RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 50 - Testo della Trasmissione di giovedì 19  febbraio 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il prossimo 16 maggio la Chiesa avrà 6 nuovi Santi, tra cui don Luigi Orione, padre Annibale di Francia e Gianna Beretta Molla: lo ha deciso il concistoro presieduto questa mattina da Giovanni Paolo II. Ai nostri microfoni don Roberto Simionato, padre Riccardo Pignatelli e l’ing. Pietro Molla.

 

Il Papa esprime la sua vicinanza al popolo iraniano per il tragico incidente ferroviario, che ieri ha causato circa 320 morti nel nordest del Paese.

 

Il cardinale Kasper incontra a Mosca il metropolita ortodosso russo Kirill.

 

Celebrati in Vaticano i 10 anni di fondazione della Pontificia Accademia per la vita: proposto l’inizio del processo di beatificazione del suo primo presidente il celebre genetista  Jerome Lejeune: intervista con l’arcivescovo Elio Sgreccia

 

Ieri le celebrazioni in occasione del 75.mo anniversario dei Patti Lateranensi e del 20.mo della revisione del Concordato tra Santa Sede e Stato italiano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Per lo sviluppo dell’agricoltura dei Paesi poveri è necessario rendere più equo il sistema del commercio internazionale: è l’appello lanciato dall’Ifad nel corso della 27.ma sessione annuale.  Ai nostri microfoni il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré e il presidente dell’Ifad, Lennart Båge

 

Ieri alla Lateranense l’incontro del cardinale Ruini con gli universitari di Roma: con noi il cardinale vicario Camillo Ruini e il prof. Luciano Corradini

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Votare, un diritto e un dovere”. è il titolo del documento reso noto dalla Conferenza episcopale spagnola in vista delle elezioni generali che si svolgeranno nel mese di marzo

 

Si aggrava la situazione umanitaria della Corea del Nord per la riduzione degli aiuti internazionali

 

“La situazione umanitaria nella regione del Darfur, in Sudan, continua ad essere molto grave”. Lo afferma l’inviato dell’Onu nel Paese africano, smentendo le recenti e ottimistiche dichiarazioni rilasciate dal presidente sudanese

 

Ampia partecipazione, ieri, ai funerali di Marco Pantani

 

Presentati a Berlino oltre 200 capolavori del museo Moma di New York

 

Si sono svolti stamani a Roma i funerali di Vincenzo Borgomeo, padre del direttore generale della Radio Vaticana

 

24 ORE NEL MONDO:

Due militari statunitensi e tre iracheni uccisi in due attentati dinamitardi in Iraq

 

Domani 46 milioni di iraniani alle urne per il rinnovo del Parlamento: clima teso e rischio di astensionismo

 

Positivo l’avvio del negoziato per la riunificazione dell’isola di Cipro.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

19 febbraio 2004

 

IL CONCISTORO PRESIEDUTO DAL PAPA HA FISSATO AL 16 MAGGIO 2004

 LA CANONIZZAZIONE DI SEI BEATI, TRA I QUALI SPICCANO LE FIGURE

DI DON LUIGI ORIONE, DI PADRE ANNIBALE DI FRANCIA E DI GIANNA BERETTA MOLLA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Il prossimo 16 maggio, la Chiesa avrà dei nuovi Santi. Nella Sala Clementina, in Vaticano, Giovanni Paolo II ha presieduto questa mattina il Concistoro ordinario pubblico per la canonizzazione di sei Beati. Un loro profilo biografico, nel servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Don Luigi Orione, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e della Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità, vissuto tra la fine del 1870 e i primi quattro decenni del Novecento e protagonista di una vita interamente spesa a favore del riscatto sociale dei più poveri. Ma chi era don Orione e come inizia la sua esperienza con Dio? Don Roberto Simionato, superiore generale degli Orionini, intervistato da Giovanni Peduto:

 

R. – Lui è figlio di un selciatore, si guadagna il pane aiutando suo padre. Conoscendo la povertà sulla sua pelle, si sente solidale con tutti i poveri che incontra nel suo cammino. E’ uno che vide la povertà, le guerre, i problemi che tutti vediamo, e che decise di non lavarsene le mani. Non si accontentò di amare Dio, ma tentò di amarlo nei fratelli, incominciando dai più disperati. Voleva arrivare a tutti. Per lui, i poveri sono figli orfani del terremoto, i vecchi senza casa, i disabili ai quali nessuno pensa. E più ne raccoglie, più ne trova. Succede sempre così. E dunque, non gli basta più l’Italia, si apre alle missioni. Così i poveri diventano quelli del Brasile, dell’Argentina, dell’Albania, della Polonia, dell’Africa e dell’Asia.

 

D. – Don Orione ha affidato tutta la sua vita alla Provvidenza. Cos’era per lui la    Provvidenza?

 

R. – La Provvidenza è Dio che pensa ai suoi figli. Dio che ci ha creato, che manda Gesù il Redentore a salvarci, che guida la sua Chiesa. Don Orione sente che Dio è Padre e vuole che tutti, specialmente i più poveri, sperimentino la sua paternità. Per questo chiama tanti giovani ad aiutarlo e chiama tanti benefattori ad essere Provvidenza per gli altri. Ai più privilegiati dice: “La Banca della Divina Provvidenza è nelle vostre tasche. Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. Noi tutti siamo chiamati, a fare qualcosa per diventare, in terra, Provvidenza per i nostri fratelli.  

 

Di vent’anni più giovane rispetto a Don Orione è padre Annibale Maria di Francia, originario di Messina, dove nacque nel 1851. Fu l’apostolo della preghiera e dell'azione in favore delle vocazioni: azione che continua oggi nell’opera dei Padri Rogazionisti del Cuore di Gesù e delle Suore Figlie del Divino Zelo, entrambi istituti da lui fondati. Padre Riccardo Pignatelli, postulatore della causa di canonizzazione, al microfono di Giovanni Peduto, traccia un profilo di padre Annibale:

 

R. – Era una persona innamorata dell’Eucaristia e della Chiesa. Era un cristiano che concepì la sua vita come un dono per gli altri. Era un nobile, che si fece tanto povero da andare a vivere non solo con i poveri ma come i poveri. Ed era un sacerdote secondo il cuore di Dio. Padre Annibale è stato, come lo proclama la Chiesa nella sua Messa propria, “insigne apostolo della preghiera per le vocazioni e vero padre degli orfani e dei poveri”.

