RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
352 - Testo della trasmissione di Venerdì 17 dicembre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In
Francia polemiche anche sulla presenza dell’albero di Natale nella scuola
Circa 8000 bambini soldato in
Afghanistan tornano alla vita civile
A Bruxelles
raggiunto l’accordo sull’avvio dei negoziati per l’adesione della Turchia
nell’Unione Europea. Accordo anche per la Croazia.
Stop del
presidente Ciampi alla riforma della giustizia proposta dal governo. Polemiche
tra maggioranza e opposizione dopo il rinvio del testo alle Camere.
17
dicembre 2004
“CHIESA CATTOLICA E POPOLO EBRAICO CONTINUINO AD
AVERE
STRETTI RAPPORTI DI AMICIZIA”: COSI’ IL PAPA OGGI
ALL’ANTI-DEFAMATION LEAGUE, ORGANIZZAZIONE CHE LOTTA CONTRO L’ANTISEMITISMO
Incontro cordiale questa mattina
in Vaticano, all’insegna dell’amicizia tra cattolici ed ebrei, tra Giovanni
Paolo II e una delegazione dell’Anti-Defamation League, un’organizzazione
internazionale che lotta contro l’antisemitismo. Ce ne parla Sergio Centofanti:
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“La Chiesa cattolica e il popolo
Ebraico continuino ad avere stretti rapporti di amicizia”. E’ quanto ha detto il Papa ricevendo i
membri dell’Anti-Defamation League.Toccante la testimonianza del presidente
dell’organizzazione Abraham Foxman: “devo la mia vita – ha detto - ad una donna
cattolica in Polonia che ha rischiato la sua vita per salvarmi” dai campi di
concentramento nazisti. “Sono vivo grazie alla sua compassione, alla sua
umanità, al suo coraggio”. “Ha cambiato il mio nome, ha falsificato i documenti”.
Mi ha aiutato anche un prete polacco.
“La Chiesa cattolica – ha
proseguito Foxman - mi ha dato la vita attraverso quella donna coraggiosa e quel
prete coraggioso” che hanno vissuto i principi della loro fede, sfidando le
mani assassine di “coloro che avrebbero voluto distruggere ogni ebreo sulla
Terra”. Abraham Foxman ha quindi espresso tutta la sua ammirazione per Giovanni
Paolo II, per la sua autorità morale nel mondo e per tutto quello che ha fatto
per gli ebrei: perché li ha difesi già da giovane prete in Polonia, per la sua
storica visita alla sinagoga di Roma e l’omaggio alle vittime dell’Olocausto
allo Yad Vashem in Israele: gesti – ha detto - che hanno aperto una nuova era
nei rapporti tra cattolici ed ebrei dopo secoli di sfiducia.
“E’ la mia fervente preghiera -
ha detto Giovanni Paolo II - che gli uomini e le donne lavorino insieme per
sradicare ogni forma di razzismo per costruire una società che promuova verità,
giustizia, amore e pace”. Il Papa ha concluso il discorso col saluto ebraico:
“Shalom!”
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GIOVANNI PAOLO II SALUTA GLI ARTISTI DEL CONCERTO
DI NATALE DI DOMANI SERA
IN VATICANO
ORGANIZZATO PER LA COSTRUZIONE DI NUOVE CHIESE
NELLA
PERIFERIA DI ROMA
Il Presepe e l’albero di Natale
aiutano l’uomo a incontrare il Dio dell’amore. Lo ha detto Giovanni Paolo II
incontrando questa mattina le star della musica italiana e internazionale
attese domani in Vaticano per la dodicesima edizione del “Concerto di Natale”.
Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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“Con grande gioia vi accolgo in
occasione del concerto di ‘Natale in Vaticano’”. Lo ha detto il Papa
rivolgendosi agli artisti che si esibiranno domani. Varie iniziative
concertistiche e canore come la vostra - ha aggiunto il Papa - sono promosse
nel tempo di Natale nelle parrocchie, nelle scuole e in tanti ambienti. “Faccio
voti che queste manifestazioni – ha spiegato Giovanni Paolo II - unitamente ad
altri segni tradizionali e suggestivi quali il presepe e l’albero di Natale,
contribuiscano a facilitare l’incontro delle persone con il Salvatore che,
nascendo a Betlemme, ha offerto all’uomo di ogni tempo il suo messaggio di
verità e di amore”. La manifestazione di domani
è finalizzata alla raccolta di fondi per la costruzione di nuove chiese a Roma
e si svolgerà come di consueto nella suggestiva cornice dell’Aula Paolo VI. Il
Santo Padre ha poi ribadito l’importanza di sostenere la costruzione di nuove
chiese, come aveva già fatto domenica scorsa durante l’Angelus. In
quell’occasione Giovanni Paolo II aveva incoraggiato “ad essere generosi,
perché tutti possano trovare un luogo in cui crescere nella fede e nella vita
cristiana”. Al concerto prenderanno parte artisti provenienti da tutto il
mondo: tra questi è prevista la partecipazione dell’italiano Pino Daniele,
della band inglese dei Simply Red e dell’israeliana Noa che si è esibita anche
in occasione dell’apertura della Porta Santa di San Pietro nel 2000.
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E’ L’EUCARISTIA IL VERO
PRESEPIO IN CUI POTER ADORARE GESU’ BAMBINO.
