RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
220 - Testo della trasmissione di sabato 7 agosto 2004
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO
Gli economisti preoccupati per il caro
petrolio. Ai nostri microfoni, Luigi Campiglio
Appello di Kofi Annan: mai più l’orrore di Hiroshima
e Nagasaki. Ne parliamo con Massimo Teodori
Sempre più giovani a Santiago de Compostela per il
pellegrinaggio europeo
CHIESA E SOCIETA’:
Emergenza alimentare in Kenya. Il
Pam chiede 82 milioni di dollari per la popolazione
In Iraq decapitato un
ostaggio americano e 7 morti in scontri a Baghdad. Allawi chiede ad Al Jazeera
di sospendere per un mese le corrispondenze dall’Iraq, mentre Al Qaeda rivolge
nuove minacce all’Italia
210 ribelli si
consegnano al governo del Sudan che notifica l’accettazione del piano di smilitarizzazione dalla regione del Darfur.
7 agosto 2004
TELEGRAMMA DI GIOVANNI
PAOLO II PER LE CELEBRAZIONI DEL CENTENARIO
DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE DI GIOVANNI XXIII,
IN PROGRAMMA, LA SETTIMANA PROSSIMA, A SOTTO IL
MONTE,
LUOGO DI NASCITA DI PAPA RONCALLI
- A cura di Alessandro De Carolis -
Un “grande pastore” che seppe, attraverso il suo “fecondo ministero”,
“introdurre la Chiesa nella stagione conciliare”. Sono le parole di Giovanni
Paolo II contenute nel telegramma inviato a mons. Loris Capovilla, in occasione
del centenario dell’ordinazione sacerdotale del Beato Giovanni XXIII. In vista
delle celebrazioni organizzate a Sotto il Monte, paese natale di Papa Roncalli,
Giovanni Paolo II ha inviato un saluto alle autorità e a quanti interverranno
all’evento ed ha auspicato che l’amore a Dio e all’umanità dimostrati in vita
da Giovanni XXIII siano “di esempio per ogni persona di buona volontà”.
IERI GIOVANNI PAOLO II
RICORDANDO PAOLO VI,
HA SOTTOLINEATO LA COINCIDENZA DI DATE NELLA SUA
BIOGRAFIA:
CI SPIEGA COME VALUTARE LA COINCIDENZA NELLA STORIA DELL’UOMO
- Ai nostri microfoni, il teologo mons. Ignazio
Sanna -
“Paolo VI portava nel suo cuore
la luce del Tabor e con quella luce camminò sino alla fine”: con queste parole
ieri Giovanni Paolo II ha tracciato il profilo spirituale di Paolo VI,
sottolineando una significativa coincidenza di date nella biografia di Papa
Montini. Il servizio di Ignazio Ingrao:
**********
Nel ricordare la figura di Paolo
VI nel 26.mo anniversario della sua morte, Giovanni Paolo II ha messo in
risalto che il 6 agosto del ’64, festa della Trasfigurazione di nostro Signore,
Papa Montini tracciava il programma del suo Pontificato con l’Enciclica “Ecclesiam
suam”, e proprio lo stesso giorno di 14 anni dopo, Paolo VI si spegneva nella
residenza estiva di Castel Gandolfo. Prendendo spunto dalle parole del Papa,
abbiamo chiesto a mons. Ignazio Sanna, teologo e pro-rettore della Pontificia
Università Lateranense, una riflessione sul significato di questa coincidenza:
R. – Direi che le coincidenze
hanno sempre un profondo significato. Anatole France ha scritto che il caso non
esiste. Il caso è quando Dio si firma con lo pseudonimo. Penso che Paolo VI
abbia dato, con il suo magistero, la possibilità di leggere la firma di Dio
nelle vicende della storia. In fondo, io paragonerei il periodo in cui viviamo
ai 10 giorni tra il 40.mo giorno dell’Ascensione e il 50.mo giorno della
Pentecoste, cioè un periodo in cui Gesù non è più presente fisicamente ma lo è
spiritualmente. Bene, gli Apostoli hanno imparato a sentire la presenza di Gesù
in un modo diverso ma reale sino alla luce della Pentecoste, cioè la luce dello
Spirito. Penso che il magistero di Paolo VI abbia contribuito a dare questo
supplemento di luce ad un mondo oscurato dai messaggi di consumismo, di
edonismo, di riduzionismo biologico. E’ la luce della fede che trasfigura, che
riesce a trasfigurare tutte le vicende della vita.
D. – Mons. Sanna, dunque nella
storia della Chiesa le coincidenze non vanno interpretate solo come frutto di
una casualità ma è necessario scorgere dietro di esse un messaggio o un
progetto?
R. – Il messaggio è questo:
apparentemente noi pensiamo di essere i padroni della storia, i padroni della
nostra vita, delle nostre vicende umane. Pensiamo di riuscire con la nostra
capacità, con la nostra intelligenza, con la nostra ragione, a dare una
soluzione ai problemi della vita e, invece, Dio ci ricorda che è Lui la guida
della storia, è la guida attraverso questi uomini che ci ricordano la presenza
reale, efficace di Dio nella storia e nella vita dei singoli, anche della
società.
**********
IN CRESCITA, A LIVELLO
MONDIALE,
L’INTERESSE
VERSO LE TRASMISSIONI TELEVISIVE
DELLE
CERIMONIE PONTIFICIE E DEI PRINCIPALI EVENTI RELIGIOSI:
A DALLAS, MONS. FOLEY HA RILEVATO TALE
TENDENZA,
RINGRAZIANDO
PER TALI RISULTATI L’IMPORTANTE SOSTEGNO
OFFERTO
DAI CAVALIERI DI COLOMBO
- A
cura di Alessandro De Carolis -
“Mai
nella storia della Chiesa così tante persone hanno ascoltato la Parola di Dio”
grazie “alle trasmissioni televisive internazionali che voi avete reso possibili
in questi trent’anni”. Con questa esclamazione di riconoscenza, l’arcivescovo
John P. Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali,
ha concluso il suo intervento alla 122.ma Convention dei Cavalieri di Colombo,
che si è tenuta nei giorni scorsi a Dallas, in Texas.
