RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 10 - Testo della Trasmissione di sabato 10
gennaio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Allarme
dei vescovi thailandesi sulla stabilità della famiglia
Lutto alla Radio Vaticana.
Morta la mamma del direttore generale, padre Pasquale Borgomeo
Tragedia nel mare dell’Adriatico. Naufraga un gommone
di clandestini albanesi: 20 i morti
Si è conclusa positivamente la visita della
delegazione Usa alla centrale nucleare nordcoreana di Yongbyon
Baghdad critica il
Pentagono per lo status di prigioniero di guerra concesso a Saddam Hussein.
10
gennaio 2004
LE RELIGIONI, STRUMENTO DI PACE E DIALOGO,
E LA MOBILITAZIONE POLITICA
SONO
NECESSARIE PER SRADICARE LE CAUSE DEL TERRORISMO:
COSI’,
IL PAPA NEL DISCORSO AL NUOVO AMBASCIATORE DELL’INDONESIA
PRESSO
LA SANTA SEDE, BAMBANG PRAYITNO,
RICEVUTO
IN VATICANO PER LE LETTERE CREDENZIALI
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
La
risposta al terrorismo non deve mai essere “di odio o vendetta”: è il richiamo
espresso stamani da Giovanni Paolo II nel discorso indirizzato al nuovo
ambasciatore dell’Indonesia presso la Santa Sede, Bambang Prayitno, ricevuto in
Vaticano per le Lettere Credenziali. Lavorare per la pace e il benessere degli
uomini, ha avvertito il Papa, è oggi quanto mai necessario nel momento in cui
“l’intera famiglia umana cerca degli strumenti per affrontare il terrorismo
internazionale”. Quindi, ha messo l’accento sul ruolo delle religioni come
strumento di pace e dialogo. Né ha mancato di ricordare la sua visita in
Indonesia nel 1989. Il servizio di Alessandro Gisotti:
**********
La lotta contro il terrorismo va condotta a livello
politico, “perché le misure meramente punitive e repressive non sono
sufficienti”. E’ quanto sottolineato da Giovanni Paolo II che ha ricordato
come, proprio l’Indonesia, abbia purtroppo sperimentato l’atroce violenza del
terrorismo con la strage di Bali. La mobilitazione politica, ha spiegato, “è
necessaria ad eliminare le cause di ingiustizia che possono a volte condurre le
persone a compiere atti di disperazione e violenza”. Altrettanto rilevanti sono
i programmi di educazione ispirati al rispetto per la vita. Su questa via, ha
proseguito, “l’unità della razza umana prevarrà, dimostrandosi più potente di
qualsiasi divisione”. Proprio in tale contesto “le grandi religioni del mondo
hanno un importante ruolo da giocare”.
La “comprensione e collaborazione interreligiosa”, ha
affermato, contribuisce infatti a “promuovere un senso più profondo dell’unità
del genere umano, aiutando a sradicare le radici sociali e culturali del
terrorismo”. I leader islamici, cristiani ed ebrei, “devono essere in prima
linea nel condannare il terrorismo e nel negare ai terroristi ogni forma di
legittimità religiosa e morale”. Il dialogo, ha detto ancora, va promosso “come
mezzo di reciproca conoscenza, scambio di patrimoni spirituali e strumento per
superare pacificamente le differenze”. E’ questa l’unica via per costruire una
solida democrazia, così ardentemente desiderata dal popolo dell’Indonesia.
Il Papa ha così lodato l’impegno del governo di Giakarta a
mantenere un’armonia tra i fedeli delle diverse religioni presenti in
Indonesia. Proprio tale condizione, permette alla Chiesa di offrire, specie nel
campo dell’educazione, un “contributo di grande valore alla vita del Paese”.
Infine, ha auspicato che le prossime elezioni presidenziali, in programma
quest’anno, siano l’occasione per rafforzare i principi democratici e
promuovere la “partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica della
nazione”.
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LA SCELTA DEL DIALOGO AL POSTO DELLA
VIOLENZA E DELLA GUERRA
PER
RIPORTARE LA PACE IN COSTA D’AVORIO.
L’AUSPICIO
DEL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE IVORIANO, RICEVUTO IN UDIENZA
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
**********
Proseguire e intensificare gli sforzi di riconciliazione
in Costa d’Avorio “perché il dialogo delle armi lasci spazio alle armi del
dialogo”. E’ un accorato auspicio di pace quello che Giovanni Paolo II ha
affidato questa mattina al nuovo ambasciatore ivoriano presso la Santa Sede, il
54.enne Kouamé Benjamin Konan, ricevuto in udienza per la presentazione delle
lettere credenziali.
La Costa d’Avorio, piombata nel baratro sanguinoso di un
conflitto interno dal settembre del 2002, stenta a ritrovare una stabilità
politica e istituzionale interna, nonostante l’accordo di Parigi del gennaio
2003 abbia portato alla creazione di un governo di unità nazionale. Il Papa ha
definito “una tappa importante” anzitutto il disarmo delle varie parti in
lotta, che vede fronteggiarsi il governo del presidente Gbabo con una serie di
sigle ribelli, attestate nel nord del Paese. Deporre le armi, ha osservato il
Pontefice, renderebbe manifesta “la nobile aspirazione di voler dire ‘sì’ alla
concertazione e alla non violenza”, in modo da “far progredire, sul cammino
della concordia e dell’unità nazionale, le diverse componenti della nazione”.
Ma anche le operazioni di disarmo dei ribelli – delle quali proprio ieri il
premier ivoriano, Diarra, ha annunciato ufficialmente l’inizio – costituirebbe
solo un primo passo. Le autorità dello Stato africano, ha aggiunto Giovanni
Paolo II, dovrebbero permettere presto la “libera circolazione delle persone e
dei beni”: una via che contribuirebbe alla “stabilità interna” e a “restituire
fiducia alla popolazione”, consentendo a quest’ultima di “provvedere ai propri
bisogni più elementari”.
