RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 234 - Testo della trasmissione di sabato 21  agosto 2004

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Con una solenne cerimonia, il Papa affiderà mercoledì prossimo al cardinale Kasper l’antica icona della Madre di Dio di Kazan, che verrà restituita il 28 agosto alla Chiesa ortodossa russa, nelle mani del Patriarca Alessio II

 

A Loreto il grande raduno dell’Azione Cattolica per la beatificazione di Alberto Marvelli, il prossimo 5 settembre: ai nostri microfoni, Paola Bignardi e mons. Francesco Lambiasi.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Il petrolio continua a macinare record da un mese a questa parte. Ieri è arrivato a 49,40 dollari al barile: il commento di Gianluigi Magri

 

Entrato nel vivo il pellegrinaggio dei giovani italiani in Terra Santa promosso dalla Cei. Dopo la sosta a Nazareth, oggi tappa presso il Lago di Tiberiade: intervista con don Giuseppe Pellegrini

 

Alle Olimpiadi di Atene, prima storica medaglia per l’Eritrea: con noi Guglielmo Moretti

 

Al via domani a Rimini il “Meeting per l'Amicizia fra i Popoli”, che quest’anno compie 25 anni: ce ne parla Riccardo Piol.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Esortazione del presidente della Conferenza episcopale affinché il governo si impegni per far fronte alla crisi economica che prostra la Repubblica Dominicana

 

Si apre domani a Roma il XVIII Capitolo generale delle suore missionarie comboniane

 

Sono già 27 le vittime dell’epidemia di colera che si è abbattuta nella zona occidentale del Niger

 

In Marocco le carceri sono al collasso per le misure anti-terroristiche

 

In corso da domenica a Stoccolma la Settimana mondiale dell’acqua

 

Dopo il recente pellegrinaggio di Giovanni Paolo II, parte domani la visita a Lourdes della diocesi di Roma, guidata dal cardinale Ruini

 

Una vita spesa a servire i più poveri: è morto a Milano Fratel Ettore

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq situazione critica a Najaf: gli uomini di Al Sadr non lasciano il mausoleo Ali. Nuovi scontri a Baghdad, Kufa ed Hilla

 

Uno spiraglio per la crisi nell’Ossezia del sud: i combattimenti si sono arrestati e le truppe della Georgia si sono ritirate dalla regione.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

21 agosto 2004

 

 

CON UNA SOLENNE CERIMONIA, IL PAPA AFFIDERA’ MERCOLEDI’ PROSSIMO

AL CARDINALE KASPER L’ANTICA ICONA DELLA MADRE DI DIO DI KAZAN,

CHE VERRA’ RESTITUITA IL 28 AGOSTO ALLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA,

NELLE MANI DEL PATRIARCA ALESSIO II

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Sarà Giovanni Paolo II a presiedere mercoledì prossimo alle 10.30, in Aula Paolo VI, il primo dei due momenti celebrativi che consentiranno all’antica Icona della Madre di Dio di Kazan, custodita negli appartamenti papali, di ritornare alla Chiesa ortodossa russa. In una nota di presentazione dell’avvenimento, l’arcivescovo Piero Marini, maestro delle cerimonie pontificie, riferisce che mercoledì 25 agosto il Papa affiderà l’antica immagine mariana al cardinale Walter Kasper, al termine di un rito di venerazione. L’icona potrà essere venerata anche dai fedeli il giorno 26, quando verrà esposta nella Basilica di San Pietro. Quindi il cardinale Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, si recherà a Mosca a capo di una delegazione della Santa Sede per la cerimonia di restituzione dell’icona, in programma per il 28 agosto nella Cattedrale della Dormizione al Cremino, alla presenza del Patriarca Alessio II.

 

Con una storia i cui contorni sfumano nella leggenda, l’Icona della Madre di Dio di Kazan viene fatta risalire, nella sua immagine originale o “prototipo”, alla fine del 1500, quando è rinvenuta, perfettamente conservata, sotto le macerie di una casa distrutta da un incendio nella città russa di Kazan. In pochi anni l’immagine, ritenuta miracolosa, diviene oggetto di culto in tutta la Chiesa russa, che ne fissa la giornata di festa all’8 luglio. Dell’Icona di Kazan, vengono eseguite successivamente delle copie, venerate in diverse regioni della Russia e considerate miracolose alla stregua di quella originaria.

 

Secondo una perizia condotta da una commissione di esperti russi e vaticani il primo aprile 2003, la creazione dell’icona custodita nell’appartamento pontificio andrebbe collocata tra la fine del 17.mo e l’inizio del 18.mo secolo. Venne posta in vendita dal regime comunista negli anni Venti e, dopo una serie di passaggi di mano tra Europa e Stati Uniti, fu acquistata da un’associazione cattolica americana, la Blue Army, e successivamente donata al Papa nel 1993, in attesa di poter essere restituita alla Chiesa ortodossa russa.