Nati
nel 19.mo secolo, precisamente nel 1882, per conferire una maggiore incisività
alla presenza cattolica negli Stati Uniti, all’epoca piuttosto osteggiata, i
Cavalieri di Colombo sono divenuti col tempo una delle più importanti associazioni
laicali del mondo cattolico, spesso in prima linea, con offerte generose di
tempo e denaro, nel sostegno del clero locale e della Santa Sede. Tra le ultime
realizzazioni rese possibili dal contributo dei Cavalieri di Colombo, mons.
Foley ha ricordato l’istallazione di un sistema audio-video, di un’area climatizzata,
di nuove sedie e di un nuovo tetto per la Vatican Film Library
dell’Università di St. Louis. Ma, in particolare, il presidente del dicastero
vaticano si è soffermato sull’andamento positivo dei dati di uno dei fiori
all’occhiello dei Cavalieri di Colombo: il sostegno alle trasmissioni
televisive delle grandi cerimonie pontificie, come il Natale e la Settimana
Santa, ma anche – ha evidenziato mons. Foley – di avvenimenti speciali come il
25.mo di pontificato di Giovanni Paolo II e la Beatificazione di Madre Teresa
di Calcutta. Dati, ha osservato mons. Foley, che dimostrano come l’interesse
per le trasmissioni degli eventi papali “sia in aumento e non in diminuzione”.
Tra le
cifre citate dal presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni
sociali, emblematiche sono proprio quelle riguardanti l’evento della
Beatificazione di Madre Teresa, seguito da 87 networks di 52 nazioni, tra i
quali Paesi come l’Indonesia, il Kosovo, l’Albania, la Macedonia o le reti
radiotelevisive di Stati arabi che mai finora avevano trasmesso avvenimenti
riguardanti la Chiesa. Il vostro aiuto – ha affermato mons. Foley – ha reso
possibile “un reale lavoro di evangelizzazione”, o perlomeno “di informazione religiosa
in aree dove alcune persone non avevano mai ascoltato la proclamazione del Vangelo
di Cristo”. Altri dati significativi enunciati dal presule hanno riguardato la
benedizione natalizia “Urbi et Orbi” del Papa, seguita da 83 reti di 51 Paesi;
la Messa di Natale (77 di 49), la Messa di Pasqua (65 di 43); c’è poi il
raffronto relativo ai dati della Via Crucis del Venerdì Santo: nel 2003, erano
stati 56 i network di 40 nazioni collegati in diretta dal Colosseo. Nel 2004,
si è passati a 65 network di 43 Stati.
Da
Dallas, attraverso un video-messaggio registrato, Mons Foley ha rivolto un saluto
e una serie di esortazioni anche ai membri della Catholic Academy of
Communications Arts Professional, invitandoli, sulla scorta della frase del
Papa: “Non abbiate paura!”, a proclamare la Buona Novella di Cristo “con
coraggio ed entusiasmo”, attraverso un uso “propositivo” e non solo “reattivo”
dei mass media.
NOMINE
Giovanni Paolo II ha nominato
membri della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli i cardinali James
Francis Stafford, penitenziere maggiore della Penitenzieria apostolica, Julián
Herranz, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi,
l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, l’arcivescovo di Kwangju (Corea)
Andreas Choi Chang‑mou, nonché padre José Rodríguez Carballo, ministro
generale dell'Ordine dei Frati Minori, e padre Antonio José da Rocha Couto,
superiore generale della Società portoghese per le Missioni.
Il Papa ha nominato difensore del Vincolo, presso il Tribunale della Rota
Romana, il sacerdote Pius Eheobu Okpaloka, notaro del medesimo Tribunale.
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
“Orribili
scenari di una guerra senza nome” apre, con forte evidenza, la prima pagina, in
riferimento alla situazione in Iraq, dove dilaga la rivolta sciita, con un
grave bilancio di morti e di feriti.
Sempre
in prima, il telegramma di Giovanni Paolo II in occasione del centenario di ordinazione
sacerdotale di Giovanni XXIII.
Nelle
vaticane, una pagina dal titolo: “Presentato il volume ‘Ministero e paternità’
sulla testimonianza dell’arcivescovo Trabalzini (1923-2003)”.
Due
articoli su santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), martire,
religiosa, Compatrona d’Europa: il 9 agosto si celebra la sua festa
liturgica.
Nelle
estere, Sudan: il Governo concorda con l’Onu il disarmo delle milizie del
Darfur.
Nella
pagina culturale, un articolo di Paolo Miccoli dal titolo “Frontiere della vita
e dignità della persona”: rilevanze etiche e giuridiche del corpo umano.
Nelle
pagine italiane, un servizio dal titolo “Articolati interventi in Toscana in favore
degli anziani”: la Caritas di Firenze, la Comunità di Sant'Egidio e gruppi di
volontari impegnati d’estate.
=======ooo=======
7 agosto 2004
SEMPRE IN PRIMO PIANO
L’ALLARME TERRORISMO.
IN PARTICOLARE, L’ITALIA VEDE RINNOVATE LE MINACCE
DI AL QAEDA
- Intervista con Maurizio Calvi -
L'ultimatum
sta per scadere. A ricordarlo, all'Italia, sono le Brigate Abu Hafs al Masri,
il gruppo terroristico che afferma di essere collegato ad Al Qaeda e che il 1°
agosto aveva dato al nostro Paese 15 giorni di tempo per ritirarsi dall'Iraq.
Sull’attendibilità delle dichiarazioni pubblicate via internet sussistono
ancora molte perplessità, ma l’allarme non viene sottovalutato. Sentiamo in
proposito il commento di Maurizio Calvi, presidente del centro Alti studi per
la lotta al terrorismo, intervistato da Stefano Leszczynski:
**********
R. – La scadenza dell’ultimatum
rientra nel modo di procedere del terrorismo di matrice islamica integralista:
si parte da un avvertimento, poi si passa alla minaccia contro gli infedeli e
infine al vero attacco. La battaglia di questa notte a Nassiriya contro le
truppe italiane, ad esempio, è una conferma che le minacce ormai si stanno
concretizzando.
D. – Ecco, per quanto riguarda
la situazione irachena, che è molto caotica, ci sono sempre nuove sigle, nuovi
gruppi che emergono ...
