RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 226 - Testo della trasmissione di venerdì 13 agosto 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Sono i malati i più amati dalla comunità di Lourdes. Con questa affermazione, il cardinale Barbarin, presenta lo spirito del Santuario mariano che attende, domani, Giovanni Paolo II: con noi il cardinale Philippe Barbarin e Antonio Diella

 

Chiuso il Seminario austriaco di Sankt Poelten, travolto da uno scandalo sessuale. Per il visitatore apostolico, mons. Küng, è un’ora dolorosa per la Chiesa di tutta l’Austria.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Iraq: stamani tregua a Najaf dopo 9 giorni di combattimenti. Giallo sulla sorte del leader sciita Moqtada al-Sadr: intervista con Latif Al Saadi

 

Si accendono i riflettori su Atene: tra poche ore prendono il via le Olimpiadi nella terra dove sono nate quasi tremila anni fa. Ce ne parlano Roberto Zichittella e mons. Carlo Mazza

 

Circa 300 capolavori compongono la rassegna “I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello e Tiziano”, ospitata fino al prossimo 3 ottobre da varie città delle Marche: ai nostri microfoni Lorenza Mochi Onori e Paolo Dal Poggetto.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In concomitanza con il viaggio del Papa a Lourdes, 100 mila pellegrini si ritroveranno nel Santuario mariano di La Vang, in Vietnam, per celebrare l’Assunzione

 

Allerta a Cuba per l’arrivo dell’uragano “Charley”

 

Confermata in appello la sentenza di condanna del cyberdissidente cinese Du Daobin

 

Scuole e hotel di Pechino hanno rifiutato l’accoglienza ad un gruppo di bambini, la cui unica colpa è di avere genitori morti a causa dell’Aids nella parte centrale della Cina

 

Si apre domenica 15 agosto, nelle Filippine, l’anno eucaristico con Maria

 

710 metri per un panino in nome della pace. L’iniziativa, partita in un villaggio nella regione del Chouf a sud di Beirut, nasce con lo scopo di consolidare il rapporto di pace tra cristiani e drusi

 

24 ORE NEL MONDO:

Sempre alta la tensione in Medio Oriente. Morti stamani il responsabile alla sicurezza della colonia di Itamar e un attivista delle Brigate dei martiri di al-Aqsa

 

Cresce l’attesa in Venezuela per il referendum, domenica, sul mandato del presidente Hugo Chavez

 

115 morti e 1.800 feriti: per l’uragano abbattutosi sulla Cina sud orientale.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

13 agosto 2004

 

 

SONO I MALATI I PIÙ AMATI DALLA COMUNITÀ DI LOURDES.

 CON QUESTA AFFERMAZIONE L’ARCIVESCOVO DI LIONE, IL CARDINALE BARBARIN,

PRESENTA LO SPIRITO DEL SANTUARIO MARIANO

 CHE ATTENDE, DOMANI, GIOVANNI PAOLO II

 

Sono i malati i più amati dalla comunità di Lourdes. Con questa affermazione l’arcivescovo di Lione, il cardinale Philippe Barbarin, presenta lo spirito del Santuario mariano che attende, domani, Giovanni Paolo II. Il Papa atterrerà domattina all’aeroporto di Tarbes , distante una quindicina di chilometri da Lourdes che raggiungerà intorno alle 12.30, dopo il saluto del presidente Chirac. Il primo gesto che il Papa compirà sarà quello di ogni visitatore al suo arrivo: la visita alla Grotta e l’assaggio dell’acqua, in attesa della grande cerimonia del Rosario del pomeriggio.  Ma ascoltiamo il servizio del nostro inviato a Lourdes, Alessandro De Carolis:

 

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Scorre lento il Gave, nel suo letto dominato dal verde acceso della vegetazione che lo accompagna, e la sua tranquillità separa i due poli del Santuario dove invece si lavora alacremente per preparare l’arrivo del Papa. Dal lato della Grotta e tra le rampe imbandierate con i colori di tutto il mondo della Basilica del Rosario, che scendono ad abbracciare la piazza antistante l’esplanade, pulsa il cuore più umano e più straordinario di Lourdes. Migliaia di malati, 2 mila quelli previsti in coincidenza con il pellegrinaggio del Papa, si alternano e si incrociano nel contatto con l’acqua, sorseggiata o toccata nel bagno alle piscine, la celebrazione della Messa e del Rosario: le tappe del loro personale itinerario della speranza. Dietro i loro corpi, c’è il sorriso e la sommessa disponibilità dei volontari. Giovani soprattutto, che regalano a questo servizio senza orari un pezzo della loro estate. Accolgono i pellegrini in carrozzina o in lettiga, li accudiscono: angeli custodi per una settimana o più che – raccontano - difficilmente dimenticheranno.

 

Ancor più sono i pellegrini che sciamano ovunque e che saranno circa 400 mila quelli accanto al Papa. Nemmeno le piccole resse che qua e là inevitabilmente si formano riescono mai a scalfire il clima di raccoglimento che a Lourdes regna e rasserena. Sull’altro lato del Gave, è più chiaro che un evento è in costruzione, anche in un luogo che vive di manifestazioni e grandi numeri. Il prato che accoglierà i fedeli per la messa di domenica è già transennato, il palco con l’altare quasi ultimato, la Schola Cantorum prova i canti della liturgia.