 

 

A LORETO IL GRANDE RADUNO DELL’AZIONE CATTOLICA PER LA BEATIFICAZIONE,

DI ALBERTO MARVELLI, IL PROSSIMO 5 SETTEMBRE

- Ai nostri microfoni, Paola Bignardi e mons. Francesco Lambiasi -

 

E’ in gran fermento l’Azione Cattolica italiana. Tra quindici giorni, nel Santuario mariano di Loreto, Giovanni Paolo II eleverà agli onori degli altari un giovane dell’Azione cattolica, Alberto Marvelli, vissuto nella prima metà del ‘900 e morto all’età di 18 anni, nel 1946, dopo essere diventato per tanti, nell’Italia dei sinistrati e della ricostruzione, “l’ingegnere della carità”. A Loreto, l’Azione cattolica si recherà con 100 mila iscritti per una festa-pellegrinaggio dall’1 al 5 settembre, giorno delle Beatificazioni alla presenza del Papa. Un evento importante per l’organismo laicale: il presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, Paola Bignardi, ne parla nell’intervista di Giovanni Peduto:

 

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R. – Il significato è quello naturale di ogni pellegrinaggio. E’ un cammino dello Spirito che, muovendo dalla nostra vita quotidiana, approda a questo santuario che è il luogo in cui, secondo la tradizione, il Figlio di Dio si è fatto uomo. Quindi è un pellegrinaggio per ribadire il nostro impegno di fede in questo tempo difficile - ma questo è il tempo che Dio ci ha dato - e per riconfermare in questo contesto il nostro impegno missionario con la Chiesa italiana. Il Santo Padre ha espresso l’intenzione di essere con noi. Questo ci riempie evidentemente di gioia, anche perché sembra la conferma, molto esplicita, dell’apprezzamento del cammino che l’associazione sta facendo in questi anni. Peraltro, il Santo Padre beatificherà in questo contesto un giovane dell’Azione Cattolica, Alberto Marvelli, della diocesi di Rimini. Credo sia il modo per confermare anche la vocazione dell’Azione Cattolica ad essere scuola di santità e questo per noi è veramente una grande cosa.

 

D. – Dove va l’Azione Cattolica italiana oggi?

 

R. – L’Azione Cattolica oggi va lungo la strada che la sua tradizione le ha indicato: quella di un accompagnamento delle persone, dei laici cristiani, nel vivere una vita cristiana seria nel contesto odierno e quindi con un cammino formativo che si sta rinnovando per essere all’altezza delle esigenze di questo tempo. Va poi nella linea di una disponibilità alla vita della Chiesa, che appartiene alla tradizione dell’Azione Cattolica, ma alla Chiesa di oggi e quindi con le scelte pastorali della Chiesa di oggi. In particolare c’è la scelta di comunicare il Vangelo e quindi la scelta missionaria della Chiesa italiana. L’Azione Cattolica si inserisce con la sua vocazione laicale dentro i contesti, dentro gli ambienti, dentro le situazioni della vita di ogni giorno.

 

D. – Nel vasto e variegato campo dell’associazionismo laicale cattolico, qual è lo specifico dell’Azione Cattolica Italiana?

 

R. – L’Azione Cattolica Italiana ha nel suo specifico quello di servire la vocazione battesimale e la vocazione cristiana nella sua globalità. Non fa scelte di campo particolari, ma vuole aiutare ognuno a scoprire di continuo l’essenziale della vita cristiana e a viverlo con radicalità. Ed il tutto legato alla parrocchia e quindi legato alla Chiesa di tutti, legato all’esperienza cristiana di ogni giorno, vivendo in questo una vita laicale, una vita di radicamento della secolarità molto esplicita e molto forte.

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Il prossimo appuntamento all’ombra della Casa lauretana segnerà, dunque, per l’Azione cattolica italiana un punto di partenza. Ecco il commento dell’assistente generale dell’associazione laicale, mons. Francesco Lambiasi:

 

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L’evento di Loreto si inserisce nel cammino di rinnovamento dell’associazione. E’ un cammino entusiasmante, appassionante, ma anche delicato. Sappiamo che le nostre forze non bastano. Abbiamo bisogno di pregare insieme, per vivere insieme con Maria a Loreto un momento pentecostale, un momento di Cenacolo. Sappiamo che il nostro rinnovamento non può non avere profonde e salde radici spirituali: per questo andremo a Loreto.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La crisi irachena apre la prima pagina. Il territorio continua a subire lo stillicidio di violenze. Appello del Presidente dell'Iran per superare una situazione che si fa ogni giorno più complessa e delicata.

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Italia.

Un articolo in ricordo di Fratel Ettore, che ha servito i poveri vivendo la carità con creativa passione in nome di Cristo.

 

Nelle estere, Burundi: aiuti del Pam ai profughi congolesi scampati al massacro a Gatumba.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Mario Spinelli in merito alla mostra sul tema: "Le radici della nazione: la storia delle città italiane nella Biblioteca del Senato".  

 

Nelle pagine italiane, in rilievo le questioni legate alle carceri: pareri discordi sull'ipotesi di amnistia; il problema del sovraffollamento.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

21 agosto 2004

 

 

IL PETROLIO CONTINUA A MACINARE RECORD DA UN MESE A QUESTA PARTE.

IERI E’ ARRIVATO A 49,40 DOLLARI AL BARILE

- Intervista con Gianluigi Magri -

 

Era una 'soglia psicologica'. Da oggi potrebbe essere solo il prossimo 'allungo' di una corsa che sembra non conoscere fine. Con l'ennesimo record di prezzo a 49,40 dollari messo a segno a New York le quotazioni del petrolio sono ormai a un passo dai 50 dollari al barile. A Londra il Brent vola a 45,15 dollari. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Il petrolio continua a macinare record ormai da più di un mese a questa parte. A spingere verso l'alto le quotazioni è l'onda lunga della guerra in Iraq.  Nei giorni scorsi, in particolare, il riaccendersi  delle violenze nella città santa di Najaf, si è accompagnato all'impennata della domanda mondiale di greggio, guidata da Cina, India e Usa. Significativo l’andamento di ieri: il greggio 'Wti', sulla scia delle dichiarazioni del leader sciita radicale Moqtada Sadr, nelle contrattazioni elettroniche è volato a poco più di 49  dollari,(49,04),  per salire ulteriormente a 49,40 e chiudere a 47,75 dollari a seguito delle notizie provenienti dall'Iraq, dove i miliziani dell'Esercito Madhi sembravano sul punto di arrendersi.

