RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII  n. 46 - Testo della Trasmissione di domenica 15 febbraio 2004

 

Sommario                                                 

           

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’Angelus domenicale  il pensiero di Giovanni Paolo II rivolto all’Europa dell’Est che si appresta ad integrarsi con gli Stati comunitari

 

Domani la partenza del cardinale Walter Kasper per Mosca, per una visita di 4 giorni..

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La morte di Marco Pantani nella solitudine di un residence. Nella metà degli anni ’90 era diventato una leggenda del ciclismo. Lo ricordano Candido Cannavò e Claudio Chiappucci

 

Si concludono oggi a Città del Messico le celebrazioni per il 25.mo della Conferenza del Celam a Puebla

 

Presentato ieri il pellegrinaggio dei giovani europei a Santiago di Compostela, in Spagna- Ai nostri microfoni mons. Julian Barrio

 

Sessant’anni fa il bombardamento dell’abbazia di Montecassino. Un ricordo del cardinale Augustinus Mayer

 

Ieri sera a Roma il concerto “Il Cantico per la pace” ispirato al testo biblico “Il Cantico dei cantici”. Ce ne parla Cristian Carrara

 

CHIESA E SOCIETA’:

 

Si è concluso ieri a Roma il convegno della Cei sul tema “Le sfide dell’educazione”

 

Il Fronte di liberazione del Polisario annuncia la liberazione di almeno cento prigionieri

 

Misure governative del governo argentino per risarcire le vittime della repressione del dicembre 2001

 

Inaugurata ieri a Milano la Borsa internazionale del turismo

 

Assegnati ieri a Berlino i premi del 54.mo festival del cinema

 

 

24 ORE NEL MONDO:

 

 Nuova tragedia in Russia: la neve fa crollare il tetto di una piscina a Mosca. 26 persone perdono la vita.

 

 Incendio in un supermercato in Cina provoca la morte di oltre 50 persone

 

 Summit in Kuwait: Iraq e Paesi vicini chiedono che l’Onu abbia un ruolo primario nella ricostruzione.

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 febbraio 2004

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               

 

 

L’EUROPA DELL’EST, CHE SI APPRESTA AD INTEGRARSI CON GLI STATI COMUNITARI,

E’ PORTATRICE DI UNA SPECIFICA RICCHEZZA CULTURALE E SPIRITUALE,

IN UN CONTINENTE INTERAMENTE PLASMATO DAI VALORI DEL VANGELO:

COSI’ IL PAPA NELLA ALL’ANGELUS IN PIAZZA SAN PIETRO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

**********

L’incontro tra il Vangelo e le culture ha reso l’Europa un laboratorio di “valori significativi e duraturi”, grazie all’opera di alcuni eccezionali apostoli della fede: San Benedetto in Occidente e i Santi Cirillo e Metodio in Oriente. All’Angelus, Giovanni Paolo II è tornato a parlare dell’eredità cristiana del continente europeo, ponendo in risalto la “straordinaria forza di coesione” esercitata dal Vangelo proprio in quei Paesi dell’est Europa, interessati dall’attuale “processo di integrazione politica”.

 

Sotto un cielo senza sole, centinaia di pellegrini hanno ascoltato il Papa tornare su una tematica a lui cara, il giorno dopo averne parlato all’udienza con un gruppo di pellegrini slovacchi e aver ricordato gli evangelizzatori per eccellenza dei popoli slavi, Cirillo e Metodio. I due fratelli, ha osservato il Pontefice, “hanno contribuito in modo determinante a far sì che l’Europa cristiana potesse respirare con due polmoni: quello dell’occidente e quello dell’oriente. In effetti - ha osservato - come è impossibile pensare alla civiltà europea senza l’opera e l’eredità benedettina, così non si può prescindere dall’azione evangelizzatrice e sociale dei due santi Fratelli di Salonicco”:

 

“In questi mesi sono coinvolti nel processo di integrazione politica del Continente alcuni Paesi dell’est europeo dove operarono i santi Cirillo e Metodio. Sono Nazioni portatrici di una specifica ricchezza culturale e spirituale: in esse il Cristianesimo ha esercitato una straordinaria forza di coesione, nel rispetto delle loro peculiari caratteristiche”.

 

L’incontro tra il Vangelo e le culture, ha aggiunto Giovanni Paolo II, “ha fatto sì che l’Europa diventasse un ‘laboratorio’ dove, nel corso dei secoli, si sono consolidati valori significativi e duraturi”. Laboratorio di fede che il Papa ha auspicato continui ad esercitare la propria influenza ad ogni latitudine:

 

“Preghiamo perché, anche ai nostri giorni, il messaggio universale di Cristo, affidato alla Chiesa, sia luce di verità e sorgente di giustizia e di pace per i popoli del Continente e del mondo intero”.

 

Al termine della recita dell’Angelus, il Pontefice ha salutato in polacco i connazionali presenti nella piazza, rivolgendosi in modo particolare anche ad alcuni gruppi provenienti da varie regioni italiane.

