RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n. 111 - Testo della trasmissione di martedì 20 aprile
2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Nuova
emergenza umanitaria nella Repubblica democratica del Congo.
Disordini nella striscia di Gaza dopo la morte di
Rantisi e contestazioni dei coloni per l’annunciato piano di ritiro israeliano
Attentati nel Kashmir indiano all’apertura delle
legislative in India
Difficoltà e polemiche in vista del referendum per
la riunificazione di Cipro.
20
aprile 2004
DALLA BIBBIA LE INDICAZIONI PER UNA
CORRETTA MORALE NON SOLO
PER I CREDENTI: COSI’ IL PAPA
AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA
- Servizio di Alessandro De Carolis -
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Attraverso la Bibbia, scrigno della rivelazione divina,
Dio “parla e rivela se stesso”, indicando “l’orientamento sicuro per il
comportamento umano”. Sta in questa affermazione del Papa l’essenza del
rapporto tra la Bibbia e la morale. Giovanni Paolo II si è soffermato su questo
argomento ricevendo questa mattina ai membri della Pontificia Commissione
Biblica riuniti in questi giorni per l’annuale Assemblea plenaria.
Il rapporto tra Bibbia e morale, al centro dei lavori
della Commissione, “riguarda non soltanto il credente – ha affermato il
Pontefice - ma in un certo senso ogni persona di buona volontà”. E,
nell’approfondire il suo pensiero, il Papa ha sottolineato come la Sacra
Scrittura sia fonte inesauribile di insegnamento morale:
“Conoscere Dio, Padre di nostro Signore Gesù Cristo, riconoscere la sua
infinita bontà, sapere con animo grato e sincero che ‘ogni buon regalo e ogni
dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre, creatore della luce’,
scoprire nei doni che Dio ci ha dati i compiti che ci ha affidati, agire ben
consapevoli della nostra responsabilità nei suoi confronti: ecco alcuni degli
atteggiamenti fondamentali di una morale biblica”.
Nella
società di oggi, al contrario – aveva osservato nel suo indirizzo di saluto al
Papa il cardinale Joseph Ratzinger – cresce “l'attesa per un'etica
non-confessionale, per una cosiddetta “morale laica” prodotta dalla sola
ragione e indipendente da qualsiasi rivelazione divina”. Ma una morale laica è
come la ragione che l’ha partorita, ovvero “fragile e limitata” e non in grado
“di svelare a se stessa la sua origine e il suo significato ultimo, perché è la
ragione dell'uomo peccatore”. E' necessaria dunque la fede per comprendere
pienamente i contenuti morali della condizione umana, aveva aggiunto il
porporato, ma ciò è possibile solo “attraverso la mediazione di una tradizione
vivente, la Chiesa”.
Del resto - ha concluso il Papa, rivolto ai presenti - “la
Bibbia ci presenta ricchezze inesauribili di questa rivelazione di Dio e del
suo amore nei riguardi dell'umanità. Il compito del vostro comune impegno è
quello di facilitare al popolo cristiano l'accesso a questi tesori”.
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NOMINA
IN COLOMBIA
Il Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di
Bogotá, in Colombia, José Roberto Ospina Leongómez, del clero della stessa
arcidiocesi, finora rettore del Seminario maggiore San José, assegnandogli la
sede titolare vescovile di Gissaria.
IL PROSSIMO 25 APRILE, LA BEATIFICAZIONE DI
NEMESIA VALLE
-
Intervista con suor Anna Antida Casolino -
La scelta di Dio attraverso una
vita all’insegna della carità, una dedizione verso il prossimo che non
conosceva pause. Ha i connotati della santità la storia di suor Nemesia Valle,
che Giovanni Paolo II eleverà agli onori degli altari domenica prossima.
Valdostana di origine, Suor Nemesia nasce a metà dell’Ottocento e trascorre la
sua vita tra le Suore di Santa Giovanna Antida Touré. In Piemonte, dove il suo
carisma conquista dapprima Tortona e poi Bongaro, Suor Nemesia lascia una
traccia spirituale tuttora indelebile. A parlare della prossima Beata, è la
postulatrice, suor Anna Antida Casolino, al microfono di Giovanni Peduto.
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R. – La sua santità non è una santità straordinaria, nel
senso che non ci sono raccontate nella sua vita cose che la possano elevare con
chissà quali straordinari doni. La sua straordinarietà consiste in una santità
molto quotidiana, molto attenta, molto costante. Lei stessa, quando descrive la
santità, dice: ‘Non consiste – la santità – nel fare cose grandi, ma nel fare
bene il dovere ogni giorno e consumarsi nel posto dove si è chiamati ad
operare’.
