RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 303 - Testo della Trasmissione di giovedì 30 ottobre 2003

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Promuovere una nuova evangelizzazione anche in ambito politico: così Giovanni Paolo II nel discorso ad un gruppo di vescovi delle Filippine, in visita ad Limina

 

La grande vitalità dei santuari in Asia: e’ emersa dal primo Congresso asiatico dei rettori, a Manila, nelle Filippine, conclusosi nei giorni scorsi.  Con noi l’arcivescovo Agostino Marchetto.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

L’invito ad evitare drammatizzazioni intorno alla questione della presenza del crocifisso nelle scuole: intervista con il cardinale Roberto Tucci

 

 Le questioni aperte sullo sfondo della visita del presidente del Parlamento cinese, in Nord Corea: ai nostri microfoni Francesco Sisci

 

 Il 31 ottobre di un anno fa, la tragedia nella scuola di San Giuliano di Puglia, in Molise, distrutta dal terremoto.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Oggi pomeriggio, in Vaticano, un importante dibattito sulla figura di Papa Leone XIII.

 

Pubblicato il rapporto sulla comunicazione in Italia realizzato dal Censis in collaborazione con l’Unione Cattolica della Stampa Italia

 

Presentato ieri a Milano un filmato realizzato dal Centro Televisivo Vaticano dal tema il Papa e l’attività sportiva

 

Si apre oggi a Vienna un seminario di studio sulla storia salesiana.

 

Prosegue a Santiago del Cile la 23.ma edizione della Fiera Internazionale del libro

 

E’ morto questa mattina, Alessandro Garrone, giurista e storico italiano.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Ondata di arresti in Iraq, ma gli attacchi non si fermano. Pesante il bilancio delle vittime di guerra

 

Nord Uganda, nuovo raid dei ribelli: almeno 18 civili uccisi

 

Dissidi tra Sharon ed i vertici militari israeliani, sulla gestione della crisi mediorientale

 

Cambio della guardia in Malaysia: Mahatir alla vigilia delle dimissioni, dopo 22 anni di governo

 

Diritti umani e questioni commerciali al centro dei colloqui tra Unione europea e Cina

 

La Colombia chiede aiuto per poter pagare il debito estero.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

30 ottobre 2003

 

 

PROMUOVERE UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE IN OGNI AMBITO DELLA SOCIETA’, SOPRATTUTTO NELLA POLITICA:

COSI’, GIOVANNI PAOLO II NEL DISCORSO

AD UN GRUPPO DI VESCOVI DELLE FILIPPINE, RICEVUTI STAMANI

AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

                                                                                           

Rafforzare l’impegno per una rinnovata evangelizzazione: è la viva esortazione espressa stamani da Giovanni Paolo II nel discorso ad un gruppo di vescovi delle Filippine, ricevuti in visita ad limina. Il Papa ha quindi messo l’accento sui danni che la corruzione e la disonestà nel mondo politico possono arrecare alla società e allo sviluppo di un popolo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La storia recente delle Filippine richiama ad “un urgente bisogno di evangelizzazione integrale in ogni settore della società, specie nelle sfere del governo e della politica”. Giovanni Paolo II ha sottolineato come ogni cristiano consapevole non “possa mai ignorare il male della corruzione”. Deve essere chiaro  ha proseguito “che nessun ufficio pubblico può essere trattato come una proprietà privata o un privilegio personale”. Ancora, “considerare un incarico pubblico come un beneficio per sé porta a favoritismi, che, a loro volta, si tramutano in abuso e cattivo utilizzo del denaro pubblico” e quindi in fenomeni di corruzione.

 

Il popolo filippino ha rilevato sa che “denunciare pubblicamente fatti di corruzione richiede un grande coraggio”. Per eliminare questa piaga serve allora il “supporto di tutti i cittadini, la risoluta determinazione delle autorità e una solida coscienza morale”. Proprio in tale contesto, la Chiesa ha un ruolo fondamentale come “agente primario per la corretta formazione delle coscienze dei cittadini”. La sua funzione ha spiegato non “va diretta ad un intervento nelle questioni strettamente politiche”, ma piuttosto a “convertire gli individui e ad evangelizzare la cultura in modo che la società stessa possa affrontare la sfida della promozione sociale”, sviluppando una reale “trasparenza nel governo”, che rifiuti la corruzione.

 

Il Papa si è così soffermato sull’impegno della Chiesa per una rinnovata evangelizzazione nelle Filippine. Processo, che richiede l’essenziale elemento della testimonianza. E qui, ha ricordato la figura di Madre Teresa di Calcutta, che - ha detto - dimostra come, in un tempo nel quale siamo “bombardati dalle parole”, le “azioni compiute dai Cristiani devono parlare più forte delle parole” stesse. Ricordando poi la straordinaria esperienza della Giornata mondiale della Gioventù a Manila, nel 1995, ha messo l’accento sul ruolo dei giovani nella nuova evangelizzazione lodando le molteplici iniziative della Chiesa locale in loro favore. Ha, quindi, esortato i presuli ad assicurare ai ragazzi, specie a rischio, un’educazione che li sostenga nell’affrontare le minacce come la droga e l’alcool che più ne mettono a rischio lo sviluppo. 

 

D’altro canto, il Papa ha indicato anche alcuni elementi negativi presenti nella società del Paese asiatico, tra cui la presenza di alcuni cattolici nelle sette e la mancanza di familiarità con gli insegnamenti della Chiesa. E, ancora, la diffusione di attitudini contro la vita, come l’aborto. Per affrontare tali problemi in modo serio ha avvertito i vescovi sono chiamati ad “animare e sviluppare con forza la missione ad gentes”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattinata, il Papa ha ricevuto, in successive udienze, il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto delle Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e il vescovo Felix Genn, della diocesi tedesca di Essen.

