RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
346 - Testo della trasmissione di sabato 11 dicembre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il
cardinale Saldarini compie oggi 80 anni
OGGI IN PRIMO PIANO:
Il
Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
Abolita
in Senegal la pena di morte
Oggi
Giornata internazionale della montagna, indetta dalle Nazioni Unite nel
dicembre 2002
Filippine: sale a
1800 morti il bilancio delle vittime dei tifoni
Elezioni
legislative a Taiwan: vince l’opposizione, favorevole ad un più stretto legame
con Pechino
In Italia oggi è
stato condannato a 9 anni di reclusione
il senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, per concorso esterno in
associazione mafiosa. Ieri assoluzione e prescrizione per il presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi nel processo SME
11 dicembre 2004
LA CROAZIA HA BISOGNO DI ENTRARE PRESTO
NELL’UNIONE EUROPEA:
LO HA SOTTOLINEATO STAMANE IL PAPA RICEVENDO IL
NUOVO AMBASCIATORE CROATO PRESSO LA SANTA SEDE CHE HA PRESENTATO LE SUE LETTERE
CREDENZIALI
Un Paese, la Croazia, “che ha bisogno di riconciliazione e di pace”, e di
entrare presto nell’Unione Europea: lo ha sottolineato stamane il Papa ricevendo
l’ambasciatore della Repubblica croata presso la Santa Sede, Emilio Marin, che
ha presentato le sue Lettere credenziali. 53 anni, nativo di Spalato, sposato,
laureato in Storia antica e in Archeologia, Marin ha ricoperto prestigiosi
incarichi in campo culturale nel suo Paese e all’estero; membro della
Pontificia Accademia romana di archeologia è autore di diversi saggi
sull’archeologia paleocristiana. Il servizio di Roberta Gisotti.
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“La
bella ed ospitale Croazia”, che Giovanni Paolo II ha ricordato di aver visitato
per ben tre volte, l’ultima lo scorso anno in coincidenza con il suo centesimo
pellegrinaggio apostolico, toccando “con mano” i segni “visibili” “di un
Cristianesimo incarnato nella vita della gente”. Anzitutto il Papa ha auspicato
che questo Paese entri quanto prima nell’Europa unita, perché un ritardato
ingresso - ha ammonito - “potrebbe recare detrimento al processo di attuazione
delle riforme democratiche”, non solo in Croazia ma anche nelle altre Nazioni
candidate all’integrazione europea”. Da rilevare che la Croazia – mentre nel
Paese è in corso un ampio dibattito - attende una data per l’avvio dei
negoziati dal prossimo Vertice europeo a Bruxelles, il 16 e 17 dicembre.
Il
Santo Padre ha poi lodato l’impegno del popolo croato “a favorire il dialogo,
la riconciliazione e la pace”, non solo in Patria ma anche in ambito euroatlantico.
E di questa pace – ha osservato – i “pilastri basilari” sono “la giustizia e il
perdono” per ricostruire “i rapporti tra le persone, che ancora risentono”
“degli scontri tra le ideologie del recente passato.” Tra i problemi più
urgenti, Giovanni Paolo II ha indicato quello dei profughi e degli esuli,
specie della Bosnia-Erzegovina”, in attesa di poter rientrare nelle loro case,
e buone speranze – ha detto - apre il recente accordo tra Croazia e Serbia per
il riconoscimento dei diritti delle rispettive minoranze.
E se
oggi dopo “la triste esperienza” del “totalitarismo”, e “la triste stagione
dell’ultima guerra”, la Croazia guarda avanti, il Papa ha raccomandato di
tenere ben presenti i “bisogni culturali” e “spirituali della gente”, per “uno
stabile sviluppo sociale ed economico”, consapevoli che il crescente fenomeno
della globalizzazione mondiale “potrebbe aggravare lo squilibrio già esistente”
tra ricchi e poveri.
Infine
Giovanni Paolo II ha evidenziato il “ruolo positivo” della Chiesa “per il vero
bene della società croata” e la proficua collaborazione tra comunità ecclesiale
e civile, rammentando gli accordi stipulati tra Croazia e Santa Sede, che “per
alcuni aspetti attendono ancora piena attuazione”, “a vantaggio di tutti i
cittadini”.
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IL PAPA RICEVE IN UDIENZA I FEDELI DELLE DIOCESI
DI TARBES
E LOURDES
E RICORDA CON EMOZIONE IL SUO PELLEGRINAGGIO
ALLA GROTTA DI MASSABIELLE, DELL’AGOSTO SCORSO
Un incontro ricco d’emozione
stamani in Vaticano: Giovanni Paolo II ha accolto in Sala Clementina un
centinaio di pellegrini provenienti dalle
diocesi francesi di Tarbes e Lourdes.