Giovanni Paolo II ha invitato esplicitamente le autorità
della Costa d’Avorio a porre particolare attenzione alla scuola, nella qual è
possibile educare i giovani ai valori fondamentali e alla tolleranza, e alla
tutela delle famiglie. Quindi, il Papa ha indicato nel “consolidamento dei
rapporti di fiducia tra le comunità umane e religiose” ivoriane “una condizione
necessaria per far scomparire la paura dell’altro e per ritrovare la gioia del
vivere insieme”. Del resto, ha affermato il Pontefice, la fiducia che è
indispensabile per la vita politica, sociale ed economica, ha la sua radice
“nella promozione dei valori universali”, nel “rispetto dei diritti umani” e in
quello “di qualsiasi persona”. Il Papa ha poi concluso con un apprezzamento per
la Chiesa ivoriana, da sempre in prima linea non solo nel servizio ai poveri,
ma anche per “la soluzione pacifica dei conflitti”.
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E’ NECESSARIO AGGIORNARE I CONSIGLI PARROCCHIALI E
DIOCESANI
SALVAGUARDANDO
UN RAPPORTO EQUILIBRATO TRA IL RUOLO DEI LAICI
E QUELLO
CHE PROPRIAMENTE COMPETE AL MINISTRO ORDINATO:
COSI’ IL
PAPA ALLA PLENARIA DELLA CONGREGAZIONE DEL CLERO
Occorre rinnovare gli organismi
consultivi della Chiesa e la pastorale dei santuari: è quanto ha detto Giovanni
Paolo II ricevendo stamane in Vaticano i membri della Congregazione per il
clero in occasione dell’Assemblea Plenaria che si è riunita per riflettere su
questi due temi. In particolare, il Papa chiede di rilanciare la cooperazione
tra laici e sacerdoti nei consigli parrocchiali e diocesani ma nel rispetto
delle vocazioni. Il servizio di Sergio Centofanti.
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Il Papa sottolinea la necessità
di aggiornare gli organismi consultivi della Chiesa: i consigli pastorali
diocesani e parrocchiali, stabiliti nel 1983 seguendo le indicazioni del
Concilio Vaticano II, promuovono infatti un’importante collaborazione tra
sacerdoti e laici, ma “occorre salvaguardare un equilibrato rapporto” tra le
diverse vocazioni:
“I legittimi Pastori,
nell'esercizio del loro ufficio, non vanno mai considerati come semplici
esecutori di decisioni derivanti da opinioni maggioritarie emerse
nell’assemblea ecclesiale. La struttura della Chiesa non può essere concepita
su modelli politici semplicemente umani. La sua costituzione gerarchica poggia
sul volere di Cristo e, come tale, fa parte del “depositum fidei”, che deve essere conservato e trasmesso
integralmente nel corso dei secoli”.
Il Papa ricorda che
“la Costituzione dogmatica Lumen Gentium presenta la Chiesa come un
popolo che ha per Capo Cristo, per condizione la dignità e la libertà dei figli
di Dio, per legge il precetto antico e sempre nuovo dell'amore e per fine il
regno di Dio”. Esiste dunque un sacerdozio comune al quale partecipano tutti i
fedeli: ma questo “differisce essenzialmente” da quello ministeriale o gerarchico. Entrambi, però,
sono uniti da uno stretto rapporto
poiché, anche se in diverso
modo, partecipano all'unico sacerdozio di Cristo” :
“I
Pastori hanno il compito di formare, reggere e santificare il Popolo di Dio,
mentre i fedeli laici, insieme a loro, prendono parte attiva alla missione
della Chiesa, in una costante sinergia di sforzi, e nel rispetto delle vocazioni
e dei carismi specifici”.
Giovanni Paolo II, parlando
poi del secondo tema della Plenaria, ha sottolineato la necessità di rinnovare
anche la pastorale dei Santuari perché
sia più rispondente alle esigenze dei tempi: è importante – ha detto - che in
questi luoghi sacri operino sacerdoti con spiccata sensibilità pastorale,
dotati di spirito di accoglienza e sperimentati nell’arte della predicazione e
della catechesi. Infine un richiamo sul sacramento della Penitenza:
“Il confessore, particolarmente
nei Santuari, è chiamato a riflettere in ogni suo gesto e parola l'amore
misericordioso di Cristo. Si esige, pertanto, un’adeguata formazione dottrinale
e pastorale”.
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ITALIA E SANTA SEDE CONVERGENTI SUI VALORI: COSI’,
AI NOSTRI MICROFONI, L’AMBASCIATORE GIUSEPPE BALBONI ACQUA, RICEVUTO IERI
DAL
PAPA PER LE LETTERE CREDENZIALI
L’impegno dell’Italia per un giusto ordine internazionale,
le radici cristiane dell’Europa e, ancora, la centralità della famiglia nella
società italiana sono stati i temi forti del discorso che il Papa ha indirizzato,
ieri, al nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Giuseppe Balboni
Acqua, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle lettere credenziali. Il
Pontefice ha espresso il fervido auspicio che l’Italia possa proseguire sulla
via della pace e della prosperità. Sul clima e le emozioni dell’incontro
ascoltiamo la testimonianza dell’ambasciatore Balboni Acqua, raccolta da Angela
Ambrogetti:
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R. – Debbo dire che la cerimonia è stata particolarmente
bella e particolarmente significativa. Per noi diplomatici italiani,
l’ambasciata presso la Santa Sede è considerata la più prestigiosa, la più
bella ambasciata che noi abbiamo all’estero. L’incontro con Sua Santità è stato
veramente commovente. Avevo già avuto modo di incontrare il Santo Padre in
precedenti occasioni - prima di partire per essere ambasciatore a Varsavia,
all’inizio del 1993 - ed ho ritrovato lo stesso spirito, la stessa
disponibilità eccezionale. E’ stato un incontro che ha anche un po’ toccato
questi ricordi. Ciò mi ha fatto estremamente piacere e mi ha anche commosso.
