RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 118 - Testo della trasmissione di martedì 27 aprile 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:     

Portare con coraggio il Vangelo nella cultura di oggi per guarire l’umanità dalle sue paure e dalle sue divisioni: così il Papa ricevendo la Congregazione per l’Educazione Cattolica in occasione del 25.mo anniversario della Costituzione apostolica “Sapientia Christiana”

 

Il saluto del Papa alla 42.ma Assemblea dei vescovi brasiliani ad Itaici, nei pressi di San Paolo: ai nostri microfoni il vescovo ausiliare di Palmas Francisco Beltrão, mons. Luigi Bernetti.

 

Si concluderà il 30 aprile il lavoro di consultazione per il progetto di compendio del catechismo della Chiesa cattolica

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Rischiata la strage in Giordania, dove il governo ha sventato un attentato che avrebbe potuto provocare 80 mila vittime: ce ne parla padre Yasser Ayyash

 

Unione Europea e Libia più vicine: incontro a Bruxelles tra Prodi e Gheddafi: intervista con Sergio Romano

 

In Basilicata nono giorno di blocco negli stabilimenti industriali di Melfi, dove prosegue l’impegno dei sindacati e dei vescovi della regione: interviste con i vescovi Agostino Superbo e Gianfranco Todisco

 

“Mass media in famiglia: rischio e ricchezza”: ieri all’Eur la tavola rotonda organizzata dalla diocesi di Roma

 

La parabola felice di una bambina indiana, adottata da una coppia europea dopo l’abbandono in orfanotrofio, nel libro di Asha Mirò “Figlia del Gange”: con noi l’autrice.

 

CHIESA E SOCIETA’:

I vescovi della Conferenza episcopale europea, a Santiago de Compostela, hanno ringraziato Giovanni Paolo II per il grande impegno a favore dell’unione del continente europeo.

 

La Chiesa guatemalteca ricorda il VI anniversario della morte di mons. Juan Josè Gerardi

 

I vescovi del Burkina Faso e della Costa d’Avorio lanciano un appello ai rispettivi governi ad incontrarsi e dialogare

 

Senza il cristianesimo non è possibile immaginare l’Europa. E’ quanto hanno affermato i vescovi sloveni in una lettera pastorale alla vigilia dell’entrata nell’Unione Europea

 

La festa induista di Kumbha Mela diventa occasione di dialogo tra induisti e cristiani

 

Trasportate a Milano le reliquie di Sant’Agostino dopo 1620 anni dal suo primo incontro con Sant’Ambrogio

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq oltre 40 guerriglieri uccisi in combattimenti fuori Najaf: scontri anche alle porte di  Falluja

 

Ancora scontri nelle Molucche tra cristiani e musulmani: è salito a 24 il numero delle vittime. Il vescovo di Ambon, Petrus Mandagi, chiede – ai nostri microfoni - la cessazione delle violenze

 

Stamani, a Pretoria, il presidente sudafricano Thabo Mbeki ha giurato per il suo secondo mandato

 

Ancora nessun dato sul voto di domenica nella Guinea Equatoriale: scontata la vittoria del presidente in carica Obiang Nguema, accusato di brogli dall’opposizione. 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 aprile 2004

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

 

PORTARE IL VANGELO NELLA CULTURA DI OGGI PER GUARIRE L’UMANITA’

DALLE PAURE E DALLE DIVISIONI:

COSI’ IL PAPA, RICEVENDO LA CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA

IN OCCASIONE DEL 25.MO DELLA COSTITUZIONE APOSTOLICA “SAPIENZA CRISTIANA”

 

Occorre portare con coraggio il Vangelo nella cultura di oggi per guarire l’umanità dalle sue paure e dalle sue divisioni. E’ quanto ha detto il Papa stamane ricevendo i membri della Congregazione per l’Educazione Cattolica in occasione del 25.moo anniversario della Costituzione apostolica “Sapientia Christiana” sulle università e le facoltà ecclesiastiche, firmata dallo stesso Giovanni Paolo II il 15 aprile del 1979. Ma ascoltiamo le parole del Santo Padre nel servizio di Sergio Centofanti.

 

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“Oggi, più che mai le Università e Facoltà ecclesiastiche devono giocare un ruolo nella “grande primavera” che Dio sta preparando per il Cristianesimo”.

 

“L’uomo contemporaneo – ha detto il Papa - è più attento a certi valori: la tutela della dignità della persona, la difesa dei deboli e degli emarginati, il rispetto della natura, il rifiuto della violenza, la solidarietà mondiale”.

 

A fronte di questo però – ha aggiunto  – il mondo di oggi è “minacciato da fratture sempre più profonde, per esempio, tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Sono spaccature che hanno alla loro base l’allontanamento dell’uomo da Dio”. Ci sono inoltre “le insidie dell’individualismo, del pragamtismo, del razionalismo”.

 

In questa situazione le università ecclesiastiche, “in linea con il Vangelo, la Tradizione e il Magistero”, hanno l’importante compito di evangelizzare la cultura adoperandosi “con tutta la loro forza a unire il mondo della scienza e della cultura alla verità della fede per far riscoprire l’ordine salvifico del piano divino nella realtà di questo mondo”.

 

“Il compito di insegnare – ha sottolineato – riveste un’importanza particolare nella realtà odierna, contrassegnata, da una parte, da un progresso tecnico impressionante e,dall’altra, dalle più varie contraddizioni, scissioni e tensioni”.     

“In varie Encicliche - ha detto Giovanni Paolo II -  ho cercato di indicare la strada per realizzare la riconciliazione in profondità tra la fede e la ragione (cfr Fides et ratio), tra il bene e il vero (cfr Veritatis splendor), tra la fede e la cultura (cfr Redemptoris missio), tra le leggi civili e la legge morale (cfr Evangelium vitae), tra l’Occidente e l’Oriente (cfr Slavorum apostoli), tra il Nord e il Sud”.

 

Il Pontefice esorta quindi i docenti ad unire il rigore della loro attività universitaria all’apertura umile e disponibile alla Parola di Dio “ricordando che l’interpretazione autentica della Rivelazione è stata affidata al solo Magistero vivo della Chiesa”.

 

“Incoraggio tutti a proseguire nella loro importante missione di evangelizzazione per mezzo dell’intelligenza della Rivelazione, continuando a perseguire quella sintesi vitale delle verità rivelate e dei valori umani che è costitutiva della sapienza cristiana”.

