RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
226 - Testo della trasmissione di venerdì 13 agosto 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO
CHIESA E SOCIETA’:
Allerta a Cuba per l’arrivo dell’uragano “Charley”
Confermata in appello la sentenza di
condanna del cyberdissidente cinese Du Daobin
Si
apre domenica 15 agosto, nelle Filippine, l’anno eucaristico con Maria
Sempre
alta la tensione in Medio Oriente. Morti stamani il responsabile alla sicurezza
della colonia di Itamar e un attivista delle Brigate dei martiri di al-Aqsa
Cresce
l’attesa in Venezuela per il referendum, domenica, sul mandato del presidente
Hugo Chavez
115
morti e 1.800 feriti: per l’uragano abbattutosi sulla Cina sud orientale.
13
agosto 2004
SONO I MALATI I PIÙ AMATI DALLA COMUNITÀ DI
LOURDES.
CON QUESTA
AFFERMAZIONE L’ARCIVESCOVO DI LIONE, IL CARDINALE BARBARIN,
PRESENTA LO SPIRITO DEL SANTUARIO MARIANO
CHE
ATTENDE, DOMANI, GIOVANNI PAOLO II
Sono i malati i più amati dalla
comunità di Lourdes. Con questa affermazione l’arcivescovo di Lione, il
cardinale Philippe
Barbarin, presenta lo spirito del Santuario mariano che attende,
domani, Giovanni Paolo II. Il Papa atterrerà domattina all’aeroporto di Tarbes Ma ascoltiamo il servizio del nostro inviato
a Lourdes, Alessandro De Carolis:
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Scorre lento il Gave, nel suo
letto dominato dal verde acceso della vegetazione che lo accompagna, e la sua
tranquillità separa i due poli del Santuario dove invece si lavora alacremente
per preparare l’arrivo del Papa. Dal lato della Grotta e tra le rampe imbandierate
con i colori di tutto il mondo della Basilica del Rosario, che scendono ad
abbracciare la piazza antistante l’esplanade, pulsa il cuore più umano e
più straordinario di Lourdes. Migliaia di malati, 2 mila quelli previsti in
coincidenza con il pellegrinaggio del Papa, si alternano e si incrociano nel
contatto con l’acqua, sorseggiata o toccata nel bagno alle piscine, la
celebrazione della Messa e del Rosario: le tappe del loro personale itinerario
della speranza. Dietro i loro corpi, c’è il sorriso e la sommessa disponibilità
dei volontari. Giovani soprattutto, che regalano a questo servizio senza orari
un pezzo della loro estate. Accolgono i pellegrini in carrozzina o in lettiga,
li accudiscono: angeli custodi per una settimana o più che – raccontano -
difficilmente dimenticheranno.
Ancor più sono i pellegrini che
sciamano ovunque e che saranno circa 400 mila quelli accanto al Papa. Nemmeno
le piccole resse che qua e là inevitabilmente si formano riescono mai a
scalfire il clima di raccoglimento che a Lourdes regna e rasserena. Sull’altro
lato del Gave, è più chiaro che un evento è in costruzione, anche in un luogo
che vive di manifestazioni e grandi numeri. Il prato che accoglierà i fedeli
per la messa di domenica è già transennato, il palco con l’altare quasi
ultimato, la Schola Cantorum prova i canti della liturgia.
All’esterno, poi, dietro
l’atmosfera festosa creata dai pavesi biancoazzurri e dagli striscioni di
benvenuto a forma di vela che sovrastano ogni piazza e scorcio urbano, Lourdes
è da questa mattina una piccola rocca fortificata. Enorme l’apparato di
sicurezza: 2700 i poliziotti e i gendarmi a piantonare e bloccare ogni via
d’accesso. E’ quasi una stonatura in un luogo dove la folla è di casa e non è
mai considerata un fattore di rischio. Qui, Giovanni Paolo II giungerà tra meno
di 24 ore - pellegrino tra i pellegrini, secondo il suo desiderio - per
rivivere il miracolo dell’Immacolata.
Da Lourdes, Alessandro De
Carolis, Radio Vaticana.
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Al microfono del nostro inviato,
il cardinale Barbarin sottolinea l’attesa per l’arrivo di Giovanni Paolo II:
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R. – Per noi è molto importante
la presenza del Papa. In Francia il 15 agosto è praticamente festa nazionale: è
il culmine spirituale dell’estate, una grande festa spirituale e liturgica.
Avere con noi il Papa è una grande gioia ...
D. – 150 anni dopo la
proclamazione del Dogma, il Santuario di Lourdes che cosa significa per la
Chiesa di Francia e per tutto il mondo?
R. – Nel ‘Magnificat’, la
Vergine dice: Il Signore ha posato il suo sguardo su di me, che pure sono
insignificante… Nella Chiesa l’umiltà è parte della santità. Il cammino della
santità è proprio nella dolcezza, umiltà, preghiera ...
D. – Dunque, è un messaggio
sulla forza della santità, ma anche di speranza per i malati nel corpo e nello
spirito?
R. – Da più di 100 anni i malati
sono l’oggetto d’amore dell’intera comunità. All’inizio di ogni celebrazione,
loro sono sempre i primi: questo per noi è meraviglioso!
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Il suo nome per esteso è “Unione Nazionale Italiana Trasporto
Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali”, più nota come UNITALSI.
