RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 11  - Testo della Trasmissione di domenica 11 gennaio 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’Angelus, il Papa parla della Festa del Battesimo di Cristo, un evento di luce e di forza per i cristiani e la Chiesa, che rivela il volto umano e divino di Dio e dell’uomo.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Le prospettive del diritto internazionale nei riguardi del Saddam Hussein “prigioniero di guerra”. Ne parliamo con la giurista Flavia Lattanzi

 

Al via domani, in Messico, il vertice dell’Organizzazione degli Stati americani. Intervista con Maurizio Chierici

 

I disabili mentali e la sfera affettiva, una ricchezza da sviluppare e non da reprimere. Ai nostri microfoni, Francesco Cucchi

 

Da Genova, capitale europea della cultura 2004, un messaggio di pace. Intervista con il cardinale Tarcisio Bertone

 

A Milano, sacchi a pelo e scarpe ai senza casa per fronteggiare i rigori dell’inverno. Ne parliamo con Mario Furlan.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Proclamata dall’Onu, per il 7 aprile, una giornata internazionale di riflessione sul genocidio del Rwanda

 

Distrutta una baraccopoli in Guinea equatoriale, numerose famiglie senza tetto

 

“Storia di Karol” è il titolo della fiction di Mediaset, in onda a ottobre su Canale 5

 

I Missionari del Sacro Cuore festeggiano il 150.mo della loro presenza nella Repubblica democratica del Congo.

 

“Civiltà cattolica” ricorda lo scrittore russo Anton Pavlovic Cechov nel centenario della sua morte, avvenuta il 2 luglio 1904

 

Recuperati a Palermo dai carabinieri quattro candelieri del XIX secolo rubati lo scorso anno nella chiesa di San Giorgio martire, nel piacentino

 

24 ORE NEL MONDO:

Il naufragio dei clandestini in Albania: si cercano ancora sette dispersi. La testimonianza di un comandante della marina militare italiana, di stanza a Valona

 

Proteste in Iraq, dopo l’uccisione di sette manifestanti avvenuta ieri nella città di Amàra

 

La solidarietà per il Medio Oriente al centro dell’incontro tra i vescovi Ue e Usa e gli ordinari di Terra Santa, domani a Gerusalemme: con noi, p. David Jaeger.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

11 gennaio 2004

 

 

IL BATTESIMO, MISTERO DI LUCE E DI FORZA PER I CRISTIANI E LA CHIESA,

NEL LORO QUOTIDIANO PELLEGRINAGGIO DELLA FEDE:

COSI’ IL PAPA ALL’ANGELUS, NELLA FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

**********

E’ Gesù il “volto umano di Dio” e il “volto divino dell’uomo”. Su di lui dobbiamo tenere “fisso” lo sguardo, come fece Maria, che dal mistero della manifestazione di Cristo trasse la luce e la forza per proseguire nel “pellegrinaggio della fede”. E’ questo il messaggio che nasce dalla solennità odierna, la Festa del Battesimo del Signore, festa di luce per ogni cristiano. All’angelus, in una Piazza San Pietro fredda ma inondata di sole, Giovanni Paolo II ha spiegato il senso spirituale dell’incontro tra Gesù e Giovanni il Battista tra le acque del fiume Giordano:

 

“E’ la prima manifestazione pubblica dell’identità messianica di Gesù, dopo l’adorazione dei Magi. Per questo la liturgia accosta il Battesimo all’Epifania, con un salto cronologico di circa trent’anni: quel Bambino, che i Magi adorarono quale Re messianico, lo vediamo oggi consacrato dal Padre nello Spirito Santo”.

 

Fin dal Battesimo nel Giordano, ha proseguito il Pontefice, “si delinea chiaramente lo stile messianico di Gesù”, l’Agnello di Dio venuto a riscattare l’uomo dal peccato. Duemila anni fa, la colomba dello Spirito Santo e il Battista stesso resero manifesta agli uomini del tempo la divinità di Cristo. Duemila anni dopo, i cristiani sono chiamati a fare altrettanto:

 

“Anche noi, che nel Natale abbiamo celebrato il grande evento dell’Incarnazione, siamo invitati a mantenere fisso lo sguardo su Gesù, volto umano di Dio e volto divino dell’uomo”.

 

Maria, maestra insuperabile di contemplazione”, fu la prima a tenere lo sguardo fisso sul figlio, ricevendo la luce e la forza necessarie per vivere nella fede il distacco da Gesù che lasciava Nazaret per iniziare la sua missione. Il Battesimo dunque, ha concluso Giovanni Paolo II, è “il primo mistero di luce per Maria e per tutta la Chiesa. Possa esso illuminare il cammino di ogni cristiano”. Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa ha salutato i pellegrini presenti che hanno festosamente ricambiato con acclamazioni e sventolio di fazzoletti. Particolarmente caloroso il saluto ricolto al Pontefice da un gruppo di fedeli ucraini, salutati dal Papa nella loro lingua. 

