RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 266 - Testo della Trasmissione martedì 23 settembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Le religioni per costruire la pace: Messaggio di Giovanni Paolo II al Congresso interreligioso, aperto oggi in Kazakhstan. Intervista con don Edoardo Canetta.

 

Prossima visita del Papa, il 7 ottobre, al Santuario mariano di Pompei: reso noto il calendario della giornata.

 

Strategie più efficaci contro l’Aids: appello del cardinale Claudio Hummes alla plenaria delle Nazioni Unite a New York.

 

Il 26,27 e 28 ottobre Giornate Europee del Patrimonio: le iniziative della Santa Sede.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Primo rapporto Onu sulle droghe sintetiche nel mondo, presentato oggi a Roma, dove proseguono i lavori della V Conferenza internazionale per la lotta agli stupefacenti. Ai nostri microfoni l’arcivescovo Javier Lozano Barragán.

 

I grandi temi della Chiesa e della politica in Italia e le attese per il futuro dell’Europa nella prolusione del cardinale Camillo Ruini ai lavori del Consiglio permanente della Cei.

 

60 anni fa il sacrificio del vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D’Acquisto. Ce ne parlano padre Paolo Molinari e il Comandante generale dell’Arma, Guido Bellini.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Un chiaro riferimento alle radici cristiane dell’Europa nel preambolo della Costituzione Europea: è quanto chiedono i vescovi della Comece in una lettera indirizzata a Berlusconi, presidente di turno del Consiglio europeo.

 

Preghiera, testimonianze di fede e di devozione ed ancora filmati inediti del frate con le stimmate: così San Giovanni Rotondo ha celebrato la festa, oggi, di San Pio da Pietralcina.

 

La lotta all’Aids in Africa rappresenta il fallimento dei Paesi occidentali: crescono i toni della denuncia alla Conferenza internazionale sul virus Hiv, in corso, a Nairobi, in Kenya.

 

Prende il via oggi, a Madrid, la 193.ma Assemblea permanente dei vescovi spagnoli. Al centro dell’incontro, che si concluderà giovedì, le sfide pastorali per il 2004.

 

Padre Lorenzo Franzoni, missionario della Congregazione ‘Sacra Famiglia di Nazareth’, da 46 anni in Brasile, ha vinto il 13.mo “Premio Cuore Amico”, considerato il ‘nobel’ delle missioni.

 

Dalla Colombia non solo storie di morte e corruzione. E’ in piena attività ‘Creaciones Miquelina’, l’azienda nata dall’intuizione di una suora per il recupero delle donne sole e abbandonate.

 

24 ORE NEL MONDO:

Mentre all’Onu si cerca un compromesso sull’Iraq, attesa per l’intervento al Palazzo di Vetro di Bush.

 

Il ministro degli esteri olandese, Jaap de Hoop Scheffer, è il nuovo segretario generale della Nato.

 

In India, pena capitale all’omicida del missionario protestante australiano e dei due figli, avvenuta 4 anni fa.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 settembre  2003

 

 

LE RELIGIONI, UNO STRUMENTO SOLIDO PER COSTRUIRE LA PACE.

COSI’ IL PAPA IN UN MESSAGGIO AL CARDINALE TOMKO, CHE GUIDA IN KAZAKHSTAN

LA DELEGAZIONE VATICANA AL CONGRESSO INTERRELIGIOSO

“IL DIALOGO DELLE CONFESSIONI”

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Una nuova iniziativa, che riecheggia lo “spirito di Assisi” e che contribuirà “a promuovere il rispetto della dignità umana, la difesa della libertà religiosa e la crescita della reciproca comprensione tra i popoli”. E’ questo uno dei passaggi centrali del Messaggio inviato oggi da Giovanni Paolo II al cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, che guida la delegazione della Santa Sede al Congresso delle religioni mondiali, in programma oggi e domani ad Astana, in Kazakhastan, sul tema “Il Dialogo delle Confessioni”. Nell’apprezzare l’iniziativa, promossa dal presidente kazahko, Nursultan Narzabayev, a due anni dalla storica visita apostolica nello Stato asiatico, il Papa è tornato sul nodo nevralgico dell’importanza delle religioni nella difficile costruzione della pace. Le religioni, scrive il Pontefice, sono per loro stessa natura “un solido strumento per la promozione della pace” e la Chiesa cattolica, aggiunge, “è impegnata a sostenere ogni sincero sforzo in favore di una pace genuina, basata su verità, giustizia, amore e libertà”.

 

Di fronte a cristiani di varie confessioni, e poi a musulmani, ebrei, buddisti, induisti e scintoisti delle 17 delegazioni mondiali presenti al Congresso, il cardinale Tomko ha ripreso stamani i concetti espressi dal Papa. In un mondo che da più parti subisce la minaccia del terrorismo, degli estremismi violenti, del traffico di armi e di droga, della repressione dei regimi antidemocratici, il porporato ha ribadito che la costruzione della pace, considerata dalla Chiesa un dono di Dio, è un valore che va coniugato con le imprescindibili esigenze di giustizia e di sviluppo umano. Sviluppo, ha osservato, “che non può essere confinato in una dimensione economica o intellettuale, ma deve abbracciare anche quella morale e spirituale” di ogni essere umano.