 

All’esterno, poi, dietro l’atmosfera festosa creata dai pavesi biancoazzurri e dagli striscioni di benvenuto a forma di vela che sovrastano ogni piazza e scorcio urbano, Lourdes è da questa mattina una piccola rocca fortificata. Enorme l’apparato di sicurezza: 2700 i poliziotti e i gendarmi a piantonare e bloccare ogni via d’accesso. E’ quasi una stonatura in un luogo dove la folla è di casa e non è mai considerata un fattore di rischio. Qui, Giovanni Paolo II giungerà tra meno di 24 ore - pellegrino tra i pellegrini, secondo il suo desiderio - per rivivere il miracolo dell’Immacolata.

 

Da Lourdes, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.

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Al microfono del nostro inviato, il cardinale Barbarin sottolinea l’attesa per l’arrivo di Giovanni Paolo II:

 

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R. – Per noi è molto importante la presenza del Papa. In Francia il 15 agosto è praticamente festa nazionale: è il culmine spirituale dell’estate, una grande festa spirituale e liturgica. Avere con noi il Papa è una grande gioia ...

 

D. – 150 anni dopo la proclamazione del Dogma, il Santuario di Lourdes che cosa significa per la Chiesa di Francia e per tutto il mondo?

 

R. – Nel ‘Magnificat’, la Vergine dice: Il Signore ha posato il suo sguardo su di me, che pure sono insignificante… Nella Chiesa l’umiltà è parte della santità. Il cammino della santità è proprio nella dolcezza, umiltà, preghiera ...

 

D. – Dunque, è un messaggio sulla forza della santità, ma anche di speranza per i malati nel corpo e nello spirito?

 

R. – Da più di 100 anni i malati sono l’oggetto d’amore dell’intera comunità. All’inizio di ogni celebrazione, loro sono sempre i primi: questo per noi è meraviglioso!

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Il suo nome per esteso è “Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali”, più nota come UNITALSI. L’organizzazione,  la più grande in Europa nel suo genere, ha nei suoi periodici “treni bianchi” che attraversano l’Italia il simbolo del servizio agli infermi che decidono di immergersi per qualche giorno nella profonda atmosfera di fede del Santuario francese. Lourdes è anche la patria di chi, quel servizio, lo vive da protagonista come volontario accanto ai malati. Qual è dunque l’esperienza di volontariato che si vive a Lourdes? Risponde Antonio Diella, presidente nazionale dell’UNITALSI, al microfono di Alessandro De Carolis:

 

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R. - La realtà del volontariato a Lourdes è la realtà di tantissima gente che arriva da tutto il mondo, di tantissimi giovani che si pongono a disposizione non solo dei malati, ma anche di tutti i pellegrini che arrivano a Lourdes e vogliono vivere in quella città un’esperienza di Dio, un’esperienza di spiritualità. Caratteristica fondamentale è quella della disponibilità al servizio gratuito. Tutti questi volontari, che sono presenti a Lourdes, sia delle Associazioni italiane, sia delle Associazioni europee, o anche al di fuori di qualsiasi appartenenza associativa, sanno di essere lì perché devono porsi a servizio non ottenendo alcuna paga potremmo dire, se non la gioia di avere reso la propria giornata, il proprio tempo, la propria vita, a disposizione per la vita ed il tempo degli altri.

 

D. – Parliamo, a questo punto, dell’identikit del volontario, dell’accompagnatore tipo …

 

R. – L’accompagnatore tipo è una persona che vuol vivere un’esperienza seria, innanzitutto. Difficilmente si riesce a resistere a Lourdes se non si è seri con se stessi e con la realtà che ti circonda, che è molto particolare. Lourdes ha luoghi dove sempre è presente la sofferenza di qualcuno. Il volontario è capace anche di sacrifici, a volte notevoli, e tutti i volontari che sono a Lourdes pagano il loro soggiorno. Sembrerà strano, ma Lourdes è un posto dove si può essere volontari molto giovani, ma anche con un’età avanzata, perché è il posto dove ci si sente valorizzati in ogni capacità che si ha, anche quella piccola di portare un bicchiere d’acqua, di lavar per terra, di aprire delle porte, di essere disponibile semplicemente a dire buongiorno ai malati che arrivano da molto lontano, a volte, anche con grande fatica. L’identikit di un volontario a Lourdes è l’identikit di una persona libera, di una persona che si pone liberamente al servizio.

 

D. – Da ciò che dice si comprende bene come, accompagnare i malati, non sia un semplice servizio logistico, ma un’esperienza profondamente umana e spirituale …

R. – Se fosse solo un servizio logistico sarebbe la fine per il volontario e per il malato, perché entrambi si accorgono semplicemente di star facendo un lavoro. E, invece, è questa disponibilità, questa capacità di dialogo, di condividere insieme la fatica, di essere delle persone che interagiscono con altre persone che hanno delle difficoltà, condividendo la storia, condividendo la vita.

 

D. - Chi fa volontariato con questo senso è una persona che ripete spesso questa esperienza o si tratta più spesso di esperienze episodiche?

 

R. – Per la stragrande maggior parte dei casi, chi fa questa esperienza se la porta dentro e la ripete. Può restare, a volte, forse un episodio la presenza a Lourdes. Non resta mai un episodio la propria disponibilità e l’incontro che hai avuto con le persone che soffrono.

 

D. – L’UNITALSI ha in programma qualche viaggio speciale, in occasione del pellegrinaggio del Papa?

 

R. – L’UNITALSI ha organizzato un pellegrinaggio speciale al di fuori di tutti quelli che erano già programmati, per essere presenti a Lourdes con il Papa. Sarà davvero un’esperienza di grande gioia, ma anche di grande preghiera, per l’UNITALSI, l’essere a Lourdes con il Papa.

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CHIUSO IL SEMINARIO AUSTRIACO DI SANKT POELTEN,

TRAVOLTO DA UNO SCANDALO SESSUALE.

