RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 268 - Testo della Trasmissione giovedì 25 settembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il rientro, oggi, di Giovanni Paolo II da Castel Gandolfo in Vaticano, dove è atteso in prima serata.  Stamane i saluti di congedo dalla cittadina laziale e l’udienza ad alcuni presuli filippini.

 

Attesa per il prossimo incontro, il 4 ottobre, del Papa con il nuovo arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, per la prima volta in visita a Roma: ai nostri microfoni il vescovo anglicano John Flack. 

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il difficile cammino per la ricostruzione politica e sociale dell’Iraq, nella testimonianza del comandante del Contingente italiano nel Paese arabo, Adriano Santini.

 

Dal 1 al 4 ottobre a Roma, presso la Fao, si terrà la IX Conferenza europea sulla nutrizione.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Fao consegnerà aiuti agricoli d’emergenza a due milioni di angolani per sostenere il ritorno alla normalità dopo il lungo periodo di guerra.

 

Alle isole Figi il governo ha creato un Tribunale indipendente indigeno per difendere i diritti delle comunità originarie.

 

“Dove Murdoch non è ancora arrivato: diritto sull’informazione, primo passo per la pace e la lotta alla povertà”: questo il tema del Congresso organizzato a Torino dalla rivista “Volontari per lo sviluppo”, per sostenere l’informazione indipendente.

 

In Bangladesh, dove un quinto della popolazione subisce le conseguenze dell’avvelenamento da arsenico che inquina le falde acquifere, è stata messa a punto una nuova tecnologia per l’estrazione dell’acqua potabile.

 

Venerdì sera a Roma, presso il Palazzo Colonna, si terrà una serata di gala per sostenere le iniziative dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e dell’Associazione per l’infanzia del Principe Alberto di Monaco.

 

Un passo avanti per la comunità cristiana nel Vietnam. I Salesiani operanti nel Paese si occuperanno della formazione professionale nella zona del Central Mekong Delta, area nei pressi del Santuario di Mary Help of Christians.

 

24 ORE NEL MONDO:

Sostegno della Germania agli Stati Uniti sull’Iraq, Paese dove non si arresta la catena di violenze.

 

Per discutere sulla crisi israelo-palestinese Stati Uniti, Russia, Onu e Ue si riuniranno, domani, a New York.

 

Raggiunto in Sudan un accordo tra governo e ribelli per garantire la sicurezza nel Paese.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 settembre  2003

 

 

IL RIENTRO OGGI DEL PAPA DA CASTEL GANDOLFO IN VATICANO, DOVE E’ ATTESO IN PRIMA SERATA.

STAMANE I SALUTI DI CONGEDO DALLA CITTADINA LAZIALE E L’UDIENZA AD ALCUNI PRESULI FILIPPINI,

 IN CUI HA AFFRONTATO IL GRAVE PROBLEMA DEL TERRORISMO,

 INDICANDO LA VIA D’USCITA NEL DIALOGO ECUMENICO E INTERRELIGIOSO

- A cura di Roberta Gisotti -

 

Fervono già i preparativi in Vaticano per accogliere festosamente questa sera Giovanni Paolo II, che ormai conclusa la stagione estiva lascerà la residenza di Castel Gandolfo, con un giorno di anticipo rispetto al programma già annunciato. E, la partenza in auto dalla cittadina laziale è prevista alle 18.30. Intanto i fedeli in tutto il mondo hanno tirato un sospiro di sollievo dopo gli allarmi sulla salute del Papa, che ieri - lo ricordiamo - non ha partecipato, a causa di un disturbo intestinale, all’udienza generale del mercoledì in Vaticano. Le sue condizioni sono ora migliorate, seppure attraverso la televisione il Santo Padre è apparso ieri mattina molto provato. Ma già nel tardo pomeriggio  Giovanni Paolo II ha potuto incontrare il personale delle Ville Pontificie per i saluti di congedo e stamane ha ricevuto in udienza alcuni presuli filippini al termine della loro visita ad Limina Apostolorum. Di questo incontro ci riferisce Salvatore Sabatino.

 

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“Seguendo la strada di nostro Signore, abbiamo scelto di essere la Chiesa dei poveri”. Così Giovanni Paolo II, ai presuli filippini, in un discorso che ha puntato la sua attenzione soprattutto sul concetto della Chiesa, come “comunità di fede che abbraccia e pratica lo spirito evangelico della povertà, che combina il distacco dal possesso con una profonda fede nel Signore come unica risorsa di salvezza”. In pratica una vera Chiesa dei poveri contribuisce concretamente alla necessaria trasformazione della società, verso un “rinnovamento basato sulla visione e sui valori del Vangelo”. 

 

Giovanni Paolo II non ha tralasciato di sottolineare  l’importanza della famiglia e del matrimonio, punti cardine su cui si basa la testimonianza laica della fede cristiana. “Quando la vita della famiglia – ha detto il Papa – è in buona salute, c’è uno straordinario senso di comunità e solidarietà, due importanti elementi della Chiesa dei poveri. Non solo la famiglia è oggetto della cura della Pastorale della Chiesa, ma anche uno dei più importanti agenti di evangelizzazione”.