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

11 gennaio 2004

 

 

 

LO STATUS DI PRIOGIONIERO DI GUERRA PER SADDAM HUSSEIN,

CONSEGUENZE E PROSPETTIVE DI DIRITTO INTERNAZIONALE

- Intervista con Flavia Lattanzi -

 

La conferma da parte del Pentagono dell’attribuzione a Saddam Hussein dello status di prigioniero di guerra ha suscitato l’irritazione di alcuni membri del Consiglio di governo transitorio iracheno. “Siamo stupiti per questa decisione e ne parleremo con l’autorità provvisoria della coalizione, perché non avevamo mai affrontato l'argomento”, ha dichiarato Sara Nureddin, che dirige il Comitato giuridico del Consiglio di governo in Iraq. Anche dal vicino Iran sono giunte critiche. Il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Hamid Reza Hasefi, ha detto questa mattina che l’ex rais dovrebbe essere considerato come un criminale di guerra e non prigioniero. Soddisfatti invece si sono detti i membri del Comitato della Croce Rossa Internazionale. Ma cosa comporta l’attribuzione dello status di prigioniero di guerra all’ex dittatore iracheno? Stefano Leszczynski lo ha chiesto a Flavia Lattanzi, docente di diritto internazionale e giudice del Tribunale internazionale per il Randa:

  

**********

R. – Anzitutto, il riconoscimento che c’è una situazione di guerra internazionale, cosa che di fatto è, e quindi non potevano che riconoscergli questo status: si è trattato di una decisione automatica, insomma. Sarebbe stato veramente scandaloso se non l’avessero fatto.

 

D. – Cosa comporta per Saddam Hussein non essere considerato un criminale comune, bensì un prigioniero di guerra?

 

R. – Dal punto di vista dei diritti, sicuramente lo status di prigioniero di guerra comporta alcuni diritti specifici e aggiuntivi, rispetto ai diritti che competono a qualsiasi sospetto criminale, a qualsiasi imputato, a qualsiasi detenuto. Però, non esiste nessuna differenza dal punto di vista della responsabilità penale e quindi della possibilità di processarlo ad opera del tribunale interno, peraltro già istituito dal 10 dicembre scorso. Anche il diritto bellico prevede che gli Stati siano obbligati a processare i sospetti criminali di guerra.

 

D. – Questo comporta dei diritti in favore di Saddam Hussein, diritti che non vengono riconosciuti però in altre situazioni, ad esempio per quanto riguarda i talebani afghani...

 

R. – Lì la situazione era un po’ diversa, perché c’era un conflitto interno, e c’era un governo - il governo dei talebani - che non era riconosciuto dalle Nazioni Unite. Si è trattato di un aiuto esterno alla resistenza e non di una situazione di guerra internazionale in senso proprio.

 

D. – Si può fare una similitudine tra talebani e quanto invece è avvenuto in Jugoslavia con l’ex presidente Milosevic?

 

R. – Lì, è stato lo stesso: un problema di guerra civile, e quindi di disintegrazione di uno Stato – la ex Jugoslavia – a seguito di un conflitto interno. Anche in quel caso, in altre parole, non si era verificata una situazione di guerra internazionale, di guerra tra i due Stati.

**********

 

 

DOMANI, IN MESSICO, APERTURA DEL VERTICE OSA:

SFIDA PER L’EGEMONIA LATINOAMERICANA TRA GEORGE BUSH E LULA DA SILVA

- Intervista con Maurizio Chierici -

 

Si apre domani (lunedì 12) a Monterrey, in Messico, il Vertice straordinario delle Americhe. L’incontro riunisce presidenti e primi ministri di 34 Paesi membri dell’Osa, l’Organizzazione degli Stati americani, per un esame sulle principali sfide economiche, politiche e sociali dello scacchiere. L’avvenimento sarà anche occasione di un confronto diretto tra il presidente Bush e il presidente brasiliano Lula Da Silva, figura emergente del continente latinoamericano. Sugli argomenti che il summit dovrà affrontare, Giancarlo La Vella ha raccolto il commento del giornalista Maurizio Chierici, esperto delle problematiche dell’area:

 