 

D. – La parola Rogazionisti deriva da “rogate”, cioè “pregate”: Annibale di Francia ha obbedito all’invito di Gesù di pregare per le vocazioni…

 

R. – Questo comando di Cristo per invocare il dono di vocazioni fu il chiodo fisso di padre Annibale e caratterizzò la sua vita al punto che Giovanni Paolo II ha riconosciuto che egli “spese tutte le sue energie per questa nobilissima causa”. Precorrendo i tempi, padre Annibale sostenne che tutti sono in vocazione; pertanto, scrisse che operai della messe del Signore sono non soltanto i sacerdoti ed i consacrati, ma sono da considerarsi anche i laici, a partire dai genitori, dagli educatori, dagli insegnanti, e debbono esserlo perfino i governanti. La preghiera per le vocazioni deve estendersi quindi anche a tutte queste categorie di persone.

 

Sarà Santo anche Giuseppe Manyanet y Vives, il sacerdote spagnolo, fondatore di due Congregazioni ispirate alla Sacra Famiglia di Nazareth. Fu il promotore della costruzione della Chiesa della Santa Famiglia a Barcellona su progetto di Antonio Gaudì. Dalla Spagna al Libano, che vedrà canonizzato Nimatullah al Hardini. Nato agli inizi dell’800, fu monaco e sacerdote dell'Ordine libanese maronita. Una vita breve e sofferta, segnata dalla morte dei 4 figli, è quella della nobile cremonese Costanza Cerioli, vissuta a metà del XIX secolo. Dopo la morte del marito, si mette al servizio degli umili e degli orfani della campagna, consacrandosi a Dio e fondando l’Istituto dei religiosi e delle religiose della Sacra Famiglia. Infine, la Beata Gianna Beretta Molla, morta a 39 anni, nel 1962, dopo aver scelto di sacrificare la propria vita pur di dare alla luce la sua quarta figlia, Gianna Emanuela. Il ricordo della futura Santa è quello che fece di lei suo marito, l’ingegner Pietro Molla, al microfono di Pietro Cocco, il giorno della beatificazione:

 

R. – Il mio ricordo di Gianna è quello di una donna splendida, che amava molto la vita. Una donna normale, ma al tempo stesso una donna di grande fede. Una donna ricca di gioia, di personalità, con un carattere forte e con il coraggio di vivere il Vangelo fino in fondo. Soprattutto, ricordo la sua piena fiducia nella Provvidenza e la sua gioia, piena e perfetta, alla nascita di ogni figlio.

 

D. – Ingegner Molla, questo amore per i figli che cosa ha rappresentato nel vostro matrimonio e come è nata poi la scelta ultima, definitiva, di sua moglie di sacrificare la propria vita per sua figlia?

 

R. – Per Gianna, i figli rappresentavano tutto. Erano la nostra stessa vita. Certo, a mio avviso, la decisione di Gianna di offrire la propria vita per salvare quella della sua creatura ha radici lontane: nel matrimonio - che era sentito da lei come un sacramento, come il sacramento dell'amore – e nell'eroismo del suo amore materno e nella sua piena convinzione che il diritto alla vita del nascituro è sacro.

 

D. – Che cosa ha significato poi questa scelta, così radicale, all'interno della vostra famiglia, quando lei si è ritrovato solo con i figli?

 

R. – I miei figli erano troppo piccoli per capire il significato di questa scelta. Ma appena hanno raggiunto l'età in cui potevano ben comprendere le ragioni profonde di questo dono della vita, l'ho spiegato loro e soprattutto ho precisato che la mamma avrebbe fatto questo gesto per ciascuno di loro. I figli hanno ben compreso e ben capito l'eroismo della mamma. Devo però confessare che il loro primo impatto con l'iter della beatificazione e con i riflessi della causa è stato di sofferenza, dovuta alla pubblicizzazione di quanto avrebbero tanto desiderato rimanesse solo nell'ambito familiare. Anche io ho sofferto con loro, lo confesso. Ma negli anni recenti, l'ampio e il crescente affluire dall'Italia, dall'Europa e dagli altri continenti di pubblicazioni e di scritti che ammirano la persona di Gianna, che ammirano la mamma e la sposa, e l'affluire di tante lettere di mamme - la certezza che la mamma e la sposa può  compiere e compie ancora molto bene tutto questo - ci ha ricompensato largamente delle sofferenze umane che la causa  ha comportato.

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IL PAPA ESPRIME LA SUA VICINANZA AL POPOLO IRANIANO PER IL TRAGICO INCIDENTE FERROVIARIO CHE IERI HA CAUSATO CIRCA 320 MORTI NEL NORDEST DEL PAESE

 

Il Papa ha espresso oggi alle autorità e al popolo dell’Iran la sua vicinanza il suo profondo cordoglio per il tragico incidente ferroviario che si è verificato ieri nel nord-est del Paese: un treno che trasportava zolfo, petrolio e sostanze chimiche è deragliato vicino alla città di Neyshabour causando l’esplosione di numerosi vagoni. Si parla di circa 320 morti. Giovanni Paolo II, in un telegramma inviato a suo nome a dal cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, affida le vittime alla misericordia di Dio e auspica che le famiglie colpite da questo dramma possano beneficiare del conforto e della solidarietà delle autorità e di quanti sono loro vicini. Il Papa, infine, invoca la benedizione di Dio sui feriti e sui soccorritori.

 

 

UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto oggi in udienza il cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.

 

In Eritrea, il Papa ha nominato nunzio apostolico l’arcivescovo Dominique François Joseph Mamberti, finora nunzio apostolico in Sudan.

 

 

 

STAMANE L’INCONTRO A MOSCA DEL CARDINALE WALTER KASPER

CON IL VESCOVO METROPOLITA DI SMOLENSK E KALININGRAD, KIRILL

- A cura di Roberta Gisotti -

 

Prosegue la visita a Mosca del cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, giunto martedì scorso su invito dei vescovi cattolici della Federazione russa. Una visita marcata da grandi speranze per il cammino ecumenico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. E molta attesa si registra per l’esito dell’incontro, avvenuto stamane, con il vescovo metropolita di Smolensk e Kalinigrad, Kirill, nella sede del Patriarcato ortodosso a Mosca, al monastero Danilovsky. Ancora incerta invece la possibilità di un incontro del cardinale Kasper con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, che sarebbe ammalato e fuori Mosca, secondo quanto riferito ieri dal portavoce del Patriarcato, padre Igor Vizhanov. Tra le principali questioni oggetto dibattito tra le due confessioni è quella del proselitismo, oltre alla condanna espressa da tutte le Chiese ortodosse sull’eventuale istituzione da parte della Santa Sede di un Patriarcato per la comunità greco-cattolica, in Ucraina occidentale.

 

 

CELEBRATI IN VATICANO I DIECI ANNI DALLA FONDAZIONE

DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA.

