RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 93 - Testo della Trasmissione di venerdì 2 aprile 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’Onu torni ad essere garante della pace nel mondo: lo ha detto il Papa ricevendo in Vaticano il nuovo ambasciatore del Libano. Forte appello alla comunità internazionale perché rilanci il dialogo tra israeliani e palestinesi

 

L’apprezzamento e la fiducia di Giovanni Paolo II nella Chiesa statunitense, chiamata, dopo i recenti scandali, a testimoniare la speranza del Vangelo: così il Papa ai vescovi Usa ricevuti in visita ad Limina

 

Un invito a sapersi schierare dalla parte di Cristo è stato rivolto dal Papa ai giovani, nell’incontro di ieri in piazza San Pietro

 

Il Sacramento della Riconciliazione, permette  di fare esperienza della straordinaria misericordia di Dio: così padre Cantalamessa nell’ultima predica di Quaresima prima della Settimana Santa.

 

Conferenza stampa sul volume “Spiritus et Sponsa”, contenente gli atti della giornata commemorativa del 40.mo della Sacrosanctum Concilium:  con noi il cardinale Francis Arinze.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Firmata negli Stati Uniti una legge sui diritti del feto: intervista con mons. Elio Sgreccia

 

Si conclude oggi al Palazzo dei Congressi a Roma il IV Forum mondiale delle città contro la povertà nel mondo.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Seconda giornata di lavori del 22.mo Congresso nazionale delle Acli, in corso al Lingotto di Torino

 

In Nepal un gruppo di rifugiati bhutanesi in sciopero della fame

 

Presenza delle Nazioni Unite in Iraq e riduzione del ruolo dell’Esercito statunitense: le richieste dei domenicani e di altre organizzazioni religiose alla Commissione per i diritti umani dell’Onu, riunita a Ginevra

 

La Chiesa cattolica cubana chiede clemenza per i dissidenti in carcere

 

Peter Pan torna oggi nei cinema in un film ricco di fantasia, colori ed effetti speciali, grazie alla regia dell’australiano P.J. Hogan

 

24 ORE NEL MONDO:

Duri scontri a Gerusalemme sulla spianata delle moschee tra polizia israeliana e palestinesi al termine della preghiera islamica del venerdì. Sharon minaccia Arafat

 

Elezioni nello Sri Lanka oggi, cruciali per la pace e il dialogo tra il governo e gli indipendentisti Tamil.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 aprile 2004

 

 

L’ONU TORNI AD ESSERE GARANTE DELLA PACE NEL MONDO: COSI’ IL PAPA

RICEVENDO IN VATICANO IL NUOVO AMBASCIATORE DEL LIBANO.

FORTE APPELLO ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE

A RILANCIARE IL DIALOGO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI

 

Di fronte alla difficile situazione internazionale e alla recrudescenza del terrorismo il Papa chiede ancora una volta che si torni a dare all’ONU il suo ruolo di garante della pace e dell’ordine nel mondo. Giovanni Paolo II ha lanciato il suo appello parlando al nuovo ambasciatore del Libano presso la Santa Sede, Naji Abi Assi, ricevuto stamane in Vaticano per la presentazione delle lettere credenziali.

Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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Il Papa guarda con preoccupazione “alle incertezze della situazione internazionale … segnata da una destabilizzazione profonda dei rapporti tra le Nazioni sotto la pressione degli avvenimenti in Iraq, ma anche e innanzitutto per la recrudescenza ingiustificabile e inquietante del terrorismo internazionale”.

 

“Dinanzi a questa situazione precaria – la Santa Sede – afferma Giovanni Paolo II – non cessa di difendere un ritorno alla stabilità e all’ordine internazionale, attraverso il riconoscimento del ruolo regolatore degli organismi internazionali, in particolare dell’ONU” di cui si chiede un “rafforzamento dei suoi strumenti di decisione e d’azione per ridurre i focolai di tensione e garantire la pace”.

 

Il Papa guarda al “terribile conflitto” che continua a lacerare il Medio Oriente e lancia un nuovo forte appello alla comunità internazionale perché non fugga “le sue responsabilità sotto il pretesto di altre urgenze” ma le assuma “coraggiosamente” invitando “israeliani e palestinesi a rinnovare senza indugi il dialogo” per mettere fine “al ciclo infernale delle violenze reciproche”. Si tratta di una “premessa necessaria a un regolamento globale del conflitto che dovrà associare l’insieme dei Paesi della regione”. Il Papa ribadisce “che non si potrà ristabilire una pace durevole in questa regione del mondo senza il coraggio politico, senza la ferma determinazione a riconoscere i diritti di ognuno, compresi quelli dell’avversario, per intraprendere con lui il cammino della pace nel rispetto della giustizia”.  Ed è necessario – sottolinea – anche il “perdono reciproco, per guarire le terribili ferite inflitte dalle violenze… durante tanti anni”. “Possano i responsabili politici – ha detto il Pontefice – ascoltare questo appello per lavorare attivamente e senza ritardi a rinnovare i rapporti, al servizio del ristabilimento tanto atteso della pace”.

 

In questo contesto – ricorda il Papa – il Libano si trova in una situazione strategica, nel cuore del Medio Oriente: è una terra “che è stata tanto provata dalle sofferenze di una lunga e terribile guerra” e adesso “cerca di rinnovare la sua esemplare tradizione di dialogo e di equilibrio tra le (sue) diverse componenti culturali e religiose”. Il Papa auspica che in questo cammino di ricostruzione siano rispettati i diritti di tutte le comunità, evitando situazioni di ingiustizia anche economica che possano indurre alcune frange della popolazione a lasciare il Paese. Giovanni Paolo II quindi ribadisce  ancora una volta la necessità “che il Paese recuperi la sua totale indipendenza, una completa sovranità e una libertà senza ambiguità”.

