RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 119 - Testo della trasmissione di mercoledì 28 aprile
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si è svolta in Venezuela la XXIX
Assemblea annuale delle missioni
Thailandia:
gravissimi scontri tra polizia ed estremisti islamici: oltre 110 i morti
In
Iraq le truppe Usa attaccano Falluja. E’ battaglia anche nella città santa di
Najiaf
In
Siria tensione altissima dopo l’attentato di ieri sera a Damasco nel quale sono
morte quattro persone.
28 aprile 2004
LA COMPLETA FIDUCIA IN DIO NEL TEMPO DELLA
TRIBOLAZIONE
LIBERA
IL FEDELE DALL’ASSALTO DEL MALE:
COSI’ IL
PAPA OGGI DURANTE L’UDIENZA GENERALE IN PIAZZA SAN PIETRO
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“Nel giorno tenebroso
dell’assalto del male” occorre abbandonarsi con fiducia nelle mani del Signore
“che salva nella prova e sostiene durante la bufera”. Il Papa spiega il salmo
26 che presenta una situazione
drammatica in cui il fedele è assalito da nemici, avversari, falsi
testimoni ed è perfino abbandonato dai
genitori; ed esorta alla vigilanza avvertendo che non si può dimenticare chi
c’è dietro le manifestazioni del male:
“C’è nel mondo un male
aggressivo, che ha in Satana la guida e l’ispiratore”.
Ma il salmista invita a riporre
con coraggio la propria fiducia in Dio: “ Spera nel Signore – dice – sii forte,
si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore”.
“Anche nella solitudine e nella perdita degli affetti più cari” –
sottolinea il Pontefice - il
credente “non è mai totalmente solo
perché su di lui si china Dio misericordioso” come afferma un celebre passo del profeta Isaia, che
assegna a Dio sentimenti di compassione e di tenerezza più che materna: « Anche
se ci fosse una donna che si dimenticasse – scriveva il profeta - io invece non ti dimenticherò mai!» .
“A tutte le persone anziane,
malate, dimenticate da tutti, alle quali nessuno farà mai una carezza
ricordiamo queste parole, perché sentano la mano paterna e materna del Signore
toccare silenziosamente e con amore i loro volti sofferenti e forse rigati
dalle lacrime”.
Giovanni Paolo II esorta dunque
ad avere, anche in mezzo a tante avversità, “una certezza indiscussa, quella di
poter contemplare la bontà del Signore”, il volto stesso di Dio. E nella
liturgia e nella preghiera personale – ha aggiunto - “ci è concessa la grazia
di intuire quel volto che non potremo mai direttamente vedere durante la nostra
esistenza terrena”. Quel volto divino che potremo contemplare solo nell’incontro
definitivo dell’eternità, come dice San Paolo : “Allora vedremo a faccia a faccia”
.
Nei saluti finali dell’udienza
generale il Papa ha rivolto un nuovo augurio di pace per questo tempo pasquale
e poi ha ricordato che domani si celebra la festa di Santa Caterina da Siena
compatrona d’Italia e d’Europa. Rivolgendosi in particolare ai giovani,
ai malati e ai nuovi sposi, li ha esortati a seguire l’esempio di
questa grande santa per essere perseveranti nella fede e dare in ogni
situazione una generosa testimonianza a Cristo e al suo Vangelo.
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Apre la prima la situazione in
Iraq, con particolare riferimento all'attacco sferrato dalle forze della
coalizione contro Falluja; intanto s'intensificano gli sforzi diplomatici
diretti a favorire l'istituzione, entro la fine di maggio, di un nuovo Governo
iracheno ad interim.
Nelle vaticane, la catechesi e
la cronaca dell'udienza generale.
Nelle estere, in rilievo
l'attacco terroristico contro il quartiere delle Ambasciate a Damasco.
Nella pagina culturale, un
articolo di Giuseppe Degli Agosti dal titolo "L'eredità artistica
dell'operosa Milano": una monografia sul capoluogo lombardo.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la vicenda dei tre ostaggi italiani in Iraq, riguardo alla quale il
Governo mantiene il massimo "riserbo".
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28 aprile 2004
LA SINDONE IN VERSIONE
MULTIMEDIALE:
PRESENTATO A TORINO IL PRIMO
DVD DEDICATO
ALLA PIU’ IMPORTANTE RELIQUIA DELLA CRISTIANITA’
- Intervista con Paolo Pellegrini -
Una storia antica e incredibile – in molte parti più
leggenda che cronaca - che parte da Gerusalemme, passa per Edessa e Costantinopoli,
giunge in Francia e infine approda a Torino, dopo essere scampata a scorrerie e
incendi. Si tratta della Sindone, la cui immagine affascina chiunque se ne
accosti sia per ciò che essa rappresenta, dal punto di vista religioso, sia per
la ricchezza, anche controversa, delle sue sollecitazioni intellettuali,
scientifiche, culturali. Completamente restaurata nel 2002 – quando il Sacro
Lino è stato privato dei caratteristici rattoppi risalenti al 1500, fissato su
un nuovo supporto e sottoposto a scansione digitale – la Sindone è ora un’opera
multimediale. L’arcidiocesi di Torino, cui è affidata la custodia del Telo, ha
presentato questa mattina, nel capoluogo piemontese, il primo DVD dedicato alla
Sindone: 150 minuti tra documentari, interviste e filmati inediti per conoscere
meglio l’intreccio di storia, arte e scienza della più importante reliquia
della cristianità. Il DVD è stato realizzato in coproduzione con la società
NOVA-T, specializzata in documentari. Alessandro De Carolis ne ha intervistato
il direttore editoriale, Paolo Pellegrini:
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R. – L’immagine del telo sindonico che si presenta oggi è
un’immagine abbastanza diversa da quella fissata nell’immaginario collettivo:
ovvero, l’immagine del lino sul quale spiccano quelle toppe molto grandi, che
di fatto diventavano la cosa più visibile del telo sindonico. Oggi, dopo il
restauro, si vede molto bene e risalta molto meglio l’immagine che è sul fronte
del telo sindonico: dell’uomo sofferente e delle ferite che gli sono state
inferte, e questo grazie proprio al tipo di lavoro di recupero che è stato
fatto. Nel DVD vengono spiegati molto bene anche quali altri lavori di restauro
siano stati compiuti sulla Sindone: lavori necessari per evitarne il
deterioramento nel corso del tempo e anche di pulizia da tutta una serie di
detriti che si sono andati sovrapponendo sul telo durante i secoli.
