RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 268 - Testo della
Trasmissione giovedì 25 settembre 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Dal 1 al 4 ottobre a Roma, presso la Fao, si
terrà la IX Conferenza europea sulla nutrizione.
CHIESA E SOCIETA’:
Sostegno della Germania agli Stati Uniti
sull’Iraq, Paese dove non si arresta la catena di violenze.
Per discutere sulla crisi israelo-palestinese
Stati Uniti, Russia, Onu e Ue si riuniranno, domani, a New York.
Raggiunto in Sudan un accordo tra governo e
ribelli per garantire la sicurezza nel Paese.
IL RIENTRO OGGI DEL PAPA DA CASTEL
GANDOLFO IN VATICANO, DOVE E’ ATTESO IN PRIMA SERATA.
STAMANE
I SALUTI DI CONGEDO DALLA CITTADINA LAZIALE E L’UDIENZA AD ALCUNI PRESULI
FILIPPINI,
IN CUI HA AFFRONTATO IL GRAVE PROBLEMA DEL
TERRORISMO,
INDICANDO LA VIA D’USCITA NEL DIALOGO
ECUMENICO E INTERRELIGIOSO
- A
cura di Roberta Gisotti -
Fervono
già i preparativi in Vaticano per accogliere festosamente questa sera Giovanni
Paolo II, che ormai conclusa la stagione estiva lascerà la residenza di Castel
Gandolfo, con un giorno di anticipo rispetto al programma già annunciato. E, la
partenza in auto dalla cittadina laziale è prevista alle 18.30. Intanto i
fedeli in tutto il mondo hanno tirato un sospiro di sollievo dopo gli allarmi
sulla salute del Papa, che ieri - lo ricordiamo - non ha partecipato, a causa
di un disturbo intestinale, all’udienza generale del mercoledì in Vaticano. Le
sue condizioni sono ora migliorate, seppure attraverso la televisione il Santo
Padre è apparso ieri mattina molto provato. Ma già nel tardo pomeriggio Giovanni Paolo II ha potuto incontrare il
personale delle Ville Pontificie per i saluti di congedo e stamane ha ricevuto
in udienza alcuni presuli filippini al termine della loro visita ad Limina
Apostolorum. Di questo incontro ci riferisce Salvatore Sabatino.
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“Seguendo
la strada di nostro Signore, abbiamo scelto di essere la Chiesa dei poveri”.
Così Giovanni Paolo II, ai presuli filippini, in un discorso che ha puntato la
sua attenzione soprattutto sul concetto della Chiesa, come “comunità di fede
che abbraccia e pratica lo spirito evangelico della povertà, che combina il
distacco dal possesso con una profonda fede nel Signore come unica risorsa di
salvezza”. In pratica una vera Chiesa dei poveri contribuisce concretamente
alla necessaria trasformazione della società, verso un “rinnovamento basato
sulla visione e sui valori del Vangelo”.
Giovanni
Paolo II non ha tralasciato di sottolineare
l’importanza della famiglia e del matrimonio, punti cardine su cui si
basa la testimonianza laica della fede cristiana. “Quando la vita della
famiglia – ha detto il Papa – è in buona salute, c’è uno straordinario senso di
comunità e solidarietà, due importanti elementi della Chiesa dei poveri. Non
solo la famiglia è oggetto della cura della Pastorale della Chiesa, ma anche
uno dei più importanti agenti di evangelizzazione”.
Il
Pontefice ha soffermato poi la sua attenzione sul terrorismo che affligge le
Filippine, evidenziando soprattutto la lotta a questo triste fenomeno attraverso “un lavoro comune tra le varie
confessioni cristiane, oltre che tra le grandi religioni del mondo, al fine di
eliminare le cause sociali e culturali” che sfociano negli atti di violenza.
Una vera e propria invocazione al dialogo interreligioso ed ecumenico, quella
lanciata da Giovanni Paolo II, che parte dal presupposto che le varie religioni
possono insegnare la grandezza e la dignità della persona umana. “Duecento
leader religiosi - ha ricordato il Papa -, si sono uniti a me nella condanna al
terrorismo, ed insieme ci siamo impegnati per proclamare la nostra ferma
convinzione che la violenza ed il terrorismo sono incompatibili con l’autentico
spirito della religione, e per fare tutto il possibile per eliminarne le
cause”. Giovanni Paolo II ha fatto inoltre esplicito riferimento all’isola di
Mindanao, dove più aspra è la lotta dei terroristi.
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Sempre questa mattina, Giovanni
Paolo II ha poi incontrato le autorità e civili e religiose di Castel Gandolfo
e le Forze dell’Ordine che hanno vigilato sulla sua sicurezza, nei due mesi e
mezzo di soggiorno nella cittadina laziale. Come ogni anno questo evento ha
avuto note affettuose. Ascoltiamo il servizio di Barbara Castelli.
