RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 10  - Testo della Trasmissione di sabato 10 gennaio 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Le religioni, strumento di pace e dialogo, e la mobilitazione politica sono necessarie per sradicare le cause del terrorismo: così, il Papa nel discorso al nuovo ambasciatore dell’Indonesia presso la Santa Sede

 

Il tema della riconciliazione è stato al centro anche dell’incontro di Giovanni Paolo II con il nuovo ambasciatore della Costa d’Avorio

 

E sempre oggi il Papa ha chiesto di rinnovare i consigli parrocchiali e diocesani salvaguardando un rapporto equilibrato tra il ruolo dei laici e quello che propriamente compete ai sacerdoti

 

Italia e Santa Sede convergenti sui valori: così, ai nostri microfoni, l’ambasciatore Giuseppe Balboni Acqua, ricevuto ieri dal Papa per le lettere credenziali

 

Benedetto ieri dal cardinale Sodano il tradizionale presepe dei netturbini, creato nel 1972 da un operaio della nettezza urbana.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Domani la festa del battesimo del Signore chiude liturgicamente il tempo natalizio: la riflessione della teologa Ina Siviglia

 

Anche il presidente Ciampi a Torino alla camera ardente per l’ultimo omaggio a Norberto Bobbio, il filosofo e senatore a vita morto ieri all’età di 94 anni: il ricordo di Ernesto Olivero.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Allarme dei vescovi thailandesi sulla stabilità della famiglia

 

L’Onu invia seimila soldati in Costa d’Avorio per mantenere il controllo delle zone più calde del Paese

 

Continua la mobilitazione internazionale in Iran, nella zona di Bam colpita dal terremoto del 26 dicembre scorso

 

Il cardinale vicario di Roma, Camillo Ruini, celebrerà oggi la dedicazione della nuova parrocchia romana di Sant’Andrea Corsini

 

Lutto alla Radio Vaticana. Morta la mamma del direttore generale, padre Pasquale Borgomeo

 

24 ORE NEL MONDO:

Tragedia nel mare dell’Adriatico. Naufraga un gommone di clandestini albanesi: 20 i morti

 

Si è conclusa positivamente la visita della delegazione Usa alla centrale nucleare nordcoreana di Yongbyon

 

Baghdad critica il Pentagono per lo status di prigioniero di guerra concesso a Saddam Hussein.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 gennaio 2004

 

 

LE RELIGIONI, STRUMENTO DI PACE E DIALOGO, E LA MOBILITAZIONE POLITICA

SONO NECESSARIE PER SRADICARE LE CAUSE DEL TERRORISMO:

COSI’, IL PAPA NEL DISCORSO AL NUOVO AMBASCIATORE DELL’INDONESIA

PRESSO LA SANTA SEDE, BAMBANG PRAYITNO,

RICEVUTO IN VATICANO PER LE LETTERE CREDENZIALI 

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

La risposta al terrorismo non deve mai essere “di odio o vendetta”: è il richiamo espresso stamani da Giovanni Paolo II nel discorso indirizzato al nuovo ambasciatore dell’Indonesia presso la Santa Sede, Bambang Prayitno, ricevuto in Vaticano per le Lettere Credenziali. Lavorare per la pace e il benessere degli uomini, ha avvertito il Papa, è oggi quanto mai necessario nel momento in cui “l’intera famiglia umana cerca degli strumenti per affrontare il terrorismo internazionale”. Quindi, ha messo l’accento sul ruolo delle religioni come strumento di pace e dialogo. Né ha mancato di ricordare la sua visita in Indonesia nel 1989. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La lotta contro il terrorismo va condotta a livello politico, “perché le misure meramente punitive e repressive non sono sufficienti”. E’ quanto sottolineato da Giovanni Paolo II che ha ricordato come, proprio l’Indonesia, abbia purtroppo sperimentato l’atroce violenza del terrorismo con la strage di Bali. La mobilitazione politica, ha spiegato, “è necessaria ad eliminare le cause di ingiustizia che possono a volte condurre le persone a compiere atti di disperazione e violenza”. Altrettanto rilevanti sono i programmi di educazione ispirati al rispetto per la vita. Su questa via, ha proseguito, “l’unità della razza umana prevarrà, dimostrandosi più potente di qualsiasi divisione”. Proprio in tale contesto “le grandi religioni del mondo hanno un importante ruolo da giocare”.

 

La “comprensione e collaborazione interreligiosa”, ha affermato, contribuisce infatti a “promuovere un senso più profondo dell’unità del genere umano, aiutando a sradicare le radici sociali e culturali del terrorismo”. I leader islamici, cristiani ed ebrei, “devono essere in prima linea nel condannare il terrorismo e nel negare ai terroristi ogni forma di legittimità religiosa e morale”. Il dialogo, ha detto ancora, va promosso “come mezzo di reciproca conoscenza, scambio di patrimoni spirituali e strumento per superare pacificamente le differenze”. E’ questa l’unica via per costruire una solida democrazia, così ardentemente desiderata dal popolo dell’Indonesia.

 

Il Papa ha così lodato l’impegno del governo di Giakarta a mantenere un’armonia tra i fedeli delle diverse religioni presenti in Indonesia. Proprio tale condizione, permette alla Chiesa di offrire, specie nel campo dell’educazione, un “contributo di grande valore alla vita del Paese”. Infine, ha auspicato che le prossime elezioni presidenziali, in programma quest’anno, siano l’occasione per rafforzare i principi democratici e promuovere la “partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica della nazione”.

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LA SCELTA DEL DIALOGO AL POSTO DELLA VIOLENZA E DELLA GUERRA

PER RIPORTARE LA PACE IN COSTA D’AVORIO.

L’AUSPICIO DEL PAPA AL NUOVO AMBASCIATORE IVORIANO, RICEVUTO IN UDIENZA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Proseguire e intensificare gli sforzi di riconciliazione in Costa d’Avorio “perché il dialogo delle armi lasci spazio alle armi del dialogo”. E’ un accorato auspicio di pace quello che Giovanni Paolo II ha affidato questa mattina al nuovo ambasciatore ivoriano presso la Santa Sede, il 54.enne Kouamé Benjamin Konan, ricevuto in udienza per la presentazione delle lettere credenziali.