D. – Dalle prime fotografie del secolo scorso, la storia
delle indagini scientifiche sulla Sindone ha riempito davvero interi volumi ed
ha anche suscitato alcuni contrasti. In che modo si sofferma il Dvd su questo
aspetto?
R. – La ripercorre. Ripercorre questa storia in alcuni
suoi momenti principali, dalle prime fotografia di Secondo Pia alla fine
dell’Ottocento alle fotografie di inizio Novecento, ai lavori condotti sulla
Sindone a livello di fotografie, diapositive e riprese filmate, nei decenni
successivi. Non viene data particolare accentuazione all’aspetto delle
polemiche e, per così dire, degli scontri di opinione che ci sono stati. E
questo proprio perché lo scopo del DVD è di tipo conoscitivo, didattico ed
informativo e non quello di entrare nel merito ad alcune discussioni che sono
tuttora aperte - o di alcune altre che vengono in qualche modo tenute un po’
aperte artificiosamente ma che sarebbero, in realtà, già chiuse. Ovviamente, si
citano anche studi e posizioni principali che ripercorrono la storia
scientifica dell’indagine sulla Sindone, soprattutto quelli che hanno avuto
l’avallo dell’ufficialità e quindi dell’Arcidiocesi di Torino.
D. – Prima di giungere a Torino, la Sindone ha vissuto un
viaggio nei secoli a dir poco avventuroso. Esiste in questa opera multimediale
una documentazione di tipo storico?
R. – Sì, è la parte trattata dal documentario, di oltre 57
minuti, che ripercorre in particolare alcune delle tappe storiche più certe o
comunque supportate da elementi critici attendibili, che rimandano al percorso
che la Sindone ha compiuto nel corso del tempo.
D. – Qual è, a suo giudizio, il pregio fondamentale di
questo lavoro?
R. – E’ quello di presentare in maniera chiara, semplice e
moderna un documento, come quello della Sindone, che fa riflettere sia i
credenti, sia coloro che non appartengono all’ambito ecclesiale. Un documento
che rimanda al tema della Passione, al tema della sofferenza: per chi crede,
forse di Cristo stesso, per chi non crede, comunque dell’uomo nel corso della
storia. Tutto questo è presentato in maniera estremamente chiara, semplice e
divulgativa ma non superficiale. Il DVD si vuole proporre come uno strumento
molto utile, che vuole soddisfare veramente le esigenze sia degli appassionati,
sia di chi è un po’ alle prime armi alla scoperta dei contenuti inerenti alla
Sindone.
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I
PARTITI DEL CONGRESSO E DEL BJP SI CONTENDONO LA GUIDA DEL GOVERNO
-
Intervista con padre Carlo Torriani -
Nelle
elezioni generali che si stanno svolgendo in India si delinea un testa a testa
tra il Partito del Congresso, guidato da Sonia Gandhi, e il Barathìa Jànata
Party del premier Vajpayee. Nell’ultima tornata elettorale, che ha coinvolto
100 milioni di cittadini in 11 Stati, i sondaggi del dopo voto danno in netta
ripresa il partito del Congresso. Ma quale potrà essere il risultato finale?
Giancarlo La Vella lo ha chiesto a padre Carlo Torriani del Pime, da 35 anni
missionario in India:
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R. – Barathìa Jànata Party del premier Wajpayee si è
basato soprattutto sulla borghesia cittadina e il divario tra città e campagna
si è ancor più approfondito. Quindi se quelli della città vanno a votare
dovrebbe vincere il Barathìa Jànata Party; se invece il Congresso, che si è
sempre basato soprattutto sui villaggi, riesce ad avere ancora simpatia nei
villaggio è possibile che vinca ancora il Congresso.
D. – C’è poi la questione del Kashmir. Come i due partiti
hanno affrontato il difficile rapporto con gli indipendentisti del Kashmir che,
tra l’altro, ha esortato la popolazione ad andare a votare?
R. – Questo rappresenta un po’ la spina nel fianco di
tutta la politica indiana: la relazione con il Kashmir e con il Pakistan, che
naturalmente supporta i musulmani del Kashmir. L’India ha avuto, in un certo
senso, ragione perché per molti anni ha continuato a sostenere che proprio in
Pakistan i terroristi venivano istruiti e preparati. Ed ora, finalmente, anche
gli americani si sono avvicinati all’India, anche se strategicamente l’America
ha dovuto far uso del Pakistan per combattere in Afghanistan.