 

L'Opec si dice preoccupato per le continue impennate di prezzo, mentre dagli Stati Uniti arrivano messaggi ottimistici: “Nonostante gli attuali costi energetici abbiano l'impatto di una tassa sulle finanze statunitensi - afferma il segretario del Tesoro, John Snow - gli Usa non faranno ricorso alla loro riserva strategica di petrolio”. Ma - precisa il portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan - non smetteranno neanche di acquistarlo per far scendere i prezzi, perché una tale decisione “avrebbe un impatto negativo”. 

 

Un'altra dichiarazione rassicurante sembra quella giunta poco fa dal  capo e vicepresidente per lo sviluppo economico della Banca Mondiale, l’economista Francois Bourguignon, secondo il quale  l'aumento del petrolio, dovuto “sia a fattori speculativi che alla crescita della domanda”, tornerà in alcuni mesi sotto i livelli di guardia.

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Per quanto riguarda l’Italia in particolare, l’Unione Europea ha fatto sapere che può intervenire sulle accise per limitare i prezzi dei carburanti. Ma il rialzo del prezzo del petrolio quanto potrà influire sulla ripresa economica? Alessandro Guarasci lo ha chiesto al sottosegretario del ministero italiano dell’Economia, Gianluigi Magri:

 

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R. – La ripresa purtroppo è a rischio, perché noi stiamo scontando probabilmente uno 0,2 per cento in più di inflazione già quest’anno. E se i prezzi continueranno così, anche fino alla fine dell’anno, avremo probabilmente un effetto negativo sul PIL di uno 0,3 per cento. Questi sono dati ovviamente preoccupanti, perché gli altri dati generali dell’economia mostrerebbero sintomi di un’iniziale ripresa.

 

D. – Ma perché, secondo lei, serve un intervento a livello europeo per far diminuire le tasse che gravano sui carburanti?

 

R. – Diciamo che oggi, proprio per errori del passato, cioè per una politica antinucleare eccessiva, per un male inteso senso dell’ecologia, oggi siamo a livello mondiale quelli che pagano di più questo problema di aumento del costo del petrolio. Il problema però è generalizzato e va affrontato insieme. Non vedrei male, quanto prima, una grande Conferenza internazionale sull’energia, perché il problema non si ripercuote solo sui Paesi consumatori di petrolio, ma a cascata colpisce tanti. Alla fine quelli che pagano di più sono i Paesi più poveri.

 

D. – Ma non serve anche un’azione politica dei Paesi dell’Unione Europea nei confronti dei Paesi produttori di petrolio?

 

R. – Serve un’azione combinata della UE con gli Stati Uniti. Quando io parlo dell’opportunità di una grande Conferenza internazionale, sostanzialmente chiedo all’Europa di comportarsi in modo coerente con quelle che sono le dimensioni sociali ed economiche dell’Unione.

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E’ ENTRATO NEL VIVO IL PELLEGRINAGGIO DEI GIOVANI ITALIANI IN TERRA SANTA

 PROMOSSO DALLA CEI. DOPO LA SOSTA A NAZARETH,

OGGI TAPPA PRESSO IL LAGO DI TIBERIADE

- Intervista con don Giuseppe Pellegrini -

 

Il pellegrinaggio dei giovani italiani in Terra Santa, promosso dalla CEI,  è ormai entrato nel vivo. Dopo la sosta a Nazareth, il gruppo si trova oggi presso il Lago di Tiberiade e visiterà Cafarnao, la città dove Gesù ha trascorso la sua vita pubblica. Ascoltiamo quanto ci riferisce Concita De Simone, che vive il pellegrinaggio:

 

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Il viaggio, che si snoda contemporaneamente in tre dimensioni, quella spirituale, quella ecclesiale, quella sociale, ha fatto stamane tappa a Ibilline, un piccolo villaggio della Galilea per incontrare padre Elias Shakur, presidente delle Mar Elias Educational Institution, nonché uno dei principali mediatori per il dialogo interreligioso di tutto Israele. Padre Shakur ha dichiarato: “L’attuale situazione politica non incoraggia le iniziative, ma dato il grande desiderio della maggioranza, sia degli israeliani che dei palestinesi, di vedere la fine delle ostilità, le nostre attese rinforzate dalla nostra determinazione offriranno una risposta, un segno di speranza. Con il campo universitario Mar Elias - ha proseguito padre Shakur - siamo agli inizi e non siamo gli unici a muoverci in questa direzione. Nulla però può ostacolarci: né i gruppi fondamentalisti, né le barriere di separazione, né i kamikaze e neppure le demolizioni delle case. Se è possibile ripristinare la speranza ad un livello inferiore, deve essere possibile fare la stessa cosa anche su più ampia scala”. Importanti, dunque, gli incontri per testimoniare la vicinanza dei giovani italiani alle comunità cristiane locali, come conferma una delle guide di questo pellegrinaggio, don Giuseppe Pellegrini, vicedirettore dell’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le Chiese della CEI:

 

“Credo che sia importante in questa fase storica dare un segno e un segnale di pace. E ‘pace’ non é solo una parola, ma prima di tutto una persona, Gesù Cristo che ha detto: “Io sono la pace”. Ecco perché, come Conferenza episcopale italiana, in alcuni uffici abbiamo scelto di portare i giovani rappresentanti di diverse istituzioni, di diverse realtà ecclesiali italiane, ad incontrare Gesù Cristo. Sono le pietre che ci parlano di Lui e per questo abbiamo scelto le visite molto significative ai luoghi storici, ma sono importanti soprattutto le pietre vive, come ci dice l’apostolo San Pietro. Le pietre vive che sono fatte dalle comunità cristiane, che vivono nella terra di Gesù, nella Terra Santa. Una parte del nostro pellegrinaggio consiste proprio nell’incontrare queste comunità cristiane”.

