RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 265 - Testo della Trasmissione lunedì 22 settembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Mantenere salda la personale alleanza con Dio nell’attuale società consumistica: è l’invito ribadito dal Papa nel messaggio  a mons. Gastone Simone per il 350.mo anniversario della diocesi di Prato   

 

L’immagine di Madre Teresa di Calcutta nella nuova serie di francobolli vaticani emessi domani: intervista con il dottor Pierpaolo Francini.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Prevenzione, recupero e repressione per la lotta alla droga: questa la via da adottare indicata da   mons. Lozano Barragan all’apertura, questa mattina a Roma, della quinta conferenza mondiale per la lotta alla droga

 

Un bilancio per la  55.ma edizione del Prix Italia, vetrina internazionale dei prodotti di radio, tv, web,   nell’intervista al segretario generale Carlo Sartori  

 

Approvato all’unanimità il primo statuto del  MEIC, nell’assemblea conclusasi ieri a Assisi:  ai nostri microfoni Francesco Casavola e Carlo Cirotto.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Inizia oggi l’Assemblea dell’episcopato tedesco: l’elezione del nuovo presidente della commissione ecumenica e lo studio della riforma governativa delle pensioni i punti principali in agenda

 

La ferma presa di posizione dei vescovi peruviani contro l’introduzione della “pillola del giorno dopo” nel Paese andino

 

Il contributo dei laici prezioso per l’evangelizzazione del Kenya

 

L’11.mo congresso ecumenico di spiritualità ortodossa ospitato dal monastero di Bose

 

La preghiera per la gioventù è stato il tema del tradizionale pellegrinaggio degli argentini in onore di Nostra Signora di Itatì.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq un kamikaze si è fatto esplodere nel parcheggio della sede dell’Onu a Baghdad: due morti e 20 feriti

 

Hamas e Jihad rifiutano di entrare nel governo del premier palestinese Abu Ala

 

Netta sconfitta del cancelliere tedesco Schroeder in Baviera: il conservatore Stoiber vince le regionali.

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 settembre  2003

 

“ESSERE CRISTIANI SIGNIFICA ASSUMERE L’IMPEGNO DI ESSERE

APOSTOLI DI CRISTO NEL MONDO”: COSI’ IL PAPA NEL MESSAGGIO

PER IL 350° ANNIVERSARIO DELL’ISTITUZIONE DELLA DIOCESI DI PRATO

- Servizio di Barbara Castelli -

 

 

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“Nell’odierno contesto socio-culturale, l’affluenza di beni materiali, la cura esasperata di sé, i bisogni indotti da una società consumistica rischiano talora di oscurare la voce interiore di Dio, che costantemente invita a mantenere salda la personale alleanza con Lui”. Questo il monito espresso da Giovanni Paolo II nel messaggio per i 350 anni di vita della diocesi di Prato. Fu Papa Innocenzo X, il 22 settembre 1653, a venire incontro alle secolari aspirazioni dei pratesi, riconoscendo l’autonomia della Chiesa locale. Tre secoli dopo, il 25 gennaio 1954, Pio XII smembrò definitivamente le diocesi di Prato e Pistoia, nominando vescovo il giovane sacerdote don Pietro Fiordelli. “C’è oggi il pericolo di ridurre la fede a un sentimento religioso vissuto solo in ambito intimistico - insiste il Papa nella missiva, inviata al vescovo, mons. Gastone Simone - dimenticando che essere cristiani significa assumere l’impegno di essere apostoli di Cristo nel mondo”.

 

Ricordando con affetto la sua visita del 1986 nella città toscana, il Pontefice ha lodato i frutti di santità sbocciati a Prato, la cui popolazione nei secoli ha coltivato una “sincera devozione a santo Stefano protomartire e soprattutto alla Beata Vergine”. L’esempio di Santa Caterina de’ Ricci, “grande mistica domenicana del XVI secolo”, così come la memoria di tanti Santi e Beati - ha esortato Giovanni Paolo II - sia da stimolo “per quanti sono alla ricerca della verità e per coloro che non sanno alzare lo sguardo al cielo”.

 

Pensando, infine, allo speciale anno giubilare per la festa patronale di Santo Stefano, che ha preso il via lo scorso 8 settembre e si concluderà il 26 dicembre 2004, il Pontefice ha auspicato un rinvigorimento della fede, tale da comprendere che “la vocazione alla santità è estesa a tutti e va proposta con coraggio e con pazienza anche alle nuove generazioni”.

 

Alle celebrazioni ecclesiastiche si aggiungono quelle civili: 350 anni fa, infatti, ad un mese dalla Lettera Concistoriale di Innocenzo X, il Granduca Ferdi-nando II de’ Medici elevò la “Terra di Prato” al grado di città.

 

I 190 mila abitanti della diocesi di Prato sono suddivisi in 76 parrocchie. Novantatre sono i sacerdoti incardinati, 17 i diaconi, 37 i religiosi e 217 le religiose.

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UDIENZE VARIE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto in udienza questa mattina sette vescovi della Conferenza episcopale delle Filippine in visita “ad Limina”, e l’arcivescovo di Foggia mons. Francesoc Pio Tamburrino, con i familiari.