**********  

 

 

DOMANI PARTENZA PER MOSCA DEL CARDINALE WALTER KASPER.

QUATTRO GIORNI DI VISITA, DURANTE I QUALI INCONTRERA’ ANCHE IL PATRIARCA

ORTODOSSO ALESSIO II

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Partirà domani per l’atteso viaggio a Mosca il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani. Il porporato ha accolto l’invito della Conferenza dei vescovi della Federazione Russa a incontrare la locale comunità di cattolici, ma la visita - secondo quanto affermato al momento dell’annuncio dalla Sala stampa vaticana - sarà “animata anche da sentimenti di stima verso la Chiesa ortodossa russa”. Il soggiorno del cardinale Kasper si protrarrà fino al 20 febbraio: sono in programma un colloquio con il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II, e con il metropolita di Smolensk e Kaliningrad, Kirill, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche estere del Patriarcato di Mosca. Ad accompagnare il presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, saranno mons. Brian Farrell e padre Jozef M. Maj, rispettivamente segretario ed officiale del medesimo Dicastero.

 

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

15 febbraio 2004

 

 

LA MORTE DI MARCO PANTANI, NELLA SOLITUDINE DI UN RESIDENCE.

ERA DIVENTATO UNA LEGGENDA DEL CICLISMO

DALLA META’ DEGLI ANNI NOVANTA

- Servizio di Giancarlo La Vella -

 

Il mondo dello sport in lutto. Ieri sera in un residence di Rimini è stato trovato senza vita il corpo del ciclista Marco Pantani. L’atleta, artefice nel 1998 di memorabili vittorie al Giro d’Italia e al Tour de France, l’anno successivo venne coinvolto in una vicenda di doping: un evento che lo colpì profondamente, portandolo in uno stato di depressione senza ritorno. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

**********

“Un italiano in maglia gialla...Marco Pantani, dopo 33 anni, vince il Tour de France e porta a termine una doppietta che dimostra che è un fuori classe” 

 

(Musica)

 

Lo abbiamo osannato quando fece riassaporare a tutti i tifosi delle due ruote le emozioni delle vittorie di Coppi, Bartali e Merckx, ma ci siamo sentiti quasi traditi quando nel 1999 le analisi del sangue lo costrinsero ad un clamoroso stop. E Marco Pantani è morto da solo, così come da solo si involava sulle salite leggendarie delle Alpi Italiane e francesi. E così, da solo, ricordiamo Pantani navigare nelle retrovie del gruppo, quando più di una volta provò a ritornare in sella, ad essere quello di prima. Dal quel drammatico 5 giugno, il campione triste non riuscì più a vincere nello sport ma, cosa ben più importante, nella vita. Ce lo ricordano le persone che lo hanno conosciuto da vicino. Candido Cannavò già direttore della Gazzetta dello Sport:

 

“Nella realtà il campione Pantani è morto quel giorno. Nel 2000 quando sono riuscito a portarlo all’udienza del Papa per il Giro del Giubileo, io pensavo che da lì potesse ripartire qualche cosa, ma non è stato così. Quindi noi,  pur non potendo dire che questa è una morte di dopping, diciamo che tutto parte da questa maledizione”.

 

Ed ora Claudio Chiappucci, che fu capitano di Pantani all’inizio della sua carriera da professionista:

 

R. - E’ difficile vincere, perché poi ci sono i momenti della sconfitta, che tante volte servono per rialzarsi. Però non tutti ci riescono.

 

D. – Sento che sei in bicicletta...

 

R. – Si sto pedalando. E’ la mia passione ancora, invece lui la  bicicletta la odiava.

 

Di sport si può anche morire, morire a 34 anni. Perché Pantani non ci sia più, è un interrogativo al quale non sappiamo ancora dare risposta. Siamo ancora legati all’immagine del Pirata, così chiamato per la caratteristica bandana, che vola verso la vittoria. Davide Cassani, ex ciclista e commentatore Rai:

 

“Come scattava lui, come andava in salita, trasmetteva emozioni. Non c’è niente da fare è sempre stata una persona straordinaria e questo non ce lo toglie nessuno”

 

La scomparsa di Pantani lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nei tanti tifosi che lo hanno sempre seguito con affetto nella buona e nella cattiva sorte. Sentiamo un portavoce del “Club Magico Pantani”:

 

“Lo ricorderemo sempre con le braccia alzate al Giro e al Tour e lui credo che ieri abbia trovato la sua salita più grande. Spero che in cielo ci possa andare con le braccia alzate”.

 

(Effetti – Musica)

**********

 

 

SI CONCLUDONO OGGI A CITTA’ DEL MESSICO LE CELEBRAZIONI PER IL 25.MO

DELLA CONFERENZA DEL CELAM A PUEBLA.