 

I libanesi – esorta il Papa – “non abbiano paura di impegnarsi attivamente al servizio del bene comune in modo da… garantire il buon funzionamento della democrazia” e perché “sia salvaguardata e consolidata l’identità del Libano”.

 

Infine il Papa si rivolge alla comunità cattolica del Libano incoraggiandola “a proseguire il cammino di unità con i fratelli delle altre confessioni” cristiane. Ma in modo particolare Giovanni Paolo II invita i cattolici al dialogo interreligioso con i musulmani: “saranno così veri artigiani di pace contribuendo a edificare un Libano nuovo”.

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L’APPREZZAMENTO E LA FIDUCIA DEL PAPA NELLA CHIESA STATUNITENSE,

CHIAMATA, DOPO I RECENTI SCANDALI, A RICOSTRUIRE L’UNITA’ DEL SUO CORPO

A PARTIRE DAI SUOI PASTORI, TESTIMONI DELLA SPERANZA DEL VANGELO:

COSI’ IL PAPA AI VESCOVI USA RICEVUTI IN VISITA AD LIMINA

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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La Chiesa statunitense, che ha patito e soffre le conseguenze dello scandalo generato dagli abusi sessuali del clero, è una Chiesa che è e rimane di “profonda fede”. Una Chiesa nella quale il Papa ripone la sua “fiducia” e il suo “apprezzamento” per lo sforzo che sta compiendo di ricostruire - facendo tesoro dei propri errori - un’era di “riconciliazione e di rinnovamento”, a partire dai suoi pastori. Con questi pensieri si è rivolto questa mattina Giovanni Paolo II al primo gruppo di vescovi degli Stati Uniti, provenienti da Atlanta e Miami, giunti a Roma per la loro visita ad Limina.

 

Nel riconoscere che la Chiesa nordamericana ha “urgente bisogno” di “ricostruire la fiducia” e di sanare le ferite tra i vescovi, i sacerdoti e i laici, aperte dallo “scandalo degli abusi sessuali degli ultimi due anni”, il Pontefice ha spinto lo sguardo più lontano. “Guardando con gli occhi della fede – ha affermato – l’attuale momento di difficoltà è anche un momento di speranza”: quella speranza “che non delude”, come afferma San Paolo, perché “radicata nello Spirito Santo che ridona costantemente nuove energie, chiamando alla missione nel Corpo di Cristo”. Giovanni Paolo II ha esortato in particolare i presuli statunitensi a riscoprire il ruolo e la forza del loro ministero di “testimoni profetici nell’epoca contemporanea”, prendendo come punto di riferimento quel bisogno di “un’ecclesiologia di comunione e missione” messa in risalto dall’Esortazione post-sinodale Pastores gregis.

 

“Il vescovo - ha detto – è chiamato ad essere un profeta, un testimone e un servitore della speranza per il mondo”. Pur messo in difficoltà dai “recenti scandali e da un’aperta ostilità al Vangelo in certi settori dell’opinione pubblica”, questo ruolo pastorale – ha scandito il Papa – “non può essere evitato o delegato ad altri”. E questo perché, ha notato, la società americana - toccata “da una sconvolgente perdita del senso del trascendente e dall’affermazione di una cultura del materiale e dell’effimero” – ha un “disperato bisogno” di testimoni di speranza. La risposta a questo bisogno, ha concluso il Pontefice, è nel Vangelo della speranza: l’unico che permette “di discernere la consolante presenza del Regno di Dio nel mondo e di donare fiducia, serenità e orientamento al posto della disperazione che inevitabilmente semina paura, ostilità e violenza nei cuori degli individui e nella società nel suo complesso”.

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UN INVITO A “RIMANERE UNITI ALLA CROCE E A SAPERSI SCHIERARE

DALLA PARTE DI CRISTO” E’ STATO RIVOLTO DAL PAPA AI GIOVANI,

SPERANZA DELLA CHIESA E DELLA SOCIETA’, NELL’INCONTRO DI IERI

IN PIAZZA SAN PIETRO. L’EVENTO E’ IN VISTA DELLA GMG CHE SI CELEBRERA’

LA DOMENICA DELLE PALME IN TUTTE LE DIOCESI

 

“Rimanete uniti alla Croce, Cristo ha fiducia in voi”. È l’esortazione del Papa ai ventimila giovani presenti ieri in Piazza San Pietro. L’incontro, che si tiene ogni anno il giovedì precedente la domenica delle Palme, è in preparazione alla 19esima Giornata mondiale della Gioventù, che sarà celebrata a livello diocesano domenica 4 aprile. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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(musica)

 

Giovanni Paolo II ha incoraggiato i giovani a far esplodere la loro carica di fede e ad accettare le proprie croci, nutriti dall’Eucaristia e uniti alla Chiesa.

 

“Siate creativi e suggerite voi stessi come portare oggi la Croce al mondo”.

 

Ad animare il pomeriggio intensi momenti di preghiera, musica, danze e le testimonianze dei ragazzi. Tra esse particolarmente toccante quella di una giovane polacca, Pavla Olearnik, che ha raccontato quanto sia stata importante per il suo Paese e nel proprio cammino di fede la Giornata mondiale della gioventù di Czestochowa.

 

“È lì che ho ricevuto lo Spirito del Figlio.”

 

E da Czestochowa a Parigi, da Manila a Denver a Santiago de Compostela, sono state rievocate, mediante suggestivi filmati, le tappe percorse dalla Croce durante i venti anni delle giornate mondiali della gioventù. “Affidai il legno sul quale Cristo è stato levato ai giovani – ha ricordato il Pontefice - al termine dell’Anno Santo della Redenzione”. Riaffidandovi idealmente la Croce – ha continuato – vi invito a credere che Cristo ha fiducia in voi e che soltanto in Lui c’è la salvezza che cercate.