Sotto l’aspetto protocollare tutto ha funzionato benissimo. C’è soprattutto una
grandissima attenzione nei confronti dell’ospite straniero, dell’ambasciatore
che arriva. La visita alla Basilica di San Pietro è stata veramente un atto
molto toccante, bellissimo.
D. –
Un momento importante è quello dello scambio delle Lettere credenziali, che si
traduce anche nello scambio dei discorsi. Vi siete trovati molto d’accordo su
tanti punti e in particolare sull’Europa, come Europa cristiana che ha bisogno
della cristianità dell’Italia…
R. – Devo dire che vi sono delle grandissime convergenze
tra il pensiero politico della Santa Sede e le sue valutazioni nell’ambito
mondiale e le valutazioni che sono proprie dello Stato italiano. Naturalmente
vi sono poi delle diversità connesse proprio al carattere di uno Stato laico,
come è il nostro. Quindi questo è oggetto del massimo rispetto da parte della
Santa Sede. L’altra parte importante è stata questa ripresa in considerazione
veramente sostanziale del concetto della famiglia. Su questo non ci può che
essere una valutazione di piena concordanza.
D. – Ci sono due grandi anniversari quest’anno: i 75 anni
dei Patti Lateranensi e i 20 anni della revisione del Concordato…
R. – Per quanto riguarda naturalmente l’aspetto bilaterale
è già fondamentale che abbiamo concluso alcune importanti intese con la Santa
Sede. Vi sono ancora degli aspetti da esaminare approfonditamente e che
dovrebbero poi portare ad ulteriori piccoli accordi. Da parte nostra c’è tutta
la disponibilità di andare incontro alle loro richieste.
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BENEDETTO IERI DAL CARDINALE SODANO
IL
TRADIZIONALE PRESEPE DEI NETTURBINI,
CREATO
NEL 1972 DA UN OPERAIO DELLA NETTEZZA URBANA
- A
cura di Alessandro De Carolis -
Un presepe interattivo che ha il merito di “conservare i
valori cristiani” in tempi in cui “c’è la tendenza a cancellare i valori, ad
essere agnostici davanti a tutto”. Con queste parole il cardinale segretario di
Stato Angelo Sodano ha benedetto ieri sera il Presepe dei netturbini, allestito
nella sede dell’Ama, l’Azienza municipale dell’ambiente, in Via dei
Cavalleggeri a Roma. Il presepe, creato nel 1972 dall’allora giovane operaio
Giuseppe Ianni, oggi i pensione, ha avuto sin dal 1974 la presenza e la
benedizione dei Papi: una tradizione avviata da Paolo VI e proseguita da
Giovanni Paolo II. “E’ sempre commovente stare davanti a un presepe”, ha
commentato durante la sua visita il cardinale Sodano, che si è congratulato con
i realizzatori della scena della Natività. Una scena popolata da 250 pastori,
con relativi greggi, 86 case, ruscelli d'acqua e caminetti fumanti, tutti incastonati
in una grotta a dimensione umana realizzata in muratura e pietra di tufo, dove
il visitatore può entrare calpestando paglia e fieno. “Credo che nel cuore del
popolo italiano ci sia ancora tanta fede – ha detto ancora il segretario di
Stato - certo dobbiamo sempre risvegliarla come fuoco sotto la cenere. Queste
manifestazioni fanno onore alla fede dei nostri lavoratori”.
ALTRE UDIENZE
Nel corso della mattinata il Papa ha ricevuto mons. Carlo Liberati, vescovo prelato eletto
di Pompei e delegato pontificio per il Santuario della Vergine del
Rosario. Oggi pomeriggio alle 16.30 il cardinale segretario di Stato
Angelo Sodano presiederà in San Pietro la celebrazione eucaristica per la
consacrazione episcopale di mons. Liberati.
Sempre stamane Giovanni Paolo II ha ricevuto il cardinale
Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli
e l’arcivescovo Luis Robles Diaz, vice presidente della Pontificia commissione
per l’America Latina.
NOMINE
Giovanni
Paolo II ha nominato nunzio apostolico nella Repubblica Ceca mons. Diego
Causero, arcivescovo di Grado, finora nunzio apostolico nella Repubblica Araba
di Siria.
Negli
Stati Uniti, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia
di Saint Maron of Brooklyn dei Maroniti, presentata dal vescovo Hector Stephen
Y. Doueihi, in conformità al canone 210 , paragrafo 2, del Codice dei Canoni
delle Chiese Orientali. Al suo posto, Giovanni Paolo II ha nominato corepiscopo
Gregory John Mansour, sinora protosincello dell’Eparchia di Our Lady of
Lebanon di Los Angeles. Mons. Mansour, 49 anni, è originario del Michigan,
dove ha conseguito il baccellierato in Filosofia prima di entrare nel seminario
di Nostra Signore del Libano a Washington, dove è rimasto fino al 1982. Dopo
l’ordinazione sacerdotale, è stato parroco della parrocchia maronita di Saint
George a Juniontown, in Pennsylvania. Nel 1994, è stato nominato Protosincello,
carica ricoperta finora.
In Canada, il
Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di
Vancouver, presentata per raggiunti limiti di età dall’arcivescovo Adam Joseph
Exner, degli Oblati di Maria Immacolata. Al suo posto, il Papa ha nominato
mons. Raymond Roussin, marianista, finora vescovo di Victoria (Canada). Il
nuovo arcivescovo, 65 anni, è originario di Saint-Vital, località
dell’arcidiocesi canadese di Saint-Boniface, Manitoba. Ha conseguito la Licenza
in Teologia presso l’Università di Friburgo, in Svizzera, dove è stato ordinato
sacerdote nel ‘70. Al rientro in Canada, ha svolto diversi incarichi sia in
seno al suo Istituto, sia nelle diocesi di Saint-Boniface e di Winnipeg,
soprattutto nel campo della docenza e della formazione. Eletto vescovo di
Gravelbourg nel ’95, è stato nominato vescovo di Victoria nel marzo del ‘99.