 

Il Pontefice ha soffermato poi la sua attenzione sul terrorismo che affligge le Filippine, evidenziando soprattutto la lotta a questo triste fenomeno  attraverso “un lavoro comune tra le varie confessioni cristiane, oltre che tra le grandi religioni del mondo, al fine di eliminare le cause sociali e culturali” che sfociano negli atti di violenza. Una vera e propria invocazione al dialogo interreligioso ed ecumenico, quella lanciata da Giovanni Paolo II, che parte dal presupposto che le varie religioni possono insegnare la grandezza e la dignità della persona umana. “Duecento leader religiosi - ha ricordato il Papa -, si sono uniti a me nella condanna al terrorismo, ed insieme ci siamo impegnati per proclamare la nostra ferma convinzione che la violenza ed il terrorismo sono incompatibili con l’autentico spirito della religione, e per fare tutto il possibile per eliminarne le cause”. Giovanni Paolo II ha fatto inoltre esplicito riferimento all’isola di Mindanao, dove più aspra è la lotta dei terroristi. 

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Sempre questa mattina, Giovanni Paolo II ha poi incontrato le autorità e civili e religiose di Castel Gandolfo e le Forze dell’Ordine che hanno vigilato sulla sua sicurezza, nei due mesi e mezzo di soggiorno nella cittadina laziale. Come ogni anno questo evento ha avuto note affettuose. Ascoltiamo il servizio di Barbara Castelli.

 

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Grande e palpabile il dispiacere dei cittadini della ridente località laziale, che ogni anno custodisce con calore e discrezione il riposo del Pontefice, nel giorno del congedo da Giovanni Paolo II. Nella nota rivolta al Sindaco, alle autorità civili ed ecclesiali della Comunità di Castello, nonché alle Forze dell’ordine, il Papa sottolinea come l’incontro odierno chiuda il suo soggiorno estivo a Castel Gandolfo dove anche quest’anno, ha “potuto riposare e recuperare nuove energie per la ripresa delle consuete attività in Vaticano”. “Vi sono grato per la vostra vicinanza spirituale - dichiara - e per quanto avete fatto per me e per i miei collaboratori durante questi mesi”. Il saluto riconoscente e affettuoso di Giovanni Paolo II è esteso poi anche alla “comunità cristiana di Castel Gandolfo e all’intera diocesi di Albano”. Alle Forze dell’Ordine, che con “instancabile impegno” e talvolta “notevole sacrificio” hanno concretamente “cooperato a rendere sereno e proficuo” il suo soggiorno, il Papa chiede di pregare per il suo “impegno quotidiano a servizio della Chiesa”. “Pregate particolarmente per l’ormai prossimo pellegrinaggio a Pompei - aggiunge - perché possa segnare per la Chiesa una tappa di rinnovamento spirituale e di più intensa devozione mariana”. Ieri pomeriggio, invece, il commiato con i dipendenti delle Ville pontificie di Castel Gandolfo, come è consuetudine ogni anno al termine della parentesi estiva del Santo Padre. “Mentre mi appresto a fare ritorno in Vaticano - ha detto loro - chiedo nella preghiera al Datore di ogni bene di ricompensarvi con l’abbondanza della grazia divina”.

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ALTRE UDIENZE

 

In fine mattinata il Papa ha ricevuto in udienza un altro gruppo di vescovi delle Filippine, in visita ad Limina Apostolorum.

 

 

NOMINA E RINUNCIA

 

Il Santo Padre ha concesso stamani il suo assenso all’elezione fatta dal Sinodo dei vescovi della Chiesa antiochena dei Maroniti, riunitosi a Bkerkè dal 9 al 14 giugno scorso, del corepiscopo Nabil Hage, protosincello dell’arcieparchia di Tyr dei Maroniti, alla sede arcivescovile di Tyr dei Maroniti, nel Libano. Il neo-eletto presule, 60 anni, originario di Hajjé nel Libano del Sud, succede a mons. Maroun Khoury Sader, dimessosi dal governo pastorale di detta arcieparchia in conformità al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Tyr dei Maroniti, che si estende su 1500 km quadrati ed è situata nel Sud del Libano, è stata gravemente sconvolta dai dolorosi avvenimenti socio-politici che hanno dilaniato il Paese. La circoscrizione conta 41.000 fedeli, la cura pastorale dei quali è affidata a 17 sacerdoti eparchiali, impegnati in 22 parrocchie. Con loro collaborano 14 religiosi e 35 religiose. L’arcieparchia dispone di 18 Istituti di educazione e di 10 Istituti di beneficenza.

 

Il Papa ha inoltre accettato oggi la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Korhogo in Costa d’Avorio, presentata da mons. Auguste Nobou, per raggiunti limiti di età. 