 

Giovanni Paolo II ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Ordinariato militare per la Spagna, presentata da mons. José Manuel Estepa Llaurens, per sopraggiunti limiti d’età ed ha nominato mons. Francisco Pérez González arcivescovo Ordinario militare per la Spagna, finora vescovo di Osma-Soria. Attualmente, il presule fa parte della Commissione Episcopale per le Missioni e per la Cooperazione tra le Chiese ed è direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.

 

Il Papa ha nominato, inoltre, delegato della Sezione Straordinaria dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il dott. Paolo Mennini, finora vice Delegato della medesima Sezione Straordinaria.

 

Il Santo Padre ha nominato membri ordinari della Pontificia Accademia delle Scienze il prof. Antonio García‑Bellido, docente di Genetica presso il Centro di Biologia Molecolare “Severo Ochoa” dell'Universidad Autónoma di Madrid; il prof. Fotis C. Kafatos, docente di Biologia molecolare alle Università di Harvard, Atene e Creta; il prof. Tsung‑Dao Lee, docente di Fisica alla Columbia University di New York; il prof. Ryoji Noyori, docente di Chimica organica alla Nagoya University; il prof. Kevin Ryan, docente e direttore Emerito del Center for the Advancement of Ethics and Character all'Università di Boston.

 

 

LA GRANDE VITALITA’ DEI SANTUARI IN ASIA: E’ EMERSA DAL PRIMO CONGRESSO ASIATICO DEI RETTORI, A MANILA, NELLE FILIPPINE.

CON NOI L’ARCIVESCOVO AGOSTINO MARCHETTO

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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Il Congresso è stato organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, in collaborazione con la Commissione per la pastorale della mobilità umana della Conferenza episcopale delle Filippine. Questa Associazione si è riunita regolarmente negli ultimi dieci anni. E, proprio grazie all’esperienza maturata, si è pensato di poter offrire, nelle Filippine, una prima occasione d’incontro dei rettori dei santuari di tutto il continente asiatico. E’ con noi il segretario del Dicastero vaticano per i migranti, l’arcivescovo Agostino Marchetto. Quale riscontro ha avuto l’avvenimento?

 

R. – La risposta è stata molto soddisfacente, tenendo conto delle condizioni in quel vasto continente, delle distanze geografiche e, in alcuni casi, delle limitazioni dei visti da parte delle autorità politiche. Sono venuti, dunque, rappresentanti di 14 nazioni. Oltre alle Filippine, il Paese anfitrione, vi erano delegati del Bangladesh, India, Indonesia, Giappone, Kazakhstan, Corea, Macao, Malesia, Pakistan, Sri Lanka, Taiwan, Thailandia e Vietnam. L’insieme era chiaramente rappresentativo di una realtà molteplice e variegata secondo le differenti realtà culturali, con testimonianza però di un tratto comune, cioè la grande vitalità dei Santuari in Asia, la loro presenza dinamica nelle comunità cattoliche e l’attrattiva che esercitano anche sui fratelli/sorelle di altre religioni.

 

D. – Il Congresso ha preso ispirazione dall’esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Asia, e dai documenti pastorali frutto delle Assemblee plenarie della Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia. Questa cornice generale è riassunta nel tema del Congresso: “Il santuario, luogo di accoglienza e di incontro”. Perché questa scelta?

 

R. – Questi due concetti, accoglienza e incontro, riflettono ciò che il santuario è, vale a dire un luogo dove Dio accoglie il pellegrino affinché, in un incontro di grazia con Lui, egli veda rinnovata la sua fede e senta rafforzata la sua testimonianza missionaria. Inoltre, i due termini risultano molto significativi per il ruolo dei santuari in Asia, in quanto, accogliendo molte persone anche di altre religioni ed essendo occasione di reciproco scambio di doni, si collocano in prima fila nell’evangelizzazione di quel continente. Il contributo dei santuari all’evangelizzazione in Asia è stato illustrato dal vescovo Ramon Arguelles, presidente della Commissione episcopale per la pastorale della mobilità umana delle Filippine. Padre Leonardo Mercado, verbita, ha fatto riferimento al loro ruolo nel dialogo interreligioso. Per comprendere quanto sia importante ed ampia la presenza dei santuari nella vita della Chiesa in Asia, è stato molto illuminante l’intervento del padre Francio Clark, gesuita, che ha parlato delle centinaia di santi asiatici, riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa e per la maggior parte martiri, alla cui memoria sono dedicati molti santuari. Tutta questa riflessione è stata animata e guidata dalle parole di saluto che il Santo Padre ha voluto inviare ai congressisti.

 

D. – Quali sono le prospettive per il futuro di questo lavoro in comune iniziato dai responsabili dei santuari e dei pellegrinaggi in Asia?

