RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 261 - Testo della Trasmissione giovedì 18 settembre 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il 16 ottobre, ricorrenza del XXV di Pontificato, il Papa pubblicherà l’Esortazione post-sinodale dedicata al ministero episcopale: l’annuncio stamane durante l’incontro di Giovanni Paolo II con i vescovi novelli.

 

Tra gli ospiti in udienza privata dal Santo Padre, anche il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, ai nostri microfoni.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

L’Onu chiede risorse per un nuovo programma di aiuto alle donne vittime di violenze sessuali, che coinvolge le strutture sanitarie: ce ne parla Mari Simonen.

 

“Dodici giorni di benedizioni!”: Riunione mondiale del Rinnovamento Carismatico cattolico a Castel Gandolfo. Intervista con Oreste Pesare.

 

L’incontro ieri alla Sinagoga di Roma tra il presidente del Consiglio italiano e il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane: ai nostri microfoni, Amos Luzzatto e Riccardo Pacifici.

 

Prosegue a Catania il lavoro delle Giurie per decretare i vincitori del Prix Italia. Ieri in anteprima il film su Salvo D’Acquisto.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Recando una speciale benedizione del Santo Padre, l’arcivescovo Renato Raffaele Martino ha inaugurato nei giorni scorsi a Dili, in Timor Est, un Centro di formazione intitolato a due suore canossiane martiri per l’indipendenza nazionale.

 

Il rapporto tra tecnologie della comunicazione e cambiamenti della società al centro dell’incontro in corso a Ginevra, fino al 26 settembre prossimo, in preparazione del Summit mondiale con 40 capi di Stato e di governo.

 

Intervento inaugurale del cardinale Paul Poupard all’incontro dei Centri culturali cattolici del Cono Sud americano, iniziato ieri a Valparaiso in Cile.

 

Predisposta dall’Onu una Commissione straordinaria anti-aids per fronteggiare gli effetti destabilizzanti che la malattia produce in Africa sotto il profilo sociale, economico e politico.

 

In occasione del 25.mo anniversario di Pontificato di Giovanni Paolo II la Catholic World Mission del Connecticut e la Love and Responsability Foundation dello Stato di New York, negli Stati Uniti, hanno promosso una maratona del Rosario sul web.

 

2,6 milioni di kit scolastici sono stati donati gratuitamente ai bambini del Madagascar grazie al progetto “educazione per tutti”, supervisionato dall’Unesco e finanziato dalla Banca Mondiale.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Medio oriente fallisce la mediazione norvegese mentre proseguono, nei Territori, le incursioni israeliane.

 

Con la mediazione degli Stati Uniti nuove speranze di pace nello Sri Lanka.

 

Il golpe in Guinea Bissau imbocca la via istituzionale.

 

        

IL PAPA E LA SANTA SEDE

18 settembre  2003

 

 

IL VESCOVO, UOMO DELLA SPERANZA E DELLA PREGHIERA,

IN UN MONDO TENTATO DALLA SFIDUCIA: L’INVITO DEL PAPA AI PRESULI NOVELLI.  QUINDI L’ANNUNCIO DELLA PUBBLICAZIONE,

IL 16 OTTOBRE, NEL XXV DEL PONTIFICATO,

DELL’ESORTAZIONE POST-SINODALE SUL MINISTERO EPISCOPALE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Una missione “esaltante”, ma anche “particolarmente ardua e faticosa”. Sono i tre aggettivi che Giovanni Paolo II ha usato questa mattina per definire il ministero episcopale nella Chiesa del terzo millennio. Il Papa ha ricevuto in udienza, nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, un gruppo di 120 presuli eletti nell’ultimo anno, impegnati nell’incontro promosso dalla Congregazione per i vescovi. Ed ha annunciato per il prossimo 16 ottobre - “nella significativa ricorrenza - ha detto - del XXV del mio pontificato” - la promulgazione dell’Esortazione apostolica che segue l’ultimo Sinodo dei vescovi, dedicato al ministero episcopale vissuto alla luce della speranza teologale.

 

Proprio questa virtù è stata al centro della riflessione del Papa, in relazione al ruolo pastorale dei presuli. In un contesto come quello attuale, “caratterizzato da smarrimenti e incertezze”, dove anche i cristiani “sembrano disorientati e senza speranza”, i vescovi - ha affermato il Pontefice - sono chiamati “ad essere testimoni della speranza” evangelica. Una speranza che nasce anzitutto nel cuore del vescovo dalla contemplazione della vittoria definitiva di Cristo sulla morte. “Questa illuminante certezza - ha aggiunto il Papa - deve ispirare profondamente la nostra mentalità pastorale, corroborando la nostra fiducia in Dio e negli uomini e aumentando la nostra audacia apostolica”.

 

Nei confronti dei fedeli, poi, la missione episcopale è essenzialmente servizio, dono. “Il nostro ministero ci chiama a condurre una vita santa – è stata l’esortazione di Giovanni Paolo II - Siate l'immagine viva e visibile del Buon Pastore Vegliate sul vostro gregge ‘come coloro che servono’. Amate la Chiesa più di voi stessi! Vivete in essa e per essa, consumandovi nel servizio pastorale”. E ancora: siate uomini di preghiera. Il Pontefice ha invitato i vescovi novelli a mostrare al popolo di Dio “il primato della vita spirituale”, a partire dal clero verso il quale Giovanni Paolo II ha chiesto ai vescovi di avere sempre particolare cura. Infine, il Papa ha raccomandato una speciale attenzione per i candidati al sacerdozio e alla vita consacrata. “All'inizio del terzo millennio – ha osservato - si avverte più che mai l'urgenza di una adeguata pastorale vocazionale”. Così come di educatori per i seminari, la cui scelta deve essere effettuata “con la massima cura”, perché “solo la testimonianza personale di una vita generosa e gioiosa - ha concluso il Papa - è capace di trascinare gli animi dei giovani d'oggi”.

