RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 23  - Testo della Trasmissione di venerdì 23 gennaio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Cordiale incontro oggi tra Giovanni Paolo II e il premier spagnolo Aznar in visita in Vaticano a meno di due mesi dalla scadenza del suo mandato: ai nostri microfoni il portavoce della Sala Stampa Vaticana, Joaquin Navarro–Valls

 

Oggi sesto giorno della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: nostra intervista al direttore del Centro Russia Ecumenica, padre Sergio Mercanzin, sul prossimo viaggio del cardinale Kasper a Mosca dove incontrerà il patriarca Alessio II

 

L’Imperatore d’Austria, Carlo D’Asburgo, tra le prossime beatificazioni: ai nostri microfoni il postulatore della causa di beatificazione, Andrea Ambrosi.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Continua il sostegno delle Organizzazioni umanitarie alla popolazione di Bam, la città iraniana distrutta dal terremoto del 26 dicembre: intervista con Mauro Ansaldi

 

Sta riscuotendo successo ed interesse nelle sale italiane l’ultima opera di Alejandro González Iñárritu, 21 grammi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Aperta stamane dal cardinale Ruini la fase diocesana della causa di beatificazione di don Umberto Terenzi, che lega il suo nome al santuario romano del Divino Amore.

 

Denuncia dell’agenzia Asianews: inasprite le restrizioni da parte israeliana alle visite dei pellegrini in Terra Santa

 

Nel mondo, la disoccupazione è a livelli record: è quanto emerge da un rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro

 

Amnesty International lancia una campagna mondiale per porre fine alle esecuzioni di condannati per reati commessi in età inferiore ai 18 anni

 

Un opuscolo per l’elettorato cattolico: è l’iniziativa promossa dai presuli indonesiani in vista delle elezioni parlamentari di aprile

 

24 ORE NEL MONDO

La Somalia verso la pace: raggiunta un’ampia intesa tra le fazioni in guerra

 

Appello di Kofi Annan al Forum di Davos: il mondo degli affari non alimenti i conflitti nel mondo

 

C’è acqua su Marte: la sonda europea Mars Express ha rilevato la presenza di ghiaccio al polo sud del pianeta rosso

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 gennaio 2004

 

 

CORDIALE INCONTRO IN VATICANO

TRA GIOVANNI PAOLO II E IL PREMIER SPAGNOLO AZNAR,

GIUNTO AL TERMINE DEL SUO MANDATO ISTITUZIONALE

- Intervista con Joaquin Navarro-Valls -

 

Uno sguardo ampio, dalle radici cristiane dell’Europa – delle quali la Spagna è una secolare testimone – alla crisi israelo-palestinese. Sono gli argomenti che hanno occupato il colloquio che Giovanni Paolo II ha avuto questa mattina, in un clima di affettuosa familiarità, con il premier spagnolo Aznar, ricevuto in udienza insieme alla sua famiglia. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Il capo del governo spagnolo – per la terza volta in Vaticano dopo le visite del ’97 e dello scorso anno – ha voluto salutare il Papa per l’ultima volta in veste di primo ministro, dopo aver reso pubblica la propria decisione di non ricandidarsi alle elezioni politiche del prossimo 14 marzo. Al termine dell’incontro a due con il premier, durato circa 15 minuti, il Pontefice ha pronunciato un breve saluto: un’occasione per tornare con la memoria alla visita apostolica in Spagna del maggio dello scorso anno:

 

“EN ESA MEMORABLE OCASION PUDE CONSTATAR, UNA VEZ MAS, …”

 

“In quella memorabile circostanza - ha detto il Papa - ho potuto constatare le profonde radici cristiane del popolo spagnolo e il dinamismo della Chiesa di questo nobile Paese”. Nel porgere la sua benedizione, Giovanni Paolo II ha rinnovato i suoi auguri “per il progresso spirituale e materiale degli spagnoli, per la loro convivenza pacifica, in concordia e libertà. Ma per conoscere nel dettaglio lo svolgimento dell’udienza, ascoltiamo il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro Valls:

 

R. – Si è dato uno sguardo d’insieme sui temi più caldi del momento. Naturalmente, si è parlato del Medio Oriente, dei Paesi europei e un tema che ha occupato parte sostanziale della conversazione è stato quello riguardante la situazione attuale in Europa. Da questo punto di vista, il Santo Padre ha apprezzato la posizione del presidente del governo spagnolo, particolarmente sulla questione del riconoscimento delle radici storiche e cristiane dell’Europa.

 

D. – In che clima si è svolto l’incontro?

 

R. – Il clima è stato molto cordiale. Tra l’altro, sia il Papa sia il presidente Aznar hanno fatto riferimento ai precedenti incontri qui a Roma e in Spagna. Giovanni Paolo II ha anche apprezzato che nel momento in cui il presidente Aznar si appresta a terminare il suo incarico, abbia voluto venire a rendere omaggio al Papa: e questo si sentiva nell’atmosfera dell’incontro.