 

In questo modo – ha concluso il Papa - si potrà “contribuire a guarire l’uomo dalle sue paure e dalle sue lacerazioni interne”.

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IL SALUTO DEL PAPA ALLA 42.MA ASSEMBLEA

DEI VESCOVI BRASILIANI IN CORSO AD ITAICI, NEI PRESSI DI SAN PAOLO

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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“Il Papa desidera assicurare che segue con grande interesse i lavori assembleari e invoca la luce di Cristo risorto affinché illumini i partecipanti nel difficile compito di tracciare piani di evangelizzazione per il popolo di Dio. Il Santo Padre inoltre confida che, per intercessione della Madonna Aparecida, il Signore conceda all’Assemblea abbondanti frutti”. E’ quanto ha detto il sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Leonardo Sandri, leggendo a circa 360 vescovi brasiliani, riuniti dallo scorso 21 aprile fino a venerdì prossimo a Itaici, nei pressi di San Paolo, il messaggio del Papa in occasione della  42.ma Assemblea dei presuli incentrata sul tema “Vita e ministero dei sacerdoti”. Sul significato dell’annuncio del Vangelo nella complessa società moderna brasiliana, ascoltiamo il vescovo ausiliare di Palmas Francisco Beltrão, mons. Luigi Bernetti.

 

R. – La Chiesa si deve adattare ai tempi, studiando l’uomo di oggi affinché la parola di Dio possa arrivare anche al cuore, perché la missione di Gesù è questa: salvare l’uomo, tutti gli uomini. E’ questa la preoccupazione della Chiesa mondiale e specialmente del Brasile, perché il Brasile è un Paese molto complesso. Dobbiamo perciò studiare questo tema con molto amore, per poter compiere la missione che Gesù ci ha dato: “Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo a tutte le creature”.

 

D. – Quali sono, per la Chiesa brasiliana, le sfide prioritarie?

 

R. – Il Brasile è uno dei Paesi più ricchi di beni del suolo e sottosuolo nel mondo. Tuttavia la differenza di classe è molto grande. Quindi, è la fraternità, l’amore fraterno, che dovrebbe dire alla persona che ha di più di saper distribuire a coloro che hanno meno.

 

D. – A che punto è la riforma agraria?

 

R. – La riforma agraria è cominciata prima di Lula. In ogni modo, Lula ha detto in questi giorni che la riforma agraria sarà fatta, ma non con il ‘tamburo’; bisogna farla secondo le leggi e con prudenza, perché possa produrre gli effetti che tutti aspettiamo.

 

Sulla società brasiliana e sull’attuale situazione mondiale è stata incentrata la lettera dei vescovi inviata al Papa. “Sentiamo – hanno scritto i presuli - la tenacia e lo spirito evangelico nell’affrontare i drammi che più feriscono la persona umana, come la violenza, la guerra, l’ingiustizia, la disuguaglianza ed il terrorismo. Vediamo sulle labbra e nei gesti di profeta del Papa una nuova cultura fondata sulla pace, sulla giustizia e sulla solidarietà”.

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NOMINE

 

Il Papa ha nominato oggi nunzio apostolico in Haiti mons. Mario Giordana, finora consigliere della nunziatura apostolica in Italia, elevandolo in pari tempo alla sede titolare di Minori, con dignità di arcivescovo. Mons. Giordana, nato a Barge in provincia di Cuneo 52 anni fa, è dal 1976 nel servizio diplomatico della Santa Sede: parla francese, inglese e spagnolo.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Il Papa oggi ha ricevuto in successive udienze anche mons. Pietro Sambi, nunzio apostolico in Israele e in Cipro e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina, e mons. Francesco Canalini, nunzio apostolico in Australia.

 

 

SI CONCLUDERA’ IL 30 APRILE IL LAVORO DI CONSULTAZIONE

PER IL PROGETTO DI COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

 

Il 30 aprile prossimo si concluderà la consultazione di tutti i Cardinali e dei Presidenti delle Conferenze Episcopali circa il progetto di Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, preparato dalla Speciale Commissione Cardinalizia. Lo ha reso noto oggi il direttore della Sala Stampa vaticana, Joaquin Navarro Valls.

 

Nel preparare tale progetto, si è cercato di attuare quanto richiesto dal Santo Padre nella lettera indirizzata il 2 febbraio 2003 al Card. Joseph Ratzinger:

“Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica – scriveva Giovanni Paolo II - dovrà contenere, in modo conciso, i contenuti essenziali e fondamentali della fede della Chiesa, rispettandone la completezza e l'integrità dottrinale, sì da costituire una sorta di ‘vademecum’, che consenta alle persone, credenti e non, di abbracciare, in uno sguardo d'insieme, l'intero panorama della fede cattolica.

 

Esso avrà come fonte, modello e punto di riferimento costante l'attuale Catechismo della Chiesa Cattolica, che, mantenendo intatta la sua autorevolezza e importanza, potrà trovare, in tale sintesi, uno stimolo ad essere meglio approfondito, e, più in generale, un ulteriore strumento di educazione alla fede”.

Il progetto del Compendio – prosegue il direttore della Sala Stampa vaticana - cerca di rispecchiare fedelmente il Catechismo della Chiesa Cattolica sia nella struttura sia nell'articolazione dei contenuti sia nel linguaggio, dovendo essere non un qualunque Compendio della fede cattolica, ma un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica.

 

Il progetto inviato per la consultazione è, quanto alla lunghezza, circa un settimo del Catechismo ed è redatto in forma dialogica, con domande seguite da risposte sintetiche. Si è preferito questo genere letterario, in quanto si ritiene che inviti maggiormente alla lettura, instaurando un ideale dialogo tra il testo e il lettore.

 

Alla fine del progetto, sono state collocate, come appendice, alcune principali e comuni preghiere del cristiano e alcune formule di dottrina cattolica.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina la crisi in Iraq con un articolo dal titolo "Sangue e ricatti". Nuove violenze insanguinano il devastato territorio iracheno; i sequestratori dei tre civili italiani lanciano un ultimatum di morte.

 

Nelle vaticane, in occasione dell'udienza alla Congregazione per l'Educazione Cattolica, Giovanni Paolo II ha formulato tale consegna: realizzate la riconciliazione tra fede, ragione e cultura, tra bene e vero, tra leggi civili e leggi morali, tra Occidente e Oriente, tra Nord e Sud. Al contempo il Papa ha sottolineato che il mondo contemporaneo è minacciato da fratture sempre più profonde che hanno alla base l'allontanamento dell'uomo da Dio.