 

 

PER LA PRIMA VOLTA IL PRIMATE

DELLA CHIESA ANGLICANA D’INGHILTERRA, ROWAN WILLIAMS,

SARA’ IN VISITA A ROMA. SABATO 4 OTTOBRE L’UDIENZA DAL PAPA

- Intervista con il vescovo anglicano, John Flack -

 

Per la prima volta, il 4 ottobre prossimo, il nuovo arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, sarà ricevuto in udienza dal Papa. E’ questo un incontro preparato da tempo. Il dr. Williams sin dal momento della sua intronizzazione, avvenuta il 27 febbraio 2002,  aveva chiesto di venire a Roma per incontrare il Santo Padre in occasione dell’inizio del suo mandato di Primate della Chiesa anglicana d’Inghilterra e capo spirituale della Comunione anglicana mondiale, che ricordiamo è presente in 160 Paesi con 70 milioni di cristiani. Servizio di Carla Cotignoli e Philippa Hitchen.

 

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Il dr. Rowan Williams è il primo arcivescovo di Canterbury non inglese. E’ infatti nativo del Galles, una Nazione che ha una ricca tradizione di apertura alla fraternità e al senso comunitario. Ha soli 53 anni. E’ sposato con due figli. E’ un teologo affermato a livello internazionale. Docente di Teologia all’Università di Oxford, ha scritto numerosi libri sulla storia della teologia e della spiritualità e ha pubblicato varie raccolte di articoli e sermoni ed anche un libro di poesie. Per anni è stato co-presidente della Commissione per il dialogo teologico tra la Comunione anglicana e la Chiesa ortodossa. Aveva voluto ritirarsi nella comunità ecumenica di Bose in Italia per prepararsi spiritualmente alla nuova importante missione.

 

Apriamo ora lo sguardo sul movimento ecumenico: molti in questo tempo lamentano la mancanza di progressi in confronto ai grandi sviluppi accaduti sulla scia del Concilio Vaticano II, negli anni ’70. Quale direzione sta prendendo l’ecumenismo in questo momento? Risponde, al microfono di Philippa Hitchen, il vescovo John Flack, neo-direttore del Centro anglicano di Roma e rappresentante presso il Vaticano dell’arcivescovo di Canterbury

 

R. - I THINK THERE’S BEING …

Credo ci sia stato un rallentamento nel progresso ecumenico a livello dei vertici, se così si può dire. Ma girando per l’Inghilterra ho visto che l’ecumenismo alla sua base è molto attivo, e ci sono molte cose che le Chiese stanno facendo insieme. Credo che alla fine, coloro che sono impegnati nel dialogo in cima alla piramide, dovranno ascoltare più attentamente quello che sta accadendo alla base. E’ questo uno sviluppo che vogliamo incoraggiare.

 

Il vescovo Flack sarà insediato nel suo nuovo incarico il pomeriggio di sabato 4 ottobre. Ricordiamo che il Centro anglicano è nato nel 1966 per desiderio dell’allora arcivescovo di Canterbury, dr. Michael Ramsey, dopo la prima visita della storia ad un Papa. L’intento era quello di mantenere vivi i rapporti tra Canterbury e Vaticano. Quali gli obiettivi del vescovo Flack? 

 

R. – IT’S A VERY BIG QUESTION…

E’ una bella domanda! Il mio primo obiettivo è quello di migliorare le relazioni personali a tutti i livelli, perché ho sempre pensato si possa raggiungere molto di più attraverso l’amicizia e il mutuo dialogo che attraverso qualsiasi altra cosa. Quindi, la maggior parte del mio lavoro sarà volto ad aprire le porte, a costruire amicizie e rapporti. Uno dei miei obiettivi è quello di mettermi nella disposizione di imparare per accrescere la mia conoscenza del cattolicesimo romano. Ovviamente, una parte importante del mio ruolo sarà quella di aiutare l’arcivescovo Rowan Williams ad incontrare più persone possibili. Non è mai stato a Roma prima ed ora ha bisogno di cominciare a costruire un legame qui con le persone, a vari livelli, perché chiaramente sta per diventare un ‘giocatore’ fondamentale nel dialogo anglo-romano-cattolico per le generazioni future.

 

D. – Il dr. Williams ha già da anni un profondo legame con la Chiesa cattolica….

 

R. – YES, HE DOES...

Sì, ed ha lavorato con la Chiesa cattolica all’interno delle Università di Oxford e Cambridge. E’ stato responsabile della formazione teologica di un gran numero di seminaristi romano cattolici. Quindi, ha già attraversato i confini in questo senso, e porterà tutto questo con lui.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con l'Iraq: attentati a Baghdad e a Mossul; è morta l'esponente sciita ferita sabato scorso.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai Vescovi della Conferenza Episcopale delle Filippine, Giovanni Paolo II ha sottolineato che la "Chiesa dei poveri" non è in nessun modo esclusiva: è una Chiesa in cui i poveri sono realmente accolti, ascoltati e coinvolti attivamente. Luigi Gedda in un ricordo personale di Agostino Maltarello: "Ci raccomandò di portare incise nel cuore quelle tre parole: preghiera, azione, sacrificio".