 

La Costa d’Avorio, piombata nel baratro sanguinoso di un conflitto interno dal settembre del 2002, stenta a ritrovare una stabilità politica e istituzionale interna, nonostante l’accordo di Parigi del gennaio 2003 abbia portato alla creazione di un governo di unità nazionale. Il Papa ha definito “una tappa importante” anzitutto il disarmo delle varie parti in lotta, che vede fronteggiarsi il governo del presidente Gbabo con una serie di sigle ribelli, attestate nel nord del Paese. Deporre le armi, ha osservato il Pontefice, renderebbe manifesta “la nobile aspirazione di voler dire ‘sì’ alla concertazione e alla non violenza”, in modo da “far progredire, sul cammino della concordia e dell’unità nazionale, le diverse componenti della nazione”. Ma anche le operazioni di disarmo dei ribelli – delle quali proprio ieri il premier ivoriano, Diarra, ha annunciato ufficialmente l’inizio – costituirebbe solo un primo passo. Le autorità dello Stato africano, ha aggiunto Giovanni Paolo II, dovrebbero permettere presto la “libera circolazione delle persone e dei beni”: una via che contribuirebbe alla “stabilità interna” e a “restituire fiducia alla popolazione”, consentendo a quest’ultima di “provvedere ai propri bisogni più elementari”.

 

Giovanni Paolo II ha invitato esplicitamente le autorità della Costa d’Avorio a porre particolare attenzione alla scuola, nella qual è possibile educare i giovani ai valori fondamentali e alla tolleranza, e alla tutela delle famiglie. Quindi, il Papa ha indicato nel “consolidamento dei rapporti di fiducia tra le comunità umane e religiose” ivoriane “una condizione necessaria per far scomparire la paura dell’altro e per ritrovare la gioia del vivere insieme”. Del resto, ha affermato il Pontefice, la fiducia che è indispensabile per la vita politica, sociale ed economica, ha la sua radice “nella promozione dei valori universali”, nel “rispetto dei diritti umani” e in quello “di qualsiasi persona”. Il Papa ha poi concluso con un apprezzamento per la Chiesa ivoriana, da sempre in prima linea non solo nel servizio ai poveri, ma anche per “la soluzione pacifica dei conflitti”.

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E’ NECESSARIO AGGIORNARE I CONSIGLI PARROCCHIALI E DIOCESANI

SALVAGUARDANDO UN RAPPORTO EQUILIBRATO TRA IL RUOLO DEI LAICI

E QUELLO CHE PROPRIAMENTE COMPETE AL MINISTRO ORDINATO:

COSI’ IL PAPA ALLA PLENARIA DELLA CONGREGAZIONE DEL CLERO

 

Occorre rinnovare gli organismi consultivi della Chiesa e la pastorale dei santuari: è quanto ha detto Giovanni Paolo II ricevendo stamane in Vaticano i membri della Congregazione per il clero in occasione dell’Assemblea Plenaria che si è riunita per riflettere su questi due temi. In particolare, il Papa chiede di rilanciare la cooperazione tra laici e sacerdoti nei consigli parrocchiali e diocesani ma nel rispetto delle vocazioni. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Il Papa sottolinea la necessità di aggiornare gli organismi consultivi della Chiesa: i consigli pastorali diocesani e parrocchiali, stabiliti nel 1983 seguendo le indicazioni del Concilio Vaticano II, promuovono infatti un’importante collaborazione tra sacerdoti e laici, ma “occorre salvaguardare un equilibrato rapporto” tra le diverse vocazioni:

 

“I legittimi Pastori, nell'esercizio del loro ufficio, non vanno mai considerati come semplici esecutori di decisioni derivanti da opinioni maggioritarie emerse nell’assemblea ecclesiale. La struttura della Chiesa non può essere concepita su modelli politici semplicemente umani. La sua costituzione gerarchica poggia sul volere di Cristo e, come tale, fa parte del  “depositum fidei”, che deve essere conservato e trasmesso integralmente nel corso dei secoli”.

 

Il Papa ricorda che “la Costituzione dogmatica Lumen Gentium presenta la Chiesa come un popolo che ha per Capo Cristo, per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, per legge il precetto antico e sempre nuovo dell'amore e per fine il regno di Dio”. Esiste dunque un sacerdozio comune al quale partecipano tutti i fedeli: ma questo “differisce essenzialmente” da quello ministeriale o gerarchico. Entrambi, però, sono uniti da uno stretto rapporto  poiché,  anche se in diverso modo, partecipano all'unico sacerdozio di Cristo” :

 

“I Pastori hanno il compito di formare, reggere e santificare il Popolo di Dio, mentre i fedeli laici, insieme a loro, prendono parte attiva alla missione della Chiesa, in una costante sinergia di sforzi, e nel rispetto delle vocazioni e dei carismi specifici”.

 

 Giovanni Paolo II, parlando poi del secondo tema della Plenaria, ha sottolineato la necessità di rinnovare anche  la pastorale dei Santuari perché sia più rispondente alle esigenze dei tempi: è importante – ha detto - che in questi luoghi sacri operino sacerdoti con spiccata sensibilità pastorale, dotati di spirito di accoglienza e sperimentati nell’arte della predicazione e della catechesi. Infine un richiamo sul sacramento della Penitenza:

 

“Il confessore, particolarmente nei Santuari, è chiamato a riflettere in ogni suo gesto e parola l'amore misericordioso di Cristo. Si esige, pertanto, un’adeguata formazione dottrinale e pastorale”.