**********

R. – Il vertice prenderà in esame tante situazioni specifiche, come il mercato comune per le due Americhe, i problemi particolari che riguardano Bolivia, Argentina, Messico... Ma di fondo, al vertice si affaccia per la prima volta un interrogativo, che Bush dovrà tenere in conto e che dovrà tentare di risolvere: il continente sudamericano è ancora degli Stati Uniti o sta per diventare il continente di Lula? Perché già ci sono dei riscontri, in questo senso. L’Argentina, per esempio, ha rifiutato con Kirschner di cedere alle pressioni di Washington sul problema dei rapporti con Castro e si è astenuta dalla condanna, cosa che gli Stati Uniti non hanno gradito. Ci sono poi dei problemi anche con lo stesso Brasile, che ha preso male l’imposizione in base alla quale ogni cittadino brasiliano che si reca negli Stati Uniti deve lasciare le proprie impronte digitali: per reciprocità, il Brasile ha applicato la stessa cosa agli americani che vanno nel Paese sudamericano. E non solo: Lula non accetta un mercato nel quale gli Stati Uniti possono esportare tutto, mentre gli altri Paesi hanno 248 prodotti che non possono esportare negli Usa. La rivista “Relazioni estere”, fondata ai tempi di Clinton, sta denunciando che il piano di occupazione militare e aiuti militari concreti alla Colombia per distruggere le piantagioni di coca sta dando qualche risultato, ma un risultato che si annuncia catastrofico, in prospettiva: tutti i coltivatori di coca stanno emigrando nei Paesi circostanti, per cui il problema diventa non più di un Paese, ma regionale. Parlando poi della Bolivia, gli indios si sono rivoltati al presidente che stava vendendo il gas alle imprese di Cina e Stati Uniti. Adesso, gli Stati Uniti hanno chiuso, dicono che a loro non interessa più il gas boliviano: un contraccolpo che l’America Latina ha preso molto male.

 

D. – C’è anche un contenzioso tra Cile e Bolivia per lo sbocco al mare di quest’ultimo Paese...

 

R. – E’ un contenzioso che dura da 130 anni e continua. Andrà avanti, ma non so come finirà.

 

D. – E’ un vertice, questo, che cade proprio nel momento in cui un Paese come Haiti sta attraversando una profonda crisi sociale: il summit potrà contribuire a risolvere questa emergenza?

 

R. – E’ difficile, perché Aristide rientra nel “pacchetto” delle delusioni: è stato un uomo straordinario, ma adesso ha creato le sue milizie: quelle che una volta soccorrevano la gente, ora sono diventate veri e propri squadroni della morte, anche con Aristide. Non so quale epilogo potrà esserci...

 

D. – Secondo te, l’area del continente americano riuscirà a trovare unità al di là della guida statunitense?

 

R. – Lula può essere un segno. Bisogna vedere quanto può resistere Lula in Brasile, perché l’economia non va benissimo. Poi, c’è il Messico: Bush ha fatto una legge sull’immigrazione in modo che tutti i clandestini possano lavorare per tre anni versando, naturalmente, le trattenute per i fondi pensione di cui non godranno mai perché dopo tre anni dovranno tornare a casa. Quindi, tutti hanno capito che – come è stato definito dai giornali di Città del Messico – sarebbero a quel punto degli “schiavi economici”.

**********

 

 

L’AFFETTIVITA’ NEI DISABILI MENTALI,

UNA RICCHEZZA DA SVILUPPARE SECONDO LE CAPACITA’ INDIVIDUALI

- Intervista con Francesco Cucchi -

 

Il Papa è tornato di recente a parlare del riconoscimento dei diritti dei portatori di handicap mentale e della necessità di un impegno sincero da parte di tutti per sostenere e tutelare al meglio i loro bisogni e le loro dinamiche di crescita. L’occasione che ha originato l’intervento del Pontefice è stata offerta dal Simposio internazionale organizzato a Roma dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, sul tema “Dignità e diritti della persona con handicap mentale”. Per un commento sul testo di Giovanni Paolo II, Gabriella Ceraso ha sentito Francesco Cucchi, sociologo e responsabile della Comunità S. Elisabetta, un centro diurno che accoglie 16 ragazzi con diverse disabilità mentali:

 

**********

R. – E’ molto importante che Giovanni Paolo II si sia espresso su un tema così delicato e così importante come la dignità della persona disabile mentale. Nel documento, si fa riferimento esplicito all’antropologia cristiana che vede la persona disabile al centro e di pari dignità di tutti gli altri figli di Dio. E vorrei richiamare anche il concetto della qualità della vita, perché dimostra proprio come il mondo dei diritti non possa essere appannaggio solo delle persone sane.

 

D. – Il Papa, nel suo messaggio, parla anche dell’importanza delle dimensioni affettive e spirituali della persona portatrice di handicap: un aspetto spesso rimosso. Come affrontate voi il problema di colmare il bisogno affettivo e di intimità dei vostri ragazzi?

 

R. – Noi abbiamo sicuramente un’attenzione al problema. Per alcuni ragazzi e ragazze che manifestano questi discorsi, sicuramente il primo importante strumento che vale per tutte le altre aree è la relazione: la relazione che si instaura tra l’educatore e il soggetto portatore di handicap. E quindi, all’interno di questa relazione, con il dialogo, con il colloquio e anche con l’affettività nostra - con l’abbraccio, con le carezze, con il tono della voce - si spiegano le varie identità sessuali, le relazioni, l’importanza della relazione come dono e comunque come cosa di valore, che non va sprecata e non va utilizzata in maniera impropria.