Un articolo di Mons. Malcolm Ranjith, Arcivescovo-Vescovo di Ratnapura (Sri Lanka), sull'Istruzione "Redemptionis Sacramentum".

 

Nelle estere, Giordania: sventato un attentato con venti tonnellate di esplosivi chimici.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica "Oggi", un articolo di riflessione di Franco Patruno dal titolo "Un'intervista che non è un processo ma un caso serio di omologazione".

Nell' "Osservatore libri" un approfondito contributo di Claudio Toscani in merito al primo volume di "Tutti i romanzi" di Aldo Palazzeschi, nei "Meridiani" Mondadori, arricchito con saggi e aforismi dello scrittore.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la vicenda dei tre italiani tenuti in ostaggio in Iraq.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

27 aprile 2004

 

SVENTATA STRAGE TERRORISTICA IN GIORDANIA

- Intervista con padre Yasser Ayyash -

 

Si è rischiata la strage in Giordania, dove il governo ha sventato un attentato che avrebbe potuto provocare 80 mila vittime. Ad Amman, la polizia ha arrestato alcuni attivisti di Al Qaeda, in procinto di colpire il Dipartimento generale dell’informazione e l’ambasciata Usa: avrebbero usato due camion pieni di esplosivi chimici. La notizia, riferita ieri sera dalla tv di Stato, ha destato grande preoccupazione nel Paese, come sottolinea il parroco della Chiesa cattolica melchita di Amman, padre Yasser Ayyash, intervistato da Andrea Sarubbi:

 

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R. – A dire la verità ho avuto tanta paura. Se questo è accaduto le conseguenze saranno molto grandi. Questi attentati sono una cosa nuova per la Giordania, non abbiamo mai sentito parlare di attentati. Si vede che c’è una mano dall’esterno e non dall’interno e che paga bene.

 

D. – Perché proprio la Giordania, quindi un Paese arabo, è nel mirino dei terroristi islamici?

 

R. – Mi sembra che la Giordania sia un Paese che ha una posizione moderata, forse perché è molto vicina all’Occidente e ha fatto la pace con Israele. D’altra parte ci sono persone animate da spirito di fanatismo e agiscono contro il Paese, che essendo moderato, deve subire sia le conseguenze positive che quelle negative.

 

D. – Vi era già arrivata voce che c’erano degli infiltrati di Al Qaeda, in Giordania, che stavano preparando degli attentati?

 

R. – Sì diverse volte abbiamo sentito di arresti nel Paese di affiliati ad Al Qaeda che avevano l’intenzione di fare attentati. Il governo ha lavorato molto bene.

 

D. – Lei ha usato più volte l’espressione ‘un Paese moderato’. Questa moderazione della Giordania si vede anche nella vita di tutti i giorni per voi che siete dei cattolici melchiti, che vivete in un Paese a maggioranza islamica?

 

 R. – Sì. La Giordania ha una caratteristica: la convivenza. Noi facciamo i nostri riti, le nostre preghiere, abbiamo le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre attività con grande libertà, possiamo costruire chiese e non abbiamo alcuna difficoltà.

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UNIONE EUROPEA E LIBIA PIÙ VICINE:

INCONTRO A BRUXELLES TRA PRODI E GHEDDAFI

- Intervista con Sergio Romano -

 

E’ la prima visita di Muammar Gheddafi fuori dall’Africa dal 1989: il leader libico è infatti giunto stamani a Bruxelles per un incontro con il presidente della Commissione europea, Romano Prodi. Nel pomeriggio vedrà l’alto rappresentante europeo per la Politica estera, Javier Solana, e stasera il capo di governo belga, Guy Verhofstadt; domattina parteciperà ad una seduta del Parlamento locale. Mentre nella capitale belga oggi sono coincise manifestazioni di sostegno a Gheddafi e proteste per la situazione dei diritti umani in Libia, la visita del leader libico si presenta all’insegna della normalizzazione delle relazioni tra l’Ue e il Paese africano, in vista della possibile adesione di Tripoli al Processo di Barcellona, cioè la cornice istituzionale delle relazioni tra Bruxelles e i Paesi del Mediterraneo. La missione europea del colonnello Gheddafi giunge anche in un momento in cui la Libia sta rientrando sulla scena internazionale ed è in attesa dell'abolizione delle sanzioni economiche americane nei propri confronti. Sul perché di questa due giorni di Gheddafi presso l’Unione Europea, Giada Aquilino ha intervistato l’ex ambasciatore Sergio Romano:

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R. - Gheddafi ha bisogno di incassare il risultato della sua svolta politica, dovuta a due ragioni principali: in primo luogo, il fallimento della sua politica economica e, in secondo luogo, le sanzioni. A questo punto, dopo aver avuto una sorta di “assoluzione” da parte della Comunità internazionale, Gheddafi può stabilire quel rapporto con l’Unione Europea che hanno già instaurato i Paesi arabi aderenti al Processo di Barcellona, che sono in un modo o nell’altro associati all’Unione.

 

D. – Quanto è vicina l’abolizione delle sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti?

 

R. – Piuttosto vicina. Gheddafi ha promesso che avrebbe pagato una quota supplementare di quattro milioni di dollari per ciascuna delle vittime del disastro aereo di Lockerbie. Quel pagamento è collegato ad una scadenza nel calendario libico-americano e quindi la revoca delle sanzioni dovrebbe essere dietro l’angolo.

 

D. – L’adesione al Processo di Barcellona può segnare davvero la fine dell’isolamento politico ed economico della Libia?

 

R. - Credo che l’isolamento politico ed economico della Libia possa ormai considerarsi un periodo passato. Vengono a cadere le sanzioni, soprattutto ritornano rapidamente in Libia i capitali americani ed europei legati al petrolio. Ovviamente il mercato del greggio richiede forti investimenti di capitali per attrezzature e infrastrutture. Se il Paese comincia davvero a decollare, si potranno poi costruire anche infrastrutture civili.

 

D. – I programmi nucleari ridimensionati, il risarcimento nei contenziosi con diversi Paesi europei, un ruolo determinante nell’Unione Africana: che strategia è quella di Gheddafi?

 

R. – Sappiamo che in questo momento, con una politica ragionevole, vuole cercare di reintegrarsi nella Comunità europea e nel rapporto più generale con gli Stati Uniti. Sappiamo anche però che non ha mai rinunciato ad un ruolo di leader di grandi movimenti contestatori dell’Occidente.