R. – In Iraq la rete di Al Qaeda
è molto frastagliata e accanto a gruppi che si rifanno alla rete di Osama Bin
Laden ci sono i cosiddetti “cani sciolti”, gruppi isolati dediti al banditismo.
Ovviamente, in questa fase, in questo momento, in Iraq la situazione è
diventata incandescente!
D. – Tornando all’Europa, per
quanto riguarda le Olimpiadi di Atene, il terrorismo islamico sembra essere
passato in secondo piano rispetto ad un altro tipo di terrorismo ...
R. – Io ho sempre sostenuto che
la vera minaccia proviene dagli ambienti dell’anarchia, perché la presenza di
anarchici in Grecia cresce e molto fortemente, anche se lo scorso novembre è
stato decapitato tutto il gruppo dirigente.
D. – Diversamente dal terrorismo
anarchico, il terrorismo islamico sembra invece avere degli obiettivi politici
e strategici ben precisi. E’ questo un cambiamento di strategia?
R. – Non v’è dubbio che rispetto
alla fase iniziale del terrorismo di Al Qaeda c’è stata una forte evoluzione
all’interno della rete di Al Qaeda: ha cambiato connotazione sia dal punto di
vista organizzativo, sia dal punto di vista politico. La strategia di Al Qaeda
ha, oggi, essenzialmente obiettivi politici diretti anche ad influenzare le
scelte e le decisioni dei singoli governi nazionali.
D. – Questo potrebbe forse
rappresentare un vantaggio nel contrasto del terrorismo?
R. – Direi che è certo che
l’Occidente si è attrezzato in maniera molto adeguata rispetto alla spinta e
alla minaccia terroristica di Al Qaeda. Non v’è dubbio però che l’accentuazione
degli interessi politici della rete di Al Qaeda potrebbe avere un effetto dirompente,
anche nel nostro Paese.
**********
GLI ECONOMISTI PREOCCUPATI PER
IL CARO PETROLIO
- Ai nostri microfoni, Luigi Campiglio -
Ha chiuso in ribasso ieri il
petrolio al mercato di New York. Il greggio con consegna a settembre ha
terminato gli scambi a 43,90 dollari al barile. In giornata comunque aveva fatto
registrare la quotazione record di 44,77 dollari. Sulla possibilità di
ribassare le accise ai prezzi dei carburanti, l'Unione Europea si aspetta che
l’Italia “rispetti la strategia concordata in giugno dai ministri delle Finanze
dell'Ecofin”, e dunque eviti azioni unilaterali. Ma ancora oggi il viceministro
alle Attività Produttive, Adolfo Urso, ha ribadito la necessità, per
l’immediato, di intervenire con la leva fiscale e per il futuro di riaprire il
capitolo del nucleare. Alessandro Guarasci ha sentito il parere dell’economista
Luigi Campiglio:
**********
R. – Occorre rimettere mano a
programmi seri e strutturali di risparmio dell’energia. Quando c’è stata la
“grande frustrata” del primo shock petrolifero, i risultati da quel punto di
vista si erano visti. In secondo luogo, perché se gli Stati Uniti hanno enorme
riserve strategiche, le nostre non possono essere aumentate in misura sostanziale?
D’altronde il quadro di instabilità mondiale è destinato ad aumentare e non a
diminuire.
D. – Tutto dipende
dall’esplosione dell’economia cinese?
R. – Un Paese che cresce a tassi
dell’8 per cento all’anno rappresenta una domanda mondiale per tutto e non
soltanto per il petrolio. Da qui a sette o otto anni, come risultato di questa
esplosione della domanda mondiale e di una offerta che comincia ad incontrare i
primi limiti, i prezzi tenderanno a salire.
D. – Per intervenire sui prezzi
dei carburanti l’unica via è ridurre le accise…
R. – L’aumento dei carburanti –
e questo nessuno lo dirà mai – non è, tutto sommato, a livello di entrate una
cattiva notizia, perché significa un aumento del gettito dell’IVA. Deve esserci
una politica probabilmente di maggiore e più ampio respiro. Quello che si fa di
più fatica a capire è come mai questa impennata mondiale dei prezzi.
D’altronde, a fronte di una crescita della Cina, che è grande ma lo deve ancora
diventare in maniera definitiva, abbiamo tutta un’area economica, che è quella
dell’Europa, che ristagna. Non parliamo poi di Paesi come l’Italia.
D. – Professor Campiglio,
ieri il ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, si è incontrato
con i rappresentanti della grande distribuzione per cercare di frenare i
prezzi. Serve un intervento in questo senso, secondo lei?
R. – Un accordo con la grande
distribuzione certamente aiuta, anche se forse non è l’accordo con i principali
responsabili della tendenza all’aumento dei prezzi, perché nella grande
distribuzione l’aumento dei prezzi è stato relativamente più contenuto. Si
tratta semmai di avere rapporti non solo fra imprese, ma anche fra grandi rete
di imprese e rappresentanza di consumatori che contrattualizzino l’aumento dei
prezzi.
**********
ARGINARE IL FENOMENO DELLA PROLIFERAZIONE
NUCLEARE
PUO’ ESSERE UNA DELLE STRATEGIE AFFINCHE’,
COME NELL’APPELLO LANCIATO DA KOFI ANNAN,
NON SI RIPETA PIU’ L’ORRORE DI HIROSHIMA
- Intervista con il prof. Massimo Teodori -
Un appello alle nazioni del
mondo affinché agiscano in modo che “l’orrore vissuto dagli abitanti di Hiroshima
e Nagasaki nel 1945 non si ripeta mai più”. A lanciarlo, ieri, il segretario
generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in un messaggio per commemorare il
59. mo anniversario del lancio della bomba atomica su Hiroshima. Per un
commento alle parole di Annan, Dorotea Gambardella ha intervistato Massimo
Teodori, ordinario di “Storia
ed istituzioni degli Stati Uniti”, presso l’Università di Perugia:
**********
R. – L’appello lanciato da Annan
ha un grande valore morale, nel senso che viene dall’unica autorità
internazionale, le Nazioni Unite, che – per quanto in crisi, – comunque
costituiscono l’unica sede nella quale c’è un rapporto tra Paesi. Certamente,
da un punto di vista politico e dei rapporti internazionali, non hanno alcuna
efficacia, nel senso che in questi anni, soprattutto dopo la fine della guerra
fredda, la riduzione delle armi nucleari e degli arsenali nucleari è andata
avanti grazie ai negoziati tra quelle potenze che posseggono tali ordigni.