 

D. – Quali sono le risposte dei ragazzi?

 

R. – Le risposte sono chiaramente di attenzione e d’interesse. L’affettività e anche la sessualità sono parte dell’essere umano, espressioni di realtà create da Dio Padre, e quindi non vanno celate, non vanno nascoste: vanno comunque supportate. Supportate, quindi, con l’esperienza delle comunità che in qualche modo si impegnano con onestà, con serietà, senza falsi pudori e pregiudizi. Anche in un altro passaggio, infatti, si evidenzia molto bene come i limiti della persona disabile non debbano diventare poi pretesto per farle fare cose diverse. E’ molto bello il passaggio in cui il documento dice: “Le persone disabili non devono fare le stesse cose che fanno gli altri, perché ogni persona, a seconda delle sue capacità, della sua tipologia di handicap deve essere aiutata a sviluppare le proprie ricchezze, le proprie individuali e singole capacità”. Quindi, anche nella sfera sessuale e affettiva, vanno modulate a seconda della tipologia dell’handicap presente in ognuno dei ragazzi o delle ragazze che noi seguiamo quotidianamente.

**********

 

 

GENOVA, CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA PER IL 2004:

UN MESSAGGIO DI PACE E DI DIALOGO

- Intervista con l’arcivescovo Tarcisio Bertone -

 

Le note del celebre tenore spagnolo José Carreras hanno lanciato, tre sere fa, l’Anno della cultura che Genova e la città francese di Lille rappresenteranno in Europa per il 2004 in veste di “capitali”. Tra le manifestazioni inaugurali svoltesi nel capoluogo ligure, va segnalata anche l’importante Conferenza internazionale sul tema “I bambini e il Mediterraneo”. Ma quale messaggio offre Genova al Vecchio continente? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’arcivescovo della città, il cardinale Tarcisio Bertone:

 

**********

R. – Genova è per definizione ianua, cioè una “porta” aperta sul Mediterraneo, una porta aperta sul mare. Il messaggio è quello di un dialogo interculturale che metta alla sua base i valori fondamentali dell’uomo, della concezione della società come una unità e quindi della concordia e della pace. Mi sembra che, anche con Lille - questa grande città francese che condivide con noi questa missione per il 2004 - possiamo offrire un messaggio di solidarietà e di pace.

 

D. – Primo appuntamento per Genova capitale europea della cultura è stata la conferenza internazionale sui bambini nel Mediterraneo, un’area in cui i diritti dei minori sono spesso violati…

 

R. – E’ vero. Genova vanta un famoso ospedale pediatrico, opera della fondazione  Gaslini, di cui l’arcivescovo di Genova è presidente.  E’ bello che Genova inizi l’anno della cultura proprio con questo messaggio, con questo impegno di aiuto verso i bambini del Mediterraneo. La conferenza ha inteso radunare tutti i rappresentanti della pediatria e anche degli istituti di ricerca per formare una mappa sulla situazione dei bambini del Mediterraneo ed individuare gli aiuti più urgenti e più necessari. Per esempio, un ammiraglio di Genova ha presentato una bella proposta, che abbiamo propiziato, di mettere a disposizione dei bambini, come ospedali volanti, le navi militari specialmente in alcuni momenti cruciali. Questo perché i bambini sono i primi a soffrire per le guerre, le divisioni, le violenze, in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

 

D. – Un dato preoccupante è però il fatto che l’Europa, e soprattutto l’Italia, stiano diventando sempre più vecchie. Nascono sempre meno bambini…

 

R. – E questo è un problema soprattutto di Genova. Quando io ho fatto il mio ingresso nel capoluogo ligure - che si sente sempre un po’ in crisi, anche dal punto di vista del lavoro e delle prospettive future – ho detto che questa città, se intende rinascere, deve avere più nascite. In effetti, si tratta di una città che sta invecchiando, i giovani prendono altre vie. Tuttavia è bello che si sia fermata a riflettere e abbia concepito questo grande progetto verso i bambini del Mediterraneo, creando proprio qui a Genova - una città vecchia - un istituto per i bambini.