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Grande
e palpabile il dispiacere dei cittadini della ridente località laziale, che
ogni anno custodisce con calore e discrezione il riposo del Pontefice, nel
giorno del congedo da Giovanni Paolo II. Nella nota rivolta al Sindaco, alle
autorità civili ed ecclesiali della Comunità di Castello, nonché alle Forze dell’ordine,
il Papa sottolinea come l’incontro odierno chiuda il suo soggiorno estivo a
Castel Gandolfo dove anche quest’anno, ha “potuto riposare e recuperare nuove
energie per la ripresa delle consuete attività in Vaticano”. “Vi sono grato per
la vostra vicinanza spirituale - dichiara - e per quanto avete fatto per me e
per i miei collaboratori durante questi mesi”. Il saluto riconoscente e
affettuoso di Giovanni Paolo II è esteso poi anche alla “comunità cristiana di
Castel Gandolfo e all’intera diocesi di Albano”. Alle Forze dell’Ordine, che
con “instancabile impegno” e talvolta “notevole sacrificio” hanno concretamente
“cooperato a rendere sereno e proficuo” il suo soggiorno, il Papa chiede di
pregare per il suo “impegno quotidiano a servizio della Chiesa”. “Pregate
particolarmente per l’ormai prossimo pellegrinaggio a Pompei - aggiunge -
perché possa segnare per la Chiesa una tappa di rinnovamento spirituale e di
più intensa devozione mariana”. Ieri pomeriggio, invece, il commiato con i
dipendenti delle Ville pontificie di Castel Gandolfo, come è consuetudine ogni
anno al termine della parentesi estiva del Santo Padre. “Mentre mi appresto a
fare ritorno in Vaticano - ha detto loro - chiedo nella preghiera al Datore di
ogni bene di ricompensarvi con l’abbondanza della grazia divina”.
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ALTRE UDIENZE
In fine mattinata il Papa ha
ricevuto in udienza un altro gruppo di vescovi delle Filippine, in visita ad
Limina Apostolorum.
NOMINA
E RINUNCIA
Il
Santo Padre ha concesso stamani il suo assenso all’elezione fatta dal Sinodo
dei vescovi della Chiesa antiochena dei Maroniti, riunitosi a Bkerkè dal 9 al
14 giugno scorso, del corepiscopo Nabil Hage, protosincello dell’arcieparchia
di Tyr dei Maroniti, alla sede arcivescovile di Tyr dei Maroniti, nel Libano. Il
neo-eletto presule, 60 anni, originario di Hajjé nel Libano del Sud, succede a
mons. Maroun Khoury Sader, dimessosi dal governo pastorale di detta
arcieparchia in conformità al Codice dei Canoni delle Chiese Orientali. Tyr dei
Maroniti, che si estende su 1500 km quadrati ed è situata nel Sud del Libano, è
stata gravemente sconvolta dai dolorosi avvenimenti socio-politici che hanno
dilaniato il Paese. La circoscrizione conta 41.000 fedeli, la cura pastorale
dei quali è affidata a 17 sacerdoti eparchiali, impegnati in 22 parrocchie. Con
loro collaborano 14 religiosi e 35 religiose. L’arcieparchia dispone di 18
Istituti di educazione e di 10 Istituti di beneficenza.
Il Papa ha inoltre accettato
oggi la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Korhogo in Costa
d’Avorio, presentata da mons. Auguste Nobou, per raggiunti limiti di età.
DELLA
CHIESA ANGLICANA D’INGHILTERRA, ROWAN WILLIAMS,
SARA’
IN VISITA A ROMA. SABATO 4 OTTOBRE L’UDIENZA DAL PAPA
-
Intervista con il vescovo anglicano, John Flack -
Per la prima volta, il 4 ottobre prossimo, il nuovo
arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, sarà ricevuto in udienza dal Papa.
E’ questo un incontro preparato da tempo. Il dr. Williams sin dal momento della
sua intronizzazione, avvenuta il 27 febbraio 2002, aveva chiesto di venire a Roma per incontrare il Santo Padre in
occasione dell’inizio del suo mandato di Primate della Chiesa anglicana
d’Inghilterra e capo spirituale della Comunione anglicana mondiale, che ricordiamo
è presente in 160 Paesi con 70 milioni di cristiani. Servizio di Carla
Cotignoli e Philippa Hitchen.
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Il dr. Rowan Williams è il primo
arcivescovo di Canterbury non inglese. E’ infatti nativo del Galles, una Nazione che ha una ricca tradizione di
apertura alla fraternità e al senso comunitario. Ha soli 53 anni. E’
sposato con due figli. E’ un teologo affermato a livello internazionale.