LE RIFLESSIONI SULLO STATO ATTUALE DEL CONTINENTE

CHE PATISCE IL FENOMENO DELLA GLOBALIZZAZIONE

- Servizio di Maurizio Salvi -

 

Una Messa solenne nella Basilica nazionale di Guadalupe, a Città del Messico, chiude oggi la tre giorni di commemorazione dei 25 anni trascorsi dalla terza, e per molti versi memorabile, Conferenza generale dei vescovi latinoamericani (Celam), che si svolse a Puebla. Un evento che ieri il cardinale Lopez Trujillo, presente ai lavori, ha definito “un passo in avanti” che la Chiesa latinoamericana compì in un periodo non facile per tutta la comunità cattolica dell’area. Fu lo stesso Giovanni Paolo II a inaugurarne ufficialmente i lavori il 28 gennaio del 1979, durante il primo degli oltre 100 viaggi apostolici del Pontefice all’estero. Dalla tentazione di una “prassi ideologica e politica”, cui il Papa oppose allora il ritorno ad una piena “carità pastorale”, si passa oggi agli squilibri della globalizzazione: tema che occuperà le riflessioni della quinta Conferenza Generale del Celam, preparata in questi giorni. In proposito, il servizio di Maurizio Salvi:

 

*********

Continuando l’analisi della realtà latino-americana, nell’ambito della riunione di preparazione della quinta assemblea del Consiglio episcopale continentale, il cardinale honduregno Oscar Rodriguez Maradiaga, ha osservato che le democrazie in America Latina sono deboli e alle prime armi. “Si sono sviluppate – ha detto in una pausa dei lavori che terminano oggi con una concelebrazione eucaristica – democrazie incipienti molto deboli, che a causa della spaventosa crisi economica sono anche fragili”. Da parte sua il presidente della Conferenza episcopale colombiana, il cardinale Predo Rubiano, ha sostenuto che dal dibattito è anche emersa la volontà da parte della Chiesa di mantenere l’unità del continente di fronte alla crescita e all’espansione dei blocchi europeo ed asiatico. Inoltre, il Celam ha stabilito di operare per favorire l’integrazione dei Paesi latini come mercato e come popolo, per superare barriere politiche, etniche ed economiche. Giacché “abbiamo un futuro di integrazione come mercato – ha precisato il cardinale Maradiaga - la Chiesa deve dare l’esempio integrando i suoi pastori. Solo così, potremo vincere il dramma della povertà e cercare di costruire società e governi solidali”.

        

Mentre venerdì la Conferenza aveva attirato l’attenzione sull’esistenza in America Latina di regimi di sinistra che si denominano democratici, ma che vedono la Chiesa come la coscienza dei popoli a cui si deve mettere un “silenziatore”, oggi vi sono state critiche per il modello capitalista neo-liberale. Su questo è intervenuto l’arcivescovo di San Paolo del Brasile, Claudio Hummes, che ha denunciato che in America Latina ormai si deve parlare apertamente di fame. Il neoliberismo - ha insistito - ha provocato la disoccupazione e la miseria in molti settori della popolazione, che soffrono anche per la violenza e il crimine organizzato.

 

Maurizio Salvi per la Radio Vaticana.

*********

 

 

PRESENTATO IL PELLEGRINAGGIO DEI GIOVANI EUROPEI A COMPOSTELA:

A MIGLIAIA SARANNO IN MARCIA IL PROSSIMO AGOSTO PER L’ANNO GIACOBEO 2004

ALLA RISCOPERTA DELLE RADICI CRISTIANE DEL CONTINENTE

- Intervista con mons. Julian Barrio -

 

Dal 5 all’8 agosto a Santiago di Compostela in Spagna si ritroveranno migliaia di giovani provenienti da tutta l’Europa, dopo aver percorso, a tratti anche a piedi, i diversi cammini che portano alla tomba dell’apostolo Giacomo.  Promosso dalla diocesi di Santiago e dalla Conferenza episcopale spagnola nell’anno giacobeo 2004, il pellegrinaggio è stato presentato ieri a Roma, nella sede del Pontificio Consiglio per i laici, dall’arcivescovo di Santiago, mons. Julian Barrio. Il servizio di Debora Donnini.

 

**********

Una chiamata alla speranza. Per questo fin dal Medioevo i cristiani si sono messi in viaggio a piedi per raggiungere Santiago. Il pellegrinaggio ricorda all’uomo infatti che la sua vita è un cammino verso una meta. “Il pellegrino solo con se stesso – ha detto alla presentazione mons. Barrio – entra in contatto con Dio creatore e questo contatto gli fa mettere in discussione il suo modo di vivere e stare nella vita”. Ma qual è lo scopo dell’incontro? Ci risponde mons. Barrio:

 

“Il motivo di questo incontro è che i giovani si rendano conto che devono essere testimoni di Cristo per un’Europa della speranza”.

 

“Testimoni di Cristo per un’Europa della speranza” è infatti il titolo quanto mai attuale di questa iniziativa. Ma quale significato ha il pellegrinaggio a Santiago di Compostela?