PER IL VISITATORE APOSTOLICO, MONS. KÜNG,

E’ UN’ ORA DOLOROSA PER LA CHIESA DI TUTTA L’AUSTRIA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

“Un’ora dolorosa per la diocesi di Sankt Poelten e per la Chiesa in tutta l’Austria”. Così, il visitatore apostolico mons. Klaus Küng ha comunicato la decisione di chiudere “con effetto immediato” il seminario della cittadina austriaca al centro di uno scandalo sessuale. Ieri, in una dichiarazione, l’inviato del Papa, nominato lo scorso 20 luglio, ha ribadito che per il seminario “è necessario un inizio completamente nuovo”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Negli ultimi anni nel Seminario maggiore di Sankt Poelten si è dedicata troppo poca attenzione ai necessari criteri di scelta dei candidati”. E’ l’amara riflessione del visitatore apostolico, mons. Küng. Tuttavia - ha affermato - “non tutti i seminaristi, né tutti i sacerdoti impegnati nella formazione devono essere considerati nella stessa maniera. Parecchi di loro – ha voluto sottolineare – si trovano sulla via del sacerdozio con buone intenzioni, con impegno e sulla base di buone premesse; molti dei professori e degli accompagnatori spirituali fanno del loro meglio e sono dotati delle qualità necessarie dal punto di vista umano, spirituale e teologico”.

 

Purtroppo “vi sono stati anche abusi gravi: ciò – ha detto mons. Küng – è divenuto definitivamente chiaro con le immagini pornografiche scaricate da Internet da alcuni seminaristi in modo morboso”. E’ stato “molto doloroso” - ha spiegato - “dover prendere atto che si sono stabilite relazioni omofile attive”. Per questo motivo, “nonostante un atteggiamento comprensivo per i problemi delle persone interessate”, il vescovo di Sankt Poelten, “d’accordo con la Santa Sede, ha preso una grave decisione”: la chiusura con effetto immediato del seminario maggiore diocesano.

 

L’inviato pontificio ha, quindi, evidenziato che la Chiesa ha “bisogno di personalità sacerdotali sane e capaci di portare dei pesi. Nella situazione della società odierna – ha constatato – le sfide a cui i sacerdoti devono rispondere nei loro compiti di annuncio del Vangelo e di cura delle anime sono molto alte. Quanto più si sente la mancanza di sacerdoti, tanto più coloro che diventano sacerdoti devono essere equilibrati, sinceri e virtuosi”. Devono “essere chiaramente orientati a Cristo - ha detto ancora - ma essere allo stesso tempo ben radicati sulla terra”.

 

Quindi, ha tracciato la strada per rendere possibile “un inizio veramente nuovo” per Sankt Poelten. Tutti i candidati al sacerdozio passati e futuri, per loro stessa tutela - ha avvertito - “dovranno sottoporsi a un procedimento di ammissione a cui prenderanno parte persone esperte nella cura pastorale e, in quanto necessario, specialisti rinomati. Alcuni, che appaiono certamente non adatti per il ministero sacerdotale, saranno aiutati a trovare nuovi orientamenti di vita; se desiderato, sarà offerta loro una assistenza medica e spirituale”. Coloro che dimostrano di possedere le qualità necessarie - ha rivelato - “continueranno a studiare come candidati al sacerdozio della Diocesi di Sankt Poelten”. Nelle prossime settimane - ha concluso - “verrà studiato” se nel prossimo anno “i candidati al sacerdozio abiteranno in singole parrocchie adatte ad accoglierli, oppure se saranno ospitati provvisoriamente nel Seminario di un’altra Diocesi”. Oggi, intanto, a Sankt Poelten si svolgerà la prima udienza del processo contro il seminarista polacco di 27 anni accusato di avere scaricato dal web immagini pedo pornografiche.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

“14-15 agosto 2004: Giovanni Paolo II pellegrino a Lourdes”. Così si apre la prima pagina caratterizzata dal titolo “Con il Papa tutta la Chiesa in processione verso la Grotta”.

Sempre in prima un articolo di presentazione di Giampaolo Mattei.

Allegato al giornale un inserto speciale di sedici pagine dedicato all’evento.

 

Nelle vaticane, un articolo di Matthias Firedemann Richter sul grande teologo ed ecumenista Max Thuria, ad otto anni dalla scomparsa.

Un articolo dal titolo “A Bixad una nuova Chiesa dedicata alla Vergine”: un grande segno di speranza per l’eroica comunità greco-cattolica in Romania.

 

Nelle estere, in evidenza l’Iraq: a Najaf è in vigore una tregua dopo giorni di combattimenti; esteso di un anno un mandato della missione di assistenza dell’ONU.

Stati Uniti, California: la Corte Suprema non riconosce la validità delle unione tra omosessuali.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Angelo Mundula dal titolo “Quid est veritas?”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema dell’immigrazione.