PROPOSTO L’INIZIO DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DEL SUO PRIMO PRESIDENTE,

IL CELEBRE GENETISTA JÉRÔME LEJEUNE

- Intervista con mons. Elio Sgreccia -

 

Ha compiuto dieci anni la Pontificia Accademia della Vita, istituita da Giovanni Paolo II l’11 febbraio 1994 con il Motu proprio Vitae mysterium. Da questa mattina, e per tutto il pomeriggio di oggi, i partecipanti alla decima Assemblea generale dell’istituto - che inizierà domani - sono riuniti nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano per ricordare, con una serie di interventi commemorativi, il lavoro svolto in quest’arco di tempo. Il Papa stabilì che lo scopo dell’Accademia fosse quello di studiare i problemi riguardanti la promozione e la difesa della vita, diffondendo così, all’interno della Chiesa e sulla base del magistero, un’accurata informazione su una materia delicata e in continua evoluzione come la scienza biomedica. Il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Dopo la Messa d’apertura, presieduta dal cardinale Javier Lozano Barragán, la rievocazione si è aperta con l’intervento del presidente dell’Accademia, il prof. Juan de Dios Vial Correa, sui dieci anni di attività. Anni intensi, ciascuno dedicato a un tema, e ricchi di prese di posizione su argomenti di grande rilievo etico e massimo interesse pubblico: come, ad esempio, il chiarimento della natura e dell’identità dell’embrione umano o la questione dell’eutanasia e dell’accanimento terapeutico. Non sono mancati, durante gli interventi, momenti di particolare intensità. E’ accaduto quando - nel ricordare la statura morale e spirituale del primo presidente dell’Accademia, il prof. Jérôme Lejeune – il cardinale Fiorenzo Angelini ha proposto l’apertura del processo di beatificazione di colui che fu uno dei massimi genetisti del Novecento. Proposta salutata dall’applauso in piedi dell’assemblea e dall’abbraccio commosso dato al porporato dalla moglie del luminare, definito dal cardinale Angelini uno scienziato che visse con eroismo la sua fede cristiana nella professione, perché seppe accompagnarlo “dalla semplicità” e “dalla gioia di servire la vita con piena dedizione e totale disinteresse”.

 

La testimonianza offerta dal prof. Lejeune resta dunque un modello di limpidezza in un mondo dove, soprattutto per ciò che riguarda l’ambito bioetico, numerose sono le pressioni che vanno contro la tutela della vita umana. E la Chiesa, che da sempre interviene per difenderne la sacralità, non di rado incontra delle difficoltà nel far arrivare il suo messaggio. A spiegarne i motivi è il vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita, il vescovo Elio Sgreccia,al microfono di Giovanni Peduto:

 

R. – Siamo in una società secolarizzata, in cui il richiamo a Dio, il richiamo alla legge naturale e alla dignità della persona umana suonano talvolta come concetti astratti, in una società che è stata ormai addomesticata soprattutto alle cose che sono da consumare, da comprare, da vendere, per le quali c’è l’utilità. E’ una società che è stata addomestica all’utilitarismo, alla produttività. Il richiamo che fa la Chiesa a valori che non sono certo commerciabili e che magari rappresentano un freno agli interessi non sempre trova una corale accoglienza. Per fare un esempio, negli anni Ottanta la voce della Chiesa – levatasi anche contro gli Stati Uniti, l’Onu, che avevano imposto al mondo le politiche di limitazione delle nascite a tutti i costi - rivendicò la paternità e la maternità responsabile. Responsabile vuol dire limitare dove c’è il puro istinto, ed incoraggiare dove esiste il benessere e la possibilità. Oggi si riconosce con ritardo che ci vogliono figli altrimenti non va avanti neppure l’economia, che il primo capitale da portare avanti è il capitale umano. A distanza di 10-20 anni, si riconosce che la saggezza della Chiesa procedeva lungo la via giusta. Allora, però, il mondo era influenzato dalle ideologie, dagli interessi, dall’utopia del benessere materiale per il quale per stare bene bisogna essere in pochi.

 

D. – Accade che quando la Chiesa propone il suo messaggio, ne venga talora percepito la parte negativa, il divieto, la condanna e non la parte positiva, ovvero la difesa della vita e della dignità dell’essere umano, in particolare dei più deboli. Perché questo?

 

R. – Alle volte può essere che la presentazione venga fatta da chi ha interesse a colorire di nero la posizione della Chiesa perché, naturalmente, contrasta con i propri interessi. E qui si richiede uno sforzo maggiore e soprattutto un’etica dei mezzi di comunicazione, perché nel presentare un problema si presentino bene tutte le facce: l’aspetto scientifico, antropologico, filosofico, etico, le difficoltà sul piano giuridico. Ecco, questa meditazione pacata è quella che molte volte viene tagliata via perché c’è chi manipola anzitutto l’informazione scientifica, c’è chi vuol condurre la gente attraverso l’informazione verso scopi propri. Noi sappiamo che le stesse forze economiche che portano avanti certe ricerche scientifiche per produrre determinati farmaci sono le stesse che pagano la stampa. Si crea quindi una specie di tenaglia per cui la gente è presa in mezzo da un bombardamento compiuto da chi ha interesse a farlo in un certo modo. Il compito della Chiesa - che è capillare, che si svolge attraverso le parrocchie, attraverso il contatto da famiglia a famiglia - è un contatto più lento, che arriva con più difficoltà. Questo è un problema che dovremo studiare. E dobbiamo avanzare anche una forte rivendicazione e cioè che chi ha in mano i mezzi di comunicazione sociale, specialmente quelli pubblici, faccia chiarezza e si impegni a non dire quello che non è certo. Come dicevano gli antichi: non dire nulla che non abbia la prova di quel che si dice.

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Oggi pomeriggio, la commemorazione per il decennale dell’Accademia proseguirà in Aula Paolo VI, con l’esecuzione di un concerto di musica sacra per coro ed orchestra, diretto dal maestro mons. Marco Frisina. Da domani, i lavori della decima Assemblea generale entreranno nel vivo e saranno dedicati al tema: “La dignità della procreazione umana e le tecnologie riproduttive: aspetti antropologici ed etici".

 

 

I PRINCIPI DEL CRISTIANESIMO,

PATRIMONIO ETICO E SPIRITUALE PER L’ITALIA, L’EUROPA E IL MONDO:

COSI’ IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA CIAMPI,

NEL 75 MO ANNIVERSARIO DEI PATTI LATERANENSI

E A 20 ANNI DALLA REVISIONE DEL CONCORDATO

 

“Un’occasione straordinaria in un clima festivo”: così il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato, ha commentato il ricevimento annuale nell’Amba-sciata d’Italia presso la Santa Sede, ieri pomeriggio, nel 75.mo anniversario dei Patti Lateranensi e a 20 anni dalla revisione del Concordato.  A guidare la delegazione italiana, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, accompagnato dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal Ministro degli Esteri Franco Frattini. Da parte vaticana presenti il cardinale Camillo Ruini ed il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Leonardo Sandri. Il servizio di Roberta Gisotti:     

 

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“I principi del Cristianesimo costituiscono parte integrante del patrimonio etico e spirituale del popolo italiano: aiutano ad affrontare le sfide del XXI secolo in Europa e nel mondo”: così il presidente Ciampi, che ha avuto parole di riconoscimento, stima e gratitudine per l’opera della Chiesa.

