RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 153 - Testo della trasmissione di domenica 1 agosto 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa all’Angelus rende onore a tutti coloro che godono della libertà per la quale hanno combattuto, nel ricordo del 60 anniversario dell’insurrezione di Varsavia ed annuncia le proprie intenzioni per i prossimi pellegrinaggi a Lourdes e Loreto.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

La rivolta polacca contro il nazismo nella ricostruzione storica del libro “Varsavia ’44 - Racconti di una insurrezione”. Con noi l’autrice .

 

Si è concluso stamane a Loreto il VII Meeting internazionale sulle migrazioni: prospettive e rischi  nell’Europa allargata a 25 Paesi. Intervista con il Cardinale Stephen Fumio Hamao.

 

Grande attesa ad Assisi per la festa del Perdono 2004, che si aprirà stasera con la recita dei primi Vespri. Ai nostri microfoni padre Vittorio Viola.  

 

Compie 30 anni il CIAM, Centro internazionale di animazione missionaria: ai nostri microfoni padre  Romeo Ballan.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Sono un milione i bambini venduti in tutto il mondo. Un’emergenza che non accenna a diminuire.

 

Le Chiese cristiane dello Sri Lanka si mobilitano contro la nuova legge anticonversione all’esame del Parlamento.

 

Celebrazione eucaristica ieri in onore di Sant’Ignazio presieduta da padre Kolvenbach, Preposito generale della Compagnia di Gesù.

 

Le Chiese d’Oriente iniziano oggi l’Ufficio mariano della Paraclesis.

 

L’epopea dei transatlantici in una mostra allestita a Genova presso il nuovo museo del Mare. 

 

24 ORE NEL MONDO:

 

 Ancora una giornata di sangue in Iraq: almeno 17 per i nuovi attacchi e scontri avvenuti a Falluja, Baghdad e Mossul.–

 

 I 147 Paesi del WTO hanno raggiunto questa notte, a Ginevra, un accordo per rilanciare i negoziati sulla liberalizzazione degli scambi internazionali.

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

1 Agosto 2004

 

 

 

 

IL PAPA ALL’ANGELUS RENDE ONORE A TUTTI COLORO CHE GODONO DELLA LIBERTÀ

PER LA QUALE HANNO COMBATTUTO, NEL RICORDO DEL 60 ANNIVERSARIO DELL’INSURREZIONE DI VARSAVIA ED ANNUNCIA LE PROPRIE INTENZIONI

PER I PROSSIMI PELLEGRINAGGI A LOURDES E LORETO

 

 

 “Di cuore benedico l’eroica Varsavia”: stamane all’Angelus, recitato nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo,  Giovanni Paolo II  ha reso omaggio  ai caduti delle rivolta polacca contro il regime nazista, di cui ricorre oggi il 60 mo anniversario. Il Papa ha anticipato inoltre le sue intenzioni per i prossimi pellegrinaggi a Lourdes. Il servizio di Roberta Gisotti 

 

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“A tutti coloro che oggi godono della libertà per la quale hanno combattuto, rendo onore e profonda stima.” Così il Papa con voce commossa rivolto ai suoi connazionali nei saluti dopo l’Angelus, ricordando “quello slancio patriottico verso la libertà”, ovvero l’insurrezione di Varsavia e Cracovia contro i nazisti, il primo agosto del 1944, che Giovanni Paolo II sottolinea “ho vissuto… con una forte tensione spirituale e con la preghiera”. “Insieme con tutti i Polacchi – ha detto - inchino il capo e rendo onore agli eroi della capitale Varsavia che hanno intrapreso la lotta contro l’occupante per la libertà e la sovranità della Patria.”

Prima della preghiera mariana, il Santo Padre, si è soffermato sull’odierna liturgia domenicale, laddove Gesù ci insegna “quale sia la vera ricchezza: non quella costituita dai beni materiali, ma quella spirituale che consiste nel riconoscere il primato di Dio sulla nostra vita lasciandoci condurre, per ogni scelta quotidiana, dal suo Vangelo.

 

“Alla folla che lo segue Gesù spiega che è stolto ‘chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio’.”

 

E “testimone ed eloquente esempio di questa ‘ricchezza’ spirituale è Maria, che si definisce ‘serva’ del Signore, e si abbandona  totalmente alla volontà divina.” Dunque che “sia la Vergine Santa – ha invocato Giovanni Paolo II - a guidarci sul sentiero arduo ma liberante della santità cristiana, sorgente di pace e di gioia interiore.”