Il Papa ha colto l’occasione per ricordare il viaggio apostolico al santuario
mariano di Lourdes, il 14 e 15 agosto scorso. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
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Il Papa ha
ringraziato tutti i fedeli che gli hanno permesso di recarsi alla Grotta di
Massabielle, nell’anno in cui la Chiesa celebra il 150.mo anniversario del
dogma dell’Immacolata Concezione. Un pensiero speciale il Pontefice lo ha
dedicato ai malati e ai volontari, esortando i pellegrini a confidare sempre in
Maria, Madre nostra e della Chiesa. Proprio ai malati il Papa si era rivolto
con particolare affetto durante il pellegrinaggio dell’agosto scorso a Lourdes.
“Condivido con voi un tempo della vita segnato dalla sofferenza fisica –
affermò - ma non per questo meno fecondo nel disegno mirabile di Dio”. E
ancora: “Cari fratelli ammalati, vorrei stringervi fra le mie braccia con
affetto, uno dopo l’altro e dirvi quanto sono vicino e solidale con voi”. I
malati e Lourdes, un binomio inscindibile. Molti tra loro giungono al Santuario
francese dall’Italia grazie ai treni dell’Unitalsi, organizzazione nata nel
1903, che conta oltre 300 mila aderenti, tra malati e volontari. I viaggi sono
un’esperienza toccante per chi accompagna malati e disabili. Ecco la
testimonianza di Angela, volontaria Unitalsi, raccolta da Debora Donnini:
R. – Sono treni della speranza,
pieni di persone malate; malate nell’anima e malate nel corpo. E quindi la
prima cosa che facciamo noi volontari è dare le nostre mani, le nostre gambe,
la nostra gioia a queste persone che, quando salgono sul treno, sono piene di
speranza pur essendo aggravate dai loro problemi, dalla loro malattia ... Quindi,
noi cerchiamo soprattutto di dare il nostro aiuto, sia fisico sia morale. Un
altro modo di aiutarli è quello di far loro compagnia, di chiacchierare ... non
è soltanto stare insieme. Ecco perché il viaggio in treno è bello: perché è un
cammino, è proprio un pellegrinaggio ...
D. – Le persone tornano trasformate da questo pellegrinaggio a
Lourdes, in che modo?
R. – Di solito, come dice il
salmo, si parte piangendo e si torna cantando, ed è proprio così, alla lettera.
Il perché non lo so, è anche un’esperienza mia, personale: si arriva lì con
l’angoscia nel cuore, a volte, con un peso grande, e invece lì, davanti a
quella Grotta, tu capisci che tutto il male del mondo va ad infrangersi contro
quella roccia dove c’è Maria. E senti che lì la Croce di Gesù non è ancora
finita; questa Croce che continua ancora, e continua sulla pelle di tanti
malati. Però, questo ti dà la gioia di capire che la tua sofferenza non è
sterile, non è inutile, che fa parte della Croce di Cristo e che quindi è una
croce gloriosa. Io non ho accettato all’inizio la malattia di mia figlia, che a
29 anni si è ammalata di sclerosi multipla, e sono andata da Maria per cercare
una risposta. L’aiuto che ho avuto è stato proprio questo, quello di sapere che
la sofferenza dei giovani, soprattutto, degli innocenti, è qualcosa che ha un
senso, non è una cosa inutile. E’ qualche cosa che ha un peso enorme, nella
salvezza del mondo.
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ALTRE UDIENZE E NOMINE
Nel corso
della mattina il Santo Padre ha ricevuto in successive udienze anche il
cardinale Vinko Puljić,
arcivescovo di Vrhbosna, Sarajevo, in Bosnia
ed Erzegovina, e il cardinale
Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.
Il Papa ha accolto la rinuncia
presentata da mons. Pablo Puente dall'incarico di nunzio apostolico in Gran
Bretagna ed ha chiamato a succedergli l’arcivescovo Faustino Sainz Muñoz,
finora nunzio apostolico presso le Comunità Europee.
Nelle Filippine Giovanni Paolo
II ha nominato vescovo di Boac il reverendo
Reynaldo Gonda Evangelista, finora parroco della “San Guillermo Parish”
a Talisay, Batangas. Il reverendo Reynaldo G. Evangelista è nato a Mabini,
Batangas, l’8 maggio 1960 ed è stato ordinato sacerdote il 19 giugno 1986.
Infine il Santo Padre ha
nominato membri della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le
Società di Vita Apostolica: p. Wolf Notker, abate primate dei Monaci
Benedettini Confederati; p. José Rodríguez Carballo, ministro generale
dell'Ordine Francescano dei Frati Minori; d. Pascual Chávez Villanueva, rettore
maggiore della Società Salesiana di S. Giovanni Bosco; p. Teresino Serra,
superiore generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù; fr. Seán
Dominic Sammon, superiore generale dei Fratelli Maristi delle Scuole; sac.
Jacques Hazebroucq, responsabile generale dell'Istituto secolare sacerdotale Notre-Dame de Vie.
IL CARDINALE SALDARINI
COMPIE OGGI 80 ANNI
Auguri al cardinale Giovanni
Saldarini, arcivescovo emerito di Torino, che compie oggi 80 anni. Il cardinale
Saldarini è nato a Cantù, arcidiocesi di Milano, l’11 dicembre 1924. E’ stato
ordinato sacerdote il 31 maggio 1947, consacrato vescovo il 7 dicembre 1984.
Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale il 28 giugno 1991.
I cardinali elettori che
compongono il Collegio Cardinalizio scendono così a 121, i non elettori salgono
a 64. I cardinali del Collegio sono in
tutto 185.
INAUGURATA STAMANI NELLE SALE DEL PONTIFICIO
CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA
E DELLA PACE UNA SINGOLARE MOSTRA DI OLTRE 70
DIPINTI,
DONATI DALL’ASSOCIAZIONE CENTO PITTORI DI VIA MARGUTTA. LA CERIMONIA
SI E’ SVOLTA ALLA PRESENZA DEL CARDINALE
SEGRETARIO DI STATO ANGELO SODANO
- A cura di Barbara Castelli -
Il prezioso dono della pace,
oggi tanto sospirato in diverse aree del mondo, cristallizzato in oltre 70
dipinti degli artisti dell’Associazione Cento
Pittori di Via Margutta. Le opere, interpretate in chiave religiosa e
donate al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, compongono una
singolare mostra che si dipana proprio lungo le sale del Dicastero pontificio.
La rassegna è stata presentata
questa mattina, alla presenza del cardinale segretario di Stato Vaticano Angelo
Sodano. Con l’occasione è stato anche inaugurato l’artistico pavimento in
ceramica della Cappella del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace,
pavimento offerto dalla Provincia e dalla Camera di Commercio di Salerno e dal
Comune campano di Giffoni Vallepiana.
Le oltre 70 opere della mostra
permanente nei locali del Dicastero, come sottolinea il presidente del
Pontificio Consiglio, il cardinale Renato Martino, nell’introduzione del
catalogo, omaggiato in mille copie dalla benemerita arciconfraternita
cinquecentesca Sacra Fraternitas
Aurigarum in Urbe, “sono tutte ispirate da un comune sentire attorno al
valore religioso della persona umana, colta o direttamente attraverso
l’immagine sacra o nella riproduzione della natura o, ancora, nella
raffigurazione di elementi fortemente carichi di simbolismi e ricchi di
richiami alle varie e complesse situazioni della vita”.
Il porporato, promotore dell’iniziativa,
esprime, inoltre, la convinzione che “i numerosi visitatori del Pontificio
Consiglio e i suoi stessi operatori, nell’ammirare le varie opere esposte,
avranno modo di avvertire, mentre trattano le gravi e drammatiche questioni
internazionali inerenti alla giustizia sociale e alla pace, il delicato e
puntuale richiamo a riportare tutto dentro il paradigma evangelico della bellezza, cioè in Dio, fonte suprema di
ogni giustizia e di ogni pace”.
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OGGI
SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina l’Iraq. Il Comitato internazionale della Croce Rossa esprime
preoccupazione per la situazione nella città di Falluja: centinaia di cadaveri
ammassati in un deposito; fuori uso le infrastrutture idriche.
Nelle vaticane, il discorso di Giovanni Paolo II al nuovo
ambasciatore di Croazia. I croati, forti della loro identità - ha sottolineato
il Papa - potranno apportare al consorzio dei popoli europei il contributo
della loro storia ed esperienza.
L’udienza
del Papa ai pellegrini della diocesi di Tarbes et Lourdes (Francia). Ricordo
con emozione - ha detto il Santo Padre - il mio pellegrinaggio alla Grotta di
Massabielle. Mi unisco a tutti i pellegrini che vi si recano per affidare a
Maria le proprie intenzioni.
Una pagina
dedicata al servo di Dio mons. Giuseppe Canovai, nel centenario della nascita,
a Roma. Tra i contributi, quello del nostro direttore e quello del
cardinale Renato Raffaele Martino.
Nelle
estere, Stati Uniti-Viet Nam: primo collegamento commerciale dal 1975.
Un articolo
di Gabriele Nicolò, sulla situazione nella Repubblica Democratica del Congo,
dal titolo “Per la guerra finita ancora mille morti al giorno”.
Nella
pagina culturale, un elzeviro di Mario Gabriele Giordano in ricordo di Mario
Santoro. Il titolo dell’elzeviro è “Interprete dell'umanesimo, fu
egli stesso umanista”.
Nelle
pagine italiane, la notizia della condanna di Marcello Dell'Utri per concorso
esterno in associazione mafiosa.
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11 dicembre 2004
LA CONVIVENZA TRA I
POPOLI E LE CULTURE, LA TOLLERANZA e LE BASI STESSE
DELLA DEMOCRAZIA IN
EUROPA SONO MESSE IN PERICOLO DA UN UMANESIMO ATEO, CHE PUNTA Ad emarginare i
credenti.
e’ la tesi del politologo
gEoRgE weigel, intervenuto ieri
alla pontificia universita’
gregoriana
Uno straordinario affresco del
pensiero europeo contemporaneo, da De Lubach a Solzhenitsyn, da Habermas a
Derrida: lo ha offerto George Weigel nella conferenza tenuta ieri presso la
Pontificia Università Gregoriana. Il politologo americano, noto per aver
scritto una delle più complete e dettagliate biografie del Papa, ha confermato
la sua profonda conoscenza della situazione europea. E ha offerto un’inedita
chiave di lettura dell’attuale dibattito sulla laicità, visto da oltreoceano.
