RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 273 - Testo della Trasmissione martedì 30 settembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Con le canonizzazioni che il Papa compirà domenica prossima, la Chiesa addita ai fedeli tre nuovi santi che hanno dedicato la vita all’annuncio del Vangelo fino ai confini della terra. Dopo il vescovo Daniele Comboni, presentiamo i sacerdoti Verbiti Arnold Janssen e Josef Freinademetz.

 

Ribadito dalla Santa Sede all’Onu il no alla clonazione riproduttiva umana. Sì alla ricerca nel campo delle cellule staminali adulte.

 

Il 13.mo Colloquio internazionale di Mariologia inaugurato dall’arcivescovo Renato Martino a Siracusa, nel cinquantenario della prodigiosa lacrimazione dell’effige mariana.

 

Sulle orme di Giovanni Paolo II nel Caucaso, la visita dell’arcivescovo Jean Louis Tauran in Georgia, Armenia e Azerbaijan.

 

Adottato dalla Sala Stampa della Santa Sede un nuovo sistema per la diffusione istantanea dell’informazione vaticana in tutto il mondo.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Europa, Nazioni Unite, Italia, le sfide pastorali per la comunità ecclesiale nel documento conclusivo della Cei. Con noi, il segretario generale Giuseppe Betori.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Chiesa in Taiwan si informatizza e la tecnologia diventa nelle parrocchie uno strumento al servizio dell’apostolato.

 

L’Afghanistan diventa una Repubblica islamica moderata: nella bozza di Costituzione, nessun accenno alla sharìa e via libera all’uguaglianza delle donne.

 

 “Uno sforzo forte per assicurare la salvezza dei bambini e dei giovani affidati alle nostre cure”: con queste parole l’arcivescovo di Chicago, il cardinal Francis George, ha presentato il programma di prevenzione contro gli abusi sessuali subiti dai minori.

 

In Etiopia livelli alti di malnutrizione affliggono larga parte della popolazione nonostante le campagne promosse dalle Organizzazioni non governative.

 

Si chiama “zanzariera antiparassitaria a lunga durata” l’ultimo ritrovato contro la malaria che potrebbe salvare molte persone, soprattutto bambini, che muoiono ogni giorno a causa della malattia.

 

24 ORE NEL MONDO:

Giornata decisiva giovedì per gli ispettori dell’Aiea circa la verifica del programma nucleare iraniano.

 

Si riaccende la violenza in Afghanistan: morto un soldato americano e due combattenti.

 

In Medio Oriente proseguono le tensioni mentre il primo ministro palestinese Abu Ala si appresta ad annunciare la composizione del suo governo.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

30 settembre  2003

 

 

ASSIEME A DANIELE COMBONI, DOMENICA PROSSIMA SARANNO PROCLAMATI SANTI

IL FONDATORE DEI MISSIONARI VERBITI, ARNOLDO JANSSEN,

 E UNO DEI SUOI PRIMI FIGLI SPIRITUALI, GIUSEPPE FREINADEMETZ

- A cura di Giovanni Peduto -

 

In prossimità della Giornata missionaria mondiale la Chiesa addita ai fedeli tre nuovi Santi che hanno dedicato la propria vita all’annuncio del Vangelo della salvezza fino agli estremi confini della terra. Ieri abbiamo parlato di Daniele Comboni, fondatore dei Missionari Comboniani. Così si esprime l’arcivescovo Piero Marini, maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, annunciando stamani in una nota la Cappella Papale con cui Giovanni Paolo II canonizzerà tre Beati, domenica prossima in Piazza San Pietro. Oggi appuntiamo l’attenzione su Arnoldo Janssen, fondatore dei Missionari Verbiti e su uno dei suoi primi figli spirituali, Giuseppe Freinademetz, missionario in Cina.

 

Parliamo anzitutto di Arnoldo Janssen. Nacque il 5 novembre del 1837 a Goch, una piccola città della Bassa Renania (Germania). Secondo di dieci fratelli, imparò dal padre ad essere uomo di profonda religiosità. Ordinato sacerdote nel 1861 per la diocesi di Münster, decise di dedicare la sua vita ad accrescere nella Chiesa tedesca la coscienza della propria responsabilità missionaria. Erano quelli tempi difficili: Bismarck aveva dichiarato il “Kulturkampf” (lotta per la cultura), che implicava una serie di leggi anti-cattoliche, che portarono alla espulsione di sacerdoti e religiosi e addirittura la prigione per diversi vescovi. Poco a poco, e con la spinta del vicario apostolico di Hong Kong, Arnoldo scoprì che il Signore lo chiamava a fondare una Congregazione missionaria. Molti pensavano che lui non fosse la persona più indicata, o che i tempi non fossero ancora maturi. “Il Signore sfida la nostra fede a realizzare qualcosa di nuovo, proprio quando molte cose nella Chiesa stanno cambiando”, fu la risposta di Arnoldo.

 

Con l’appoggio di vari vescovi, l’8 settembre 1875, inaugurò quella che chiamò la Casa missionaria in Steyl, che diede inizio alla Congregazione dei Missionari Verbiti. Cosciente dell’importanza delle pubblicazioni per attirare vocazioni e raccogliere fondi, Arnoldo aprì una tipografia propria solo 4 mesi dopo aver inaugurato la Casa. Migliaia di laici generosi dedicarono tempo e sforzi per l’animazione missionaria nei Paesi di lingua tedesca.

 

Arnoldo Janssen volle associare anche le donne all’opera missionaria della Chiesa e così nel 1889 fondò la Congregazione delle Suore Missionarie Serve dello Spirito Santo. Accanto a queste due Congregazioni, che hanno scelto l’apostolato missionario nella sua forma attiva, nel 1896 fondò una Congregazione di suore di clausura alla quale diede il nome di “Serve dello Spirito Santo dell’Adorazione Perpetua”. Il loro servizio per la missione sarebbe stato quello di pregare giorno e notte per la Chiesa e specialmente per le altre due Congregazioni missionarie, mantenendo un servizio ininterrotto d’adorazione al Santissimo Sacramento.