Statuto Toscana: il governo contesta anche il voto agli immigrati.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

13 agosto 2004

 

SEMPRE DIFFICILE LA SITUAZIONE IN IRAQ,

MA A NAJAF DOPO NOVE GIORNI DI COMBATTIMENTI E’ TREGUA

 

 

Dopo 9 giorni di furiosi combattimenti, stamani tregua a Najaf, la città santa dell'Islam dov’è in corso un sanguinoso conflitto tra le milizie sciite del leader Moqtada al-Sadr e le forze della coalizione, appoggiate dalla polizia irachena. Mentre migliaia di civili sono in fuga dalla città, giungono notizie contraddittorie sul leader radicale Al Sadr. Ce ne parla Roberta Moretti:

 

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E’ giallo sulla sorte del giovane imam ribelle, che tre diversi portavoce dichiarano essere stato ferito stamani alle gambe e al torace durante gli scontri a Najaf con le truppe americane. Nel corso della mattinata il ministro degli interni iracheno, Falah al Natib, ha smentito la notizia del ferimento: al Sadr starebbe negoziando con le autorità irachene per lasciare il mausoleo dell’Imam Ali, dove si sarebbe asserragliato con i miliziani dell'esercito del Mahdi. Ieri la sua casa era stata ripetutamente bombardata e perquisita, ma di lui nessuna traccia. Attraverso un portavoce, inoltre, al-Sadr avrebbe chiesto il rilascio del giornalista inglese del “Sunday Telegraph”, James Brandon, rapito ieri sera in un albergo di Bassora e minacciato di morte in un video, se entro le prossime 24 ore gli americani non interromperanno l'offensiva a Najaf iniziata ieri. Nella città santa la tregua nei combattimenti ha consentito l’evacuazione dei feriti e la sepoltura delle vittime. Tra queste, anche un militare delle forze speciali statunitensi, ucciso in una scuola. Intanto continuano, lungo le strade delle città irachene, le manifestazioni di civili simpatizzanti del leader sciita.

 

A Baghdad, dove è stata individuata e fatta detonare una bomba lungo il percorso del corteo, i dimostranti sono stati sollecitati da un portavoce di al-Sadr a marciare dalla capitale su Najaf, dopo aver recitato le preghiere del venerdì. Nella città sciita di Kut, 180 chilometri a sudest di Baghdad, almeno sette iracheni sono rimasti uccisi e 34 feriti in una serie di attacchi notturni condotti dalle truppe americane. Sono quattro, infine, gli iracheni rimasti uccisi nel corso di un analogo attacco nella zona industriale della città di Falluja, nel cosiddetto ‘triangolo sunnita’ iracheno.

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Gli scontri a Najaf avvengono in un momento molto delicato per il Paese, a due giorni dalla prevista apertura della Conferenza nazionale irachena: mille delegati designeranno un Consiglio nazionale, con il compito di approvare il bilancio 2005 e vigilare sul governo. Ed i timori di instabilità crescono, come conferma da Baghdad il giornalista iracheno sciita Latif Al Saadi, intervistato da Andrea Sarubbi:

 

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R. – E’ un momento per noi così importante, perché stiamo preparando il Congresso nazionale e la popolazione attende il processo politico che la porti alle elezioni. Proprio ora si è verificato questo fatto. L’idea generale, qui in Iraq, è che questo danneggi veramente proprio questo processo politico in atto.

 

D. – L’informazione presenta spesso al Sadr come colui che interpreta i sentimenti di tutti gli sciiti. Allora non è così?

 

R. – No, non rappresenta gli sciiti; anzi, rappresenta soltanto una corrente politica. Tutti i politici e le forze politiche in Iraq hanno ribadito che per lui la porta è aperta, se lui vuole partecipare, ma senza milizie.

 

D. – Però i compartimenti a Najaf evidenziano che una resistenza sciita esiste. Prima della guerra nessuno la credeva così forte?

 

R. – Io ho sempre detto che l’Iraq non è l’Afghanistan: gli sciiti in Iraq hanno una situazione molto particolare. Il sentimento generale in Iraq è contro ogni tipo di intervento straniero. Ci sono però delle forze politiche, come il partito del al Lawa, che fanno parte del governo: non sono d’accordo con gli americani e con la loro politica, ma comunque fanno parte del processo politico.

 

D. – All’inizio gli americani erano preoccupati più dei sunniti che degli sciiti. E’ cambiato il vostro atteggiamento dall’inizio dell’occupazione?

 

R. – Gli sciiti sono sempre stati contro l’occupazione. La cosa che è cambiata è che ci sono ora degli interventi che vengono dall’esterno dell’Iraq; ci sono gruppi, nel contesto sciita, che sono appoggiati da Paesi esterni all’Iraq. Pensiamo ad esempio a questo gruppo al Mahdi: da dove viene, da chi è pagato, perché è armato? Noi viviamo in un momento in cui tutti possono partecipare al processo politico e spesso sono usati gruppi, come oggi stanno usando il gruppo di miliziani di al Sadr.

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SI ACCENDONO I RIFLETTORI SU ATENE: TRA POCHE ORE PRENDONO IL VIA

LE OLIMPIADI NELLA TERRA DOVE SONO NATE QUASI TREMILA ANNI FA

- Intervista con mons. Carlo Mazza, direttore Ufficio Cei per lo sport -

 

L’attesa sta per finire: Atene è pronta per le sue Olimpiadi, la 28.ma edizione dei Giochi dell’era moderna. L’evento sportivo per antonomasia torna dunque in Grecia, laddove è nato quasi tremila anni fa. E la cerimonia inaugurale, stasera, nello Stadio olimpico ateniese sarà proprio un tributo alla storia e allo spirito originario delle Olimpiadi. All’inaugurazione prenderanno parte le massime autorità greche, ma anche numerosi leader internazionali tra cui il premier britannico Blair, il cancelliere tedesco Schröder, il presidente russo Putin e l’ex presidente americano Bush senior. Cresce quindi l’emozione con il passare delle ore anche se il clima viene, in parte, turbato da una vicenda che riguarda due atleti simbolo dello sport greco, come ci riferisce da Atene Roberto Zichittella:

 