Il servizio di Ignazio Ingrao.
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Gli europei guardano con sufficienza agli Stati Uniti, dove
un presidente dichiara pubblicamente la sua fede religiosa, osserva Weigel. E
qualcuno vorrebbe persino annoverare George Bush tra i “fondamentalisti”. Ma la
vicenda della Costituzione europea, dalla quale è stato eliminato ogni riferimento
alle radici cristiane, prosegue il politologo, mostra come il Vecchio
Continente soffra del problema opposto: c’è un umanesimo ateo che vorrebbe
emarginare i credenti dallo spazio pubblico della discussione. C’è una
“cristofobia” degli intellettuali europei, osserva Weigel, che nasce dalla
convinzione che il pluralismo, la tolleranza, la democrazia possono essere
difesi solo in uno spazio ateo, dal quale è stato eliminato ogni riferimento al
trascendente.
In realtà, ha spiegato il docente, è vero il contrario: i
cristiani possono dare ragione della loro fiducia nei valori della democrazia e
della tolleranza. La Chiesa cattolica, ha scritto Giovanni Paolo II
nell’enciclica “Redemptoris Missio”, ricorda Weigel, rispetta l’altro in quanto
“cercatore di verità” e chiede a tutti credenti di entrare in dialogo nel
rispetto reciproco per perseguire il bene della persona umana.
Lo scetticismo e il relativismo, invece, riducono il pluralismo
all’indifferenza e la democrazia ad un insieme di regole burocratiche. Per
difendere i diritti umani dall’attacco dei fondamentalismi, sostiene Weigel,
occorre salvaguardare le radici cristiane del pensiero occidentale. Un’Europa
senza Dio, è un’Europa incapace di guardare al futuro, come dimostra la
drammatica crisi demografica, sottolinea lo studioso.
Dunque, alla domanda se può esistere una politica senza
Dio, conclude Weigel, la risposta non può che essere negativa, poiché un’Europa
libera, tollerante, civile e pluralistica non può essere costruita come uno
spazio dove il Dio della Bibbia viene escluso.
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Domani, 12 dicembre, 3a Domenica
d’Avvento, la liturgia ci presenta il Vangelo in cui Giovanni Battista, che si
trova in carcere, manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se sia davvero lui
il Messia. Gesù risponde:
“Andate e riferite a Giovanni ciò
che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i
lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai
poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di
me”.
Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre
Marko Ivan Rupnik:
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Giovanni
ritorna dal deserto al Giordano preparando lo scenario necessario affinché il
Messia, il Salvatore sia conosciuto in Israele. In un clima di pentimento e
penitenza, del Battesimo e della purificazione, indica il Messia, l’Agnello di
Dio che prende su di sé il peccato del mondo. Poi, come tutti i veri profeti,
anche lui è perseguitato e finisce in carcere. I suoi discepoli gli vengono a
narrare le grandi opere che sta compiendo Gesù, però qualcosa, in tutto questo,
a Giovanni Battista non era del tutto chiaro. Perciò manda i suoi discepoli a
domandare a Cristo stesso se era Lui l’atteso. Cristo cita dal profeta Isaia i
passi messianici, ma non menziona la scarcerazione dei prigionieri. Il Messia è
arrivato, ma il Battista rimane in prigione. La salvezza supera la soddisfazione
delle attese più immediate e si può compiere nel dramma più incomprensibile,
perché la salvezza è l’amore.
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11
dicembre 2004
“SOLO L’AMORE PER IL PROSSIMO,
INIZIANDO DAL RISPETTO PER LA VITA,
PUO’ GARANTIRE LA VERA PACE”: COSI’ I VESCOVI DEL
BRASILE,
DINANZI ALLA VOLONTA’ DEL GOVERNO DI RIVEDERE LA LEGGE SULL’ABORTO
BRASILIA. = “Abbiamo bisogno di essere educati alla
convivenza fraterna e non fratricida. Il rispetto per gli indifesi e per la vita
dei più deboli è l’espressione di vera cultura ed umanità”. Con queste parole,
a firma del cardinale Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di São Salvador da
Bahia, la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (CNBB), ha reagito alle
manifestate intenzioni del governo di Brasilia di rivedere la legge
sull’aborto. La revisione della legislazione avrebbe l’obiettivo di ampliare i
casi in cui la pratica è consentita. Attualmente la legge brasiliana permette
l’aborto in caso di rischio di vita per la gestante e di gravidanza provocata
da stupro. Di fronte a tutto questo, si legge nella nota, “la presidenza della
Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, come in altre occasioni, torna a
pronunciarsi sull’inviolabilità del diritto alla vita di ogni essere umano”,
“indipendentemente dallo stadio del suo sviluppo o dalle condizioni in cui si
trova”. “Questo principio, che è alla base di tutti gli altri diritti della
persona – affermano ancora i vescovi – è fondamento e condizione per una
convivenza sociale degna, giusta e solidale”. “Facciamo appello a tutti per promuovere
una cultura della vita e non della morte – concludono i presuli – il disprezzo
per la vita umana ha condotto ai più grandi errori del passato e del presente e
ad un’escalation della violenza, dell’insicurezza, della vendetta, degli assassini,
dei furti e dell’aumento della miseria e della fame”. (B.C.)