Una pagina dedicata alle iniziative pastorali promosse nelle varie Diocesi italiane.

 

Nelle estere, Medio Oriente: uccisi sei palestinesi e un soldato israeliano. Sudan: importante passo avanti verso l'accordo di pace; intesa sul nodo cruciale della sicurezza.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Fernando Salsano dal titolo "Machiavelli censore di Dante": nel "Dialogo intorno alla nostra lingua". 

 

Nelle pagine italiane, in rilievo il tema delle pensioni e del lavoro.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 settembre 2003

 

 

IL DIFFICILE CAMMINO PER LA RICOSTRUZIONE POLITICA E SOCIALE DELL’IRAQ,

NELLA TESTIMONIANZA DEL COMANDANTE DEL CONTINGENTE ITALIANO

NEL PAESE ARABO, ADRIANO SANTINI

 

Resta preoccupante la situazione in Iraq anche se dagli incontri nell’ambito delle Nazioni Unite sono emerse posizioni disponibili alla discussione per ridurre le differenze, in tema di intervento della comunità internazionale. E’ quanto hanno sottolineato gli Stati Uniti escludendo, però, la possibilità di dare seguito alla proposta francese di trasferire il più presto possibile la sovranità alle autorità irachene. Resta, dunque la presenza angloamericana mentre si attende la nuova risoluzione delle Nazioni Unite.  

    

E presente nel Paese arabo, per il momento almeno fino alla fine dell’anno, è anche il Contingente italiano che è stato inviato in missione umanitaria e di sicurezza  nella provincia di Bassora. Il maggiore generale Adriano Santini, comandante dei soldati italiani in Iraq, ha raccontato a Fausta Speranza, da Bassora, il loro lavoro a servizio  della popolazione civile. 

 

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R. – Ci siamo incontrati con i rappresentanti ed i maggiorenti sia a livello religioso che politico che tribale, in modo tale da far comprendere a tutti quale fosse lo scopo della nostra missione. Fondamentalmente è aiutarli a rimettersi in piedi ed a governarsi da soli. E la popolazione ha condiviso il nostro approccio.

 

D. – Cosa legge negli occhi della popolazione?

 

R. – Negli occhi della generalità delle persone, ovviamente, ci sono le speranze che abbiamo anche noi tutti: avere una maggiore sicurezza pubblica per la nostra famiglia e per noi stessi, avere prospettive di lavoro, garantire ai nostri figli una scuola, una sanità appropriata. Onestamente credo che la popolazione si accorga  che noi facciamo il possibile in queste direzioni, sia nel settore scolastico che nel settore della sanità e nel settore della sicurezza che, ovviamente, è specifico del mandato militare. Ma non è certamente l’unico settore in cui operiamo. In Iraq e anche nella nostra provincia l’anno scolastico inizierà il primo ottobre. Abbiamo compiuto interventi importanti su alcune scuole, sia dal punto di vista infrastrutturale che dal punto di vista del materiale scolastico – dai banchi ai libri ai quaderni, e così via – ma abbiamo anche programmato, ad esempio, visite mediche per i bambini delle elementari, così che si possa avere uno screening della popolazione per poter dare i consigli appropriati. Credo che tutto questo sia bene accetto e ben visto dalla popolazione.

 

D. – Sicuramente c’è qualcosa che lei porterà con sé, dell’esperienza con questa popolazione in quella zona del mondo ...

 

R. – Certamente, c’è la grande umanità di questa gente. L’hanno espressa subito dopo aver superato lo scetticismo iniziale ed una certa distanza da noi che c’era perché siamo diversi per cultura, per religione, per esperienze pregresse. Pertanto, lascerò questo mio incarico, tra qualche tempo, senza dubbio arricchito nella mia esperienza personale ed umana. Un’esperienza molto bella.

 

D. – Che tempi pensa possa avere tutto ciò?

 

R. – Vedo che alle Nazioni Unite ed a livello politico si sta facendo il possibile affinché questo passaggio di responsabilità dalla Coalizione agli iracheni sia il più rapido possibile. Il calendario della presenza delle Forze italiane è chiaramente correlato all’approvazione del Parlamento, della classe politica. Al momento, noi siamo stati autorizzati a restare fino alla fine di quest’anno. Ovviamente, qualora dovessimo rientrare, qualche altro Paese assumerà la responsabilità che noi lasceremo. Oppure il Parlamento estenderà ulteriormente il mandato. Ogni decisione è nelle mani dell’autorità politica.