 

Concita De Simone, per la Radio Vaticana.

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ALLE OLIMPIADI DI ATENE, PRIMA STORICA MEDAGLIA PER L’ERITREA

- Intervista con Guglielmo Moretti -

 

Ad Atene 2004 prima medaglia per la storia olimpica di una giovane nazione, l’Eritrea, che ieri ha ottenuto nei 10 mila metri piani il bronzo alle spalle di due atleti etiopici. E spesso le vicende olimpiche si sono intersecate con quelle sociali e politiche del mondo. Ricordiamo Berlino 1936, quando il campione americano di colore Jessie Owens ridicolizzò le teorie sulla razza di Adolf Hitler. Ricordiamo ancora Città del Messico 1968, Olimpiadi precedute dalla dura repressione delle istanze democratiche degli studenti. Furono questi i Giochi anche della protesta dei velocisti di colore americani contro il razzismo. E poi ancora, Mosca e Los Angeles, le edizioni dei boicottaggi. Ma quelli che rimangono ancora nella memoria di tutti sono i Giochi di Monaco 1972. Un commando di terroristi palestinesi, sequestrò parte della squadra israeliana. La vicenda finì nel sangue dopo il blitz delle teste di cuoio. Con quale spirito ricorda quei momenti il giornalista Guglielmo Moretti, che all’epoca era a capo dei giornalisti radiofonici della Rai. Sentiamolo nell’intervista realizzata da Giancarlo la Vella:

 

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R. - Devo dire, con commozione. Tutto questo accadde di notte. Mentre i miei colleghi erano quasi tutti al Villaggio Olimpico, io fui informato - erano circa le 4.15 della mattina - di quello che stava succedendo. Riuscii a trovare una macchina a quell’ora, andai di corsa al Villaggio e cominciammo subito a trasmettere già con il primo giornale radio delle 5.00 del mattino. Io entrai verso le 4.30 nello studio e non mi mossi di lì per tutta la giornata. Ne uscii soltanto alle 10.00 di sera, dopo aver predisposto anche le trasmissioni della notte.

 

D. - Tra l’altro, con uno stratagemma riusciste ad entrare nella zona che era stata interdetta a tutti quanti …

 

R. - Certamente. Dopo l’azione palestinese, il Villaggio è stato messo subito in stato d’assedio. Non poteva né entrare né uscire nessuno, però c’erano già squadre che erano andate fuori per gli allenamenti. Una di queste era la compagine dei lottatori azzurri, che era andata ad allenarsi. Noi avevamo un cronista. Uno dei grandi meriti per la fortuna della nostra trasmissione fu proprio dovuto alla presenza di spirito di questo grande collega, Piero Pasini, di Bologna che, saputa la notizia di quel che era avvenuto, subito si è travestito da accompagnatore ed è riuscito ad entrare lo stesso nel Villaggio e ad andare nella palazzina italiana. Perché nella palazzina italiana? Perché la palazzina italiana era adiacente all’appartamento dove si trovavano israeliani e terroristi. Quindi, Pasini, che si è procurato subito un telefono e mi ha avvertito, si affacciava un pochino sul balcone e vedeva, a due metri di distanza, il feddayn di guardia sul balcone con tanto di passamontagna - si vedevano solo gli occhi - il mitra imbracciato ed ha potuto trasmettere ininterrottamente, per tutta la giornata, una serie di trasmissioni che fecero veramente epoca.

 

D. – Quanto incise, nei valori olimpici dello sport, questa vicenda? Anche perché poi i giochi ripresero dopo il blitz delle teste di cuoio ...

 

R. – Sì, sono stati interrotti per due giorni, poi, naturalmente, a furor di popolo, e quando dico “popolo” intendo dire tutti i dirigenti del Comitato Olimpico Internazionale e dei vari Comitati nazionali, si è voluto che riprendessero! Fu fatto, naturalmente, con tanta tristezza. Non è che vennero fuori dei grandi servizi. Servizi di cronaca impeccabili, i servizi sportivi molto meno.

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AL VIA DOMANI E FINO AL 28 AGOSTO A RIMINI IL TRADIZIONALE MEETING

 PER L'AMICIZIA FRA I POPOLI, CHE QUEST’ANNO COMPIE 25 ANNI

- Intervista con Riccardo Piol -

 

Al via domani e fino al 28 agosto a Rimini il tradizionale Meeting per l'Amicizia fra i Popoli, promosso da Comunione e Liberazione. Il titolo della manifestazione, che quest’anno compie 25 anni, è "Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta", da un'esortazione di San Bernardo. Domattina alle 10.30 il vescovo di Rimini, mons. Mariano de Nicolò, celebrerà la Santa Messa per i partecipanti, ai quali Giovanni  Paolo II rivolgerà un saluto in teleconferenza da Castel Gandolfo. Una manifestazione, quella di Rimini, che è cresciuta nel tempo: 135 gli incontri proposti nell’edizione di quest’anno, 19 le mostre, 16 gli spettacoli, 7 le manifestazioni sportive. Oltre 2800 i volontari coinvolti nell’organizzazione. Notevole anche l’interesse della stampa, ma non mancano le letture riduttive dell’evento definito da alcuni “una festa di partito”. Sentiamo che cosa risponde, nell’intervista di Luca Collodi, Riccardo Piol di “Tracce”, il mensile internazionale di Comunione e Liberazione:

 

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R. – Dire che il Meeting è una festa di partito non solamente è sbagliato, ma è anche troppo poco, perché in 25 anni e in questa edizione c’è di tutto. Ci sono sì uomini e personalità del mondo politico, peraltro non solo italiano, ma c’è veramente una possibilità e una ricchezza d’incontri su tutti i temi possibili e immaginabili. Per cui la politica va bene, ma sicuramente c’è anche l’economia, ci sono moltissime mostre, quindi cultura, letteratura, arte e spettacoli.