 

“L'Italia guarda con vivo interesse all'impegno della Santa Sede, sotto la guida ispirata di Giovanni Paolo II, per la difesa e la promozione della pace, per la lotta contro la povertà e le malattie, per il consolidamento della coscienza europea”.

 

C’è ancora qualcosa da registrare nei rapporti fra Stato e Chiesa in Italia?, hanno chiesto i giornalisti a Ciampi: “No, la risposta è negativa”, ha detto. “Grazie a Dio, i rapporti sono ottimi”. 75 anni fa la firma del Concordato e 20 anni fa gli Accordi di revisione: due “momenti fondamentali”, ha ricordato Ciampi. “I Patti Lateranensi, nel 1929, “consentirono la conclusione di un capitolo lacerante della storia unitaria italiana”, mentre l'Accordo del 1984 ha facilitato “l'azione dello Stato e della Chiesa verso obiettivi comuni: il sostegno alla famiglia e ai giovani, la formazione della persona, la solidarietà, l’appoggio al volontariato”. Un plauso quindi ai vescovi presenti sul territorio. Li incontro sempre nelle mie visite alle province italiane, ha detto Ciampi: “pastori della Chiesa”, ma anche “cittadini responsabili ed integrati nella nostra società”.

 

Una collaborazione con l’Italia che continua, gli ha fatto eco il cardinale Sodano, ricordando in particolare un tema su cui insistere da parte  dell’Italia: il riconoscimento in sede europea della radici cristiane nella futura Carta Costituzionale dell’Unione. Tra i temi interni affrontati dalle due delegazioni, gli accordi bilaterali sull’assistenza ai cattolici negli ospedali e nelle case di reclusione e il giudizio di validità del procedimento giudiziario a carico della Radio Vaticana, per il presunto inquinamento elettromagnetico del Centro trasmittente di Santa Maria di Galeria.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con il Concistoro Ordinario Pubblico - tenuto dal Papa - per il voto su alcune Cause di canonizzazione.

Sempre in prima, il telegramma di cordoglio del Santo Padre per le vittime della gravissima sciagura ferroviaria in Iran.

 

Nelle vaticane, l’omelia del vescovo Mauro Piacenza in occasione della memoria liturgica del Beato Angelico (la concelebrazione eucaristica è stata presieduta nella Basilica di San Marco, in Firenze).

La prefazione del cardinale Giacomo Biffi al volume di Giuseppe Barzaghi dal titolo “Lo sguardo di Dio”, una raccolta di saggi di teologia anagogica.

 

Nelle estere, in rilievo l’Iraq: Kofi Annan ritiene “impossibile” tenere le elezioni entro la scadenza del 30 giugno; intanto gli Usa vagliano la possibilità di “modifiche sostanziali” al piano di passaggio dei poteri ad un Governo iracheno sovrano.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Luciana Frapiselli su una mostra - presso la Royal Academy di Londra - dedicata ai capolavori fiamminghi dell’arte miniata. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle pensioni.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

19 febbraio 2004

 

PER LO SVILUPPO DELL’AGRICOLTURA DEI PAESI POVERI E’ NECESSARIO 

RENDERE PIU’ EQUO IL SISTEMA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE.

 E’ L’APPELLO LANCIATO DALL’IFAD CHE CHIUDE OGGI A ROMA LA SUA 27.MA SESSIONE ANNUALE. AI NOSTRI MICROFONI IL PRESIDENTE DEL BURKINA

FASO,  BLAISE COMPAORÉ E IL PRESIDENTE DELL’IFAD, LENNART BAGE

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Si chiude oggi al Palazzo dei Congressi a Roma, la 27.ma sessione annuale del consiglio esecutivo dell’Ifad, l’agenzia dell’Onu per lo sviluppo dell’agricoltura. La due giorni di lavoro apertasi ieri si è concentrata sul tema “Commercio e sviluppo rurale, sfide ed opportunità per i poveri delle campagne”. Nel vertice è stata ribadita, da più parti, la necessità di centrare gli obiettivi del Vertice del Millennio per sconfiggere la fame nel mondo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Abbattere le politiche commerciali protezionistiche dei Paesi industrializzati per ridare speranza alla crescita economica delle popolazioni del Sud del mondo. E’ questo il forte appello lanciato dall’Ifad. Dunque, è necessario affrontare ed eliminare i vincoli politici e materiali, che operano contro l’attribuzione di potere ai poveri che vivono nelle campagne. Ancor più oggi dato che tre quarti dei poveri del mondo, circa 900 milioni di esseri umani, abitano in aree rurali. La sfida è allora rendere più equo il mercato agricolo mondiale come sottolinea - ai nostri microfoni - il presidente del Burkina Faso, Blaise Compaoré:

 

R. – JE PENSE QUE LES PAYS DU NORD ONT INTERET A ...

Credo che i Paesi del Nord abbiano tutto l’interesse ad introdurre una maggiore liberalizzazione, perché sono i Paesi che hanno il capitale, che hanno l’industria, che producono di più e che quindi hanno interesse ad avere un mercato più aperto. Ma, allo stesso tempo, come spesso si constata, ci sono interessi tali per cui viene a mancare da parte di quegli stessi Paesi la volontà di creare le condizioni di un’apertura dei mercati a beneficio anche dei Paesi del Sud. Sappiamo che alcuni Stati dell’Europa sono sensibili alle nostre tesi, mentre ce ne sono altri che sono fortemente reticenti. Vorrei quindi dire, molto semplicemente, che siamo in una fase d’attesa.

 

D. – Lei ha parlato molto dell’importanza delle donne per lo sradicamento della povertà nel continente africano ...

 

R. – SI ON PREND LES PRODUCTIONS VIVRIERES, LES FEMMES ...

Se consideriamo le produzioni di generi alimentari, le donne del Burkina Faso sono all’avanguardia in tale produzione. Se consideriamo poi la questione della salute e dell’istruzione, le donne che guidano l’educazione dei bambini svolgono un ruolo molto importante nella lotta contro la povertà...

