RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 39 - Testo della
Trasmissione di domenica 8 febbraio 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Blocco Totale del traffico a Roma e Milano a causa delle polveri
sottili.
In Egitto sono numerosi i casi di intolleranza verso i
convertiti al Cristianesimo dall’Islam.
“Il medico di fronte ai miracoli” è il titolo di un libro sulle
guarigioni a Lourdes
“Bhopal: una tragedia
dimentica”: è il titolo della mostra
fotografica che si è aperta a Ferrara
Elezioni
in Iran, il ministero degli Esteri ammonisce: no ad interferenze Usa e Ue
Medio
Oriente, incursione israeliana a Gaza: ucciso un attivista palestinese
Italia:
ancora tensione nella maggioranza per la verifica di governo.
8 febbraio 2004
LA SOFFERENZA E LA SPERANZA
NELLE PAROLE DEL PAPA OGGI ALL’ANGELUS,
ALLA VIGILIA DOMANI NEL SANTUARIO MARIANO DI LOURDES
DELLE CELEBRAZIONI
PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
- Servizio di Roberta Gisotti -
**********
Lo “speciale rapporto” tra l’Immacolata i malati: ne ha parlato Giovanni
Paolo II, invocando la protezione della Madonna su quanti prenderanno parte da
domani ai vari eventi in programma a Lourdes, dove si apriranno le celebrazioni
per la XII Giornata mondiale del malato, che ricorre l’11 febbraio. Dopo aver
toccato tutti i continenti, la ricorrenza torna infatti quest’anno nella
località pirenaica, che nel 1993 ha ospitato la prima Giornata dedicata dalla
Chiesa al mondo della sofferenza. In questo anno 2004 – come ha ricordato il
Papa - cade infatti il 150º
anniversario del Dogma dell'Immacolata, proclamato nel 1854 dal beato Pio IX,
di cui ieri si è celebrata la festa. E pochi anni dopo, l'11 febbraio 1858 a
Lourdes, la Vergine Maria apparve per la prima volta a Bernadette, rivelandole
di essere l'Immacolata Concezione.
“E’ noto – ha aggiunto il Santo Padre - lo stretto legame” che unisce la
madonna di Lourdes al mondo della sofferenza e della malattia. E per questo nel
Santuario “i malati sono da sempre protagonisti, e Lourdes è diventata, nel
corso degli anni, un’autentica cittadella della vita e della speranza”.
“Come poteva essere altrimenti?
L’Immacolata Concezione di Maria è, infatti, la primizia della redenzione
compiuta da Cristo e pegno della sua vittoria
sul male.”
Il pensiero del Papa è andato
poi alla solenne liturgia eucaristica che domani a Lourdes sarà presieduta dal suo inviato speciale, il cardinale Lozano
Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale della salute.
Santa Messa, che inaugurerà la tre giorni di preghiera e di
studio sul tema "L’Immacolata
Concezione e la salute nelle radici cristiane dell’Europa".
Giovanni Paolo
II ha reso poi omaggio dopo la preghiera mariana al mondo del lavoro, rivolgendosi
agli operai della acciaierie di Terni, venuti in pellegrinaggio a piedi a Roma
“per richiamare l’attenzione sulla crisi occupazionale di quel grande complesso
industriale”: proprio lì - ha
rammentato il Papa - dove “il 19 marzo del 1981 feci la prima visita pastorale
ad una fabbrica italiana”.
“Cari lavoratori, come dissi allora, apprezzo in voi la ferma volontà di
“difendere il vostro lavoro e la sua dignità. Vi sono vicino nella presente
difficoltà ed auspico che ad essa si possa trovare una soluzione equa per
voi e per le vostre
famiglie”.
**********
NEL
DECIMO ANNIVERSARIO DELL’ANNO DELLA FAMIGLIA
LA
SANTA SEDE RINNOVA LA RICHIESTA DI POLITICHE DI SOSTEGNO
ALLA
CELLULA FONDAMENTALE DELLA SOCIETA’
Rispettare l’istituzione della famiglia e sostenerla con
politiche adeguate, questo l’invito rinnovato da mons. Celestino Migliore,
osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni
Unite, intervenuto ai lavori della
Commissione per lo Sviluppo Sociale dell’Onu. Sui contenuti sentiamo Benedetta
Capelli.
*********
Nel
decimo anniversario dell’Anno della Famiglia, la Santa Sede, attraverso
l’intervento di mons Celestino Migliore, ha voluto ancora una volta invitare
tutte le Nazioni ad investire sulle politiche della famiglia, che “ha un ruolo
fondamentale nella realizzazione di una
società sana”. Ribadendo che essa è un’istituzione naturale fondata sul matrimonio
tra uomo e donna, mons Migliore ha ricordato che costituisce una comunità
d’amore e solidarietà, pertanto in essa si realizza l’integrazione tra tutti i
membri che la compongono siano giovani, anziani o portatori di handicap.
Citando
il rapporto sulla situazione sociale 2003, il presule ha ricordato come i
maggiori disagi sociali derivino dalla mancanza di equilibrio all’interno della
famiglia e pertanto ha invitato ad investire in essa per arginare questa
tendenza. Politiche famigliari, dunque, che rispondano a principi etici e che risolvano la crisi sociale, non solo
detrazioni fiscali e assistenza pubblica ma provvedimenti che assolvano ad un dovere di giustizia e di solidarietà.