 

D. – Una visita di congedo, dunque, che ha visto il premier Aznar accompagnato da tutta la sua famiglia...

 

R. – Sì. Ha voluto portare sua moglie ed i figli e inoltre - in un incontro successivo che il presidente Aznar e la famiglia hanno avuto con il segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano -  il cardinale ha imposto alla signora Aznar le insegne di Dama dell’Ordine Piano, in riconoscimento delle molteplici attività assistenziali e sociali intraprese dalla signora Ana Botella.

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SESTO GIORNO DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI:

NUOVE SPERANZE PER IL DIALOGO TRA CATTOLICI E ORTODOSSI RUSSI

DOPO L’ANNUNCIO DEL PROSSIMO VIAGGIO DEL CARDINALE KASPER A MOSCA

- Intervista con padre Sergio Mercanzin -

 

Un annuncio atteso, che ha coinciso con le celebrazioni in corso per la Settimana dell’unità dei cristiani, che proprio oggi ha per tema “Non si turbi il vostro cuore e non si abbatta – Non abbiate timore”. L’annuncio è quello della visita a Mosca dal 16 al 20 febbraio prossimo del cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei Cristiani. Un evento destinato a segnare una tappa importante nel cammino ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Il porporato, avrà incontri con i vescovi della Federazione russa e la comunità cattolica di Mosca ma anche con il Patriarca di Mosca  e di tutte le Russie Alessio II e con il vescovo metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, responsabile delle relazioni ecclesiastiche estere del Patriarcato di Mosca. Roberta Gisotti ha intervistato padre Sergio Mercanzin, fondatore e direttore del Centro Russia Ecumenica, a Roma:

 

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R. – Si può dire sia una visita molto attesa, perché l’anno scorso la stessa visita era stata annullata all’ultimo momento per l’insorgere di notevoli contrasti tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica. Dall’altra parte è inaspettata, perché era difficile prevederla in così breve tempo.

 

D. – Una visita che sarà animata e si annuncia di sentimenti di stima verso la Chiesa ortodossa russa e che vedrà due eventi importanti sul piano ecumenico: cioè l’incontro con il patriarca Alessio II e con il vescovo metropolita Kyril…

 

R. – Speriamo che da questi due incontri vengano fuori passi in avanti nel dialogo che, a dire il vero, non si è mai interrotto. L’ha detto Kyrill in una recente intervista: il dialogo con Mosca non è mai stato interrotto, però, certo, ha registrato qualche arresto.

 

D. – Una delle questioni controverse, sappiamo, quella del proselitismo, di cui, in qualche modo, è accusata la Chiesa cattolica…

 

R. – Direi che questa è la questione più scottante, insieme all’espandersi dei greco-cattolici in Ucraina. Ma restando a Mosca, restando nella Federazione russa, il problema del proselitismo è molto sentito da parte degli ortodossi, perché hanno l’impressione che i cattolici vadano in Russia - e ciò vuol dire ordini religiosi, movimenti religiosi – con l’idea che la Russia sia una terra di missione. Questo li offende tantissimo. E recentemente un sacerdote ortodosso russo, padre Vladimir Eselinski che sta in Italia, faceva questo tipo di appello, pur avendo un’ammirazione immensa per i cattolici e un grandissimo amore: “Cessate le vostre missioni, chiudete il vostro mercato multireligioso, tornate in pace a casa vostra e il nostro dialogo vivrà la sua rinascita”. 

 

D. – Come superare questo ostacolo enorme? Com’è possibile superare, visti da parte cattolica, questi pregiudizi?

 

R. – Direi che prima di tutto dobbiamo – come dicono sempre i grandi ecumenisti – prima ancora di conoscerli, amarli, i nostri fratelli ortodossi. Poi, non credere assolutamente che noi siamo migliori di loro. E terzo punto, aiutare gli ortodossi ad essere ortodossi. Quindi, aiutare le loro missioni e non portare le nostre.

 

D. – Padre Mercanzin, ma ci sono anche delle correnti più aperte verso il mondo cattolico?

 

R. – In genere si fa questa mappa degli ortodossi in generale, ma di quelli russi in particolare: c’è un gruppo consistente di integralisti; un gruppo meno consistente di ecumenisti; e un gruppo molto più consistente di tradizionalisti. Quindi, i primi sono contrari all’ecumenismo, i secondi sono favorevoli, i terzi sono favorevoli in linea di principio, ma vorrebbero un ecumenismo molto più rispettoso della storia, della realtà ed anche delle debolezze della Chiesa ortodossa russa.

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UDIENZE

 

Nel corso della mattinata, in successive udienze, Giovanni Paolo II ha ricevuto il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, l’arcivescovo Józef Kowalczyk, nunzio apostolico in Polonia, e quattro vescovi francesi in visita ad Limina.

 

 

L’IMPERATORE CARLO D’AUSTRIA TRA I PROSSIMI BEATI

- Intervista con l’avv. Andrea Ambrosi -

 

Tra le prossime beatificazioni figura anche quella di un imperatore, Carlo I d’Asburgo, sovrano d’Austria e Ungheria  dal 1916 al 1918. Il 20 dicembre scorso è stato promulgato il decreto sul miracolo attribuito alla sua intercessione. Si tratta dell’ultimo imperatore austriaco: salito sul trono a 29 anni fu espulso dal Paese due anni dopo, alla proclamazione della Repubblica: è morto esule a Madeira in Portogallo a 35 anni. Ma qual è il tratto distintivo del prossimo beato? Giovanni Peduto lo ha chiesto al postulatore della causa di beatificazione, l’avvocato Andrea Ambrosi:

 

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R. – Il tratto distintivo è il suo alto senso di responsabilità circa i suoi doveri di sovrano. Questo senso di responsabilità non derivava solo da una nota naturale di carattere ma veniva, in modo particolare, rafforzata dalle sue convinzioni religiose.