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IN BASILICATA NONO GIORNO DI BLOCCO NEGLI STABILIMENTI INDUSTRIALI DI MELFI, DOVE PROSEGUE L’IMPEGNO DEI SINDACATI E DEI VESCOVI DELLA REGIONE

PER UNA RAPIDA SOLUZIONE DELLA SITUAZIONE

- Interviste con i vescovi Agostino Superbo e Gianfranco Todisco -

 

Uno scenario diverso si presenta stamani in Basilicata nell’area industriale di Melfi, occupata da nove giorni da manifestanti che protestano per le condizioni dei lavoratori degli stabilimenti della Fiat. Non si registra, infatti, la tensione di ieri mattina, quando almeno 13 persone sono rimaste ferite in seguito ad una carica della polizia. C’è invece molta attesa per l’incontro tra i segretari dei sindacati e per gli sviluppi che i vari tentativi di mediazione, in atto nelle ultime ore, potranno avere. Anche la Chiesa è molto impegnata per una soluzione della difficile situazione di Melfi e i vescovi della Basificata hanno redatto un comunicato per promuovere un tavolo della concordia tra le parti. Su questo documento ascoltiamo l’arcivescovo di Potenza, mons. Agostino Superbo, al microfono di Luca Collodi.

 

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R. – E’ una necessaria presa di posizione rispetto ad un momento di sofferenza per tutta la regione. Anche se lo stabilimento è localizzato a Melfi, sono interessati i lavoratori di molte delle nostre diocesi. Noi chiediamo che si riprenda il tavolo della concordia prima di tutto tra i sindacati e, in secondo luogo, il dialogo con il governo e con i vertici dell’azienda.

 

D. – Voi auspicate, come vescovi della Basilica, un tavolo della concordia ma ponete anche l’accento sul metodo di rivendicazione dei diritti e di promozione della legalità e dell’ordine. A cosa vi riferite?

 

R. – Noi riteniamo che la violenza non abbia il potere di risolvere i problemi. Ci sono molti modi per rimuovere i picchetti, se ci sono. Non possiamo, inoltre, essere d’accordo con metodi che impediscano ai lavoratori di entrare negli stabilimenti.

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E sulla situazione ascoltiamo una testimonianza del vescovo di Melfi, mons. Gianfranco Todisco:

 

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R. - Questa situazione sta facendo soffrire un po’ tutti e ci auguriamo che termini il più presto possibile. E’ vero che le difficoltà che stanno incontrando i lavoratori - in relazione ai doppi turni notturni e al salario che dovrebbe essere adeguato a quello degli altri lavoratori del settore - rappresentano questioni serie che vanno affrontate con chiarezza.

 

D. – Mons. Todisco, da dove nasce il malumore nella zona industriale di Melfi e perché i lavoratori sono così divisi?

 

R. – I lavoratori sono divisi perché pensano - almeno alcuni di loro o meglio quelli che non sono d’accordo sul picchettaggio - che i problemi si possano risolvere senza arrivare a questi casi estremi. Anche perché questo contrasta con quel principio di libertà che nessuno di noi ha il diritto di infrangere. Io credo che noi dovremmo impegnarci a far capire veramente che dietro al lavoro c’è un’etica, c’è un comportamento che è al di sopra delle parti. E’ necessario rispettare la dignità della persona in tutti i suoi diritti. Nessuno di noi può ledere questi diritti: né di chi offre il lavoro né di chi presta il lavoro.

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SI È SVOLTA IERI NEL PALAZZO DEI CONGRESSI ALL’EUR

 LA TAVOLA ROTONDA ORGANIZZATA DALLA DIOCESI DI ROMA SUL MESSAGGIO

 DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE  DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI: 

“MASS MEDIA IN FAMIGLIA: RISCHIO E RICCHEZZA”.

- Servizio di Marco Cardinali -

 

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Nel messaggio del Papa si parla dei media come grandi possibilità di crescita culturale se ben utilizzati ma anche come rischio in un mondo, come quello presentato dalla Tv, relativizzato e artificiale. Nella tavola rotonda di ieri si è partiti proprio parlando di televisione con l’intervento del cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia che ha parlato di quanto alcuni programmi tv inducano a pensare ad una vita famigliare non reale insinuando l’idea di una fragilità tale da rendere impossibile una donazione totale e duratura da parte degli sposi. Talvolta addirittura, ha aggiunto il porporato, il massiccio “bombardamento delle immagini e idee provoca modi di pensare e di agire che non sono degni della persona umana, in particolare, dei bambini”. Il problema televisione è stato naturalmente quello più sentito, visto che ormai tale strumento è entrato nelle case anche dei meno abbienti quasi come un membro della famiglia, ma si è parlato anche di internet, dei quotidiani e dei telefonini, tutti strumenti che anche i più giovani usano. Responsabilità è stata la parola chiave sia per chi opera nel campo delle comunicazioni, ma anche per chi fruisce di tali strumenti.

 

A questa responsabilità ha fatto riferimento anche il presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, che ha fatto pervenire ai partecipanti al convegno un suo messaggio, in cui ha incoraggiato il mondo delle associazioni e del volontariato a promuovere “politiche sociali appropriate” che rafforzino nella coscienza collettiva “una cultura dell’informazione e della comunicazione che richiami la responsabilità del mondo delle istituzioni e della società verso i minori e la famiglia”. I mass media possono dunque essere un aiuto anche per far ritrovare insieme la famiglia, in un momento di riposo e di svago ma se mal usati possono essere anche un interporsi al dialogo e portare addirittura a forme di solitudini gravi. Il cardinale Trujillo ha invitato le famiglie a sentire la responsabilità di organizzarsi “politicamente per non essere vittime di alcuni mezzi che si preoccupano fondamentalmente del guadagno attraverso lo sfruttamento, ad esempio, della pornografia e della violenza”. Allo Stato, al mondo politico, ai legislatori è giunto, infine, l’invito a sentire come priorità l’attuazione di una politica a favore dei più deboli e della famiglia nel suo insieme, perché nelle continue e sempre più veloci sfide poste dai media non siano proprio le nuove generazioni a rimetterci.  