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TRA GLI OSPITI IN UDIENZA PRIVATA DAL SANTO PADRE,

IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO DEL LIBANO, NABIH BERRI

- Intervista con il leader libanese -

 

Nel corso della mattinata, nella residenza estiva di Castel Gandolfo, il Santo Padre ha ricevuto in successive udienze: il primo ministro della Norvegia, Kjell Magne Bondevik; l’ambasciatore del Lussemburgo, Jean Wagner, in visita di congedo; e il presidente del Parlamento del Libano, Nabih Berri.

Il Libano è una repubblica sovrana e indipendente dal 1946. A capo dello Stato c'è un presidente, eletto per sei anni. L’ordinamento statale si basa sulla Costituzione emanata nel 1926 dalla Francia, quale potenza mandataria, sul “Patto Nazionale” del 1943 fra cristiani-maroniti e musulmani-sunniti, i gruppi maggioritari dell’epoca, e sugli accordi di Taef del 1989, che hanno posto fine alla guerra civile. Oggi il Libano è una Repubblica democratica parlamentare, Paese “arabo d’appartenenza e d’identità”, con uno  sistema politico basato sulla separazione dei poteri e un sistema economico  liberale che favorisce l'iniziativa personale e la proprietà privata. La Costituzione stabilisce la religione di appartenenza dei vari ministri e del presidente: quest’ultimo deve appartenere ai cristiani maroniti, il primo ministro deve essere musulmano sunnita e il presidente del Parlamento sciita. I 30  ministri del governo devono, invece, rappresentare proporzionalmente la consistenza numerica delle diverse comunità religiose.

Il Libano, “La Fenicia” come si chiamava in passato, ha sempre rappresentato un punto nevralgico per i rapporti tra Oriente e Occidente, come sottolinea il presidente del Parlamento libanese, Nabih Berri, al microfono di Tracey McClure.

 

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FIRST OF ALL, I HAVE TO SAY TO HIS SAINTITY ...

 

 “Prima di tutto voglio esprimere a Sua Santità la nostra gratitudine per avere contribuito alla salvaguardia dei rapporti tra cristiani e musulmani. Nel periodo della crisi in Iraq, la sua posizione è stata una salvezza per ogni persona della regione. Il Libano rappresenta un po’ lo specchio del Medio Oriente, quindi, qualsiasi cosa accada nella Regione avrà poi dei riflessi sul Libano. Ecco perché l’operato del Papa ha rappresentato un bene per tutti noi, non solo per l’islam e per la cristianità. Sono perfettamente a conoscenza dell’amore e del rispetto che Giovanni Paolo II prova per il Libano. Ho avuto occasione di incontrarlo già precedentemente: mi creda, egli ama il Libano più di qualsiasi libanese. Questo per noi importantissimo!”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Un passaggio del discorso del Papa ai giovani della Spagna (a Madrid, il 3 maggio) è il contenuto della testatina dal titolo “L’Europa o è cristiana o non è Europa”.

Apre la situazione in Iraq, dove un ragazzo iracheno di 14 anni è stato ucciso dal fuoco Usa.

Allegato al giornale, un inserto speciale con i discorsi, in lingua originale, del Santo Padre durante il viaggio in Slovacchia.

 

Nelle vaticane, nel discorso ai presuli nominati nell’ultimo anno – partecipanti all’incontro promosso dalla Congregazione per i vescovi – Giovanni Paolo II ha affidato tale consegna: “Amate la Chiesa più di voi stessi! Vivete in essa e per essa, consumandovi nel servizio pastorale”.

Una pagina dedicata alla santa Messa celebrata dal cardinale Angelo Sodano in occasione della festa nazionale del Cile (nella chiesa romana di Sant’Anselmo, all’Aventino). Il titolo all’omelia è “Un giorno di festa e tre messaggi: amore alla Patria, retto uso della libertà e cultura del perdono”.

 

Nelle estere, Medio Oriente: Arafat offre un’altra tregua e chiede l’invio di una forza d’interposizione.

Nella Guinea Bissau si prospetta una soluzione incruenta della crisi sfociata nel colpo di Stato: il presidente Yala accetta l’estromissione dal potere.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Angelo Mundula dal titolo “Un silenzio pieno di parole”: riflessioni sulla preghiera.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle riforme.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

18 settembre 2003

 

 

LA RETE DELLE STRUTTURE SANITARIE A SERVIZIO DELLE DONNE

VITTIME DI VIOLENZE SESSUALI:

L’ONU CHIEDE RISORSE PER UN NUOVO PROGRAMMA DI AIUTO E PREVENZIONE

- Intervista con Mari Simonen -

 

Le strutture sanitarie a servizio delle donne più sfortunate, vittime di abusi e violenze sessuali in tutto il mondo. Il Progetto dell’Onu, già avviato in alcuni Stati in Africa, America Latina, Asia, Europa dell’Est, è stato presentato ieri a Roma dal Fondo delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Unfpa). Si tratta di una innovativa strategia, che coinvolge il personale sanitario in programmi di assistenza e prevenzione di un fenomeno cosi largamente diffuso nei Paesi poveri ma anche nei Paesi ricchi, e che interessa ogni ceto sociale. La condizione della donna nel mondo resta infatti a tutt’oggi nel mondo fortemente sfavorita sul piano culturale, sociale e politico, nonostante tante Carte internazionali in difesa dei loro diritti e tante conferenze svoltesi per affermare la parità dei sessi. Roberta Gisotti ha intervistato la responsabile del progetto, Mari Simonen, dell’Unfpa di New York:

 

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R. – THE NEW ASPECT OF IT IS THAT WE ARE WORKING WITH HEALTH CARE ...