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Mancano ormai poche ore all’inizio delle 28.me Olimpiadi. Questa mattina, la fiaccola olimpica ha lasciato l’Acropoli di Atene, dove era rimasta accesa tutta la notte, e sta proseguendo il suo cammino attraverso la città prima di giungere, questa sera, allo Stadio Olimpico. La cerimonia inaugurale, nella quale sfileranno 202 Nazioni, avrà numerosi richiami alla Grecia antica e chi ha visto la prova generale assicura che sarà un bellissimo spettacolo. Oggi, per l’inizio dei Giochi, in Grecia è un giorno festivo. L’attesa per l’evento è grande, le vendite dei biglietti procedono a buon ritmo e sempre più visitatori stanno arrivando in città. Queste ore di vigilia, però, sono turbate dalla vicenda che riguarda due atleti greci, i velocisti dell’atletica Kostas Kenteris e Katerina Thanou. I due campioni avrebbero rifiutato un controllo antidoping e ora rischiano la squalifica. Questa mattina, Jacques Rogge, presidente del Comitato olimpico internazionale, ha detto che è già stata aperta un’inchiesta disciplinare. La vicenda tiene la Grecia con il fiato sospeso, perché Kenteris, che fu campione olimpico a Sydney nei 200 metri, e la Thanou, che a Sydney vinse l’argento nei 100 metri, qui sono due glorie nazionali.

 

Roberto Zichittella, da Atene, per la Radio Vaticana.

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Per una testimonianza sulle emozioni che contraddistinguono quest’attesa, Alessandro Gisotti ha raggiunto telefonicamente al Villaggio Olimpico di Atene mons. Carlo Mazza direttore dell’Ufficio Cei per la pastorale del tempo libero, turismo e sport e cappellano della nazionale italiana alle Olimpiadi 2004:

 

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R. – Qui al villaggio c’è un clima molto pacato, molto sereno. Si incomincia bene e speriamo che si prosegua bene.

 

D. – Ecco, mons. Mazza, il Papa ha parlato molto di sport durante il suo Pontificato ed è tornato a parlare di sport anche in occasione di queste Olimpiadi con un messaggio al presidente della Repubblica ellenica. Come sono state accolte le parole del Pontefice?

 

R. – Sono state valutate molto positivamente. Un’accoglienza molto bella, direi, di grande sostegno, soprattutto in questi momenti di grande tensione. La parola del Papa esprime un profilo alto, un ideale che qui viene accolto con grande devozione, semplicemente, da parte dei giovani.

 

D. – Gli atleti sono concentrati al massimo per quanto riguarda l’attenzione fisica, atletica. Qual è però il ruolo della religione e della preghiera come supporto allo sforzo di questi ragazzi?

 

R. – Direi che è di un livello profondo, anche se non visibile esteriormente. Appena si va oltre l’apparenza, c’è una forte tensione spirituale, quasi di invocazione. Credo che l’aspetto religioso sia essenziale per loro. Proprio ieri sera ho celebrato la prima Eucaristia qui al Villaggio e sono venuti 5-6 atleti che mi hanno chiesto che celebrassi insieme con loro. Vuol dire, quindi, che c’è una presenza effettiva della domanda religiosa ed è una domanda vera, autentica.

 

D. – C’è qualche aneddoto che ci può raccontare di queste ore che precedono l’inizio dei Giochi Olimpici di Atene?

 

R. – Ce ne sono parecchi, per la verità. Ecco, l’altro giorno, proprio mentre arrivavo qui, mi si è avvicinato Agostino Abbagnale e mi ha detto che era veramente molto contento di rivedermi e contento di stare con noi, perché purtroppo non è stato ammesso alla squadra per dei problemi fisici. Comunque, essere qui lo faceva sentire forte di fronte a qualsiasi situazione. Accompagna i nostri atleti del canottaggio e proprio in quell’ambito sarà una presenza efficace. Ma poi ci sono anche altri esempi: i ragazzi mi incontrano per strada, mi fermano nella sede olimpica dell’Italia, desiderano una parola, un incoraggiamento, soprattutto sentirsi con qualcuno, hanno bisogno di compagnia, di una compagnia non di persone addette ai lavori, ma di persone che sono al di fuori, ma con loro comunque… nella loro gara.

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CIRCA 300 CAPOLAVORI PROVENIENTI DA NUMEROSI MUSEI ITALIANI E STRANIERI COMPONGONO LA RASSEGNA “I DELLA ROVERE.

PIERO DELLA FRANCESCA, RAFFAELLO E TIZIANO”,

OSPITATA FINO AL PROSSIMO 3 OTTOBRE DA VARIE CITTÀ DELLE MARCHE

- Intervista Lorenza Mochi Onori e Paolo Poggetto -

 

Circa 300 capolavori provenienti da numerosi musei italiani e stranieri compongono la rassegna “I Della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello e Tiziano”, ospitata dalle città marchigiane di Senigallia, Urbino, Pesaro ed Urbania, fino al prossimo 3 ottobre. Posta sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica italiana, la mostra racconta uno spaccato di vita della dinastia dei duchi Della Rovere, che regnarono nel territorio marchigiano dal 1508 fino al 1631, proprio dislocandosi sul territorio. Il servizio è di Maria Di Maggio:

 

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Le Marche rendono omaggio alla dinastia Della Rovere attraverso una mostra policentrica allestita nei luoghi nevralgici dell’antica signoria. Nelle stanze dei palazzi ducali di Senigallia, Urbino, Pesaro ed Urbania tornano eccezionalmente a rivivere i fasti di un’illuminata dinastia, che fece del mecenatismo e della diplomazia i punti di forza della propria politica. Lorenza Mochi Onori, soprintendente per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico delle Marche:

 

“Sono stati duchi che hanno avuto a cuore il benessere dei propri cittadini, dei propri sudditi ed hanno fatto fiorire le arti e le industrie nel loro Paese. Hanno protetto le arti: abbiamo il rapporto con Tiziano illustrato dalle lettere, e il rapporto con i più grandi artisti dell’epoca. In più hanno protetto, in qualche modo, le arti industriali, ad esempio il fiorire della ceramica, la ceramica d’arte, che è esposta in gran parte con una mostra dentro una mostra nella sede di Pesaro. C’è poi l’attenzione alle scienze: hanno avuto contatti con Galileo e con grandi scienziati e si sono occupati della parte economica del benessere delle loro terre, che erano particolarmente fiorenti sotto il loro governo. Sono stati molto rimpianti, quando è finita la dinastia. Questo credo che sia il miglior omaggio che la regione Marche, la terra che hanno governato, possa fare loro”.