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LA PARABOLA FELICE DI UNA BAMBINA INDIANA, ADOTTATA DA UNA COPPIA EUROPEA

DOPO L’ABBANDONO IN ORFANOTROFIO. IL RITORNO AI LUOGHI DELL’INFANZIA

NEL LIBRO DI ASHA MIRO’ “FIGLIA DEL GANGE”

- Intervista con l’autrice -

 

Nata in un piccolo villaggio indiano sulle rive del fiume sacro, il Gange, è abbandonata piccolissima in un orfanotrofio di suore a Bombay. Sei anni nell’attesa, vana, di conoscere i suoi veri genitori. Poi la svolta: una coppia spagnola di Barcellona l’adotta e la porta in Spagna con sé. Ma Asha Mirò, 37 anni, non ha dimenticato le sue origini. Anzi è voluta tornare sui luoghi della sua infanzia, per rivisitarli con gli occhi di un adulto: per capire il perché del suo dramma, ma anche per perdonare. Un’esperienza condensata nel libro, edito dalla Sperling&Kupfer, intitolato “Figlia del Gange”, che Asha Mirò – oggi portavoce del Forum di Barcellona 2004 - ha scritto forte anche delle sue esperienze professionali, che l’hanno portata a collaborare a diversi programmi nel campo delle adozioni e a progetti di aiuto per i Paesi poveri. La sua storia ha già ispirato un personaggio dei cartoni animati di prossima uscita, in cui l’autrice è protagonista di storie che insegnano ai bambini il valore del dialogo tra le culture. Alessandro De Carolis l’ha incontrata per chiedergli cosa l’abbia spinta a tornare in India dopo tanti anni:

 

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R. - EL DESEO DE SABER …

Il desiderio di ricostruire quanto accaduto in quei primi anni della mia infanzia, visto che i miei erano ormai solo ricordi confusi. L’esperienza che ho vissuto è stata molto dura, molto difficile e molto intensa dal punto di vista emotivo. Ho rivisto non solo persone e luoghi di quando ero piccola – l’orfanotrofio l’ho riscoperto identico ad allora – ma soprattutto il ritorno in India mi è servito per chiedere dei miei genitori naturali, di toccare con mano quella realtà.

 

D. – Lei ha vissuto un’esperienza drammatica: quella di essere abbandonata in fasce da suo padre sulla soglia dell’orfanotrofio. Quali sono i suoi sentimenti nei confronti dei genitori che lei definisce “biologici”?

 

R. – EN PRINCIPIO LA SENSACIÓN …

Dal principio, la sensazione di abbandono mi ha provocato un grande dolore. Ma dopo aver rivisto l’India, aver conosciuto la realtà della sua gente, ho capito meglio ciò che mi è accaduto. E la rabbia che provavo all’inizio nei confronti di mio padre si è trasformata in perdono.

 

D. – Quanto ha giocato in questo perdono la sua fede?

 

 

R. – SIEMPRE CREO QUE …

Io sono convinta che le persone, per loro natura, siano buone. Dunque, la fede cristiana che mi hanno trasmesso i miei genitori adottivi è stata fondamentale per me, perché solo quando si perdona è possibile avere il cuore sereno.

 

D. – Ha mai sentito il desiderio di conoscere i suoi genitori indiani?

 

R. – SI. HE SIEMPRE TENIDO …

Sì ho sempre avuto il desiderio di conoscere il mio padre naturale, ma il destino ha voluto che così non fosse. Mio padre è morto due anni dopo il mio arrivo a Barcellona e così non mi è rimasto niente di lui, nemmeno una fotografia.

 

D. – Lei oggi è un’esperta di adozioni. Cosa si sente di consigliare a una famiglia che voglia adottare un bambino?

 

R. – PIDO TRES DESEOS …

Tre cose, soprattutto. La prima, che adottino un bambino con più di 3-4 anni. La seconda, che non gli cambino il nome, perché è una parte della sua identità. E terzo, che gli insegnino ad amare il suo Paese d’origine.

 

D. – La sua storia ha ispirato un cartone animato di coproduzione internazionale, anche italiana. Da dove nasce questa idea?

 

R. – NACIO’ DE MI AGENTE LITERARIA …

L’idea, frutto della mia agente letteraria, è stata ispirata dal mio nome indiano, Asha, che vuol dire “speranza”. Abbiamo voluto creare un personaggio per sottolineare questo valore nelle nuove generazioni: in particolare per suggerire un atteggiamento positivo, di apertura, nei confronti della nostra società multiculturale.

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CHIESA E SOCIETA’

27 aprile 2004

 

 

AL TERMINE DEL PELLEGRINAGGIO A SANTIAGO DE COMPOSTELA I VESCOVI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE EUROPEA HANNO RINGRAZIATO GIOVANNI PAOLO II PER IL GRANDE IMPEGNO A FAVORE DELL’UNIONE DEL CONTINENTE EUROPEO

 

SANTIAGO DE COMPOSTELA = Al termine del loro pellegrinaggio verso Santiago de Compostela i vescovi della Conferenza Episcopale Europea si sono rivolti, con una lettera, a papa Giovanni Paolo II per esprimere la loro gratitudine “per il grande impegno dimostrato durante il suo Pontificato in favore dell’unione del nostro continente”. “Se oggi - hanno affermato i vescovi - possiamo gioire nel momento in cui i confini dell’Unione Europea si stanno allargando, sentiamo molto profondamente che questo lo si deve alla forza con la quale Sua Santità ha dichiarato la necessità per l’Europa di respirare con tutti e due i suoi polmoni: l’Oriente e l’Occidente”. I vescovi hanno ringraziato il Papa anche per le “sue indicazioni dottrinali e pastorali che ci ha dato con l’Esortazione Apostolica ‘Ecclesia in Europa’, che ha ispirato il nostro ministero”. La lettera a Giovanni Paolo II ha concluso una serie di iniziative che hanno voluto sottolineare l’importanza del prossimo allargamento dell’Unione Europea. Dal 17 al 21 aprile si è, infatti svolto il pellegrinaggio a Santiago de Compostela, che ha visto 300 pellegrini, tra i quali anche 40 vescovi, dirigersi verso quella che il Pontefice ha definito la “capitale spirituale d’Europa”. Il pellegrinaggio si è concluso con il congresso “Unione Europea: Speranza e responsabilità – lettura teologica dell’evoluzione dell’Unione Europea”, seguito dall’Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale Europea, alla quale hanno partecipato per la prima volta, come membri effettivi, i vescovi degli Stati che entreranno nell’Unione il prossimo 1 maggio.

 

 

LA CHIESA GUATEMALTECA RICORDA IL VI ANNIVERSARIO

DELLA MORTE DI MONS. JUAN JOSE’ GERARDI.