In Italia, il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore
di Pozzuoli mons. Gennaro Pascarella, finora vescovo di Ariano
Irpino-Lacedonia. Nato a Cervino in provincia di Caserta, 56 anni fa, è stato
ordinato sacerdote il 14 settembre 1974. E’ stato membro della consulta
regionale per le vocazioni e coordinatore della Curia per la Pastorale. Ha
fatto parte del consiglio presbiterale della diocesi di Acerra ed è stato
coordinatore della pastorale giovanile della medesima diocesi. Eletto vescovo
di Ariano Irpino-Lacedonia nel novembre del ‘98, ha ricevuto la consacrazione episcopale nel gennaio del ‘99.
IL 25 FEBBRAIO, IL PAPA
PRESIEDERA’, IN AULA PAOLO VI,
LA CELEBRAZIONE DEL RITO DELLE CENERI
La Prefettura della Casa Pontificia rende noto che il 25
febbraio, Mercoledì delle Ceneri, il Papa presiederà alla Celebrazione della
Parola, con il rito della benedizione e imposizione delle ceneri, a partire
dalle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI. La celebrazione prende, dunque, il posto
dell’udienza generale. Non è invece prevista, nel pomeriggio, la celebrazione
nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
La prima pagina si apre con
l'Albania, colpita da una nuova tragedia legata all'immigrazione,
consumatasi nell'Adriatico.
Nelle vaticane, nel discorso
all'Assemblea plenaria della Congregazione per il clero, Giovanni Paolo II ha
esortato a rendere la collaborazione tra laici e pastori sempre più
proficua e pienamente fedele alle direttive del Magistero.
Nel discorso al nuovo
ambasciatore di Costa d'Avorio, il Santo Padre ha sottolineato che il dialogo
delle armi deve lasciare il posto alle armi del dialogo.
Nel discorso al nuovo
ambasciatore dell'Indonesia, il Papa ha auspicato comprensione e cooperazione
tra le religioni per sradicare le cause sociali e culturali del terrorismo.
La visita del cardinale Angelo
Sodano al Presepe dei Netturbini.
Nelle estere, riguardo
all'Iraq, il Pentagono ha annunciato che a Saddam Hussein è stato riconosciuto
lo status di prigioniero di guerra.
Nella pagina culturale, un
approfondito contributo di Danilo Veneruso sulla figura di Norberto Bobbio
– “uomo di grande rettitudine morale, filosofo del dubbio e della perplessità”
- morto ieri a Torino.
Una monografica - a cura di p.
Bruno Esposito - dal titolo “Il contributo di Giovanni Paolo II all’evoluzione
di un diritto internazionale al servizio della famiglia delle Nazioni”.
Nelle pagine italiane, in primo
piano gli sviluppi della vicenda Parmalat.
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10
gennaio 2004
LA
CHIESA CELEBRA DOMANI LA FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE.
UN
RINNOVATO INVITO AD ABBANDONARSI ALL’AMORE DELLA TRINITA’ DIVINA,
Il calendario liturgico chiude solennemente domani il
tempo natalizio, con la festività che ricorda il Battesimo di Gesù nelle acque
del Giordano, ad opera di San Giovanni Battista. Una scena su cui aleggia la
voce stessa di Dio, “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono
compiaciuto”, e la presenza dello Spirito Santo, che scende sulla persona di
Cristo sotto forma di colomba. Ma cosa ha da dire la festa del Battesimo del
Signore ad un mondo ancora segnato dalle guerre e dall’egoismo? Barbara
Castelli ha girato la domanda a Ina Siviglia, docente di Antropologia Teologica
presso la Facoltà Teologica di Sicilia.
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R. –
Anzitutto ha da dire una parola sull’eternità, sull’infinito. L’uomo che vive
immerso nella storia deve essere capace di guardare alla sua trascendenza e al
fine ultimo per cui è creato. E poi questa Trinità che ci ama, ci infonde anche
il desiderio di conoscere la Trinità e di vivere secondo i dettami del nostro
essere a sua immagine e somiglianza e quindi di vivere secondo l’amore. Ma
questo nostro mondo è troppo distratto, è incapace di far silenzio, di
accogliere questa eternità che irrompe nella storia.
D. – In
questa occasione a quali riflessioni personali dovrebbe predisporsi il credente?
R. – Il
Battesimo di Gesù è la prima forma di “kenosis” che Gesù manifesta pubblicamente,
di abbassamento, di umiliazione. Gesù si sottopone al Battesimo di Giovanni,
che è un Battesimo di purificazione, lui che è senza peccato. Lo fa per dare
l’esempio di attesa, di capacità di sacrificio, potrei dire di desiderio di
purezza. Ma in quello stesso momento inaugura una nuova stagione, Gesù inaugura
la stagione del potersi conformare finalmente a lui. Quindi nel Battesimo, che
da Cristo in poi è donato all’umanità, c’è la possibilità di un cambiamento
dell’uomo, il quale diventa capace di Dio, perché il peccato non ha più la
meglio sull’uomo.
D. –
Pensando ai futuri battezzati qual è l’auspicio per loro ed un invito per i genitori?
R. –
L’invito da fare alle giovani generazioni è quello di riscoprire la grandezza,
la bellezza e la ricchezza di questa iniziazione cristiana in vista di una vera
e propria testimonianza. Il mondo di oggi ha bisogno di testimoni. Ai genitori
direi che non basta iniziare i figli ma bisogna accompagnarli, soprattutto in
ordine alla difficoltà di un mondo che sembra rigettare l’idea di una fede vissuta
ed autentica. Ciò che il prologo di Giovanni ci dice è che la luce è venuta ma
le tenebre non l’hanno accolta rappresenta una realtà a cui noi assistiamo
giorno per giorno. Se questa luce continua a risplendere, se questa luce
diventa contagiosa, se questa riesce ad illuminare gli angoli più tenebrosi
allora mostreremo con la vita e non con le parole che Cristo vince e vince sempre.