 

L’importante assise in corso in Kazakhastan è anche uno sprone particolare per la piccola comunità ecclesiale locale a coltivare con nuovo impegno il dialogo ecumenico e interreligioso. Lo conferma don Edoardo Canetta, sacerdote dell’arcidiocesi di Milano, da dieci anni nel Paese ex sovietico. L’intervista è di Giancarlo La Vella:

 

R. – E’ un avvenimento nuovo, che desta quindi tante aspettative e che comunque ha già un suo preciso significato. Per la Chiesa locale è una grande responsabilità, perché la nostra è una piccolissima comunità: piccola anche rispetto al resto del popolo kazakho, anche se ha una grande storia alle spalle dal punto di vista della testimonianza della fede, offerta dalle generazioni precedenti. E’ una grande responsabilità, perché comunque ci sono aspetti tipici di questa società kazakha, che in gran parte ci appartengono come storia. Ad esempio, l’aspetto di un popolo oggi composto da una serie di etnie diverse – si dice addirittura che siano 120 – che vivono comunque in una situazione di pace, pur provenendo da una storia come quella del dissolvimento dell’Unione Sovietica, prima ancora delle deportazioni…

 

D. – Questo Congresso cade nel secondo anniversario della visita del Papa in Kazakhstan. Possiamo considerarlo uno dei frutti scaturiti dalla presenza del Santo Padre in questo Paese?

 

R. – Sicuramente. Posso dirlo senza nessun falso orgoglio: l’impressione lasciata dal Santo Padre nel popolo kazakho ha determinato una particolare sensibilità in questi due anni, per cui si è capita l’importanza di una politica religiosa di maggiore sensibilità e attenzione. Sicuramente, l’iniziativa del presidente Nazarbayev è frutto di quell’incontro del 2001, che resta nella memoria del nostro popolo molto al di là di quella che è la comunità cattolica.

 

D. – Che cosa può scaturire da questo dialogo?

 

R. – Il dialogo è innanzitutto verso la verità. Il dialogo è uno strumento dell’unità possibile. Poi, naturalmente, la parola “unità” si gioca a diversi livelli: c’è l’unità del popolo, l’unità del mondo cristiano, che qui ha una sua esperienza tradizionalmente positiva, fatta di dialogo e di collaborazione persino tra la Chiese ortodossa, cattolica e luterana. C’è, nel mondo musulmano, una questione di scoperta della vera immagine dell’Islam, perché è evidente che l’esperienza della tradizione dell’Asia centrale, in particolare del Kazakhstan, sia un po’ diversa da altre concezioni dell’islamismo che oggi vanno invece per la maggiore nel mondo arabo, e non solo. In questo senso, c’è il tema dell’unità: non come unità generica, ma come riscoperta innanzitutto, all’interno di certe realtà religiose specifiche, di possibilità di unità, perché poi ne possa godere il popolo stesso.

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PUBBLICATO OGGI IL PROGRAMMA DEL 143.MO VIAGGIO ITALIANO DEL PAPA,

CHE IL PROSSIMO 7 OTTOBRE VISITERA’ IL SANTUARIO MARIANO DI POMPEI

- A cura di Barbara Castelli -

 

L’instancabile Giovanni Paolo II, pellegrino nel mondo, è già pronto a ripartire. Il prossimo 7 ottobre, dopo neppure un mese dal viaggio apostolico in Slovacchia, il Santo Padre sarà nel Santuario mariano di Pompei, per una visita di mezza giornata, di cui è stato reso noto stamane il programma dettagliato. Si tratta del 143.mo viaggio italiano di Giovanni Paolo II. Il Santo Padre partirà alle 9 dalla Città del Vaticano e alle 10 giungerà all’eliporto allestito nella Palestra grande degli scavi archeologici di Pompei. Dopo un breve percorso in automobile, alle 10.30 reciterà il Rosario per la pace nel mondo e la supplica alla Madonna sul Sagrato della Basilica della Beata Vergine del Santo Rosario. Alle 12.30, dopo il saluto delle autorità, ripartirà per la Città del Vaticano, dove l’arrivo è previsto per le 13.30.

 

 

UDIENZE

 

Stamane il Papa ha ricevuto in udienza nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo otto presuli delle Filippine, in visita ad Limina Apostolorum.

 

 

STRATEGIE PIU’ EFFICACI CONTRO L’AIDS:

L’APPELLO DEL CARDINALE HUMMES IERI ALLA PLENARIA DELLE NAZIONI UNITE, A NEW YORK

- A cura di Fausta Speranza -

 

Trovare più efficaci strategie per combattere il flagello dell’Hiv/Aids che resta una delle più gravi tragedie del nostro tempo: è l’appello lanciato dal cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo, in Brasile, ieri a New York. L’occasione è stata la Sessione Plenaria delle Nazioni Unite.

 

Settanta milioni di persone moriranno per il contagio nei prossimi 20 anni. E’ la cifra che deve sollecitare tutti ad un più efficace intervento, sottolinea il cardinale Hummes, ricordando il positivo accordo raggiunto il 30 agosto scorso dal Organizzazione mondiale del commercio (Omc) in tema di farmaci prodotti sotto licenza, che renderà, infatti, un po’ meno gravosa l’importazione da parte dei Paesi poveri. Ma è solo un passo e ci vogliono altre “espressioni concrete di volontà politica e coraggio morale”, ha raccomandato il cardinale Hummes, spiegando che è una questione morale perché “l’epidemia riflette una seria crisi di valori”. Inoltre non si può rimanere indifferenti di fronte alle cifre che riguardano i bambini: dei 19 milioni di morti dell’anno scorso, 3 milioni e 800 mila erano minori al di sotto dei 15 anni. E non si può dimenticare quanti restano orfani a causa della malattia: se ne contano 14 milioni negli ultimi 20 anni. E il triste primato resta sempre all’Africa subsahariana, dove vivono 11 di quei milioni di innocenti.