MIGLIAIA I FEDELI CHE HANNO RESO OMAGGIO AL VESCOVO UCCISO

DOPO AVER CURATO IL RAPPORTO SULLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI NEL PAESE

- A cura di Maurizio Salvi -

 

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CITTA’ DI GUATEMALA.= Con una serie di iniziative e preghiere la Chiesa guatemalteca ha ricordato il sesto anniversario della tragica morte di mons. Juan José Gerardi. Il centro delle manifestazioni è stata la cripta della cattedrale metropolitana della capitale, dove i resti del religioso sono stati tumulati. I cancelli della cripta erano già stati aperti sabato per permettere alle migliaia di fedeli, che hanno conservato un grande affetto per il vescovo ausiliare di Città di Guatemala, di poter deporre omaggi floreali e sostare in raccoglimento davanti alla tomba. Qui un gruppo di alunni ha collocato un tappeto vegetale con la scritta “Guatemala, nunca mas” – “Guatemala, mai più” -, dal nome del rapporto da lui curato sulle violazioni dei diritti umani nel Paese. Ieri mattina, poi, molti fedeli e molte persone comuni hanno manifestato in silenzio attraversando il centro della capitale e poi partecipato anche ad una veglia per la pace. Nel tardo pomeriggio il cardinale Rodolfo Quezada Toruño ha celebrato l’Eucaristia nella cattedrale. Da qui i fedeli hanno organizzato una processione verso la chiesa di San Sebastian dove visse e morì mons. Gerardi e che si trova a 300 metri dalla sede del governo guatemalteco.

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I VESCOVI DEL BURKINA FASO E DELLA COSTA D’AVORIO LANCIANO UN APPELLO

 AI RISPETTIVI GOVERNI AD INCONTRARSI E DIALOGARE. TRA LE RICHIESTE DEI PRESULI LA LOTTA ALLA POVERTA’ E ALL’INGIUSTIZIA, TRASPARENZA NELLA GESTIONE

ECONOMICA E L’INVITO A NON FARSI MANIPOLARE DALLE POTENZE STRANIERE

 

ABIDJAN = Un invito a “incontrarsi e dialogare” per il bene delle popolazioni africane è stato rivolto dai vescovi ivoriani e burkinabè ai rispettivi governi. L’appello, comunicato dall’episcopato della Costa d’Avorio, è stato diffuso al termine di tre giorni di incontri ad Abidjan, capitale economica del Paese. I presuli hanno chiesto “di combattere l’ingiustizia e la povertà”, di gestire le risorse economiche “in modo trasparente” e a “non lasciarsi manipolare dalle potenze economiche straniere”. Riferendosi poi alla sollevazione armata del 19 settembre 2002, causa di una grave crisi socio-politica ancora non del tutto risolta in Costa d’Avorio, i vescovi hanno sottolineato come i cittadini ivoriani e del Burkina Faso, “un tempo fratelli, adesso coltivano la diffidenza”. Le relazioni tra i due Paesi sono, infatti, degenerate quando il governo ivoriano ha accusato il Burkina Faso di sostenere la ribellione. I vescovi autori del documento hanno infine celebrato, ieri, una Santa Messa nella cattedrale Saint-Paul di Abidjan, alla quale hanno partecipato il presidente ivoriano Laurent Gbagbo e il primo ministro del governo di riconciliazione nazionale Seydou Diarra.

 

 

SENZA IL CRISTIANESIMO NON E’ POSSIBILE IMMAGINARE L’EUROPA. E’ QUANTO HANNO AFFERMATO I VESCOVI SLOVENI IN UNA LETTERA PASTORALE ALLA VIGILIA DELL’ENTRATA NELL’UNIONE EUROPEA

- A cura di Davide Martini -

 

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LUBIANA = Non è possibile immaginare un’Europa senza il cristianesimo. E’ quanto hanno affermato i vescovi sloveni in una Lettera pastorale emanata dalla propria Conferenza episcopale. “l’Europa senza il cristianesimo – si legge nel documento - non sarebbe più Europa. L’anima dell’Europa è il cristianesimo stesso”. La nuova comunità di nazioni e di popoli che nascerà dall’allargamento dell’Unione Europea ha dei valori fondamentali che sono di origine cristiana, affermano i vescovi sloveni, che sottolineano come anche i “valori fondamentali, che ci hanno aiutato a sopravvivere come popolo, derivano dalle stesse radici cristiane”. Con l’entrata, inoltre, di diversi Paesi slavi “l’Europa inizierà a respirare con i suoi due polmoni, l’occidente e l’oriente, secondo il desiderio di Giovanni Paolo II”. “Una vita coerente con il Vangelo – prosegue il testo -  è la caparra più sicura dell’avvicinamento alla fraternità universale già qui sulla terra, nell’Europa unita”. L’entrata in Europa non comporta solo aspetti positivi, ricordano i vescovi sloveni, affermando che “per alcuni, specialmente all’inizio, ci saranno più difficoltà” e ricordando la possibilità di “nuovi pericoli”. “Perciò – concludono - è necessario che noi cristiani, insieme con tutti i cittadini della Repubblica di Slovenia, rafforziamo la nostra identità nazionale, l’amore per la patria, la volontà e la gioia della vita, i legami reciproci e la solidarietà”.

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LA FESTA INDUISTA DI KUMBHA MELA DIVENTA OCCASIONE DI DIALOGO

TRA INDUISTI E CRISTIANI. LA DIOCESI DI UJJAIN METTERA’ A DISPOSIZIONE

DISPENSARI, ALLOGGI E CURE MEDICHE PER AIUTARE LE AUTORITA’ CIVILI

AD OCCUPARSI DEI 20 MILIONI DI PELLEGRINI ATTESI

 

UJJAIN = La comunità cristiana della diocesi cattolica di Ujjain sta fornendo un contributo importante alla ‘Kumbha Mela’, la festa religiosa più sentita dell’India, iniziata il 5 aprile scorso e destinata a concludersi il prossimo 5 maggio nella città dello Stato centro-settentrionale del Madhya Pradesh. Monsignor Sebastian Vadakel, infatti, vescovo di Ujjain, ha raggiunto un’intesa con il governo locale affinché la diocesi possa offrire vari servizi in occasione della festività induista, il cui evento principale sono le tre grandi abluzioni rituali nel fiume Kshipra e per le quali si prevede una partecipazione di circa 20 milioni di pellegrini provenienti da tutta l’India. La diocesi cattolica ha messo a disposizione un dispensario ben fornito che garantisce cure gratuite ai pellegrini nei trenta giorni della festa, con suore di varie congregazioni - dottoresse o infermiere professionali - che si prestano volontariamente ad esercitare queste attività. La diocesi sta inoltre proponendo un programma per rendere più consapevole la popolazione su alcuni temi sociali come salute, miglioramento delle condizioni di vita femminili, istruzione delle ragazze, matrimoni tra minori, dipendenza da droghe, ritardi mentali e disabilità fisiche. Il vescovo di Ujjain ha detto di sperare che la collaborazione instaurata in occasione di questo ‘Khumba fornisca alla Chiesa un’opportunità di dialogo con la comunità induista.