 

Nel messaggio per il vertice dell’Ifad, il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha evidenziato che gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo devono poter beneficiare della liberalizzazione del commercio. Per questo è importante rimettere sui binari giusti i negoziati di Doha. Un punto sul quale si sofferma - ai nostri microfoni - il presidente dell’Ifad, Lennart Båge:

 

R. – TWO THINGS ARE IMPORTANT. FIRST, TO GET THE DOUA-DEVELOPMENT ...

Due sono le cose importanti. La prima è rilanciare il piano di sviluppo di Doha in modo da far ripartire i negoziati sul commercio internazionale, che sugli aspetti agricoli assumevano una rilevanza particolare. Come tutti sappiamo, questa è anche una preoccupazione di base degli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo. La seconda cosa è che i donatori, come l’Ifad e i governi dei Paesi poveri rafforzino il sistema per far sì che i piccoli agricoltori possano trarre vantaggio dalle nuove opportunità, una volta che i negoziati sul commercio saranno completati.

 

D. – Qual è la strategia seguita dall’Ifad per lo sviluppo delle popolazioni rurali?

 

R. – WHAT WE ARE DOING MORE AND MORE...

Quello che cerchiamo di fare, praticamente in ogni programma e progetto che sosteniamo nei Paesi in via di sviluppo, è integrare gli aspetti del mercato. Le nostre preoccupazioni vanno da come immagazzinare la merce a come contattare i commercianti o i grossisti… Cerchiamo insomma di integrare tutti gli aspetti del mercato, nelle sue varie dimensioni, in tutto ciò che facciamo. 

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IERI ALLA LATERANENSE L’INCONTRO DEL CARDINALE RUINI

CON GLI UNIVERSITARI DI ROMA

- Con noi, il cardinale vicario e il professor Luciano Corradini -

 

 

Convinzione della fecondità storica del Vangelo; creazione dei laboratori culturali nelle singole facoltà per creare gli orientamenti di una cultura ispirata al messaggio cristiano; una maggiore sinergia tra le cappellanie degli atenei e i diversi gruppi ecclesiali. Queste le linee guida della nuova pastorale universitaria tracciate da mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria, nel corso dell’incontro degli studenti con il cardinale vicario Camillo Ruini, svoltosi ieri sera alla Pontificia Università Lateranense, a Roma. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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“La visita dell’immagine della Vergine di Loreto sia per tutti voi un invito ad essere sempre più fedeli discepoli di Cristo”. Così il Papa nel suo messaggio agli universitari romani, i quali ieri sera hanno pregato e cantato dinanzi alla statua della Madonna proveniente dal santuario marchigiano e riflettuto, insieme al cardinale Ruini,sul tema:“Testimoni del Vangelo in Università”. Ma che cosa significa testimoniare Cristo in ambito universitario? Ci risponde il cardinale vicario:

 

R. – Significa dare una testimonianza di vita e anche del coraggio che è richiesto per manifestarsi come cristiani. Ma nell’università è cercare di fare cultura e di apprendere cultura in una chiave cristiana. Questo vuol dire avere un approccio a tutti i problemi che non prescinde mai dalla nostra fede. Vuol dire essere capaci di fare interagire la fede che è in noi con la nostra intelligenza e col nostro studio.

 

D. – Lei ha parlato dell’importanza di mettere sempre al centro l’uomo...

 

R. – Oggi c’è un largo consenso sulla centralità dell’uomo. Il problema però è – come già diceva il Concilio 40 anni fa – che la risposta alla domanda: che cosa è l’uomo, chi è l’uomo? Può essere molto diversa. Per questo è importante mantenere il collegamento fra la visione dell’uomo e l’antropologia e la visione di Dio, la visione di Cristo, la cristologia e la teologia. In fondo un’antropologia che prescinde dalla cristologia e dalla teologia finisce per essere un’antropologia nella quale l’uomo è ricondotto ad una particella della natura.

 

Nel tracciare i nuovi percorsi della pastorale universitaria, mons. Leuzzi si è soffermato anche sul rinnovato invito del Papa agli atenei, affinché parlino ad alta  voce delle radici cristiane dell’Europa. Ascoltiamo in proposito il commento del professor Luciano Corradini, docente di Pedagogia generale all’Università di Roma Tre:

 

“La testimonianza del Papa incoraggia ciascuno di noi ad essere non un cristiano fuggiasco ma un cristiano testimoniale. Bisogna, però, che la nostra parola, per non essere retorica, non vada al di là della capacità di vivere concretamente le cose che pensiamo. La volontà di rimuovere la dimensione del dubbio vuol dire molto spesso rimuovere le difficoltà che hanno i nostri colleghi a non riconoscersi nella  Chiesa. Possiamo aiutarvi a riconoscersi nella Chiesa, come ha fatto il cardinale Martini a Milano, quando per molti anni ha istituito la cattedra dei non credenti dando la parola anche a loro”.

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CHIESA E SOCIETA’

19 febbraio 2004

 

 

“VOTARE, UN DIRITTO E UN DOVERE”. E’ IL TITOLO DEL DOCUMENTO RESO NOTO

DALLA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA IN VISTA DELLE ELEZIONI GENERALI

CHE SI SVOLGERANNO, IN SPAGNA, NEL MESE DI MARZO

 

MADRID.= La tutela effettiva del diritto alla vita di ogni essere umano, l’appoggio chiaro e deciso alla famiglia, il rifiuto incondizionato del terrorismo e la promozione della comprensione tra le culture ed i popoli. Sono queste alcune delle priorità sottolineate dalla Conferenza episcopale spagnola in un documento reso noto ieri in vista delle elezioni generali che si terranno, nel Paese iberico, il prossimo 14 marzo. Nella dichiarazione intitolata “Votare, un diritto e un dovere”, i presuli indicano inoltre come il “buon governo” debba avere come finalità “la creazione delle condizioni politiche, sociali ed economiche più idonee allo sviluppo della vita della persona”. I vescovi invitano i fedeli ad esercitare il diritto di voto con lucidità e ponderando con senso critico i programmi e le promesse: “I candidati e i mezzi di comunicazione – si legge nel testo - hanno l’obbligo morale di aiutare gli elettori a conoscere la verità dei programmi e le proposte dei diversi partiti”. (F.C.)