COSI’ PADRE CANTALAMESSA NELLA TERZA E ULTIMA
PREDICA PER L’AVVENTO 2004,
TENUTA AL PAPA E ALLA CURIA ROMANA, NEL 25.MO DEL
SUO SERVIZIO
COME PREDICATORE PONTIFICIO
- Servizio di Alessandro De Carolis -
“L’Anno dell’Eucaristia ci aiuta
a cogliere l’aspetto più profondo del Natale”. Nella terza e ultima predica
d’Avvento tenuta davanti al Papa e alla Curia romana, il predicatore della Casa
pontificia, padre Raniero Cantalamessa, ha preso ancora una volta spunto
dall’Inno attribuito a San Tommaso d’Aquino, il celebre Adoro te devote. Ringraziando i presenti per i 25 anni di servizio
in veste di predicatore vaticano, il religioso ha meditato sulla terza strofa
dell’Inno, che mette in luce l’aspetto della fede in Cristo, Uomo e Dio,
espressa sulla croce dal ladrone pentito. La sintesi della riflessione in
questo servizio di Alessandro De Carolis:
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Il Natale non è una “festa
romantica” dei doni e dei buoni sentimenti, ma una celebrazione che contiene in
sé già il segno della morte redentrice di Gesù. Per spiegare lo stretto legame
esistente tra Betlemme e il Calvario, tra l’inizio e la fine della vita terrena
di Gesù, padre Cantalamessa ha fatto ricorso all’immagine di un’icona, quella della
Galleria Tetriakov di Mosca, la “Vergine della Tenerezza” di Vladimir che
stringe a sé Gesù Bambino in atteggiamento protettivo, con lo sguardo, ha
detto, “preoccupato e venato di tristezza”. Uno sguardo, cioè, che contiene il
presagio della Croce. Questo legame tra nascita e morte di Gesù, ha proseguito
padre Cantalamessa citando il Papa, si coglie in profondità attraverso
l’Eucaristia. La strofa dell’Adoro te
devote lo spiega bene, rifacendosi a un personaggio che sul Golgota vive in
presa diretta lo “scandalo” della Croce: il ladrone pentito. Riconoscendo “con
schietto sentimento di umiltà” la propria colpa davanti a chi era stato
crocifisso come lui ma senza averne, il ladrone - ha detto padre Cantalamessa –
compie “l’atto penitenziale della prima Messa della storia”, quella celebrata
direttamente sull’altare della Croce.
“C’è una profonda analogia tra
il buon ladrone e colui che si accosta con fede all’Eucaristia. Il buon ladrone
sulla croce vide un uomo, per giunta condannato a morte, e credette che era
Dio, riconoscendogli il potere di ricordarsi di lui nel suo Regno. Il
cristiano, come si dice nella strofa, è chiamato a fare un atto di fede, da un
certo punto di vista, ancora più difficile: 'Sulla croce si celava la divinità,
qui però si cela pur l’umanità'”.
Da questo atto di fede – ha proseguito il predicatore della Casa
pontificia – si comprende come per un cristiano non basti solo “credere nel
segreto del cuore”, ma si debba “professare pubblicamente la propria fede”.
Però, ha osservato, è vero anche il contrario: “Non basta professare, bisogna
anche credere”:
“Il difetto più frequente nei
laici è di credere senza professare, nascondendo la propria fede per rispetto
umano; il difetto più frequente in noi uomini di Chiesa può essere quello di
professare senza credere. È possibile infatti che la fede divenga a poco a poco
un ‘credo’ che si ripete con le labbra, come una dichiarazione di appartenenza
e una specie di bandiera, senza mai chiedersi se si crede davvero a quello che
si dice”.
Tuttavia,
ha continuato padre Cantalamessa, bisogna “distinguere la mancanza di fede e il
buio della fede”, quello che Giovanni della Croce chiamò “notte dello spirito”.
La patì anche Giovanni Battista quando, chiuso in carcere, mandò i suoi da Gesù
a chiedergli: “Sei tu quello che deve venire?”. O anche, duemila anni dopo, don
Tonino Bello, “l’indimenticato vescovo di Molfetta”. “Anime grandi – ha
osservato il predicatore vaticano - che hanno vissuto solo di fede e che, in
una fase della vita, spesso proprio quella finale, sono piombati nel buio più
fitto, tormentati dal dubbio di aver fallito tutto e vissuto di inganno”:
“In questi casi la fede c’è, e
più robusta che mai, ma nascosta in un angolo remoto dell’anima, dove solo Dio
arriva a leggere (…) Più che da ragioni speculative bisogna attingere dal
proprio cuore la forza che fa trionfare la fede sul dubbio e sullo scetticismo
(…) Basta, a volte, una semplice parola della Scrittura a rinfocolare questa
fede e rinnovare la certezza”.
“L’Eucaristia
- ha concluso padre Cantalamessa - è il vero presepio in cui è possibile
adorare il Verbo incarnato non in immagine, ma in realtà. Il segno più chiaro
della continuità tra il mistero dell’incarnazione e il mistero eucaristico è
che con le stesse parole con cui, nell’Adoro
te devote, salutiamo il Dio nascosto sotto le apparenze del pane e del
vino, possiamo, a Natale, salutare il Dio nascosto sotto le apparenze di un
bambino”.
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“IL BUON SAMARITANO”:
UNA NUOVA FONDAZIONE DELLA CHIESA UNIVERSALE
PER RISPONDERE AI BISOGNI PIU’ URGENTI DI CHI
SOFFRE.
STAMANE IN VATICANO LA PRESENTAZIONE ALLA STAMPA
- Servizio di Roberta Gisotti -
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Sostenere economicamente i
malati più bisognosi, in particolare le persone affette dall’AIDS: questo il
mandato della Fondazione “Il Buon Samaritano”, costituita in Vaticano per
volontà del Papa, che ne ha affidato il governo al Pontificio Consiglio per la
pastorale della salute. Come raccomanda Giovanni Paolo II nella “Novo millennio
ineunte”: “E’ l’ora di una nuova fantasia della carità” per essere sì efficaci
nei soccorsi ma anche “vicini” e “solidali con chi soffre”, dove il gesto di
aiuto non è “obolo umiliante”, ma “condivisione”.