 

R. – A giudicare dall’entusiasmo dei congressisti, dovrei dire che le prospettive sono ottime. In effetti, nel comunicato finale hanno manifestato la loro volontà di dare una struttura visibile e permanente a questo lavoro in comune, concretizzata nella proposta di un secondo congresso da celebrare nel 2005 in Kazakhstan. Ma, contemporaneamente, i congressisti hanno riconosciuto le difficoltà che incontrano, per le grandi differenze culturali e sociali tra le varie nazioni d’origine. Perciò hanno affermato la necessità di iniziare a realizzare questo lavoro anzitutto in ciascun Paese, creando, ove possibile, associazioni nazionali. Su questo tema, è stato di grande utilità l’apporto di mons. Gaspar Quintana Jorquera, vescovo di Copiapò, in Cile, attuale presidente della Confederazione dei santuari d’America e incaricato dei santuari e della religiosità popolare all’interno del Celam. Mons Quintana ha illustrato il cammino seguito dai rettori dei santuari d’America, una storia trentennale, che ha portato al consolidamento delle associazioni nazionali e alla creazione della Confederazione in parola. Sono certo che l’entusiasmo e la fratellanza, con cui i congressisti hanno vissuto questi giorni, e la gioia di poter condividere per la prima volta realtà pastorali tanto distanti e, al tempo stesso così unite per un medesimo entusiasmo pastorale di servizio agli uomini e alle donne dell’Asia saranno la miglior garanzia per un futuro di cooperazione molto fruttuosa.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con la drammatica crisi alimentare in Etiopia, dove tre milioni di bambini sono segnati dalla miseria e dalla fame.

Sempre in prima, con forte rilievo, un riquadrato dal titolo "La Croce non ce la faremo togliere": testimonianze di sbigottimento, indignazione, sofferenza dopo la sentenza con la quale un giudice dell'Aquila ha bandito il Crocifisso dalle aule di una scuola abruzzese.   

Nelle pagine italiane, un articolo in cui si sottolinea che "continua a vari livelli la protesta contro la rimozione del Crocifisso": il vicepremier alla Camera ha definito "sconcertante" l'ordinanza del giudice.

 

Nelle vaticane, nel discorso al terzo ed ultimo gruppo di vescovi della Conferenza Episcopale delle Filippine in visita "ad Limina", Giovanni Paolo II ha sottolineato che l'eliminazione della corruzione esige il sostegno impegnato di tutti i cittadini, la determinazione risoluta delle autorità e una solida coscienza morale.

Una pagina sulle Celebrazioni promosse in occasione del XXV di Pontificato di Giovanni Paolo II.

 

Nelle estere, Iraq: la Croce Rossa internazionale riduce il personale, ma l'attività proseguirà senza soste.

Medio Oriente: ragazzo palestinese di 12 anni ucciso da soldati israeliani.

 

Nella pagina culturale, un articolo sulla presentazione del libro "Il Vangelo del Giubileo" del Cardinale Crescenzio Sepe.

 

Nelle pagine italiane, in rilievo il tema della finanziaria e dell'immigrazione.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

30 ottobre 2003

 

 

L’INVITO AD EVITARE DRAMMATIZZAZIONI E STRUMENTALIZZAZIONI

 DOPO IL CLAMORE SUSCITATO IN ITALIA INTORNO ALLA QUESTIONE DELLA PRESENZA

DEL CROCIFISSO NELLE SCUOLE

- Intervista con il cardinale Roberto Tucci -

 

Sono in molti a lanciare l’invito a  evitare strumentalizzazioni dopo il  clamore suscitato dalla questione di Ofena, la cittadina dove un’ordinanza del giudice dell’Aquila ha richiesto la rimozione del crocifisso dalla scuola materna e da quella elementare. Il servizio di Fausta Speranza.

 

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Il crocifisso è ancora al suo posto anche per questioni di ordine strettamente giuridico. Come ha sottolineato subito il presidente Ciampi, c’è un grado superiore di appello per contestare la decisione. “Si sta dando alla vicenda una dimensione che il protagonista non merita” – ha affermato il cardinale Achille Silvestrini, intervistato dai giornalisti. Ha sottolineato che le polemiche non devono investire la dimensione dell’accoglienza agli immigrati che resta un fondamentale segno di civiltà. Il presidente della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi ha detto che non è drammatizzando che si difende la propria identità. L’appello a non cadere nelle strumentalizzazioni è chiaro anche nelle parole del cardinale Roberto Tucci intervistato questa mattina dal collega Fabio Colagrande.

 

“Mi pare che sia tempo di spengere i riflettori su questa persona che, cittadino italiano diventato islamico, pretende di imporre a noi il concetto giusto, secondo lui, di laicità, che non è mai accettato in nessuno dei Paesi che sono a grande maggioranza islamica. Ha detto chiaramente che vuole mettersi in politica. Era giusto che reagissimo ma ora stiamo facendo una grande propaganda. Adesso, forse, sarebbe il tempo di chiudere questo argomento e lasciare andare le cose per il loro verso, per poi tornarci sopra, quando si avrà la sentenza definitiva su questa vicenda”.

 

Si corre il rischio, ha spiegato il cardinale Tucci, di male interpretare l’equilibrio democratico tra i diritti delle minoranze e maggioranza.

 

“Nella democrazia attuale, occidentale, si sta verificando una certa tendenza alla dittatura delle minoranze, mentre tutti hanno il diritto di essere rispettati. Per esempio, nella libertà religiosa, basta che ci sia una minoranza che non sia contenta di una cosa, che corrisponde ai sentimenti e alla cultura della maggioranza, che subito, in nome della laicità, si vuole chiudere la bocca a tanti, in un certo senso per lo meno. Ecco che  si vogliono eliminare dei segni simbolici importanti per la cultura, oltre che per la fede, della maggioranza di quelli che vivono in questo Paese, e si crede che per rispettare questa minoranza bisogna offendere la maggioranza”.