(musica)
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FISSATI
PER LUNEDI’ I FUNERALI DEL SENATORE A VITA
NORBERTO BOBBIO,
MORTO
IERI A TORINO. ALLE 16 DI OGGI, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
CARLO
AZEGLO CIAMPI APRIRA’ LA CAMERA
ARDENTE,
ALLESTITA
ALL’UNIVERSITA’ DI TORINO.
CORDOGLIO
UNANIME DEL MONDO POLITICO E CULTURALE
Con la morte di Norberto Bobbio, scompare una delle figure
laiche più rilevanti del ‘900. Per molti anni, fu professore di filosofia del
diritto, scienze politiche e filosofia della politica presso l’università di
Torino, dove oggi, alle 16, il
Presidente della Repubblica Ciampi si recherà per aprire la camera ardente. Lunedì
i funerali in forma strettamente privata nel paese d’origine del
filosofo, Rivalta Bormida in provincia di Alessandria.
In occasione delle esequie, il comune di
Torino ha proclamato lutto cittadino.
Il ritratto di
Norberto Bobbio nel servizio di Giampiero Guadagni.
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Filosofo dell’impegno civile, Norberto Bobbio è stato tra
i fondatori del partito d’azione nel 1942 e ha partecipato alla Resistenza. In
seguito, non ha più ricoperto cariche politiche finché, nel 1984, l’allora
presidente della Repubblica Pertini lo nominò senatore a vita. In realtà
Bobbio, uomo di studi e insegnante universitario, è sempre stato presente nel
dibattito culturale su posizioni di socialismo liberale. Disse di sé: ‘Non ho
certezze, sono un uomo del dubbio’, e ancora: ‘un laico, non laicista né anticlericale’,
tanto che quattro anni fa rifiutò di firmare il manifesto laico contro il finanziamento
pubblico delle scuole cattoliche perché vi leggeva il rifiuto di ogni forma di
dialogo. In anni recenti, ‘Civiltà Cattolica’ parlò del filosofo torinese come
di un esempio di alta sensibilità etica e lo definì un autorevole interlocutore
della cultura cristiana, sia pure da posizioni agnostiche. Unanime il cordoglio
del mondo politico per la scomparsa di Bobbio. In un messaggio alla famiglia,
il capo dello Stato Ciampi ricorda l’uomo fiero e giusto, dalla personalità
straordinaria, rigoroso e sensibile.
Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.
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Tra le amicizie personali più strette di Norberto Bobbio,
va ricordata quella con Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig di Torino,
l’Arsenale della pace aperto nel 1983. Al microfono di Adriana Masotti, lo
stesso Olivero traccia un suo ricordo del senatore a vita:
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R. – Norberto
Bobbio ed io abbiamo avuto un cammino di amicizia molto umano; due amici
litigano anche, per esempio, però Bobbio è la persona che mi ha stupito di più
in assoluto nella mia vita perché in due-tre momenti in cui abbiamo avuto da
ridire, lui la sera stessa mi manda un pony-express con un biglietto: “Scusa.
Il dialogo continua”. Oppure: “Ne riparleremo con più calma”. Oppure mi
telefonava. Bobbio era un uomo buono. Bobbio era un uomo caparbio, era un uomo
attaccato alle proprie idee ma che non aveva problemi a rimetterle in
discussione, non aveva problemi a sentire il pensiero di altri proprio su
alcuni dei problemi più importanti, come il problema dei giovani, il problema
dell’immigrazione, dell’islam, dell’ebraismo eccetera, lui mi diceva: “La
politica ed i politici dovrebbero venire all’Arsenale della pace e imparare
queste cose”. Lui, da quando ha conosciuto l’Arsenale, ha accettato di entrare
in una dimensione diversa. Noi abbiamo la grande gioia di poter dire che Bobbio
qui è venuto decine e decine di volte. Ricordo quando un gruppo molto
importante di Israele ha voluto piantare qui l’ulivo della pace, lui ha voluto
esserci e ha detto un pensiero che è diventato importante per i giovani, per la
gente che lo ascoltava. Appunto, che non bisogna arrendersi al male, non
bisogna arrendersi alla guerra, si può
sempre trovare una soluzione per uscire fuori dal buco nero!
D. – Tempo fa,
Civiltà Cattolica ha definito Norberto Bobbio “un interlocutore autorevole
della cultura cristiana, anche se da posizioni agnostiche”, e lui era laico ma
non anti-clericale ...
R. – Lui ...
guardi, io lo definisco un uomo buono che non aveva problema a ragionare; negli
ultimi 25 anni, quasi sempre lui è stato nostro amico di strada, compagno di
strada ... Nella nostra regola, in una delle nostre pagine, quando dico che la
nostra fraternità avrà sempre un occhio di riguardo al mondo della buona
volontà, ricordo che lui, commentando quella pagina, disse: “Credo che questa
pagina tu l’abbia scritta pensando alle cose che ci siamo detti”. Ed era vero.
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10
gennaio 2004
ALLARME
DEI VESCOVI THAILANDESI SULLA STABILITA’ DELLA FAMIGLIA.
L’INVITO
A RENDERE IL NUCLEO FAMIGLIARE
“SALE
DELLA TERRA E LUCE DEL MONDO”
BANGKOK.=
Nel documento intitolato “Cura pastorale della famiglia” scritto dai vescovi
thailandesi, si legge la preoccupazione dei presuli sul futuro del nucleo
famigliare. Ad allarmare sono le conseguenze che i cambiamenti sociali,
l’aumento dei divorzi, il consumismo e la ricerca costante del benessere
materiale, intacchino la stabilità della famiglia. “Rileviamo - scrivono i
vescovi nel documento - in particolare l’aumento della povertà, l’impatto
negativo della globalizzazione, i crescenti conflitti sociali, la piaga del
lavoro minorile e la crescita del flusso migratorio”. Nella nota pubblicata il
28 dicembre scorso, in occasione della festa della Sacra Famiglia, si invitano
le famiglie cattoliche della Thailandia a diventare “sale della terra e luce
del mondo”. Ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici del Paese è rivolto l’appello
dei presuli affinché promuovano progetti comuni, utili a rafforzare il ruolo
della famiglia in piena collaborazione con le chiese dell’Asia in vista della
plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche che si terrà
dal 17 al 22 agosto prossimo in Corea del Sud. (B.C. e D.D.)