Sulla protezione speciale che i governi devono dare alla famiglia,
l’arcivescovo Migliore ha insistito che difenderne la sovranità significa contribuire alla sovranità delle
Nazioni. “Riconoscere i diritti della famiglia - ha concluso - costituisce un
aspetto fondamentale per la salvaguardia dei diritti dell’uomo”
**********
=======ooo=======
8
febbraio 2004
OGGI A
KABUL, CONFERENZA INTERNAZIONALE SUL PROBLEMA
DELLA
DROGA IN AFGHANISTAN
-
Intervista con Antonio Maria Costa -
80mila
ettari di territorio coltivato, circa 3.800 le tonnellate prodotte. Sono solo alcuni
dei dati concernenti la coltivazione di oppio in Afghanistan: un problema che
incombe su un Paese in costruzione, sia dal punto di vista istituzionale che da
quello delle infrastrutture. Per fare il punto della situazione si è aperto
oggi a Kabul la Conferenza internazionale sul problema della droga in
Afghanistan.
All’appuntamento
sono presenti i membri del governo afghano, rappresentanti dei Paesi impegnati
nella lotta contro la droga in Afghanistan e responsabili di organizzazioni
internazionali, tra i quali il direttore esecutivo dell’Ufficio droga e crimine
dell’Onu, Antonio Maria Costa. Salvatore Sabatino lo ha raggiunto telefonicamente,
e gli ha chiesto quanto incide la coltura dell’oppio sull’economia globale del
Paese:
**********
R. – Indubbiamente, il meccanismo di assistenza al Paese
che è stato montato a seguito degli Accordi di Tokyo e più tardi degli Accordi
di Bonn prevede aiuti ingenti; però, dobbiamo comprendere bene la natura del
problema al fine di poter centrare e focalizzare gli aiuti. In primo luogo, pur
se il raccolto è così ampio, esso tocca solamente meno del 2 per cento del
suolo dell’Afghanistan e vede coinvolti nella coltivazione e nel traffico – secondo
nostre stime – non più del 5 per cento della popolazione. Di conseguenza, il problema
è proprio nel volume modesto delle risorse. Però, la differenza dei prezzi –
cioè, il prezzo dell’oppio rispetto al prezzo del grano o delle altre colture –
è così alta, che l’oppio rimane e diventa una tentazione fortissima,
soprattutto nelle condizioni di povertà. Quindi, dobbiamo concentrare
l’attenzione sulle due dimensioni: aiutare i contadini affinché riducano le
coltivazioni o addirittura azzerino le coltivazioni, e lottare aspramente
contro i trafficanti.
D. – Ecco, invece, dottor Costa, quali risultati a due
anni dalle importanti decisioni assunte dal governo Karzai?
R. – Da un punto di vista politico, ovviamente,
l’Afghanistan ha fatto dei passi giganteschi. Purtroppo, il Paese è ancora
‘fratturato’ in 32 province, non sempre direttamente controllate dal centro, da
Kabul ed è condizionato da una forte presenza dei cosiddetti ‘signori della
guerra’. Questi comandanti militari stanno prendendo brutte abitudini: hanno
bisogno di risorse per le loro piccole ‘armate popolari’, e siccome Kabul non
mette a loro disposizione risorse, ci sono i trafficanti che contribuiscono:
questi comandanti militari applicano una specie di tassa al trasporto
dell’oppio. Ed è questa commistione tra la criminalità organizzata dai
trafficanti di oppio e gli obiettivi dei militari di rafforzare la loro
presenza e le loro strutture, che crea delle forze centrifughe molto
pericolose.
D. – Quali sono i risultati che vi aspettate da questo
incontro?
R. – La mia speranza è, appunto, che si convalidi
ulteriormente l’importanza di lavorare sia nella lotta durissima ai trafficanti
all’interno del Paese quanto all’esterno, e in secondo luogo aiutare i
contadini affinché escano dalla povertà: è una necessità storica per il Paese
ma al tempo stesso lo facciano a partire dalla legalità, cioè coltivando prodotti
alternativi e prodotti leciti.
**********
IL
SIGNIFICATO SPIRITUALE ED ANCHE ESISTENZIALE DELLA ‘SOSTA’
NEL
PELLEGRINAGGIO E NELLA VITA QUOTIDIANA
-
Intervista con padre Cesare Atuire -
“Sostare lungo il cammino: il pellegrinaggio in un mondo
che cambia”: se parlerà da domani e per tre giorni a Roma in un Convegno
nazionale teologico-pastorale, ospitato a Roma presso la Domus Mariae.
L’incontro è promosso dall’’Opera romana pellegrinaggi, che quest’anno compie
70 anni. Ad aprire i lavori sarà il saluto di mons. Liberio Andreatta,
amministratore delegato e direttore generale dell’Opera, cui farà seguito la
prolusione del cardinale vicario Camillo Ruini. Ma perché la scelta di questo
particolare tema della sosta? Giovanni Peduto ha intervistato padre Cesare
Atuire, di origine ghanese
**********
R. – Il pellegrinaggio è nato come un’esperienza
spirituale di crescita, di interiorità, ma oggi c’è la tendenza di voler fare
tutto in poco tempo. Si corre quindi da un luogo all’altro, invece di lasciare
tempo a sufficienza per l’esperienza ‘interiore’, per riscoprire l’interiorità.