IN PAKISTAN LE MINORANZE RELIGIOSE SONO ANCORA
PERSEGUITATE
ED EMARGINATE DALLA VITA POLITICA E SOCIALE. E’
QUANTO EMERGE DALL’ANNUALE RAPPORTO SULLA LIBERTA’ RELIGIOSA NEL PAESE
ASIATICO,
MESSO A PUNTO DAGLI STATI UNITI
ISLAMABAD. = “Leggi religiose discriminatorie” e
“un’atmosfera di intolleranza” contro i non-musulmani. E’ quanto denuncia
l’Annuale Rapporto sulla libertà religiosa in Pakistan, realizzato dal governo
americano. Anche molti gruppi e attivisti per i diritti umani all’interno del
Paese rendono noto che nonostante il presidente Musharraf condanni le violenze
settarie, i leader religiosi continuano l’opera di “islamizzazione”, dando vita
ad “un’atmosfera di intolleranza religiosa”. Da quando nel 1991 in Pakistan è
entrata in vigore la Legge islamica basata sui precetti del Corano, la
Shari’ah, sono aumentate in misura esponenziale le violenze e gli abusi dei
fondamentalisti islamici verso le minoranze. Basti ricordare le 14 chiese rase
al suolo nel vicino Khanewal e le oltre 1500 case distrutte a Shanti Nagar, nel
Punjab. Inoltre, le conversioni dall’Islam sono punite con la pena di morte e
il sistema elettorale separato, in vigore fino al 2002, ha favorito la
discriminazione religiosa, impedendo la formazione di una vera democrazia.
Anche le istituzioni preposte a sostegno della libertà di culto, quali il
ministero per gli Affari religiosi, non contribuiscono a creare un clima di tolleranza.
Infatti, il ministero dovrebbe utilizzare il 30 per cento del proprio budget
per assistere le minoranze, ma le cifre vengono smentite dalla Commissione nazionale
Giustizia e Pace della Conferenza dei vescovi pakistani, che sostiene che il
Governo spende solo il 19 per cento del fondo mensile per le minoranze religiose.
(R.A.)
ABOLITA IN SENEGAL LA PENA DI
MORTE. SODDISFAZIONE
DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE.
QUESTA SERA IL COLOSSEO A ROMA
VERRA’ ILLUMINATO PER RICORDARE IL VALORE E IL RISPETTO DELLA VITA
UMANA
DAKAR. = E’ stata vinta un’altra
battaglia a favore del diritto alla vita. Il Senegal, infatti, ha abolito la
pena di morte per tutti i reati, diventando il quarto Paese dell’Africa occidentale
ad adottare un provvedimento del genere. Il testo della nuova legge ha ottenuto
l’approvazione in Parlamento, ma per diventare del tutto operativo dovrà essere
sottoposto al Governo e al Presidente della Repubblica, Abdoulaye Wade. Il
Senegal faceva parte del gruppo dei 32 Paesi “abolizionisti di fatto”, dove la
pena capitale è prevista dal Codice ma era dal 1967 che non veniva più
applicata. Amnesty International, l’organizzazione internazionale per la difesa
dei diritti umani, si è felicitata per questo ulteriore passo in avanti verso
il rispetto fondamentale della vita umana e si augura che altri Paesi ne
seguano l’esempio. Secondo gli ultimi dati dell’organizzazione umanitaria,
infatti, sono ancora 78 le Nazioni che mantengono in vigore la pena capitale.
Solo nel 2003 le esecuzioni sono state 5.000 e, dato ancora più allarmante,
negli ultimi 15 anni più di 30 persone nel mondo sono state messe a morte per
reati che avevano commesso quando erano minorenni. Questi dati danno la misura
dell’importanza della decisione del Senegal, che rappresenta un’ulteriore
vittoria dell’umanità e della civiltà e che questa sera verrà simbolicamente
rappresentata dal Colosseo totalmente illuminato. (R.A.)
“LA PACE, CHIAVE PER LO
SVILUPPO SOSTENIBILE DELLE AREE MONTANE”.