 

“Trovarsi con la fede degli apostoli e, in questo caso, dell’apostolo San Giacomo. Per questo io penso che venire a Santiago sia un’occasione perché i giovani possano prendere coscienza dell’eredità spirituale del nostro continente. E soprattutto penso che i giovani debbano ricordare il sentimento che ha manifestato il Santo Padre a Santiago nel 1982, quando auspicò in un discorso profetico: “Europa torna ad incontrarti, sii te stessa e scopri le tue origini, ravviva le tue radici”. In questa maniera, penso che i giovani possano comprendere che ci si appropria di una eredità spirituale solo quando davvero la vita assume questa realtà. In questa prospettiva, io penso che i giovani potranno guardare al futuro pieni di fiducia, annunciando il Vangelo della speranza per la nuova Europa”.

 

Sono già 18 mila i giovani che hanno aderito e si metteranno in viaggio verso Santiago, per un incontro al quale sono invitati coloro che dovranno costruire l’Europa di domani.

**********

 

 

SESSANT’ANNI FA IL BOMBARDAMENTO DELL’ABBAZIA DI MONTECASSINO:

UN RICORDO DEL CARDINALE AUGUSTINUS MAYER        

- Servizio di Marco Cardinali -

 

*********

Il 15 febbraio 1944, l’Abbazia benedettina di Montecassino fu completamente rasa al suolo da violenti bombardamenti alleati. Nonostante i volantini, gettati da aerei il giorno precedente, che avvertivano la popolazione dell’imminente bombardamento, nessuno fino all’ultimo volle credere che si potesse colpire quel faro di civiltà unico al mondo. Secoli di storia, di fede civiltà, cultura, furono distrutti in un attimo sotto bombardamenti massicci. I monaci rimasero chiusi in preghiera dentro la cella di San Benedetto: se dovevano morire erano pronti a farlo, ma in quel luogo, che da secoli aveva ispirato la fede di tanti uomini e donne. Per miracolo, proprio quella cella, insieme alla tomba di San Benedetto e la sorella Santa Scolastica, rimase intatta.

 

L’Abbazia di Montecassino fu bombardata perché creduta un nascondiglio di soldati nazisti. La mattina stessa dei bombardamenti, due inviati dell’Ordine Benedettino, il priore Fidelis von Stotzingen e l’abate Augustinus Mayer, si recarono precipitosamente in Vaticano per tentare di frenare lo scempio. Ma proprio negli uffici della Segreteria di Stato appresero che i bombardamenti erano ormai iniziati. Al cardinale Augustinus Mayer, a cinquant’anni di distanza da quel giorno terribile, abbiamo chiesto qualche ricordo, a partire dal momento in cui rivide i monaci di Montecassino, al suo ritorno da Roma:

 

R. – Dopo due giorni. Il generale, che era il comandante tedesco del posto e che era veramente un buon cattolico, condusse sul luogo l’abate Gregorio Diamare e quando arrivai fu evidente dai loro abiti che erano dovuti passare sotto le macerie. Il mio predecessore, che era un americano, chiese all’abate quanti soldati fossero dentro il Monastero e lui disse che non c’era nessun soldato, davvero nessuno.

 

D. – Eminenza, Montecassino è stato da sempre un centro da cui si è irradiata la cultura in tutta Europa. Tutti i grandi manoscritti, i codici che fine fecero?

 

R. – Questo è stato veramente un grande merito del colonnello Schlegel, che ha avuto il coraggio di chiedere dei camion, mentre c’erano tante necessità e in un momento in cui non c’era quasi più la benzina. Lui invece ottenne anche di portare via alcuni quadri.

 

D. – Arrivò poi il momento della ricostruzione...

 

R. – Si pensò in che modo si potesse ricostruire e ci furono tre tesi. Una era quella del padre Desiderio, un’altra parlava di una nuova forma, più vicina alle nostre concezioni, e la terza era quella dell’abate Idelfonso Rea, che è stato il grande ricostruttore di Montecassino, che voleva ricostruire l’Abbazia dov’era e come era. L’abate lottò tenacemente perché si ricostruisse nello stesso luogo, anche se Paolo VI non era dello stesso parere. Poi però fu molto contento e parlò in un modo meraviglioso.

*********  

 

 

IL CANTICO DEI CANTICI, METAFORA DI UN DIALOGO DI PACE TRA I POPOLI:

A ROMA, UN CONCERTO ORGANIZZATO DALLE ACLI

E DALLE COMUNITA’ EBRAICHE ITALIANE

- Servizio di Dorotea Gambardella -

 

In una Basilica dell’Ara Coeli a Roma gremita, si è tenuto ieri il concerto dal titolo “Il Cantico per la Pace”. Una manifestazione ispirata al testo biblico “Il Cantico dei cantici”, nel quale il dialogo tra due innamorati diventa metafora dell’incontro tra i popoli. Promotori del concerto, che è stato trasmesso in diretta dalla nostra emittente, le Acli (Associazione cristiana lavoratori italiani) e l’Unione comunità ebraiche italiane (Ucei). Dorotea Gambardella ci racconta come si è svolta la serata, alla quale hanno partecipato anche molte personalità religiose e civili, tra le quali il vescovo Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, e il sindaco Walter Veltroni.