 

 

SI AGGRAVA LA SITUAZIONE UMANITARIA DELLA COREA DEL NORD

PER LA RIDUZIONE DEGLI AIUTI INTERNAZIONALI

 

PYONGYANG.= Dieci anni di carestia ed una situazione sanitaria e alimentare molto critica. E’ questo l’allarmante scenario della Corea del Nord recentemente aggravato dai tagli degli aiuti internazionali dopo la ripresa, da parte del governo di Pyongyang, del proprio programma nucleare. Ma in un contesto così intricato si deve anche registrare il lodevole impegno delle organizzazioni umanitarie. “La Caritas - ha dichiarato il segretario generale della Caritas Internationalis, Duncan MacLaren - resterà nel Paese fin quando sarà possibile aiutare i soggetti più vulnerabili della popolazione nord-coreana”. “Rispetto alle complesse logiche della politica - ha aggiunto – riteniamo più importante il benessere della popolazione”. In un recente rapporto Amnesty International ha inoltre ribadito l’appello all’autorità nordcoreane affinché le organizzazioni umanitarie possano avere libero accesso in ogni regione del Paese. Ma i piani di assistenza in favore della popolazione sembrano destinati a subire un drastico ridimensionamento. Il Pam (Programma alimentare mondiale) ha infatti annunciato che diminuirà la quantità di derrate alimentari da destinare alla Corea del Nord. I beneficiari degli aiuti – soprattutto bambini, donne ed anziani - scenderanno dagli oltre 4 milioni di persone a meno di 3 milioni. I motivi di questa riduzione risiedono nella mancanza di fondi: lo scorso dicembre l’Agenzia dell’Onu aveva ricevuto promesse di aiuto da Stati Uniti, Australia e Unione Europea ma i finanziamenti non sono ancora arrivati.

 

 

“LA SITUAZIONE UMANITARIA NELLA REGIONE DEL DARFUR, IN SUDAN,

CONTINUA AD ESSERE MOLTO GRAVE”. LO AFFERMA L’INVIATO DELL’ONU

NEL PAESE AFRICANO SMENTENDO LE RECENTI E OTTIMISTICHE DICHIARAZIONI RILASCIATE DAL PRESIDENTE SUDANESE

 

KHARTOUM.= “La situazione in Darfur, nel Sudan occidentale, è ancora estremamente insicura”. Con queste parole l’inviato delle Nazioni Unite in Sudan per le questioni umanitarie, Tom Eric Vraalsen, ha di fatto smentito le dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dal presidente sudanese Omar el Beshir, secondo cui l’intera regione del Darfur, teatro da un anno di una ribellione armata contro il governo di Khartoum, era ormai tornata sotto il controllo dell’esercito. Beshir aveva detto anche che erano utilizzabili i ‘corridoi umanitari’, la cui creazione era stata chiesta a lungo dalle organizzazioni non governative e dalle agenzie dell’Onu. Dopo essersi recato in Darfur con una missione speciale, Vraalsen ieri ha sottolineato che i combattimenti tra ribelli e governativi sono ancora in corso e che “i corridoi di cui si è parlato nei giorni scorsi sono chiusi”. Intanto circola da alcune ore la notizia di un nuovo massacro in cui avrebbero perso la vita almeno 81 persone. Secondo le informazioni disponibili, le milizie di predoni arabi hanno attaccato la settimana scorsa la città di Shatatya e alcuni villaggi circostanti facendo strage di civili. Intanto si moltiplicano i timori che la recente accelerazione del conflitto in Darfur, e della crisi umanitaria ad esso legata, possa avere delle ripercussioni anche a Naivasha, in Kenya, dove a giorni dovrebbe essere raggiunto l’accordo definitivo tra Khartoum e i ribelli dell’Esercito popolare di liberazione del Sudan (Spla). Con questo accordo si potrà scrivere la parola fine al più lungo conflitto africano, quello del Sud Sudan, durato oltre 20 anni e costato la vita ad almeno due milioni di persone. (A.L.)

 

 

AMPIA PARTECIPAZIONE, IERI, AI FUNERALI DI MARCO PANTANI

- A cura di Debora Donnini -

 

CESENATICO.= Un afflusso ininterrotto di persone ha dato ieri l’ultimo saluto a Marco Pantani nella chiesa di San Giacomo a Cesenatico, dove si sono celebrati i funerali aperti solo a familiari e amici. In migliaia hanno atteso all’esterno della chiesa, dove il ciclista fu battezzato 34 anni fa. Mons. Antonio Lanfranchi, vescovo della diocesi di Cesena-Sarsina, ha presieduto il rito. “Davanti a Te, Signore, è Marco. Aprigli le braccia della tua misericordia e donagli la gioia di tagliare il traguardo della tappa più importante, quella del paradiso”: così nell’omelia mons. Lanfranchi si rivolge a Dio e ai presenti, invia un messaggio di speranza, ma anche di riflessione: “Marco invita tutti noi – afferma – ad un serio esame di coscienza su tutto quello che è lo sport”. Al termine del rito l’ex manager di Pantani, Manuela Ronchi ha letto, tra gli applausi lo scritto che il ciclista avrebbe lasciato alla famiglia. “Per quattro anni – scrive Pantani – sono in tutti i tribunali e ho perso la voglia di essere come tanti altri sportivi”. Mi piacerebbe sapere che “io so di aver sbagliato, con le prove però”, prosegue il testo. “Quando la mia vita sportiva e soprattutto privata è stata violata ho perso molto. E non esiste lavoro – aggiunge - che per esercitare si deve dare il sangue, controlli di notte alle famiglie degli atleti”. E infine una richiesta: “regole che siano uguali per tutti”.

 

 

PRESENTATI A BERLINO OLTRE 200 CAPOLAVORI DEL MUSEO MOMA DI NEW YORK.

PER LA CAPITALE TEDESCA E’ L’EVENTO CULTURALE DELL'ANNO

 

BERLINO. = A Berlino è stato annunciato come l’evento culturale dell'anno: per sette mesi oltre 200 capolavori del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, massima espressione dell’arte del 20.mo secolo, saranno in visione in una grandiosa mostra alla Neue Nationalgalerie. Si tratta di un evento senza precedenti: per la  prima volta, infatti, la collezione del MoMA con i suoi celeberrimi capolavori – tra cui quelli di Cezanne, Picasso, van Gogh, Chagall e De Chirico - viene presentata fuori dell’America in un formato così ampio. La mostra, che è stata presentata ieri alla stampa, offre uno spaccato completo ed esauriente per diversità e qualità unico per l’Europa. Il percorso si snoda dai tardo impressionisti, attraverso i classici del modernismo fino ai cubisti, ai futuristi, ai surrealisti e agli astrattisti dell’arte contemporanea. L’esposizione - che ha il patrocinio del ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer e del suo collega statunitense, il segretario di Stato, Colin Powell - propone una sezione europea ed una americana. (A.L.)