La novità di questa strategia è che noi lavoriamo, per la prima volta, con il sistema sanitario e con un approccio molto semplice e diretto, concreto che può essere utilizzato nei contesti più diversi, anche in contesti molto poveri dove ci sono poche risorse a disposizione.

 

D. – Quali sono le maggiori resistenze che avete incontrato?

 

R. – I WOULD SAY FIRST THAT THE RESISTANCES THAT MAY HAVE BEEN ...

La prima cosa che voglio dire è che le resistenze che abbiamo incontrato sono resistenze che si possono superare, e che è possibile trovare soluzioni. Tra queste difficoltà, la prima è senz’altro la mancanza di risorse affinché i programmi possano essere attuati bene.

 

D. – Ma la popolazione delle donne come risponde? Perché sappiamo che queste violenze hanno spesso origini sociali, culturali ed anche religiose ...

 

R. – THERE ARE OF COURSE DIFFERENT RESPONSES FROM DIFFERENT GROUPS ...

Ci sono resistenze diverse che dipendono, appunto, dai contesti nei quali siamo, dalle tipologie delle donne, da chi sono. Però, possiamo dire che in generale c’è un’ottima accoglienza rispetto alla possibilità di poter finalmente parlare del fenomeno e della violenza subita con qualcuno di cui si ha fiducia.

 

D. – Questi progetti sono già partiti in dieci Paesi?

 

R. – YES. THIS IS THE FIRST FACE TO TRY OUT, TO SEE HOW IT WORKS ...

Questi sono stati i primi dieci progetti e questa prima fase è servita a capire bene che cosa funziona in questa strategia e che cosa non funziona. Sulla base della valutazione fatta, adesso estenderemo il programma.

 

D. – Quando sono partiti esattamente i progetti?

 

R.  – TWO YEARS; ABOUT TWO YEARS EXPERIENCE, AND THEY ARE ALL FOLLOWED ...

I progetti sono iniziati tutti circa due anni fa, quindi abbiamo un’esperienza; sono stati seguiti bene nelle varie sedi dell’Unfpa e quindi possiamo dire di avere una valutazione molto esatta che ci permette di espanderli sia a livello nazionale, a partire dalle esperienze-pilota, sia a livello di aumentare il numero dei Paesi a condizione di avere le risorse economiche e tecniche per farlo.

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 “DODICI GIORNI DI BENEDIZIONI !”:

UN INCONTRO MONDIALE DEL RINNOVAMENTO CARISMATICO CATTOLICO

A CASTEL GANDOLFO, SULLE NUOVE SFIDE DELLA MATURITA’ ECCLESIALE

E SULLA CHIAMATA ALLA SANTITA’ NELLA VITA QUOTIDIANA

- Intervista con Oreste Pesare -

 

Un migliaio di responsabili del Rinnovamento Carismatico Cattolico, provenienti da 72 Paesi di tutti i Continenti, si riuniscono da oggi a Castel Gandolfo, presso il Centro Mariapoli, per un ritiro spirituale sul tema della santità, guidato da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, e preceduto da una consultazione sullo stato attuale e sulle sfide per il futuro di questo movimento ecclesiale, nato in America nel 1967, diffusosi rapidamente attraverso una forte riscoperta della fede e dell’azione dello Spirito Santo nella vita dei cristiani, riconosciuto poi dal Pontificio Consiglio per i Laici, e seguito oggi in tutto il mondo da circa 120 milioni di cattolici. “Dodici giorni di benedizioni” è il tema stimolante dell’evento, che includerà fino al 30 settembre anche un pellegrinaggio ad alcuni tra i più noti santuari d’Italia, tra cui San Giovanni Rotondo e i luoghi di Padre Pio. Presenti al convegno ospiti speciali di altri movimenti ecclesiali, tra cui Chiara Lubich e Andrea Riccardi, che porteranno le loro testimonianze sulla santità nella vita quotidiana. Oltre ad alcuni ospiti di altre Chiese cristiane, presenti anche il cardinale James Stafford, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, e il vescovo Stanislaw Rylko, segretario dello stesso dicastero. Per chiarire alcuni temi di attualità nel movimento, Paolo Salvo ha intervistato Oreste Pesare, direttore dell’Iccrs, il centro internazionale di servizio del Rinnovamento Carismatico Cattolico, che ha sede nel Palazzo vaticano della Cancelleria.

 

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D. – Si dice da tempo che per il Rinnovamento carismatico è giunto il momento di affrontare la sfida della maturità ecclesiale. C’è chi teme che una certa istituzionalizzazione del movimento possa spegnere o ridimensionare il carisma. Che cosa rispondere a questa obiezione?

