RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 266 - Testo della
Trasmissione martedì 23 settembre 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Il 26,27 e 28 ottobre Giornate Europee
del Patrimonio: le iniziative della Santa Sede.
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Mentre all’Onu si cerca un compromesso sull’Iraq,
attesa per l’intervento al Palazzo di Vetro di Bush.
Il ministro degli esteri olandese, Jaap de Hoop
Scheffer, è il nuovo segretario generale della Nato.
In India, pena capitale all’omicida del
missionario protestante australiano e dei due figli, avvenuta 4 anni fa.
23 settembre 2003
LE RELIGIONI, UNO STRUMENTO SOLIDO PER
COSTRUIRE LA PACE.
COSI’
IL PAPA IN UN MESSAGGIO AL CARDINALE TOMKO, CHE GUIDA IN KAZAKHSTAN
LA
DELEGAZIONE VATICANA AL CONGRESSO INTERRELIGIOSO
“IL
DIALOGO DELLE CONFESSIONI”
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
**********
Una nuova iniziativa, che
riecheggia lo “spirito di Assisi” e che contribuirà “a promuovere il rispetto
della dignità umana, la difesa della libertà religiosa e la crescita della
reciproca comprensione tra i popoli”. E’ questo uno dei passaggi centrali del
Messaggio inviato oggi da Giovanni Paolo II al cardinale Jozef Tomko, prefetto
emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, che guida la
delegazione della Santa Sede al Congresso delle religioni mondiali, in programma
oggi e domani ad Astana, in Kazakhastan, sul tema “Il Dialogo delle
Confessioni”. Nell’apprezzare l’iniziativa, promossa dal presidente kazahko,
Nursultan Narzabayev, a due anni dalla storica visita apostolica nello Stato
asiatico, il Papa è tornato sul nodo nevralgico dell’importanza delle religioni
nella difficile costruzione della pace. Le religioni, scrive il Pontefice, sono
per loro stessa natura “un solido strumento per la promozione della pace” e la
Chiesa cattolica, aggiunge, “è impegnata a sostenere ogni sincero sforzo in
favore di una pace genuina, basata su verità, giustizia, amore e libertà”.
Di fronte a cristiani di varie
confessioni, e poi a musulmani, ebrei, buddisti, induisti e scintoisti delle 17
delegazioni mondiali presenti al Congresso, il cardinale Tomko ha ripreso
stamani i concetti espressi dal Papa. In un mondo che da più parti subisce la
minaccia del terrorismo, degli estremismi violenti, del traffico di armi e di
droga, della repressione dei regimi antidemocratici, il porporato ha ribadito
che la costruzione della pace, considerata dalla Chiesa un dono di Dio, è un
valore che va coniugato con le imprescindibili esigenze di giustizia e di
sviluppo umano. Sviluppo, ha osservato, “che non può essere confinato in una
dimensione economica o intellettuale, ma deve abbracciare anche quella morale e
spirituale” di ogni essere umano.
L’importante assise in corso in
Kazakhastan è anche uno sprone particolare per la piccola comunità ecclesiale
locale a coltivare con nuovo impegno il dialogo ecumenico e interreligioso. Lo
conferma don Edoardo Canetta, sacerdote dell’arcidiocesi di Milano, da dieci
anni nel Paese ex sovietico. L’intervista è di Giancarlo La Vella:
R. – E’ un avvenimento nuovo, che
desta quindi tante aspettative e che comunque ha già un suo preciso
significato. Per la Chiesa locale è una grande responsabilità, perché la nostra
è una piccolissima comunità: piccola anche rispetto al resto del popolo
kazakho, anche se ha una grande storia alle spalle dal punto di vista della testimonianza
della fede, offerta dalle generazioni precedenti. E’ una grande responsabilità,
perché comunque ci sono aspetti tipici di questa società kazakha, che in gran
parte ci appartengono come storia. Ad esempio, l’aspetto di un popolo oggi
composto da una serie di etnie diverse – si dice addirittura che siano 120 –
che vivono comunque in una situazione di pace, pur provenendo da una storia
come quella del dissolvimento dell’Unione Sovietica, prima ancora delle
deportazioni…
D. – Questo Congresso cade nel
secondo anniversario della visita del Papa in Kazakhstan. Possiamo considerarlo
uno dei frutti scaturiti dalla presenza del Santo Padre in questo Paese?
R. – Sicuramente. Posso dirlo
senza nessun falso orgoglio: l’impressione lasciata dal Santo Padre nel popolo
kazakho ha determinato una particolare sensibilità in questi due anni, per cui
si è capita l’importanza di una politica religiosa di maggiore sensibilità e
attenzione. Sicuramente, l’iniziativa del presidente Nazarbayev è frutto di
quell’incontro del 2001, che resta nella memoria del nostro popolo molto al di
là di quella che è la comunità cattolica.
D. – Che cosa può scaturire da
questo dialogo?
R. – Il dialogo è innanzitutto
verso la verità. Il dialogo è uno strumento dell’unità possibile. Poi,
naturalmente, la parola “unità” si gioca a diversi livelli: c’è l’unità del
popolo, l’unità del mondo cristiano, che qui ha una sua esperienza
tradizionalmente positiva, fatta di dialogo e di collaborazione persino tra la
Chiese ortodossa, cattolica e luterana. C’è, nel mondo musulmano, una questione
di scoperta della vera immagine dell’Islam, perché è evidente che l’esperienza
della tradizione dell’Asia centrale, in particolare del Kazakhstan, sia un po’
diversa da altre concezioni dell’islamismo che oggi vanno invece per la
maggiore nel mondo arabo, e non solo. In questo senso, c’è il tema dell’unità:
non come unità generica, ma come riscoperta innanzitutto, all’interno di certe
realtà religiose specifiche, di possibilità di unità, perché poi ne possa godere
il popolo stesso.