 

Sono circa 300 le opere d’arte e gli oggetti di vario genere raccolti nelle quattro sedi espositive. Paolo Dal Poggetto, curatore della rassegna, segnala i pezzi più significativi dell’esposizione:

 

“Nella sede di Senigallia: la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, ma anche i due Raffaello, nel ‘Giovinetto col pomo’, cioè Francesco Maria I, giovane, sedicenne, e la famosa immagine del ‘Papa Giulio II’ degli Offizi. Ad Urbino ci sono i due quadri del Tiziano: i ritratti ufficiali dei duchi Francesco Maria I ed Eleonora Gonzaga, la prima coppia di duchi Della Rovere. L’ultima sede è quella di Urbania e riguarda soprattutto la grafica e cioè le preparazioni dei disegni per le grandi imprese o per le ceramiche e poi il rapporto con la scienza. Nella sede di Pesaro c’è una grande mostra dentro la mostra, composta di 102 pezzi di ceramica. Proprio tutta la storia della maiolica del ducato, istoriato, cioè la maiolica dipinta che è la più importante, la più bella d’Italia”.

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CHIESA E SOCIETA’

13 agosto 2004

 

 

IN CONCOMITANZA CON IL VIAGGIO DEL PAPA A LOURDES, 100 MILA PELLEGRINI

SI RITROVERANNO NEL SANTUARIO MARIANO DI LA VANG, IN VIETNAM,

PER CELEBRARE L’ASSUNZIONE

 

HANOI. = 100 mila fedeli sono in marcia verso il Santuario mariano di La Vang, in Vietnam, in occasione della solennità dell’Assunzione. “Siamo molto contenti che questo avvenga negli stessi giorni della visita del Papa a Lourdes”: ha dichiarato mons. Stanislas Nguyên Duc Vê, vicario generale della diocesi di Huêv. Il pellegrinaggio riveste un significato particolare per la Chiesa cattolica del Paese a cui il governo ha da sempre imposto pesanti restrizioni. Nel 1988, in concomitanza con la beatificazione di 117 martiri vietnamiti, Giovanni Paolo II ha sottolineato l’importanza della Madonna di La Vang proclamata patrona dei cattolici del Vietnam nel 1901. Ogni anno migliaia di fedeli raggiungono il Santuario proprio nel giorno dell’Assunzione sfidando una serie di proibizioni stabilite dalle autorità. Nel 1988, per i 200 anni dalla prima apparizione della Vergine, le forze al potere diffidarono  le agenzie di viaggio dal vendere biglietti ai pellegrini. (R. P.)

 

 

 

ALLERTA A CUBA PER L’ARRIVO DELL’URAGANO “CHARLEY”.

SONO STATI GIA’ EVACUATI 25000 ABITANTI NELLA PROVINCIA A OVEST

 DELL’ISOLA E OLTRE 1300 TURISTI OSPITATI IN ALCUNI ALBERGHI

 

L’AVANA. = Le autorità cubane, in vista dell’arrivo dell’uragano “Charley” con venti dai 154 ai 177 chilometri orari, hanno iniziato ad evacuare 25000 abitanti della provincia di Pinar del Rio, nella parte ovest dell’isola, e più di 1300 turisti alloggiati nell’isolotto di Cayo Largo del Sur. A renderlo noto, la Agencia Cubana de Noticias che precisa che 7000 persone sono già state messe al riparo in alcuni alberghi e che centinaia di cubani in vacanza sul litorale sono stati costretti a rientrare nelle rispettive case, all’interno del Paese. Continua, intanto, il trasferimento di decine di stranieri verso Varadero, 150 chilometri a est dell’Avana. Le autorità hanno raccomandato alla popolazione di provvedere a fare scorta di acqua, cibo e combustibile. Gli ospedali sono in allerta e squadre di pronto soccorso sono pronte ad intervenire nel caso di isolamento di alcuni villaggi. Anche in Florida sono state evacuate un milione di persone in previsione dell’arrivo dello stesso uragano. (F.S.)

 

 

 

CONFERMATA IN APPELLO LA SENTENZA DI CONDANNA DEL CYBERDISSIDENTE CINESE DU DAOBIN. REPORTERS SANS FRONTIERES PROTESTA CONTRO LA DECISIONE

 CHE LIMITA LA LIBERTA’ D’INFORMAZIONE NEL PAESE

 

PECHINO. = Il cyberdissidente Du Daobin, condannato l’11 giugno 2004 a tre anni di carcere, preceduti  da quattro anni di detenzione sorvegliata, si è visto confermare, un mese dopo, la  condanna in appello. Insorge la protesta di Reporters sans frontières a denuncia del fatto che con 61 giornalisti on line incarcerati il 1° maggio 2004, la Cina è la più grande prigione del mondo per i cyberdissidenti. Con circa 80 milioni di utenti e quasi 600000 siti pubblicati nel Paese e approvati dalle autorità, il territorio cinese è ormai il secondo Paese al mondo come numero di utilizzatori di Internet. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa popolare cinese Xinhua, la Corte suprema popolare della regione dell’Hubei, nel centro del Paese, ha dichiarato che la sentenza iniziale dell’intellettuale Du Daobin era basata su “fatti chiari e prove sufficienti”. (F.S.)