Per questo motivo abbiamo voluto tenere questo Convegno.
D. – Questo mondo ha sempre più fretta, sembra non avere
mai tempo, e tra gli stessi cristiani spesso si sente dire: ‘Mi piacerebbe
avere tempo da dedicare a Dio, ma non ne ho’. Cosa dire?
R. – Direi che è molto triste, perché si tratta in
definitiva di qualità e non di quantità. Si può correre molto, fare tante cose,
ma perdere quella serenità, quella capacità di riflettere, quella capacità di
accogliere il senso profondo delle cose ... E poi, nelle cose di Dio non è
tanto questione della quantità del tempo, ma è uno stile di vita che nasce da
un atteggiamento, e dire: ‘Non ho tempo per Dio’, e lasciarsi prendere
dall’urgenza e dimenticare l’importanza ...
Perché, a volte, noi viviamo in funzione delle urgenze e non guardiamo
alle cose importanti. E’ necessario dare priorità alle cose importanti!
D. – Avete lanciato più volte appelli alla comunità
cristiana a riprendere i pellegrinaggi in Terra Santa. Non è pericoloso in
questo momento?
R. – Direi che non è più pericoloso che nel passato. In 70
anni che portiamo pellegrini verso la Terra Santa, non è mai accaduto nulla ad
alcun pellegrino. Poi, i percorsi che noi proponiamo ai nostri pellegrini, sono
percorsi studiati e analizzati e tutti quelli che vanno in Terra Santa oggi
tornano contenti perché non solo hanno occasione di visitare i Luoghi Santi
meno affollati, per cui si può contemplare, sostare e meditare profondamente;
ma incontrano anche ‘le pietre vive’, che sono le comunità cristiane di Terra
Santa che in questo momento hanno bisogno del sostegno dei loro fratelli
cristiani, sparsi nel mondo.
D. – 70 anni dell’Opera Romana Pellegrinaggi: un bilancio?
R. – Direi che è un grande servizio, un’esperienza
bellissima, una realtà nata all’interno della Chiesa di Roma, della diocesi di
Roma e anche della Santa Sede perché, che ha avuto anche personaggi carismatici
alla sua guida. L’Opera nasce negli anni Trenta quando si parlava di
pellegrinaggio come di una pia devozione, poi negli anni Sessanta, con il
Concilio e sotto la guida di mons. Davide Bianchi, la dimensione catechetica
entra in modo molto profondo nel percorso dei pellegrinaggi dell’Opera Romana.
A partire dagli anni Novanta, abbiamo mons. Liberio Andreatta come amministratore
delegato che ha dato una dimensione ancora più ampia alla realtà dei
pellegrinaggi: non solo ‘andare’ ai santuari, vivere la dimensione catechetica,
ma anche andare verso l’uomo, verso il creato intesi come Santuario di Dio,
tanto che i nostri pellegrini arrivano praticamente in tutto il mondo, dalla
Cina all’Argentina. Una delle innovazioni portate da mons. Andreatta è stata
quella di portare la Croce fino ai confini della terra: al Polo Sud e al Polo
Nord.
**********
A 10
ANNI DALLO SCOPPIO DELLA GUERRA CIVILE IN RWANDA,
IL
TRIBUNALE INTERNAZIONALE DELL’ONU
CERCA
FATICOSAMENTE DI FARE LUCE SULLE RESPONSABILITA’
-
Intervista con Flavia Lattanzi -
Dieci anni fa, il Rwanda veniva sconvolto dalla guerra
civile tra le etnie Tutsi ed Hutu. Oggi a rendere ancora difficile il processo
di riconciliazione è l’impunità di molti che si sono resi responsabili di
crimini contro l’umanità. In questo senso, diventa preziosa l’attività del
Tribunale internazionale per il Rwanda con sede ad Arusha, in Tanzania, operativo
dal 1995. Finora, 81 persone sono state formalmente accusate di avere
pianificato e istigato il genocidio, 56 di esse sono già state condannate e
sono detenute in un centro delle Nazioni Unite.
A fare il punto
sull’attività e gli scopi del Tribunale per il genocidio in Rwanda è Flavia
Lattanzi, giudice ad litem di questa Corte internazionale, e docente di
diritto internazionale presso La Sapienza di Roma. L’intervista è di Stefano
Leszczynski:
**********
R. – Certamente si può dire che l’impegno delle Nazioni
Unite nell’accertamento di questi gravi atti di genocidio è di grosso rilievo;
gli stessi numeri, che possono in fin dei conti sembrare molto esigui rispetto
ad una tragedia che ha visto quasi un milione di vittime, vanno però valutate
alla luce del fatto che questi Tribunali sono stati creati per cercare
soprattutto di stimolare le giurisdizioni nazionali a fare il loro dovere.
D. – Quindi, un’azione di stimolo molto forte da parte delle
Nazioni Unite nei confronti dei governi?