 

Arnoldo morì il 15 gennaio 1909. La sua vita fu una permanente ricerca della volontà di Dio, di fiducia nella divina Provvidenza e di duro lavoro. Che la sua opera sia stata benedetta dal Signore lo testimonia lo stesso sviluppo: più di 6 mila missionari del Verbo Divino lavorano in 63 Paesi. Le missionarie Serve dello Spirito Santo sono più di 3.800, e più di 400 sono le Serve dello Spirito Santo dell’Adorazione Perpetua.

 

E ora la nostra attenzione si volge a Giuseppe Freinademetz: nacque il 15 aprile 1852 a Oies (Bolzano), un piccolo villaggio di cinque case nelle Alpi dolomitiche, in Alto Adige. Fu battezzato lo stesso giorno della nascita e dalla sua famiglia imparò una fede semplice, però allo stesso tempo forte. Già durante gli studi di teologia nel Seminario maggiore di Bressanone incominciò a pensare seriamente alla missione “tra gli stranieri” come possibilità per la sua vita. Ordinato sacerdote il 25 luglio del 1875, fu destinato alla comunità di San Martino di Badia, molto vicina alla sua casa natale, dove ben presto si guadagnò la stima e l’affetto della gente. In questo tempo però non abbandonò la sua inquietudine per la missione. Dopo soli due anni dalla sua ordinazione di mise in contatto con il padre Arnoldo Janssen, fondatore della Casa missionaria, che poco tempo dopo sarebbe diventata ufficialmente la “Società del Verbo Divino”.

 

Con il permesso del suo vescovo, Giuseppe nell’agosto del 1878 entrò nella Casa missionaria in Steyl. Il 2 marzo 1879 ricevette la croce missionaria e insieme ad un altro missionario verbita, il padre Giovanni Battista Anzer, partì per la Cina. Cinque settimane più tardi sbarcavano a Hong Kong dove rimasero per due anni preparandosi alla missione loro assegnata che si trovava nello Shantung meridionale, una provincia cinese con 12 milioni di abitanti e con soli 158 battezzati. Furono anni duri, segnati da viaggi lunghi e difficili, assalti di briganti e un lavoro arduo per formare le prime comunità cristiane. Giuseppe ben presto comprese l’importanza dei laici come catechisti per la prima evangelizzazione. Alla loro formazione dedicò molti sforzi e per loro preparò un manuale catechistico in lingua cinese. Allo stesso tempo si impegnò nella preparazione spirituale e nella formazione permanente dei sacerdoti cinesi e degli altri missionari.

 

Tutta la sua vita fu segnata dallo sforzo di farsi cinese tra i cinesi, tanto da scrivere ai suoi familiari: “Io amo la Cina e i cinesi; voglio morire in mezzo a loro, e tra loro essere sepolto”. Nel 1907 scoppiò un’epidemia di tifo. Giuseppe, come buon pastore, prestò la sua instancabile assistenza, fino a quando lui stesso si ammalò. Recatosi immediatamente a Taikia, sede della diocesi, vi morì il 28 gennaio 1908. Venne sepolto sotto la dodicesima stazione della Via Crucis e la sua tomba presto divenne punto di riferimento e pellegrinaggio dei cristiani. Freinademetz aveva saputo scoprire ed amare profondamente la grandezza della cultura del popolo al quale era stato inviato.

 

 

UDIENZE DI OGGI

 

Il Papa ha ricevuto in udienza questa mattina l’arcivescovo spagnolo Félix del Blanco Prieto, nunzio apostolico in Malta e in Libia.

 

Sempre stamani, il Santo Padre ha ricevuto altri quattro presuli della Conferenza episcopale delle Filippine, in visita “ad Limina”.

 

 

LA SANTA SEDE AUSPICA L’APPROVAZIONE DI UN ACCORDO INTERNAZIONALE

 COMPLESSIVO CONTRO LA CLONAZIONE UMANA: COSI’, L’ARCIVESCOVO CELESTINO MIGLIORE,

AL PALAZZO DI VETRO, DOVE IN QUESTI GIORNI SI DISCUTE SULLA

 MESSA AL BANDO DELLA CLONAZIONE RIPRODUTTIVA DI ESSERI UMANI

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

La Santa Sede ribadisce la sua ferma condanna nei confronti della clonazione riproduttiva umana, mentre auspica la ricerca nel campo delle cellule staminali adulte. E’ quanto affermato dall’arcivescovo Celestino Migliore - osservatore permanente della Santa Sede all’ufficio Onu di New York - nel discorso pronunciato ieri alla sessione del Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite sull’approvazione di una Convenzione internazionale contro la clonazione riproduttiva di esseri umani, riunita in questi giorni al Palazzo di Vetro. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La Santa Sede sostiene la ricerca sulle “cellule staminali adulte” quando questa sia perseguita “in modo tale da non offendere la dignità umana” e nel rispetto del principio del “consenso informato”. E’ quanto sottolineato da mons. Migliore che ha ribadito come la “clonazione di embrioni umani al fine di riprodurre cellule staminali per potenziale uso terapeutico non solo ha fallito nel dimostrare ogni tipo di previsione scientifica, ma ha anche sollevato serie questioni di carattere etico”. Il presule ha rammentato che la ricerca sulla clonazione di cellule staminali embrionali “richiede la produzione di milioni di embrioni umani con l’intenzione di distruggerli”. Distruzione, ha avvertito, che “si traduce in una deliberata soppressione di una vita umana innocente”, perché un embrione è “un individuo umano” che evolve “come un organismo autonomo verso il suo pieno sviluppo”. D’altro canto, proprio perché è necessario “favorire lo sviluppo delle scienze biologiche a beneficio di tutta l’umanità”, ha proseguito, la ricerca sulle cellule staminali “adulte” è un “via scientifica” dalle grandi speranze. Una “via morale e valida”, ha aggiunto, per il bene di tutti e non solo di alcuni essere umani. Ecco allora, ha esortato, che la comunità internazionale “deve dare un segnale vigoroso in tale direzione”.