D. – Ma in che modo è possibile
concretizzare queste parole di Annan?
R. – Io direi che oggi il
problema più importante non è tanto quello dei grandi Paesi come gli Stati
Uniti o l’Inghilterra, che posseggono ordigni nucleari, quanto quello della
proliferazione e del fatto che armi di questo tipo possono cadere in mano sia
di Stati che non hanno un controllo democratico al loro interno, sia anche di
gruppi terroristici. Questo, oggi, è il vero problema: trovare la maniera di
mettere sotto controllo e di intervenire laddove ci possa essere una diffusione
di questi ordigni.
D. – Ma, tornando al 1945: era
proprio necessaria quella prova di forza da parte dell’amministrazione
americana?
R. – La discussione sul fatto se
fosse necessaria o meno, per porre fine alla guerra sullo scacchiere orientale
di fronte ad un Giappone che, magari, sarebbe andato avanti ad oltranza, è una
discussione che, tra gli storici, è tuttora aperta. Però, per quello che possiamo
sapere, dopo il 1945 noi abbiamo avuto per 50-60 anni una pace mondiale fondata
sull’equilibrio del terrore, quindi in effetti quelle bombe sono state così
terribili che poi non sono più scoppiate deflagrazioni mondiali e quindi hanno
avuto un effetto non solo sulla fine della seconda guerra mondiale nello
scacchiere orientale, ma nei rapporti internazionali in tutti gli anni che sono
venuti. Siamo andati vicini al disastro nucleare durante la crisi di Cuba,
magari durante la crisi di Berlino o, prima ancora, in Corea; ma poi, in
realtà, le grandi potenze di allora, cioè gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica,
hanno trovato modo di dialogare e di accordarsi proprio di fronte all’umanità
che era sul baratro. Certo, resta tutto il dramma di quanto è successo.
**********
CONTINUANO AD ARRIVARE I GIOVANI A SANTIAGO DE
COMPOSTELA,
PER IL PELLEGRINAGGIO EUROPEO DEI GIOVANI.
DOMANI, LA MESSA CELEBRATA AL MONTE GOZO
-
Servizio di Marina Tomarro -
**********
Serviamo il Vangelo della
speranza: è il tema della terza giornata del pellegrinaggio europeo dei giovani
a Santiago. Questa mattina, nella Plaza dei Lobradori, si è svolta la cerimonia
di accoglienza del delegato Pontificio, il cardinale Antonio Maria Ruoco Varela,
che ha invocato la protezione di San Giacomo sui giovani arrivati da tutta
Europa per vivere queste giornate che sono una preparazione alla Giornata
mondiale della gioventù con il Papa, che si svolgerà a Colonia l’anno prossimo.
Il cardinale Varela ha poi aggiunto una preghiera, affinché i ragazzi capiscano
quali siano le loro reali vocazioni e che possano vivere la famiglia, che oggi
attraversa un periodo di crisi, come Chiesa domestica e scuola della vita
cristiana. Intanto, continuano le catechesi guidate dai vescovi. Per l’Italia
ha presenziato l’arcivescovo di Loreto, mons. Angelo Comastri, che ha invitato
i ragazzi a prendere come esempi da seguire nella loro vita i grandi santi come
San Giacomo, San Francesco, ma anche quelli più recenti, come padre Pio e la
Beata Madre Teresa di Calcutta. Loro – ha spiegato mons. Comastri – hanno
saputo immergere la conchiglia, simbolo dei pellegrini che arrivavano a
Santiago, e riempirla dell’amore che Dio ci dona. “Infatti - ha continuato – la
nostra missione è quella di offrire i nostri doni a servizio della Chiesa per
la costruzione di una società piena di speranza e di pace”.
Marina Tomarro, per la Radio
Vaticana.
**********
SECONDA “MARATONA DELLE
DONAZIONI DI SANGUE NELLE PARROCCHIE”:
IN CORSO NELLA REGIONE LAZIO, IN ITALIA, FINO A
DOMANI
SU INIZIATIVA DELLE AUTORITA’ LOCALI IN ACCORDO
CON IL VICARIATO
La seconda “Maratona delle
donazioni di sangue nelle parrocchie” è in corso fino a domani nella regione
Lazio, in Italia. L’iniziativa, lanciata dalle autorità locali e ricordata ieri
al Vicariato di Roma, è stata promossa in seguito agli ottimi risultati ottenuti
con la prima campagna nel marzo scorso. L’accordo tra Vicariato e Regione è
voluto per sensibilizzare il maggior numero possibile di cittadini su una
necessità che interessa tutto il territorio e che si acuisce in estate. Il
servizio di Francesca Smacchia:
**********
“Prima
salva una vita, poi goditi l’estate”, è lo slogan della campagna estiva – la
seconda da quest’anno – in occasione della maratona delle donazioni di sangue
nelle parrocchie. La proposta è stata lanciata dalla Regione Lazio in accordo
con il Vicariato, e punta a rilanciare in modo organico il ruolo delle
parrocchie nell’ambito della raccolta di sangue. Sono 350 i parroci, nella sola
provincia di Roma, che si sono dichiarati disponibili a collaborare, e più di
100 le giornate di donazioni già realizzate. Da marzo fino ad ora, si sono
raggiunti dei risultati positivi, essendo state prelevate in 31 parrocchie 897
unità di sangue, con una media per chiesa di 28,9 donatori. Per questa nuova
iniziativa, considerato l’incremento del fabbisogno di sangue nei mesi estivi e
il calo delle donazioni, sono state coinvolte anche 16 parrocchie di località
turistiche e balneari. Mons. Mauro Parmeggiani, segretario generale del
Vicariato di Roma, ha sottolineato l’importanza dell’accordo tra la Chiesa e la
Regione Lazio al fine di sensibilizzare tutti i cittadini:
“La Chiesa è sempre stata in prima linea, già da prima che si lanciassero
queste campagne, noi – proprio in virtù dell’amore cristiano – ci siamo sempre
dati da fare e continueremo a farlo, ancora di più, proprio per aiutare l’uomo,
l’uomo in difficoltà. E certamente, questa campagna non può non vedere anche la
nostra adesione, perché dove al centro c’è l’uomo, l’interesse per l’uomo, la
Chiesa è sempre presente. E quindi, volentieri anche ai romani che prima di
lasciare la città, la regione per andare in vacanza, vogliamo ripetere: pensate
anche a chi in vacanza non ci va o a chi durante le vacanze sarà costretto ad
affrontare la malattia, la sofferenza. Doniamo il sangue, lasciamo la riserva
di sangue, per ch ne avrà bisogno”.