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PUBBLICATO OGGI IL PROGRAMMA DEL 143.MO VIAGGIO ITALIANO
DEL PAPA,
CHE IL
PROSSIMO 7 OTTOBRE VISITERA’ IL SANTUARIO MARIANO DI POMPEI
- A
cura di Barbara Castelli -
L’instancabile Giovanni Paolo II,
pellegrino nel mondo, è già pronto a ripartire. Il prossimo 7 ottobre, dopo
neppure un mese dal viaggio apostolico in Slovacchia, il Santo Padre sarà nel
Santuario mariano di Pompei, per una visita di mezza giornata, di cui è stato
reso noto stamane il programma dettagliato. Si tratta del 143.mo viaggio
italiano di Giovanni Paolo II. Il Santo Padre partirà alle 9 dalla Città del
Vaticano e alle 10 giungerà all’eliporto allestito nella Palestra grande degli
scavi archeologici di Pompei. Dopo un breve percorso in automobile, alle 10.30
reciterà il Rosario per la pace nel mondo e la supplica alla Madonna sul
Sagrato della Basilica della Beata Vergine del Santo Rosario. Alle 12.30, dopo
il saluto delle autorità, ripartirà per la Città del Vaticano, dove l’arrivo è
previsto per le 13.30.
UDIENZE
Stamane
il Papa ha ricevuto in udienza nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo otto
presuli delle Filippine, in visita ad Limina Apostolorum.
STRATEGIE PIU’
EFFICACI CONTRO L’AIDS:
L’APPELLO DEL CARDINALE HUMMES IERI ALLA PLENARIA DELLE
NAZIONI UNITE, A NEW YORK
- A cura di Fausta Speranza -
Trovare più efficaci strategie per combattere il flagello
dell’Hiv/Aids che resta una delle più gravi tragedie del nostro tempo: è
l’appello lanciato dal cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, in
Brasile, ieri a New York. L’occasione è stata la Sessione Plenaria delle
Nazioni Unite.
Settanta milioni di persone
moriranno per il contagio nei prossimi 20 anni. E’ la cifra che deve
sollecitare tutti ad un più efficace intervento, sottolinea il cardinale
Hummes, ricordando il positivo accordo raggiunto il 30 agosto scorso dal
Organizzazione mondiale del commercio (Omc) in tema di farmaci prodotti sotto
licenza, che renderà, infatti, un po’ meno gravosa l’importazione da parte dei Paesi
poveri. Ma è solo un passo e ci vogliono altre “espressioni concrete di volontà
politica e coraggio morale”, ha raccomandato il cardinale Hummes, spiegando che
è una questione morale perché “l’epidemia riflette una seria crisi di valori”.
Inoltre non si può rimanere indifferenti di fronte alle cifre che riguardano i
bambini: dei 19 milioni di morti dell’anno scorso, 3 milioni e 800 mila erano
minori al di sotto dei 15 anni. E non si può dimenticare quanti restano orfani
a causa della malattia: se ne contano 14 milioni negli ultimi 20 anni. E il
triste primato resta sempre all’Africa subsahariana, dove vivono 11 di quei
milioni di innocenti.
Il cardinale Hummes ha ripetuto
l’auspicio della Santa Sede di poter collaborare con il resto della comunità internazionale.
Ha ricordato che il 25 per cento dell’assistenza fornita alle vittime dell’Aids
viene assicurato dall’insieme degli organismi della Chiesa cattolica o da
organizzazioni non governative cattoliche. Lo ha fatto annunciando che entro
quest’anno la Santa Sede avrà raggiunto l’obiettivo di avere sedi e programmi
di intervento per tutti i Paesi dell’Africa subsahariana, ma anche di avviarne
di nuovi in Brasile, Argentina, Messico, Tailandia, Lituania. Si andranno ad
aggiungere a tutti gli altri attivi nel mondo e per un buon coordinamento di
tutte le attività, la Santa Sede ha istituito una Commissione ad hoc, che si
preoccuperà di promuovere anche campagne di prevenzione e educazione. Ogni
impegno della Chiesa parte dal riconoscimento del “valore e della sacralità di
ogni vita umana”. Ma tutti dovrebbero
rispondere all’appello a contribuire nella lotta contro l’Aids – ha
sottolineato il cardinale Hummes - perché si tratta del futuro dell’umanità.
CELEBRAZIONE
DELLE GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2003
La Santa Sede parteciperà
anche quest’anno alla celebrazione delle “Giornate Europee del Patrimonio” nei
giorni 26, 27 e 28 settembre. Si tratta di una manifestazione promossa dal
Consiglio d’Europa, con l’adesione di oltre 40 Paesi. La tematica generale
scelta quest’anno è: “Il patrimonio monastico – simbiosi di spiritualità e
creatività artistica e canale principale per la nascita dell’identità europea”.
All’elaborazione del programma
hanno collaborato la Pontificia Commissione per i Beni Culturali, i Musei
Vaticani e la Biblioteca Apostolica Vaticana. Questo il calendario delle
iniziative:
venerdì 26 settembre,
meditazione musicale nella Basilica di San Pietro, alle ore 18, eseguita dal
coro di monaci benedettini del Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo;
sabato 27 settembre, visite
guidate all’Archivio della Basilica di San Pietro, normalmente chiuso al
pubblico, dalle ore 9 alle ore 13;
domenica 28 settembre, accesso
gratuito ai Musei Vaticani per l’intera giornata e a tutte le Catacombe di Roma
normalmente aperte al pubblico; inaugurazione di due Mostre su “Il monachesimo
e le Catacombe”, presso le Catacombe di San Callisto (Via Appia Antica, 126;
orario feriale dalle ore 10 alle ore 17; mercoledì chiuso; apertura fino al 28
ottobre 2003); e su “Il patrimonio culturale monastico – dai manoscritti della
Biblioteca Apostolica Vaticana alle radici cristiane dell’Europa”, allestita
dalla Biblioteca Apostolica Vaticana nei Musei Vaticani (apertura fino all’8
novembre 2003).