 

L’osservatore vaticano si è, così, voluto soffermare sulla gravità dei problemi di carattere morale derivanti dalla clonazione riproduttiva umana. La ricerca sulle cellule embrionali, ha evidenziato, richiede un grande numero di ovociti e l’utilizzo del corpo della donna come loro “mera riserva”. Un fatto questo, ha detto, che “strumentalizza le donne, minandone la loro dignità”. Non solo, la massiccia richiesta di ovociti umani, ha rilevato, “inciderà in modo sproporzionato sui poveri e le donne emarginate” portando “ad un nuovo tipo di ingiustizia” e “discriminazione”. Di qui, l’arcivescovo Migliore ha ribadito come la Santa Sede sia convinta che solo una convenzione complessiva sulla clonazione umana, non solo su quella riproduttiva, possa essere capace di rispondere alle sfide future su questo tema. Situazioni che pongono gravi pericoli alla dignità umana, ha detto ancora, “possono essere affrontate con efficacia solo con accordi internazionali complessivi e non parziali”. Un accordo parziale potrebbe, infatti, “creare maggiori problemi”.

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La riunione in corso al Palazzo di Vetro rappresenta una tappa fondamentale negli sforzi per la messa al bando della clonazione umana, come spiega, da New York, Elena Molinari:

 

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E’ la messa al bando della clonazione di esseri umani lo scopo finale della Commissione di studio, che si è riunita ieri al Palazzo di Vetro dell’Onu. I lavori sono iniziati con l’elezione dei membri del gruppo, che verrà presieduto dal messicano Juan Manuel Gomez Robledo. E’ stato lo stesso Robledo ad invitare, in apertura dei lavori, la Commissione ad assumere la responsabilità politica di prendere una decisione chiara sull’argomento clonazione. L’iniziativa della creazione della Commissione era stata presa nel dicembre 2001 da Francia e Germania, che chiedevano alle Nazioni Unite di bandire chiaramente una pratica che già l’Onu aveva dichiarato amorale e preoccupante per le conseguenze sulla dignità umana. Ma la Commissione potrebbe limitarsi in questa sezione a dire semplicemente ‘no’ alla clonazione usata per scopi riproduttivi, lasciando ad un secondo tempo l’esame della cosiddetta clonazione a scopo terapeutico, vale a dire la clonazione di embrioni da utilizzare poi per l’estrazione di cellule staminali. Il dibattito è aperto e sino al 3 di ottobre si continuerà a studiare. Al termine dei lavori la Commissione dovrà presentare una risoluzione all’Assemblea generale, che verrà poi discussa il 20 di ottobre.

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“UN PIANTO CHE INTERPELLA TUTTI I FIGLI AFFINCHE’ SI IMPEGNINO

NELLA COSTRUZIONE DELLA CIVILTA’ DELL’AMORE E DELLA PACE”:

COSI’ IL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE,

CARDINALE DESIGNATO RENATO RAFFAELE MARTINO, DEFINISCE LE LACRIME DELLA MADONNA DI SIRACUSA,

INAUGURANDO NELLA CITTA’ SICILIANA IL XIII COLLOQUIO INTERNAZIONALE

 DI MARIOLOGIA IN OCCASIONE DEL CINQUANTENARIO DELL’EVENTO PRODIGIOSO

 

Presiedendo una solenne concelebrazione eucaristica e svolgendo la prolusione dal titolo: “Siracusa: il mistero di un pianto”, il presidente del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, cardinale designato Renato Raffaele Martino, ha inaugurato ieri sera nella città siciliana il XIII Colloquio internazionale di Mariologia sul tema: “Lacrime nel cuore della città”. All’omelia della Messa, celebrata nel santuario mariano dedicato all’evento miracoloso, il futuro porporato ha parlato della lacrimazione della Madonna come di “un pianto che interpella tutti i figli affinché si impegnino nella costruzione della civiltà dell’amore e della pace”, “un pianto pieno di attesa e di speranza, che implora la conversione dei cuori e delle menti”.

 

“Il dolore di Maria, evidenziato dalle sue lacrime – ha afferma poi mons. Martino nella prolusione del colloquio – ci sprona a un impegno per superare il male e la sofferenza; in primo luogo a lottare contro l’origine del male che è il peccato, contando sempre sulla grazia di Dio”. Definendo quindi le lacrime della Vergine come un invito pressante alla conversione personale e sociale, il cardinale designato ha indicato alcuni ambiti di tale conversione, qualificati “di particolare interesse per la dottrina sociale della chiesa”: la promozione dell’autentica dignità di ogni persona; la difesa dell’inviolabile diritto alla vita, dal concepimento sino alla morte naturale; la tutela del diritto alla libertà di coscienza e alla libertà religiosa; la tutela del valore e dei diritti della famiglia; la partecipazione attiva alla vita politica; la collocazione dell’uomo al centro della vita economica e sociale; l’animazione di una cultura ispirata ai valori umani e cristiani.

 

Nel contesto di tale impegno, il futuro porporato non ha mancato di sottolineare il dovere di “smantellare le strutture di peccato che si trovano all’origine di tante sofferenze umane”. “Non dobbiamo arrenderci di fronte a leggi ingiuste e immorali – ha aggiunto – non dobbiamo accettare comportamenti  che possono favorire il malcostume, non dobbiamo collaborare, neppure indirettamente, con organizzazioni malavitose”. “In questa terra benedetta di Sicilia – ha affermato mons. Martino – ancora risuonano dolorosamente ammonitrici le gravi parole di Giovanni Paolo II nella valle dei templi di Agrigento contro la cultura della mafia, che è una cultura di morte, profondamente disumana, antievangelica, nemica della dignità della persona e della convivenza civile”.

