna elettorale che sfocerà nel doppio appuntamento elettorale
di primavera ad europee ed amministrative. Berlusconi si è intanto rivolto ai
suoi alleati. La coalizione di centro-destra vive un momento difficile, c’è una
verifica in corso con polemiche tra Lega da una parte, An ed Udc dall’altra. E
allora il premier richiama tutti all’unità di azione. Ricorda le riforme fatte
- scuola e lavoro – e quelle in dirittura d’arrivo, la giustizia. E ancora il
premier esalta il contributo del suo governo alla missione di pace in Iraq.
Difende il recente semestre italiano di presidenza europea. E proprio l’Europa,
come dimostra la polemica con Prodi sugli effetti della moneta unica, è
destinata a diventare uno dei piatti forti di polemica elettorale.
Per Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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È stata soltanto una visita di cortesia ma con un valore
simbolico molto importante nella lunga disputa sul Kashmir, quella di una
delegazione di cinque separatisti moderati, appartenenti all’alleanza
dell’Hurriyat, che ha incontrato ieri il premier indiano, Atal Behari Vajpaiee.
Contrari al colloquio, tutti i maggiori partiti kashmiri, che si oppongono alla
dominazione dell’India sulla regione.
E’ partita l’inchiesta della Procura di Parma sul suicidio
di Alessandro Bassi, collaboratore degli ex direttori finanziari del gruppo
Parmalat, Fausto Tonna e Luciano Del Soldato, e responsabile dei controlli sui
costi di gestione e sui prezzi degli acquisti.
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