 

“Domanderò questa grazia per tutti i credenti nel mio pellegrinaggio a Lourdes, dove mi recherò il 14 e 15 agosto, e poi a Loreto, dove sarò il 5 settembre

 

A Loreto il Papa si unirà al pellegrinaggio nazionale dell'Azione Cattolica Italiana, a cui ha aderito anche il Centro Sportivo Italiano. In questa occasione beatificherà tre membri dell’Azione Cattolica: il medico e poi sacerdote spagnolo Pedro Tarrés y Claret, e i giovani italiani Alberto Marvelli e Pina Suriano.

 

Nel dopo Angelus, tanti i saluti ai fedeli di tutto il mondo riuniti nel cortile del Palazzo apostolico, tra questi uno speciale indirizzo è andato al Corpo della Guardia Svizzera nella odierna festa nazionale di questo “nobile Paese”, che il Santo Padre ha visitato nel giugno scorso.

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NOMINA DI INVIATO SPECIALE DEL SANTO PADRE

 

Il Santo Padre ha nominato il cardinale Silvano Piovanelli, Arcivescovo emerito di Firenze, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni del 17° centenario del martirio di San Benedetto, che avranno luogo nella Cattedrale di San Benedetto del Tronto il 13 ottobre 2004, in memoria del giorno della sua morte avvenuta nel 304. Soldato romano – secondo la tradizione – originario di Cupra, di nobile famiglia, Benedetto aveva abbracciato ancora molto giovane la fede cristiana e per questo fu perseguitato dal governatore di Grifo e martirizzato per  non avere rinunciato a Cristo.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

1 Agosto 2004

 

 

 

LA RIVOLTA POLACCA A VARSAVIA DI 60 ANNI FA,

NELLA RICOSTRUZIONE STORICA DEL LIBRO

“VARSAVIA ’44 – RACCONTI DI UNA INSURREZIONE”

- Intervista con Elisabeth Sledziewski -

 

Proprio 60 anni fa Varsavia insorgeva contro i nazisti. Oltre 200 mila civili persero la vita durante 63 giorni di combattimenti e la città fu quasi completamente distrutta per ordine di Hitler. Alla cerimonia organizzata stamani nella capiale polacca per commemorare questa dolorosa pagina della Seconda guerra mondiale hanno partecipato, oltre al premier polacco Marek Belka, anche il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ed il segretario di Stato americano, Colin Powell. Ascoltiamo al microfono di Romilda Ferrauto la ricostruzione storica di quei drammatici momenti da parte di Elisabeth Sledziewski, docente di scienze politiche a Rennes e a Strasburgo ed autrice del libro “Varsavia ’44 – racconti di una insurrezione”.

 

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R. - J’AI ENTREPRIS CE TRAVAIL ...

Ho intrapreso questo lavoro basandomi essenzialmente su esperienze familiari. Mio padre aveva combattuto durante l’insurrezione. Ho voluto affrontare l’argomento in una prospettiva di memoria perché mi sembra che quegli eventi non siano molto ben conosciuti. La maggior parte della gente confonde infatti l’insurrezione di Varsavia del 1944, con l’insurrezione del ghetto nell’aprile del 1943.

 

D. - C’è chi preferisce parlare di battaglia piuttosto che di insurrezione ...

 

R. – A PROPREMENT PARLER ....

Per l’esattezza, si è trattato di una battaglia, nel senso che è stata una vera operazione militare lanciata da un esercito costituito, una forza armata in Polonia del governo polacco in esilio a Londra. L’obiettivo strategico era la riconquista di Varsavia proprio nel momento in cui stavano per arrivare i sovietici, i quali avevano sfondato sul fronte orientale. La parola insurrezione, tuttavia, è stata conservata perché quella fu anche la rivolta di tutto un popolo.

 

D. – Politicamente, questa insurrezione era rivolta anche contro l’Unione Sovieti-ca di Stalin?

 

R. – ABSOLUMENT...

Certamente. Direi che l’intenzione era in buona parte quella di contrastare un nuovo invasore. I polacchi sanno, anzi presagiscono che cosa li attende. Più che gli attuali invasori, essi dovranno temere l’oppressione dei vicini russi.

 

D. – Gli insorti contavano sui sovietici che non si mossero. Varsavia capitolerà agli inizi di ottobre. Forse l’insurrezione fu inutile?

 

R. - BIEN SUR  SUR ...

Certamente si è trattato di un evento catastrofico. Tuttavia, la Polonia diede testimonianza della propria esistenza, della sua capacità di dire “no”. E’ stato un qualcosa che ha contato nella storia del Paese. Ne abbiamo visto la continuità con Solidarnosc, il quale sotto il regime comunista ha voluto dimostrare che la Polonia era sempre viva.