L’organizzazione, la più grande in Europa
nel suo genere, ha nei suoi periodici “treni bianchi” che attraversano l’Italia
il simbolo del servizio agli infermi che decidono di immergersi per qualche
giorno nella profonda atmosfera di fede del Santuario francese. Lourdes è anche
la patria di chi, quel servizio, lo vive da protagonista come volontario accanto
ai malati. Qual è dunque l’esperienza di volontariato che si vive a Lourdes?
Risponde Antonio Diella, presidente nazionale dell’UNITALSI, al microfono di Alessandro
De Carolis:
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R. - La realtà del volontariato
a Lourdes è la realtà di tantissima gente che arriva da tutto il mondo, di
tantissimi giovani che si pongono a disposizione non solo dei malati, ma anche
di tutti i pellegrini che arrivano a Lourdes e vogliono vivere in quella città
un’esperienza di Dio, un’esperienza di spiritualità. Caratteristica
fondamentale è quella della disponibilità al servizio gratuito. Tutti questi
volontari, che sono presenti a Lourdes, sia delle Associazioni italiane, sia
delle Associazioni europee, o anche al di fuori di qualsiasi appartenenza
associativa, sanno di essere lì perché devono porsi a servizio non ottenendo
alcuna paga potremmo dire, se non la gioia di avere reso la propria giornata,
il proprio tempo, la propria vita, a disposizione per la vita ed il tempo degli
altri.
D. – Parliamo, a questo punto,
dell’identikit del volontario, dell’accompagnatore tipo …
R. – L’accompagnatore tipo è una
persona che vuol vivere un’esperienza seria, innanzitutto. Difficilmente si
riesce a resistere a Lourdes se non si è seri con se stessi e con la realtà che
ti circonda, che è molto particolare. Lourdes ha luoghi dove sempre è presente
la sofferenza di qualcuno. Il volontario è capace anche di sacrifici, a volte
notevoli, e tutti i volontari che sono a Lourdes pagano il loro soggiorno.
Sembrerà strano, ma Lourdes è un posto dove si può essere volontari molto
giovani, ma anche con un’età avanzata, perché è il posto dove ci si sente
valorizzati in ogni capacità che si ha, anche quella piccola di portare un
bicchiere d’acqua, di lavar per terra, di aprire delle porte, di essere disponibile
semplicemente a dire buongiorno ai malati che arrivano da molto lontano, a
volte, anche con grande fatica. L’identikit di un volontario a Lourdes è
l’identikit di una persona libera, di una persona che si pone liberamente al
servizio.
D. – Da ciò che dice si
comprende bene come, accompagnare i malati, non sia un semplice servizio
logistico, ma un’esperienza profondamente umana e spirituale …
R. – Se
fosse solo un servizio logistico sarebbe la fine per il volontario e per il malato,
perché entrambi si accorgono semplicemente di star facendo un lavoro. E, invece,
è questa disponibilità, questa capacità di dialogo, di condividere insieme la
fatica, di essere delle persone che interagiscono con altre persone che hanno
delle difficoltà, condividendo la storia, condividendo la vita.
D. - Chi fa volontariato con
questo senso è una persona che ripete spesso questa esperienza o si tratta più
spesso di esperienze episodiche?
R. – Per la stragrande maggior
parte dei casi, chi fa questa esperienza se la porta dentro e la ripete. Può
restare, a volte, forse un episodio la presenza a Lourdes. Non resta mai un
episodio la propria disponibilità e l’incontro che hai avuto con le persone che
soffrono.
D. – L’UNITALSI ha in programma
qualche viaggio speciale, in occasione del pellegrinaggio del Papa?
R. – L’UNITALSI ha organizzato
un pellegrinaggio speciale al di fuori di tutti quelli che erano già
programmati, per essere presenti a Lourdes con il Papa. Sarà davvero
un’esperienza di grande gioia, ma anche di grande preghiera, per l’UNITALSI,
l’essere a Lourdes con il Papa.
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CHIUSO
IL SEMINARIO AUSTRIACO DI SANKT POELTEN,
TRAVOLTO
DA UNO SCANDALO SESSUALE.
PER IL
VISITATORE APOSTOLICO, MONS. KÜNG,
E’ UN’
ORA DOLOROSA PER LA CHIESA DI TUTTA L’AUSTRIA
- Servizio di Alessandro Gisotti -
“Un’ora dolorosa per la diocesi di Sankt Poelten e per la Chiesa in tutta
l’Austria”. Così, il visitatore apostolico mons. Klaus Küng ha comunicato la
decisione di chiudere “con effetto immediato” il seminario della cittadina
austriaca al centro di uno scandalo sessuale. Ieri, in una dichiarazione,
l’inviato del Papa, nominato lo scorso 20 luglio, ha ribadito che per il
seminario “è necessario un inizio completamente nuovo”. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
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“Negli
ultimi anni nel Seminario maggiore di Sankt Poelten si è dedicata troppo poca attenzione
ai necessari criteri di scelta dei candidati”. E’ l’amara riflessione del visitatore
apostolico, mons. Küng. Tuttavia - ha affermato - “non tutti i seminaristi, né
tutti i sacerdoti impegnati nella formazione devono essere considerati nella
stessa maniera. Parecchi di loro – ha voluto sottolineare – si trovano sulla
via del sacerdozio con buone intenzioni, con impegno e sulla base di buone
premesse; molti dei professori e degli accompagnatori spirituali fanno del loro
meglio e sono dotati delle qualità necessarie dal punto di vista umano,
spirituale e teologico”.