 

 

L’IMMAGINE DI MADRE TERESA DI CALCUTTA NELLA NUOVA SERIE DI FRANCOBOLLI VATICANI, DA DOMANI SUL MERCATO IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE

 DELLA FONDATRICE DELLE SUORE DELLA CARITA’

- Intervista con il dott. Pierpaolo Francini -

 

         Il profilo del volto coperto sul capo dall’inconfondibile saio bianco a righe blu, il viso leggermente chino in avanti, le mani giunte, poggiate sulla bocca, nel suo tipico atteggiamento umile e riflessivo insieme. Appare così il disegno di Madre Teresa di Calcutta che impreziosisce la serie speciale di francobolli che l’Ufficio filatelico e numismatico del Vaticano si appresta a immettere domani sul mercato, per celebrare la prossima beatificazione dell’“Angelo dei poveri”, il prossimo 19 ottobre. Ma, per i collezionisti, altre due serie saranno da domani in vendita, con una serie di realizzazioni di grande pregio. La prima è dedicata ai “Grandi maestri della pittura dell’800”, Gauguin e Van Gogh in particolare, e l’altra incentrata sulle figure di animali, di sapore vagamente mitologico, ritratti dai mosaici della Basilica di San Pietro. Il responsabile dell’Ufficio filatelico e numismatico del Vaticano, il dott. Pierpaolo Francini, al microfono di Alessandro De Carolis, entra nel dettaglio artistico e tecnico di queste nuove produzioni filateliche, a partire dai francobolli dedicati a Madre Teresa:

 

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R. – Il bozzetto è opera di Irio Fantini, un artista del quale noi ci avvaliamo ormai da anni, che ha una particolare capacità creativa, da un lato, ma anche la capacità di riprodurre in maniera molto significativa le immagini e, in particolare, i volti. Lui ha cercato, ispirandosi ovviamente a delle immagini significative di Madre Teresa, di cogliere un momento che fosse particolarmente importante di questa donna. Questo è, inoltre, un francobollo singolare, diverso dagli altri, giacché è corredato a fianco da una “bandella” - così è chiamata tecnicamente - ovvero da un altro francobollo privo di valore, sul quale sono riportate cinque frasi diverse della prossima Beata. Il criterio della scelta delle frasi è un criterio piuttosto libero. L’autore del francobollo ha seguito certo un filo logico ma un filo che in qualche modo ci riconducesse all’opera di Madre Teresa, all’immensa carica di umanità che possedeva questa donna.

 

D. – Nella serie dei grandi maestri della pittura ottocentesca, quali sono le opere riprodotte nei francobolli? E perché la scelta di opere di Gauguin e Van Gogh?

 

R. – In questo caso, si tratta di soggetti di proprietà vaticana. Per Van Gogh e Gauguin si tratta di due quadri che sono custoditi nella sezione della Galleria di Arte Moderna dei Musei Vaticani: la “Pietà” di Van Gogh e il “Beati i puri di cuore” di Gauguin. Il motivo principale della loro scelta riguarda il fatto che quest’anno ricorrono i 150 anni dalla nascita di Van Gogh e 100 anni dalla morte di Gauguin. Inoltre, è notorio che i due artisti si siano anche incontrati in vita, andando a costituire il cosiddetto sodalizio di Arles, di breve durata ma abbastanza intenso sotto un profilo artistico.

 

D. – C’è poi la serie “Animali in San Pietro” che sembrerebbe, così a prima vista, un tema singolare per una serie filatelica…

 

R. – Sì, è in effetti inconsueto. In realtà, gli animali riprodotti sono raffigurati in alcuni mosaici che si trovano all’interno della Basilica vaticana. Si è pensato di fare un riferimento a questi animali, che in alcuni casi sono stati certamente un po’ idealizzati dall’artista, perché rappresentano una memoria del Creato.

 

D. – Ci saranno anche degli annulli postali, dedicati per esempio a Madre Teresa?

 

R. – Certamente sì. Noi realizzeremo un annullo postale che è celebrativo dell’emissione. Non posso escludere poi che le Poste Vaticane, in occasione della beatificazione di Madre Teresa, pongano in essere, a loro volta, un annullo speciale per quel giorno.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “I misteri della luce: Gesù inaugura il suo Regno di amore, di giustizia e di pace”; all’Angelus, Giovanni Paolo II prosegue l’itinerario di preparazione spirituale al pellegrinaggio del 7 ottobre a Pompei, centro della spiritualità del Rosario.

 

Nelle vaticane, l’omelia del cardinale Angelo Sodano durante la Santa Messa per l’ordinazione episcopale di mons. Antonio Arcari, nunzio apostolico in Honduras.

Una pagina sull’Incontro Inter-Religioso in Kazakhstan: la concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Tomko nella cattedrale di Almaty; l’articolo dell’inviato Gianfranco Grieco.

Un articolo dell’inviato Gianluca Biccini sulla celebrazione - nella cattedrale di Messina - del giubileo sacerdotale dell’arcivescovo Marra.

 

Nelle estere, contributo della Santa Sede alla quarantasettesima sessione della Conferenza generale dell’“AIEA”: promuovere la cultura della pace e del dialogo nel campo della sicurezza nucleare.

L’omelia dell’arcivescovo Fitzgerald durante la Santa Messa - nel XXV di Pontificato di Giovanni Paolo II - celebrata nella cattedrale di Santo Stefano, in occasione della Conferenza generale dell’“AIEA”.  