 

A proposito del cosiddetto diritto alla laicità, questa l’opinione del cardinale Tucci:

 

“Oggi si insiste talmente sui diritti individuali che si dimenticano i diritti delle strutture intermedie della società, che sono molto importanti. C’è la famiglia ma anche, per esempio, le comunità dei credenti, strutturate in Chiese, in confessioni varie, che hanno il diritto di essere rispettate anche loro. Fanno parte del popolo, del demos, che va ascoltato in democrazia. Quindi, che uno Stato, pur rispettando i diritti alla libertà religiosa di tutti, abbia un occhio di rispetto particolare per quello che appartiene al patrimonio storico della nostra civiltà, la civiltà occidentale e italiana, non mi sembra una violazione della laicità. Anzitutto, bisogna spiegare in che cosa crediamo, perché noi abbiamo una concezione religiosa diversa dalla loro su molti punti, e bisogna spiegare che abbiamo il diritto di essere rispettati, come noi rispettiamo le loro concezioni religiose”.

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LE QUESTIONI APERTE SULLO SFONDO DELLA VISITA DEL PRESIDENTE

DEL PARLAMENTO CINESE, IN NORD COREA

- Intervista con Francesco Sisci -

 

Cina e Nord Corea sono d’accordo nel voler proseguire, a sei, i colloqui sulla questione nucleare. E’ quanto emerso, questa mattina,  durante la visita del presidente del Parlamento cinese in Nord Corea, in corso fino a domani. Il “numero due” cinese, Wu Bangguo, ha invitato il regime nordcoreano a “risolvere con il dialogo” la crisi innescata dagli armamenti nucleari di Pyongyag e, in particolare, a riprendere il dialogo multilaterale, iniziato in agosto a Pechino, con un incontro a sei fra i rappresentanti di Nord e Sud Corea, Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti. Ma, oltre a motivi di sicurezza internazionale, perché questi Paesi cercano insistentemente il dialogo con Pyongyang? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Francesco Sisci, direttore del Centro di Cultura Italiana a Pechino:

 

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R. – C’è un interesse profondo da parte di Giappone e Sud Corea di aprire una rotta terrestre con il Nord-Est della Cina. C’è un profondo interesse cinese proprio perché il Nord-Est è una zona di arretramento industriale, di grande povertà, che invece potrebbe essere rilanciata se si aprissero dei traffici e collegamenti diretti con il Giappone e la Sud Corea. Perché questo avvenga la Nord Corea deve essere in qualche modo pacificata, questo anche al di là della minaccia nucleare.

 

D. – Su questo tema si confrontano anche Stati Uniti e Russia…

 

R. – Sì, gli Stati Uniti hanno un interesse molto concreto di eliminare la minaccia nucleare nord coreana. La minaccia nord coreana crea una situazione di instabilità che potenzialmente potrebbe contagiare tutto il continente. E, quindi, l’America, che è impegnatissima sul fronte della lotta al terrorismo in centro Asia e in Medio Oriente, non vuole aprire un altro fronte.  La Russia rientra in  una questione più delicata e più strategica. C’è un problema di ponte con Vladivostock, e cioè la rotta ferroviaria che dovrebbe passare attraverso la Nord Corea. Può andare su una rotta sud e, quindi, andare direttamente attraverso l’ex Manciuria, poi dall’ex Manciuria alla Mongolia, e dalla Mongolia alla Russia. Oppure può prendere quella che viene definita la rotta lunga e cioè andare direttamente al nord, tagliando la Cina e la Mongolia, prendere Vladivostock, e poi da Vladivostock fare tutta la Siberia. Nella prima ipotesi si integrano la Manciuria e la Mongolia, assieme alla Sud Corea e al Giappone. E’ una questione importante, grossa, perché nella ex Manciuria abbiamo oltre 100 milioni di cinesi, abbiamo una base industriale comunque forte. Nell’altra ipotesi si integra invece Vladivostock, che è il centro nevralgico della presenza russa in Estremo Oriente, dove però ci sono solo 2 milioni di persone. Naturalmente, la Russia vorrebbe integrare Vladivostock, la Cina vorrebbe integrare la Manciuria, e invece la Corea del Nord vorrebbe l’opzione russa, perché teme di essere schiacciata tra Sud Corea ed ex Manciuria, ed ha meno timore dei russi di Vladivostock che giudica più deboli.

 

D. – La Nord Corea usa la questione nucleare per ottenere aiuti dall’Occidente e far fronte alla grave crisi economica. Quale sarà ora l’atteggiamento di Pyongyang, considerando che non può comunque proseguire all’infinito con questo modo di fare?

 

R. – Credo che il problema vero sia che la leadership nord coreana vuole garanzie di sopravvivenza. Kim Yung Il vuole promesse e impegni che se la Nord Corea sarà in qualche modo integrata in una nuova comunità economica asiatica, se si faranno le riforme in Nord Corea, lui continuerà a mantenere il potere. Questo è il problema politico vero. Su questo, naturalmente, ci sono molteplici opinioni  e oggi, realisticamente, l’unica arma che Kim Yung Il ha è quella del fantasma nucleare. Altrimenti, qualunque movimento dell’attuale assetto politico internazionale potrebbe modificare l’assetto politico interno e, quindi, portare ad una sua caduta.

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IL 31 OTTOBRE DI UN ANNO FA, AVVENIVA, IN SEGUITO AL TERREMOTO, LA TRAGEDIA NELLA SCUOLA ELEMENTARE DI SAN GIULIANO DI PUGLIA, IN MOLISE

- Servizio di Massimiliano Menichetti -

 

Domani, 31 ottobre, ricorre il primo anniversario della tragedia vissuta a San Giuliano Di Puglia, in Molise, a causa del crollo, dovuto al terremoto, del tetto della scuola elementare “Francesco Jovine”. Morirono immediatamente 26 bambini e la loro insegnante, un altro bambino morì agli inizi di dicembre all’ospedale romano Bambino Gesù dove era stato trasportato. Nonostante il dolore, per rilanciare la speranza, nel piccolo centro molisano i genitori dei bimbi deceduti hanno dato il via ad una mostra di oltre 500 cartoline, realizzate da artisti di tutto il mondo, che si aprirà domani nel Palazzetto dello Sport di San Giuliano. Ma ripercorriamo i tragici fatti di un anno fa ricostruiti da Massimiliano Menichetti.