**********

 

 

SACCHI A PELO PER CHI VIVE D’INVERNO ALL’ADDIACCIO:

UN’INIZIATIVA DI SOLIDARIETA’ PER I SENZA CASA DI MILANO

- Intervista con Mario Furlan -

 

Duecento sacchi a pelo per rendere più calde le notti dei senza casa. E’ l’iniziativa realizzata a Milano dal Banco Alimentare, con la collaborazione dell’Hotel Principe di Savoia e i City Angels. Il presidente di quest’ultima associazione, Mario Furlan, descrive, al microfono di Marina Tomarro, gli interventi a favore degli homeless:

 

**********

R. – Come tutti gli anni, c’è ora l’emergenza freddo per chi sta sulla strada e deve in qualche modo sopravvivere tra coperte, cartoni e sacchi a pelo. In particolare, i sacchi a pelo sono la salvezza per migliaia di senzatetto. Noi andiamo in giro tutte le notti con dei furgonicini. Sappiamo dove si trovano i senzatetto. Andiamo nelle stazioni, nelle aree dismesse, nelle fabbriche abbandonate, là dove c’è gente che ha creato delle comunità, soprattutto di stranieri: rumeni, marocchini, albanesi… Andiamo anche in centro, dove ci sono soprattutto italiani che hanno bisogno. Distribuiamo i sacchi a pelo e stiamo attenti a chi li diamo, perché bisogna darli a chi li utilizza e non a chi poi li potrebbe rivendere.

 

D. – Come reagiscono i senzatetto di fronte a questo regalo?

 

R. – Questo regalo è una specie di manna dal cielo per loro, tanto più che questi sacchi a pelo sono dei veri e propri sacchi-letto. E vorrei sottolineare che, oltre a distribuire questo tipo di aiuti, diamo pure delle scarpe, che, anche se non sembra, sono particolarmente richieste. Molta gente, soprattutto a Natale e Capodanno, ci ha fatto avere moltissimi vestiti, panettoni per i poveri, ma pochi ci fanno avere le scarpe. Eppure le scarpe sono un oggetto del desiderio per tantissimi senzatetto.

 

D. – Che tipo di popolazione c’è tra i senza fissa dimora?

 

R. – A Milano, e anche a Roma, ci sono più stranieri che italiani. Gli italiani sono quelli più visibili, perchè vogliono farsi aiutare. Gli stranieri sono in buona misura clandestini e non vogliono farsi trovare, perché hanno paura di essere espulsi. Quindi, sono quelli che occupano soprattutto le aree dismesse, le case abbandonate. Sono dei fantasmi. Tra gli italiani ci sono anziani, ci sono persone che hanno perso il lavoro ed anche diversi giovani. E poi ci sono anche mariti – e questo è un fenomeno abbastanza nuovo – separati, divorziati.

 

D. – Questa iniziativa sarà presa anche in altre città, oltre a Milano?

 

R. – Il progetto è di portarla anche a Roma. Ma andrebbe esportata in tutte le città in cui ci sono senzatetto, gente che è vittima dal freddo durante le notti di inverno.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

11 gennaio 2004

 

 

A DIECI ANNI DEL GENOCIDIO DEL RWANDA, L’ONU, SU PROPOSTA DEL MOZAMBICO, PROCLAMA IL 7 APRILE 2004 GIORNATA MONDIALE IN RICORDO DELLE VITTIME

 

NEW YORK. = L’Assemblea generale dell’Onu ha proclamato il 7 aprile del 2004 “Giornata internazionale per riflettere sul genocidio del Rwanda”, avvenuto dieci anni fa. Per celebrare la ricorrenza, le Nazioni Unite hanno invitato i Paesi membri e le organizzazioni internazionali a preparare “iniziative speciali per ricordare le vittime del genocidio rwandese”. La risoluzione dell’Onu include un appello agli Stati membri affinché agiscano in accordo con la Convenzione per la prevenzione e la soppressione del crimine di genocidio, perché non si ripetano eventi come quelli tragici nel Rwanda del 1994, che costarono la vita a un milione di persone. L’iniziativa è stata proposta dal Mozambico, in qualità di presidente di turno dell’Unione Africana, ed è stata votata all’unanimità da tutti gli Stati membri. La storia del Rwanda è conosciuta proprio per quello che è considerato uno dei genocidi più feroci e sanguinari del secolo scorso. Cominciata con una guerriglia rurale tra le etnie locali nel 1990, e trasformatasi in uno sterminio di massa nel 1994, la situazione si trascina tutt’ora con rappresaglie continue, che nel corso di questi anni hanno prodotto morte, ogni sorta di violenze, due milioni di rifugiati e altrettanti sfollati. Nel Rwanda di oggi, circa il 50% della popolazione vive con meno di 1 dollaro al giorno ed è decimata dall’alto tasso di malattie infantili. L’età media è di 20 anni. (D.G.)