Purtroppo
“vi sono stati anche abusi gravi: ciò – ha detto mons. Küng – è divenuto definitivamente
chiaro con le immagini pornografiche scaricate da Internet da alcuni seminaristi
in modo morboso”. E’ stato “molto doloroso” - ha spiegato - “dover prendere
atto che si sono stabilite relazioni omofile attive”. Per questo motivo,
“nonostante un atteggiamento comprensivo per i problemi delle persone
interessate”, il vescovo di Sankt Poelten, “d’accordo con la Santa Sede, ha
preso una grave decisione”: la chiusura con effetto immediato del seminario
maggiore diocesano.
L’inviato
pontificio ha, quindi, evidenziato che la Chiesa ha “bisogno di personalità
sacerdotali sane e capaci di portare dei pesi. Nella situazione della società
odierna – ha constatato – le sfide a cui i sacerdoti devono rispondere nei loro
compiti di annuncio del Vangelo e di cura delle anime sono molto alte. Quanto
più si sente la mancanza di sacerdoti, tanto più coloro che diventano sacerdoti
devono essere equilibrati, sinceri e virtuosi”. Devono “essere chiaramente orientati
a Cristo - ha detto ancora - ma essere allo stesso tempo ben radicati sulla
terra”.
Quindi,
ha tracciato la strada per rendere possibile “un inizio veramente nuovo” per
Sankt Poelten. Tutti i candidati al sacerdozio passati e futuri, per loro
stessa tutela - ha avvertito - “dovranno sottoporsi a un procedimento di ammissione
a cui prenderanno parte persone esperte nella cura pastorale e, in quanto
necessario, specialisti rinomati. Alcuni, che appaiono certamente non adatti
per il ministero sacerdotale, saranno aiutati a trovare nuovi orientamenti di
vita; se desiderato, sarà offerta loro una assistenza medica e spirituale”. Coloro
che dimostrano di possedere le qualità necessarie - ha rivelato -
“continueranno a studiare come candidati al sacerdozio della Diocesi di Sankt
Poelten”. Nelle prossime settimane - ha concluso - “verrà studiato” se nel
prossimo anno “i candidati al sacerdozio abiteranno in singole parrocchie
adatte ad accoglierli, oppure se saranno ospitati provvisoriamente nel
Seminario di un’altra Diocesi”. Oggi, intanto, a Sankt Poelten si svolgerà la
prima udienza del processo contro il seminarista polacco di 27 anni accusato di
avere scaricato dal web immagini pedo pornografiche.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
“14-15
agosto 2004: Giovanni Paolo II pellegrino a Lourdes”. Così si apre la prima pagina
caratterizzata dal titolo “Con il Papa tutta la Chiesa in processione verso la
Grotta”.
Sempre
in prima un articolo di presentazione di Giampaolo Mattei.
Allegato
al giornale un inserto speciale di sedici pagine dedicato all’evento.
Nelle
vaticane, un articolo di Matthias Firedemann Richter sul grande teologo ed ecumenista
Max Thuria, ad otto anni dalla scomparsa.
Un
articolo dal titolo “A Bixad una nuova Chiesa dedicata alla Vergine”: un grande
segno di speranza per l’eroica comunità greco-cattolica in Romania.
Nelle
estere, in evidenza l’Iraq: a Najaf è in vigore una tregua dopo giorni di
combattimenti; esteso di un anno un mandato della missione di assistenza
dell’ONU.
Stati
Uniti, California: la Corte Suprema non riconosce la validità delle unione tra
omosessuali.
Nella
pagina culturale, un articolo di Angelo Mundula dal titolo “Quid est veritas?”.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema dell’immigrazione.
Statuto
Toscana: il governo contesta anche il voto agli immigrati.
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13 agosto 2004
SEMPRE DIFFICILE LA SITUAZIONE IN IRAQ,
MA A NAJAF DOPO NOVE
GIORNI DI COMBATTIMENTI E’ TREGUA
Dopo 9 giorni di furiosi combattimenti, stamani
tregua a Najaf, la città santa dell'Islam dov’è in corso un sanguinoso
conflitto tra le milizie sciite del leader Moqtada al-Sadr e le forze della
coalizione, appoggiate dalla polizia irachena. Mentre migliaia di civili sono
in fuga dalla città, giungono notizie contraddittorie sul leader radicale Al Sadr. Ce ne parla Roberta Moretti:
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E’ giallo sulla sorte del
giovane imam ribelle, che tre diversi portavoce dichiarano essere stato ferito
stamani alle gambe e al torace durante gli scontri a Najaf con le truppe americane.
Nel corso della mattinata il ministro degli interni iracheno, Falah al Natib,
ha smentito la notizia del ferimento: al Sadr starebbe negoziando con le
autorità irachene per lasciare il mausoleo dell’Imam Ali, dove si sarebbe
asserragliato con i miliziani dell'esercito del Mahdi. Ieri la sua casa era
stata ripetutamente bombardata e perquisita, ma di lui nessuna traccia. Attraverso
un portavoce, inoltre, al-Sadr avrebbe chiesto il rilascio del giornalista
inglese del “Sunday Telegraph”, James Brandon, rapito ieri sera in un albergo
di Bassora e minacciato di morte in un video, se entro le prossime 24 ore gli
americani non interromperanno l'offensiva a Najaf iniziata ieri. Nella città
santa la tregua nei combattimenti ha consentito l’evacuazione dei feriti e la
sepoltura delle vittime. Tra queste, anche un militare delle forze speciali
statunitensi, ucciso in una scuola. Intanto continuano, lungo le strade delle
città irachene, le manifestazioni di civili simpatizzanti del leader sciita.