 

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(musica)

 

31 ottobre 2002: la terra a San Giuliano di Puglia trema. E’ il terremoto. Attimi di panico e terrore: c’è chi rimane sbigottito, chi fugge, chi cerca di salvare le proprie cose e chi soccorre i propri cari. Il pensiero di alcuni corre alla scuola dove i piccoli sono indifesi ed è proprio lì, all’istituto elementare Francesco Jovine, che il tetto è crollato intrappolando due intere classi. E’ subito emergenza nazionale, partono immediati i primi soccorsi, sono i gruppi organizzati di volontariato delle “Misericordie”. Romeo Faletra, governatore della Misericordia di Termoli, tra i primi ad arrivare a San Giuliano ...

 

“Sono partito dopo 20 minuti dalla scossa, con tre ambulanze e 16 uomini e quando sono arrivato lì c’erano soltanto alcuni carabinieri. Noi eravamo andati come sanitari ma abbiamo dovuto anche scavare, abbiamo tirato su quattro bambini e una signora”.

 

Tutta l’Europa e molte testate internazionali seguono con apprensione la lotta dei gruppi di pronto intervento che cercano di strappare alle macerie i piccoli rimasti intrappolati nella scuola: tratti in salvo 38 bambini, due insegnanti e due bidelli. Una tragedia, però, che costerà, alla fine, la vita a 27 piccoli, un docente e a due donne morte nella propria casa.

 

Il Molise e l’Italia intera sono in lutto: 44 i centri molisani e della vicina Puglia ad aver riportato danni. Vengono stanziati circa 47 milioni di euro per il 2003 e 8 per il 2004, il governo promette la ricostruzione entro due anni. Ma ad un anno di distanza, cosa è cambiato? Padre Ulisse Marinucci, parroco di San Giuliano:

 

“Noi abbiamo una buona parte degli abitanti del Paese che continuano tuttora ad abitare nel villaggio prefabbricato, cioè nell’insediamento abitativo temporaneo, perché le case – al 60 per cento circa – sono inagibili o addirittura sono state buttate giù”.

 

I progetti di ricostruzione ancora non sono stati presentati, ma gli abitanti di San Giuliano, nonostante le competenze, sperano fiduciosi nell’intervento governativo e si chiedono quanto tempo passerà prima di tornare ad abitare nelle proprie case. Ma chi è competente per la presentazione al governo degli incartamenti? Adriano Ritucci presidente del comitato “Vittime della scuola”...

 

“Ad oggi, non riusciamo a capire dove finisce – diciamo così – il potere dell’amministrazione comunale, dove inizia quello del Provveditorato, dove si pone quello del governatore della regione Molise”.

 

Mentre il paese lotta per sopravvivere, l’inchiesta della magistratura per accertare le responsabilità del crollo alla scuola elementare continua. Pino Ciciola, giornalista del quotidiano Avvenire che ha scritto il libro “La scuola assassina”, spiega:

 

“I periti super partes, quelli nominati dal Gip, dovrebbero consegnare le loro conclusioni il 21 gennaio. E’ stata accertata una assoluta, totale, mancanza di qualsiasi documento prescritto dalla legge. Pensiamo alle figure coinvolte: il costruttore, i responsabili della sopraelevazione alla scuola, il capo ufficio tecnico del comune di San Giuliano, il sindaco di San Giuliano, il presunto progettista della sopraelevazione ... dico ‘presunto’ perché non è mai esistito un progetto di quella sopraelevazione: lui andava giorno per giorno a dare indicazioni orali in cantiere”.

 

Parallelamente proseguono i rilievi sul territorio ed il Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti accerta una situazione di sostanziale precarietà della zona. Allora, mentre gli abitanti di San Giuliano aspettano la ricostruzione, si scopre che bisogna ancora decidere. Claudio Eva, direttore del Gndt...

 

“Per quanto riguarda San Giuliano, vi è un grosso problema che in questo momento si sta portando alla ribalta: se convenga ristrutturare e ricostruire quello che era stato danneggiato, oppure se è meglio decentrare completamente tutte le nuove costruzioni, quindi ricostruendo un villaggio a parte. Questi sono due aspetti ancora al vaglio dell’amministrazione regionale, che andrà poi a prendere una decisione in merito”.

                           

Domani ricorrerà un anno esatto dalla tragedia del terremoto molisano e le luci dei media già da qualche giorno si sono accese violente sul piccolo centro di San Giuliano, luci non sempre, rispettose del dolore e della dignità. Ancora il parroco:

 

“Per non rischiare di essere travolti dal rumore, ho fatto la proposta di una veglia prolungata, cioè inizieremo il 31 mattino con un’adorazione che si protrarrà fino al 1° mattino. Alle 10 ci sarà la messa celebrata dal vescovo. Questo proprio per dire che in fondo la memoria dei nostri defunti è una memoria che passa dentro un luogo ed un tempo che sono di silenzio e di preghiera”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

30 ottobre 2003

 

 

NEL CENTENARIO DELLA MORTE SI APRIRA’ OGGI POMERIGGIO, IN VATICANO,

UN CONVEGNO DEDICATO A PAPA LEONE XIII: AL CENTRO DEL DIBATTITO L’IMPEGNO PER UNA MIGLIORE CONOSCENZA DELLA VITA DELLA CHIESA