D. – Anche in questa ordinarietà – chiamiamola così –
della vita della nuova beata, tuttavia, qualche episodio particolar l’avrà
colpita ...
R. – Questa sua capacità di non agitarsi, di attendere i
tempi di Dio nel rispetto delle persone, nel campo educativo, come anche nel
campo formativo delle novizie. Ci sono degli episodi squisiti. Era addirittura
anche finemente ironica, per delle battute, per dei gesti che compiva. Racconto
questo episodio che è anche leggero, gradevole. Una bimba che non riusciva a
staccarsi dalla famiglia e che non riusciva ad entrare nella vita sociale del
gruppo che esisteva e che viveva nell’istituto. Suor Nemesia la lasciava
libera, i primi tempi l’ha lasciata libera. Se la teneva seduta sulla predella,
in classe, in un continuo gesto ripetuto di sciogliere i lacci delle sue scarpe
e allacciarli, fino a quando la bimba liberamente, così, un giorno si rende
conto che la sua maestra le può fare da sicuro appoggio, da riferimento; piano
piano si scioglie, entra nel gruppo e comincia a studiare seriamente, a
realizzarsi con molta serenità.
D. – Può servire l’esempio di suor Nemesia nella scuola di
oggi?
R. – Per tutto il mondo della scuola, sia a livello
direzionale come a livello di insegnamento di alunni, anche di famiglie, è
tutto un mondo che potrebbe ruotare intorno a suor Nemesia. E mi riferisco
soprattutto alla visione, che è attualissima, prospettica della vita degli
allievi, all’accoglienza e all’attenzione alle persone, lo sviluppo in tutte le
sue dimensioni della persona, l’educazione alla convivenza civile, l’apertura alle
famiglie e questo – che è molto interessante – la ricerca e il coinvolgimento
delle risorse umane circostanti al territorio in cui si lavora, come le
autorità civili e religiose, le persone abbienti, i sacerdoti dotti e santi e
altre presenze educative significative, senza trascurare che fa soprattutto da
filtro e da base e da impulso la carità – perché siamo suore della carità – che
si esprime con la bontà nel senso che diceva suor Nemesia, nella bontà che
diventa pazienza necessaria per l’armonia della convivenza, ma soprattutto la capacità
di attendere i tempi di maturazione.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina la
situazione in Iraq: altri Paesi, dopo la Spagna, sono pronti a ritirare le
truppe. "Rammarico" dell'Amministrazione Usa per la decisione del Governo
di Madrid. Cauto ottimismo per la sorte dei tre ostaggi italiani.
Nelle vaticane, nel discorso ai
Membri della Pontificia Commissione Biblica, Giovanni Paolo II ha sottolineato
che attraverso la Bibbia Dio rivela se stesso e indica la base solida e
l'orientamento per il comportamento umano.
La Lettera del Santo Padre a
Mons. Luigi Giussani, fondatore del Movimento "Comunione e
Liberazione".
Un articolo di Giampaolo Mattei
sul pellegrinaggio - dal 21 al 23 maggio al Santuario austriaco di Mariazell -
cui parteciperanno cristiani di otto Nazioni europee. Per il solenne
avvenimento, il Papa ha nominato Legato Pontificio il Cardinale Angelo Sodano.
Nelle estere, Medio Oriente: i
Vescovi degli Stati Uniti chiedono a Bush un impegno per il negoziato.
Per la rubrica dell'
"Atlante geopolitico", un articolo di Pierluigi Natalia dal titolo
"Tribunale dell'Aja: la sentenza su Srebrenica imprime una svolta nel
diritto internazionale"
Nella pagina culturale, un
articolo di Mario Spinelli sulla mostra degli Aztechi allestita, a Roma, a
Palazzo Ruspoli (fino al 18 luglio).
Per l'"Osservatore
libri", un approfondito contributo di Danilo Veneruso in merito alla
pubblicazione degli Atti del Convegno su "I tempi della Rerum
Novarum", a cura di Gabriele De Rosa.
Nelle pagine italiane, in primo
piano la crisi irachena.
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20
aprile 2004
IN
IRAQ NUOVE SPERANZE PER LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI ITALIANI.