 

“Ci si deve saper schierare dalla parte di Cristo”.

 

A tal proposito - il Papa ha sottolineato - che “seguire Gesù non significa mortificare i doni da Lui elargiti e ha ricordato il fascino esercitato nella storia della sua vocazione dalla figura di Santo Frate Alberto, un pittore di grande talento, il cui nome era Adam Chmielowski, che però a un certo punto della sua vita ruppe con l’arte, perché comprese che Dio lo chiamava a compiti ben più importanti. Andò a Cracovia per farsi povero tra i poveri, donando se stesso per servire i diseredati”. In lui – ha detto il Santo Padre, che lo ha elevato agli onori degli altari – trovai un esempio nell’allontanarmi dal teatro e dalla letteratura per la scelta radicale del sacerdozio.

 

“Ponete dunque i vostri talenti a servizio della nuova evangelizzazione per ricreare un tessuto di vita cristiana”.

 

Ad accogliere Giovanni Paolo II, scroscianti applausi e gioiosi cori. “Non mollare mai” hanno cantato ripetutamente i ragazzi interrompendo per diverse volte il suo discorso, concluso con un invito rivolto a loro, “speranza della Chiesa e della società, a non aver paura e a portare in ogni occasione opportuna e non opportuna la potenza della croce, affinché tutti possano continuare a credere nel Redentore dell’uomo”. Ma che cosa rappresenta il Papa per i giovani? Ascoltiamo alcune testimonianze.

 

R. – Rappresenta una guida immensa.

 

R. – E’ una figura capace di trasmettere amore.

 

R. – Può essere un papà che ci conduce per mano incoraggiandoci.

 

R. – Un faro che ci indica la strada giusta da seguire.

 

(musica)

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IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE, INTIMAMENTE LEGATO ALLA PASQUA,

PERMETTE A CHI LO RICEVE E A CHI LO AMMINISTRA DI FARE ESPERIENZA

 DELLA STRAORDINARIA MISERICORDIA DI DIO: COSI’ PADRE CANTALAMESSA

NELL’ULTIMA PREDICA DI QUARESIMA PRIMA DELLA SETTIMANA SANTA

- Servizio di Alessandro De Carolis - 

 

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Il mistero della Pasqua è spiritualmente legato, dal punto di vista cristiano, al Sacramento della Riconciliazione. Già San Paolo, scrivendo ai Corinzi, li esortava a prepararsi alla festa con “gli azzimi della sincerità e della verità”, facendo pulizia nella propria anima, allo stesso modo della massaia ebrea che in prossimità della Pasqua ripuliva la casa da ogni frammento di pane fermentato. Nell’ultima predica di Quaresima di quest’anno, davanti al Papa e alla Curia romana, padre Raniero Cantalamessa si è soffermato stamani sul sacramento della confessione, che già nel 1215 il quarto Concilio Lateranense legò precettualmente alla preparazione alla Pasqua. Un sacramento, ha affermato il predicatore della Casa pontificia, che per essere proposto ai fedeli in “modo suadente ed efficace” – secondo l’espressione del Papa nella Novo millennio ineunte – ha bisogno di essere “rinnovato nello spirito”, sia da parte di chi lo riceve, sia di chi lo amministra. Anzitutto, ha osservato padre Cantalamessa, la confessione delle proprie colpe è un atto normale, umano prima ancora che spirituale:

 

“Il modo di liberarsi dal peccato, confessandolo a Dio attraverso il suo ministro, corrisponde ad un bisogno naturale della psiche umana: di liberarsi da ciò che la opprime manifestandolo, portandolo alla luce, dandone un’espressione verbale (…) Il salmo 32 descrive la felicità che scaturisce dal confessare le proprie colpe: ‘Beato l’uomo’ vuol dire ‘felice l’uomo’ a cui è rimessa la colpa e perdonato il peccato”.

 

Attraverso la confessione e la penitenza, ha proseguito padre Cantalamessa, la Chiesa ci permette di fare un’esperienza fondamentale: quella della “giustificazione gratuita mediante la fede”. Un dono che giunge dal cielo perché “Dio è sempre colui che giustifica”.

 

“Rinnovare nello spirito il sacramento, vuol dire non vivere la confessione come un rito, un’abitudine, un obbligo canonico, ma come un incontro personale con il Risorto che vuole dare a te la possibilità che diede a Tommaso: di toccare le sue piaghe e di esserne guarito (…) La confessione ci permette di fare il meraviglioso scambio: noi diamo a Gesù, tranquillamente, i nostri peccati e lui ci dà la sua giustizia”.

 

Il tocco della misericordia di Dio che si sperimenta nel perdono sacramentale, ha concluso il predicatore pontificio, deve poter informare anche chi amministra il sacramento stesso. Un atteggiamento di tipo inquisitorio induce un’anima a chiudersi, mentre è il Vangelo, ha aggiunto padre Cantalamessa, “il vero manuale dei confessori”, dal quale lasciarsi guidare:

 

“Gesù non comincia con il chiedere in tono perentorio all’adultera, a Zaccheo, a tutti i peccatori che incontra, il numero e la specie: quante volte?, con chi?, dove? Si preoccupa innanzitutto che la persona sperimenti la misericordia, la tenerezza, perfino la gioia di Dio nell’accogliere il peccatore. Sa che dopo questa esperienza sarà il peccatore stesso a sentire il bisogno di fare un’accusa più profonda, più totale, completa dei suoi peccati”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattina il Santo Padre ha ricevuto anche il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei Cristiani, con mons. Brian Farrell e p. Jósef M. Maj, rispettivamente segretario e officiale del medesimo dicastero.