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La prima pagina si apre con il tema del terrorismo.
Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha aperto la Conferenza di New
York con un invito alla cooperazione: armi e arresti non sono sufficienti a
sradicare la disumana violenza.
Nelle vaticane, il Messaggio
del Papa in occasione dell'Incontro interreligioso ad Astana, in Kazakhstan. Il
discorso del cardinale Tomko; l'intervento dell'arcivescovo Martino; due
articoli dell'inviato Gianfranco Grieco.
Una pagina dedicata alle
iniziative pastorali promosse nel contesto dell'Anno del Rosario.
Nelle estere, Iraq: nuovi
episodi di sangue. Chirac auspica il trasferimento della sovranità agli
iracheni nell'arco di nove mesi.
Medio Oriente: nuova proposta
di Arafat respinta dal Governo israeliano.
Nella pagina culturale, un
elzeviro di Luigi Maria Personè dal titolo "Il melanconico oggi di una
vecchia attrice".
Nell' "Osservatore
libri", un approfondito contributo di Prosper Grech sull'opera
"Parola e immagine. Antologia di Paolo VI" a cura di Franco Lanza.
Nelle pagine italiane, in primo
piano il tema della violenza negli stadi. Morto il tifoso negli incidenti ad
Avellino. Il ministro Pisanu: "Pronto a vietare le partite a
rischio".
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23 settembre
2003
IL PRIMO RAPPORTO ONU SULLE DROGHE SINTETICHE NEL
MONDO,
PRESENTATO
OGGI A ROMA, DOVE PROSEGUE LA V CONFERENZA INTERNAZIONALE
PER LA
LOTTA AGLI STUPEFACENTI
- Ai
nostri microfoni, mons. Javier Lozano Barragán -
E’
stato presentato stamane a Roma, presso la Presidenza del Consiglio, il primo
Rapporto delle Nazioni Unite sull’ecstasy e le anfetamine. I documento illustrato
dal direttore esecutivo dell’ufficio Onu contro la droga ed il crimine, Antonio
Maria Costa, alla presenza del vice-presidente del Consiglio, Gianfranco Fini,
lancia l’allarme per il drammatico aumento nella produzione e nel consumo delle
droghe sintetiche ed invita i governi a cooperare nella repressione e
prevenzione del fenomeno. Il servizio è di Stefano Leszczynski.
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Anfetamine, metanfetamine ed ecstasy: sono i nomi del
nuovo ‘nemico pubblico numero uno’. Lo ha dichiarato il responsabile
dell’Ufficio delle Nazioni Unite presentando al vicepremier italiano Gianfranco
Fini il primo Rapporto mondiale in materia. Nell’ultimo decennio la produzione
il traffico e l’abuso di queste sostanze è aumentato enormemente. Lo confermano
i dati sui sequestri di stimolanti di tipo anfetaminico, che nell’ultimo decennio
sono aumentati da 4 a 40 tonnellate. L’Onu stima che nel mondo vengano prodotte
almeno 500 tonnellate l’anno di droghe sintetiche ed il consumo coinvolge oltre
40 milioni di persone, in maggioranza giovani tra i 14 ed i 24 anni. Il mercato
di questo tipo di droghe denuncia l’inviato delle Nazioni Unite, Costa, sta rapidamente
cambiando: aumentano infatti i profitti delle organizzazioni criminali che le
trafficano – la stima del giro d’affari è pari a 65 miliardi di dollari – e le
aree di produzione e consumo si stanno rapidamente estendendo dall’Europa
occidentale a quella orientale, anche se il primato spetta ancora agli Usa,
dove nel solo 2001 sono stati sequestrati quasi 8 mila laboratori di
metanfetamina. Le conclusioni del Rapporto Onu sulle droghe sintetiche sono
severe e chiedono agli Stati un maggiore impegno per garantire prevenzione e
repressione del fenomeno. “Purtroppo - sottolinea Costa - in questi casi non è
possibile parlare di recupero o cura dei tossicodipendenti in quanto i danni
provocati dalle droghe sintetiche sono del tutto irreversibili”. Il direttore
dell’Ufficio della Casa Bianca per il controllo delle droghe, John Walters, ed
il vicepremier italiano, Gianfranco Fini, hanno pienamente concordato sulla
necessità di intensificare gli sforzi per contrastare il fenomeno sia a livello
nazionale sia attraverso una stretta cooperazione.
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Intanto,
proseguono nella capitale i lavori della V Conferenza mondiale sulla
prevenzione dell'uso delle droghe, con incontri di approfondimento sulla dimensione
culturale, su cui puntare per una efficace prevenzione. Con la conferenza,
infatti, si vuole affrontare il dramma della droga con un approccio globale al
fenomeno, che coinvolga, insieme alla politica e alle neuroscienze, anche l'etica,
la religione e la comunicazione. All’apertura dei lavori, ieri, l’arcivescovo Javier
Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli
operatori sanitari, ha ricordato le parole del Papa sul “flagello della droga”.