 

R. – Che probabilmente, ultimamente c’è stata anche una non corretta comprensione di quelle che sono le indicazioni e i desideri del Santo Padre. Maturità ecclesiale non vuol dire di per se stessa andare  verso una istituzionalizzazione. Il Santo Padre, parlando della maturità ecclesiale, ricorda che vuole che i laici, e quindi il Rinnovamento carismatico tra tutti, portino frutti di unità e di impegno. Non parla assolutamente di strutture. Che le strutture, l’istituzionalizzazione sia un frutto necessario della crescita di un movimento, questo sì, ma non deve certamente andare a scapito di quella che è la chiamata principale di un movimento o, come nel caso nostro, di una corrente di grazia. Il Rinnovamento carismatico, infatti, a differenza degli altri movimenti, non è prettamente un movimento uniforme, ma come ci insegnava il cardinale Suenens e ancora oggi ci insegna padre Raniero Cantalamessa, il Rinnovamento carismatico è una grazia per tutta la Chiesa cattolica. E’ una corrente di grazia, è un’opera dello Spirito Santo che poi si concretizza – e io direi anche può anche istituzionalizzarsi – in diverse associazioni, organizzazioni, comunità che di per se stesse non definiscono completamente quella che è la grazia del Rinnovamento carismatico, che rimane sempre una grazia per tutta la Chiesa cattolica. L’Iccrs vuole essere al servizio di tutta questa varietà di carismi, di realtà, di associazioni, di organizzazioni, di comunità sparse nel mondo. Non ritengo che ci sia un rischio di istituzionalizzare il Rinnovamento carismatico. Possiamo istituzionalizzare alcune  espressioni che fanno parte del Rinnovamento carismatico.

 

D. – Negli insegnamenti del Papa ricorre spesso la “spiritualità di comunione”. C’è spazio nel Rinnovamento carismatico per questo tema, per questa esigenza della vita ecclesiale?

 

R. – Certamente, io ritengo che questo sia il carisma principale. E’ chiaro che questo non esaurisce tutto il potenziale del Rinnovamento carismatico, ma la comunione, l’unità è il carisma principale di tutto il Rinnovamento carismatico. Infatti, il Rinnovamento carismatico vuole esprimere nel mondo di oggi quella che è la visione paolina del corpo di Cristo, dove nella Chiesa, sposa di Cristo, ci sono diversità di carismi, diversità di chiamate, diversità di espressioni, diversità di consuetudini, ma tutte fanno capo allo stesso Gesù Cristo e tutte sono riunite nel potere dello Spirito Santo. Ora noi che siamo definiti i carismatici, nonostante che tutta la Chiesa sia carismatica, per primi siamo chiamati a testimoniare che è possibile vivere l’unità e la comunione nella diversità di espressioni. Questa, quindi, è la prima  chiamata alla quale noi ci sentiamo spinti, coinvolti anche dal Santo Padre. Quello che sta accadendo tra i vari movimenti ecclesiali è qualcosa che ci dà entusiasmo, ci vede tra i primi protagonisti. Noi vogliamo continuare il nostro impegno a costruire una Chiesa cattolica unita nella diversità. Forse – e mi spingo un po’ oltre – questo vuole essere anche una testimonianza concreta per il prossimo futuro nella Chiesa, perché anche l’unità con le altre Chiese cristiane possa essere eventualmente basata su questo principio di unità nella diversità e quindi vogliamo essere non soltanto una testimonianza per il mondo d’oggi, vogliamo diventare una testimonianza di unità anche nell’ecumenismo, perché tutta la sposa di Gesù Cristo sia una.

 

D. – Concludendo, come si può riassumere in poche parole, anche in una battuta, il messaggio carismatico per chi non conosce o vorrebbe conoscere meglio  questa corrente spirituale?

 

R. – L’azione dello Spirito Santo porta nella vita personale di ogni uomo la morte e la risurrezione di Gesù. Lui è morto una volta per tutte perché il mondo si salvi; ogni uomo facendo un’esperienza vera, concreta della vita nello Spirito Santo, realizza oggi per sé la salvezza pagata da Gesù. Noi abbiamo ricevuto i sacramenti del battesimo, della cresima, del matrimonio; ogni sacramento apporta una novità di Spirito Santo e apporta la pienezza sicuramente dello Spirito Santo. Ma alcune volte questo Spirito Santo è un po’ frustrato al nostro interno, l’abbiamo un po’ relegato nel nostro cuore. Accettare la Signorìa di Gesù Cristo e l’effusione dello Spirito Santo nella nostra vita, vuol dire dare campo libero allo Spirito Santo di operare nella nostra vita personale. La nostra vita cambia. Entriamo veramente in una vita nuova, dove prima di tutto ci incontriamo nel cuore con il nostro Signore Gesù Cristo e modifichiamo il nostro modo di essere, di pensare, la nostra mentalità. E’ un’esperienza spirituale che non ha nulla a che vedere con gli sforzi e con il dover essere: è un rapporto personale, un incontrarsi con Gesù, è un lasciare spazio alla Trinità a venire ad inabitare in noi, come dice l’Apocalisse, a cenare con noi. Questa è l’esperienza di cui noi siamo testimoni. E io auguro che chiunque ascolti questa nostra intervista, possa essere interessato a chiedere allo Spirito Santo oggi stesso, inginocchiandosi nella propria camera, di venire a visitarlo. Questa esperienza è per tutti. E’ stata pagata da Gesù sulla Croce, e come ha cambiato la nostra vita, può cambiare la vita del mondo.