 

D. – C’è un tema principale? Il titolo di questa 25.ma edizione del Meeting è “Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta”…

 

R. – E’ una frase che fotografa benissimo, a mio modo di vedere, i 25 anni di Meeting. Dopo 25 anni ci si potrebbe fermare ad autocelebrarsi e a ripetere quello che è stato fatto di grande, di bello in queste 25 edizioni del Meeting. In realtà si dice che il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, cioè nel presumere di aver già visto e capito tutto, ma nel tendere continuamente alla meta. Quindi, c’è la proposta culturale di una tensione al bello e al vero in tutte le cose.

 

D. – Riccardo Piol, quanto può essere curioso un cristiano?

 

R. – Il cristiano secondo me è il curioso per eccellenza, perché avendo il gusto e il  desiderio del bello, suscitato dall’incontro con Cristo, non riesce mai a saziare questa sete e questo desiderio di conoscere che è appunto la curiosità.    

 

D. – Ma quale deve essere la meta?

 

R. – La nostra meta è il compimento dell’umano. Il cristiano dice che la possibilità di questo compimento dell’umano è nel cammino con Cristo e nell’amore a Cristo. Questa cosa non è assolutamente una meta che chiude, ma è una meta che apre. E’ una costante tensione ad amare la verità e ad essere accompagnati con Cristo in questo amore, in questa scoperta quotidiana della verità.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 21.ma Domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il brano evangelico in cui Gesù, passando per città e villaggi, insegnava mentre camminava verso Gerusalemme. Un tale gli chiese: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”, Gesù rispose:

 

“Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: ‘Signore, aprici’. Ma egli vi risponderà: ‘Non vi conosco, non so di dove siete’. Allora comincerete a dire: ‘Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze’. Ma egli dichiarerà: ‘Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità’. ...”

 

Sul significato di questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Il Vangelo continua a presentarci l’uomo come essere che ha bisogno della salvezza. Abbiamo già visto l’uomo che confida nelle cose materiali, cioè che pensa che avere molto garantirà la propria vita. In questo brano vediamo l’uomo che si illude di salvarsi attraverso una falsa religione. Pensa di essere già giusto e dunque salvato semplicemente perché osserva tutti i precetti. E’ presente sulle piazze durante i discorsi di Cristo e persino mangia con Lui. Ma in realtà la salvezza passa attraverso l’accoglienza di Cristo. La porta stretta è Cristo stesso e per entrare bisogna lottare, lottare per vincere gli inganni del cuore che si ribella all’amore e preferisce altre vie. Ma solo l’accoglienza di Cristo è l’inizio della salvezza. L’accoglienza è un fatto d’amore e l’amore è questione del cuore libero e non della pretesa della salvezza sulla base del nostro giudizio su noi stessi. E questo amore non lo si può creare da soli.

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CHIESA E SOCIETA’

21 agosto 2004

 

 

IL GOVERNO SI IMPEGNI PER FAR FRONTE ALLA CRISI ECONOMICA CHE PROSTRA

LA REPUBBLICA DOMINICANA. E’ L’ESORTAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE, A POCHI GIORNI DALL’INVESTITURA DEL NUOVO CAPO DI STATO

 

SANTO DOMINGO. = Nella Repubblica Dominicana occorre attivare un processo di austerità per ridare respiro all’economia interna, favorendo gli investimenti di imprenditori nazionali e stranieri. Così ieri il presidente della Conferenza episcopale dominicana (Ced), monsignor Ramón Benito de la Rosa y Carpio, arcivescovo della provincia di Santiago (nord di Santo Domingo), rimarcando le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Leonel Fernández il giorno dell’assunzione della carica presidenziale. Lo scorso 16 agosto scorso, infatti, davanti all’intero Paese e a molti capi di Stato giunti da altri Stati latinoamericani per assistere alla sua investitura, Fernández non aveva fatto mistero che “i conti dello Stato sono in rosso” e che “il governo non dispone di un solo centesimo per cominciare a lavorare”. La Repubblica Dominicana soffre da mesi una grave crisi economica, con un’inflazione in continua salita, una parte consistente della popolazione sotto la soglia di povertà e una disoccupazione in crescita. A tutto questo, si aggiunge una grave crisi sociale e una quasi endemica scarsità di combustibile, che determina continui black out. (B.C.)