 

CITTA’ DEL VATICANO. = In occasione del centenario della morte di Leone XIII (1878-1903) si terrà oggi pomeriggio, nella vecchia aula del sinodo della Città del Vaticano, un importante convegno di studio sul Papa che nel 1891 ha promulgato la lettera enciclica, Rerum  novarum. Il convegno, promosso dal Pontificio comitato di scienze storiche della Santa Sede, sarà aperto alle ore 17.30 sotto la presidenza del segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano. Interverranno, tra gli altri, il prefetto della biblioteca apostolica vaticana, Raffaele Farina, il docente all’Università salesiana, Cosimo Semeraro ed il prefetto dell’archivio segreto vaticano, Sergio Pagano. Il convegno si inserisce tra le molteplici iniziative tese a sottolineare il merito di Leone XIII nell’aver favorito ed incoraggiato la ricerca storica per una migliore conoscenza della vita della Chiesa. (A.L.)

 

 

NEL TEMPO LIBERO LA TELEVISIONE RIMANE L’ATTRAZIONE PREFERITA DAI GIOVANI

MA IL PICCOLO SCHERMO E’ TALLONATO, A SORPRESA, DAI LIBRI. E’ UNO DEI DATI

PIU’ SIGNIFICATIVI  DEL RAPPORTO SULLA COMUNICAZIONE IN ITALIA REALIZZATO

DAL CENSIS IN COLLABORAZIONE CON L’UNIONE CATTOLICA DELLA STAMPA ITALIANA

- A cura di Ignazio Ingrao -

 

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MILANO. = Televisione, cellulare e radio sono in assoluto i media più apprezzati dai giovani. Libri, quotidiani e periodici sono meno diffusi, ma esercitano ugualmente un certo fascino. Internet è una vera eccezione: spacca in due l’universo giovanile. Metà lo vede come uno strumento che corona i desideri di comunicazione, per l’altra metà di giovani, invece, Internet resta uno strumento difficile e poco agevole. Sono questi i dati che emergono dal rapporto sulla comunicazione in Italia, realizzato per il terzo anno consecutivo dal Censis, in collaborazione con l’Unione cattolica della stampa italiana. Quest’anno il Rapporto si è focalizzato in maniera particolare sulle “diete medianiche” dei giovani, tra i 14 e i 30 anni. Il cosiddetto universo giovanile, hanno spiegato i ricercatori del Censis, è estremamente variegato a seconda delle fasce d’età, ma si caratterizza per un consumo dei media decisamente più alto di quello degli adulti. La tv è lo strumento utilizzato di più. Ma è la radio il mezzo di comunicazione che i giovani sentono più vicino e familiare. Il modello radiofonico è il modello giovanile per eccellenza, caratterizzato dalla rapidità, fluidità e libertà nella fruizione. Un altro dato inatteso riguarda il tempo libero. Il polo di maggiore attrazione anche in questo caso è la tv, ma la sorpresa è che, a poca distanza, il tempo libero dei giovani è occupato dalla lettura dei libri che surclassa Internet. C’è tuttavia una differenza marcata tra maschi e femmine: Internet è molto più vicino ai maschi, mentre le ragazze preferiscono leggere. Ma quali media sognano i giovani? I giovani intervistati dal Censis hanno risposto che prediligono i media che offrono molti temi diversi, ma lasciano libertà di scegliere. Questo non vuol dire affatto che siano superficiali.

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IL PAPA E L’ATTIVITÀ SPORTIVA: E’ IL TEMA DEL FILMATO REALIZZATO

DAL CENTRO TELEVISIVO VATICANO E PRESENTATO IERI, A MILANO, IN OCCASIONE

DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE ‘SPORT & MOVIES & TV 2003’

 

MILANO. = ‘Giovanni Paolo II parla allo sport’. E’ il titolo dell’inedito filmato, realizzato dal Centro televisivo vaticano e presentato ieri sera, a Milano, in occasione dell’apertura del 21.mo Festival internazionale ‘Sport movies & Tv 2003’. Il video, della durata di 18 minuti e diretto dai registi Massimo Laveni e Marco Farneti, propone un collage di immagini che partendo da alcune remote fotografie in bianco e nero arrivano fino al Karol Wojtyla pontefice, presentando un unico filo conduttore: il Papa e l’attività sportiva. Si passa dalle partite di calcio nel cortile della scuola di Wadowice alle arrampicate in montagna ed allo sci, una passione sportiva che il Papa ha continuato a coltivare anche dopo essere salito al soglio pontificio. Sport Movies 2003, il più importante Festival mondiale dedicato al cinema e alla televisione sportiva ed in programma fino al prossimo 3 novembre nel capoluogo lombardo, è patrocinato dal presidente della Repubblica italiana con la collaborazione della Regione Lombardia ed è  organizzato dalla Federation Internationale Cinema Television Sportifs (Ficts). (A.L.)