 

**********

(Musica)

 

Ad aprire la serata, un’intensa lettura del testo del Cantico dei Cantici, tradotto dal presidente delle comunità ebraiche italiane Amos Luzzatto e interpretato dagli attori Claudia Koll e Flavio Bucci. Quindi, l’Orchestra sinfonica di Lublino e il Coro lirico sinfonico romano hanno eseguito la cantata in ebraico antico, firmata dal ventiseienne compositore di Pordenone, Cristian Carrara. Dal celebre Cantico del VI secolo a.C., che narra dell’amore tra un pastorello senza nome e una ragazza Shulamita, il giovane artista ha scelto sei passi salienti, traducendoli in un linguaggio musicale che miscela armonicamente tradizioni dell’Europa dell’est, della lirica italiana e della cultura ebraica. Ma perché Carrara ha scelto di musicare proprio questo testo biblico?

 

“Ho scelto questo testo ispirato dalle parole di un celebre pittore e musicista, Michael Serreau, il quale diceva: ‘L’arte o è incontro, oppure è soltanto un gioco’. Ecco, per me, il Cantico dei Cantici è un’opera che mi affascina proprio perché si rifà a questa concezione dell’arte. Promuove l’incontro tra due persone che si amano, che però può essere inteso anche come incontro tra i popoli, tra culture”.

 

(Musica)

 

Il concerto è terminato con l’esecuzione della Misa Tango, composta dal celebre musicista ebreo argentino Luis Bacalov nel 1997. Un’opera che, al pari del Cantico dei Cantici, ben sintetizza il messaggio di amore e di pace fra i popoli sotteso all’iniziativa, perché - come ha spiegato lo stesso compositore - non contiene il testo integrale della Messa, ma soltanto le parti comuni a cristiani, ebrei e musulmani, nell’intento di allargare a tutti, senza distinzione di credo, la partecipazione religiosa.

 

(Musica e applausi)

*********

 

 

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

15 febbraio 2004

 

 

I FENOMENI DEL CONSUMISMO, DEL MATERIALISMO E DELL’INDIVIDUALISMO

AL CENTRO  DEL CONVEGNO DELLA CEI “LE SFIDE DELL’EDUCAZIONE”,

CONCLUSOSI IERI A ROMA

 

ROMA. = “La Chiesa non deve rinunciare a proporre e a dare il proprio contributo del tutto particolare nell’educazione”. Lo ha detto ieri il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, concludendo i tre giorni di lavori del Convegno nazionale “Le sfide dell’educazione”, svoltosi a Roma presso la Domus Mariae. Ribadendo la proposta lanciata dal cardinale Camillo Ruini per una stretta collaborazione tra le istituzioni, in particolare tra scuola e famiglia, mons. Betori ha anche rivendicato un “ruolo specifico per la comunità cristiana nel tenere insieme questa rete”. La sfida per la Chiesa - ha aggiunto - è ricomporre la frammentarietà tra persona e cultura, tra pubblico e privato. L’incontro ha anche analizzato i malesseri della società moderna dominata dal mito dell’efficienza, dell’efficacia, della globalizzazione e del trionfo dell’individualismo. Il direttore del Centro studi scuola cattolica, Guglielmo Malizia, ha messo in risalto l’insidia maggiore che il mito tecnologico va diffondendo: l’eccessiva fiducia nelle conoscenze tecnico-scientifiche. Un rischio - ha aggiunto - fondato sul primato della competizione e sulla diminuzione di beni relazionali. Per reagire alle insidie del “mito tecnologico” e ad una visione della persona finalizzata al “modello economico” - ha concluso Malizia - i giovani hanno bisogno di “riconciliarsi con il lavoro”, anche attraverso una formazione orientata a soddisfare il loro “desiderio di umanizzazione e gratificazione”. (A.L.)

 

 

ALTRI CENTO PRIGIONIERI MAROCCHINI SARANNO PROSSIMAMENTE LIBERATI.

LO HA DICHIARATO IERI IL FRONTE DI LIBERAZIONE POLISARIO, CHE DA TRENT’ANNI COMBATTE PER L’INDIPENDENZA DEL SAHARA OCCIDENTALE DAL MAROCCO

 

TINDOUF. = Cento prigionieri di guerra marocchini saranno liberati. Ad annunciarlo, ieri, è stato il Fronte Polisario, il movimento che combatte per l’indipendenza del Sahara Occidentale, annesso al Marocco nel 1975. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa algerina “Aps”, citando un comunicato dell’organizzazione indipendentista, che definisce il rilascio dei prigionieri “una prova di sincera volontà del Fronte Polisario di non rinunciare ad alcuno sforzo per contribuire al raggiungimento di una pace giusta e definitiva nel Sahara Occidentale, in base al diritto del popolo saharawi all’autodeterminazione”. Il movimento ha inoltre chiesto l’intervento del Qatar presso il Marocco “per la liberazione dei soldati saharawi – si legge nel medesimo documento - e perché sia fatta luce sul destino di molte persone scomparse”. Secondo l’organizzazione, infatti, nelle prigioni di Rabat sarebbero rinchiusi ancora 150 combattenti del Fronte Polisario, mentre non si hanno notizie di oltre 500 civili. Di contro, dalla firma del cessate-il-fuoco con il Marocco, avvenuta nel 1991, le truppe indipendentiste sostengono di aver liberato 1.743 prigionieri, incluso i 100 dell’annuncio di ieri. Non è stata specificata la data della liberazione dei marocchini, attualmente trattenuti in campi profughi saharawi nella regione di Tindouf, nel sud-ovest dell’Algeria, nei quali, secondo alcune fonti, sarebbero detenute in totale circa 600 persone, un terzo delle quali da ben 20 anni. (D.G.)