E’ IL TEMA CHE ACCOMPAGNA L’ODIERNA GIORNATA INTERNAZIONALE
DELLA MONTAGNA, INDETTA DALLE NAZIONI UNITE NEL
DICEMBRE 2002
ROMA. = Si celebra oggi la “Giornata internazionale della
montagna”, stabilita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre
2002. Il tema che accompagna questa seconda edizione è: "La pace,
chiave per lo sviluppo sostenibile delle aree montane". La scelta
coincide con la constatazione del sensibile aumento dei conflitti armati nelle
regioni e Paesi di montagna nel corso degli ultimi 50 anni, in particolare in
Cecenia, Kashmir, Afghanistan, Balcani, Perù e Nepal. Tale situazione impedisce
alle popolazioni locali di uscire dalla marginalità e dalla povertà, di godere
di effettiva sicurezza alimentare e di migliorare la qualità della loro
esistenza. L’intento dell’iniziativa, dunque, è quello di promuovere e valorizzare
lo sviluppo sostenibile degli ambienti della montagna, che costituiscono un
quarto della superficie terrestre, proteggendo, a tutti i livelli, il
territorio e le popolazioni, sostenendo la vita e l’integrazione, lo sviluppo
economico e sociale, nel rispetto della pace e della tolleranza. Nell’ambito
delle celebrazioni romane per la ricorrenza, il complesso del Vittoriano ospita
alle 15 di oggi pomeriggio il seminario “Montagne sostenibili. La sicurezza
sulle piste da sci. Presentazione della legge 363”; seguirà la cerimonia
ufficiale con l’inaugurazione della “Giornata internazionale della montagna”.
(B.C.)
IN CAMPIDOGLIO OGGI LA CONSEGNA DELLA “LUCE DELLA
PACE”
DELLA GROTTA DI BETLEMME, SIMBOLO DI PACE DIFFUSO
DAGLI SCOUT IN MOLTI PAESI D’EUROPA
- A cura di padre Federico Lombardi -
ROMA. = Alle 15.30 oggi, in
Piazza del Campidoglio, a Roma, gli scout del Lazio animeranno la cerimonia di
accoglienza della “Luce della pace”, una fiammella attinta alla lampada che
arde nella Grotta di Betlemme, alimentata dall’olio donato dai Paesi cristiani
di tutto il mondo. Questo simbolo natalizio di pace giungerà poco prima alla
Stazione Termini, portato da alcuni scout triestini. Ormai è una tradizione,
cominciata in Austria nel 1986 nell’ambito di una iniziativa di solidarietà, e
che si va estendendo gradualmente ad altri Paesi. Gli scout austriaci mandano
ogni anno prima di Natale un bimbo ad attingere la fiamma a Betlemme, e poi la
diffondono nel loro Paese e la consegnano agli scout dei Paesi vicini perché la
diffondano a loro volta. Da Trieste, con la collaborazione delle Ferrovie dello
Stato, la “Luce della pace” percorre ormai tutta la Penisola, fino ad Aosta, Palermo,
Cagliari… A Roma, lo scorso anno è stata consegnata al Papa in occasione del
25.esimo di Pontificato nel corso di una udienza generale. Quest’anno, dopo la
consegna in Campidoglio alla presenza del vicesindaco, Maria Pia Garavaglia,
sarà distribuita lunedì a 19 scuole, in rappresentanza dei 19 municipi della
città, e a molte parrocchie ed altre istituzioni.
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11 dicembre 2004
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
Il senatore di Forza Italia,
Marcello Dell’Utri, è stato condannato questa mattina dal Tribunale di Palermo
a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Per Dell’Utri, anche
l’interdizione perpetua dai pubblici offici. La sentenza arriva il giorno dopo
il verdetto di assoluzione e prescrizione pronunciato dal Tribunale di Milano
per il premier Silvio Berlusconi nel processo SME. Ascoltiamo Giampiero
Guadagni:
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La sentenza di condanna in primo
grado di Marcello Dell’Utri, emessa questa mattina alle 10 dal Tribunale di
Palermo, è arrivata dopo sette anni di processo e 12 giorni di Camera di
Consiglio. In tutto, 270 i testimoni ascoltati, tra loro anche collaboratori di
giustizia. “Viene confermata la validità delle prove”, commenta il pubblico
ministero Ingroia, che aveva chiesto una condanna ad 11 anni. “Ha prevalso la
società dei malfattori” affermano invece i legali di Dell’Utri, che annunciano
il ricorso in appello. Forza Italia parla di clamoroso errore giudiziario, il
centro sinistra di condanna pesantissima che non può lasciare indifferenti.
L’accusa per l’attuale senatore di Forza Italia è di essere stato, a partire
dagli anni ’70, il canale di collegamento tra la mafia ed il mondo economico
milanese. In particolare, nel mirino degli inquirenti ci sono stati versamenti
per miliardi di lire su conti riconducibili alla FININVEST, almeno in parte
provenienti dalle casse della mafia. Nei primi anni dell’inchiesta era stato
indagato anche Silvio Berlusconi, la cui posizione è stata archiviata.