 

D. – Ma in che senso un imperatore come Carlo d’Austria può considerarsi un modello?

 

R. – Ovviamente egli è stato un marito ed un padre di famiglia esemplare. Ma ciò che lo rende modello a uomini politici e a persone in posti di comando è quella virtù, fortemente sottolineata nel Catechismo della Chiesa cattolica, che è la carità sociale, ovvero la solidarietà che è presente in tutta la vita dell’Imperatore Carlo.

 

D. – Qualche episodio particolare della sua vita?

 

R. – Quei principi morali dei quelli era intriso il servo di Dio che egli rispettava minuziosamente, anche sui campi di battaglia, gli rendeva odiose alcune misure, quali l’uso dei gas letali contro il nemico, oppure il ricorso ai sottomarini per colpire le città nemiche. Per lui la popolazione civile era assolutamente intoccabile e questo lo ha portato anche a forti scontri con il suo grande alleato – la Germania – che avrebbe invece voluto utilizzare queste forme di guerra.

 

D. – E il suo amore per i poveri?

 

R. – Carlo d’Austria amò i poveri in modo davvero singolare. Sempre pronto ad andare loro incontro ed offrendo tutto ciò che poteva. Sono rimaste celebri a tal proposito le iniziative da lui prese, quando terminata la guerra tra le popolazioni di quello che era stato il suo impero, vigeva uno stato di tremenda indigenza: basta ricordare ad esempio che fece macellare tutti i cavalli di corte – ed erano moltissimi – proprio per sfamare la popolazione di Vienna; oppure utilizzò il legno delle sue carrozze e tutto quello che aveva per poter in qualche modo alleviare la povertà del suo popolo. Una volta poi – si ricorda - si verificarono dei disordini per la fame, un comandante fece sparare nella folla: Carlo d’Austria subito reagì, sostituì l’ufficiale e si scusò per quello che era accaduto.

 

D. – Il suo messaggio per il mondo d’oggi?

 

R. – Si può tranquillamente giungere a riconoscere nell’Imperatore Carlo d’Austria una nobile figura, un sovrano veramente cattolico; per i potenti del mondo un esempio di dedizione al bene comune e di servizio alla Chiesa e al proprio popolo. Proporre a modello il Servo di Dio è quanto mai opportuno per ribadire la piena compatibilità tra l’ideale della santità cristiana e la vita politica.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina la Repubblica Democratica del Congo: in un villaggio dell’Ituri sono stati massacrati duecento civili di etnia Alur.

Sempre in prima, un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo “Tragedia dell'Africa, tragedia dell'uomo”.

 

Nelle vaticane, nell’ambito della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un contributo di John Mutiso-Mbinda dal titolo “Relazioni con il Consiglio Ecumenico delle Chiese”

Una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Europa.

 

Nelle estere, riguardo all’Iraq si segnala l’imminenza dell’annuncio di una missione che avrà il compito di vagliare i tempi e le modalità delle elezioni generali.

Un articolo di Marcello Filotei in occasione della Giornata mondiale della lebbra che si celebra domenica.  

 

La terza pagina è dedicata (in occasione del 25.mo anniversario della morte) alla figura di Giancarlo Brasca, il “caro amico di Karol Woityla”. Da rilevare il richiamo in prima.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda Parmalat.

 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 gennaio 2004

 

 

 

CONTINUA IL SOSTEGNO DELLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE

ALLA POPOLAZIONE DI BAM, LA CITTA’ IRANIANA DISTRUTTA DAL TERREMOTO

DEL 26 DICEMBRE. GRAZIE ALL’UNICEF, I BAMBINI FANNO RITORNO A SCUOLA

- Intervista con Mauro Ansaldi -

 

Continua il sostegno delle diverse organizzazioni alla popolazione di Bam, la città dell’Iran sud orientale, andata completamente distrutta da un violento sisma che il 26 dicembre ha provocato oltre 40mila vittime. Nei giorni scorsi, l’Unesco ha annunciato l’invio di tre missioni umanitarie e un primo gruppo di 50 bambini, martedì, grazie all’Unicef, è tornato a scuola. Sulle condizioni in cui versa la popolazione, ascoltiamo Mauro Ansaldi, coordinatore della Caritas internazionale in Iran, raggiunto telefonicamente a Bam da Dorotea Gambardella.

 

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R. – Il 99 per cento della popolazione è in tenda e riceve aiuti umanitari, riuscendo, quindi, a sopravvivere ma è una situazione che certamente non può durare a lungo. Bisogna provvedere a delle sistemazioni più appropriate delle tende, anche perché tra circa un mese e mezzo avranno inizio i venti di sabbia, le temperature saliranno enormemente e nelle tende sarà impossibile vivere.