A Baghdad, dove è stata
individuata e fatta detonare una bomba lungo il percorso del corteo, i
dimostranti sono stati sollecitati da un portavoce di al-Sadr a marciare dalla
capitale su Najaf, dopo aver recitato le preghiere del venerdì. Nella città
sciita di Kut, 180 chilometri a sudest di Baghdad, almeno sette iracheni sono
rimasti uccisi e 34 feriti in una serie di attacchi notturni condotti dalle
truppe americane. Sono quattro, infine, gli iracheni rimasti uccisi nel corso
di un analogo attacco nella zona industriale della città di Falluja, nel
cosiddetto ‘triangolo sunnita’ iracheno.
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Gli scontri a Najaf avvengono in un momento
molto delicato per il Paese, a due giorni dalla prevista apertura della
Conferenza nazionale irachena: mille delegati designeranno un Consiglio
nazionale, con il compito di approvare il bilancio 2005 e vigilare sul governo.
Ed i timori di instabilità crescono, come conferma da Baghdad il giornalista iracheno
sciita Latif Al Saadi, intervistato da Andrea Sarubbi:
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R. – E’ un momento per noi così
importante, perché stiamo preparando il Congresso nazionale e la popolazione
attende il processo politico che la porti alle elezioni. Proprio ora si è
verificato questo fatto. L’idea generale, qui in Iraq, è che questo danneggi
veramente proprio questo processo politico in atto.
D. – L’informazione presenta
spesso al Sadr come colui che interpreta i sentimenti di tutti gli sciiti.
Allora non è così?
R. – No, non rappresenta gli
sciiti; anzi, rappresenta soltanto una corrente politica. Tutti i politici e le
forze politiche in Iraq hanno ribadito che per lui la porta è aperta, se lui
vuole partecipare, ma senza milizie.
D. – Però i compartimenti a
Najaf evidenziano che una resistenza sciita esiste. Prima della guerra nessuno
la credeva così forte?
R. – Io ho sempre detto che
l’Iraq non è l’Afghanistan: gli sciiti in Iraq hanno una situazione molto
particolare. Il sentimento generale in Iraq è contro ogni tipo di intervento
straniero. Ci sono però delle forze politiche, come il partito del al Lawa, che
fanno parte del governo: non sono d’accordo con gli americani e con la loro
politica, ma comunque fanno parte del processo politico.
D. – All’inizio gli americani
erano preoccupati più dei sunniti che degli sciiti. E’ cambiato il vostro
atteggiamento dall’inizio dell’occupazione?
R. – Gli sciiti sono sempre stati
contro l’occupazione. La cosa che è cambiata è che ci sono ora degli interventi
che vengono dall’esterno dell’Iraq; ci sono gruppi, nel contesto sciita, che
sono appoggiati da Paesi esterni all’Iraq. Pensiamo ad esempio a questo gruppo
al Mahdi: da dove viene, da chi è pagato, perché è armato? Noi viviamo in un
momento in cui tutti possono partecipare al processo politico e spesso sono
usati gruppi, come oggi stanno usando il gruppo di miliziani di al Sadr.
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SI ACCENDONO I RIFLETTORI SU ATENE: TRA POCHE ORE
PRENDONO IL VIA
LE OLIMPIADI NELLA TERRA DOVE SONO NATE QUASI
TREMILA ANNI FA
- Intervista con mons. Carlo Mazza, direttore
Ufficio Cei per lo sport -
L’attesa sta per finire: Atene è
pronta per le sue Olimpiadi, la 28.ma edizione dei Giochi dell’era moderna.
L’evento sportivo per antonomasia torna dunque in Grecia, laddove è nato quasi
tremila anni fa. E la cerimonia inaugurale, stasera, nello Stadio olimpico ateniese
sarà proprio un tributo alla storia e allo spirito originario delle Olimpiadi.
All’inaugurazione prenderanno parte le massime autorità greche, ma anche
numerosi leader internazionali tra cui il premier britannico Blair, il
cancelliere tedesco Schröder, il presidente russo Putin e l’ex presidente
americano Bush senior. Cresce quindi l’emozione con il passare delle ore anche
se il clima viene, in parte, turbato da una vicenda che riguarda due atleti
simbolo dello sport greco, come ci riferisce da Atene Roberto Zichittella:
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Mancano ormai poche ore
all’inizio delle 28.me Olimpiadi. Questa mattina, la fiaccola olimpica ha
lasciato l’Acropoli di Atene, dove era rimasta accesa tutta la notte, e sta proseguendo
il suo cammino attraverso la città prima di giungere, questa sera, allo Stadio
Olimpico. La cerimonia inaugurale, nella quale sfileranno 202 Nazioni, avrà
numerosi richiami alla Grecia antica e chi ha visto la prova generale assicura
che sarà un bellissimo spettacolo. Oggi, per l’inizio dei Giochi, in Grecia è
un giorno festivo. L’attesa per l’evento è grande, le vendite dei biglietti
procedono a buon ritmo e sempre più visitatori stanno arrivando in città.
Queste ore di vigilia, però, sono turbate dalla vicenda che riguarda due atleti
greci, i velocisti dell’atletica Kostas Kenteris e Katerina Thanou. I due campioni
avrebbero rifiutato un controllo antidoping e ora rischiano la squalifica.