Francesco Storace, presidente
della Regione Lazio, ha ribadito che l’obiettivo non è solo rivolto al
raggiungimento dell’autosufficienza regionale del sangue, ma anche al diffondersi
del valore della donazione:
“All’amministrazione regionale interessa un modello culturale, cioè:
anche se noi avessimo sangue a sufficienza, capire il valore della donazione,
della solidarietà, e della prevenzione personale quando si dona il sangue.
Queste sono cose per le quali val la pena di spendersi”.
Per questa nuova iniziativa,
considerato l’incremento del fabbisogno di sangue nei mesi estivi e il calo
delle donazioni, sono state coinvolte anche 16 parrocchie di località turistiche
balneari.
**********
INAUGURATA IERI LA 25.MA EDIZIONE DEL “ROSSINI OPERA FESTIVAL”
CON IL RIALLESTIMENTO DI
UN SONTUOSO “TANCREDI”.
QUESTA SERA “ELISABETTA,
REGINA D’INGHILTERRA” PRESENTATA IN PRIMA MONDIALE NELL’EDIZIONE CRITICA DELLA
FONDAZIONE ROSSINI
- Con noi, Alberto Zedda -
Si è inaugurata ieri sera la
venticinquesima edizione del Rossini Opera Festival con il riallestimento di un
sontuoso “Tancredi”. La manifestazione prosegue questa sera con “Elisabetta,
regina d’Inghilterra” presentata in prima mondiale nell’edizione critica curata
dalla Fondazione Rossini e con “Matilde di Shabran”, melodramma giocoso la cui
regia è stata affidata a Mario Martone. Il servizio di Luca Pellegrini:
**********
Un’asettica ed elegante architettura razionalista contaminata da
sontuosi elementi neoclassici che si alzano e si abbassano, con grande effetto
teatrale, racchiude il dramma dell’eroe Tancredi e della bella Amenaide.
Un’inaugurazione, quella di ieri sera, che ha confermato il livello altissimo
di qualità degli allestimenti pesaresi e la sicurezza artistica di Pier Luigi
Pizzi che ha riallestito questa memorabile edizione dell’opera rossiniana a
cinque anni di distanza, firmando anche la regia ed i costumi, giocati tutti
sui colori del bianco, del nero e del rosso. Il melodramma eroico in due atti,
che era in controtendenza rispetto all’epoca per il finale tragico, era stato
scritto dal musicista per il Teatro di Ferrara nel 1813. “Tancredi” è stato
diretto da Víctor Pablo Pérez alla guida dell’Orchestra Sinfonica della
Galizia.
Due splendide ed interessanti protagoniste hanno ricevuto convinti
applausi dal pubblico del Palafestival: Marianna Pizzolato, uno dei più freschi
talenti rivelatisi negli ultimi anni, e Patrizia Ciofi, soprano dalla voce
limpida e sicura. Entrambe impegnate in una gara vocale vertiginosa e di
comprovata professionalità. Il Rossini Opera Festival prosegue, dunque, al giro
di boa del quarto di secolo con grande vitalità, la sua fondamentale missione
di ricerca e proposta del catalogo rossiniano. Come ci conferma il Maestro
Alberto Zedda, direttore artistico del Festival, che illustra le linee portanti
della manifestazione:
“Con questi autori, che hanno un codice molto particolare, e per
Rossini è il caso di dire più unico che particolare, occorrono chiavi di
lettura molto appropriate perché è facile fraintenderli. Quindi, in questo
momento lo sforzo è quello di mettere a fuoco i problemi dell’esecuzione e
dell’interpretazione rossiniana, prima di tutto dal punto di vista artistico,
canto, voci, orchestra, strumenti. Per esempio, abbiamo un vecchio problema
sugli strumenti antichi: ci chiediamo se riprenderli o non riprenderli. Ma
soprattutto, abbiamo interrogativiper quanto riguarda la messinscena. Ci si
trova incerti tra un teatro astratto, un teatro dell’assurdo ma anche un teatro
che non può evitare sempre un confronto con il realismo. Insomma, questi sono i
problemi che in questo momento affrontiamo e che cerchiamo di portare avanti”.
**********
=======ooo=======
Domani, 19.ma Domenica del Tempo
ordinario, la liturgia ci presenta il brano evangelico in cui Gesù sollecita i
suoi discepoli a “tenersi pronti” per la venuta del Figlio dell’Uomo, e li
invita così:
“Vendete
ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro
inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma.
Perché dove è il vostro tesoro, la sarà anche il vostro cuore. Siate pronti,
con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che
aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena
arriva e bussa”.
Sul significato di questo brano
del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan
Rupnik:
**********
Cristo
ci invita ad essere svegli e attendere la Sua venuta. La tradizione trovava in
questi testi diversi significati. Il primo più immediato è quello dell’arrivo
del Signore all’ora della nostra morte, perciò un invito ad una vita sobria,
per essere pronti all’incontro definitivo. Un altro significato dischiude
l’attesa della seconda venuta del Signore. Quest’attesa mette a fuoco un giusto
atteggiamento verso la storia. Guardare la storia e la vita stessa degli uomini
nella chiave della parusia, del compimento di tutto in Cristo, dove tutto sarà
approvato alla misura di Cristo e del suo amore. Ma il significato più immediatamente
spirituale, che i santi padri trovavano in questi testi, è quell’attenzione nel
cuore per discernere i pensieri e cogliere quelli che sono di ispirazione
spirituale, cioè dare il peso e seguire quei pensieri che orientano la nostra
vita verso Cristo, che fanno sì che la nostra vita diventi molto più simile a
Lui, cioè più Sua.