 

D. – Per quanto riguarda gli aiuti umanitari, arrivano con regolarità?

 

R. – La gente riceve gli aiuti ma è necessario che continui a riceverne, perché altrimenti non può farcela. E’ gente che non ha più niente e di conseguenza bisogna continuare a sostenerli per un periodo abbastanza lungo.

 

D. – Com’è la situazione da un punto di vista igienico?

 

R. – Anzitutto sotto le macerie ci sono ancora dei corpi, sia di persone sia di animali, e questo rappresenta ovviamente un fattore di propagazione di malattie. I servizi igienici mancano del tutto, la gente è accampata lungo le strade anche perché non vuole andare nei campi che sono stati attrezzati. Preferisce, per adesso, rimanere vicino alle proprie case o nelle tende. Tuttavia, in questo momento è importante sottolineare che non ci sono allarmi per la propagazione di malattie.

 

D. – Secondo lei, quali saranno i tempi della ricostruzione?

 

R. – Il governo dice che nel giro di due anni Bam sarà ricostruita. Realisticamente mi sembra impossibile che questo avvenga. Sarà quindi un processo lungo. Bisogna rendersi conto, però, che qui esistono delle condizioni meteorologiche che non permettono alla gente di vivere in sistemazioni temporanee.

 

D. – In che modo le persone vivono tutto questo?

 

R. – Con una dignità incredibile. Sono persone che hanno perso una grossa fetta delle loro famiglie, hanno perso tutto i loro averi, eppure dicono: questo è stato il volere di Dio e quindi dobbiamo accettarlo e dobbiamo ricominciare ad andare avanti.  Ma dicono anche a tutti quanti: aiutateci, altrimenti per noi è impossibile venirne fuori da soli.

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“21 GRAMMI”, IL PESO DELL’ANIMA, IL NUOVO FILM DI IÑÁRRITU NEI CINEMA IN ITALIA

- Servizio di Luca Pellegrini -

 

E' un film doloroso e complesso l'ultima, difficile opera di Alejandro González Iñárritu, 21 grammi (il cosiddetto "peso" dell'anima) che nelle sale italiane sta riscuotendo successo ed interesse. Attraverso una inconsueta ed originale costruzione narrativa, si seguono le vite e le tragedie di un gruppo di persone che, per una pura causalità, entrano in contatto tra loro mettendo a nudo debolezze ed eroismi, generosità e vendette. Servizio di Luca Pellegrini -

 

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Che fatica, mettere insieme le storie dei 21 grammi di anima di Sean Penn, Naomi Watts, Benicio Del Toro, Charlotte Gainsbourg, Melissa Leo. Quando si muore, quello è il peso che si perde: il peso della morte, della vita che se ne va. Alejandro González Iñárritu si affida alla sceneggiatura di Guillermo Arriaga e realizza un film esistenzialista che esplora senza regole temporali e con il disprezzo della consequenzialità narrativa, le reazioni poco razionali al dolore, alla malattia, alla tragedia di individui che nulla hanno in comune, combinando spunti che toccano la fede e il destino, la morale e il giudizio, l’amore e la vendetta. Sono, questi, i fattori insopprimibili che plasmano l’identità umana, la infarciscono di imprevedibilità, la consumano o la nutrono di orizzonti e speranze, buoni o cattivi che siano.

 

Iñárritu con vere e proprie iperboli visive scompone, riunendole senza logica apparente, le vicende di una madre rimasta vedova e con due bimbe schiacciate sulla strada, del responsabile di questa tragedia che ha affidato il suo precario equilibrio psichico ad un predicatore fondamentalista cristiano, della moglie di lui che cerca di proteggere la famiglia dalle tempeste, di un matematico che ha il cuore a pezzi – in tutti i sensi – e che si trova ad averne trapiantato nel petto uno che non vorrebbe possedere, mentre è costretto anche a fronteggiare l’amore aggressivo di una donna che vuole da lui un figlio a tutti i costi. Materia incandescente, si capisce, fotografata in modo livido, descritta senza fronzoli. Storia di un andata e ritorno dalla vita alla morte, evoluzione degli stati d’animo che ci riporta dalle parti di Amores perros, la precedente opera del regista.

 

Il film soffre per un’architettura pesante ed un senso eccessivo di determinismo: ma interpretate così, in modo anche spietato oltre che vero, tutte quelle lacrime e sangue e angoscia dicono che quei 21 grammi, perché costano cari, e meglio tenerseli facendo estrema attenzione.

 

Per la Radio Vaticana, Luca Pellegrini.