IL
RAMMARICO DEL PRESIDENTE USA DOPO IL RICHIAMO DELLE TRUPPE SPAGNOLE
-
Servizio di Amedeo Lomonaco -
Il rammarico del presidente americano, George Bush,
per la decisione del governo spagnolo di richiamare le proprie truppe
dall’Iraq, il successivo annuncio di Honduras di ritirare il suo contingente e
nuove speranze per la liberazione degli ostaggi italiani rapiti dai
guerriglieri iracheni. Sugli ultimi sviluppi relativi alla situazione irachena,
ascoltiamo il servizio di Amedeo Lomonaco:
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La decisione del premier
spagnolo Zapatero di ritirare dall’Iraq 1.300 soldati sta scuotendo l’Europa e
gli Stati Uniti. In una telefonata al primo ministro spagnolo, il presidente
americano, George Bush, ha criticato l’abbandono dell’Iraq. Su questo colloquio
tra i due leader politici, ci riferisce Elena Molinari:
“George Bush evidentemente non ha gradito la decisione del
nuovo governo spagnolo di richiamare al più presto le truppe dall’Iraq. In una
telefonata al premier spagnolo, Josè Luis Rodriguez Zapatero, il presidente
americano si è limitato a chiedere che l’operazione venga condotta in modo ordinato,
così da non danneggiare gli altri contingenti. I due leader hanno parlato per
meno di cinque minuti su chiamata di Zapatero e Bush ne ha approfittato per
esprimere il proprio rammarico per la decisione. Bush ha anche sottolineato –
ha detto il suo portavoce – l’importanza di valutare attentamente future azioni
per evitare di dare ai terroristi e ai nemici dell’Iraq un apparente sostegno
morale. Il riferimento è ai tragici attentati dell’11 marzo a Madrid, cui ha
fatto seguito la decisione del nuovo premier spagnolo di andarsene dall’Iraq.
La Casa Bianca ha anche ripetuto oggi che la coalizione in Iraq resta forte ed
ha ringraziato gli altri Paesi che ne fanno parte”.
Dopo la
decisione della Spagna di abbandonare la coalizione, l’Honduras ha intanto
deciso di ritirare i propri 370 soldati dall’Iraq. Altri Paesi dell’America latina,
come El Salvador e la Repubblica Dominicana, non lasceranno la coalizione; rimarranno
in Iraq anche il Giappone, le Filippine e l’Australia, che ha
assicurato la permanenza del proprio contingente, nonostante le minacce mosse
dal leader radicale sciita Al-Sadr. Anche il ministro romeno degli Esteri, Mircea Genoana,
ha confermato che i 730 soldati della Romania resteranno nel Paese arabo. La
Thailandia, invece, richiamerà i suoi militari se la situazione sul campo
diventerà troppo pericolosa. In Iraq è inoltre atteso - per le prossime ore - il
via libera al corridoio umanitario che permetterà alla Croce Rossa Italia e
alla Mezzaluna Rossa di portare soccorsi alla popolazione di Falluja. Per
quanto riguarda i tre italiani in mano ai guerriglieri iracheni, al termine
dell’incontro - questa mattina - con il presidente del senato, Marcello Pera,
l’inviato dell’Onu per l’Iraq, Laktar Brahimi, ha affermato che “ci sono tutte
le ragioni per sperare che gli ostaggi italiani siano liberati al più presto”. Ascoltiamo
Giampiero Guadagni:
“Dopo
la decisione del governo spagnolo di ritirare la proprie truppe, Palazzo Chigi
fa sapere che le forze italiane restano impegnate in Iraq a garantire il necessario
quadro di sicurezza al passaggio dei poteri al nuovo governo iracheno, per consentire
la ricostruzione economica del Paese. Intanto continua l’azione diplomatica e
di intelligence per liberare i tre ostaggi italiani in mano ai guerriglieri
iracheni. Qualcosa sembra muoversi e c’è un cauto ottimismo. Riassume il
ministro degli esteri Frattini: da parte dei nostri interlocutori ci sono
segnali di non chiusura e si stanno aprendo nuove vie. Naturalmente per le famiglie
degli ostaggi queste sono ore di grande trepidazione a casa Agliana, a Prato,
il presidente del Senato Pera ha portato la solidarietà e la vicinanza delle
istituzioni; da Cesenatico Angelo Stefio, padre di Salvatore, ha espresso la
sua gratitudine al Papa per le parole pronunciate domenica durante il Regina
Coeli”.
E sulla complessa vicenda relativa
ai tre italiani rapiti in Iraq, si deve anche registrare che la Procura di
Genova avrebbe iscritto tre persone nel registro degli indagati per il reato,
previsto all’articolo 288 del Codice penale, che punisce l’arruolamento di
cittadini italiani come combattenti in Paesi stranieri.