Questa mattina, Jacques
Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale, ha
detto che è già stata aperta un’inchiesta disciplinare. La vicenda tiene la
Grecia con il fiato sospeso, perché Kenteris, che fu campione olimpico a Sydney
nei 200 metri, e la Thanou, che a Sydney vinse l’argento nei 100 metri, qui
sono due glorie nazionali.
Roberto Zichittella, da Atene,
per la Radio Vaticana.
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Per una testimonianza sulle emozioni che contraddistinguono quest’attesa,
Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente al Villaggio Olimpico di Atene
mons. Carlo Mazza direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero,
turismo e sport e cappellano della nazionale italiana alle Olimpiadi 2004:
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R. – Qui al villaggio c’è un
clima molto pacato, molto sereno. Si incomincia bene e speriamo che si prosegua
bene.
D. – Ecco, mons. Mazza, il Papa
ha parlato molto di sport durante il suo Pontificato ed è tornato a parlare di
sport anche in occasione di queste Olimpiadi con un messaggio al presidente
della Repubblica ellenica. Come sono state accolte le parole del Pontefice?
R. – Sono state valutate molto
positivamente. Un’accoglienza molto bella, direi, di grande sostegno,
soprattutto in questi momenti di grande tensione. La parola del Papa esprime un
profilo alto, un ideale che qui viene accolto con grande devozione, semplicemente,
da parte dei giovani.
D. – Gli atleti sono concentrati
al massimo per quanto riguarda l’attenzione fisica, atletica. Qual è però il
ruolo della religione e della preghiera come supporto allo sforzo di questi
ragazzi?
R. – Direi che è di un livello
profondo, anche se non visibile esteriormente. Appena si va oltre l’apparenza,
c’è una forte tensione spirituale, quasi di invocazione. Credo che l’aspetto
religioso sia essenziale per loro. Proprio ieri sera ho celebrato la prima Eucaristia
qui al Villaggio e sono venuti 5-6 atleti che mi hanno chiesto che celebrassi
insieme con loro. Vuol dire, quindi, che c’è una presenza effettiva della
domanda religiosa ed è una domanda vera, autentica.
D. – C’è qualche aneddoto che ci
può raccontare di queste ore che precedono l’inizio dei Giochi Olimpici di
Atene?
R. – Ce ne sono parecchi, per la
verità. Ecco, l’altro giorno, proprio mentre arrivavo qui, mi si è avvicinato
Agostino Abbagnale e mi ha detto che era veramente molto contento di rivedermi
e contento di stare con noi, perché purtroppo non è stato ammesso alla squadra
per dei problemi fisici. Comunque, essere qui lo faceva sentire forte di fronte
a qualsiasi situazione. Accompagna i nostri atleti del canottaggio e proprio in
quell’ambito sarà una presenza efficace. Ma poi ci sono anche altri esempi: i
ragazzi mi incontrano per strada, mi fermano nella sede olimpica dell’Italia,
desiderano una parola, un incoraggiamento, soprattutto sentirsi con qualcuno,
hanno bisogno di compagnia, di una compagnia non di persone addette ai lavori,
ma di persone che sono al di fuori, ma con loro comunque… nella loro gara.
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CIRCA 300 CAPOLAVORI PROVENIENTI DA NUMEROSI MUSEI
ITALIANI E STRANIERI COMPONGONO LA RASSEGNA “I DELLA ROVERE.
PIERO
DELLA FRANCESCA, RAFFAELLO E TIZIANO”,
OSPITATA
FINO AL PROSSIMO 3 OTTOBRE DA VARIE CITTÀ DELLE MARCHE
- Intervista
Lorenza Mochi Onori e Paolo Poggetto -
Circa
300 capolavori provenienti da numerosi musei italiani e stranieri compongono la
rassegna “I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello e Tiziano”, ospitata
dalle città marchigiane di Senigallia, Urbino, Pesaro ed Urbania, fino al
prossimo 3 ottobre. Posta sotto l’Alto Patronato del presidente della
Repubblica italiana, la mostra racconta uno spaccato di vita della dinastia dei
duchi Della Rovere, che regnarono nel territorio marchigiano dal 1508 fino al
1631, proprio dislocandosi sul territorio. Il servizio è di Maria Di Maggio:
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Le
Marche rendono omaggio alla dinastia Della Rovere attraverso una mostra policentrica
allestita nei luoghi nevralgici dell’antica signoria. Nelle stanze dei palazzi
ducali di Senigallia, Urbino, Pesaro ed Urbania tornano eccezionalmente a
rivivere i fasti di un’illuminata dinastia, che fece del mecenatismo e della
diplomazia i punti di forza della propria politica. Lorenza Mochi Onori,
soprintendente per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico
delle Marche:
“Sono
stati duchi che hanno avuto a cuore il benessere dei propri cittadini, dei
propri sudditi ed hanno fatto fiorire le arti e le industrie nel loro Paese.
Hanno protetto le arti: abbiamo il rapporto con Tiziano illustrato dalle lettere,
e il rapporto con i più grandi artisti dell’epoca. In più hanno protetto, in
qualche modo, le arti industriali, ad esempio il fiorire della ceramica, la ceramica
d’arte, che è esposta in gran parte con una mostra dentro una mostra nella sede
di Pesaro. C’è poi l’attenzione alle scienze: hanno avuto contatti con Galileo
e con grandi scienziati e si sono occupati della parte economica del benessere
delle loro terre, che erano particolarmente fiorenti sotto il loro governo.