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ITALIA E SANTA SEDE CONVERGENTI SUI VALORI: COSI’, AI NOSTRI MICROFONI, L’AMBASCIATORE GIUSEPPE BALBONI ACQUA, RICEVUTO IERI

DAL PAPA PER LE LETTERE CREDENZIALI

 

L’impegno dell’Italia per un giusto ordine internazionale, le radici cristiane dell’Europa e, ancora, la centralità della famiglia nella società italiana sono stati i temi forti del discorso che il Papa ha indirizzato, ieri, al nuovo ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Giuseppe Balboni Acqua, ricevuto in Vaticano per la presentazione delle lettere credenziali. Il Pontefice ha espresso il fervido auspicio che l’Italia possa proseguire sulla via della pace e della prosperità. Sul clima e le emozioni dell’incontro ascoltiamo la testimonianza dell’ambasciatore Balboni Acqua, raccolta da Angela Ambrogetti:

 

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R. – Debbo dire che la cerimonia è stata particolarmente bella e particolarmente significativa. Per noi diplomatici italiani, l’ambasciata presso la Santa Sede è considerata la più prestigiosa, la più bella ambasciata che noi abbiamo all’estero. L’incontro con Sua Santità è stato veramente commovente. Avevo già avuto modo di incontrare il Santo Padre in precedenti occasioni - prima di partire per essere ambasciatore a Varsavia, all’inizio del 1993 - ed ho ritrovato lo stesso spirito, la stessa disponibilità eccezionale. E’ stato un incontro che ha anche un po’ toccato questi ricordi. Ciò mi ha fatto estremamente piacere e mi ha anche commosso. Sotto l’aspetto protocollare tutto ha funzionato benissimo. C’è soprattutto una grandissima attenzione nei confronti dell’ospite straniero, dell’ambasciatore che arriva. La visita alla Basilica di San Pietro è stata veramente un atto molto toccante, bellissimo.

 

D. – Un momento importante è quello dello scambio delle Lettere credenziali, che si traduce anche nello scambio dei discorsi. Vi siete trovati molto d’accordo su tanti punti e in particolare sull’Europa, come Europa cristiana che ha bisogno della cristianità dell’Italia…

 

R. – Devo dire che vi sono delle grandissime convergenze tra il pensiero politico della Santa Sede e le sue valutazioni nell’ambito mondiale e le valutazioni che sono proprie dello Stato italiano. Naturalmente vi sono poi delle diversità connesse proprio al carattere di uno Stato laico, come è il nostro. Quindi questo è oggetto del massimo rispetto da parte della Santa Sede. L’altra parte importante è stata questa ripresa in considerazione veramente sostanziale del concetto della famiglia. Su questo non ci può che essere una valutazione di piena concordanza.

 

D. – Ci sono due grandi anniversari quest’anno: i 75 anni dei Patti Lateranensi e i 20 anni della revisione del Concordato…

 

R. – Per quanto riguarda naturalmente l’aspetto bilaterale è già fondamentale che abbiamo concluso alcune importanti intese con la Santa Sede. Vi sono ancora degli aspetti da esaminare approfonditamente e che dovrebbero poi portare ad ulteriori piccoli accordi. Da parte nostra c’è tutta la disponibilità di andare incontro alle loro richieste.

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BENEDETTO IERI DAL CARDINALE SODANO

IL TRADIZIONALE PRESEPE DEI NETTURBINI,

CREATO NEL 1972 DA UN OPERAIO DELLA NETTEZZA URBANA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Un presepe interattivo che ha il merito di “conservare i valori cristiani” in tempi in cui “c’è la tendenza a cancellare i valori, ad essere agnostici davanti a tutto”. Con queste parole il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano ha benedetto ieri sera il Presepe dei netturbini, allestito nella sede dell’Ama, l’Azienza municipale dell’ambiente, in Via dei Cavalleggeri a Roma. Il presepe, creato nel 1972 dall’allora giovane operaio Giuseppe Ianni, oggi i pensione, ha avuto sin dal 1974 la presenza e la benedizione dei Papi: una tradizione avviata da Paolo VI e proseguita da Giovanni Paolo II. “E’ sempre commovente stare davanti a un presepe”, ha commentato durante la sua visita il cardinale Sodano, che si è congratulato con i realizzatori della scena della Natività. Una scena popolata da 250 pastori, con relativi greggi, 86 case, ruscelli d'acqua e caminetti fumanti, tutti incastonati in una grotta a dimensione umana realizzata in muratura e pietra di tufo, dove il visitatore può entrare calpestando paglia e fieno. “Credo che nel cuore del popolo italiano ci sia ancora tanta fede – ha detto ancora il segretario di Stato - certo dobbiamo sempre risvegliarla come fuoco sotto la cenere. Queste manifestazioni fanno onore alla fede dei nostri lavoratori”.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Nel corso della mattinata il Papa ha ricevuto  mons. Carlo Liberati, vescovo prelato eletto di Pompei e delegato pontificio per il Santuario della  Vergine del  Rosario. Oggi pomeriggio alle 16.30 il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano presiederà in San Pietro la celebrazione eucaristica per la consacrazione episcopale di mons. Liberati.

 

Sempre stamane Giovanni Paolo II ha ricevuto il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e l’arcivescovo Luis Robles Diaz, vice presidente della Pontificia commissione per l’America Latina.

 

NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha nominato nunzio apostolico nella Repubblica Ceca mons. Diego Causero, arcivescovo di Grado, finora nunzio apostolico nella Repubblica Araba di Siria.

 

Negli Stati Uniti, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell'Eparchia di Saint Maron of Brooklyn dei Maroniti, presentata dal vescovo Hector Stephen Y. Doueihi, in conformità al canone 210 , paragrafo 2, del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Al suo posto, Giovanni Paolo II ha nominato corepiscopo Gregory John Mansour, sinora protosincello dell’Eparchia di Our Lady of Lebanon di Los Angeles. Mons. Mansour, 49 anni, è originario del Michigan, dove ha conseguito il baccellierato in Filosofia prima di entrare nel seminario di Nostra Signore del Libano a Washington, dove è rimasto fino al 1982. Dopo l’ordinazione sacerdotale, è stato parroco della parrocchia maronita di Saint George a Juniontown, in Pennsylvania. Nel 1994, è stato nominato Protosincello, carica ricoperta finora.