 

 

IL PRESIDENTE ARGENTINO NESTOR KIRCHNER  HA ANNUNCIATO, NEI GIORNI SCORSI, MISURE GOVERNATIVE PER RISARCIRE LE VITTIME DI LUTTI E INFORTUNI DURANTE

LA REPRESSIONE DEL DICEMBRE 2001, IN ARGENTINA

 

BUENOS AIRES. = Un progetto di legge che prevede un risarcimento dello Stato in favore di quanti subirono infortuni o lutti, durante la repressione del 19 e 20 dicembre 2001, in Argentina. Ad inviarlo nei giorni scorsi  al Congresso del Paese latinoamericano è stato il capo dello Stato, Néstor Kirchner. A tre anni di distanza da quei giorni di sangue, che rappresentarono il culmine della crisi economica e sociale argentina, metà della popolazione del Paese latinoamericano vive sotto la soglia della povertà. Il governo ha deciso di stanziare somme che vanno dai 15 mila pesos, circa quattromila euro, per lesioni lievi, a 224 mila pesos in caso di morte. L’esecutivo, come ha spiegato il segretario ai diritti umani, Eduardo Luis Duhalde, conta di far approvare il progetto di legge il prossimo 24 marzo, in occasione del 28.mo anniversario del colpo di Stato militare del 1976. Nello stesso giorno, si verificherà un altro evento storico: il trasloco della Esma, la Scuola di meccanica della marina, nella quale il regime torturava e uccideva gli oppositori. Al suo posto, sarà inaugurato dal capo dello Stato, nella medesima giornata, il Museo della Memoria. Si tratta della prima iniziativa statale per ricordare le violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime che rimase al potere fino al 1983, rendendosi responsabile della scomparsa di migliaia di  persone. (D.G.)

 

 

INAUGURATA IERI A MILANO LA BORSA INTERNAZIONALE DEL TURISMO,

ALLA QUALE PARTECIPANO QUEST’ANNO GLI OPERATORI DI OLTRE 120 PAESI

 

MILANO. = I segnali di ripresa per il turismo sono importanti e a ribadirlo è stato ieri il ministro italiano delle Attività produttive, Antonio Marzano, che con il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha inaugurato a Milano la 34.ma edizione della Borsa internazionale del turismo (Bit). Nel pomeriggio, la rassegna è stata aperta al pubblico che ha potuto partecipare ad una grande festa, degustando prodotti tipici e assistendo agli spettacoli organizzati per l’occasione. L’apertura ai visitatori non professionali è stata una precisa richiesta degli espositori del salone che hanno sottolineato che in fondo “il pubblico è il turismo, sia reale che potenziale, e quindi rappresenta una importante risorsa a cui tutti gli imprenditori del settore guardano con attenzione”. Le novità per l’edizione 2004 del Salone internazionale del turismo - al quale partecipano quest’anno operatori di oltre 120 Paesi - riguardano anzitutto il Palabit, una tecnostruttura ad hoc che ospiterà numerosi momenti di intrattenimento proposti dagli organizzatori per il grande pubblico. Interessante, infine, anche il “Virtual On Stage”, uno spazio scenico che ospiterà dei confronti tra i più noti operatori del settore. (A.L.)

 

 

ASSEGNATI IERI A BERLINO I PREMI DEL 54.MO FESTIVAL DEL CINEMA:

L’ORSO D’ORO E’ ANDATO AL FILM “CONTRO IL MURO” MENTRE IL PREMIO ECUMENICO AL LUNGOMETRAGGIO DI KEN LOACH “AE FOND KISS”