 

 

NELLA SUGGESTIVA CORNICE DI VIENNA SI APRE OGGI UN SEMINARIO DI STUDIO

DI STORIA SALESIANA CON L’OBIETTIVO DI STIMOLARE UN MAGGIORE INTERESSE

PER LE RICERCHE SULLA FAMIGLIA SALESIANA

 

VIENNA. = “Linee teologiche, spirituali e pedagogiche della società salesiana e dell’Istituto delle Figlie di Maria ausiliatrice nel periodo 1880-1922”. E’ il tema del Seminario europeo di studio di storia salesiana che si apre oggi a Vienna. Come sede dell’iniziativa è stata scelta la capitale austriaca per festeggiare i 100 anni dall’arrivo dei primi “figli” di Don Bosco a Vienna ed i 75 anni dalla fondazione della prima opera delle religiose salesiane in terra austriaca. All’incontro, promosso dall’Associazione Cultori di Storia Salesiana (Acssa) in collaborazione con l’Istituto storico salesiano (Iss), è prevista la presenza di vari specialisti, competenti nelle scienze teologiche e pedagogiche. Uno degli scopi del seminario è anche l’elaborazione delle tematiche definitive per il convegno mondiale che si terrà nel 2005 in Messico. Con queste iniziative si spera non solo di arricchire la bibliografia salesiana, ma anche di stimolare un maggiore interesse per le ricerche sulla storia della famiglia salesiana. (A.L.) 

 

 

PROSEGUE CON SUCCESSO LA VENTITREESIMA EDIZIONE DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI SANTIAGO DEL CILE INAUGURATA, MARTEDÌ SCORSO, DAL MINISTRO

DELLA CULTURA DEL GOVERNO CILENO

 

SANTIAGO. = E’ entrata nel vivo la ventitreesima edizione della Fiera internazionale del libro di Santiago del Cile, inaugurata martedì scorso dal ministro della cultura del governo cileno, José Weinstein. La manifestazione, in programma fino al prossimo 9 novembre, è dedicata quest’anno all’opera dello scrittore cileno Roberto Bolaño, morto lo scorso luglio. Il ministro ha ricordato l’autore dei ‘Detective selvaggi’ come “uno dei narratori più importanti della letteratura sudamericana contemporanea”. Le celebrazioni prevedono molti incontri sull’opera di Bolaño ed un tributo alla sua figura da parte del mondo culturale cileno. Alla Fiera del libro, uno dei maggiori spazi che il Cile concede ogni anno alla cultura, sono presenti, tra gli altri, lo scrittore norvegese, Jostein Gaarder, gli spagnoli Enrique Vila-Matas e Manuel Vicent, il filosofo italiano Gianni Vattimo e quello belga, Benoit Denis. “Grande ospite di quest’anno - ha detto Weinstein - è la letteratura europea ed, in particolare, quella dei Paesi membri dell’Unione Europea”. Alla manifestazione, definita dal ministro “un grande supermercato del libro” si stima che parteciperanno oltre 200 mila persone e più di 500 case editoriali in rappresentanza di 147 Paesi. (A.L.)

 

 

E’ MORTO QUESTA MATTINA, ALL’ETÀ DI 94 ANNI, ALESSANDRO GARRONE,

GIURISTA E STORICO ITALIANO

 

TORINO. = Il giurista e storico Alessandro Galante Garrone è morto alle 5 di questa mattina a Torino. Aveva 94 anni e da tempo era malato. Durante la seconda guerra mondiale era stato partigiano combattente e rappresentante del Partito d'Azione nel Comitato di liberazione nazionale (Cln) del Piemonte. Nel 1963 aveva lasciato la sua attività di magistrato per dedicarsi all’insegnamento di storia moderna, storia contemporanea e storia del risorgimento negli Atenei di Torino e Cagliari. Senatore della sinistra indipendente, molto sensibile alle tematiche dei diritti civili, aveva dato alle stampe numerosi manuali di educazione civica per le scuole mentre, sul versante storiografico, si era occupato dei rivoluzionari del Settecento e dell’Ottocento. (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

30 ottobre 2003

 

 

 

- A cura di Andrea Sarubbi -

 

Tensione ancora altissima in Iraq, dove i soldati americani hanno arrestato nelle ultime ore decine di membri della resistenza, in due retate a Tikrit e Baghdad. Ma gli attacchi della guerriglia proseguono: 3 iracheni sono stati feriti da colpi di mortaio a Baaquba, mentre a Falluja un treno merci che trasportava beni dell’esercito statunitense è stato colpito da una bomba. Le ultime violenze hanno fatto salire a 117 le vittime americane nel dopoguerra: un numero superiore ai soldati morti nel conflitto. Da New York, Elena Molinari:

 

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Gli Stati Uniti ufficialmente attribuiscono la regia della guerriglia antiamericana ai terroristi stranieri ed a frange di disperati rimasti fedeli a Saddam Hussein. Ma le notizie che arrivano da Baghdad sono contrastanti. Ieri, ad esempio, la rete televisiva americana Nbc, citando fonti militari statunitensi, sosteneva che la mente degli attentati sarebbe invece l’ex vice presidente del Consiglio del comando della rivoluzione irachena, Izzat Ibrahim al-Douri, il numero due di Saddam Hussein. Intanto si apprende che sono più di 11 mila, ma forse addirittura 15 mila, gli iracheni caduti nella seconda Guerra del Golfo. È la prima volta che uno studio sistematico delle perdite da parte irachena viene alla luce, ed anche la prima volta che vengono contati sia i militari che i civili uccisi, in quella che è stata presentata dal Pentagono come una “guerra di precisione”. Le vittime civili fra gli iracheni sono state infatti 4 mila e 300, circa 800 in più rispetto alla prima Guerra del Golfo.

 

Da New York, Elena Molinari, per la Radio Vaticana.

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Dall’Uganda settentrionale giunge notizia di un nuovo massacro, compiuto dai ribelli del sedicente Esercito di resistenza del Signore: un raid effettuato nel villaggio di Apala, circa 250 chilometri a nord di Kampala, e costato la vita ad almeno 18 civili. L’esercito afferma inoltre che i guerriglieri avrebbero sequestrato un numero imprecisato di persone.