Sono stati molto rimpianti, quando è finita la dinastia. Questo credo che sia
il miglior omaggio che la regione Marche, la terra che hanno governato, possa
fare loro”.
Sono
circa 300 le opere d’arte e gli oggetti di vario genere raccolti nelle quattro
sedi espositive. Paolo Dal Poggetto, curatore della rassegna, segnala i pezzi
più significativi dell’esposizione:
“Nella
sede di Senigallia: la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, ma anche
i due Raffaello, nel ‘Giovinetto col pomo’, cioè Francesco Maria I, giovane, sedicenne,
e la famosa immagine del ‘Papa Giulio II’ degli Offizi. Ad Urbino ci sono i due
quadri del Tiziano: i ritratti ufficiali dei duchi Francesco Maria I ed
Eleonora Gonzaga, la prima coppia di duchi Della Rovere. L’ultima sede è quella
di Urbania e riguarda soprattutto la grafica e cioè le preparazioni dei disegni
per le grandi imprese o per le ceramiche e poi il rapporto con la scienza.
Nella sede di Pesaro c’è una grande mostra dentro la mostra, composta di 102
pezzi di ceramica. Proprio tutta la storia della maiolica del ducato,
istoriato, cioè la maiolica dipinta che è la più importante, la più bella
d’Italia”.
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13
agosto 2004
IN
CONCOMITANZA CON IL VIAGGIO DEL PAPA A LOURDES, 100 MILA PELLEGRINI
SI
RITROVERANNO NEL SANTUARIO MARIANO DI LA VANG, IN VIETNAM,
PER
CELEBRARE L’ASSUNZIONE
HANOI. = 100 mila fedeli sono in marcia verso il Santuario
mariano di La Vang, in Vietnam, in occasione della solennità dell’Assunzione.
“Siamo molto contenti che questo avvenga negli stessi giorni della visita del
Papa a Lourdes”: ha dichiarato mons. Stanislas Nguyên Duc Vê, vicario generale della diocesi di Huêv.
Il pellegrinaggio riveste un significato particolare per la Chiesa cattolica
del Paese a cui il governo ha da sempre imposto pesanti restrizioni. Nel 1988,
in concomitanza con la beatificazione di 117 martiri vietnamiti, Giovanni Paolo
II ha sottolineato l’importanza della Madonna di La Vang proclamata patrona dei
cattolici del Vietnam nel 1901. Ogni anno migliaia di fedeli raggiungono il
Santuario proprio nel giorno dell’Assunzione sfidando una serie di proibizioni
stabilite dalle autorità. Nel 1988, per i 200 anni dalla prima apparizione
della Vergine, le forze al potere diffidarono
le agenzie di viaggio dal vendere biglietti ai pellegrini. (R. P.)
ALLERTA
A CUBA PER L’ARRIVO DELL’URAGANO “CHARLEY”.
SONO
STATI GIA’ EVACUATI 25000 ABITANTI NELLA PROVINCIA A OVEST
DELL’ISOLA E OLTRE 1300 TURISTI OSPITATI IN
ALCUNI ALBERGHI
L’AVANA. = Le autorità cubane, in vista dell’arrivo
dell’uragano “Charley” con venti dai 154 ai 177 chilometri orari, hanno
iniziato ad evacuare 25000 abitanti della provincia di Pinar del Rio, nella
parte ovest dell’isola, e più di 1300 turisti alloggiati nell’isolotto di Cayo
Largo del Sur. A renderlo noto, la Agencia Cubana de Noticias che precisa che
7000 persone sono già state messe al riparo in alcuni alberghi e che centinaia
di cubani in vacanza sul litorale sono stati costretti a rientrare nelle rispettive
case, all’interno del Paese. Continua, intanto, il trasferimento di decine di
stranieri verso Varadero, 150 chilometri a est dell’Avana. Le autorità hanno
raccomandato alla popolazione di provvedere a fare scorta di acqua, cibo e
combustibile. Gli ospedali sono in allerta e squadre di pronto soccorso sono
pronte ad intervenire nel caso di isolamento di alcuni villaggi. Anche in
Florida sono state evacuate un milione di persone in previsione dell’arrivo
dello stesso uragano. (F.S.)
CONFERMATA
IN APPELLO LA SENTENZA DI CONDANNA DEL CYBERDISSIDENTE CINESE DU DAOBIN.
REPORTERS SANS FRONTIERES PROTESTA CONTRO LA DECISIONE
CHE LIMITA LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE NEL
PAESE
PECHINO.
= Il cyberdissidente Du Daobin, condannato l’11 giugno 2004 a tre anni di
carcere, preceduti da quattro anni di
detenzione sorvegliata, si è visto confermare, un mese dopo, la condanna in appello. Insorge la protesta di
Reporters sans frontières a denuncia del fatto che con 61 giornalisti on line
incarcerati il 1° maggio 2004, la Cina è la più grande prigione del mondo per i
cyberdissidenti. Con circa 80 milioni di utenti e quasi 600000 siti pubblicati
nel Paese e approvati dalle autorità, il territorio cinese è ormai il secondo
Paese al mondo come numero di utilizzatori di Internet. Secondo quanto riferito
dall’agenzia di stampa popolare cinese Xinhua, la Corte suprema popolare della
regione dell’Hubei, nel centro del Paese, ha dichiarato che la sentenza
iniziale dell’intellettuale Du Daobin era basata su “fatti chiari e prove
sufficienti”. (F.S.)