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A LORETO SI E’ CONCLUSO IL MEETING INTERNAZIONALE SULLE MIGRAZIONI

- Intervista al cardinale Stephen Fumio Hamao –

 

Il VII Meeting internazionale sulle migrazioni, promosso dai missionari e laici Scalabriniani a Loreto, ha chiuso i lavori nella tarda mattinata con la concelebrazione, nella Basilica della Santa Casa, presieduta dal cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontifico Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Con lui, l’arcivescovo prelato di Loreto, Angelo Comastri, numerosi padri Scalabriniani e altri sacerdoti. Qualche cifra: 126 quest’anno i volontari impegnati nello svolgimento, nove spettacoli per un totale di 73 artisti e 25 tecnici, 35 i relatori, 50 i Comunicati Stampa, 21 gli Enti patrocinatori e 12 gli sponsor dell’iniziativa, quest’anno incentrata sul tema ‘Migranti, cittadini della nuova Europea: mobilità e diritti’. Al  cardinale Stephen Fumio Hamao Giovanni Peduto ha chiesto un parere sulla reale situazione dei migranti, a seguito dell’allargamento dell’Europa:

 

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D. - Qual è, a suo parere, la reale situazione, per i migranti, a seguito dell’allargamento dell’Europa?

 

R. – Temo che il recente allargamento dell’Europa possa penalizzare, ancora una volta, i migranti. Tale allargamento si propone, certo, di ampliare i diritti di cittadinanza, di riaffermare la lotta alla povertà e all’emarginazione e difendere i diritti degli immigrati, ma almeno in un primo momento, potranno circolare solo le merci e i capitali, ma non le persone. Polacchi, ungheresi, slovacchi, ecc. non potranno liberamente muoversi alla ricerca di un lavoro nei Paesi della storica Unione Europea, i quali attueranno un blocco di due anni - peraltro prorogabili – perché, essi affermano “il flusso di immigrati rischia di creare una turbativa reale al mercato del lavoro”. I migranti, dunque, rischiano di ritrovarsi succubi dei dettati economici anche in questa occasione storica.

 

D. – Cosa è urgente fare, eminenza, per i migranti e i richiedenti asilo in Europa?

 

R. – Per i migranti, mi pare importante richiamare l’esigenza di non regolare l’ingresso e il soggiorno di lavoratori stranieri secondo criteri esclusivamente economistici, escludendo considerazioni di più ampio respiro umanitario e solidaristico. Tali criteri comprometterebbero la possibilità del ricongiungimento familiare e il processo d’integrazione, e non avrebbe alcun senso parlare di un “progetto migratorio” e tanto meno di un diritto di migrazione, su cui insistono i documenti ufficiali della Chiesa. Per i rifugiati invece è urgente che il Consiglio europeo rispetti i termini stabiliti dai Consigli europei di Tampere, Laeken, Siviglia e Salonicco per l’adozione delle norme minime comuni europee intese a concedere, o ritirare, lo status di rifugiato, e precisare le relative procedure che gli Stati membri devono applicare a tale scopo.

 

D. – E’ ben noto l’impegno della Chiesa a favore dei migranti …

 

R. – Sarebbe troppo lungo enumerare le iniziative che le varie Conferenze episcopali organizzano nelle varie Nazioni in Europa. Desidero semplicemente ricordare, qui, la costituzione di un’apposita Commissione per l’emigrazione in seno al CCEE (consiglio delle Conferenze Episcopali Europee), che ha ribadito, ultimamente, i nodi principali dell’attuale fenomeno immigratorio in Europa: l’immigrazione femminile (in particolare la tratta delle donne e dei bambini), il ricongiungimento familiare, l’immigrazione illegale. Quest’ultimo problema, in particolare, è una grande sfida per la pastorale: le persone senza permesso di soggiorno, infatti, vivono in una costante ansia (davanti alla polizia). La loro fiducia è tutta riposta in una sola istituzione: la Chiesa, la quale è chiamata, accanto alla sua azione pastorale e caritativa, a sensibilizzare e stimolare le autorità costituite, perché s’impegnino per la legalizzazione di questi immigrati.

 

D. – Notevole è l’afflusso di musulmani in Europa: sul piano socio-religioso quali problemi emergono?

 

R. – Generalmente si tratta di un impatto traumatico tanto sono diverse le due culture. I punti nodali, a mio parere, sono i matrimoni tra le due parti (il punto non è il matrimonio misto, ma la libertà individuale che comporta la libertà di credo) e, soprattutto, il rapporto dei musulmani con i cristiani d’Europa, in un momento così cruciale per il mondo, sotto l’incubo del terrorismo. La guerra, sappiamo, fa male a tutti, musulmani e cristiani. C’è un grande dibattito a livello della gente comune come degli esperti, per rispondere a precise domande: cosa significa essere musulmani nel mondo di oggi? Cosa significa l’Islam come religione? Come attuare l’incontro tra musulmani e cristiani? Sono le stesse domanda che si pone la Chiesa. Le risposte vanno ricercate insieme, nel dialogo.