 

 

SULLE ORME DI GIOVANNI PAOLO II NEL CAUCASO,

LA VISITA DELL’ARCIVESCOVO JEAN LOUIS TAURAN IN GEORGIA, ARMENIA E AZERBAIJAN

- A cura di Paolo Salvo -

 

Con un fitto programma di impegni, sulle orme di Giovanni Paolo II, l’arcivescovo Jean Louis Tauran, ora cardinale designato, segretario della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, ha compiuto una visita di una settimana in tre Paesi del Caucaso, Georgia, Armenia e Azerbaijan, dal 18 al 25 settembre, su invito delle locali autorità civili e religiose. L’arcivescovo Tauran ha guidato una delegazione della Santa Sede in questa missione, il cui scopo principale è stato quello di dare continuità ai viaggi  apostolici del Santo Padre in Georgia (novembre 1999), in Armenia (settembre 2001) e in Azerbaijan (maggio 2002), incontrando le autorità di governo, le comunità cattoliche locali e i responsabili delle diverse confessioni cristiane e delle altre religioni presenti in ciascuno dei tre Paesi caucasici.

 

In Georgia, ha destato giustificata sorpresa la mancata attuazione da parte delle autorità, all’ultimo momento, di un accordo concernente il riconoscimento giuridico per la comunità cattolica locale. Durante l’incontro, alcuni studenti si erano radunati per inscenare una protesta. Nei giorni precedenti, il Patriarcato ortodosso di Georgia aveva espresso contrarietà a che lo Stato assumesse impegni con la Santa Sede, senza essere coinvolto in tale processo. Come riferisce al riguardo una nota sulla cronaca dell’intero viaggio, frattanto attraverso i mass media “si era fatto circolare ad arte un testo falso di un eventuale accordo, insieme con notizie inesatte”. Numerose sono state le espressioni di affetto verso la persona del Santo Padre, a nome del quale, durante l’omelia nella cattedrale latina di Tibilisi, mons. Tauran ha esortato tutti all’unità, a prestare il proprio generoso contributo per far crescere la famiglia di Dio, a collaborare per una rinascita morale e spirituale del Paese.

 

Nella capitale armena Yerevan, la delegazione della Santa Sede ha tra l’altro trattato con il ministro degli Esteri la delicata questione del Nagorno Karabach, la provincia sita in territorio azero, abitata in prevalenza da armeni ed autoproclamatasi repubblica autonoma. Nella cittadina di Etchmiadzin, la delegazione ha incontrato il Catholicos Patriarca supremo di tutti gli Armeni, Karekin II Nersissian e in tale occasione si sono rilevate le buone relazioni esistenti tra la Chiesa di Roma e la Chiesa apostolica armena. Dopo un cordiale incontro con il presidente della Repubblica, Robert Coharian, è seguito un omaggio floreale al Memoriale che ricorda le vittime armene dei massacri perpetrati dagli Ottomani nel 1915. Poi, anche una visita all’orfanotrofio della Caritas locale.

 

In Azerbaijan, le autorità locali hanno sottolineato gli effetti benefici che ha prodotto la storica visita del Papa, nel maggio 2002, in ordine al dialogo interreligioso. La delegazione della Santa Sede ha incontrato il presidente a vita del Consiglio spirituale dei musulmani del Caucaso, quindi il vescovo del Patriarcato ortodosso russo e il presidente della Comunità ebraica. Con espressioni di stima per il Papa, si è ricordata la sua visita a Baku e si sono rinnovati i propositi di rispetto, di collaborazione e di tolleranza che hanno sempre caratterizzato la tradizione religiosa dell’Azerbaigian. Dopo una breve visita fuori programma alla chiesa russa, nella cappella cattolica di Baku l’arcivescovo Tauran ha esortato al coraggio e alla coerenza della fede, tramite la testimonianza cristiana della vita quotidiana.

 

 

LE E-MAIL IN TEMPO REALE E LE INFORMAZIONI SEMPRE ACCESSIBILI

PER I GIORNALISTI ACCREDITATI ALLA SALA STAMPA VATICANA TRAMITE BLACKBERRY DI TIM

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

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Grazie ad un accordo con la Tim, la Sala Stampa della Santa Sede conferma la propria attenzione per i mezzi di comunicazione basati sulle tecnologie più innovative offrendo la possibilità di ricevere tutta l’informazione vaticana tramite il Blackberry di Tim, lo strumento che consente di consultare e gestire in tempo reale la posta elettronica. Gli aspetti di questa nuova opportunità sono stati presentati, questa mattina, nella conferenza stampa, tenutasi nella Sala Stampa della Santa Sede, dove sono intervenuti il portavoce vaticano, Joaquin Navarro Valls, il direttore generale della Tim, Mauro Sentinelli, ed il responsabile della divisione business della Tim, Roberto Pellegrini. L’incontro ha rimarcato le potenzialità del Blackberry, un mezzo di comunicazione comodo, potente e fruibile che abbina l’utilizzo delle e-mail alle funzioni di telefono e di gestione degli Sms. Ma con questo strumento sarà soprattutto possibile, per i giornalisti accreditatati, ricevere istantaneamente il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede ed il Vatican Information Service nella lingua prescelta. Ma quali sono stati i motivi che hanno portato alla scelta del Blackberry? Ascoltiamo in proposito le dichiarazioni rilasciate da Navarro Valls:

 

“Normalmente quello che noi offriamo in Sala Stampa è un tema basato sui contenuti. Oggi quello che trasmettiamo, invece, è un aspetto formale che riguarda le modalità di trasmissione dei contenuti. Avevamo bisogno di un sistema che avesse almeno 5 caratteristiche: che fosse un sistema immediato di trasmissione di testi anche lunghi, un sistema che avesse incorporato anche una tastierina, che fosse comodo, e che avesse una copertura internazionale. Quindi ci è venuta in aiuto la Tim che aveva tale sistema che copre queste nostre 5 esigenze ed anche altre”.