Per avviare il Fondo il Santo Padre ha donato 100 mila euro, quale
esempio di carità, auspicando che cattolici e uomini di buona volontà in tutto
il mondo, specie nei Paesi più ricchi, seguano l’esempio per salvare tante vite
ed alleviarne altre. La Fondazione è stata presentata nella sala Stampa
vaticana dal cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio
Consiglio per la pastorale della salute, che ha ricordato le drammatiche cifre
del flagello dell’Aids, con più di 22 milioni di morti dagli inizii degli anni
’80, 15 milioni di bambini rimasti orfani e quasi 38 milioni di ammalati
attuali. La Chiesa cattolica - ha detto il porporato – fin dalla comparsa del
terribile morbo ha dato il suo contributo,
aprendo Centri in tutto il mondo per la prevenzione, l’assistenza ai
malati e ai loro familiari, e la formazione degli operatori. Ma ''i nostri
centri - ha aggiunto il cardinale Barragan - malgrado tutto questo che stanno
facendo, da una parte non hanno risorse per i medicinali che si richiedono,
dall'altra non sono sufficienti per coprire gli urgentissimi bisogni che si
presentano''.
Da qui l’appello anche ai
Vescovi, sacerdoti, Istituti religiosi per organizzare in “maniera permanente”
gli aiuti necessari, e rispondere con generosità “in questo tempo di Natale'',
cogliendo lo spirito sotteso a questa nuova Opera di carità attenta ai segni
dei tempi, ha spiegato il cardinale. Ascoltiamolo al microfono di Giovanni
Peduto:
D. - La Chiesa di Cristo si
preoccupa sempre di adempiere il mandato ricevuto da Cristo “Curate gli
infermi” e desidera fare un gesto d’amore solidale in favore dei più abbandonati.
D. – E a chi in particolare
potranno andare gli aiuti?
R. – In questo momento sono tre
le grandi malattie presenti nel mondo, con i malati più bisognosi: AIDS,
malaria e tubercolosi.
D. – Cosa fa già la Chiesa per i
malati di AIDS?
R. – Vi posso dire che per
aiutare i malati di Aids e le loro famiglie sul piano medico, assistenziale,
sociale, spirituale e pastorale abbiamo il 26,7 per cento dei Centri che stanno
nel mondo intero.
D. – Come ci si potrà rivolgere
alla Fondazione?
R. – I contributi si possono
inviare tramite bonifico bancario ai conti correnti presso l’Istituto per le
opere di religione IOR della Santa Sede, in valuta di dollari USA o di euro. Lo
si può fare anche con assegno bancario internazionale, intestato al cardinale
Javier Lozano Barragan, presidente della Fondazione “Il Buon Samaritano”, Palazzo
San Paolo – Città del Vaticano.
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ALTRE UDIENZE
Il Papa questa mattina ha
ricevuto in successive udienze il cardinale James Francis Stafford, penitenziere
maggiore; l’arcivescovo Pier Giacomo De Nicolò, nunzio apostolico;
l’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina
della Fede.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina l'Iraq dove persistono le sanguinose violenze.
Sempre
in prima, un articolo di Andrea Riccardi dal titolo "Non abituarsi ai
volti del male": il Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata
Mondiale della Pace.
Nelle
vaticane, nel discorso alla delegazione dell'"Anti-Defamation
League", il Papa ha esortato affinché siano sradicate tutte le forme di
razzismo e sia edificata una società che promuova la verità, la giustizia,
l'amore e la pace.
Il
discorso di Giovanni Paolo II agli artisti che partecipano al Concerto "Natale
in Vaticano", promosso per sostenere la costruzione di nuove chiese
soprattutto nelle zone di periferia della Diocesi di Roma.
Nelle
estere, UE: dal Consiglio Europeo, riunito a Bruxelles, via libera ai negoziati
con Croazia e Turchia.
Nella
pagina culturale, l'introduzione di Giacomo Martielli al suo volume (in questi
giorni nelle librerie) dal titolo "Homo moralis. Aspetti psicologici e
processi formativi".
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della giustizia.
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17
dicembre 2004
“ANGELI NEL DESERTO”. E’ IL TITOLO DELLA MOSTRA
VISITABILE DA DOMANI
FINO A DOMENICA PROSSIMA NELLA SEDE DEL COMUNE DI
SANT’ANTIMO
E DEDICATA AI BAMBINI DELLA PERIFERIA DI LIMA.
L’ESPOSIZIONE
È PATROCINATA DAL SEGRETARIATO SOCIALE DELLA RAI,
DALL’AMBASCIATA DEL PERÙ PRESSO LA SANTA SEDE E DALLA DIOCESI DI CARABAYLLO
- Intervista con mons. Antonio Riboldi, frate
Fernando e Gabriele Capone -
La vita quotidiana di uomini,
donne e bambini che vivono tra agglomerati di baracche e strutture precarie
costruite sulla sabbia della costa del Pacifico. E’ questa la cornice degli
scatti della mostra fotografica “Angeli nel deserto” curata da Alessandro
Iasevoli e incentrata sui disagi e le sofferenze della gente della periferia nord
di Lima. L’esposizione, il cui ricavato sarà destinato alla realizzazione di un
centro culturale in Perù, sarà allestita da domani fino a domenica prossima
nell’atrio della Casa comunale di Sant’Antimo, in provincia di Napoli.
All’inaugurazione della mostra, che costituisce anche una testimonianza della solidarietà
di religiosi e laici verso i più poveri, è prevista tra gli altri la partecipazione
del vescovo emerito di Acerra, mons. Antonio Riboldi, al quale Amedeo Lomonaco
ha chiesto il significato di questa iniziativa.
*********
“Questa iniziativa rappresenta un fatto grande ed
umanitario. L’umanità si fa su queste piccole cose che messe insieme fanno
sentire come la Chiesa non sia distante da queste realtà. Questa mostra ha il
merito di dire a chi la visita: “Guardate, noi siamo impegnati ad essere là,
come angeli veri”.
Sulla difficile situazione dei
bambini della periferia di Lima, ai quali è dedicata la mostra, ascoltiamo la
testimonianza di frate Fernando, missionario comboniano che conosce bene la
realtà del Paese andino.