 

 

SI APRE DOMANI A ROMA IL XVIII CAPITOLO GENERALE DELLE SUORE MISSIONARIE COMBONIANE. ALL’INCONTRO PARTECIPERANNO 64 CAPITOLARI

 

ROMA. = “Donne del Vangelo per la missione ad gentes”: è il tema che accompagnerà il XVIII Capitolo Generale delle Suore Missionarie Comboniane. L’incontro, con la partecipazione di 64 Capitolari, prenderà il via domani a Roma e si protrarrà fino al 30 settembre prossimo. Nei tre giorni di preghiera e riflessione antecedenti il Capitolo, la Direzione generale ha invitato la teologa domenicana Antonietta Potente a guidare un incontro sul tema “La Vita Religiosa, delicato tessuto tra mistica e missione”. Nella sua prima relazione, la teologa ha incoraggiato le Comboniane a riscoprire il legame profondo che esiste tra le due dimensioni, poiché la missione più che un “fare” è un “essere”. La teologa ha, inoltre, ricordato che solo vivendo la propria realtà di donne portatrici di vita autentica saranno capaci di scoprirne le tracce tra i popoli fra cui vivono. (B.C.)

 

 

SONO GIA’ 27 LE VITTIME DELL’EPIDEMIA DI COLERA CHE SI E’ ABBATTUTA

NELLA ZONA OCCIDENTALE DEL NIGER. OLTRE 1400 I CASI DI CONTAGIO

 

NIAMEY. = Epidemia di colera in Niger. Secondo quanto riferisce l’agenzia Misna, sono 27 le persone morte per la malattia che, nella zona occidentale del Paese, ha già fatto registrare altri 1426 casi di contagio. Il Sistema di informazione medico (Snis) precisa che il focolaio è stato individuato nella regione di Tillab’ry, dove i primi casi si sono registrati in maggio. Per contenere l’epidemia il governo di Niamey e le autorità sanitarie locali e nazionali hanno creato nella regione occidentale 14 campi speciali, dove viene prestato aiuto e soccorso soprattutto a donne e bambini. Lo Snis ha aggiunto che grazie alla collaborazione dell’Unicef, dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di alcuni governi (Canada, Giappone e Italia) le autorità sanitarie possono contare su un numero sufficiente di medicinali. La diffusione del colera in Niger è favorita dallo sfruttamento intenso che le popolazioni fanno del fiume Niger. Il colera è una malattia batterica acuta dell’intestino, particolarmente diffusa in quelle zone dove le condizioni igienico-sanitarie sono ancora precarie. (B.C.)

 

 

IN MAROCCO LE CARCERI SONO AL COLLASSO PER LE MISURE ANTI-TERRORISTICHE.

CONCESSI NELLE ULTIME 24 ORE DAL SOVRANO QUASI 2.000 INDULTI

 

RABAT. = Promulgati nelle ultime 24 ore dal sovrano marocchino Mohamed VI quasi 2.000 indulti. Nella giornata di ieri si sono aperte le porte delle patrie galere per 690 prigionieri, in occasione della festa della “Rivoluzione del re e del popolo”, istituita per commemorare l’anniversario dell’esilio (20 agosto 1953) di Mohamed V, nonno dell’attuale re, imposto dalla Francia (ex-potenza coloniale del Marocco). L’episodio innescò la sollevazione anti-colonialista, che tre anni dopo, nel 1956, permise al Marocco di ottenere l’indipendenza da Parigi. Oggi, invece, saranno 1.282 le persone ad uscire di prigione, in virtù di un nuovo indulto, concesso per la “Festa della Gioventù”, ricorrenza coincidente con la data di nascita di Mohamed VI, che compie 41 anni. Negli ultimi tempi si sono moltiplicati gli indulti concessi dal sovrano di Rabat. La ragione va ricercata nel sovraffollamento delle carceri marocchine, nelle quali vivono tra le 50 e le 55.000 persone. Nel corso del solo 2003, tuttavia, in virtù delle misure anti-terroristiche adottate dopo gli attentati di Casablanca del 16 maggio 2003, a queste si sono aggiunte altre 82.000 persone. (B.C.)

 

 

LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE E LE SCARSE RISORSE IDRICHE RISCHIANO

 IN FUTURO DI INNESCARE NUOVI VIOLENTI CONFLITTI: LO SOTTOLINEANO

ALCUNI SCIENZIATI, RIUNITI DA DOMENICA A STOCCOLMA

PER LA SETTIMANA MONDIALE DELL’ACQUA

 

STOCCOLMA. = Nel mondo cresce il rischio di guerre per l’acqua, a causa soprattutto della crescita esponenziale della popolazione globale. Questo, in sintesi, quanto emerso alla Settimana mondiale dell’acqua, in corso da domenica a Stoccolma. “Abbiamo avuto guerre per il petrolio – ha dichiarato William Mitsch, professore di risorse naturali all’Università statale dell’Ohio (USA) – ora sono possibili guerre per l’acqua”. Tra i potenziali punti di crisi, Mitsch ha citato in particolare il Medio Oriente. Secondo gli esperti riuniti a Stoccolma, inoltre, la crescita della popolazione mondiale farà aumentare la pressione per il controllo delle limitate risorse idriche. “Nel 2025 avremo altri due miliardi di persone da nutrire – ha dichiarato il professor Jan Lundqvist, dell’Istituto internazionale di Stoccolma per l’acqua – e il 95% di loro saranno in aree urbane”. La risposta al problema è individuabile soprattutto nella crescita degli investimenti in infrastrutture. Secondo il prof. Frank Rijsberman, direttore generale dell’Istituto internazionale per la gestione dell’acqua (Iwmi), ogni anno nel mondo vengono investiti nel settore idrico 80 miliardi di dollari, ma la cifra deve almeno raddoppiare. (B.C.)