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ATTESA AD ASSISI PER LA FESTA DEL PERDONO 2004:

STAMANE, NELLA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI, SOLENNE MESSA VIGILARE,

PRESIEDUTA DAL MINISTRO GENERALE DEI FRATI MINORI

 

 

“Voglio mandarvi tutti in Paradiso”: il 2 agosto del 1216 con queste parole di gioia Francesco d’Assisi comunicava a tutti gli uomini accorsi ad ascoltarlo alla Porziuncola la concessione dell’indulgenza del Perdono da parte di Papa Onorio III. Una tradizione che  si è conservata fino ai nostri giorni e che si rinnova anche quest’anno nella Basilica di santa Maria  degli Angeli, dove stamane, nella vigilia della ricorrenza, si è svolta una celebrazione eucaristica presieduta dal ministro generale dei Frati Minori, p. Josè Rodriguez Carballo, Legato pontificio per la Porziuncola. Poi stasera vi sarà la recita dei primi Vespri della solennità, presieduta dal vescovo di Assisi, mons. Sergio Goretti. Domani Festa del Perdono, in programma alle ore 11 la Santa Messa nella Basilica cittadina, presieduta dall’arcivescovo Franc Rodé, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, Quindi è atteso l’arrivo della XXIV Marcia francescana, sul tema “Amare come…”. Poi vi sarà la recita dei secondi Vespri. Infine in serata la rappresentazione del musical “Chiara di Dio” di Carlo Tedeschi, nella piazza antistante la Basilica. Sul significato della Perdonanza sentiamo il servizio è di Paolo Ondarza. 

 

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(musica)

 

         “Permettere a tutti di andare incontro alla morte con la certezza del Paradiso”. Fu uno dei più vivi desideri di Francesco, non pago di ricondurre gli uomini al Signore e di aiutarli a vivere in virtù e letizia. “Che tu conceda perdono interno, remissione completa di tutte le colpe, a quelli che - pentiti e confessati - verranno a visitare questa Chiesa”. Rispose il Signore: “Francesco, tu chiedi molto ma di maggiori cose sei degno e maggiori ne avrai”.

 

         Accolta da Papa Onorio III la richiesta fu legata per sempre al 2 di agosto, ad iniziare dai Vespri del giorno precedente. La parola a Vittorio Viola, padre guardiano del Convento della Porziuncola in Assisi:

 

R. - Questo luogo è stato il luogo dove Francesco ha incontrato davvero Dio e qui Francesco, come sempre, ci stupisce perché non chiede qualcosa per sé o per i suoi frati. E’ come se Francesco, in quel momento, pensasse piuttosto a noi, chiedendo una cosa grande, quasi una anticipazione del Giubileo del Trecento, il pieno perdono dei peccati. Questo voleva in fondo dire che chiunque viene in questo luogo possa fare l’esperienza che io ho fatto. Perché Francesco diceva che qui aveva avuto la certezza di essere stato perdonato da Dio.

 

D. – Nella vostra esperienza di custodi della Porziuncola avrete sicuramente visto tante storie di conversione...

 

R. – Spesso torna nella testimonianza di molti fratelli e di molte sorelle il racconto del loro entrare in Basilica e del sentirsi come non capaci di stare dentro la Porziuncola, quasi come fossero impossibilitati ad entrare dentro la Porziuncola. Cosa, questa, che riescono a fare soltanto dopo la confessione che magari arriva dopo anni di lontananza da Dio. La Misericordia di Dio – questo è chiaro – è ciò che viene prima di tutto, prima di qualsiasi nostro modo per poter attingere a questa Misericordia. Tutto ciò che viene chiesto per poter attingere alla grazia del perdono è tutt’altro che vuoto ritualismo, ma è segnato da un contenuto profondo che per primo Francesco ha vissuto qui alla Porziuncola.

 

         Per la preghiera di un uomo riconciliato con se stesso, con Dio, con il creato e per l’intercessione della Vergine, milioni di uomini - ancora oggi -attingono al perdono salvifico di Cristo.