D. – In caso di vittoria del Partito del Congresso, come
vede la gente un ritorno al potere della famiglia Ghandi?
R. – La famiglia Ghandi è popolarissima. Bisognerà vedere
la tattica che ne verrà fuori: anzitutto se il Partito del Congresso abbia
accettato l’idea di coalizione, perché anche nelle ultime elezioni il Congresso
come partito era il più numeroso ma non è stato capace di mettere assieme una
coalizione, mentre il Barathìa Jànata Party si è gettato subito sull’idea della
coalizione, modificando il suo programma e riuscendo così a mettere insieme una
coalizione di 18 partiti. Chi vincerà dovrà, ovviamente, cercare di
salvaguardare la grande varietà che c’è in India.
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LA NUOVA EUROPA A 25: UN EVENTO DI PORTATA
ECCEZIONALE PER LA VITA
DI TUTTI I CITTADINI. UNO
STUDIO DELLA CARITAS FOCALIZZA
I POSSIBILI SCENARI IN UN CONTINENTE FINALMENTE UNITO
NELLE DUE ANIME ORIENTALE E OCCIDENTALE
A pieno titolo dal primo maggio nell’Unione Europea
entreranno 10 nuovi Paesi, oltre Malta e Cipro, ben otto sono dell’Est europeo:
i tre Stati baltici, Estonia, Lettonia, Lituania, insieme a Polonia, Repubblica
Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria. Un’apertura verso Oriente ricca di
prospettive e sfide, come documenta la ricerca condotta dalla Caritas Italiana,
dal titolo “Europa: allargamento ad Est e immigrazione”. Il volume è stata
presentato ieri in un Convegno a Roma, organizzato con il patrocinio del Cnel.
“Lo abbiamo scritto “per la gente”, ha detto don Vittorio Nozza direttore della
Caritas Italiana, per sensibilizzare l’opinione pubblica su una fase storica
della nostra Europa. Il servizio di Roberta Gisotti.
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Non si tratta di un evento mediatico, banale, che possiamo
liquidare in pochi giorni, ma al contrario di un avvenimento di portata
eccezionale, che avrà implicazioni politico-economiche, socio-culturali e
religiose, che si rifletteranno sulla struttura ed identità dell’Unione
Europea, sulla composizione demografica degli stessi Paesi e sulla vita
personale dei cittadini. Il libro dossier della Caritas - scritto a più mani
con diverse professionalità e competenze e preparato in un anno con il
contributo di redattori anche dell’Est europeo - accende i riflettori su un
passaggio epocale, che segna la fine della divisione continentale tra Occidente
ed Oriente. L’Europa a 25 sarà abitata da 455 milioni di persone, ancora
lontani dal record del miliardo e più sia della Cina che dell’India ma
distanziando gli Stati Uniti che ne conta 297 milioni.
Occorre
superare l’etichetta semplicistica di ex Paesi comunisti – raccomanda don
Vittorio Nozza – e capire che andiamo a confrontarci con Stati che hanno una
storia millenaria, ognuno una propria cultura, lingua, espressioni religiose.
Ricchezze che la Chiesa intende valorizzare, raccogliendo pure le sfide, e tra queste è la mescolanza delle
popolazioni e i flussi migratori. Oggi in Europa vi sono 20 milioni di
immigrati, di cui di 3 milioni e 400 mila sono arrivati dell’Est europeo, un
terzo dagli otto nuovi Paesi in procinto di entrare nell’Unione. Stessa
proporzione troviamo in Italia che ospita in tutto 900 mila immigrati da
oltrecortina, con circa 50 mila nuovi arrivi l’anno, per cui si stima che
l’aumento sarà di qualche decina di migliaia. 53 per cento di questi cittadini
dell’Est sono giunti in Italia per lavorare, 36 per cento per ricongiungere la
famiglia, e 3,1 per cento per studiare.
Il volume della Caritas vuole andare oltre i discorsi
ufficiali di circostanza, ma anche oltre le proiezioni degli esperti e
richiamare la responsabilità di costruire un’Europa che abbia un’anima nel
riconoscere ed esaltare le comuni radici cristiane, un’Europa dello stato di
diritto, della tolleranza e della solidarietà, un’Europa della pace per tutto
il mondo.
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E’ STATO
PRESENTATO LUNEDÌ A ROMA, IL LIBRO “UNA SCELTA D’AMORE”,
SCRITTO DA JANNE
HAALAND MATLARY,
DOCENTE DI POLITICA
INTERNAZIONALE ALL’UNIVERSITÀ DI OSLO
E MEMBRO DEL PONTIFICIO
CONSIGLIO DI GIUSTIZIA E PACE:
- Con noi l’autrice e
Joaquin Navarro Valls -
E’ stato presentato lunedì a Roma, il libro “Una scelta
d’amore”, scritto da Janne Haaland Matlary, docente di politica internazionale
all’Università di Oslo e membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e
Pace. Il testo, edito dalla Leonardo International, è la storia di una
conversione attraverso femminismo, politica, impegno sociale. Nella prefazione,
il cardinale Ratzinger ha scritto “grazie a questo libro è possibile, per così
dire, imparare nuovamente il senso dell’essere cattolici”. Al microfono di
Giovanna Bove ascolteremo l’autrice, ma prima il commento al libro di uno degli
intervenuti alla presentazione, il portavoce vaticano, Joaquin Navarro Valls.