 

In Canada, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Vancouver, presentata per raggiunti limiti di età dall’arcivescovo Adam Joseph Exner, degli Oblati di Maria Immacolata. Al suo posto, il Papa ha nominato mons. Raymond Roussin, marianista, finora vescovo di Victoria (Canada). Il nuovo arcivescovo, 65 anni, è originario di Saint-Vital, località dell’arcidiocesi canadese di Saint-Boniface, Manitoba. Ha conseguito la Licenza in Teologia presso l’Università di Friburgo, in Svizzera, dove è stato ordinato sacerdote nel ‘70. Al rientro in Canada, ha svolto diversi incarichi sia in seno al suo Istituto, sia nelle diocesi di Saint-Boniface e di Winnipeg, soprattutto nel campo della docenza e della formazione. Eletto vescovo di Gravelbourg nel ’95, è stato nominato vescovo di Victoria nel marzo del ‘99.

 

In Italia, il Santo Padre ha nominato vescovo coadiutore di Pozzuoli mons. Gennaro Pascarella, finora vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia. Nato a Cervino in provincia di Caserta, 56 anni fa, è stato ordinato sacerdote il 14 settembre 1974. E’ stato membro della consulta regionale per le vocazioni e coordinatore della Curia per la Pastorale. Ha fatto parte del consiglio presbiterale della diocesi di Acerra ed è stato coordinatore della pastorale giovanile della medesima diocesi. Eletto vescovo di Ariano Irpino-Lacedonia nel novembre del ‘98, ha ricevuto la consacrazione episcopale nel gennaio del ‘99.

 

 

IL 25 FEBBRAIO, IL PAPA PRESIEDERA’, IN AULA PAOLO VI,

 LA CELEBRAZIONE DEL RITO DELLE CENERI

 

La Prefettura della Casa Pontificia rende noto che il 25 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, il Papa presiederà alla Celebrazione della Parola, con il rito della benedizione e imposizione delle ceneri, a partire dalle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI. La celebrazione prende, dunque, il posto dell’udienza generale. Non è invece prevista, nel pomeriggio, la celebrazione nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

La prima pagina si apre con l'Albania, colpita da una nuova tragedia legata all'immigrazione, consumatasi nell'Adriatico.

 

Nelle vaticane, nel discorso all'Assemblea plenaria della Congregazione per il clero, Giovanni Paolo II ha esortato a rendere la collaborazione tra laici e pastori sempre più proficua e pienamente fedele alle direttive del Magistero.

Nel discorso al nuovo ambasciatore di Costa d'Avorio, il Santo Padre ha sottolineato che il dialogo delle armi deve lasciare il posto alle armi del dialogo.

Nel discorso al nuovo ambasciatore dell'Indonesia, il Papa ha auspicato comprensione e cooperazione tra le religioni per sradicare le cause sociali e culturali del terrorismo.

La visita del cardinale Angelo Sodano al Presepe dei Netturbini.

 

Nelle estere, riguardo all'Iraq, il Pentagono ha annunciato che a Saddam Hussein è stato riconosciuto lo status di prigioniero di guerra. 

 

Nella pagina culturale, un approfondito contributo di Danilo Veneruso sulla figura di Norberto Bobbio – “uomo di grande rettitudine morale, filosofo del dubbio e della perplessità” - morto ieri a Torino.

Una monografica - a cura di p. Bruno Esposito - dal titolo “Il contributo di Giovanni Paolo II all’evoluzione di un diritto internazionale al servizio della famiglia delle Nazioni”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano gli sviluppi della vicenda Parmalat. 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 gennaio 2004

 

LA CHIESA CELEBRA DOMANI LA FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE.

UN RINNOVATO INVITO AD ABBANDONARSI ALL’AMORE DELLA TRINITA’ DIVINA,

 

 

Il calendario liturgico chiude solennemente domani il tempo natalizio, con la festività che ricorda il Battesimo di Gesù nelle acque del Giordano, ad opera di San Giovanni Battista. Una scena su cui aleggia la voce stessa di Dio, “Tu sei il mio Figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”, e la presenza dello Spirito Santo, che scende sulla persona di Cristo sotto forma di colomba. Ma cosa ha da dire la festa del Battesimo del Signore ad un mondo ancora segnato dalle guerre e dall’egoismo? Barbara Castelli ha girato la domanda a Ina Siviglia, docente di Antropologia Teologica presso la Facoltà Teologica di Sicilia.

 

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R. – Anzitutto ha da dire una parola sull’eternità, sull’infinito. L’uomo che vive immerso nella storia deve essere capace di guardare alla sua trascendenza e al fine ultimo per cui è creato. E poi questa Trinità che ci ama, ci infonde anche il desiderio di conoscere la Trinità e di vivere secondo i dettami del nostro essere a sua immagine e somiglianza e quindi di vivere secondo l’amore. Ma questo nostro mondo è troppo distratto, è incapace di far silenzio, di accogliere questa eternità che irrompe nella storia.

 

D. – In questa occasione a quali riflessioni personali dovrebbe predisporsi il credente?

 

R. – Il Battesimo di Gesù è la prima forma di “kenosis” che Gesù manifesta pubblicamente, di abbassamento, di umiliazione. Gesù si sottopone al Battesimo di Giovanni, che è un Battesimo di purificazione, lui che è senza peccato. Lo fa per dare l’esempio di attesa, di capacità di sacrificio, potrei dire di desiderio di purezza. Ma in quello stesso momento inaugura una nuova stagione, Gesù inaugura la stagione del potersi conformare finalmente a lui. Quindi nel Battesimo, che da Cristo in poi è donato all’umanità, c’è la possibilità di un cambiamento dell’uomo, il quale diventa capace di Dio, perché il peccato non ha più la meglio sull’uomo.