Iraq: due morti, a Baghdad, per l’esplosione di un’autobomba vicino alla sede dell’Onu. Un’altra autobomba è esplosa a Mossul. 

 

Nella pagina culturale, un contributo di Giorgio Rumi dal titolo “Identificazione del Paese con la valenza spirituale dell’Urbe nel mondo”.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il drammatico tema della violenza negli stadi: guerriglia prima di Avellino-Napoli, un’immagine avvilente per il calcio.  

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

22 settembre 2003

 

 

PREVENZIONE, RECUPERO E REPRESSIONE: QUESTA LA VIA CONTRO IL FLAGELLO

DELLA DROGA, NELLE PAROLE DI MONS. JAVIER LOZANO BARRAGAN, ALL’APERTURA

DELLA V CONFERENZA MONDIALE PER LA LOTTA AGLI STUPEFACENTI

 

“Lotta alla droga senza compromessi”: è questa la posizione comune espressa dai partecipanti alla sessione inaugurale della quinta Conferenza mondiale sulla prevenzione dall’uso di droghe, che si è aperta stamane a Roma alla presenza del presidente della Camera, Pierferdinando Casini, del vice premier Gianfranco Fini e dell’ambasciatore americano Mel Sembler. Mons. Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, tracciando la posizione della Chiesa cattolica, ha parlato di emergenza pastorale planetaria per un fenomeno che ormai coinvolge oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo. Il servizio di Stefano Leszczynski:

 

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“Prevenzione, recupero e repressione: è questo il tracciato dell’unica via percorribile per sradicare il flagello della droga, causa principale di degenerazione etica e di disintegrazione sociale”. Così ha esordito mons. Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale degli operatori sanitari, aprendo la prima sessione di dibattito della Conferenza. “Sulla droga non sono ammissibili compromessi”, ha aggiunto mons. Barragan, ricordando le parole di Giovanni Paolo II: “La droga è un male, al male non si fanno concessioni”.

 

Chiara e ferma la posizione espressa dai massimi vertici istituzionali italiani intervenuti alla sessione inaugurale: il presidente della Camera italiana Pierferdinando Casini ha condannato ogni intento ipocrita di minimizzare gli effetti delle droghe ed ha indicato nella legalizzazione di alcune droghe la minaccia più insidiosa. Per il vice premier italiano Gianfranco Fini, il nemico più pericoloso non è rappresentato tanto dai trafficanti, il cui operato criminale è evidente, ma da quelli che per alimentare la domanda di droga diffondono false convinzioni e bugie ponendo una distinzione tra droghe buone e cattive, leggere e pesanti. “Non esiste – ha proseguito Fini – la libertà di drogarsi ed è compito del governo tutelare la dignità umana non solo del singolo ma dell’intera società”.

 

Al riguardo, il vice presidente del Consiglio ha annunciato anche la presentazione di un disegno di legge diretto a rafforzare l’aspetto repressivo della lotta al narcotraffico, eliminando dall’ordinamento italiano quell’elemento di incertezza rappresentato dal concetto di ‘detenzione di una modica quantità ad uso personale’. Il mercato della droga non può, però, essere contrastato – ha sottolineato l’ambasciatore americano in Italia, Mel Sembler – senza una stretta cooperazione internazionale, al pari di quanto avviene per la lotta al terrorismo, flagello del quale il traffico di droga è spesso una componente essenziale.

 

Don Vincenzo Sorce, presidente dell’Associazione Casa Rosetta, ente promotore della Conferenza internazionale, ha spiegato la necessità di promuovere una cultura della vita basata su valori etici, politici e religiosi. Grande rilievo è stato dato, da tutti i partecipanti, all’importanza del ruolo svolto dalle associazioni impegnate nel recupero dei tossicodipendenti. Il vice premier italiano ha rivolto un pressante invito al mondo dell’impresa, del lavoro e dei sindacati per rafforzare l’impegno volto al reinserimento di coloro che riescono a sfuggire alla droga. “Spesso le difficoltà maggiori – ha detto – non sono nel recupero ma proprio nel reinserimento”.

 

Stefano Leszczynski, Radio Vaticana.

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I MEZZI AUDIOVISIVI OGGI NEL MONDO. CONCLUSE LE GIORNATE DEL PRIX ITALIA:

UN PRIMO BILANCIO

 

 

         Si è conclusa sabato scorso a Catania, in Sicilia, la 55.ma edizione del concorso internazionale Prix Italia per la radio, la TV e il Web. Nel corso di una settimana 82 giurati, in rappresentanza di 80 enti radiotelevisivi e membri dell’asso-ciazione, hanno preso in esame le 222 produzioni in concorso. Inoltre, tutte le persone accreditate hanno avuto l’opportunità di ascoltare e vedere i programmi esaminati.

 

Può affermarsi, dunque, che l’occasione del Festival-Concorso è diventata la maggiore vetrina dei mezzi audiovisivi oggi nel mondo. Nel Foro internazionale di quest’anno sono state dibattute alcune fra le questioni che attualmente preoccupano l’opinione pubblica nell’ambito della comunicazione sociale.