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CHIESA E SOCIETA’

23 gennaio 2004

 

 

APERTA STAMANI DAL CARDINALE CAMILLO RUINI LA FASE DIOCESANA

DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI DON UMBERTO TERENZI, IL PARROCO

CHE HA TRASFORMATO IL SANTUARIO DEL DIVINO AMORE DA LUOGO ABBANDONATO

IN UNO DEI SIMBOLI DEVOZIONALI PIU’ AMATI DAI ROMANI

 

ROMA.= “La Madonna mi ha sempre voluto per sé, ed allora eccomi parroco nel suo Santuario”: con queste parole don Umberto Terenzi ricordava i sentimenti con i quali nel 1930 assumeva l’incarico di rettore del santuario mariano del Divino Amore in Roma. Un luogo di devozione fin dal 1740, ma allora abbandonato, in un territorio paludoso, ancora infestato dalla malaria. Don Umberto, con l’ostinazione e l’umiltà da parroco di campagna, ha saputo negli anni trasformarlo in un uno dei simboli più amati dai fedeli romani. Oggi, a trent’anni dalla morte di padre Terenzi, il cardinale vicario Camillo Ruini, alle 12 nel Palazzo Lateranense, ha aperto ufficialmente la fase diocesana della causa di beatificazione del parroco romano. “Don Umberto – ha affermato mons. Pasquale Silla, attuale rettore del santuario – è riuscito a trasformare questo luogo in un rifugio in cui i romani portano le loro pene, i loro desideri e le loro speranze a Maria”. In tanti vengono ogni anno a rendere grazie alla Madonna del Divino Amore che, come recita un antico detto romanesco “fa le grazie a tutte l’ore”. Proprio al Divino Amore, l’11 giugno del 1944, Papa Pio XII si recò a ringraziare Maria per aver assicurato la protezione della Città Eterna dai bombardamenti. Stasera, il santuario ospiterà la prima nazionale del musical Per sempre mio Divino Amore, un modo originale per accostarsi alla vita di don Terenzi e alle origini del santuario così caro ai romani. (A.G.)

 

 

DENUNCIA DELL’AGENZIA ASIANEWS: INASPRITE LE RESTRIZIONI DA PARTE ISRAELIANA ALLE VISITE DEI PELLEGRINI IN TERRA SANTA. IN UNA LETTERA, I VESCOVI MARCHIGIANI ESORTANO TUTTI I FEDELI AD IMPEGNARSI AFFINCHE’ I LUOGHI DI CRISTO NON DIVENTINO LUOGHI SENZA CRISTIANI

 

GERUSALEMME.= L’agenzia Asianews segnala nuovi ostacoli al movimento dei pellegrini in Terra Santa, sorti dopo alcuni provvedimenti restrittivi stabiliti dagli israeliani per i visitatori nei territori dell’Autorità nazionale palestinese. Da alcuni giorni, riferisce l’agenzia missionaria in una corrispondenza da Gerusalemme, funzionari israeliani che presidiano gli ingressi nel Paese distribuiscono un foglio ai visitatori, scritto in inglese e in arabo, dando il benvenuto nello Stato di Israele. Tuttavia, si precisa che “le entrate nei territori sotto il controllo dell'Autorità Palestinese” cioè Gaza, la Giudea e la Samaria “sono proibite”. Di qui, l’impossibilità per i pellegrini di raggiungere Betlemme, Gerico, Emmaus e Qumran. Per poter entrare in questi territori, spiega Asianews, occorre fare richiesta scritta e attendere l’autorizzazione da parte del governo militare israeliano, che risponderà entro 5 giorni lavorativi. Solo la risposta scritta dell'Ufficio per le relazioni con l’esterno del governo militare rappresenta la vera autorizzazione. Tutti coloro che entreranno nei territori senza l’autorizzazione rischiano dunque sanzioni molto gravi. Intanto, di ritorno da un pellegrinaggio proprio nella Terra Santa, i presuli delle Marche hanno inviato una lettera alle proprie comunità. “Riprendiamo la via verso i luoghi santi – esortano i vescovi marchigiani – e moltiplichiamo le iniziative di comunione e solidarietà con la Chiesa madre come avveniva all’inizio dell’avventura cristiana”. E’ necessario e urgente, prosegue il documento, che le “comunità ecclesiali e civili” facciano “qualcosa di più per la Chiesa di Gerusalemme, affinché non accada che i luoghi di Cristo diventino luoghi senza cristiani”. Dall’incontro con il patriarca di Gerusalemme, Michel Sabbah, conclude la lettera, è “maturata la decisione che ognuna delle tredici diocesi delle Marche si prenda a carico la retta annuale di un seminarista di Gerusalemme”. (A.G.)

 

 

NEL MONDO, LA DISOCCUPAZIONE È A LIVELLI RECORD: È QUANTO EMERGE

DA UN RAPPORTO DELL’ ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL LAVORO.

NEL 2003, 186 MILIONI LE PERSONE DISOCCUPATE

- A cura di Flaminia Caldani -

 

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ROMA.= E’ disoccupazione record: nel 2003, il numero delle persone senza o alla ricerca di un lavoro ha toccato quota 186 milioni, il picco più alto mai registrato, pari al 6,2% della forza lavoro mondiale. A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) che ha elaborato un piano globale, sulla tendenza alla disoccupazione nel 2004. Particolarmente colpiti sono i giovani, di età compresa tra i 15 anni ed i 24 anni con “uno schiacciante tasso di disoccupazione, pari al 14,4%”. Nei Paesi industrializzati l’occupazione marcia a due velocità. Nell’Unione Europea nel 2003, malgrado una debole crescita del Pil, “l’evoluzione del mercato del lavoro è stata positiva”. Mentre negli Stati Uniti, “il rilancio della crescita del Pil, non ha corrisposto alla creazione di posti di lavoro”, facendo registrare un tasso di disoccupazione intorno al 6%. In Asia Orientale, nonostante negli ultimi anni siano stati raggiunti risultati positivi, con un indice di crescita del Pil oltre il 7%, nel 2003 c’è stato un aumento della disoccupazione. Ma sono soprattutto il Medio Oriente e L’Africa del Nord a veder crescere questo preoccupante fenomeno, con un indice del 12,2%, il più alto del mondo. La lenta ripresa economica e le conseguenze della Sars, come anche i conflitti armati hanno giocato un ruolo determinante sui dati dell’occupazione a livello globale. Per diminuire la disoccupazione, in particolare quella giovanile, l’Oil propone un maggiore impegno della comunità internazionale per migliorare l’accesso ai mercati dei Paesi sviluppati e adottare politiche in favore dei Paesi poveri.