R. - Molti bambini devono
lavorare se vogliono vivere. C’è poi una percentuale molto alta di donne
abbandonate e quindi il bambino non può studiare e viene sfruttato; a questi
bambini non viene permesso di vivere l’infanzia con dignità.
D. - Quali le sfide e le
priorità per la Chiesa in Perù?
R. - Dovrebbe essere una Chiesa
più profetica. Una Chiesa che sappia annunciare, ma che sappia anche denunciare
le situazioni di ingiustizia e di povertà ancora presenti in Perù. Una Chiesa
che esca un po’ dalle sacrestie e vada ad incontrare i poveri.
Il ricavato della vendita del
catalogo con le fotografie esposte nella mostra sarà finalizzato alla
costruzione di una biblioteca nella periferia della capitale peruviana. Ma come
incentivare la costruzione di questi ponti culturali e diffondere la solidarietà
tra i popoli? Risponde Gabriele Capone, direttore della biblioteca comunale di
Sant’Antimo:
R. - La conoscenza di
altre culture e realtà sociali è radicata nella natura stessa dell’uomo. Ma,
paradossalmente, la società globalizzata sta inibendo questa capacità. La
biblioteca, luogo di conoscenza per eccellenza, deve proporre iniziative capaci
di veicolare questo interesse e la curiosità dell’individuo – e soprattutto dei
giovani – verso realtà lontane. Per questo è sembrato opportuno ed appropriato
curare l’allestimento di questa mostra fotografica. E vale ancora di più per
una comunità come la nostra che rappresenta il sud dell’opulento mondo
occidentale. La biblioteca, grazie alla tecnologia, deve costruire dei ponti in
grado di avvicinare i popoli coinvolgendo il maggior numero di persone
possibile attraverso i valori della conoscenza e della solidarietà.
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17
dicembre 2004
I VESCOVI SPAGNOLI ESORTANO A
BATTEZZARE I BAMBINI APPENA NATI.
IN UN DOCUMENTO, FRUTTO DELL’ULTIMA ASSEMBLEA PLENARIA,
LA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA SOTTOLINEA I
DOVERI DEI GENITORI
E I DONI LEGATI A QUESTO SACRAMENTO
MADRID.
= “Orientamenti pastorali per l’iniziazione cristiana dei bambini non
battezzati durante l’infanzia”: è il titolo del documento messo a punto dalla
Conferenza episcopale spagnola (CEE), nel corso della loro ultima assemblea
plenaria. “Se in ogni celebrazione del Battesimo la Chiesa confessa che la
partecipazione alla vita divina è un dono dell’amore universale, proveniente
dal Padre e gratuito – ribadiscono i vescovi spagnoli, invitando i genitori ad
essere veramente cristiani e a battezzare i figli appena nati – questo è ancora
più manifesto nel Battesimo dei bambini, praticato dalla Chiesa fin
dall’antichità”. “Anche se il dono del Battesimo è pieno da parte di Dio”, i
presuli ricordano che “all’uomo vengono richieste una risposta e la
conversione” e che “in questo processo di crescita e di sviluppo della grazia
battesimale l’aiuto dei genitori sarà di vitale importanza, perché è loro
missione alimentare la vita che Dio gli ha affidato ed educare nella fede i
propri figli, camminando insieme a loro e trasmettendo la fede che essi stessi
professano”. Le parti centrali del documento si dedicano poi ad analizzare “la
mediazione materna della Chiesa nel catecumenato dei bambini”, tenendo conto
soprattutto del ruolo che hanno in questo processo il vescovo, i presbiteri, i
padrini, i catechisti e la famiglia. Per quanto riguarda, in particolare, il
padrino, il documento spiega che “rappresenta la famiglia, come estensione
spirituale della stessa, così come la Chiesa Madre, e, quando necessario, aiuta
i genitori perché il bambino giunga a professare la fede e ad esprimerla nella
propria vita”. Circa il ruolo della famiglia nell’itinerario catecumenale,
infine, il testo dei vescovi spagnoli afferma che “la richiesta del Battesimo
dovrà sempre contare sul consenso dei genitori e sulla disponibilità ad aiutare
i bambini nella preparazione al Battesimo per quanto dipende da loro” ed
aggiunge che “nel corso di tutto l’itinerario catecumenale dovranno essere
aiutati a scoprire le conseguenze di questo consenso”. (B.C.)
ANCORA LONTANA IN ARABIA SAUDITA LA LIBERTA’
RELIGIOSA.
ARRESTATO E INCARCERATO UN GIOVANE CONVERTITO AL
CRISTIANESIMO
JEDDAH. = Ennesimo episodio di intolleranza
religiosa in Arabia Saudita. Lo scorso 29 novembre, a Hofuf, nell’est del
Paese, un uomo convertitosi al cristianesimo è stato arrestato e incarcerato.
La notizia è stata resa nota pochi giorni fa dall’International Christian
Concern (ICC) di Washington, impegnato nella difesa dei cristiani
perseguitati nel mondo, precisando che insieme con Emad
Alaabadi sono finite in manette altre tre o quattro persone. L’uomo è
stato intercettato dalla Muttawa, la polizia religiosa saudita, mentre stava
guidando per portare a casa i figli da scuola. Gli agenti lo hanno scortato
fino a casa e poi l’hanno portato nella prigione della città. In seguito
Emad è stato condotto in carcere a Jeddah, dove attualmente è detenuto. L’ICC ritiene che gli agenti
della Muttawa abbiano torturato il cristiano per riconvertirlo all’Islam.
Alaabadi ha 30 anni ed è padre di 4 figli. È diventato cristiano 2 anni fa.