 

D. – Pensando ai futuri battezzati qual è l’auspicio per loro ed un invito per i genitori?

 

R. – L’invito da fare alle giovani generazioni è quello di riscoprire la grandezza, la bellezza e la ricchezza di questa iniziazione cristiana in vista di una vera e propria testimonianza. Il mondo di oggi ha bisogno di testimoni. Ai genitori direi che non basta iniziare i figli ma bisogna accompagnarli, soprattutto in ordine alla difficoltà di un mondo che sembra rigettare l’idea di una fede vissuta ed autentica. Ciò che il prologo di Giovanni ci dice è che la luce è venuta ma le tenebre non l’hanno accolta rappresenta una realtà a cui noi assistiamo giorno per giorno. Se questa luce continua a risplendere, se questa luce diventa contagiosa, se questa riesce ad illuminare gli angoli più tenebrosi allora mostreremo con la vita e non con le parole che Cristo vince e vince sempre.

 

(musica)

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FISSATI PER LUNEDI’ I FUNERALI DEL SENATORE A VITA  NORBERTO BOBBIO,

MORTO IERI A TORINO. ALLE 16 DI OGGI, IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CARLO AZEGLO CIAMPI  APRIRA’ LA CAMERA ARDENTE,

ALLESTITA ALL’UNIVERSITA’ DI TORINO.

CORDOGLIO UNANIME DEL MONDO POLITICO E CULTURALE

 

Con la morte di Norberto Bobbio, scompare una delle figure laiche più rilevanti del ‘900. Per molti anni, fu professore di filosofia del diritto, scienze politiche e filosofia della politica presso l’università di Torino, dove oggi, alle 16,  il Presidente della Repubblica Ciampi si recherà per aprire la camera ardente. Lunedì i funerali in forma strettamente privata nel paese d’origine del filosofo, Rivalta Bormida in provincia di Alessandria. In occasione delle esequie, il comune di  Torino  ha proclamato lutto cittadino. Il ritratto di Norberto Bobbio nel servizio di Giampiero Guadagni.

 

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Filosofo dell’impegno civile, Norberto Bobbio è stato tra i fondatori del partito d’azione nel 1942 e ha partecipato alla Resistenza. In seguito, non ha più ricoperto cariche politiche finché, nel 1984, l’allora presidente della Repubblica Pertini lo nominò senatore a vita. In realtà Bobbio, uomo di studi e insegnante universitario, è sempre stato presente nel dibattito culturale su posizioni di socialismo liberale. Disse di sé: ‘Non ho certezze, sono un uomo del dubbio’, e ancora: ‘un laico, non laicista né anticlericale’, tanto che quattro anni fa rifiutò di firmare il manifesto laico contro il finanziamento pubblico delle scuole cattoliche perché vi leggeva il rifiuto di ogni forma di dialogo. In anni recenti, ‘Civiltà Cattolica’ parlò del filosofo torinese come di un esempio di alta sensibilità etica e lo definì un autorevole interlocutore della cultura cristiana, sia pure da posizioni agnostiche. Unanime il cordoglio del mondo politico per la scomparsa di Bobbio. In un messaggio alla famiglia, il capo dello Stato Ciampi ricorda l’uomo fiero e giusto, dalla personalità straordinaria, rigoroso e sensibile.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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Tra le amicizie personali più strette di Norberto Bobbio, va ricordata quella con Ernesto Olivero, il fondatore del Sermig di Torino, l’Arsenale della pace aperto nel 1983. Al microfono di Adriana Masotti, lo stesso Olivero traccia un suo ricordo del senatore a vita:

 

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R. – Norberto Bobbio ed io abbiamo avuto un cammino di amicizia molto umano; due amici litigano anche, per esempio, però Bobbio è la persona che mi ha stupito di più in assoluto nella mia vita perché in due-tre momenti in cui abbiamo avuto da ridire, lui la sera stessa mi manda un pony-express con un biglietto: “Scusa. Il dialogo continua”. Oppure: “Ne riparleremo con più calma”. Oppure mi telefonava. Bobbio era un uomo buono. Bobbio era un uomo caparbio, era un uomo attaccato alle proprie idee ma che non aveva problemi a rimetterle in discussione, non aveva problemi a sentire il pensiero di altri proprio su alcuni dei problemi più importanti, come il problema dei giovani, il problema dell’immigrazione, dell’islam, dell’ebraismo eccetera, lui mi diceva: “La politica ed i politici dovrebbero venire all’Arsenale della pace e imparare queste cose”. Lui, da quando ha conosciuto l’Arsenale, ha accettato di entrare in una dimensione diversa. Noi abbiamo la grande gioia di poter dire che Bobbio qui è venuto decine e decine di volte. Ricordo quando un gruppo molto importante di Israele ha voluto piantare qui l’ulivo della pace, lui ha voluto esserci e ha detto un pensiero che è diventato importante per i giovani, per la gente che lo ascoltava. Appunto, che non bisogna arrendersi al male, non bisogna arrendersi alla guerra, si può  sempre trovare una soluzione per uscire fuori dal buco nero!

 

D. – Tempo fa, Civiltà Cattolica ha definito Norberto Bobbio “un interlocutore autorevole della cultura cristiana, anche se da posizioni agnostiche”, e lui era laico ma non anti-clericale ...

 

R. – Lui ... guardi, io lo definisco un uomo buono che non aveva problema a ragionare; negli ultimi 25 anni, quasi sempre lui è stato nostro amico di strada, compagno di strada ... Nella nostra regola, in una delle nostre pagine, quando dico che la nostra fraternità avrà sempre un occhio di riguardo al mondo della buona volontà, ricordo che lui, commentando quella pagina, disse: “Credo che questa pagina tu l’abbia scritta pensando alle cose che ci siamo detti”. Ed era vero.

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CHIESA E SOCIETA’

10 gennaio 2004

 

 

 

ALLARME DEI VESCOVI THAILANDESI SULLA STABILITA’ DELLA FAMIGLIA.