 

 

 

SCUOLE E HOTEL DI PECHINO HANNO RIFIUTATO L’ACCOGLIENZA AD UN GRUPPO

DI BAMBINI, LA CUI UNICA COLPA E’ DI AVERE GENITORI MORTI A CAUSA DELL’AIDS

NELLA PARTE CENTRALE DELLA CINA

 

PECHINO. = Almeno una quarantina di scuole, hotel e alloggi di Pechino, si sono rifiutati di ospitare un gruppo di 71 bambini, “orfani dell’Aids”, figli di genitori che avevano contratto la malattia vendendo sangue in centri di raccolta statali in condizioni igienico-sanitarie pessime. In una nota del China Daily, si precisa che i bambini non hanno contratto il virus ma che le misure di allontanamento dagli istituti sarebbero state prese per evitare che gli altri studenti e ospiti si sentissero “a disagio” nell’utilizzo delle stesse infrastrutture. I piccoli sono stati accolti in un hotel lontano dal centro, alla periferia ovest della capitale cinese. Per molti di loro, questo soggiorno a Pechino rappresenta una speranza di trovare genitori adottivi. Secondo le ultime stime ufficiali, in Cina sono stati registrati 840 mila casi di Aids, anche se il numero reale potrebbe essere superiore. Le Nazioni Unite e l’Unaids hanno denunciato che se non si prenderanno provvedimenti efficaci, i malati di Aids in Cina, entro il 2010, potrebbero salire a 10 milioni e gli orfani della malattia a 260 mila. (F.S.)

 

 

 

SI APRE DOMENICA 15 AGOSTO, NELLE FILIPPINE,

L’ANNO EUCARISTICO CON MARIA. I VESCOVI HANNO INVITATO I FEDELI

A PREGARE LA VERGINE AFFINCHÉ ACCOMPAGNI IL POPOLO VERSO LA RICONCILIAZIONE E LA GUARIGIONE NAZIONALE

 

MANILA. = Si aprirà domenica 15 agosto, nelle Filippine, l’Anno Eucaristico con Maria. In tutte le Chiese di Manila i fedeli pregheranno la Vergine perché accompagni la popolazione verso la riconciliazione e la guarigione nazionale. “Possa questo giorno essere l’inizio di una cultura e di una vita nella pace, nell’unità e nel rinnovamento”, ha affermato mons. Fernando Capalla, presidente della Conferenza episcopale. L’anno inizierà con una messa nella Chiesa di Nuestra Senora de Guia, nella parrocchia di Ermita, in cui si trova la statua mariana miracolosa più antica del Paese.  (R. P.)

 

 

 

710 METRI PER UN PANINO IN NOME DELLA PACE. L’INIZIATIVA,

PARTITA IN UN VILLAGGIO NELLA REGIONE DEL CHOUF A SUD DI BEIRUT,

 NASCE CON LO SCOPO DI CONSOLIDARE IL RAPPORTO DI PACE TRA CRISTIANI E DRUSI, NONCHE’ DI RICHIAMARE L’INTERESSE INTERNAZIONALE

 

BEIRUT. = 2800 persone, nella regione del Chouf a sud di Beirut, hanno lanciato una proposta singolare: farcire un mega-panino da primato mondiale, lungo 710 metri, al fine di nutrire il corpo e soprattutto lo spirito. L’iniziativa, concepita da Pierre Maalouf, abitante del villaggio emigrato dagli Stati Uniti, vuole lanciare un appello a rinsaldare il rapporto di pace esistente tra cristiani e drusi richiamando l’attenzione dei grandi mezzi d’informazione internazionali. All’evento, parteciperanno il ministro del Turismo, Ali Hussein Abdullah, e il parlamentare locale Walid Jumblatt. (F.S.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

13 agosto 2004

 

- A cura di Barbara Castelli -

 

Si riaccende la violenza in Medio Oriente. Le forze israeliane hanno ucciso stamani un attivista palestinese delle Brigate dei martiri di al-Aqsa nell’insediamento di Itamar, presso Nablus. L’uomo aveva precedentemente aperto il fuoco contro due civili, uccidendo il responsabile alla sicurezza della colonia.

 

L’ennesima ondata di arresti in Pakistan di presunti importanti membri di Al Qaida in Pakistan avvicina sempre più Islamabad alla cattura di Osama bin Laden. Lo ha assicurato ieri il ministro dell’Interno, Faisal Saleh Hayat. L’obiettivo del Pakistan, ha aggiunto, “non è soltanto l’arresto di bin Laden, ma anche lo sradicamento della rete terroristica e dei suoi collaboratori”.

 

Le autorità afghane hanno annunciato stamani la morte di un leader della guerriglia talebana, il mullah Janan. Quest’ultimo sarebbe stato ucciso ieri nel corso di una battaglia ingaggiata contro le forze alleate e quelle fedeli al governo di Kabul. Il mullah, insieme ai suoi uomini, aveva teso un’imboscata a un convoglio americano nella provincia di Langhman.