SCUOLE
E HOTEL DI PECHINO HANNO RIFIUTATO L’ACCOGLIENZA AD UN GRUPPO
DI
BAMBINI, LA CUI UNICA COLPA E’ DI AVERE GENITORI MORTI A CAUSA DELL’AIDS
NELLA
PARTE CENTRALE DELLA CINA
PECHINO.
= Almeno una quarantina di scuole, hotel e alloggi di Pechino, si sono
rifiutati di ospitare un gruppo di 71 bambini, “orfani dell’Aids”, figli di
genitori che avevano contratto la malattia vendendo sangue in centri di
raccolta statali in condizioni igienico-sanitarie pessime. In una nota del China
Daily, si precisa che i bambini non hanno contratto il virus ma che le misure
di allontanamento dagli istituti sarebbero state prese per evitare che gli
altri studenti e ospiti si sentissero “a disagio” nell’utilizzo delle stesse infrastrutture.
I piccoli sono stati accolti in un hotel lontano dal centro, alla periferia
ovest della capitale cinese. Per molti di loro, questo soggiorno a Pechino
rappresenta una speranza di trovare genitori adottivi. Secondo le ultime stime
ufficiali, in Cina sono stati registrati 840 mila casi di Aids, anche se il
numero reale potrebbe essere superiore. Le Nazioni Unite e l’Unaids hanno
denunciato che se non si prenderanno provvedimenti efficaci, i malati di Aids
in Cina, entro il 2010, potrebbero salire a 10 milioni e gli orfani della
malattia a 260 mila. (F.S.)
SI
APRE DOMENICA 15 AGOSTO, NELLE FILIPPINE,
L’ANNO
EUCARISTICO CON MARIA. I VESCOVI HANNO INVITATO I FEDELI
A
PREGARE LA VERGINE AFFINCHÉ ACCOMPAGNI IL POPOLO VERSO LA RICONCILIAZIONE E LA
GUARIGIONE NAZIONALE
MANILA. = Si aprirà domenica 15 agosto, nelle Filippine,
l’Anno Eucaristico con Maria. In tutte le Chiese di Manila i fedeli pregheranno
la Vergine perché accompagni la popolazione verso la riconciliazione e la
guarigione nazionale. “Possa questo giorno essere l’inizio di una cultura e di
una vita nella pace, nell’unità e nel rinnovamento”, ha affermato mons.
Fernando Capalla, presidente della Conferenza episcopale. L’anno inizierà con
una messa nella Chiesa di Nuestra Senora
de Guia, nella parrocchia di Ermita, in cui si trova la statua mariana
miracolosa più antica del Paese. (R.
P.)
710
METRI PER UN PANINO IN NOME DELLA PACE. L’INIZIATIVA,
PARTITA
IN UN VILLAGGIO NELLA REGIONE DEL CHOUF A SUD DI BEIRUT,
NASCE CON LO SCOPO DI CONSOLIDARE IL RAPPORTO
DI PACE TRA CRISTIANI E DRUSI, NONCHE’ DI RICHIAMARE L’INTERESSE INTERNAZIONALE
BEIRUT. = 2800 persone, nella regione del Chouf a sud di
Beirut, hanno lanciato una proposta singolare: farcire un mega-panino da
primato mondiale, lungo 710 metri, al fine di nutrire il corpo e soprattutto lo
spirito. L’iniziativa, concepita da Pierre Maalouf, abitante del villaggio
emigrato dagli Stati Uniti, vuole lanciare un appello a rinsaldare il rapporto
di pace esistente tra cristiani e drusi richiamando l’attenzione dei grandi
mezzi d’informazione internazionali. All’evento, parteciperanno il ministro del
Turismo, Ali Hussein Abdullah, e il parlamentare locale Walid Jumblatt. (F.S.)
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13
agosto 2004
- A cura di Barbara Castelli -
Si riaccende la violenza in
Medio Oriente. Le forze israeliane hanno ucciso stamani un attivista
palestinese delle Brigate dei martiri di al-Aqsa nell’insediamento di Itamar,
presso Nablus. L’uomo aveva precedentemente aperto il fuoco contro due civili,
uccidendo il responsabile alla sicurezza della colonia.
L’ennesima ondata di arresti in
Pakistan di presunti importanti membri di Al Qaida in Pakistan avvicina sempre
più Islamabad alla cattura di Osama bin Laden. Lo ha assicurato ieri il
ministro dell’Interno, Faisal Saleh Hayat. L’obiettivo del Pakistan, ha
aggiunto, “non è soltanto l’arresto di bin Laden, ma anche lo sradicamento
della rete terroristica e dei suoi collaboratori”.
Le autorità afghane hanno
annunciato stamani la morte di un leader della guerriglia talebana, il mullah
Janan. Quest’ultimo sarebbe stato ucciso ieri nel corso di una battaglia ingaggiata
contro le forze alleate e quelle fedeli al governo di Kabul. Il mullah, insieme
ai suoi uomini, aveva teso un’imboscata a un convoglio americano nella
provincia di Langhman.