 

         Il segretario generale del Prix, Carlo Sartori, ha avuto una particolare responsabilità nella preparazione e nello svolgimento di questo annuale appuntamento con il mondo dei mezzi audiovisivi, con tanti esperti e giornalisti che, tra il 13 e il 20 settembre, hanno partecipato ai lavori.

 

         Padre Ignacio Arregui ha chiesto allo stesso Carlo Sartori un primo bilancio di queste giornate.

 

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R. – Quest’anno è stata l’edizione dei record. Abbiamo avuto il record nelle iscrizioni dei delegati internazionali, che sono stati praticamente quasi mille. Abbiamo avuto il record nelle presenze del pubblico catanese alle anteprime della Rai, circa 6 mila. Abbiamo avuto il record nei contatti del nuovo servizio, che noi chiamiamo il “Quality Market” del Prix Italia e che rappresenta un’evoluzione del servizio on demand, in cui facciamo vedere e ascoltare programmi radio-televisivi ai nostri delegati internazionali, con oltre 8 mila contatti. Quindi, c’è un fermento positivo, un virus positivo che si è inserito dentro il Prix Italia e questo ci rende molto soddisfatti.

 

D. – Il Prix Italia insiste molto sull’importanza delle novità, dell’originalità, della creatività, soprattutto nel linguaggio espressivo e invece si è parlato piuttosto di innovazioni tecniche. Alcuni hanno affermato, poi, che erano poche le novità a carattere espressivo, una vera originalità. Cosa ne pensa lei?

 

R. – La televisione è un mezzo che tende sempre alla gregarietà e poco all’innovazione. La televisione è un mezzo che dopo aver innovato, poi ripete all’infinito le sue innovazioni. Quindi, occorre sempre inserire questi virus positivi della creatività. E’ vero che abbiamo parlato molto di tecnologie, ma questa è una fase in cui le tecnologie sono importanti perché sono un nuovo modo di esprimersi. Allora, noi dobbiamo in qualche modo conoscere bene le tecnologie per poi creare dei nuovi linguaggi. Noi abbiamo fatto il primo passo e magari il prossimo anno approfondiremo ancora di più la creatività dal punto di vista dei contenuti. Credo che istituzioni come il Prix Italia abbiano il compito, il dovere oltre che il diritto, di occuparsi proprio delle punte avanzate della creatività dei nostri mezzi.

 

D. – Tuttavia credo che quasi all’unanimità tutti hanno detto che la qualità media delle produzioni di quest’anno era alta…

 

R. – Una qualità molto alta. Devo dire che in questo il Prix Italia ha costruito un meccanismo di preselezione. Possono, infatti, inviare programmi al Prix Italia soltanto quegli organismi radio-televisivi che ne siano membri. E’ chiaro, allora, che un membro ufficiale del Prix Italia mandi sempre quello che considera il suo migliore programma dell’anno. Infatti, noi adesso stiamo mettendo in piedi una ricerca sull’archivio storico del Prix Italia, proprio per capire le diverse concezioni di programma migliore che ci sono state negli anni da parte dei diversi organismi. Siamo certi, infatti, che davvero tutti cerchino di mandare quello che considerano il top della loro produzione.

 

D. – Prof. Sartori, abbiamo vissuto nel mondo un anno estremamente complesso, difficile con la guerra in Iraq e tante tensioni sociali, politiche… I programmi al concorso quest’anno hanno rispecchiato bene questa realtà?

 

R. – Assolutamente. Devo dire ci sono due tendenze che ho rilevato nei programmi in concorso ed una è proprio questa. Ormai il senso del documentario, del reportage radio-televisivo è diventato davvero globale. Mentre un tempo ci si fermava, si chiudevano gli occhi di fronte alle realtà esterne e ci si occupava dei problemi propri, oggi veramente ci si occupa dei grandi problemi del mondo. Noi abbiamo premiato programmi danesi che si occupano di realtà lontane migliaia di chilometri o viceversa. Quindi, c’è una tendenza ad entrare dentro i grandi temi del nostro tempo, ovunque essi siano. L’altra tendenza riguarda invece le “performing arts”, cioè si indaga il modo in cui la televisione, come linguaggio espressivo, rappresenti lo spettacolo, che ha subito, a mio modo di vedere, un’evoluzione straordinaria in questi pochi anni. Da cinque anni a questa parte, abbiamo visto evolversi il linguaggio televisivo nella rappresentazione dello spettacolo in maniera straordinaria.

 

D. – Fra i diversi concorsi e festival qual è secondo lei il valore principale, la caratteristica del Prix Italia, nel modo di affrontare questo suo compito internazionale?

 

R. – Il Prix Italia è unico al mondo. Non lo dico con il malcelato orgoglio di chi ne è segretario generale. E’ unico al mondo. In qualsiasi altro premio e festival c’è un signore, o dei signori o un’organizzazione, che decidono tutto: decidono chi deve partecipare, chi no, quali organismi invitare, quali giurati invitare e sulla base di quali criteri. Nel Prix Italia è tutto rigidamente nelle mani di un’assemblea generale che è espressione della comunità radio-televisiva internazionale. Gli stessi giurati sono scelti secondo stretti meccanismi di rotazione, dai quali non si può derogare. Io, come segretario generale, non ho nessuna influenza, di nessun genere, sulle giurie. E questo non esiste al mondo. E’ una bellissima perla nel panorama mondiale e io spero riusciremo a preservarla in questo modo.