**********
=======ooo=======
7
agosto 2004
ORGANIZZAZIONI MUSULMANE, CRISTIANE
ED INTERNAZIONALI
SI STANNO ATTIVANDO PER SOSTENERE LA VITA DI MILIONI DI
SENZATETTO,
VITTIME DELLE PIOGGE TORRENZIALI CHE HANNO DEVASTATO IL
BANGLADESH.
STUDIATI INTERVENTI DI RICOSTRUZIONE
DHAKA.
= Le inondazioni che hanno colpito il Bangladesh nelle ultime 4 settimane,
provocando 638 morti, non prostrano la tenacia dei bengalesi nel risollevarsi
dalle sofferenze. La popolazione, infatti, continua a reagire con grande forza
e coraggio e soprattutto le zone meno colpite cercano di portare aiuti alimentari
a coloro che hanno più bisogno. I danni non sono solo in termini di vite umane:
le violente piogge hanno provocato ingenti perdite economiche al Paese e più di
un milione e mezzo di persone, nei 4994 rifugi allestiti per i soccorsi,
combatte ogni giorno contro la mancanza di acqua potabile, cibo e servizi
sanitari. Le autorità religiose musulmane che dirigono alcuni centri
d’accoglienza si stanno impegnando per fronteggiare l’emergenza umanitaria.
Anche diverse strutture cattoliche si stanno attrezzando per garantire almeno
riparo alle vittime. Lo scorso 3 agosto si è svolto a Dhaka un meeting organizzato
dall’ONU con diverse ONG per reperire fondi necessari agli interventi di
ricostruzione. Anche la Caritas internazionale, oltre ai primi soccorsi, sta
studiando piani per la riabilitazione del Paese. ( F.S.)
MONS. PIERRE BÜRCHER, PRESIDENTE DELLA “CATHOLICA UNIO INTERNATIONALIS”,
HA
INVIATO UNA LETTERA AL PATRIARCA EMMANUEL KARIM III DELLY,
PRESIDENTE
DELL’ASSEMBLEA DEI VESCOVI CATTOLICI DELL’IRAQ,
DOPO I
RECENTI ATTENTATI ALLE CHIESE CRISTIANE NEL PAESE
LOSANNA.
= La recente ondata di violenza che si è abbattuta sulle chiese cristiane in
Iraq rende ancora più preoccupante la situazione nel Paese.”Questi atti terroristici
contro i luoghi di culto cristiani sono in contraddizione con il rispetto delle
persone e la libertà di religione”: è quanto sostiene mons. Pierre Bürcher,
vescovo ausiliare di Losanna, Ginevra e Friburgo e presidente della Catholica
Unio Internationalis, in una lettera inviata al patriarca caldeo cattolico
dell’Iraq, nella quale esprime tutta la sua apprensione per le crescenti
tensioni tra cristiani e membri delle altre confessioni. Le minoranze religiose
in Iraq, e soprattutto i cristiani, rappresentano il 3 per cento della popolazione,
all’incirca 80 mila persone su un totale di 24 milioni di iracheni, per la
maggior parte musulmani sunniti e sciiti. “L’auspicio – ha concluso mons.
Bürcher – richiamandosi alle parole espresse dal Santo Padre, è un ritorno alla
calma e alla solidarietà per fronteggiare violenza e timori. (F.S.)
In KenYa è emergenza alimentare per
più di due milioni di persone.
l’agenzia delle Nazioni Unite Pam chiede 82 milioni
di dollari
per la popolazione
Nairobi. = E’ emergenza alimentare in Kenya per più di due milioni
di persone. Il 60 per cento dei raccolti, infatti, è andato perduto in cinque
delle otto province del Paese afflitto da una delle più gravi siccità della sua
storia. All’appello lanciato a metà luglio dal presidente keniano Mwai Kibaki
si aggiunge così quello del Pam, il Programma alimentare mondiale dell’ONU,
secondo cui la situazione potrebbe precipitare nei prossimi sei mesi se le
piogge previste per la fine dell’anno saranno scarse come quelle
precedenti. Per questo, l’agenzia delle
Nazioni Unite per gli aiuti alimentari ha chiesto ai “donors” internazionali lo
stanziamento urgente di 82 milioni di dollari. Intanto la popolazione deve fare
i conti con l’aumento dei prezzi provocato dalla scarsa disponibilità di cibo:
in molti vendono il bestiame di cui sono in possesso o raccolgono legna da
ardere per poi rivenderla. Ed è in aumento il numero di coloro che per
sopravvivere si nutrono ormai di tuberi selvatici. A complicare la situazione
c’è poi la vicenda del mais contaminato contenuto negli aiuti umanitari
distribuiti dal governo alle regioni più colpite dalla siccità. Il problema,
per il ministro della Sanità Charity Ngilu, sarebbe stato causato da un fungo
sviluppatosi per le pessime condizioni di stoccaggio. (R.P.)
TENSIONE E PAURA DILAGANO NELLE COMUNITA’
CRISTIANE IN NEPAL
E CRESCE L’ALLARME PER I BAMBINI-SOLDATO COSTRETTI DAI
GUERRIGLIERI MAOISTI AD ARRUOLARSI NELLE FILA DELLA RESISTENZA
KATHMANDU.
= Continuano in Nepal le minacce dei ribelli maoisti e aumenta il fenomeno dei
bambini rapiti e addestrati all’uso delle armi. Già il 30 per cento dei
combattenti è costituito da giovanissimi sequestrati nelle scuole e negli
orfanotrofi, Istituti a rischio di irruzione, di solito gestiti da Congregazioni
religiose. La comunità cattolica si occupa di 23 scuole frequentate soprattutto
da alunni non cristiani. Dal giugno scorso, tutte le strutture, comprese le
scuole cattoliche, rimangono chiuse per i continui attacchi dei guerriglieri,
mentre il territorio resta militarizzato con posti di blocco ovunque. Le
missioni hanno risentito, negli ultimi anni, dello scontro fra governo e
ribelli maoisti, una guerra civile che ha provocato circa 9 mila morti in sette
anni. Nonostante si contino quasi 6 mila cattolici su 23 milioni di abitanti,
in Nepal la Chiesa di Roma non ha ancora avuto il riconoscimento giuridico
ufficiale da parte del governo ed è considerata come un’Organizzazione Non
Governativa. (F.S.)