L’Islam fondamentalista wahabita è l’unica religione ammessa ufficialmente in
Arabia Saudita, dove non esiste libertà religiosa, sebbene negli ultimi anni le
autorità permettano a seguaci di altre religioni la pratica in privato. La
Muttawa, tuttavia, riferisce l’agenzia Asianews, continua a perseguire i
cristiani anche nelle loro case private, dove si riuniscono per pregare. Nel
regno saudita non è permesso costruire luoghi di culto, chiese o cappelle. Su
oltre 21 milioni di abitanti, i musulmani sono il 93,7 per cento. I cristiani,
invece, sono il 3,7 per cento della popolazione, nella quasi totalità lavoratori
stranieri. I cattolici sono 800 mila. (B.C.)
I GESUITI DEL CENTROAMERICA SI SONO DETTI CONTRARI
AL TRATTATO
DI LIBERO COMMERCIO CON GLI STATI UNITI. SECONDO I
MEMBRI DELLA COMPAGNIA
DI GESU’ IL DOCUMENTO E’ CONTRASSEGNATO DA “GRANDI
ASIMMETRIE”
SAN
SALVADOR. = I Parlamenti dei governi
del Centroamerica non dovrebbero ratificare il Trattato di libero commercio
(TLC) con gli Stati Uniti, perché contrassegnato da “grandi asimmetrie”.
Questa, in sintesi, l’esortazione espressa dalla Commissione per l’apostolato
sociale della Provincia centroamericana della Compagnia di Gesù, sul principale
quotidiano salvadoregno, “La Prensa Grafica”. “Dopo un ampio dibattito tra
diversi settori con argomenti, sia a favore che contrari – si legge nel comunicato
– rendiamo pubblica la nostra convinzione che il testo attuale del Tlc tra
Stati Uniti, Centroamerica e Repubblica Dominicana non debba essere convalidato”.
“Siamo a favore di un negoziato commerciale nelle Americhe che sia estremamente
attento alle diseguaglianze che si riscontrano nei diversi Paesi – aggiungono i
gesuiti – e che abbia come punto di riferimento la globalizzazione della
solidarietà e non finisca per consacrare l’insostenibile situazione attuale di
miseria e povertà dilagante”. Gli ostacoli incontrati nei negoziati sull’Area
di libero commercio delle Americhe (ALCA), dall’Alaska alla Terra del Fuoco, hanno
spinto gli Stati Uniti a procedere contemporaneamente in trattative bilaterali
con singoli Paesi latinoamericani per arrivare a siglare un TLC. Secondo i gesuiti
centroamericani, riferisce l’agenzia Misna, i Paesi dell’America Latina e dei
Caraibi dovrebbero prima procedere ad un’integrazione economica regionale “per
poi poter negoziare con maggiore autorevolezza con Canada e Usa e Unione
Europea e Giappone”. (B.C.)
L’ALBERO DI NATALE RIMOSSO DA UNA SCUOLA IN
FRANCIA. DOPO IL PRESEPIO
ED I CANTI NATALIZI, SECONDO DUE STUDENTESSE,
ANCHE L’ALBERO
OFFENDE LA LAICITA’ DELLO STATO. INSORGONO I
GENITORI E GLI ALTRI ALUNNI
- A cura di Rita Anaclerio -
PARIGI. = L’albero di Natale
ripudiato proprio lì dove la tradizione vuole che abbia avuto origine, in
Francia. Ebbene si, in nome della recente legge sulla laicità, due studentesse
del liceo van-Dongen di Lagny-sur-Marne, vicino Parigi, hanno chiesto al loro
preside la rimozione dalla scuola di uno dei simboli tradizionali del Natale.
Non bastava, quindi, la polemica sul presepe e sui canti di Natale come
proiezioni di una supremazia religiosa e quindi discriminante verso altri
culti. Le due ragazze, infatti, alcuni giorni fa, si sono presentate davanti al
preside, in qualità di portavoci di una minoranza più ampia che si dichiarava
insoddisfatta nel vedere in un luogo pubblico quel simbolo. La pronta reazione
del preside di rimuovere l’albero natalizio ha sollevato le inevitabili
polemiche dei genitori e degli altri alunni, ottenendone così, il ripristino
all’interno della scuola. Questo episodio dimostra come la legge sulla laicità
non solo non sia stata ben accettata da
milioni di francesi, ma anche come alcune parti del testo siano suscettibili di
interpretazioni fuorvianti e, in questo caso, fantasiose. Nel Codice
dell’Educazione, infatti, si legge che: “Nelle scuole, nei collegi e nei licei
pubblici è vietato indossare segni o abiti attraverso cui gli studenti
manifestano in modo vistoso un’appartenenza religiosa”. Ma l’albero di Natale,
così come avviene per le feste religiose di altre fedi, ha valore di
tradizione, assumendo significato religioso solo per chi ha fede. Ad aggiungere
confusione è stata, inoltre, la circolare redatta da un gruppo di professori
della scuola francese che spiega che “l’uso dell’albero come simbolo di vita o
rinascita è molto più antico del Cristianesimo”. Sono episodi, dunque, che,
come ha fatto notare il presiedente della Conferenza dei vescovi di Francia,
mons. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, hanno “effetti indiretti nella
vita sociale” e che, ha sottolineato ancora il presule, occorre seguire con
molta attenzione.
GIUSTIZIA PER I CILENI VITTIME DELLA DITTATURA.
IL PARLAMENTO HA APPROVATO IERI UNA LEGGE SUGLI
INDENNIZZI
PER I CIRCA 28 MILA CITTADINI TORTURATI TRA IL
1973 E IL 1990
SANTIAGO
DEL CILE. = Il parlamento cileno ha approvato il progetto di legge che prevede
un indennizzo per i circa 28 mila cittadini che, durante il passato regime
(1973-1990), sono stati torturati. L’iniziativa del governo è passata in meno
di 48 ore, con 74 voti nella Camera dei deputati e 34 nel Senato. Il numero dei
cileni che hanno subito la violenza della dittatura è stato accertato dalla
Commissione nazionale sui prigionieri politici e le torture che, dopo aver
raccolto 35 mila testimonianze, ha stilato il cosiddetto “Rapporto Valech”.