R. – Era necessario che la comunità internazionale
intervenisse e dicesse: se non siete voi a fare il vostro dovere, noi ci
sostituiamo a voi.
D. – Come si fa a capire quale era genocidio e quali erano
magari invece crimini di guerra? Cioè: come si distinguono i reati commessi
dalle due etnie in conflitto?
R. – Il genocidio ha una definizione con un ruolo
cosiddetto specifico; l’intento specifico è quello di distruggere in tutto o in
parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale. Questo
intento specifico, come è stato finora accertato dal Tribunale per il Rwanda, è
un intento che ha visto la distruzione del gruppo etnico Tutsi da parte degli
Hutu estremisti.
D. – Si ha un po’ l’impressione, appunto, che il Tribunale
di Arusha abbia molte più difficoltà ad affrontare gli eventi che sono accaduti
in quel Paese, rispetto a quanto avvenuto nei Balcani ...
R. – Le difficoltà ci sono e sono grandi, e ci sono anche
per la ex-Jugoslavia. Per quel che riguarda il Tribunale per il Rwanda, se si
pensa che quasi interamente il precedente governo rwandese, fatto
fondamentalmente di Hutu estremisti, è qui ad Arusha detenuto oppure detenuto
in altri Stati africani. Quindi, io non sono poi così d’accordo sul fatto che
il Tribunale del Rwanda abbia più difficoltà di quante ne abbia quello per la
ex-Jugoslavia. In certi momenti storici, per esempio, c’è stato un grosso gelo
nei rapporti tra il Tribunale e il Rwanda. Poi, c’è da tenere conto che i
sospettati dei crimini dal Tribunale per il Rwanda in verità si trovano in
Stati africani che qualche volta hanno difficoltà a collaborare.
D. – Come ha vissuto lei il fatto di essere posta da una
condizione di studio, quindi di teoria, dei crimini di guerra, del genocidio,
trovarsi poi di fronte alla ‘pratica’?
R. – Anzitutto, certamente lo stupore che un tale
genocidio sia stato possibile, di nuovo e alla fine del ventesimo secolo. Però
questo, in fin dei conti, mi ha portato sempre a fare anche questa considerazione,
che tutti noi – governi, docenti, studiosi, i media soprattutto – abbiamo fatto
ben poco per diffondere il rispetto reciproco delle diversità. Non si è fatto
assolutamente molto, non si fa ancora a sufficienza.
**********
“30
ORE PER LA VITA”: ALLA X EDIZIONE LA MARATONA TELEVISIVA
A SCOPO DI BENEFICENZA. QUEST’ANNO I FONDI
ALLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
- Ai
nostri microfoni Mario Marazziti e Lorella Cuccarini -
Partirà
domani la decima edizione di “Trenta ore per la vita”, l’appuntamento televisivo
con la solidarietà. Gli anziani saranno al centro della raccolta fondi
destinata alla Comunità di Sant’Egidio, da anni promotrice di numerose
iniziative a sostegno della terza età. Anche il Presidente della Repubblica,
Ciampi, che ha incontrato due giorni fa una delegazione dei promotori
dell’iniziativa, è intervenuto sul problema degli anziani. “Non ho una proposta
concreta da fare – ha dichiarato - ma la via giusta è aiutare a sentirsi utili
e rimanere là dove si è sempre vissuti… La direzione da percorrere - ha
aggiunto il presidente Ciampi - è aiutare gli anziani a stare a casa loro”. Il
servizio di Benedetta Capelli.
**********
Per la
prima volta in Rai, “Trenta ore per la vita” si presenta con un nuovo format ma
con l’intento di sempre: sostenere associazioni impegnate nel campo della
solidarietà. In quest’edizione dedicata al sostegno della terza età, tocca alla
comunità di Sant’Egidio. Durante la scorsa estate, a causa dell’ondata di
caldo, sono morti almeno 20mila
anziani, molti in stato di abbandono. Questo ha riproposto il problema del
disagio in cui vive il 18% della popolazione italiana, e così Mario Marazziti
portavoce della Comunità di Sant’Egidio invita a considerare gli anziani una
risorsa.
“Questa
età rischia davvero di essere una maledizione invece di essere quello che è,
cioè una grande benedizione. In genere quando non si corrisponde più a quel
modello di anziano efficiente, giovanile, l’unica soluzione è l’Istituto. Noi
sappiamo che in Istituto, quest’estate, l’incremento dei morti è stato doppio
del già incrementato numero degli anziani nelle grandi città. Come si fa?
Ognuno di noi dovrebbe stare di più accanto al proprio anziano oppure si
dovrebbe creare una rete a domicilio nelle case, per creare quei servizi che
mancano, per cui l’anziano possa, anche con problemi, rimanere a casa propria.
Tutto questo costa molto meno degli Istituti”.