 

Il rapporto tra Tim e la Sala Stampa della Santa Sede si è consolidato nel 2000, l’anno del Giubileo. Successivamente, nel gennaio 2003, è stato lanciato l’accordo per offrire a chiunque ne faccia richiesta gli Sms contenenti la parola del Papa, la preghiera o il Santo del giorno. Questo forte legame è stato confermato dal direttore generale della Tim, Mauro Sentinelli:

 

“Dal tempo del Giubileo la Tim ha stabilito un rapporto molto stretto con il Vaticano ed ha erogato dei servizi basati su canale Gsm. Poi, man mano che il servizio di trasporto si è evoluto, abbiamo cercato di fruire gli sviluppi tecnologici al fine di offrire un servizio sempre più al passo con i tempi. Oggi abbiamo il Blackberry, un servizio nato negli Stati Uniti su una tecnologia non Gsm ma che successivamente è stato adattato anche alla tecnologia Gsm”.

 

Il mezzo scelto dalla Sala Stampa vaticana è dunque uno strumento di comunicazione che permette la ricezione di un messaggio passando da un personal computer, dalla rete internet, all’indirizzo di posta prescelto, alla rete Grps ed al destinatario, ovvero il palmare Blackberry.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina l'Iraq: i ministri degli Esteri dell'Unione Europea - in una dichiarazione comune - auspicano la piena sovranità irachena.

 

Nelle vaticane, la prolusione dell'arcivescovo Renato Raffaele Martino che ha inaugurato, a Siracusa, il XIII Colloquio Internazionale di Mariologia. Si impone il titolo "Siracusa: il mistero di un pianto".

Una pagina dedicata alle iniziative pastorali di carattere mariano.

 

Nelle estere, Medio Oriente: l'Ue chiede ad Israele e all'Autorità palestinese di rispettare la "road map".

 

Gli Stati Uniti chiamano in causa il Consiglio di sicurezza dell'Onu riguardo al controverso programma nucleare dell'Iran.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica "Incontri", Franco Lanza intervista Maria Luisa Spaziani, critico letterario, traduttrice ed autore di teatro.

Nell'"Osservatore libri", un approfondito contributo di Marco Impagliazzo sull'opera di Giacomo Martina dal titolo "Storia della Compagnia di Gesù in Italia (1814-1983)".  

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il black-out di domenica: cessato l'allarme, si indagano le cause.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

30 settembre 2003

 

 

L’EUROPA, LE NAZIONI UNITE, L’ITALIA, LE SFIDE PASTORALI

PER LA COMUNITA’ ECCLESIALE, NEL DOCUMENTO FINALE DEI LAVORI

DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI. IERI LA CONFERENZA STAMPA,

OSPITATA QUI ALLA RADIO VATICANA, PER PRESENTARE LE CONCLUSIONI

 

- Servizi di Roberta Gisotti e Stefano Leszczynski -

 

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L’Europa, gli scenari internazionali, le aree di crisi nel mondo e il ruolo delle religioni, le urgenze nella vita politica e sociale in Italia, le parrocchie, la formazione teologica: sono state le principale questioni all’esame dei vescovi italiani, riuniti per cinque giorni.

        

Primo punto la Costituzione europea: i vescovi ribadiscono che siano riconosciuti “il radicamento profondo dell’Europa nel cristianesimo”, e “il ruolo presente e futuro, delle Chiese e comunità religiose” ed aggiungono che il “sistema Europa” non deve soffocare bensì promuovere ogni singola Nazione, specie il patrimonio etico e religioso; criticano poi la pretesa del Parlamento europeo di regolamentare comportanti etico-sociali, e citano la recente raccomandazione di Strasburgo per estendere il matrimonio alle unioni tra persone dello stesso sesso, perfino disapprovando la Congregazione per la dottrina della fede. I presuli chiedono poi alle Nazioni Unite di adeguarsi ai mutati contesti socio-politico-economici, in uno scenario mondiale incerto e conflittuale; e riguardo al terrorismo non si può sconfiggere – dicono - con il solo ricorso armato, quanto piuttosto risolvendo i problemi da cui trae alimento; bisogna allora avviarsi in un cammino di vera equità, di forte solidarietà, matura libertà, pieno rispetto dei popoli e di autentica civiltà, dove le religioni possono giocare un ruolo fondamentale, cooperando per realizzare un bene comune, il che – chiariscono i presuli – non conduce a un vago sincretismo, ma comporta l’effettivo e reciproco riconoscimento della libertà religiosa.

 

Riguardo all’Italia, i presuli – come già anticipato dal presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini in apertura del Consiglio – chiedono alla politica di superare lo scontro fine a se stesso e la pratica della delegittimazione per occuparsi dei problemi reali, come le riforme istituzionali e pensionistica, le nuove normative sul diritto del lavoro, le riforme da portare a compimento quelle scolastica e della procreazione assistita, seppure lacunosa in alcuni punti sul piano etico; e poi il divario da colmare tra Nord e Sud, una politica organica per la famiglia, il futuro riassetto del sistema radiotelevisivo, perché dia effettive garanzie per migliorare programmi e incrementare il pluralismo, e l’emigrazione da gestire con saggezza e lungimiranza e infine l’umanizzazione dei luoghi di pena.

 

Sul piano ecclesiale i vescovi chiedono alle parrocchie di contare di più e realizzare una pastorale integrata, ovvero di metabolizzare le novità e viverle al proprio interno, reagendo positivamente, vicini al quotidiano della gente; e poi una raccomandazione perché le istituzioni di formazione teologica collaborino con il mondo vasto della cultura, e perché gli insegnanti di religione, in base alle nuove norme siano costantemente sostenuti sul piano teologico, culturale ma anche nel cammino spirituale. Da ultimo l’approvazione del Messaggio per la prossima Giornata per la vita, il primo febbraio del 2004, intitolato “Senza figli non c’è futuro”.

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Ma ascoltiamo ora il servizio di Stefano Leszczynski, sulla conferenza stampa di ieri.