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AMNESTY INTERNATIONAL LANCIA UNA CAMPAGNA MONDIALE PER PORRE FINE

  ALLE ESECUZIONI DI CONDANNATI PER REATI COMMESSI

 IN ETA’ INFERIORE AI 18 ANNI

 

LONDRA.= Mai più esecuzioni di quanti hanno commesso un reato quando avevano meno di 18 anni. E’ l’obiettivo che Amnesty International si propone di raggiungere “entro la fine del 2005”. L’organizzazione umanitaria ha diffuso in questi giorni un rapporto nel quale sono documentate esecuzioni di minorenni al momento del reato avvenute dal 1990 in otto Paesi. Si tratta di Arabia Saudita, Iran, Nigeria, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Popolare Cinese, Stati Uniti d'America e Yemen. Paesi che, per la maggior parte - sottolinea Amnesty - hanno ora modificato la propria legislazione escludendo la pena di morte per i minorenni e lasciando che gli Usa restino l’unico Stato che rivendica il diritto di eseguire condanne a morte di questo tipo. Oggi, 192 paesi hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, uno dei trattati che vieta questo tipo di esecuzione capitale. Dal 1990, Amnesty International ha registrato 34 esecuzioni di minorenni al momento del reato in otto paesi, 19 delle quali negli Stati Uniti. Degli otto Paesi presi in esame nel rapporto di Amnesty, Pakistan, Repubblica Popolare Cinese e Yemen hanno abolito la pena di morte per i minorenni al momento del reato. Lo scorso dicembre, il parlamento iraniano ha approvato una legge che eleva a 18 anni l’età minima per ricevere una condanna a morte. Legge che deve ora essere approvata dal Consiglio dei Guardiani. La Repubblica Democratica del Congo ha abolito i tribunali militari speciali che avevano emesso condanne a morte nei confronti di minorenni all'epoca del reato, poi eseguite. Minorenni all’epoca del reato rimangono nei bracci della morte nelle Filippine e in Sudan. (A.G.)

 

 

UN OPUSCOLO PER L’ELETTORATO CATTOLICO: E’ L’INIZIATIVA PROMOSSA DAI PRESULI INDONESIANI IN VISTA DELLE ELEZIONI PARLAMENTARI DI APRILE

 

JAKARTA.= Non disertare le urne elettorali e votare con coscienza: è questo l’invito contenuto in un opuscolo approntato dalla conferenza episcopale indonesiana in vista delle prossime elezioni parlamentari indonesiane, previste ad aprile. Il documento - distribuito in queste settimane in tutte le diocesi del Paese - illustra le conclusioni di un recente incontro dedicato al ruolo dei cattolici nella promozione della giustizia sociale e del bene comune. “Tutti i cittadini dovrebbero esercitare il loro diritto di voto”, sottolineano i presuli. Un diritto che va esercitato con un’informazione adeguata sul funzionamento delle istituzioni democratiche e sui temi fondamentali al centro della campagna elettorale. Per questo l’opuscolo, oltre ad offrire una serie di indicazioni sui criteri che devono guidare l’elettore cattolico nella scelta dei candidati, propone l’organizzazione nelle parrocchie di speciali seminari e incontri informativi. (A.G.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 gennaio 2004

 

 

- A cura di Benedetta Capelli -

 

Un'intesa che restituisca un assetto istituzionale alla Somalia, in preda all’anarchia dal '91 - quando fu rovesciato il generale Siad Barre - e ai continui scontri tra i cosiddetti ‘signori della guerra’. E’ l'accordo raggiunto oggi a Nairobi, in Kenya, con la mediazione dell’Igad, l'organizzazione dei Paesi del Corno d'Africa. Il documento, che sarà firmato lunedì prossimo, prevede: la formazione di un governo di unità nazionale in carica per 5 anni; un Parlamento con 275 deputati nominati dalle fazioni e dai clan; il rispetto del cessate-il-fuoco siglato nel 2002; la stesura di una nuova Costituzione federale; la risoluzione delle dispute territoriali somale. Ma qual è la situazione politica oggi in Somalia? Giada Aquilino lo ha chiesto a Domenico Quirico, africanista del quotidiano “La Stampa”:

 

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R. – Il territorio della Somalia è diviso, frammentato in mini-Stati nelle mani di ‘signori della guerra’ più o meno forti ... ci sono stati degli elementi di novità, certamente, in questi anni, sul crescere sostanzialmente di una società civile che ha preso coscienza della tragedia della situazione di quel Paese e che in qualche misura cerca di convincere i ‘signori della guerra’ di imboccare una via diversa.