Docente di Teologia all’Università di Oxford, ha scritto numerosi libri sulla
storia della teologia e della spiritualità e ha pubblicato varie raccolte di
articoli e sermoni ed anche un libro di poesie. Per
anni è stato co-presidente della Commissione per il dialogo teologico tra la
Comunione anglicana e la Chiesa ortodossa. Aveva voluto ritirarsi nella comunità
ecumenica di Bose in Italia per prepararsi spiritualmente alla nuova importante
missione.
Apriamo ora lo sguardo sul
movimento ecumenico: molti in questo tempo lamentano la mancanza di progressi
in confronto ai grandi sviluppi accaduti sulla scia del Concilio Vaticano II,
negli anni ’70. Quale direzione sta prendendo l’ecumenismo in questo momento?
Risponde, al microfono di Philippa Hitchen, il vescovo John Flack,
neo-direttore del Centro anglicano di Roma e rappresentante presso il Vaticano
dell’arcivescovo di Canterbury
R. - I THINK THERE’S BEING …
Credo ci sia stato un rallentamento nel progresso
ecumenico a livello dei vertici, se così si può dire. Ma girando per
l’Inghilterra ho visto che l’ecumenismo alla sua base è molto attivo, e ci sono
molte cose che le Chiese stanno facendo insieme. Credo che alla fine, coloro
che sono impegnati nel dialogo in cima alla piramide, dovranno ascoltare più
attentamente quello che sta accadendo alla base. E’ questo uno sviluppo che
vogliamo incoraggiare.
Il vescovo Flack sarà insediato
nel suo nuovo incarico il pomeriggio di sabato 4 ottobre. Ricordiamo che il
Centro anglicano è nato nel 1966 per desiderio dell’allora arcivescovo di
Canterbury, dr. Michael Ramsey, dopo la prima visita della storia ad un Papa.
L’intento era quello di mantenere vivi i rapporti tra Canterbury e Vaticano.
Quali gli obiettivi del vescovo Flack?
R. – IT’S
A VERY BIG QUESTION…
E’ una bella domanda! Il mio
primo obiettivo è quello di migliorare le relazioni personali a tutti i livelli,
perché ho sempre pensato si possa raggiungere molto di più attraverso
l’amicizia e il mutuo dialogo che attraverso qualsiasi altra cosa. Quindi, la
maggior parte del mio lavoro sarà volto ad aprire le porte, a costruire
amicizie e rapporti. Uno dei miei obiettivi è quello di mettermi nella
disposizione di imparare per accrescere la mia conoscenza del cattolicesimo
romano. Ovviamente, una parte importante del mio ruolo sarà quella di aiutare
l’arcivescovo Rowan Williams ad incontrare più persone possibili. Non è mai
stato a Roma prima ed ora ha bisogno di cominciare a costruire un legame qui
con le persone, a vari livelli, perché chiaramente sta per diventare un
‘giocatore’ fondamentale nel dialogo anglo-romano-cattolico per le generazioni
future.
D. – Il dr. Williams ha già da anni un profondo legame con
la Chiesa cattolica….
R. – YES, HE DOES...
Sì, ed ha lavorato con la Chiesa
cattolica all’interno delle Università di Oxford e Cambridge. E’ stato
responsabile della formazione teologica di un gran numero di seminaristi romano
cattolici. Quindi, ha già attraversato i confini in questo senso, e porterà
tutto questo con lui.
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La prima pagina si apre con l'Iraq: attentati a Baghdad e
a Mossul; è morta l'esponente sciita ferita sabato scorso.
Nelle
vaticane, nel discorso ai Vescovi della Conferenza Episcopale delle Filippine,
Giovanni Paolo II ha sottolineato che la "Chiesa dei poveri" non è in
nessun modo esclusiva: è una Chiesa in cui i poveri sono realmente accolti,
ascoltati e coinvolti attivamente. Luigi Gedda in un ricordo personale di
Agostino Maltarello: "Ci raccomandò di portare incise nel cuore quelle tre
parole: preghiera, azione, sacrificio".
Una pagina dedicata alle
iniziative pastorali promosse nelle varie Diocesi italiane.
Nelle
estere, Medio Oriente: uccisi sei palestinesi e un soldato israeliano. Sudan:
importante passo avanti verso l'accordo di pace; intesa sul nodo cruciale della
sicurezza.
Nella pagina culturale, un contributo di Fernando Salsano
dal titolo "Machiavelli censore di Dante": nel
"Dialogo intorno alla nostra lingua".
Nelle pagine italiane, in
rilievo il tema delle pensioni e del lavoro.
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25 settembre
2003
IL DIFFICILE CAMMINO PER LA RICOSTRUZIONE
POLITICA E SOCIALE DELL’IRAQ,
NELLA TESTIMONIANZA DEL COMANDANTE DEL CONTINGENTE
ITALIANO
NEL PAESE ARABO, ADRIANO SANTINI
Resta preoccupante la situazione in Iraq anche se dagli
incontri nell’ambito delle Nazioni Unite sono emerse posizioni disponibili alla
discussione per ridurre le differenze, in tema di intervento della comunità
internazionale. E’ quanto hanno sottolineato gli Stati Uniti escludendo, però,
la possibilità di dare seguito alla proposta francese di trasferire il più
presto possibile la sovranità alle autorità irachene. Resta, dunque la presenza
angloamericana mentre si attende la nuova risoluzione delle Nazioni Unite.