 

(musica)

 

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COMPIE 30 ANNI IL CIAM, CENTRO INTERNAZIONALE DI ANIMAZIONE MISSIONARIA

CHE RILANCIA LE PAROLE DI GIOVANNI PAOLO II: OCCORRE RINNOVARE

 L’ARDORE DELLA SANTITA’ PER ANNUNCIARE AL MONDO LA NOVITA’ DEL VANGELO

- Intervista con padre Romeo Ballan -

 

Il CIAM, Centro Internazionale di Animazione Missionaria, compie 30 anni di attività. Fondato nel 1974 dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, allora Propaganda Fide, è stato diretto per 27 anni da mons. Juan Esquerda Bifet. Sulle finalità principali del CIAM e le attività proposte dal Centro durante questi 30 anni, Roberta Moretti ha intervistato l’attuale direttore, padre Romeo Ballan:

 

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R. – Il CIAM è stato creato allo scopo di favorire soprattutto il rinnovamento interiore degli operatori della missione e cioè, rifacendosi alla parola del Santo Padre nell’Enciclica Redemptoris Missio, è importante certamente rinnovare i metodi dell’evangelizzazione, è importante approfondire i fondamenti biblici e teologici della missione, però è ancor più importante - dice il Papa - rinnovare l’ardore della santità negli operatori della missione. Senza missionari rinnovati non si potrà rilanciare il servizio missionario nel mondo. A questo fine, il CIAM organizza diverse attività, tra cui corsi di esercizi spirituali per il rinnovamento di religiosi, religiose e laici che vengono in questo Centro proprio per fare una rilettura della loro vita e ricominciare le attività che sono loro assegnate.

 

D. – Padre Ballan, lei ha definito il CIAM “una grande famiglia missionaria senza frontiere”. Cosa significa concretamente?

 

R. – Significa che questo Centro internazionale è aperto ad ogni tipo di gruppo: difatti noi abbiamo con molta frequenza nel nostro Centro gruppi che vengono da ogni parte del mondo. In quanto alle persone che sono passate attraverso il Centro in questi 30 anni, certamente possiamo contare decine di migliaia di persone. Credo che l’obiettivo fondamentale, quello di offrire un servizio per il rinnovamento dei missionari, sia stato abbondantemente ottenuto grazie allo Spirito Santo che ci ha guidato in questo lavoro.

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CHIESA E SOCIETA’

1 Agosto 2004

 

                                                                                                            

“ESEMPIO DI ARMONIA DI VITA” COSI’ IL PREPOSITO GENERALE DEI GESUITI, PADRE PETER-HANS KOLVENBACH, HA RICORDATO NELLA SUA OMELIA SANT’IGNAZIO DI LOYOLA, DI CUI IERI SI CELEBRAVA LA FESTA

 

ROMA.= Nella Chiesa romana di Gesù, ieri, si è svolta la celebrazione eucaristica in onore di Sant’Ignazio di Loyola, presieduta da padre Peter-Hans Kovelnbach, preposito generale dei Gesuiti. “Un’armonia di vita che colpisce - ha detto padre Kovelbach - una vita d’altra parte piena di sorprese e di agitazione. Era un gran lavoratore ne è testimone la sua enorme corrispondenza”. Alla morte, avvenuta il 31 luglio del 1556, la  Compagnia di Gesù, da lui fondata, già contava, in soli 16 anni di esistenza, 11 province religiose con un migliaio di Gesuiti distribuiti in 70 case. Sant’Ignazio fu instancabile, promosse la catechesi, l’apostolato missionario e la sua esperienza spirituale, abbracciata dopo aver lasciato il servizio militare, è espressa negli esercizi spirituali, da lui composti nel 1523 a Manresa. “Ma dov’è il segreto di quest’armonia tra un’attività sconcertante e una vita di profonda preghiera - ha chiesto Padre Kolvenbach -  Ignazio non ha mai pensato che lavorare sia automaticamente pregare- ha risposto il preposito - ma nella preghiera Ignazio riceve il lavoro che Dio gli affida da compiere come un inviato, un apostolo. Non basta e lui lo sapeva - ha proseguito il padre - fare l’opera di Dio, ma occorre lavorare nel modo pasquale come il Signore l’ha reso visibile in mezzo a noi per mezzo del suo amore e del suo perdono. E quest’armonia di preghiera e di lavoro, vissuta in Dio - è stata la conclusione di padre Kolvenbach - Sant’Ignazio ci invita a viverla nella preghiera eucaristica”.  (B.C.)