 

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E’ sul futuro cristiano dell’Europa che si è concentrata in particolar modo l’attenzione dei vescovi italiani, che nel processo di costruzione dell’Unione vedono una grande opportunità di evangelizzazione. Proprio per questo motivo il Consiglio permanente rilancia con forza l’appello al riconoscimento esplicito delle radici cristiane dell’Europa, che – come ha dichiarato il segretario generale Giuseppe Betori presentando i risultati dei lavori presso la Radio Vaticana - “rappresenta un atto di verità”. 

 

“Occorre dirla qual è la nostra identità. Le radici greco-romane, le radici giudaico-cristiane sono alla base stessa dell’accoglienza e dello stesso concetto di laicità”.

 

Particolare preoccupazione è stata manifestata dalla Cei per le numerose crisi internazionali ed in particolare per il conflitto in Terra Santa. I vescovi italiani ritengono di primaria importanza per il superamento della crisi il proseguimento di un dialogo costruttivo tra Israele e Anp, con l’ausilio di tutti i protagonisti internazionali.

 

“Molte diocesi tornano in Terra Santa. Ci torniamo anche noi, Conferenza episcopale italiana, meglio segreteria generale della Conferenza episcopale italiana per un breve pellegrinaggio che vuole essere un ulteriore segno di vicinanza alle Chiese di quella regione, un segno di amicizia, di affetto, di incoraggiamento verso la pace per i popoli israeliano e palestinese”.

 

Per quanto riguarda l’Italia infine la Conferenza episcopale critica il clima di accesa conflittualità e di reciproca delegittimazione tra le parti politiche e manifesta preoccupazione per la perdurante assenza di una legge sulla procreazione medicalmente assistita. Ma molti altri sono i nodi da risolvere in materia di riforme sociali a partire da quello delle pensioni.

 

“I vescovi hanno ricordato che il problema della denatalità non era soltanto un problema, ma era un problema sociale e senza una inversione di tendenza in questo ambito era impossibile trovare una soluzione a problemi come quello delle pensioni, che già allora si affacciavano. Ora stiamo di fronte ad una situazione estremamente grave che, però, non potrà trovare soluzioni definitive, durature se non cambiando direzione circa la denatalità”.

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CHIESA E SOCIETA’

30 settembre 2003

 

 

LA CHIESA DI TAIWAN SI INFORMATIZZA: CON IL DATABASE PER L’ARCHIVIO DEI FEDELI E LE INIZIATIVE ON–LINE,

LA TECNOLOGIA DIVENTA UNO STRUMENTO A SERVIZIO DELL’APOSTOLATO

 

TAIPEI (TAIWAN). = Informatizzare le parrocchie di Taiwan per mettere le strutture della Chiesa al passo con i tempi. Con questa motivazione la Conferenza episcopale regionale cinese in Taiwan ha proposto un sistema di ‘intranet’ e di date-base di battesimi, cresime e matrimoni accessibile on line da ogni punto della rete. Il progetto ha riscosso successo tra i sacerdoti e i religiosi dell’Isola, specie quelli più giovani che hanno maggiore dimestichezza con i mezzi informatici rispetto agli anziani per i quali sono stati organizzati corsi di formazione. Le diocesi di Taiwan hanno già un sito internet e lavorano molto con il computer nella pastorale e nell’apostolato. I Vescovi stanno infatti insistendo da anni perché si introducano i computer nelle parrocchie: spesso,  grazie alle collaborazioni con la Chiese protestanti e con il governo, anche le comunità rurali sono state fornite di mezzi informatici. La Chiesa locale sta promovendo con convinzione la pastorale attraverso internet e le nuove tecnologie. Nell’Arcidiocesi di Taipei è già in funzione una rete di informazione via e-mail che aggiorna i fedeli in tempo reale sull’organizzazione delle iniziative e degli eventi. (M.R.)

 

 

L’AFGHANISTAN DIVENTA UNA REPUBBLICA ISLAMICA MODERATA:

A BREVE VERRÀ PRESENTATA LA BOZZA DELLA COSTITUZIONE CHE PREVEDE,

TRA L’ALTRO, L’ABOLIZIONE DELLA ‘SHARÍA’ E L’UGUAGLIANZA PER LE DONNE

 

KABUL. = La bozza della costituzione che definisce l’Afghanistan uno Stato musulmano senza prevedere la “sharía”, la legge islamica, sarà divulgata entro questa settimana. Sotto il regime dei talebani, prima dell’intervento anglo-americano nel 2001, la legge coranica veniva regolarmente applicata: molti ladri subirono amputazioni e gli assassini trovarono la morte per mano dei parenti delle loro vittime.  Il progetto della costituzione, da mesi al centro di dibattiti tra laici e conservatori, prevede che lo Stato sia retto da un presidente eletto dalla popolazione e sostenuto dal parlamento bicamerale. Diversi articoli della bozza sanciscono, inoltre, l’uguaglianza delle donne, riconoscendo loro il diritto dell’istruzione e della candidatura alle elezioni legislative. Il vice presidente della commissione per il testo della carta costituzionale, Abdul Salem Azimi, ha affermato che il documento, composto da 172 articoli, conferma il titolo di “padre della nazione” a l’ex re Zahir Shah, senza dare adito a un possibile ritorno della monarchia, abolita negli anni Settanta. La bozza sarà ora presa in esame dalla “Loya Jirga”, la grande assemblea tribale composta da 500 persone, che dovrebbe ratificarla a dicembre. (M.R.)