Quanto all’indennizzo i 28 mila torturati percepiranno una pensione annuale tra
i 2.300 ed i 2.600 dollari, oltre ad un immediato “una tantum” di circa 5.128
dollari. La stessa legge, inoltre, prevede assistenza sanitaria e un assegno di
circa 6.900 dollari per i minorenni nati nelle carceri del regime, che verranno
anche esentati dal servizio militare. (B.C.)
CIRCA 8000 BAMBINI SOLDATO IN AFGHANISTAN TORNANO
ALLA VITA CIVILE.
GRAZIE AL PROGRAMMA DI SMOBILITAZIONE DELL’UNICEF,
GLI EX MILITARI
SEGUIRANNO UN PROGRAMMA DI EDUCAZIONE E FORMAZIONE
KABUL. = Circa 8000 bambini
soldato che facevano parte delle milizie afghane sono tornati ad una vita
normale. Ad affermalo, un rapporto dell’UNICEF, che da circa un anno sta
conducendo il programma di smobilitazione indirizzato ai minorenni. Ad ogni
ragazzo, compreso tra i 14 ed i 17 anni, che ha scelto di lasciare la vita
militare l’UNICEF ha fornito una serie di misure di supporto, a cominciare da
documenti di identificazione, una visita medica e psicologica, lezioni su come
riconoscere ed evitare mine antipersona e ordigni inesplosi e la possibilità di
scegliere tra una serie di programmi di educazione di base e di formazione
professionale. Il rappresentante dell’UNICEF, Edwar Carwardine, ha delineato il
profilo dei minorenni sottratti alle armi: provengono dalle 15 province del
nord, dell’est e del centro dell’Afghanistan e venivano utilizzati non solo per
imbracciare le armi ma, soprattutto, per compiti di corvée, come sentinelle e
staffette. L’Organizzazione delle Nazione Unite spera di poter raggiungere
entro il prossimo anno i restanti 4000 bambini-soldati nel sud e nel sud-est
del Paese. Questa iniziativa corre parallelamente al programma per il “Disarmo,
Smobilizzazione e Reintegrazione” dei circa 100 mila miliziani ancora presenti
in Afghanistan: il governo spera di smobilitare almeno 50 mila ex-combattenti,
ma al momento hanno accettato di lasciare le armi solo in 28 mila. (R.A.)
IL FILOSOFO
ATEO FLEW SI CONVERTE ALL’ESISTENZA DI DIO. AD 81 ANNI
IL NOTO PENSATORE INGLESE SI ALLONTANA
DALL’IDEOLOGIA ATEA E AMMETTE
L’ESISTENZA DI “UN ARCHITETTO DEL MONDO”
NEW YORK. = Un pensatore è costretto a seguire il ragionamento ovunque
esso conduca e se questo porta a Dio, anche la scienza si deve arrendere. A
sostenerlo è il filosofo britannico Anthony Flew, uno dei più illustri
diffusori dell’ateismo, che durante una conferenza a
New York ha ritrattato la sua ideologia di una vita, ammettendo “la prova
scientifica dell’esistenza di Dio”. Lo studioso ha
sottolineato che le ultime ricerche biologiche “dimostrano, per l’estrema
complessità del Creato e dei modi in cui si è formata la vita, il
coinvolgimento di un’intelligenza superiore”. Lui si dichiara non ancora
credente ma almeno “deista”, rifacendosi alla posizione di Thomas Jefferson,
secondo il quale prove inconfutabili della presenza di un “architetto
intelligente” sono la creazione dell’universo e della vita. Più che
dall’infinitamente grande, Flew è stato persuaso dall’infinitamente piccolo. E’
la struttura del DNA ad aver scosso la sua meraviglia e a spingerlo ad abbandonare
la posizione drasticamente atea. Determinante nella svolta ideologica del
filosofo è stata la lettura de “Le meraviglie del mondo”, testo di Roy Varghese,
un cattolico texano che intende dimostrare come le ricerche scientifiche rivelino
“l’operato di un essere superiore capace di creare la vita”. Flew, infine, ammette che qualche suo “discepolo” possa rimanere
“scioccato” dal cambiamento di posizione, ma ribadisce che la sua vita “ha
sempre seguito il motto del Socrate platoniano: segui l’evidenza, ovunque essa
abbia intenzione di portarti”. (R.A.)
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17
dicembre 2004
- A cura
di Alessandro Gisotti -
E’ stallo nei
negoziati per l’adesione della Turchia nell’Unione Europea. Al vertice di
Bruxelles si sta lavorando febbrilmente ad un compromesso tra UE e Turchia sul
riconoscimento di Cipro. Nell'agenda iniziale, la conclusione del summit era
prevista per le ore 13; i lavori proseguiranno invece nel pomeriggio alla
ricerca di un accordo. Sugli sviluppi del vertice europeo, ci riferisce Alessandro
Gisotti:
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Senza sosta: è un
negoziato serrato e complesso quello in corso a Bruxelles. Il premier turco
Erdogan ha rifiutato la prima formulazione del compromesso proposto dai 25, che
indicava l’apertura dei negoziati il 3 ottobre del 2005 e la completa adesione
come obiettivo, non assicurando però l’esito positivo del processo negoziale.