 

Sempre oggi il Santo Padre ha nominato ausiliari dell’arcidiocesi di Yucatán (Messico): mons. Ramón Castro Castro, del clero di Tijuana, finora consigliere di nunziatura presso la Segreteria di Stato, assegnandogli la sede titolare vescovile di Suelli; e p. José Rafael Palma Capetillo, finora parroco e cancelliere della Curia arcidiocesana di Yucatán, assegnandogli la sede titolare vescovile di Vallis. Mons. Castro è nato a Teocuitatlán de Corona, arcidiocesi di Guadalajara, il 27 gennaio 1956 e ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 13 maggio 1982. Mons. Palma è nato a Mérida, arcidiocesi di Yucatán, l’11 settembre 1955 e ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 14 giugno 1981.

        

Inoltre il Papa ha nominato vescovo ausiliare della diocesi di Roma (Italia), per il Settore pastorale Centro, mons. Ernesto Mandara, direttore dell’Ufficio per l’Edilizia di Culto e segretario generale dell’Opera per la Preservazione della Fede e la Provvista di nuove Chiese in Roma, assegnandogli la sede titolare vescovile di Torre di Mauritania. Mons. Mandara è nato a Positano, arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni e provincia di Salerno, il 24 luglio 1952 ed è stato ordinato sacerdote il 22 aprile 1978. In pari tempo, il Pontefice affida a monsignor Luigi Moretti, vicegerente della diocesi di Roma, il Settore pastorale Est della medesima diocesi.

 

Sempre oggi il Santo Padre ha accettato la rinuncia all’ufficio di vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Bratislava-Trnava (Slovacchia) presentata per raggiunti limiti di età da mons. Dominik Tóth, vescovo titolare di Ubaba e da mons. Štefan Vrablec, vescovo titolare di Tasbalta.

 

Il Santo Padre ha nominato vescovi ausiliari della medesima arcidiocesi mons. Stanislav Zvolenský, assegnandogli la sede titolare vescovile di Novasinna e padre Ján Orosch assegnandogli la sede titolare vescovile di Semina. Mons. Ján Orosch è nato il 28 maggio 1953 a Bratislava e ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 6 giugno 1976. Mons. Stanislav Zvolenský è nato il 19 novembre 1958 a Trnava ed è stato ordinato sacerdote il 13 giugno 1982.

        

 

CONFERENZA STAMPA SUL VOLUME “SPIRITUS ET SPONSA”,

CONTENENTE GLI ATTI DELLA GIORNATA COMMEMORATIVA

DEL 40.MO DELLA SACROSANCTUM CONCILIUM

- Intervista con il cardinale Francis Arinze -

 

Questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede è stato presentato il volume “Spiritus et Sponsa”, contenente gli Atti della Giornata commemorativa del 40.mo anniversario della costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium, sulla Sacra Liturgia, svoltasi in Vaticano nel dicembre dell’anno scorso. Ma quale cammino è stato fatto in questi 40 anni dall’avvio della riforma liturgica? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Francis Arinze, presidente della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che ha illustrato il volume assieme al segretario del dicastero, l’arcivescovo Domenico Sorrentino:

 

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R. – Il cammino fatto è stato molto. La Sacra Scrittura è molto più abbondante nelle celebrazioni liturgiche, la partecipazione del Popolo di Dio, che sì c’è sempre stata, ma il Vaticano II ha fatto della partecipazione del Popolo di Dio alla Liturgia come una delle priorità nella revisione dei libri liturgici. Inoltre la catechesi, perché nella Liturgia c’è la catechesi e quindi la Liturgia ci istruisce la nostra fede e la nutre.

 

D. – Eminenza, la Liturgia riesce oggi a comunicare la fede all’uomo del nostro tempo e cosa si può migliorare per questa trasmissione della fede?

 

R. – E’ una domanda grande ed impegnativa, questa. La Chiesa non riesce mai a comunicare tutta la fede, perché il linguaggio umano è debole ma qualcosa si riesce sempre a comunicare e non solo parlando ma specialmente celebrando. Anche con il silenzio si riesce a comunicare. Possiamo restare più in silenzio, e più noi siamo raccolti più siamo aperti all’azione di Dio in noi. La Sacra Liturgia è un impegno che non ha mai fine e nella Chiesa noi non ci vantiamo mai di essere riusciti a fare tutto.

 

D. – Quale consiglio darebbe ai fedeli per vivere bene la Liturgia e soprattutto alle famiglie che hanno bambini?

 

R. – Anzitutto attraverso la preghiera nella famiglia e con la catechesi. E soprattutto partecipando – tutta la famiglia – ai sacramenti, quando è possibile insieme, anche andando insieme a confessarsi, andando a Messa. Ma è importantissima la preghiera all’interno della famiglia. Il modo in cui i genitori parlano di Gesù, della Sacra Scrittura, della Chiesa, del Papa, è importantissimo, perché nutre la fede stessa. La fede non è una cosa che si può imparare in una seduta.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina il titolo "E' esploso l'affetto dei giovani per il Papa": in Piazza S. Pietro l'entusiasmante incontro in preparazione alla Domenica delle Palme.

 

Nelle vaticane, nel discorso al nuovo Ambasciatore del Libano, il Papa ha sottolineato che di fronte alla recrudescenza ingiustificabile ed inquietante del terrorismo, l'Onu deve rinforzare la sua capacità di agire per garantire la pace. Nel discorso ai Vescovi statunitensi delle province ecclesiastiche di Atlanta e Miami, il Santo Padre ha esortato a riconoscere e ad affrontare gli errori ed i fallimenti del passato per promuovere la riconciliazione ed il rinnovamento della Chiesa nel Paese.