Giovanni Paolo II ha chiesto più volte alle autorità di “frenare il mercato
delle sostanze stupefacenti”, chiamando i trafficanti “mercanti di morte” e
sottolineando la necessità di far “uscire alla luce gli interessi di chi
specula in tale mercato”. E’ fondamentale, però, - ha sottolineato mons.
Barragán - ricordare l’appello del Papa a impegnarsi per “conoscere
l’individuo, comprendere il suo mondo interiore, portarlo alla scoperta o alla
riscoperta della propria dignità di uomo”.
Da qui il richiamo alla riscoperta dei valori
dell’arcivescovo Barragán, nell’intervista di Stefano Leszczynski:
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R. – Penso che soltanto rimediando al vuoto dei valori che
c’è adesso nel mondo, si possa fare qualcosa. Questo vuoto si riferisce ad un
valore che è l’unico che si può ammettere, un valore trascendente e superiore,
cioè lo stesso Dio. Senza di Lui tutto è solamente orizzonte economico,
orizzonte di piacere e di potere e non si arriva da nessuna parte.
D. – Lotta alla droga, senza compromessi. Con il male non
si scende a patti?
R. – Sì, così ha detto il Santo Padre: con il male non si
scende a patti. E la droga non si vince con la droga.
D. – Però resta anche un problema di aiuti finanziari…
R. – Il problema è che non si possono dividere i Paesi tra
produttori e consumatori, perché tutti sono produttori. I Paesi ricchi sono produttori
più importanti di una droga molto pericolosa, che si chiama anfetamina. Le
droghe sintetiche sono più pericolose e danno un guadagno più consistente.
Sappiamo bene che si producono in quantità maggiore negli Stati Uniti e in
Europa. E’ come dire che lo spaccio della droga è fatto in casa. Ci sono anche
la cocaina americana e l’oppio asiatico in quantità significative, ma le droghe
sintetiche sono presenti più a buon mercato e con più alti guadagni. Quindi,
attenzione, torniamo di nuovo allo stesso punto. Non facciamo gli ipocriti,
dicendo: “Voi poveri siete i colpevoli. Noi, poveri ricchi, siamo le vittime”.
Questa è un’ipocrisia. E’ colpevole l‘amoralità.
D. – Ai giovani cosa si può dire?
R. – Che abbiano fiducia. Una persona che ha vinto sempre,
anche la droga, si chiama Cristo. Devono essere fiduciosi e tendere la mano per
uscire dalla palude. E quello che li può far uscire dalla palude è il Signore,
Gesù Cristo.
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I GRANDI TEMI DELLA CHIESA E DELLA POLITICA IN ITALIA E LE ATTESE
PER IL
FUTURO DELL’EUROPA NELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE CAMILLO RUINI,
AI
LAVORI DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI
-
Servizio di Ignazio Ingrao -
“Una svolta netta” nei comportamenti e nei rapporti
politici, che tenga pure “al riparo le attività istituzionali e le iniziative
giudiziarie dai sospetti, da molto tempo diffusi, che esse siano utilizzate
come strumenti di lotta politica”: un discorso quello del cardinale Camillo
Ruini, in apertura ieri pomeriggio a Roma del Consiglio permanente della
Conferenza episcopale italiana, che è rimbalzato nelle prime pagine dei
giornali italiani. Molti i temi di attualità affrontati dal presidente della
Cei, tra questi l’immigrazione, la scuola, il sostegno alle famiglie, lavoro e previdenza e poi anche
l’Europa e le sue radici cristiane. Ascoltiamo il servizio di Ignazio Ingrao.
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Il presidente della Cei ha invitato le forze politiche a
porre un limite alle esternazioni e alle polemiche volte a delegittimare gli
avversari:
“Una svolte netta, per porre un limite alle esternazioni e
alle polemiche reciprocamente delegittimanti”.
Riferendosi alle recenti affermazioni della Lega nei
confronti della Chiesa italiana in tema di immigrazione, il cardinale Ruini si
è detto rattristato per il modo in cui questo argomento viene affrontato:
“Proprio in questi giorni, espressioni inaccettabili sono
state impiegate riguardo alla Chiesa confermando purtroppo il persistere di
atteggiamenti scarsamente responsabili”.
Preoccupazione è stata espressa inoltre per l’aumento del
costo della vita. Ruini ha sollecitato l’adozione di una legge finanziaria
volta a tutelare i redditi effettivi delle persone e rilanciare lo sviluppo del
Paese. Inoltre, il cardinale ha chiesto politiche organiche a favore delle
famiglie per arginare la crisi demografica. In tema della riforma della scuola,
il presidente della Cei guarda con attenzione ai recenti decreti varati dal
Consiglio dei ministri ed ha salutato con soddisfazione l’approvazione della
legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione. Anche il
finanziamento dei contributi alle famiglie che inviano i loro figli alle scuole
non statali, secondo Ruini, è un segnale che va nella giusta direzione, ma è
ancora modesto nella sua entità. Criteri di autentica equità sono stati inoltre
richiamati dal cardinale per procedere correttamente alla riforma delle
pensioni.
In merito alla riforma del sistema radio-televisivo, ha
raccomandato che essa non si riduca a terreno di scontri di interessi politici
ed economici. Soffermandosi inoltre sulla situazione internazionale, il
cardinale ha unito la voce dei vescovi italiani a quella del Papa per chiedere
che la futura Costituzione europea contenga un esplicito riferimento alle
radici cristiane dell’Europa ed ha sollecitato che la comunità internazionale
si impegni attivamente per portare la pace in Iraq e in Terra Santa.
Per la Radio Vaticana, Ignazio Ingrao.
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SESSANTA ANNI FA
IL SACRIFICIO DEL VICEBRIGADIERE
DEI CARABINIERI SALVO D’ACQUISTO.