 

 

 DOPO IL RECENTE PELLEGRINAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II,

PARTE DOMANI LA VISITA A LOURDES DELLA DIOCESI DI ROMA,

GUIDATA DAL CARDINALE RUINI

E ORGANIZZATA DALL’OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI,

CHE FESTEGGIA I 70 ANNI DI ATTIVITA’

 

ROMA. = Sette giorni dopo il Papa, è un consistente gruppo di persone della diocesi di Roma a recarsi a Lourdes. Inizia domani il pellegrinaggio capitolino verso la località francese, guidato dal cardinale vicario, Camillo Ruini. Fino a sabato 28 agosto, 4.500 persone si riverseranno nella cittadella mariana per una settimana di preghiera e di riflessione spirituale nei luoghi di Santa Bernadette. Ma, oltre alla vicinanza con il recente soggiorno papale, il viaggio della diocesi di Roma a Lourdes si segnala anche per un anniversario importante: quello dei 70 anni di attività dell’Opera romana pellegrinaggi, organizzatrice dell’iniziativa. Iniziativa che vedrà, tra i partecipanti, sia gruppi che singoli inscritti, questi ultimi con la famiglia o con gli amici. Ma in stragrande maggioranza saranno le comitive parrocchiali o diocesane ad affollare i treni e gli aerei predisposti dall’Opera romana pellegrinaggi: circa 250 saranno le parrocchie della diocesi di Roma e 40 le diocesi del centro-sud Italia. (A.D.C.)

 

 

UNA VITA SPESA A SERVIRE I PIU’ POVERI: E’ MORTO A MILANO FRATEL ETTORE.

LUNEDI’ L’ULTIMO SALUTO PER IL CAMILLIANO 76.ENNE MALATO DA TEMPO

 

MILANO. = Milano piange la scomparsa del “camilliano dei barboni”. Si è spento ieri nella Clinica San Camillo fratel Ettore, il religioso famoso nel capoluogo lombardo per il suo impegno a favore dei più poveri ed emarginati. Il camilliano aveva 76 anni ed era malato da tempo. Ai diseredati, fratel Ettore Boschini, nato a Mantova il 25 marzo del 1928, ha dedicato tutta la sua vita. Cominciò con l’andare ogni sera alla Stazione Centrale per distribuire cibo caldo e biglietti per l’alloggio notturno al dormitorio pubblico di viale Ortles. La notte di Natale del 1977 portò anche panettone e spumante e chiamò un sacerdote per la messa di mezzanotte. Con il tempo riuscì a convincere il ministero dei Trasporti ad affidargli due grandi magazzini sotto il terrapieno della stazione. Lì sistemò una cucina, tavoli da pranzo, divani docce e una lavatrice. A questi seguirono altri rifugi e comunità in provincia di Milano. “Aveva la capacità di non far mai stare tranquille le nostre coscienze”, ricorda padre Vittorio Paleari, responsabile provinciale dei Camilliani. “E’ stato una spina nel fianco per noi – aggiunge don Virginio Colmegna, direttore della Caritas ambrosiana – una grossa spinta che ci ha permesso di non stare mai fermi”. A prendere il suo posto ora sarà suor Teresa Martino, prima delle discepole di San Camillo, la famiglia religiosa fondata da fratel Ettore. Il suo compito non sarà facile: le comunità per i poveri, infatti, nel tempo si sono moltiplicate, oltre che a Milano anche a Chieti, Roma, Bogotà e Cartagena in Colombia. “In cielo – ripeteva negli ultimi tempi fratel Ettore agli ultimi che lo andavano a trovare in clinica – vi potrò essere più utile che da qui”. Il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, celebrerà lunedì nella Basilica di Sant’Ambrogio i funerali.  (B.C.)

 

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24 ORE NEL MONDO

21 agosto 2004

- A cura di Amedeo Lomonaco e Rosa Praticò -

 

In Iraq un soldato statunitense è rimasto ucciso a Baghdad in seguito ad un’ennesima imboscata ed un militare polacco è morto ad Hilla per un agguato condotto da guerriglieri. L’esplosione di un ordigno ha provocato, inoltre, la morte di una guardia nazionale irachena a Mossul. Violenti scontri sono avvenuti, nella notte, anche a Kufa ma la situazione più critica resta quella di Najaf: una delegazione del governo iracheno è attesa nelle prossime ore nella città santa per trattare con il leader radicale sciita Moqtada al-Sadr che da due settimane si oppone alle forze americane ed al governo di Baghdad. Il nostro servizio:

 

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Dal groviglio di dichiarazioni e smentite che giungono da Najaf emerge uno scenario complesso ed intricato. L’Esercito del Mahdi, la milizia personale del leader radicale sciita al-Sadr, non intende arrendersi e non ha ceduto il controllo del mausoleo Ali alla polizia irachena, come rivendicato ieri dal ministero dell’Interno di Baghdad. E contrariamente a quanto annunciato da un collaboratore del leader estremista, le chiavi del mausoleo non sono state ancora consegnate all’ayatollah Al Sistani. L’esercito del Mahdi – ha dichiarato inoltre un portavoce del giovane imam - rimarrà a guardia del tempio anche dopo l’eventuale affidamento agli emissari della massima autorità spirituale sciita. Ingarbugliato anche il capitolo relativo agli ostaggi. Fonti vicine ad al-Sadr hanno preannunciato alla Cnn la liberazione di Michael Garen, il giornalista americano rapito lo scorso 16 agosto a Nassiriya, che in un nuovo video trasmesso ieri da Al Jazeera ha chiesto di “fermare il bagno di sangue a Najaf”. E cresce la preoccupazione anche per la sorte del giornalista italiano Enzo Baldoni, cronista della rivista “Diario” di cui non si hanno più notizie da giovedì sera. Secondo l’associazione Reporter senza frontiere, 38 persone, tra giornalisti o collaboratori, sono rimaste uccise in Iraq dall’inizio del conflitto.