 

D. – Infine, prof. Sartori lei lascia, a quanto pare, la sua carica come segretario generale del Prix Italia. Da quando ha assunto la segreteria generale, qual è stata secondo lei la novità più importante?

 

R. – Credo quest’ultima di cui ho parlato, quella del mercato. Credo che i premi e i festival radio-televisivi, se non si innestano nei meccanismi veri di produzione di mercato, sono destinati a deperire e magari a morire. Siamo in tempi difficili, in tempi di restrizioni budgetarie e così via. Quindi, mentre un tempo si poteva avere del superfluo, oggi il superfluo non ci può essere. Allora, i premi e i festival sono importanti laddove riescono a cogliere dei fenomeni che poi si traducono anche nel mercato. Io credo che questa sia la loro funzione. L’aver creato questo mercato, seppur sperimentalmente, ci rende consapevoli del fatto che, per fortuna, il Prix Italia è profondamente innestato nel mercato e riesce ad inserire quel famoso virus di qualità dentro il mercato. Noi vorremmo davvero che le perle che si commercializzano qui al Prix Italia si disseminassero ed alimentassero molto di più la programmazione radio-televisiva di tutto il mondo.

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APPROVATO ALL’UNANIMITA’ IL PRIMO STATUTO DEL MEIC, MOVIMENTO ECCLESIALE DI IMPEGNO CULTURALE, NELL’ASSEMBLEA CONCLUSASI IERI AD ASSISI

- Servizio di Debora Donnini -

 

 

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Dopo 70 anni di vita, per la prima volta il Meic si è dotato di uno statuto che  specifica la sua identità all’interno della famiglia dell’Azione cattolica. Unito “in comune ispirazione ideale con l’Azione Cattolica”, il Meic si propone di “coltivare” due attenzioni prioritarie così enunciate nel preambolo dello Statuto: “l’impegno teologico, per una fede che cerca, che pensa, che riflette” e “il senso della cittadinanza, nella fondazione di una coscienza civile e politica, attenta a corrispondere alle esigenze e ai doveri di un buona società in cui vivere”.  Intervenuta all’assemblea, Paola Bignardi, presidente dell’azione cattolica italiana, ha parlato di “momento storico della vita del movimento”. Ma questo nuovo statuto dove porterà il Meic? Ci risponde il vicepresidente Carlo Cirotto.

 

“Lo porterà ad un’apertura verso il futuro, guardando però sempre alle sue origini e alla sua storia, perché una cosa totalmente nuova ed inventata daccapo ha poche possibilità di riuscita. Invece, una novità che si innesta in una storia ormai definita ha delle possibilità di riuscita notevolmente più ampie”.

 

Sempre ad Assisi, il Meic ha chiesto al parlamento una rapida approvazione della legge di riforma delle professioni perché vi sia un quadro certo per le “vecchie” e le “nuove” professioni. A quest’ appello si è unito anche il professor Francesco Casavola, presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana che sentiamo ai nostri microfoni.

 

“Primo, esprimiamo l’esigenza di una legislazione che accolga non soltanto le tipologie delle professioni tradizionali, ma soprattutto le nuove professioni che si sono venute costituendo in questi ultimi due decenni. In secondo luogo, per quanto riguarda gli ordini professionali, chiediamo che essi corrispondano di più ai compiti di garanzia dei cittadini e non siano invece una tutela corporativa degli interessi dei propri soci”.

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CHIESA E SOCIETA’

22 settembre 2003

 

I VESCOVI TEDESCHI RIUNITI DA OGGI FINO A VENERDÌ IN ASSEMBLEA PLENARIA.

TRA I PUNTI IN AGENDA, L’ELEZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE

DELLA COMMISSIONE ECUMENICA E LO STUDIO DELLA RIFORMA DELLE PENSIONI

PROPOSTA DAL GOVERNO

 

FULDA. = L’elezione del nuovo presidente della commissione ecumenica e lo studio sulla riforma governativa delle pensioni sono i due temi principali dell’Assem-blea plenaria di autunno della Conferenza episcopale tedesca. I lavori si aprono oggi a Fulda, città che accoglie le spoglie di San Bonifacio, evangelizzatore della Germania, e si concluderanno venerdì prossimo. Mons. Paul-Werner Scheele già è andato in pensione per raggiunti limiti di età e la Commissione deve dotarsi di un nuovo responsabile per la cura dei rapporti con le altre confessioni cristiane. L’altro punto al centro dell’Assemblea è la riforma del sistema delle pensioni studiata dal governo. E’ prevista una riflessione del presidente della Conferenza, il cardinale Karl Lehmann, dal titolo “Coesione e giustizia, solidarietà e responsabilità tra le generazioni. Orientamenti antropologici e teologici per la discussione attuale intorno al sistema sociale”. Il calo delle nascite, e quindi delle persone in età lavorativa, aumenta il prelievo fiscale nei confronti dei lavoratori che devono sostenere un numero sempre maggiore di pensionati. Per questo il governo ha avanzato alcune proposte di riforma, che saranno studiate dai vescovi nel quadro di un più ampio contesto sociale. L’agenda dei 68 ordinari e ausiliari delle 27 diocesi tedesche, inoltre, dedicherà una giornata di studio all’Europa, con particolare riferimento al processo di integrazione, cui i vescovi tedeschi sono storicamente sensibili, e al Trattato costituzionale europeo. L’Assemblea traccerà anche un bilancio del primo Kirchentag, il grande incontro ecumenico svoltosi nel mese di maggio tra cattolici e protestanti a Berlino e prenderà in esame la pubblicazione di una Lettera pastorale sulla liturgia, ispirata a quell’esperienza. Previsto, infine, l’esame della situazione finanziaria delle diocesi tedesche. (M.A.)