   

Il cardinale Hummes ha ripetuto l’auspicio della Santa Sede di poter collaborare con il resto della comunità internazionale. Ha ricordato che il 25 per cento dell’assistenza fornita alle vittime dell’Aids viene assicurato dall’insieme degli organismi della Chiesa cattolica o da organizzazioni non governative cattoliche. Lo ha fatto annunciando che entro quest’anno la Santa Sede avrà raggiunto l’obiettivo di avere sedi e programmi di intervento per tutti i Paesi dell’Africa subsahariana, ma anche di avviarne di nuovi in Brasile, Argentina, Messico, Tailandia, Lituania. Si andranno ad aggiungere a tutti gli altri attivi nel mondo e per un buon coordinamento di tutte le attività, la Santa Sede ha istituito una Commissione ad hoc, che si preoccuperà di promuovere anche campagne di prevenzione e educazione. Ogni impegno della Chiesa parte dal riconoscimento del “valore e della sacralità di ogni vita umana”. Ma tutti  dovrebbero rispondere all’appello a contribuire nella lotta contro l’Aids – ha sottolineato il cardinale Hummes - perché si tratta del futuro dell’umanità.

  

 

CELEBRAZIONE DELLE GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO 2003

 

La Santa Sede parteciperà anche quest’anno alla celebrazione delle “Giornate Europee del Patrimonio” nei giorni 26, 27 e 28 settembre. Si tratta di una manifestazione promossa dal Consiglio d’Europa, con l’adesione di oltre 40 Paesi. La tematica generale scelta quest’anno è: “Il patrimonio monastico – simbiosi di spiritualità e creatività artistica e canale principale per la nascita dell’identità europea”.

 

All’elaborazione del programma hanno collaborato la Pontificia Commissione per i Beni Culturali, i Musei Vaticani e la Biblioteca Apostolica Vaticana. Questo il calendario delle iniziative:

 

venerdì 26 settembre, meditazione musicale nella Basilica di San Pietro, alle ore 18, eseguita dal coro di monaci benedettini del Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo;

 

sabato 27 settembre, visite guidate all’Archivio della Basilica di San Pietro, normalmente chiuso al pubblico, dalle ore 9 alle ore 13;

 

domenica 28 settembre, accesso gratuito ai Musei Vaticani per l’intera giornata e a tutte le Catacombe di Roma normalmente aperte al pubblico; inaugurazione di due Mostre su “Il monachesimo e le Catacombe”, presso le Catacombe di San Callisto (Via Appia Antica, 126; orario feriale dalle ore 10 alle ore 17; mercoledì chiuso; apertura fino al 28 ottobre 2003); e su “Il patrimonio culturale monastico – dai manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana alle radici cristiane dell’Europa”, allestita dalla Biblioteca Apostolica Vaticana nei Musei Vaticani (apertura fino all’8 novembre 2003).

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con il tema del terrorismo. Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha aperto la Conferenza di New York con un invito alla cooperazione: armi e arresti non sono sufficienti a sradicare la disumana violenza. 

 

Nelle vaticane, il Messaggio del Papa in occasione dell'Incontro interreligioso ad Astana, in Kazakhstan. Il discorso del cardinale Tomko; l'intervento dell'arcivescovo Martino; due articoli dell'inviato Gianfranco Grieco.

Una pagina dedicata alle iniziative pastorali promosse nel contesto dell'Anno del Rosario.

 

Nelle estere, Iraq: nuovi episodi di sangue. Chirac auspica il trasferimento della sovranità agli iracheni nell'arco di nove mesi.

Medio Oriente: nuova proposta di Arafat respinta dal Governo israeliano.

 

Nella pagina culturale, un elzeviro di Luigi Maria Personè dal titolo "Il melanconico oggi di una vecchia attrice".

Nell' "Osservatore libri", un approfondito contributo di Prosper Grech sull'opera "Parola e immagine. Antologia di Paolo VI" a cura di Franco Lanza.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della violenza negli stadi. Morto il tifoso negli incidenti ad Avellino. Il ministro Pisanu: "Pronto a vietare le partite a rischio".

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 settembre 2003

 

 

IL PRIMO RAPPORTO ONU SULLE DROGHE SINTETICHE NEL MONDO,

PRESENTATO OGGI A ROMA, DOVE PROSEGUE LA V CONFERENZA INTERNAZIONALE

PER LA LOTTA AGLI STUPEFACENTI

- Ai nostri microfoni, mons. Javier Lozano Barragán -

 

E’ stato presentato stamane a Roma, presso la Presidenza del Consiglio, il primo Rapporto delle Nazioni Unite sull’ecstasy e le anfetamine. I documento illustrato dal direttore esecutivo dell’ufficio Onu contro la droga ed il crimine, Antonio Maria Costa, alla presenza del vice-presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, lancia l’allarme per il drammatico aumento nella produzione e nel consumo delle droghe sintetiche ed invita i governi a cooperare nella repressione e prevenzione del fenomeno. Il servizio è di Stefano Leszczynski.

 

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Anfetamine, metanfetamine ed ecstasy: sono i nomi del nuovo ‘nemico pubblico numero uno’. Lo ha dichiarato il responsabile dell’Ufficio delle Nazioni Unite presentando al vicepremier italiano Gianfranco Fini il primo Rapporto mondiale in materia. Nell’ultimo decennio la produzione il traffico e l’abuso di queste sostanze è aumentato enormemente. Lo confermano i dati sui sequestri di stimolanti di tipo anfetaminico, che nell’ultimo decennio sono aumentati da 4 a 40 tonnellate. L’Onu stima che nel mondo vengano prodotte almeno 500 tonnellate l’anno di droghe sintetiche ed il consumo coinvolge oltre 40 milioni di persone, in maggioranza giovani tra i 14 ed i 24 anni. Il mercato di questo tipo di droghe denuncia l’inviato delle Nazioni Unite, Costa, sta rapidamente cambiando: aumentano infatti i profitti delle organizzazioni criminali che le trafficano – la stima del giro d’affari è pari a 65 miliardi di dollari – e le aree di produzione e consumo si stanno rapidamente estendendo dall’Europa occidentale a quella orientale, anche se il primato spetta ancora agli Usa, dove nel solo 2001 sono stati sequestrati quasi 8 mila laboratori di metanfetamina. Le conclusioni del Rapporto Onu sulle droghe sintetiche sono severe e chiedono agli Stati un maggiore impegno per garantire prevenzione e repressione del fenomeno. “Purtroppo - sottolinea Costa - in questi casi non è possibile parlare di recupero o cura dei tossicodipendenti in quanto i danni provocati dalle droghe sintetiche sono del tutto irreversibili”. Il direttore dell’Ufficio della Casa Bianca per il controllo delle droghe, John Walters, ed il vicepremier italiano, Gianfranco Fini, hanno pienamente concordato sulla necessità di intensificare gli sforzi per contrastare il fenomeno sia a livello nazionale sia attraverso una stretta cooperazione.