L’ONU INVIA SEIMILA SOLDATI IN COSTA D’AVORIO PER
MANTENERE IL CONTROLLO DELLE ZONE PIU’ CALDE DEL PAESE
NEW
YORK.= Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, ha consegnato un
rapporto al massimo organo decisionale del Palazzo di vetro sulla preoccupante
situazione in Costa d’Avorio. Annan ha inviato nel Paese africano una forza di
pace composta da seimila uomini che dovranno mantenere la stabilità nelle zone
sottoposte al loro controllo e segnalare eventuali violazioni del cessate il
fuoco. In Costa D’avorio è presente anche una missione delle Nazioni Unite,
Minuci, che svolge da mesi compiti di monitoraggio. Nel Paese ci sono, inoltre,
altre due missioni di pace: quella francese “Licorne” di 4mila soldati e quella
di 1500 mandata dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale,
Ecowas o Cedeao. Per Annan, la prima potrà operare come forza d’intervento
rapido in accordo con la Minuci mentre l’Ecomog, il braccio armato dell’Ecowas,
che fa parte della seconda, verrà inglobato nella missione internazionale.
Questa nuova forza di pace sarà creata il prossimo 4 febbraio. Nel Paese
africano, a dicembre era iniziato il processo di disarmo sulla ‘linea rossa’ che divide il Paese tra Centro nord, in
mano alla ex-ribellione, e il Sud, sotto il controllo del presidente Laurent
Gbagbo. (B.C.)
CONTINUA LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE IN IRAN,
NELLA ZONA
DI BAM
COLPITA DAL TERREMOTO DEL 26 DICEMBRE SCORSO.
LA
CARITAS ITALIANA LUNEDI’ INVIERA’ IL PRIMO CONVOGLIO DI AIUTI
IN
SOCCORSO DELLA POPOLAZIONE
ROMA.=
L’Onu ha rivelato in uno studio che la ricostruzione della città di Bam potrebbe costare un miliardo di dollari. La
cifra finora raccolta, che ammonta a 74 milioni, non è sufficiente a
fronteggiare l'emergenza umanitaria nella città devastata dal sisma che ha
provocato oltre 30mila vittime e 100 mila sfollati. Preoccupa la situazione
sanitaria, l'Organizzazione mondiale per la sanità ha fatto sapere che saranno
necessari 30 milioni di dollari per ripristinare il sistema ospedaliero della
città. Il governo italiano, ieri, ha donato le risorse necessarie alla
ricostruzione di quattro strutture mediche. Intanto partirà lunedì da Teheran
il primo convoglio di aiuti della Caritas per l'emergenza del dopo terremoto
nella zona di Bam. La rete internazionale delle Caritas sta intervenendo in
questa prima fase, ma progetta già la ricostruzione delle case e delle
infrastrutture distrutte. Il primo convoglio che partirà per la regione di Bam
lunedì prossimo avrà un carico di viveri e altri beni come detergenti,
stoviglie, coperte, materiale igienico, necessari per un mese e per 250
famiglie. Nel contempo Caritas Italiana ha rilanciato, come indicato dalla
Conferenza Episcopale, la colletta nazionale, i cui proventi andranno ad
aggiungersi ai 350.000 euro già messi a disposizione.
IL CARDINALE VICARIO DI ROMA CAMILLO
RUINI CELEBRERA’ OGGI LA MESSA
DI DEDICAZIONE DELLA NUOVA
PARROCCHIA ROMANA DI SANT’ANDREA CORSINI.
TREMILA PERSONE POTRANNO USUFRUIRE
DEL NUOVO EDIFICIO DI CULTO
ROMA.=
In via Alessandro della Seta, appena fuori la città, il cardinale vicario di Roma
Camillo Ruini celebrerà, alle 16, la messa di dedicazione del nuovo complesso
parrocchiale di Sant’Andrea Corsini. La parrocchia sorge su un’aerea di 9mila
metri quadrati, ed è composta da un sagrato di accesso, da un parcheggio
esterno, da uno spazio dedicato alle attività sportive e otto aule per le
iniziative pastorali. Secondo l’architetto responsabile del progetto, Roberto
Panella, il primo obiettivo di questa costruzione era di creare una struttura
“che desse senso e funzionalità ad un’area urbana, nata da insediamenti
spontanei e priva di quei servizi minimi indispensabili alla vita di una
comunità”. Saranno tremila le persone che potranno usufruire di questo nuovo
edificio di culto, che è costituito inoltre di una chiesa con 200 posti a
sedere ed una cappella per le celebrazioni feriali da 50. Erano trent’anni che
nella zona delle Grotte di Gregna, la S. Messa veniva officiata in una piccola
cappella costruita spontaneamente dagli abitanti del luogo. Dal 1989, anno
dell’istituzione della parrocchia di Sant’Andrea Corsini, si utilizzava anche un appartamento
riadattato a luogo di culto. Il nuovo complesso ha alcune interessanti
particolarità come una piazza-anfiteatro che collega lo spazio adibito allo
sport e le aule per le iniziative parrocchiali. Inoltre, il corpo della chiesa
è sostenuto da un colonnato da cui emerge un cilindro che riveste il quadrato
dell’aula assembleare ed il campanile alto 16 metri. (B.C.)
LUTTO
ALLA RADIO VATICANA. MORTA LA MAMMA
DEL
DIRETTORE GENERALE, PADRE PASQUALE BORGOMEO
ROMA.=
Stamattina è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari, la signora Letizia De
Meo, madre del direttore generale della Radio Vaticana, Padre Pasquale
Borgomeo. L’anziana donna aveva oltre novant’anni. I funerali avverranno nella
Chiesa di Santo Spirito in Sassia, lunedì mattina alle 11. Anche il papà di
Padre Borgomeo, quasi centenario, versa in condizioni di salute molto precarie.