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R. – E’ un
libro che ha un valore straordinario. E’ la storia di una conversione – e già
questo ha un interesse non soltanto religioso, ma anche antropologico, da tutti
i punti di vista – che ha un’idea centrale che sviluppa nella seconda parte del
libro, che mi ha interessato molto: l’idea comune che la conversione sia la
circostanza di un momento nella vita. Invece – si dice nel libro - la vera
conversione si deve realizzare ogni giorno. L’autrice racconta come nella sua
esistenza sia sempre presente l’esigenza di doversi convertire ancora. Quindi,
l’idea della esistenza cristiana non come una conquista già fatta, ma come una
conquista che si fa ogni giorno: è un’idea validissima.
D. – L’autrice ha scoperto Dio attraverso i libri. Secondo
lei oggi è possibile scoprire Dio attraverso un testo scritto?
R. – Sicuramente. Il problema è trovare quel libro.
L’autrice mi pare che lo abbia trovato, prendendo per caso un autore che lei
non conosceva: Tommaso D’Aquino. Oggi si potrebbe trovare in qualsiasi momento
un autore che magari toglie quelle certezze di ogni giorno, le certezze
scontate, non criticate abbastanza, e capovolge completamente l’impostazione
della propria esistenza.
D. – Parliamo ora con l’autrice: lei ha parlato spesso
delle donne, ha scritto del nuovo femminismo. Cos’è il nuovo femminismo?
R. – YES,
I TRIED TO USE THE TERM…
Innanzitutto, io ho usato il termine ‘femminismo’ per
evitare che questo termine venisse usato in modo sbagliato. Mi sono rifatta
alla figura di Maria, che era una donna assolutamente forte, una donna che ha
avuto un figlio. Ed è questo in qualche modo il nostro modello. Un modello,
quindi, di forza, di una donna che senz’altro è diversa dall’uomo, ma che ha
altrettante capacità e forza.
D. – La sua “scelta d’amore” tempo fa è stata questa
conversione al cattolicesimo. Oggi qual è la sua scelta d’amore?
R. – NOW
IT IS A DEEPENING…
La scelta d’amore adesso è senz’altro un approfondimento
della mia scelta passata ed è un processo sempre più complesso. La via è
senz’altro la via di Cristo. E’ un percorso direi esistenziale. Più si va
avanti con le domande e più diventano complesse e difficili le risposte.
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PRESENTATA A PADOVA LA IX DI EDIZIONE
CIVITAS,
MOSTRA-CONVEGNO DELLA SOLIDARIETA’ DELL’ECONOMIA SOCIALE E CIVILE
- Ai nostri microfoni il prof. Antonio Papisca -
Presentata ieri
a Padova la Nona edizione di Civitas, Mostra-Convegno della Solidarietà
dell’Economia Sociale e Civile. Come ogni anno, un centinaio i convegni
previsti per oltre trecento relatori, 600 realtà rappresentate per quasi 50
mila visitatori attesi dal 30 aprile al 2 maggio. Ce ne riferisce Silvio
Scacco.
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I grandi filoni su cui si
snoderà Civitas 2004, sono legati all’allargamento dell’Europa, alla
riflessione sul destino dell’Africa, alla qualità della nostra vita e alla
dimensione del nostro essere soggetti economici. Cittadinanza, ecologia, economia,
lavoro e finanza sono i macro-concetti che saranno declinati nei moltissimi
appuntamenti culturali proposti dall’articolata galassia del Terzo settore presenti
a Civitas quest’anno.
Tra
tutti il “G8 delle donne”: nel contesto della World Social Agenda, venerdì
30 aprile, saranno otto africane, simbolo della lotta per i diritti e testimoni
di diversi modi di essere e di interpretare l’Africa, a raccontarsi attraverso
parole, gesti, suoni e poesia. Intorno a loro, verrà allestito un intero
padiglione della Fiera che sarà dedicato agli ambienti, ai colori e ai sapori
dell’Africa.
Il 1°
maggio sarà il giorno in cui 10 nuovi Paesi entreranno nell’Unione Europea. Per
questo, a Civitas, venerdì 30 aprile, il Comune di Venezia e
l’Osservatorio sui Balcani, promuovono la Conferenza internazionale “Verso
un’Europa allargata di municipalità per i diritti umani”. Sono attesi i sindaci
di Sarajevo, Belgrado, Tallin, Zagabria, Praga, Lubiana.
Coinvolto nell’iniziativa, anche il mondo
accademico. Il prof Antonio Papisca, Direttore del Centro
Interdipartimentale sui diritti dell’uomo dell’Università di Padova, presente
alla conferenza stampa, così ha delineato il ruolo delle Organizzazioni non
governative.
“Queste
Organizzazioni non governative, questi gruppi di volontariato transnazionale
rappresentano i pionieri della democrazia internazionale. Sono dei movimenti,
delle organizzazioni che hanno afferrato l’importanza del diritto
internazionale e in particolare del diritto internazionale dei diritti umani e
sono strutture di società civile pienamente legittimate proprio dal diritto
internazionale. Anche per la riforma delle Nazioni Unite, la democratizzazione
delle Nazioni Unite sono indispensabile le Ong”.
Da Padova, per Radio Vaticana,
Silvio Scacco.