E
presente nel Paese arabo, per il momento almeno fino alla fine dell’anno, è
anche il Contingente italiano che è stato inviato in missione umanitaria e di sicurezza nella provincia di Bassora. Il maggiore
generale Adriano Santini, comandante dei soldati italiani in Iraq, ha
raccontato a Fausta Speranza, da Bassora, il loro lavoro a servizio della popolazione civile.
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R. – Ci siamo incontrati con i rappresentanti ed i
maggiorenti sia a livello religioso che politico che tribale, in modo tale da
far comprendere a tutti quale fosse lo scopo della nostra missione.
Fondamentalmente è aiutarli a rimettersi in piedi ed a governarsi da soli. E la
popolazione ha condiviso il nostro approccio.
D. – Cosa legge negli occhi della popolazione?
R. – Negli occhi della generalità delle persone,
ovviamente, ci sono le speranze che abbiamo anche noi tutti: avere una maggiore
sicurezza pubblica per la nostra famiglia e per noi stessi, avere prospettive
di lavoro, garantire ai nostri figli una scuola, una sanità appropriata.
Onestamente credo che la popolazione si accorga che noi facciamo il possibile in queste direzioni, sia nel
settore scolastico che nel settore della sanità e nel settore della sicurezza
che, ovviamente, è specifico del mandato militare. Ma non è certamente l’unico
settore in cui operiamo. In Iraq e anche nella nostra provincia l’anno
scolastico inizierà il primo ottobre. Abbiamo compiuto interventi importanti su
alcune scuole, sia dal punto di vista infrastrutturale che dal punto di vista
del materiale scolastico – dai banchi ai libri ai quaderni, e così via – ma abbiamo
anche programmato, ad esempio, visite mediche per i bambini delle elementari,
così che si possa avere uno screening della popolazione per poter dare i
consigli appropriati. Credo che tutto questo sia bene accetto e ben visto dalla
popolazione.
D. – Sicuramente c’è qualcosa che lei porterà con sé,
dell’esperienza con questa popolazione in quella zona del mondo ...
R. – Certamente, c’è la grande umanità di questa gente.
L’hanno espressa subito dopo aver superato lo scetticismo iniziale ed una certa
distanza da noi che c’era perché siamo diversi per cultura, per religione, per
esperienze pregresse. Pertanto, lascerò questo mio incarico, tra qualche tempo,
senza dubbio arricchito nella mia esperienza personale ed umana. Un’esperienza
molto bella.
D. – Che tempi pensa possa avere tutto ciò?
R. – Vedo che alle Nazioni Unite ed a livello politico si
sta facendo il possibile affinché questo passaggio di responsabilità dalla
Coalizione agli iracheni sia il più rapido possibile. Il calendario della
presenza delle Forze italiane è chiaramente correlato all’approvazione del Parlamento,
della classe politica. Al momento, noi siamo stati autorizzati a restare fino
alla fine di quest’anno. Ovviamente, qualora dovessimo rientrare, qualche altro
Paese assumerà la responsabilità che noi lasceremo. Oppure il Parlamento estenderà
ulteriormente il mandato. Ogni decisione è nelle mani dell’autorità politica.
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MODELLI ALIMENTARI CORRETTI E PREVENZIONE DELLE
MALATTIE:
PRESENTATA
A ROMA LA IX CONFERENZA EUROPEA SULLA NUTRIZIONE
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
“Il
ruolo dell’alimentazione nella prevenzione delle malattie croniche” è il tema
della IX Conferenza europea sulla nutrizione, che si svolgerà a Roma dal primo
al 4 ottobre, nella sede della Fao. L’evento è stato presentato questa mattina
all’Hotel de Russie di Roma, dove si è recato per noi Alessandro De Carolis:
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Sono numerose le malattie che dipendono anche da una
cattiva alimentazione: obesità, diabete, cancro, osteoporosi, sindromi
metaboliche, problemi cardiovascolari. E sono le Nazioni industrializzate a
pagare di più in termini di popolazione colpita. Solo in Italia, nel giro di 10
anni, la percentuale di obesi è cresciuta del 25 per cento. La valutazione
dell’entità delle malattie “a componente nutrizionale” è il tema-cardine della
IX Conferenza europea sulla nutrizione, un appuntamento a cadenza quadriennale
promosso dalla Fens, la Federazione delle Società di nutrizione europee, che
quest’anno si svolgerà in Italia, grazie all’organizzazione di uno dei 24 enti
federati: la Sinu, Società italiana di nutrizione umana.