 

Si continua a combattere nei quartieri nord di Bujumbura, capitale del Burundi, da giorni in preda alla violenza. Ieri sera, una granata ha ucciso un ragazzo di 13 anni e ferito 3 bambini che giocavano con lui; raffiche di armi leggere hanno segnato invece la notte, nonostante il coprifuoco e l’intervento di una “polizia civile” inviata dalle autorità. Per sfuggire agli scontri fra esercito e ribelli, ogni giorno migliaia di persone abbandonano la parte settentrionale della città, cercando rifugio in altri quartieri.

 

Il premier israeliano Sharon al centro di una vicenda giudiziaria. La polizia lo sta interrogando nella sua residenza di Gerusalemme, su due presunti finanziamenti illeciti ricevuti da altrettanti uomini d’affari. E per il capo del governo non mancano difficoltà neppure sul fronte politico, dove è in atto uno scontro con i vertici militari sulla gestione della crisi con i palestinesi. Ci riferisce Graziano Motta:

 

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Il rischio di un ulteriore degrado della situazione nei territori palestinesi evidenziato dal capo di Stato maggiore, generale Moshe Ya'alon, in un incontro con giornalisti, ha irritato il primo ministro Sharon che non ne condivide le cause: in particolare, il mancato alleviamento delle restrizioni imposte alla popolazione palestinese. Perché, secondo i servizi di sicurezza, di questo alleviamento approfittano subito i gruppi della rivolta per intensificare le operazioni di guerriglia ed i preparativi di attentati che – viene rivelato – sono in costante aumento. E poi perché c’è il disegno delle organizzazioni fondamentaliste islamiche, ancorché si dichiarino disponibili a trattare con Israele una nuova tregua, ad intensificare la lotta in sintonia con quella in atto nell’Iraq. D’altra parte, in Cisgiordania e a Gaza le tensioni non si allentano. Nel campo profughi di Balata, presso Nablus, soldati israeliani hanno ucciso un ragazzo palestinese di 12 anni, reagendo al lancio di pietre, mentre un guerrigliero della Jihad è stato ucciso, ed un altro ferito, da soldati quando avevano superato il confine tra Gaza ed Israele, presso il kibbutz Nahal Oz.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Dopo 22 anni, la Malaysia cambia premier: avverrà domani il passaggio delle consegne tra Mahatir Mohamad, alla guida del Paese da 22 anni, ed Abdullah Ahwad Badawi, suo attuale vice. Il capo di governo uscente ha presieduto oggi il suo ultimo Consiglio dei ministri – l’883.esimo, dall’inizio del mandato – ed ha parlato al Parlamento. “L’ossessione democratica può portare all’anarchia”, ha detto nel suo discorso, ribattendo alle critiche mossegli da varie organizzazioni internazionali sul mancato rispetto dei diritti umani.

 

Il problema del rispetto dei diritti umani – libertà di culto, di espressione e di opinione – è stato sollevato oggi anche nei colloqui tra i leader dell’Unione europea e della Cina, in corso a Pechino: il governo cinese si è detto disponibile ad affrontare la questione in un prossimo incontro ed il premier Wen Jibao ha annunciato l’imminente adesione alla convenzione internazionale sui diritti civili e politici. Tra gli altri temi in agenda, i problemi doganali e le contraffazioni commerciali.

 

Prosegue lentamente il cammino di avvicinamento tra India e Pakistan, divisi dalla disputa sul Kashmir. Il governo di Islamabad ha risposto positivamente all’offerta indiana di riprendere alcuni importanti collegamenti stradali e marittimi, dicendosi anche pronto a colloqui sulla regione contesa. Ma le posizioni in merito restano piuttosto distanti: New Delhi chiede la fine dell’appoggio pakistano ai terroristi, Islamabad nega di fornire loro aiuto logistico.

 

Dopo la sconfitta alle amministrative di domenica ed il fallimento del referendum costituzionale di sabato, il presidente colombiano Álvaro Uribe ha assicurato ai connazionali il rispetto delle loro scelte elettorali. Ma allo stesso tempo ha avvertito che il Paese si trova in una grave situazione economica, per cui è necessario ridurre la spesa pubblica, mantenendo comunque alto il potenziale di investimento sociale a favore delle fasce meno favorite. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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Dopo aver elencato una serie di misure fiscali ed economiche che dovrebbero permettere di risparmiare l’equivalente di centinaia di milioni di euro, Uribe ha aperto un nuovo fronte, preannunciando che praticamente la Colombia chiederà una ristrutturazione del suo debito estero. “Un Paese che non è in grado di pagare i propri debiti – ha detto – finisce per rovinare i lavoratori ed i pensionati, per spaventare gli investimenti, annullando le possibilità di occupazione e la conquista di nuovi mercati. Qui non neghiamo  - ha aggiunto – che pagheremo tutti i nostri conti, però per la democrazia è grave sia che un Paese non paghi i suoi debiti, sia che i suoi cittadini soffrano la fame per doverli pagare”. La comunità finanziaria internazionale – ha concluso – deve appoggiare gli sforzi del popolo colombiano, offrendo tassi di interesse bassi e termini di scadenza più ampi.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Con tre giorni di lutto nazionale, il Cile piange la morte di un simbolo della difesa dei diritti umani. È l’avvocato Jaime Castillo Velasco, deceduto ieri a Santiago, conosciuto per aver denunciato le torture e le sparizioni perpetrate durante il regime di Augusto Pinochet. Difensore in tribunale dei familiari dei desaparecidos, Castillo aveva anche presieduto la Commissione cilena dei diritti umani.

 

 

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