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Intanto, proseguono nella capitale i lavori della V Conferenza mondiale sulla prevenzione dell'uso delle droghe, con incontri di approfondimento sulla dimensione culturale, su cui puntare per una efficace prevenzione. Con la conferenza, infatti, si vuole affrontare il dramma della droga con un approccio globale al fenomeno, che coinvolga, insieme alla politica e alle neuroscienze, anche l'etica, la religione e la comunicazione. All’apertura dei lavori, ieri, l’arcivescovo Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale degli operatori sanitari, ha ricordato le parole del Papa sul “flagello della droga”. Giovanni Paolo II ha chiesto più volte alle autorità di “frenare il mercato delle sostanze stupefacenti”, chiamando i trafficanti “mercanti di morte” e sottolineando la necessità di far “uscire alla luce gli interessi di chi specula in tale mercato”. E’ fondamentale, però, - ha sottolineato mons. Barragán - ricordare l’appello del Papa a impegnarsi per “conoscere l’individuo, comprendere il suo mondo interiore, portarlo alla scoperta o alla riscoperta della propria dignità di uomo”.

 

Da qui il richiamo alla riscoperta dei valori dell’arcivescovo Barragán, nell’intervista di Stefano Leszczynski:

 

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R. – Penso che soltanto rimediando al vuoto dei valori che c’è adesso nel mondo, si possa fare qualcosa. Questo vuoto si riferisce ad un valore che è l’unico che si può ammettere, un valore trascendente e superiore, cioè lo stesso Dio. Senza di Lui tutto è solamente orizzonte economico, orizzonte di piacere e di potere e non si arriva da nessuna parte.

 

D. – Lotta alla droga, senza compromessi. Con il male non si scende a patti?

 

R. – Sì, così ha detto il Santo Padre: con il male non si scende a patti. E la droga non si vince con la droga.

 

D. – Però resta anche un problema di aiuti finanziari…

 

R. – Il problema è che non si possono dividere i Paesi tra produttori e consumatori, perché tutti sono produttori. I Paesi ricchi sono produttori più importanti di una droga molto pericolosa, che si chiama anfetamina. Le droghe sintetiche sono più pericolose e danno un guadagno più consistente. Sappiamo bene che si producono in quantità maggiore negli Stati Uniti e in Europa. E’ come dire che lo spaccio della droga è fatto in casa. Ci sono anche la cocaina americana e l’oppio asiatico in quantità significative, ma le droghe sintetiche sono presenti più a buon mercato e con più alti guadagni. Quindi, attenzione, torniamo di nuovo allo stesso punto. Non facciamo gli ipocriti, dicendo: “Voi poveri siete i colpevoli. Noi, poveri ricchi, siamo le vittime”. Questa è un’ipocrisia. E’ colpevole l‘amoralità.

 

D. – Ai giovani cosa si può dire?

 

R. – Che abbiano fiducia. Una persona che ha vinto sempre, anche la droga, si chiama Cristo. Devono essere fiduciosi e tendere la mano per uscire dalla palude. E quello che li può far uscire dalla palude è il Signore, Gesù Cristo.

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I GRANDI TEMI DELLA CHIESA E DELLA POLITICA IN ITALIA E LE ATTESE

PER IL FUTURO DELL’EUROPA NELLA PROLUSIONE DEL CARDINALE CAMILLO RUINI,

AI LAVORI DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI

- Servizio di Ignazio Ingrao -

 

“Una svolta netta” nei comportamenti e nei rapporti politici, che tenga pure “al riparo le attività istituzionali e le iniziative giudiziarie dai sospetti, da molto tempo diffusi, che esse siano utilizzate come strumenti di lotta politica”: un discorso quello del cardinale Camillo Ruini, in apertura ieri pomeriggio a Roma del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, che è rimbalzato nelle prime pagine dei giornali italiani. Molti i temi di attualità affrontati dal presidente della Cei, tra questi l’immigrazione, la scuola, il sostegno alle  famiglie, lavoro e previdenza e poi anche l’Europa e le sue radici cristiane. Ascoltiamo il servizio di Ignazio Ingrao.

 

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Il presidente della Cei ha invitato le forze politiche a porre un limite alle esternazioni e alle polemiche volte a delegittimare gli avversari:

 

“Una svolte netta, per porre un limite alle esternazioni e alle polemiche reciprocamente delegittimanti”.

 

Riferendosi alle recenti affermazioni della Lega nei confronti della Chiesa italiana in tema di immigrazione, il cardinale Ruini si è detto rattristato per il modo in cui questo argomento viene affrontato:

 

“Proprio in questi giorni, espressioni inaccettabili sono state impiegate riguardo alla Chiesa confermando purtroppo il persistere di atteggiamenti scarsamente responsabili”.