L’OBIETTIVO
DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA PER NON DIMENTICARE.
SARA’ PRESENTATA STASERA NELLA CAPITALE ITALIANA LA MOSTRA
FOTOGRAFICA
“IMMAGINI DELL’ALTRO MONDO – RIFLESSIONI E SCATTI DOVE NON
ARRIVA LA TV”.
L’INIZIATIVA E’ DEDICATA ALLE POPOLAZIONI DELL’ERITREA, DELLA
NIGERIA E DEL CONGO
ROMA. =
L’obiettivo della macchina fotografica per cogliere spezzoni di realtà troppo
spesso dimenticate dalla telecamera. E’ questa l’essenza della mostra italiana
dedicata all’Africa dal titolo “Immagini dell’altro mondo – riflessioni e
scatti dove non arriva la tv”.
L’iniziativa, promossa dalle Associazioni Castellum e Fare Verde, sarà
presentata stasera a Roma, alle 19.00, in via delle Tre Fontane. Si tratta
della seconda parte del percorso fotografico inaugurato con gli scatti dedicati
all’Iraq e all’Afghanistan nell’ambito della manifestazione dell’Estate Romana
“All’ombra del Colosseo … quadrato”. Lo
scopo è quello di far luce sulle condizioni disastrose in cui versa il
continente africano, dove i contrasti religiosi e le emergenze sanitarie sono
all’ordine del giorno e le persone continuano a vivere nell’indigenza malgrado
l’incessante sfruttamento delle risorse naturali. Il tutto per non dimenticare
e per far riflettere sulla scarsità dei tentativi fatti dall’Occidente per il
riscatto di Paesi quali l’Eritrea, la Nigeria e il Congo. Secondo il direttore
della manifestazione, Francesco Quintiliani, infatti, “l’attenzione è sempre
meno rivolta verso quelle aree e poche voci, tra cui quella del Santo Padre, si
levano a difesa dell’Africa”. (R. P.)
LA MAURITANIA INVASA DALLE CAVALLETTE.
IL
GOVERNO DI NOUAKCHOTT HA CHIESTO AIUTO ALLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
PER
FRONTEGGIARE LE DEVASTAZIONI DELLE RISERVE ALIMENTARI DEL PAESE
NOUAKCHOTT.
= 15 aeroplani, 600 mila tonnellate di fitosanitari, 20 milioni di dollari: è
l’aiuto che la Mauritania ha chiesto, nelle ultime ore, alla comunità internazionale
per fronteggiare l’invasione di cavallette che si è abbattuta sulla capitale e
su altre zone del Paese. Gli insetti stanno distruggendo i raccolti e mangiando
la vegetazione, inclusa l’erba dei giardini del palazzo presidenziale. Al
momento, 10 squadre speciali sono attive nelle zone colpite, col compito di
spruzzare fitosanitari che proteggano le piante, ma il direttore del centro
anti-locuste del ministero dell’Agricoltura mauritano, Mohamed Abdallahi Ould
Babah, ha spiegato che ne servirebbero almeno 60. Gli sciami hanno raggiunto
anche il Ciad, arrivando fino alla zona orientale dell’Africa e minacciando
direttamente il Gambia, dove il governo ha dichiarato lo stato d’emergenza, e
il Senegal. (F.S.)
=======ooo=======
7 agosto 2004
- A cura di Dorotea Gambardella-
Non si arresta la spirale di
violenza in Iraq. Aspri scontri tra guerriglieri sciiti e truppe americane si
sono registrati a Najaf e a Sadr City, il quartiere sciita di Baghdad. Colpita
anche la zona verde della capitale, sede del governo ad interim iracheno:
cinque i feriti. Decapitato un ostaggio americano, mentre giungono nuove
minacce contro l’Italia da parte di un gruppo terroristico che si dice
collegato alla rete di Osama Bin Laden. Il nostro servizio:
**********
Almeno sette persone sono
rimaste uccise e altre 29 ferite, comprese cinque donne e altrettanti bambini,
a causa dei nuovi furiosi combattimenti tra truppe statunitensi e miliziani
fedeli all’imam radicale, Moqtada al-Sadr, scoppiati nel sobborgo sciita di
Baghdad. Continua, inoltre, lo stillicidio di soldati americani. Secondo quanto
riferito dal comando statunitense, un militare è rimasto ucciso in un attacco
con lanciarazzi contro una pattuglia Usa, in un quartiere occidentale della
capitale irachena. Notte tranquilla, invece, a Nassiriya, dove resiste la nuova
tregua raggiunta ieri tra il governatore locale, i leader dei ribelli e i
vertici del reggimento Serenissima dei Lagunari. In merito alla vicenda dei
rapimenti, in un video su un sito Internet è stata mostrata la decapitazione di
un ostaggio americano da parte degli uomini del “numero due” di Al Qaeda in Iraq,
Abu Musab al-Zarqawi, che hanno rivendicato la responsabilità dell’esecuzione.
Lo stesso gruppo è tornato a minacciare di morte il premier iracheno ad
interim, Iyad Allawi. Quest’ultimo, che ha concesso l’amnistia ai ribelli che
non si siano macchiati di omicidio, avrebbe ordinato all’emittente televisiva,
Al Jazeera, di chiudere per un mese il suo ufficio di corrispondenza di
Baghdad. Ritornando alla questione degli ostaggi, in un altro video, questa
volta consegnato ad un’agenzia di stampa della capitale saudita Dubai, un
gruppo islamico, che ha rapito un camionista turco, ha minacciato l’uccisione
dell’ostaggio entro 48 ore se la sua compagnia non abbandonerà l’Iraq. Con un
comunicato diffuso mediante un sito Internet, infine, un movimento integralista
islamico ha avvertito che le sue cellule italiane colpiranno entro il 15 agosto
prossimo, scadenza di un ultimatum di due settimane già impartito in precedenza,
se il governo di Roma prima di tale data non avrà richiamato le proprie truppe
dall’Iraq.