Il presidente della Commissione Europea, il portoghese, José Manuel Durao
Barroso, ha annunciato ieri la composizione dell’organismo con compiti esecutivi
all’interno dell’Unione e che sarà in carica dal 1° novembre prossimo. Tra i
vicepresidenti di Barroso, l’italiano Rocco Buttiglione che avrà anche il
dicastero della Giustizia, libertà e sicurezza. Sentiamo dalle sue parole quali
sono le priorità del mandato europeo. L’intervista è di Dorotea Gambardella:
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La costruzione di una
cittadinanza europea. L’Europa dell’economia sostanzialmente è fatta, adesso
dobbiamo costruire l’Europa della cultura, dei diritti, dei cittadini. Poi, la
lotta al terrorismo, perché il cittadino per prima cosa ha il diritto di essere
tutelato nel bene fondamentale della vita. Quindi, lotta al terrorismo attraverso
una cooperazione efficiente e rispettosa della libertà. Poi c’è il grande tema
dell’immigrazione, che non si risolve ‘manu militari’, anche se naturalmente
bisogna sorvegliare i confini. Questa questione richiede un grande lavoro che
tocchi i Paesi di origine dei flussi migratori, i Paesi di transito e i Paesi
di destinazione. Noi dobbiamo spiegare quali sono i canali legali per venire in
Europa. Tanta gente rischia la vita, mentre potrebbe venire legalmente, ma non
lo sa. Allora, l’informazione, la formazione professionale ‘in loco’, per
acquisire le capacità richieste dal sistema europeo, e contemporaneamente anche
la capacità di scoraggiare chi non ha i titoli per venire.
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Sciagura al largo delle Canarie.
Una donna è affogata e altri 32 clandestini, tutti di origine subsahariana,
sono dati per dispersi in seguito al naufragio di un’imbarcazione a largo della
costa di Fuerteventura. Sei persone sono state tratte in salvo e detenute dalle
autorità spagnole insieme con altre 70, arrivate alle prime ore di questa
mattina sulle coste delle isole.
Lee Hsien Loong – figlio del
primo capo di governo di Singapore dopo l’indipendenza, Lee Kuan Yew – si è
insediato ieri come primo ministro, il terzo nella storia della città-Stato. Il
neo-premier Lee, 52 anni, succede a Gok Chok Tong, 63 anni, che guidava il
governo dal 1990 e che è stato nominato “Senior Minister”, carica che lo pone
immediatamente sotto il capo di governo.
La diplomazia internazionale
all’opera per ricercare una soluzione alla drammatica situazione nel Darfur, la
regione occidentale sudanese da mesi teatro di violenti scontri tra esercito e
miliziani. I belligeranti sudanesi si sono incontrati mercoledì sera, in Libia,
con i mediatori africani. L’incontro, secondo quanto ha riferito una fonte
della diplomazia a N’Djamena, aveva carattere informale.
Cresce l’attesa in Venezuela per
il referendum revocatorio, domenica, del mandato del presidente Hugo Chavez.
Migliaia di oppositori ieri sono scesi per le vie di Caracas, nell’ultimo
giorno di campagna autorizzata. L’esito del voto, comunque, resta incerto: sia
il governo, sia il Coordinamento democratico di opposizione, infatti, hanno
assicurato di avere praticamente già vinto la tornata elettorale con ampio
margine. Maurizio Salvi:
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Concludendo l’imponente
manifestazione, il governatore dello Stato di Miranda, Enrique Mendoza, ha
sostenuto che la vittoria del ‘sì’ significherà l’inizio di una nuova era di giustizia,
pace e lavoro in Venezuela. Interrotto dagli applausi, il leader del
Coordinamento democratico di opposizione ha aggiunto che a favore del ‘sì’ sono
quelli che faranno in modo che il successo della gente sia imperniato
sull’istruzione e il lavoro, in modo da costruire la felicità della famiglia e
dei bambini del Paese. “Con la vittoria del ‘sì’ - ha quindi detto - comincerà
un’irreversibile fase di trasformazione del Venezuela in un Paese di primo
piano per il XXI secolo con l’allontanamento di Chavez, che ha guidato un
governo del male. Si è chiusa - ha infine proclamato - la stagione del timore,
delle minacce e dei dubbi. Il Paese sta dalla parte del ‘sì’, celebrando la
fine di un governo che ha trasformato i lavoratori in disoccupati, i
disoccupati in indigenti e gli indigenti in cadaveri”. Infine, in un insolito
appello interconfessionale, firmato fra gli altri dal presidente della Conferenza
episcopale, mons. Baltasar Enrique Porras Cardozo, le Chiese venezuelane hanno
chiesto ai cittadini di votare in coscienza e senza timori, perché da questo
dipende il futuro della democrazia nel Paese.
Da Caracas, Maurizio Salvi, per
la Radio Vaticana.
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Centoquindici morti e 1.800
feriti: è il disastroso bilancio dell’uragano che nelle ultime 24 ore si è
abbattuto sulla Cina, nella provincia di Zhejiang. Secondo fonti
dell’amministrazione locale, almeno 18.000 abitazioni sono andate distrutte, insieme
con molte coltivazioni di riso.
Appello Onu per il Bangladesh,
colpito dalla peggiore inondazione degli ultimi 15 anni. Le Nazioni Unite hanno
chiesto 210 milioni di dollari di aiuti affinché le popolazioni impoverite
possano sopravvivere nei prossimi sei mesi. Secondo l’organismo internazionale,
nel Paese asiatico le alluvioni hanno causato almeno 800 morti e 10 milioni di
senzatetto.
La cosiddetta
febbre dei polli sarebbe tornata a colpire il Vietnam. Il governo di Hanoi, infatti,
ha confermato oggi all’Organizzazione mondiale della sanità che tre persone
sono morte di influenza aviaria. Lo ha riferito stamani l’Oms secondo cui i
test condotti sulle vittime, per verificare la presenza del virus responsabile
della malattia, hanno già dato esito positivo nel primo dei casi esaminati.
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