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

BERLINO. = “Convincente opera a favore della tolleranza e della comprensione interculturale”. E’ questa la motivazione con cui la Giuria ecumenica ha assegnato ieri, alla 54.ma edizione del Festival del cinema di Berlino, il Premio delle Chiese al film “Ae Fond Kiss”, del regista britannico Ken Loach. Il film, che ha ricevuto un’accoglienza entusiastica alla sua presentazione, descrive la storia d’amore, non priva di ostacoli e pregiudizi, tra un giovane musulmano ed una insegnante irlandese cattolica. Le difficoltà di integrazione per gli immigrati, i rischi del fondamentalismo e le insidie nella costruzione di una società multietnica sono i principali temi affrontati nell’opera cinematografica. Il secondo riconoscimento del Premio ecumenico è andato al film fuori concorso “Mi piace lavorare”, incentrato sulla storia di una donna che combatte contro il fenomeno del mobbing, forma di violenza e pressione psicologica esercitata sul luogo di lavoro verso un dipendente o un collega. Il prestigioso Premio dell’Orso d’oro è stato assegnato al film “Contro il Muro” (Gegen die Wand) del giovane regista Fath Akin. Racconta la storia di una giovane tedesca di origine turca che, per liberarsi dall’oppressione della sua famiglia, convince un anziano turco a sposarla. Il Gran Premio della giuria è stato assegnato al film argentino “L’ultimo abbraccio” (El abrazo partido), il cui protagonista, l’uruguaiano Daniel Hendler, ha vinto l’Orso d’argento per il miglior attore. Come migliori attrici sono state premiate la sudafricana Charlize Theron per il film statunitense  “Monster” e la colombiana Catalina Sandino Moreno per “Maria piena di grazia” (Maria, llena eres de gracia). Riconoscimenti, infine, anche al cinema italiano. All’unico film in concorso, “Primo Amore” di Matteo Garrone, è andato l’Orso d’argento per la migliore colonna sonora realizzata dal gruppo Banda Osiris.

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

15 febbraio 2004

 

- A cura di Salvatore Sabatino –

 

Un’altra tragedia ha colpito Mosca. Il tetto di un parco acquatico è crollato sotto il peso della neve, provocando 26 morti, tra i quali molti bambini, e decine di feriti. Intanto si continua a scavare tra le macerie, nella speranza di trovare ancora persone in vita. Il nostro servizio.

 

**********

Sembra davvero non esserci pace per Mosca. Ieri, infatti, la capitale russa ha dovuto nuovamente fare i conti con morti e feriti; questa volta, però, il terrorismo sembra davvero non c’entrare nulla. La vera colpevole del crollo del tetto del più grande parco acquatico moscovita è la neve, caduta – come sempre accade in questi mesi  - copiosa ed abbondante. La cupola di vetro della struttura non ha dunque retto al peso ed è implosa improvvisamente. Pesantissimo il bilancio: 26 morti, tra cui molti bambini, e decine di feriti. I soccorritori, udendo alcune grida da sotto le macerie, ritengono che molti dei dispersi si trovino ancora vivi e stanno moltiplicando i loro sforzi. Per evitare che i superstiti  risentano del freddo pungente lanciano getti di aria calda sulle  macerie. Sono almeno 700 gli uomini che scavano, aiutati da cani, tra gli spezzoni di vetro. Secondo il sindaco di Mosca Iuri Lujkov, al momento dell'incidente nel Transvaal Park si trovavano 1.300 persone, 426 delle quali erano nella zona in cui è crollata parte del tetto. In un primo momento si erano diffuse voci di un’esplosione che aveva anticipato di qualche secondo il crollo. Nessuna traccia di esplosivo, però, è stata rinvenuta sul luogo della tragedia.

**********

 

Ed un incidente, questa volta in Cina, ha provocato un’altra carneficina. Si tratta di un incendio in un supermercato, nella provincia nord-occidentale di Jilin. Il primo bilancio diffuso dai vigili del fuoco  parla di oltre 50 morti e più di 60 feriti. Le fiamme si sarebbero sprigionate nell primo piano del complesso, per poi diffondersi rapidamente ovunque. Non è chiara l’origine del rogo.

 

L'Iraq e i Paesi vicini, riuniti in un summit oggi in Kuwait, hanno chiesto che l'Onu  rivesta un ruolo centrale nella ricostruzione del dopoguerra, compresa la supervisione delle elezioni, e che vi sia un rapido trasferimento dei poteri agli iracheni. Nella dichiarazione finale e' stata anche sottolineata la necessita' di ''eliminare dal territorio iracheno tutti i gruppi terroristi e altri gruppi armati, i quali rappresentano un pericolo per gli stati confinanti''. Intanto è salito a 27 il numero dei morti provocati dall’attacco compiuto ieri contro il commissariato di Falluja, a ovest di Baghdad. E' quanto riferiscono oggi fonti ospedaliere.

 

Prosegue vittoriosa la corsa alle presidenziali del democratico John Kerry. Il senatore del Massachussets ha riportato, infatti, altre due vittorie in Nevada e nel ''distretto'' di Columbia, dove si trova la capitale Washington. Fino a questo momento Kerry ha vinto le primarie in 14 dei 16 stati che hanno già votato. Favorito anche nel Winsconsin, alle urne martedì prossimo.

 

Gli Stati Uniti hanno deciso di dare tempo all'Iran fino a marzo per rivelare e smantellare i programmi nucleari militari che avrebbe messo a punto. A riferirlo Richard Boucher, portavoce del Dipartimento di Stato, poco prima dell'annuncio a Teheran del ministro degli esteri iraniano Kamal Kharrazi che il suo paese ha la potenzialità di produrre e quindi anche di vendere all'estero combustibile nucleare. La scadenza di marzo coincide con la prossima riunione del Consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica a Vienna.