- Con
noi, padre Paolo Molinari e il comandante generale dell’Arma, Guido Bellini -
Con la deposizione di una corona di alloro ai piedi della
stele di fronte alla torre di Palidoro, luogo dell'esecuzione di Salvo
D’Acquisto, il presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ha reso
onore questa mattina alla memoria dell’eroico vice brigadiere dei Carabinieri,
del quale è stato avviato il processo di beatificazione il 4 novembre del 1983.
Al termine della funzione religiosa, celebrata dall’arcivescovo militare per
l’Italia mons. Angelo Bagnasco, è avvenuto il momento più toccante e
significativo della cerimonia: la stretta di mano fra un brigadiere dei
Carabinieri e un maresciallo dell'Esercito tedesco davanti alla Croce posta nel
luogo dove il 23 Settembre del 1943 Salvo D’Acquisto sacrificò la propria vita
per risparmiare da una rappresaglia nazista 22 ostaggi innocenti di Torrimpietra.
Presenti alla commemorazione 7 dei 22 ostaggi, alcuni parenti di Salvo
D’Acquisto e numerose autorità civili e politiche italiane tra cui il ministro
della Difesa Martino, il presidente della Camera Casini, il vicepresidente del
Senato Fisichella, i vertici dei Carabinieri e delle Forze Armate. Il servizio
è di Maria Di Maggio.
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All’indomani dell’8 settembre 1943, in un’Italia
disorientata e allo sbando, lasciata senza guida ad affrontare prove difficili,
il giovane vicebrigadiere Salvo D’Acquisto non esitò ad offrirsi al fuoco dei
nazisti per salvare da una crudele ed ingiusta rappresaglia 22 cittadini
innocenti. A distanza di 60 anni da quel tragico e glorioso evento, il gesto
del giovane vicebrigadiere napoletano, Medaglia d’Oro al Valor Militare, resta
ancora nel cuore di tanti come uno dei massimi esempi di coraggio e di
altruismo. Ma lasciamo la parola a padre Paolo Molinari, postulatore della
Causa di beatificazione del Servo di Dio Salvo D’Acquisto:
R. – Abbiamo presentato la causa di Salvo D’Acquisto in
quello che è lo spirito vero della sua vita, e cioè l’amore, la carità spinta
fino all’estremo e quindi è un vero martire di carità. Questo è veramente lo
spirito con cui Nostro Signore ha offerto la sua vita per noi, per salvarci.
Salvo, veramente da buon cristiano e da buon Carabiniere, vive questo con
questa grande generosità e per questo è evidente che la causa non può essere presentata
se non nel senso di un martirio di carità.
D. – Come spiega l’estrema popolarità della figura di
Salvo D’Acquisto anche all’estero?
R. – Sono molto contento per quello che lei sta dicendo,
perché convalida la mia conoscenza e perché con ciò lei mette l’accento sulla
conoscenza molto estesa e sull’affetto che la gente ha verso Salvo D’Acquisto
non soltanto in Italia ma anche fuori d’Italia. E’ così che Dio parla
attraverso le persone buone, le persone sante. E Dio lo sa fare: andare al di
là delle frontiere e dei confini delle Nazioni. Perché lo spirito cristiano non
ha confini e quindi raggiunge la gente, il cuore della gente, ovunque essa si
trovi, dove giunge loro anche solo la voce lontana di qualcuno che ha saputo
vivere il cristianesimo davvero.
D. – Qual è il messaggio che parte da questo 60.mo
anniversario del martirio di Salvo D’Acquisto?
R. – Un messaggio di premura di presentare alla gente di
oggi quello che è l’essenza del cristianesimo: l’amore che sa sacrificarsi per
il bene degli altri.
(musica)
Luminoso esempio di abnegazione e di sacrificio: così
Giovanni Paolo II ha definito il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto nel suo
discorso alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma, il 9 aprile 1983. Ma che cosa
significa oggi per l’Arma dei Carabinieri la figura di Salvo D’Acquisto? Lo
abbiamo chiesto a Guido Bellini, comandante generale dell’Arma:
R. – Io credo che tutti noi dobbiamo riflettere sul
messaggio di Salvo D’Acquisto, su questo senso di solidarietà e di amore per
gli altri. Io dico sempre che Salvo D’Acquisto non è una figura remota, lontana
da noi, lontana dalle nostre sensibilità, lontana dal nostro modo di essere;
credo che Salvo D’Acquisto rappresenti in fondo l’eroe quotidiano che possiamo
trovare anche in mezzo a noi. Ma ho sempre detto che possiamo trovarlo
soprattutto dove lavorano i nostri Carabinieri. Quindi, Salvo D’Acquisto
rappresenta una pagina bellissima della nostra storia che i Carabinieri sanno
utilizzare per ispirarsi costantemente, per vivere concretamente la loro professionalità,
che è molto difficile.
(musica)
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23 settembre 2003
UN
CHIARO RIFERIMENTO ALLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA
NEL PREAMBOLO DELLA COSTITUZIONE EUROPEA: E’ QUANTO
CHIEDONO
I VESCOVI DELLA COMECE IN UNA LETTERA INDIRIZZATA A
SILVO BERLUSCONI,
PRESIDENTE DI TURNO DEL CONSIGLIO EUROPEO
BRUXELLES. = “La portata del contributo del
Cristianesimo alla cultura europea è indiscutibile, omettere un tale
riferimento nella Costituzione europea sarebbe difficile da capire”. E’ quanto
si legge nella lettera della Commissione degli episcopati della Comunità
Europea (Comece), indirizzata al presidente di turno del Consiglio europeo,
Silvio Berlusconi. A pochi giorni dall’apertura della Conferenza intergovernativa,
a Roma, sul Trattato costituzionale europeo, i presuli hanno elogiato il lavoro
della Convenzione europea, apprezzando i riferimenti proposti riguardanti
“l’eredità religiosa dell’Europa e i suoi valori, la libertà religiosa così
come l’identità specifica ed il contributo delle Chiese e delle comunità religiose”.