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AL VIA
OGGI IL PELLEGRINAGGIO DELLA DIOCESI DI ROMA IN TERRA
SANTA,
GUIDATO
DAL CARDINALE VICARIO CAMILLO RUINI
- Ai
nostri microfoni mons. Carlo Mazza -
Al via da oggi fino al 24 aprile il pellegrinaggio della
Diocesi di Roma in Terra Santa. Prima tappa del viaggio è Nazareth, dove sarà
celebrata l’Eucaristia nella Basilica dell’Annunciazione. Quindi le visite
nelle città di Tabga e di Cafarnao, l’attraversamento del Lago di Tiberiade, la
sosta al fiume Giordano, la tappa a Gerusalemme e al Santo Sepolcro. Un momento
importante dell’iniziativa è la Maratona della Pace da Gerusalemme a Betlemme,
in programma il prossimo venerdì e organizzata dall’Opera Romana Pellegrinaggi.
Ce ne parla, al microfono di Luca Collodi, mons. Carlo Mazza, direttore
dell’Ufficio per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei.
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R. – Gli sportivi italiani si pongono all’interno di
questo martoriato territorio del Medio Oriente e sperano, con una presenza
molto simbolica, molto viva, di portare un piccolissimo, ma efficace contributo
alla pace e alla riconciliazione tra i popoli. Parteciperanno gli atleti del
nostro Paese, alcuni anche di una certa importanza, dei campioni del passato,
come Vipera e Argentin e ci sarà la presenza soprattutto di due grandi persone,
il presidente della Cei, Camillo Ruini, ed il dott. Giovanni Petrucci, presidente
del Coni.
D. – Lo sport italiano, ma anche quello internazionale,
pur avendo grossi problemi al proprio interno e sul piano organizzativo, non ha
mai però dimenticato la solidarietà per chi lo sport non lo può vivere in modo
adeguato…
R. – Spesso noi ci soffermiamo sui dati negativi, sugli
aspetti che sono espressivi della corruzione o di altre situazioni difficili
dello sport italiano, ma anche del mondo in genere. Qui invece si tratta
proprio di evidenziare che lo sport è qualcosa di molto vicino alle situazioni
di grande difficoltà. La nostra maratona, infatti, nella prima parte, quella
che si svolgerà nella zona di Israele, sarà accompagnata proprio da 15 atleti
israeliani. E poi, una volta giunti al check point, dall’altra parte ci saranno
15 atleti palestinesi. C’è una continuità, quindi, ma anche una cesura, questo
è l’aspetto più doloroso. Al check point i 15 atleti israeliani, infatti,
saluteranno e torneranno nel loro Paese. Sarà la bandiera olimpica come
testimone, insieme con la nostra fiaccola, che è stata benedetta dal Santo
Padre mercoledì scorso, ad attraversare il check point in modo simbolico e
intenso, di speranza, che vorremmo portare ad entrambe le parti.
D. – Al termine di questi cinque giorni del pellegrinaggio
degli sportivi italiani in Terra Santa, che cosa ci aspettiamo?
R. – Portare il segno che non è morto dentro di noi il
desiderio che si trovino le soluzioni a questo grande problema. Un altro
obiettivo che ci prefiggiamo è quello di rimanere vicini alla comunità
cristiana, di mostrare ai nostri fratelli cristiani che non li abbandoniamo, ma
siamo lì per dire “siate forti, non temete, non andate via da questo Paese. Voi
siete i nostri rappresentanti. Questa è la nostra Chiesa madre. Dovete essere
qui come pietre viventi, che testimoniano il Vangelo”.
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QUESTA
SERA, NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA SABINA,
LE
NOTE E LE IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE “DONA NOBIS PACEM”,
DEDICATA A GIOVANNI PAOLO II
- Intervista col direttore d’orchestra
Marco Celli Stein e Stelvio Cipriani -
La
Musica di Stelvio Cipriani, le immagini del Centro Televisivo Vaticano e le
testimonianze del cardinale Pio Laghi e del giornalista Piero Schiavazzi: sono
gli ingredienti della manifestazione “Dona Nobis Pacem”, dedicata a Giovanni
Paolo II, che sarà ospitata questa sera nella Basilica romana di Santa Sabina,
con l’orchestra Nova Amadeus diretta da Marco Celli Stein. Il servizio di
A.V..
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(musica)
Una vita senza frontiere, quella di Papa Woytjla, che ha
varcato i confini della terra con il suo apostolato. Un Festival senza
frontiere, che fa della musica il veicolo universale di spiritualità, gli rende
omaggio mettendo insieme diversi mezzi di comunicazione. Il direttore
d’orchestra Marco Celli Stein:
“Vogliamo portare la musica a tutto il pubblico. Vogliamo
diffondere il carattere sacro in suoni. Quindi ci è parso giusto tributare
tutto ciò al sommo Pontefice. Le immagini arricchiscono il linguaggio sonoro,
formato anche da diverse discipline, come è nello spirito del Festival. E
questo Festival si chiama proprio Festival senza Frontiere, per cui ha proprio
questa peculiarità, di portare spettacoli di artisti eterogenei di vario tipo”.