**********
Medio Oriente. Secondo
fonti palestinesi, quattro uomini delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa sono
stati arrestati da soldati israeliani durante un’incursione dell’esercito a
Tulkarem, nel nord della Cisgiordania. Nella Striscia di Gaza, un adolescente
palestinese armato è stato ucciso nei pressi di una barriera di sicurezza a
Sufa. E un secondo palestinese sarebbe stato catturato. Sul piano politico, si
registrano le dimissioni di due ministri palestinesi, motivate dal deterioramento
della situazione nei Territori. Si tratta dei titolari dei dicasteri della
Giustizia e della Pianificazione.
Nella regione sudanese del
Darfur, 210 ribelli, tra cui dieci comandanti, si sono consegnati alle autorità
di Khartoum, congiungendosi all’esercito regolare. Il governo sudanese, intanto, ha notificato alle
Nazioni Unite l’accettazione del piano operativo di 30 giorni per la crisi
umanitaria della provincia e l’impegno a cominciare il disarmo delle milizie illegali
che hanno terrorizzato e massacrato la popolazione nera del Darfur. L’accordo
era stato raggiunto mercoledì, ma è stato perfezionato nella notte. Saranno
otto gli osservatori per i diritti umani che l’Onu invierà nel Paese. Da Khartoum,
Beatrice Luccardi:
**********
Gli osservatori si chiedono come
sarà possibile disarmare in meno di un mese le milizie che, dette Janjaweed,
hanno terrorizzato le popolazioni del Darfur, provocando la morte di circa 30
mila persone e spingendo a sfollare o a riparare all’estero oltre un milione e
200 mila civili. Tra i più fiduciosi, nella riuscita dell’accordo, vi è
l’inviato speciale dell’ONU, Yan Pronk, che ha sottolineato come esso permetta
di aumentare decisamente l’invio di aiuti umanitari e, al contempo, allontani
il rischio che lo Stato africano venga nuovamente sottoposto a sanzioni
politico-economiche. D’altro lato, il presidente Omar Al-Bashir ha
affermato che il Sudan attraversa una fase cruciale a causa della campagna
ostile lanciata, secondo lui, per giustificare un’ingerenza straniera proprio
nel Darfur.
Per Radio Vaticana, Beatrice
Luccardi.
**********
Brusca marcia indietro del
governo di Mosca sul caso Yukos, il colosso petrolifero russo che, nel giro di
24 ore, si è visto accordare e poi revocare le facilitazioni per coprire le
spese legate all’attività di trasporto ed esportazione del greggio. Immediata
la discesa in Borsa del titolo, che ieri a Mosca ha fatto segnare un calo di
circa l’8 per cento. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:
**********
L’ennesima giornata difficile
per la Yukos. “I suoi conti bancari restano congelati”, ha confermato il
Ministero della Giustizia. Lo Stato esige il pagamento di una montagna di tasse
arretrate. Secondo ambienti internazionali, la Yukos ha pagato gli oleodotti
per il transito del suo petrolio fino al 10 agosto, dopodiché non si sa cosa
succederà. Così, la speculazione impazza: voci incontrollate, trattative
segrete, strategie mirate. A Mosca la Borsa è in continua altalena da mesi. Nel
2003 la Yukos ha prodotto oltre 80 milioni di tonnellate di greggio, circa il
20 per cento della produzione totale. La Russia è il maggior produttore al di
fuori dell’OPEC. Attualmente in gioco vi sono 1,7 milioni di barili giornalieri
della Yukos, circa il 2 per cento della produzione mondiale. Se anche questi
dovessero venire a mancare, sul mercato internazionale il prezzo dell’oro nero
andrà ulteriormente alle stelle.
Da Mosca, per la Radio Vaticana,
Giuseppe D’Amato.
**********
Sono
dieci i minatori morti nell’esplosione di gas avvenuta all’interno di una miniera
di carbone nella provincia di Xinhua, in Cina. Risultano disperse cinque
persone. L’incidente è avvenuto mentre un gruppo di 99 minatori stava
lavorando. La maggior parte di essi ha fatto in tempo a scappare. Ancora
sconosciute le cause della deflagrazione.
E’ di due morti e quattro feriti
il bilancio dell’esplosione avvenuta a sud di Karachi, città portuale del
Pakistan meridionale. Un ordigno è deflagrato davanti ad un esercizio di autonoleggio,
colpendo i dipendenti del negozio. Gli inquirenti ritengono sia un atto intimidatorio
nei confronti del proprietario dell’attività, anche se il Pakistan, da quando
ha garantito il suo appoggio agli Stati Uniti nella guerra all’Iraq, è colpito
frequentemente da attentati.
Ad una decina di giorni dal
referendum sulla revoca del mandato del presidente venezuelano, Hugo Chavez,
l’Unione Europea ha invitato le parti affinché la consultazione si tenga in
modo “equo e trasparente”. Intanto, il
ministro degli Esteri del Paese, Jesús Perez, ha annunciato che gli Stati Uniti
si stanno mostrando meno ostili nei confronti di Chavez, perché sicuri della
sua vittoria.
Sale la tensione in Afghanistan:
nel mirino dei taleban ancora una volta i dipendenti degli uffici elettorali.
Nell’agguato di ieri sera nella provincia centrale dell’Uruzgan, 80 taleban
hanno colpito un convoglio di quattro auto, uccidendo due scrutatori, mentre
un’altra persona e due soldati afghani sopraggiunti per inseguire i
guerriglieri, sono dati per dispersi.
In Paraguay, si ridimensiona il
bilancio dell’incendio scoppiato domenica in un supermercato di Asunción. Sono
369 i morti, 53 i non identificati e più di 400 i feriti. La ripetizione di
alcuni nomi aveva fatto salire la cifra del bilancio. Sulle cause dello
scoppio, gli inquirenti escludono l’attentato.
Il presidente dello Zimbawe,
Robert Mugabe, ha attaccato l’Occidente, definendo “nemici” il governo di
Londra e tutti i suoi alleati. Nel mirino anche i suoi oppositori, accusati di
continuare a pianificare, con l’aiuto della Gran Bretagna, la sua destituzione.
=======ooo=======