 

Nelle estere, riguardo all'Uganda, un articolo dal titolo "Violenze ininterrotte perpetuano la tragedia": dopo l'assassinio del missionario comboniano Padre Luciano Fulvi, è stato perpetrato un ennesimo massacro di civili, compreso un bambino di due anni, da parte dei ribelli dell'Lra. Iraq: il Segretario di Stato Usa prevede, entro il primo luglio, una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza; l'obiettivo è precisare il mandato delle Nazioni Unite prima del passaggio dei poteri alle autorità irachene. 

 

Nella pagina culturale, un articolo di Marco Testi dal titolo "La favola come ritorno al simbolo e come ricerca del senso della vita": due saggi ripropongono il mondo di Tolkien e la narrativa "fantasy".Nelle pagine italiane, in rilievo i temi del fabbisogno e del fisco.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 aprile 2004

 

 

FIRMATA NEGLI STATI UNITI UNA LEGGE SUI DIRITTI DEL FETO

- Intervista con mons. Elio Sgreccia -

 

Negli Stati Uniti il feto acquisisce diritti in quanto persona. Lo ha stabilito ieri il presidente Bush firmando una legge approvata da Camera e Senato. Il testo stabilisce che una persona colpevole dell’omicidio di una donna incinta, deve essere punita  due volte: una per la madre e l’altra per il figlio. Da New York Paolo Mastrolilli:

 

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La legge definisce il nascituro come un membro della specie umana a qualunque stadio dello sviluppo si trovi nel grembo. I conservatori e i repubblicani avevano provato varie volte in passato a fare approvare questo testo, ma hanno ricevuto la spinta decisiva nel dicembre 2002 con il famoso caso di Lacy Peterson. La donna fu uccisa in California quando era all’ottavo mese di gravidanza e aveva già chiamato il figlio Conner. I due corpi vennero ritrovati dalla polizia nella Baia di San Francisco e adesso il marito Scott è sotto processo. Bush ieri ha detto che la sofferenza di due vittime, come in questo caso, non può essere uguale ad un solo reato. I repubblicani “Pro Life” sostengono che lo scopo del testo è solo quello di punire in maniera separata i crimini commessi contro le madri ed i nascituri, facendo pagare doppiamente i responsabili. I democratici “Pro Choice” rispondono che in realtà si tratta del primo attacco alla legalità dell’aborto perché il linguaggio dà personalità giuridica al feto. Il senatore Kerry, candidato alla Casa Bianca, ha votato contro questa legge appoggiando invece un emendamento che inaspriva le pene per i reati commessi contro le donne incinta, ma non definiva il feto come una persona giuridica.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Ma quale importanza ha questa legge sulla strada del pieno riconoscimento dei diritti del nascituro? Ci risponde il vescovo Elio Sgreccia, vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita:

 

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R. – Indubbiamente, è un fatto giuridicamente e eticamente molto rilevante perché di fronte all’unico principio che regolava l’atteggiamento verso il nascituro, stabilito dalle sentenze delle Corti Supreme negli Stati Uniti, il principio – cioè – di libertà della donna, qui si pone l’altro principio prioritario, a nostro avviso, cioè che il feto rappresenta un essere umano che ha rilevanza giuridica, che deve essere rispettato come uomo. Dovrebbe essere a prescindere da ogni giudizio di parte politica un fatto unanimemente riconosciuto all’interno dei diritti dell’uomo.

 

D. – Perché ci sono così tanti ostacoli per riconoscere la parificazione del feto all’essere umano?

 

R. – Ma, io credo perché va contro un principio cosiddetto di ‘autonomia’, un principio libertario che vuole avere sul nascituro un potere degli adulti di vita e di morte, cosa che è anti-umana, perché è contro l’uguaglianza di tutti gli uomini, di tutti gli esseri umani e l’essere umano non comincia con la nascita, comincia prima. La Carta di Costa Rica, gli Stati del Sudamerica, aveva già interpretato la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo in questo senso e per tutte le nazioni dell’America del Sud questa Carta stabilisce che la vita umana comincia dal concepimento e quindi l’aborto è pressoché prescritto dalle Carte costituzionali di tutta l’America del Sud. Questa è una legge – direi – in ritardo, in un certo senso!

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CHIUSO A ROMA IL IV FORUM MONDIALE DELLE CITTÀ CONTRO LA POVERTÀ

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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“Facciamo appello a tutte le città di ogni continente per unirsi in questo movimento di solidarietà e progresso, includendo gli obiettivi di sviluppo del millennio nella lista delle loro priorità”. Con questa dichiarazione di Roma si è chiuso stamani il Forum. Hanno lavorato intensamente per 3 giorni qui, nel Palazzo dei Congressi, soprattutto a livello di rapporti personali, i sindaci e gli assessori di 151 città, unite nell’Alleanza mondiale contro la povertà. Hanno portato con sé 2 mila chili di documenti ed hanno dialogato con rappresentanti di governi, agenzie delle Nazioni Unite, istituzioni finanziarie, enti privati e non governativi e giornalisti. Oltre 600 le presenze di 82 diversi Paesi. Ricordiamo l’obiettivo principale del millennio, sottoscritto da tutti gli Stati nel vertice dell’Onu, nel settembre del 2000: dimezzare entro il 2015 i poveri in tutto il mondo. Ma sono passati quasi quattro anni e gli affamati restano oltre 840 milioni. Sì, perché parliamo di una povertà che nega persino il diritto al cibo.