La Radio Vaticana esprime le più vive condoglianze e commossa partecipazione,
raccomandando con affetto al Signore e alla nostra preghiera l’anima della
Signora Letizia De Meo. (B.C.)
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10
gennaio 2004
- A cura di Dorotea Gambardella -
Ennesima tragedia del mare nelle acque
dell’Albania. Un gommone è naufragato ieri sera, molte le vittime accertate ma
si continua a lavorare per recuperare i clandestini. Benedetta Capelli.
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Sono 20 le vittime
del naufragio di un gommone al largo delle coste meridionali albanesi, 25
miglia a sud di Valona. Il natante, localizzato questa mattina da un elicottero dell'Esercito italiano della Nato, era in
avaria già dalla scorsa notte. Il primo allarme, lanciato
ieri sera, indicava sul gommone alla
deriva la presenza di circa 30 clandestini. Recuperati i cadaveri
di 18 uomini e tre donne. 11 i superstiti, di cui 4 in gravi condizioni presentano
segni di ustione, non è escluso che possano esserci anche dei dispersi. Difficile l’operazione di salvataggio a causa
delle proibitive condizioni del mare, le persone tratte in salvo sono state a
fatica issate a bordo di una motovedetta del
28.mo gruppo navale della Marina Militare italiana che dalla notte scorsa stava
partecipando alle operazioni di ricerca. La polizia
albanese ha arrestato 5 persone ritenute legate
all'organizzazione che ha gestito la partenza del
natante che secondo alcune fonti locali, era al suo primo viaggio destinazione
Italia. Le persone arrestate per il tragico naufragio, causato probabilmente da
un’avaria al motore e per il pesante carico di clandestini, saranno accusate di
omicidio. Tra i fermati ci sono i due scafisti ma anche alti funzionari della
polizia albanese parenti di uno dei trafficanti. Uno dei funzionari è il comandante
del nucleo antiterrorismo del commissariato di Scutari, città dell'Albania
settentrionale dalla quale provenivano gran parte dei clandestini. Le
ricerche stanno continuando, un elicottero della Marina Militare è partito
dalla base di Grottaglie, in provincia di Taranto, perché si sospetta il naufragio di un secondo gommone. Finora,
tuttavia, questo secondo natante alla deriva non è stato avvistato.
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Il Consiglio di
governo provvisorio dell’Iraq ha duramente criticato la decisione del Pentagono
di accordare lo status di prigioniero di guerra a Saddam Hussein. Intanto, sul
terreno, due poliziotti iracheni sono stati uccisi dai soldati americani a
Kirkuk, nel nord del Paese. I particolari nel nostro servizio.
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I due, stando a
quanto riferito da un portavoce militare statunitense, sono stati scambiati per
assalitori; in realtà erano coinvolti in una faida familiare. I soldati
americani erano giunti in prossimità della loro casa, dopo aver ricevuto la
segnalazione di un violento litigio tra due famiglie. Hanno visto due uomini
armati e intimato loro l'alt, ma questi ultimi hanno tentato di fuggire. A quel
punto i militari hanno aperto il fuoco, uccidendoli, venendo a sapere solo poco
dopo di aver ammazzato due poliziotti. E altri sette iracheni hanno perso la
vita negli scontri tra dimostranti, forze dell’ordine locali e militari britannici,
nella località di Amara, a sud-est di Baghdad. Circa le sorti di Saddam
Hussein, un esponente del Consiglio di governo provvisorio dell’Iraq, citato
dal sito on-line del quotidiano israeliano “Haaretz”, ha riferito che l’ex
dittatore sarà processato entro sei mesi. Un annuncio che però contrasta con la
decisione del Pentagono di accordare lo status di prigioniero di guerra ad
Hussein. Irremovibile l’autorità di Baghdad che, in un comunicato, ha fatto
sapere che “Saddam ha commesso crimini contro gli iracheni e per questo sarà
giudicato davanti a un tribunale iracheno”. Secondo l'amministratore civile
americano nel Paese, Paul Bremer, oggi a Nassiriya dove ha fatto visita al
contingente militare italiano dell’operazione “Antica Babilonia”, la consegna
del deposto presidente iracheno ai connazionali potrebbe avvenire in seguito al
passaggio di poteri ad un governo provvisorio locale, previsto nel mese di
luglio. Bremer lo ha detto ieri sera alla televisione irachena, nel corso di
un’intervista in cui ha anche dichiarato che lo status della città petrolifera
di Kirkuk, rivendicata dai curdi, non potrà essere deciso prima del 2005,
quando in Iraq si terranno le elezioni per l'assemblea costituente.
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Nuova marcia
indietro della Corea del Nord: in un comunicato del ministero degli Esteri, il
regime ha fatto sapere che non seguirà l'esempio libico di abbandonare il suo
programma di sviluppo di armi di distruzione di massa. Intanto si è conclusa
positivamente la visita di una delegazione non ufficiale degli Stati Uniti alla
centrale nucleare di Yongbyon. Secondo gli esperti, infatti, l’atteggiamento di
Pyongyang è un decisivo passo in avanti per la soluzione della crisi,
determinata dal riarmo del Paese asiatico. E la Corea del Nord, tramite l'agenzia
ufficiale Kcna, ha reso noto di aver mostrato alla delegazione statunitense la
sua forza di “dissuasione nucleare”. Il servizio è di Chiaretta Zucconi.