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L’INCONTRO IERI ALLA SINAGOGA DI ROMA TRA BERLUSCONI E LUZZATTO.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO HA ESPRESSO IL PROPRIO RAMMARICO

PER IL DOLORE CAUSATO ALLA COMUNITA’ EBRAICA

DA INTERPRETAZIONI STRUMENTALIZZATE

- Con noi, Amos Luzzatto e Riccardo Pacifici -

 

Dopo le polemiche per le recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio italiano sul regime fascista, ieri pomeriggio a Roma l’incontro fra Berlusconi e il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Amos Luzzatto, presso la Sinagoga. Il capo del governo ha espresso - secondo una nota diffusa da Palazzo Chigi - “rammarico per il dolore causato alla Comunità ebraica da interpretazioni strumentali, a lui non imputabili”, che avrebbero “stravolto il suo pensiero”. Presenti nel tempio ebraico anche il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, e il presidente della Comunità romana, Leone Paserman. C’era per noi A.V.:

 

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Berlusconi varca la soglia del Tempio tra due lapidi che elencano le vittime delle Fosse Ardeatine e ricordano gli 8 mila ebrei italiani deportati e trucidati dall’orrore nazi-fascista, dopo il tragico 16 ottobre 1943. E’ un monito di pietra a smentire prima del colloquio le affermazioni benevoli del premier sul duce, che hanno sollevato giudizi di irresponsabilità o mancanza di memoria. Il presidente dell’Ucei, Amos Luzzatto:

 

“E’ un’insufficienza di memoria, cioè quando la memoria diventa unilaterale. Io credo di aver capito, dal presidente del Consiglio, di voler sostenere la tesi che certe cose in Italia non avrebbero potuto capitare; quella tesi che si dice comunemente del ‘buon italiano’. Io voglio sentire dire il contrario. Che il regime fascista era un regime tirannico, che ci ha condotto ad una situazione drammatica, che ha creato una spaccatura tra gli italiani, che ha fatto soffrire e morire migliaia di italiani, che è stato crudele, che ha fatto arretrare la stessa cultura italiana e che uscire da quello significa battere una strada nuova, completamente diversa”.

 

Incontro non risolutivo, dunque: ‘le affermazioni su Mussolini facevano parte di una “chiacchierata estiva” senza peso di valutazione storica’, si è giustificato Berlusconi davanti al dolore espresso dal mondo ebraico. Insufficienti, dunque, le scuse presentate dal premier:

 

“Ha chiesto scusa per il dolore che ha arrecato a me, però io avevo detto che mi ha arrecato dolore come italiano e come ebreo”.

 

Gli fa eco il portavoce della Comunità romana, Riccardo Pacifici:

 

“Non sta agli ebrei assolvere il presidente del Consiglio Berlusconi sulle parole a proposito di Mussolini, ma starà ad ogni singolo cittadino scegliere”.

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PROSEGUE A CATANIA IL LAVORO DELLE GIURIE PER DECRETARE I VINCITORI

DEL PRIX ITALIA. IERI IN ANTEPRIMA IL FILM SU SALVO D’ACQUISTO

- Servizio di padre Ignacio Arregui -

 

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Il Concorso internazionale Prix Italia, per la radio e la Tv arriva ormai alle sue giornate conclusive quando le sette giurie stanno per consegnare i loro rapporti e l'elenco dei vincitori.

 

Domani venerdì si terrà un dibattito nel quale il pubblico potrà discutere con i membri delle giurie sui criteri che avranno determinato la scelta dei migliori programmi. E poi, sabato prossimo, avrà luogo la cerimonia di premiazione dei vincitori alla presenza del presidente della Rai, Lucia Annunziata.

 

Ma il Concorso internazionale Prix Italia, nella presente edizione qui a Catania, diventa anche un ampio foro dove lungo circa una settimana le questioni più importanti dei mezzi di comunicazione vengono affrontate da esperti provenienti dalle migliori stazione radio e Tv del mondo.

 

Oggi, giovedì, l'intera giornata di incontri e dibattiti è dedicata alla qualità delle produzioni Tv.

 

La presenza di alcune centinaia di responsabili ed esperti del mondo della comunicazione, è anche una buona opportunità per la presentazione in anteprima di alcuni tra i migliori programmi. Stasera, in un cinema della città di Catania sarà mostrata al pubblico una puntata della serie Rai-tv "Storie di cronaca", che sarà trasmessa a partire dall'autunno prossimo. Si tratta di fatti di cronaca, della storia recente d'Italia, realmente accaduti. Nella puntata che sarà presentata stasera, vengono ricostruiti alcuni fra i più drammatici episodi di sequestri, ed in particolare quello che ha avuto come vittima nel 1988 il giovane Cesare Casella, liberato dopo oltre due anni di prigionia nelle mani dell'Anonima calabrese.

 

Roma e Catania, contemporaneamente, hanno avuto ieri l'opportunità di vedere in anteprima il film "Salvo D'Acquisto" sulla eroica vicenda del giovane brigadiere dell'Arma dei Carabinieri, che il 23 settembre del ‘43 si fece uccidere dai nazisti per salvare la vita di 22 civili presi in ostaggio. Il film, diviso in due parti sarà trasmesso il 21 e il 22 dalla Rai, prima Rete, alle ore 21.00.

 

Da Catania, Ignazio Arregui.

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CHIESA E SOCIETA’

18 settembre 2003

 

 

A TIMOR EST, INTITOLATO A DUE SUORE CANOSSIANE MARTIRI

DELL’INDIPENDENZA NAZIONALE, UN CENTRO DI FORMAZIONE INAUGURATO

E BENEDETTO NEI GIORNI SCORSI A DILI

DAL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE,

ARCIVESCOVO RENATO RAFFAELE MARTINO

 

- A cura di Paolo Scappucci -

 