 

 

LE CHIESE D’ORIENTE  INIZIANO OGGI L’UFFICIO MARIANO DELLA PARACLISIS, RITO ANTICO DI SUPPLICE INVOCAZIONE ALLA MADRE DI DIO. QUINDICI GIORNI DEDICATI ALLA PREGHIERA  E AL DIGIUNO

 

ROMA. = Quindici giorni di digiuno preparano i monaci e i fedeli delle Chiese Orientali alla solennità dell’Assunta. In questo periodo, tutti i monasteri e le chiese dell’ecumene bizantina celebrano la solennità rituale dell’Ufficio Mariano della Paraclisis, il rito cioè di supplice invocazione alla Madonna, che il Papa ha arricchito con indulgenza plenaria. Tutto il mese di agosto è dedicato alla Madre di Dio nelle Chiese d’Oriente, ma la cosiddetta “quindicina dell’Assunta” diventa un  momento di intensa partecipazione per i fedeli. Anche a Roma, nella Basilica di Santa Maria in via Lata, viene celebrata da trentanni la Paraclisis, con le preghiere, i canti bizantini tradotti in lingua italiana. Ogni sera, si ripeterà il rituale con l’intenzione di implorare dalla Vergine l’unità delle Chiese, la benedizione divina sulle famiglie e su ogni creatura. Culmine delle celebrazioni la veglia del 14 agosto a Santa Maria Maggiore. (B.C.)

 

 

 

LE CHIESE CRISTIANE DELLO SRI LANKA SI MOBILITANO CONTRO

LA NUOVA LEGGE ANTICONVERSIONE ALL’ESAME DEL PARLAMENTO

 

 

COLOMBO.= Sono due i testi in discussione: uno di origine parlamentare, l’altro governativo. Entrambi trattano della nuova legge anti-conversione in discussione nel Parlamento dello Sri Lanka. La norma renderebbe penalmente perseguibili tutte le conversioni ottenute con la forza, il plagio e l’inganno. Le associazioni cristiane vedono nella nuova legge la possibile compromissione della libertà religiosa e la ritengono frutto di una campagna anti-cristiana portata avanti da alcuni gruppi buddisti. In realtà, quest’ultimi criticano aspramente le sette, condannate peraltro dalla Chiesa, che condurrebbero - per i buddisti - a “conversioni non etiche”, minacciando così l’identità religiosa del Paese. In merito è giunto l’intervento di mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, che in una lettera ha condannato ancora una volta l’aggressivo proselitismo di queste sette. Nella missiva si legge: “ E’ essenziale che non perdiamo l’amicizia dei buddisti e degli indù di buona volontà, che sono la maggioranza, facendo cose - ha aggiunto mons. Gomis - che possano urtare la loro sensibilità religiosa”. Il presule ha poi invitato i fedeli a pregare per la bocciatura del provvedimento e a firmare petizioni contro di esso. (L. Z.)

 

 

SONO UN MILIONE I BAMBINI VENDUTI IN TUTTO IL MONDO. UN’EMERGENZA CHE NON ACCENNA A DIMINUIRE:  SOLO IERI, A PORDENONE, GLI INQUIRENTI HANNO SCOPERTO UN VASTO TRAFFICO INTERNAZIONALE DI MINORI, TRA L’ITALIA E LA BULGARIA,

COMPRATI APPENA NATI

 

ROMA.= La cronaca riporta in primo piano l’emergenza minori. Ieri gli arresti dei componenti di una banda che vendevano bambini a coppie italiane. La tariffa andava dai 5 mila ai 17 mila euro. Protagoniste donne bulgare, sfruttate e comprate, che partorivano in un ospedale milanese. Nel paese dell’Est, è da un anno che esiste una Legge sull’adozione dei bambini da parte di stranieri, ma è una norma che scricchiola e la criminalità inevitabilmente ne approfitta. In Bulgaria, sono più di 30 mila i bambini abbandonati ogni anno e 2.128 i casi di abusi sui minori. Le cifre si inseriscono in un ampio quadro di sfruttamento che coinvolge tutti i Paesi del mondo. L’agenzia Fides aveva presentato  più di 6 mesi fa un dossier che riportava i dati del rapporto Unicef «Stop the traffic». I nuovi schiavi, rivela l’inchiesta,  sono i bambini, sfruttati sul lavoro, ne risultano 211 milioni, ma anche abusati sessualmente e l’emergenza in questo caso riguarda soprattutto i Paesi orientali. Sulla compravendita dei bambini emerge poi che il traffico illegale di minori porta  un giro d’affari da 1,2 miliardi di dollari l’anno. Cifre terribili alle quali bisogna aggiungere quella dei bambini-soldato, 300 mila minori di 18 anni coinvolti nei conflitti e i due milioni di bambini morti in guerra, negli ultimi dieci anni, a cui si sommano i 6 milioni rimasti invalidi. (B.C.)

 

 

 

L’EPOPEA DEI TRANSATLANTICI NEL NUOVO MUSEO DEL MARE DI GENOVA.