 

Preoccupazione è stata espressa inoltre per l’aumento del costo della vita. Ruini ha sollecitato l’adozione di una legge finanziaria volta a tutelare i redditi effettivi delle persone e rilanciare lo sviluppo del Paese. Inoltre, il cardinale ha chiesto politiche organiche a favore delle famiglie per arginare la crisi demografica. In tema della riforma della scuola, il presidente della Cei guarda con attenzione ai recenti decreti varati dal Consiglio dei ministri ed ha salutato con soddisfazione l’approvazione della legge sullo stato giuridico degli insegnanti di religione. Anche il finanziamento dei contributi alle famiglie che inviano i loro figli alle scuole non statali, secondo Ruini, è un segnale che va nella giusta direzione, ma è ancora modesto nella sua entità. Criteri di autentica equità sono stati inoltre richiamati dal cardinale per procedere correttamente alla riforma delle pensioni.

 

In merito alla riforma del sistema radio-televisivo, ha raccomandato che essa non si riduca a terreno di scontri di interessi politici ed economici. Soffermandosi inoltre sulla situazione internazionale, il cardinale ha unito la voce dei vescovi italiani a quella del Papa per chiedere che la futura Costituzione europea contenga un esplicito riferimento alle radici cristiane dell’Europa ed ha sollecitato che la comunità internazionale si impegni attivamente per portare la pace in Iraq e in Terra Santa.

 

Per la Radio Vaticana, Ignazio Ingrao.

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SESSANTA ANNI FA IL SACRIFICIO DEL VICEBRIGADIERE

DEI CARABINIERI SALVO D’ACQUISTO.

- Con noi, padre Paolo Molinari e il comandante generale dell’Arma, Guido Bellini -

 

Con la deposizione di una corona di alloro ai piedi della stele di fronte alla torre di Palidoro, luogo dell'esecuzione di Salvo D’Acquisto, il presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, ha reso onore questa mattina alla memoria dell’eroico vice brigadiere dei Carabinieri, del quale è stato avviato il processo di beatificazione il 4 novembre del 1983. Al termine della funzione religiosa, celebrata dall’arcivescovo militare per l’Italia mons. Angelo Bagnasco, è avvenuto il momento più toccante e significativo della cerimonia: la stretta di mano fra un brigadiere dei Carabinieri e un maresciallo dell'Esercito tedesco davanti alla Croce posta nel luogo dove il 23 Settembre del 1943 Salvo D’Acquisto sacrificò la propria vita per risparmiare da una rappresaglia nazista 22 ostaggi innocenti di Torrimpietra. Presenti alla commemorazione 7 dei 22 ostaggi, alcuni parenti di Salvo D’Acquisto e numerose autorità civili e politiche italiane tra cui il ministro della Difesa Martino, il presidente della Camera Casini, il vicepresidente del Senato Fisichella, i vertici dei Carabinieri e delle Forze Armate. Il servizio è di Maria Di Maggio.

 

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All’indomani dell’8 settembre 1943, in un’Italia disorientata e allo sbando, lasciata senza guida ad affrontare prove difficili, il giovane vicebrigadiere Salvo D’Acquisto non esitò ad offrirsi al fuoco dei nazisti per salvare da una crudele ed ingiusta rappresaglia 22 cittadini innocenti. A distanza di 60 anni da quel tragico e glorioso evento, il gesto del giovane vicebrigadiere napoletano, Medaglia d’Oro al Valor Militare, resta ancora nel cuore di tanti come uno dei massimi esempi di coraggio e di altruismo. Ma lasciamo la parola a padre Paolo Molinari, postulatore della Causa di beatificazione del Servo di Dio Salvo D’Acquisto:

 

R. – Abbiamo presentato la causa di Salvo D’Acquisto in quello che è lo spirito vero della sua vita, e cioè l’amore, la carità spinta fino all’estremo e quindi è un vero martire di carità. Questo è veramente lo spirito con cui Nostro Signore ha offerto la sua vita per noi, per salvarci. Salvo, veramente da buon cristiano e da buon Carabiniere, vive questo con questa grande generosità e per questo è evidente che la causa non può essere presentata se non nel senso di un martirio di carità.

 

D. – Come spiega l’estrema popolarità della figura di Salvo D’Acquisto anche all’estero?

 

R. – Sono molto contento per quello che lei sta dicendo, perché convalida la mia conoscenza e perché con ciò lei mette l’accento sulla conoscenza molto estesa e sull’affetto che la gente ha verso Salvo D’Acquisto non soltanto in Italia ma anche fuori d’Italia. E’ così che Dio parla attraverso le persone buone, le persone sante. E Dio lo sa fare: andare al di là delle frontiere e dei confini delle Nazioni. Perché lo spirito cristiano non ha confini e quindi raggiunge la gente, il cuore della gente, ovunque essa si trovi, dove giunge loro anche solo la voce lontana di qualcuno che ha saputo vivere il cristianesimo davvero.

 

D. – Qual è il messaggio che parte da questo 60.mo anniversario del martirio di Salvo D’Acquisto?

 

R. – Un messaggio di premura di presentare alla gente di oggi quello che è l’essenza del cristianesimo: l’amore che sa sacrificarsi per il bene degli altri.

 

(musica)

 

Luminoso esempio di abnegazione e di sacrificio: così Giovanni Paolo II ha definito il vicebrigadiere Salvo D’Acquisto nel suo discorso alla Scuola Allievi Carabinieri di Roma, il 9 aprile 1983. Ma che cosa significa oggi per l’Arma dei Carabinieri la figura di Salvo D’Acquisto? Lo abbiamo chiesto a Guido Bellini, comandante generale dell’Arma:

 

R. – Io credo che tutti noi dobbiamo riflettere sul messaggio di Salvo D’Acquisto, su questo senso di solidarietà e di amore per gli altri. Io dico sempre che Salvo D’Acquisto non è una figura remota, lontana da noi, lontana dalle nostre sensibilità, lontana dal nostro modo di essere; credo che Salvo D’Acquisto rappresenti in fondo l’eroe quotidiano che possiamo trovare anche in mezzo a noi. Ma ho sempre detto che possiamo trovarlo soprattutto dove lavorano i nostri Carabinieri. Quindi, Salvo D’Acquisto rappresenta una pagina bellissima della nostra storia che i Carabinieri sanno utilizzare per ispirarsi costantemente, per vivere concretamente la loro professionalità, che è molto difficile.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