In caso di fallimento, affermava la bozza rifiutata dal premier turco, si
delineava un approccio alternativo per mantenere la Turchia “ancorata” alle
strutture europee. C’è poi la spinosa questione del riconoscimento di Cipro da
parte turca, vero ostacolo alle trattative. Tuttavia, sembra profilarsi un
accordo tra l'UE e la Turchia sulla questione, che permetterebbe di sbloccare
lo stallo. Secondo fonti diplomatiche, il superamento dell’impasse si
otterrebbe eliminando dal testo delle conclusioni l'impegno di Ankara di
siglare già oggi il Protocollo che estende anche a Cipro l’accordo doganale e
commerciale tra l'Unione e la Turchia, che equivarrebbe ad un riconoscimento implicito
della Repubblica di Cipro da parte turca. In cambio, il governo turco, in una
dichiarazione a parte che potrebbe essere anche verbale, manifesterebbe il suo
“fermo impegno” ad affrontare e risolvere il problema Cipro. Ad Ankara, però,
il capo dell'opposizione parlamentare turca, Baykal, ha chiesto il congelamento
del negoziato perché le condizioni poste da Bruxelles configurano “una
partecipazione di seconda categoria”. Non solo incertezze, però, al vertice di
Bruxelles. Arrivano infatti anche buone notizie: l’Unione Europea ha confermato
che avvierà i negoziati di adesione con la Croazia nell’aprile 2005, se verrà
però certificata una piena cooperazione di Zagabria con il Tribunale penale
internazionale per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia. Infine, dal vertice
arriva anche il via libera ai trattati di adesione di Bulgaria e Romania
nell’aprile del 2005, così da consentire ai due Paesi di diventare membri
effettivi dell’Unione nel 2007.
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In Medio
Oriente, nuova battuta di arresto in Israele nelle trattative fra il premier
conservatore Sharon e il leader dell'opposizione laburista Peres per la
formazione di un governo di unità nazionale. Sharon ha deciso oggi una sospensione
della trattativa - scrivono i giornali israeliani - perché irritato da alcune dichiarazioni
del capo negoziatore laburista. Dal canto suo, il premier britannico Blair ha
annunciato che si recherà a Ramallah, il prossimo 22 dicembre, per incontrare
la dirigenza palestinese. Sul terreno, 5 palestinesi sono rimasti intrappolati
sotto terra presso Rafah, in seguito al crollo di un tunnel utilizzato per il
contrabbando di armi ed esplosivi, destinati ai gruppi radicali. Nella notte,
invece, si è svolta un’operazione militare israeliana a Khan Yunis, nel sud
della Striscia di Gaza, per fermare il lancio di proiettili di mortaio da parte
dei miliziani contro i vicini insediamenti ebraici. Nell'offensiva sono rimasti
uccisi quattro palestinesi.
In Iraq, tre occidentali e il loro autista iracheno
sono stati uccisi da guerriglieri che ne avevano assaltato la vettura a Mosul,
nel nord del Paese. Lo riferiscono testimoni oculari, citati dall’agenzia
Reuters. Intanto, per la prima volta dopo la sua cattura, avvenuta un anno fa,
Saddam Hussein si é consultato ieri con uno degli avvocati incaricati dalla sua
famiglia di difenderlo al processo che sarà celebrato l'anno prossimo, contro
di lui ed i suoi collaboratori, per le violazioni dei diritti umani perpetrate
durante gli anni della dittatura. Il Ministero degli esteri italiano, dal canto
suo, ha confermato che l’uomo ucciso in Iraq è Salvatore Santoro. Madeleine
Gerard, la donna che per 16 anni ha vissuto a Londra con lui, lo ha riconosciuto
nelle immagini trasmesse dalla tv italiana. Santoro, 52 anni, avrebbe cercato
di forzare un check point di ribelli presso Ramadi. L’uccisione è stata rivendicata
da un movimento islamico sulla tv Al Jazeera. E anche oggi, nessuna tregua
nella provincia di Al Anbar, ad ovest di Baghdad, dove un marine è stato ucciso
in uno scontro a fuoco con dei ribelli.
In Italia, ricomincerà in Senato il prossimo 11
gennaio l'iter della legge di riforma dell'ordinamento giudiziario, che il capo
dello Stato Ciampi ha rinviato ieri alle Camere. Ciampi ha rilevato quattro
punti di palese incostituzionalità della legge. Il centrodestra minimizza, il
centrosinistra plaude il Quirinale e attacca il governo. Il servizio di Giampiero
Guadagni.
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Ci sono critiche di
merito e di metodo nel messaggio con cui ieri il capo dello Stato ha rinviato
alle Camere la legge, approvata definitivamente lo scorso primo dicembre, che
riforma l’ordinamento giudiziario. Quattro i punti che Ciampi considera in
contrasto con la Costituzione: l’attribuzione al ministro della Giustizia del
potere di fissare le linee di politica giudiziaria; l’istituzione dell’Ufficio
di monitoraggio dei processi; il potere del ministro di impugnare alcune nomine
decise dal Consiglio superiore della magistratura. Infine, il ridimensionamento
dei poteri del CSM nell’assunzione, trasferimento e promozione dei magistrati.
Non solo, dal capo dello Stato arrivano rilievi anche al modo di legiferare
invalso da tempo, cioè a colpi di maxi emendamenti. Una prassi seguita,
peraltro, anche in occasione della legge finanziaria approvata proprio ieri.
Insomma, il Quirinale è preoccupato per i possibili limiti all’autonomia e
indipendenza della magistratura. Riserve sono state sottolineate con forza
anche dall’ANM, l’associazione di categoria dei magistrati, che negli ultimi
tempi ha scioperato per tre volte, soprattutto contro la separazione delle funzioni
tra giudice e pubblico ministero. Dure anche le critiche dell’opposizione, che
chiede di riscrivere completamente la legge, mentre il centrodestra minimizza.
Per il premier Berlusconi e il ministro della Giustizia Castelli, le modifiche
chieste da Ciampi sono marginali e non intaccano l’impianto generale della riforma,
che secondo Berlusconi sarà pronta nuovamente a febbraio. E molti esperti avanzano
dubbi di costituzionalità anche a proposito della legge sulla recidiva approvata
ieri dalla Camera, e che l'opposizione ha polemicamente ribattezzato
"salva Previti". La legge prevede l’inasprimento delle pene per i recidivi
e i reati di mafia, ma esclude il carcere per gli incensurati sopra i 70 anni e
stabilisce prescrizioni più brevi per i processi in corso.