 

E stamani, nella Conferenza stampa di chiusura hanno parlato i sindaci di Niamei nel Niger, di Caracas nel Venezuela, di Kaffa in Tunisia. Si sono fatti portavoce dell’impegno, sottoscritto nella dichiarazione, di mobilitare tutti i settori della società, dagli individui ai governi, per fare tutto quanto è possibile per offrire a tutti i cittadini del mondo una vita dignitosa, sia nella propria realtà locale che altrove. Ma per fare tutto questo, si legge nella dichiarazione di Roma, i Paesi industrializzati aumentino i loro aiuti allo sviluppo, portandoli allo 0,7 per cento del prodotto interno lordo; cancellino il debito estero dei Paesi in via di sviluppo; aprano i loro mercati e pongano fine ai sussidi all’agricoltura; prevengano i conflitti, causa di enorme sofferenza e migrazioni, e rinforzino la cooperazione multilaterale. Da parte loro le città dell’Alleanza mobiliteranno in tal senso risorse pubbliche e private con progetti concreti a livello locale, per aiutare i più poveri, assicurare la scuola a tutti i bambini, diminuire la mortalità infantile e materna ed assistere i malati di Aids.

 

Dal Palazzo dei Congressi, Roberta Gisotti, Radio Vaticana.

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CHIESA E SOCIETA’

2 aprile 2004

 

 

SOLIDARIETA’, RINNOVAMENTO DELLA POLITICA, UNA STRATEGIA SOCIALE

 INCENTRATA SUI BISOGNI DELLA FAMIGLIA. QUESTI I TEMI AL CENTRO

DELLA SECONDA GIORNATA DI LAVORI DEL 22.MO CONGRESSO NAZIONALE

DELLE ACLI, IN CORSO AL LINGOTTO DI TORINO

- A cura di Antonio Giorgi -

 

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TORINO. = I punti centrali della relazione del presidente Luigi Bobba sono da questa mattina al centro del dibattito che vede impegnati i 549 delegati del 22.mo Congresso nazionale delle Acli, in corso a Torino. L’attenzione è rivolta soprattutto ai temi della solidarietà, a quelli del rinnovamento della politica, che deve passare necessariamente anche attraverso il rinnovamento del personale politico, nonché a quelli della realizzazione di un sistema di welfare che veda al centro la famiglia e i suoi problemi. Nell’Auditorium del Lingotto si alternano al microfono anche i rappresentanti dei vari movimenti che operano nel sociale. Hanno già parlato Mario Marazziti per la comunità di Sant’Egidio, Gianpiero Rasimelli per il terzo settore, Maria Luisa Santolini per il Forum delle Associazioni famigliari, Franco Narducci, a nome del Consiglio generale degli italiani all’estero. Don Paolo Tarchi ha portato il saluto dell’Ufficio per i problemi sociali e del lavoro dalla Conferenza episcopale italiana e ha dato atto alle Acli di essere in piena sintonia con la vita e la missione della Chiesa. La presidente della Rai, Lucia Annunziata, ha condiviso la proposta di Bobba di istituire un sistema di rilevazione della qualità dei programmi televisivi. Tra i politici da segnalare la presenza del leader della Margherita, Francesco Rutelli. Il presidente della Camera dei deputati, Pierferdinando Casini, è intervenuto in chiusura della mattinata, accolto da un caldo applauso. “Quella di voi aclisti – ha detto – è una presenza preziosa per il Paese”.

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IN NEPAL CIRCA VENTI RIFUGIATI BHUTANESI SONO IN SCIOPERO DELLA FAME.

OBIETTIVO DELLA PROTESTA E’ SENSIBILIZZARE LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE

SULLA LORO CONDIZIONE. DA 13 ANNI VIVONO NEI CAMPI PROFUGHI

SENZA POTER RITORNARE NELLA LORO TERRA

 

DAMAK.= Una ventina di rifugiati bhutanesi, nel campo profughi di Beldang, a Damak, nell’est del Nepal, hanno iniziato uno sciopero della fame, sull’esempio di Tekhath Rizal, ex-parlamentare del Bhutan e attivista per la democrazia, in digiuno da due giorni. L’obiettivo della protesta è coinvolgere la comunità internazionale sul caso dei circa 130mila rifugiati in Nepal dal Bhutan. Si tratta di cittadini di origini nepalese fuggiti negli anni Ottanta, dopo un’ondata repressiva innescata dalla richiesta di riforme, e bloccati in sette campi profughi del Nepal orientale da 13 anni. Di fatto il Bhutan sembra non avere concrete intenzioni di farli rientrare in patria. I ventidue sostenitori di Rizal, a cui ci si attende se ne aggiungeranno degli altri, si daranno il turno nel digiuno, mentre l’ex-parlamentare ha giurato di non toccare più cibo fino a quando non verranno ascoltate le richieste dei rifugiati bhutanesi espresse in un documento articolato in 14 punti. (D.G.)

 

 

PRESENZA DELLE NAZIONI UNITE IN IRAQ E RIDUZIONE DEL RUOLO DELL’ESERCITO

STATUNITENSE. SONO LE RICHIESTE DEI DOMENICANI E DI ALTRE ORGANIZZAZIONI

RELIGIOSE ALLA COMMISSIONE PER I DIRITTI UMANI DELL’ONU, RIUNITA A GINEVRA

 

GINEVRA. = Riportare le Nazioni Unite in Iraq, riducendo il ruolo dell’esercito statunitense. E’ la richiesta avanzata dall’organizzazione “Dominicans for Justice and Peace”, durante i lavori della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, in corso a Ginevra fino al prossimo 23 aprile. Lo riferisce l’agenzia di stampa religiosa “Vidimus dominum”. “Siamo molto preoccupati per le violazioni dei diritti umani in Iraq”, si legge in un comunicato della delegazione dei Domenicani, presente in Svizzera. “Le Nazioni Unite devono svolgere un ruolo determinante nell’attuale periodo di transizione” - prosegue la nota - e la Commissione per i diritti umani “deve continuare a tenere sotto controllo la situazione nel Paese”, dove si registra “mancanza di sicurezza, un’atmosfera di vulnerabilità, perdita di speranza per il futuro e sentimenti di ostilità verso la coalizione chiaramente percepibili”. Alla presa di posizione dei Frati Predicatori – rende noto l’agenzia religiosa - si aggiungono da Ginevra quelle dello stesso tono dell’organizzazione “Franciscans International”, delle “Suore della Presentazione” e delle “Suore di Notre Dame di Namur”. (D.G.)