DILI. = Recando una speciale benedizione del Santo Padre, il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, arcivescovo Renato Raffaele Martino, ha inaugurato nei giorni scorsi a Dili, in Timor Est, un Centro di formazione affidato alle Suore Canossiane e intitolato a due religiose di tale Congregazione, cadute martiri nel 1999 per l’indipendenza nazionale, l’italiana Suor Erminia Cazzaniga e la timorese Suor Celeste de Carvalho. Finanziato dalla Fondazione Path to Peace, creata a New York 12 anni fa dall’arcivescovo Martino per sostenere le iniziative della Missione della Santa Sede alle Nazioni Unite, il Centro di formazione timorese si compone di un Istituto professionale e di una Sala sportiva, che il presule alla cerimonia di inaugurazione e benedizione ha auspicato possa efficacemente contribuire ad “una profonda educazione della gioventù locale ai principi etici e religiosi, perché sia sempre intrepida nella resistenza alle forze che cercano di distruggere il ricco patrimonio spirituale del popolo timorese”. Nel messaggio del Santo Padre, recato da mons.  Martino, oltre al ricordo della visita papale a Timor nel 1989, si sottolinea l’auspicio del Pontefice che “il popolo timorese proceda nel suo cammino di vera libertà nella comunità internazionale e che sia un Paese in cui regna la giustizia e la pace”. L’inaugurazione del nuovo Centro si è svolta alla presenza, tra gli altri, dell’Amministratore apostolico di Dili, mons. Basilio do Nascimento, e del presidente della Repubblica di Timor Est, Xanana Gusmao, che nel giugno scorso la Fondazione Path to Peace ha insignito del premio annuale riservato alla personalità politica distintasi per sua opera in favore della pace e della democrazia del proprio popolo. Le due religiose canossiane, cui il Centro di formazione è stato intitolato, erano state a loro volta dichiarate “Servitores Pacis” da Path to Peace il 13 novembre del 2000.

 

 

LE OPPORTUNITA’ OFFERTE DALLE NUOVE TECNOLOGIE NELLA ATTUALE SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE:

SONO IN CORSO A GINEVRA GLI INCONTRI PREPARATORI DEL SUMMIT MONDIALE CON 40 CAPI DI STATO

E DI GOVERNO, A DICEMBRE PROSSIMO

 

GINEVRA. = Il rapporto tra  nuove tecnologie della comunicazione e cambiamenti della società è al centro dell’Incontro in corso a Ginevra, fino al 26 settembre prossimo, in preparazione del Summit mondiale con quaranta capi di Stato e di governo. Decisiva questa fase di studio in vista dell’appuntamento ufficiale che si terrà sempre a Ginevra, in Svizzera, dal 10 al 12 dicembre prossimo, sotto il patrocinio del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dato mandato all’International Telecommunication Union, (Itu), di guidare la fase preparatoria in cui si deve redigere la bozza della “Dichiarazione di principi e piano di azione”. L’obiettivo finale è far si che delle nuove tecnologie  possano beneficiare i popoli di ogni zona del mondo, in termini di accesso all’informazione, di orizzonti di conoscenza e di comunicazione. Si discute delle nuove opportunità legate alla digitalizzazione in diversi ambiti come quello sanitario, culturale, ambientale, occupazionale. In particolare, si discute degli spazi che possono trovare nella Rete le diverse realtà linguistiche o i diversi punti di vista. (F.Sp.)

 

 

NELL’INCONTRO DEI RESPONSABILI DEI CENTRI CULTURALI CATTOLICI

DEL CONO SUD AMERICANO, INIZIATO IERI IN CILE, IL CARDINALE POUPARD

HA PARLATO DEGLI ELEMENTI DI CAMBIAMENTO NELLA SOCIETA’

PER QUANTO RIGUARDA IL FENOMENO RELIGIOSO

 

VALPARAISO (CILE). = È iniziato ieri nel campus della Pontificia Università Cattolica di Valparaiso in Cile, l’incontro dei responsabili dei Centri culturali cattolici del cosiddetto Cono Sud americano. “La missione dei Centri culturali cattolici come servizio all’Evangelo che rinforza l’identità cattolica” è stato il tema dell’intervento del cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, alla cerimonia inaugurale ieri. Emozione, tolleranza, lucro e indifferenza religiosa sono state le parole chiave usate dal Porporato per parlare del cambiamento della nostra società segnata dal fenomeno delle sette, dalla crescita dell’agnosticismo e della scarsa considerazione per il fenomeno religioso. All’incontro partecipano il cardinale Francisco Javier Errazuriz, arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo del Brasile e i presidenti delle Commissioni Episcopali per la cultura di Argentina, Brasile, Paraguay e Cile. (M.R.)

 

 

PREDISPOSTA DALL’ONU UNA COMMISSIONE STRAORDINARIA ANTI-AIDS

PER FRONTEGGIARE GLI EFFETTI DESTABILIZZANTI CHE LA MALATTIA

PRODUCE IN AFRICA SOTTO IL PROFILO SOCIALE, ECONOMICO E POLITICO

 

ADDIS ABEBA. = Le Nazioni Unite hanno annunciato ieri ad Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, la nascita della “Commissione anti–aids” incaricata di osservare gli effetti della malattia anche dal punto di vista sociale. Le vite spezzate dall’HIV in Africa, dove vive il 70 per cento dei malati del mondo, sono, oltre che una tragedia dal punto di vista umano, anche risorse rubate ad un continente fortemente destabilizzato anche da altri fattori. Non si può garantire l’assistenza scolastica se gli insegnanti hanno un’aspettativa di vita più corta del ciclo di studi. Non si può assicurare l’assistenza sanitaria se il personale medico si assottiglia di giorno in giorno. Non si possono tutelare i diritti in una Nazione dove la compagine politica è in continuo mutamento. I 20 membri della commissione dovranno quindi affiancare i governi e studiare con loro provvedimenti utili a fronteggiare i vari problemi. Il team potrà contare sul contributo di esperti e di rappresentanti di governo e dell’esperienza di alcune persone contagiate. I lavori inizieranno a febbraio del prossimo anno e è previsto che si concludano con una relazione finale a giugno 2005. (M.R.)   