La figura di Giovanni Paolo II ispira il concerto e l’arte
di Stelvio Cipriani, compositore noto per le sue celebri colonne sonore ma che
si esprime anche attraverso la musica sacra, come nel suo Tema di Karol e in un
inedito Agnus Dei, scelto a commento delle immagini sui 25 anni di pontificato
di Woytjla. Ascoltiamo il Maestro Stelvio Cipriani:
R. – Eseguiamo solo l’Agnus Dei, però io ho composto tutta
la Messa, ed essendo, ripeto, l’Agnus Dei l’ultima parte, rappresenta
l’Eucaristia e quindi, in un certo qual modo anche la sofferenza attuale,
purtroppo, del Santo Padre. Il Tema di Karol, il tema d’amore dedicato al Santo
Padre, è stata una cosa differente. Sono dovuto ricorrere a molta meditazione,
ad un periodo di studio, di letture sacre, cosa che mi compete, essendo io uomo
di fede. E dopo questa immersione ho composto questo brano che viene eseguito
da me al pianoforte, con accompagnamento di orchestra.
D. – Perché questo Papa è fonte di ispirazione artistica?
R. – E’ fonte di ispirazione perché è la figura stessa,
proprio la figura umana. Io ho conosciuto questo carisma da vicino, ci ho
parlato, e durante la composizione della Messa e di questo Tema di Karol sono
riemerse quelle sensazioni epidermiche che lui mi tramandò all’epoca, quando ci
siamo incontrati la prima volta a Torino, alla prima di questo sceneggiato, del
quale ho composto le musiche: Don Bosco.
(musica)
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20
aprile 2004
SUMMIT
MONDIALE DELLA FONDAZIONE MEDIA PER I RAGAZZI,
APERTO
IERI A RIO DE JANEIRO, IN
BRASILE
- Servizio
di Maurizio Salvi -
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RIO DE JANEIRO. = Con l’ambizioso titolo “Media di tutti,
media per tutti” circa due mila persone fra professionisti del mondo
dell’informazione, ricercatori ed educatori si sono dati appuntamento da ieri a
Rio de Janeiro, dove per diversi giorni analizzeranno la produzione di radio,
televisione, cinema ed Internet per bambini ed adolescenti. Inaugurando i
lavori, Regina De Assis, coordinatrice generale di questo quarto Vertice mondiale,
ha ricordato che esso è frutto di un laborioso processo di lavoro, che offre la
possibilità di mobilitare e trasformare il cuore e la mente di persone
impegnate con le modalità di accesso di bambini ed adolescenti a mezzi di
informazione di qualità. Convinti che i cambiamenti debbano essere non per, ma
con i minori, gli organizzatori hanno concepito la realizzazione accanto al
Forum degli adulti, anche di un Forum degli adolescenti che parallelamente
esamineranno i temi più delicati dell’informazione a loro rivolta. Oggi i lavori
saranno avviati dal presidente della Repubblica brasiliano, Luis Ignacio Lula
da Silva, che metterà in risalto la volontà del suo governo di proteggere le
fasce più giovani della popolazione dall’aggressione di strumenti di informazione,
sempre più sudditi degli interessi economici prevalenti. Il tema della giornata
odierna è “Un mondo, molte voci” e si chiederà ai partecipanti di riflettere su
come i media rappresentano le diverse identità e culture dei bambini e degli
adolescenti in un mondo globalizzato.
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LA CONFERENZA EPISCOPALE FILIPPINA
OFFRE LA SUA SEDE PER OSPITARE
I
NEGOZIATI TRA IL GOVERNO ED I RIBELLI DEL NUOVO FRONTE DEMOCRATICO.
SI
TRATTA DEI PRIMI COLLOQUI DI PACE INTRAPRESI NELL’ARCIPELAGO ASIATICO
MANILA. = La Chiesa filippina ha aperto
le porte per ospitare i colloqui di pace tra i ribelli del Nuovo Fronte
Democratico e il governo, al fine di contribuire alla pace nel Paese. Lo ha annunciato
mons. Hernando Coronel, segretario generale della Conferenza Episcopale
dell’Arcipelago asiatico. Si tratta del primo passo verso una conclusione
possibile degli scontri che affliggono le Filippine da decenni. In una
conferenza stampa, svoltasi il 15 aprile, il prof. Carlos Medina, rappresentante
del governo, ha ufficialmente annunciato la convocazione del Segretariato del
Comitato per il monitoraggio congiunto (Jmc), che segue l’applicazione
dell’Accordo globale per il rispetto dei diritti Umani e della Legge umanitaria
internazionale, firmato nel marzo 1998 ma finora disatteso. Il prof. Medina e
Fidel Agcaoili, del Nuovo fronte Democratico delle Filippine, presiedono il
comitato. (G.L.)