“Ciò nonostante - insistono i vescovi nella missiva - desideriamo nuovamente attirare
la vostra attenzione sulla questione di un chiaro riferimento al Cristianesimo
nel preambolo della Costituzione. Tale desiderio, condiviso dall’Italia e da
altri Paesi dell’Unione, completerebbe il testo stesso, richiamando
esplicitamente la sorgente dei valori sui quali si fonda il progetto europeo”.
(B.C.)
PREGHIERA, TESTIMONIANZE DI
FEDE E DI DEVOZIONE ED ANCORA FILMATI INEDITI
DEL FRATE CON LE STIMMATE: COSI’ SAN GIOVANNI
ROTONDO HA CELEBRATO
LA FESTIVITA’, OGGI, DI SAN PIO DA PIETRALCINA
- A cura di Andrea Sarubbi -
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SAN GIOVANNI ROTONDO. = Una
festa nata dal basso spontaneamente e via via cresciuta con il tempo, cresciuta
così tanto che per trovare posto in piazza alcuni fedeli sono arrivati all’alba
di ieri con sedie ed ombrelli per difendersi dal sole. Tutti gli altri hanno
seguito la veglia dai maxi schermi in un raccoglimento quasi irreale. Sul palco
testimonianze di fede e di devozione, alternate a filmati inediti sulla vita di
Padre Pio; e preghiera soprattutto, con diversi momenti forti prima
dell’Eucaristia finale - celebrata dal ministro generale dei cappuccini,
Corrivo - come i vespri presieduti dal vescovo d’Ambrosio o il Rosario, novità
di quest’anno, meditato attraverso gli scritti di cinque grandi figure della
Chiesa: Giovanni Paolo II, Madre Teresa, Padre Pio, don Tonino Bello e mons.
Oscar Romero. Nuovo anche il video sul Santuario di Renzo Piano - i frati
garantiscono che i lavori termineranno entro il 2004 - così come la trasmissione
televisiva dell’evento. Tele Padre Pio, nata l’anno scorso, ha fatto proprio
stanotte il suo esordio sul satellite.
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LA LOTTA AL VIRUS HIV IN
AFRICA RAPPRESENTA IL FALLIMENTO DEI PAESI OCCIDENTALI:
CRESCONO I TONI DELLA DENUNCIA ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE
SULL’AIDS, IN CORSO A NAIROBI, IN KENYA
NAIROBI.
= Nella lotta all’Aids in Africa “abbiamo fatto un lungo cammino, ma non è
abbastanza”: lo sostiene il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan,
in un messaggio per la tredicesima Conferenza internazionale su “Aids e malattie
trasmesse per via sessuale in Africa”, in corso a Nairobi, in Kenya. “E’
necessario lavorare ancora più intensamente - aggiunge Annan nella nota - perché
l’impegno nella lotta contro l’Aids sia accompagnato dalle risorse e dagli atti
necessari”. Le parole più dure sono state, invece, pronunciate da Stephen
Lewis, inviato speciale del segretario generale dell’Onu per l’Aids, che,
durante l’apertura della cinque giorni, ha definito “un’oscenità grottesca” la
grande scarsità, in Africa, di medicinali anti-Aids a basso costo. Il
rappresentante del Palazzo di Vetro ha accusato i governi dei Paesi ricchi per
questa situazione. “I Paesi occidentali sono capaci di trovare 200 miliardi di
dollari per combattere la guerra al terrorismo - ha tuonato - ma non riescono a
racimolare il denaro necessario per fornire trattamenti retro-virali a tutti
quelli che in Africa ne hanno bisogno”. Nel solo Kenya si calcola che muoiano
di Aids tra le 700 e le mille persone al giorno. Nell’intero continente africano
almeno 15 milioni sono decedute negli ultimi venti anni; mentre, nella sola
fascia subsahariana, oltre 30 milioni di persone risultano sieropositive.
(B.C.)
PRENDE IL
VIA OGGI A MADRID LA 193.MA ASSEMBLEA PERMANENTE
DEI VESCOVI SPAGNOLI. AL CENTRO DELL’INCONTRO,
CHE SI CONCLUDERA’ GIOVEDI’, LE SFIDE PASTORALI PER
IL 2004
MADRID. = Le proposte dell’Assemblea permanente dei
vescovi spagnoli (Cee) per il 2004, la questione delle radici cristiane nella
nuova Costituzione europea, nonché la richiesta di nominare santa Genoveffa
Torres Morales patrona degli invalidi: sono alcuni dei temi al centro della
193.ma riunione della Cee, che prende il via oggi a Madrid. L’incontro, che si
protrarrà fino a giovedì prossimo, vedrà la partecipazione di padre Juan
Antonio Martinez Camino, per la prima volta in veste di segretario generale.