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MODELLI ALIMENTARI CORRETTI E PREVENZIONE DELLE MALATTIE:

PRESENTATA A ROMA LA IX CONFERENZA EUROPEA SULLA NUTRIZIONE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

“Il ruolo dell’alimentazione nella prevenzione delle malattie croniche” è il tema della IX Conferenza europea sulla nutrizione, che si svolgerà a Roma dal primo al 4 ottobre, nella sede della Fao. L’evento è stato presentato questa mattina all’Hotel de Russie di Roma, dove si è recato per noi Alessandro De Carolis:

 

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Sono numerose le malattie che dipendono anche da una cattiva alimentazione: obesità, diabete, cancro, osteoporosi, sindromi metaboliche, problemi cardiovascolari. E sono le Nazioni industrializzate a pagare di più in termini di popolazione colpita. Solo in Italia, nel giro di 10 anni, la percentuale di obesi è cresciuta del 25 per cento. La valutazione dell’entità delle malattie “a componente nutrizionale” è il tema-cardine della IX Conferenza europea sulla nutrizione, un appuntamento a cadenza quadriennale promosso dalla Fens, la Federazione delle Società di nutrizione europee, che quest’anno si svolgerà in Italia, grazie all’organizzazione di uno dei 24 enti federati: la Sinu, Società italiana di nutrizione umana.

 

Molti sono gli interrogativi che la comunità scientifica del settore – 1.500 saranno i delegati che parteciperanno ai lavori di Roma – hanno sollevato nelle centinaia di contributi inviati al Comitato organizzatore. Ha senso ancora considerare la dieta mediterranea l’emblema di un corretto stile alimentare? Quale incidenza porteranno nella Comunità europea i Paesi dell’Est, con le loro abitudini ed i loro prodotti che potranno godere di una migliore diffusione? Qual è il grado di dipendenza della popolazione europea dagli alimenti prodotti artificialmente, cresciuto enormemente negli ultimi anni in molte aree europee? E ancora: esiste una politica europea sulla nutrizione e sono sufficienti i fondi destinati alla ricerca in un comparto ancora piuttosto “giovane”, rispetto ad altri campi scientifici che godono di sovvenzioni consolidate?

 

Alla Conferenza di Roma si parlerà anche del rapporto tra alimentazione e specifiche categorie sociali: come i degenti ospedalieri, gli sportivi, i disabili. “Cambiamenti politici e socio-economici – ha detto il prof. Nino Carlo Battistini, presidente della Sinu – hanno portato negli anni a notevoli cambiamenti anche nel regime alimentare dei cittadini europei, e oggi siamo in grado di verificarne gli effetti sulla salute”. Ma, nonostante ciò che già si fa - ha aggiunto - per elevare la soglia di attenzione sarebbe necessario un monitoraggio costante, magari prevedendo, sulla scorta del modello statunitense, “la creazione di un’agenzia europea di sorveglianza nutrizionale”.

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CHIESA E SOCIETA’

25 settembre 2003

 

 

LA FAO CONSEGNERÀ AIUTI AGRICOLI D’EMERGENZA A DUE MILIONI DI ANGOLANI

PER SOSTENERE IL RITORNO ALLA NORMALITÀ DOPO IL LUNGO PERIODO DI GUERRA

 

LUANDA. = Circa due milioni di angolani usufruiranno di aiuti agricoli d’emergenza cha saranno consegnati dalla Fao nelle prossime settimane, prima dell’inizio della stagione delle piogge. Si tratta di  sementi di granturco, di fagioli, di verdure, di miglio e di sorgo, insieme con strumenti agricoli. “Mediante questi aiuti, i contadini e le loro famiglie potranno coltivare la terra e produrre cibo per parecchi mesi”, ha detto Marco Giovannoni, coordinatore Fao per gli interventi d’emergenza in Angola, sottolineando che in questo modo si potranno fare passi avanti verso l’autosufficienza alimentare. In queste settimane molti angolani stanno facendo ritorno ai loro villaggi e, nonostante  il sollievo per la guerra finita, tra la popolazione rimane la preoccupazione per le difficoltà della vita di tutti i giorni. Dopo 30 anni di guerra gli angolani hanno ricominciato a bonificare le terre, a coltivare i campi e a costruire case più solide delle capanne in cui erano costretti a vivere. (M.R.)

 

 

ALLE ISOLE FIGI IL GOVERNO HA CREATO IL TRIBUNALE INDIPENDENTE INDIGENO

PER DIFENDERE I DIRITTI DELLE COMUNITÀ ORIGINARIE

 

FIGI. = L’esecutivo delle isole Figi ha stabilito, nei giorni scorsi, la creazione di un tribunale indipendente indigeno, che prenderà in considerazione denunce depositate da cittadini figiani e rotumani, le due comunità originarie dell’arcipelago nel Pacifico e avrà poteri investigativi, consultivi e di indirizzo. I contenziosi spesso sono sulle questioni della terra. La decisione del governo è storica per una Nazione la cui popolazione è divisa a metà tra gli abitanti originari e gli immigrati indiani. Sulla scena politica delle Figi ci sono, da una parte, il premier Laisenia Qarase, che guida da tre anni il governo composto solo da ministri figiani, dall’altra, il leader dell’opposizione, Mahendra Chaudhry, che pretende l’ampliamento dell’esecutivo anche ai cittadini indiani, rappresentanti del suo partito. (M.R.) 