Molti sono gli interrogativi che la comunità scientifica
del settore – 1.500 saranno i delegati che parteciperanno ai lavori di Roma –
hanno sollevato nelle centinaia di contributi inviati al Comitato
organizzatore. Ha senso ancora considerare la dieta mediterranea l’emblema di
un corretto stile alimentare? Quale incidenza porteranno nella Comunità europea
i Paesi dell’Est, con le loro abitudini ed i loro prodotti che potranno godere
di una migliore diffusione? Qual è il grado di dipendenza della popolazione
europea dagli alimenti prodotti artificialmente, cresciuto enormemente negli
ultimi anni in molte aree europee? E ancora: esiste una politica europea sulla
nutrizione e sono sufficienti i fondi destinati alla ricerca in un comparto
ancora piuttosto “giovane”, rispetto ad altri campi scientifici che godono di
sovvenzioni consolidate?
Alla Conferenza di Roma si parlerà anche del rapporto tra
alimentazione e specifiche categorie sociali: come i degenti ospedalieri, gli
sportivi, i disabili. “Cambiamenti politici e socio-economici – ha detto il
prof. Nino Carlo Battistini, presidente della Sinu – hanno portato negli anni a
notevoli cambiamenti anche nel regime alimentare dei cittadini europei, e oggi
siamo in grado di verificarne gli effetti sulla salute”. Ma, nonostante ciò che
già si fa - ha aggiunto - per elevare la soglia di attenzione sarebbe
necessario un monitoraggio costante, magari prevedendo, sulla scorta del
modello statunitense, “la creazione di un’agenzia europea di sorveglianza
nutrizionale”.
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25 settembre 2003
LA FAO CONSEGNERÀ AIUTI AGRICOLI
D’EMERGENZA A DUE MILIONI DI ANGOLANI
PER SOSTENERE IL RITORNO ALLA NORMALITÀ DOPO IL
LUNGO PERIODO DI GUERRA
LUANDA. = Circa due milioni di angolani usufruiranno
di aiuti agricoli d’emergenza cha saranno consegnati dalla Fao nelle prossime
settimane, prima dell’inizio della stagione delle piogge. Si tratta di sementi di granturco, di fagioli, di
verdure, di miglio e di sorgo, insieme con strumenti agricoli. “Mediante questi
aiuti, i contadini e le loro famiglie potranno coltivare la terra e produrre
cibo per parecchi mesi”, ha detto Marco Giovannoni, coordinatore Fao per gli
interventi d’emergenza in Angola, sottolineando che in questo modo si potranno
fare passi avanti verso l’autosufficienza alimentare. In queste settimane molti
angolani stanno facendo ritorno ai loro villaggi e, nonostante il sollievo per la guerra finita, tra la
popolazione rimane la preoccupazione per le difficoltà della vita di tutti i
giorni. Dopo 30 anni di guerra gli angolani hanno ricominciato a bonificare le
terre, a coltivare i campi e a costruire case più solide delle capanne in cui
erano costretti a vivere. (M.R.)
ALLE ISOLE
FIGI IL GOVERNO HA CREATO IL TRIBUNALE INDIPENDENTE INDIGENO
PER DIFENDERE I DIRITTI DELLE COMUNITÀ ORIGINARIE
FIGI. = L’esecutivo delle isole Figi ha stabilito,
nei giorni scorsi, la creazione di un tribunale indipendente indigeno, che
prenderà in considerazione denunce depositate da cittadini figiani e rotumani,
le due comunità originarie dell’arcipelago nel Pacifico e avrà poteri investigativi,
consultivi e di indirizzo. I contenziosi spesso sono sulle questioni della
terra. La decisione del governo è storica per una Nazione la cui popolazione è
divisa a metà tra gli abitanti originari e gli immigrati indiani. Sulla scena
politica delle Figi ci sono, da una parte, il premier Laisenia Qarase, che
guida da tre anni il governo composto solo da ministri figiani, dall’altra, il
leader dell’opposizione, Mahendra Chaudhry, che pretende l’ampliamento dell’esecutivo
anche ai cittadini indiani, rappresentanti del suo partito. (M.R.)
“DOVE MURDOCH NON
È ANCORA ARRIVATO: DIRITTO ALL’INFORMAZIONE,
PRIMO PASSO
PER LA PACE E LA LOTTA ALLA POVERTÀ” :
È IL TEMA DEL CONGRESSO ORGANIZZATO A TORINO DALLA RIVISTA “VOLONTARI PER LO SVILUPPO”
PER SOSTENERE L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE
TORINO. = Un confronto tra giornalisti di diverse
nazionalità sul tema dell’accesso all’informazione è l’obiettivo del Convegno
internazionale “Dove Murdoch non è ancora arrivato: diritto all’informazione,
primo passo per la pace e la lotta alla povertà” organizzato dalla rivista
“Volontari per lo sviluppo”. L’incontro
si terrà l’8 ottobre all’Università di Torino e vi parteciperanno, oltre a
decine di giornalisti italiani, anche altrettanti provenienti dall’Africa e
dell’America Latina da sempre impegnati nell’informazione libera e
indipendente. L’evento è preliminare alla V Assemblea dell’Onu dei Popoli, che
si terrà nella seconda settimana di ottobre a Perugia e comprende nel progetto
stage organizzati per i giornalisti in alcuni media italiani che hanno aderito
all’iniziativa. (M.R.)