Creare
un modo più civile per vivere accanto agli anziani è la sfida proposta da
Sant’Egidio. Molti gli obiettivi da raggiungere con le donazioni del pubblico, iniziative
volte a creare una rete di solidarietà. A dare il via, dall’auditorium di
Napoli, sarà Lorella Cuccarini, presentatrice della trasmissione “Figli delle
stelle”, un programma che mette di fronte i fan di due personaggi noti, chiamati
a rispondere sulla vita dei loro benianimi. Nella prima delle due puntate
previste, ci saranno il calciatore
Francesco Totti e l’attrice Maria Grazia Cucinotta. A completare il
palinsesto di Rai 2 una striscia quotidiana di approfondimento sull’incontro
tra anziani e persone famose. E’ il decimo anno di Trenta ore per la vita,
questo il bilancio per Lorella Cuccarini...
“Quando
è partita la ‘macchina’ per la prima volta non avremmo mai immaginato che oggi
‘Trenta ore per la vita’ potesse diventare così grande: un punto di riferimento
per oltre 30 associazioni. Abbiamo realizzato 640 progetti in tutta Italia e
sono strutture a disposizione della collettività. ‘Trenta ore per la vita’ è
una realtà importante del no profit”.
**********
=======ooo=======
8
febbraio 2004
“L’ONU
E’ IL MAGGIORE STRUMENTO DI COORDINAMENTO DELLA VITA INTERNAZIONALE. GLI STATI
DEVONO RISPETTARNE IL COMPITO RINUNCIANDO AD AZIONI UNILATERALI”, LO HA AFFERMATO IL
CARDINALE RENATO MARTINO
AL CONVEGNO DEI GIURISTI CATTOLICI, SUL TEMA
“PACE E DIRITTO INTERNAZIONALE” IN CORSO A
TRANI, IN PROVINCIA DI BARI
TRANI.=
Un ruolo di primo piano per le Nazioni Unite è stato rilanciato dal cardinale
Renato Martino, presidente del Pontificio consiglio Giustizia e Pace, durante
il suo intervento al Convegno dei giuristi cattolici, in corso a Trani, dal
titolo: “Pace e diritto internazionale”. L’Onu, secondo il porporato, “è il
maggiore degli strumenti di sintesi e di coordinamento della vita
internazionale”, pertanto gli Stati sono chiamati a rinunciare ad azioni
unilaterali, che minimo la forza delle Nazioni Unite e contravvengano ai
principi della sua carta. Il diritto internazionale diventa così l’unica via
possibile per la pace, esso, infatti, ha il compito di “evitare che prevalga la
legge del più forte o del più ricco”. Il cardinale, che per sedici anni è stato
osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite di New York, ha
evidenziato l’importante ruolo della Chiesa nel processo di evoluzione del
diritto internazionale da diritto della guerra e della pace a diritto della
pace, attento alla giustizia e alla solidarietà. La sua violazione fa
precipitare tutti gli Stati in una condizione di illegalità e di anarchia profonda
con notevoli ripercussioni negative. Il ricorso alla forza può essere possibile
solo se autorizzato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu ma il suo divieto deve
diventare una regola dell’ordine internazionale e dà sostanza giuridica al
grido dei popoli, di cui il Papa si è fatto interprete nel messaggio “Un
impegno sempre attuale: educare alla pace”, scritto in occasione della Giornata
mondiale della pace. Riferendosi proprio a questo messaggio, il porporato ha
ribadito la necessità della lotta “giusta e doverosa” al terrorismo, che per
essere efficace “non può limitarsi alla sola repressione ma deve rimuovere le
cause ed elaborare adeguati strumenti giuridici di prevenzione e monitoraggio”.
A conclusione del suo intervento, il cardinale Martino ha sottolineato che i
governi democratici sanno che l’uso della forza contro i terroristi non può
giustificare la rinuncia ai principi di uno stato di diritto e in nessun caso
comportare la violazione dei diritti fondamentali della persona umana. (B.C.)
BLOCCO
TOTALE DEL TRAFFICO A ROMA E MILANO, A CAUSA DELLE POLVERI SOTTILI. IN MOLTE
ALTRE CITTA’ ITALIANE E’ UNA DOMENICA ECOLOGICA
ROMA.=
A piedi, in bicicletta o sui pattini, così romani e milanesi hanno ovviato ai
disagi del blocco totale della circolazione, imposto dai rispettivi comuni a
causa dell’alto livello dell’inquinamento ambientale. La capitale ha deciso lo
stop dalle 10 alle 17 di oggi, interessata una vasta area all’interno del
grande raccordo anulare, di 150 km di estensione. Il provvedimento ricorda le
domeniche di austerity degli anni Settanta quando le targhe alterne e i
blocchi alla circolazione erano utilizzati per il risparmio energetico. A
Milano e in oltre un centinaio di altri Comuni lombardi, è la seconda domeniche
senza auto, dopo quella del 30 novembre. Vietata la circolazione dalle 8 alle
20. Lo stop riguarda le zone di Milano-Como-Sempione e, limitatamente ad alcune
zone, anche Pavia e Cremona. Domenica ecologica anche per numerosi centri in
Trentino, Veneto, Toscana e Marche. Molte critiche sono piovute sul
provvedimento, in particolare il ministro dell'Ambiente Matteoli, per il
quale i provvedimenti una tantum sono "inutili", sulla stessa
linea anche altre associazioni come l’Aduc, Associazione
per i diritti degli utenti e consumatori, che reputa questa misura inefficace.