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28 aprile 2004
LE CHIESE PROTESTANTI INDONESIANE SI RAMMARICANO PER GLI SCONTRI
ETNICO-RELIGIOSI AD AMBON, ED INVITANO GLI
ESPONENTI DI OGNI FEDE A FARE
PASSI CONCRETI PER RIPORTARE LA CALMA NELLA
REGIONE
AMBON = La ‘Comunione indonesiana delle Chiese’ (Pgi), la
più vasta organizzazione protestante indonesiana ha espresso rammarico per le
violenze di domenica scorsa ad Ambon, capoluogo dell’arcipelago delle Molucche.
Gli scontri, iniziati dopo una manifestazione separatista organizzata
dall’Fkm/Rms, minuscolo movimento cristiano da cui la Chiesa locale ha preso da
tempo le distanze, ha causato fino ad ora 36 morti e 156 feriti. “Questa
violenza – ha detto Natan Setiaboudi, presidente del Pgi – ha infranto la pace
raggiunta nelle Molucche dopo il conflitto etnico-religioso scoppiato agli
inizi del 1999”. Setiabudi ha poi incoraggiato “gli esponenti religiosi di
diverse fedi a fare passi concreti per riportare la calma”, sottolineando come
“i disordini scoppiati ad Ambon hanno il potenziale per essere utilizzati da
certi gruppi per indurre la popolazione a riprendere il conflitto del 1999”.
Iniziato il 19 gennaio 1999 per una banale lite tra un cristiano e un musulmano,
il conflitto si era propagato da Ambon a diverse zone dell’arcipelago delle
Molucche, contrassegnato da violenze di diverso genere: omicidi, incendi,
saccheggi, devastazioni, conversioni forzate all’Islam. Nella primavera del
2002 era stato firmato, tra le due comunità, un accordo di pace a Malino
(Sulawesi), e da allora, salvo sporadici episodi di violenza, sembrava essere
tornata la calma nella regione.
IN OCCASIONE DELLA
57.MA ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA FIDAE
IL CARDINALE CAMILLO RUINI RICORDA CHE LA SCUOLA
CATTOLICA FA PARTE
DELLA
MISSIONE DELLA CHIESA ED E’ UNA RICCHEZZA PER TUTTI
ROMA = In occasione della 57.ma
assemblea nazionale delle Fidae, che si è svolta oggi all’Istituto patristico
Antonianum, il cardinale Camillo Ruini ha lanciato un “appello a tutte le forze
vive della società, politiche, sociali, economiche, culturali, e alla Chiesa
stessa”, affinché cresca la “consapevolezza nella società civile dell’utilità
delle scuole cattoliche”, ritenute “ricchezza per tutti”. “Dobbiamo lavorare
perché cresca la coscienza che la scuola cattolica fa parte della missione della
Chiesa”, ha detto il presidente della Conferenza episcopale italiana, sottolineando
che “questo non può non essere anche un impegno dello Stato e della società
civile”. “Desidereremmo - ha aggiunto il cardinale Ruini - che le scuole libere,
e in particolare quelle cattoliche fossero percepite come una ricchezza per
tutti”. Sottolineando l'esigenza di porre di nuovo l'uomo al centro del sistema
educativo il porporato ha assicurato che ''la fede cristiana oggi è il presidio
più sicuro del credo umanistico”. “Il ruolo della scuola è insostituibile”, ha
insistito porporato, spiegando che “oggi più che mai c'e' bisogno di formazione
dell'intelligenza” poiché se da un lato le tecnologie aiutano, dall'altro “non
favoriscono lo sviluppo dell'intelligenza critica”. In questo contesto in cui
l'uomo è messo in questione dalle scienze moderne e dalle tecnologie che
“consentono di intervenire sullo stesso soggetto umano, sul cervello,
sulla procreazione”, e in cui “vigono
convinzioni che tendono a ridurre l'uomo a elemento della natura”, occorre “mantenere
il carattere specifico dell'uomo” inteso come “immagine di Dio”, come somma di
“intelligenza e libertà”. La scuola, ha concluso il cardinale Ruini, deve
dunque “avere di mira la persona nella sua integrità e unità profonda” sviluppando
le capacità di analisi, giudizio e approfondimento.
SECONDO UNO STUDIO INTERNAZIONALE NON SARA’
POSSIBILE DIMEZZARE I LIVELLI
DI
DENUTRIZIONE DEL CENTROAMERICA ENTRO IL 2015. GUATEMALA, EL SALVADOR, HONDURAS
E NICARAGUA I PAESI PIU’ COLPITI
MANAGUA = Il Centroamerica non riuscirà a dimezzare i
livelli di denutrizione entro il 2015. E’ quanto ha affermato l’uruguayana
Zoraida Mesa, direttrice regionale per l’America Latina e i Caraibi del
Programma alimentare mondiale, in una visita in Nicaragua, dove è stato reso
noto uno studio congiunto realizzato dal Pam e dalla Commissione economica per
l’America Latina. L’obiettivo, stabilito dall’Onu nel 2000, sarebbe in
particolar modo irraggiungibile per il Guatemala, che presenta il livello di
denutrizione cronica più elevato dell’Intera America Latina. Le altre nazioni
più colpite sono Honduras, El Salvador e Nicaragua, colpite dalla crisi del
caffè di cui questi Paesi sono da sempre forti produttori. Attualmente sono
circa quattro milioni le persone assistite dal Pam in Centroamerica ma se entro
il prossimo luglio non saranno disponibili i fondi necessari a proseguire i
programmi - ha avvertito Krystyna Bednarka, rappresentante del Pam in Nicaragua
– alcuni verranno sospesi. Bednarka ha sottolineato che l’85% degli aiuti dei
‘donors’ viene destinato a tamponare situazioni di emergenza alimentare nel
mondo, e solo il rimanente 25% è impiegato per combattere la fame attraverso
programmi di sviluppo.