23 settembre 2003

 

 

UN CHIARO RIFERIMENTO ALLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA

NEL PREAMBOLO DELLA COSTITUZIONE EUROPEA: E’ QUANTO CHIEDONO

I VESCOVI DELLA COMECE IN UNA LETTERA INDIRIZZATA A SILVO BERLUSCONI,

PRESIDENTE DI TURNO DEL CONSIGLIO EUROPEO

 

BRUXELLES. = “La portata del contributo del Cristianesimo alla cultura europea è indiscutibile, omettere un tale riferimento nella Costituzione europea sarebbe difficile da capire”. E’ quanto si legge nella lettera della Commissione degli episcopati della Comunità Europea (Comece), indirizzata al presidente di turno del Consiglio europeo, Silvio Berlusconi. A pochi giorni dall’apertura della Conferenza intergovernativa, a Roma, sul Trattato costituzionale europeo, i presuli hanno elogiato il lavoro della Convenzione europea, apprezzando i riferimenti proposti riguardanti “l’eredità religiosa dell’Europa e i suoi valori, la libertà religiosa così come l’identità specifica ed il contributo delle Chiese e delle comunità religiose”. “Ciò nonostante - insistono i vescovi nella missiva - desideriamo nuovamente attirare la vostra attenzione sulla questione di un chiaro riferimento al Cristianesimo nel preambolo della Costituzione. Tale desiderio, condiviso dall’Italia e da altri Paesi dell’Unione, completerebbe il testo stesso, richiamando esplicitamente la sorgente dei valori sui quali si fonda il progetto europeo”. (B.C.)

 

 

PREGHIERA, TESTIMONIANZE DI FEDE E DI DEVOZIONE ED ANCORA FILMATI INEDITI

DEL FRATE CON LE STIMMATE: COSI’ SAN GIOVANNI ROTONDO HA CELEBRATO

LA FESTIVITA’, OGGI, DI SAN PIO DA PIETRALCINA

- A cura di Andrea Sarubbi -

 

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SAN GIOVANNI ROTONDO. = Una festa nata dal basso spontaneamente e via via cresciuta con il tempo, cresciuta così tanto che per trovare posto in piazza alcuni fedeli sono arrivati all’alba di ieri con sedie ed ombrelli per difendersi dal sole. Tutti gli altri hanno seguito la veglia dai maxi schermi in un raccoglimento quasi irreale. Sul palco testimonianze di fede e di devozione, alternate a filmati inediti sulla vita di Padre Pio; e preghiera soprattutto, con diversi momenti forti prima dell’Eucaristia finale - celebrata dal ministro generale dei cappuccini, Corrivo - come i vespri presieduti dal vescovo d’Ambrosio o il Rosario, novità di quest’anno, meditato attraverso gli scritti di cinque grandi figure della Chiesa: Giovanni Paolo II, Madre Teresa, Padre Pio, don Tonino Bello e mons. Oscar Romero. Nuovo anche il video sul Santuario di Renzo Piano - i frati garantiscono che i lavori termineranno entro il 2004 - così come la trasmissione televisiva dell’evento. Tele Padre Pio, nata l’anno scorso, ha fatto proprio stanotte il suo esordio sul satellite.

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LA LOTTA AL VIRUS HIV IN AFRICA RAPPRESENTA IL FALLIMENTO DEI PAESI OCCIDENTALI:

CRESCONO I TONI DELLA DENUNCIA ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’AIDS, IN CORSO A NAIROBI, IN KENYA

 

NAIROBI. = Nella lotta all’Aids in Africa “abbiamo fatto un lungo cammino, ma non è abbastanza”: lo sostiene il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, in un messaggio per la tredicesima Conferenza internazionale su “Aids e malattie trasmesse per via sessuale in Africa”, in corso a Nairobi, in Kenya. “E’ necessario lavorare ancora più intensamente - aggiunge Annan nella nota - perché l’impegno nella lotta contro l’Aids sia accompagnato dalle risorse e dagli atti necessari”. Le parole più dure sono state, invece, pronunciate da Stephen Lewis, inviato speciale del segretario generale dell’Onu per l’Aids, che, durante l’apertura della cinque giorni, ha definito “un’oscenità grottesca” la grande scarsità, in Africa, di medicinali anti-Aids a basso costo. Il rappresentante del Palazzo di Vetro ha accusato i governi dei Paesi ricchi per questa situazione. “I Paesi occidentali sono capaci di trovare 200 miliardi di dollari per combattere la guerra al terrorismo - ha tuonato - ma non riescono a racimolare il denaro necessario per fornire trattamenti retro-virali a tutti quelli che in Africa ne hanno bisogno”. Nel solo Kenya si calcola che muoiano di Aids tra le 700 e le mille persone al giorno. Nell’intero continente africano almeno 15 milioni sono decedute negli ultimi venti anni; mentre, nella sola fascia subsahariana, oltre 30 milioni di persone risultano sieropositive. (B.C.)