NUOVA
EMERGENZA UMANITARIA NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO.
SECONDO
FONTI UFFICIALI DEL GOVERNO DI KINSHASA DECINE DI MIGLIAIA
DI RIFUGIATI
VENGONO RIMPATRIATI CON LA FORZA DAL GOVERNO DELL’ANGOLA
KINSHASA.
= L’ufficio umanitario dell’Onu, l’Ocha, sostiene che le decine di migliaia di
congolesi espulsi nelle scorse settimane dall’Angola, necessitano urgentemente
di assistenza umanitaria. Le stime riportate dall’Ocha provengono da fonti
ufficiali di Kinshasa secondo cui dagli 80.000 ai 100.000 congolesi, fuggiti in
Angola per cercare rifugio durante la guerra cominciata nel 1998, sono stati o
potrebbero essere espulsi con la forza. I rifugiati avevano lavorato
illegalmente nelle miniere di diamanti del Paese confinante dove sono attivi i
cosiddetti “garimpeiros”, cercatori d’oro e di pietre preziose. Secondo l’Onu,
40mila congolesi avrebbero già varcato il confine, mentre altre migliaia
attendono ancora in Angola. Gli operatori umanitari sostengono che il numero
effettivo dei profughi è in realtà più alto, perché molti non transitano
attraverso i Centri di registrazione. L’Ocha fa sapere che alcune agenzie
umanitarie dell’Onu si stanno già mobilitando, e un carico di aiuti dovrebbe
partire presto, anche dalla base logistica italiana di Brindisi. (G.L.)
UN
INVITO A COMBATTERE L’INDIGENZA, FONTE “D’INSTABILITA’ E DI NUOVI CONFLITTI
REGIONALI E GLOBALI” E’ STATO RIVOLTO DAL PRESIDENTE MESSICANO, VICENTE FOX, AI
PARLAMENTARI DI TUTTO IL MONDO, IN APERTURA DEI LAVORI
DELLA
110.MA ASSEMBLEA DELL’UNIONE INTERPARLAMENTARE MONDIALE
CITTA’ DEL MESSICO. = Un invito a combattere la
povertà, poiché “la miseria può tradursi in instabilità e in nuovi conflitti
regionali e globali” è stato rivolto dal presidente della Repubblica messicana,
Vicente Fox, in apertura dei lavori della 110ma assemblea dell’Unione interparlamentare
mondiale, riunita a Città del Messico. Dinanzi ai rappresentanti dei Parlamenti
di 138 Stati, Fox ha sottolineato che “in un mondo interdipendente, la
crescente povertà esacerba altri mali e si traduce in conflitti che non sempre
conoscono frontiere, oltre che in tensioni per la pace e la sicurezza a livello
regionale e globale”. Il presidente messicano ha poi esortato i parlamentari
presenti a combattere grazie alla “cooperazione e alla solidarietà” fenomeni come
“la fame, l'insicurezza, la discriminazione, il terrorismo, la violenza e il
depauperamento delle risorse naturali”, indicandoli tutti come possibili fonti
di nuovi conflitti. (D.G.)
A MILANO DAL 26 APRILE, UN CICLO DI MOSTRE FOTOGRAFICHE E INCONTRI
A TEMA
SU AFGHANISTAN, IRAQ, CAMBOGIA, SIERRA
LEONE PER FESTEGGIARE I DIECI ANNI
DI ATTIVITA’ DELL’ORGANIZZAZIONE NON
GOVERNATIVA, EMERGENCY
MILANO. = “Dieci anni di Emergency. Fotografia della guerra e della speranza in Afganistan, Iraq, Cambogia, Sierra Leone” è il titolo del ciclo
di Mostre promosso dall’organizzazione fondata da Gino Strada: una delle tante
iniziative per festeggiare i 10 anni di attività in favore delle vittime delle
guerre. Dal 26 aprile, per 4 settimane, sul marciapiede del binario 21 e
nell’adiacente Sala Reale della stazione Centrale di Milano, si alterneranno quattro reportage fotografici in mostra
gratuitamente dal lunedì alla domenica. In particolare dal 26 aprile al 2
maggio sarà visitabile “Afghanistan: le donne, la guerra, l’Islam”,
fotografie scattate nella valle del Panshir, che illustrano la situazione nel
Paese asiatico prima dell’11 settembre, focalizzandosi soprattutto sulla
condizione femminile e sulle conseguenze della guerra sulla popolazione; dal 3 al 9 maggio, il reportage “Kurdistan: paradiso
minato”, frutto di 5 settimane di lavoro trascorse tra sminatori, guerriglieri
Peshmerga, sfollati ma soprattutto fra i pazienti dei centri chirurgici e di
riabilitazione di Emergency; dal 10 al 16 maggio, invece, la mostra “Emergency:
una speranza in Cambogia”, viaggio attraverso i volti e le scene di vita
quotidiana all’interno dell’ospedale di Emergency “Ilaria Alpi” a Battambang.