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Si tratta di un risultato eccellente da un punto di vista
scientifico, dal momento che la delegazione ha potuto scambiare opinioni e
punti di vista con funzionari locali, ma è sicuramente anche un successo
notevole sul fronte politico: aprendo i cancelli della centrale alla
delegazione, Pyongyang ha infatti mostrato una maggiore disponibilità verso la
comunità internazionale. Dopo l’espulsione, un anno fa, degli ispettori delle
Nazioni Unite, la Corea del Nord non aveva permesso a nessuno straniero di
varcare la soglia della centrale nucleare di Yongbyon, situata a 90 chilometri
dalla capitale, e di vedere da vicino i due misteriosi reattori da 5 e 20
megawatt che si ritiene siano i protagonisti principali del programma di
sviluppo atomico rilanciato dal Paese comunista un anno fa, in violazione
dell’Accordo del ’94 con Washington. Come riferito ai giornalisti a Pechino al
suo ritorno da Pyongyang dal capo-delegazione John Lewis, “abbiamo potuto
vedere tutto ciò che abbiamo voluto e persino incontrare scienziati, militari,
funzionari del ministero degli affari economici e diplomatici, insomma: meglio
di così non poteva andare”. Nel giro di qualche giorno, la delegazione
rilascerà un rapporto informativo sulla missione e poi, forse, arriveranno
anche i risultati diplomatici: la realizzazione dell’atteso secondo giro di
consultazioni multilaterali a sei tra Coree, Cina, Russia, Giappone e Stati
Uniti nel tentativo di risolvere la crisi nucleare nord-coreana in modo
pacifico.
Per la Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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Quattro militari
pachistani sono morti nell'attacco condotto con granate a razzo contro la loro
base a Wama, nel Waziristan meridionale. A riferirlo, il generale Shaukat
Sultan. L'attacco è avvenuto mentre era in corso il rastrellamento dei villaggi
della zona, prossima alla frontiera con l'Afghanistan, alla ricerca dei presunti
militanti di Al Qaida che, secondo informazioni di intelligence, vi si erano
rifugiati. Sempre nel Waziristan, secondo il giornale saudita Al-Watan, Osama
bin Laden sarebbe sfuggito per poco alla cattura, in una vasta operazione
dell'esercito pakistano avvenuta due giorni fa.
Condannati a sei
mesi di carcere per essere entrati in Pakistan senza visto. È accaduto a due
giornalisti, Marc Epstein e Jean-Paul Guilloteau, del settimanale francese,
“L’Express”, accusati di essersi introdotti senza permesso in una zona vicina
al confine con l'Afghanistan. In tal modo, ha sostenuto il giudice, i due hanno
violato le norme nazionali sull'immigrazione.
Potrebbe essere
vicina una fase di distensione dei rapporti tra Usa e Iran. L'amministrazione
statunitense sarebbe pronta a parlare con le autorità di Teheran del loro programma
nucleare, dello stato di diritti umani nel Paese asiatico e dell'appoggio ai
gruppi violenti che si oppongono al processo di pace tra arabi e israeliani. Lo
ha detto ieri sera Richard Boucher, portavoce del Dipartimento di Stato
americano, precisando che, su questi argomenti, ci sono già stati contatti tra
Bush e le autorità iraniane.
Iniziativa dei parlamentari britannici per i
detenuti della base americana di Guantanamo, a Cuba. Oltre cento membri della
Camera dei Lord e della Camera dei Comuni presenteranno un documento alla Corte
Suprema degli Stati Uniti. Secondo i parlamentari, alcuni dei nove prigionieri
inglesi a Guantanamo sono stati arrestati senza colpa in Afghanistan; altri invece
sarebbero stati fermati in Paesi stranieri, in circostanze dubbie.
Sei vittime è il
bilancio di un attacco di ribelli comunisti a una centrale elettrica a sud di
Manila, nelle Filippine. Tre soldati dell'esercito e tre guerriglieri hanno
perso la vita in uno scontro a fuoco, durato circa quindici minuti e avvenuto
poco prima dell'alba. A sferrare l'attacco, i membri dell'Armata del Nuovo
Popolo, un'organizzazione maoista.
Crac Parmalat. Si
terrà il 15 gennaio l'udienza dell'ex patron del gruppo di Collecchio, Calisto
Tanzi, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano. Tanzi, arrestato
con le accuse di false comunicazioni dei revisori, aggiotaggio e truffa
aggravata, ha visto respinta nei giorni scorsi la richiesta di arresti
domiciliari avanzata dai suoi legali. Intanto, è stato convalidato l’arresto di
Giovanni Bonici, ex direttore di Parmalat Venezuela, fermato ieri e interrogato
questa mattina nel tribunale di Parma. Il gip, Pietro Rogato, deciderà entro
mercoledì se concedere o meno gli arresti domiciliari. Bonici è accusato di associazione a delinquere
e bancarotta fraudolenta.
Restiamo in Italia.
“La lista unitaria dell'Ulivo deve essere aperta e capace di coinvolgere
partiti, movimenti, associazioni e cittadini in modo da evitare nuove
divisioni”. Questo in sintesi il pensiero del presidente della Commissione
europea, Romano Prodi, nel suo messaggio inviato alla manifestazione dei
girotondi in corso a Roma. E sempre nella capitale, dove si sta svolgendo anche
l’assemblea di An, il leader del partito e vicepremier italiano, Gianfranco
Fini, nell'intervento di apertura, ha duramente criticato il “professore”
giudicando “fuori luogo” le polemiche dei giorni scorsi sul semestre europeo di
presidenza dell’Italia.
Terremoto politico
in Corea del Sud per appalti truccati e tangenti. Le autorità locali hanno
arrestato il presidente dello SK Group, il terzo gruppo finanziario del Paese,
con l'accusa di corruzione ed evasione fiscale. In carcere anche sei deputati,
fra cui un membro del partito Uri, che sostiene il presidente Roh Moo-hyun.
Tre morti e un
disperso. Questo il bilancio dell’esplosione in una miniera di carbone in
Siberia, nella regione di Kemerovo. A provocare la deflagrazione è stato il gas
metano.
Tra i candidati
delle prossime elezioni presidenziali in Afghanistan, in programma a giugno, ci
sarà anche l’attuale presidente, Hamid Karzai. Lo ha annunciato lo stesso
Karzai al termine della Loya Jirga, l’assemblea dei capi tribali.
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