 

 

“UNO SFORZO FORTE PER ASSICURARE LA SALVEZZA DEI BAMBINI

 E DEI GIOVANI AFFIDATI ALLE NOSTRE CURE”: CON QUESTE PAROLE L’ARCIVESCOVO DI CHICAGO, IL CARDINAL FRANCIS GEORGE,

HA PRESENTATO IL PROGRAMMA DI PREVENZIONE CONTRO GLI ABUSI SESSUALI SUBITI DAI MINORI,

IL PRIMO NEGLI STATI UNITI

 

CHICAGO. = Nella Chiesa degli Stati Uniti è nato il primo programma di prevenzione contro gli abusi commessi ai danni dei minori. L’iniziativa si chiama “Covenant to protect children”: si tratta, praticamente, di corsi di formazione che coinvolgeranno 25 mila tra sacerdoti e volontari, 375 parrocchie e 283 scuole. “Uno sforzo forte per assicurare la salvezza dei bambini e dei giovani affidati alle nostre cure”, ha dichiarato il cardinale Francis George, arcivescovo di Chicago. L’iniziativa partirà in questi giorni con l’obiettivo “di insegnare a leggere sia i segni che nei giovani indicano la presenza di un abuso sia i segni che indicano che una persona è un probabile responsabile di abusi”, ha spiegato Carol Flower, direttrice dell’ufficio del personale dell’arcivescovo. Il cardinale George ha inoltre aggiunto che “il programma non è solo un’iniziativa importante ma vuole essere la risposta all’imperativo morale di proteggere i minori”. (M.R.)

 

 

LA SITUAZIONE DI CRISI ALIMENTARE IN ETIOPIA RIMANE CRITICA NONOSTANTE

 LE CAMPAGNE PROMOSSE DALLE ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE:

IL GOVERNO, INSIEME ALLA FAO E ALLA BANCA MONDIALE HA LANCIATO

LA ‘NUOVA COALIZIONE PER LA SICUREZZA ALIMENTARE’

 

ROMA. = In Etiopia livelli alti di malnutrizione affliggono larga parte della popolazione: più di 13 milioni di persone hanno bisogno dell’assistenza d’emergenza. Gli appelli che molte Ong hanno lanciato di recente hanno impedito il disastro umanitario, grazie ad una buona risposta da parte dei donatori. La situazione, però, resta ancora drammatica: la FAO ha lanciato un appello per ulteriori 7,7 milioni di dollari per progetti destinati a migliorare le condizioni sanitarie del bestiame, incrementare la pastorizia ed il foraggio. “Il finanziamento di questi progetti è essenziale per rafforzare la capacità produttiva degli agricoltori e dei pastori a rischio, per renderli autosufficienti e meno dipendenti dagli aiuti alimentari”, ha dichiarato Anne Bauer, direttrice della Divisione delle operazione d’emergenza e di riabilitazione. L’agenzia dell’ONU ha sottolineato come l’insicurezza alimentare dell’Etiopia è cronica e da collegarsi principalmente alla povertà e a cause strutturali aggravate dai disastri naturali. L’insieme delle risorse provenienti dagli aiuti umanitari dovrebbero migliorare l’autosufficienza economica dei piccoli agricoltori ed aiutarli a uscire dalla povertà e dalla fame cronica. Per questo, il Governo etiope, la Banca Mondiale, la Fao e alcune organizzazioni non governative hanno lanciato la Nuova Coalizione per la Sicurezza Alimentare. (M.R.)

 

 

SI CHIAMA “ZANZARIERA ANTIPARASSITARIA A LUNGA DURATA” L’ULTIMO RITROVATO CONTRO LA MALARIA

CHE POTREBBE SALVARE MOLTE PERSONE, SOPRATTUTTO BAMBINI,

CHE MUOIONO OGNI GIORNO A CAUSA DELLA MALATTIA

 

ROMA. = Un’innovativa zanzariera, prodotta in Giappone, potrebbe essere la soluzione al problema della malaria in Africa. Si tratta delle “long – lasting insecticidal nets”, “zanzariere antiparassitarie a lunga durata”. Le normali zanzariere hanno bisogno di essere trattate con l’insetticida una volta l’anno per mantenere attiva la loro efficacia: tutto ciò spesso non è possibile a causa dei costi alti. La zanzariera a lunga durata rimarrebbero efficaci per quattro anni grazie alla nuova tecnologia che imprigiona l’insetticida nelle fibre. “Le zanzariere antiparassitarie bloccano gli insetti portatori di malaria e agiscono da trappola chimica mortale per loro stessi. Se usate adeguatamente possono ridurre la percentuale di casi di malaria di almeno il 50 per cento e le morti infantili del 20 per cento” ha dichiarato il dott. Lee Jong – Wook, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità. La malaria uccide più di un milione di persone ogni anno, circa tremila bambini ogni giorno soprattutto nel Continente africano. Il Fondo Globale per combattere Aids, tubercolosi e malaria sta provvedendo alla distribuzione di sussidi per l’acquisto delle nuove zanzariere in molti paesi africani. (M.R.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

30 settembre 2003

 

 

- A cura di Barbara Castelli  -

 

In primo piano le trattative internazionali per far luce sulla vera natura del programma nucleare iraniano. “Siamo ad un momento cruciale del nostro lavoro”, ha sottolineato stamani il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Mohamed El Baradei, “le ispezioni di giovedì saranno decisive per la verifica del programma nucleare” di Teheran. Gli Stati Uniti, intanto, si sono detti pronti a rivolgersi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite se l’Iran non si conformerà alle richieste internazionali di porre fine ai suoi programmi nucleari entro il 31 ottobre.

 

Fase conclusiva oggi a Tokyo della due giorni di incontri informali fra le delegazioni di Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud per elaborare una posizione comune sul programma nucleare nordcoreano. Il servizio di Chiaretta Zucconi:

 

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Numerose le questioni in agenda affrontate in questi due giorni. Innanzitutto, come affrontare il secondo giro di consultazioni multilaterali sulla crisi nucleare e soprattutto come convincere la protagonista principale, la sdegnosa Pyongyang, a partecipare ai colloqui. Poi si è parlato dell’Organizzazione per lo sviluppo dell’energia nella penisola coreana, della quale Seul, Tokyo, Washington e Unione Europea sono membri onorari. L’organismo ha il compito di realizzare due reattori ad acqua leggera in Nord Corea, al fine di aiutare il Paese comunista a fronteggiare l’endemica carenza di energia elettrica, in cambio della rinuncia da parte di Pyongyang al suo programma di sviluppo nucleare. Le delegazioni hanno, infine, affrontato la questione dell’istituzione di un sistema di ispezioni internazionali per verificare che la Nord Corea proceda davvero allo smantellamento dei suoi arsenali, una volta annunciata l’intenzione di farlo.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Si riaccende la violenza in Afghanistan. Un soldato americano è stato ucciso e due sono rimasti feriti oggi in uno scontro a fuoco nel sud est del Paese. Nello scontro hanno perso la vita anche due combattenti. La base di Shkin, nella provincia di Paktika, circa 280 km a sud di Kabul, è regolarmente nel mirino di presunti guerriglieri talebani.