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Almeno cinque persone - tre guardie
carcerarie e due detenuti - sono stati uccise stamani in un tentativo di
evasione di prigionieri di Al Qaeda da un carcere di Kabul. Lo ha riferito il
direttore dell’istituto carcerario.
La diplomazia africana al lavoro per la pace in Costa d’Avorio: il
presidente sudafricano, Thabo Mbeki ha incontrato ieri a Pretoria i responsabili
della ribellione delle “Forze Nuove”, nel tentativo di individuare una
soluzione alla crisi in Costa d’Avorio, riacutizzatasi dopo le violenze
d’inizio novembre, che hanno coinvolto anche la missione di pace francese. Nei
giorni scorsi, Mbeki – mediatore per conto dell’Unione Africana – aveva detto
che tutte le parti in causa si erano dichiarate d’accordo per rilanciare il
processo di pace di Linas-Marcoussis del gennaio 2003.
Nella Repubblica Democratica
del Congo, una missione composta da ministri e deputati è partita dalla
capitale Kinshasa per recarsi a Kanyabayonga - nella regione nordorientale del
Nord Kivu - dove da alcuni giorni si affrontano truppe regolari e presunti
ammutinati dei quali non è chiara l’identità. Il governo congolese ha accusato
il Rwanda di combattere a fianco degli ammutinati, le autorità di Kigali
negano, mentre la Monuc, la missione di pace dell’ONU nell’ex-Zaire, sostiene
che si tratta di soldati “congolesi” non integrati nel riunificato esercito
nazionale.
Il segretario generale dell'ONU, Kofi Annan, al
centro delle polemiche per gli episodi di corruzione del programma “Oil for
food” con l'Iraq, ha ricevuto ieri sera a Washington un attestato di fiducia
dal segretario di Stato uscente, Colin Powell, ma non e' stato ricevuto alla
Casa Bianca dal presidente Bush. Annan, che ha annunciato un maggior impegno
dell'ONU nella preparazione delle elezioni in Iraq del mese prossimo, ha detto
di non sentirsi “snobbato od offeso” dal mancato incontro con Bush. Intanto, il
segretario ONU, ha detto di auspicare che la riforma del Consiglio di sicurezza
del Palazzo di Vetro rappresenti una “decisione equa per tutte le regioni” del
mondo.
In Senegal, sembra prossimo
l’accordo di pace tra il governo di Dakar e gli indipendentisti della
Casamance, regione meridionale del Paese africano. Secondo la stampa senegalese
che cita un comunicato del presidente del movimento indipendentista, l’intesa
dovrebbe essere siglata il prossimo 30 dicembre. E’ dal 1982 che gli
indipendentisti della Casamance sono in lotta con il governo senegalese per
ottenere una maggiore autonomia territoriale.
In Somalia, almeno 27 persone
sono rimaste uccise e decine di altre ferite in due giorni di combattimenti tra
milizie rivali infuriati a Gelinsor, un villaggio nella parte centrale. Lo
hanno riferito testimoni oculari, secondo cui i contendenti si stanno tuttora
affrontando a raffiche di mitragliatrice.
Negli Stati Uniti, il senatore repubblicano del
Mississippi, Trent Lott, ha criticato il segretario alla Difesa, Donald
Rumsfeld, sostenendo che il prossimo anno andrà rimpiazzato. Critiche a Rumsfeld
erano state rivolte nei giorni scorsi dal senatore repubblicano, John McCain, e
dal direttore del settimanale conservatore “Weekly Standard”.
Cuba e Venezuela hanno rafforzato la loro alleanza
strategica attraverso un inedito accordo di integrazione e una dichiarazione
politica di rifiuto dell'iniziativa statunitense di creare un'area di libero
commercio delle Americhe (ALCA). Entrambi i documenti sono stati firmati da
Fidel Castro e Hugo Chavez, durante la visita “ufficiale ed amichevole” che il
presidente venezuelano ha compiuto all'Avana per celebrare il decennale della
sua prima visita a Cuba.
In Colombia, la
Corte d'Appello di Bogotà ha condannato a 17 anni e mezzo di pena ciascuno tre
irlandesi, arrestati nell'agosto del 2001 con l'accusa di essere membri
dell'Ira e di aver addestrato i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie
della Colombia.
Ancora emergenza clandestini sulle
coste siciliane: è di circa 800 extracomunitari il bilancio degli sbarchi in
Sicilia nelle ultime 24 ore. Gli ultimi arrivi a Pantelleria e a Licata.
Attivato ieri pomeriggio un ponte aereo da Lampedusa per il trasferimento di
102 immigrati verso il centro di accoglienza di Crotone.
Il boss della camorra,
Vincenzo Mozzarella, è stato arrestato la notte scorsa dalla polizia a Parigi.
Il pericoloso latitante, 50 anni, a capo dell’omonimo clan e del nuovo cartello
camorristico Mazzarella-Misso-Sarno, contrapposto all'alleanza di Secondigliano,
controlla i traffici illeciti di una vasta zona di Napoli.
Darfur. Il
governo sudanese e i ribelli del Movimento Nazionale per la riforma e lo
sviluppo (NMRD) hanno firmato oggi a N’Djamena, capitale del Ciad, un accordo
di pace per la travagliata regione occidentale del Sudan. L’accordo – ha affermato
un giornalista dell’AFP – è stato siglato alla presenza del premier del Ciad, Moussa
Faki.
L'Unione Europea e la Turchia hanno raggiunto un
accordo sull'avvio dei negoziati di adesione della Turchia il 3 ottobre 2005.
Lo indicano fonti europee a Bruxelles, citate dall’agenzia Ansa. In base al
testo di compromesso, Ankara si impegnerebbe, con una dichiarazione verbale, ad estendere anche a Cipro il Protocollo
dell’accordo doganale e commerciale che riconosce, implicitamente, la Repubblica
di Cipro.
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