 

 

“LA MARATONA DEL ROSARIO” È L’ORIGINALE INIZIATIVA ON-LINE

PROMOSSA DA DUE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE NEGLI STATI UNITI

PER FESTEGGIARE IL PROSSIMO 25.MO ANNIVERSARIO DI PONTIFICATO DEL PAPA

CON UNA RACCOLTA DI FONDI A FAVORE DELLE POPOLAZIONI DEL SALVADOR

 

HAMDEN (USA). = La Catholic World Mission del Connecticut e la Love and Responsability Foundation dello Stato di New York, negli Stati Uniti, hanno promosso la “Rosary - a - thon”, una maratona del Rosario sul web. La singolare iniziativa fa parte dei festeggiamenti organizzati  per il 16 ottobre prossimo, giorno in cui Giovanni Paolo II festeggerà il 25.mo anniversario di pontificato. I fondi raccolti grazie alla “maratona” sono destinati al progetto “Living stones”, per la costruzione di case per i poveri nel Salvador, e alla promozione della catechesi pre-matrimoniale basata sugli insegnamenti del Papa. Ci sarà, inoltre, il Pope day, un giorno di festa per tutti pensato dagli organizzatori anche come l’occasione per far incontrare  molte famiglie e esponenti delle scuole. Per gli appassionati di Internet c’è la possibilità di aprire una pagina web sul sito dell’iniziativa (www.popeday.info) dove ricevere e inviare e-mail a parenti e amici per far conoscere la maratona e raccogliere denaro.  (M.R.)

 

 

2 MILIONI E 600 MILA KIT SCOLASTICI SONO STATI DONATI GRATUITAMENTE

AI BAMBINI DEL MADAGASCAR, GRAZIE AL PROGETTO “EDUCAZIONE PER TUTTI”,

SUPERVISIONATO DALL’UNESCO E FINANZIATO DALLA BANCA MONDIALE

 

ANTANANARIVO = Dallo scorso anno il numero degli scolari del Madagascar è cresciuto del 14 per cento grazie all’iscrizione gratuita alle scuole pubbliche e ad alcune scuole private. In Madagascar, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica, ci sono 15 milioni di analfabeti pari al 48 per cento degli abitanti.  Quest’anno i bambini hanno ricevuto gratuitamente un kit completo di zaino, quaderni e penne dal Ministero dell’insegnamento secondario e dell’educazione di base. Il programma “Educazione per tutti” è stato avviato nel 2001 da promotori nazionali e internazionali con la supervisione dell’Unesco. Gli obiettivi del progetto sono scolarizzare i bambini malgasci portandoli a completare entro il 2015 la scuola primaria. I 2,6 milioni di kit scolastici sono stati distribuiti grazie ad un finanziamento della Banca Mondiale. La scuola del Madagascar avrebbe bisogno di costruire 2300 aule nuove e di assumere 1800 insegnanti. Le autorità sperano di ricevere il contributo di 305 milioni di dollari promesso dai Paesi ricchi del G8 nel summit di Dakar del 2000. (M.R.)  

 

 

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24 ORE NEL MONDO

18 settembre 2003

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq torna a farsi sentire Saddam Hussein. La televisione araba, Al Arabiya, ha infatti diffuso, ieri, un messaggio audio attributo al deposto presidente iracheno, nel quale la presunta voce del rais intima agli Stati Uniti “di ritirarsi al più presto dal Paese del Golfo Persico”. Il messaggio invita, inoltre, gli iracheni a sollevarsi contro le Forze della coalizione, preannunciando per queste ultime “perdite catastrofiche”. L’Esercito degli Stati Uniti ha intanto negato la notizia secondo la quale tra i 9.740 detenuti nelle carceri irachene vi sarebbero anche cittadini americani.

 

Le truppe di Washington continuano ad essere vittime di agguati non solo in Iraq. Quattro soldati statunitensi sarebbero infatti stati catturati dai taleban afgani in un attacco nei pressi del confine con il Pakistan. Lo rivela oggi il quotidiano arabo internazionale, Al-Hayat, citando fonti vicine ai miliziani islamici.

 

Scenario complesso anche in Medio Oriente dove proseguono le incursioni israeliane nei Territori palestinesi. Nel corso di un raid perpetrato nel campo profughi di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, è stato ucciso, la scorsa notte, un alto esponente di Hamas, Abu Suheireh. Dopo il veto degli Stati Uniti alla risoluzione voluta dai Paesi arabi e presentata all’Onu per chiedere ad Israele di non espellere il presidente palestinese, Yasser Arafat, il rais ha offerto una nuova tregua al governo di Tel Aviv. “Dimentichiamo il passato – ha dichiarato Arafat - e voltiamo pagina, per il bene dei nostri e dei vostri figli”. Ma gli sforzi diplomatici tesi alla realizzazione di un autentico processo di pace in Medio Oriente, continuano, purtroppo, a far registrare insuccessi. Ce lo conferma Graziano Motta:

 

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E’ fallito il tentativo intrapreso dal ministro degli Esteri norvegese di riannodare il dialogo israelo-palestinese ed è stato sospeso quello predisposto dagli Stati Uniti. Da sabato avrebbe dovuto riprendere i contatti a Gerusalemme e a Ramallah. Le tensioni polemiche persistono nei due campi. Il ministro degli Esteri israeliano, Shalom, ha ribadito che l’offerta, rinnovata ieri da Arafat di una tregua a lungo termine, è un tranello, con essa – ha affermato – i palestinesi cercano di rafforzare le loro infrastrutture terroristiche per colpirci di nuovo. Ed Arafat ha enfatizzato in un’intervista la sua prontezza a morire da martire: “E’ il sogno – ha detto – di ogni palestinese”. Ed ha sostenuto che non esiterà a difendersi con le armi se Israele proverà a insidiarlo o ad ucciderlo. Ma il suo ministro degli Esteri, Nabil Shaat, ha dichiarato di aver ricevuto la formale assicurazione da parte degli Stati Uniti che Israele non procederà all’espulsione di Arafat.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Quindici Paesi della Lega araba hanno presentato, ieri, una bozza di risoluzione alla Conferenza generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), in corso a Vienna, chiedendo ad Israele di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare per verificarne il programma di riarmo atomico. Lo Stato ebraico è l’unico Paese del Medio Oriente a non aver aderito al Trattato e a disporre di testate nucleari.