 UNA MOSTRA PENSATA PER RICOSTRUIRE IL MONDO DELLA NAVIGAZIONE EUROPEA 

E CELEBRARE UNA LUNGA STAGIONE SUL MARE

 

-         A cura di Dino Frambati –

 

GENOVA.= Al via da ieri fino al prossimo gennaio a Genova la mostra “Transatlantici. Scenari e sogni di mare”. Un modo inedito di affrontare e il tema della navigazione dei transatlantici in chiave europea, trattando la storia delle grandi navi in modo unitario attraverso il contributo dei Musei marittimi di Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti, oltre all’Italia.  La mostra è stata allestita presso il nuovo Galata-Museo del mare, una struttura con oltre 500 anni di vita del porto di Genova, recuperata e ristrutturata, ma dove permangono le grandi pietre originali dell’edificio, la più antica costruzione della darsena, nei secoli punto di attracco, ma anche deposito di merci. Ad accogliere ed incantare il visitatore è soprattutto la fedele riproduzione della galea San Francesco, datata 1622, antico veliero da 40 metri simbolo di collegamenti tra i popoli, mezzo per secoli unico nel permettere lo scambio di merci. Nei 10 mila metri ed oltre del Galata ci sono inoltre grandi quadri del porto di Genova, tra il 1400 e il secolo successivo, il mondo di Cristoforo Colombo, di Andrea Doria; e globi, mappamondi, bussole ed altri strumenti di bordo quali barometri, orologi con possibilità di vivere, attraverso strumenti multimediali, un naufragio a Capo Horn, come se si fosse a bordo di una baleniera armata a lancia di salvataggio, per finire ai plastici vascelli settecenteschi e di una baleniera di metà ottocento. Per finire all’ultimo piano troviamo l’apoteosi della mostra dei modelli dei grandi transatlantici che hanno solcato i mari nel secolo scorso.

 

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

1 Agosto 2004

 

 

Alla vigilia del 14.mo anniversario dell’invasione del Kuwait da parte delle forze irachene inviate da Saddam Hussein, avvenuta il 2 agosto del 1990, l’Iraq è stato colpito da una ennesima ondata di violenze. Il nostro servizio:

 

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Dieci iracheni sono deceduti questa notte, nella città sunnita di Falluja, in seguito ad un ennesimo bombardamento aereo americano e ai combattimenti scoppiati tra forze statunitensi e guerriglieri. Le violenze sono proseguite anche questa mattina quando l’esplosione di una bomba a Mosul, davanti ad un commissariato di polizia, ha provocato la morte di almeno 5 persone. E due iracheni sono inoltre rimasti uccisi per la deflagrazione di un ordigno avvenuta a Baghdad al passaggio di un convoglio militare americano. Al dramma delle violenze si deve aggiungere anche quello dei sequestri: un gruppo legato al leader di al Qaeda in Iraq, Abu Musab al-Zarqawi, ha rivelato oggi di aver liberato un bambino di 11 anni tenuto in ostaggio da una banda criminale diretta da un ufficiale di polizia. Gli uomini del terrorista giordano hanno mostrato ai giornalisti il bambino, rapito il 25 luglio a Duluiya, 75 chilometri a nord di Baghdad, e il capobanda, che aveva chiesto un riscatto. E guerriglieri hanno sequestrato due autisti turchi minacciando, in un video trasmesso ieri dalla TV araba al Jazeera, di decapitarli se la compagnia di Ankara per la quale lavoravano non lascerà il Paese arabo. L’impresa turca ha negato però che i due ostaggi siano suoi dipendenti. E ieri sono stati rapiti, secondo quanto riferito stamani da fonti del ministero degli Esteri di Beirut, anche due uomini di affari libanesi. E’ infine salito a 7000 il numero di detenuti liberati dagli americani da gennaio ad oggi dopo il rilascio, questa mattina, di altri 128 prigionieri dal carcere di Abu Ghraib.

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●Restiamo in Medio Oriente: il parlamentare palestinese, Hassan Khreisheh, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta da parte del procuratore generale dell’Anp sulla presunta vendita di cemento da parte di imprese palestinesi a ditte israeliane, destinato alla costruzione del Muro in Cisgiordania. Si dovrà accertare se ministri dell’Anp abbiano autorizzato l'operazione commerciale con Israele, facendo vendere ben 420.000 tonnellate di cemento. Khreisheh ha anche riferito di aver ricevuto minacce di morte.