Berlusconi, all’epoca dei fatti presidente della FININVEST, è stato spesso
evocato nel processo di Palermo. Proprio ieri, il premier è stato invece
assolto, a Milano, dall’accusa di corruzione nel processo per la compravendita
della SME, l’azienda agro-alimentare dell’IRI, una vicenda risalente agli anni
’80, una soluzione che però non cancella tutte le ombre. Berlusconi è stato,
infatti, prosciolto dall’accusa di aver concorso ad aggiustare una sentenza, ma
invece è scattata la prescrizione del reato di corruzione semplice relativo al
bonifico da 434 mila dollari al giudice Romano Squillante attraverso l’avvocato
Previti. Sia Squillante che Previti, ricordiamo, sono stati condannati in
un’altra fase del processo. “L’imputazione era dunque fondata”, affermano molti
esponenti del centro sinistra, e contro la prescrizione i legali del premier
hanno annunciato ricorso in appello.
Per la Radio Vaticana, Giampiero
Guadagni.
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Nuovo giallo in Ucraina. Nel Paese
ancora mobilitato per il ballottaggio presidenziale del prossimo 26 dicembre,
si moltiplicano le voci sullo stato di salute del candidato dell’opposizione
Yushenko. Nella vicina Bielorussia destano preoccupazione, intanto, le
manifestazioni di ieri a Minsk, dove circa 500 persone hanno protestato
invocando la “rivoluzione arancione” di Kiev. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Il leader
dell’opposizione filo occidentale in Ucraina, Yushenko, è a Vienna per
controlli medici nella stessa clinica dove era già stato portato in condizioni
critiche lo scorso 10 settembre. Yushenko è stato colpito da una malattia che
gli ha sfigurato il viso. “L’obiettivo era quello di uccidermi”, ha dichiarato
ieri il politico poco prima della partenza da Kiev aggiungendo di essere stato
avvelenato dai suoi avversari. L’ipotesi avanzata dai medici è quella di
avvelenamento con la diossina, una sostanza che provoca una grave affezione
cutanea. La diagnosi conclusiva delle cause della malattia è attesa oggi
pomeriggio. In un’intervista rilasciata al quotidiano “Financial Times”,
Yushenko ha denunciato, inoltre, che “proprietà
strategiche dello Stato sono state trasferite a persone vicine al presidente
Kuchma e al premier Yanukovic”. Continuano, intanto, i preparativi per il
ballottaggio del prossimo 26 dicembre: il candidato filorusso Yanukovic si è
detto sicuro di vincere e l’Italia, rispondendo all’appello della presidenza
dell’Unione Europea, della Nato e dell’Osce, ha deciso di inviare circa
quaranta osservatori elettorali in Ucraina. In Bielorussia, infine, oltre 500
persone hanno protestato a Minsk contro il sistema autoritario adottato da
dieci anni dal presidente Alexandre Lukashenko. I manifestanti hanno anche
invocato per la Bielorussia una “rivoluzione arancione” sul modello della
sollevazione popolare avvenuta in Ucraina.
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Proseguono, in Iraq, le operazioni
delle forze della coalizione contro la guerriglia. Almeno 7 civili sono stati
uccisi, nelle ultime 24 ore, a sud di Baghdad. Gli agenti di sicurezza iracheni
hanno inoltre arrestato a Baquba trenta persone dopo un attacco compiuto da
ribelli contro una stazione di polizia. A Ramadi un gruppo di insorti, che ha
opposto un’accanita resistenza ai militari americani, si è rifugiato in un
ospedale. Nel Paese arabo, intanto, il militare americano che lo scorso 18
agosto ha ucciso a Baghdad un civile iracheno disarmato e ferito, è stato
condannato da una corte marziale statunitense a tre anni di carcere per
omicidio non premeditato.
Lo sviluppo del Medio Oriente è
una sfida comune, il terrorismo va combattuto unendo le forze e le prossime
elezioni nei territori costituiscono un fattore di rilancio per la regione. Lo
ha detto il segretario di Stato americano, Colin Powell, aprendo stamani a
Rabat, in Marocco, il “Forum del Futuro”, Vertice che riunisce i ministri degli
Esteri del G8 e del Medio Oriente. Al centro dei lavori un progetto di riforme
del mondo arabo avanzato dall’amministrazione americana e le difficili
situazioni di Afghanistan, Iraq e Territori palestinesi.
In Israele il leader laburista Shimon
Peres si è detto favorevole alla proposta di entrare nel governo, lanciata dal
premier Ariel Sharon e approvata ieri dal partito del primo ministro, il Likud.
I colloqui per la formazione di un esecutivo di unità nazionale cominceranno
nei prossimi giorni. I Territori continuano, intanto, ad essere sconvolti dalla
violenza: in un campo profughi di Gaza una bambina palestinese di 7 anni è
stata uccisa, ieri, da soldati inviati da Tel Aviv. Secondo la radio dello
Stato ebraico il leader radicale palestinese Marwan Barghuti, che sta scontando
5 ergastoli nelle carceri israeliane, è inoltre pronto ad annunciare il ritiro
della propria candidatura per le elezioni presidenziali del prossimo 9 gennaio.