 

 

“DOVE MURDOCH NON È ANCORA ARRIVATO: DIRITTO ALL’INFORMAZIONE,

 PRIMO PASSO PER LA PACE E LA LOTTA ALLA POVERTÀ” :

È IL TEMA DEL CONGRESSO ORGANIZZATO A TORINO  DALLA RIVISTA “VOLONTARI PER LO SVILUPPO”

PER SOSTENERE L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE

 

TORINO. = Un confronto tra giornalisti di diverse nazionalità sul tema dell’accesso all’informazione è l’obiettivo del Convegno internazionale “Dove Murdoch non è ancora arrivato: diritto all’informazione, primo passo per la pace e la lotta alla povertà” organizzato dalla rivista “Volontari per lo sviluppo”.  L’incontro si terrà l’8 ottobre all’Università di Torino e vi parteciperanno, oltre a decine di giornalisti italiani, anche altrettanti provenienti dall’Africa e dell’America Latina da sempre impegnati nell’informazione libera e indipendente. L’evento è preliminare alla V Assemblea dell’Onu dei Popoli, che si terrà nella seconda settimana di ottobre a Perugia e comprende nel progetto stage organizzati per i giornalisti in alcuni media italiani che hanno aderito all’iniziativa. (M.R.)

 

 

IN BANGLADESH UN CITTADINO SU CINQUE SUBISCE LE CONSEGUENZE DELL’ARSENICO SEDIMENTATO NEI POZZI.

PER CONTRASTARE IL PIÚ GRANDE AVVELENAMENTO DI MASSA NELLA STORIA DELL’UMANITÀ,

COME È STATO DEFINITO DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ,

È STATA MESSA A PUNTO UNA NUOVA TECNOLOGIA PER ESTRARRE ACQUA POTABILE

 

DHAKA. = In Bangladesh un quinto della popolazione, pari a trenta milioni di persone, subisce le conseguenze dell’avvelenamento da arsenico, che inquina le falde acquifere. I dati, divulgati dal ministro per il governo locale e lo sviluppo, Abdul Manna Bhuyian, sono aggravati dai numerosi casi di malattie cutanee, cancro, cecità e infermità invalidanti. Nelle settimane scorse si è tenuto un congresso a Dhaka, capitale del Bangladesh, durante il quale è stata presentata una tecnologia messa a punto dall’Istituto di ricerca sullo sviluppo rurale. Si tratta di speciali tubature, capaci di raggiungere notevoli profondità nel terreno per estrarre, in alcune zone del Paese, acqua potabile libera dall’arsenico. Il problema dell’acqua avvelenata dall’arsenico è sorto negli anni settanta: fino ad allora si attingeva a pozzi poco profondi o a laghi e fiumi e le conseguenze erano colera e dissenteria allo stato endemico. Per evitare ciò le Nazioni Unite finanziarono progetti di escavazione per circa venti milioni di pozzi profondi ma in questo modo si trova acqua contaminata dall’arsenico, eroso in migliaia di anni dalle cime dell’Himalaia. (M.R.)

 

 

PER SOSTENERE LE INIZIATIVE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ DI ROMA

E DELL’ASSOCIAZIONE PER L’INFANZIA DEL PRINCIPE ALBERTO DI MONACO

SI TERRÀ UNA SERATA DI GALA, VENERDI’ SERA A ROMA

 

ROMA. = Una serata benefica a favore dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e di Mission Enfance, l’associazione caritatevole presieduta dal principe Alberto di Monaco, si terrà venerdì 26 settembre presso il Palazzo Colonna di Roma. Ci sono due progetti importanti per i quali entrambe le istituzioni stanno lavorando e che saranno finanziati grazie alla promozione della serata. Per l’ospedale Bambino Gesù si tratta di ristrutturare la casa di accoglienza assegnata dal Comune di Roma e destinata ad ospitare le famiglie dei bambini ricoverati provenienti da altre parti d’Italia e del mondo. Mission Enfance intende, invece, acquistare e ristrutturare un edificio scolastico alla periferia di Beirut, capitale del Libano, per dare ai piccoli studenti una adeguata istruzione. L’organizzazione monegasca invia anche equipe di esperti e volontari che operano sul posto per formare la popolazione, specie i giovani, in modo da permettere loro di acquisire un’istruzione di base. (M.R.)

 

 

PASSO SIGNIFICATIVO PER LA COMUNITA’ CATTOLICA IN VIETNAM.