 

 

 

NUMEROSE FAMIGLIE SENZA CASA A MALABO, CAPITALE DELLA GUINEA EQUATORIALE,

PER LA DISTRUZIONE DELLA BARACCOPOLI CHE LE OSPITAVA

 

MALABO (GUINEA EQ.). = Numerose famiglie a Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, sono rimaste senza casa in seguito alla distruzione della baraccopoli di un quartiere alla periferia della città, deliberata dalla giunta comunale. Lo hanno riferito all’agenzia Misna le suore salesiane “Figlie di Maria Ausiliatrice”. “Tre giorni fa – hanno riferito le religiose - ruspe e caterpillar si sono messi al lavoro per radere al suolo un’area su cui sorgeva un animato mercato, divenuto ormai dimora per molte famiglie poverissime”. Secondo le suore, nulla è stato previsto né come nuovo spazio per bancarelle e venditori, né, soprattutto, per le persone, da tempo costrette ad abitare in questa zona. In base ai progetti dell’amministrazione comunale, sembra che nel quartiere debba sorgere un parco. Preoccupazione è stata espressa dalle Salesiane, sulla sorte delle famiglie allontanate dalla baraccopoli. La Guinea Equatoriale è popolata da circa mezzo milione di abitanti. Il Paese è guidato da Teodoro Obiang Nguena, che ha preso il potere con un colpo di Stato 23 anni fa. L’opposizione lo ha recentemente accusato di essere intestatario di un conto corrente privato presso la Banca Ritts di Washington, sul quale sarebbero stati versati circa 500 milioni di dollari, denaro proveniente dallo sfruttamento delle risorse petrolifere di questo piccolo Paese dell’Africa Occidentale. Malgrado l’incremento delle esportazioni di greggio, le condizioni della popolazione non sono migliorate: il 75% dei cittadini vive ancora nell’indigenza. (D.G.)

 

 

 

AD OTTOBRE, SU CANALE 5, “STORIA DI KAROL, FICTION IN DUE PUNTATE,

SULLA STORIA DEL PAPA E SULLA SUA LOTTA CONTRO NAZISMO E COMUNISMO

 

ROMA.= Le riprese inizieranno a marzo, la messa in onda è prevista per ottobre su canale 5. È lo stesso produttore, Pietro Valsecchi, a confermare le tappe della fiction televisiva su Giovanni Paolo II, diretta da Giacomo Battiato, che si intitolerà “Storia di Karol”. “Il film in due puntate – ha spiegato Valsecchi – racconterà la storia di un ragazzo che diventa Papa, il quale combatte in prima persona contro il nazismo prima e contro il comunismo poi”. La  sceneggiatura della pellicola è stata tratta da un libro del vaticanista Gianfranco Svidercoschi. Ancora da selezionare l’interprete che impersonerà il Pontefice da ragazzo. Si pensa ad un giovane attore polacco. Un’altra fiction su Papa Wojtyla è in fase di progettazione alla Rai. (D.G.)

 

 

 

I MISSIONARI DEL SACRO CUORE FESTEGGIANO IL 150.MO ANNIVERSARIO DELLA LORO PRESENZA NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO.

LA RICORRENZA E’ STATA CELEBRATA A KINSHASA

CON UNA MESSA E UN SEMINARIO DI STUDI

 

KINSHASA. = I Missionari del Sacro Cuore hanno festeggiato i 150 anni della loro fondazione in Congo con una concelebrazione eucaristica tenutasi nella parrocchia di Santa Maria Maddalena, nella zona ovest della capitale, Kinshasa. Oltre alla Messa, si è tenuto anche un seminario di studio, nel corso del quale padre Paul Verbruggen, maestro dei novizi, ha ricostruito le tappe più salienti della storia dei religiosi in questa parte d’Africa. Giunti nel 1924, i Missionari del Sacro Cuore furono chiamati per sostituire i frati trappisti. La Congregazione missionaria fu duramente colpita dalla guerra che da cinque anni imperversava nel Paese. Diverse missioni furono saccheggiate dai guerriglieri e attualmente solo quelle di Boende, Bokungu, Mbandaka, Yemo, Bamanya e Iyonda hanno ripreso le loro attività. I missionari svolgono il loro servizio nella diocesi di Bokungu-Ikela e di Mbandaka-Bikoro, nel nord del Paese, e sono impegnati nell’apostolato, nella formazione e nell’assistenza sanitaria. In terra africana sono presenti anche in Senegal, in Camerun e in Sudafrica. (D.D.)

 

 

 

NEL CENTENARIO DELLA MORTE DELLO SCRITTORE RUSSO ANTON CECHOV,

 LA RIVISTA “CIVILTA’ CATTOLICA” NE EVIDENZIA L’ASPIRAZIONE ALLA FEDE CRISTIANA, NONOSTANTE IL DICHIARATO ATEISMO

 

ROMA. = Nel centenario della sua morte, avvenuta il 2 luglio 1904, il periodico dei Gesuiti “Civiltà cattolica” ricorda lo scrittore russo Anton Pavlovic Cechov con un articolo di padre Ferdinando Castelli, nel quale si sottolinea come il romanziere “non avesse la fede, ma un forte sentimento religioso e il convincimento che senza la fede, la vita è incomprensibile e insignificante”. Cechov, infatti, pur dichiarandosi sempre ateo, scrisse: “Non si può vivere per i figli e per l’umanità. E, se Dio non c’è, non c’è motivo di vivere”. Parole che, secondo padre Castelli, mostrano come “la morale cristiana avesse fatto sempre da sottofondo all’opera di questo drammaturgo, che ha trascorso la sua breve esistenza. Morì infatti a soli 44 anni, tallonato dal dubbio e dalla nostalgia di approdi cristiani”. (D.G.)