 

 

DECISA PRESA DI POSIZIONE DEI VESCOVI PERUVIANI CONTRO L’INTRODUZIONE

DELLA COSIDDETTA “PILLOLA DEL GIORNO DOPO” NEL LORO PAESE: SOTTOLINEANO

IL VALORE SACRO E INVIOLABILE DELL’ESSERE UMANO FIN DAL CONCEPIMENTO

 

LIMA. = “L’essere umano dal primo momento della sua esistenza, che comincia con il processo di fecondazione, ha la dignità della persona ed è, pertanto, possessore di diritti, tra i quali il primo, è quello alla vita”. Con queste parole i vescovi peruviani, al termine della recente riunione del Consiglio permanente, hanno adottato una ferma presa di posizione nei confronti del dibattito sull’introduzione nel Paese andino della cosiddetta “pillola del giorno dopo”. In documento ribadiscono il valore sacro e inviolabile della vita umana e esprimono la loro preoccupazione per la diffusione nella società di una cultura che non rispetta la vita e che mina le basi sociali, la maternità e la paternità responsabile e la coesione sociale. I vescovi denunciano la pressione attuata da quanti vorrebbero considerare la pillola come un elemento di progresso per l’organizzazione di un nuovo ordine mondiale. “La pillola del giorno dopo – si legge nel documento – impedisce che l’eventuale ovulo fecondato, che è l’embrione umano, si impianti nella parete uterina: esso non è altra cosa se non un aborto realizzato con mezzi chimici”. Chi chiede o consiglia l’utilizzo della pillola, secondo i vescovi, lo fa con la diretta intenzione di interrompere una eventuale gestazione in corso, esattamente come nel caso dell’aborto. Perciò, i presuli invitano tutti coloro che lavorano nel campo sanitario a ricorrere con fermezza e coraggio all’obiezione di coscienza. “Date testimonianza – esortano con decisione – del valore inalienabile della vita umana, soprattutto di fronte ad una latente forma di aggressione agli individui più deboli e indifesi, come l’embrione umano”. I vescovi ricordano che il comandamento “non uccidere” comporta anche l’amore e la promozione della vita umana e non la sua negazione. “La Chiesa – concludono i presuli – non può tacere di fronte a questa grave ingiustizia”. (M.A.)

 

 

L’IMPEGNO DEL LAICATO, FONDAMENTALE PER L’EVANGELIZZAZIONE DELLE TERRE

DEL KENYA. QUESTA LA TESTIMONIANZA DI DUE VESCOVI MISSIONARI

DEL PAESE AFRICANO, CHE HANNO COINVOLTO I LAICI LOCALI

NEI LORO PROGETTI PASTORALI

 

NAIROBI. = Giunge dal Kenya una testimonianza del prezioso servizio che i laici possono svolgere per l’evangelizzazione in terre prive di missionari consacrati. Durante il recente seminario romano dei vescovi di lingua inglese dei territori di missione, mons. Virgilio Pante, vescovo di Maralal, e mons. Luigi Paiaro, vescovo di Nyahururu, intervistati dall’agenzia Fides, hanno descritto il lavoro svolto dall’equipe di catechisti laici all’interno delle loro diocesi. Attraverso centri di formazione e corsi di catechismo, sono state formate équipe che animano le comunità locali, delle quali conoscono la cultura e la mentalità. “A Maralal – ha detto il presule - la difficoltà maggiore è andare a trovare i pastori che si muovono da un pascolo all’altro. Abbiamo diversi catechisti che vanno a visitarli lungo i loro spostamenti. Abbiamo anche creato dei punti per il rifornimento di acqua, dove i pastori possono portare ad abbeverare il gregge e dove vi sono alcune strutture come dispensari e centri sanitari. In questo modo, teniamo i contatti con loro e avviamo una prima evangelizzazione”. Mons. Paiaro ha, invece, sottolineato il contributo dato dai laici nel suo progetto di costituzione dell’Azione cattolica diocesana, voluta come veicolo di evangelizzazione per le popolazioni locali. (M.A.)

 

 

SI È CONCLUSO SABATO NEL MONASTERO DI BOSE L’11.MO CONGRESSO ECUMENICO

DI SPIRITUALITÀ ORTODOSSA. IL GRANDE TEMA DELL’ECUMENISMO

AFFRONTATO PER UNA SETTIMANA DA CATTOLICI, PROTESTANTI E ORTODOSSI

 

BOSE. = Studiosi di ecumenismo di spicco, delegazioni ufficiali della chiesa cattolica, ortodossa ed anglicana, e numerosi monaci appartenenti alle tre confessioni si sono incentrati dal 14 al 20 settembre al monastero di Bose per l’ 11.mo convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa. L’incontro aveva come illustri patrocinanti il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ed il Patriarcato di Mosca. I due argomenti in esame, divisi in due sessioni, una greca e una russa, che i partecipanti hanno approfondito, sono stati dedicati rispettivamente ai Padri del Deserto di Gaza, Barsanufio, Giovanni e Doroteo, ed al Grande Concilio di Mosca del 1917. E’ stata sottolineata l’influenza, che i padri, monaci vissuti nel VI secolo in Palestina, hanno avuto sulla spiritualità cristiana. Il Concilio di Mosca è stato presentato come un momento straordinario, che diede possibilità a tutte le componenti della Chiesa russa di confrontarsi con la modernità: erano gli anni della rivoluzione russa, svolta epocale per il mondo contemporaneo. (M.A.)