IN EGITTO SONO NUMEROSI I CASI DI
INTOLLERANZA
VERSO
I CONVERTITI AL CRISTIANESIMO DALL’ISLAM.
LE
LEGGI DEL PAESE NON TUTELANO QUESTO DIRITTO
IL
CAIRO.= Sono diversi gli episodi di limitata libertà religiosa nei confronti di
coloro che hanno scelto di abbandonare la religione musulmana per accogliere
quella cristiana. L’ultimo risale a qualche giorno fa, quando sono state
arrestate per la seconda volta due persone convertite, con l’accusa di
falsificazione di documenti ufficiali. Già a dicembre, i due erano stati
portati in carcere insieme ad altre venti persone, poi erano stati rilasciati
su cauzione. Secondo la Costituzione egiziana, i diritti dei musulmani e dei
cristiani sono uguali, in realtà esistono molti ostacoli per chi cambia credo
religioso. Si riconosce, a livello legislativo, il passaggio dal cristianesimo
all’Islam, attraverso una nuova carta d’identità, entro 24 ore, con il nome
islamico. Questo però non avviene nel percorso inverso. Un ex musulmano convertito
al cristianesimo rimane di fatto di fede islamica. La discriminazione religiosa
crea problemi soprattutto alle donne convertite che intendono sposarsi con dei
cristiani. La legislazione egiziana vieta il matrimonio misto, secondo la
Sharia’a, la Legge coranica, un cristiano si può convertire per sposare una
donna islamica ma fare viceversa è punibile con la morte. Inoltre, i figli
della coppia sono considerati per legge musulmani. Alcuni episodi di
intolleranza religiosa si sono verificati in questi ultimi tempi. Ad un uomo,
accusato di aver costretto la moglie alla conversione cristiana, gli è stato
vietato di lasciare l’Egitto. Il Centro cristiano di Patmos, a 30 km dal Cairo,
il 5 gennaio scorso, è stato attaccato per la nona volta in sei anni, dall’Esercito
egiziano nel tentativo di raderlo al suolo. (B.C.)
ROMA.=
Sono 67 i miracoli ufficialmente riconosciuti e circa 7mila le guarigioni
inspiegabili accertate dalla Chiesa a partire dal 1878, anno dell’apparizione
della Madonna a Lourdes. Sul tema dei miracoli è uscito in libreria il volume
“Il medico di fronte ai miracoli”, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Il
libro è curato dalla sezione milanese dell’Associazione medici cattolici
italiani con la collaborazione di Patrick Thiellier, direttore del Bureau medical,
il centro creato appositamente nel Santuario francese per esaminare
l’attendibilità di una guarigione. Nel volume, sono riportate le norme
istituite dal Papa nel 1983 che regolano le cause dei santi, l’individuazione
di un miracolo e l’istruzione della congregazione per la dottrina della fede
“per ottenere da Dio la guarigione”, quest’ultima risalente al 14 settembre
2000.
GLI
SCATTI SONO DI RAGHU RAI, UNO DEI MAGGIORI FOTOGRAFI INDIANI
FERRARA.=
E’ arrivata a Ferrara la mostra fotografica “Bhopal: una tragedia dimenticata”.
L’esposizione di scatti in bianco e nero del fotografo indiano Raghu Rai racconta il dramma
dell’esplosione di gas, avvenuta tra il 2 e il 3 dicembre 1984, in una fabbrica
americana. L’incidente provocò la morte di almeno trentamila persone e si
calcola che in vent’ani le vittime dei veleni sprigionati dalla fabbrica di
pesticidi della Union Carbide hanno raggiunto quota ventimila. Un numero in
costante incremento, al ritmo di trenta decessi al mese. Le 60 immagini esposte
fino al 26 febbraio al Palazzo municipale di Ferrara, mostrano i visi di donne,
anziani, bambini all’indomani del disastro, unite a quelle più recenti. Il
risultato è un percorso fotografico che testimonia il dramma di una città che
ancora stenta a risollevarsi, in cui l’impianto chimico è ancora funzionante e
le sostanze tossiche continuano a
contaminare l’acqua destinata agli usi domestici. La mostra è stata
inaugurata due anni fa a Johannesburg in occasione del vertice sulla Terra ed è
stata esposta in varie capitali europee ed extraeuropee. In Italia è stata
presentata per la prima volta a Venezia, nell’ottobre 2002, e si è poi in altre
città come Bologna, Milano, Napoli, Cagliari e Roma.
=======ooo=======
8
febbraio 2004
- A cura di Dorotea Gambardella -
Mosca continua a piangere le 39 vittime dell’attentato
alla metropolitana di venerdì. Proclamata per domani una giornata di lutto
nazionale. Intanto, secondo i servizi di spionaggio russi, ad ordire la strage,
in cui sono rimaste ferite anche 130 persone, sarebbe stato un militante islamico
di nazionalità saudita, da anni combattente in Cecenia. Lo scrive oggi il
quotidiano britannico, “Sunday Times”, ricordando che Abu-al-Walid, questo il nome
dell’uomo, è stato identificato dall’intelligence russa come uno dei
guerriglieri ceceni più potenti ed è considerato responsabile di un’ondata di
attentati kamikaze che hanno fatto oltre duecento morti in poco più di un anno.
Iran.