 

D. – Dal punto di vista sociale, qual è la situazione?

 

R. – Non esistono strutture statali vere e proprie; c’è un’economia sostanzialmente piratesca in cui non c’è alcuna forma di controllo, in cui ci sono infiltrazioni di movimenti spesso troppo enfatizzati in Occidente, e mi riferisco al fondamentalismo islamico; però, certamente esistono.

 

D. – Ora, il nuovo accordo prevede un governo di unità nazionale, un Parlamento, il rispetto del cessate-il-fuoco, la stesura di nuova costituzione ... ecco, quanto sono fattibili questi proponimenti?

 

R. – Io sarei molto cauto. Il numero dei capi-clan che hanno firmato questa ennesima pace – credo sia la 16.ma o 17.ma o giù di lì – è molto ridotto rispetto alle centinaia di fazioni somale che controllano parte del territorio.

 

D. – E allora, quanto è lungo il cammino verso un futuro istituzionale, per la Somalia?

 

R. – Passa, probabilmente, dall’unica via possibile, che è quella dell’incrociarsi di due fattori che finora non sono riusciti ad interagire: da un lato, l’approvazione della società civile e dall’altro, dall’interagire con questa società civile di una pressione internazionale che sia vera e non puramente formale. Bisognerà che le grandi potenze – cioè gli Stati Uniti – decidano di rimettere le mani nel problema somalo. Senza questo intervento, la situazione somala non cambierà.

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Giornata molto importante a Davos dove è in corso il Forum economico Mondiale. Stamattina a parlare è stato Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite. Tra i punti toccati non solo l’iraq ma anche le altre emergenze  che affliggono il mondo. Intanto, è arrivato nella piccola cittadina svizzera anche il  vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney. Sul discorso tenuto all’Assemblea da Annan, sentiamo Mario Martelli.

 

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Il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha accentrato il suo intervento al 34.mo Forum economico mondiale di Davos sull’urgenza di agire per lo sviluppo dei Paesi più poveri. La comunità internazionale deve intervenire – ha detto – annunciando che il prossimo giugno, a New York, si terrà un vertice dedicato appunto a questo importante tema attualmente occultato da crisi, come quella dell’Iraq. Povertà, ineguaglianza ed emarginalizzazione – ha ricordato – hanno raggiunto un livello critico, dopo che negli ultimi due anni la guerra in Iraq ed altri avvenimenti hanno pericolosamente distratto l’attenzione mondiale su questi gravi problemi. Kofi Annan ha precisato che si deve deplorare una riduzione degli investimenti nelle regioni in via di sviluppo che ne hanno maggior necessità. Ai responsabili dell’economia mondiale, che sono presenti nella stazione sciistica elvetica, ha detto che nessun altro problema come quello dello sviluppo mette in pericolo il sistema commerciale multilaterale dal quale essi traggono il maggior profitto. Il segretario generale ha poi affermato che le Nazioni Unite sono oggetto di forti pressioni in merito alla crisi irachena, ed ha preannunciato una sua prossima dichiarazione sull’invio di una missione sul posto per valutare la situazione.

 

Da Ginevra, Mario Martelli, per la Radio Vaticana.

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Sarebbe opera di una banda di criminali, l’uccisione di duecento persone nei pressi del Lago Albert, nella Repubblica del Congo. L’episodio, risalente a qualche giorno fa, è avvenuto in un villaggio di pescatori nel bacino congolese, spesso teatro di numerosi attacchi. Ce ne parla Giulio Albanese.

 

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Il fatto è accaduto qualche giorno fa ma se ne è avuta notizia solo in queste ore. Fonti indipendenti e bene informate hanno riferito di un vero e proprio saccheggio nei pressi di Gobu, un piccolo villaggio di pescatori sulle sponde del Lago Albert, nella provincia dell’Ituri, a nord di Bunia; ultima serie di episodi che accadono con estrema frequenza sulla sponda congolese del pescoso bacino che costituisce buona parte del confine con il vicino Uganda. Gli autori sarebbero banditi senza scrupoli che avrebbero ucciso solo ed unicamente a scopo di rapina. Le vittime sembra siano in gran parte sfollati e mercanti, quasi tutti appartenenti all’etnia alur, che insieme a hema e lendu abitano la provincia nordorientale congolese.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Condanna all’ergastolo per Jean de Dieu Kamuhanda, l’ex ministro ruandese  dell'università, ricerca scientifica  e cultura. La sentenza, emessa dal Tribunale Internazionale Ictr, è legata al massacro di  circa 800.000 persone, quasi tutte di etnia tutsi, avvenuto tra l’aprile ed il giugno del ’94. Inoltre, lo stesso tribunale ha riconosciuto Kamuhanda responsabile del genocidio di centinaia di tutsi nella parrocchia cattolica di Gikomer.