 

Una forte esplosione ha sconvolto poco fa un centro commerciale di Praga. Secondo l’Agenzia ceca Ctk, almeno 16 persone sono rimaste ferite in seguito alla deflagrazione. Secondo le prime ricostruzione a provocare l’esplosione sarebbe stata una granata lanciata contro un’ automobile parcheggiata nei pressi del centro. Secondo la polizia ceca si tratta di un’azione di cirminalità comune e non di un’azione terroristica.

 

●Scatta nuovamente l’allarme terrorismo a New York: secondo fonti d’intelligence, i terroristi di Al Qaeda potrebbero prepararsi ad attaccare le sedi di grandi istituzioni della città già drammaticamente colpita l’11 settembre 2001. La polizia - rende noto il quotidiano statunitense “New York Times” - ha predisposto ulteriori misure di sicurezza e ha messo in allarme tutti gli uffici della sicurezza degli edifici che potrebbero essere obiettivi di nuovi attacchi.

 

●I 147 Paesi membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) hanno raggiunto questa notte, a Ginevra, un accordo per rilanciare i negoziati sulla liberalizzazione degli scambi internazionali. Su questa intesa, che permetterà ai produttori agricoli degli Stati in via di sviluppo di rafforzare la loro competitività con quelli dei Paesi ricchi, ascoltiamo al microfono di Debora Donnini il professore di economia alla Cattolica di Milano e preside della facoltà di Scienze politiche, Alberto Quadrio Curzio:

 

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R. – E’ molto importante sotto due profili: un profilo economico e un profilo politico. Dal punto di vista economico si tratta di consentire ai Paesi in via di sviluppo di esportare i propri prodotti agricoli senza che agli stessi siano frapposte barriere protezionistiche che molti Stati sviluppati utilizzano per incentivare le loro attività agricole nazionali. Questo darebbe ai Paesi in via di sviluppo la possibilità di avviare un autentico processo di sviluppo. Per quanto riguarda il profilo politico, significa mostrare in concreto come i Paesi sviluppati sostengano quelli sottosviluppati non solo attraverso forme specifiche come gli aiuti, ma soprattutto consentendo loro di puntare ad uno sviluppo economico autonomo.

 

D. – Tra l’altro, è stato raggiunto un accordo sul cotone tra Stati Uniti e alcuni Paesi africani per lo smantellamento di sussidi statunitensi ai produttori di cotone...

 

R. – Il caso del cotone è particolarmente significativo per alcuni Paesi africani ma anche per diversi Paesi asiatici. Il cotone, infatti, è uno dei prodotti più standardizzati che possono essere facilmente esportati senza dover sottostare a dei controlli di qualità, che le condizioni sanitarie internazionali comunque richiedono.

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●E’ arrivata stamani in Grecia la speciale unità della Nato che dovrà proteggere le Olimpiadi da eventuali attacchi chimici e biologici. La Forza multinazionale dell’Alleanza Atlantica è composta da 200 militari provenienti in gran parte dalla Repubblica Ceca. In Grecia, intanto, crescono i timori in seguito a continui allarmi bomba. La polizia - ha spiegato un portavoce del ministero degli Interni - riceve una media di quattro minacce al giorno. “Finora - ha aggiunto il portavoce - si è trattato sempre di falsi allarmi, ma ogni minaccia deve essere presa sul serio, soprattutto quando si tratta di traghetti con a bordo migliaia di persone”.

 

●Dopo il rimpatrio in Francia, quattro cittadini francesi - che lunedì scorso hanno lasciato la base americana di Guantanamo, dove sono stati detenuti per oltre due anni e mezzo senza formale incriminazione - sono stati arrestati questa notte dalla polizia francese con l’accusa di appartenere ad un’organizzazione terroristica.

 

●In Portogallo è stato domato, questa notte, il vasto incendio divampato ieri nel terminale petrolifero di Leixoes, nel nord del Paese. Per precauzione sono stati sgomberati lunghi tratti di spiaggia: le fiamme, causate da un’esplosione di cui ancora si ignorano le cause, avevano coinvolto oltre un chilometro. Nel lavoro di spegnimento almeno 32 persone, tra i quali vigili del fuoco ed operatori sanitari, sono stati intossicati dal fumo.

 

●Una commissione indipendente rwandese intende avviare un’inchiesta sull’implicazione della Francia nel genocidio perpetrato in Rwanda nel 1994 e costato la vita ad almeno 800 mila persone. Lo ha rivelato oggi l’Agenzia ‘France Presse’.

 

●Due magazzini utilizzati dal Programma alimentare mondiale dell’Onu e pieni di copie del nuovo manuale scolastico afghano preparato dagli americani, sono stati incendiati nella città di Kandahar, nel sudest dell’Afghanistan.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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