 

 

TRASPORTATE A MILANO LE RELIQUIE DI SANT’AGOSTINO DOPO 1620 ANNI

DAL SUO PRIMO INCONTRO CON SANT’AMBROGIO.

I DUE PADRI DELLA CHIESA RESTERANNO L’UNO ACCANTO ALL’ALTRO

FINO AL 30 MAGGIO. PREVISTI, OLTRE AD APPUNTAMENTI LITURGICO-PASTORALI,

 ANCHE MOMENTI CULTURALI

-          A cura di Fabio Brenna –

 

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MILANO. = E’ arrivata ieri pomeriggio, nel Duomo di Milano, l’urna con le reliquie di Sant’Agostino, proveniente dalla Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro in Pavia. L’urna vi resterà fino al 30 maggio, collocata sull’altare di San Giovanni Bono, accanto alla reliquia di Sant’Ambrogio. Due grandi dottori della Chiesa sono tornati insieme 1620 anni dopo il primo incontro, avvenuto a Milano nell’ottobre del 384. Le reliquie di Sant’Agostino, provenienti da Pavia, a 1650 anni dalla sua nascita si trovano ora in Duomo, a fianco di quelle del vescovo e santo che unisce il proprio nome a quello della Chiesa di Milano, Sant’Ambrogio. Agostino arrivò a Milano dall’odierna Algeria ed eretico e anticattolico fu affascinato dalla forte personalità di Sant’Ambrogio, che lo condusse sulle vie della fede, in quel modo che Agostino avrebbe poi descritto nelle sue Confessioni. E proprio questo cammino verso la fede è ciò che questo rincontro del Duomo si ripropone di far vedere a tutti, secondo quanto ha suggerito il cardinale Dionigi Tettamanzi, durante la celebrazione dei Vespri, che ha dato il via all’esposizione che proseguirà fino alla domenica di Pentecoste il prossimo 30 maggio. Previsti, per l’occasione, una serie di appuntamenti liturgico-pastorali, ma anche culturali, come la serata di giovedì 6 maggio, quando i filosofi Carlo Sini e Giovanni Reale ripercorreranno l’elaborazione filosofica di Sant’Agostino, accompagnati da inframmezzi musicali. “L’insegnamento e la vicenda dei due santi ci riporta poi alle radici dell’Europa”, ha notato ancora l’arcivescovo di Milano, suggerendo nelle influenze reciproche di popoli e culture differenti, il benefico influsso su quelle che sono le attuali fondamenta della nostra civiltà europea.

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24 ORE NEL MONDO

27 aprile 2004

 

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

In Iraq, i militari americani affermano che almeno 43 guerriglieri, presumibilmente miliziani sciiti di Moqtada Sadr, sono stati uccisi in combattimenti alle  porte di Najaf.  Dalla città santa sciita si sono ormai  ritirate le truppe di Madrid, per rientrare nella loro base di Diwaniya, in vista del ritiro totale deciso dal nuovo premier Zapatero. Ma sulle ultime notizie dall’Iraq ascoltiamo il servizio di Fausta Speranza:

 

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Per quanto riguarda l’altra area calda di Falluja, centinaia di poliziotti iracheni pattugliano le strade della città circondata dai marines e centro della ribellione sunnita. Nelle prime ore della giornata, nuovi combattimenti si sono svolti anche appena fuori di Falluja: in uso elicotteri da combattimento e artiglieria. Da Nassiriya giunge notizia di un blitz dei carabinieri e dell'unità multinazionale, fatto ieri in un’abitazione nel centro della città. All'interno sono state trovate armi e munizioni, ma soprattutto documenti considerati di ''grande interesse investigativo'', in relazione agli attacchi subiti, negli ultimi giorni con colpi di mortaio, dal contingente italiano e dalla sede dell'Autorità provvisoria della coalizione. Resta tutta la tensione  per gli ostaggi, dopo il sollievo di vederli vivi nel video diffuso ieri. Dagli esponenti della politica viene ribadito il rifiuto a cedere alle richieste dei rapitori, che entro 5 giorni vorrebbero manifestazioni popolari contro il governo. Dagli analisti la considerazione che si tratta di scelte mediatiche ben studiate, di richieste diverse da quella manifestata il 13 aprile, nel primo video. Allora si chiedeva solo il ritiro delle truppe dall’Iraq, ora anche una presa di posizione del popolo italiano. E poi c’è la certezza degli 007: la conoscenza del dibattito interno all’Italia denuncia “un qualche legame”, tra il gruppo di sequestratori e l'Italia. Intanto, si parla di una manifestazione che si sta promuovendo giovedì prossimo a Roma, sottolineandone  il carattere umanitario e ricordando che altre ci sono state. Ma in questo caso è decisamente innegabile il rischio di un nesso pesante con le richieste dei sequestratori.

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Entro il 2004 Al Qaeda condurrà nuovi attacchi contro interessi americani, che non potranno essere evitati. Lo afferma un messaggio audio su un sito islamico, in cui l'organizzazione di Osama Bin Laden nega tuttavia la responsabilità per i recenti attentati a Riad in Arabia Saudita.

 

Non si arresta la violenza nell’arcipelago indonesiano delle Molucche, dove da domenica sono in corso sanguinosi scontri tra cristiani e musulmani. Stamani, nella capitale Ambon, un poliziotto è stato ucciso da un cecchino. Sale così a 24 il numero delle vittime dell’escalation di violenza, mentre sono oltre cento i feriti. Sulla difficile situazione nelle Molucche, ecco la testimonianza del vescovo di Ambon, Petrus Mandagi, raggiunto telefonicamente da Susy Hodges:

 

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R. – THE COMMON PEOPLE…

La gente comune ha paura che le violenze siano di nuovo come quelle di quattro anni fa.

 

D. – Alcuni rapporti dalle Molucche dicono che i cristiani non possono difendersi e le forze di sicurezza sono molto deboli. I cristiani temono che possano esserci pesanti perdite di vite, nel caso le violenze continuino? 