 

 

PRENDE IL VIA OGGI A MADRID LA 193.MA ASSEMBLEA PERMANENTE

DEI VESCOVI SPAGNOLI. AL CENTRO DELL’INCONTRO,

CHE SI CONCLUDERA’ GIOVEDI’, LE SFIDE PASTORALI PER IL 2004

 

MADRID. = Le proposte dell’Assemblea permanente dei vescovi spagnoli (Cee) per il 2004, la questione delle radici cristiane nella nuova Costituzione europea, nonché la richiesta di nominare santa Genoveffa Torres Morales patrona degli invalidi: sono alcuni dei temi al centro della 193.ma riunione della Cee, che prende il via oggi a Madrid. L’incontro, che si protrarrà fino a giovedì prossimo, vedrà la partecipazione di padre Juan Antonio Martinez Camino, per la prima volta in veste di segretario generale. Nella tre giorni è previsto, inoltre, il confronto su informazioni e proposte delle Commissioni episcopali in ordine al compimento del piano pastorale. Il Dipartimento della pastorale giovanile presenterà un Progetto europeo di giovani da attuarsi ad agosto prossimo a Santiago de Compostela, in occasione dell’Anno Santo Compostelano. La Commissione permanente si occuperà, infine, della nota che pubblicheranno i presuli in occasione del 25.mo anniversario di pontificato di Giovanni Paolo II. (D.D)

 

 

PADRE LORENZO FRANZONI, DA 46 ANNI MISSIONARIO IN BRASILE,

E’ UNO DEI VINCITORI DEL “PREMIO CUORE AMICO”,

CONOSCIUTO COME IL ‘NOBEL’ MISSIONARIO. LA CONSEGNA DEL RICONOSCIMENTO

AVVERRA’ A BRESCIA IL PROSSIMO 25 OTTOBRE

 

BRESCIA. = Padre Lorenzo Franzoni, missionario della Congregazione ‘Sacra Famiglia di Nazareth’ da 46 anni in Brasile, ha vinto il 13.mo “Premio Cuore Amico”. Il riconoscimento, considerato il ‘nobel’ delle missioni, è stato assegnato anche a suor Fosca Berardi, comboniana, e a Ivana Cossar, missionaria laica. Originario di un paesino del bresciano, padre Franzoni è partito per l’America nell’ottobre del 1957, con una sola valigia di cartone, bagaglio comune degli immigrati che in quei difficili anni lasciavano l’Italia per cercare fortuna nelle Americhe. In Brasile il missionario ha trovato ad attenderlo circa 32 mila presone, per lo più meticci battezzati ma attratti dal sincretismo religioso. All’inizio, ricorda il sacerdote in un intervista rilasciata all’agenzia Misna, le vie di comunicazione erano difficili e spesso non si potevano visitare tutti i villaggi a causa della pioggia. Gli spostamenti avvenivano a cavallo o con le canoe. La fiducia nella Provvidenza, però, non ha mai abbandonato il missionario che con gli anni ha rianimato le associazioni che già c’erano, concentrando sforzi ed energie sui poveri e sui giovani. In 46 anni sono sorte 35 comunità dove laici e sacerdoti animano la vita parrocchiale. La cerimonia della consegna del Premio avverrà a Brescia, il 25 ottobre prossimo. (M.R.)

 

 

DALLA COLOMBIA NON SOLO STORIE DI MORTE E CORRUZIONE.

E’ IN PIENA ATTIVITA’ ‘CREACIONES MIQUELINA’, L’AZIENDA NATA DALL’INTUIZIONE

DI UNA SUORA PER IL RECUPERO DELLE DONNE SOLE E ABBANDONATE

 

BOGOTA’. = Oltre duecento dipendenti, un Centro accoglienza per duecento bambini, un Collegio per cinquecento bambine, un Presidio per trenta ragazze madri e un Complesso residenziale. Sono solo alcuni dei numeri di ‘Creaciones Miquelina’, l’azienda diretta da religiose che in Colombia, attraverso una intensa attività di produzione di abiti confezionati e di ricami, mira a recuperare le donne sole ed abbandonate. Oltre diecimila ragazze sono passate per il Centro, per poi avviare una propria attività. Negli anni l’organizzazione è riuscita a realizzare un intero quartiere, il Juan José Rondon, con un centinaio di appartamenti abitati da madri e figli. Nata nel 1977 dall’idea di suor Esther Cañado, l’azienda mosse i primi passi grazie all’arruolamento di prostitute che, in virtù dei ricavi derivanti dal loro lavoro, riuscirono ad abbandonare la strada e garantire un futuro ai loro bambini. Ci si accorse subito della qualità del prodotto e si rese, quindi, necessario un ampliamento della prima struttura. La richiesta crebbe e Suor Cañado lasciò la Colombia alla volta dell’Europa per raccogliere fondi e metter su una fabbrica e un’adeguata struttura di accoglienza per le sue dipendenti. Si pensò anche ad un asilo, considerato che molte ex prostitute avevano con sé bimbi a carico. Nacque così la Cittadella Santa Maria Michela, dal nome della fondatrice della Congregazione. Attualmente ‘Creaciones Miquelina’ esporta i suoi prodotti anche oltre confine. Il ricavato viene interamente reinvestito nei progetti aziendali e nei programmi pastorali di assistenza alle donne in difficoltà. (D.D.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 settembre 2003

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq non si è interrotta neanche oggi la drammatica catena di violenze che sta martoriando il Paese del Golfo Persico. Almeno tre iracheni sono morti ed altri tre sono rimasti feriti nel corso di un’operazione dell’aviazione americana condotta, stamani, contro un villaggio a Nord di Fallujah, città a 50 chilometri ad Ovest di Baghdad. Sul fronte politico, cresce l’attesa per il discorso che il presidente americano, George Bush, rivolgerà tra poco all’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cerca di supporto per la sua politica postbellica nel Paese arabo. E sullo sfondo delle instancabili trattative al Palazzo di Vetro per redigere una nuova risoluzione sul futuro dell’Iraq, sembra intanto delinearsi un compromesso come ci riferisce da New York, Elena Molinari:

 

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Il cancelliere tedesco Schroeder ha fatto sapere di voler utilizzare gli incontri dei prossimi giorni, soprattutto con George Bush, per mediare sull’accordo. Nel fine settimana il vertice tra Schroeder, Jacques Chirac e Tony Blair non è riuscito in realtà a produrre una posizione comune sul futuro dell’Iraq, ma il presidente francese oggi ha dato segni di apertura. In un’intervista al New York Times Chirac ha infatti ribadito la richiesta di un calendario per il trasferimento di potere agli iracheni, ma ha anche escluso l’uso del diritto di veto sul testo della risoluzione. Bush è apparso meno flessibile. Si è di fatto esclusa la possibilità di dare all’Onu un maggiore ruolo politico in Iraq, anche se ha definito possibile una consultazione con le Nazioni Unite nella fase di stesura della Costituzione irachena.