‘INFANZIA E GIOVINEZZA’ E’ IL TEMA DELLA
TRENTADUESIMA ASSEMBLEA PLENARIA
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE CONGOLESE,
CHE
COMPLETA COSI’ IL TEMA DELLA FAMIGLIA, CHIESA DOMESTICA
POINTE-NOIRE
= Si è aperta ieri a Pointe-Noire, sulla costa orientale, la trentaduesima
Assemblea plenaria annuale della Conferenza dei vescovi della Repubblica del
Congo (Cec). Per una settimana i presuli si concentreranno sul tema della
"Infanzia e della giovinezza nella società e nella Chiesa: il bambino, il
dono che Dio ci ha fatto. La giovinezza ricchezza e speranza per i nostri
tempi". L'incontro è la naturale prosecuzione degli argomenti trattati
nelle due ultime assemblee plenarie, rispettivamente "la donna, nella
società e nella Chiesa" e "l'uomo, compagno della donna, nella
società e nella Chiesa". Viene così completato il cerchio "consacrato"
della famiglia e della "Chiesa domestica", il cuore stesso della missione
della Chiesa in Congo. Il nunzio apostolico a Brazzaville, mons. Mario Roberto
Cassari, ha preso parte alla cerimonia d'apertura della plenaria.
SI E’ SVOLTA
IN VENEZUELA LA XXIX ASSEMBLEA ANNUALE DELLE MISSIONI. LO SCOPO: PROMUOVERE E
RINSALDARE I RAPPORTI TRA LE DIVERSE REALTA’ IMPEGNATE NELL’OPERA E
NELL’ANIMAZIONE MISSIONARIA IN VENEZUELA
CARACAS = I rappresentanti di
22 diocesi e 3 vicariati apostolici, degli Istituti missionari di vita
apostolica operanti in Venezuela, oltre ai Segretari dei diversi servizi di
animazione giovanile e pre-giovanile delle Pontificie Opere Missionarie venezuelane, hanno dato vita alla XXIX
Assemblea annuale delle Missioni, svoltasi nei giorni scorsi a Caracas. Scopo
dell’incontro era di promuovere e rinsaldare i rapporti tra le diverse realtà
impegnate nell’opera e nell'animazione missionaria. Tra i temi affrontati,
l'aggiornamento del Consiglio Missionario Nazionale (Comina) alla luce delle
indicazioni del documento "Cooperatio Missionalis" della Congregazione
per l'Evangelizzazione dei Popoli. E' stato rilevato il valido contributo
offerto dal Comina nella realizzazione delle attività di animazione missionaria
e delle attività specifiche di pastorale missionaria, soprattutto per i popoli
indigeni. L'incontro è stato poi un’occasione per offrire ai partecipanti riflessioni
sull’attuale difficile situazione che sta vivendo il Venezuela, per aiutarli a
svolgere meglio il loro compito missionario.
L’ARCIDIOCESI INDIANA DI BHOPAL HA APERTO UN CENTRO DI ASSISTENZA
PSICOLOGICA PER LE PERSONE AFFETTE DA CRISI
DEPRESSIVE. L’INIZIATIVA
E’
STATA REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON IL CENTRO GANDHIANO LOCALE
BHOPAL = L’arcidiocesi di Bhopal, nello Stato indiano del
Madhya Pradesh, ha aperto uno speciale servizio di assistenza psicologica per
le persone affette da crisi depressive e con tendenze suicide. Il “Sanjeevani
Depression Managment Centre” è stato inaugurato lo scorso Venerdì Santo
dall’arcivescovo Mons. Paschal Topno, nella sede dell’arcidiocesi dove è
situato. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con un centro
gandhiano locale, già impegnato da diversi anni ad aiutare le persone con
questo tipo di disagi psicologici. In pratica, ha spiegato il portavoce della
Chiesa locale padre Denis Carneiro, l’arcidiocesi metterà a disposizione del
centro le sue strutture e il suo personale religioso e laico che offriranno
assistenza psicologica gratuita a chiunque la richieda. Il servizio funzionerà
24 ore su 24. Nella città, tristemente famosa per il disastro provocato nel
1984 dalla fabbrica di pesticidi della “Union Carbide”, il numero dei
suicidi, soprattutto tra i giovanissimi, è in netto aumento. Un fenomeno
allarmante, ha sottolineato Mons. Topno,
legato allo stress e alla solitudine imposti dai ritmi frenetici di una
grande città. Il servizio attivato dall’arcidiocesi si propone appunto di
offrire ascolto, comprensione e solidarietà a queste persone in difficoltà aiutandole
a ritrovare la speranza e il gusto della vita.
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28 aprile 2004
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Sgomento e paura in Thailandia per i violenti scontri
avvenuti in tre province meridionali a maggioranza musulmana al confine con la
Malaysia. Il conflitto in Iraq potrebbe essere tra le cause di questa ondata di
violenza ma secondo il premier thailandese, Shinawatra, gli scontri tra polizia
ed estremisti islamici non sono legati alla presenza delle truppe nel Paese
arabo al fianco degli americani. Non la pensano così i missionari cattolici che
operano nella regione, come spiega al microfono di Roberto Piermarini, dal Sud
della Thailandia, padre Pietro Daniele:
**********
R. - Queste azioni così violente sono mirate per
costringere il governo a ritirare quei pochi soldati che hanno mandato in Iraq.