 

 

LA PREGHIERA PER LA GIOVENTÙ È STATO IL TEMA DEL TRADIZIONALE PELLEGRINAGGIO DEGLI ARGENTINI IN ONORE DI NOSTRA SIGNORA DI ITATI’.

150 MILA I FEDELI ACCORSI IERI AL SANTUARIO DEDICATO ALLA VERGINE

 

BUENOS AIRES. = Migliaia di fedeli sono accorsi durante l’ultimo fine settimana nella provincia argentina di Corrientes, per il tradizionale pellegrinaggio al santuario di Nostra Signora di Itatì. La preghiera, che i circa 150 mila fedeli hanno rivolto alla Vergine, quest’anno chiedeva la protezione della gioventù. A rivolgere la supplica è stato il vescovo di Reconquista, mons. Andrès Stanovnik. Il presule ha chiesto l’intercessione di Maria affinché siano illuminati la gioventù e chi ha la responsabilità si assicurarle un futuro migliore. I pellegrini, arrivati al santuario dopo una processione di 18 ore, hanno pregato in particolare per i ragazzi che sono in pericolo di vita e vivono in condizioni di povertà e malessere. La Vergine di Itatì è raffigurata con la pelle bruna e il volto scolpito in legno di noce. Fu portata in quei luoghi dai francescani in fuga dai costanti attacchi degli indigeni. Scampati al pericolo, i padri costruirono una cappella in onore della Vergine che, nei secoli, è diventata per gli argentini un tradizionale luogo di culto. (M.A.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

22 settembre 2003

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco e Marta Rossi  -

 

In Iraq lo stillicidio di agguati non sembra avere tregua. Un attacco suicida avvenuto alle 8.10 di questa mattina – le 6.10 in Italia - nei pressi del quartier generale delle Nazioni Unite, nel centro di Baghdad, ha causato la morte del kamikaze e di una guardia irachena. Nel Paese arabo, dove in un attacco compiuto ieri dalla guerriglia irachena sono rimasti uccisi tre soldati americani, l’episodio di oggi rievoca il dramma di una recente strage. Il tragico agguato di questa mattina è stato infatti perpetrato a poca distanza dal luogo dove il 19 agosto scorso un altro sanguinoso attentato aveva provocato 22 vittime, tra le quali il responsabile della missione Onu in Iraq, Sergio Vieira de Mello. In base ad una prima ricostruzione, l’attentatore, a bordo di un’automobile, ha tentato di entrare nella sede delle Nazioni Unite ma è stato fermato dai controlli di routine al check point, dove si è fatto esplodere nel parcheggio antistante la sede dell’Onu. Ma quali sono le possibili piste investigative su questo grave attentato? Giada Aquilino lo ha chiesto a Michele Farina, inviato del Corriere della Sera da Baghdad:

 

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R. – E’ chiaro che i sospetti della polizia irachena, delle forze della coalizione, puntano alla dispersione del partito baathista, quindi agli elementi filo-Saddam, ma anche a possibili terroristi legati ad Al Qaeda.

 

D. – Perché colpire nuovamente l’Onu, proprio quando l’Assemblea generale deve discutere del futuro dell’Iraq?

 

R. -  Chiunque sia il mandante, è chiaro il messaggio, che dice: ”Attenti, siete ancora nel mirino”.

 

D. – E’ un caso che le violenze nelle ultime ore si siano moltiplicate, dopo che la scorsa settimana un video attribuito a Saddam intimava gli americani a lasciare il Paese?

 

R. – E’ certo che negli ultimi giorni gli attacchi si sono moltiplicati e sono molto diversi tra loro. Hanno colpito un ministro sabato e nel week-end hanno ucciso tre soldati americani con modalità diverse di attacco: con colpi di mortaio, con bombe artigianali. Oggi, anche un kamikaze e un’autobomba all’Onu. E’ una strategia continua e diversificata. Credo che siano dei segnali: questo Paese non è sicuro e gli americani, o comunque la coalizione, non assicurano l’incolumità ogni giorno. Chi attacca è come se dicesse: ”Questa è la realtà”. La realtà è che l’Iraq non è un Paese tranquillo e la normalità non è tornata.

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La riunione del fondo Monetario Internazionale a Dubai ha fatto da sfondo al piano di rilancio dell’economia irachena. Baghdad ha infatti reso noto il nuovo pacchetto di riforme economiche tese ad aprire il Paese agli investimenti stranieri nei settori industriali non petroliferi. Intanto in un documento presentato ieri, l’Fmi spinge l’Europa affinché i progressi nelle riforme strutturali “siano accelerati”, così come gli incentivi al lavoro, e  gli investimenti per far fronte all' invecchiamento della popolazione. 