Infine, dal 17al 23 maggio, “Sierra Leone: dai diamanti non nasce
niente”: l’esposizione che ha raccolto
sguardi e immagini nelle corsie dell’ospedale, nella terapia intensiva, nei
giardini ed ha fotografato il personale ed i pazienti di Emergency.
Inoltre, tutti i lunedì sera, alle 19, nella Sala Reale della stazione
Centrale si potrà partecipare agli “Aperitivi culturali”, incontri a tema
sull’Afghanistan il 26 aprile,
sull’Iraq il 3 maggio, sulla
Cambogia il 10 maggio, sulla Sierra
Leone il 17 maggio, con la partecipazione
di testimoni, personale di Emergency e giornalisti, proiezione di fotografie e
di documentari. (D.G.)
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20
aprile 2004
-
A cura di Fausta Speranza -
Il ministro della Difesa
israeliano, Mofaz, è stato contestato, a causa del piano di ritiro annunciato
da Sharon, da un gruppo di coloni ebrei nella striscia di Gaza. Nella stessa zona, bombardamenti
palestinesi, cominciati dopo l'uccisione del leader di Hamas, Rantisi, sabato a
Gaza e intensificatisi nelle ultime ore, hanno provocato danni materiali e il ferimento
di dieci israeliani. Radio Gerusalemme, intanto, riferisce l’ipotesi di
imminenti dimissioni del premier palestinese Abu Ala, attribuendole a fonti
dell’intelligence di Israele. Sul piano delle relazioni internazionali, Re
Abdallah II di Giordania ha deciso di rinviare l’incontro con Bush previsto per
mercoledì alla Casa Bianca. Lo ha annunciato la Cnn, sostenendo che la
decisione del sovrano, in buoni rapporti con il presidente degli Stati Uniti, è
da legare all'uccisione, da parte israeliana, di Rantisi, che gli Usa non hanno
esplicitamente condannato. Si discute sul nuovo leader di Hamas che questa volta
l’organizzazione ha deciso di tenere segreto e che sarebbe, secondo diverse
fonti, in Siria. Ma potrebbe pensare Israele di colpirlo in Siria? Ascoltiamo,
nell’intervista di Giancarlo La Vella, la riflessione di Antonio Ferrari
inviato del Corriere della Sera:
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R. – Credo proprio di sì. E’
chiaro che oggi questa strategia degli omicidi mirati, contrari a quella che è
la legittimità internazionale, non può che portare altri danni. Sappiamo che Mechal, il
leader politico vero di Hamas, si trova a Damasco e che possa essere
colpito. E’ chiaro che questo
provocherebbe una serie di reazioni a catena. Colpire oggi Mechal a Damasco
significa incendiare tutta la regione.
D. – Si rischia una spaccatura
insanabile nella comunità internazionale tra coloro che appoggiano la linea
dura di Sharon e coloro che si oppongono?
R. – Sì, il rischio è altissimo.
Io, però, non vedo soltanto un rischio di spaccatura tra l’Unione Europea e gli
Stati Uniti d’America. Credo che ci siano anche dei problemi all’interno degli
stessi Stati Uniti, perché non tutti sono convinti che questa linea sia una
linea vincente.
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Il colonnello libico Muhammar
Gheddafi potrebbe visitare prima dell'estate Bruxelles ed avere un incontro con
Romano Prodi e la Commissione europea. Lo ha affermato un portavoce
dell'esecutivo affermando: ''da qualche settimana sono in corso colloqui tra le
parti per fissare una data che non è ancora stata trovata''.