In queste azioni si può anche leggere una strategia volta a staccare queste
province dal regno della Thailandia e farne una nazione a parte. E’ inoltre
probabile che nel Sud della Thailandia ci siano dei capi stranieri che cercano
di sobillare la popolazione locale. Il fatto che le insurrezioni siano avvenute
in tre posti diversi fa sospettare che vi siano movimenti legati ad un solo
comando.
D. – E’ forte l’integralismo islamico, padre, in
Thailandia?
R. – Il popolo musulmano è semplice e pacifico. I capi
sono fondamentalisti e approfittano della semplicità della gente. Soprattutto
approfittano dei giovani, che hanno pochissima cultura, scarsa preparazione e
vengono spinti a compiere queste azioni violente.
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Le
città irachene di Falluja e Najaf nuovamente al centro di violenti scontri tra
le truppe americane, che hanno messo sotto assedio le 2 città, e la guerriglia
irachena. L’Onu ha intanto fissato per il mese prossimo la scadenza per nominare
il governo provvisorio che entrerà in carica a fine giugno. Il nostro servizio:
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L’inviato speciale dell’Onu in Iraq, l’algerino
Brahimi, ha chiesto che il nuovo governo iracheno sia nominato un mese prima
della prevista transizione dei poteri, il prossimo 30 giugno, proprio mentre le
città di Falluja e Najaf sono state sottoposte nelle scorse ore a pesanti
bombardamenti da parte dell’artiglieria e dell’aviazione americana. Decine le
vittime: la tregua è fallita. In un attacco compiuto con granate e artiglieria
pesante a Sud della città di Kut è stato inoltre ucciso un soldato ucraino. Tra
gli alleati degli americani ferve intanto il dibattito sull’appoggio alla
coalizione. Se a Madrid il premier spagnolo Zapatero ha annunciato che il
ritiro delle truppe sarà completato il 27 maggio, a Londra i capi di governo
britannico e italiano, Blair e Berlusconi, hanno ribadito la volontà di restare
in Iraq. Il presidente del Consiglio italiano,
Berlusconi, ricevendo i familiari delle vittime di Nassiriya ha anche detto che
l’Italia non è serva degli Stati Uniti. Se l’Italia e gli altri alleati si
ritirassero dal Paese arabo – ha aggiunto - ci sarebbe una guerra civile
disastrosa. Prosegue intanto il lavoro silenzioso della diplomazia
italiana per la liberazione degli ostaggi. Le famiglie dei sequestrati hanno
deciso di organizzare la manifestazione a Roma. Senza marchi politici né
bandiere, il corteo per la liberazione dei giovani rapiti, si svolgerà domani
pomeriggio alle 17 da Castel Sant’Angelo a Piazza San Pietro. Sulla sorte dei
sequestrati il Patriarca di Babilonia dei caldei di Baghdad, mons. Emmanuel III
Delly, ha affermato all’Agenzia Sir, che “stanno bene e alla fine saranno
liberati”.
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Tensione
altissima anche in Siria dopo l’attentato di ieri sera a Damasco, dove un
commando terroristico ha attaccato il quartiere delle ambasciate con una serie
di esplosioni seguite da un intenso scontro a fuoco nel quale sono rimasti
uccisi due assalitori, un poliziotto ed una donna. Nella capitale siriana, dove
ieri le deflagrazioni hanno colpito anche il palazzo che fino a poco tempo fa
ospitava gli uffici dell’Onu, sono state rafforzate le misure di sicurezza e
per almeno 24 ore rimarrà chiusa l’ambasciata americana. Stamani è stato
inoltre scoperto un deposito di armi ed esplosivi usato dal gruppo responsabile
dell’attacco, di cui si ignorano - per il momento - identità e possibili legami
con altri gruppi terroristici. Sulle piste da seguire per capire chi ci
possa essere dietro questo attentato condannato oggi con forza da Giordania e
Libano, ascoltiamo Guido Olimpio, esperto di terrorismo del Corriere della Sera,
al microfono di Giancarlo La Vella:
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R. – Il primo indizio potrebbe portare ad ambienti vicini
ad Al Qaeda, perché sembra che negli ultimi due-tre mesi la rete terroristica
di Bin Laden abbia iniziato una nuova strategia tesa a colpire i Paesi attorno
all’Iraq o comunque legati alla crisi irachena. E’ un’ipotesi realistica anche
se la Siria è usata dai gruppi di Al Qaeda per raccogliere uomini e per
preparare azioni terroristiche. Tra queste, ricordiamo l’attentato chimico,
recentemente sventato, che avrebbe devastato la Giordania. L’azione di disturbo
è un’altra ipotesi. La Siria è nel mirino perché appunto ospita Al Qaeda e
perché costituisce un punto centrale nel passaggio dei cosiddetti volontari che
vanno a combattere in Iraq. Ci sono, inoltre, tensioni con Israele ed anche con
gli stessi giordani. Quindi, potrebbe anche esserci qualche operazione di
contro informazione, legata più ad una lotta dei servizi segreti che non al
terrorismo.
D. – Come si inserisce questo episodio nell’ambito della
situazione di tutta l’area mediorientale?
R. – E’ evidente che sta accadendo quanto recentemente è
stato ipotizzato: uno dopo l’altro tutti i Paesi dell’area vengono coinvolti
dal terrorismo. Non si può escludere, inoltre, che quanti hanno combattuto in
Iraq stiano partecipando ad azioni clandestine in altri Paesi.