 

Trasferiamoci in Medio Oriente dove proseguono i raid israeliani nei Territori. Un militante palestinese del braccio armato di Hamas, Bassel Qawasmeh, è stato ucciso questa mattina ad Hebron, città coinvolta insieme a Jenin nelle operazioni militari condotte dall’esercito israeliano. L’uomo si era barricato in un palazzo, raso poi al suolo dai soldati dello Stato ebraico. Sul fronte politico si devono intanto registrare le difficoltà del premier palestinese, Abu Ala, di inserire nel suo governo gli esponenti moderati della Jihad e di Hamas in seguito al rifiuto degli stessi gruppi integralisti. Ma nel nuovo esecutivo figura anche Musa Zabut, deputato indipendente, ritenuto molto vicino ad Hamas. Il servizio di Graziano Motta:

 

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Hamas ha spiegato la sua posizione con un comunicato diffuso da Beirut, in cui ha ribadito che non intende deflettere dalla sua politica avversa agli accordi di Oslo, fondata sul rifiuto del riconoscimento dell’esistenza dello Stato ebraico. Una controffensiva diplomatica nei confronti di Arafat e del governo da lui affidato ad Abu Ala è stata intanto intrapresa da Israele alle Nazioni Unite, ove si è recato di proposito il ministro degli Esteri, Shalom. Essa, d’altra parte, non deflette dalle pressioni sul terreno contro gli attivisti palestinesi della rivolta - operazioni militari sono infatti in corso nella città di Jenin e di Hebron. A Tel Aviv si sono svolti grandi festeggiamenti internazionali per gli 80 anni di Shimon Peres, leader laburista e premio Nobel per la pace. Il primo ministro Sharon nel ribadire la sua stima a Peres lo ha invitato ad unirsi di nuovo a lui per una causa comune, “perché Israele – ha detto – viva nella pace e nella sicurezza”.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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L’Iran non teme eventuali sanzioni dell’Onu per il suo programma nucleare, ma continua anche a considerare la possibilità di concedere ispezioni più severe ai propri siti. Sono le parole del portavoce del ministro degli esteri di Teheran, Hamid Reza Asefi, mentre si avvicina l'ultimatum del 31 ottobre. E' questa la data entro la quale, secondo quanto stabilito dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), la Repubblica islamica dovrà provare di non voler costruire armi nucleari.

 

Andiamo in Germania dove le elezioni regionali svoltesi ieri in Baviera hanno sancito il trionfo dell’Unione cristiano-sociale di Edmund Stoiber e la disfatta per i socialdemocratici del cancelliere tedesco, Gerhard Schröder. Il segnale di insoddisfazione verso la politica del governo nazionale è stato dunque chiaro ed inequivocabile e drastico è stato anche il crollo di immagine di Schroeder. Sulle elezioni di ieri ci riferisce Giada Aquilino:

 

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Per il conservatore Stoiber è stato il giorno della rivincita su Schröder. Dopo la sconfitta contro il cancelliere in carica alle legislative di un anno fa per soli 6 mila voti, il premier bavarese e la sua Csu hanno conquistato alle regionali nel land della Baviera circa il 62 per cento dei voti. Il trionfo consegna a Stoiber non solo una maggioranza senza precedenti di due terzi nel Parlamento regionale a Monaco, ma gli regala anche un’investitura per le prossime scadenze federali: le presidenziali nel 2004 e le legislative nel 2006. L’opposizione social democratica Spd di Schröder ha incassato il peggior risultato nella storia del land, precipitando sotto il 20 per cento e perdendo oltre nove punti percentuali. I verdi hanno toccato l’8 per cento, mentre i liberali non ce l’hanno fatta a superare lo sbarramento del 5 per cento per entrare nel Parlamento regionale. Commentando la vittoria, Stoiber ha parlato di un chiaro segnale per attaccare il governo rosso-verde di Berlino.

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In Russia è stata scarsa l’affluenza alle urne per l’elezione di sindaco-governatore di San Pietroburgo, città natale del presidente Putin. L’ex vice premier russa, Valentina Matvienko, che ha ottenuto il 48,7% dei voti, non è riuscita a passare al primo turno e andrà al ballottaggio con il vicesindaco uscente, Anna Markova.

 

Il premier giapponese Koizumi, al potere dall’aprile 2001 e riconfermato due giorni fa per altri tre anni alla guida del partito di governo liberaldemocratico, ha varato oggi il “Koizumi bis”, una nuova compagine governativa che mira a vincere le più che probabili elezioni del prossimo novembre.

 

Studiare strategie comuni continentali per rallentare l’epidemia di Aids in Africa dove il virus ha ucciso almeno una generazione di persone e ha lasciato milioni di orfani sieropositivi. È questo lo scopo della Conferenza internazionale su Aids e malattie trasmesse per vie sessuali in Africa aperta oggi a Nairobi, in Kenya, alla quale parteciperanno migliaia di delegati provenienti da tutto il mondo. Il presidente della Repubblica del Kenya, Mwai Kibaki, ha lanciato un monito agli uomini perché smettano di diffondere il virus. Nel solo Kenya ogni giorno muoiono tra le 700 e le mille persone, mentre nell’intero continente sono morte finora almeno 15 milioni di persone.

 

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