Negli Stati Uniti il
presidente George Bush ha nominato segretario dell’Energia Sam Bodman. L’ex
capo della polizia di New York, Kerik, nominato segretario alla Sicurezza
interna, ha intanto rinunciato al suo incarico.
Si aggrava ulteriormente il bilancio delle vittime dei
quattro tifoni che hanno colpito le Filippine nell'ultimo mese: 1.800 tra morti
e dispersi. Le autorità locali hanno precisato che si sono concluse le
operazioni di ricerca dei superstiti. A provocare il maggior numero di vittime
è stata la tempesta “Winnie” che ha causato smottamenti ed inondazioni nelle
città di Real, Infanta e General Nakar.
A Taiwan, i partiti di
opposizione - favorevoli a legami più stretti con la Cina popolare - hanno
battuto il partito filo-indipententista del presidente Chen Shui-bian,
conquistando la maggioranza dei 225 seggi parlamentari in palio.
L’ufficializzazione della vittoria è stata annunciata, pochi minuti fa, dalla
Commissione centrale elettorale di Taipei. Il partito nazionalista Kuomintang
ha vinto 79 seggi, mentre 35 deputati sono stati conquistati da altri due
partiti alleati dei nazionalisti. Il risultato del voto è ben visto da Pechino
che ritiene Taiwan - di fatto indipendente da oltre 50 anni - una sua provincia
ribelle ed ha più volte minacciato un attacco militare nel caso in cui dichiari
l’indipendenza. Dal canto suo, il governo degli Stati Uniti - principale
alleato militare di Taiwan - si è dichiarato apertamente contrario a “qualsiasi
iniziativa che porti ad una modifica dello status quo nello Stretto di Taiwan”.
L’isola, grande poco più di un decimo dell’Italia, conta oltre 22 milioni di
abitanti. L’anno scorso, è stata scossa dalla diffusione della Sars, che ha
provocato numerose vittime.
Arrestati
in Pakistan 14 presunti membri dell’Esercito nazionale del Beluchistan, il
gruppo nazionalista che ha rivendicato l’attentato avvenuto ieri a Quetta, nel
sud est del Paese, e costato la vita ad 11 persone. Il gruppo avrebbe fatto
esplodere la bomba neri pressi di un mercato per protestare contro la gestione
federale della provincia. Nel Paese asiatico è stato anche fermato il capo di
un gruppo estremista afghano, sospettato di essere l’organizzatore del
sequestro, in Afghanistan, dei tre funzionari dell’Onu rilasciati lo scorso 23
novembre.
Oltre cinquemila persone che sostengono i partiti
dell’opposizione in Bangladesh, sono state arrestate dagli agenti della polizia
alla vigilia di una manifestazione anti governativa. I fermati si erano
mobilitati in tutto il Paese per “creare” una catena umana lunga 900
chilometri, chiedere le dimissioni del governo ed elezioni anticipate.
In
Romania, quasi 18 milioni di elettori andranno domani alle urne per scegliere
il successore del presidente uscente, Ion Iliescu. Si contendono la più alta
carica di Stato il candidato socialdemocratico, il premier Adrian Nastase, ed
il sindaco di Bucarest, Traian Basescu.
Cresce la tensione politica in Ecuador,
dove ieri hanno prestato giuramento i 27 membri della Corte suprema. I giudici
hanno preso il posto di quelli destituiti dal Parlamento, su proposta del
presidente Gutierrez. Il servizio di Maurizio Salvi:
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Il capo dello Stato aveva
denunciato che il massimo organo della giustizia ecuadoriana era legato a
doppio filo con il partito social cristiano e che ora, con l’intervento
parlamentare, gli equilibri erano invece stati ricostituiti. Per raggiungere
l’obiettivo Gutierrez ha stretto un’alleanza con il partito roldosista dell’ex
presidente Abdala Bucaram, destituito ed esule a Panama, ma di cui ora sembra
imminente il ritorno. La svolta, comunque, non è stata indolore e le critiche
sono piovute da ogni parte al punto che 18 dei 31 magistrati esonerati si sono
riuniti per disconoscere l’operato parlamentare e rimanere in servizio come
Corte parallela. Le organizzazioni degli Indios che hanno permesso il successo
di Gutierrez nelle presidenziali del 2002 non hanno esitato a parlare di
dittatura, e proteste si sono avute anche in tutto il Paese a livello,
soprattutto, di amministratori locali compresi i sindaci delle due principali
città Quito e Guayaquil. Anche la Chiesa cattolica è apparsa molto preoccupata
per la difficile congiuntura e, in un documento firmato dai vertici della
Conferenza episcopale, ha avvertito che maltrattando la Costituzione e la
separazione delle funzioni del potere pubblico si minano le basi stesse della
democrazia.
Maurizio Salvi, per la Radio
Vaticana.
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Proibita
ogni manifestazione nelle vie di Abidjan fino al 10 marzo 2005. Lo stabilisce
il decreto emanato ieri dal presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo.
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