I SALESIANI SI OCCUPERANNO DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE NELLA ZONA

DEL CENTRAL MEKONG DELTA, CON IL PIENO RICONOSCIMENTO DELLE AUTORITA’

 

HO CHI MIN. = Un passo avanti per la comunità cristiana in Vietnam. I salesiani operanti nel Paese si occuperanno, infatti, ufficialmente della formazione professionale nella zona del Central Mekong Delta, l’area vicina al santuario di Mary Help of Christians. In un’intervista rilasciata ad ‘AustraLasia’, don John Nguyen Van Ti, che ha da poco terminato il suo mandato da ispettore, racconta che il servizio dei Salesiani in loco è stato avviato nel 1975, concentrandosi “soprattutto nelle parrocchie o nei centri non riconosciuti dallo Stato”. Negli anni Novanta sono stati operati due tentativi per trovare un accordo col governo, allo scopo di fornire servizi educativi, “ma le condizioni e le restrizioni imposte - spiega il religioso - hanno di fatto reso impossibile raggiungere un’intesa”. Dopo il  2000, un diverso orientamento del governo rispetto alle scuole private, ha permesso ai Salesiani di cominciare a focalizzare la loro attenzione nelle zone periferiche, al servizio dei giovani più poveri. I sacerdoti hanno ottenuto il riconoscimento dell’esecutivo locale, il terreno per la realizzazione del plesso scolastico e l’esenzione delle tasse governative. (D.D)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

25 settembre 2003

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Ancora odio e violenze in Iraq. Una bomba è esplosa, questa mattina, nell’al-Aike hotel di Baghdad, sede degli uffici della televisione americana Nbc, causando la morte di un impiegato somalo dell’albergo e due feriti. Sempre oggi, quattro soldati americani sono inoltre rimasti feriti a Mossul per l’esplosione del veicolo sul quale si trovavano. In questo drammatico scenario bisogna purtroppo registrare anche la morte, avvenuta stamani, dell’esponente sciita del Consiglio del governo di transizione iracheno, Hakila al Hashimi. La donna era stata ferita sabato scorso in un agguato perpetrato contro la sua automobile poco dopo essere uscita dalla sua casa di Baghdad. Al Hashimi, ex membro del partito Baath, era l’unica tra i 25 membri del Consiglio di Governo iracheno ad aver ricoperto incarichi nel deposto regime di Saddam Hussein e ad aver lavorato con Tariq Aziz quando questi era ministro degli Esteri.

 

“L’Onu deve svolgere un ruolo più centrale in Iraq”. E’ questo l’appello lanciato dal cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, nel corso del suo intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite dove ieri si è registrato un sostanziale accordo sul primato dell’Onu e l’urgenza di una pronta ricostruzione del Paese arabo. Sembrano dunque superate alcune divergenze, soprattutto quelle tra Washington e Berlino. Il cancelliere tedesco ha anche promesso sostegno agli Stati Uniti ed aiuti all’Iraq. Ce lo conferma, da New York, Paolo Mastrolilli:

 

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Berlino ha offerto aiuti economici per la ricostruzione e assistenza per l’addestramento delle forze dell’ordine al nuovo Paese, ma non truppe per l’occupazione. Quindi Schröder, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu, ha ribadito che solo il Palazzo di Vetro può dare legittimità al futuro assetto politico di Baghdad. Dunque, la Germania insieme alla Russia – che sta negoziando la sua possibile partecipazione alla nuova forza multinazionale – ha preso una posizione più morbida della Francia. Ma il ministro degli Esteri di Parigi, de Villepin, ha detto che l’asse con Berlino resta solida ed entrambi i governi chiedono un rapido passaggio dei poteri agli iracheni tramite l’Onu. Bush ha incontrato anche il collega pakistano Musharaf e quello indiano Vajpayee dai quali spera di ottenere truppe per la forza di occupazione che diluiscano la presenza dei soldati americani.

 

Da New York per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Al rientro dal suo viaggio a New York per partecipare ai lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, ha annunciato oggi che il mandato dell’Onu in Afghanistan sarà presto ampliato. In un intervento al Bundestag, Schröder ha detto che Stati Uniti, Francia e Russia appoggiano la richiesta tedesca di ampliare il mandato delle truppe di pace Isaf, circoscritto finora solo a Kabul, anche a regioni fuori della capitale.

L’Iran è pronto a collaborare con gli Stati Uniti, specialmente sull’Iraq e sulla questione nucleare, ma solo se l’amministrazione Bush muterà il suo approccio creando una nuova atmosfera di cooperazione”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Kamal Kharrazi, intervistato dal Washington Post.

 

All’indomani del discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite con il quale il presidente statunitense, George Bush, ha chiesto ampio sostegno internazionale alla ricostruzione e alla gestione della sicurezza in Iraq, la popolarità del capo di Stato americano è al minimo storico. Secondo i risultati di un sondaggio, commissionato dall’emittente televisiva Nbc e dal Wall Street Journal a quattro mesi dall’avvio delle primarie democratiche per scegliere lo sfidante di Bush nelle elezioni del 2004, le scelte politiche del presidente statunitense sarebbero infatti approvate solo dal 49 per cento degli elettori, il livello più basso da quando si è insediato alla Casa Bianca.