 

 

RECUPERATI A PALERMO DAI CARABINIERI QUATTRO CANDELIERI DEL XIX SECOLO,

RUBATI LO SCORSO ANNO NELLA CHIESA DI SAN GIORGIO MARTIRE, NEL PIACENTINO

PALERMO. = Sono stati recuperati dai Carabinieri del Nucleo Tutela patrimonio culturale di Palermo quattro candelieri in legno scolpito e dorato, di notevole valore artistico, risalenti al XIX secolo. Le opere d’arte erano state rubate il 20 aprile 2003 nella Chiesa di San Giorgio Martire, nella frazione Viserano del comune di Travo, in provincia di Piacenza. I militari hanno sequestrato i candelieri in un negozio di antiquariato del capoluogo siciliano, dove erano stati esposti per la vendita. Gli investigatori hanno potuto accertarne la provenienza illecita, mediante la banca dati del Comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale di Roma, contenente le riproduzioni fotografiche di tutte le opere d’arte da recuperare. (D.G.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

11 gennaio 2004

 

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

Sembra destinato ad aggravarsi ulteriormente il già tragico bilancio del naufragio di un gommone carico di clandestini, avvenuto nella notte di venerdì al largo della città di Valona, nel sud dell’Albania, che ha provocato 20 morti accertati. Secondo quanto si è appreso dalla polizia albanese, vi sarebbero anche sette dispersi. Per una conferma, abbiamo raggiunto telefonicamente Ivano Baschieri, comandante della Marina Militare italiana, di stanza a Valona:

 

**********

R. – La televisione e le autorità albanesi hanno detto che potrebbero esserci in mare da tre a sette dispersi. Noi, come Marina Militare, cerchiamo di continuare le operazioni di ricerca, e questo già da stamani con un mezzo della capitaneria di porto italiana ed un elicottero della Marina Militare italiana partito da Brindisi.

 

D. – Comandante, ieri, in un primo momento, si era parlato della presenza di bambini a bordo del gommone. Notizia però che non è stata confermata…

 

R. – Le dico che la notizia iniziale era stata data in condizioni certamente pessime e quindi non era stata confermata. Si parlava di due bambini. Ma quando abbiamo portato il gommone all’isola di Saseno e siamo riusciti a sbarcare i cadaveri, ci siamo accorti che i bambini, fortunatamente, non c’erano. Vi erano invece 17 uomini e tre donne.

 

D. – Le vittime sono state consegnate alle autorità albanesi o sono ancora in vostra consegna?

 

R. – No, le vittime sono state consegnate alla Marina Militare albanese. Le hanno trasportate su un paio di loro motovedette e, ieri sera, sono arrivate a Valona.

********** 

 

Ennesima domenica di violenza in Iraq. Questa mattina, parenti ed amici delle 7 vittime degli scontri scoppiati ieri ad Amara, nel sud del Paese, hanno inscenato una manifestazione di protesta davanti agli uffici dell'amministrazione locale della cittadina. Intanto un iracheno con cittadinanza americana, che lavorava nel sud del Paese per conto dell’Autorità  provvisoria della coalizione, è stato trovato  ucciso nella città di Bassora.

 

Al via, domani a Gerusalemme e Betlemme, la riunione di presidenti delle Conferenze episcopali di Europa e Stati Uniti con l’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa. Il tema degli incontri, che si protrarranno fino a giovedì, è: “La Chiesa universale in solidarietà con la Chiesa di Terra Santa”. Durante i lavori, verranno esaminati la situazione sociale del popolo palestinese e dei cristiani, le attività a favore della Terra Santa, il piano pastorale per la comunità locale. Si terrà anche un colloquio interreligioso nel quale ebrei, musulmani e cristiani parleranno dell’apporto delle rispettive fedi alla ricerca e alla costruzione della pace in Medio Oriente. Ma quale solidarietà serve oggi alla Chiesa di Terra Santa? Giada Aquilino lo ha chiesto a padre David Jaeger, portavoce della Custodia di Terra Santa:

 

**********

R. – C’è sempre la necessità di indurre il governo di Israele a tornare al tavolo delle trattative con la Chiesa cattolica, per l’applicazione dell’Accordo fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato d’Israele. Più in generale, le sorti della Chiesa in Terra Santa dipendono dalla pace, che ancora non c’è. In questo senso, i cattolici nel mondo potrebbero convincere i propri governi a intervenire per ottenere un Trattato di pace tra Israele e Palestina.