Nella tre giorni è previsto, inoltre, il confronto su informazioni e proposte
delle Commissioni episcopali in ordine al compimento del piano pastorale. Il
Dipartimento della pastorale giovanile presenterà un Progetto europeo di
giovani da attuarsi ad agosto prossimo a Santiago de Compostela, in occasione
dell’Anno Santo Compostelano. La Commissione permanente si occuperà, infine,
della nota che pubblicheranno i presuli in occasione del 25.mo anniversario di
pontificato di Giovanni Paolo II. (D.D)
PADRE LORENZO FRANZONI, DA 46 ANNI
MISSIONARIO IN BRASILE,
E’ UNO DEI VINCITORI DEL “PREMIO CUORE AMICO”,
CONOSCIUTO COME IL ‘NOBEL’ MISSIONARIO. LA CONSEGNA
DEL RICONOSCIMENTO
AVVERRA’ A BRESCIA IL PROSSIMO 25 OTTOBRE
BRESCIA. = Padre Lorenzo Franzoni, missionario della
Congregazione ‘Sacra Famiglia di Nazareth’ da 46 anni in Brasile, ha vinto il
13.mo “Premio Cuore Amico”. Il riconoscimento, considerato il ‘nobel’ delle
missioni, è stato assegnato anche a suor Fosca Berardi, comboniana, e a Ivana
Cossar, missionaria laica. Originario di un paesino del bresciano, padre
Franzoni è partito per l’America nell’ottobre del 1957, con una sola valigia di
cartone, bagaglio comune degli immigrati che in quei difficili anni lasciavano
l’Italia per cercare fortuna nelle Americhe. In Brasile il missionario ha
trovato ad attenderlo circa 32 mila presone, per lo più meticci battezzati ma
attratti dal sincretismo religioso. All’inizio, ricorda il sacerdote in un
intervista rilasciata all’agenzia Misna, le vie di comunicazione erano
difficili e spesso non si potevano visitare tutti i villaggi a causa della
pioggia. Gli spostamenti avvenivano a cavallo o con le canoe. La fiducia nella
Provvidenza, però, non ha mai abbandonato il missionario che con gli anni ha
rianimato le associazioni che già c’erano, concentrando sforzi ed energie sui
poveri e sui giovani. In 46 anni sono sorte 35 comunità dove laici e sacerdoti
animano la vita parrocchiale. La cerimonia della consegna del Premio avverrà a
Brescia, il 25 ottobre prossimo. (M.R.)
DALLA
COLOMBIA NON SOLO STORIE DI MORTE E CORRUZIONE.
E’ IN PIENA ATTIVITA’ ‘CREACIONES MIQUELINA’,
L’AZIENDA NATA DALL’INTUIZIONE
DI UNA SUORA PER IL RECUPERO DELLE DONNE SOLE E
ABBANDONATE
BOGOTA’. = Oltre duecento dipendenti, un Centro
accoglienza per duecento bambini, un Collegio per cinquecento bambine, un
Presidio per trenta ragazze madri e un Complesso residenziale. Sono solo alcuni
dei numeri di ‘Creaciones Miquelina’, l’azienda diretta da religiose che
in Colombia, attraverso una intensa attività di produzione di abiti
confezionati e di ricami, mira a recuperare le donne sole ed abbandonate. Oltre
diecimila ragazze sono passate per il Centro, per poi avviare una propria attività.
Negli anni l’organizzazione è riuscita a realizzare un intero quartiere, il
Juan José Rondon, con un centinaio di appartamenti abitati da madri e figli.
Nata nel 1977 dall’idea di suor Esther Cañado, l’azienda mosse i primi passi
grazie all’arruolamento di prostitute che, in virtù dei ricavi derivanti dal
loro lavoro, riuscirono ad abbandonare la strada e garantire un futuro ai loro
bambini. Ci si accorse subito della qualità del prodotto e si rese, quindi,
necessario un ampliamento della prima struttura. La richiesta crebbe e Suor
Cañado lasciò la Colombia alla volta dell’Europa per raccogliere fondi e metter
su una fabbrica e un’adeguata struttura di accoglienza per le sue dipendenti.
Si pensò anche ad un asilo, considerato che molte ex prostitute avevano con sé
bimbi a carico. Nacque così la Cittadella Santa Maria Michela, dal nome della
fondatrice della Congregazione. Attualmente ‘Creaciones Miquelina’
esporta i suoi prodotti anche oltre confine. Il ricavato viene interamente
reinvestito nei progetti aziendali e nei programmi pastorali di assistenza alle
donne in difficoltà. (D.D.)
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23 settembre
2003
- A cura di Amedeo Lomonaco -
In Iraq non si è interrotta neanche oggi la drammatica
catena di violenze che sta martoriando il Paese del Golfo Persico. Almeno tre
iracheni sono morti ed altri tre sono rimasti feriti nel corso di un’operazione
dell’aviazione americana condotta, stamani, contro un villaggio a Nord di
Fallujah, città a 50 chilometri ad Ovest di Baghdad. Sul fronte politico,
cresce l’attesa per il discorso che il presidente americano, George Bush,
rivolgerà tra poco all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cerca di
supporto per la sua politica postbellica nel Paese arabo. E sullo sfondo delle
instancabili trattative al Palazzo di Vetro per redigere una nuova risoluzione
sul futuro dell’Iraq, sembra intanto delinearsi un compromesso come ci
riferisce da New York, Elena Molinari:
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Il cancelliere tedesco Schroeder ha fatto sapere di voler
utilizzare gli incontri dei prossimi giorni, soprattutto con George Bush, per
mediare sull’accordo. Nel fine settimana il vertice tra Schroeder, Jacques
Chirac e Tony Blair non è riuscito in realtà a produrre una posizione comune
sul futuro dell’Iraq, ma il presidente francese oggi ha dato segni di apertura.
In un’intervista al New York Times Chirac ha infatti ribadito la richiesta di
un calendario per il trasferimento di potere agli iracheni, ma ha anche escluso
l’uso del diritto di veto sul testo della risoluzione. Bush è apparso meno
flessibile. Si è di fatto esclusa la possibilità di dare all’Onu un maggiore
ruolo politico in Iraq, anche se ha definito possibile una consultazione con le
Nazioni Unite nella fase di stesura della Costituzione irachena.
Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.
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La
Nato, dopo alcuni mesi di intensi negoziati, ha designato ieri il suo nuovo
segretario generale. Si tratta del ministro degli Esteri olandese, il cattolico
55.enne Jaap de Hoop Scheffer, che inizierà il suo mandato il primo gennaio
2004. La scelta del nuovo massimo rappresentante dell’Alleanza Atlantica, che
viene decisa per consenso unanime dei diciannove Paesi membri, è stata
particolarmente apprezzata dall’attuale numero uno della Nato, il britannico
George Robertson. “Sono molto soddisfatto – ha dichiarato Robertson dopo la
nomina del suo successore - perché abbiamo trovato la persona giusta per
assicurare che la Nato rimanga l’alleanza difensiva di maggior successo al
mondo”.
Ed
un’altra importante nomina ha riguardato la Banca centrale europea, la cui
presidenza è stata affidata a Jean-Claude Trichet. L’europarlamento di
Strasburgo ha approvato, questa mattina, la nomina del governatore francese con
315 voti a favore, 83 contrari e 75 astenuti. Trichet succederà all'olandese
Wim Duisenberg, che terminerà il suo incarico il prossimo 31 ottobre.
Trasferiamoci
in Medio Oriente, dove sono infondate, secondo lo Stato ebraico, le voci della
stampa palestinese secondo le quali il leader di Al Fatah in Cisgiordania,
Marwan Barghuti, sarebbe stato scarcerato oggi da Israele nel contesto di uno
scambio di prigionieri con i guerriglieri Hezbollah. “Barghuti resterà in
carcere decine di anni”, ha affermato il ministro per la sicurezza interna,
Zahi Hanegbi. Il leader di Al Fatah è accusato di aver ispirato una lunga serie
di attentati compiuti in Israele dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa ed è
ancora sotto processo al tribunale di Tel Aviv. Sul campo la situazione resta
ancora tesa. Soldati israeliani hanno ucciso, stamani, un palestinese armato
che aveva superato il confine tra la Striscia di Gaza ed Israele. Sul versante
politico, intanto, il presidente palestinese, Yasser Arafat, ha rilanciato ieri
l’idea di una tregua totale, ma Tel Aviv ha nuovamente bocciato la proposta,
ribadendo che senza lo smantellamento di quelle che definisce le
“infrastrutture del terrorismo” nei Territori, non accetterà alcun
cessate-il-fuoco.
Una
condanna a morte e 12 ergastoli in India per la barbara uccisione del
missionario protestante australiano, Graham Staines, e dei due figli di 10 e 8
anni, bruciati mentre dormivano all’interno della loro auto nel villaggio di
Manoharpur. La sentenza, emessa ieri, dal tribunale di Orissa, ha così chiuso
un episodio che suscitò sdegno e dolore in India e in tutto il mondo,
evidenziando le difficili condizioni in cui operano i missionari in India. Su
questo drammatico episodio avvenuto nel gennaio del 1999, ci riferisce Maria
Grazia Coggiola:
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Allora si
disse che l’efferato omicidio era maturato negli ambienti dell’estrema destra
induista, fortemente contraria alla presenza dei missionari cristiani, accusati
di forzare le conversioni degli indu, soprattutto nelle aree tribali
dell’Orissa. Ma il legame con i gruppi indù nazionalisti non venne mai
dimostrato. Le indagini portarono invece all’arresto di un gruppo di abitanti
del villaggio e del loro leader, Dara Singh, che ieri un tribunale ha condannato
all’impiccagione. Una sentenza si può dire, però, simbolica, visto che in India
ormai da anni non vengono più eseguite le condanne a morte. Per 12 amici di
Dara Singh, invece, è ergastolo. La condanna ha avuto ampio risalto sui
giornali indiani, che hanno riportato anche le parole della moglie, Gladis. La
donna ha detto di aver perdonato gli assassini del marito.
Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia
Coggiola.
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Quindici delle 17 formazioni politiche della Guinea
Bissau, consultate ieri dalla giunta militare protagonista del colpo di Stato
del 14 settembre scorso, hanno rigettato la candidatura di Antonio Arthur Sanha
come primo ministro del governo di transizione. I militari hanno, tuttavia,
fatto sapere che sulla candidatura non sono stati ancora interpellati i
rappresentanti della società civile.
La Corea del Nord ha respinto oggi come “ingiusta e
inaccettabile”, la risoluzione emessa venerdì scorso dall’Agenzia
internazionale per l’energia atomica (Aiea) che sollecita Pyongyang a
smantellare immediatamente il suo programma nucleare ed accettare ispezioni
internazionali ai suoi impianti. “La Corea del Nord si è ritirata dal Trattato
di non proliferazione nucleare -
sottolinea un editoriale dell’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana - e
pertanto non è vincolata alle decisioni dell’Aiea”. Alla fine del mese scorso
il controverso programma nucleare nordcoreano è stato al centro, a Pechino, di negoziati multilaterali con la
partecipazione delle due Coree, Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia. Ma i
colloqui si sono conclusi senza progressi e senza fissare la data per un nuovo
round di trattative.
In Myanmar l’inviato indonesiano, Ali Alatas, ha
incontrato, a Rangoon, i vertici della giunta militare per chiedere la
liberazione del Premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi. Al centro dei
colloqui le condizioni del premio Nobel per la pace e leader del partito di
opposizione birmano, arrestata dalla giunta il 31 maggio e da allora detenuta
in una località segreta. Aung San Suu Kyi è stata sottoposta nei giorni scorsi
ad un intervento chirurgico.
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