Intanto in Iran è ancora crisi istituzionale in vista delle elezioni politiche del 20 febbraio prossimo. Sono 607 i candidati che si sono ritirati, confermando la volontà di boicottare la tornata elettorale in seguito all’esclusione da parte del Consiglio dei Guardiani, l’organo di controllo in mano ai conservatori, di oltre 2500 candidati, quasi tutti riformisti. Ieri avevano annunciato il ritiro in 550; un appello a non recarsi alle urne è giunto anche dalla maggiore organizzazione studentesca iraniana, l'Ufficio per il consolidamento dell'unità.

 

Un centinaio di coloni israeliani  della Striscia di Gaza hanno avviato questa mattina una marcia  alla volta di Gerusalemme per protestare contro il piano del premier Ariel  Sharon che prevede lo sgombero degli insediamenti ebraici da  questo territorio palestinese. La marcia - circa 100 chilometri a piedi - si concluderà  mercoledì pomeriggio a Gerusalemme con una grande manifestazione  davanti alla residenza di Sharon.

 

C’è grande attesa, e non solo in Asia, per i colloqui che India e Pakistan riavvieranno da domani ad Islamabad, dopo l’incontro tra Vajpayee e Musharraf nel vertice Asean di gennaio. Tra i segnali di riavvicinamento dell’ultimo periodo, anche lo sport: presto la nazionale di cricket indiana tornerà dopo 15 anni a giocare nel Paese confinante. Sull’evoluzione dei rapporti tra i due Stati, Andrea Sarubbi ha intervistato Maria Weber, docente di Relazioni Internazionali all’università Bocconi di Milano:

 

*********

R. - Io credo che in questo momento ci siano grosse pressioni internazionali sia sull’India che sul Pakistan, perché effettivamente arrivino ad un riavvicinamento amichevole, cosa che sta già accadendo, anche con questi segnali di diplomazia indiretta, tipo la squadra di cricket indiana che va a giocare in Pakistan.

 

D. – Quali sono i Paesi che secondo lei stanno premendo per un accordo tra India e Pakistan?

 

R. – Sono almeno tre. In primis gli Stati Uniti, poi la Cina e infine la Russia. Gli Stati Uniti dopo la guerra in Afghanistan e dopo la guerra in Iraq hanno un disperato bisogno di avere una situazione di pacificazione nella regione. Quindi, stanno premendo enormemente sia sull’India – a cui si sono molto riavvicinati e hanno dato anche grossi prestiti – sia sul Pakistan, perché faccia il passo di arrivare a dei colloqui veri, reali con l’india. Dietro però c’è anche l’interesse e la pressione sia della Cina che della Russia. Ora Pechino, dopo l’11 settembre, dopo il nuovo ruolo che sta costruendo per se stessa la Cina in Asia, vuole che quella regione sia pacificata. Ultimo attore, la Russia. Putin sta cercando di riacquisire per la Russia un ruolo di potenza regionale.

 

D. – Lei vede soluzioni nel breve periodo per il problema del Kashmir?

 

R. – E’ molto difficile, perché sul Kashmir arrivano tre diverse tensioni. Fu diviso in qualche modo in parti ineguali: una parte rimase al Pakistan, il resto all’India; la maggioranza della popolazione del kashmir indiano è islamica e qui si collegano tutti i problemi del fondamentalismo islamico dell’Asia centrale e di quell’area del mondo. Quindi, a mio avviso, si può arrivare forse ad una situazione di bilanciamento, difficilmente di vera pacificazione nel breve periodo.

**********

 

Continua a mietere vittime l’influenza aviaria in Asia. Un ragazzino di 13 anni è morto ieri in Thailandia, portando a sei il numero delle vittime nel Paese. Lo hanno annunciato fonti ospedaliere. Il ragazzo aveva seppellito del pollame infetto. Intanto l’Onu lancia un allarme: l’influenza aviaria in Vietnam potrebbe durare mesi, se non anni.

 

Non mi candido a queste europee perché voglio onorare fino in fondo i miei impegni; analogo, spero, sarà il comportamento dei capi degli esecutivi nazionali. Questo, in sostanza, il messaggio lanciato ieri da Romano Prodi, presidente della Commissione europea, intervenuto ieri alla convention degli ulivisti per le europee 2004. Immediate le reazioni della maggioranza di governo, che hanno chiesto le dimissioni del “professore” da Bruxelles.

 

E’ tornato in libertà, dopo 8 mesi di detenzione, U Tin Oo, vice presidente della Lega Nazionale per la Democrazia, il principale partito d'opposizione birmano. L'anziano ex generale, 76 anni, era stato arrestato il 30 maggio assieme alla leader del partito Aung Saan Suu Kyi, premio Nobel per la Pace. Non è chiaro se Tin Oo sia libero di muoversi. Suu Kyi, tornata a casa il 26 settembre, è tutt'ora agli arresti domiciliari.

 

Un ex capo delle milizie paramilitari ed un ex commissario di polizia hanno  annunciato su una radio privata di essersi uniti ai ribelli armati che si sono sollevati ad Haiti contro il presidente Jean-Bertrand Aristide. I due hanno annunciato che intendono marciare sulla capitale  Port-au-Prince.

 

 

 

 

======ooo======