IN BANGLADESH UN CITTADINO SU
CINQUE SUBISCE LE CONSEGUENZE DELL’ARSENICO SEDIMENTATO NEI POZZI.
PER CONTRASTARE IL PIÚ GRANDE AVVELENAMENTO DI MASSA
NELLA STORIA DELL’UMANITÀ,
COME È STATO DEFINITO DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE
DELLA SANITÀ,
È STATA MESSA A PUNTO UNA NUOVA TECNOLOGIA PER
ESTRARRE ACQUA POTABILE
DHAKA. = In Bangladesh un quinto della popolazione,
pari a trenta milioni di persone, subisce le conseguenze dell’avvelenamento da
arsenico, che inquina le falde acquifere. I dati, divulgati dal ministro per il
governo locale e lo sviluppo, Abdul Manna Bhuyian, sono aggravati dai numerosi
casi di malattie cutanee, cancro, cecità e infermità invalidanti. Nelle
settimane scorse si è tenuto un congresso a Dhaka, capitale del Bangladesh,
durante il quale è stata presentata una tecnologia messa a punto dall’Istituto
di ricerca sullo sviluppo rurale. Si tratta di speciali tubature, capaci di raggiungere
notevoli profondità nel terreno per estrarre, in alcune zone del Paese, acqua
potabile libera dall’arsenico. Il problema dell’acqua avvelenata dall’arsenico
è sorto negli anni settanta: fino ad allora si attingeva a pozzi poco profondi
o a laghi e fiumi e le conseguenze erano colera e dissenteria allo stato
endemico. Per evitare ciò le Nazioni Unite finanziarono progetti di escavazione
per circa venti milioni di pozzi profondi ma in questo modo si trova acqua
contaminata dall’arsenico, eroso in migliaia di anni dalle cime dell’Himalaia.
(M.R.)
PER
SOSTENERE LE INIZIATIVE DELL’OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESÙ DI ROMA
E DELL’ASSOCIAZIONE PER L’INFANZIA DEL PRINCIPE
ALBERTO DI MONACO
SI TERRÀ UNA SERATA DI GALA, VENERDI’ SERA A ROMA
ROMA. = Una serata benefica a favore dell’ospedale
pediatrico Bambino Gesù di Roma e di Mission Enfance, l’associazione
caritatevole presieduta dal principe Alberto di Monaco, si terrà venerdì 26
settembre presso il Palazzo Colonna di Roma. Ci sono due progetti importanti
per i quali entrambe le istituzioni stanno lavorando e che saranno finanziati
grazie alla promozione della serata. Per l’ospedale Bambino Gesù si tratta di
ristrutturare la casa di accoglienza assegnata dal Comune di Roma e destinata
ad ospitare le famiglie dei bambini ricoverati provenienti da altre parti
d’Italia e del mondo. Mission Enfance intende, invece, acquistare e
ristrutturare un edificio scolastico alla periferia di Beirut, capitale del
Libano, per dare ai piccoli studenti una adeguata istruzione. L’organizzazione
monegasca invia anche equipe di esperti e volontari che operano sul posto per
formare la popolazione, specie i giovani, in modo da permettere loro di
acquisire un’istruzione di base. (M.R.)