Secondo i Pasdaran, ossia i guardiani della rivoluzione iraniana, le divisioni
nel Paese a meno di due settimane dalle elezioni politiche del prossimo 20
febbraio, sarebbero frutto di un complotto ordito dagli Stati Uniti. E a sottolineare
che la consultazione è “un affare interno”, nel quale Stati Uniti ed Unione Europea
non devono interferire, è stato anche
il Ministero degli Esteri. Intanto, il presidente Khatami, in un messaggio alla
guida suprema iraniana, l’ayatollah Khamenei, ha assicurato che le elezioni si
terranno, pur constatando che gli organi conservatori non hanno riesaminato con
più indulgenza le candidature riformiste bocciate per le consultazioni
legislative. Ma dopo le proteste dei riformisti delle scorse settimane è questo
un segno di cedimento di Khatami di fronte all’intransigenza dei conservatori?
Giada Aquilino lo ha chiesto ad Alberto Zanconato, della sede Ansa a Teheran:
**********
R. – I massimi esponenti riformisti hanno detto che non
prenderanno parte alle elezioni, nemmeno come votanti, quindi si prospetta un
afflusso alle urne molto, molto limitato.
D. – Con questo squilibrio tra riformatori o riformisti,
che quadro dell’Iran uscirà dalle legislative?
R. – Quello che si prospetta è “un trionfo dei
conservatori”: se le cose andranno come si prevede oggi, sarà un trionfo però
con un afflusso alle urne molto, molto limitato. Quello che è successo alle
elezioni municipali di un anno fa, quando nelle grandi città l’afflusso alle
urne addirittura era arrivato al 15% e favorì la vittoria dei conservatori alle
municipali, che oggi controllano gran parte dei consigli comunali delle grandi
città.
**********
Non si placa la violenza in Medioriente. Un attivista
palestinese è stato ucciso in uno scontro a fuoco durante un’incursione
dell'esercito israeliano nel campo profughi di
Rafah, nel sud della striscia di Gaza. I particolari nel nostro
servizio.
*********
Secondo alcuni testimoni, i militari sono giunti a bordo
di una decina di carri coadiuvati da due elicotteri d’assalto e si sono
scontrati con una forte resistenza. Ashrah Abu Libdeh, questo il nome della
vittima, era un attivista del Fronte popolare di liberazione della Palestina.
Diversa la versione fornita dalla radio militare israeliana, secondo cui l’uomo
era un noto contrabbandiere di armi e l’operazione dell’esercito mira a
scoprire passaggi sotterranei alla frontiera tra Egitto e striscia di Gaza,
attraverso i quali passano illegalmente armi. Aumenta, intanto, in Israele lo
stato di allerta dopo le minacce lanciate dalla Jihad islamica di colpire lo
Stato ebraico per vendicarsi dell’uccisione di un suo comandante, avvenuta ieri
a Gaza. Stando alla radio militare, i servizi di sicurezza temono una
cinquantina di attentati, alcuni dei quali anche nel giro di poche ore. Sul
fronte diplomatico, l’atteso incontro
del premier palestinese, Abu Ala, con quello israeliano, Ariel Sharon, potrebbe
svolgersi prima della fine di febbraio. Lo ha reso noto lo stesso Abu Ala al
Cairo, al termine di un colloquio con il presidente egiziano, Mubarak. E
Israele sta ridisegnando il tracciato del muro in costruzione in Cisgiordania
per ottenere il sostegno americano al progetto di separazione unilaterale dai
palestinesi. Secondo fonti di Gerusalemme, citate dal sito del quotidiano
Ha’aretz, il muro sarà più breve e sarà più vicino alla Linea Verde, che divide
Israele dalla Cisgiordania, evitando di circondare alcuni insediamenti ebraici.
*********
Florida. Appello alla flessibilità e condanna ai movimenti
disordinati dei tassi di cambio, ma nessuna concreta indicazione per il
raggiungimento degli obiettivi. E' quanto è emerso dal documento finale del
summit dei ministri delle finanze del G7 di Boca Raton. I rappresentanti dei
grandi del mondo hanno anche espresso fiducia nella possibilità di miglioramento
della crescita economica globale, dopo due anni di congiuntura sfavorevole.
Ad Haiti cresce la protesta contro il presidente Jean
Bertrand Aristide. Secondo fonti giornalistiche, anche la città di Saint Marc,
dove la polizia avrebbe abbandonato il commissariato dopo aver ucciso una
persona, sarebbe in mano all'opposizione. Ieri, i ribelli avevano conquistato
Les Gonaives dopo aspri scontri: 14 gli agenti uccisi secondo le fonti dei
dimostranti, 1 soltanto stando alla stampa locale. Il presidente Aristide,
intanto, ha festeggiato il terzo anno del suo mandato insieme a migliaia di
suoi sostenitori.
Non si arresta l’epidemia di
influenza aviaria in Cina, dove sono stati scoperti altri sei focolai in
altrettante province. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa Xinhua. Intanto, dopo
la Corea del sud, anche Giappone e Singapore hanno sospeso le loro importazioni
di pollame dagli Stati Uniti in seguito alle notizie relative alla scoperta del
virus nello stato del Delaware.