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Sempre alto l’allarme terrorismo. Nuove minacce sono state lanciate contro l’Italia ed in particolare contro il capo del governo Silvio Berlusconi dalle brigate Al Masri, gruppo che si dichiara affiliato all’organizzazione terroristica ‘Al Qaeda’. Nel comunicato diffuso via internet gli estremisti affermano, inoltre, che non esiteranno a colpire anche altri Paesi europei.

 

Nella regione spagnola della Galizia due ordigni sono esplosi stamani nelle località costiere di Sanjenjo e Bayona. Lo ha reso noto il ministero dell’Interno spagnolo. Gli attentati, rivendicati dall’organizzazione terroristica basca ‘Eta’, hanno provocato il ferimento di una persona.

 

Sì’ degli Stati Uniti alla decisione del premier dello Stato ebraico, Ariel Sharon, di costruire nuovi alloggi in diversi insediamenti israeliani della Cisgiordania. Lo riferisce stamani il ‘New York Times’ sottolineando che la posizione americana, non ancora ufficiale, costituisce un cambio di rotta significativo rispetto a quanto indicato nella road-map, il piano di pace per il Medio Oriente che prevede il congelamento dell’attività edilizia nei Territori occupati. I progetti di appalto del governo israeliano verranno esaminati il prossimo mese da una squadra di periti statunitensi guidati da un alto funzionario del dipartimento di Stato. Sul campo, un palestinese è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da soldati israeliani nella Striscia di Gaza. Lo hanno reso noto fonti militari dello Stato ebraico.

 

Ancora violenze in Afghanistan. Questa notte almeno due ribelli islamici e tre soldati dell’esercito di Kabul sono morti nel corso di un attacco sferrato da un gruppo di talebani contro un posto di controllo di militari afghani a nord est di Kandahar. Si tratta dell’ennesimo tentativo dei guerriglieri di boicottare le elezioni presidenziali previste per il prossimo 9 ottobre. Ieri, infatti, altre 12 persone sono rimaste ferite in seguito ad una serie di esplosioni avvenute contro un ufficio elettorale delle Nazioni Unite a Farah, nell’ovest del Paese.

 

In Ucraina è salito ad almeno quattordici feriti, due dei quali in condizioni gravi, il bilancio delle due esplosioni avvenute ieri pomeriggio in un mercato alla periferia di Kiev. Lo hanno reso noto fonti del ministero per la Protezione Civile. Le deflagrazioni sono state provocate da due bombe rudimentali e gli inquirenti non escludono la pista terroristica.

 

Sembra invece ritornata la calma in Ossezia del Sud, la regione separatista georgiana dove negli ultimi 8 giorni si erano aggravati gli scontri tra indipendentisti locali e forze regolari di Tbilisi. Mentre si fanno sempre più insistenti le voci di una possibile nuova tornata di colloqui di pace, ha espresso la propria preoccupazione la Russia. Il servizio da Mosca di Giuseppe D’Amato:

 

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Solo attraverso seri negoziati si potrà uscire dalla crisi in Ossezia del Sud: questa l’opinione del presidente russo, Vladimir Putin, espressa nel corso di un incontro con il collega armeno, Robert Kocharian. Da oltre un mese, la tregua in vigore da un decennio è messa a dura prova dalle continue sparatorie e scaramucce con unità russe impegnate a dividere i contendenti. “Bisogna però anche rispettare gli impegni presi”, ha continuato il capo del Cremino, secondo cui la decisione della Georgia di cancellare negli anni ’90 la concessione dell’autonomia all’Ossezia del Sud e all’Abkhazia è stata una scelta sbagliata. Un’opinione, a quanto pare, condivisa anche dall’attuale presidente georgiano Saakachvili. Le forze georgiane si sono ritirate, ma hanno promesso di ritornare se gli ossetini non rispetteranno gli accordi.

 

Da Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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In Nepal quarto giorno di paralisi oggi per la capitale Kathmandu. Prosegue infatti il blocco imposto dai ribelli maoisti, sospettati dell’uccisione di un agente di polizia, che protestano per rovesciare la monarchia di re Gyanendra. Dopo gli attacchi contro un edificio governativo ed un posto di polizia, le autorità nepalesi temono ora nuovi attentati.

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto stamani alle autorità cinesi maggiori informazioni sulla possibile trasmissione del virus della cosiddetta influenza aviaria ai maiali, di cui era stata data notizia ieri in un convegno svoltosi a Pechino. Intanto, in Malaysia, tre persone sono state messe in quarantena perché sospettate di aver contratto il virus dei polli.

 

Boby Fischer può essere estradato. Così si è espresso stamani un tribunale di Tokyo, respingendo la domanda che l’ex campione di scacchi americano aveva inoltrato alle autorità giapponesi perché bloccassero le procedure di estradizione negli Stati Uniti, dove è ricercato per aver violato le sanzioni imposte al regime dell’ex Jugoslavia, disputando nel 1992 una storica partita con il suo rivale di sempre, il russo Boris Spassky.

 

Sono 114 gli immigrati sbarcati nella notte in Italia, a Lampedusa. Erano su un barcone riuscito ad approdare nel porto dell’isola. La Guardia di finanza ha bloccato gli extracomunitari quando erano ormai a terra, sequestrando l’imbarcazione. Dopo le procedure di identificazione, sono stati trasferiti al centro di accoglienza di “La Misericordia”, dove si trovano già oltre 200 immigrati. Hanno dichiarato di essere palestinesi.

 

 

 

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