L’INVITO A RENDERE IL NUCLEO FAMIGLIARE

“SALE DELLA TERRA E LUCE DEL MONDO”

 

BANGKOK.= Nel documento intitolato “Cura pastorale della famiglia” scritto dai vescovi thailandesi, si legge la preoccupazione dei presuli sul futuro del nucleo famigliare. Ad allarmare sono le conseguenze che i cambiamenti sociali, l’aumento dei divorzi, il consumismo e la ricerca costante del benessere materiale, intacchino la stabilità della famiglia. “Rileviamo - scrivono i vescovi nel documento - in particolare l’aumento della povertà, l’impatto negativo della globalizzazione, i crescenti conflitti sociali, la piaga del lavoro minorile e la crescita del flusso migratorio”. Nella nota pubblicata il 28 dicembre scorso, in occasione della festa della Sacra Famiglia, si invitano le famiglie cattoliche della Thailandia a diventare “sale della terra e luce del mondo”. Ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici del Paese è rivolto l’appello dei presuli affinché promuovano progetti comuni, utili a rafforzare il ruolo della famiglia in piena collaborazione con le chiese dell’Asia in vista della plenaria della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche che si terrà dal 17 al 22 agosto prossimo in Corea del Sud. (B.C. e D.D.)

 

 

 

L’ONU INVIA SEIMILA SOLDATI IN COSTA D’AVORIO PER MANTENERE IL CONTROLLO DELLE ZONE PIU’ CALDE DEL PAESE

 

NEW YORK.= Kofi Annan, segretario generale delle Nazioni Unite, ha consegnato un rapporto al massimo organo decisionale del Palazzo di vetro sulla preoccupante situazione in Costa d’Avorio. Annan ha inviato nel Paese africano una forza di pace composta da seimila uomini che dovranno mantenere la stabilità nelle zone sottoposte al loro controllo e segnalare eventuali violazioni del cessate il fuoco. In Costa D’avorio è presente anche una missione delle Nazioni Unite, Minuci, che svolge da mesi compiti di monitoraggio. Nel Paese ci sono, inoltre, altre due missioni di pace: quella francese “Licorne” di 4mila soldati e quella di 1500 mandata dalla Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale, Ecowas o Cedeao. Per Annan, la prima potrà operare come forza d’intervento rapido in accordo con la Minuci mentre l’Ecomog, il braccio armato dell’Ecowas, che fa parte della seconda, verrà inglobato nella missione internazionale. Questa nuova forza di pace sarà creata il prossimo 4 febbraio. Nel Paese africano, a dicembre era iniziato il processo di disarmo sulla ‘linea rossa’ che divide il Paese tra Centro nord, in mano alla ex-ribellione, e il Sud, sotto il controllo del presidente Laurent Gbagbo. (B.C.)

 

 

 

CONTINUA LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE IN IRAN, NELLA ZONA

DI BAM COLPITA DAL TERREMOTO DEL 26 DICEMBRE SCORSO.

LA CARITAS ITALIANA LUNEDI’ INVIERA’ IL PRIMO CONVOGLIO DI AIUTI

IN SOCCORSO DELLA POPOLAZIONE

 

ROMA.= L’Onu ha rivelato in uno studio che la ricostruzione della città di Bam  potrebbe costare un miliardo di dollari. La cifra finora raccolta, che ammonta a 74 milioni, non è sufficiente a fronteggiare l'emergenza umanitaria nella città devastata dal sisma che ha provocato oltre 30mila vittime e 100 mila sfollati. Preoccupa la situazione sanitaria, l'Organizzazione mondiale per la sanità ha fatto sapere che saranno necessari 30 milioni di dollari per ripristinare il sistema ospedaliero della città. Il governo italiano, ieri, ha donato le risorse necessarie alla ricostruzione di quattro strutture mediche. Intanto partirà lunedì da Teheran il primo convoglio di aiuti della Caritas per l'emergenza del dopo terremoto nella zona di Bam. La rete internazionale delle Caritas sta intervenendo in questa prima fase, ma progetta già la ricostruzione delle case e delle infrastrutture distrutte. Il primo convoglio che partirà per la regione di Bam lunedì prossimo avrà un carico di viveri e altri beni come detergenti, stoviglie, coperte, materiale igienico, necessari per un mese e per 250 famiglie. Nel contempo Caritas Italiana ha rilanciato, come indicato dalla Conferenza Episcopale, la colletta nazionale, i cui proventi andranno ad aggiungersi ai 350.000 euro già messi a disposizione.

 

 

IL CARDINALE VICARIO DI ROMA CAMILLO RUINI CELEBRERA’ OGGI LA MESSA

DI DEDICAZIONE DELLA NUOVA PARROCCHIA ROMANA DI SANT’ANDREA CORSINI.

TREMILA PERSONE POTRANNO USUFRUIRE DEL NUOVO EDIFICIO DI CULTO

 

ROMA.= In via Alessandro della Seta, appena fuori la città, il cardinale vicario di Roma Camillo Ruini celebrerà, alle 16, la messa di dedicazione del nuovo complesso parrocchiale di Sant’Andrea Corsini. La parrocchia sorge su un’aerea di 9mila metri quadrati, ed è composta da un sagrato di accesso, da un parcheggio esterno, da uno spazio dedicato alle attività sportive e otto aule per le iniziative pastorali. Secondo l’architetto responsabile del progetto, Roberto Panella, il primo obiettivo di questa costruzione era di creare una struttura “che desse senso e funzionalità ad un’area urbana, nata da insediamenti spontanei e priva di quei servizi minimi indispensabili alla vita di una comunità”. Saranno tremila le persone che potranno usufruire di questo nuovo edificio di culto, che è costituito inoltre di una chiesa con 200 posti a sedere ed una cappella per le celebrazioni feriali da 50. Erano trent’anni che nella zona delle Grotte di Gregna, la S. Messa veniva officiata in una piccola cappella costruita spontaneamente dagli abitanti del luogo. Dal 1989, anno dell’istituzione della parrocchia di Sant’Andrea Corsini,  si utilizzava anche un appartamento riadattato a luogo di culto. Il nuovo complesso ha alcune interessanti particolarità come una piazza-anfiteatro che collega lo spazio adibito allo sport e le aule per le iniziative parrocchiali. Inoltre, il corpo della chiesa è sostenuto da un colonnato da cui emerge un cilindro che riveste il quadrato dell’aula assembleare ed il campanile alto 16 metri. (B.C.)