 

D. – Come è cambiata, in questi anni di violenze continue, la situazione sociale della Terra Santa?

 

R. – Nei territori palestinesi c’è stata una regressione paurosa: disoccupazione, povertà, anche fame... Anche Israele ha sofferto. Una soluzione definitiva non può che essere conseguenza della pace.

**********

 

Intanto non si placano le violenze. Un palestinese è stato ucciso questa mattina da colpi sparati da soldati israeliani nei pressi di Nablus, in Cisgiordania. Lo ha detto una fonte della sicurezza palestinese. Fuad Jaruan, 18 anni, è stato ferito a morte all'addome da un proiettile, quando soldati israeliani hanno aperto il fuoco per disperdere gruppi di palestinesi che li attaccavano, lanciando pietre nel villaggio di Zeita, a sud di Nablus. Un altro palestinese è rimasto ucciso, invece, da una deflagrazione in un villaggio vicino alla colonia ebraica di Kedumim, in Cisgiordania. Lo ha riferito la radio militare secondo cui si trattava presumibilmente di un kamikaze che si apprestava a compiere un attentato in Israele.

 

Nonostante l'accordo di pace del 2001, non cessa la violenza tra cristiani e musulmani sull'isola indonesiana di Sulawesi. Un'esplosione in un bar ha provocato 4 morti e tre feriti nella città di Palopo, a circa 270 km a nord-est di Makassar. Oltre mille persone hanno perso la vita negli scontri sanguinosi del 1999 e del 2000: lo scorso ottobre, otto cristiani erano stati uccisi da uomini armati legati al gruppo islamico “Jemaah Islamiah”, ritenuto responsabile degli attentati nei due night club di Bali dello scorso ottobre, che provocarono la morte di 202 persone.

 

Cresce la paura per la Sars in tutto il mondo. I medici stanno indagando su due nuovi presunti casi registrati nella regione cinese del Guandong, focolaio primario della patologia. Intanto i prodotti cinesi cominciano a diventare un problema per la Corea del Sud, che ha deciso di mettere la parola fine alle importazioni di animali da Pechino:

 

**********

Esperti sono al lavoro in Cina per monitorare due nuovi presunti casi di polmonite atipica nella regione del Guandong. Casi che allungano lo spettro della Sars su tutto il mondo, confermando le paure degli esperti, che durante l’estate avevano più volte confermato che la patologia non era affatto debellata, e che sarebbe potuta ritornare durante l’inverno. Uno scenario non certo roseo, soprattutto alla luce delle prossime festività cinesi. Proprio in questi giorni, si festeggia il Capodanno e circa due milioni di persone si spostano da una parte all’altra del Paese per raggiungere le proprie famiglie: elemento, questo, che potrebbe aumentare la diffusione del virus della Sars anche in regioni che lo scorso anno non erano state interessate dall’epidemia.

 

Gli ultimi presunti casi riguardano due uomini ricoverati nelle ultime ore. Presentano tutti i sintomi tipici della Sars, ma i medici che li tengono sotto osservazione non li hanno ancora classificati come casi reali. E la malattia potrebbe avere pesanti ripercussioni anche dal punto di vista economico. I primi segni dell’isolamento in cui Pechino potrebbe cadere, giungono dalla Corea del Sud, che ha deciso di sospendere l'importazione dalla Cina di zibetti, tassi e altri animali potenzialmente in grado di trasmettere il virus della Sars agli esseri umani. La prima epidemia di polmonite atipica, partita nel novembre 2002 proprio dalla regione del Guandong, provocò la morte complessivamente di oltre 800 persone e l'infezione di circa 8 mila.

**********

 

Una forte scossa di terremoto ha colpito ieri sera la regione algerina di Boumerdes.  Almeno 300 persone sono rimaste ferite, tra cui 4 risultano in gravi condizioni. L'epicentro del sisma - di magnitudo 5,7 sulla scala Richter – è stato localizzato in mare, al largo, ad una cinquantina di chilometri dalla capitale. Si è trattato di una scossa di assestamento del sisma che lo scorso 21 maggio causò sempre nella stessa area  2.300 morti e più di 11 mila feriti.

  

Decine di migliaia di abitanti di Herat, la principale città dell'Afghanistan occidentale, hanno trascorso invece la notte all'aperto per timore di un sisma. Il tutto è iniziato verso mezzanotte, quando - a causa di una voce incontrollata - sono stati emessi dagli altoparlanti di diverse moschee della città messaggi che invitavano la popolazione ad abbandonare le proprie abitazioni, perché sarebbe stata imminente una forte scossa di terremoto simile a quella che ha devastato, a fine dicembre, la città di Bam, nel vicino Iran.

 

 

=======ooo=======