 

Arriva da fonti ufficiali tailandesi, la conferma di due casi di influenza dei polli. Già in precedenza, il governo di Bangkok aveva segnalato cinque malati in condizioni preoccupanti; fonti mediche hanno informato che uno di essi è deceduto. Immediate le ripercussioni a livello economico: la Commissione europea ha deciso di sospendere le importazioni di carne e pollo dalla Thailandia, su proposta del commissario Ue dei consumatori, David Byrne, in visita ufficiale in Thailandia. Lo stesso provvedimento è stato adottato dal Giappone. Ieri, il giornale scientifico britannico “The Lancet” ha lanciato l’allarme sul virus dei polli, che potrebbe costituire un’enorme minaccia per l'umanità, trasmettendosi da uomo a uomo.

 

Due funzionari del Partito comunista iracheno sono morti in seguito all’esplosione ieri sera  di una bomba negli uffici di Baghdad. A  riferirlo  la televisione Al Jazeera, secondo cui l'edificio che ospita il partito è crollato in seguito alla deflagrazione. Il partito ha definito l'attacco “un atto terroristico da parte delle forze del male”.

 

Iran. Continua la protesta dei riformatori dopo l’esclusione di migliaia di  candidati alle elezioni legislative del 20 febbraio. Ieri un grave episodio di violenza: 200 hezbollah hanno attaccato un gruppo di riformatori a Hamaden, in Iran centro occidentale. Intanto, al Forum economico mondiale di Davos, il direttore dell'Aiea, l’agenzia internazionale per l'energia atomica, Mohammed el Baradei, ha ammonito il Paese iraniano, invitandolo a collaborare sui siti nucleari.

 

Medio Oriente. Secondo la radio israeliana, il premier Ariel Sharon potrebbe recarsi negli Stati Uniti in visita ufficiale, entro breve tempo. Ieri intanto, a Washington, l’incontro tra il capo di gabinetto Dov Weisglass e Condoleezza Rice, Consigliere per la sicurezza nazionale americana. Sul tavolo di discussione la barriera di separazione costruita da Israele in Cisgiordania, sulla quale si pronuncera' la Corte internazionale di giustizia e che gli Stati Uniti valutano negativamente. Al termine dei colloqui, una fonte israeliana ha dichiarato al Washington Post, che il governo di Tel Aviv potrà fare ben poco nel processo di pace, data la mancanza di un'azione palestinese contro il terrorismo.

 

Algeria. Successo per gli Arch, le rappresentanze tribali kabile, che hanno convinto il governo algerino ad annullare i risultati delle elezioni politiche e amministrative, tenute nel 2002 nella regione della Kabilia. Ora si passerà all’esame delle altre richieste inoltrate dagli Arch al governo di Algeri. Sono 15 le istanze tra cui l’autonomia della regione, il ritiro dalla Kabilia dei contingenti della gendarmeria e il processo dei responsabili dei moti della “primavera nera” del 2001.

 

Vicenda Parmalat. E’ in corso una perquisizione nella sede principale Deut-sche Bank Italia a Milano. Nonostante il pm Francesco Greco, titolare dell’inchiesta milanese sul crac finanziario dell’azienda di Collecchio,  avesse  smentito in mattinata il coinvolgimento delle banche. Intanto, oggi verrà riascoltato il patron Calisto Tanzi, ricoverato da ieri sera, per un malore, nell’ospedale Fatebenefratelli di Milano.

 

Terremoto in Giappone. Un sisma di 5,4 gradi sulla scala Richter, ha colpito la zona settentrionale del Paese, senza arrecare danni a persone e a cose. Lo ha reso noto l'Ufficio sismologico dell'Ente meteorologico precisando che l'epicentro del sisma è stato localizzato ad una settantina di km di Fukushima, circa 200 km a nord di Tokyo.

 

Su Marte ci sarebbe acqua, questa l’importante scoperta dell’Agenzia spaziale europea, che oggi, durante una conferenza stampa, ha illustrato i primi risultati raggiunti dalla missione Mars Express. Il nostro servizio:

 

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Se Spirit non risponde più ci pensa Mars Express. Perse le tracce del piccolo robot, messo fuori gioco da un guasto potenzialmente grave, la sonda europea, un po’ appannata nelle ultime settimane, ha compiuto un’importante scoperta che apre scenari inattesi. Secondo Vittorio Formisano, uno dei responsabili della missione Mars Express, al polo sud del  Pianeta Rosso è stata rilevata la presenza di ghiaccio.. Durante la conferenza stampa, convocata dall'Ente Spaziale Europeo  per illustrare i primi risultati scientifici raggiunti, l’inatteso annuncio. A vedere le tracce di acqua sarebbe stato  lo spettrometro italiano PFS, uno dei sette straordinari strumenti montati a bordo del satellite europeo Mars Express. E da oggi nuovi risvolti potrebbero venire, perché ad affiancare le sonde che orbitano intorno a Marte, ne giungerà una terza. E’  Opportunity gemella del muto Spirit, attesa per il fine settimana. La sonda atterrerà su Marte esattamente dalla parte opposta dove è fermo Spirit. . Lo scopo scientifico delle missioni è di provare che in passato Marte ha ospitato sulla sua superficie degli oceani, in seguito evaporati a causa della bassa gravità. Certo è che la presenza di acqua avrebbe potuto favorire l’apparizione di forme di vita, seppure a livello microscopico.

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