HO CHI MIN. = Un passo avanti per la comunità
cristiana in Vietnam. I salesiani operanti nel Paese si occuperanno, infatti,
ufficialmente della formazione professionale nella zona del Central Mekong
Delta, l’area vicina al santuario di Mary Help of Christians. In
un’intervista rilasciata ad ‘AustraLasia’, don John Nguyen Van Ti, che
ha da poco terminato il suo mandato da ispettore, racconta che il servizio dei
Salesiani in loco è stato avviato nel 1975, concentrandosi “soprattutto nelle
parrocchie o nei centri non riconosciuti dallo Stato”. Negli anni Novanta sono
stati operati due tentativi per trovare un accordo col governo, allo scopo di
fornire servizi educativi, “ma le condizioni e le restrizioni imposte - spiega
il religioso - hanno di fatto reso impossibile raggiungere un’intesa”. Dopo
il 2000, un diverso orientamento del
governo rispetto alle scuole private, ha permesso ai Salesiani di cominciare a
focalizzare la loro attenzione nelle zone periferiche, al servizio dei giovani
più poveri. I sacerdoti hanno ottenuto il riconoscimento dell’esecutivo locale,
il terreno per la realizzazione del plesso scolastico e l’esenzione delle tasse
governative. (D.D)
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25 settembre 2003
- A cura
di Amedeo Lomonaco -
Ancora odio e violenze in Iraq. Una
bomba è esplosa, questa mattina, nell’al-Aike hotel di Baghdad, sede degli
uffici della televisione americana Nbc, causando la morte di un impiegato
somalo dell’albergo e due feriti. Sempre oggi, quattro soldati americani sono
inoltre rimasti feriti a Mossul per l’esplosione del veicolo sul quale si
trovavano. In questo drammatico scenario bisogna purtroppo registrare anche la
morte, avvenuta stamani, dell’esponente sciita del Consiglio del governo di transizione iracheno,
Hakila al Hashimi. La donna era stata ferita sabato scorso in un agguato
perpetrato contro la sua automobile poco dopo essere uscita dalla sua casa di
Baghdad. Al Hashimi, ex membro del partito Baath, era l’unica tra i 25 membri
del Consiglio di Governo iracheno ad aver ricoperto incarichi nel deposto regime
di Saddam Hussein e ad aver lavorato con Tariq Aziz quando questi era ministro
degli Esteri.
“L’Onu deve svolgere un ruolo
più centrale in Iraq”. E’ questo l’appello lanciato dal cancelliere tedesco,
Gerhard Schröder, nel corso del suo intervento
all’Assemblea generale delle Nazioni Unite dove ieri si è registrato un sostanziale
accordo sul primato dell’Onu e l’urgenza di una pronta ricostruzione del Paese arabo.
Sembrano dunque superate alcune divergenze, soprattutto quelle tra Washington e
Berlino. Il cancelliere tedesco ha anche promesso sostegno agli Stati Uniti ed
aiuti all’Iraq. Ce lo conferma, da New York, Paolo Mastrolilli:
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Berlino ha offerto aiuti
economici per la ricostruzione e assistenza per l’addestramento delle forze
dell’ordine al nuovo Paese, ma non truppe per l’occupazione. Quindi Schröder,
intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu, ha ribadito che solo il Palazzo
di Vetro può dare legittimità al futuro assetto politico di Baghdad. Dunque, la
Germania insieme alla Russia – che sta negoziando la sua possibile
partecipazione alla nuova forza multinazionale – ha preso una posizione più
morbida della Francia. Ma il ministro degli Esteri di Parigi, de Villepin, ha
detto che l’asse con Berlino resta solida ed entrambi i governi chiedono un rapido
passaggio dei poteri agli iracheni tramite l’Onu. Bush ha incontrato anche il
collega pakistano Musharaf e quello indiano Vajpayee dai quali spera di
ottenere truppe per la forza di occupazione che diluiscano la presenza dei
soldati americani.
Da New York per la Radio
Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Al
rientro dal suo viaggio a New York per partecipare ai lavori dell’Assemblea generale
delle Nazioni Unite, il cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, ha annunciato oggi che
il mandato dell’Onu in Afghanistan sarà presto ampliato. In un intervento al
Bundestag, Schröder ha
detto che Stati Uniti, Francia e Russia appoggiano la richiesta tedesca di
ampliare il mandato delle truppe di pace Isaf, circoscritto finora solo a
Kabul, anche a regioni fuori della capitale.
L’Iran
è pronto a collaborare con gli Stati Uniti, specialmente sull’Iraq e sulla
questione nucleare, ma solo se l’amministrazione Bush muterà il suo approccio
creando una nuova atmosfera di cooperazione”. Lo ha dichiarato il ministro
degli Esteri iraniano, Kamal Kharrazi, intervistato dal Washington Post.
All’indomani del discorso
all’Assemblea generale delle Nazioni Unite con il quale il presidente
statunitense, George Bush, ha chiesto ampio sostegno internazionale alla
ricostruzione e alla gestione della sicurezza in Iraq, la popolarità
del capo di Stato americano è al minimo storico. Secondo i risultati di un
sondaggio, commissionato dall’emittente televisiva Nbc e dal Wall Street Journal
a quattro mesi dall’avvio delle primarie democratiche per scegliere lo sfidante
di Bush nelle elezioni del 2004, le scelte politiche del presidente
statunitense sarebbero infatti approvate solo dal 49 per cento degli elettori,
il livello più basso da quando si è insediato alla Casa Bianca.