 

Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.

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La Nato, dopo alcuni mesi di intensi negoziati, ha designato ieri il suo nuovo segretario generale. Si tratta del ministro degli Esteri olandese, il cattolico 55.enne Jaap de Hoop Scheffer, che inizierà il suo mandato il primo gennaio 2004. La scelta del nuovo massimo rappresentante dell’Alleanza Atlantica, che viene decisa per consenso unanime dei diciannove Paesi membri, è stata particolarmente apprezzata dall’attuale numero uno della Nato, il britannico George Robertson. “Sono molto soddisfatto – ha dichiarato Robertson dopo la nomina del suo successore - perché abbiamo trovato la persona giusta per assicurare che la Nato rimanga l’alleanza difensiva di maggior successo al mondo”.

 

Ed un’altra importante nomina ha riguardato la Banca centrale europea, la cui presidenza è stata affidata a Jean-Claude Trichet. L’europarlamento di Strasburgo ha approvato, questa mattina, la nomina del governatore francese con 315 voti a favore, 83 contrari e 75 astenuti. Trichet succederà all'olandese Wim Duisenberg, che terminerà il suo incarico il prossimo 31 ottobre.

 

Trasferiamoci in Medio Oriente, dove sono infondate, secondo lo Stato ebraico, le voci della stampa palestinese secondo le quali il leader di Al Fatah in Cisgiordania, Marwan Barghuti, sarebbe stato scarcerato oggi da Israele nel contesto di uno scambio di prigionieri con i guerriglieri Hezbollah. “Barghuti resterà in carcere decine di anni”, ha affermato il ministro per la sicurezza interna, Zahi Hanegbi. Il leader di Al Fatah è accusato di aver ispirato una lunga serie di attentati compiuti in Israele dalle Brigate dei martiri di al-Aqsa ed è ancora sotto processo al tribunale di Tel Aviv. Sul campo la situazione resta ancora tesa. Soldati israeliani hanno ucciso, stamani, un palestinese armato che aveva superato il confine tra la Striscia di Gaza ed Israele. Sul versante politico, intanto, il presidente palestinese, Yasser Arafat, ha rilanciato ieri l’idea di una tregua totale, ma Tel Aviv ha nuovamente bocciato la proposta, ribadendo che senza lo smantellamento di quelle che definisce le “infrastrutture del terrorismo” nei Territori, non accetterà alcun cessate-il-fuoco.

 

Una condanna a morte e 12 ergastoli in India per la barbara uccisione del missionario protestante australiano, Graham Staines, e dei due figli di 10 e 8 anni, bruciati mentre dormivano all’interno della loro auto nel villaggio di Manoharpur. La sentenza, emessa ieri, dal tribunale di Orissa, ha così chiuso un episodio che suscitò sdegno e dolore in India e in tutto il mondo, evidenziando le difficili condizioni in cui operano i missionari in India. Su questo drammatico episodio avvenuto nel gennaio del 1999, ci riferisce Maria Grazia Coggiola:

 

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Allora si disse che l’efferato omicidio era maturato negli ambienti dell’estrema destra induista, fortemente contraria alla presenza dei missionari cristiani, accusati di forzare le conversioni degli indu, soprattutto nelle aree tribali dell’Orissa. Ma il legame con i gruppi indù nazionalisti non venne mai dimostrato. Le indagini portarono invece all’arresto di un gruppo di abitanti del villaggio e del loro leader, Dara Singh, che ieri un tribunale ha condannato all’impiccagione. Una sentenza si può dire, però, simbolica, visto che in India ormai da anni non vengono più eseguite le condanne a morte. Per 12 amici di Dara Singh, invece, è ergastolo. La condanna ha avuto ampio risalto sui giornali indiani, che hanno riportato anche le parole della moglie, Gladis. La donna ha detto di aver perdonato gli assassini del marito.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Quindici delle 17 formazioni politiche della Guinea Bissau, consultate ieri dalla giunta militare protagonista del colpo di Stato del 14 settembre scorso, hanno rigettato la candidatura di Antonio Arthur Sanha come primo ministro del governo di transizione. I militari hanno, tuttavia, fatto sapere che sulla candidatura non sono stati ancora interpellati i rappresentanti della società civile.

 

La Corea del Nord ha respinto oggi come “ingiusta e inaccettabile”, la risoluzione emessa venerdì scorso dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) che sollecita Pyongyang a smantellare immediatamente il suo programma nucleare ed accettare ispezioni internazionali ai suoi impianti. “La Corea del Nord si è ritirata dal Trattato di non  proliferazione nucleare - sottolinea un editoriale dell’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana - e pertanto non è vincolata alle decisioni dell’Aiea”. Alla fine del mese scorso il controverso programma nucleare nordcoreano è stato al centro, a  Pechino, di negoziati multilaterali con la partecipazione delle due Coree, Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia. Ma i colloqui si sono conclusi senza progressi e senza fissare la data per un nuovo round di trattative.

 

In Myanmar l’inviato indonesiano, Ali Alatas, ha incontrato, a Rangoon, i vertici della giunta militare per chiedere la liberazione del Premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi. Al centro dei colloqui le condizioni del premio Nobel per la pace e leader del partito di opposizione birmano, arrestata dalla giunta il 31 maggio e da allora detenuta in una località segreta. Aung San Suu Kyi è stata sottoposta nei giorni scorsi ad un intervento chirurgico.

 

 

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