A pochi giorni dal referendum
sul piano Onu per la riunificazione di Cipro, si è dimesso il coordinatore del
governo per i negoziati con l'Unione Europea, Takis Hadjidemetriou. Il gesto è
a dimostrazione del dissenso di Hadjidemetriou sulla decisione della dirigenza
greco-cipriota di sostenere il No al referendum. Da parte sua, il commissario
Ue all'allargamento, Verheugen, ha espresso il suo rammarico perché si è visto
rifiutare l'accesso a due televisioni greco-cipriote per offrire informazioni
in materia. Il referendum sulla riunificazione
si terrà il prossimo 24 aprile. In caso di rifiuto della riunificazione da
parte di una delle due comunità, solo la parte greca di Cipro entrerà dal
prossimo primo maggio nella Ue.
Le consequenze dell'allargamento
dell’Unione Europea, i problemi specifici dei Paesi in via di adesione e il futuro dei Balcani saranno al centro
dell'agenda della riunione che si svolgerà dal 26 al 28 maggio in Romania. Vi
prenderanno parte i presidenti di 17 Paesi europei situati tra il Baltico, il
Mediterraneo ed il mar Nero.
In Afghanistan i taleban hanno
minacciato, attraverso volantini distribuiti nella provincia di Logar, ad est,
di giustiziare tutti gli afghani, in particolare le donne, che si iscriveranno
per partecipare alle elezioni di settembre.
Logar è una provincia a 70 km. da Kabul. Le elezioni presidenziali e
parlamentari sono state rinviate al mese di settembre dal presidente Hamid
Karzai, soprattutto per il clima di insicurezza e le difficoltà di organizzazione
logistica.
Due uomini della sicurezza
uccisi e 18 persone ferite: si sono aperte ieri con attentati ai seggi
elettorali nel Kashmir indiano le elezioni legislative in India. Il servizio di
Maria Grazia Coggiola:
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Dopo i falliti attentati di ieri a due candidati negli
Stati dell’Andhra Pradesh e in quello del Bihar è stato di massima allerta nei
seggi, dove da stamani si vota per la prima volta, non su schede ma su
apparecchiature elettroniche. E’ la prima di cinque fasi di una maratona
elettorale che terminerà il 10 maggio, da cui uscirà la nuova leadership che
guiderà l’India per i prossimi cinque anni. A garantire la sicurezza saranno
schierati nelle quattro settimane del voto 2 milioni di militari. A preoccupare
è soprattutto il Kashmir indiano, uno dei 14 Stati coinvolti in questo primo
round elettorale. Nei giorni scorsi i separatisti hanno rivolto un appello alla
popolazione per boicottare il voto. In gioco, in questa prima fase, ci sono 140
seggi. I sondaggi della vigilia danno come favorita l’alleanza di destra del
premier Atal Behari Vajpayee, sul partito rivale del Congresso guidato
dall’italiana Sonia Gandhi, che da otto anni è all’opposizione. Dopo quasi tre
mesi di logorante campagna elettorale lo storico partito dei Neru e dei Gandhi
sembra però in rimonta, soprattutto dopo la decisione del primogenito di Sonia,
Raul Gandhi, di entrare in politica e di candidarsi nello stesso seggio del
padre Rajiv e della nonna Indira Gandhi.
Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia
Coggiola.
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Un portavoce del ministero
degli esteri cinese ha implicitamente
ammesso la presenza a Pechino del
leader nordcoreano Kim Jong-Il, mentre il governo cinese si è rifiutato di
confermare ufficialmente il suo arrivo in Cina. Kim è nella capitale in visita
segreta e circondato da un rigoroso riserbo. Secondo l'agenzia sudcoreana
'Yonhap', il leader nordcoreano oggi si è incontrato di nuovo, dopo il vertice
di ieri, con il presidente cinese, Hu Jintao. Si ritiene che al centro dei
suoi colloqui con i massimi dirigenti
cinesi ci sarà la crisi legata al
programma nucleare nordcoreano e la richiesta che Pechino appoggi i programmi di riforme economiche in
Corea del Nord. Secondo gli osservatori, la visita, finora tenuta segreta, sarà
annunciata con un comunicato del ministero degli esteri cinese dopo che il
leader nordcoreano sarà rientrato nel suo Paese.
Il
presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è convinto che il futuro
vedrà la Russia diventare membro dell'Ue e della Nato. Lo afferma in un'intervista
all’agenzia Itar-Tass, estratti della quale sono stati pubblicati a poche ore
dall'arrivo del capo del governo italiano a Mosca per colloqui con il
presidente Vladimir Putin. ''Non vedo motivi per i quali la Russia non potrà
diventare membro dell'Ue e della Nato'' dice Berlusconi sottolineando che
benche' l'Europa si sia da poco allargata, in realtà è ancora molto più grande
e copre territori dall'Atlantico al Pacifico.