 

 

SI SONO SVOLTI STAMANI A ROMA I FUNERALI DI VINCENZO BORGOMEO,

PADRE DEL DIRETTORE GENERALE DELLA RADIO VATICANA

 

ROMA. = In un’atmosfera di profonda commozione si sono svolti, questa mattina, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, a Roma, i funerali di Vincenzo Borgomeo, padre del direttore generale della nostra emittente. Il lutto per la morte di Vincenzo Borgomeo, deceduto lunedì scorso all’età di 99 anni, segue quello per la moglie Letizia De Meo, venuta a mancare poco più di un mese fa. Il segretario di Stato, Angelo Sodano, ha inviato a nome proprio e del Pontefice un telegramma di profondo cordoglio rivolgendo a padre Borgomeo e ai suoi familiari parole di conforto e di speranza cristiana. Tra i presenti nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, numerosi esponenti del mondo civile ed ecclesiastico, dei mezzi di comunicazione ed in particolare della Radio Vaticana. (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

19 febbraio 2004

- A cura di Fausta Speranza -

 

• In Iraq sono morti due militari Usa e un iracheno per l'esplosione di una bomba a ovest di Baghdad, nei pressi di Khalidiyah. Inoltre, un poliziotto iracheno è rimasto ucciso da un altro ordigno nella città di Baaquba, a 60 km a nordest della capitale, mentre un iracheno è morto ieri sera per i colpi pesanti sparati sulla prigione di Abu Ghraib, vicino Baghdad. Si tratta di uno dei centri di detenzione più grandi dell’Iraq, controllato dagli americani. Intanto, si parla della visita della ministro portoghese degli Esteri, Teresa Gouveia, partita ieri a sorpresa per l'Iraq per una serie di incontri bilaterali con personalità e con i soldati del suo Paese a Nassiriya. Il viaggio della responsabile della diplomazia portoghese non era stato annunciato per motivi di sicurezza.

 

Oltre 46 milioni di iraniani sono chiamati domani alle urne per il rinnovo del Parlamento. Il clima in tutta la Repubblica islamica rimane però teso, dopo le bocciature di quasi un terzo dei candidati, in maggioranza riformisti, decretate dal Consiglio dei Guardiani, organo conservatore non eletto. Sono ammessi alle con-sultazioni 5.625 candidati, ma più di 800 hanno già annunciato che boicotteranno il voto. Rimane forte il rischio di astensionismo per queste legislative che giungono dopo 7 anni di presidenza di Khatami. Ma a che punto è oggi l’esperienza democratica promessa nel ’97 dallo stesso Khatami? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alberto Negri, inviato speciale del ‘Sole24Ore’ a Teheran:

 

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R. – La sensazione, parlando con gli iraniani in questi giorni, è che ci sia una sorta di apatia. L’esperimento ha molto deluso gli iraniani, proprio perché non hanno visto attuate le riforme di cui Khatami aveva parlato molte volte nei suoi discorsi. Quelle sul piano economico sono state praticamente quasi nulle.

 

D. – Si annuncia una forte astensione dal voto. E’ il segno di una certa distanza tra lo Stato e il Paese reale, quello della gente comune?

 

R. – Sì, c’è una forte distanza tra la Repubblica Islamica e la vita della gente. La popolazione iraniana in questo momento è sì apatica ed indifferente ma soprattutto, è occupata a procurarsi di che vivere: i prezzi sono sempre più alti, la gente è sempre più preoccupata di come tirare avanti, come arrivare alla fine del mese.

 

D. – L’Aiea, l’agenzia internazionale per l’energia atomica, ha annunciato il ritrovamento in Iran di parti di centrifughe per l’arricchimento dell’uranio. Questa scoperta può minare i rapporti dell’Iran con la Comunità internazionale in un momento così importante per il futuro del Paese?

 

R. – L’Iran è il secondo Paese al mondo per le riserve di gas e al quarto posto per quelle di petrolio. Non sembra proprio che, da questo punto di vista, questi rapporti possano essere messi in forse. Credo, però, che ci saranno dei problemi dal punto di vista più politico e più generale, perché l’Iran al nucleare non ci vuole rinunciare per molte ragioni. Si trova, infatti, in una posizione strategica ed è circondata da potenze nucleari, come ad esempio il Pakistan, l’India ma anche la ex Unione Sovietica.

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• L'esercito israeliano ha distrutto oggi, prima dell'alba, le case di due militanti palestinesi nel nord della Cisgiordania, secondo quanto annunciato da un portavoce militare. Dall'agosto 2002, l’esercito israeliano ha fatto saltare con la dinamite in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza oltre 2000 case di palestinesi implicati, a suo avviso, in attentati anti-israeliani. Nella notte scorsa, inoltre, undici palestinesi per la maggior parte di gruppi armati di Al Fatah sono stati arrestati dai soldati israeliani.

• Almeno 36 ribelli sono stati uccisi in un attacco sferrato ieri sera dall’esercito, appoggiato da forze aeree, nel nord dell’Uganda. E’ quanto riferisce il portavoce militare dell’area precisando che i ribelli stavano trasportando con loro numerose persone rapite, 22 delle quali sono state liberate. Non ci sono altre conferme relative alle persone rapite e al fatto che fossero ribelli e armati. Viene confermato, invece, il combattimento di ieri, avvenuto in piena boscaglia, nelle vicinanze della parrocchia di Ngoro, nel distretto settentrionale del Pader, a circa 370 km dalla capitale Kampala. Nel nord dell’Uganda è in corso da oltre 18 anni una sanguinosa guerra civile che ha causato finora decine e decine di migliaia di morti. Sono almeno 20.000 i bimbi rapiti e ben oltre un milione le persone costrette a cercare rifugio in campi profughi, dove manca anche l’indispensabile per sopravvivere. La guerriglia è condotta dal sedicente Esercito di Resistenza del signore che predica l’abbattimento dello stato secolare ugandese e la creazione al suo posto di una nazione basata sul rigido rispetto di precetti biblici.

 

• Si è conclusa a Nicosia la prima tornata del negoziato per la riunificazione di Cipro  con risultati definiti “molto costruttivi” sia dal mediatore dell'Onu, Alvaro de Soto, sia dal commissario dell’Ue all’allargamento, Gunther Verheughen. Il negoziato riprenderà da domattina con incontri quotidiani tra le due delegazioni. Purtroppo, poco prima dell'inizio dei colloqui, un ordigno aveva danneggiato la casa del premier della Repubblica turca di Cipro del Nord, Mehmet Ali Talat, che si era dichiarato favorevole alla riunificazione. Il nostro servizio:

 