 

Il presidente della Commissione Europea, il portoghese, José Manuel Durao Barroso, ha annunciato ieri la composizione dell’organismo con compiti esecutivi all’interno dell’Unione e che sarà in carica dal 1° novembre prossimo. Tra i vicepresidenti di Barroso, l’italiano Rocco Buttiglione che avrà anche il dicastero della Giustizia, libertà e sicurezza. Sentiamo dalle sue parole quali sono le priorità del mandato europeo. L’intervista è di Dorotea Gambardella:

 

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La costruzione di una cittadinanza europea. L’Europa dell’economia sostanzialmente è fatta, adesso dobbiamo costruire l’Europa della cultura, dei diritti, dei cittadini. Poi, la lotta al terrorismo, perché il cittadino per prima cosa ha il diritto di essere tutelato nel bene fondamentale della vita. Quindi, lotta al terrorismo attraverso una cooperazione efficiente e rispettosa della libertà. Poi c’è il grande tema dell’immigrazione, che non si risolve ‘manu militari’, anche se naturalmente bisogna sorvegliare i confini. Questa questione richiede un grande lavoro che tocchi i Paesi di origine dei flussi migratori, i Paesi di transito e i Paesi di destinazione. Noi dobbiamo spiegare quali sono i canali legali per venire in Europa. Tanta gente rischia la vita, mentre potrebbe venire legalmente, ma non lo sa. Allora, l’informazione, la formazione professionale ‘in loco’, per acquisire le capacità richieste dal sistema europeo, e contemporaneamente anche la capacità di scoraggiare chi non ha i titoli per venire.

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Sciagura al largo delle Canarie. Una donna è affogata e altri 32 clandestini, tutti di origine subsahariana, sono dati per dispersi in seguito al naufragio di un’imbarcazione a largo della costa di Fuerteventura. Sei persone sono state tratte in salvo e detenute dalle autorità spagnole insieme con altre 70, arrivate alle prime ore di questa mattina sulle coste delle isole.

 

Lee Hsien Loong – figlio del primo capo di governo di Singapore dopo l’indipendenza, Lee Kuan Yew – si è insediato ieri come primo ministro, il terzo nella storia della città-Stato. Il neo-premier Lee, 52 anni, succede a Gok Chok Tong, 63 anni, che guidava il governo dal 1990 e che è stato nominato “Senior Minister”, carica che lo pone immediatamente sotto il capo di governo.    

 

La diplomazia internazionale all’opera per ricercare una soluzione alla drammatica situazione nel Darfur, la regione occidentale sudanese da mesi teatro di violenti scontri tra esercito e miliziani. I belligeranti sudanesi si sono incontrati mercoledì sera, in Libia, con i mediatori africani. L’incontro, secondo quanto ha riferito una fonte della diplomazia a N’Djamena, aveva carattere informale.

 

Cresce l’attesa in Venezuela per il referendum revocatorio, domenica, del mandato del presidente Hugo Chavez. Migliaia di oppositori ieri sono scesi per le vie di Caracas, nell’ultimo giorno di campagna autorizzata. L’esito del voto, comunque, resta incerto: sia il governo, sia il Coordinamento democratico di opposizione, infatti, hanno assicurato di avere praticamente già vinto la tornata elettorale con ampio margine. Maurizio Salvi:

 

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Concludendo l’imponente manifestazione, il governatore dello Stato di Miranda, Enrique Mendoza, ha sostenuto che la vittoria del ‘sì’ significherà l’inizio di una nuova era di giustizia, pace e lavoro in Venezuela. Interrotto dagli applausi, il leader del Coordinamento democratico di opposizione ha aggiunto che a favore del ‘sì’ sono quelli che faranno in modo che il successo della gente sia imperniato sull’istruzione e il lavoro, in modo da costruire la felicità della famiglia e dei bambini del Paese. “Con la vittoria del ‘sì’ - ha quindi detto - comincerà un’irreversibile fase di trasformazione del Venezuela in un Paese di primo piano per il XXI secolo con l’allontanamento di Chavez, che ha guidato un governo del male. Si è chiusa - ha infine proclamato - la stagione del timore, delle minacce e dei dubbi. Il Paese sta dalla parte del ‘sì’, celebrando la fine di un governo che ha trasformato i lavoratori in disoccupati, i disoccupati in indigenti e gli indigenti in cadaveri”. Infine, in un insolito appello interconfessionale, firmato fra gli altri dal presidente della Conferenza episcopale, mons. Baltasar Enrique Porras Cardozo, le Chiese venezuelane hanno chiesto ai cittadini di votare in coscienza e senza timori, perché da questo dipende il futuro della democrazia nel Paese.

 

Da Caracas, Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Centoquindici morti e 1.800 feriti: è il disastroso bilancio dell’uragano che nelle ultime 24 ore si è abbattuto sulla Cina, nella provincia di Zhejiang. Secondo fonti dell’amministrazione locale, almeno 18.000 abitazioni sono andate distrutte, insieme con molte coltivazioni di riso.

 

Appello Onu per il Bangladesh, colpito dalla peggiore inondazione degli ultimi 15 anni. Le Nazioni Unite hanno chiesto 210 milioni di dollari di aiuti affinché le popolazioni impoverite possano sopravvivere nei prossimi sei mesi. Secondo l’organismo internazionale, nel Paese asiatico le alluvioni hanno causato almeno 800 morti e 10 milioni di senzatetto.

 

La cosiddetta febbre dei polli sarebbe tornata a colpire il Vietnam. Il governo di Hanoi, infatti, ha confermato oggi all’Organizzazione mondiale della sanità che tre persone sono morte di influenza aviaria. Lo ha riferito stamani l’Oms secondo cui i test condotti sulle vittime, per verificare la presenza del virus responsabile della malattia, hanno già dato esito positivo nel primo dei casi esaminati.

 

 

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