 

 

 

LUTTO ALLA RADIO VATICANA. MORTA LA MAMMA

DEL DIRETTORE GENERALE, PADRE PASQUALE BORGOMEO

 

ROMA.= Stamattina è venuta a mancare all’affetto dei suoi cari, la signora Letizia De Meo, madre del direttore generale della Radio Vaticana, Padre Pasquale Borgomeo. L’anziana donna aveva oltre novant’anni. I funerali avverranno nella Chiesa di Santo Spirito in Sassia, lunedì mattina alle 11. Anche il papà di Padre Borgomeo, quasi centenario, versa in condizioni di salute molto precarie. La Radio Vaticana esprime le più vive condoglianze e commossa partecipazione, raccomandando con affetto al Signore e alla nostra preghiera l’anima della Signora Letizia De Meo. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

10 gennaio 2004

 

- A cura di Dorotea Gambardella -

 

Ennesima tragedia del mare nelle acque dell’Albania. Un gommone è naufragato ieri sera, molte le vittime accertate ma si continua a lavorare per recuperare i clandestini. Benedetta Capelli.

 

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Sono 20 le vittime del naufragio di un gommone al largo delle coste meridionali albanesi, 25 miglia a sud di Valona. Il natante, localizzato questa mattina da un elicottero dell'Esercito italiano della Nato, era in avaria già dalla scorsa notte. Il primo allarme, lanciato ieri sera, indicava sul gommone alla deriva la presenza di circa 30 clandestini. Recuperati i cadaveri di 18 uomini e tre donne. 11 i superstiti, di cui 4 in gravi condizioni presentano segni di ustione, non è escluso che possano esserci anche dei dispersi. Difficile l’operazione di salvataggio a causa delle proibitive condizioni del mare, le persone tratte in salvo sono state a fatica issate a bordo di una motovedetta del 28.mo gruppo navale della Marina Militare italiana che dalla notte scorsa stava partecipando alle operazioni di ricerca. La polizia albanese ha arrestato 5 persone ritenute legate all'organizzazione che ha gestito la partenza del natante che secondo alcune fonti locali, era al suo primo viaggio destinazione Italia. Le persone arrestate per il tragico naufragio, causato probabilmente da un’avaria al motore e per il pesante carico di clandestini, saranno accusate di omicidio. Tra i fermati ci sono i due scafisti ma anche alti funzionari della polizia albanese parenti di uno dei trafficanti. Uno dei funzionari è il comandante del nucleo antiterrorismo del commissariato di Scutari, città dell'Albania settentrionale dalla quale provenivano gran parte dei clandestini. Le ricerche stanno continuando, un elicottero della Marina Militare è partito dalla base di Grottaglie, in provincia di Taranto, perché si sospetta il naufragio di un secondo gommone. Finora, tuttavia, questo secondo natante alla deriva non è stato avvistato.

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Il Consiglio di governo provvisorio dell’Iraq ha duramente criticato la decisione del Pentagono di accordare lo status di prigioniero di guerra a Saddam Hussein. Intanto, sul terreno, due poliziotti iracheni sono stati uccisi dai soldati americani a Kirkuk, nel nord del Paese. I particolari nel nostro servizio.

 

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I due, stando a quanto riferito da un portavoce militare statunitense, sono stati scambiati per assalitori; in realtà erano coinvolti in una faida familiare. I soldati americani erano giunti in prossimità della loro casa, dopo aver ricevuto la segnalazione di un violento litigio tra due famiglie. Hanno visto due uomini armati e intimato loro l'alt, ma questi ultimi hanno tentato di fuggire. A quel punto i militari hanno aperto il fuoco, uccidendoli, venendo a sapere solo poco dopo di aver ammazzato due poliziotti. E altri sette iracheni hanno perso la vita negli scontri tra dimostranti, forze dell’ordine locali e militari britannici, nella località di Amara, a sud-est di Baghdad. Circa le sorti di Saddam Hussein, un esponente del Consiglio di governo provvisorio dell’Iraq, citato dal sito on-line del quotidiano israeliano “Haaretz”, ha riferito che l’ex dittatore sarà processato entro sei mesi. Un annuncio che però contrasta con la decisione del Pentagono di accordare lo status di prigioniero di guerra ad Hussein. Irremovibile l’autorità di Baghdad che, in un comunicato, ha fatto sapere che “Saddam ha commesso crimini contro gli iracheni e per questo sarà giudicato davanti a un tribunale iracheno”. Secondo l'amministratore civile americano nel Paese, Paul Bremer, oggi a Nassiriya dove ha fatto visita al contingente militare italiano dell’operazione “Antica Babilonia”, la consegna del deposto presidente iracheno ai connazionali potrebbe avvenire in seguito al passaggio di poteri ad un governo provvisorio locale, previsto nel mese di luglio. Bremer lo ha detto ieri sera alla televisione irachena, nel corso di un’intervista in cui ha anche dichiarato che lo status della città petrolifera di Kirkuk, rivendicata dai curdi, non potrà essere deciso prima del 2005, quando in Iraq si terranno le elezioni per l'assemblea costituente.

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Nuova marcia indietro della Corea del Nord: in un comunicato del ministero degli Esteri, il regime ha fatto sapere che non seguirà l'esempio libico di abbandonare il suo programma di sviluppo di armi di distruzione di massa. Intanto si è conclusa positivamente la visita di una delegazione non ufficiale degli Stati Uniti alla centrale nucleare di Yongbyon. Secondo gli esperti, infatti, l’atteggiamento di Pyongyang è un decisivo passo in avanti per la soluzione della crisi, determinata dal riarmo del Paese asiatico. E la Corea del Nord, tramite l'agenzia ufficiale Kcna, ha reso noto di aver mostrato alla delegazione statunitense la sua forza di “dissuasione nucleare”. Il servizio è di Chiaretta Zucconi.