 

 

LA CHIESA CATTOLICA CUBANA HA INVOCATO CLEMENZA

PER SETTANTACINQUE DETENUTI ARRESTATI NEL MARZO 2003

 CON L’ACCUSA DI COSPIRAZIONE CONTRO IL GOVERNO DELL’AVANA

 

L’AVANA. = Un gesto di clemenza è stato chiesto dalla Chiesa cattolica al governo dell’Avana in favore di 75 detenuti, arrestati nel marzo 2003 e condannati con l’accusa di aver cospirato contro la rivoluzione cubana in favore degli Stati Uniti. La richiesta è stata pubblicata in questi giorni dalla rivista cattolica “Parola Nuova” diretta da Orlando Marquez. Secondo Marquez un indulto o almeno una commutazione delle dure pene inflitte ai dissidenti, che arrivano ad un massimo di 28 anni di reclusione, non sarebbe un gesto di debolezza bensì di forza morale. Un gruppo di familiari dei detenuti ha denunciato il trattamento disumano al quale sono sottoposti questi ultimi invocandone la scarcerazione per motivi di salute. La questione verrà esaminata dalla Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. Cuba ha una popolazione carceraria, rispetto al numero degli abitanti, tra le più alte al mondo. Lo stesso governo di Fidel Castro nega il permesso alla Croce Rossa e alle altre organizzazioni umanitarie di visitare i prigionieri. Ma ieri, per la prima volta dalla rivoluzione del 1959, è stato consentito l’ingresso nelle carceri ad un gruppo di giornalisti stranieri, che avrebbero giudicato buone le condizioni dei detenuti. (G.L.)

 

 

PETER PAN TORNA OGGI NEI CINEMA ITALIANI IN UN FILM RICCO

DI FANTASIA E DI EFFETTI SPECIALI, DIRETTO DAL REGISTA AUSTRALIANO P.J. HOGAN

- A cura di Luca Pellegrini -

 

ROMA. = A chi non piacerebbe trovare proprio quella stella, scorgendola brillante lassù, nel firmamento che sovrasta Londra? E poi via, volare sopra tetti e camini fumanti, saltare tra soffici nuvole, girare a sinistra e sfrecciare sempre diritti, verso la più divertente e fantastica delle isole, che racchiude tutto ciò che vogliamo sognare proprio perché è “l’isola che non c’è”? Mito senza tempo, quello di Peter Pan. Mito necessario. Nato esattamente cento anni fa dalla fantasia di James Matthew Barrie in forma di commedia prima e come romanzo poi, diventato cartone animato grazie a Walt Disney e flop cinematografico in una trasposizione realizzata da uno Spielberg minore, eccolo di nuovo sugli schermi, con tutta la ricchezza dei simboli, dei sogni, dei colori, della poesia, della musica e degli effetti speciali. P.J. Hogan, il regista australiano già apprezzato per Le nozze di Muriel e Il matrimonio del mio migliore amico, ha tratto, insieme a Michael Goldenberg, una sceneggiatura radiosa e fedele all’originale, mantenendo intatte la freschezza primigenia, la felicità narrativa e la ricchezza del messaggio. C’è tutto quello che ci aspettiamo di vedere, in questo gradevolissimo film: la finestra dei Darling, dalla quale tuffarsi in un mondo di fantasia e avventura; Nana, la tata San Bernardo e Wendy con i due fratellini e l’immancabile orsacchiotto. E c’è lui, Peter, interpretato da un incredibile Jeremy Sumpter, il ragazzo che ha paura di crescere, che teme i sentimenti e li sfugge inseguendo le sue fantasie - o sono le nostre? - e si affanna con i Bimbi Sperduti a combattere i pirati, danzare con gli indiani, parlare con le sirene e bisticciare ad ogni pie’ sospinto con la sorprendente Ludivine Sagnier, Campanellino gelosa e dispettosa. E ancora: lo sciabolare di spade sul ponte della famosa Jolly Roger, radiosi tramonti e foreste magiche, Spugna che batte le ginocchia per la paura e il “tic tac” della sveglia che il coccodrillo si è mangiata con la mano destra di Capitan Uncino, l’attore Jason Isaacs che incute paura, compassione, sorrisi. La fiaba raramente ha trovato un connubio così felice nel cinema, conservando quel tocco di nostalgia per l’infanzia trascorsa e nascosta nel cuore di ciascuno. Fiaba che si è fatta anche aiuto materiale, perché Sir James donò tutti i diritti dell’opera al Great Ormond Street Hospital di Londra, gesto meritorio voluto in soccorso dei bambini abbandonati ed ammalati. Allora, nessuno si vergogni, dopo che Wendy sarà ritornata a casa da mamma e papà per raccontare le sue mirabolanti avventure e finalmente diventare adulta, di uscire dal cinema ripetendo insieme a Peter e a tutti i bambini del mondo: “Io credo nelle fate! Ci credo, ci credo!”.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

2 aprile 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Medio Oriente, un palestinese è rimasto ucciso, stamani, negli scontri a fuoco seguiti ad una nuova incursione delle truppe israeliane nella Striscia di Gaza. La polizia israeliana ha inoltre sparato, poco fa, lacrimogeni all’interno della moschea di al Aqsa, sulla spianata delle moschee a Gerusalemme, dove si trovavano centinaia di giovani palestinesi. Sul fronte politico, il premier israeliano Ariel Sharon ha annunciato, in una intervista rilasciata al quotidiano ‘Haaretz’, decise azioni del governo per espellere i cittadini palestinesi che vivono illegalmente nello Stato ebraico. Il primo ministro non esclude, inoltre, che il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Yasser Arafat, e il leader degli Hezbollah, Hassan Nasrallah, possano essere obiettivi di azioni militari.