 

Con lo scopo di sbloccare lo stallo in Medio Oriente, torna a riunirsi il Quartetto: domani si incontreranno a New York, rappresentanti di Stati Uniti, Russia, Onu ed Unione Europea. Il servizio di Graziano Motta:

 

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In vista anche di questo incontro a livello ministeriale, Condoleeza Rice – consigliere della Casa Bianca per la Sicurezza – ha incontrato il ministro degli Esteri israeliano Shalom, al quale ha chiesto che il suo governo non intraprenda azioni irreversibili nei confronti dei palestinesi. Si è fra l’altro riferita al progetto di espulsione di Arafat, ritenendolo un grosso errore sul piano dell’immagine. Anche un altro evento sta avendo analoghe ripercussioni negative: protagonisti 27 piloti dell’Aviazione militare che hanno annunciato pubblicamente il loro rifiuto di obbedire alle incursioni mirate su esponenti della rivolta, perché finiscono per coinvolgere civili innocenti. Sul terreno, nel campo profughi di El Bureji, nella Striscia di Gaza, reparti di fanteria e blindati israeliani hanno ucciso due esponenti del braccio militare di Hamas. Negli scontri a fuoco, sei soldati sono rimasti feriti. Analoga operazione a Hebron, dove nell’accerchiamento di una baracca dove si erano rifugiati, sono stati uccisi il comandante locale della Jihad islamica ed un suo collaboratore; ferito pure un terzo attivista.

 

Per la Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Restiamo in Medio Oriente, dove l’aviazione israeliana intende reagire duramente contro i piloti che hanno dichiarato, in una lettera aperta, di non voler compiere operazioni mirate in aree civili. Il generale Dan Halutz, capo dell’Aviazione, ha affermato che i nove piloti in servizio attivo dovranno affrontare i rigori della legge. “Il rifiuto di obbedire agli ordini - ha dichiarato oggi Halutz - è in questa situazione la madre di tutti i pericoli per il nostro popolo”.

 

Apriamo ora la spinosa questione relativa ad Eurostat, l’Ufficio di statistica europeo al centro di un grave scandalo economico. Affrontando questo intricato capitolo il presidente della Commissione, Romano Prodi, illustrerà tra poco, all’Europarlamento di Strasburgo, la storia dei fondi neri e la genesi delle malversazioni legate all’Istituto statistico. In un rapporto consegnato ieri all’Europarlamento, l’ufficio antifrodi dell’Unione Europea (Olaf) ha intanto confermato di aver individuato presunte irregolarità in cinque contratti di Eurostat. I danni per l’Unione Europea ammonterebbero a quasi 5 milioni di euro.

 

Trasferiamoci in Sudan, dove la guerriglia dell’Esercito di liberazione (Spla) ha raggiunto un accordo con il governo di Khartoum sulla composizione delle forze armate che dovranno garantire la sicurezza nel Sud del Paese, dilaniato da 20 anni di guerra civile. L’intesa stabilisce le dimensioni del contingente misto e disciplina altri aspetti tecnici sui quali, nelle scorse settimane, si era arenato il negoziato. Su questa possibile svolta per il Sudan, ci riferisce Giulio Albanese:

 

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A detta degli osservatori, si tratta di un importante passo in avanti sulla via della tanto attesa pace definitiva, dal momento che la questione della sicurezza finora aveva rappresentato uno dei punti più delicati dell’intera trattativa. In sostanza avverrà un ritiro significativo delle truppe governative dal sud per realizzare la formazione di unità miste all’interno di un esercito integrato che controllerà le regioni della “Blue Nile” meridionale e dei monti Nuba. Sul tavolo, però, restano ancora dei problemi, questioni che almeno per ora separano di fatto Khartum dai ribelli, la spartizione del controllo delle ricche aree petrolifere del sud e la distribuzione dei relativi proventi. Una cosa è certa: il clima del negoziato in Kenya è certamente incoraggiante e fa ben sperare considerando che nel Sudan si combatte dal 1983 e che in questi anni hanno perso la vita oltre 2 milioni di persone.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Amina Lawal, la donna nigeriana condannata in prima istanza alla lapidazione con l’accusa di adulterio, ha vinto l’appello ed è stata assolta. Sia la difesa che la stessa Amina erano apparsi ottimisti prima del verdetto della corte islamica di Katsina, che dal 1999 risponde alla legge della Sharia, adottata da 12 Stati settentrionali della Nigeria. Un caso, quello di Amina, che aveva sollevato la comunità internazionale per salvare la donna, madre di una bambina concepita fuori dal matrimonio e per questo condannata a morte.

 

Aumenta la pressione internazionale sul governo del Myanmar, perché venga rilasciata Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione birmana agli arresti dallo scorso 30 maggio. Ieri si è conclusa la missione dell’Indonesia, presidente di turno dell’Associazione dei Paesi del sudest asiatico. Oggi è iniziata quella della Thailandia: il ministro degli Esteri di Bangkok, Sathirathai, ha incontrato il premier, Khin Nyunt, ed il capo delle Forze armate.

 

 

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