 

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Si tratta di un risultato eccellente da un punto di vista scientifico, dal momento che la delegazione ha potuto scambiare opinioni e punti di vista con funzionari locali, ma è sicuramente anche un successo notevole sul fronte politico: aprendo i cancelli della centrale alla delegazione, Pyongyang ha infatti mostrato una maggiore disponibilità verso la comunità internazionale. Dopo l’espulsione, un anno fa, degli ispettori delle Nazioni Unite, la Corea del Nord non aveva permesso a nessuno straniero di varcare la soglia della centrale nucleare di Yongbyon, situata a 90 chilometri dalla capitale, e di vedere da vicino i due misteriosi reattori da 5 e 20 megawatt che si ritiene siano i protagonisti principali del programma di sviluppo atomico rilanciato dal Paese comunista un anno fa, in violazione dell’Accordo del ’94 con Washington. Come riferito ai giornalisti a Pechino al suo ritorno da Pyongyang dal capo-delegazione John Lewis, “abbiamo potuto vedere tutto ciò che abbiamo voluto e persino incontrare scienziati, militari, funzionari del ministero degli affari economici e diplomatici, insomma: meglio di così non poteva andare”. Nel giro di qualche giorno, la delegazione rilascerà un rapporto informativo sulla missione e poi, forse, arriveranno anche i risultati diplomatici: la realizzazione dell’atteso secondo giro di consultazioni multilaterali a sei tra Coree, Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti nel tentativo di risolvere la crisi nucleare nord-coreana in modo pacifico.

 

Per la Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Quattro militari pachistani sono morti nell'attacco condotto con granate a razzo contro la loro base a Wama, nel Waziristan meridionale. A riferirlo, il generale Shaukat Sultan. L'attacco è avvenuto mentre era in corso il rastrellamento dei villaggi della zona, prossima alla frontiera con l'Afghanistan, alla ricerca dei presunti militanti di Al Qaida che, secondo informazioni di intelligence, vi si erano rifugiati. Sempre nel Waziristan, secondo il giornale saudita Al-Watan, Osama bin Laden sarebbe sfuggito per poco alla cattura, in una vasta operazione dell'esercito pakistano avvenuta due giorni fa.

 

Condannati a sei mesi di carcere per essere entrati in Pakistan senza visto. È accaduto a due giornalisti, Marc Epstein e Jean-Paul Guilloteau, del settimanale francese, “L’Express”, accusati di essersi introdotti senza permesso in una zona vicina al confine con l'Afghanistan. In tal modo, ha sostenuto il giudice, i due hanno violato le norme nazionali sull'immigrazione.

 

Potrebbe essere vicina una fase di distensione dei rapporti tra Usa e Iran. L'amministrazione statunitense sarebbe pronta a parlare con le autorità di Teheran del loro programma nucleare, dello stato di diritti umani nel Paese asiatico e dell'appoggio ai gruppi violenti che si oppongono al processo di pace tra arabi e israeliani. Lo ha detto ieri sera Richard Boucher, portavoce del Dipartimento di Stato americano, precisando che, su questi argomenti, ci sono già stati contatti tra Bush e le autorità iraniane.

 

Iniziativa dei parlamentari britannici per i detenuti della base americana di Guantanamo, a Cuba. Oltre cento membri della Camera dei Lord e della Camera dei Comuni presenteranno un documento alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Secondo i parlamentari, alcuni dei nove prigionieri inglesi a Guantanamo sono stati arrestati senza colpa in Afghanistan; altri invece sarebbero stati fermati in Paesi stranieri, in circostanze dubbie.

 

Sei vittime è il bilancio di un attacco di ribelli comunisti a una centrale elettrica a sud di Manila, nelle Filippine. Tre soldati dell'esercito e tre guerriglieri hanno perso la vita in uno scontro a fuoco, durato circa quindici minuti e avvenuto poco prima dell'alba. A sferrare l'attacco, i membri dell'Armata del Nuovo Popolo, un'organizzazione maoista.

 

Crac Parmalat. Si terrà il 15 gennaio l'udienza dell'ex patron del gruppo di Collecchio, Calisto Tanzi, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano. Tanzi, arrestato con le accuse di false comunicazioni dei revisori, aggiotaggio e truffa aggravata, ha visto respinta nei giorni scorsi la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai suoi legali. Intanto, è stato convalidato l’arresto di Giovanni Bonici, ex direttore di Parmalat Venezuela, fermato ieri e interrogato questa mattina nel tribunale di Parma. Il gip, Pietro Rogato, deciderà entro mercoledì se concedere o meno gli arresti domiciliari. Bonici è accusato di associazione a delinquere e bancarotta fraudolenta.

 

Restiamo in Italia. “La lista unitaria dell'Ulivo deve essere aperta e capace di coinvolgere partiti, movimenti, associazioni e cittadini in modo da evitare nuove divisioni”. Questo in sintesi il pensiero del presidente della Commissione europea, Romano Prodi, nel suo messaggio inviato alla manifestazione dei girotondi in corso a Roma. E sempre nella capitale, dove si sta svolgendo anche l’assemblea di An, il leader del partito e vicepremier italiano, Gianfranco Fini, nell'intervento di apertura, ha duramente criticato il “professore” giudicando “fuori luogo” le polemiche dei giorni scorsi sul semestre europeo di presidenza dell’Italia.

 

Terremoto politico in Corea del Sud per appalti truccati e tangenti. Le autorità locali hanno arrestato il presidente dello SK Group, il terzo gruppo finanziario del Paese, con l'accusa di corruzione ed evasione fiscale. In carcere anche sei deputati, fra cui un membro del partito Uri, che sostiene il presidente Roh Moo-hyun.

 

Tre morti e un disperso. Questo il bilancio dell’esplosione in una miniera di carbone in Siberia, nella regione di Kemerovo. A provocare la deflagrazione è stato il gas metano.

 

Tra i candidati delle prossime elezioni presidenziali in Afghanistan, in programma a giugno, ci sarà anche l’attuale presidente, Hamid Karzai. Lo ha annunciato lo stesso Karzai al termine della Loya Jirga, l’assemblea dei capi tribali.

 

 

 

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