 

R. – YES, BECAUSE THE CHRISTIANS HERE…   

Sì, perché i cristiani qui si sentono in minoranza. La polizia e i militari infatti sono costituiti da musulmani. Quindi, hanno paura che i gruppi che si definiscono a supporto del Paese indonesiano abbiano l’appoggio dalla polizia e dai militari.  

 

D. – Quanto lei, personalmente, è ottimista su una fine rapida delle violenze?

 

R. – I MUST BE OPTIMISTIC…

Devo essere ottimista, perché ho visto che la gente comune qui non ama vivere di nuovo nella violenza. Ma tutto dipende purtroppo dal governo, dalla polizia e dai militari.

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Continuano a tardare i risultati delle elezioni svoltesi domenica in Guinea Equatoriale per eleggere i 100 deputati del Parlamento unicamerale e i 244 consiglieri di 30 municipi. Gli elettori erano appena 210 mila, ma votavano in 1.187 seggi sparpagliati sul territorio. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Nonostante le molte proteste dell’opposizione, che hanno già denunciato brogli e difficoltà di libera espressione del voto, è parere più o meno unanime degli osservatori che il partito del presidente Teodoro Obiang Nguema, controverso capo di Stato che aveva 75 degli 80 seggi nel parlamento uscente, possa ottenere un pieno controllo anche nella nuova assemblea e nei consigli comunali di questo piccolo Paese, terzo produttore di petrolio dell’Africa subsahariana, di recente scosso da voci di un presunto colpo di Stato. Un Paese, è bene ricordalo, la Guinea Equatoriale, dove sono avvenute in questi ultimi anni flagranti violazioni dei diritti umani.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Il presidente del Sudafrica, Thabo Mbeki, rieletto pochi giorni fa dal nuovo parlamento, ha prestato giuramento per l'inizio del secondo mandato quinquennale. La cerimonia è stata resa ancora più solenne dalla coincidenza con le celebrazioni per il decennale della fine dell'apartheid. Il servizio di Beatrice Luccardi:

 

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Questa mattina, a Pretoria, Thabo Mbeki ha inaugurato ufficialmente il suo secondo mandato alla presidenza del Sudafrica. La cerimonia ha avuto luogo nell’anfiteatro dello “Union Building”, alla presenza di oltre 60 mila persone. “L’Africa è stata indicata come luogo di disperazione – ha fra l’altro dichiarato il 61enne Mbeki, leader del partito di maggioranza, African National Congress – e deve divenire un centro di speranza per tutti”. Fra le personalità presenti vi era Nelson Mandela, portacolori della lotta anti-apartheid, proprio 10 anni fa primo presidente sudafricano eletto con suffragio universale. All’ingresso di Mandela, insignito nel ’92 del premio Nobel per la pace, insieme all’allora presidente De Klerk, la folla si è alzata in piedi per salutarlo con un lungo e fragoroso applauso. Il suo successore e delfino, Mbeki, però, già da qualche anno ha abbandonato i toni riconciliatori di Mandela. Parlando del passato ha infatti affermato: “Per troppo tempo il nostro Paese ha contenuto e rappresentato quanto vi sia di più sordido e ripugnante nell’umanità”.

 

Per la Radio Vaticana, Beatrice Luccardi.

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L’Unione Europea e la Russia hanno firmato l'estensione dell'accordo di partenariato e di cooperazione, che regola soprattutto le relazioni commerciali,  ai dieci nuovi Paesi che entreranno nell'Unione a partire dal primo maggio. L'estensione dell'accordo e' stata firmata oggi dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, dal commissario europeo per le relazioni esterne Chris Patten e dal ministro degli Esteri irlandese e presidente di turno dell'Unione, Brian Cowen. Con questa firma si pone fine ad un negoziato fra le parti, segnato in particolare dalla preoccupazione di Mosca di vedere indeboliti i suoi rapporti commerciali particolari con molti dei paesi dell'allargamento.

 

Il nuovo commissario europeo agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia ha annunciato che, domani, proporrà alla Commissione di Bruxelles di attivare siano attivati diversi strumenti di controllo dei conti pubblici per Italia, Olanda e Gran Bretagna. Almunia ha anche detto che chiederà la chiusura della procedura per deficit eccessivo nei riguardi del Portogallo. Il presidente della Banca centrale europea, Trichet, si è detto d'accordo con la decisione della Commissione europea.

 

Più di 600 persone sono state messe in quarantena a Pechino, dopo che una ricercatrice dell'istituto di virologia della capitale cinese aveva contratto la Sars e l'aveva poi trasmessa a un'infermiera che si prendeva cura di lei. L’Organizzazione mondiale della sanità ha mandato una squadra di esperti per verificare come si siano sviluppati questi nuovi focolai di infezione e se le norme di sicurezza decise in ambito internazionale siano state violate.

 

 

In India, nella terza giornata elettorale su cinque, svoltasi ieri per il rinnovo parziale del parlamento, gli exit poll indicano un forte balzo in avanti del Partito del Congresso guidato da Sonia Gandhi. Al voto si sono recati circa 100 milioni di elettori - sui 170 aventi diritto - in circoscrizioni che riguardano 11 Stati indiani.

 

Gli Stati Uniti sono pronti ad adottare misure in favore della comunità turco-cipriota. Intanto, ieri, i ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno approvato una raccomandazione affinché si devolvano in favore della comunità turco-cipriota i 259 milioni di euro di aiuti già stanziati per la zona settentrionale di Cipro in caso della riunificazione. Dal canto suo, l’Onu ha annunciato che sospenderà gli sforzi per la riunificazione dell’isola mediterranea, dopo la bocciatura del referendum.

 

Due palestinesi sono stati uccisi, ieri sera, vicino al campo profughi Al Maghazi, nella Striscia di Gaza, a causa di un attentato kamikaze. Secondo l’organizzazione terroristica Hamas, che ha rivendicato l’attacco, i due palestinesi erano collaborazionisti al servizio di Israele.

 

La Casa Bianca ha annunciato un aiuto di 100 mila dollari alla Corea del Nord per contribuire a far fronte alla sciagura ferroviaria della settimana scorsa a Ryongchon, che ha causato almeno 161 morti. La somma sarà devoluta attraverso il Comitato internazionale della Croce rossa. Anche l’Australia ha promesso aiuti alimentari addizionali, pari a 1,83 milioni di euro, alla Corea del nord attraverso il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. 

 

 

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