 

Nel contesto politico internazionale si deve registrare un altro importante avvenimento. I Paesi dell’ex area sovietica sono riuniti oggi e domani a Yalta per dar vita ad una nuova alleanza commerciale. Un’intesa che firmerà anche l’Ucraina, fino a ieri in dubbio, dopo il via libera ricevuto dal Parlamento.

 

L’odierno sfondo politico della Russia è stato tragicamente colpito da una drammatica notizia. Un bombardiere dell’aeronautica, un Tupolev-160, si è schiantato oggi nella regione di Saratov, sul Volga, a circa 900 chilometri a sudest di Mosca causando la morte dei 4 membri dell’equipaggio.

 

Spostiamoci in Myanmar dove la leader della dissidenza birmana, Aung San Suu Kyi, arrestata lo scorso maggio dal regime militare al potere a Rangoon, è stata ricoverata in un ospedale del Paese per un’operazione chirurgica.

 

Restiamo in Asia e andiamo nello Sri Lanka dove scendono in campo anche gli Stati Uniti nella mediazione per riportare la pace nel Paese attraverso un nuovo round di negoziati tra governo di Colombo e ribelli delle Tigri Tamil. Ce ne parla Maria Grazia Coggiola:

 

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Un anno fa, grazie alla mediazione dei norvegesi, i ribelli Tamil e il governo di Colombo avviavano un dialogo per trovare una soluzione a 19 anni di guerra civile. I colloqui che seguirono alla decisione delle Tigri di abbandonare la richiesta di un territorio indipendente a favore di una larga autonomia del Nord-Est dell’isola, avevano suscitato molte speranze e anche l’interesse della comunità internazionale, che si è impegnata a finanziare la ricostruzione con quattro milioni e mezzo di dollari. Poi è arrivato lo shock di aprile, quando i separatisti Tamil hanno abbandonato il tavolo dei negoziati. Adesso, gli Stati Uniti scendono in campo con una dichiarazione rilasciata ieri dall’ambasciata di Colombo, in cui si chiede ai ribelli di abbandonare il terrorismo e avanzare proposte realistiche. Sempre ieri a Colombo sono arrivati anche due mediatori norvegesi. L’obiettivo: riprendere il dialogo alla fine di ottobre, forse in un Paese europeo.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Sconvolgimento oggi nel mercato finanziario statunitense. Il presidente del New York Stock Exchange, Richard Grasso, ha infatti rassegnato le dimissioni dalla guida della società di gestione della Borsa americana. La decisione sarebbe stata sollecitata da alcuni membri del Consiglio di amministrazione, in seguito allo scandalo dei compensi ultramiliardari ricevuti da Grasso.

 

Ed altre dimissioni, quelle rassegnate dal presidente della Guinea Bissau, Kumba Yala, in seguito al colpo di Stato compiuto domenica scorsa nel Paese, prospettano un nuovo futuro politico per lo Stato dell’Africa occidentale. Ce ne parla Giulio Albanese:

 

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L’uscita di scena formale di Yala, eletto nel 2000 alla guida del Paese, era stata preannunciata dalla delegazione della comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, che da martedì si trova nella capitale Bissau, per cercare una soluzione pacifica e politica al contempo alla crisi esplosa quattro giorni fa. L’ormai ex presidente guineano ha poi chiesto ai militari di rientrare nelle proprie caserme e di lasciare il posto ad un nuovo governo formato da civili. E’ stata una rinuncia al potere, a condizione che torni la democrazia, anche se poi a Bissau tutti sanno che non poche sono le responsabilità di Yala in tutta la vicenda. I golpisti gli contestano soprattutto la decisione di aver continuamente, tre volte negli ultimi mesi, rimandato lo svolgimento delle elezioni necessarie a ricomporre il Parlamento, sciolto lo scorso novembre.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Cresce l’emergenza in tutti gli Stati americani della Costa Atlantica per Isabel, il poderoso uragano che viaggia a 176 km orari. Almeno 200 mila persone sono state evacuate dalle Outer Banks, una striscia di terra di fronte alla Carolina del Nord. A Washington, intanto, si calcola che 350 mila dipendenti federali resteranno a casa oggi e domani, mentre il Congresso ha cancellato tutte le votazioni.

 

Passiamo alla Svezia, dove la polizia scandinava ha dichiarato che non sono certi gli indizi contro l’uomo, arrestato martedì scorso con l’accusa di aver ucciso il ministro degli Esteri, Anna Lindh, i cui funerali si svolgeranno domani a Stoccolma.

 

Quattro anni dopo i bombardamenti su Belgrado durante la guerra per il Kosovo, gli ex nemici, la Serbia e la Nato, hanno avviato una collaborazione sulla missione in Afghanistan: il Paese dei Balcani, infatti, invierà truppe a Kabul. Sul versante politico, sono state intanto indette dal governo di Belgrado nuove elezioni presidenziali per il prossimo 16 novembre. Ma i due principali partiti all’opposizione hanno detto che non presenteranno candidati perché non ci sono le condizioni necessarie.

 

 

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