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Tour in
Europa del neo-premier della Spagna, il socialista Zapatero, che oggi si reca
in Germania e domani in Francia, ovvero i Paesi che, sin dall’inizio, si sono
opposti all’intervento militare in Iraq. Il premier spagnolo andrà anche a
Dublino, capitale dell’Irlanda, presidente di turno dell’Unione Europea. Ma
quali i motivi di questo viaggio alla luce della decisione di Zapatero di
ritirare i militari spagnoli dall’Iraq entro il 27 maggio? Giancarlo La Vella
lo ha chiesto a Josto Maffeo, corrispondente a Madrid del Messaggero:
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R. - Zapatero sta evidentemente privilegiando gli incontri
con coloro che stanno più o meno in sintonia, che hanno applaudito la decisione
di Zapatero di ritirare le truppe. Questo è indubbio. Sappiamo però che nei prossimi
due mesi concluderà il giro dei principali Paesi europei, anche l’Italia.
D. – Quali saranno le prossime mosse del neo premier
spagnolo?
R. – Zapatero ieri si è presentato in Parlamento – lo ha
richiesto lui – e ha detto: “Sono qui per parlare di qualcosa di cui non si è
parlato quando si è presa la decisione. E cioè io vengo in Parlamento per dire
che ho deciso di ritirarmi, perché nessuno è venuto qui per dirci che andava in
guerra”. Quindi, è stato anche un modo per far capire che è una gestione
diversa del potere. E ha detto chiaramente che la Spagna non si tirerà fuori.
Dice: “Non ci saremo nella fase che consideriamo bellica, perché non ci
interessano le guerre. Però attenzione, con la ricostruzione dell’Iraq e con
tutti gli aiuti che questo Paese può dare all’Iraq, noi staremo in prima
linea”.
D. – Sul fronte internazionale questo spostamento di asse
tra Paesi che sono in Iraq, come cambiano i rapporti sia all’interno
dell’Europa, ma anche nei confronti degli Stati Uniti?
R. – Visto da Madrid il rapporto con gli Stati Uniti non
cambierà. Cambierà soltanto in un accento. Questo Zapatero lo ha ripetuto molte
volte. Non sarà una relazione di sudditanza, sarà una relazione alla pari.
D. – La Spagna di Zapatero rompe decisamente con quella
del suo predecessore, il popolare Aznar. Quale tipo di gradimento da parte
degli spagnoli della nuova Spagna?
R. – C’è un sondaggio di 48 ore fa, secondo cui il 65 per
cento della popolazione è d’accordo con questo ritiro immediato. Ciò non toglie
però che gli spagnoli riconoscano che degli Stati Uniti non si può fare a meno.
Il problema è sempre quello del rispetto. Cioè, non vogliamo sentirci ad un
certo punto coloro che obbediscono.
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Ancora
violenze in Medio Oriente: una pattuglia dell’esercito dello Stato ebraico ha
fatto esplodere un veicolo guidato da un attivista di Hamas. Nella deflagrazione
è rimasto ucciso il conducente del mezzo e sono rimasti feriti quattro militari
israeliani e due coloni. Sul versante politico, si deve registrare l’annuncio
del premier israeliano, Ariel Sharon, secondo cui non c’è nessuna possibilità
di avanzare nell’applicazione del processo di pace della Road Map. In
concomitanza con l’imminente ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza, Israele
ha inoltre annunciato che farà scavare una profonda trincea lungo la frontiera
a Sud dell’enclave palestinese, al confine con l’Egitto. Nello Stato ebraico è
stata intanto programmata, per il mese di luglio, una visita del capo
dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’energia nucleare, Mohammed El Baradei.
L’Unione europea estenda la propria voce in Iraq e
si impegni per il conflitto in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi. E’
l’odierno appello del leader libico Gheddafi nel suo intervento al Parlamento
belga dopo aver confermato, ieri, la posizione sempre più vicina della Libia
all’Unione Europea. Al presidente della Commissione Ue, Romano Prodi, il
colonnello ha ribadito che Tripoli intende giocare “un ruolo di prima linea per
la pace nel mondo” e ha auspicato una “rapida eliminazione delle armi di distruzione
di massa” nei Paesi che le possiedono.
Un nuovo caso di Sars, il settimo dall’inizio della
settimana, è stato scoperto in Cina. E’ quanto riferisce il ministero della
Sanità del Paese asiatico aggiungendo che si tratta di una donna di 49 anni. I
casi di contagio si sarebbero sviluppati da un focolaio in un laboratorio per
malattie infettive.
La Commissione europea
raccomanda al Consiglio Ecofin di inviare un avvertimento all’Italia in seguito
ad un deficit di bilancio che nel 2004 è previsto crescere fino al 3,2% del
Pil. Questo in sintesi il contenuto della raccomandazione formulata
dall’esecutivo europeo, sulle finanze pubbliche italiane, assieme ad “una serie
di decisioni sulla sorveglianza del budget, prevista dal patto di stabilità”
per Olanda e Gran Bretagna.
Urne aperte oggi in Macedonia
per eleggere il successore del presidente Trajkovki, morto lo scorso febbraio
in un incidente aereo. A contendersi il posto di capo dello Stato saranno il premier uscente Branko
Crvenkovski, leader dell’Unione socialdemocratica, e Sasko Kedev, candidato del
partito nazionalista macedone Vmro-Dpmne.
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