 

Scrivere la nuova “Costituzione dell’Iraq nell’arco di sei mesi”, come richiesto la settimana scorsa dal segretario di Stato americano, Colin Powell, “è impossibile”. Lo hanno sottolineato oggi un gruppo di iracheni che si occupano della nuova Carta costituzionale. Washington, intanto, ha annunciato che è praticamente pronto un progetto di risoluzione volto a precisare l’orizzonte politico del dopo Saddam Hussein. Sul terreno, invece, proseguono le violenze; mentre l’esercito americano ha negato di aver sparato ieri sui manifestanti a Hawija, uccidendo un bambino iracheno di 10 anni.

 

Dieci algerini sono stati fermati oggi in Gran Bretagna sulla base della legge antiterrorismo. I fermi sono avvenuti nel corso di due blitz, uno a Londra e l’altro a Manchester. L’operazione, sulla quale non sono disponibili per il momento altri particolari, è coordinata dalla squadra antiterrorismo di Scotland Yard.

Il Primo ministro palestinese Abu Ala sta definendo in queste ore la composizione finale del suo governo, che verrà annunciato questa settimana. L’esecutivo sarà composto da non più di 12 elementi. Nei Territori, intanto, permangono le tensioni: il valico di Karni, fra Gaza e il territorio israeliano, è stato chiuso stamani dall’esercito dello Stato ebraico, dopo che palestinesi armati avevano attaccato un autobus israeliano.

 

Proseguono le operazioni di voto in Rwanda, per le elezioni parlamentari. Cominciate ieri, le consultazioni andranno avanti scaglionate fino a giovedì. Stamani i seggi si sono aperti a Kigali. Anche se le operazioni si svolgono nella calma generale, già si segnalano polemiche. Ce ne parla Giulio Albanese:

 

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Vari candidati dell’opposizione hanno dichiarato di aver subito intimidazioni. Sono state particolarmente numerose le segnalazioni di attivisti e dissidenti arrestati e poi rilasciati dopo qualche ora. La Commissione elettorale nazionale sta applicando in maniera molto stretta quanto contenuto nella nuova legge elettorale, procedendo al fermo di tutti coloro, in prevalenza sostenitori dell’opposizione, che distribuiscono volantini o fanno propaganda porta a porta. In lizza vi sono tre formazioni politiche (partito social democratico, partito liberale e partito per il progresso e la concordia) e poi una coalizione legata al fronte patriottico rwandese, il partito di maggioranza del presidente Paul Kagame, e 17 candidati indipendenti. La coalizione vicina al presidente Kagame naturalmente è data per grande favorita.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Vanificate le speranze di una ratifica russa del protocollo di Kyoto, per la riduzione dei gas sospettati di contribuire all'effetto serra e al surriscaldamento del pianeta. Inaugurando ieri a Mosca la Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, il capo del Cremino Putin ha annunciato che la Russia non ha ancora stabilito se e quando ratificherà il trattato. Ce ne parla Giuseppe D’Amato:

 

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Doccia fredda su Kyoto. Aprendo i lavori della Conferenza mondiale sui cambiamenti climatici, il presidente Vladimir Putin ha reso noto che il suo Paese non ha ancora stabilito se e quando ratificherà il Trattato. Il governo russo sta esaminando la questione. La decisione, ha spiegato il capo del Cremlino, verrà presa alla fine di questo lavoro, in conformità con gli interessi nazionali. A nulla sono, quindi, valse le forti pressioni esercitate su Mosca nelle scorse settimane da europei, giapponesi e canadesi. Senza la cruciale scelta russa, il Trattato non può entrare il vigore. Lo devono ratificare un numero di Paesi che detengono almeno il 55 per cento delle emissioni gassose. Siamo fermi intorno al 44 per cento. La Russia ha una quota del 17 per cento mentre gli Stati Uniti di Bush, che ha già detto di no al Trattato a causa degli alti costi per la sua applicazione, ha il 36 per cento. Firmato nel 1997 da 84 Paesi, il Protocollo di Kyoto mira a tagliare le emissioni dei gas inquinanti entro il 2012, per prevenire il surriscaldamento del globo. Considerazioni politiche ed economiche consigliano a Mosca per ora l’attesa, sebbene il documento sia, in realtà, favorevole ai russi. La conferenza, in corso a Mosca alla presenza di oltre un migliaio di esperti è stata voluta dal Cremino, alla ricerca anche di investimenti stranieri e di maggiori chiarimenti scientifici.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato

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Si sono aperti ieri a Parigi i lavori dell’Assemblea Generale dell’Unesco con il rientro degli Stati Uniti, dopo 20 anni, nell’organizzazione dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura. Gli Stati Uniti avevano abbandonato l'Unesco nel 1984, quando l'amministrazione Regan decise di uscire per protestare contro quella che riteneva “un’influenza non pertinente dell’allora Unione Sovietica e dei paesi non allineati all’interno dell’organizzazione”.

 

L’inviato speciale delle Nazioni Unite, Razali Ismail è giunto stamani nella capitale birmana Yangon per tentare di convincere la giunta militare a rilasciare la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi, che si trova agli arresti domiciliari. La premio Nobel per la pace è stata recentemente sottoposta ad un delicato intervento chirurgico, per il quale è stata costretta al ricovero. Ismail avrà un colloquio con il generale Khin Nyunt, recentemente nominato primo ministro, e forse con il numero uno del regime, il generalissimo Than Shwe.

 

 

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