 

Non si interrompe la catena di odio in Iraq. Dopo l’esplosione di una bomba a Ramadi, che ieri ha causato la morte di 6 persone e cinque feriti, anche oggi il Paese arabo è stato teatro di un ennesimo episodio di violenza. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Tre poliziotti iracheni sono stati uccisi e tre feriti da sconosciuti che, stamani, hanno aperto il fuoco e lanciato una granata nella loro direzione. L’episodio – riferisce l’emittente televisiva araba Al Jazeera – è avvenuto a Baquba, a Nord della capitale Baghdad. Sul versante politico, si deve registrare la prevista visita questa sera, a Mosca, del cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, che sarà incentrata anche sull’Iraq. E per garantire una migliore cornice di sicurezza nel Paese arabo, la Corea del Sud ha annunciato che invierà un contingente di oltre 3.000 soldati. I militari dello Stato asiatico saranno dislocati in una delle due nuove basi proposte dagli Stati Uniti, Arbil o Sulaimaniya, città della regione autonoma dei Curdi, non lontano dal confine con l’Iran. Il premier neozelandese, Helen Clark, ha invece dichiarato che la Nuova Zelanda ritirerà dal Paese arabo il suo  contingente di 61 genieri dell’esercito nel mese di settembre, quando sarà conclusa la loro missione. Gli Stati Uniti hanno intanto diffuso, oggi, documenti che dimostrerebbero - in risposta alla tesi della presunta indifferenza dell’amministrazione americana sugli allarmi precedenti l’11 settembre -  come una settimana prima dell’attacco alle Torri gemelle, il presidente statunitense, George Bush, abbia richiesto piani di azione militare contro Al Qaeda.

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Nello Sri Lanka, Paese devastato da oltre venti anni dal sanguinoso conflitto interetnico tra la comunità singalese e quella tamil, quasi 13 milioni di persone sono chiamate oggi alle urne per le elezioni legislative. La consultazione, i cui risultati si conosceranno domani, è stata anticipata di quasi 4 anni per l’impossibile coabitazione tra la presidente, Chandrika Kumaratunga, ed il primo ministro, Ranil Wickremesinghe, divisi da un profondo contrasto sulla gestione del conflitto con il movimento dei ribelli separatisti Tamil. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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Nonostante il timore di incidenti, finora si stanno svolgendo regolarmente le elezioni in Sri Lanka, elezioni che si tengono con quattro anni di anticipo e che sono state volute dalla presidente Kumaratunga, contraria ai colloqui di pace con i ribelli tamil. E’ un periodo molto delicato, questo, per il Paese e secondo la maggior parte dei commentatori, difficilmente questo voto potrà portare ad una stabilità politica necessaria per avviare di nuovo il dialogo con i separatisti che si è interrotto lo scorso aprile. Secondo i sondaggi, nessuno dei due partiti rivali – quello del premier moderato Ranil Wickremesinghe e quello della Kumaratunga – riusciranno ad ottenere la maggioranza dei 225 seggi. A complicare il quadro c’è poi la grave frattura interna con le tigri tamil dopo che, agli inizi di marzo, il comandante della parte orientale dell’isola ha sfidato il capo supremo Prabakharan.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Nella lotta al terrorismo internazionale è salito ad almeno 54 persone il numero degli arresti in seguito ad una vasta operazione, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia, contro gli appartenenti al ‘Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo’, una organizzazione turca di estrema sinistra. Nelle Filippine, inoltre, sono stati arrestati quattro presunti militanti di ‘Abu Sayyaf’, un gruppo ritenuto vicino ad Al Qaeda. In Italia, intanto, proseguono le indagini degli inquirenti sui pacchi bomba indirizzati al Dipartimento della amministrazione penitenziaria e prontamente disinnescati, ieri, dagli artificieri. Oltre a questi due ordigni sarebbe stata spedita una terza bomba, non ancora recapitata.

 

Le bandiere di Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia sono state issate stamani, a Bruxelles, nella Corte d’onore del quartier generale della Nato per suggellare l’ingresso di questi sette Paesi dell’Est nell’Alleanza Atlantica. Con la loro adesione, è salito a 26 il numero degli Stati che fanno parte della Nato.

 

“La caccia a Karadzic continua”. E’ quanto ha detto il portavoce della forza di stabilizzazione della Nato, Dave Sullivan, dopo il nuovo fallimento in Bosnia nella cattura dell’ex leader serbo-bosniaco. Ricercato, oltre a Karadzic, anche il comandante militare Ratko Mladic. Nella città di Pale, in Bosnia, centinaia di abitanti hanno intanto protestato, ieri, contro il recente raid dell’Alleanza Atlantica nel quale sono rimasti gravemente feriti un parroco ortodosso e suo figlio, attualmente in stato di coma.

 

Un ennesimo attacco kamikaze ha colpito ieri l’Uzbekistan, dove una donna si è fatta esplodere nella regione di Bukhara, provocando la morte di una persona. Secondo gli inquirenti dietro gli attentati degli ultimi giorni, che hanno causato 42 morti, potrebbe nascondersi Al Qaeda.

 

In Argentina, oltre centomila persone sono scese in piazza a Buenos Aires per chiedere più sicurezza e l’adozione, da parte del governo, di misure più severe volte a contrastare la criminalità. Per esaminare la situazione e valutare le richieste, il Congresso di Buenos Aires ha deciso di riunirsi, mercoledì prossimo, per una seduta straordinaria.

 

 

 

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