Con lo scopo di sbloccare lo stallo in Medio Oriente,
torna a riunirsi il Quartetto: domani si incontreranno a New York,
rappresentanti di Stati Uniti, Russia, Onu ed Unione Europea. Il servizio di
Graziano Motta:
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In vista anche di questo incontro
a livello ministeriale, Condoleeza Rice – consigliere della Casa Bianca per la
Sicurezza – ha incontrato il ministro degli Esteri israeliano Shalom, al quale
ha chiesto che il suo governo non intraprenda azioni irreversibili nei
confronti dei palestinesi. Si è fra l’altro riferita al progetto di espulsione
di Arafat, ritenendolo un grosso errore sul piano dell’immagine. Anche un altro
evento sta avendo analoghe ripercussioni negative: protagonisti 27 piloti
dell’Aviazione militare che hanno annunciato pubblicamente il loro rifiuto di
obbedire alle incursioni mirate su esponenti della rivolta, perché finiscono
per coinvolgere civili innocenti. Sul terreno, nel campo profughi di El Bureji,
nella Striscia di Gaza, reparti di fanteria e blindati israeliani hanno ucciso
due esponenti del braccio militare di Hamas. Negli scontri a fuoco, sei soldati
sono rimasti feriti. Analoga operazione a Hebron, dove nell’accerchiamento di
una baracca dove si erano rifugiati, sono stati uccisi il comandante locale
della Jihad islamica ed un suo collaboratore; ferito pure un terzo attivista.
Per la Radio Vaticana, Graziano
Motta.
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Restiamo in Medio Oriente, dove
l’aviazione israeliana intende reagire duramente contro i piloti che hanno
dichiarato, in una lettera aperta, di non voler compiere operazioni mirate in
aree civili. Il generale Dan Halutz, capo dell’Aviazione, ha affermato che i
nove piloti in servizio attivo dovranno affrontare i rigori della legge. “Il
rifiuto di obbedire agli ordini - ha dichiarato oggi Halutz - è in questa
situazione la madre di tutti i pericoli per il nostro popolo”.
Apriamo ora la spinosa questione
relativa ad Eurostat, l’Ufficio di statistica europeo al centro di un grave
scandalo economico. Affrontando questo intricato capitolo il presidente della
Commissione, Romano Prodi, illustrerà tra poco, all’Europarlamento di
Strasburgo, la storia dei fondi neri e la genesi delle malversazioni legate
all’Istituto statistico. In un rapporto consegnato ieri all’Europarlamento,
l’ufficio antifrodi dell’Unione Europea (Olaf) ha intanto confermato di aver
individuato presunte irregolarità in cinque contratti di Eurostat. I danni per
l’Unione Europea ammonterebbero a quasi 5 milioni di euro.
Trasferiamoci in Sudan, dove la
guerriglia dell’Esercito di liberazione (Spla) ha raggiunto un accordo con il
governo di Khartoum
sulla composizione delle forze armate che dovranno garantire la sicurezza nel
Sud del Paese, dilaniato da 20 anni di guerra civile. L’intesa stabilisce le
dimensioni del contingente misto e disciplina altri aspetti tecnici sui quali,
nelle scorse settimane, si era arenato il negoziato. Su questa possibile svolta
per il Sudan, ci riferisce Giulio Albanese:
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A detta degli osservatori, si
tratta di un importante passo in avanti sulla via della tanto attesa pace
definitiva, dal momento che la questione della sicurezza finora aveva
rappresentato uno dei punti più delicati dell’intera trattativa. In sostanza
avverrà un ritiro significativo delle truppe governative dal sud per realizzare
la formazione di unità miste all’interno di un esercito integrato che controllerà
le regioni della “Blue Nile” meridionale e dei monti Nuba. Sul tavolo, però, restano
ancora dei problemi, questioni che almeno per ora separano di fatto Khartum dai
ribelli, la spartizione del controllo delle ricche aree petrolifere del sud e
la distribuzione dei relativi proventi. Una cosa è certa: il clima del
negoziato in Kenya è certamente incoraggiante e fa ben sperare considerando che
nel Sudan si combatte dal 1983 e che in questi anni hanno perso la vita oltre 2
milioni di persone.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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Amina
Lawal, la donna nigeriana condannata in prima istanza alla lapidazione con
l’accusa di adulterio, ha vinto l’appello ed è stata assolta. Sia la difesa che
la stessa Amina erano apparsi ottimisti prima del verdetto della corte islamica
di Katsina, che dal 1999 risponde alla legge della Sharia, adottata da 12 Stati
settentrionali della Nigeria. Un caso, quello di Amina, che aveva sollevato la
comunità internazionale per salvare la donna, madre di una bambina concepita fuori
dal matrimonio e per questo condannata a morte.
Aumenta la pressione
internazionale sul governo del Myanmar, perché venga rilasciata Aung San Suu
Kyi, leader dell’opposizione birmana agli arresti dallo scorso 30 maggio. Ieri
si è conclusa la missione dell’Indonesia, presidente di turno dell’Associazione
dei Paesi del sudest asiatico. Oggi è iniziata quella della Thailandia: il
ministro degli Esteri di Bangkok, Sathirathai, ha incontrato il premier, Khin Nyunt,
ed il capo delle Forze armate.
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