In Italia, sale la tensione all’interno della Casa delle
Libertà sulla verifica di governo. Ieri il premier Silvio Berlusconi, in
collegamento telefonico con la festa per il decennale dei club di Forza Italia
svoltasi a Milano, ha invitato a smetterla “con il teatrino della politica e al
ritorno della prima repubblica”. E il ministro delle Comunicazioni, Maurizio
Gasparri, si è detto pronto a dimettersi “se si tratta di una questione di
posti”. Ma quale peso hanno i gravi dissapori tra alleati sulla solidità della
maggioranza? Stefano Leszczynski lo ha chiesto al commentatore politico Domenico
Rosati.
*********
R. – Credo che quello che sta accadendo nell’area della
Casa delle Libertà sia l’instillato di una situazione che si è protratta troppo
a lungo, con tutti i problemi che si sono accumulati dentro questo contenitore
che si chiama verifica e dal quale, lo stesso Berlusconi, rischia di non
uscire. Anche perché lui stesso – diciamo così – è prigioniero delle promesse
che ha fatto singolarmente a ciascuno degli alleati e delle quali non riesce
probabilmente a dar conto in una visione collegiale.
D. – Uno dei nodi più difficili da sciogliere sembra
essere quello del ddl Gasparri, forse un po’ una mina vagante all’interno della
maggioranza?
R. – Il fatto che sia stato sostanzialmente ritirato e che
si dica che se ne parlerà dopo le elezioni europee dimostra che c’è, anche
all’interno della maggioranza, pure se si manifestano in modo incongruo dei
franchi tiratori, un disagio. In fondo il decreto di legge Gasparri non è altro
che l’icona del conflitto di interessi che pesa su tutta la situazione italiana
e sulla figura del presidente del Consiglio. Proprio l’esistenza del conflitto
di interesse rende debole la figura del presidente del Consiglio nei confronti
dei suoi alleati.
D. - Una ulteriore minaccia del premier nei confronti dei
suoi alleati è stata quella di parlare di elezioni europee ciascuno con la
propria lista. Qui c’è il rischio di un indebolimento o di un rafforzamento di
Forza Italia?
R. – Credo che Berlusconi abbia messo nel conto che non ci
sarà una lista unica. Si fa forte del rifiuto che gli altri daranno alla lista
unica per fare una campagna “cannibalistica” nei confronti degli alleati,
perché Forza Italia deve dimostrare – con la potenza di fuoco che ha e con i
mezzi economici che ha – di essere di gran lunga il primo schieramento e quindi
ridimensionare le pretese degli avversari sul piano elettorale.
********
Restiamo in Italia. Domani stop della sanità pubblica. La
manifestazione per la prima volta vedrà uniti oltre 150.000 fra medici,
dirigenti e specializzandi, che scenderanno in piazza per protestare contro il
blocco del rinnovo del contratto, scaduto da oltre due anni, e a difesa del
Servizio Sanitario Nazionale, per il quale mancano risorse sufficienti. Domani,
quindi, gli ospedali pubblici saranno aperti solo per le urgenze, radiologie e
laboratori resteranno chiusi. Inattive anche le sale operatorie, con 90.000
interventi chirurgici annullati. Saranno sospese, infine, le visite
ambulatoriali e quelle ai degenti.
Dopo i due terremoti dei giorni scorsi, si registrano
nuove scosse in Indonesia, nella città di Nabire. L’ultima è stata pari a 5,3
della scala Richter. Il bilancio del sisma, ancora provvisorio, è di 34 morti.
Crollati inoltre più di 500 edifici, distrutti ponti, strade, chiese, moschee e
l’aeroporto.
Un ragazzo di 16 anni è stato trovato vivo, sotto le
macerie del palazzo crollato in Turchia, a Konya, cinque giorni fa. Lo ha
comunicato l'agenzia Anadolu, precisando che il ragazzo è in buona salute ed è
stato ricoverato in ospedale. A salvarlo sarebbe stata una nicchia costituita
da blocchi di cemento.
Cina. Ventuno cadaveri sono stati recuperati da una
squadra di soccorritori in una miniera di carbone abbandonata nella provincia
dello Shanxi. Un gruppo di persone si era inoltrato nella miniera, pensando che
costituisse una scorciatoia per andare da un villaggio all’altro, ma sono morte
probabilmente a causa delle esalazioni di gas. Otto i dispersi, anche se ci
sono poche speranze di ritrovarli in vita.
19 morti e 4 feriti. Questo il tragico bilancio di un
incidente stradale avvenuto sulla strada che collega il Cairo a Minya, in
Egitto. Un minibus, probabilmente a causa della foschia, si è scontrato con un
camion che procedeva sulla carreggiata opposta. Immediati i soccorsi. Le
vittime sono state trasportate all’ospedale di Minya.
In Nigeria, un esponente del Partito democratico del
popolo, schieramento al potere nel Paese africano, è stato assassinato, ieri
sera, a colpi di pistola da sconosciuti. Lo ha riferito la polizia, precisando
che l’uomo stava raggiungendo Asaba, capitale dello Stato del Delta, dove era
in programma una riunione politica. Sono già stati interrogati autista e
guardia del corpo, rimasti illesi.
=======ooo=======