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Il presidente della Repubblica turca di Cipro Nord, Rtcn, Denktash, ha espresso subito, prima ancora di dare avvio al negoziato, una dura condanna dell’accaduto, dicendo: “la bomba ci ha demoralizzati”. Ha poi sottolineato che la decisione sarà presa dal popolo, facendo riferimento alla prospettiva del referendum. Una ferma condanna dell’attentato è venuta presto anche dalle più alte cariche istituzionali della Repubblica di Cipro e dal commissario europeo Verheugen. Però, poi, ha prevalso la buona volontà da entrambe le parti di analizzare nel concreto le possibilità di intesa. L’attuale negoziato, che ha subito negli ultimi mesi una forte accelerazione, ha comunque un tempo limite per dare frutti ed è il 29 marzo prossimo. Dopo, in mancanza di un accordo, sarà il segretario generale dell’Onu a compiere un arbitrato definitivo sulle questioni controverse. Il nuovo possibile testo sarebbe sottoposto a due referendum popolari il 21 aprile. In questo modo si arriverebbe proprio a pochi giorni dal primo maggio, data in cui, in ogni caso, la Repubblica di Cipro entrerà nell'Unione europea, anche senza la  parte del Nord. Parte che è stata occupata da turchi nel 1974 e finora è stata riconosciuta, per l’appunto, solo dalla Turchia. Il piano Onu sul tavolo in questo momento e presentato dal segretario generale, Kofi Annan, già dal 2000, prevede per la riunificazione dell'isola un modello confederale simile a quello svizzero.

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• Tutelare i diritti delle minoranze è “un antitodo” contro l’antisemitismo. Aprendo il seminario sull’antisemitismo, oggi a Bruxelles, il presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, ha ribadito la volontà dell’Unione europea di battersi per costruire “un'unione delle diversità”. “Il rispetto dei diritti umani, delle minoranze e della dignità umana è uno dei principi fondatori della Ue insieme con la libertà, la democrazia e lo stato di diritto”, ha detto Prodi. Prodi ha indicato una serie di azioni concrete per combattere la recrudescenza di atti di antisemitismo e in particolare, si è rivolto agli Stati membri perché sblocchino l’approvazione di una direttiva contro il razzismo e la xenofobia proposta nel novembre del 2001 dalla Commissione. Nel suo intervento, lo scrittore Elie Wiesel, premio Nobel per la pace 1986, ha definito l’antisemitismo “una malattia euro-pea”, sottolineando quanto sia importante che la Commissione affronti la questione e rivolgendo un appello a non sottovalutare i segnali cui si assiste nell’Ue.  Da parte sua, il ministro degli esteri tedesco, Fischer, è intervenuto affermando che risolvere la crisi mediorientale permetterebbe di fare grandi passi in avanti anche nella lotta contro l'antisemitismo. Si è detto convinto che si devono migliorare le relazioni tra l’Ue e Israele e che il piano per la pace elaborato da Bush “deve essere l’obiettivo”.

 

• Non c’è alcun timore “all’idea della formazione di un direttorio a tre”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea, Thomas, riferendosi al vertice di ieri di Berlino tra i leader di Francia, Germania e Gran Bretagna. La lettera dei tre si concentra sui temi di Lisbona e Bruxelles, dunque, condivide le linee emerse ieri. La Commissione torna anche a ricordare l’importanza dell’appello contenuto nella lettera sottoscritta, lunedì scorso, da sei Paesi europei in difesa del patto di stabilità. Resta, invece, molto polemica la posizione del premier italiano Berlusconi che definisce la riunione di ieri “un errore”.

 

• In Italia, la maratona oratoria dei deputati del centrosinistra nell'Aula della Camera ha superato le quaranta ore e rischia di proseguire ancora a lungo, almeno fino a notte alta. Per parlare, ciascuno per dieci minuti, sul decreto legge cosiddetto ‘salva-reti’, si sono iscritti in tutto 202 deputati. Le dichiarazioni di voto dovrebbero terminare intorno alle quattro di domani mattina se nessuno rinuncerà a intervenire. Al momento non sembra probabile perché non si intravede un accordo tra maggioranza e opposizione. Varato dal Consiglio dei ministri il 23 dicembre 2003, dopo il rinvio del ddl Gasparri alle Camere da parte del presidente Ciampi, il decreto legge “salva-reti”, che deve essere convertito in legge entro il 27 febbraio, consente alla privata Retequattro di evitare il trasloco su satellite e alla rete pubblica Raitre di continuare a raccogliere pubblicità. Intanto, l'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni è chiamata a verificare entro il 30 aprile l'offerta del digitale terrestre e quindi la possibilità di un arricchimento del pluralismo. Entro la fine di maggio, l’Autorità invierà una relazione a governo e Parlamento in cui darà conto dell’accertamento effettuato.

 

• In Afghanistan, secondo il quotidiano arabo, Al Hayat, il leader della dirigenza dei taleban, sarebbe rimasto ferito in uno scontro a fuoco tra un gruppo di uomini da lui guidato e una squadra Usa. Lunedì scorso, fonti militari americane avevano annunciato che soldati Usa avevano catturato diversi membri delle milizie taleban al termine di rastrellamenti nei villaggi del Sud del Paese. Negli ultimi mesi la regione era diventata un focolaio di violenze.

• Una bambina di 16 mesi è risultata positiva al virus dei polli in Vietnam, portando a 23 il numero delle persone contagiate nel Paese, 15 delle quali sono morte. Il Vietnam è il Paese più colpito dal punto di vista delle perdite umane dall’epidemia scoppiata alla fine di dicembre. La malattia ha provocato sette morti in Thailandia, mentre negli altri Paesi del sud est asiatico la variante del virus dei polli non è in grado di contagiare l’uomo. Autorità vietnamite e thailandesi si incontreranno domani e sabato a Danag, nel Vietnam centrale, e a Nakhon Phanom, nella Thailandia nordoccidentale. Gli incontri erano nati per discutere di altre questioni più strettamente politiche, ma sembrano destinati a studiare strategie e tattiche comuni per fronteggiare l'epidemia aviaria.

 

• Il governo giapponese ha espresso soddisfazione per il maxi accordo da due miliardi di dollari raggiunto ieri con l'Iran per lo sviluppo congiunto del grande giacimento petrolifero di Azadegan e ha minimizzato i rischi di frizioni con gli alleati Stati Uniti, che erano contrari alla firma dell'intesa. Ieri sera il portavoce del dipartimento di stato americano, Boucher, aveva espresso “delusione e preoccupazione” per accordi come quello firmato ieri tra Iran e Giappone.

 

• Le autorità messicane hanno compiuto oggi il primo ‘storico’ arresto di uno dei responsabili della cosiddetta “guerra sporca” combattuta illegalmente da apparati deviati dello Stato dalla fine degli anni '60 a metà degli anni ’80. Miguel Nazar Haro, ex capitano di polizia, è stato arrestato a Città del Messico. L'intera vicenda è ritenuta cruciale per il presidente, Vincente Fox, che intende fare piena luce sugli abusi compiuti nei 71 anni di governi autoritari del Partito rivoluzionario istituzionale, Pri, sconfitto da Fox nel 2000.

 

 

 

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